...Tanto per non usare inutili giri di parole è lampante che se il VERONA che giocherà contro il NAPOLI sarà quello 'ammirato' contro l'altra squadra di DE LAURENTIIS tanto varrebbe per i gialloblù concedere i tre punti dallo spogliatoio, riposarsi e prendersi sei ulteriori giorni per arrivare al meglio al Dall'Ara di Bologna il prossimo 21 Agosto. Con il BARI non ha funzionato davvero niente a parte nella prima ventina di minuti: Scarsa la fame di arrivare sulle seconde palle, pessimo l'atteggiamento della squadra letteralmente sparita dal campo dopo l'uscita di CECCHERINI, irritante l'approccio di gente come ILIĆ, TAMÈZE e pure BARÁK evidentemente distratti dalle voci di mercato per non parlare dei madornali errori da parte di GÜNTER, MAGNANI e HONGLA ed una squadra gialloblù tornata più o meno al 'palla lunga e pedalare' di mandorliniana memoria senza peraltro i TONI, i RÔMULO e gli ITURBE; troppo brutti per essere veri?
Beh... Considerando che prima della chiusura del mercato saranno disputati quattro match e che l'HELLAS rischia di perdere fino a sei titolari e i 40 gol (per tacere degli assist) forniti da SIMEONE, CAPRARI e BARÁK rispetto alla passata stagione, l'eliminazione in Coppa Italia rischierà di essere la punta di un mostruoso iceberg!
HELLAS VERONA e NAPOLI giocheranno col lutto al braccio in memoria del compianto Claudio GARELLA scomparso oggi all'età di 67 anni, l'arbitro della prossima sfida sarà il signor Michael Fabbri della sezione AIA di Ravenna.
Cioffi
Spalletti
QUI VERONA
'Distorsione tibio-tarsica alla caviglia sinistra senza lesioni legamentose': non grave l'infortunio di CECCHERINI ma il difensore rimarrà comunque fuori causa squalifica contro il NAPOLI (e in reparto difensivo in grossa difficoltà non è una buona notizia); con lui VELOSO ancora per somma di ammonizioni accumulate nell'ultima giornata della passata stagione contro la LAZIO.
Comunque vada sarà emergenza estrema sul terzo di sinistra in difesa: Con Federico fuori, MAGNANI completamente fuori ruolo in quella posizione, AMIONE e RETSOS in uscita e COPPOLA giudicato ancora troppo acerbo per CIOFFI e il suo staff.
Convocati
Fuori gli squalificati CECCHERINI e VELOSO insieme a SIMEONE che ieri ha sostenuto le visite mediche a Castel Volturno e sarà ufficializzato dal NAPOLI dopo il match contro il VERONA.
Probabile formazione
Il tecnico scaligero dovrà fare di necessità virtù dietro dando probabilmente un'altra chance ad AMIONE oppure retrocedendo TAMÈZE (terza alternativa sarebbe spostare GÜNTER a sinistra e riportare MAGNANI al centro ma dubito che i risultati sarebbero dissimili dal disastro ottenuto col BARI).
Sulla trequarti è imprescindibile la qualità di BARÁK (ma quello dell'anno scorso non quello demotivato e smarrito di questi tempi), a cedergli il posto sarà probabilmente HONGLA con TAMÈZE e ILIĆ ad occupare la zona centrale del campo (sperando che pure loro si concentrino sulla partita).
Ai lati e in attacco scelte praticamente certe con LAZOVIĆ e FARAONI esterni e LASAGNA ad accompagnare HENRY in avanti.
3-5-2 con Montipò; Dawidowicz-Gunter-Amione; Faraoni-Tameze-Ilic-Barak-Lazovic; Henry, Lasagna.
QUI NAPOLI
Anche la squadra partenopea, come quella scaligera e più o meno tutte le compagini di Serie A, è ancora incompleta con la cessione di PETAGNA e SIMEONE non ancora ufficializzato ma soprattutto con MERET, portiere titolare ma in forte bilico e SIRIGU per forza di cose non ancora inserito, RUIZ in uscita, MERTENS svincolato ma RASPADORI non ancora 'conquistato' dal SASSUOLO... La differenza col VERONA è però lampante a partire dall'obiettivo finale dei partenopei e passando comunque attraverso una qualità della rosa e del monte ingaggi che non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelli scaligeri.
Convocati SIMEONE non ancora ufficializzato dopo le visite mediche... La prima in azzurro non sarà contro l'HELLAS per il Cholito
PORTIERI: Marfella Davide, Meret Alex, Sirigu Salvatore
DIFENSORI: Di Lorenzo Giovanni, Jesus Juan, Kim Minjae, Mario Rui Silva Duarte, Olivera Mathias, Ostigard Leo, Rrahmani Amir, Zanoli Alessandro
CENTROCAMPSTI: Anguissa Frank, Demme Diego, Elmas Elif, Lobotka Stanislav, Zerbin Alessio, Zielinski Piotr
ATTACCANTI: Kvaratskhelia Khvicha, Lozano Hirving, Osimhen Victor, Ounas Adam, Politano Matteo.
Probabile formazione
Con la presenza di RUIZ e il mancato arrivo (per ora) di RASPADORI il 4-2-3-1 tanto caro a SPALLETTI appare ancora difficilmente schierabile ecco perché il tecnico toscano si affiderà ancora al 4-3-3 con MERET pienamente sul mercato ma lo stesso tra i pali al Bentegodi, DI LORENZO e RUI terzini con l'ex RRAHMANI e l'esordiente sudcoreano MIN-JAE centrali, ZIELINSKI retrocesso dalla trequarti a centrocampo (al posto di RUIZ ormai a un passo dal PSG) a fare da play tra LOBOTKA e ANGUISSA mentre nel tridente, con POLITANO in forte dubbio causa infortunio, toccherà a LOZANO, KVARATSKHELIA ai lati del 'castigamatti' OSIMHHEN.
