Data di nascita: | 21/10/1956 |
Luogo di nascita: | Quinto di Treviso (TV) |
Italiana | |
Ruolo: | Difensore |
Altezza: | 174 Cm |
Peso: | 72 Kg |
Posizione: |
SQUADRA
STAGIONE
SERIE
PARTITE
GOAL
Inter
1986-87
A
3 (+3CI)
0 (+0)
Inter
1985-86
A
19 (+6CI +5CU)
0 (+1 +1)
Hellas Verona
1984-85
A
29 (+7CI)
2 (+0)
Hellas Verona
1983-84
A
27 (+7CI +3CU)
0 (+0 +0)
Hellas Verona
1982-83
A
26 (+13CI)
0 (+1)
Roma
1981-82
A
26 (+1CI +3CdC)
0 (+0 +0)
Napoli
1980-81
A
26 (+3CI)
0 (+0)
Lanerossi Vicenza
1979-80
B
33 (+4CI)
4 (+0)
Lanerossi Vicenza
1978-79
A
24 (+4CI +2CU)
1 (+0 +0)
Lanerossi Vicenza
1977-78
A
12
0
Lanerossi Vicenza
1976-77
B
30 (+3CI)
0 (+1)
Lanerossi Vicenza
1975-76
B
29 (+4CI)
0 (+0)
Juventus
1974-75
A
0
0
Giovanili Juventus
Fino al 1974
-
-
-
LEGENDA: CI=Coppa Italia, CU=Coppa UEFA, CdC=Coppa delle Coppe, CC=Coppa dei Campioni
NEWS E CURIOSITÀ + - =
...Dici MARANGON e la prima cosa che ti viene in mente sono feste animate sulle spiagge di Ibiza fino a tardi, 'distrazioni' non esattamente pertinenti alla vita di un atleta modello ma Luciano, carattere allegro e festaiolo, a questo mirava dopo una vita forse troppo stretta nei panni del calciatore che deve evitare gli eccessi, andare a letto presto e condurre una vita 'sana'.
Eppure in campo col pallone tra i piedi il terzino mancino ci sapeva fare e va annoverato certamente tra i migliori interpreti del ruolo in gialloblù: Efficacissimo sia in fase difensiva che nelle sgroppate offensive, non di rado metteva in area invitanti cross per ELKJAER, GALDERISI o la testa del 'Panzer' BRIEGEL sganciatosi a cercar gloria in avanti.
DALLA JUVE AL LANEROSSI
Cresciuto nelle giovanili della JUVENTUS a 18 anni viene aggregato alla prima squadra ma, dopo una stagione a guardare i colleghi più esperti, dalla stagione 1975-1976 viene ceduto al VICENZA in cadetteria dove trova un ambiente che crede in lui, così dopo una difficile salvezza ottenuta con i biancorossi, conquista la promozione nell'anno successivo quando in panchina arriva Giovan Battista FABBRI ed in attacco l'Italia scopre un certo Paolo (futuro 'Pablito') ROSSI.
La prima stagione in Serie A non è fra quelle da ricordare per MARANGON (anche se il LANEROSSI arriva secondo in campionato) utilizzato poco ma nel '79-'80 riprende il suo posto fisso giocando anche in UEFA.
Dopo la retrocessione rimane per un'altra stagione in biancorosso poi nel 1980-81 passa al NAPOLI concludendo 5 stagioni col VICENZA con 128 presenze e 5 reti.
NAPOLI, ROMA E... IL 'MUNDIAL' SFUMATO
Il 24 esterno mancino vola sulla fascia e conquista un terzo posto coi partenopei, piazzamento che replica nella stagione 1981-82 quando si aggrega alla ROMA e, nonostante sia convocato dal cittì della Nazionale azzurra BEARZOT (che sarebbe diventato Campione del Mondo di li a poche settimane) il 14 Aprile 1982 per un'amichevole contro la GERMANIA EST, Luciano non parte coi compagni per la gloriosa avventura iridata in Spagna.
EUROPA E TRICOLORE CON L'HELLAS
Arruolato da MASCETTI nel VERONA neopromosso in Serie A per la stagione '82-83 (quando proprio gli ex compagni della ROMA torneranno a vincere lo scudetto dopo 40 anni!) Luciano deve aver cominciato a pensare di essere l'uomo dalle occasioni perse ma proprio in gialloblù comincerà la parte più fulgida della carriera che troverà l'apice con la conquista dello scudetto 1984-85 col fratello Fabio giovane panchinaro.
INTER E RITIRO...
In un trasferimento che fece molto scalpore all'epoca, MARANGON venne ceduto dal patròn CHIAMPAN all'INTER insieme a Pierino FANNA ma a dire il vero ne il terzino ne l'ala tornante ebbero molta fortuna in nerazzurro e per Luciano il colpo fu talmente grosso che dopo la seconda stagione a Milano conclusa con sole 3 presenze lasciò il calcio a soli 31 anni in polemica con un mondo che tanto gli aveva dato ma, coerentemente col suo personaggio, lasciò ai posteri una celebre frase 'Il calcio italiano non mi merita!' fattostà che nemmeno il calcio estero seppe cosa farsene di lui e, dopo una breve esperienza come procuratore, l'ex terzino dello scudetto scaligero lasciò definitivamente il calcio aprendo locali ad Ibiza e Formentera...
Questa https://www.facebook.com/luciano.marangon.5 la pagina Facebook ufficiale del terzino campione d'Italia con l'HELLAS ma Luciano è molto attivo anche sul web: Qui https://x.com/luckymarangon il profilo Twitter (con cinguettii protetti da copyright) mentre questo https://www.linkedin.com/pub/luciano-marangon/54/818/70b è l'account LinkedIn...
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ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE + - =
- Tra gli organizzatori del 110° anniversario dell'HELLAS in Arena festa con grandissime premesse e molte attese per le Onlus locali che avrebbero dovuto ricevere il ricavato (al netto delle spese) in beneficenza ma alla fine in cassa non rimarrà praticamente nulla come ammesso da Luciano... Grande amarezza in città, ne nasce addirittura un caso politico col sindaco Tosi che volle vederci chiaro ma finì tutto in una bolla di sapone.
Clickando qui la descrizione dell'indimenticabile serata dell'orgoglio scaligero alla quale partecipai... - Luciano nottambulo playboy? Una leggenda metropolitana a sentire il giocatore che si racconta in questa bella intervista a CalcioNews24.com (che va peraltro parecchio in conflitto con l'immagine che il calciatore ha sempre dato di sé sopratutto sul web dopo aver smesso) 'La mia si chiamava solo curiosità, voglia di vivere, desiderio di avventura. Ma confinavo il tutto alla domenica sera, quando la partita era finita da ore ed il giorno dopo non c'era allenamento da svolgere. Solo che i giornalisti ci ricamavano sopra: mi vedevano al ristorante con qualche graziosa signorina e da lì partivano i pettegolezzi, le esagerazioni, le falsità. Quanta gente ci ha marciato sopra alla mia vita privata...' Certo che se si rilasciano interviste come questa a TGCom24 del 2005 la gente fraintende sicuro!
- Tra fantasia e realtà il fare l'amore con 7 donne contemporaneamente, le avventure coi compagni di squadra e il Best 11 dei festaioli... E' successo veramente o MARANGON le spara un po' grosse? Giudicate voi lui intanto le racconta così 'Farlo con più donne è il sogno di tutti gli uomini, e io ho un record: sette donne contemporaneamente. Mica tutti i giorni, solo una volta nella vita. Ma mi è successo... Chi ricordo degli ex compagni? Rudy Krol che era sposato e diceva alla moglie - vado a far compagnia a Luciano che è solo - E io stavo in giro tutta la notte per farlo divertire a casa mia con le mie amiche e poi Elkjaer: Andiamo a giocare a Copenaghen, siamo in macchina, alcune ragazze lo riconoscono e ci fermano, nel giro di un attimo sono tutte distese sul parabrezza, tette al vento e gesti provocatori. E io: Evvai che ci divertamo. Il "best 11" dei festaioli? Garella, Nela, Fontolan, Krol, io, Sacchetti, Falcao, Volpati, Cerilli, Galderisi e Elkjaer. Allenatori Trap e Bagnoli'
- Le 5 regole del calciatore-playboy secondo Luciano che le racconta a LiberoQuotidiano.it '...A Verona, una volta, passo la notte con una tizia. Dopo una settimana si presenta all’allenamento: “Sono incinta, devi darmi i soldi per abortire”. L’ho mandata a quel paese. Anche perché ero tranquillo. Regola numero uno: usare sempre precauzioni. Quando sei un calciatore sei super corteggiato, le donne ti entrano in casa e c’è il rischio che qualcuna voglia incastrarti. Regola numero due? Essere furbi. Dopo un secondo e mezzo capisci se una donna è affidabile o no. Se non lo è, meglio scappare da un’altra. Tre? Non promettere mai nulla per portarsi una ragazza a letto. Tanto hai la fila. Quattro? Non dire mai “Ti amo”. È la fine. Cinque? Essere chiari, spiegare che vuoi solo un’avventura. Se sei diretto le donne ti rispettano di più. E diventano dirette anche loro. Si diceva che cambiassi squadra ogni anno perché me la faceva con le mogli dei compagni? Non era vero. A proposito di pettegolezzi... Quando giocavo nella Roma ogni lunedì, sulla pagina di gossip del Messaggero, pubblicavano mie foto sempre in compagnia con ragazze diverse. Il martedì Liedholm, alla ripresa degli allenamenti, mi veniva incontro e diceva: “Marangooon, messoooooo ghiacciooo?”. Rispondevo: “Sì, mister, e la caviglia va meglio dopo la botta presa domenica”. E lui, ridendo: “Nooo, Marangooon. In champaaaagne, messo ghiaccio in champaaaaaagne?»'
- I was not born for one corner, the whole whorld is MY native land è la frase che meglio rappresenta il modo di vivere di Luciano ben spiegato in questa intervista 'Al termine della carriera calcistica, sono partito per New York, dove ho studiato comunicazione e marketing alla New York University. Nel corso degli anni, gli incontri e le nuove amicizie mi hanno portato a viaggiare. Sono una persona curiosa, sempre alla ricerca della conoscenza e, soprattutto, sono sempre stato uno spirito libero, per cui sono sempre andato in giro per il mondo. Una frase che potrete trovare sul mio profilo Facebook rispecchia in pieno quel che sono: “I was not born for one corner, the whole whorld is MY native land”, che tradotta vuol dire: “Non sono nato per essere messo in un angolo, il mondo è la mia terra nativa”'
- Animo inquieto e festaiolo il profilo di Luciano mal si prestava alla rigorosa vita da atleta e quando smise di giocare, dopo un soggiorno a New York in cui si narrano faville (feste da 500 persone in un loft di 350 metri quadrati su tre piani) ed una decina d'anni da procuratore, lasciò definitivamente l'ambiente del calcio e cominciò ad aprire aprire locali nelle spiagge più frequentate del mondo a Formentera, Santo Domingo ed in Grecia per poi trovare un approdo (forse) definitivo ad Ibiza dove gestisce un locale con il figlio Diego...
- Stufo dell'imbarbarimento del calcio... 'Per dieci lunghi anni ho fatto il procuratore e devo dire che ero pure bravo.... Venivo dalla scuola di Antonio Caliendo che, a quei tempi, era il numero uno in Italia. Anch'io avevo il mio bel giro di assistiti tipo Stefano Eranio, Francesco Moriero e Fabrizio Provitali... Solo che poi col tempo l'ambiente si è imbarbarito, è diventato una sorta di Far West aperto ad ogni tipo di personaggio improvvisato. Ed io mi sono stufato...'
- Addio al veleno con l'INTER 'Il calcio italiano non mi merita...' Con questa frase (più o meno fedelmente riportata sui quotidiani dell'epoca) Luciano abbandonò la Serie A dopo un paio di stagioni poco proficue all'INTER sopratutto a causa di un lunghissimo infortunio che, a sentire il giocatore, fu persino aggravato dall'atteggiamento della dirigenza nerazzurra che praticamente lo abbandonò al suo destino alla fine del contratto a 31 anni e, quando volle proseguire la carriera in Premier League, fu pesantemente condizionato dal presidente nerazzurro PELLEGRINI che s'impuntò sul 'Parametro UEFA' e non volle scendere di un centesimo costringendo di fatto MARANGON a chiudere la carriera anzitempo
- «Luna tonda» è il titolo dell'autobiografia di Luciano Marangon Il libro, scritto a quattro mani con Argia Di Donato, è un viaggio nella vita dell'ex terzino di Inter, Roma e Napoli, ma anche campione d'Italia con il Verona, dagli stadi italiani alle spiagge di Formentera, dove è proprietario di alcuni locali, dalla passione per le donne all'amore per i figli...
- Col giovane fratello Fabio in quel VERONA di campioni... Nell'HELLAS '84-'85 giocava anche Fabio MARANGON il fratello 23enne di Luciano che giocò solo in 3 gare in quella stagione ma alla fine ottenne lo scudetto sul petto esattamente come gli altri
- Una sola presenza in Nazionale il 14 Aprile 1982 da sostituto di CABRINI poi si fece male con la ROMA ed il cittì BEARZOT non lo convocò più: Luciano perse così l'occasione di laurearsi Campione del Mondo con l'ITALIA ai mondiali spagnoli del 1982 ma lui la prende a tuttoggi con filosofia 'Deluso? No, quell'estate ero in vacanza a Formentera e feci un tifo pazzesco per gli Azzurri'
Luciano Marangon
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Luciano Marangon (Quinto di Treviso, 21 ottobre 1956) è un ex calciatore italiano, di ruolo terzino sinistro.
Carriera
Dopo essere cresciuto nelle giovanili della Juventus passò al L.R. Vicenzanel 1975, giocando da titolare, diciannovenne, il campionato di Serie B conclusosi con una salvezza di misura. L’anno seguente continuò ad essere titolare e conquistò la promozione in Serie A nel primo anno di Giovan Battista Fabbri e di Paolo Rossi al Lanerossi.
Esordì in massima serie il 23 ottobre 1977, due giorni dopo il suo ventunesimo compleanno, ma nella stagione del secondo posto del Vicenza giocò solo 12 partite, sostituito nel ruolo di titolare dal più espertoVito Callioni. Torna ad essere titolare fisso nella stagione seguente, giocando anche in Coppa UEFA. Dopo la retrocessione in B dei biancorossi rimase per un anno a Vicenza per passare poi al Napoli dove ritrovò Mario Guidetti.
