Data di nascita: | 19/08/1951 |
Luogo di nascita: | Novara (NO) |
Italiana | |
Ruolo: | Centrocampista |
Altezza: | 179 Cm |
Peso: | 72 Kg |
Posizione: |
CARRIERA DA GIOCATORE + - = | ||||||
Squadra | Stagione | Serie | Partite | Goal | ||
Mantova | 1988-1989 | C1 | 28 | 0 | ||
Hellas Verona | 1987-1988 | A | 19 (+6CI) | 0 (+0) | ||
Hellas Verona | 1986-1987 | A | 29 (+6CI) | 0 (+1) | ||
Hellas Verona | 1985-1986 | A | 29 (+9CI) | 1 (+0) | ||
Hellas Verona | 1984-1985 | A | 30 (+8CI) | 0 (+0) | ||
Hellas Verona | 1983-1984 | A | 28 (+13CI) | 1 (+2) | ||
Hellas Verona | 1982-1983 | A | 30 (+12CI) | 3 (+3) | ||
Brescia | 1981-1982 | B | 34 | 2 | ||
Torino | 1980-1981 | A | 27 | 2 | ||
Torino | 1979-1980 | A | 26 | 0 | ||
Monza | 1978-1979 | B | 34 | 1 | ||
Como | 1977-1978 | B | 33 | 0 | ||
Como | 1976-1977 | B | 36 | 3 | ||
Reggiana | 1975-1976 | B | 36 | 1 | ||
Solbiatese | 1974-1975 | C | 38 | 7 | ||
Solbiatese | 1973-1974 | C | 32 | 3 | ||
Solbiatese | 1972-1973 | C | 26 | 1 | ||
Solbiatese | 1971-1972 | C | 16 | 0 | ||
Solbiatese | 1970-1971 | C | 20 | 0 | ||
Borgomanero | 1969-1970 | D | 21 | 2 | ||
Borgomanero | 1968-1969 | D | 3 | 0 | ||
Giovanili Voluntas Novara | Fino al 1968 | - | - | - | ||
LEGENDA: CI=Coppa Italia |
NEWS E CURIOSITÀ + - =
...Ecco, se c'era uno che poteva considerarsi l'alter ego in campo in quella squadra che stupì l'Italia (e conseguentemente il mondo dato che negli anni '80 tutti i migliori fuoriclasse non potevano essere considerati tali se non giocando in Serie A) fu proprio Domenico VOLPATI simpaticamente soprannominato 'Il Dottore' dal momento che affiancò alla ventennale carriera da calciatore anni di studio indefesso per laurearsi medico dentista un anno dopo aver appeso le scarpette al chiodo.
Il capitano e fine condottiero era TRICELLA ma mister BAGNOLI sicuramente si rivedeva in questo ecclettico centrocampista che giunto a Verona 31enne senza troppi proclami, riuscì 3 anni più tardi nella non comune impresa di vincere uno scudetto da protagonista in un'età in cui parecchi suoi colleghi di quegli anni avevano abbandonato da tempo...
Il mitico tecnico scaligero si fidava così ciecamente del motorino di centrocampo di Novara che qualche volta gli faceva perfino allenare la squadra (come confidò Dario DONÀ al Corriere della Sera nel 2003) sicuro che quella mezzala jolly avrebbe portato a termine il compito con la solita solerzia ed efficacia come quando gli veniva chiesto di giocare da terzino, mediano o stopper - 'Ma io ero molto orgoglioso di cambiare spesso ruolo' - confida Domenico - 'Esattamente come per gli esami universitari, mi è sempre piaciuto mettermi alla prova. E fare bella figura!'
Missione compiuta Mimmo, non c'è che dire...
CALCIO MINORE FINO AL '75 POI LA B
Trascorse le giovanili a Novara sua città natale, Domenico si aggregò non ancora 18enne al BORGOMANERO squadra dei dilettanti nella quale conquistò un posto da titolare nel giro di un'annata.
Da lì lo preleva la SOLBIATESE per portarlo in C e dopo 5 lunghe stagioni VOLPATI si presenta 24enne per la prima volta in cadetteria, categoria nella quale il centrocampista rimarrà per un quadriennio prima di essere notato dal TORINO.
IL GRANDE CALCIO COL TORO E L'HELLAS...
Arrivare in A a 28 anni può essere un handicap ma l'ecclettico 'Volpe' sa come rendersi utile e per altre due annate gioca quasi tutte le gare coi granata prima di essere ceduto al BRESCIA costruito per la promozione nella stagione 1981-82: All'ultima giornata le 'Rondinelle' pareggiano al Binti col VERONA (che vola in A!) e vengono retrocesse ma mister BAGNOLI nota quella mezzala sempre in movimento e lo chiama all'HELLAS - 'Da lì cominciarono i sei anni più belli della mia vita - ricorda Mimmo - lo Scudetto dell'85, le amicizie di ferro con Tricella e De Agostini, il sentirmi parte di una compagnia affiatata ed invincibile. Che bei ricordi!'
ULTIMA STAGIONE AL MANTOVA, POI L'AGOGNATA LAUREA!
L'ormai 37enne VOLPATI ha ancora voglia di sudare e correre quindi fa un'ultima stagione al MANTOVA prima di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo e buttarsi anima e corpo nella laurea che insegue da 20 anni: Ci riuscì nel 1989, tre anni più tardi l'apertura di uno studio dentistico tutto suo a Termeno, paesino di poco più di 3mila anime vicino a Cavalese (per anni sede del ritiro estivo del VERONA). Dal 1992 vive con la moglie Daniela e le figlie Anna e Francesca a Castello-Molina di Fiemme (TN) nei pressi dell'attività, pratica lo sci ma il calcio fa ancora parte della sua vita grazie alla Onlus degli ex calciatori dell'HELLAS VERONA dove ritrova i vecchi amici e colleghi.
Questa https://www.facebook.com/pages/DOMENICO-VOLPATI/56159783572 la pagina Facebook creata dai tifosi di VOLPATI.
[Commenta qui sotto o sulla pagina Facebook di BONDOLA/=\SMARSA, condividi a piè di pagina, contenuti liberamente riproducibili salvo l'obbligo di citare la fonte: BondolaSmarsa.BlogSpot.com]
ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE + - =
- Vincemmo contro i migliori - così Mimmo ai microfoni di Radio Rai ricordando lo scudetto scaligero a 30 anni di distanza - 'Allora i migliori giocatori erano in Italia e tutte le domeniche dovevamo confrontarci con i migliori giocatori delle varie nazionali. Ogni domenica dovevamo affrontare dei fuoriclasse. Bagnoli dà sempre meriti ad altri, ha la saggezza delle persone semplici. Non aveva bisogno di parlare tanto perché già sapevamo quello che ci voleva dire e quello che voleva fare'
- Deluso da Márquez... Fine 2014 e ancora tempi bui in difesa per il VERONA che col Gran Capitàn era sicuro di aver acquisito un difensore autorevole e aver 'svoltato' in un reparto arretrato vero e proprio tallonde d'Achille in Serie A, questo l'amaro commento di VOLPATI raccolto da TGGialloBlu.it 'Pensavo che l'arrivo di Rafa Marquez portasse tranquillità alla difesa del Verona... Ecco... Ne ha portata anche troppa... Questa squadra deve ricordarsi che deve difendere sempre con gli occhi della tigre. Sempre con grinta. Fino all'ultimo minuto'
- Allenare? Non mi ci vedevo seduto in panchina Così risponde VOLPATI in questa piacevole intervista pubblicata da CalcioNews24.com 'Per me il calcio era il campo, lo spogliatoio, la sudata, l’allenamento, la battuta tra amici ecc. La panchina? Non mi ci vedevo proprio e mi sa che ho pure avuto ragione perché, da quando mi sono ritirato, sono piombati sulla scena una caterva di allenatori che per me non hanno mai avuto lo spessore umano per fare quel mestiere... Nomi? Non ne farò mai, non è nel mio stile. Diciamo però che non ho mai gradito i cosiddetti "urlatori", allenatori bravi solo a sbraitare e ad insultare i propri atleti... L’Osvaldo quasi non lo sentivi parlare, sussurrava durante gli allenamenti, ma ne capiva di pallone e di psicologia, eccome se ne capiva!'
- Galeotta fu la preparazione estiva... A Cavalese, dove il VERONA degli anni '80 preparò i campionati, durante una passeggiata Mimmo incontrò la moglie o meglio... Il futuro suocero 'Dal 1982 al 1988 la squadra del Verona veniva in Val di Fiemme per il ritiro pre-campionato. Durante una passeggiata per Cavalese, proprio in una di quelle estati, mi fermò un signore del posto tifoso del Torino, squadra nella quale militai prima del Verona, felice di potermi conoscere personalmente. Venne poi a seguirmi in una amichevole a Cavalese accompagnato dalla figlia Daniela... Quella ragazza divenne mia moglie e madre delle mie due figlie, la sposai nella chiesetta di Redagno proprio in quel meraviglioso lunedì di primavera giorno successivo alla conquista dello scudetto, che arrivò proprio alla vigilia del mio matrimonio»'
- Calciatore o Dottore? Per 20 anni, durante tutta la carriera da calciatore, Domenico non abbandonò mai il sogno di laurearsi in medicina e chirurgia e diventare medico dentista. Ci riuscì nel 1989 quasi in concomitanza con lo stop al calcio giocato, poi l'apertura di uno studio dentistico in Via Hans Feuer a Termeno, paesino di poco più di 3mila anime vicino a Cavalese (per anni sede del ritiro estivo del VERONA) in provincia di Bolzano. Dal 1992 vive a Castello-Molina di Fiemme (TN).
- Quella telefonata del Trice alle 2 di notte... 'Cosa significa ripensare a quello scudetto 30 anni dopo? Significa ripensare alle mie nozze visto che mi sono sposato il giorno dopo la partita casalinga con l’Avellino, l'ultima di quel campionato. Diciamo che ho festeggiato due volte! E poi...' - rivela candidamente Mimmo - 'Mi viene ancora in mente una telefonata che mi fece Roberto Tricella alle due di notte dopo la nostra sconfitta casalinga col Torino. Non riusciva a dormire esattamente come me, era agitato... Mancavano cinque giornate alla fine, il Torino si era rifatto sotto e lì ci venne una gran strizza di non riuscire a farcela. Una gran sofferenza, insomma. Ma è sempre dalla sofferenza che nascono le grandi vittorie' ricordo la gara coi granata e a me 14enne alle prese con un sogno che poteva diventare incubo!
- Campione d'Italia per eccletismo e fatica - così lo elogia capitan TRICELLA (suo amico fraterno) che forse fornisce la miglior definizione per il centrocampista tricolore con l'HELLAS a 34 anni suonati in un'epoca in cui dal calcio ci si ritirava anche molto prima - 'Volpati è stato il cervello fantasioso di quella storica squadra. Preciso, altruista, piedi buoni ma anche gran faticatore. Gli dobbiamo tutti molto'
- 'Oscar' dei non protagonisti in un Verona... Inspiegabile! 25 Luglio 1985, il VERONA ha appena vinto lo scudetto e anche per calciatori normalmente ignorati dalla carta stampata in quanto 'non personaggi', come fu di certo anche Mimmo, vengono inseguiti in ferie al mare da colonne del giornalismo sportivo come Gianni Mura col quale VOLPATI si confida in questa succosa intervista nella quale ammette '...Mi ha fatto piacere leggere che Platini aveva assegnato i suoi 'Oscar' per i calciatori non protagonisti a me e a Scanziani. Un mio amico mi ha detto: è come se tu avessi recitato una vita nei teatrini off, a Verona un grande regista, Bagnoli, ti ha trovato il ruolo giusto in una recita di grande successo e la critica si è accorta di te' - e poi aggiunge - 'Spiegare il Verona? Hai detto niente... Bisognerebbe prenderli tutti uno per uno, da Garella che parava anche i missili a Galderisi, a Di Gennaro. In tutta sincerità io dico che la bilancia dalla nostra parte l' ha fatta pendere il fatto che a centro campo c' era Briegel e non Volpati. Sto tedesco è una cosa incredibile, fa 70 metri di corsa e poi alza la testa e mira l' angolino, quando un altro non saprebbe più nemmeno come si chiama'
Domenico Volpati
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Domenico Volpati (Novara, 19 agosto 1951) è un ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
Carriera
Mediano difensivo ma molto duttile tatticamente cresce nella Voluntas Novara, squadra che lo farà esordire nel mondo del calcio nel 1968 con Borgomanero, squadra dilettantistica nella quale gioca tre partite nella prima stagione e 21 (con due reti) nella seconda. Dal 1970 al 1975 è alla Solbiatese in Serie C, mentre dal 1975 fino al 1979compie una lunga trafila nella serie cadetta tra Reggiana, Como e Monza.
Dopo tre annate positive (due nel Torino in Serie A ed una col Brescia in serie B), nell'estate del 1982 viene ingaggiato dall'Hellas Verona, società col quale conquista lo scudetto nel campionato 1984-1985 sotto la guida di Osvaldo Bagnoli. Rimarrà al Verona fino al 1988, per poi chiudere con l'agonismo a Mantova l'anno successivo. Complessivamente ha disputato con i veronesi ben 241 partite tra la Serie A e B.
Laureato in medicina, attualmente lavora e vive a Cavalese, per anni sede del ritiro dell'Hellas, dove svolge l'attività di medico dentista.
Palmarès
Campionato italiano: 1 Hellas Verona 1984-1985
FONTE: Wikipedia.org
Volpati: “Un gol subito ormai non vale niente”
L'eroe dello scudetto parla del calcio al giorno d'oggi con critica e malinconia
di Giovanni Vit
23 Ottobre 2024 21:29
Foto: Hellas Verona FC
Domenico Volpati, per i nostalgici dello scudetto “il Mimmo“, ha parlato ai microfoni di Radio Verona.
Intervenuto nel programma Fuori Gioco ha portato il suo punto di vista, con un velo di sana malinconia, sul calcio moderno e sul conseguente avvio di campionato del Verona.
Ecco le sue principali dichiarazioni.
«Il campionato dell’Hellas è questo: sconfitte come quella col Monza e qualche “rapina”, magari in trasferta, contro le big. I quindici gol presi nelle prime otto partite lasciano il tempo che trovano. La fase difensiva non ha più il peso che aveva ai miei tempi, per fortuna, dice qualcuno, ma per me no. E non solo perché abbiamo vinto lo scudetto quando in Italia c’erano tutti i migliori al mondo. Il pareggio nell’epoca dei tre punti ha perso potere. Un gol subito ormai è quasi niente. Il Verona ha perso cinque volte nelle prime otto giornate e può dirsi anche piuttosto soddisfatto perché con questa media la salvezza la raggiungerebbe senza troppi patemi. Tutto un mondo diverso. Ho anche sentito che qualcuno in Serie A ha chiesto a Totti di tornare a giocare, ma quali sono i confini di questo calcio. Non è più un gioco, ma solo un business comandato dalle televisioni».
FONTE: CalcioHellas.it
27 Settembre 2024 - 10:40Hellas Live
Volpati: “Il Verona mi ha fatto un’ottima impressione. Il Como sta diventando una realtà calcistica importante. Partita bella ma impegnativa domenica al Sinigaglia”
“Il Como sta diventando una realtà calcistica importante, supportata non solo da grandi capitali. La loro, come mi ha raccontato l’amico Silvano Fontolan, è una gestione oculata, una società composta da persone competenti. Gestiscono molto bene il club ed oggi stanno raccogliendo i frutti.
Domenica al Sinigaglia, l’Hellas affronterà un avversario di cui non si conosce ancora il vero valore. Sarà sicuramente una partita impegnativa, come del resto lo sono tutte, specie quando giochi lontano dalle mura amiche.
Il Verona sul piano del gioco e dell’impegno mi ha fatto un’ottima impressione. Non ha mai demeritato anche nelle sconfitte, una squadra che adesso ha bisogno anche di un po’ di fortuna. Mi sembra però, e questo è un aspetto molto importante, che abbia già trovato la quadratura, anche negli undici. Sarà sicuramente un bella partita, dove il Verona dovrà cercare il risultato. Il pareggio fuori casa, oggi, è una mezza sconfitta.
Tra i gialloblù, Lazovic rappresenta la continuità sia in campo che nella gestione dello spogliatoio. Un altro giocatore che ritengo molto importante per la squadra di Zanetti è Duda (rientra a Como, ndr) mentre del giovane Belahyane ne ho sentito parlare molto bene qui in Francia, dove mi trovo in vacanza. Una società come il Verona ha bisogno, per rimanere a certi livelli, di trovare giovani di valore che possano diventare in futuro, un bene per tutti” ha dichiarato a Hellas Live, il doppio ex di Como-Hellas Verona, Domenico Volpati.
14 Luglio 2024 - 09:33 Hellas Live
Volpati: “La salvezza, oggi, è lo scudetto dell’Hellas. Zanetti può rilanciarsi a Verona”
“Sogliano è un direttore sportivo vecchio stampo, uno che sta sempre vicino alla squadra, che interviene se necessario, ma sempre nel rispetto dei ruoli. Nella scorsa stagione ha condotto il Verona a un risultato eccezionale. La sintonia con Marco Baroni è stata decisiva. In inverno la squadra per necessità economiche è stata rivoluzionata, Sogliano ha scelto gli uomini giusti e il tecnico li ha valorizzati al meglio. Bravissimi”.
“Zanetti? Ha dimostrato di saper cogliere grossi risultati. L’ha fatto con il Venezia e l’Empoli. Ha avuto, come capita a tutti, anche delle difficoltà. Adesso è pronto per cercare un rilancio all’Hellas e le sue motivazioni saranno rilevanti. Se la partenza sarà buona, ancora meglio”.