4-3-3 con Meret; Di Lorenzo-Rrahmani-Min Jae-Rui; Lobotka-Zielinski-Anguissa; Kvaratskhelia-Osimhen-Lozano.[Commenta qui sotto o sulla pagina Facebook di BONDOLA/=\SMARSA, condividi a piè di pagina, contenuti liberamente riproducibili salvo l'obbligo di citare la fonte: BondolaSmarsa.BlogSpot.com]
Mister CIOFFI «Oggi il mio primo pensiero è per la famiglia di Claudio Garella, a cui faccio le più sentite condoglianze. Il destino ha voluto che sia venuto a mancare proprio prima di questa partita, avendo lui vestito le maglie di Verona e Napoli. Cosa vorrei dire ai tifosi perplessi sul Verona in questo momento? Parto dalla frase di un bambino, che al termine di Verona-Bari mi ha detto di non mollare: gli dico che il mister non molla. Andremo in battaglia verso la salvezza, dovremo avere umiltà, voglia di sacrificarsi ed essere uniti verso il nostro obiettivo. Affronteremo una squadra di grande qualità, che palleggia e con una media realizzativa altissima. Ci aspettiamo un Napoli frizzante, che vorrà chiudere al più presto la partita. Dai miei ragazzi, mi aspetto una prestazione di orgoglio... Ho detto loro che nel calcio non ci sono crediti, e che se c’erano si sono esauriti in maggio. Tutto ciò che è stato fatto è ora nel passato, dobbiamo cambiare pelle, ripartire da zero. In poche parole: testa bassa e lavorare, anche a discapito del bel gioco. Abbiamo giocatori con caratteristiche diverse e forti proprio in quelle particolari caratteristiche. Se mi aspettavo una situazione così difficile? Rispondo con un detto di mio nonno: davanti agli ostacoli, sotto non si passa, perché si perde tempo. Attorno non si gira, perché si viene squalificati: l’unica via è superarli. Sono concentrato e non posso permettermi di essere altrimenti. Credo fortemente nel lavoro che faccio e nei miei ragazzi» HellasVerona.it
Mister SPALLETTI tecnico del NAPOLI «Quando sono arrivato la prima volta che ho conosciuto De Laurentiis lui mi ha prospettato un Napoli di transizione: conti, ringiovanimento rosa, riportare la Champions. Per rimettere mano sui conti bisognava giocare un buon calcio affinché i calciatori fossero richiesti dalle squadre perché nei due anni precedenti nessun calciatore era stato richiesto per via dei risultati. Ora si parla di un Napoli che non vede più nelle loro fila i giocatori più importanti che hanno permesso i risultati negli ultimi anni. Calciatori forti, affidabili e di esperienza e si parla di calciatori per un nuovo ciclo. Naturalmente se si parla di Napoli le ambizioni sono sempre alte perché abbiamo una città alle spalle che lo merita e dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Io mi assumo volentieri questa responsabilità ma non posso assicurare niente, si gioca per raccogliere il massimo a disposizione. In questo percorso ci vuole un po’ di tempo rimanendo alta l’ambizione, la passione per questi colori... Faremo del nostro meglio sin da subito e che sono convinto che faremo reinnamorare i tifosi, come accaduto lo scorso anno. Naturalmente serve un po' di sostegno da parte di città e società, le cose più difficili sono quelle delle dinamiche di spogliatoio. Io non ho timore di niente. Il mercato? Per quel che riguarda il ringiovanimento rosa e l’abbassamento dei costi siamo sulla strada giusta, per il resto abbiamo da lavorare... Questo è un calciomercato lento per le difficoltà finanziarie di tutte le squadre che adesso stanno più attenti a fare follie che poi ti porteresti dietro. Bisogna aspettare affinché la società riesca a completare la rosa come si deve. Simeone con noi a Verona? Se è tutto ok certo che viene, lo stiamo aspettando. È uno di cui abbiamo bisogno e Napoli è ciò di cui lui ha bisogno, è un acquisto corretto» Sport.Sky.it
Antonio DI GENNARO a 'Radio Firenzeviola' «Vedo gli scaligeri in difficoltà, il Verona non è più la squadra che dominava le partite. Cioffi l’ha cambiata ma aspetta nuovi giocatori a fronte di partenze come Ilic, magari Barak, Simeone e Tameze che sentivo in ottica Milan. Cioffi ha un biennale ma non so se gli avevano detto di queste partenze. Il Verona ha fatto tre anni di calcio vero e pensavo che Tudor aprisse un ciclo, ma è andato via con D’Amico. Altre squadre cedono, ma rimpiazzano come Sassuolo e Torino» FootballNews24.it
Stanislav LOBOTKA centrocampista del NAPOLI a 'Radio Kiss Kiss' «Nel pre-campionato abbiamo raggiunto un’ottima condizione che speriamo di mostrare già a partire dalla trasferta di Verona. Non vediamo l’ora di cominciare la stagione e di affrontare l’Hellas, vogliamo ripagare la passione che ci hanno dimostrato i nostri tifosi» CalcioHellas.it
Giovanni DI LORENZO difensore del NAPOLI nel giro della Nazionale azzurra al quotidiano 'Il Roma' «...Quando in una rosa di 23/24 persone vanno via 6/7 è una buona percentuale. All’inizio qualche sofferenza c’è stata ma grazie ai nuovi e ai giovani che sono tornati si è iniziato subito a respirare un’aria positiva. Sta nascendo un nuovo Napoli. È vero che abbiamo perso dei giocatori forti ma ne sono arrivati altrettanti bravi che si sono subiti integrati. Dovremo portare l’ottima atmosfera che viviamo nello spogliatoio in campo... Sensazioni per Verona? Positive. Siamo pronti. Non vediamo l’ora di metterci in gioco e dimostrare quanto valiamo sul campo. Siamo forti e vogliamo dimostrarlo» 100x100Napoli.it
CELLINO patròn del BRESCIA e presidente di riferimento dell'attuale diesse scaligero al 'Giornale di Brescia' «Non riprenderei Balotelli, non era un’operazione da me. Poi fu un errore mandare via Marroccu dopo la promozione, ma anche riprenderlo lo scorso anno. Mi ero preso tutte le colpe, anche quelle non mie. Di cosa sono più fiero? Dell’aver creduto in Tonali» TGGialloBlu.Telenuovo.it
#CiaoGarellik Ci hai lasciati all’improvviso, ma dimenticarti sarà impossibile
...Addio a GARELLA, il portiere che parava con tutto il corpo, tra i maggiori artefici del tricolore scaligero: Lunedì HELLAS VERONA e NAPOLI piangeranno il doppio ex deceduto a causa delle complicanze di un intervento chirurgico al cuore 😰 .
Interessante il sondaggio lanciato tra i giornalisti da parte di TuttoMercatoWeb.com: Tra le squadre che alla griglia di partenza rischierebbero la retrocessione ci sono certamente le neopromosse LECCE e CREMONESE, poi la SALERNITANA ma SAMPDORIA e VERONA vengono subito dopo con blucerchiati e scaligeri presenti anche nella classifica delle squadre che deluderanno di più ma lì si può 'piangere con un occhio solo' visto che sono presenti anche JUVENTUS, SASSUOLO, ATALANTA e LAZIO. CORTINOVIS appare invece nella classifica delle potenziali rivelazioni della Serie A 2022-23 (e infatti l'ATALANTA s'è guardata bene dal concedere al VERONA, oltre al prestito, un riconoscimento che vada aldilà del semplice premio-valorizzazione stabilito dal controriscatto bergamasco)
#Calciomercato Il 'già discusso' mister CIOFFI che ha chiesto (e indicato) un paio di rinforzi in difesa, perde sia LOCHOSHVILI ingaggiato dalla CREMONESE che MARÍ finito al MONZA mentre RUGANI appare ad un passo dalla SAMPDORIA: Con CANCELLIERI, CASALE e CAPRARI ormai andati, SIMEONE praticamente al NAPOLI, BARÁK con un piede e mezzo fuori, ILIĆ e TAMÈZE chiacchieratissimi sul mercato, sui media ufficiali a Verona appare vietato parlare di ridimensionamento (né tantomeno di svendite) eppure non si sono ancora trovate le risorse economiche per fornire all'allenatore scaligero almeno un difensore all'altezza! Boh...
