#JuventusVerona MCKENNIE guarito, CR7 ancora no, fuori CHIELLINI e scelte obbligate in difesa per PIRLO come per JURIĆ che però sulla trequarti ha diverse scelte e davanti ritrova DI CARMINE
...La sconfitta al Tardini e il pari interno col GENOA, due match che lasciano parecchie perplessità sul futuro gialloblù e che sono accomunati da prove certamente all'altezza da parte della squadra gialloblù che cerca di fare calcio e aggredisce gli avversari ma, al contempo, fatica da morire a creare occasioni gol.
Ha ragione mister JURIĆ 💛💙: Serve pazienza, questa giovane squadra (la più giovane dell'ultimo turno in Serie A) va aspettata come vanno attesi i migliori interpreti al momento ancora indietro di condizione (vedi LAZOVIĆ e KALINIĆ) o, peggio, infortunati come BENASSI e MAGNANI e va presto dimenticata quella della stagione scorsa dove Darko seminava panico sulla mancina, AMRABAT riciclava palloni e ripartiva a martello (mentre ora langue alla FIORENTINA) e, pur senza una prima punta in grado di fare la differenza, l'HELLAS risultava ficcante ed imprevedibile con la qualità di PESSINA, BORINI.
Inutile e tafazziano rimuginare su chi è andato: L'attuale fase difensiva non sembra soffrire più che tanto (se è vero come è vero che quella del VERONA è la miglior difesa della Serie A con un solo gol subito al pari di quella del MILAN), la mediana ha mantenuto VELOSO e trovato nuovi e diversi interpreti dopo l'addio (inevitabile) di Sofyan ma anche in quel settore di campo i gialloblù appaiono in crescita tra le normali luci ed ombre nella ricerca della giusta amalgama... Quello che più preoccupa è l'apparente prevedibilità di quanto accade dalla cintola in su dove, in attesa del miglior ZACCAGNI, l'assenza di PESSINA è quella destinata a farsi più sentire dato che Matteo aveva la rara dote di effettuare (quasi) sempre la scelta più giusta per la squadra e mettere in grave affanno le difese avversarie da perfetto metronomo di JURIĆ in campo.
Oggi, per stessa ammissione del tecnico spalatino, la squadra scaligera sta cambiando tipo di gioco, appoggiandosi di più al vertice alto del triangolo offensivo ma la qualità delle soluzioni d'attacco, aldilà dei soliti cross dalle estreme (tipico schema tattico del calcio inglese di qualche anno fa) facilmente 'leggibili' dagli opposti, lascia a desiderare; questa a mio modesto avviso la ragione per cui il VERONA non segna (e con un'unica rete segnata in quattro partite fa di quello dell'HELLAS il peggiore attacco del torneo).
Fortunatamente, come anticipato, la qualità dei singoli crescerà al crescere della condizione e allora... Ci divertiremo di più! 😉
Precedenti
...Per quanto riguarda il prossimo match tra i bianconeri di casa e la squadra scaligera, va descritta una gara di grande tradizione risalente addirittura al campionato 1928-29 su un campo assolutamente tabù per il VERONA che ha ottenuto 4 pareggi, 24 sconfitte e mai nessuna vittoria in Piemonte.
12 le vittorie consecutive per la JUVENTUS, l'ultima il 21 Settembre 2019 quando i gialloblù cedettero nonostante una gara tanto gagliarda quanto sfortunata.
3 a 0 il 5 Gennaio 2016 con i bianconeri che superarono in surplace i gialloblù di DELNERI, 4 a 0 il 18 Gennaio 2015 (fra l'altro anticipato 3 giorni prima dal devastante 6 a 1 agli ottavi di finale di Coppa Italia).
Il 2 a 1 con cui il 19 Maggio 2018 la compagine torinese sconfisse l'HELLAS va ricordato per due sole cose: L'addio (durato l'arco un paio di stagioni come abbiamo visto) di BUFFON ed il record più negativo di sempre degli scaligeri nella massima Serie scolpito peraltro da numeri impietosi composti da 27 Sconfitte, 78 gol subiti e 25 miseri punti ottenuti!
La prossima sfida è stata affidata alle cure del signor Fabrizio Pasqua della sezione AIA di Tivoli.
QUI TORINO (sponda bianconera) CHIESA espulso a Crotone non ci sarà e, mentre per RONALDO si attende l'esito di un'ulteriore tampone, MCKENNIE risulta guarito dal coronavirus.
Non saranno a disposizione nemmeno Alex SANDRO, DE LIGT e CHIELLINI per il quale, nonostante gli esami abbiano escluso il peggio, è prevista una settimana abbondante di stop.
Recupera RAMSEY che dovrebbe partire dall'inizio a centrocampo.
Probabile formazione
Scelte obbligate in difesa per mister PIRLO con DEMIRAL, BONUCCI e DANILO 'unici superstiti' a partire dall'inizio nel 3-5-2 che dovrebbe vedere CUADRADO e FRABOTTA (o BERNARDESCHI) schierati sulle esterne e RAMSEY nel mezzo libero di svariare in avanti.
Tandem d'attacco affidato a MORATA e DYBALA.
QUI VERONA GÜNTER, ancora alle prese col Covid, rimarrà ancora ai box insieme a ÇETİN, DANZI e ai lungodegenti DAWIDOWICZ e BENASSI. VELOSO e MAGNANI che hanno lavorato in parte col gruppo potrebbero rientrare almeno in panchina mentre BARÁK, tornato negativo al Coronavirus, è di nuovo disponibile.
Convocati
...Anche DI CARMINE rimane a casa: Per lui lesione di primo grado del muscolo otturatore esterno della gamba sinistra. SALCEDO fuori per scelta tecnica, prima chiamata per il Primavera CANCELLIERI appena arrivato dalla ROMA.
Probabile formazione
Mister JURIĆ riproporrà l'inedita difesa che ha retto al meglio col GENOA ma anche la mediana non dovrebbe cambiare mentre sono diverse le soluzioni dalla trequarti in su con ZACCAGNI, TAMÈZE e COLLEY a contendersi due maglie.
Con DI CARMINE ancora ai box FAVILLI partirà dal primo minuto al centro dell'attacco mentre KALINIĆ, ancora alla ricerca della forma migliore, entrerà a gara in corso.