Con i partenopei conquistò il terzo posto in classifica, bissato l'anno successivo con la maglia della Roma. Proprio in quella stagione, alla vigilia del mundial spagnolo, è chiamato in Nazionale: esordì il 14 aprile 1982 contro laGermania Est, tuttavia quella fu la sua unica presenza poiché Enzo Bearzot non lo incluse nella lista dei 22 partenti per la Spagna.
Passato al Verona quella stessa estate, lasciò gli ex compagni che vinsero lo scudetto che mancava nella capitale da 40 anni. Ritrovato per la terza volta come compagno Mario Guidetti, dopo un quarto ed un sesto posto centrò il titolo con il Verona alla terza stagione, guidati da Osvaldo Bagnoli. In quella formazione militò anche suo fratello minore Fabio, di sei anni più giovane.
In seguito passò all'Inter, per 3 miliardi di lire, dove non trovò molto spazio: proprio con i nerazzurri, dopo il campionato 1986-1987 con 3 presenze, lasciò il calcio.
In seguito si cimentò nelle attività di procuratore di calciatori; inoltre è proprietario e socio di alcuni locali in Spagna (ad Ibiza e a Formentera).
Palmarès
- Club
Campionato italiano di Serie B: 1 L.R. Vicenza: 1976-1977
Campionato italiano: 1 Hellas Verona: 1984-1985
- Titoli giovanili
Torneo di Viareggio: 2 Fiorentina: 1978, 1979
FONTE: Wikipedia.org
Luciano Marangon autore di "Luna Tonda" ospite a Letto, il programma di Ecotv condotto da Pino Gagliardi, dedicato al panorama letterario italiano |
19 Ottobre 2023 - 11:15 Hellas Live
Hellas Verona-Napoli, Marangon: “Come regalo di compleanno, mi piacerebbe un 3-3”
“Hellas Verona-Napoli si giocherà nel giorno del mio compleanno. Il miglior regalo per me sarebbe un 3-3. Il Napoli, dopo una partenza che non mi aspettavo, ha bisogno di non perdere ulteriori punti altrimenti rischia di star fuori dalle prime quattro” ha dichiarato a Radio Goal, il doppio ex di Hellas Verona-Napoli, Luciano Marangon.
25 Agosto 2023 - 13:15 Hellas Live Lettura: 2 min.
Marangon: “Sbagliatissimo iniziare il campionato col mercato aperto. Il Verona contro la Roma se la può giocare”
“L’inizio del campionato dell’Hellas Verona è stato più che ottimo. Insieme a Frosinone e Lecce, leggendo i giornali, se la giocherà però sino all’ultimo per mantenere la categoria. Ma soffrire, per chi tifa Hellas, non è mai stato un problema. Il successo di Empoli ha dato sicuramente carica alla squadra e giuste motivazioni per proseguire al meglio.
A questa squadra a centrocampo serve sicuramente qualcosa e tutto si deciderà quindi negli ultimi di mercato. Ritengo sia sbagliatissimo iniziare il campionato col mercato aperto e questo, giustamente, più di qualche allenatore l’ha sottolineato.
Il futuro del Verona? Ho letto di un possibile ingresso di un fondo americano e mi auguro che entri qualcuno di livello mondiale. Il calcio oramai va verso questa direzione: ora ci sono gli arabi e non più i cinesi. L’unica è la Premier che tiene testa. A Verona c’è storia, blasone e mi auguro che si possa crescere ancora. La città e la sua gente lo merita.
Doppio ex di Hellas Verona-Roma? Mi sento sicuramente più gialloblù che giallorosso. La Roma non è ancora completa ed il Verona, domani sera al Bentegodi davanti al suo pubblico, ne può approfittare. Contro la Salernitana i giallorossi hanno avuto delle difficoltà e gli scaligeri invece si presenteranno con grande entusiasmo grazie alla vittoria di Empoli. Sarà una partita di cartello con una delle squadre più importanti del campionato italiano. Per fare punti contro la Roma, servirà la partita perfetta dove tutto dovrà girare al meglio” ha dichiarato a Hellas Live il doppio ex di Hellas Verona-Roma, Luciano Marangon.
FONTE: HellasLive.it
SERIE A
Marangon: "Hellas, Setti pensa ai bilanci ma una squadra deve avere la sua anima"
06/04 ALLE 15:23
di ALESSIO DEL LUNGO
Luciano Marangon bacchetta Maurizio Setti. Uno degli eroi dello scudetto dell'Hellas Verona del 1985 è stato intervistato da L'Arena ed ha spiegato: "L'aspetto economico, per i piccoli club, è fondamentale. Serve mantenere equilibrio per restare a galla. Ma serve anche vendere in maniera oculata per non disperdere la cifra tecnica. Ecco, oggi il Verona ha perso il suo equilibrio. Posso comprendere le esigenze di Setti, che ha occhio di riguardo per i bilanci, ma una squadra deve avere la sua anima, mantenere la sua dimensione e riferimenti tecnici sicuri. Non sempre si riesce a vendere, consolidare i conti e comprare giocatori all'altezza del passato".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
L'ex terzino gialloblùtricolore MARANGON via social all'indomani del doppio impegno della nazionale azzurra «Oggi ci sta di scrivere qualcosa sul calcio perché questo è il tracollo del calcio italiano, va oltre una prestazione inguardabile dell’Italia, oltre i demeriti dei giocatori o gli errori dell’allenatore fatti l’altra sera e anche oggi contro la pari valore Malta. È il nostro calcio che non ha struttura, non ha spina dorsale, non è connesso con la realtà, fra settori giovanili abbandonati, lotte di potere, guerra politica fra Federcalcio e Lega, debiti dappertutto. Il dramma è da qualunque parte lo si guardi, per non parlare delle inchieste giudiziarie che lo stanno assediando un’altra volta. Come si potrà rigonfiare il pallone lo sa soltanto Dio….buona fortuna calcio italiano» Post del 27 Marzo 2023 dal profilo Instagram di Luciano Marangon
NEWS
Luciano Marangon: “Auguro tanta fortuna al Verona”
L’ex difensore ha parlato durante la cena di Natale del New Hellas Group
di Tommaso Badia Dicembre 4, 2022 - 13:45
Anch’egli presente alla cena di Natale del New Hellas Group, Luciano Marangon ha parlato dell’attuale stagione del Verona, facendo anche un grande augurio al club gialloblù.
Ecco infatti le principali dichiarazioni:
«Auguro all’Hellas tanta fortuna. Verona è nel mio cuore e mi piacerebbe che un giorno arrivasse un altro scudetto, anche perché così magari lascerebbero in pace noi dell’85!».
FONTE: CalcioHellas.it
ALTRE NOTIZIE
Marangon: "Hellas Verona, si punta a rimanere a galla ma così si rischia"
24/11 ALLE 16:50
di TMWRADIO REDAZIONE
Luciano Marangon, ex calciatore, ha parlato a Maracanà, nel pomeriggio di TMW Radio, del momento dell'Hellas Verona: "E' nel dna di squadre così, ha sempre fatto anni buoni, poi è retrocesso, poi è tornato in alto. Il fatto che gli ultimi due allenatori importanti abbiano fatto molto bene e se ne sono andati vuol dire che la politica della società è quella di valorizzare giocatori, piazzarli al meglio sul mercato e prenderne altri sperando che vadano e facciano bene come i precedenti. A volte può funzionare, a volte no. Stavolta non ha funzionato. Non c'è stato dialogo tra società e allenatore per costruire una squadra adatta al suo tecnico. Il salto di qualità lo fai se non tocchi le pedine importanti. Ci ho parlato col presidente, nn è una società che punta a migliorare ma spera di rimanere lì, di salvarsi e valorizzare qualche giocatore e venderlo bene. Gli è andata bene per qualche anno, quest'anno no. C'è ancora tempo per risalire, ma si sta rischiando".
Che ne pensa di Ilic? E' pronto per il salto di qualità?
"E' un giocatore che può far bene anche in altri ambienti. Credo che Sogliano sia stato preso per il mercato in entrata e uscita e prepararsi già per la retrocessione. Sento voci che il presidente voglia vendere il club e se realmente vuole farlo, sta cercando di tirare il più possibile. Sogliano è stato preso per fare una A dignitosa e magari preparare il terreno per una buona Serie B. Spero che sia sbagliato il mio pensiero ma la sensazione è che la strada sia questa".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
4 Febbraio 2022 - 09:43 Hellas Live Lettura: 1 min.
Marangon: “Il Verona ha un bel gioco e riesce a battere squadre anche più importanti. I dirigenti sanno individuare giocatori interessanti e li valorizzano per poi venderli a cifre significative. Deve fare così”
“La Juventus deve assolutamente entrare tra le prime quattro per i bilanci e per i programmi del club. Visto il mercato credo ce la possa fare. Il Verona può sognare l'Europa? Da un paio d'anni sta facendo molto bene, i dirigenti sanno individuare giocatori interessanti e li valorizzano per poi venderli a cifre significative. Deve fare così, se arriva in zona Europa è un bel successo. Ha un bel gioco, riesce a battere squadre anche più importanti” ha dichiarato a tmw, l’ex gialloblù Luciano Marangon.
FONTE: HellasLive.it
NEWS
Marangon: “Il segreto del mio Verona era l’assenza di prime donne”
Le dichiarazioni dell’ex difensore gialloblù che vinse lo scudetto nel 1985
di Mattia Zupo Ottobre 2, 2021 - 10:38
L’ex difensore dell’Hellas Verona, Luciano Marangon si è raccontato in un’intervista a Sportweek. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
POST CALCIO. “Ho contato i Paesi che ho visitato, per ora sono 129. Difficile dire quale mi abbia dato di più. Da 30 anni gestisco locali sulle spiagge. Tutto cominciò per gioco con un amico imprenditore. Inaugurava villaggi turistici in giro per il mondo, conoscendo la mia passione per i chiringuiti, i chioschi sul mare, mi propose di aprirli accanto alle sue attività. A Ibiza la gente è meno stressata, sto in ciabatte tutto l’anno. Gestisco un ristorante, a Santo Domingo ho altri tre beach club. Altri due avevo avviato, lo ho venduti. Finita l’avventura con il calcio andai 3 anni in America e dopo 6 mesi mi iscrissi alla New York University per un master in relazioni pubbliche. Tornato in Italia nel 90′ iniziai a fare il procuratore. Al tempo queste figure erano poco diffuse, ma giravano interessi importanti che attirarono personaggi estranei al mondo del calcio. La cosa mi infastidì e cambiai obiettivi. Per qualche tempo mi divertii a fare radio, avevo un mio programma. Consigliavo mete da sogno per le vacanze”.
VERONA. “Mister Bagnoli e il ds Mascetti avevano un feeling spettacolare, gran parte dello scudetto fu merito loro. Portarono la squadra a un livello eccezionale. Il segreto? L’assenza di prime donne. Sembrava di stare in un collegio. Tra cene e uscite vari stavamo sempre insieme anche di sera. Tutti eravamo accompagnati dalle mogli. Io ero single, secondo le leggende metropolitane ero un playboy. Si diceva che avessi avuto più di mille donne ma non le ho mai contate. So solo che ho passato 30 anni uscendo ogni con una ragazza diversa, a volte anche due. I numeri e i giudizi li lascio agli altri”.
UOMO DELLA NOTTE. “Bagnoli dava indicazioni. A me diceva: “Mi hanno chiamato poco fa, ti hanno visto ballare in un locale”. E, io ridendo: “Mister sono qui, cosa vuole che le dica”. Ma ero un professionista, il primo ad arrivare agli allenamenti e l’ultimo a lasciare lo spogliatoio. Lo sport mi ha aiutato a sopportare le rinunce, anche se le chiacchiere mi dipingevano in modo diverso. A Napoli mi chiamavano omm ‘e night, l’uomo della notte, non era così. Ero una testa calda. Dopo sei anni di settore giovanile volevo esordire. A Torino però cercavano di far maturare i ragazzi mandandoli in prestito. Un giorno mi chiamò Boniperti e disse: “Ti ho trovato una squadra di A”, ma era il Catanzaro e senza pensarci sbotta: “lì ci vai te”. Allora cambiò tono: “Marangon lei è forte e farà una grande carriera. Ma non giocherà mai con noi”. E andò così, presero Cabrini e non tornai più in bianconero”.
NEWS
Luciano Marangon: “Non volevo andare all’Hellas, ma furono tre anni meravigliosi”
Il campione d’Italia 84/85 si è raccontato ai microfoni del Corriere di Verona, spendendo anche due parole sulla sfida in programma domenica
di Tommaso Badia Gennaio 21, 2021 - 17:30
Un spirito libro, sia da calciatore che dopo il ritiro: Luciano Marangon non ha mai amato restare negli schemi, preferendo sempre fare di testa sua.
A confermarlo, se ancora ce ne fosse bisogno, è lo stesso campione d’Italia 84/85 durante un’intervista concessa al Corriere di Verona e comparsa sull’edizione odierna del quotidiano.
Senza perdere tempo, andiamo quindi subito a vedere le sue principali dichiarazioni.
LIBERO E FELICE… «In vita mia ho sempre inseguito la libertà e la felicità, mi piace viaggiare in posti dove c’è il mare e incontrare persone interessanti e sorridenti. Fino a poco tempo fa avevo u ristorante a Ibiza, ma ora mi è scaduta la licenza e sto pensando di aprirne uno in Sardegna. Magari, però, domattina mi sveglio, faccio la valigia e vado a Honolulu…».
… ANCHE DA CALCIATORE. «Sono cresciuto nella Juventus, ma quando provarono a mandarmi in prestito al Catanzaro rifiutai e Boniperti mi disse che sarei diventato un grande calciatore, ma che non avrei mai giocato nella Juve. Il ritiro? Ero all’Inter, avevo 31 e volevo cambiare aria andando al Tottenham, ma ero legato alla società da altri due anni di contratto. Chiesi di abbassare le pretese per lasciarmi andare, ma dopo un mese di trattative senza nulla di fatto minacciai di non giocare più. Non mi credettero, così io feci le valigie e me ne andai a New York, sparendo nel nulla».
PABLITO. «Con la morte di Paolo Rossi ho perso un fratello. Prima che arrivasse al Vicenza dissi al presidente di prenderlo perché non se ne sarebbe pentito. A volte penso ancora a Pablito, certe persone non se ne vanno mai».