Perplessità a mille sulla squadra che sta nascendo (o morendo a seconda dei punti di vista) ma tranquilli: se non ci salviamo in questa stagione vedrete che ci salveremo nella prossima 😅 [...] (tutti i particolari come sempre nel post B/=\S dedicato al #Calciomercato).
VITA DA EX:TUDOR contestato pesantemente all'OLIMPIQUE ma il suo MARSIGLIA rifila un poker al REIMS alla prima di campionato! Paradossi del calcio moderno ma, come visto contro il BARI, non credo che con Igor in panca il VERONA avrebbe giocato meglio visto il disastro creato da Via Olanda in sede di mercato e, ne sono convinto, motivo principale dell'addio del tecnico spalatino come, prima di lui, di JURIĆ.
Gasolina v torna in patria: Giocherà al CRUZEIRO dove dal 2021 milita anche RÔMULO.
#Garella figlio di un calcio che mai tornerà. Uno stipendio era oro, altro che cifre folli. Vincere lo scudetto era gioia eterna. La dedizione, la passione e quelle parate con i piedi che sembravano voli sotto l’incrocio 🙏
Claudio #Garella (1955-2022), per sempre "Garellik" - cit. GP Galeazzi dopo un Roma-Verona 0-0 del 1984 in cui parò anche le mosche. Uno dei soli due giocatori ad aver vinto due scudetti con due squadre diverse fuori dal triangolo Torino-Milano-Roma (l'altro è Eraldo Mancin). pic.twitter.com/4w5bHiReXa
Le tue parate coi piedi erano mitiche, tanto che l’avvocato Agnelli disse che “Eri l’unico portiere a parare senza mani”. Te ne sei andato a 72 ore dalla tua partita: Verona-Napoli. Con entrambe hai fatto la storia, vincendo 2 storici scudetti. Ciao Claudio RIP. #Garella 🙏 pic.twitter.com/uBGWGVfcit
#Garella è l'unico portiere che può parare anche senza le mani". [cit. dell'Avvocato Agnelli] Due scudetti con Verona e Napoli negli anni di un calcio mitico. Ciao Claudio! 🙏 RIP pic.twitter.com/OjKLtW3yu6
GUIDA ALLA SERIE A 2022/23
Dario Saltari 12 agosto 2022 12' La squadra veneta ricomincia da zero un’altra volta.
Davide Casentini/LiveMedia/NurPhoto via Getty Images
Piazzamento lo scorso campionato: 9°
Chi in più: Thomas Henry (Venezia), Josh Doig (Hibernian), Milan Djuric (Salernitana), Roberto Piccoli (Atalanta), Alessandro Cortinovis (Atalanta);
Chi in meno: Nicolò Casale (Lazio), Matteo Cancellieri (Lazio), Gianluca Caprari (Monza), Daniel Bessa (Ittihad Kalba), Mert Cetin (Lecce), Kevin Ruegg (Young Boys);
Una statistica interessante dalla scorsa stagione: Molto si è detto dell’eredità di Juric riguardo al sistema di pressing del Verona (che comunque, secondo i dati di Alfredo Giacobbe, ha concluso il campionato quarto per PPDA e secondo per recuperi palla offensivi a partita), un po’ meno della qualità del suo reparto offensivo. L’anno scorso l’Hellas ha avuto il quinto miglior attacco del campionato (dietro Inter, Lazio, Napoli e Milan) pur essendo solo undicesima per xG prodotti. Solo la Lazio e il Napoli hanno battuto le aspettative più del Verona, che ha segnato oltre 10 gol più di quanto prodotto in termini di xG. Nessun’altra squadra ha segnato di più in relazione al numero di tiri in porta (0.37 gol ogni tiro in porta).
È difficile da credere oggi, ma solo un anno fa il Verona era nel caos. L’allenatore che aveva portato il club nella classe media della Serie A, Ivan Juric, aveva deciso di cambiare aria accettando l’offerta del Torino, e al suo posto Eusebio Di Francesco era sembrato fin da subito un treno a fine corsa. Ancora prima che la stagione iniziasse c’era l’impressione che l’allenatore croato avesse portato una rosa sostanzialmente modesta oltre le proprie possibilità (un nono e un decimo posto), e in più il Verona, nelle due stagioni della sua gestione, aveva venduto quasi tutti i giocatori che avevano fatto le fortune di quella squadra. Prima Amrabat alla Fiorentina e Rrahmani al Napoli, poi Kumbulla alla Roma, infine, nell’estate che aveva seguito l’addio di Juric, Lovato all’Atalanta e soprattutto Zaccagni alla Lazio. Di fronte a questa rivoluzione permanente come avrebbe fatto un allenatore che veniva da uno score di 16 partite consecutive senza vittoria, cioè Di Francesco, a tenere tutto insieme? Non aiutava a far evaporare lo scetticismo anche il mercato in entrata di quell’estate, che aveva portato a Verona giocatori che pensavamo avessero ormai dato tutto alla Serie A, e cioè poco. Giovanni Simeone dal Cagliari, Kevin Lasagna dall’Udinese, Gianluca Caprari dalla Sampdoria. Se si esclude Antonin Barak, su cui c’erano ancora delle legittime speranze, anche sull’infornata di giovani arrivati all’Hellas in maniera apparentemente randomica (Ivan Ilic dal Manchester City, Mert Cetin e Matteo Cancellieri dalla Roma, Martin Hongla dall’Anversa) era difficile farsi un’idea chiara.
L’inizio della scorsa stagione sembrava aver confermato tutti i nostri pregiudizi su questa nuvola di incertezza. Le sconfitte consecutive nelle prime tre giornate di campionato contro Sassuolo, Inter e Bologna avevano portato lo score di Eusebio Di Francesco a 19 partite consecutive senza vittoria (eguagliando il record negativo della Serie A detenuto da Mimmo Di Carlo) e convinto il presidente Setti a tagliare il nodo gordiano, esonerando subito dopo la prima pausa per le Nazionali l’allenatore a cui aveva affidato tutta la preparazione al campionato. Al suo posto Igor Tudor, che fino a quel momento aveva avuto una carriera enigmatica. Risultati alterni tra Hajduk Spalato, PAOK, Karabukspor (squadra neopromossa turca) e Galatasaray, poi l’esperienza grigia all’Udinese (dopo due salvezze da subentrato, verrà esonerato nella stagione 2019/20 dopo un brutto inizio di campionato), infine l’incomprensibile scelta di seguire Andrea Pirlo da viceallenatore della Juventus, conclusa in maniera ancora più incomprensibile (dopo l’esonero, l’allenatore croato dichiarò polemicamente che «Andrea mi scelse, ma poi mi mise sullo stesso piano di Baronio [che teoricamente era solo un collaboratore tecnico, nda]»). Alla fine di questa tribolata carriera, sembrava impensabile che Tudor, con pochissimo tempo a disposizione, potesse avere le capacità di riportare il Verona dove lo aveva portato Juric, tanto più che due dei tre gol segnati in quelle prime tre sconfitte consecutive erano stati realizzati da Mattia Zaccagni, che era stato venduto l’ultimo giorno del calciomercato.