3-4-2-1 con Silvestri; Ceccherini-Lovato-Empereur; Faraoni-Vieira-Ilic-Lazovic; Zaccagni-Colley; Favilli.
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Mister PIRLO tecnico della JUVENTUS«Ci siamo ritrovati bene, perché abbiamo avuto tempo per riposare e scaricare dopo le partite ravvicinate. A parte Chiellini gli altri sono a disposizione, pronti per giocare. Ronaldo? Fino a ieri sera non c’erano novità, aspettiamo i tamponi come li abbiamo fatti noi stamattina li ha fatti anche lui ma in ogni caso non sarà disponibile perché dovrebbe fare la visita di idoneità. McKennie ieri è risultato negativo, oggi dovrebbe fare la visita e speriamo di averlo almeno a disposizione per domani. Dybala? Domani gioca, non ho avuto bisogno di pungolarlo. Ha bisogno di allenarsi, ha avuto poco tempo per farlo. E’ entrato in campo a Kiev un po’ di minuti e domani è giusto che parta dall’inizio. Domani sta fuori sicuramente Chiesa. Abbiamo tante soluzioni, poi dipenderà dalle partite. Ramsey ha fatto un gran lavoro a Kiev, domani lo farà Dybala come abbiamo provato in questi giorni. Dipenderà dalle partite: abbiamo giocatori polivalenti che possono ricoprire più posizioni... La pandemia crea una situazione surreale ma lo sappiamo già dall’anno scorso. Lo abbiamo visto anche martedì, che c’erano 20.000 persone e sembrava fosse cambiato il mondo. Giocare in queste situazioni non è facile, non solo per noi ma anche per gli altri. Stando in quarantena a me ha fatto piacere anche perché ho avuto a disposizione i ragazzi, amalgamando bene il gruppo» CalcioNews24.com
Mister JURIĆ «Se Barak sarà già a disposizione? Oggi si è allenato da solo, domani dovrebbe essere integrato nel gruppo e vedremo se potrà essere utilizzato per qualche minuto domenica sera. Veloso? Non è ancora a disposizione. Magnani? Ha cominciato ad allenarsi con noi, è impiegabile, ma sta ancora lavorando per trovare la miglior forma. Come sta Kalinić? Anche lui sta lavorando alla ricerca della migliore forma fisica. Per attaccanti come lui, che giocano sul dinamismo e sull'esplosività, ci vuole un po' di tempo in più. La mia idea è quella di inserirlo gradualmente, anche perché abbiamo altri attaccanti a contendersi il posto. Chi giocherà a sinistra? Voglio far giocare Lazovic, perché per noi è un top player. In attacco lui ha sempre fatto la differenza, perché è un giocatore che salta l'uomo. Deve ancora trovare la migliore condizione, quindi proverò a dargli continuità. Ma anche Dimarco ha fatto molto bene, quando è stato chiamato in causa. Se partirà titolare Ilić? Probabilmente giocheranno ancora lui, Tameze e Vieira. I ragazzi mi hanno sorpreso molto in positivo nell'interpretazione della gara contro il Genoa, quindi la mia idea attualmente è quella di confermarli. Chi giocherà in attacco? Vedremo domani, ci sarà un altro allenamento per decidere. In difesa? Penso ci saranno gli stessi tre che hanno giocato contro il Genoa. Anche Empereur ha migliorato di molto la sua condizione. Essere la migliore difesa d'Europa al pari di Milan e Atletico Madrid? Penso che la squadra abbia lavorato sempre molto bene a livello difensivo. E in queste occasioni, anche un pizzico di fortuna aiuta sempre. Sul piano del gioco? Siamo una squadra completamente rinnovata. Le ultime 15-20 partite dello scorso anno le abbiamo sempre dominate e anche le ultime due di questa stagione sono andate altrettanto bene. La difesa mi ha soddisfatto, però dobbiamo migliorare ancora un po' in attacco. Offensivamente abbiamo creato moltissimo, in allenamento stiamo lavorando su concentrazione e cattiveria nell'ultimo passaggio. Dobbiamo essere più concreti. I più giovani? Sono molto contento di loro, hanno risposto molto bene. Però bisogna avere la giusta dose di pazienza, vanno fatti crescere bene senza metterli in difficoltà. Con quale atteggiamento andremo a Torino? La Juventus è fortissima, ma il Verona ha uno stile di gioco definito, ci abbiamo lavorato tanto e proseguiamo con la nostra idea, non snaturando la nostra identità. Andiamo ad affrontare la Juventus come affrontiamo tutte le altre squadre. Dobbiamo mantenere la nostra identità. Ed essere coraggiosi. Su Pirlo? Non ci sono regole sul percorso per arrivare ad allenare una grande squadra, a me la gavetta è servita. Dipende molto anche dalla società in cui lavori, da come riescono a sfruttare le tue qualità. Puntando su di lui, la Juventus ha compiuto una scelta certamente consapevole. Se risultati e prestazioni sono in linea con le mie aspettative? Per me è una situazione nuova. Sono molto soddisfatto. Le prime due partite le abbiamo giocate in emergenza totale e siamo riusciti comunque a fare bene, poi con Parma e Genoa abbiamo alzato il livello senza essere capaci di raccogliere in proporzione a quanto seminato. Ora, invece, dobbiamo cercare di riuscirci. Credo che raggiungere la salvezza, il nostro obiettivo, sarebbe un ottimo risultato. E per ottenerlo dobbiamo lavorare con tanta umiltà e concentrazione. Partire così, comunque, ci dà fiducia» HellasVerona.it
Il regista dello scudetto Antonio DI GENNARO «Juric ha la squadra più giovane d’Italia, mancano Benassi, Barak stasera non so se rientra e Zaccagni deve ancora incidere. Allo stesso tempo il mister sta valorizzando Tameze, Colley, Vieira e sta recuperando Kalinic. La difesa non subisce gol ed essere a 7 punti vale tantissimo. Juric a me piace, è stato chiaro. Ci vuole pazienza e non subire gol in questa fase del campionato è quasi più importante che farlo. Kalinic? Se torna quello di Firenze, il Verona non ha limiti. L’anno scorso sono stati bravi a compensare con i gol degli esterni, dei centrocampisti e difensori. Oggi il bomber c’è. Credo che Verona sia la piazza giusta per Kalinic. Lovato? Questo ragazzo può diventare un grande difensore, uno da nazionale. Questa sera non so come finirà, so solo che l’anno scorso l’Hellas fu veramente sfortunato. Meritava come minimo il pareggio. Attenti perché il calcio toglie ma spesso restituisce anche. Chi sarà decisivo? Mi auguro Zaccagni, un giocatore che a me garba molto» HellasLive.it