“Forse è meglio affrontarle all’inizio le grandi squadre, quando le distanze possono essere meno marcate. Di sicuro mi aspetto un Verona battagliero, che metta immediatamente in campo quelle capacità di agonismo e convinzione che segnano la via per arrivare a salvarsi di nuovo. Perché questo è, oggi, lo scudetto dell’Hellas” ha dichiarato al Corriere di Verona, Domenico Volpati
FONTE: HellasLive.it
Volpati: “Al Verona annate fantastiche. Con la città un rapporto d’amore reciproco”
Le dichiarazioni dell’ex centrocampista gialloblù
di Andrea Molinari
11 Luglio 2024 20:55
Presente all’evento di presentazione delle nuove maglie, l’ex centrocampista dell’Hellas Verona, Domenico Volpati ha parlato così:
“È stata un’avventura straordinaria che non si può ridurre all’anno dello scudetto. Sono state annate fantastiche sia prima che dopo. Il nostro rapporto con la città è un rapporto d’amore reciproco, di stima, gratitudine. Siamo stati ripagati dai veronesi. Le persone di Verona hanno piacere nel salutarci e condividere con noi i ricordi di un passato che non si cancellerà mai. La frase che io dissi nello spogliatoio di Bergamo è sempre più attuale: passando gli anni mi rendo conto di aver avuto un’intuizione nel parlare con Tricella e Bagnoli. Credo che sarà una frase che ci accompagnerà per sempre”.
FONTE: CalcioHellas.it
9 Maggio 2024 - 09:09 Hellas Live
Volpati: “Abbiamo il diritto ed il dovere di essere ottimisti. Baroni ha grandi meriti, stima per Sogliano”
“Non dobbiamo peccare di eccessivo ottimismo, ma i risultati adesso sono supportati dal gioco. La squadra è vivace, sta facendo punti e questo ci fa ben sperare. Però sino a che non ci sarà la matematica, rimangono paure e dubbi, ma abbiamo anche il diritto ed il dovere di essere ottimisti.
C’è molto di Baroni in questo Verona. Ha dovuto ricompattare la squadra, ricreare motivazioni pur essendo stato privato di molti giocatori importanti, o che tali sembravano. L’allenatore ha grossi meriti. Come Sogliano. Avevo già una buona opinione del direttore ed ora non posso che ribadire la mia stima nei suoi confronti.
La partita di domenica contro il Torino? I granata sono una squadra molto strana, sta facendo buoni risultati senza però dimostrare un gran gioco. Il suo non è stato un campionato di continuità come Atalanta e Bologna, ma ha fatto comunque bene senza però eccellere. Non avrei paura del Torino, anche se la tradizione con loro non è proprio favorevole. Furono l’unica squadra infatti a vincere al Bentegodi l’anno dello scudetto. Il Verona nell’ultimo turno ha vinto contro la Fiorentina, una squadra non certo facile da superare e se devo dare i tre punti, da ex di Hellas e Torino, li do volentieri al Verona.
Il pubblico del Bentegodi? Ho sentito Luciano Bruni dopo il suo ritorno “a casa” di domenica scorsa. Mi ha detto che un conto è vivere lo stadio da giocatore, ben altra cosa è invece in borghese, da pensionato (ride, ndr). Era commosso. L’abbraccio con la nostra Verona è stato davvero commovente. Il legame coi tifosi scaligeri, per noi, è indissolubile” ha dichiarato a Hellas Live il campione d’Italia 1984/85, doppio ex di Hellas Verona-Torino, Domenico Volpati.
FONTE: HellasLive.it
SERIE A
Volpati: "Hellas, dopo il 6-0 contro l'Inter pareva fosse finita. Spareggio ipotesi più probabile"
29/05 ALLE 16:00
di ALESSIO DEL LUNGO
Domenico Volpati, ex centrocampista dell'Hellas, ha parlato al Corriere di Verona in vista dell'ultima giornata, decisiva per la salvezza: "Dopo il 6-0 contro l'Inter pareva che fosse finita, che una mazzata così avesse steso la squadra. Invece si è tirata su ed è andata a vincere a Lecce. Certo, è davvero durissima. Lo spogliatoio deve avere tanta forza dentro. Lo spareggio per me è l'ipotesi più probabile, ma spero ancora. Serve una prova di spessore".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
NEWS
Volpati: “Il Verona non ha margini di errore, ma è tornata la fiducia”
Le dichiarazioni del doppio ex in vista della gara contro i biancorossi
di Mattia Zupo Marzo 9, 2023 - 15:48
Il doppio ex di Verona e Monza, Domenico Volpati ha parlato al Corriere di Verona: “Il Monza in Serie A? Ci stavamo per andare noi, nel 1979. Invece ci sono adesso. Domenica il Verona con loro non può sbagliare. Promozione a un passo, poi persa allo spareggio, sul neutro di Bologna, con il Pescara. Ero squalificato, guardai la partita dagli spalti. In panchina Alfredo Magni. Io ero arrivato dal Como. Era una squadra di valore, con Nico Penzo, che poi ho ritrovato a Verona, un giovanissimo Paolo Monelli all’esordio, e dopo Silva, Gorin. Nella Primavera stava emergendo Massaro, che non debuttò, ma che affrontavamo nelle partitelle. Eravamo forti. C’è mancato poco per essere promossi. Per me, quella stagione fu una svolta, perché grazie al rendimento che ebbi andai al Torino e per la prima volta giocai in A”.
SFIDA CRUCIALE. “Lo sono tutte. D’accordo, mancano tredici gare alla fine del campionato, ma i margini per sbagliare sono ridotti al minimo, non può che essere così vista come si era messa prima della sosta per i Mondiali. Altrettanto certo, però, è che all’Hellas adesso c’è tutta un’altra aria rispetto a quella che si avvertiva mesi fa”.
SVOLTA. “Per quanto possibile, dico di sì. Non va dimenticato che ci sono state delle cessioni pesanti in estate, tra queste quella di Caprari, che è andato proprio al Monza. Comprensibile, necessario tenere in ordine i conti, ma dal punto di vista tecnico il Verona ha pagato. E il lavoro fatto per tornare in corsa da gennaio in poi è stato grande: questo va considerato per capire che, comunque, di strada davanti ce n’è sempre molta”.
MONZA. “Molti soldi, con Silvio Berlusconi proprietario, e con lui la passione di Adriano Galliani. Al tempo in cui giocavo nel Monza era nel consiglio direttivo. All’epoca si occupava di sistemi di trasmissione televisiva, delle antenne. Da lì il suo legame con Berlusconi. Galliani del Monza è sempre stato tifoso, fin da bambino. È la squadra che ha nel cuore. Detto di Caprari, l’altro ex è Pessina, un giocatore versatile, completo, che nel Verona ha fatto cose eccezionali. Mi permetto di dire che mi ci rivedo sotto alcuni aspetti, perché sa coprire diversi ruoli ed è dinamico. Anche lui, come Galliani, è da sempre tifoso del Monza, adesso ne è il capitano. Servirà stare attenti alla sua capacità di inserimento, è abile nell’attaccare con gli inserimenti e trovare il gol. Attenzione a lui, all’Hellas lo conoscono bene”.
SALVEZZA. “Servono i gol per farcela. Ho visto il Verona con lo Spezia, per me è un punto prezioso quello che ha preso domenica. La rincorsa continua. Si poteva vincere, ma la cosa più importante era non perdere. L’Hellas ha retto. Bravissimo Perilli: con quella sua parata nel finale è stata straordinaria. E il Verona c’è”.
FONTE: CalcioHellas.it
SERIE A
Volpati: "Baggio spaventato. Essere un campione non significa essere un supereroe"
19/1 ALLE 19:53
di PIETRO LAZZERINI
© foto di www.imagephotoagency.it
Domenico Volpati, ex giocatore del Verona scudettato poi medico, ha parlato a L'Arena del caso legato al doping e alle dichiarazioni di Dino Baggio e di Massimo Brambati: "Leggendo quello che ha detto Baggio ho avuto l'impressione di una persona soprattutto spaventata. Aver vinto scudetti e coppe anche nella Juventus, non significa automaticamente diventare supereroi o immortali. Per quanto riguarda la Sla teniamo conto prima di tutto che non è una malattia professionale per il calciatore, anche se l'incidenza è effettivamente molto alta. La categoria più colpita è quella degli agricoltori, lo dicono i dati. I giocatori cosa hanno in comune con gli agricoltori? L'erba dei prati. Può darsi che siamo stati in contatto con diserbanti ma potrebbe anche non significare nulla".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
HELLAS VERONA di Redazione, 17/11/2022 15:25
Volpati: Hellas? Mercato estivo sbagliato, difficile andare avanti con Bocchetti, meglio Cioffi
Domenico Volpati
“Il mercato estivo è stato sbagliato. Non c’è dubbio che la società debba sempre cedere giocatori per mantenere una gestione corretta, però stavolta ho avuto la sensazione che abbia esagerato. Non sempre le mosse possono essere giuste. E anche se il gruppo storico è rimasto, le cose non hanno funzionato”. Lo ha detto a La Gazzetta dello Sport, l’ex gialloblù Domenico Volpati.
“Ho sentito Setti dopo la tremenda sconfitta con lo Spezia: lo comprendo, ma è evidente che gli errori sono stati molti. Per salvarsi occorre un miracolo sportivo, come quello dell’anno scorso della Salernitana. Bocchetti? Difficile si possa continuare con lui. Forse si può tentare col ritorno di Cioffi. Il mercato? Non ha senso prendere per prendere” ha concluso Volpati.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
NEWS
Volpati: “Mercato estivo sbagliato, ora al Verona serve un miracolo sportivo”
Il campione d’Italia 84/85 ha parlato della crisi dell’Hellas ai microfoni de La Gazzetta dello Sport
di Tommaso Badia Novembre 15, 2022 - 10:55
Tanti errori in fase di mercato e ora serve un miracolo: Domenico Volpati, raggiunto da La Gazzetta dello Sport per parlare dell’Hellas, non sembra illudersi granché.
Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dal campione d’Italia 84/85.
LE CAUSE. «Il mercato estivo dell’Hellas è stato sbagliato: non c’è dubbio che la società debba cedere per mantenere una gestione virtuosa, ma penso che questa volta penso che si sia esagerato. Anche se il gruppo storico è rimasto, le cose non hanno funzionato. La classifica parla chiaro: per salvarsi serve un’impresa, anzi, un miracolo sportivo. La lunga sosta per i Mondiali però può riscrivere gli equilibri».
L’ALLENATORE. «Difficile che ora si possa proseguire con Bocchetti, forse si può tentare con il ritorno di Cioffi. Dopo, però, non ci dovranno più essere mancanze in sede di mercato».
IL MERCATO. «Non ha senso comprare tanto per comprare, serviranno scelte intelligenti. Ci vuole gente di prospettiva e funzionale a un’idea anche per il futuro, serve affiancare altri giovani di valore a quelli che già ci sono. Si dia più spazio ai giocatori come Terracciano!».
FONTE: CalcioHellas.it
9 Maggio 2022 - 17:25 Hellas Live Lettura: 1 min.
Il tricolore di Volpati spicca tra gli amici rossoneri
Una birra in compagnia, con lo scudetto sul petto. Il grande ex gialloblù Domenico Volpati ieri sera ha seguito da un locale di Cavalese la sfida tra l’Hellas Verona ed il Milan. Uno dei protagonisti della storica impresa 1984/85, dopo il gol del vantaggio firmato Faraoni, nonostante fosse circondato da amici rossoneri, si è tolto la felpa e ha sfoggiato con orgoglio la maglia tricolore, come testimonia la foto. Uno scatto per immortalare il momento, qualche risata prima e anche dopo il triplice fischio finale, l’ultimo brindisi e poi tutti insieme, come lo sport dovrebbe insegnare, a guardare in amicizia anche la F1.
FONTE: HellasLive.it
NEWS
Volpati: “Contento per Coppola. Lo spirito di appartenenza è importante”
Il campione d’Italia 84/85 ha parlato ai colleghi del Corriere di Verona, elogiando anche Casale
di Tommaso Badia Marzo 2, 2022 - 12:00
Lo spirito di appartenenza alla base di tutto: questo il pensiero di Domenico Volpati.
Raggiunto dai colleghi del Corriere di Verona per parlare del debuttante Diego Coppola, il campione d’Italia 84/85 ha sottolineato un aspetto senz’altro non banale.
Di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
I PRODOTTI DEL VIVAIO. «Avevo sentito parlare bene di Coppola, quindi sono contento che abbia fatto bene. Nell’Hellas c’è poi anche Casale, un altro prodotto del vivaio. Io credo molto nello spirito di appartenenza, avere addosso sin da bambini la maglia della squadra che tifi ti dà motivazioni uniche. Posso immaginare l’emozione che provano entrambi quando scendono in campo con il Verona».
IL DEBUTTO. «Coppola contro il Venezia si è distinto dall’inizio alla fine contro un avversario fisico come Henry, concedendogli davvero poco. Si è poi mosso molto bene palla al piede, una caratteristica importante per un difensore moderno».
IL GRUPPO. «È bello vedere come nello spogliatoio del Verona ci sia un blocco di giocatori stabile e ricco di giocatori italiani. Per esperienza so che tutto questo è prezioso».
NEWS
Volpati: “Vlahovic? Lo farei marcare a Tudor…”
L’ex gialloblù, raggiunto dal Corriere di Verona, ha parlato della sfida contro la Juventus e del bomber serbo
di Tommaso Badia Febbraio 4, 2022 - 11:45
Vlahovic? L’uomo giusto per mercarlo sarebbe… Tudor! Questo lo scherzoso pensiero di Domenico Volpati a pochi giorni dalla sfida che vedrà la Juventus del serbo affrontare l’Hellas.
DI seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dal campione d’Italia 84/85 ai microfoni del Corriere di Verona.
IL “NEMICO PUBBLICO NUMERO UNO”. «Per marcare Vlahovic servirebbe Tudor (ride, ndr). Scherzi a parte, bisognerà togliergli spazio, non permettergli di avere troppo palloni giocabili e non concedergli di girarsi. Le punte saranno le prime a dover lavorare in fase difensiva, serviranno organizzazione e raddoppi continui. Casale l’ha già marcato bene durante il match contro la Fiorentina, credo possa ripetersi anche domenica perché ha le caratteristiche per farlo».
LE ALTERNATIVE. «Avere la possibilità di pescare dalla panchina durante la partita è importante: marcare uno come Vlahovic porta via molte energie, inoltre un’ammonizione potrebbe rendere tutto più complicato. Tudor comunque è stato un eccellente difensore e saprà come e quando intervenire».
LA PARTITA. «L’Hellas pressa molto ed esprime un gioco offensivo, crea e segna molto. Senz’altro presterà molta attenzione ai campioni della Juventus, ma ciò non vuol dire che il Verona rinuncerà a cercare di colpire per primo».
FONTE: CalcioHellas.it
CHE FINE HA FATTO?
Volpati, lo scudettato del Verona oggi vaccinatore: "Combattere il Covid è un dovere"...
LUNEDI 01 DICEMBRE ALLE 16:34
di GAETANO MOCCIARO
A 70 anni Domenico Volpati si è rimesso in gioco. Due vite in una per l'ex terzino che ha speso il suo primo tempo come calciatore professionista, vincendo lo storico scudetto nel 1985 con il Verona. E successivamente ha iniziato una brillante carriera da dentista. Tre anni dopo essere andato in pensione ha deciso di mettersi a disposizione comunità del suo territorio, la Val di Fiemme, in Trentino, per combattere la diffusione del Covid-19: ed è fra i volontari vaccinatori. Ai microfoni di Tuttomercatoweb ci racconta la sua storia:
Domenico Volpati, a 70 anni e dopo un lungo percorso lavorativo ha deciso di mettersi a disposizione della comunità. Una scelta di vita lodevole
"Ho sentito l'obbligo morale di aiutare la comunità. Sono in pensione da tre anni ma ero ancora iscritto all'Ordine dei Medici e da medico ho ritenuto doveroso dare una mano. Sono molto preso dai vaccini, diciamo che faccio anche più di quel che dovrei fare. È una cosa che mi impegna 2-3 giorni alla settimana. Abbiamo anche formato un bel gruppo, ho trovato colleghi straordinari, un personale paramedico meraviglioso. Fortunatamente mi resta del tempo libero dove posso passeggiare per i boschi, andare a funghi, sciare".
Un dramma, quello della pandemia, che sta condizionando le nostre vite. Da dentro come sta vivendo la situazione?
"Il personale ospedaliero era in forte difficoltà e c'erano reparti ospedalieri che non funzionavano più per il Covid, interventi rimandati perché erano occupate le terapie intensive. Quindi le altre patologie vengono ritardate e queste conseguenze ce le avremo ancora per qualche anno. C'è stato un aumento esagerato di morti per malattie cardio-polmonari perché non si è intervenuto in tempo, la gente aveva paura di andare in ospedale per i Covid. Una difficoltà per gestire le altre patologie e purtroppo".
Qual è stata la risposta degli abitanti della Val di Fiemme
"Dipende dalle fasce d'età. Gli over 60 ti ringraziano e gratificano, ti portano le torte. Appena si abbassa l'età, diciamo scendendo sui 40-50 son spariti i cioccolatini, le torte ma almeno c'è la gente ben disposta. Per quel che riguarda le terze dosi noto che ritornano le persone di una certa età che ti ringraziano".
C'è ancora una percentuale di scettici, per non dire propriamente no vax
"Guardi, c'è gente che ha deciso di finirla di farsi mettere 'l'albero di Natale' nel naso e sono venuti a fare la prima dose. Ma in molti casi è solo una scelta egoistica, semplicemente per evitare ulteriori privazioni e non per evitare di essere contagiati e contagiare gli altri. Eppure, e non mi capacito di come sia possibile, c'è chi ha più paura di vaccinarsi che di essere contagiato e magari finire in terapia intensiva. Sono cose che mi hanno fatto pensare sul valore delle persone e mi hanno fatto capire meglio su chi poter contare".
Per fortuna che l'Italia è tra i paesi col più alto numero di vaccinati con doppia dose
"Con Portogallo e Spagna siamo fra le nazioni che si sono mosse meglio. Non si può dire lo stesso altrove: continua a diffondersi l'infezione ma ogni stato agisce in modo diverso. L'Europa unita sotto questo aspetto non esiste".