E invece, in quel modo inspiegabile che solo il calcio sa avere, la stagione del Verona è cambiata fin da subito, dalla vittoria di prestigio contro la Roma cioè, che ha segnato l’inizio dell’esperienza di Tudor sulla panchina scaligera e che in un certo senso la contiene tutta. Una partita cominciata dovendo rimontare l’incredibile gol di Lorenzo Pellegrini, nato da un inserimento dalla seconda linea che forse non avrebbe sorpreso il Verona di Juric, si è conclusa con una pioggia d’occasioni che sarebbero potute trasformarsi anche in qualcosa di più dei tre gol finali.
Da quel momento il Verona è sembrato come una versione spensierata della squadra di Juric: certo, con la stessa struttura tattica fatta di marcature a uomo, difesa in avanti e intensità, ma con una creatività e una fluidità nell’ultimo quarto di campo nuova, da squadra che ambisce a una qualificazione europea più che alla semplice permanenza in Serie A. «In fase difensiva mi sono appoggiato tanto al lavoro che è stato fatto nei due anni scorsi», ha ammesso nella prima parte della stagione Igor Tudor, a cui però va dato il grosso merito di aver superato la natura meccanica e spesso prevedibile della squadra di Juric in fase offensiva. “Il Verona, da squadra arcigna ma arida offensivamente, è diventata una macchina da gol”, ha scritto Jacopo Azzolini in un pezzo sull’Ultimo Uomo in cui traspare un legittimo stupore. Dopo la vittoria contro la Roma non sono mancate altre vittorie con le prime squadre del campionato, tra cui un 4-1 contro la Lazio, un 2-1 contro la Juventus e un 1-2 contro l’Atalanta.
Nel calcio il rapporto tra collettivo e singoli è paragonabile alla domanda se sia nato prima l’uovo o la gallina, e per questa ragione sarebbe illusorio decidere in maniera manichea se sia stato il lavoro di Tudor ad esaltare i suoi giocatori offensivi o se se sia stata la crescita di quest’ultimi ad aiutare Tudor. Fatto sta che dentro la rinascita del Verona sono avvenute le ancora più miracolose rinascite di giocatori su cui quasi tutti avevano perso le speranze, e cioè Gianluca Caprari e Giovanni Simeone, vere e proprie colonne portanti dell’ultima stagione. Il primo, dopo una carriera incolore che sembrava non dovesse portare a niente, “ha fatto cambiare idea a molte persone che pensavano di aver già inquadrato il suo talento entro limiti ben precisi”, come ha scritto Daniele Manusia commentando il premio AIC di miglior giocatore della Serie A vinto a gennaio. Caprari al Verona semplicemente ha ribaltato tutto quello che pensavamo di sapere su di lui, diventando “un giocatore ostinato, quantitativo, che prova cose difficili e se non gli riescono – perché spesso non gli riescono – ci riprova poco dopo”. Quel numero 10 dal talento vagamente sudamericano che i più sognatori intravedevano quando aveva ancora vent’anni.
Se la stagione di Caprari è stata sorprendente, quella di Simeone è stata letteralmente allucinante. Quello che pensavamo essere solo un attaccante di fatica, che si esaltano rincorrendo la palla più che spingendola in rete, ha chiuso il suo anno a Verona con 17 gol e la migliore efficienza realizzativa del campionato tra gli attaccanti con almeno venti tiri e più di cinque non-penalty goals (16 npg da 11.4 xG). Se, come scritto in apertura, il Verona è stata una delle squadre che ha battuto più le aspettative per quanto riguarda la trasformazione delle occasioni in gol, il merito è soprattutto suo. La sua stagione ha vissuto dei picchi che sembravano davvero frutto di un’allucinazione, come per esempio il poker rifilato alla Lazio che ci portò a chiederci, quasi senza credere alle nostre stesse parole, se Simeone non fosse diventato improvvisamente un cecchino.
Non troppo sorprendentemente, viste le sue ultime sessioni di calciomercato, i primi dirigenti a non credere a questa apparente allucinazione sono stati proprio quelli del Verona, che per la terza estate di fila si sono privati dei propri giocatori migliori senza farsi troppo problemi. Via Casale, che alla Lazio dovrà dimostrare di poter difendere anche in una difesa a zona, via Caprari, ceduto al Monza in prestito con obbligo di riscatto condizionato alla salvezza, via probabilmente anche Simeone, fuori squadra da settimane in attesa che si concretizzi l’estenuante trattativa con il Napoli. Per non farsi mancare niente anche Barak, per cui si continua a parlare insistentemente di una trattativa col club azzurro, è stato messo in panchina, e nelle prime uscite stagionali è apparso molle e svogliato, forse davvero con la testa già altrove (pochi giorni fa ha addirittura parlato con nostalgia di Lecce, dove ha detto di voler chiudere la sua carriera). Il Verona, insomma, è quasi letteralmente un’altra squadra rispetto alla scorsa stagione, e qualcuno ipotizza che per questo Cioffi e il DS Marroccu siano già ai ferri corti. È possibile vendere ogni anno i giocatori migliori e rimanere su alti livelli, rendere il miracolo degli scorsi anni la normalità? Sono bastate tre ottime stagioni per ribaltare completamente la nostra percezione sul Verona: da squadra modesta portata in posizioni di classifica impensabili dal talento di un allenatore, a rappresentante della classe media che può continuare a navigare a largo delle acque della lotta salvezza anche con il pilota automatico.