Marco SILVESTRI a 'Tuttosport' «Juric ha la squadra più giovane d’Italia, mancano Benassi, Barak stasera non so se rientra e Zaccagni deve ancora incidere. Allo stesso tempo il mister sta valorizzando Tameze, Colley, Vieira e sta recuperando Kalinic. La difesa non subisce gol ed essere a 7 punti vale tantissimo. Juric a me piace, è stato chiaro. Ci vuole pazienza e non subire gol in questa fase del campionato è quasi più importante che farlo. Kalinic? Se torna quello di Firenze, il Verona non ha limiti. L’anno scorso sono stati bravi a compensare con i gol degli esterni, dei centrocampisti e difensori. Oggi il bomber c’è. Credo che Verona sia la piazza giusta per Kalinic. Lovato? Questo ragazzo può diventare un grande difensore, uno da nazionale. Questa sera non so come finirà, so solo che l’anno scorso l’Hellas fu veramente sfortunato. Meritava come minimo il pareggio. Attenti perché il calcio toglie ma spesso restituisce anche. Chi sarà decisivo? Mi auguro Zaccagni, un giocatore che a me garba molto» TGGialloBlu.it
Il doppio ex Beniamino VIGNOLA al 'Corriere di Verona' «L’Hellas può giocarsela contro una Juve che è ancora alla ricerca della quadratura. C’è da vedere se Cristiano Ronaldo sarà a disposizione, intanto pare che non ci sarà Chiellini, che in difesa è una garanzia. Il Verona dietro ha fatto molto bene in questi primi turni. Si ripetesse a Torino, le chance di tornare a casa con un risultato favorevole ci sarebbero» Hellas1903.it
VITA DA EX: Fabio BORINI, ancora svincolato, si allena da solo in un parco a Liverpool in attesa di una chiamata dalla Premier League dopo aver rifiutato il triennale offerto dal VERONA. Addio al calcio per capitan PAZZINI? Il PESCARA di ODDO si tira fuori e lo SPEZIA di ITALIANO, nonostante l'infortunio a GALABINOV, non ha cercato l'ex capitano scaligero. In Serie C AREZZO-PADOVA ha rimesso di fronte Aniello CUTOLO, Andrea MANDORLINI dopo il duro faccia a faccia del 2011 (nel quale era presente anche Emil HALLFREDSSON oggi al PADOVA): Per la cronaca i biancoscudati hanno asfaltato i toscani per 5 a 0...
BLACK & WHITE STORIES: LA SIGNORA E I "VERONESI"
23 OTTOBRE 2020
C'è stato un anno, il 1985, nel quale il Verona aveva lo scudetto sulla maglia e la Juventus si laureava campione del mondo a Tokyo. E nei confronti diretti c'era ben più di un giocatore che ha lasciato un segno nella storia dei due club, come Vinicio Verza, nella foto accanto al suo ex compagno in bianconero Antonio Cabrini.
PIERO FANNA
Giuseppe Furino lo vede muoversi sul fronte dell'attacco e sentenzia: «In tutti i punti del campo è utile, sa giocare in qualsiasi posizione». Gioca 5 anni nella Juve, Piero Fanna, e ad ogni stagione non manca di alimentare il dibattito sulle sue caratteristiche, sull'utilizzo tatticamente più vantaggioso, sulla sua capacità realizzativa che non lo porta mai ad andare in doppia cifra. Parteciperà alla conquista di 3 scudetti, ammettendo però di avere patito «il peso di tanta responsabilità». A Verona si sentirà più alleggerito, diventando uno dei protagonisti dell'impresa tricolore.
GIUSEPPE GALDERISI
Ha solo 22 anni quando segnando 11 gol in campionato è il capocannoniere del Verona che vince lo scudetto. Quello è esattamente il punto più alto della sua carriera, ma non sorprende che sia arrivato così presto perché in Veneto ci arriva forte dell'importante apprendistato in bianconero. Attaccante esplosivo, sgusciante, coraggioso, Galderisi cresce nella Juventus, esordisce in Serie A ancora minorenne e regala al pubblico del Comunale un brivido indimenticabile con la tripletta al Milan nel 1982.
ROBERTO TRICELLA
Lo si può considerare uno dei pilastri del Verona del 1985 e non solo perché vi gioca da 6 anni e ha vissuto in prima linea tutta l'evoluzione che ha portato una provinciale a sedersi alla tavola delle grandi. Di Tricella piace la pulizia negli interventi e la Juve lo sceglie per rilevare l'eredità di Scirea nel ruolo di libero. A Gaetano lo accomuna l'essere nato come lui a Cernusco sui Naviglio. Nei tre anni trascorsi a Torino non bisserà la vittoria in campionato, ma si godrà comunque i successi in Coppa Italia e in Coppa Uefa nel 1990.
BENIAMINO VIGNOLA
La sua è una storia di esperienze duplicate. Vignola nasce nella città scaligera, cresce nel club gialloblu, si mette in mostra ad Avellino e vive l'esperienza più importante nella Juventus dal 1983 al 1985, ritagliandosi spazi importanti in un centrocampo stellare. Lascia Torino con lo scudetto sul petto e torna a Verona per mettersi la divisa con il tricolore, vi resta un solo anno per intraprendere il viaggio all'indietro e tornare bianconero. In coerenza con il passato, oggi vive a Verona ed è ancora profondamente innamorato della Signora.
LUIGI DE AGOSTINI
Nel Verona arriva quando il ciclo di successi è finito, nel 1986. De Agostini vi resta solo un anno, quanto basta per ulteriormente accreditarsi come pronto al grande balzo alla Juve. Gigi ha il senso – o più propriamente il piacere – della responsabilità: lo si vede dalla quantità di ruoli che interpreta (anche se molti lo ricordano preferibilmente come terzino sinistro offensivo). Lo si capisce ancora di più quando non ha alcun timore di indossare la maglia numero 10 che ha appena lasciato un certo Michel Platini.