Il suo nome è stato legato per molti anni al calcio giocato, essendo stato fra i protagonisti dello storico scudetto del Verona. A fine carriera ha intrapreso la carriera medica, caso più unico che raro
"Quando ho finito di giocare a calcio ero iscritto a Medicina. Ho appeso le scarpette al chiodo a 38 anni e a 39 mi sono laureato. Per finire prima dovevo iniziare prima a praticare, pertanto avrei dovuto chiudere col pallone a 30 anni, ma allora non avrei vinto lo scudetto. Quindi sono andato a imparare a lavorare da un amico dentista, mi sono trasferito in Trentino dove ho potuto aprire il mio studio in cui vi ho lavorato per quasi 30 anni".
Come ha fatto a far coincidere calcio e studio?
"Il fatto che sia stato fuori corso per 13 anni spiega le difficoltà. Quando potevo, ogni tanto, davo un esame. Certo, vedevo i miei compagni di corso che man mano si laureavano e si specializzavano, ma non mi sono mai demoralizzato. Giocavo, davo un esame. E piano piano sono andato avanti perseguendo la mia strada".
Non le sarebbe piaciuto restare nel mondo del calcio?
"Ho come l'impressione che molti in abbiano scelto di restare nel calcio come allenatori o dirigenti perché non sapevano cos'altro fare. Io avevo idee chiare, non volevo rimanere nel calcio nel modo più assoluto. Volevo fare il medico, era una scelta ponderata, fortemente voluta e devo dire anche la mia fortuna. Mi ha dato molta soddisfazione perché ti completa, ti dà l'autostima e vedi che sei riuscito a fare due lavori bene".
Qual è il suo rapporto col calcio?
"C'è grande differenza tra il mondo del calcio dei miei tempi e quello di oggi. Lo vedo anche nel rapporto con voi giornalisti: prima c'era un bel rapporto, non c'era il confine che ti separava dal calciatore. Ora per qualsiasi cosa devi passare per gli addetti stampa e i calciatori sono messi su un piedistallo, vivono in una bolla di cristallo. Ma quando finirà tutto e dovranno entrare nel mondo reale saranno problemi, perché adattarsi alla vita reale è complicata. Io sono stato fortunato, perché ho vissuto la vita da calciatore ma anche quella dello studente universitario".
Il suo Verona 1984/85 è una favola che almeno in Italia è rimasta un caso isolato. Potremo mai vedere una outsider vincere il titolo?
"L'unica che ce la può fare è l'Atalanta, che ormai è ben strutturata. Il nostro Verona era una squadra di amici, più che di colleghi. Avevamo un allenatore, Osvaldo Bagnoli, che non l'ho mai sentito gridare una volta: poche parole ma giuste. Al di là dello scudetto abbiamo fatto altri ottimi campionati, con una rosa di 13 giocatori".
Si sente ancora con gli ex compagni di squadra?
"Sì e abbiamo creato una onlus dove aiutiamo gli ex giocatori in difficoltà, ad esempio gli diamo una mano a raggiungere i contributi minimi per la pensione ma non solo. In molti ci hanno chiesto aiuto. Si chiama ASD Ex Calciatori Hellas Verona".
SERIE A
Volpati: "Esonero Di Francesco? C'è stato un calo di tensione. Ora vorrei Maran"
14/9 ALLE 11:08
di LORENZO MARUCCI
"Non me l'aspettavo, ma zero punti in tre gare pesano e si sentiva che era a rischio". Domenico Volpati, ex calciatore scudettato col Verona, commenta così a Tuttomercatoweb.com l'esonero di Di Francesco da parte dei gialloblù. "Il dopo Juric - dice - è difficile da gestire per qualsiasi allenatore. La squadra non si è indebolita, al di là della partenza di Zaccagni, ma molto probabilmente c'è stato un calo di quella tensione che Juric aveva il merito di tenere e la capacità di tenere sempre alta".
Più che per il gioco l'esonero arriva per mancanza di risultati...
"Non conosco la situazione dello spogliatoio, ma ripeto: la decisione a mio parere arriva per il calo di tensione. E quanto alla classifica io stavo già pensando in questi giorni alle tre squadre peggio del Verona. Perchè quest'anno ci sarà da soffrire".
Chi vorrebbe adesso alla guida del Verona?
"Vedo bene Maran, è una persona che ha esperienza, conosce Verona perchè ha guidato il Chievo. E ha portato il Cagliari ad avere buoni risultati. Spero in lui".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Volpati: “Di Francesco mi piace. Juric potrà avere difficoltà a Torino. Il Verona la squadra per salvarsi ce l’ha”
agosto 19, 2021
“Ho pochi elementi per giudicare il Verona di Di Francesco. Hanno giocato poco finora. Però credo che andrà sull’onda lunga di Juric, che ha dato una bella mentalità. Pensavo che fosse meno ambizioso, poi scegliere il Torino. Magari mi sbaglio, ma potrà avere difficoltà. Il Verona la squadra per salvarsi ce l’ha, Di Francesco è uno che conosce la Serie A. Mi piace e se è incappato in qualche annata storta, ci sta. Bisogna guardare avanti. Leggo anch’io che sono alla ricerca di una punta. D’accordo ma la triste vicenda del Chievo deve insegnare a tutti. Anche noi i primi anni vendevamo Penzo, Iorio e altri compagni. È il destino di club come l’Hellas” ha dichiarato a L’Arena, l’ex gialloblù Domenico Volpati.
FONTE: HellasLive.it
Domenico Volpati: «Di Francesco? Persona seria, fa buona impressione»
Domenico Volpati, ex centrocampista dell'Hellas Verona dal 1982 al 1988, ha parlato a tuttomercatoweb.com, esprimendosi sugli ultimi fatti di cronaca relativi al club scaligero: "Mi stupisce che gli allenatori che ormai siano diventati più importanti dei giocatori ma voglio sapere quale allenatore riesce ad imporre i calciatori da comprare anche perché le società si muovono attraverso i procuratori. Juric al Verona ad esempio ha deciso di prendere certi giocatori dal Genoa che lui conosceva, ma poi credo non molti altri tra i tecnici".
Sullo stesso Ivan Juric ha aggiunto: "Se restava a Verona aveva la gente dalla sua parte ma ha fatto di tutto per far ricredere certe persone, nel senso che quando c'è stato lo scontro con la società e con Setti sul fatto che lui non era stato chiamato dal presidente per parlare del suo futuro, lo stesso Setti gli ha ricordato che c'era un contratto fino al 2023. Ha voluto andar via per un contratto migliore. Voglio vedere se avrà ragione lui e l'ambiente del Toro gli darà credito".
Infine l'ex campione d'Italia ha chiosato con un commento su Eusebio Di Francesco e il futuro: "Persona seria, ho una buona impressione. Quest'anno è stato sfortunato, non so cosa sia successo al Cagliari perchè la squadra pareva competitiva e non meritava quella posizione. Mi aspetto che Zaccagni, Baràk e Lovato possano andar via ma fa parte della politica dell'Hellas e non ci si stupisce perchè poi i giocatori importanti sono stati sempre ben sostituiti. Mi preoccupa la flessione delle ultime 10 gare da parte di giocatori che erano già in vacanza. Spero che questo spirito da gare amichevoli non ci accompagni il prossimo anno".
Sezione: Ex gialloblù / Data: Lun 07 giugno 2021 alle 22:00 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Francesco Galvagni
FONTE: TuttoHellasVerona.it
NEWS
Volpati: “Somministrerò vaccini: lo ritengo un dovere civico”
L’ex centrocampista, come riportato dal Corriere di Verona, si è proposto come volontario
di Tommaso Badia Aprile 4, 2021 - 19:00
Dalle sfide sul campo da calcio alla battaglia contro il Covid: Domenico Volpati, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo e avere per anni esercitato come dentista, è pronto a una nuova sfida. Come infatti riportato dal Corriere di Verona, il campione d’Italia 84/85 si è proposto come volontario per la somministrazione dei vaccini nel centro allestito sul Lago di Tesero (in provincia di Trento).
A raccontare la cosa è lo stesso ex centrocampista gialloblù durante un’intervista concessa ai colleghi del quotidiano: di seguito, dunque, le sue principali dichiarazioni.
I VACCINI. «Essendo ancora iscritto all’Ordine dei medici, mi è sembrato assurdo non propormi come volontario per la somministrazione dei vaccini, lo ritengo un dovere civico. Io stesso ho già fatto anche il richiamo per la seconda dose di Pfitzer».
GRANDI CAMPIONI. «Il calcio mi ha lasciato non sono vittorie, ma anche l’amicizia con i miei compagni di squadra. Tricella, Fanna, Fontolan, Elkjær, Briegel… li sento almeno un paio di volte al mese e più passano gli anni più il nostro rapporto si cementa. Sappiamo cos’è il senso di appartenenza, l’importanza di aver condiviso tutti i giorni una parte importante delle nostre vite. Abbiamo fatto sognare la gente ed è per questo che Verona tuttora ci ama alla follia e ha nei nostri confronti una riconoscenza infinita. Rossi e Maradona? Pablito era un ragazzo d’oro, sempre con il sorriso sulle labbra. Nello spogliatoio non ha mai fatto pesare la sua grandezza, no
IL CALCIO MODERNO. «A volte guardando le partite di oggi devo inchiodarmi alla poltrona per non cadere addormentato, e posso giurare che non è colpa dell’età (ride, ndr)! Il nostro era un calcio diverso, più verticale. Le marcature erano una partita nella partita e i calciatori non erano inavvicinabili come oggi. Ai miei tempi i giornalisti entravano senza problemi negli spogliatoi, cosa oggi impensabile».
NEWS
Volpati: “Verona, il mercato è ok! Lasagna-Kalinic coppia interessante”
L’ex centrocampista gialloblù promuove gli acquisti messi a segno dall’Hellas nell’ultimo mese
di Tommaso Badia Febbraio 3, 2021 - 14:45
Il mercato invernale gialloblù? Promosso a pieni voti!
Questo il pensiero di Domenico Volpati, il quale ai microfoni del Corriere di Verona ha dimostrato di aver molto gradito le operazioni messe a segno dall’Hellas durante l’ultima sessione di mercato.
Queste, infatti, le sue principali dichiarazioni del campione d’Italia 84/85:
«In questo mercato sono arrivati gli innesti che occorrevano: questi giocatori sono stati richiesti da Juric, il che significa che secondo lui sono gli uomini giusti per il suo tipo di calcio e che c’è grande sintonia tra dirigenti e allenatore. Sicuramente al Verona va dato un giudizio positivo per le trattative portate a termine nell’ultimo mese. Lasagna? È una punta che mi è sempre piaciuta, un attaccante velocissimo che nell’Udinese si è espresso molto bene. È quel tipo di calciatore che cercava il Verona per completare il reparto offensivo. Credo che il suo arrivo possa giovare a Kalinic: se giocassero insieme, potrebbero essere molto incisivi. Bisogna valutarne gli equilibri, ma è un’alternativa interessante».
FONTE: CalcioHellas.it
Volpati: «Zaccagni andrà via ma le interferenze dei procuratori possono dare fastidio»
Domenico Volpati ha commentato a Tuttomercatoweb.com le dichiarazioni rilasciate da Ivan Juric che si è lamentato delle parole dichiarate dall'agente di Zaccagni: "Il Verona è disposto a farlo partire perchè i migliori li ha sempre dovuti cedere, deve inevitabilmente far cassa. Capisco però che le interferenze dei procuratori a volte possano dar fastidio. Io tra l'altro il procuratore non l'ho mai voluto a differenza dei miei compagni. Oggi credo non sia più possibile una cosa del genere però c'è un'ingerenza esagerata di queste figure. Magari un giorno si interverrà e per salvare il calcio dal fallimento il giocatore aprirà la sua partita Iva, prestando l'opera, pagando le sue tasse e i contributi e sgravando le società dagli stipendi lordi e dal TFR".
Sezione: News / Data: Sab 23 gennaio 2021 alle 08:00 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
FONTE: TuttoHellasVerona.it
Mimmo Volpati promuove Lovato: “E’ un predestinato, andrà lontano”
Di Cronaca di Verona - 12 Novembre 2020
“Lo avevamo già visto nei mesi scorsi e aveva fatto subito un’ottima impressione – dice Mimmo Volpati, uno degli “eroi” dello scudetto – è un 2000 e ha personalità. Lo vuole il Milan? Vorrà dire che venderanno un altro pezzo, il Verona del resto deve cedere per stare a galla. Era la realtà anche nostra, quella degli anni 80: Penzo segnava 15 gol e veniva ceduto, poi Fanna, Garella, Marangon. E’ il destino delle provinciali. Lovato è un predestinato, ora ne abbiamo bisogno. In Italia i difensori non ci sono più. Una volta che Chiellini finirà la carriera non ne vedo tanti altri”.
Il Verona invece saprà ripetersi quest’anno?
“Nella squadra è rimasto il dna dell’allenatore. Sono andati via giocatori di spessore, Rahmani, Kumbulla, Pessina. Però il modo di gestire il calcio e la partita e di confrontarsi con avversario è rimasto lo stesso. Confermare l’allenatore è stato importante, anzi determinante”.
FONTE: CronacaDiVerona.com
Volpati: “È bello vedere che il mio Hellas mette in campo parecchi italiani. E anche giovani. Il Verona venderà cara la pelle a San Siro contro il Milan”
novembre 7, 2020
“Juric ha dimostrato di essere un allenatore intelligente perché il suo calcio è equilibrato. Ci si difende tutti insieme e si cerca la superiorità numerica in attacco, anche nell’emergenza il modo di stare in campo non cambia perché ormai è insito nel dna di questa squadra. Si è creato un senso di appartenenza al gruppo che ti fa dare quel qualcosa in più quando serve. Ma la cosa più importante è che questa rosa, pur avendo perso qualità sta giocando come l’anno scorso. Per questo il Milan non avrà vita facile. Barak? Mi ha veramente stupito, non lo conoscevo molto bene, devo essere onesto. Ibrahimovic? Nel modo di giocare di Juric c’è, sarà compito suo prendersene cura. È bello vedere che il mio Hellas mette in campo anche parecchi italiani. E pure giovani. È una squadra molto equilibrata e sono sicuro che a San Siro venderà cara la pelle” ha dichiarato a L’Arena, Domenico Volpati.
FONTE: HellasLive.it
NEWS
11 settembre 2020 - 20:37
Volpati: “Spero che Kumbulla resti al Verona”
La bandiera dell’Hellas: “Ci sono tante operazioni da definire. Fiducia in Juric
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, grande bandiera del Verona, ha parlato della situazione di mercato dell’Hellas al sito www.tuttomercatoweb.com.
Queste le sue dichiarazioni: “Kumbulla? Mi auguro che resti anche perchè snaturare troppo la squadra non va bene. Magari il prossimo anno potrà partire. Al tempo stesso si fa molto affidamento sulla capacità di Juric di assemblare il gruppo. Del resto l’anno scorso il tecnico ha dato dimostrazione delle sue grandi qualità. Vedo che potrebbero arrivare tanti giovani, ma ancora tante operazioni sono da definire. Speriamo che tutti possano integrarsi velocemente”
FONTE: Hellas1903.it
NEWS
Volpati: “Verona è il mio posto strategico”
L’ex tuttofare gialloblù si è raccontato a La Stampa all’interno di una lunga intervista
di Tommaso BadiaAgosto 14, 2020 - 14:00
È un Domenico Volpati ad ampio spettro quello raccontatosi sull’edizione odierna de La Stampa: l’ex tuttofare gialloblù, raggiunto dal quotidiano piemontese, ha infatti parlato dei suoi anni all’Hellas, ma non solo.
Di seguito, infatti, le sue principali dichiarazioni.
IL MISTER. «Bagnoli era un allenatore moderno: al Como avevamo Sguazzero, che veniva dall’atletica leggera, come preparatore atletico. Una cosa unica per la Serie B di allora. Al Verona, invece, mi ricordo che prima delle partite importanti leggeva il giornale come se nulla fosse: così facendo, ci tranquillizzava».
L’HELLAS. «Quelli di Verona sono stati sei anni straordinari: ho vissuto in una città bellissima giocando campionati straordinari. Tutta la città parlava di noi, anche chi non se ne intendeva di calcio, e la domenica venire allo stadio era un “must”. I compagni di squadra? Elkjaer era acrobatico e veloce, mentre Tricella era una copia di Scirea. Verona ora è il mio posto strategico, ogni volta che ci vado mi si apre il cuore e vengo avvolto dai ricordi».
GLI EX GIALLOBLÙ. «A Verona abbiamo fondato una onlus con gli ex gialloblù, anche se è un peccato non poter fare come per esempio fa il Barcellona: lì ogni contratto stipulato da un giocatore garantisce una percentuale alla onlus. Ciò serve anche a ricordare a tutti che ogni calciatore un giorno sarà un ex».
NEWS
Volpati: “Verona splendido, questa squadra può andare anche in Europa”
L’ex tuttofare dello Scudetto ha scambiato due chiacchiere con i colleghi del Corriere di Verona
di Redazione Luglio 3, 2020 - 11:20
Credere all’Europa non solo si può, ma si deve. Questo il giudizio di Domenico Volpati, bandiera gialloblù all’Hellas dal 1982 al 1988.
Raggiunto dai colleghi del Corriere di Verona, l’ex centrocampista tuttofare dello Scudetto ha infatti parlato del sogno del Verona di Juric: «Questo Verona somiglia a quello che fu quarto al mio primo anno. Grande gioco, equilibrio, un allenatore che seppe scegliere gli uomini giusti e una società che glieli prese. A maggio del 1983 coronammo una grande stagione, poi arrivò anche la finale di Coppa Italia, che perdemmo con la Juve. Centrammo la qualificazione in UEFA. L’Hellas di oggi è in grado di ripetere l’impresa».