In questo senso, il compito di Gabriele Cioffi è arduo molto al di là delle sfide tattiche che lo attendono sul campo. L’allenatore fiorentino è arrivato a Verona dopo un percorso molto più lungo di quanto la sua breve esperienza all’Udinese non dica. Dopo una carriera da calciatore da «energumeno da Serie C», come lo ha definito fin troppo onestamente Walter Sabatini, Cioffi pur di fare esperienza in panchina ha cominciato un lungo girovagare per il mondo che lo ha portato ad allenare l’Al-Jazira, come assistente di Herik ten Cate, poi il Birmingham, come assistente di Zola, infine l’Al Dhafra, di nuovo ad Abu Dhabi. Se si esclude l’iniziale esperienza al Gavorrano, la sua prima panchina da primo allenatore arriverà nella quarta serie inglese, al Crawley Town, dove ottenne la prima vittoria di sempre nella storia del club contro una squadra della prima serie (il Norwich, in Coppa di Lega). «Il percorso è stata una delle chiavi che ha permesso a me e allo staff di fare bene a Udine, dove ci sono calciatori stranieri, culture diverse», ha detto Cioffi nella conferenza stampa di presentazione al Verona. L’allenatore fiorentino pubblicamente si è dimostrato comprensivo nei confronti della strategia di mercato del suo nuovo club, perché «certe società non pagano gli stipendi se non vendono, e di conseguenza si vende chi fa bene», ma ha anche riconosciuto di essere di fronte a «una salita bella ripida».
Come Igor Tudor l’anno scorso, anche Cioffi ha riconosciuto l’importanza del lavoro fatto da Juric in fase difensiva, dichiarando di non volersi discostare dai principi installati a Verona dall’allenatore croato. Sul campo, però, i gialloblù sono apparsi più diversi di quanto le parole del loro allenatore non dicano. In queste prime uscite stagionali il Verona sembra infatti aver sfumato il suo atteggiamento senza palla, difendendo posizionalmente con un blocco medio-alto che scatta in avanti con i riferimenti sull’uomo solo all’innescarsi di alcune situazioni specifiche, come la palla sull’esterno basso o il retropassaggio al portiere. Questa nuova interpretazione ha costretto i giocatori a valutazioni più complesse: i centrocampisti, ad esempio, adesso sono chiamati a muoversi anche in relazione al pallone e a guardarsi le spalle per schermare efficacemente lo spazio, i difensori devono scegliere con più accortezza i momenti in cui rompere la linea e uscire aggressivamente tra le linee. Al momento questi nuovi compiti sembrano ancora lontani dall’essere digeriti. Già nelle amichevoli contro Hoffenheim e Cremonese, in cui complessivamente il Verona ha subito sei gol, si era vista una grossa difficoltà nel difendere i mezzi spazi, soprattutto per un’apparente mancanza di chiarezza tra i tre centrali nella divisione delle marcature, e l’imbarazzo è diventato lampante nella prima partita ufficiale della stagione, il turno di Coppa Italia contro il Bari perso malamente in casa per 1-4.
L’azione da cui nasce il momentaneo pareggio del Bari dice molto delle attuali difficoltà difensive del Verona. Tameze è portato fuori posizione da Folorunsho, che poi segnerà effettivamente il gol, Dawidowicz è in ritardo a uscire nel mezzo spazio, dove comunque il Bari ha creato superiorità. La squadra pugliese arriva in area con la difesa di Cioffi disordinata e in inferiorità numerica.
Anche in fase di possesso il Verona è molto diverso rispetto alla scorsa stagione. In assenza di giocatori creativi sulla trequarti come Caprari e Barak, Cioffi ha deciso di tornare a un 3-5-2 estremamente diretto in cui solo Ilic può davvero dare la pausa. Nella costruzione dell’azione la difesa cerca di coinvolgere il centrocampo il meno possibile e di arrivare alle punte in maniera diretta, spesso anche con lanci lunghi. Sotto questa luce vanno letti gli investimenti sui tre enormi attaccanti arrivati quest’estate – Thomas Henry, Milan Djuric e Roberto Piccoli – nessuno sotto il metro e novanta. Tra i tre il belga sembra essere il preferito per adesso, forse per il suo ottimo gioco spalle alla porta che potrebbe portarlo ad associarsi spesso con Ilic sulla trequarti, ma nel corso della stagione le gerarchie potrebbero cambiare. Più sorprendente per adesso è il riciclo di Kevin Lasagna, un attaccante nato per attaccare la profondità e i cui tagli interno-esterno saranno vitali per questo stile di gioco. L’attaccante mantovano è apparso incredibilmente affilato in questo pre-campionato segnando quasi tutti i gol del Verona, compresa una doppietta fantascientifica contro l’Hoffenheim che ha rievocato i tempi di Carpi.
In attesa che arrivi qualcun altro dal mercato, Cioffi per arricchire la rosa dovrà pescare tra i molti giovani arrivati tra questa sessione e le ultime. Al centro del campo l’allenatore fiorentino ha subito dato grande fiducia a Martin Hongla, regista camerunese con un ottimo gioco senza palla e una sensibilità tecnica raffinata. Più in avanti nella stagione potrebbero arrivare altre sorprese. Nella conferenza di presentazione Cioffi ha citato i nomi di Filippo Terracciano e Diego Coppola, cresciuti nel fiorente vivaio del club veneto e aggregati alla prima squadra (in realtà Coppola aveva già esordito nella scorsa stagione), su cui però è difficile farsi un’idea adesso. Più formato il nuovo acquisto scozzese Josh Doig, promettente terzino sinistro dal grande atletismo come nella migliore tradizione britannica e con un sinistro puntuale per i cross dalla trequarti. Dato che Lazovic è apparso un po’ opaco in queste prima uscite chissà che non possa essere lui una delle sorprese di questa squadra. A centrocampo, invece, proprio per la mancanza di creatività sulla trequarti, potrebbe ritagliarsi un suo spazio Alessandro Cortinovis, in prestito dall’Atalanta. Dopo una prima stagione tra i professionisti nient’affatto scontata (oltre 1400 minuti giocati, un gol e due assist in una squadra, la Reggina, che in Serie B è arrivata 14esima), Cortinovis ha grande ambizioni tecniche, per esempio nell’uso quasi affettato della suola, e una visione di gioco che sembra avere grandi potenzialità. Pensare che possa avere un impatto sulla Serie A fin da subito forse è prematuro, ma sarà interessante seguire la sua crescita.
In una società che sembra aver imboccato senza guardarsi indietro la via della rivoluzione permanente, in ogni caso, Gabriele Cioffi non sembra avere grande scelta: o si confermerà quell’allenatore che abbiamo intravisto a Udine in grado di far schiudere talenti ancora acerbi, oppure la sua peregrinazione andrà avanti. Il Verona è una delle squadre che ha lanciato più giocatori nell’alta Serie A negli ultimi anni ed evidentemente vuole continuare ad esserlo, con o senza di lui.