FONTE: Juventus.com
NEWS Vanessa Leonardi: “Nonostante le cessioni, ho visto il Verona di Juric”
La giornalista di Sky, ospite del Salotto Gialloblù di HV Channel Radio, ha raccontato le proprie impressioni sul Verona 2020/2021
di Tommaso Badia Ottobre 21, 2020 - 19:45
Nonostante i tanti cambi, ci sono già sprazzi del Verona di Juric: questo il pensiero espresso da Vanessa Leonardi sull’Hellas di questo avvio di campionato.
Di seguito, infatti, le principali dichiarazioni rilasciate dalla giornalista di Sky ai microfoni di HV Channel Radio durante l’edizione odierna del Salotto Gialloblù.
VERONA-GENOA. «Lunedì sera ho visto un buon Verona, soprattutto se consideriamo che è una squadra in costruzione: la squadra è molto cambiata e non è semplice ricostruire dopo aver perso giocatori importati come Kumbulla, Rrahmani, Amrabat e Pessina. Ero curiosa di vedere il Verona di Juric ed effettivamente ho visto il Verona di Juric: in alcune giocate la mano dell’allenatore si vedeva molto. Bravo il tecnico a inculcare velocemente i propri concetti nei nuovi arrivati».
L’OSSATURA. «Credo che, pur avendo perso elementi importanti, avere mantenuto un’ossatura di giocatori comunque forti stia aiutando parecchio a far integrare i nuovi. Avere per esempio un giocatore esperto come Veloso in mezzo al campo è fondamentale».
DIFESA D’ACCIAIO. «Non prendere gol è importantissimo, soprattutto in virtù delle cessioni eccellenti nel ruolo. Vorrei spendere qualche parola di elogio per Lovato: nonostante l’età ha infatti giocato con la personalità di un quarantenne, mi è piaciuto moltissimo e spero sia di buon auspicio per la Nazionale. Un applauso anche a chi fa giocare questi giovani. Ovviamente però serve anche segnare: finora il Verona sotto questo aspetto ha fatto fatica, ma se Kalinic riuscisse a ritrovarsi…».
GIOVENTÙ AL POTERE. «Io credo che il Verona abbia un bel mix, in mezzo al quale ci sono tanti giovani interessati. Ho già parlato di Lovato, ma ero molto curiosa di vedere anche Ilic, un giocatore che ha qualità e visione di gioco: nel suo caso avere affianco un maestro come Veloso è importantissimo. Sono contenta che contro il Genoa i giovani abbiano fatto così bene».
LE PORTE CHIUSE. «Il Bentegodi è uno di quegli stadi in cui il pubblico si sente, e così come lo sentiamo noi lo sentono i giocatori in campo. I tifosi mancan0o parecchio, speriamo possano tornare sugli spalti il prima possibile».
Il Verona è la squadra “più giovane” della quarta giornata di Serie A: contando anche i subentrati, infatti, i gialloblù scesi in contro il Genoa avevano una media di 24,6 anni, a fronte dei 24,79 del Milan (secondo) e ai 25,25 dello Spezia (terzo).
Di seguito, dunque, la classifica completa (i dati sono arrotondati al secondo decimale).
EDITORIALE: “Verona, rivedrem le stelle?”
OTTOBRE 21ST, 2020 ILGIORNALEDEIVERONESI EDITORIALE
Due sentimenti contrastanti possono animare il tifoso veronese dopo la partita dei mastini di Juric contro il Genoa; da un lato la rassicurante presenza di quelle trame tattiche e di quell’intensità che lungo tutta la scorsa stagione avevano incantato critica e osservatori, segno di un lavoro continuato in maniera intensa e proficua. Dall’altro la sensazione che le giovani pianticelle dell’orto veronese paghino il fisiologico gap esperienziale di una Serie A da dover giocare nel ruolo di protagonisti.
La difesa, pur leggera, può sorridere per le già impressionanti prestazioni di un Lovato che, non ce ne vogliano gli scaramantici, sembra sempre più poter raccogliere e addirittura migliorare l’eredità di Kumbulla, con pure un Ceccherini che sembra aver giovato del calo di responsabilità conseguente al suo trasferimento da Firenze.
I problemi aumentano semmai quando ci si imbatte nella giovane età di un Ilic non confortato dal rassicurante lavoro di tessitura di Veloso, assenza di peso contro i Grifoni. Aumentano quando alla pur ottima partita di Colley si abbina la naturale riflessione sulla sua fisiologica assenza di cattiveria sotto porta, pensiero ampliabile oltretutto a Favilli.
Se per Kalinic e Lazovic andranno aspettate, inoltre, tempistiche di inserimento e ripresa di una condizione ottimale, appare già irrinunciabile l’apporto di Barak, assieme alla curiosità di vedere al più presto Benassi superare le proprie difficoltà fisiche ed entrare in gioco.
In geneale la sensazione è quella di una squadra leggera, pagante lo scotto di un calciomercato radicale che in entrata non ha probabilmente consegnato dei valori capaci di pareggiare, almeno nell’immediato, le uscite.
Impossibile non chiedersi, tra le tante operazioni svolte, se il ritorno non di un Pessina, ma almeno di un buon Verre, non potesse già garantire un quid di esperienza e di adattamento di un certo peso, in un ruolo oltretutto fondamentale come quello della mezzapunta nel 3421.
Servirà sicuramente la pazienza e il lavoro di ago e filo di un mister tra i più capaci della Serie A per tornare a stupire, e magari a riveder le stelle e i galloni della sorpresa stagionale anche in questa difficile annata.
Alessandro Catto
FONTE: IlGiornaleDeiVeronesi.it
L’ALTRA MEZZA VERITÀ
La verita? Le dichiarazioni pre-partita sabato scorso di Juric sul mercato le ho trovate alquanto inadeguate.
Niente di nuovo sia chiaro, la favoletta dei grandi investimenti e la pazzia Kalinic si sono sgonfiate subito di fronte ai conti entrate-uscite, nettamente a favore delle prime.