L’HELLAS. «Prima di arrivare al Verona avevo un accordo con il Milan ed ero tranquillo in vacanza, quando lessi di essere stato venduto all’Hellas. Sparai alto sull’ingaggio per non andarci, ma la società accettò… Furono tre anni meravigliosi! Bagnoli era un allenatore intelligente e preparato che con Mascetti costruì una squadra perfetta in campo e un bel gruppo di amici al di fuori di esso».
DOPPIO EX. «In carriera ho giocato sia nel Verona che nel Napoli, e mi sono trovato bene in entrambe le piazze. Un pronostico per la partita di domenica? L’Hellas merita la classifica che ha, mentre la squadra di Gattuso è in ripresa e punta in alto: dico 3-3 e tutti felici!».
FONTE: CalcioHellas.it
NEWS
Luciano Marangon: “Lo Scudetto dell’85 frutto di un progetto serio”
L’ex terzino gialloblù, in collegamento con l’emittente spagnola Radio Onda Cero, ha largamente parlato del tricolore
di Tommaso Badia Maggio 18, 2020 - 18:15
Un successo arrivato grazie a un’attenta programmazione: Luciano Marangon, in collegamento con Radio Onda Cero, definisce così il leggendario Scudetto gialloblù.
Queste, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dall’ex terzino gialloblù all’emittente spagnola:
«Vivo a Ibiza da molti anni, ma sono tornato in Italia per vivere questo difficile momento con la mia famiglia. Adesso sto aspettando un volo per tornare in Spagna. Lo Scudetto? Non è stata una vittoria inaspettata, ma il frutto di un progetto molto serio costruito dall’Hellas Verona e voluto fortemente da Bagnoli e dal direttore sportivo Mascetti. Ogni anno aggiungevano elementi di qualità e in quella stagione arrivarono i due stranieri Briegel ed Elkjaer: con loro diventammo tra le migliori squadre in Italia. Tutto il mondo parlava di Maradona, ma nella prima partita vincemmo 3-1 grazie anche a una rete di Briegel. Tutto il mondo si chiedeva chi fossimo, ma noi eravamo consapevoli di essere forti: c’era un gruppo umile e unito, in cui tutti davano il 100%. Nonostante venga ricordato come una squadra fisica, con tre o quattro tocchi arrivavamo in area, in un modo simile al Barcellona di Guardiola. Siamo rimasti nella storia della città. Credo che si possa paragonare al successo del Leicester, perché Verona, fino a quel momento, sportivamente parlando non la conosceva quasi nessuno».
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ESC. CH – Luciano Marangon: “Non credo che il campionato si concluderà. E sull’Hellas…”
L’ex terzino gialloblù, fresco vincitore del nostro sondaggio riguardante la TOP 11, si è raccontato ai nostri microfoni
di Tommaso BadiaMaggio 5, 2020 - 15:30
Il sondaggio che l’ha portato ad aggiudicarsi la fascia sinistra della nostra TOP 11 è stato il più incerto ed emozionante tra quelli che vi abbiamo sottoposto finora: stiamo ovviamente parlando di Luciano Marangon, una delle leggende dello Scudetto gialloblù.
Approfittando della chiamata con cui gli abbiamo comunicato l’esito della votazione, abbiamo quindi deciso di scambiare con lui quattro chiacchiere tra passato, presente e futuro: di seguito, dunque, la nostra intervista all’ex difensore gialloblù.
Partiamo dai convenevoli: come va la quarantena?
«Avendo varie attività all’estero, mi sono mosso finché ho potuto, poi quando c’è stato il blocco sono tornato in Italia e mi sono trasferito da mia figlia, dove ho vissuto nell’ultimo mese. Fortunatamente lei vive in mezzo al verde, quindi ho potuto fare le mie passeggiate e le mie corsette a contatto con la natura. Sono stato molto fortunato sotto questo aspetto, anche se mi manca molto viaggiare in giro per il mondo…».
In questi giorni stiamo assistendo a un “tira e molla” sulla ripresa del campionato: cosa ne pensi?
«Sinceramente, per come il Governo ha affrontato la cosa, credo che il campionato non ripartirà: ora cercano di salvare le apparenze permettendo alle squadre di allenarsi, ma penso che dopo aver bloccato un Paese e aver messo in ginocchio grandi industrie e piccole e medie imprese non potrebbero “giustificare” la ripartenza del calcio. Spero almeno che da settembre tutto possa ritornare alla normalità».
Sospendere tutto porterebbe a una grossa crisi per tutto il sistema…
«Eccezion fatta per le quattro o cinque squadre più “potenti” dal punto di vista economico, tutto il movimento si troverebbe in grave difficoltà. Qualcosa potrebbero fare FIFA e FIGC, ma nemmeno loro non hanno risorse a sufficienza…»
In questi giorni sul nostro sito i tifosi hanno votato il miglior terzino sinistro della storia gialloblù…
«E sono arrivato ultimo?! (ride, ndr)»
No, a dire il vero hai battuto De Agostini in una volata incredibile! Come dimostra il nostro sondaggio, sei quindi rimasto nel cuore dei tifosi dell’Hellas: cosa significa per te Verona?
«Innanzitutto ringrazio chi mi ha votato: il Verona ha 117 anni di storia, quindi mi fa piacere sapere di essere stato scelto in un elenco così ricco di grandi giocatori! Detto questo, l’esperienza con l’Hellas rimarrà nel mio cuore a vita: a Verona, aldilà dello storico Scudetto, ho passato tre anni meravigliosi, e lì ho ancora tanti amici che spero di rivedere presto!».
Prima della sosta il Verona stava giocando un gran calcio: due parole a riguardo?
«La squadra quest’anno si è comportata davvero bene: dopo anni ho visto un assetto tattico interessante e intelligente, oltre a un allenatore che è stato in grado di tirare fuori il meglio dai suoi giocatori. Ritengo poi che più di una partita sia stata persa immeritatamente, e che quindi la classifica avrebbe potuto essere anche migliore. L’importante è che ora non si commettano gli stessi errori del passato, smantellando la squadra e vendendo tutti i giovani più interessanti. Servirebbe un progetto simile a quello poi culminato nello Scudetto: ogni anno infatti si aggiungevano un paio di elementi in grado di far compiere un salto di qualità alla squadra, arrivando poi al gruppo che riuscì in nell’impresa. Ovviamente non conosco i piani della dirigenza, ma spero che si voglia rimanere nelle zone alte della classifica: credo che i tifosi gialloblù se lo meritino…».
FONTE: CalcioHellas.it
Marangon: “Al Verona manca qualcosa in attacco. Una pagliacciata il trattamento ricevuto dai tifosi dell’Hellas a Napoli”
ottobre 21, 2019
”Grazie per gli auguri (63, ndr) gentilissimo. Sto bene, continuo ad aprire attività e questo mi rende felice. L’Hellas Verona? Era da anni che non si vedeva una squadra così, con idee di gioco. A gennaio se acquistano una punta forte, i gialloblù possono dire la loro. Giocano bene ma non finalizzano, stentano troppo in attacco. Juric? È un allenatore. Ne capisce di calcio e mette i giocatori nel proprio ruolo, cosa che non eravamo più abituati a vedere a Verona – ha dichiarato a Hellas Live, Luciano Marangon – L’ingresso al San Paolo dei 598 tifosi dell’Hellas solo nella ripresa? Una pagliacciata della nostra federazione. Qual’era lo scopo, il motivo e la giustificazione di questo ritardo? Gente che si è sobbarcata chilometri, spendendo soldi per vedere solo 45’ di partita. Ma stiamo scherzando? Potevano vietarla a questo punto… La società dell’Hellas Verona si vede che non ha ancora la forza di poter dire la sua. Se fossi il presidente dell’Hellas Verona avrei agito in maniera forte. Serve rispetto per i tifosi”.
FONTE: HellasLive.it
Che fine ha fatto Marangon, il playboy di Napoli, Roma e Inter
L’ex terzino sinistro oggi vive a Ibiza senza rimpianti
Il caschetto sempre in ordine, il sorriso sbarazzino, il dribbling letale sulla fascia: Luciano Marangon è stato il classico esempio di calciatore genio e sregolatezza. E’ nato calcisticamente nella Juventus, è esploso nel Napoli, ha giocato con Inter, Verona e Roma ma ha vinto poco (lo scudetto con gli scaligeri) per quelle che erano le sue potenzialità. Rimpianti? Nessuno. Ha sempre amato la bella vita, le tante donne ed anche ora che non gioca più è felice. Dopo aver fatto il procuratore sportivo, ha scritto un libro (in cui si definisce «un nomade nudo che danza sul cuore del mondo nell’ambiente patinato del calcio, attorniato da una moltitudine di donne e divertimenti») e oggi vive a Ibiza dove gestisce un ristorante che ha, tra gli altri, cliente abituale Keke Rosberg, l’ex pilota di Formula 1, papà del campione del mondo Nico. Vanta anche un’amicizia con David Gilmour il leader dei Pink Floyd, suo ex vicino di casa in una vacanza a Lindos, sull’isola di Rodi. A Vanni Zagnoli ammise la sua grande passione, le donne. “Ne ho avute forse un migliaio, ma ne ho amate davvero un paio: una è milanese, l’altra è la mamma di mio figlio Diego. Come dice Vasco Rossi, ringraziamo Dio che ha inventato la femmina…Dopo aver giocato a calcio ho fatto la cosa che più mi piaceva quando ero bambino: viaggiare. Ad oggi ho visitato quasi 150 paesi nel mondo”.
CHE CARATTERE – Ma partiamo dall’inizio. A 18 anni fu cacciato dalla Juventus perché rispose sgarbatamente a Giampiero Boniperti che intendeva girarlo in prestito al Catanzaro, disse di no a Giusy Farina e al Milan perché voleva giocare in serie A, smise di giocare a soli 31 anni per un litigio con il presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini che non acconsentiva a liberarlo per il Tottenham. In mezzo di tutto e di più, come lo scudetto sfiorato col Napoli di Krol nell’81 o il periodo in giallorosso. In un’intervista a Libero raccontò un aneddoto che lo etichetta per quello che è sempre stato, dove ricordava la battuta di Niels Liedholm, suo allenatore alla Roma: “il Barone alla ripresa degli allenamenti, mi chiedeva: “Marangooon, messoooooo ghiacciooo?”. Rispondevo: “Sì, mister, e la caviglia va meglio dopo la botta presa domenica”. E lui, ridendo: “Nooo, Marangooon. In champaaaagne, messo ghiaccio in champaaaaaagne?” Sì, è vero, mi sono goduto la vita, senza però pregiudicare la carriera da calciatore. Nel periodo della Roma mi fotografavano spesso con qualche bella ragazza, ma non ho mai saltato un allenamento a Trigoria e le mie presenze in campo lo dimostrano”.
QUANTI NO – Dopo il Verona dei miracoli andò all’Inter e a Panorama ricordò: “Ho avuto il piacere di giocare con Spillo e Kalle, ma non li avrei scambiati con Galderisi e Elkjær, perfetti per il gioco di Bagnoli. Dico la verità, lasciai Verona solo per la proposta economica di Pellegrini, tre volte il mio stipendio fino ad allora. Il mio rendimento comunque fu condizionato da un infortunio e una successiva ricaduta per avermi fatto accorciare i tempi di recupero”. La stagione successiva arriva Trapattoni ma Marangon disputa solo 3 partite. “Recuperai sul finale di stagione per un altro brutto infortunio. Capii però che ero fuori dal progetto Inter, non venivo più considerato dalla società. Così mi misi a cercare una nuova squadra all’estero. Trovai il Tottenham con cui feci alcuni allenamenti a Londra. Loro mi volevano, ma Pellegrini chiedeva troppi soldi. Allora dissi al presidente che se non acconsentiva al mio trasferimento avrei smesso di giocare. Non ci credeva nessuno in soscietà. Ma alla fine mi ritirai davvero”.
SPORTEVAI | 07-05-2019 14:01
FONTE: Sport.Virgilio.it
Marangon: ”Malesani è l’unico che può portare l’Hellas in Serie A”
maggio 1, 2019
L’unico che può portare l’Hellas in Serie A. Questo il messaggio e la foto pubblicati sui social da Luciano Marangon.
FONTE: HellasLive.it
Luciano Marangon: “Giusta la protesta dei tifosi dell’Hellas Verona. Setti deve capire che non gestisce un club qualsiasi”
novembre 20, 2018
“Dall’esterno è molto difficile giudicare, ma è sotto gli occhi di tutti che le ambizioni dell’Hellas Verona erano ben diverse ad inizio stagione. La Serie B è complicata, ma questa involuzione dei gialloblù non so se sia dovuta all’allenatore, al modulo oppure ai giocatori. Il problema è generale ma sentendo i tifosi, pare che le colpe siano più dell’allenatore perché sulla carta, la squadra c’è. La protesta dei tifosi? Hanno ragione a far capire a questa società che sono a Verona e soprattutto all’Hellas. Dove c’è una storia e dei colori da onorare. Mi piacerebbe che l’Hellas diventasse come l’Atletico Bilbao – ha dichiarato a Hellas Live l’ex gialloblù, Luciano Marangon – Conoscendo ed avendo vissuto l’Hellas a Verona, penso che una società debba avere un legame profondo, un cordone ombelicale con la città e soprattutto coi tifosi. I butei sono sempre stati il dodicesimo uomo in campo. Mi pare che questa società vada invece per la sua strada. Il tifoso del Verona è preparato, conosce il calcio e sa anche dare indicazioni. Per me dovrebbero essere più coinvolti, ma la società mi sembra invece sorda. Tanti ex potrebbero inoltre essere molto utili – sottolinea Luciano Marangon – Setti? È un imprenditore, non è un veronese. Fa solo i suoi calcoli per portare a casa il più possibile. Non ha l’ambizione di portare il nome dell’Hellas nel mondo. Pur avendo girato tante squadre e realtà diverse, provo sempre un affetto particolare verso i tifosi dell’Hellas Verona e sarò sempre al loro fianco. Vorrei dire alla società che il calcio non è solo business, specie se ti chiami Hellas Verona. I tifosi non hanno interessi personali ma hanno come obiettivo solo il bene dell’amato Hellas Verona”.