Migliore scenario possibile
Dopo tre sconfitte di fila nelle prime tre giornate il presidente Setti sembra sul punto di esonerare Cioffi ma alla fine, inspiegabilmente, ci ripensa. Da quel momento la stagione del Verona cambia completamente. Cioffi fa all-in sulla sua identità, lasciandosi finalmente alle spalle l’eredità di Juric. Il Verona difende bassissimo e riparte quando meno ce lo si aspetta in maniera letale. Hongla stupisce, Tameze diventa un centrocampista box-to-box desiderato in tutta Europa, Doig è il nuovo Hickey e Lasagna finisce a una sola distanza dal capocannoniere del campionato, Beto, segnando 28 gol. La squadra di Cioffi nel girone d’andata distrugge Juventus, Lazio e Inter, ma la vittoria più significativa è quella al ritorno in casa contro il Torino, alla fine della quale l’allenatore del Verona finisce alle mani con Juric per una polemica su un rigore non assegnato all’ultimo minuto. Quell’1-0 sarà fondamentale per la storica qualificazione in Conference League al Verona, che realizzerà dieci punti in più rispetto al campionato precedente. Davanti ai microfoni, immediatamente dopo la fine dell’ultima giornata a San Siro contro il Milan, Cioffi quasi in lacrime annuncia di aver accettato l’offerta della Juventus per la stagione successiva.
Peggior scenario possibile
Dopo tre sconfitte di fila nelle prime tre giornate il presidente Setti esonera Cioffi, imbufalito per le sue parole sibilline sul mercato. Dalla Turchia arriva Francesco Farioli, promettente tecnico italiano svincolatosi dall’Alanyaspor, ma la magia non si ripete. Il Verona rimane una squadra fragile e confusa, esattamente come con Cioffi. Henry si infortuna, Piccoli non riesce a sostituirlo degnamente e anche Barak, impalpabile per tutta la prima metà della stagione, alla fine viene ceduto al Monza. A marzo il Verona è terzultimo ed è costretto a richiamare Cioffi. Le cose, però, non migliorano. Il 14 maggio, al Bentegodi, arriva il Torino di Juric in corsa per la qualificazione alla prossima Conference League ed è un massacro: finisce 0-5 con l’allenatore croato che esce tra i fischi assordanti dello stadio bestemmiando, espulso dopo aver protestato per un rigore non concesso. Il Verona sembra spacciato ma a quel punto, inspiegabilmente, ha uno scatto di orgoglio. Pareggia in extremis con Atalanta e Empoli, e le sue speranze sono aggrappate a un’improbabile vittoria all’ultima giornata contro il Milan. La squadra di Pioli è in corsa con l’Inter per il secondo scudetto consecutivo e le basterebbe un pareggio ma una papera inspiegabile di Maignan all’89esimo fa scendere San Siro all’inferno. Il Verona è fatale di nuovo, ma salvo.
Giocatore chiave
In una stagione che si preannuncia di grande sofferenza difensiva, molte delle fortune del Verona passeranno per le mani del suo portiere, che sarà ancora una volta Lorenzo Montipò. L’anno scorso il Verona è stata la squadra della Serie A con la peggiore differenza tra post shot expected goals e gol effettivamente subiti (-7.9), con la sola eccezione della Salernitana. Se Cioffi non riuscisse a far rendere l’attacco come ha fatto Tudor la scorsa stagione, Montipò sarà chiamato a un impegnativo salto di qualità.
Giocatore da prendere al Fantacalcio
E se la magia che ha reso Simeone uno dei migliori marcatori della Serie A fosse rimasta a Verona? Se siete dei veri sognatori piazzate la scommessa Lasagna che, venendo da una storia di percentuali realizzative horror, non dovrebbe costarvi più di pochi crediti. Se invece fate il Fantacalcio con il cervello più che con il cuore allora Thomas Henry potrebbe essere l’attaccante che fa per voi. Sotto le protezioni palla a centrocampo e i meme sul suo cognome si nasconde una delle migliori efficienze realizzative del campionato. La scorsa stagione 7 non penalty goals da 5.4 Expected Goals: nella trasformazione delle occasioni da gol hanno fatto meglio di lui, tra gli attaccanti con almeno venti tiri e più di 5 npg, solo Deulofeu e, per l’appunto, Simeone.
Dario Saltari è uno degli scrittori che curano L'Ultimo Uomo e Fenomeno. Sulla carta, ha scritto di sport per Einaudi e Baldini+Castoldi.
FONTE: UltimoUomo.com.it
Ci siamo. 83 giorni dopo l'ultima partita giocata, la Serie A torna finalmente in campo. Una stagione che si preannuncia lunga ed entusiasmante non solo per l'inframezzo del Mondiale in Qatar, con praticamente tutte le squadre di prima fascia che si sono rinforzate con colpi importanti, con quelle di metà classifica che proveranno a crescere di tono e con la lotta salvezza più aperta che mai. Su TMW, a poche ore del primo fischio d'inizio, presentiamo tutte le 20 squadre del campionato 2022/2023.
L'HELLAS VERONA DI CIOFFI
IL MERCATO - Una sessione di piena rivoluzione, quella a cui è andato incontro il club del presidente Setti. Che come spesso capita ha venduto tanto, ha venduto bene e ha puntato su giovani emergenti con voglia e qualità. Dopo le partenze di Cancellieri, Casale, Ruegg, Frabotta e Caprari, sono arrivati rinforzi soprattutto in attacco: Piccoli e Djuric, ma anche Henry. Per la difesa si è puntato su Doig, per il centrocampo su Cortinovis.
COSA MANCA - Un difensore, forse due. E oggi il nome in pole è quello di Natan del Bragantino, ma resiste il sogno Rugani. Poi molto dipenderà dall'imminente addio di Simeone verso Napoli: a quel punto si potrebbe decidere di trovare un nuovo rinforzo offensivo per allungare la rosa.
"Il debutto si avvicina, gialloblu sul filo del rasoio". Questo il titolo dell'edizione odierna del Corriere di Verona. L'Hellas è pronto a scendere in campo. A Ferragosto la squadra di Cioffi ospiterà al "Bentegodi" il Napoli di Spalletti e allo stesso tempo attende ancora rinforzi dal mercato che per ora non sono arrivati.
RASSEGNA STAMPA L'Arena: "Hellas-Napoli, vigilia choc: addio a Garella, portiere degli Scudetti impossibili"
13/8 ALLE 08:03
di LUCA CHIARINI
"Hellas-Napoli, vigilia choc: addio a Garella, portiere degli Scudetti impossibili". Questo il titolo che campeggia in taglio alto su L'Arena, che si unisce al ricordo di Claudio Garella, doppio grande ex dei veneti e dei campani: "Campione in campo e fuori - scrive il quotidiano -, dopo Verona aveva vinto il tricolore con il Napoli che, ironia della sorte, lunedì affronterà l'Hellas".
RASSEGNA STAMPA Il Mattino e il ricordo di Garella in apertura: "Il portiere dai piedi d'oro"
13/8 ALLE 07:23
di LUCA CHIARINI
"Garella, il portiere dai piedi d'oro", si legge stamane in taglio centrale su Il Mattino. Il quotidiano dedica in apertura un ricordo all'ex portiere degli azzurri, che in carriera ha vestito anche la maglia del Verona, vincendo il Tricolore con entrambi i club. 'Garellik' se n'è andato ieri, all'età di 67 anni.