Mi chiedo tuttavia come si possa prima di un incontro spiattellare una presunta debolezza e inferiorità rispetto allo scorso anno. E’ sicuramente così, ma un tecnico non può dire dei suoi giocatori “ non siete al livello di chi vi ha preceduti”. Non si lamenti se i nuovi finiscono per crederci davvero. Per un calciatore l’autostima è tutto… fa girare le gambe rende più facile una giocata… e sentirsi dire che chi c’era prima era migliore, non è positivo proprio per niente.
Meno male che in campo i “mediocri” ragazzi hanno dato l’anima e pur tra mille errori hanno fatto loro la partita.
Il Genoa aveva tre allenamenti nelle gambe? Vero! Al Verona mancava pero tutta la difesa (prima volta insieme dei tre titolari) mancava del regista di centrocampo, sostituito da un talentuoso quanto acerbo diciottenne. Aveva in campo giocatori arrivati da due settimane che ancora non conoscono il calcio di Juric, tanto meno i compagni. A tutto questo aggiungerei coloro che lo scorso anno hanno fatto la differenza e in questo inizio di stagione sembrano l’ombra di sé stessi (Lazovic, Veloso, Zaccagni, Faraoni).
E’ vero… non abbiamo i pilastri della difesa di un anno fa ma sino a prova contraria abbiamo preso 1 gol con reparti incompleti e giovani debuttanti in serie A.
Juric è senza dubbio un grande allenatore e ben fa a dire la sua verità… ma la dicesse sino in fondo, ne manca mezza
Dica che al braccino corto di Setti va di pari passo una preparazione palesemente sbagliata (ci può stare dopo un torneo che ha vissuto due mesi di stop e un ciclo infernale di partite ogni 3 giorni).
Se Lazovic peró ha perso smalto e lucidità, velocità, efficacia e pericolosità offensiva, mi si permetta, ma il mercato cosa c’entra? Se Zaccagni non incide come alcuni mesi fa e parte pure in panca con il Genoa, il mercato cosa c’entra?
Detto che siamo tutti allenatori, sulla carta questo doveva essere il Verona di Magnani, Gunter Cetin in difesa, Veloso, Tameze e Vieirà a centrocampo, Faraoni e Lazovic come “quinti” e due tra Barak, Benassi e Zaccagni dietro a Kalinic. Dietro una schiera di giovani talentuosi, Da Lovato a Di Marco, da Ilic a Colley a Salceido e Favilli.
Ebbene, della su citata ipotetica formazione, con il Genoa erano in campo quattro undicesimi… hai voglia a parlare di mercato, di milioni spesi o non spesi.
Setti poteva e dove fare di più, in questo Juric ha ragione. Ora l’ha detto… è stato chiarissimo. Bene. Adesso però recuperi al meglio tutti gli infortunati da guai muscolari emersi con la sua preparazione e non antecedenti ad essa (Benassi forse il solo ad essere arrivato con problemi fisici). Porti in forma i nuovi e ci rifaccia vedere i leoni che furono lo scorso anno i vari Zaccagni, Lazovic, Faraoni e Veloso. Inizi a fare il suo (cosa che non dubito stia facendo ogni giorno a Peschiera)… la squadra non è quella sognata ma nemmeno tutta la mediocrità che ha dichiarato Sabato (senza San Perin non saremmo a scrivere di questo)
Faccia di Lovato e Amione i nuovi Kumbulla… di Cetin e Ceccherini i post Rrahmani, di Vieirà un corridore alla Amrabat. Non emuleranno chi era prima di loro? Saranno comunque migliori di quando sono arrivati.
E cerchiamo se possibile di non elevare a star del football mondiale, giocatori che in gialloblù hanno fatto benissimo (e bene hanno reso in termini di plusvalenze) ma che oggi, vale la pena ricordarlo, sono riserve due su tre (Rrahmani e Kumbulla) e uno fuori ruolo (Amrabat) che ottiene a malapena la sufficienza.
Sono arrivati da anonimi e Juric li ha resi grandi. Ripeta il miracolo, è stato confermato per questo.
Juric è uomo di grande onestà intellettuale e pragmatismo… uomo di campo capace e grande motivatore. Inizi a dire che Lovato può rivelarsi un possibile crak come da ormai due partite i commentatori di Sky e DAZN ripetono nel vederlo all’opera. Giocare con l’ombra dei giocatori partiti è quanto di più negativo e controproducente… anche perché, lo ripeto… dove questi sono finiti, almeno al momento… son finiti male.
FONTE: Blog.Telenuovo.it
VISTO DA NOI
20 ottobre 2020 - 19:49 Il vino buono verrà
A Juric spetta un lavoro lungo e difficile che richiede tenacia e pazienza
di Lorenzo Fabiano, @lollofab
Getty Images
«Ciapa e porta a casa». La miseria di un punto? «Sì. Ciapa e porta a casa». Un solo gol fatto? «Ne abbiamo anche preso uno solo. Pari e patta, perciò ciapa e porta a casa». C’è chi il palato se lo deve essere fatto bello fino, se dalle colline del Durello è salito fino alle campagne dello Champagne.
Da San Giovanni Ilarione a Reims è lungo viaggio, sulla cui utilità nutriamo tuttavia seri dubbi, permetteteci. Primo perchè i vigneti della Lessinia sono una bellezza, secondo perché il rischio di staccare i piedi da terra è bello alto. E infatti puntualmente c’è chi mugugna. Ciò che poteva andar bene, non va più bene, e la mosca viene al naso per lo zero a zero un po’ bigio coi sopravvissuti del Genoa venuti dal lazzareto.
Per carità, la serata non avrà offerto chissà quali effervescenze, quali fini perlage, ma il mosto, poco o tanto che sia, lo abbiamo messo in cantina a fermentare e a farsi vino. E sarà magari un vino non da tre bicchieri sul Gambero Rosso, forse nemmeno da due, ma sarà alla fine schietto e onesto come noi, gente del Verona. Un vino che sarebbe tanto piaciuto a quella buonanima di Luigi Veronelli. Ci metterà un po’ e ci vorrà tempo: si comincia con la fermentazione che dovrà essere controllata alla giusta e costante temperatura; dopo la necessaria maturazione, verrà il tempo dei travasi e delle chiarifiche, fino alla filtrazione e alla messa in bottiglia. Un lavoro lungo e difficile che richiede tenacia e pazienza. Questo è il compito del cantiniere. E un bravo cantiniere che il suo lavoro lo sa fare, il Verona ce l’ha. È Ivan Juric.