Volpati, che in ambito internazionale con il Verona ha disputato pure la Coppa dei Campioni e che in Uefa tornò nel 1987, aggiunge: «Bisogna provarci fino alla fine e ritengo che le opportunità per farlo ci siano. Dopo la sospensione del campionato sono saltate molte certezze ma è vero che i valori sono rimasti più o meno quelli di prima. L’Hellas ha confermato l’identità costruita da Juric. Prende qualche gol in più, ma ne fa in numero maggiore».
Per raggiungere un traguardo clamoroso, sottolinea Volpati, «serve un pizzico di fortuna, che le dirette concorrenti sbaglino qualche passo e poi sfruttare le occasioni. È uno splendido Verona: l’obiettivo della salvezza è in tasca, vediamo se si può andare più in alto».
FONTE: CalcioHellas.it
PARLA UNO DEGLI EROI DELLO SCUDETTO
Volpati: Dopo Hellas 85, Verona di Juric migliore
12/05/2020 18:54
“Il Verona di oggi mi piace molto. Perché Juric somiglia molto a Bagnoli.
Pragmatico, cura prima di tutto la fase difensiva che ritengo determinante anche nel calcio attuale.
Fisicamente stanno tutti alla grande e occupano bene il campo.
Hanno avuto il merito di riportare entusiasmo in una squadra che da anni era svuotata e sopraffatta dal Chievo che da piccolo rione è riuscito a fare cose straordinarie.
Dopo il mio, credo che sia il miglior Verona di sempre”.
Così Domenico Volpati, sulla Gazzetta dello Sport, esalta l’Hellas di Ivan Juric.
FONTE: TGGialloBlu.it
NEWS
Volpati: “Che paura quel colpo di testa di Todesco!”
L’ex centrocampista gialloblù, intervistato da L’Arena, ha ricordato un episodio di cui forse più di qualcuno si è dimenticato
di Tommaso BadiaMaggio 4, 2020 - 11:30
Uno 0-0, un altro punticino verso l’impresa, ma anche una grande paura: Verona-Como del 5 maggio 1985 è stato tutto questo, e a raccontarlo è uno dei protagonisti di quella partita, Domenico Volpati.
Raggiunto da L’Arena, l’ex centrocampista gialloblù ha infatti raccontato “quel” colpo di testa di Todesco, il quale spedì clamorosamente fuori un pallone che avrebbe potuto rifilare una sonora mazzata ai sogni di gloria gialloblù.
Queste, infatti, le sue principali dichiarazioni:
«Era di questi giorni, trentacinque anni fa: noi eravamo stanchi psicologicamente e fisicamente, e già contro la Lazio avevamo fatto molta fatica. Ci trovammo a giocare contro il Como, e a un certo punto Todesco si ritrovò completamente libero colpire di testa a due passi da Garella. Lì mi dissi: “Ecco, ci siamo, roviniamo tutto alla fine”. Fortunatamente spedì quel pallone sopra la traversa!».
Per chi non ricordasse (o non avesse mai visto) quella partita, ecco il filmato (l’occasione “incriminata” al minuto 1.50, video presente sul canale di Squadre Campioni):
NEWS
Volpati racconta il “suo” Milan-Verona 0-0
Dalla parata di Garella alla battaglia con Hateley, l’ex centrocampista gialloblù riporta alla mente lo storico pareggio
di Tommaso Badia 21 Aprile, 2020 - 12:30
Non solo Dario Donà: anche Domenico Volpati ha infatti voluto ricordare il pareggio di San Siro del 21 aprile 1985 insieme ai colleghi de L’Arena.
Queste, infatti, le sue principali dichiarazioni ai colleghi del quotidiano veronese:
«Mamma mia, trentacinque anni esatti da quella partita! Donà fu bravissimo, e poi ci fu una parata straordinaria di Garella: l’unica volta in cui Hateley riuscì a sfuggirmi, Claudio ci mise un pezza deviandola sul palo. Ricordo che ero talmente concentrato su Hateley che a volte, a forza di ostacolarci, la palla non la prendevo nessuno dei due!».
NEWS
Volpati ricorda Gianni Mura: “Un fuoriclasse come Maradona”
Il ricordo dell’ex centrocampista gialloblù protagonista dello scudetto 1984-1985
di Mattia Zupo 24 Marzo, 2020 - 12:58
Domenico Volpati, ex centrocampista dell’Hellas Verona, ha parlato al Corriere di Verona, per ricordare il compianto giornalista di Repubblica, Gianni Mura:
RICORDI VERONESI. “Mura portava Bagnoli in palmo di mano, lo stimava immensamente ed erano entrati in confidenza, e si sa che con il mister non era proprio facile…Mura si innamorò della nostra squadra al punto che la sua empatia per l’Hellas è sempre rimasta viva negli anni, anche dopo quel grande ciclo, non è mai scemata. Fino a un paio di anni fa ci vedevamo, lui saliva in Trentino, perché sua moglie è di Baselga di Piné, a mezz’ora da casa mia. Poi ultimamente non stava bene ma ci sentivamo al telefono. E stato l’unico giornalista che ho fatto entrare in casa per un’intervista, era l’estate del 1985. Il nostro rapporto è nato lì, anche se ci eravamo conosciuti qualche mese addietro proprio durante il campionato dello scudetto, anche se fino ad allora ci eravamo scambiati poche battute. Ci seguiva come inviato, si alternava o accompagnava a Brera. Poi veniva da Milano in settimana per gli allenamenti, in genere al martedì, poi si fermava a cena. Negli anni ‘80 andavamo alla Bottega del Vino e prima di sedersi a tavola era obbligatoria la tappa a vedere la cantina. Non era solo la storia di Davide contro Golia, anche, ma non solo. Il fatto è che mentre noi stavamo vincendo quel campionato, lui a sua volta si era reso conto di assistere da una posizione privilegiata a qualcosa di irripetibile. Credo che sia l’unicità la leva, il “cosa” abbiamo fatto e il “cosa” lui ha potuto raccontare ha reso indissolubile il suo rapporto con l’Hellas”.
IL LORO RAPPORTO. “Mi stimava come calciatore e poi lo incuriosivo, era colpito che mentre giocavo in serie A studiassi anche medicina. Mura mi disse che era rimasto affascinato dalle parole che il suo maestro Brera, che allora non avevo mai avvicinato, era solito spendere per me e che perciò aveva un motivo in più per conoscermi. Solo una volta, durante una serata a Bologna in ricordo di Bulgarelli, non mi rivolse apposta la parola, forse avevo detto qualcosa che non gli era andato giù, ma finì lì. Di recente mi chiamava per chiedermi consigli odontoiatrici (Volpati ha esercitato per anni come dentista, ndr ), ma di noi ricordo soprattutto le grandi chiacchierate sulle nostre due comuni passioni, i vini e la Francia. Leggevo, come tanti del resto, i suoi straordinari pezzi sul Tour e quando citava un ristorante di qualche località lo chiamavo per approfondire o per rimproverarlo bonariamente se aveva sbagliato l’indirizzo”.
COSA LASCIA. “E’ stato l’unico giornalista capace di avvicinarcisi a Brera, non solo nel mestiere, ma anche nello stile di vita tra cultura eno-gastronomica, sigarette e convivialità della tavola. E’ stato un fuoriclasse, di quelli che nascono ogni trenta o quarant’anni, un po’ come Maradona”.
FONTE: CalcioHellas.it
VISTO DA NOI
11 febbraio 2020 - 07:53
Volpati: “Così il Verona può aprire un ciclo”
La bandiera gialloblù: “Giusto che il club faccia cassa, ma si tenga lo zoccolo duro”
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, bandiera gialloblù, all’Hellas dal 1982 al 1988, parla della situazione della squadra, intervistato dal “Corriere di Verona” oggi in edicola.
Volpati si sofferma anche sulle prospettive future per l’Hellas. Dice: “Giusto che il club faccia cassa, i tifosi lo sanno. Altrettanto doveroso è che si conservi lo zoccolo duro di questo gruppo e si aggiungano giocatori adatti alle idee che ci sono. Prendo, di nuovo, l’esempio del 1983: in estate andarono via Nico Penzo, Dirceu, Mimmo Oddi, Luciano Spinosi. I dirigenti presero sostituti di grande valore, ci fu un’immediata saldatura con il resto del gruppo. Lo spogliatoio è la chiave. Poi, noi avevamo Bagnoli. Con Juric, l’Hellas può scrivere delle pagine splendide”.
NEWS
19 novembre 2019 - 11:34
Volpati: “Hellas con l’anima: non ha paura di nessuno”
La leggenda gialloblù: “Juric ha trovato presto la quadratura”
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, leggenda gialloblù, all’Hellas dal 1982 al 1988, parla del Verona di oggi.
Dice, nelle parole raccolte da “La Gazzetta dello Sport”: “Negli ultimi anni il Verona non convinceva. Ma anche prima c’erano delle carenze: si prendevano valanghe di reti, a salvare la squadra erano i gol di Luca Toni. Perso lui, l’Hellas è precipitato. Ora è diverso. Ha un’anima, un’impostazione tattica delineata, precisa. Juric ha trovato presto la quadratura che cercava. Sarebbe sbagliatissimo dare già per certa la salvezza, ma quel che è sicuro è che il Verona non tradirà le attese dei suoi tifosi: è battagliero, non si arrende mai, sfida senza paura le grandi”.
FONTE: Hellas1903.it
NEWS
Volpati: “Con Aglietti il Verona in un mese ha ribaltato tutte le difficoltà della stagione”
L’ex centrocampista gialloblù ha commentato la vittoria contro il Cittadella al Bentegodi che è valsa la promozione in Serie A
di Redazione giugno 15, 2019 - 15:30
Domenico Volpati, ex centrocampista dell’Hellas Verona ha commentato alla Gazzetta dello Sport la vittoria contro il Cittadella:
“La serata della vittoria del Verona con il Cittadella è stata indimenticabile. Ero a Riccione, ospite di Franco Nanni, con me c’era anche Livio Luppi. Grande gialloblù, già. Siamo stati a cena, preparandoci alla partita, e a noi si sono uniti Eraldo Pecci e Gigi Danova, che sono stati miei compagni al Torino. Non riesco a descrivere l’emozione che abbiamo provato vedendo quel che l’Hellas è riuscito a fare. La squadra, nei playoff, ha dimostrato il proprio valore. Quanto fatto da Aglietti va riconosciuto, e non parlo soltanto dell’aspetto tecnico. Prima di tutto, c’è stato un gruppo. Se non ce l’hai, di strada ne fai poca. In un mese il Verona ha ribaltato tutte le difficoltà di una stagione. Dopo il 3-0, euforici, abbiamo festeggiato il trionfo, girando dei filmati e intonando cori per l’Hellas. Pecci e Danova si sono complimentati, ma sono rimasti neutrali: ci hanno detto di avere dei parenti a Cittadella. Nel dubbio, abbiamo comunque stappato una bottiglia di spumante, bevendo un bicchiere alla salute di un Verona che ci ha incantato e può guardare avanti con speranza”.
FONTE: CalcioHellas.it
04 giugno 2019 - 08:18
Volpati: “Aglietti va confermato”
La bandiera del Verona: “Ha ricostruito la squadra: è lui l’uomo giusto per la A”
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, interpellato dal “Corriere di Verona” (l’articolo completo sul quotidiano in edicola), parla della conferma di Alfredo Aglietti alla guida dell’Hellas.
Dice la bandiera gialloblù: “Si è guadagnato la Serie A, non vedo perché gli si debba togliere l’opportunità di affrontarla con il Verona. Ha costruito un gruppo solido. Prima l’Hellas prendeva sempre gol. Con lui, in tre partite su cinque, nei playoff, non ne ha subiti. E poi: cambiare Aglietti in favore di chi? L’uomo giusto è lui“.
FONTE: Hellas1903.it
FOCUS
CdV, Volpati sulla crisi : "Più coinvolgimento per gli ex. Conoscono Verona, il Verona e i veronesi"
01.12.2018 12:00 di Anna Vuerich
Fonte: Corriere di Verona
Il grande Domenico Volpati ha rilasciato un'intervista ufficiale per il Corriere di Verona, che oggi riporta le parole dell'eroe gialloblù militante nell'Hellas tra il 1982 e il 1988.
L'articolo inizia col riportare le parole di Volpati sulla clamorosa scelta della maggioranza dei tifosi gialloblù di rimanere fuori dallo stadio Bentegodi in occasione della sfida con il Palermo: "Posso comprendere l'amarezza dei tifosi, ma in questo modo perdono tutti".
Quando gli viene chiesto come si potrebbe riallacciare il rapporto tra Verona e i veronesi, Volpati suggerisce un maggior coinvolgimento degli ex come lui: "Prendere persone che conoscono Verona, il Verona e i veronesi", come il Vicenza ha fatto con Paolo Rossi e come potrebbe avvenire in terra scaligera con Damiano Tommasi.
Domenico Volpati conclude la sua intervista dimostrandosi positivo riguardo ai prossimi mesi dell'Hellas Verona: nonostante la squadra di Grosso stia rendendo meno delle aspettative estive, i mastini possono ancora ritrovare la strada per i primi posti in classifica.
FONTE: TuttoHellasVerona.it
15 novembre 2018 - 17:23
Volpati: “Verona squadra non matura e con poca identità. Setti deve dialogare di più con la città”
L’ex gialloblù sull’allenatore: “Chi ha cambiato ha fatto risultati, per il Verona io dico Galderisi”
di Andrea Spiazzi, @AndreaSpiazzi
Domenico Volpati è in auto verso le sue montagne del Trentino, di ritorno da Novara. Nel parlare del Verona è un fiume in piena. Ama farlo. Con passione sincera, senza pretendere di insegnare nulla a nessuno, lui che a Verona ci ha vinto uno scudetto 33 anni fa e che non ha smesso mai di seguire la squadra nei suoi saliscendi dopo quella storia di gloria.
Domenico, qual è il tuo giudizio sul momento del Verona?
Pensavo fosse una squadra più matura per la B, visto il potenziale della rosa. Credo vi siano stati troppi cambiamenti nella formazione, e questo ha fatto sì che non si sia trovata una vera identità in campo. Non so se sia il calcio moderno che impone tutti questi cambiamenti, ma la cosa migliore è avere un nocciolo duro che rimane quello, con delle alternative pronte a darti il valore aggiunto. Mi pare poi che sia uno spogliatoio, fino a questo momento, senza punti di riferimento. C’è, inoltre, confusione in attacco. Si gioca a una o due punte? Credo rimanga valido quello che diceva sempre il mio maestro Osvaldo Bagnoli: nel calcio i giocatori in certi ruoli, come quello delle punte e del portiere, dovrebbero essere inamovibili, solo così riescono a dare il meglio di loro. Prendiamo Pazzini: la B è la sua categoria, ma non ha la fiducia.
Dopo Brescia tutti si attendevano il cambio in panchina
Fabio Grosso, al di là del fatto che lo baciamo tutti in fronte per il 2006, anche a Bari è andato spesso incontro a momenti di crisi. Dopo Brescia eravamo tutti curiosi di vedere cosa poteva accadere. Invece non è accaduto nulla. Chi ha cambiato ha fatto risultati, almeno questo dice per ora il campionato. Certo, alcuni nomi importanti sono già “scappati”, ad esempio Iachini, che avrebbe fatto sicuramente bene. Cambiare per cambiare non so se possa avere senso, bisogna anche stare attenti a non cadere dalla padella alla brace. La B è un campionato da cammelli, non da lepri. Bisogna arrivare tra marzo e aprile agganciato alle prime posizioni.
Chi avresti preso?
L’unico allenatore libero, che vedo all’altezza, è Giuseppe Galderisi. Avrebbe più entusiasmo dei calciatori stessi nel venire al Verona.
Setti è nell’occhio del ciclone
Il presidente Setti dovrebbe dialogare di più con la città, dovrebbe essere più coinvolto emotivamente. Verona ha tre squadre nel calcio professionistico. Non è che bisogna per forza andare a prendere i quadri dirigenti da fuori. Abbiamo ex gialloblù che conoscono bene l’ambiente che negli anni avrebbero potuto e potrebbero fare ancora bene in società. Ma non è certo solo Setti a non averli coinvolti, è un fatto sempre accaduto anche con i presidenti prima di lui. Non si è buoni presidenti nel buttar dentro i soldi, pochi o tanti che siano, ma nel sapersi circondare di persone competenti.
Si prevede un Bentegodi senza tifosi col Palermo
Io di uno stadio vuoto ho solo la triste esperienza di Torino in Coppa dei Campioni col Verona. Immagino sia una forma di protesta verso Setti. Mi dispiace per questa cosa ma io non condivido. La squadra deve essere sempre incitata. Non puoi dare un’arma in più a un avversario. La curva del Verona è un sostegno troppo importante.
La squadra sembra impaurita
A Verona, in B, sei obbligato a vincere. Pesano, e non poco, i giudizi di tutti, della stampa, della gente. Al Bentegodi un avversario sente il profumo della storia e ci mette qualcosa in più. I nostri, forse, sentono anche il peso della storia. Ed è un fardello, questo, che involontariamente gli abbiamo dato anche noi.
15 novembre 2018 - 14:46
Palermo verso Verona, il punto
Rosanero in grande forma, con Stellone vittorie e primato
di Redazione Hellas1903
Tra otto giorni il Palermo sfiderà il Verona al Bentegodi.
I rosanero arrivano alla gara con l’Hellas in un grande momento di forma. Dopo il passaggio della guida tecnica da Bruno Tedino a Roberto Stellone hanno infilato vittorie in serie.
Cinque successi e un pari (con il Venezia) in sei giornate: questo il ruolino di marcia scattato con il nuovo allenatore. Il Palermo, in questo modo, è salito al primo posto in classifica, con 24 punti, scalzando il Pescara, battuto proprio nell’ultimo turno con un netto 3-0 allo stadio Barbera.