Giornata di pronostici su Tuttomercatoweb.com a -1 dal via ufficiale dalla Serie A 2022/2023. Tra i tanti quesiti posti a grandi firme, voci, speaker e volti tv su queste colonne, c'è anche uno che rappresenta uno sguardo all'orizzonte, al futuro. E' quello che riguarda le scommesse, i talenti, i giocatori che hanno voglia e volontà magari di rilanciarsi o di ritrovare le antiche premesse e promesse.
Chi sarà il giocatore rivelazione della Serie A 2022/2023?
Romeo Agresti (Goal) - Alessandro Cortinovis
Alessandro Antinelli (Rai Sport) - Kristijan Asllani
Giovanni Capuano (Panorama) - Marcos Antonio
Manuel Codignoni (Radio Rai) - Luka Jovic
James Horncastle (The Athletic) - Luka Jovic
Riccardo Mancini (DAZN) - Kristijan Asllani
Matteo Moretto (Relevo) - Divock Origi
Marco Piccari (TMW Radio) - Nicolò Fagioli
Matteo Pinci (Repubblica) - Alessandro Cortinovis e Kvicha Kvaratskhelia
Dario Ricci (Radio 24) - Daniel Maldini
Sandro Sabatini (Mediaset) - Kristijan Asllani
Stefano Salandin (Tuttosport) - Kvicha Kvaratskhelia e Yacine Adli
Paolo Tomaselli (Corriere della Sera) - Kvicha Kvaratskhelia
Nel giorno in cui Tuttomercatoweb.com chiede a firme, speaker, commentatori e volti tv i pronostici sulla prossima Serie A, ce n'è anche uno complicato sia da fare che da indovinare. Perché il campionato è pieno di variabili, di momenti, di situazioni che possono portare anche squadre importanti a crollare e a non riuscire a invertire la rotta. Però, nella vigilia del via del via alla stagione, la domanda è lecita.
Chi sono le tre squadre a rischiare la retrocessione?
Romeo Agresti (Goal) - Lecce, Cremonese, Salernitana
Alessandro Antinelli (Rai Sport) - Verona, Cremonese, Lecce
Giovanni Capuano (Panorama) - Salernitana, Cremonese, Spezia
Manuel Codignoni (Radio Rai) - Sampdoria, Lecce, Salernitana
James Horncastle (The Athletic) - Sampdoria, Cremonese, Salernitana
Riccardo Mancini (DAZN) - Cremonese, Spezia, Lecce
Matteo Moretto (Relevo) - Lecce, Cremonese, Sampdoria
Marco Piccari (TMW Radio) - Salernitana, Cremonese, Verona
Matteo Pinci (Repubblica) - Due neopromosse e una squadra del nord
Dario Ricci (Radio 24) - Cremonese, Sampdoria, Lecce
Sandro Sabatini (Mediaset) - Salernitana, Cremonese, Empoli
Stefano Salandin (Tuttosport) - Lecce, Salernitana, Empoli o Verona
Paolo Tomaselli (Corriere della Sera) - Verona, Lecce, Cremonese
Uno dei pronostici più difficili: chi sarà la delusione della prossima Serie A? Chi non rispetterà le aspettative estive, chi deluderà i propri tifosi e tutto l'ambiente? Tuttomercatoweb.com, in una giornata dedicata ai pronostici in vista della stagione 2022/2023, lo ha chiesto a voci e volti televisivi, firme, speaker, opinionisti. Con una domanda chiara.
Chi sarà la delusione?
Romeo Agresti (Goal) - Sassuolo
Alessandro Antinelli (Rai Sport) - Torino
Giovanni Capuano (Panorama) - Sampdoria
Manuel Codignoni (Radio Rai) - Lazio
James Horncastle (The Athletic) - Juventus
Riccardo Mancini (DAZN) - Atalanta
Matteo Moretto (Relevo) - Hellas Verona
Marco Piccari (TMW Radio) - Atalanta
Matteo Pinci (Repubblica) - Sampdoria
Dario Ricci (Radio 24) - Juventus
Sandro Sabatini (Mediaset) - Sassuolo
Stefano Salandin (Tuttosport) - Lazio
Paolo Tomaselli (Corriere della Sera) - Hellas Verona
L'allarme è risuonato squillante domenica sera al Bentegodi: la sconfitta rovinosa contro il Bari in Coppa Italia marchia a fuoco l'umore e le certezze del Verona, chiamato a ricomporsi in tempi record in vista dell'esordio in campionato contro il Napoli in calendario a Ferragosto. "C'è da dimenticare, stare zitti e lavorare", aveva ammonito nel dopo-gara Cioffi, comprensibilmente nervoso e quasi incredulo di fronte alla scioglievolezza della tenuta mentale e tattica della sua squadra contro i pugliesi, impronosticabile in questa misura, anche al netto dei riscontri non propriamente positivi registrati in questa pre-season.
L'emergenza più acuta riguarda la difesa, vulnerabile oltre ogni limite accettabile in Coppa. Il terzetto titolare fornisce poche garanzie: Gunter è in parabola discendente già dallo scorso campionato, e l'infortunio di Ceccherini (che lunedì sarebbe comunque stato squalificato) apre una voragine sul centro-sinistra. Che Magnani non sia adatto a quel ruolo lo certificano le due gravi amnesie di cui si è macchiato contro il Bari, e Amione fa parte della lista degli esuberi destinati a partire da qui alla fine di agosto. Come lui anche Retsos, mentre il giovane Coppola ha già messo in mostra doti che intrigano la dirigenza, ma a giudizio dell'attuale staff tecnico ha bisogno di tempo per entrare a far parte delle rotazioni in maniera più sostanziale.
Una situazione che fotografa nitidamente l'assoluta necessità di intervenire sul mercato per rinforzare strutturalmente il reparto. L'obiettivo principale, Pablo Marì, è sfumato: lo spagnolo si è accasato al Monza, malgrado le insistenze di Cioffi, che l'avrebbe riabbracciato ben volentieri dopo il semestre trascorso insieme a Udine. I nuovi innesti (saranno due) proverranno con ogni probabilità dal mercato estero. L'identikit è tracciato: giovani scommesse da valorizzare, e non profili affermati come l'ex Arsenal.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
14 AGOSTO 2022 Serie A TIM | #VeronaNapoli: i numeri e dove seguire il match
Verona - Le statistiche, i numeri e le curiosità fornite da Opta Sports relative a Hellas Verona-Napoli, 1a giornata della Serie A TIM 2022/23, in programma lunedì 15 agosto allo stadio 'Bentegodi' (ore 18.30).
I PRECEDENTI
Sono 58 i confronti tra Hellas Verona e Napoli in Serie A: 31 le vittorie per i partenopei, 13 quelle gialloblù. A completare il parziale 14 pareggi. L'Hellas, inoltre, nel massimo campionato ha conquistato più vittorie (14) solamente contro il Cagliari e la Fiorentina.