Conclusa la vendemmia (che nel calcio è il mercato; sul trattore a raccogliere l’uva ci è andato Tony D’Amico), il Verona è adesso in pieno processo di vinificazione. Esercizio complesso, che poggia sulla continua ricerca dei giusti equilibri calibrando i dosaggi negli assemblaggi. Un cantiere aperto, quindi? Sì, un cantiere aperto. Scusate la disgressione, ma ci sembrava doverosa, in quanto la questione va portata nei giusti binari della sua dimensione: chi avesse ancora negli occhi il Verona dello scorso anno, farebbe bene a toglierselo. Salviamo il file in memoria, ma leviamolo dal desktop. Liberiamo la scrivania. Dai fraintendimenti.
La squadra è molto cambiata, certo, ed è del tutto inutile ripetere sempre le stesse cose; le solfe, si sa, annoiano. Ma è proprio per questo che la barra va tenuta a dritta. La rosa è ampia e ben assortita, ma va amalgamata giorno dopo giorno e assemblata come quel buon vino. Per ovvie ragioni, questo è un campionato schizoide che, se mai arriverà in fondo, rivelerà sorprese e ribaltoni, almeno quanto la pesca degli imprevisti al tavolo del Monopoli. Alti e bassi sono all’ordine del giorno. Situazione non rischiosa, ma rischiosissima. Uno scivolone e ti ritrovi nella palude. Per cui, come ha giustamente ha sottolineato Matteo Fontana, non facciamo tanto gli schizzinosi. Che no, non è proprio il caso. E allora «Ciapa e intanto porta a casa». Il buon vino verrà.
FONTE: Hellas1903.it
SERIE A La favola del Verona iniziò con la Juventus
23/10/2020 11:42
Nella scorsa stagione la partita con la Juventus fu già uno spartiacque del campionato del Verona.
La squadra coraggiosa di Ivan Juric fece all’Allianz stadium una delle sue più belle partite. Una gara quasi perfetta, in cui fu l’atteggiamento generale a colpire tutti.
Il Verona sbagliò un calcio di rigore con Di Carmine, poi segnò un gol bellissimo con Veloso, continuò ad attaccare, commettendo solo una sbavatura quando concesse alla Juventus di entrare in area di rigore prendendosi un calcio di rigore che permise ai bianconeri di Sarri di pareggiare.
Una gara che fece scoprire al mondo lo spitito battagliero di quel Verona, quella sua capacità di non arretrare mai, di giocarsela con umiltà fino in fondo. Le stesse qualità che Juric sta cercando di dare alla sua nuova squadra anche in questo campionato. Umiltà, testa bassa, solidità difensiva.
Il Verona è già una squadra "rognosa", ma domenica sera dovrà dimostrare di essere ancora in grado di reggere l’urto di una corazzata come la Juventus.
Juric sta lavorando finalmente con la rosa quasi al completo, la notizia della giornata è che anche Barak è tornato in gruppo dopo l’ultimo tampone risultato negativo.
E questa è una buona notizia perchè uno dei grandi problemi di questa stagione è stato proprio il rodaggio in corsa a causa dei tempi ristretti imposti dal calendario e dall’emergenza Covid.
ECCO COSA C'E' DIETRO LO SCONTRO TRA PRESIDENTE E ALLENATORE SCONTRO JURIC-SETTI LA DOPPIA VERITA'
22/10/2020 12:24
Giochi di ruolo. Maschere. Commedia dell'arte - arte nel senso prosaico di mestiere. Maurizio Setti e Ivan Juric, a modo loro, l'hanno imbastita pizzicandosi l'un l'altro pubblicamente.
Setti che ha passato il cerino a Juric affermando che quest'anno ha fatto follie economiche e ora tocca al tecnico assembrare il suo (ottimo, a suo dire) lavoro. Juric che, di rimando e più realisticamente, gliel'ha ripassato facendo presente che la squadra è più debole, giovane e inesperta, snocciolando in cifre il reale dimensionamento dei pochi investimenti settiani. Tradotto: ci vorrà un altro capolavoro tecnico per salvarla.
Ognuno, certo, porta acqua al suo mulino e sbaglia chi vede in questo bisticcio una rottura tra presidente e allenatore. Sono, appunto, giochi delle parti di chi è abile a utilizzare strumentalmente, pro domo sua, una stampa “notaia”, che pigramente si limita solo a riportare dichiarazioni senza più porre domande o riportare fatti.
La questione di fondo è che Setti ha investito quasi esclusivamente sull'allenatore (leggi ricco triennale) e meno sulla rosa. Forse a Juric erano state dette altre cose, ma tant'è: per il presidente ora il tecnico se la deve cavare da solo. Ma c'è uno scartamento più sottile nella strategia mediatica settiana: se le cose andranno bene il merito sarà suo (per le cosiddette “follie” vendute come reali ai tifosi), se butterà male, be' sapete con chi prendervela. Una linea di demarcazione lieve nel tratto ma netta nella sostanza, perché Setti forse non vuole che si ripeta il precedente populistico di Mandorlini, caudillo e capopopolo.
Tuttavia Juric, che se non fosse stato per le dichiarazioni di Setti se ne sarebbe stato zitto, evidentemente sul piano mediatico-popolare non può accettare questo gioco e così ne crea uno suo, parallelo: se salvarsi sarà un (altro) miracolo, be', l'autore di questo miracolo sarò io.
Questa dicotomia tra due forti personalità accende il dibattito, ma come ogni dicotomia si mangia la verità. Che non sta nel mezzo, come vorrebbe un luogo comune, ma che è altrove. Che non è né di Setti e né di Juric. La verità, per citare un celebre romanzo di Baldacci, è “semplice”: il Verona non è squadra da sogni, investimenti e follie (smentito Setti) e nemmeno da salvezza miracolosa (smentito Juric). Il Verona è squadra che può stare sopra la linea di galleggiamento, senza altre velleità.