FONTE: HellasNews.it
Marangon ricorda Lonardi: “Persona meravigliosa”
settembre 8, 2018
Persona meravigliosa Grazie Mister R.I.P. Questo il messaggio e la foto pubblicati sui social da Luciano Marangon
FONTE: HellasLive.it
Venerdì, 27 ottobre 2017 - 08:44
Inter o Verona? Luciano Marangon ha già fatto la sua scelta: Ibiza!
Dallo Scudetto con l’Hellas al trasferimento in nerazzurro, per poi cambiare completamente vita: la storia di Luciano Marangon
Luciano Marangon
di Lorenzo Zacchetti
Lunedì 30 ottobre si affrontano Verona e Inter, le due squadre più importanti della sua carriera, ma non aspettatevi di vederlo in tribuna al Bentegodi. Al freddo dell’autunno nel Triveneto l’ex calciatore trevigiano ha da tempo preferito il sole di Ibiza, realizzando il sogno di molti italiani che, durante le vacanze, fantasticano sull’aprire attività nei luoghi di villeggiatura.
Ibiza, paradiso del divertimento, ben si concilia con l’indole di Luciano Maragon, che anche da calciatore non si negava passatempi decisamente piacevoli. Le sue avventure da autentico playboy fanno parte della mitologia del pettegolezzo calcistico… e non si tratta solo di voci. In un’epica intervista a “Libero”, l’ex Inter ha confessato: “Ho fatto sesso anche con sette donne insieme. Lo facevo anche la domenica mattina, era il mio doping”.
Cresciuto nelle giovanili della Juventus, Marangon ha avuto il coraggio di ribellarsi a Boniperti che voleva darlo in prestito al Catanzaro ed è stato ceduto al Lanerossi Vicenza. In biancorosso ha debuttato in Serie A, incrociando la strada di Paolo Rossi e contribuendo allo storico secondo posto del campionato 1977/78.
Dopo il crollo del Vicenza, retrocesso in Serie B, Marangon ha militato per una stagione nel Napoli di Rino Marchesi, conquistando un altro piazzamento egregio: il terzo posto, dietro Juve e Roma. Proprio i giallorossi lo hanno acquistato durante l’estate, ma anche nella Capitale si è dovuto accontentare della terza piazza, dietro la solita Juve e, questa volta, la Fiorentina.
Nell’aprile del 1982 ha debuttato in nazionale contro la Germania Est, ma è rimasta la sua unica presenza in azzurro: chiuso da Cabrini nel ruolo di terzino sinistro, non è stato nemmeno convocato per il Mundial in Spagna e Bearzot non lo ha più preso in considerazione.
Nell’estate del 1982 è passato al Verona. Con la maglia dell’Hellas ha giocato per tre stagioni, collezionando un quarto e un sesto posto, prima dello storico Scudetto gialloblu del campionato 1984/85. Nella squadra allenata da Osvaldo Bagnoli c’era anche suo fratello Fabio, di sei anni più giovane.
Dopo quell’epica affermazione, sia Marangon che Pietro Fanna sono stati acquistati dall’Inter, in cerca di rilancio. Pagato tre miliardi di lire, l’esterno mancino ha però fatto una certa fatica nell’ambientarsi in nerazzurro. 19 presenze nel primo anno e appena tre nel secondo, a causa di un brutto infortunio. Nel 1987, preso atto della situazione, Marangon ha chiesto di essere ceduto al Tottenham e, di fronte al rifiuto del presidente Pellegrini, ha appeso le scarpe al chiodo prima ancora di compiere 31 anni.
Cosa c’è nella vita di un calciatore professionista, una volta spente le luci della ribalta?
Ognuno prende la sua strada e quella di Marangon lo ha condotto per tre anni a New York, dove ha frequentato la facoltà di comunicazione e marketing all’Università della Grande Mela e, ovviamente… anche tante feste VIP, piene di modelle e attrici!
Pur avendo guadagnato molto da calciatore, non poteva certo campare di rendita e quindi ha iniziato a fare il procuratore: “Mi sono specializzato sui settori giovanili delle grandi squadre, lavorando, ad esempio, per Tacchinardi e Eranio". In seguito ha curato l'immagine di ex campioni come Roberto Baggio e Totò Schillaci e ha portato in televisione campioni come Totti, Maradona e Panucci.
Durante i suoi frequenti viaggi per il mondo (dice di aver girato oltre 150 paesi), gli è venuta l’intuizione di rilevare un chiosco a Formentera e farne uno dei primi “chiringuiti” in assoluto. La formula, rivelatasi vincente, è stata poi ripetuta a Rodi, dove ha fatto amicizia con un vicino di casa davvero speciale come David Gilmour dei Pink Floyd! Lo stesso successo imprenditoriale è avvenuto a Santo Domingo e quindi a Ibiza, dove ormai da diversi anni Marangon gestisce il Soul Beach Cafè. A lui si deve anche l’apertura del Big Sur, il celeberrimo locale delle Baleari.
Una vita decisamente affascinante, che l’ex nerazzurro ha raccontato nell’autobiografia “Luna tonda”. Particolare anche il titolo, nato dagli appunti scritti sulla spiaggia di Bali: “La luna illuminava il mare e l'aggettivo tonda mi ricorda sia il pallone, sia le forme di una donna. Ci voleva un titolo corto, mi dicevano gli editori, e così ho scelto proprio questo”.
Il calcio continua a rimanere una sua passione e suo figlio Diego ha portato avanti la tradizione familiare arrivando fino alle giovanili del Bologna, prima di prendere un’altra strada. Marangon continua a seguire i campionati internazionali, ma preferibilmente in TV, con un occhio di riguardo per la Premier League e, ovviamente, per la Liga spagnola.
Pur ammettendo che non gli sarebbe dispiaciuto aprire un locale in Italia, la troppa burocrazia e il fascino di Ibiza lo hanno spinto a tornare in Patria sempre meno frequentemente. Ormai la sua casa è qui e difficilmente il revival tra Verona e Inter lo spingerà cambiare.
L’ultima volta che ha messo piede al Bentegodi è stato con Fanna e gli altri ex compagni della stagione 1984/85, ma quella era un’occasione davvero speciale: il trentennale di quel vero e proprio miracolo calcistico.
FONTE: AffarItaliani.it
ALTRE NOTIZIE
TMW RADIO - Il 'duetto' tra Baldini e l'ex veronese Marangon a Quelli della Notte
26.04.2017 17.34 di Chiara Biondini Twitter: @ChiaraBiondini
Nel corso della trasmissione “Quelli della notte”, in onda su TMWRadio è intervenuto il conduttore radiofonico Marco Baldini e Luciano Marangon, ex giocatore di Hellas Verona, Roma, Inter e Napoli.
Luciano Marangon che ora vive ad Ibiza ha parlato del 'suo' Verona.
“Ho visto l'ultima partita a pezzi, una gara non esaltante che dimostra quanto sia mediocre il campionato di Serie B, perché una squadra così al secondo posto, dimostra che non è poi una gran forza questo campionato, almeno io la vedo così”.
Poi con Marco Baldini è stato aperto per un attimo il capitolo Ibiza, località che conosce molto bene.
“Punti di riferimento ad Ibiza? Calle de la Virgen, poi il ristorante 'La Vaca Argentina', locale aperto da Sandy Marton: non ero molto da discoteca, anche se lì era una roba strana, si andava a mangiare a mezzanotte, in discoteca alle 3 e fino alle 7 del mattino non si tornava a casa. La cosa più bella era il DC10, un locale che apriva alla mattina e vedevi la gente che arrivava lì... devastata e fino alle 10,30-11 stava lì”.
Marangon ha confermato le parole di Baldini e ha aggiunto: "Personalmente, avendo una spiaggia lavoro molto di giorno, poi la sera vado a cena con amici, ma me ne vado a letto abbastanza in fretta. Ibiza soprattutto nei mesi estivi vive molto di notte, è molto famosa, ci sono dei locali bellissimi e migliaia di ragazzi di tutto il mondo che arrivano per ascoltare i loro Dj. I 'nativi' che squadra tifano? Non ci sono i nativi (ride, ndr) è un po' internazionale l'isola. Comunque ci si divide tra Valencia, Barcellona e Real Madrid, sono le tre squadre maggiormente tifate dagli spagnoli che vivono qui. Poi ognuno, a seconda della sua nazione d'appartenenza, segue il proprio campionato”.
Poi si è passati a parlare del derby della Capitale in programma domenica e Baldini ha detto: "Se a Roma si sente l'atmosfera del derby? Questo anno non credo che ci sia tutta questa attesa, perché se hai già provato due volte in una stagione quell'atmosfera lì, sono già successe tutte le cose... Direi che non è molto determinante. Una è seconda e penso ci rimarrà, l'altra lotta per l'Europa, e bene o male c'è. Tra Fiorentina, Milan e Inter per la corsa al sesto posto come la vedo? E' dura per la mia Fiorentina, l'Inter difficilmente perderà. Se dovessi scommettere metterei un euro sull'Inter”.
Marangon come ex giallorosso, che idea si è fatto di Spalletti, che ha corretto il tiro sulle sue dichiarazioni? Prima diceva: “se non vinco niente me ne vado”, adesso il secondo posto lo ritiene probabilmente un traguardo sufficiente per continuare il suo percorso alla Roma.
“Credo che l'abbia detto tanto tempo fa, arrivando secondo dovrebbe andarsene allora, però non lo so... Credo che se ne vada. So che ci saranno parecchi cambi in panchina, è tutto ancora da scoprire. Conoscendo Spalletti, che è una persona seria, se ha detto quello, già un po' di tempo fa, forse se ne andrà. Un allenatore vincente come lui, forse cercherà di cambiare per vincere qualcosa”.
Intanto incontro casuale a Firenze tra Corvino e Spalletti...
Baldini: “Quella potrebbe essere una soluzione, anche se io continuo ad auspicare l'arrivo di Semplici alla Fiorentina, io adoro Leo, è un persona seria, dove è andato ha fatto bene, non so se sarà valutato con esperienza sufficiente per allenare in Serie A, ma io tifo lui. Spalletti essendo toscano e simpatizzante per la Viola potrebbe fare bene in un ambiente come Firenze. Io penso che alla Roma, con Monchi, è probabile che arrivi Luis Enrique o venga Di Francesco. Non credo Spalletti vada alla Juve, perché non lo vedo uomo bianconero, vedrei più adatto alla panchina bianconera Paulo Sousa. Conte all'Inter? I giocatori dovrebbero farsi il segno della croce, li metterebbe tutti in riga. Non è uno che si accontenta. Credo anche nell'Atletico in finale di Champions, e dovesse trovare la Juventus la vedo dura. Il Real dipende da un paio di uomini e se li ingabbi è difficile che riescano a far qualcosa, l'Atletico per esempio è più squadra e prima o poi deve vincere”.
Marangon, sull'Inter che dice?
“Conte secondo me rimane al Chelsea. Simeone in nerazzurro? Potrebbe essere. Non è colpa di Pioli , quello che sta succedendo nelle ultime partite all'Inter, io vedo dei giocatori abbastanza demotivati, con la testa non so dove, e questo non è da professionisti pagati come lo sono loro. Per Simeone, lasciare un ambiente come l'Atletico, con tutti i risultati raggiunti, è difficile, per lui non sarebbe questione di soldi, sarebbe una valutazione personale”.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
EX VERONA
Marangon: “Verona, il problema è la Pazzo-dipendenza”
L’ex terzino: “La squadra gioca male. Manca il centravanti e si vede”
di Redazione Hellas1903, 22/03/2017, 10:45
Luciano Marangon, ex terzino del Verona, campione d’Italia con l’Hellas nel 1984-85, in gialloblù per tre stagioni, da qualche anno vive a Ibiza.
Intervistato da “La Gazzetta dello Sport” oggi in edicola sul momento della formazione di Pecchia, Marangon dice: “Ho visto anche la partita di Vercelli in tv. La squadra gioca male, sabato ha sofferto contro una normalissima squadra di Serie B. Fanno fatica dietro , c’è poca costruzione in mezzo e ora manca pure Pazzini. Spesso sembra una squadra mediocre. Si è affidata perlopiù a Pazzini, che ha segnato 19 gol. Gran parte del merito è suo, figuriamoci quando gioca senza”.
FONTE: Hellas1903.it
Marangon: “L’Hellas Verona è la squadra più forte della Serie B”
ottobre 21, 2016
“Ora vivo ad Ibiza e questa sera festeggerò il mio compleanno (60 anni, ndr) in compagnia di amici. Seguo sempre l’Hellas e credo sia la squadra più forte del campionato cadetto. Pecchia? I risultati parlano per lui. Sta facendo davvero un buon lavoro – ha dichiarato Luciano Marangon a HELLAS LIVE – Mi fa molto piacere che Pazzini sia rimasto e che giochi ancora con l’Hellas, è un valore aggiunto per questa categoria. Sono e rimarrò per sempre tifoso dell’Hellas Verona, saluto con affetto tutti i tifosi gialloblù e faccio un grosso in bocca al lupo a Toni per la sua nuova avventura da dirigente di questa gloriosa società”.
FONTE: HellasNews.it
ALTRE NOTIZIE
TMW RADIO -Marangon: "Perché lasciai a 30 anni? Fui in parte costretto"
05.10.2016 11.37 di Chiara Biondini Twitter: @ChiaraBiondini
L'ex giocatore di Roma, Inter, Verona, Napoli e Juve, Luciano Marangon è intervenuto ieri sera nella trasmissione "Quelli della Notte" ai microfoni di TMWRadio.
Proprietario di un Beach club a Ibiza, si racconta
"Ottobre a Ibiza? Qui è ancora estate, in questo periodo ci sono le chiusure di tutti i locali, arrivano da tutto il mondo, soprattutto quei ragazzi che seguono i grandi DJ. Io negli anni 80 venivo in vacanza qui, Soul Beach è il mio locale ora. Mi alzo la mattina e ho la lista fatta dai cuochi e dal personal per la cucina e il bar, faccio il giro dei fornitori e vado nel beach club, poi si apre e arrivano i turisti che frequentano la spiaggia".
Lasciò il calcio giocato a 30 anni ora a 40 non mollano che pensa ora della sua scelta?