NEWS
06 luglio 2018 - 16:42
Volpati e il Verona: “Fondamentale tornare a essere uniti”
La bandiera dell’Hellas: “Lo scoramento che percepisco deve essere superato”
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, grande bandiera del Verona, presente allo Store dell’Hellas nel giorno in cui si è alzato il sipario sulle nuove maglie della squadra, parla delle vicende gialloblù.
Dice: “Mi suscita preoccupazione lo scoramento diffuso nell’ambiente. La scorsa stagione, d’altronde, è stata disastrosa. Adesso bisogna riprendere e superare lo scollegamento che noto tra i tifosi e il Verona. Il pubblico è sempre stata una fondamentale risorsa per l’Hellas, spero torni a essere così presto“.
Aggiunge Volpati: “Anche Setti sa che questo è un problema che va superato, anche perché in città ci sono altre due squadre professionistiche, il Chievo in A e la Virtus in C: se si perde partecipazione nell’Hellas, possono crescere nel seguito, e sarebbe il Verona a perdere supporto. Serve essere uniti per raggiungere dei risultati. A cominciare, naturalmente, dal gruppo gialloblù, dallo spogliatoio, che deve essere composto da giocatore legati ai colori e alla maglia“.
NEWS
22 giugno 2018 - 08:46
Volpati su Grosso: “Può riavvicinare i tifosi al Verona”
L’ex gialloblù e il nuovo tecnico: “Sa come reggere le pressioni, scelta giusta”
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, bandiera dell’Hellas, parla, intervistato dal “Corriere di Verona”, di Fabio Grosso, nuovo tecnico gialloblù.
Dice: “Deve riuscire a riavvicinare i tifosi. Purtroppo l’ambiente del Verona si è demoralizzato e disunito nella passata stagione ed è fondamentale che si ricompatti, perché la forza dell’Hellas è sempre arrivata dalla passione del pubblico. Sono convinto che Grosso, uno che ha sostenuto grandi pressioni e le ha sapute gestire, sia l’uomo giusto per portare a termine questa missione”
FONTE: Hellas1903.it
Domenico Volpati ed i segreti dello scudetto dell’Hellas Verona 1984/85
maggio 12, 2018
“Tutto cominciò nel settembre dell’82 a Roma, alla seconda di campionato. Sconfitti per un rigore su Falcao al 92’ piangemmo nello spogliatoio come bambini. Quella fu la genesi di una Grande Squadra. Orgoglio, Cuore, Attaccamento alla maglia, Rispetto e un Grande Maestro di calcio e di vita: Osvaldo Bagnoli”. Il ricordo di Domenico Volpati a Hellas Live a 33 anni dallo storico scudetto dell’Hellas Verona
FONTE: HellasLive.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Volpati: "Verona, è una Via Crucis. L'anno scorso un miracolo"
05.04.2018 00:15 di Lorenzo Marucci
Il Verona è sempre più giù, sempre più verso la serie B. Clamorosa, inattesa nelle proporizoni la sconfitta con il Benevento. Domenico Volpati, storico giocatore dei gialloblù (vinse lo scudetto dell'85) non ha dubbi ed è molto diretto nella sua analisi. "Ci sono pochi giocatori all'altezza - spiega a Tuttomercatoweb.com - ed era già stato fatto un miracolo l'anno scorso quando arrivò la promozione. Il tecnico può esser cambiato? Ora serve a poco. Comunque ci si poteva pensare prima con la prospettiva che se ci fosse stata la retrocessione si poteva ripartire con questo nuovo allenatore per tentare di risalire".
Si è dimesso invece il ds Fusco: che ne pensa?
"Un atto dovuto, ma in fondo si sapeva che alla fine della stagione sarebbe andato via. E' anche difficile dare delle responsabilità perché se non ci sono disponibilità economiche non si possono fare miracoli. Sono stati ceduti Bessa e Pazzini, i migliori dell'anno scorso, per scaricare i costi. Il presidente ha rilasciato recentemente una serie di dichiarazioni e ha anche detto che con lui il Verona non fallirà mai. In questo modo però togli i sogni ai tifosi. Se dice così, allora che cosa è venuto a fare? A guadagnare? E per non far fallire il club è disposto anche ad andare in C? E poi, tornado al campo, la fase difensiva: ai miei tempi era uno dei punti di forza. Adesso si incassano 70 gol a campionato e negli ultimi 5 anni sono più di trecento gol. Non è divertente. Anzi, ormai questa stagione per il Verona è proprio una via crucis".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
LE PAROLE DELL'EX SCUDETTATO
Volpati:Setti in ritardo
Salvezza? No ai miracoli
23/02/2018 11:57
“Hellas? Diventa dura pensare di salvarsi. Non dico che per il Verona sia già finita. Mi auguro che il presidente Setti abbia già ben chiaro che cosa fare in caso di retrocessione, un’ipotesi probabile, e spero di essere smentito. Ho letto le sue ultime dichiarazioni. In qualcosa le condivido, per altro versi no. Ha fatto chiarezza sulle sue disponibilità. Ha parlato in modo franco, anche se forse in ritardo. doveva intervenire prima". Così Domenico Volpati ha parlato alla Gazzetta dello Sport in vista di Hellas-Torino.
"La sua logica aziendale è corretta, ma non si può togliere ai tifosi il diritto di sognare – ha continuato uno dei protagonisti dello storico Scudetto – Il Verona deve ripartire, ma la vedo brutta. Per vincere dovrà essere diverso dalle ultime gare. Se non ci riesce, non penso ai miracoli”.
FONTE: TGGialloBlu.it
SERIE A
Volpati: "Verona, sarà Serie B. Inutile cacciare Pecchia"
24.01.2018 07:39 di Giacomo Iacobellis Twitter: @giaco_iaco
Domenico Volpati, ex giocatore del Verona, ha parlato così a TMW Radio del difficile momento dei gialloblù: "Il Verona di oggi non è una squadra, a differenza del mio Verona. Più che col Milan, la gara contro il Sassuolo aveva dato delle speranze. Ormai credo però che ci sia poco da fare quest'anno. Sono rassegnato, sinceramente non so come il Verona possa salvarsi. Nella rosa ci sono dei limiti individuali che sono enormi. Questa è una squadra nata male e poi a inizio stagione c'è stata anche la vicenda Pazzini: e' stato il goleador in B ed era il capitano ma in A è stato accantonato nonostante fosse anche il giocatore con maggior conoscenza della A. Pecchia? Il cambio di allenatore in questo momento non ha senso. Potrebbe servire solamente per dare una speranza ai tifosi, anche se gli stessi tifosi ormai hanno perso entusiasmo e fiducia. Se si cambia allenatore, bisogna pensare a un progetto di medio-lungo termine, consapevoli che il prossimo anno si dovrà ripartire dalla cadetteria".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
NEWS
Volpati: “Verona, nel derby devi giocare da Chievo”
L’ex gialloblù: “L’Hellas si difenda con la stessa grande attenzione tipica della squadra di Maran”
di Redazione Hellas1903, 21/10/2017, 11:23
Domenico Volpati, grande ex gialloblù, parla del derby tra Hellas e Chievo, intervistato dal “Corriere di Verona” oggi in edicola.
Dice, tra l’altro: “Per fermare il Chievo, il Verona dovrà fare come il Chievo. Penso che il Verona, e questo è il senso del paradosso, abbia bisogno, nel derby, dello stesso atteggiamento che il Chievo adotta per abitudine: servirà grande attenzione dietro, in quella fase difensiva che spesso è difettata all’Hellas. Il Verona, di fron- te a un avversario che ha gran- de atletismo in attacco, non potrà mai distrarsi
FONTE: Hellas1903.it
Volpati: “Chievo più squadra dell’Hellas Verona. Nel derby spero sia decisivo Pazzini”
ottobre 20, 2017
“La vittoria contro il Benevento? E’ stato un brodino che spero possa riscaldare gli animi e creare autostima per poter essere più coraggiosi e combattivi. Rispetto all’inizio della stagione qualche miglioramento è arrivato ma il Chievo resta una squadra a cui vanno fatti i complimenti. E’ una squadra che si basa su una difesa molto solida. Non è spettacolare da vedere però alla fine riesce sempre a salvarsi con largo anticipo. Il Chievo sa creare problemi anche perché è molto abile nelle ripartenze. Il Verona invece ha il suo punto debole nella difesa – ha dichiarato Volpati a TMW – Credo che progressivamente Pazzini possa tornare a brillare. All’inizio è stato tenuto sorprendentemente fuori dai titolari: recuperandolo anche psicologicamente può dare il suo contributo pure a livello di esperienza. Chi sarà decisivo? Per il Verona spero proprio Pazzini. Mi auguro che possa ripartire alla grande. Il Chievo invece è da temere nel suo complesso perché a differenza del Verona gioca da squadra”.
FONTE: HellasLive.it
EX GIALLOBLÙ
L'Arena: "Volpati racconta «Quando Briegel...»"
Amarcord - Quella volta che la squadra di Bagnoli vinse per 4 a 2. «Era l’esordio in casa, i campani giocavano in C. Hans Peter ne stese tre di loro in un colpo solo»
16.10.2017 09:30 di Camilla Dalloco
Fonte: L'Arena
Questo il Verona che battè il Benevento per 4 a 2: Garella (Spuri dal ’65) Ferroni, Marangon.L, Volpati, Fontolan, Briegel, Turchetta, Bruni, Marangon.F, Di Gennaro, Elkjaer. Allenatore Bagnoli. Era il 22 agosto del 1984 e c’era qualche problemino di natura fisica visto che non scesero in campo in tre titolari: Tricella, Fanna e Galderisi. A questi andava aggiunto Gigi Sacchetti ancora alle prese con la rieducazione dopo l’operazione al ginocchio. Furono sufficienti però per ottenere i primi due punti, allora era così, del girone di Coppa Italia. Già nel primo tempo i gialloblù erano avanti per 4 a 1. Il Benevento militava in serie C e fra le sue fila fra i giocatori più noti erano Abate, Bocchino e De Biase. In panchina c’era Giuseppe Materazzi, papà del Marco «mondiale». Alla fine i gialloblù avrebbero vinto il loro girone con 9 punti e sarebbero arrivati sino alla semifinale persa ai tempi supplementari con l’Inter, ma quella squadra aveva vinto la cosa più importante: lo scudetto.
IL REDUCE. «Ah, ah» sorride Domenico Volpati, «sono proprio un reduce. Sono andato a correre ed ho male dappertutto. Cosa volete sapere? Il Benevento? Ricordo poco però...». E in quel però noi ci andiamo come il coltello nel burro: «Guarda Briegel così così, ma Elkjaer non diceva nemmeno ciao all’epoca. Eravamo appena scesi dal ritiro.Quella era la nostra prima gara in casa davanti al nostro pubblico. Era una serata calda ma capimmo subito rispetto all’anno precedente che la squadra si era rinforzata». Da cosa? «Su un calcio d’angolo o una punizione non ricordo» prosegue Volpati, «Briegel andò su di testa con gli avversari. Erano tre, li stese tutti. Le risate con “Maranga“ (Luciano Marangon) tornando a metà campo. Giuro sembrava un cartone animato».
Domenico Volpati si è rivisto alla presentazione del riestyling del bus dell’Hellas nella sede dell’Atv. Il discorso si sposta avanti di trentatrè anni perchè questa sera la musica è totalmente diversa. «Eh sì» racconta il «Volpe». Scuote il capo e guarda verso Cerci fermo a pochi metri a parlare con mister Pecchia. «Molto dipenderà da lui» ci rivela l’ex scudettato col Verona. «Cerci a Torino ha spostato gli equilibri. L’Hellas avrebbe meritato di passare in vantaggio e se ci fosse riuscita, forse, avrebbe anche potuto vincere la partita. Il calcio poi è strano e si è ritrovata sotto di due gol. Lì è risalito in cattedra Cerci. Col Benevento dipenderà molto da lui».
Volpati ha già individuato chi potrebbe spaccare la gara questa sera. «È un incontro da vincere a tutti i costi, perchè sarà pure uno scontro diretto e alla fine pesano, non si sa mai. I gialloblù ci riusciranno se avranno pazienza e non mostreranno il fianco al contropiede del Verona». Già, perchè da Benevento arrivano segnali molto forti con un’intera città, società ovviamente compresa, che parla di un nuovo inizio per le «Streghe giallorosse». Volpati scrolla le spalle. «È chiaro che la pensano così ma loro sono messi peggio del Verona. Hanno un buon impianto di gioco però devono ancora fare un punto in questo campionato e poi l’esperienza conta qualcosa. È vero che Pecchia ha tanti giovani però ci sono pure i vari Pazzini, Cerci, Caceres, Heurtaux e Romulo».
FAN DI VERDE. Molto carico in questi giorni di vigilia è apparso anche Daniele Verde che a Volpati piace molto. «Proprio così. Quel ragazzo ha dei numeri e poi è l’unico che cerca sempre l’uno contro uno in velocità. Ditegli che non si snaturi e provi sempre a dribblare. Ne vedo pochi in giro e l’Hellas ne ha senza dubbio bisogno». Eccolo qui Volpati che stasera: «Se Fanna mi invita vengo, altrimenti la vedo da casa e non faccio le ore piccole per tornare qua in montagna».
Lui al Verona è ancora molto legato. «Ci mancherebbe, poi adesso con l’associazione degli ex ci stiamo dando da fare. A volte vengono giù pure Elkjaer e Briegel. Meglio che il tedesco venga giù lui». Perchè Volpe? «Perchè l’ultima volta sono andato a Kaiserlautern e mi hanno riempito di birra. Non ho il loro fisico, meno male che c’erano tante piante lì all’aperto le ho ubriacate quando di nascosto Hans Peter non mi vedeva. Dai un saluto a tutti i tifosi gialloblù e forza Verona».
FONTE: TuttoHellasVerona.it
TRASMISSIONE TELENUOVO
Volpati a Gialloblù Live
"Verona mercato confuso"
13/09/2017 20:18
"La disfatta con la Fiorentina? E' figlia di un passato recente che non ha dato molte speranze. Sul mercato la società non mi ha dato l'impressione di avere le idee chiare. Squadre come la Spal hanno fatto un calciomercato molto più aggressivo. Il mercato è stato abbastanza sconfortante. Cassano? Il "target" sugli acquisti doveva essere un altro. Siamo destinati a soffrire. Pazzini? In Serie A non può fare le stesse cose che faceva in B, doveva essere supportato in un certo modo. Lasciarlo fuori avrà creato anche problemi nello spogliatoio. Ci sono molte difficoltà in questo inizio stagione, comunque domenica dopo lo 0-3 ho cambiato canale...." Il grande Domenico Volpati, che conquistò lo Scudetto con la maglia del Verona, è intervenuto così durante la nuova trasmissione di Telenuovo "Gialloblù Live", in onda ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 14.35 e alle 18.40 e condotta da Gianluca Vighini (anche in streaming live su tggialloblu.it).
L.VAL.
FONTE: TGGialoBlu.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Volpati: "Verona, se Cerci parte bene diventa l'idolo dei tifosi"
10.08.2017 11:54 di Lorenzo Marucci
Domenicio Volpati, autentica bandiera del Verona, appare discretamente soddisfatto del mercato dei gialloblù. "Servivano quei 4-5 giocatori da serie A che inseriti nel contesto della formazione dell'anno scorso possano fare squadra. Il discorso è tutto lì, anche l'Inter in questi anni pur comprando vari giocatori ha dovuto fare i conti con la necessità di fare squadra. E' chiaro che il Verona - spiega Volpati a Tuttomercatoweb.com - non può comprare fuoriclasse, ha acquistato buoni giocatori che aggiunti ai vari Bessa e Fossati possono far bene. Caceres mi sembra un ottimo acquisto, sulle corsie con lui e Romulo il Verona è ben coperto. In mezzo Zuculini e Bessa mi piacciono e in avanti non credo che Pazzini possa segnare venti gol come l'anno passato in B, ma possa farne dieci-quindici".
Che cosa aspettarsi invece da Cerci?
"Prima di giudicare serve aspettare. Deve azzeccare l'annata e sentire il calore dell'ambiente. Credo che partirà forte e farà bene nelle prime partite possa diventare l'idolo della tifoseria. Ad oggi è una scommessa".
Che strascichi ha lasciato la vicenda Cassano?
"Nessuno, non era entrato nelle simpatie del pubblico. Come ho detto recentemente, il target del Verona non deve essere Cassano, la mossa di Fusco è stata sbagliata perché servono giocatori di altro tipo".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
NEWS
Volpati: “Caso Cassano, l’errore è stato prenderlo”
La bandiera gialloblù: “Ingaggiato un giocatore che non c’entra nulla col Verona”
di Redazione Hellas1903, 25/07/2017, 08:50
Domenico Volpati, leggenda gialloblù, al Verona dal 1982 al 1988, commenta, interpellato da “La Gazzetta dello Sport”, il caso Cassano.
Dice Volpati: “Lo sbaglio è a monte: Cassano non andava preso. Non c’entra nulla con una squadra come il Verona, che ha ben altre necessità. Si è puntato su un giocatore che era già arrivato alla conclusione della carriera. D’accordo, quando vai in A hai bisogno di ingaggiare uomini d’esperienza, ma Cassano non faceva al caso dell’Hellas”.
Continua Volpati: “Non mi scandalizzo, né lancio strali contro di lui, non avrebbe alcun senso. Piuttosto, provo a vedere il bicchiere mezzo pieno: il caso si è aperto e chiuso a luglio, non nel pieno della stagione, cosa che avrebbe prodotto danni superiori e, probabilmente, irreparabili. Come si dice quando si verificano situazioni come queste, non tut- ti i mali vengono per nuocere”.
FONTE: Hellas1903.it
NEWS
Volpati: “Al Verona servono corsa e tecnica”
Domenico: “C’è bisogno di giocatori subito pronti per la A. Il gruppo della B sia la base”
di Redazione Hellas1903, 31/05/2017, 16:44
Domenico Volpati, bandiera dell’Hellas, in gialloblù dal 1982 al 1988, parla del Verona che dovrà affrontare il campionato di Serie A nella prossima stagione, sentito da “La Gazzetta dello Sport”.