L'ultimo pareggio tra Verona e Napoli in una sfida di Serie A disputata al 'Bentegodi' risale al 1988: nell'occasione, il match terminò 1-1 grazie alle reti realizzate da Roberto Galia per i gialloblù e da Diego Armando Maradona per i partenopei.
Sono in perfetto equilibrio le sfide giocate tra Verona e Napoli in occasione della prima giornata di Serie A: un pareggio, risalente al settembre del 1968 (1-1), una vittoria per i gialloblù nel settembre del 1984 (3-1) e un successo per gli azzurri arrivato nell’agosto del 2017 (3-1).
CURIOSITÀ
L'ex portiere e Leggenda gialloblù Claudio Garella - scomparso lo scorso 12 agosto - ha giocato in carriera in Serie A sia con la maglia dell'Hellas Verona sia con quella del Napoli, vincendo con entrambe le squadre il titolo di Campione d'Italia, rispettivamente nel 1985 e nel 1987. Con la maglia gialloblù 'Garellik' ha collezionato, tra sfide di campionato e coppe, 157 presenze totali.
FOCUS GIOCATORI
L'attaccante gialloblù Kevin Lasagna ha realizzato in carriera tre gol contro il Napoli in Serie A, messi a segno quando vestiva la maglia dell'Udinese. Solamente contro il Benevento il numero 11 del Verona ne ha realizzati di più (4).
Marco Davide Faraoni ha segnato due gol contro il Napoli in Serie A: contro nessun’altra squadra il numero 5 dell'Hellas ha realizzato più reti (due anche contro il Milan e la Roma). Inoltre, il calciatore romano nelle ultime due stagioni di Serie A è stato il difensore che ha fornito più assist nel massimo campionato italiano (13).
Sei delle nove reti di Thomas Henry in Serie A la scorsa stagione sono arrivate nel corso dei primi 45 minuti: finora l'unico calciatore francese a segno con l'Hellas Verona in Serie A è stato Adrien Tameze.
13 AGOSTO 2022 Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda - Oggi, sabato 13 agosto, allo Sporting Center 'Paradiso', i gialloblù hanno svolto le seguenti attività: esercizi di attivazione, sviluppi offensivi e calci piazzati offensivi.
12 AGOSTO 2022 Ciao 'Garellik', leggenda gialloblù e Campione d'Italia
Verona - Hellas Verona FC piange la scomparsa di una autentica Leggenda della propria storia ultracentenaria: ci ha lasciato oggi, a 67 anni, Claudio Garella.
Autentico simbolo del primo Verona guidato da Osvaldo Bagnoli, Garella ha vestito i colori gialloblù dal 1981 al 1985, difendendo la porta dell'Hellas in tutta la trionfale cavalcata iniziata dalla vittoria della Serie B 1981/82, proseguita con la qualificazione in Coppa UEFA nel 1982/83 e culminata con la vittoria dello Scudetto nel 1984/85, di cui Claudio fu indiscusso protagonista.
I suoi numeri resteranno straordinari e irripetibili: appena 143 gol subìti in 157 presenze, 4 delle quali nella Coppa UEFA 1983/84 e altre 4 nelle doppie sfide di Finale di Coppa Italia raggiunta dal Verona 1982/83 e 1983/84.
Ma ciò che resterà per sempre nella mente di chi lo ha visto giocare e nell'immaginario di chi solo successivamente ne ha conosciuto - per ragioni anagrafiche - le gesta sportive, è lo stile assolutamente unico di difesa della propria porta, con parate atipiche e al tempo stesso efficacissime. Uno stile che gli è valso il soprannome di 'Garellik'. Un vero e proprio idolo per una generazione di tifosi veronesi e, più in generale, per tutti gli appassionati del calcio italiano.
Il Presidente Setti e tutto il Club si stringono attorno alla famiglia in questo momento di lutto.
12 AGOSTO 2022 Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda - Oggi, venerdì 12 agosto, allo Sporting Center 'Paradiso', i gialloblù hanno svolto una doppia seduta di allenamento con le seguenti attività: attivazione, possesso palla e partite a tema.
10 AGOSTO 2022 Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda - Oggi, mercoledì 10 agosto, i gialloblù hanno ripreso ad allenarsi allo Sporting Center 'Paradiso' svolgendo attivazione tecnica, possesso palla e lavoro aerobico.
Verona - Hellas Verona FC comunica che gli esami strumentali e le visite specialistiche cui il calciatore è stato sottoposto nelle scorse ore hanno evidenziato per Federico Ceccherini, sostituito al 24' del primo tempo del match disputato ieri contro il Bari, una distorsione tibio-tarsica alla caviglia sinistra, senza lesioni legamentose.
I tempi di recupero non sono al momento quantificabili e dipendono dalla progressione clinica del calciatore.
8 AGOSTO 2022 Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda - Oggi, lunedì 8 agosto, i gialloblù hanno ripreso ad allenarsi allo Sporting Center 'Paradiso' svolgendo le seguenti attività: lavoro differenziato per i giocatori impegnati contro il Bari, mentre il resto del gruppo - dopo un'attivazione fisica - ha svolto una serie di conclusioni con cross ad alta velocità, possesso a tre colori e partita a campo ridotto.
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - = VITA DA EX:TUDOR contestato pesantemente all'OLIMPIQUE ma il suo MARSIGLIA rifila un poker al REIMS alla prima di campionato! Paradossi del calcio moderno ma, come visto contro il BARI, non credo che con Igor in panca il VERONA avrebbe giocato meglio visto il disastro creato da Via Olanda in sede di mercato e, ne sono convinto, motivo principale dell'addio del tecnico spalatino come, prima di lui, di JURIĆ.
Gasolina v torna in patria: Giocherà al CRUZEIRO dove dal 2021 milita anche RÔMULO.
Igor Tudor è già nella bufera a Marsiglia. L’ex allenatore del Verona è stato subissato dai fischi dei tifosi marsigliesi prima dell’esordio in campionato. Il Marsiglia ha vinto comunque 4-1 col Reims
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
Nella giornata di oggi l'esterno Wesley ha detto addio alla Juventus, dove militava nella formazione Under 23, e all'Italia tornando ufficialmente in Brasile per vestire la maglia del Cruzeiro. Attraverso i propri canali social Gasolina ha voluto salutare il club bianconero e ringraziarlo per quello che gli ha dato negli ultimi due anni: "Si chiude un ciclo, se ne apre un altro. Oggi termina un periodo molto importante della mia vita. Ringrazio la Juventus per aver avuto fiducia in me e per avermi permesso di fare una straordinaria esperienza che mi servirà per tutta la vita. Sono stati anni meravigliosi e sarò grato per sempre a questo Club. Forza Juve!".