"Io sono stato in parte costretto, dopo l'infortunio all'Inter, un anno di fermo, dopo tanti anni che giocavo nel campionato italiano avevo voglia di fare nuove esperienze. Sono stato in Inghilterra in una squadra inglese ospite, con il nulla osta dell'Inter, avevo trovato la squadra, avevo un cartellino di un certo valore e i nerazzurri volevano tutti soldi e la trattativa non è andata in porto. Dopo un mese di trattativa ho deciso di smettere. Inizialmente sono andato a vivere a New York, ho studiato quello che non avevo fatto a 20 anni l'ho fatto dopo".
Per che squadra tifi?
"Io simpatizzo per le squadre in cui ho giocato, Napoli e Verona in primis, però seguo un po' tutto il calcio internazionale, seguo molto le Spagnole come Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid, il calcio inglese, seguo i miei amici come Ancelotti, con la televisione si riesce a seguire tutti i campionati che si vuole".
"Ho sempre avuto la voglia di girare e di capire dove volevo stare io e questo mi porta a spostarmi di tanto intanto".
"Giocatori a Ibiza? Vengono molti calciatori tra il calcio inglese e spagnolo, e anche italiano, nei mesi passati sono venuti Maldini, Brocchi, Cannavaro, Bobo Vieri, Higuain..."
Dopo la sconfitta con l'Atalanta Sarri ha detto tanto lo scudetto l'ha vinto la Juventus, non ti sa di resa grave?
"Che ammazzava il campionato lo dicono un po' tutti dall'inizio, poi è chiaro tutti sperano che questo non accada, però da quello che abbiamo visto da queste prime partite è la squadra più forte, può perdere solo per suicidio collettivo. Il Napoli ha perso una partita non si deve abbattere, Sarri che è una persona intelligente, deve sapere tutelare la squadra da quelle che sono le polemiche e le chiacchiere".
"Problemi Inter? Nonsi può dare tutta la colpa ad un allenatore appena arrivato, ma non parlava la lingua, anche se la maggior parte della rosa è straniera, parlano varie lingue e questa è la difficoltà primaria del mister. L'Inter ci ha abituati a questo anche in passato, è una squadra particolare che sulla carta ha dei nomi fortissimi e in campo invece non rende come dovrebbe. Serve un allenatore bravo che riesca a ricavare il meglio dei giocatori quando scendono in campo".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
14:45 | martedì 17 marzo 2015
Luciano Marangon, vamos a la playa!
«Playboy io? Al massimo la domenica sera... Gli altri giorni pensavo solo ad allenarmi duramente»
di Simone Sacco
LUCIANO MARANGON TEMPI SUPPLEMENTARI JUVENTUS VICENZA NAPOLI ROMA VERONA INTER - «Sono contento di fare quest'intervista con voi diCalcioNews24, almeno potrò finalmente dire la mia versone su parecchie frottole che sono state spese su di me». Luciano Marangon - classe 1956, accento poeticamente veneto ed una carriera spesa benissimo tra Lanerossi Vicenza, Napoli, Roma e Verona scudettato (dell'Inter parleremo a parte...) - ci risponde al cellulare da Ibiza e si comporta esattamente come quando si guadagnava il pane sui maggiori campi della serie A: ci "marca" stretto e smentisce con sincerità tanti luoghi comuni che lo hanno accompagnato in quei convulsi e frenetici anni '80. Marangon incallito playboy? Luciano viveur delle notti "da bere"? Un terzino talmente mondano che sarebbe stato perfetto per una canzone "spericolata" di Vasco Rossi? Macché, tutte palle. «La mia si chiamava solo curiosità, voglia di vivere, desiderio di avventura. Ma confinavo il tutto alla domenica sera, quando la partita era finita da ore ed il giorno dopo non c'era allenamento da svolgere. Solo che i giornalisti ci ricamavano sopra: mi vedevano al ristorante con qualche graziosa signorina e da lì partivano i pettegolezzi, le esagerazioni, le falsità. Quanta gente ci ha marciato sopra alla mia vita privata... (sospira)».
Che l'ex terzino sinistro stimato da Osvaldo Bagnoli fosse un animo inquieto e poco incline alla stabilità quotidiana, al massimo, lo si è capito dopo. A carriera terminata. Quando si è messo a studiare roba seria (comunicazione e marketing alla New York University), girare al mondo (quasi 120 nazioni timbrate sul suo passaporto), aprire locali qua e là (Formentera, Santo Domingo, Grecia) e trovare finalmente approdo nella "sua" Ibiza dove al momento gestisce - assieme al figlio Diego - un bel locale (il Soul Beach) affacciato su di un mare da sogno. Ascoltiamolo raccontarsi.
Sfatiamo subito un bel po' di leggende su di te...
«Parli dello scavezzacollo che correva dietro alle donne? L'affamato di sesso? Te l'ho detto: tutto limitato ai periodi di pausa, magari alle vacanze. Dalle giovanili della Juventus fino all'ultimo anno con l'Inter sono stato un professionista serio che andava a letto presto la sera. Vizi? Praticamente nessuno: non fumavo, non bevevo, né tantomeno mi drogavo. E quando c'era da allenarsi duramente, ti assicuro che ero l'ultimo a chiudere la porta del centro sportivo. Era sempreBagnoli a dirmi: 'Basta Luciano, per oggi hai fatto fin troppo, vai pure a casa'. Questo e solo questo era il Marangon calciatore. Stop.»
Ti piaceva Vasco Rossi a quei tempi, vero?
«Mi piace ancora adesso, se è per questo: Vasco è il più grandeartista/cantautore/rocker, chiamalo come ti pare, che l'Italia possa attualmente vantare. Ma ti assicuro che io sarei stato un soggetto abbastanza noioso per una delle sue canzoni maledette... (ride)»
Cosa andò storto nei tuoi ultimi due anni all'Inter? Le statistiche riportano solo 22 presenze dal 1985 all'87 ed un addio parecchio burrascoso...
«In pratica mi infortunai quasi subito e la dirigenza nerazzurra si impuntò per farmi operare in Italia, a Pavia, dal loro medico sociale dell'epoca. Risultato? Il mio malanno si aggravò e così, la volta dopo, decisi di testa mia andando sotto i ferri in Francia, a Saint Etienne. In pratica passai quasi un anno e fermo mezzo ai box e, quando finalmente abbandonai il dolore, il mio contratto stava per scadere. Bella fregatura, eh?»
E lì scoppiano le tremende divergenze.
«Sì, io avevo richieste dall'estero e volevo a tutti i costi andare a giocare in Inghilterra, al Tottenham Hotspur. Solo che la legge-Bosman sarebbe entrata in vigore solo dieci anni dopo ed Ernesto Pellegrini, l'allora presidente dell'Inter, si impuntò sul famoso 'parametro UEFA' che, nel mio caso, non era decisamente a buon mercato. Da lì partì un tira e molla pazzesco con io che me ne volevo andare e lui che non voleva scendere neppure di un centesimo dal prezzo del mio cartellino. Come uscirne? Beh, non la diedi vinta all'Inter e smisi di giocare. Fine della storia e della mia carriera.»
E da lì ti trasferisci a New York e vivi per un po', perdonami la battuta, alla "Lupo di Wall Street"...
«Parli delle feste da 300 persone che tenevo nel mio loft? Ma guarda che nella Grande Mela è normale organizzare party privati, è l'unico modo efficace di socializzare in una metropoli di quasi 8 milioni di abitanti... Certo, sei pur sempre a New York ed è inevitabile che a questi eventi trovi un po' di tutto: dall'attore di grido alla modella famosa passando per il poco di buono e quello che fa un lavoro normale.»
Successivamente hai fatto il procuratore, vero?
«Esatto, per dieci lunghi anni e devo dire che ero pure bravo. Sai, venivo dalla scuola di Antonio Caliendoche, a quei tempi, era il numero uno in Italia dovendo gestire i contratti di Baggio e Schillaci. Anch'io avevo il mio bel giro di assistiti tipo Stefano Eranio, Francesco Moriero e Fabrizio Provitali, ma devo dire che mi sono trovato bene con qualsiasi giocatore di cui curavo la procura. Solo che poi col tempo l'ambiente si èimbarbarito, è diventato una sorta di Far West aperto ad ogni tipo di personaggio improvvisato. Ed io mi sono stufato...»
Ed hai preso a viaggiare senza sosta attorno al globo. Come un moderno Bruce Chatwin del pallone...
«Sono stato praticamente ovunque realizzando il mio sogno di bambino che leggeva avidamente i romanzi di Emilio Salgari. E anche da calciatore i miei gusti non sono cambiati granché: i miei compagni in camera si buttavano avidamente sulla Gazzetta mentre io avevo sempre con me un bel libro di Wilbur Smith. Che mi parlava di luoghi lontani.»
Finché un giorno non ti sei fermato ad Ibiza...
«Ormai è tre anni che vivo qui ed il Soul Beach funziona alla grande. D'estate sono venuti a trovarmi tanti calciatori famosi: miei ex compagni di squadra, certo, ma anche gente tipo Biabiany, Balzaretti, Vieri, Galante. E molti altri che magari non riconosco neanche! (ride) Ci pensa mio figlio Diego, il deus ex machina del locale, ad aggiornarmi sul football attuale.»
In discoteca ci vai ancora?
«Scherzi? Quelli sono luoghi da giovani... La movida ed il casino sono gli aspetti che mi interessano meno di Ibiza: dell'isola adoro la sua multiculturalità, i suoi mille linguaggi, le sue zone selvagge, il sole, il mare, certi suoi scorci che sono davvero paradisiaci...»
Il viaggio (per il momento) finisce qui, Luciano?
«Beh, dopo tanto girovagare in giro per la Terra, non mi dispiacerebbe se Ibiza diventasse casa mia in vista della vecchiaia... Ma io sono fatto così: magari domanimi innamorerò perdutamente di una donna australiana ed allora sarò pronto a trasferirmi dall'altra parte del mondo! (ride) Per l'ennesima volta...»
Ibiza, pur essendo un luogo a parte, è anche Spagna. E il Mundial dell'82 te lo ricordi?
«E come non potrei? All'epoca ero la riserva diAntonio Cabrini e giocai pure una delle ultime amichevoli prima della partenza per il Mondiale: era aprile e pareggiammo 1-1 con la Germania Est a Lipsia(quella fu anche l'unica presenza di Marangon nella Nazionale maggiore, NDR).»
Poi cosa accadde?
«Mi feci male, con la maglia della Roma, all'ultima giornata di campionato. E in Spagna, al posto mio, ci andò un certo Beppe Bergomi. Deluso? No, quell'estate ero in vacanza a Formentera e feci un tifo pazzesco per gli Azzurri.»
Però...
«Guarda, parliamoci chiaro, avevo una coscia stirata e - se Enzo Bearzot mi avesse portato con sè - avrebbe dovuto aspettare almeno il gironcino di Barcellona con Argentina e Brasile prima di farmi esordire. Sai, una cosa è attendere Pablito Rossi, un'altra quel matto di Marangon! (ride)»
Rubrica a cura di Simone Sacco (per comunicare calciototale75@gmail.com)
FONTE: CalcioNews24.com
LUCIANO MARANGON: UN PASSATO DA CALCIATORE, UN PRESENTE DA RISTORATORE (A IBIZA)
20/3/2014
A cura di Nicole Cascione
Luciano Marangon è un ex calciatore italiano, che nel corso della sua carriera ha giocato nella Juve, nella Roma, per poi passare all’Hellas Verona, con cui vinse uno scudetto, ed infine all’Inter. Un passato da calciatore ed un presente da ristoratore. Infatti, oggi Luciano gestisce un ristorante italiano ad Ibiza. Dopo aver viaggiato moltissimo, aver conosciuto molte persone e aver visitato numerosi Paesi, ha scelto Ibiza per la sua incredibile qualità di vita e per il clima mite tutto l’anno.
Luciano, un passato da calciatore ed un presente da ristoratore. Come mai questa scelta?
Ho sempre vissuto in posti di mare e in luoghi di vacanza, dove gli hotel, i bar e i ristoranti sono l’attività principale. Quindi la decisione di aprire dei locali sulle spiagge più belle del mondo è stata la giusta conseguenza del mio modus vivendi.
Dal momento in cui hai abbandonato il mondo calcistico, che evoluzione ha avuto la tua vita?
Al termine della carriera calcistica, sono partito per New York, dove ho studiato comunicazione e marketing alla New York University. Nel corso degli anni, gli incontri e le nuove amicizie mi hanno portato a viaggiare. Sono una persona curiosa, sempre alla ricerca della conoscenza e, soprattutto, sono sempre stato uno spirito libero, per cui sono sempre andato in giro per il mondo. Una frase che potrete trovare sul mio profilo Facebook rispecchia in pieno quel che sono: “I was not born for one corner, the whole whorld is MY native land”, che tradotta vuol dire: “Non sono nato per essere messo in un angolo, il mondo è la mia terra nativa”.
Dopo aver girato tanto, il tuo spirito libero ha deciso di “fermarsi” ad Ibiza, dove l’anno scorso hai aperto un ristorante…
Sì infatti, Ibiza è stata la scelta finale della mia vita. Ho scelto quest’isola per la sua incredibile qualità di vita, per il clima mite durante tutto l’anno, per l’internazionalità della gente che ci vive; per farti un esempio, l’altra sera ad una cena si parlavano ben quattro lingue!
In cucina proponi piatti tipicamente italiani?
Assolutamente sì. Secondo me la cucina italiana è la migliore, oltre ad essere la più richiesta dagli stranieri.
Ti sei avvalso dell’aiuto e della collaborazione di qualcuno per avviare la tua attività?
No, ho sempre fatto tutto da solo, con il supporto di alcuni amici che, di volta in volta, coinvolgo nelle mie avventure imprenditoriali.
Non hai mai pensato di aprire un’attività simile in Italia?
Sinceramente mi sarebbe piaciuto aprire un locale in patria, ma la troppa burocrazia, le svariate difficoltà create dal governo e la mancanza di aiuti agli imprenditori, mi hanno indotto a desistere. All'estero invece ho trovato una grande dose di disponibilità da parte delle istituzioni locali, nonché una burocrazia più “amica” nei confronti degli imprenditori.
Quali sono le bellezze di Ibiza?
La bellezza di Ibiza è infinita. L’isola è famosa oltre che per la sua vita notturna, anche per le sue bellezze naturali. E’ un’isola da vivere, tra il mare, le spiagge, gli scenari incontaminati e una natura tutta da scoprire. A Ibiza puoi decidere tu se vivere nel caos o nella tranquillità.