Osserva Volpati: “Bisogna inserire giocatori che siano già pronti per una dimensione distante dalla B. Questo non significa che si debba cambiare tutto, anzi. C’è un nucleo forte in questo Verona, a cominciare da Bessa e Pazzini, ma non solo, che dovrà essere la base su cui costruire. Punterei su un gruppo italiano, o comunque con gente che la A la conosca già bene. Necessario è prendere giocatori che facciano della corsa una prerogativa, senza rinunciare alla tecnica”.
EX VERONA
Volpati: “Hellas, si vince con la forza del gruppo”
L’ex gialloblù: “Il Verona deve andare oltre l’assenza di Pazzini”
di Redazione Hellas1903, 17/03/2017, 10:28
Domenico Volpati, gialloblù dal 1982 al 1988, uno dei grandi “senatori” della storia dell’Hellas, commenta il momento del Verona.
Dice: “Importante, in questo momento, è non demoralizzarsi per l’assenza di Pazzini. Ricordo che noi vincemmo lo Scudetto pur mancando per alcuni mesi di Preben Elkjaer. Il leader della squadra deve essere il gruppo”.
Continua Volpati: “Ora si entra nella fase decisiva del campionato, è necessario che ci siano unità e compattezza. Ogni giocatore può essere decisivo. Poi è logico che Pazzini è un attaccante formidabile, ma chi prenderà il suo posto dovrà dimostrare di valere e di poter offrire un apporto prezioso al Verona: è una responsabilità che non deve preoccupare, ma essere, piuttosto, un motivo d’orgoglio”.
FONTE: Hellas1903.it
SERIE B
ESCLUSIVA TMW - Volpati: "Verona, ora è psicodramma. Ma siamo primi"
21.11.2016 15.57 di Lorenzo Marucci
Che succede al Verona? Se lo chiedono in tanti dopo che in avvio di stagione sembrava che potesse stravincere il campionato di B. E invece nelle ultime due partite sono arrivate altrettante sconfitte, con Novara e Cittadella, incassando ben nove reti. Domenico Volpati, protagonista dello scudetto dei gialloblù, prova ad inquadrare la situazione. "Ora siamo nello psicodramma. Non è facile per la squadra ricompattarsi. Dovrà esser bravo l'allenatore - dice a Tuttomercatoweb.com - perchè vengono a mancare sicurezze e autostima, è una situazione certamente delicata. Ci sono anche aspetti tecnici da risolvere perchè i cinque gol col Citadella sono arrivati da calci piazzati. C'è da riflettere".
Possibile che sia subentrato qualche problema tra squadra e allenatore?
"Spero di no. Sarebbe incredibile, anche perchè il Verona viaggiava su ritmi incredibili. Non voglio crederci".
E allora come si spiega questa situazione?
"E' complicato trovare una spiegazione. Forse i problemi in difesa si vedevano anche quando le cose non andavano bene. Ripeto, prendere cinque gol praticamente da calcio piazzato è esagerato, sembravano quasi rigori. Adesso però credo non sia giusto indicare colpevoli o responsabili: non si può buttare via tutto, il Verona del resto è ancora in testa alla classifica. L'errore è pensare che potesse stravincere il campionato. Il Cagliari l'anno passato ha avuto in certi momenti varie difficoltà. E' un torneo tosto in cui le partite sono sempre aperte a tutti i risultati".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Domenico Volpati
By tifaverona - 4 luglio 2016
Quanto il “dottore” sia stato determinante nella conquista del mitico triangolino tricolore lo dicono anche le cifre; a fine stagione il jolly, se mai ce ne fu uno, mette insieme la bellezza di 30 presenze, l’unico a non aver mai mancato l’appuntamento con il manto erboso in quella fantastica cavalcata assieme a Roberto Tricella e Claudio Garella, al secolo “Garellik”. E’ lui il leader silenzioso della squadra, sa stare al suo posto ma quando parla viene ascoltato da tutti, è bravo sia a costruire il gioco che a neutralizzare i campioni avversari, per info chiedete a Maradona, Zico o Platini. Bagnoli lo stima in maniera particolare, per le sue capacità in campo, e fuori per la sua serietà. Ed il giorno dopo quello scudetto che ancora riempie d’orgoglio una città intera arriva il premio più bello, le nozze con l’amata Daniela. Programmate da mesi per il 21 maggio, quel 21 maggio. Una data già programmata da tempo ma che con il senno di poi assomiglia ad un segno premonitore, della serie “a queste latitudini non ci facciamo mancare niente”. “Mimmo” rimane a Verona sei lunghi anni; sveste il gialloblu al termine della stagione 1987/88, dopo una leggenda fatta di 165 presenze e 2 reti che rimarrà indelebile nella storia della società e nel cuore di tutti i tifosi. Di chi l’ha visto giocare, di chi per motivi anagrafici l’ha ammirato solo in TV, di chi ha avuto la fortuna di giocarci assieme. video-3E’ sua la frase, dopo la conquista dello scudetto, “solo negli anni riusciremo a renderci conto di quello che abbiamo fatto” e aveva perfettamente ragione, rimane un’impresa unica e forse irripetibile.
FONTE: TifaVerona.net
INVITATO SPECIALE
Volpati: “Verona squadra vera, sto gioendo con tutti voi”
L’ex gialloblù: “È difficile vincere quando si parte favoriti, ora bisogna dimostrare di essere quelli da battere”
di Raffaele Campo, 12/10/2016, 08:40
Domenico Volpati, contattato da hellas1903.it, fa il punto sul Verona e sul campionato di Serie B in corso.
Volpati, ha fiducia nel progetto del presidente Maurizio Setti?
“Sì, sto seguendo il Verona e sto gioendo con voi per i risultati fin qui ottenuti. I gialloblù non sono fatti di sole individualità ma sono una vera e propria squadra. La difficoltà sta nel vincere e qualsiasi campionato è difficile da vincere quando si parte da favoriti. Setti finora ha compiuto un grande lavoro e i risultati gli danno ragione”.
Proprio prima accennava al gioco, in cosa è cresciuto il Verona?
Bisogna partire dal fatto che la Serie A e la Serie B sono categorie molto diverse. Il gap è molto forte. L’anno scorso la difficoltà non è stata solo l’assenza di Toni. Anche senza l’infortunio di Luca il Verona avrebbe avuto grandi difficoltà, specie in fase difensiva. Ricordiamo che anche negli anni scorsi i gialloblù subivano tantissimi gol. La squadra aveva rischiato di retrocedere anche due anni fa. C’erano molte difficoltà e Toni ha tolto le castagne dal fuoco. Quest’anno è stato creato un gruppo ed è stata data grande fiducia a Pazzini. Ora l’Hellas deve dimostrare di essere la squadra da battere.
Si aspettava di vedere un Romulo così decisivo dopo gli innumerevoli problemi fisici?
Romulo è un giocatore da Serie A, punto. Il fatto che si adatti alla cadetteria è solo un merito in più che gli va dato. Non per niente due anni fa lo ha voluto la Juventus. Anche Bianchetti sta tornando il buon difensore centrale che si era visto qualche anno fa. Si poteva puntare su di lui già da prima, senza andare a prendere Marquez, che è stato alla fine più un acquisto di immagine che altro. Il Verona ha un mix di giovani e di giocatori esperti che è essenziale per la B. In questo campionato servono proprio corsa ed esperienza. Chiunque ti può mettere in difficoltà sul piano fisico.
Quale squadra del campionato vede come antagonista del Verona?
Non credo nel Cittadella. Sta vivendo sulla cresta dell’entusiasmo ma la storia del Crotone dello scorso anno, che ha sempre avuto continuità, non succede sempre. Squadre come Brescia e Frosinone, alla lunga, possono dare fastidio. Il Bari lo vedo allo stesso livello dell’anno scorso, mentre una squadra che esprime un buon gioco è l’Entella. A ogni modo, si tratta di un torneo molto equilibrato ed è diventato molto agonistico. Certe cose si capiscono solo quando le squadre sono stanche.
Sabato i gialloblù sfideranno l’Ascoli, contestato dopo l’ultima sconfitta e con Cacia in forse. Che squadra si aspetta di vedere?
L’Ascoli è una squadra molto compatta e aggressiva. Sono molto bravi e pericolosi sulle palle alte. Col Novara è venuta fuori la differenza di qualità dei singoli giocatori a un certo punto della partita quando c’è stato un generale calo fisico. Se Cacia sarà assente sarò felice (ride, ndr). È uno di quei giocatori che con un guizzo può decidere una partita e ha un innato senso del gol. Ma ricordiamo una cosa: in Serie B nessuna squadra gioca per non subire, l’aggressività c’è sempre”.
FONTE: Hellas1903.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Volpati: "Verona, le ultime gare non siano una Via Crucis"
27.03.2016 21.30 di Lorenzo Marucci
Il Verona tra presente e soprattutto futuro. Come ripartire in vista dell'anno prossimo che al novantanove per cento vedrà i gialloblù in serie B? Ne abbiamo parlato con Domenico Volpati, autentica bandiera del Verona: "Ormai la stagione è andata - dice a Tuttomercatoweb.com - e nelle gare che restano da giocare occorre salvare un minimo di dignità, lottando per i colori. Oggi purtroppo è una qualità che non tutti possiedono, mentre una volta ci si dannava l'anima per la maglia. Ora serve ritrovare l'orgoglio, altrimenti da qui alla fine del campionato si rischia di fare un'autentica Via Crucis".
Ha ragione Toni a dire che il Verona merita di scendere in B?
"Sì, si è accorto che qualcosa non andava. Negli anni scorsi con i suoi gol ha posticipato questa sofferenza: anche negli anni passati, in particolare l'anno scorso, non si è visto un calcio ben giocato, né quella predisposizione alla lotta come hanno quelle squadra come Bologna o Sassuolo. Molti giocatori erano già appagati".
E adesso a chi affidare la panchina in B per la risalita?
"La B è dura, servono intanto corsa e giocatori che abbiano fame. Come tecnico credo che serva un motivatore, capace anche di gestire il gruppo. Fare un nome in questo momento non è semplice. Delneri si è dimostrato in gamba ma non so se valga la pena continuare con lui. Di sicuro è importante trovare subito il gruppo giusto, perché il Verona deve risalire immediatamente".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
INVITATO SPECIALE
VOLPATI: “È UNA VIA CRUCIS, MA LA SQUADRA DÀ IL MASSIMO E SEGUE DELNERI”
L’ex scudettato: “Il campionato ormai è compromesso, bisogna programmare per la B. Pubblico eccezionale”
di Jacopo Bellomi, @jjbellomi 25/01/2016, 20:45
Con Domenico Volpati facciamo il punto sulla situazione del Verona e su alcuni temi caldi della travagliata stagione in corso.
Come vede la squadra? “Dal punto di vista dell’impegno e della volontà i ragazzi stanno dando il massimo in una situazione molto difficile, ormai compromessa. Questo campionato sta diventando una Via Crucis, si soffre ogni domenica. La grande nota positiva è rappresentata dalla risposta del pubblico: deriso e umiliato per anni in tutta Italia, ora sta dimostrando una maturità degna del pubblico anglosassone, con cori dal primo minuto anche se la squadra è ultima in classifica.”
La salvezza è ancora possibile? “Sono uno pragmatico, purtroppo sto già pensando all’anno prossimo e al campionato cadetto. Bisognerà creare una squadra capace di tornare in Serie A subito, la B è un campionato molto difficile e per questo bisogna essere preparati.”
Delneri può essere l’allenatore giusto per la prossima stagione? “La società prenderà le proprie decisioni, io ho l’impressione che Delneri sia un allenatore molto valido che fa dare il massimo alla squadra, non guarda in faccia a nessuno per le sue scelte e i giocatori lo seguono”.
Quanto possono avere inciso le scelte societarie sui risultati? “Sentendo il discorso del presidente Setti, mi è sembrato una persona molto lucida, seria, che non scappa davanti ai problemi e riconosce gli errori. Questi sono anche difficili da individuare perché ci sono tanti fattori che hanno inciso in questa stagione: gli infortuni, la sfortuna che tormenta la squadra… Senza questi episodi contrari ora ci sarebbero quei punti in più per sperare e non staremmo parlando di queste cose. Ma già l’anno scorso…”
L’anno scorso? “Visto il potenziale della rosa, temevo per un eventuale campionato di retrocessione. Sono stato smentito, ma l’impressione era che le qualità di Toni coprissero i difetti della squadra, come effettivamente sta succedendo quest’anno. Forse Pazzini avrebbe dovuto sopperire a questo aspetto”.
Un giudizio sul mercato? “Non sto seguendo tutti i movimenti, ma credo che il Verona debba fare acquisti mirati in funzione di un campionato che molto probabilmente sarà di Serie B”.
Cosa è cambiato nel calcio dagli anni ’80? “Oggi il fattore fisico è preponderante, ci sono un atletismo e una preparazione che sono diversi da quello dei miei tempi. Allora il calcio era più bello perché c’era il tempo per giocare il pallone, oggi i tempi si sono ristretti e i giocatori di qualità si vedono perché vanno ad una velocità superiore. Inoltre non c’erano i 3 punti, mentre ora un pareggio è una sconfitta per entrambe le squadre: è questo che ha fatto cambiare la mentalità verso il risultato a tutti costi, ogni partita diventa una finale”.
Torino e Verona sono due squadre a cui è legato, domenica si scontreranno, come finirà? “Normalmente non mi sbilancio e dico pareggio… Questa volta mi aspetto la vittoria del Verona, non con grandi acuti, ma almeno per dare morale e ripagare gli sforzi di questi ragazzi che si stanno impegnando molto e che sono davvero perseguitati dalla sfortuna”.
FONTE: Hellas1903.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Volpati: "Verona, progettiamo ora il futuro. Anche se sarà B"
30.11.2015 12.21 di Lorenzo Marucci
Domenico Volpati, grande protagonista dello scudetto del Verona nel 1985, ha le idee chiare (e anche molto originali) sulla grave crisi dei gialloblù. "Sono dell'idea che a questo punto si debba per forza prendere in considerazione che il prossimo anno la squadra giochi in B - dice a Tuttomercatoweb.com - la società deve prendere in pugno la situazione ed è necessario che faccia un programma a medio termine. Deve essere più lungimirante. Ormai, visto come la squadra gioca e i gol che prende, anche la gente, che non è stupida, ha un quadro chiaro della situazione"
Magari però cambiando il tecnico c'è ancora la possibilità di arrivare a salvarsi...
"Il problema è che adesso bisogna programmare: occorre prendere un tecnico a cui si dica di stare al Verona per tre anni e con cui si costruisca la squadra. Serve un progetto che guardi ai giovani su cui confidare. In B ci vogliono giovani interessanti, non puoi farla con i... relitti. Certo, al tempo stesso occorre dare dignità a questo campionato. Credo che Guidolin possa essere tra tutti i nomi fatti, il tecnico più giusto per prendere in mano la situazione: è stato il capitano del Verona che vinse il campionato di B nell'82 e questo conta. Bisogna insistere sugli ex giocatori del Verona, è necessario valorizzare le qualità umane e tecniche di coloro che sono passati da qui. Faccio un esempio: lo scudetto fu vinto con Bagnoli in panchina e Mascetti ds, guarda caso due ex giocatori del Verona. Bisogna tener conto di questi fattori, le persone che hanno vestito questa maglia alla fine non ti tradiscono".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Una vita da Volpati
Dentista e campione d’Italia con il Verona. Lo sport trasmette valori utili anche nella professione
Era il 1985 quando il Verona si laureò campione d’Italia, precisamente trenta anni fa. Fra gli undici che conquistarono il tricolore per gli scaligeri c’era Domenico Volpati che al termine della carriera, cinque anni dopo, si laureò in medicina presso l’università di Pavia. “A quel punto – dice – avevo trentanove anni, ero sposato e avevo una bambina. Non potendo affrontare una specializzazione, data l’età, puntai sull’odontoiatria. E da allora faccio il dentista”.
Nella vita di Volpati il calcio ha significato tanto, al di là dell’ambito sportivo. “Lo sport – sottolinea – mi ha insegnato molto anche su come costruire un buon rapporto umano con le persone. E da medico posso dire che questo accrescimento è stato un bagaglio che con i pazienti mi è stato particolarmente utile”. Volpati, centrocampista, ha una carriera calcistica sempre in crescendo: è in serie D con il Borgomanero negli anni ’60, passa in C nella Solbiatese, in B nella Reggiana, Como e Monza, e, a 27 anni, nel ’79, viene ceduto in serie A al Torino (che pochi anni prima aveva vinto lo scudetto con i ‘gemelli del goal’ Graziani e Pulici).
Tra un esame e l’altro all’università approda al Brescia. Dopo di che, nel 1982, incontra Osvaldo Bagnoli che lo convince a seguirlo al Verona. Con i gialloblù Volpati si laurea campione d’Italia nella stagione ‘84/’85 e termina la carriera in C nel Mantova. Dello scudetto ricorda tanti momenti, ma uno in particolare: la partita Udinese-Verona terminata 3 a 5. “Era l’Udinese di Zico, Edinho, Carnevale, De Agostini e tanti altri. Era una squadra di campioni e noi riuscimmo a batterla”.
L’ASSOCIAZIONE DEI MEDICI CALCIATORI CERCA NUOVE SQUADRE
[...]