Su una cosa Juric però ha ragione: date le premesse (leggi plusvalenze), era lecito aspettarsi qualcosa di più brillante. Pertanto il vero miracolo sarebbe ripetere il campionato dello scorso anno. E, questo sì, accadesse, sarebbe esclusivo merito di Juric.
FRANCESCO BARANA
SQUADRA RIVOLUZIONATA MA TANTE BUONE INDICAZIONI Ivan, sorridi! E' già il "tuo" Verona
22/10/2020 10:14
Le buone indicazioni per cui Juric può sorridere e avere qualche certezza in più dopo la gara con il Genoa. Insomma: ecco perchè si può essere un po’ ottimisti pensando al Verona e al durissimo campionato che lo aspetta.
LA DIFESA. Al solito Juric ha usato un sigillante eccezionale. Pur cambiando tutti gli interpreti il prodotto non cambia. Il Verona è solidissimo, non prende gol, pur concedendo sempre qualcosa. Il merito non è solo della retroguardia ma di quel modo di giocare che Juric ha inculcato nella testa dei suoi ragazzi. Spietata aggressione ad ogni avversario a tutto campo, in ogni zona. Ma da segnalare anche un Silvestri in formato nazionale. Il portierone gialloblù è diventato più di una garanzia e regala sicurezza oltre che parate straordinarie. A questo si aggiunga la scoperta di Lovato: non sarà Kumbulla ma ha personalità da vendere e moltissima fame agonistica.
LE RIPARTENZE DI COLLEY. Per un istante, quando ha preso palla a ridosso dell’area veronese e si è involato verso la porta del Genoa è sembrato di rivedere Iturbe. Stessa forza nelle gambe, stessa progressione, stessa capacità di tenere il pallone vicino ai piedi. Colley è un predestinato, ma è uno che può diventare veramente la bella sorpresa della stagione. E’ giovane e come dice Juric è un bambino. Ma dalle prime apparizioni si capisce che crescerà in fretta.
LA PANCHINA LUNGA. Magari ci sarà meno qualità (è la grande pecca di questo mercato) ma in quanto a scelte ce ne sono certamente di più. Faraoni e Lazovic, ad esempio, non sono più soli. Di Marco è sempre pù inserito e anche dalla panchina fa sempre la differenza. Dall’altra parte c’è Ruegg che qualcosa potrebbe dare. Sulla trequarti c’è tanta abbondanza, Salcedo è un altro che potrebbe finalmente esplodere. Anche nel ruolo di centravanti le scelte non mancano. In attesa della miglior forma di Kalinic, ha recuperato Di Carmine (otto gol l’anno scorso) e Favilli che ha bisogno di tempo e pazienza per maturare. E in difesa, Ceccherini ha avuto subito un ottimo impatto, aspettando Magnani e il ritorno di Gunter.
CENTROCAMPO SOLIDO. Sostituire Amrabat era impossibile. Il Verona ha cercato di farlo con creatività. Tameze e Vieira sono appena al sessanta per cento della forma, molto dipenderà da loro, ma anche da come Juric inserirà Barak e soprattutto Benassi. Quest'ultimo può avere quella qualità di cui difetta il Verona in questo momento. Manca anche un gioiello come Pessina che ha risolto anche molte gare con i suoi gol frutto di intelligenza superiore. E' il reparto su cui Juric deve lavorare di più e dove forse serve maggiore flessibilità anche da parte sua. Per caratteristiche, forse, questo centrocampo sarebbe meglio disporlo a cinque senza i due trequartisti per costruire una diga ancora più efficace. E' pur vero che così si snaturerebbe la dote migliore che il Verona di Juric ha fatto vedere fino ad oggi e cioè la capacità proprio dei trequartisti di sacrificarsi in fase difensiva e contemporaneamente di partecipare alla fase d'attacco. Juric sicuramente insisterà ancora un poco con questa idea e solo nel caso vedesse l'impossibilità di continuare, cambierà strada. (g.vig.)
I NUOVI DEL VERONA RACCONTATI DA BARANA Rimettere Kalinic al centro del Villaggio
21/10/2020 17:24
Ha bisogno di sentirsi dannatamente importante Nikola Kalinic. Carattere difficile, personalità forte, ego da non sottovalutare: al punto da farsi cacciare dopo una partita dal Mondiale in Russia due anni fa dopo uno scazzo con il ct Dalic. Motivo? Kalinic si era rifiutato di entrare in campo per un mal di schiena. La Croazia poi avrebbe raggiunto una storica finale contro la Francia. Certo, Kalinic formalmente si può considerare vicecampione del mondo in carica, ma quell'episodio rivela come l'attaccante di Salona non sia precisamente un'educanda.
Per questo risulta ancora più rilevante la sua dichiarazione sul perché, a 32 anni, ha scelto il Verona: “Perché voglio giocare e perché c'è Juric”. In queste due affermazioni non vi è nulla di banale o compiaciuto, non vi è traccia di paraculaggine o ruffianeria. E' semplicemente la verità.
Kalinic, dopo 38 gol in serie A in quattro stagioni tra Fiorentina, Milan e Roma, e 160 marcature in carriera, arriva all'Hellas per tornare protagonista. Con la benedizione di un tecnico suo connazionale e corregionale (entrambi sono spalatini-dalmata) e nativo di quella Spalato dove Kalinic invece è cresciuto calcisticamente ed stato goleador in due stagioni tra il 2007 e 2009.
Insomma Kalinic per tornare a fare quello che sa, cioè gol, sentiva bisogno in qualche modo di aria di casa. Al punto da rinunciare alla montagna di soldi del Besiktas. Il giocatore si conosce: stazza fisica imponente, tecnica e capacità di palleggio, senso del gol, visione di gioco (leggi assist) e capacità di svariare su tutto il fronte offensivo. Talento di razza incapace di sfondare ai più grandi livelli (leggi il fallimento all'Atletico Madrid, o le annate mediocri al Milan e alla Roma) proprio per quel carattere un po' balcanico, quindi anarcoide, sfrontato ed egocentrico che gli è costato persino un mondiale irripetibile.