Vivi ad Ibiza tutto l’anno oppure torni in Italia nei mesi invernali?
Ormai risiedo qui per tutto l’anno. Tra un po’ otterrò anche la residenza. In Italia ci torno durante il periodo di chiusura della mia attività, ne approfitto per venire a trovare i miei figli, nipoti e fratelli.
Non ti manca la tua “vecchia” vita in Italia?
Decisamente no. Della mia vecchia vita in Italia non mi manca nulla. Gli affetti? Stiamo rimediando anche a quello, infatti tra un po’ i miei figli mi raggiungeranno per stabilirsi qui con me. Gli amici invece vanno e vengono.
Da cittadino del mondo, se pensi a te fra 10 anni dove ti vedi?
Mi vedo con gli amici, i figli e i nipoti in riva al mare a godermi la vecchiaia.
luciano33@me.com
FONTE: VoglioVivereCosi.com
Luciano Marangon: il mio ristorante sulla spiaggia
Italiani che hanno aperto ristoranti ad Ibiza
Luciano Marangon, ex calciatore italiano, attualmente vive e lavora a Ibiza, dove gestisce un ristorante italiano. Luciano, nel corso della sua carriera, ha giocato nella Juve, nella Roma, per poi passare all’Hellas Verona, con cui vinse uno scudetto, ed infine nell’Inter.
Dopo aver terminato la sua brillante carriera nel mondo sportivo, è partito per New York, dove ha studiato comunicazione e marketing alla New York University. Un passato da calciatore ed un presente da ristoratore. Nel corso degli anni, gli incontri e le nuove amicizie l’hanno portato a viaggiare moltissimo e, dopo aver conosciuto molte persone e aver visitato numerosi Paesi, ha scelto di fermarsi ad Ibiza dove ha aperto il suo ristorante, dove propone piatti tipicamente italiani soprattutto perché è la cucina più richiesta dagli stranieri.
Curioso e sempre aperto a nuove esperienze, Luciano ha scelto l’isola delle Baleari come tappa finale, per la sua incredibile qualità di vita, per il clima mite durante tutto l’anno e per l’internazionalità della gente che ci vive. “Sinceramente mi sarebbe piaciuto aprire un locale in patria, ma la troppa burocrazia, le svariate difficoltà create dal governo e la mancanza di aiuti agli imprenditori, mi hanno indotto a desister. All’estero invece ho trovato una grande dose di disponibilità da parte delle istituzioni locali, nonché una burocrazia più amica nei confronti degli imprenditori”.
FONTE: IsolaDiIbiza.com
Marangon: ''Jorginho lo seguivo a Verona e credo che sia destinato ad un gran futuro''
''Ghoulam lo conosco poco, ma da quello che ho visto contro la Roma e da quello che si dice può rivelarsi una buona risorsa''
07/02/2014 20:33 Vincenzo Vitiello
Luciano Marangon, ex difensore del Napoli, è intervenuto a Napoli Magazine, trasmissione radiofonica su Radio Punto Zero. Ecco quanto detto da Marangon e riportato da EuropaCalcio.it:
“In Italia credo che la bravura di un allenatore sia la capacità di trovare sempre la soluzione giusta per l’avversario di turno. Penso a Mourinho che con l’Inter, in Champions, contro il grande Barcellona, giocò praticamente all’italiana ed ebbe ragione. Jorginho lo seguivo già a Verona e credo che sia destinato ad un gran futuro perché ha grandi qualità sia tecnico-tattiche che umane, nonostante la giovanissima età. Ghoulam lo conosco poco, ma da quello che ho visto contro la Roma e da quello che si dice può rivelarsi una buona risorsa. Il Napoli ad oggi, non ha ancora la continuità della squadra vincente perché è praticamente nuova, perché c’è un allenatore nuovo che sta portando avanti una vera e propria rivoluzione e credo ci vorrà ancora un pochettino di tempo per arrivare ai livelli della Juventus e, da quello che abbiamo visto, anche della Roma. Il Napoli, in Coppa Italia, ha dalla sua il vantaggio del fattore campo e conoscendo il San Paolo, non è poco. Nonostante la Roma sia molto forte, gli azzurri possono approdare alla finale”.
FONTE: EuropaCalcio.it
IL CASO
Festa 110 anni Hellas, nessuna beneficenza
24/10/2013 19:51
Il sindaco di Verona , Flavio Tosi, vuole "vederci chiaro" sulla festa per i 110 anni dell'Hellas Verona, organizzata il 20 maggio scorso in Arena. Come racconta il "Corriere di Verona"; doveva essere un evento con un incasso da devolvere interamente in beneficenza, invece la festa non porterà un euro in solidarietà.
Luciano Marangon, difensore nel Verona dello scudetto, e organizzatore dell'evento con Alberto Lomastro, hanno presentato il rendiconto della festa.
Tra biglietti e sponsor sarebbero stati incassati oltre 210mila euro, però tutti finiti in spese, senza nessuna erogazione alle associazioni benefiche.
Tutta la documentazione con il bilancio dell'iniziativa è stata inviata all'amministrazione comunale. Tosi ha dichiarato che è sua intenzione andare a fondo della vicenda.
POLEMICA
Festa 110 anni Hellas, diventa un caso politico
25/10/2013 16:55
Il sindaco di Verona, Flavio Tosi, vuole andare fino in fondo sulla festa per i 110 anni dell'Hellas Verona ospitata il 20 maggio in Arena e che non avrebbe raccolto un euro di beneficenza.
Se sarà confermata la mancata solidarietà, Tosi sarebbe intenzionato a fare causa, chiedendone conto agli organizzatori, Luciano Marangon e Alberto Lomastro.
Intanto anche il Partito Democratico prende posizione: "A maggio avevamo messo in guardia la città dalla qualità delle persone che avrebbero gestito il “compleanno” dell’Hellas e sul fatto che l’Arena non andava regalata a soggetti di questo calibro. Ma loro, forti della disponibilità della Giunta comunale e di un senso collettivo di sostegno alla squadra del cuore, avevano avuto porte aperte" dichiara il consigluere comunale Damiano Fermo, che rincara la dose.
"Oggi scopriamo di essere stati tutti presi in giro da una banda di buffoni. I veronesi e le associazioni di volontariato vengono insultate da questi piccoli intrallazzatori che hanno marciato sull'Hellas, sulla città di Verona e sulla speranza di associazioni che sono solo servite a ripulire la faccia di queste persone.
Che fine hanno fatto i soldi destinati alla beneficenza? Un palco costa veramente 27.000 euro? Proviamo a chiedere un preventivo a 2 service diversi e vedere che valore ha il montaggio e smontaggio di quel palco? Vogliamo che bilanci e fatture siano messi on-line. E' incredibile che siano stati sperperati contributi dei sponsor pubblici quando poi ad Amia mancano le risorse per continuare a curare il verde pubblico o non si riescono a trovare poche migliaia di euro per le iniziative culturali nelle scuole".
FONTE: TGVerona.it
05.06.2014
Festa Hellas in Arena, i conti non tornano
Bertucco: «Sulla mancata beneficenza e sulla svastica dei tifosi gialloblù mi auguro che Tosi prenda una chiara posizione»
La festa per i 110 anni dell'Hellas in Arena: era il 20 maggio 2013
Le manifestazioni promosse nel nome dell'amore per l'Hellas stanno diventando una vera spina nel fianco per il tifoso gialloblù numero uno: il sindaco Flavio Tosi.
Dopo l'immagine del parcheggio «creativo» a forma di svastica di alcuni volontari della Festa Curva Sud organizzata sabato scorso nel vallo dei bastioni di Città di Nimes, ora si ripresenta la «grana» di un'altra manifestazione gialloblù: quella promossa in Arena nel maggio del 2013 per i 110 anni dell'Hellas. Una festa riuscitissima, con il tutto esaurito, che ha fatto divertire ed emozionare migliaia di tifosi e famiglie all'interno dell'anfiteatro. Tutte persone convinte che, pagando il biglietto e spendendo soldi per i diversi gadget, avrebbero non solo dimostrato il proprio amore per la squadra, ma anche aiutato associazioni di volontariato del territorio cui gli organizzatori avevano promesso i proventi. Solo dopo si è scoperto, anche tra le furie dello stesso sindaco, che di soldi non ne erano avanzati e che la beneficenza era passata in cavalleria.
«Secondo i due organizzatori, Luciano Marangon e Alberto Lomastro, rispettivamente presidente dell'associazione 110 anni Hellas Verona e Associazione culturale Hellas Verona, che hanno giurato di non aver intascato un soldo, ma di averci addirittura rimesso, il mancato ricavato era dettato dall'inesperienza nel calcolare bene i costi», spiega Elisa La Paglia, consigliere comunale del Pd, «ma il conteggio delle fatture, ora racconta una storia diversa».
La Paglia mostra quindi il rendiconto e parte dalle sponsorizzazioni spiegando: «Secondo le fatture, risulta che all'organizzatore Marangon, spetta una percentuale del 10 per cento, pari a 12mila euro, sulle sponsorizzazioni raccolte, e rimborsi spese per circa 5mila euro. Per fare un confronto, questa voce è superiore persino a quanto pagato per l'affitto di 50 stanze d'albergo all'hotel Maxim». E prosegue: «Inoltre va considerato che dei 107mila euro di sponsorizzazioni raccolti, ben 36 sono arrivati da aziende pubbliche (24mila da Agsm e 12mila da Amia)».
Continuando a spulciare tra i numeri, i consiglieri del Pd fanno notare anche la spesa di 27mila euro complessive pagate a due diverse società per la produzione di video: «Dove sono andati a finire questi filmati? Sono stati venduti? E chi ne detiene i diritti?», chiede La Paglia. Prosegue il collega Damiano Fermo che dice: «In fin dei conti, i compensi degli artisti sono ben poca cosa rispetto ad altre spese. I cachet ammontano appena a 5mila euro a fronte di 8mila euro per acquistare 2.700 gadget destinati alla vendita». Ma quel che più sorprende i consiglieri sono le spese per la comunicazione. «Gli organizzatori hanno comprato 125mila volantini per 4mila euro e hanno speso 9mila euro di spot radiofonici concentrandoli tutti su una emittente della bassa veronese. Non è strano? Senza contare la spesa di 4.500 euro per uno Studio d'immagine e altri 2.500 per la gestione della pagina Facebook. Siamo davvero sicuri che alcune di queste spese non potessero essere limate per far saltare fuori la beneficenza?», chiedono.
Fermo poi domanda: «Lo stesso sindaco aveva affermato che avrebbe richiesto i conti e avrebbe preso provvedimenti se ci avesse visto irregolarità. Lo fara?». Interviene anche il capogruppo Michele Bertucco sottolinea: «Mi auguro che il sindaco Tosi prenda una posizione chiara in merito a questa mancata beneficenza e a quell'odiosa immagine delle auto disposte a forma di svastica alla festa della Curva Sud. La smetta di offrire a queste persone che ledono all'immagine della città spazi pubblici e occasioni di visibilità».
Dal sindaco Tosi, però, finora, non è arrivata alcuna dichiarazione in merito.
Giorgia Cozzolino
FONTE: LArena.it
ANNIVERSARIO
IL VERONA HA 110 ANNI GRANDE FESTA IN ARENA
01/02/2013 14:47
110 anni. Il Verona Hellas taglia quest'anno il grande traguardo. Una storia, lunga, a volte tormentata, costellata da straordinari successi ed incredibili capitomboli. Una storia unica, emozionante che ha varcato il secolo di vita ed ora si appresta a celebrare questo anniversario.
E' stata presentata questa mattina nella Sala Arazzi di Palazzo Barbieri la grande manifestazione del 20 maggio, una serata organizzata in Arena, tutta dedicata all'Hellas Verona, ai suoi tifosi, e alla sua storia.
A dare il via alle celebrazioni il sindaco di Verona Flavio Tosi, con l'assessore allo sport Giorlo. Tosi ha però voluto ringraziare anche l'ex assessore allo sport Sboarina che aveva dato il via alla manifestazione.
Presenti alla conferenza stampa gli organizzatori della serata, Luciano Marangon e Alberto Lomastro in primis. Ma accanto a loro tanti ex gialloblù, con Ciccio Mascetti e Osvaldo Bagnoli in testa. A rappresentare la società, assenti Setti e Gardini che hanno seguito la squadra impegnata a Reggio Calabria, il responsabile marketing Simone Salizzoni.
I biglietti (ci sono a disposizione circa 14 mila posti) saranno messi in vendita presso il box office e poi durante le gare dell'Hellas (la prima in casa il 9 febbraio contro il Vicenza) ai bigonci dello stadio. Per i primi quindici giorni la prelazione è riservata agli abbonati che potranno acquistare un tagliando più un altro biglietto per ogni abbonamento. L'organizzazione della serata sarà curata da Eventi.
Tutto l'incasso sarà devoluto in beneficienza.
Alla serata saranno presenti oltre trecento giocatori che hanno fatto la storia del Verona e tantissimi artisti. Da Umberto Smaila ai Nuovi Cedrini, da Donatella Rettore, a Cecilia Gasdia, la grande soprano veronese.
La serata sarà presentata da Mauro Micheloni e Cheyenne per la parte artistica e da Gianluca Vighini e Gianluca Tavellin per la parte sportiva.
FONTE: TGGialloBlu.it
Le ragazze secondo il “Codice Marangon”
13 ottobre 2012
Quando, dopo gli europei di calcio, Raffaella Fico annunciò la sua prossima maternità indicando il padre in Mario Balotelli, Libero intervistò Luciano Marangon, ex terzino sinistro. Forse vi siete dimenticate di lui. Ma lui si ricorda di molte di voi. «Ho avuto tantissime storie» ha raccontato ad Alessandro Dell’Orto. «Le ragazze mi telefonavano: “Ho sentito parlare di te, sono curiosa di conoscerti”. Le accontentavo. A Roma una volta sono stato a letto con sette donne contemporaneamente». Insomma, secondo il codice Marangon avere fama di fimminaro, come si dice in Sicilia, aiuta.
Credo non esista una donna disposta a riconoscerlo, ma forse è davvero così. L’articolo era intitolato Caro Balotelli, ecco le regole per non farsi fregare dalle veline. Tra gli accorgimenti, il principale era questo: «Essere chiari, dire che vuoi solo un’avventura. Una notte, al massimo due, e ciao ciao». E no, caro Marangon, allora non vale. Non puoi dire di avere davvero avuto tutte queste donne.