FOTO GALLERY:
Volpati in studio | Volpati in campo | La Nazionale dei medici calciatori |
Carlo Ciocci
@FondazioneEnpam
data pubblicazione : 08/10/2015
FONTE: ENPAM.it
ALTRE NOTIZIE
Scudetto del Verona, 30 anni dopo. Volpati: "Vincemmo contro i migliori"
11.05.2015 09.49 di Raimondo De Magistris Twitter: @RaimondoDM
Domenico Volpati, tra i protagonisti del Verona che 30 anni fa conquistò uno storico Scudetto, ai microfoni di Radio Rai ha ricordato quella impresa: "Allora i migliori giocatori erano in Italia e tutte le domeniche dovevamo confrontarci con i migliori giocatori delle varie nazionali. Ogni domenica dovevamo affrontare dei fuoriclasse. Bagnoli dà sempre meriti ad altri, ha la saggezza delle persone semplici. Non aveva bisogno di parlare tanto perché già sapevamo quello che ci voleva dire e quello che voleva fare".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
15:00 | martedì 06 gennaio 2015
Domenico Volpati, il pallone fuori dai denti
«Avevo un esame all'Università e Bagnoli mi disse: 'Perché non vai a correre lungo il Ticino?'...»
di Simone Sacco
TEMPI SUPPLEMENTARI DOMENICO VOLPATI - C'è chi ha scritto "Una vita da mediano". Ma c'è anche chi ha avuto un'esistenza da Domenico Volpati. E, onorando il gioco del football, si è tolto grandi soddisfazioni sportive come disputare otto campionati di Serie A (due col Torino) e vincere uno Scudetto a 34 anni compiuti con la casacca del Verona. Ricevendo i complimenti sinceri del capitano (e amico fraterno) Roberto Tricella che, su Domenico, ha espresso forse il parere definitivo riguardo al suo ecclettismo agonstico: «Volpati è stato il cervello fantasioso di quella storica squadra. Preciso, altruista, piedi buoni ma anche gran faticatore. Gli dobbiamo tutti molto». Una bella investitura per questo simpatico dentista sixtysomething che ha mollato da anni il calcio professionistico, ma che è sempre pronto ad abbandonare il suo Studio (lettera maiuscola) in Trentino per correre a fare beneficenza in maglietta e pantalonicini. E proprio dallo studio (lettera minuscola) partiamo per delineare la sua bellissima aventura.
Domenico, calciatore o laureando: qui sta il dilemma...
«Calciatore, calciatore senz’altro visto che ho giocato a pallone per diciotto lunghi anni, dal '68 col Borgomanero fino all’ultima stagione col Mantova nell’89. E in mezzo alle mie varie stagioni di Serie A con le maglie di Torino e Verona. Ma anche laureando dato che mi sono iscritto alla Facoltà di Medicina di Pavia nel 1970 e ho strappato l’agognato pezzo di carta discutendo la tesi vent’anni dopo, rigorosamente fuori corso! (ride, ndr)»
C’è stato un momento nella tua vita in cui lo studio ha rischiato di superare il calcio?
«Forse nell'82 quando col Brescia sono retrocesso in C1. Lì mi sono detto: "Ok, ho 31 anni e sono indietro con gli esami: sarà meglio che smetta col pallone". Solo che mi dispiaceva, con le "Rondinelle" quell’anno non avevo giocato male e un pensierino alla Serie A – che avevo già conosciuto col Torino nei due anni precedenti – continuavo a farlo...»
13 giugno 1982, ultima giornata di serie B, Verona-Brescia al Bentegodi. Terminerà 1-1 con voi amaramente retrocessi e i veneti promossi nella massima serie. E sulla panchina dell’Hellas sedeva un certo...
«Osvaldo Bagnoli! Fu lui in persona, qualche settimana dopo, a farmi la proposta di andare a giocare in A coi gialloblu. Ed io che mi già vedevo come un tranquillo studente universitario passai tre notti in preda all’angoscia! (ride, ndr) Alla fine però accettai e da lì cominciarono i sei anni più belli della mia vita: lo Scudetto dell'85, le amicizie di ferro con Tricella e De Agostini, il sentirmi parte di una compagnia affiatata ed invincibile. Che bei ricordi!»
Ci aggiungerei anche il tuo ruolo "all’olandese" nell’anno del tricolore. Ammetto che a quasi trent’anni di distanza non ho ancora capito bene in quale parte del campo giocavi...
«Facevo il jolly. Sai, parliamo di un football in cui una rosa era composta in media da quindi giocatori più due ragazzi della Primavera, non c’erano i trenta tesserati ed oltre delle squadre attuali... Quell’anno cominciai con la maglia numero 8, da classica mezz’ala, e via via mi adattai al ruolo del terzino, del mediano, dello stopper ecc. In pratica non ho giocato da libero perché Roberto Tricella era sano come un pesce, se no avrei fatto pure quello!»
Un calciatore odierno avrebbe già telefonato in lacrime al suo procuratore...
«Ed invece io ero molto orgoglioso di cambiare spesso ruolo. Esattamente come per gli esami universitari, mi è sempre piaciuto mettermi alla prova. E fare bella figura.»
Ad allenare, però, non hai mai pensato...
«No, perché per me il calcio era il campo, lo spogliatoio, la sudata, l’allenamento, la battuta tra amici ecc. La panchina? Non mi ci vedevo proprio e mi sa che ho pure avuto ragione perché, da quando mi sono ritirato, sono piombati sulla scena una caterva di allenatori che per me non hanno mai avuto lo spessore umano per fare quel mestiere...»
Nomi?
«Non te ne farò mai, non è nel mio stile (sorride, ndr). Diciamo però che non ho mai gradito i cosiddetti "urlatori", allenatori bravi solo a sbraitare e ad insultare i propri atleti... L’Osvaldo (Bagnoli, ndr) quasi non lo sentivi parlare, sussurrava durante gli allenamenti, ma ne capiva di pallone e di psicologia, eccome se ne capiva!»
Tu ora fai il dentista ed hai uno studio a Cavalese in Trentino, giusto?
«Correttissimo.»
Scusa, ma per uno come te – laureato in Medicina – non sarebbe stato più automatico fare l’ortopedico?
«E la specializzazione dove la metti? (ride, ndr) Te l’ho detto, mi sono laureato tardi, a 39 anni. Avevo già dedicato troppo tempo allo sport e, a livello medico, mi occorreva una scorciatoia per poter esercitare il prima possibile. E così ho fatto il dentista»
Ma è vero che un esame lo superasti il giorno dopo una partita di Coppa UEFA?
«Sì, col Verona giocammo in Germania contro il Werder Brema nei quarti di finale della Coppa UEFA ’88. All’andata perdemmo in casa 1 - 0 e al ritorno non riuscimmo a ribaltare il risultato per via anche di un tempaccio da lupi. Io entrai negli ultimi venti minuti, feci il mio, ma il difficile - credimi - venne dopo: nello spogliatoio eravamo tutti delusi ed io dovevo ancora andare dal mister a chiedergli un permesso per il giorno dopo...»
Come andò a finire?
«Che Bagnoli mi accordò la giornata libera in quel di Pavia a patto che andassi a fare un allenamento defatigante, una rifinitura, lungo le sponde del Ticino... Immaginati io che dovevo dare Patologia Applicata, uno degli esami più duri di Medicina, teso come una corda di violino e in attesa del mio turno, se potevo pensare alla rifinitura quel giorno! (risate, ndr)»
Tu conservi un record poco invidiabile nel nostro calcio: quattro partecipazioni alla finale di Coppa Italia (due col Torino e due col Verona) e zero vittorie in totale...
«Sai proprio tutto, eh? Ebbene sì, l’avevo rimosso ma poi qualche anno fa il tuo collega Stefano Bizzotto della RAI mi ha regalato un DVD dedicato alla finale Roma-Torino del 1980. 0 - 0 dopo i supplementari e così si va ai rigori. Andiamo in vantaggio 2 - 0 con ancora tre rigori da battere e a quel punto mi dico: "Beh, ormai è fatta". Morale? Ne sbagliammo quattro di fila con Greco, Graziani,Pecci e Zaccarelli e la Roma vinse 3 - 2 con tiro decisivo di Ancelotti. Hai presente una doccia ghiacciata? Ecco, uguale»
Ci sarà mai un altro Volpati in futuro? Intendo sul campo.
«Ne dubito visto che ho fatto solo figlie, tutte piuttosto brave con lo sci. D'altronde sono nate in Val di Fiemme...»
Però il papà gioca ancora ogni tanto...
«Sì, faccio del volontariato con l’ASD Ex Calciatori Hellas Verona Onlus(per maggiori informazioni cliccate QUI https://www.asdexcalciatorihellasverona.com/, ndr): ci ritroviamo con gli altri ragazzi dello Scudetto e organizziamo partite amichevoli dove, tra le altre cose, vendiamo anche il nostro merchandising. Siamo sommersi di richieste e quindi ogni tanto ci tocca fare della selezione a monte ma il nostro presidente onorario, Domenico Penzo (che è succeduto al meraviglioso Franco Nanni che ha fondato la stessa Onlus), se la cava alla grande»
Un proposito per il 2015 appena iniziato? E che coinciderà col trentennale dello scudetto dell'Hellas...
«Una bella festa per Osvaldo Bagnoli che a luglio compirà 80 anni. Mister non faccia il timido, stiamo già preparando la torta con tutte le candeline!»
Cosa significa per te ripensare a quello storico Scudetto tre decadi dopo?
«Significa ripensare alle mie nozze visto che mi sono sposato il giorno dopo la partita casalinga con l’Avellino, l'ultima di quel campionato. Diciamo che ho festeggiato due volte! E poi... (riflette, ndr)»
E poi...?
«Mi viene ancora in mente una telefonata che mi fece Roberto Tricella alle due di notte dopo la nostra sconfitta casalinga col Torino. Non riusciva a dormire esattamente come me, era agitato... Mancavano cinque giornate alla fine, il Torino si era rifatto sotto e lì ci venne una gran strizza di non riuscire a farcela. Una gran sofferenza, insomma. Ma è sempre dalla sofferenza che nascono le grandi vittorie».
Rubrica a cura di Simone Sacco (per comunicare:calciototale75@gmail.com)
FONTE: CalcioNews24.com
L'INTERVENTO DI UN EROE DELLO SCUDETTO
IL "DOTTOR" VOLPATI ECCO COME SI DIFENDE
02/12/2014 13:40
"Pensavo che l'arrivo di Rafa Marquez portasse tranquillità alla difesa del Verona... Ecco... Ne ha portata anche troppa... Questa squadra deve ricordarsi che deve difendere sempre con gli occhi della tigre. Sempre con grinta. Fino all'ultimo minuto".
Così Domenico Volpati, il "dottore" del Verona di Bagnoli, uno dei grandi eroi dello scudetto gialloblù, ha dato la sua lettura sul momento attuale della squadra di Mandorlini. Parole di un grande personaggio su cui meditare...
FONTE: TGGialloBlu.it
Volpati, dal Verona dello scudetto allo studio a Termeno
di Alessandro Zuvali 11 ottobre 2013
TERMENO. Ha marcato Maradona, Platini, Zico, Gullit, Falcao e altri giganti del calcio mondiale. Domenico Volpati, classe 1951, è passato dal reparto difensivo del Verona ( campione d'Italia nel 1985 ) a quello di cura e prevenzione odontoiatrica nel suo studio di Termeno. Al pari del compianto Socrates, centrocampista stellare della Selecao, anche Volpati riesce a laurearsi in medicina e chirurgia, coniugando l'impegno professionistico nel calcio con gli esami universitari, fino al raggiungimento del prestigioso traguardo accademico. Esercita a Termeno e vive a Castello di Fiemme, dove spesso vengono a trovarlo altri illustri del suo tempo, dagli ex compagni Pietro Fanna e Hans Peter Briegel fino al “Pablito” Paolo Rossi del Mundial '82, col quale è legato da profonda amicizia.
Volpati, quali eventi l'hanno portata proprio a Termeno?
«Dal 1982 al 1988 la squadra del Verona veniva in Val di Fiemme per il ritiro pre-campionato. Durante una passeggiata per Cavalese, proprio in una di quelle estati, mi fermò un signore del posto tifoso del Torino, squadra nella quale militai prima del Verona, felice di potermi conoscere personalmente. Venne poi a seguirmi in una amichevole a Cavalese accompagnato dalla figlia Daniela... ».
E venne il 20 maggio del 1985...
«Vede il caso, che non esiste poi...quella ragazza divenne mia moglie e madre delle mie due figlie, che sposai nella chiesetta di Redagno proprio in quel meraviglioso lunedì di primavera».
Lunedì?
«Il giorno prima ero sul rettangolo di gioco alla conquista dello scudetto, che arrivò proprio alla vigilia del mio matrimonio».
E poi a Termeno...
«Lasciai il calcio a 38 anni, nel 1989. Mi trasferii con la famiglia a Castello di Fiemme nel gennaio del 1992 e contestualmente iniziai la professione medica a Termeno».
Dai 55mila del Bentegodi a Via Hans Feuer a Termeno, ma non le mancava l'urlo dello stadio, le trasferte all'Olimpico, al Meazza, al San Paolo?
«Sia a Termeno che a Castello ho trovato una dimensione umana e professionale per me piacevolissima, appagata anche da affetti ed amicizie nuove, stimolanti; insomma io qui ci sto benissimo anche grazie alla mia passione per la montagna e lo sci. Il calcio? L'ho vissuto nella sua più autentica totalità, partendo giovanissimo e passando dalla gavetta della C1 alla serie cadetta fino all'olimpo della Serie A. Ho ricordi unici, difficilmente esprimibili con le parole, ma non ho nostalgia, ho dato e avuto, ora sono solo felice».
Passando anche per il Druso...
«Già...vero, che ricordi anche quelli! Giocavo nella Solbiatese al tempo, nel 1971, e incontrai il grande Bolzano di Milani, Bedendo, proprio al Druso».
E i suoi compagni del Verona li vede ancora?
«Li vedo ancora, ci ritroviamo ancora tutti e spesso, proprio a Verona, mister Bagnoli compreso. Abbiamo anche fondato una Onlus per scopi benefici e questo ci lega ancor di più».
FONTE: AltoAdige.Gelocal.it
TORO
Domenico Volpati: ”Scudetto? L’Hellas fu più bravo ma anche più fortunato”
Nella carriera di Domenico Volpati, giocatore di Hellas e Toro negli anni ’80, Torino e Verona sono state senza dubbio le due piazze più importanti. Uno scudetto e tanti bei ricordi non si dimenticano molto facilmente.
di Roberto Maccario, 25/09/2013, 16:00
Nella carriera di Domenico Volpati, giocatore di Hellas e Toro negli anni ’80, Torino e Verona sono state senza dubbio le due piazze più importanti. Uno scudetto e tanti bei ricordi non si dimenticano molto facilmente.
Signor Volpati buongiorno. Sette punti per il Torino dopo quattro giornate, uno in meno per il Verona: c’è di che essere soddisfatti, non crede?
Sì, l’inizio è stato positivo per entrambe: il Toro gioca molto bene mentre il Verona, per essere una neopromossa, si è tolta una bella soddisfazione battendo il Milan( anche se i rossoneri senza Balotelli sono a mio modo di vedere una squadra da metà classifica). Contro il Sassuolo la squadra ha vinto anche se soffrendo un po’, mentre a Torino con la Juve è stata sconfitta in maniera dignitosa.
Ai suoi tempi però queste due squadre lottavano per lo scudetto: potrà mai risuccedere?
E’ molto difficile, perché ormai la classifica è spaccata e ci saranno sempre cinque o sei squadre nettamente al di sopra di tutte le altre.
Quali sono i ricordi migliori che si porta dietro da queste due piazze?
Da Torino mi porto dietro l’esordio in serie A a 28 anni, in una squadra dal notevole spessore con otto nazionali in rosa, e le grandi sfide europee come quelle contro Stoccarda e Grasshopper in Coppa Uefa; ricordo poi con grande affetto il presidente Pianelli. Da Verona, oltre allo scudetto, mi porto dietro sei anni bellissimi con due quarti posti e un sesto posto.
A proposito dello scudetto: in quel campionato beffaste proprio il Toro, ricordi?
Sì, il Toro era una grande squadra con tanti ex compagni e ottimi giocatori come Zaccarelli, Schachner, Serena e Junior. L’Hellas però fu più bravo e, a dire il vero, anche un po’ più fortunato, perché in queste imprese ci vuole sempre un pizzico di buona sorte.
I momenti più amari invece?
La sconfitta arrivata con la maglia del Toro nella finale di Coppa Italia del 1980 persa ai rigori contro la Roma dopo essere stati avanti per 4-1 nella sequenza. Nella mia carriera non ho mai vinto la Coppa ma sono riuscito a perdere quattro finali: due con il Torino e due con il Verona.
Adesso Volpati non si occupa più di calcio, vero?
No, mi sono laureato in medicina, sono dentista da 23 anni e ho uno studio in Provincia di Bolzano.
Roberto Maccario
FONTE: ToroNews.net
Agosto 2013
L'intervista a Domenico Volpati
Di Massimo Corsano
Domenico Volpati (nella foto a sinistra insieme a Corsano) nasce a Novara il 19 agosto 1951. Non ha mai vestito la maglia azzurra ma come leggerete nell'intervista è un grande tifoso della squadra piemontese e, in una circostanza, ha difeso la nostra bandiera... Nella stagione 1984-85 ha vinto lo scudetto con l'Hellas Verona ed ha inoltre disputato ben quattro finali di Coppa Italia. Giocatore polivalente, si è sempre adeguato al ruolo in base alle esigenze della squadra dove ha giocato.
Nella stagione 1984-85 vinci lo scudetto con il Verona, ci racconti qualcosa di quello scudetto? “Arrivavamo da un quarto posto ottenuto nel campionato 1982-83 e da un sesto in quello successivo, inoltre avevamo conquistato due finali di Coppa Italia (N.d.R. le altre due le ha conquistate con il Torino); si erano susseguiti due anni di preparazione e ormai l'ossatura della squadra si era formata. Con gli arrivi di Briegel ed Elkjier abbiamo formato un ottimo gruppo, questo ci ha permesso di trovare lo scudetto che non era una cosa programmata, siamo arrivati primi alla fine del girone di andata e, lì, abbiamo capito che potevamo lottare per le prime posizioni, ma ovviamente tra dirlo e farlo ne è passata”.