Cosa si può capire di una donna in una o due notti, se a volte non basta una vita? A iniziare una relazione non ci vuol molto (se si è belli, giovani, ricchi, come di solito i calciatori); proseguirla con soddisfazione reciproca, questo sì esige vero talento. Quanto alle sette donne in una volta, è come bere sette bottiglie di vini diversi in una sera: impossibile riconoscerne le qualità e il giorno dopo non si ricorda nulla. In ogni caso, le regole Balotelli non deve averle imparate, se è vero che lui e la Fico hanno deciso di ricominciare (almeno fino alla prossima smentita).
Aldo Cazzullo (Quello che gli uomini non dicono)
FONTE: Blog.IoDonna.it
“La parola all’esperto”: Luciano Marangon ci dice la sua sulla prima giornata di campionato
Posted By : Christian Montanaro
Posted Date : 28 Agosto 2012
Torniamo ad ospitare un vecchio amico di Palo Goal, che non abbisogna di presentazioni.
Glorioso fluidificante degli anni 80', Luciano Marangon ha giocato nel Napoli, nella Roma, nella Juventus, nel Verona e nell’Inter, conquistando con la formazione veneta lo storico scudetto 84-85'.
Con lui parliamo un pò dei temi della prima giornata di campionato.
Ciao Luciano, e bentrovato sulle nostre colonne telematiche. Prima giornata di campionato appena disputatasi, che è partita già col botto. Tante sorprese, tra cui spicca la sconfitta del Milan. Te l’aspettavi?
“Del Milan si sapeva. Credo sia la squadra più scarsa degli ultimi venti anni. Poi per il resto grandi Juve e Napoli e bene il Catania”
Positivo l’esordio di Cassano all’Inter. Può essere veramente l’arma in più di Stramaccioni e dove pensi possa arrivare la formazione nerazzurra?
“Beh sembra sia la squadra che voleva, e Cassano quando fa quello che vuole gioca con serenità e entusiasmo, quindi buon acquisto per l’Inter. I nerazzurri sono una buona squadra. Arriveranno sicuramente tra le prime”
Napoli solido che può puntare al titolo, e più difficoltà del previsto per Zeman o pensi sia solo bisognoso di tempo?
“Si, Napoli tra i candidati di sicuro per lo scudetto, mentre per quello che riguarda la Roma in effetti il gioco di Zeman richiede un po di tempo per poter essere valutato”
Ultimi giorni di mercato: da chi ti aspetti il possibile colpo?
“Credo ci sarà poco e niente onestamente. La realtà è che non ci sono soldi in questo momento in Italia da spendere per operazioni di mercato consistenti”
LA SCHEDA: CHI E’ LUCIANO MARANGON:
Luciano Marangon nasce a Quinto di Treviso il 21 ottobre 1956. Professione fluidificante, ruolo ormai desueto, è uno dei grandi interpreti del ruolo nel calcio anni 80' insieme ai Cabrini e ai Nela. Cresciuto nelle giovanili della Juventus, passa a soli diciannove anni nel Lanerossi Vicenza, con cui prima si salva e poi ottiene una importante promozione in serie A. L’esordio in A il 23 ottobre 1977. Nel 1980 passa al Napoli, dove disputa ben 26 gare e ottiene un ottimo terzo posto. L’anno successivo il trasferimento alla Roma, esperienza che gli facilita anche la chiamata in Nazionale, che arriva il 14 aprile 1982 contro la Germania dell’Est. Un nuovo trasferimento a Verona, dove si consacra come uno dei migliori fluidificanti italiani, contribuendo anche con i suoi goal allo storico scudetto della stagione 84-85' targato Osvaldo Bagnoli, l’unico della storia della formazione veneta. Attira le mire dell’Inter, che è in cerca di un giocatore di valore da schierare sulla fascia sinistra. Nella formazione nerazzurra militerà per due anni.
FONTE: PaloGoal.it
LUCIANO MARANGON A LIBERO
Il calciatore playboy a Balotelli: "5 consigli per non farti incastrare"
L'ex terzino del Verona scudettato: "Sono un esperto di sesso e scappatelle. La Fico non mi sembra molto seria ma Mario non è stato furbo. Si circonda di veline e oche"
06 Luglio 2012
Luciano Marangon, 56 anni, ex terzino sinistro, lei ha un curriculum da campione.
«Beh, ho vinto lo scudetto con il Verona di Bagnoli e poi ho giocato nell’Inter e...».
In realtà si stava parlando di donne. È stato un fuoriclasse, il playboy del football italiano.
«Ho avuto tantissime storie. Le ragazze mi telefonavano: “Ho sentito parlare di te, dicono che sei bravo, sono curiosa di conoscerti”. Le accontentavo. Facevo sesso anche prima di giocare, a Roma una volta sono stato a letto con sette donne contemporaneamente».
Complimenti. Ora si discute del caso Balotelli-Fico.
«Non li conosco. Ma visto da fuori mi è sempre sembrato un fidanzamento per farsi pubblicità. Soprattutto da parte di lei. Un modo per guadagnare soldi».
Ora dice di essere incinta di Supermario.
«Non mi dà l’impressione di essere una ragazza molto seria. Non era quella che voleva vendere la sua verginità per un milione di euro? A parte che non ha mai specificato di quale parte del corpo...».
Urca, subito un tackle. Luciano, a lei è mai capitata una situazione del genere?
«Almeno una decina di volte, ma mai con fidanzate ufficiali. A Verona, una volta, passo la notte con una tizia. Dopo una settimana si presenta all’allenamento: “Sono incinta, devi darmi i soldi per abortire”. L’ho mandata a quel paese. Anche perché ero tranquillo».
In che senso?
«Regola numero uno: usare sempre precauzioni. Quando sei un calciatore sei super corteggiato, le donne ti entrano in casa e c’è il rischio che qualcuna voglia incastrarti. Soprattutto di questi tempi, con tante veline, paperine e ochine che cercano pubblicità».
Allora diamo i 5 consigli dell’esperto ai giovani calciatori di oggi - ricchi e ambiti - per non restare fregati. Regola numero due?
«Essere furbi. Dopo un secondo e mezzo capisci se una donna è affidabile o no. Se non lo è, meglio scappare da un’altra».
Tre?
«Non promettere mai nulla per portarsi una ragazza a letto. Tanto hai la fila».
Quattro?
«Non dire mai “Ti amo”. È la fine».
Cinque?
«Essere chiari, spiegare che vuoi solo un’avventura. Se sei diretto le donne ti rispettano di più. E diventano dirette anche loro».
Già, ma quanto dura un’avventura?
«Una notte, al massimo due e ciao ciao. È un gioco. Poi, certo, può capitare un revival. L’importante è mantenere riservatezza. Su di me ci sono sempre state molte leggende, ma nessuno mi ha mai beccato sul fatto».
Si diceva che lei cambiasse squadra ogni anno perché se la faceva con le mogli dei compagni.
«Non era vero. A proposito di pettegolezzi, vuole ridere? Senta questa. Quando giocavo nella Roma ogni lunedì, sulla pagina di gossip del Messaggero, pubblicavano mie foto sempre in compagnia con ragazze diverse».
E che succedeva?
«Il martedì Liedholm, alla ripresa degli allenamenti, mi veniva incontro e diceva: “Marangooon, messoooooo ghiacciooo?”. Rispondevo: “Sì, mister, e la caviglia va meglio dopo la botta presa domenica”. E lui, ridendo: “Nooo, Marangooon. In champaaaagne, messo ghiaccio in champaaaaaagne?».
di Alessandro Dell'Orto
FONTE: LiberoQuotidiano.it
lunedì 23 aprile 2012
Sotto 2 Bandiere: Luciano Marangon
Mancino puro dallo spunto sgusciante, Luciano Marangon fu tra i migliori interpreti nel ruolo del terzino fludificante a cavallo degli Anni Settanta ed Ottanta. Nato a Quinto nella provincia trevigiana, si mise in luce nel vivaio della Juventus, ma tuttavia con i bianconeri non riuscì mai a debuttare in prima squadra. Anzi nel ’75 passò prima in prestito e poi a titolo definitivo nelle file del Lanerossi Vicenza, club in cui militò addirittura fino a 1980. Fu tra gli artefici del miracolo del club biancorosso, che nel 1978 assunse l’appellativo di Real Vicenza per aver conquistato uno storico secondo posto in campionato ed aver conteso il titolo di Campione d’Italia proprio alla Juventus.
Marangon viaggiava a ritmi forsennati sull’out di sinistra del campo, risultando tra i migliori mancini del nostro campionato, alle spalle del solo Antonio Cabrini, che si mise in luce proprio per i Mondiali d’Argentina del 1978. Nell’estate dell’80, complice la retrocessione tra i cadetti della squadra veneta, Marangon approda all’ambizioso Napoli di Marchesi, disputando un ottimo campionato. La sua stagione conta bel 26 presenze e un terzo posto in campionato, con il tricolore che sfugge ai partenopei proprio nel momento topico della stagione. Luciano, però, inizia a prender gusto nel cambiare più frequentemente casacca, dopo essersi legato per molte stagioni al Vicenza. Infatti, nel 1981/82 va a vestire la maglia della Roma, che pure dichiara ambizioni d’alta classifica, senza però riuscire a centrare lo Scudetto anche in questo caso. Nell’anno al servizio dei giallorossi colleziona anche la sua unica presenza in Nazionale. Bearzot lo manda in campo nella sfida pre-Mundial di Lipsia contro la Germania Est, senza poi successivamente concedergli altra chance di scendere in campo.
Tuttavia, nel 1983 cambia ancora aria e dalla Capitale si trasferisce al neopromosso Hellas Verona. Con gli scaligeri consegue i risultati che non aveva raggiunto in altre piazze e dopo aver sfiorato in ben tre occasioni il titolo nazionale, nel 1985 Marangon lo Scudetto lo vince con la maglia del Verona. Il primo ed unico per la società gialloblu. Il titolo conquistato nel Veneto, però, non convince Marangon a rimanere nel Verona ed infatti il terzino sinistro accetta il lauto ingaggio di Ernesto Pellegrini, Presidente dell’Inter che nutre grosse ambizioni per il club meneghino. A Milano Marangon gioca per due stagioni, senza conseguire però i risultati sperati. Nel secondo anno in maglia nerazzurra gioca appena tre partite di campionato, ma Pellegrini non lo lascia partire lo stesso, anche se il giocatore avrebbe una concreta richiesta da parte degli inglesi del Tottenham Hotspur. Pellegrini non lo cede e Marangon ad appena trentun anni si ritira dal calcio giocato, cimentandosi nella proficua attività di procuratore dei calciatori.
FONTE: LAltroCalcio.blogspot.com
LUCIANO MARANGON(sesso, feste e poco lavoro)
9/1/2012, 13:31
Nasce a Quinto di Treviso il 21 ottobre 1956. Sono passati quasi 20 anni da quando nella stagione 1986/87 ha deciso di dare l'addio al calcio: da allora Luciano Marangon ha girovagato per il mondo (112 i paesi visitati) e si è divertito come un vero playboy: sesso, feste e poco lavoro. "Ho fatto sesso anche con sette donne insieme - ha detto a "Libero" - lo facevo anche la domenica mattina, era il mio doping. Vieri e Inzaghi? Se fossi loro scapperei con 50 donne".
Dopo essere cresciuto nelle giovanili della Juventus passò al Lanerossi Vicenza nel 1975, giocando da titolare, pur avendo soli 19 anni, il campionato di Serie B conclusosi con una salvezza di misura. L’anno seguente continuò ad essere titolare e conquistò la promozione in Serie A nel primo anno di Giovan Battista Fabbri e di Paolo Rossi al Lanerossi.
Esordì in massima serie il 23 ottobre 1977, due giorni dopo il suo ventunesimo compleanno, ma nella stagione del secondo posto del Vicenza giocò solo 12 partite, sostituito nel ruolo di titolare dal più esperto Vito Callioni. Torna ad essere titolare fisso nella stagione seguente, giocando anche in Coppa UEFA. Dopo la retrocessione in B dei biancorossi rimase per un anno a Vicenza per passare poi al Napoli dove ritrovò Mario Guidetti.
Con i partenopei conquistò un ottimo terzo posto in classifica, bissato l’anno successivo con la maglia della Roma. Proprio in quella stagione, alla vigilia del mundial spagnolo, è chiamato in Nazionale: esordì il 14 aprile 1982 contro la Germania Est, tuttavia quella fu la sua unica presenza poiché Enzo Bearzot non lo incluse nella lista dei 22 partenti per la Spagna.
Passato all’Hellas Verona quella stessa estate, lasciò gli ex compagni che vinsero lo scudetto che mancava nella capitale da 40 anni.Dopo la storica vittoria passò all’Inter dove tuttavia non trovò molto spazio: proprio con i nerazzurri, dopo un campionato 1986-1987 con sole 3 presenze, lasciò il calcio che conta.
Adesso si cimenta nelle attività di procuratore di calciatori, inoltre è proprietario e socio di alcuni locali in Spagna (ad Ibiza e a Formentera).Poi dopo due anni l'ex terzino ha lasciato gli Stati Uniti per una nuova avventura: "Ho rilevato un chiosco a Formentera e ho inventato il 'chiringuito': la gente viene per l'aperitivo, beve e rimane fino all'alba. Ho aperto la stessa attività anche a Rodi e a Santo Domingo. In tutto ho girato tanto, sono stato in ben 112 paesi".
Ma anche quando era in attività il sesso non è mai mancato a Marangon: "Ho avuto tantissime donne, e sono orgoglioso. Le ragazze mi telefonavano: 'Ho sentito parlare di te, voglio conoscerti'. E io le accontentavo. A volte, ed è successo almeno una decina di volte, mi chiamavano e dicevano: 'Sono incinta'. Cercavano di incastrarmi, è il rischio del mestiere.
Di tutti i compagni avuti nella sua carriera Marangon ricorda Rudy Krol: "Era sposato e diceva alla moglie 'vado a far compagnia a Luciano che è solo'. E io stavo in giro tutta la notte per farlo divertire a casa mia con le mie amiche". Poi l'ex veronese Elkjaer: "Andiamo a giocare a Copenaghen, siamo in macchina, alcune ragazze lo riconoscono e ci fermano: nel giro di un attimo sono tutte distese sul parabrezza, tette al vento e gesti provocatori. E io: 'Evvai che ci divertamo'".
Infine il "best 11" dei festaioli secondo Marangon: "Garella, Nela, Fontolan, Krol, io, Sacchetti, Falcao, Volpati, Cerilli, Galderisi e Elkjaer. Allenatori Trap e Bagnoli".
FONTE: Pulcinella291.ForumFree.it
05.11.2011
Luciano disse a Bagnoli «Prenda mio fratello...»
Luciano Marangon
Primo e secondo. Quando vanno in campo, ci si affida ai numeri per classificarli. E loro due ebbero la grande fortuna di vivere l'anno magico del Verona di Bagnoli. Eccoli in un piccolo ritratto dell'epoca. Poche parole. Maragon I°: difensore squadrato, a tratti elegante, macina chilometri e ama l'affondo. Marangon II°: difensore di prospettiva, sa leggere l'avversario, il tempo dirà. Luciano e Fabio Marangon sono diventati i fratelli dello scudetto. Bella storia la loro. Legata al Verona dell'Osvaldo. Perchè non capita a molti di condividere nel nucleo familiare, così da vicino, uno storico evento come quello della stagione '84-'85.
Luciano, più vecchio di sei anni rispetto al fratello, condusse un campionato da protagonista. Per lui 29 presenze e due reti. La più importante a Torino contro i granata. Sempre presente, sempre titolare. Fabio, in quel Verona, assunse il ruolo del comprimario. Era giovane il ragazzo. Ventitre anni, e tanti campioni davanti. Tuttavia, anche sul suo petto si cucì lo scudetto della grande sorpresa veronese. Fabio raccolse appena tre presenze. Quanto basta, però, per dire: c'ero anch'io. E poi quelli erano tempi in cui il turnover non esisteva. E in campo stavano in undici, al massimo dodici. Prima di lui, tra l'altro, s'alzavano dalla panchina Bruni, Turchetta e Donà.
L'esordio fu contro la Lazio all'Olimpico. Autorete di Podavini, su conclusione di Nanu Galderisi. Quasi trent'anno dopo la confessione.
"Mio fratello Luciano – confida Fabio – parlò molto bene di me a Bagnoli. Sapevo che venendo a Verona non ci sarebbe stato tanto spazio, ma feci in tempo a vincere lo scudetto e quella fu una grandissima soddisfazione. L'importante era esserci".
E da quel 12 maggio '85 i Marangon posso vantarsi dell'appellativo di fratelli scudetto. Per pochi, per quelli che se lo meritano. Aiutati dal destino e da una buona stella. S.A.
FONTE: LArena.it
«Luna tonda», esce l'autobiografia di Luciano Marangon
Il libro, scritto a quattro mani con Argia Di Donato, è un viaggio nella vita dell'ex terzino di Inter, Roma e Napoli, ma anche campione d'Italia con il Verona, dagli stadi italiani alle spiagge di Formentera, dove è proprietario di alcuni locali, dalla passione per le donne all'amore per i figli
Marcello Di Dio - Mar, 15/02/2011 - 10:19
Si chiama «Luna tonda» (edizioni Boopen Led, 12 euro) l'autobiografia di Luciano Marangon, ex terzino sinistro cresciuto nelle giovanili della Juventus, campione d'Italia con il Verona e tra il 1975 e il 1987 calciatore delle principali squadre italiane (tra cui Inter, Roma e Napoli). «Perchè ho deciso di chiamarla così? I miei appunti li scrivevo sulla spiaggia di Bali quando la luna illuminava il mare. E l'aggettivo tonda mi ricorda il pallone, ma anche le forme di una donna, come la pancia di quando sono incinte. Ci voleva un titolo corto, mi dicevano gli editori, e così ho scelto proprio questo».
Il libro è un viaggio nella vita dell'ex campione, dall'infanzia nella campagna trevigiana ai primi amori, dagli stadi italiani vissuti da terzino tra i più forti in circolazione alle spiagge di Formentera, dove è proprietario di alcuni locali, una vita dietro la storia, scritta a quattro mani con Argia Di Donato («solo una donna avrebbe potuto decifrare i miei appunti...») e raccontata senza veli, con la sincerità ruvida di chi decide di svelare le sue passioni e i suoi dolori. Marangon a 30 anni ha deciso di lasciare il mondo del calcio per dedicarsi alla sua grande passione, la carriera di procuratore sportivo. «L'ultima partita l'ho giocata poco tempo fa al Bentegodi con gli ex compagni del Verona dello scudetto per una causa benefica, alla fine ero stanchissimo così come Elkjaer e Briegel...», l'aneddoto dell'ex terzino. Marangon ha curato l'immagine di ex campioni come Roberto Baggio e Salvatore Schillaci, ha portato in televisione campioni come Francesco Totti, Maradona e Cristian Panucci. Nel libro si definisce «un nomade nudo che danza sul cuore del mondo nell'ambiente patinato del calcio, attorniato da una moltitudine di donne e divertimenti». «Ve lo ricordate Garella (portiere dello scudetto del Verona di Bagnoli nel 1985)? Era brutto, ma riscuoteva un gran successo tra il pubblico femminile - così Marangon - ma lui era sposato, quindi resisteva a ogni tentazione».
Nella conferenza stampa di presentazione al Futbol Club di Roma, Marangon ha anche raccontato anche tante curiosità legate alla sua vita privata, dall'amore per le donne (uno ideale che appare e scompare all'ombra delle piramidi Maya) che hanno fatto parte della sua vita al rapporto con i figli, dall'apertura del «Big Sur», famoso locale su una spiaggia delle Baleari - un antesignano di quelli che poi spopoleranno nella seconda metà degli anni '90 sulla riviera adriatica -, all'amicizia con David Gilmour, chitarrista dei Pink Floyd e suo vicino di casa a Rodi, in Grecia. Fino ad arrivare alla sua carriera calcistica e ai ricordi legati alla Roma, al Napoli dove si è consacrato il rapporto con Maradona. «Dopo aver giocato a calcio - ha raccontato l'ex calciatore veneto - ho fatto la cosa che più mi piaceva quando ero bambino: viaggiare. Ad oggi ho visitato quasi 150 paesi nel mondo, così come il mio amico Piero Chiambretti». Alla fine viene fuori la figura di un uomo semplice, che si interroga sul confine dell'amore e della libertà.
Alla presentazione hanno partecipato glorie dello sport italiano, tra cui Bruno Giordano, da pochi giorni allenatore della Ternana, e il giornalista Rino Tommasi.
FONTE: IlGiornale.it
Luciano Marangon si racconta in Luna Tonda.
Biografia romanzata sull’ex calciatore Luciano Marangon; Luna tonda edito dalla Boopen led, scritta a quattro mani con la scrittrice e giornalista partenopea Argia Di Donato.
(UMDI UN MONDO DI ITALIANI)
di Emilia Ferrara (stagista)
Questo titolo Luna Tonda è stato scelto, perché è un simbolo che richiama la forma del pallone e la pancia della donna gravida. Marangon rivela; “mi sono molto divertito a raccontare di me ad Argia. Nel libro è decritto il mondo del calcio sotto un’altra luce, attraverso una scrittura femminile, non bastarda maschile”.
“Questo libro riflette le peculiarità di Luciano”, interviene la Di Donato, continua dicendo “ha un rapporto odio, amore con le telecamere. Da Luciano ho imparato tante cose. È una persona che ha una vita sana, un uomo dal pensiero semplice e lineare. Aveva letto dei mie libri e articoli, tramite il mio blog e quando ci siamo incontrati, mi ha chiesto di scrivere questo libro. Ci siamo riusciti! Grazie anche ai suoi appunti, dopo nove mesi, come nelle gravidanze, è nato questo bimbo di carta. Le difficoltà sono state tante, mettere insieme due mondi diversi, il mondo bastardo con il mondo fantastico e sognatore femminile, è stato tutt’alto che semplice!”
La presentazione è stata molto applaudita, con tanti ospiti d’eccezione, come Giuseppe Bruscolitti, Gennaro Montuori detto Palummella, Andrea Capone e Giovanni Improta che ha ricordato: “è stato un bell’anno quello di Luciano a Napoli, peccato che non venne riconfermato”.
La scrittrice Enza Alfano, insieme alla giornalista Elena Varriale hanno letto brani dal testo “parti diverse di un’unica mela”stuzzicato molta curiosità e domande, tra i presenti in sala. Argia di Domato racconta che la sua domanda frequente a Luciano è stata “come è possibile che un uomo così solare non ha una compagna? Finalmente dopo tante domande mi rispose che c’è una donna, che gli è rimasta nel cuore”.
Ma lo rivela nel libro. Marangon ha molto rispetto per le donne. È una persona molto sensibile ed innamorato della vita e della libertà”. Marangon ha giocato nelle più importanti squadre di serie A, e per un anno anche nel Napoli, ama molto questa città ci torna spesso, ed afferma che “ Napoli è bella, non deve cambiare, forse sarebbe meglio un po’ più pulita ma è la città più bella del mondo. La genialità e la furbizia delle persone non si trovano in nessun’altro posto al mondo”. Marangon a trent’anni lascia il mondo del calcio ed attualmente è procuratore sportivo, ma anche socio di alcuni locali in Spagna.
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27 / 01 / 2011
FONTE: UnMondoDItaliani.com
27/3/2005
Marangon: "Il sesso era mio doping"
"Una volta anche con 7 ragazze insieme"
Sono passati quasi 20 anni da quando nella stagione 1986/87 ha deciso di dare l'addio al calcio: da allora Luciano Marangon ha girovagato per il mondo (112 i paesi visitati) e si è divertito come un vero playboy: sesso, feste e poco lavoro. "Ho fatto sesso anche con sette donne insieme - ha detto a "Libero" - lo facevo anche la domenica mattina, era il mio doping. Vieri e Inzaghi? Se fossi loro scapperei con 50 donne".
Luciano Marangon
Se qualcuno cantava "una vita da mediano" come allegoria di un'esistenza tutto sudore e fatica e con poche soddisfazioni tangibili, forse dopo aver sentito il racconto di Luciano Marangon "una vita da terzino" potrebbe diventare lo slogan di un'esistenza diametralmente opposta, tra sesso, donne o sregolatezza, in un certo senso la vita che buona parte dell'universo maschile desiderebbe imitare.
Marangon racconta come, una volta smesso di giocare a soli 31 anni, fuggì a New York per "staccare la spina": "Comprai un loft di 350 metri quadrati su tre piani - racconta l'ex giocatore nell'intervista raccolta da Alessandro Dell'Orto - l'ideale per le mie feste preferite: apri la casa e ti entra chiunque, dallo spacciatore al poeta, dalla modella all'attore. Ogni sera 500 persone e via, a divertirsi fino all'alba. E' passata tutta la gente di Hollywood che contava: Richard Gere, Oliver Stone e le modelle: Linda Evangelista, Cindy Crawford, Carol Alt, Naomi Campbell. L'invito era aperto a tutti, e non c'era orario di chiusura: a volte andavo a dormire con ancora 100 persone che giravano per casa".
Poi dopo due anni l'ex terzino ha lasciato gli Stati Uniti per una nuova avventura: "Ho rilevato un chiosco a Formentera e ho inventato il 'chiringuito': la gente viene per l'aperitivo, beve e rimane fino all'alba. Ho aperto la stessa attività anche a Rodi e a Santo Domingo. In tutto ho girato tanto, sono stato in ben 112 paesi".
Ma anche quando era in attività il sesso non è mai mancato a Marangon: "Ho avuto tantissime donne, e sono orgoglioso. Le ragazze mi telefonavano: 'Ho sentito parlare di te, voglio conoscerti'. E io le accontentavo. A volte, ed è successo almeno una decina di volte, mi chiamavano e dicevano: ' Sono incinta'. Cercavano di incastrarmi, è il rischio del mestiere".
Tra le sue conquiste anche qualche personaggio famoso: "La figlia di Benz, quello della Mercedes, mi ha chiesto di sposarla. Mi sarei sistemato per tutta la vita, ma lei non era proprio una bellezza. Sono uscito anche con Stefania di Monaco e con una soubrette ora quarantenne, di cui però non voglio dire il nome. Sono un malato del sesso, ma solo in forma classica, niente rapporti sadomaso o gay. Il sesso era il mio doping: lo facevo anche la domenica mattina, a casa o in ritiro, mi rilassava ed ero più in forma".
E Marangon non si riferisce solo a rapporti a due: "Farlo con più donne è il sogno di tutti gli uomini, e io ho un record: sette donne contemporaneamente. Mica tutti i giorni, solo una volta nella vita. Ma mi è successo". Sui calciatori "playboy" di oggi l'ex giocatore ha un'opinione precisa: "Mi domando: perchè Vieri e Inzaghi hanno solo venti giorni di vacanza all'anno e li sprecano a Milano Marittima per conoscere due letterine o paperine? Io al loro posto affitterei una barca di 50 metri, ci porterei 50 donne e sparirei in mare. Ma l'ambiente del calcio è cambiato".
Di tutti i compagni avuti nella sua carriera Marangon ricorda Rudy Krol: "Era sposato e diceva alla moglie 'vado a far compagnia a Luciano che è solo'. E io stavo in giro tutta la notte per farlo divertire a casa mia con le mie amiche". Poi l'ex veronese Elkjaer: "Andiamo a giocare a Copenaghen, siamo in macchina, alcune ragazze lo riconoscono e ci fermano: nel giro di un attimo sono tutte distese sul parabrezza, tette al vento e gesti provocatori. E io: 'Evvai che ci divertamo'". Infine il "best 11" dei festaioli secondo Marangon: "Garella, Nela, Fontolan, Krol, io, Sacchetti, Falcao, Volpati, Cerilli, Galderisi e Elkjaer. Allenatori Trap e Bagnoli".
FONTE: TGCom24.Mediaset.it
MARANGON LUCIANO
Luciano Marangon nacque a Quinto di Treviso (Treviso) il 21 ottobre 1956. Terzino sinistro, dal 1977/1978 al 1986/1987 collezionò con Vicenza (le prime due stagioni), Napoli, Roma, Verona, Inter 192 presenze in serie A segnando 3 gol e vincendo, in gialloblu, lo scudetto 1984/1985. Una presenza in nazionale. Fratello di Fabio.
«Quando vedo qualche partita in tv, penso che potrei fare di meglio. Ma ora contano solo i muscoli» (nel 1999)
FONTE: CalcioReference.com