Il giocatore attuale del Novara nel quale ti rivedi maggiormente? “Ero un giocatore molto particolare, che ha ricoperto praticamente tutti i ruoli tranne quello del portiere... Sono nato come centravanti nella Solbiatese, poi l'anno dello scudetto sono partito come stopper, ho poi giocato da mezzala per otto partite e poi dieci partite da terzino e alcune da libero... Diciamo che per rispondere alla domanda devo quindi indicare più giocatori in ruoli diversi... Mi rivedo maggiormente in Marianini, Pesce e Ludi”.
Il tuo giudizio obiettivo sul mercato del Novara? “La società si è mossa bene, hanno investito nei giovani e hanno dimostrato di avere le idee chiare, poi nel calcio ci sono delle squadre molto forti con dei giocatori che, presi singolarmente, rappresentano un valore aggiunto ma non apportano il giusto rafforzamento alla squadra. Aglietti, a mio avviso, è un allenatore che riesce a creare il gruppo. Per me, inoltre, un giocatore come Rigoni varrebbe la pena di tenerlo... È un atleta che al Novara potrebbe dare un contributo notevole, uno di quei pochi giocatori che in Serie B, se in condizione, fa la differenza”.
Dove credi possa arrivare questo Novara? “Il campionato di Serie B è un campionato molto particolare, io ne ho giocati cinque e ti dico che c'è stato un anno, nel quale militavo nel Brescia (N.d.R. stagione 1981-82) in cui, prendendo singolarmente ogni giocatore, rappresentavamo forse la squadra più forte del campionato. A novembre vi furono dei piccoli ritocchi e alla fine, con una squadra con la quale avremmo dovuto vincere il campionato, siamo invece retrocessi... Nel campionato cadetto ci vuole molta umiltà e ciò vuol dire rispetto degli avversari e consapevolezza nei propri limiti; devi rimanere sempre in tensione. In Serie B ogni partita è una battaglia, dove se cali un attimo il ritmo perdi anche contro l'ultima in classifica. Non faccio previsioni, però l'augurio che faccio al Novara è quello di migliorare il traguardo conquistato lo scorso anno...”.
Dopo la sconfitta per 2-1 ad Avellino, il Novara debutta al “Piola” sabato alle 18 contro il Siena. Che partita prevedi? “Sarà una partita molto difficile perchè il Siena alla prima giornata ha dimostrato, vincendo 5-2 contro il Crotone, di essere una squadra che non molla nulla… Sarà anche in crisi il loro sponsor principale (N.d.R. l’Istituto di credito Monte dei Paschi) ma, sicuramente, non le squadre di calcio e basket. Il Siena è una delle squadre destinate a lottare per andare in Serie A e sicuramente giungerà ai play-off. In questa partita il Novara avrà subito l'occasione per ritrovarsi portando a casa i 3 punti”.
Un messaggio ai tifosi azzurri e agli utenti di VaNovaraVa.it? “Voglio raccontare un piccolo aneddoto: ricordo una trasferta a Lecco a metà degli anni sessanta dove nel Novara giocavano Udovicich e mio fratello Umberto. Avevo con me la bandiera del Novara e, purtroppo, perdemmo 4-1. A fine partita alcuni tifosi del Lecco cercarono di portarmi via la bandiera ma io riuscii a difenderla e a riportarla sul pullman. Seguo sempre il Novara, la squadra della mia città, gioisco per le vittorie e mi rammarico per le sconfitte. Questo deve essere sempre lo spirito di chi tifa e sostiene il Novara! Saluto con affetto tutti i tifosi azzurri e forza Novara sempre!”.
Massimo Corsano
FONTE: VaNovaraVa.it
DOMENICO VOLPATI: “VERONA, TE LO MERITI”
di Redazione Hellas1903, 16/05/2013, 22:00
“Vincere non è mai facile, anche quando sei favorito. Ancora un piccolo sforzo e il Verona ce l’avrà fatta. Un successo meritato per quanto è stato fatto da tutti. Dalla società all’allenatore e il suo staff, e poi i giocatori”.
Domenico Volpati è una delle leggende del Verona. Nel sondaggio condotto nei mesi scorsi da www.hellas1903.it è stato votato come miglior jolly di centrocampo della storia dell’Hellas. Protagonista degli anni più belli, grande saggio di uno spogliatoio che non ha paragoni e che porta con sé legami di amicizia che continuano a distanza di decenni.
Volpati commenta così il momento di un Verona che è vicinissimo alla A: “Manca poco e credo che sia un obiettivo che la squadra ha cercato fino in fondo. Andrea Mandorlini ha fatto un grande lavoro. Ci sono state delle critiche, ma è normale che sia così quando punti in alto e i margini di errore sono ridotti. Ha sempre tenuto unito il gruppo, con un altro punto avrà raggiunto il risultato che tutti volevano e questa è la cosa più importante. I valori, presto o tardi, in un campionato lungo come quello di B, vengono fuori”.
E Volpati continua: “Se tutto andrà bene il Verona ricomincerà dalla Serie A, e lì ci saranno da fare altre considerazioni. La categoria ha tutt’altre difficoltà da affrontare. A quel che mi riferiscono e per quanto vedo la società è seria. Questo è importante: la dirigenza che è in grado di programmare è un valore aggiunto fondamentale. Riprendiamo da qua dopo tanto tempo. Ci vuole ancora l’ultimo impegno necessario, dopo saremo contenti e soddisfatti. Forza Hellas, siamo con te”.
FONTE: Hellas1903.it
24.05.2012
Volpati, il fuoriclasse fuori corso che voleva un futuro alternativo
CALCIO. «Pensavo che se fosse andata male con lo sport almeno avrei avuto dell'altro da fare»
L'ex giocatore dell'Hellas Verona non ha mai abbandonato gli studi Appese le scarpette si è laureato in medicina e oggi fa l'odontoiatra
Volpati, il fuoriclasse fuori corso che voleva un futuro alternativo
«Se puoi sognarlo, puoi farlo». Così Walt Disney “svecchia” l'inflazionato detto popolare «volere è potere». Un suggerimento o una certezza? Nello sport, come nella vita, forse, una promessa. I giovani atleti ambiscono alle luci della gloria. Quella passione brucia dentro e ai libri, che angoscia, meglio non pensarci. Il gioco, il pubblico, il successo, i soldi: fossero materia d'esame, sarebbero tutti promossi. La scuola ha delle regole ben diverse, ma sono così inconciliabili con lo sport? Può un campione essere anche un bravo studente? E, viceversa, può un bravo studente diventare un vero campione? Il mondo dello sport, quello ad alti livelli, ci regala delle sorprese e alcuni nomi illustri del professionismo veronese di ieri e di oggi ci raccontano interessanti verità.
«Sono fiero di essere riuscito a portare avanti sia la carriera sportiva sia quella scolastica e, se tornassi indietro, rifarei tutto quello che ho fatto», afferma con grande serenità Domenico Volpati, ex centrocampista dell'Hellas Verona e protagonista dell'indimenticabile scudetto del 1985 .
«Il percorso universitario è un arricchimento personale e ti aiuta a guardare al futuro in modo più bilanciato, rispetto alla provvisorietà del mondo calcistico. Ho sempre pensato che se, fosse andata male la mia carriera sportiva, avrei avuto una valida compensazione nella scuola». Un fuoriclasse fuori corso di ben dodici anni, ma dentro la costanza di non mollare mai. In nessun campo, in nessun momento.
«Conciliare sport e scuola non è un'impresa facile, soprattutto giocando ad alti livelli, non soltanto per gli allenamenti frequenti o per le numerose trasferte, ma anche per la pressione mediatica. Se sbagli o non ci sei con la testa, l'indomani le pagine dei giornali e i tifosi parlano di te. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia che mi ha educato allo studio e che ha dato sempre molta più importanza alla mia formazione scolastica rispetto alla mia grande passione sportiva che, poi, è diventata per un ventennio il mio mestiere. Dalla Voluntas, la squadra dell'Istituto Salesiano di Novara, dove mi diplomai, alla Solbiatese, in Serie C il passo fu breve e, nello stesso anno, mi iscrissi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Pavia, a pochi chilometri da Solbiate Arno. Passai alla Reggiana, in Serie B e, nel 1982, giunsi a Verona, in Serie A. Nei sei anni di permanenza in squadra scaligera, non diedi più di due o tre esami l'anno. Però ne ricordo uno, quello di patologia medica per il quale feci una fuga in piena notte. L'Hellas disputò una partita di Coppa Uefa contro il Werder Brema. Al termine del match, un volo Charter ci riportò tutti a Verona. Io andai a casa, presi l'auto e imboccai l'autostrada verso Pavia, tra il buio e la foschia invernale. Non dimenticherò mai l'espressione di Osvaldo Bagnoli che, guardandomi, mi disse: "Ma dove vai? Domani salterai l'allenamento?" e io risposi: "Certo Mister. Devo dare un esame all'università. Poi torno". Nel 1985 vincemmo lo scudetto e, l'indomani, mi sposai. Quell'anno non diedi nemmeno un esame: avevo programmato il matrimonio, mica potevo immaginare che avremmo vinto lo scudetto! A 38 anni ho smesso di giocare e a 39 mi sono laureato. Avrei potuto smettere a 33 anni e laurearmi prima, ma se lo avessi fatto, non avrei vissuto l'emozione di vincere lo scudetto. Dopo la laurea, intrapresi la libera professione come medico odontoiatra che svolgo da 21 anni. Incontro sempre con piacere gli ex compagni di corso e di squadra e lo sport, con il calcio, lo sci e le passeggiate in montagna, è sempre con me».
Maria Cristina Ricci
FONTE: LArena.it
'FORSE ORA CAPIRO' L' IMPORTANZA DI CHIAMARMI VOLPATI'
"DI SICURO mi prendo la laurea. Ci tengo per me. Poi magari faccio il muratore o l' elettricista o apro un ristorante, ma voglio laurearmi a Pavia, anche se col calcio adesso va bene, va fin troppo bene. Un mese ero al mare in Sardegna con mia moglie Daniela e in spiaggia ci siamo trovati davanti un giornalista. Che crollo Domenico, mi son detto, con una gran voglia di scavare nella sabbia: quando vengono a cercarti pure al mare significa che sei famoso. Ma a me sembra ieri che ho cominciato, e mio padre mi diceva: vergognati, guarda quanto guadagni per tirare dei calci a una palla. Sembrava molto a lui, ex impiegato statale, ma io francamente non ho mai guadagnato molto per essere un calciatore, nel senso che avrei potuto guadagnare di più andando al Pescara anzichè al Monza, o non restando cinque anni alla Solbiatese.
Così sono stato testimone dell' unico licenziamento e dell' unico scudetto, per ora, di Bagnoli. Quella domenica noi giocatori eravamo molto fieri di lui, per come aveva risposto secco al presidente Carabelli di non impicciarsi di questioni tecniche. La mattina dopo l' hanno licenziato, era al suo primo impiego in panchina. Eppure anche i Carabelli eran brave persone, con un' idea molto padronale della gestione della squadra. Ma intanto Solbiate era il paese più piccolo ad aver mai avuto una squadra in C".
"Qui va a finire che l' anno prossimo le ferie le faccio dalle mie parti, a Cassolnovo. Coi miei amici, Gino Giancarlo e altri ci si trova in via Roma, fuori dal bar Bellaria e si sente fresco solo quando passa una corriera, anzi ci si sporge per prendere la ventata, come per succhiarla. Ma adesso, con la circonvallazione nuova per Mortara, c' è meno traffico e fa più caldo. Lì si parla di calcio fino a tardi, loro non pensavano mai che io avrei vinto uno scudetto e francamente neanch' io. Conta su Domenico dicono e mi rendo conto che è difficile spiegare tutta la faccenda. Così ricorro agli esempi. Per esempio, verso la fine di gennaio Tricella mi diceva pensa che fortuna ho io a giocare in serie A, io che di testa non la prendo mai, non ho il sinistro e come prestanza fisica non ne parliamo. Eppure era il capitano della squadra prima in classifica e sentiva odore di nazionale, ma la verità è che al Verona si può vincere senza perdere di vista la realtà e si continua a correre anche dopo il traguardo".
"Io nei vari campionati ho già giocato 470 partite e mai mi sono sentito titolare e mai mi sono affezionato a una maglia, dal due all' 11 le ho messe tutte, il portiere non posso farlo perchè è come se da piccolo avessi ingoiato un binario, ho la schiena rigida. I compagni mi chiamano Volpe, ma il mio soprannome dovrebbe essere Parentesi perchè ogni anno ero sempre tra parentesi. Mi consolavo pensando che succedeva la stessa cosa a Marini, a Scanziani, di cui adesso è troppo facile parlar bene e quindi non lo faccio. Però mi ha fatto piacere leggere che Platini aveva assegnato i suoi ' Oscar' per i calciatori non protagonisti a me e a Scanziani. Un mio amico mi ha detto: è come se tu avessi recitato una vita nei teatrini off, a Verona un grande regista, Bagnoli, ti ha trovato il ruolo giusto in una recita di grande successo e la critica si è accorta di te".
"Hai detto niente, spiegare il Verona. Bisognerebbe prenderli tutti uno per uno, da Garella che parava anche i missili a Galderisi, a Di Gennaro. In tutta sincerità io dico che la bilancia dalla nostra parte l' ha fatta pendere il fatto che a centro campo c' era Briegel e non Volpati. Sto tedesco è una cosa incredibile, fa 70 metri di corsa e poi alza la testa e mira l' angolino, quando un altro non saprebbe più nemmeno come si chiama".
"Il secondo anno di Verona, certe domeniche uscivo dal campo stravolto dalla fatica, avevo corso novanta minuti come un asino senza mai veder la palla. Però pare che serva anche questo, tatticamente. C' è chi fa gli acuti e c' è chi assicura il sottofondo musicale. E tutti servono. Certo che giocare in difesa è più riposante, si lavora molto meno. Marcare a uomo è facile, a zona no, puoi anche essere bravo ma se non è brava la squadra fai solo figuracce. Io le marcature comincio a farle nel sottopassaggio, guardo se il mio uomo ride, o se è teso, e mi concentro. Poi trovi quelli imprevedibili, come Schachner, sembrava un pollastro, non sapevo mai cosa aveva in testa e forse non lo sapeva neanche lui, però mi andava via. Invece con Altobelli, grandissimo ma logico nelle giocate, mi trovo meglio. O con Platini. Ma certi giocatori li puoi solo arginare, limitare, non cancellare, altrimenti lui non sarebbe Platini e io non sarei Volpati".
"Io sono come quelli che a scuola prendono la sufficienza in tutto ma non sono delle cime. I cambiamenti di ruolo mi tengono giovane. Tanto, è sempre calcio. In una amichevole con una squadra danese Bagnoli mi ha messo centravanti negli ultimi venti minuti e ho pure fatto un gol, ed ero contento di giocare centravanti. E da terzino sinistro, sempre con Bagnoli, ho giocato a Como perchè s' era fatto male il titolare, Martinelli. A dir la verità, mi preoccupa sto fatto che Bagnoli mi ha messo nella formazione-tipo, è la prima volta che non sono tra parentesi, che per me era come la coperta di Linus. Ma insomma, si vedrà. Tanto lo scudetto non lo rivinciamo, sarebbe già bello difenderlo con dignità, senza svaccare, e io credo che possiamo farcela. Per lo scudetto tifo Sampdoria, perchè loro hanno la nostra mentalità, e poi metto Torino e Inter, ma solo perchè c' è Fanna che è un amico".
"Chissà perchè ho ricordato anche il Toro. Ci ho passato due anni terribili. Pensavo di trovare un bell' ambiente, forse ero impreparato io, troppo goliardico, davanti ai vari Sala, Pulici, Graziani, Pecci, Zaccarelli. Invece era un ambiente arido, asettico, pieno di gente arrivata che parlava solo dei suoi diritti e mai dei suoi doveri. Aria grama. Già in ritiro, una sera, ho detto a Carrera, uno nuovo come me: Giorgio, mi sa che qui non vinciamo un' ostia. E difatti. Lì a Torino mi ero smarrito del tutto, ero pronto anche a tornare in serie D pur di andarmene. O a smettere. Ci avevo già provato a Como, con Rambone, poi avevo strappato due milioni in più all' anno ed ero tornato, dopo cinquanta giorni di lontananza in cui avevo dato due esami. Ma la cosa più buffa è che volevo smettere alla fine del campionato ' 82, ultima partita Brescia-Verona, col Brescia già retrocesso in C e il Verona già in serie A".
Bagnoli prima della partita mi chiede se voglio andare a Verona, io preferivo stare a Brescia, c' era un bell' ambiente, per me non era questione di categoria, oppure gli ho detto che potevo anche smettere e laurearmi finalmente. No grazia, gli ho detto. Poi è venuto un gran temporale, hanno rinviato la partita. Pensaci su questi tre giorni, ha detto Bagnoli. Ci ho pensato su e poi ho detto di sì. La vita è strana. Adesso mi sentirei di giocare altri tre anni, anche se l' ambiente, non dico il nostro, ma quello del calcio in generale è esasperato, uno che prende un miliardo all' anno pensa anche di notte a come può prenderne uno e due, non è più vivere, ma sono le società le responsabili di questa esasperazione, molto più dei giocatori che si limitano a seguire la corrente.
"Io non mi sento vecchio perchè il calciatore è come se lo facessi solo da cinque anni e ho ancora tanto fiato e tanta voglia di giocare. Come posso e come so, da generico. Mi sembra ieri che mi raccontavano di mio padre che gridava a mia madre ' dona, vegn a vedè el to fioeu' , e quando lei arrivava davanti al televisore io ero già sparito. Però ci ero stato, anche un attimo, e le soddisfazioni erano queste. E adesso mi ritrovo in Coppa dei Campioni, è ben buffo, a forza di correre mi sono ritrovato oltre i sogni".
dal nostro inviato GIANNI MURA
25 luglio 1985
FONTE: Ricerca.Repubblica.it