Kalinic non sopporta di sentirsi comprimario, la panchina o il part-time lo intristiscono. Per questo Verona ha tutto per essere la sua piazza e Juric il suo allenatore. Kalinic non è Toni (ma quanti in Europa lo sono da vent'anni a questa parte?), ma è il centravanti che da un po' mancava da queste parti. E checché ne dica Setti, non è stata nemmeno tutta questa follia: il suo rimanente anno di contratto con l''Atletico (3 mln di euro) è stato spalmato su due, con il club castigliano che contribuisce non poco agli 1,5 milioni del primo anno, salvo poi (in base al rendimento del giocatore) ricevere un pagamento posticipato di massimo 5 milioni (il valore di un buon centrocampista di A). Per dire, Pazzini e di Stepinsky (questa sì una follia) sono costati di più.
Piuttosto Kalinic è una delle operazioni più intelligenti di Setti a Verona. Un "top player" nella fascia media-bassa della classifica.
FRANCESCO BARANA
FONTE: TGGialloBlu.it
RASSEGNA STAMPA Il Corriere di Verona: "A Ilic le chiavi dell'Hellas nel giardino di Maestro Pirlo"
22/10 ALLE 09:51
di NICCOLO SANTI
Questa mattina Il Corriere di Verona si sofferma su Ivan Ilic, serbo diciannovenne che guiderà l'Hellas nella sfida alla Juve: "A Ilic le chiavi dell'Hellas nel giardino di Maestro Pirlo". Il tecnico Ivan Juric ha dichiarato sul centrocampista: "Impara, sta crescendo è attento" e non è da escludere che domenica giochi titolare contro Andrea Pirlo, uno dei grandi maestri tra i registi del calcio moderno. Con Miguel Veloso non ancor al meglio, nello stesso ruolo che fu del Pirlo calciatore ci sarà, nel Verona, Ilic. Juric ha battezzato senza equivoci la posizione che il ragazzo deve occupare: "Non lo vedo sulla linea dei trequartisti, le sue caratteristiche sono altre, è fatto per giocare in mezzo".
SERIE A Hellas: miglior difesa e peggior attacco (sul campo). Due statistiche che riassumono l'avvio di stagione
22/10 ALLE 09:30
di LUCA CHIARINI
Un elemento di continuità, rispetto alla scorsa stagione, l'Hellas Verona l'ha già fatto registrare: una compattezza difensiva fotografata e sancita dai numeri, che proiettano i gialloblù in vetta alla graduatoria delle migliori difese assieme al Milan, con appena una rete incassata. Quattro gare non sono certamente un bottino probante per elaborare giudizi esaurienti, ma alcuni indizi sono già percepibili e inoppugnabili.
Il primo assioma ricavabile da questo breve scorcio di stagione è che contano i meccanismi, non gli interpreti. Fino ad un certo punto, sia chiaro, ma se su tre slot disponibili hai già schierato - dall'inizio - Cetin, Gunter, Empereur, Ceccherini e Lovato, senza di fatto mutare la tua efficacia difensiva, significa che l'impostazione in fase di non possesso è già in buona parte assorbita, in attesa di oliare i meccanismi. Lovato, dirottato al centro del terzetto, è parso un veterano contro il Genoa. Così come Ceccherini ha superato a pieni voti il battesimo di fuoco sul centro-destra.
C'è però, inevitabile, il rovescio della medaglia. Che si traduce in una sola rete messa a segno su un totale di oltre duecentosettanta minuti disputati. Al di là della classifica ufficiale, che ne conteggia quattro per via del tre a zero a tavolino sulla Roma, nessuno ha fatto peggio in Serie A. Escludendo il Verona, chi ha concretizzato di meno, ovvero Crotone e Udinese, ha già messo insieme tre marcature. Si tratta dunque di un problema cui ovviare in tempi ragionevoli, ma che va analizzato tenendo conto di qualche attenuante, da richiamare per completezza. A partire dalle assenze, molte e non trascurabili in queste prime giornate, passando poi per la condizione ancora precaria di alcuni elementi potenzialmente cruciali - Kalinic su tutti. In attesa anche di Benassi, che una volta smaltito il delicato infortunio al polpaccio potrebbe moltiplicare le soluzioni sulla trequarti. Il tempo non manca, la pazienza nemmeno - evocata più volte da Juric, alla luce soprattutto di un mercato condotto facendo a suo dire "lo stretto indispensabile". Anche perché sette punti alla quarta giornata non s'erano visti nemmeno l'anno scorso. Niente allarmismi, dunque: a Peschiera si continua a lavorare con fiducia, e contezza dei difetti da smussare.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
24 OTTOBRE 2020
#JuveVerona: le statistiche
Scopri i numeri, le statistiche e le curiosità fornite da Opta Sports di Juventus-Hellas Verona, 5a giornata della Serie A TIM 2020/21, in programma domenica 25 ottobre (ore 20.45) all 'Allianz Stadium' di Torino.
I PRECEDENTI
-Si contano un totale di 58 precedenti tra Hellas Verona e Juventus: 11 vittorie per i gialloblu, 14 pareggi e 33 vittorie per i bianconeri.
-Il risultato di 2-1 a favore dei bianconeri, finale di 10 incontri, è il punteggio più frequente in Serie A tra Hellas Verona e Juventus: il più recente si è verificato nella gara di andata dello scorso campionato dove i gialloblu hanno trovato il gol - del momentaneo vantaggio - grazie alla splendida rete di Miguel Veloso.
LE CURIOSITA'
-Oltre ad avere la miglior difesa di questa Serie A insieme al Milan, per l’Hellas Verona l’unico gol subìto finora – contro il Parma - è un record dopo 4 giornate disputate nella massima competizione.
FOCUS GIOCATORI
-Per il neoattaccante dell’Hellas Verona, Nikola Kalinic, sono 4 i gol in 8 precedenti giocati contro la Juventus in Serie A.
-Tra i portieri di questo campionato, il gialloblu Marco Silvestri è quello con la percentuale più alta di tiri parati (93%). Nei maggiori 5 campionati europei, tra chi ha almeno 3 presenze, ha fatto meglio solo Jan Oblak (94%), estremo difensore dell’Atletico Madrid.
Verona – Hellas Verona FC comunica che, dopo gli ultimi test effettuati, Antonín Barák è risultato negativo al Covid-19.
22 OTTOBRE 2020 Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Verona - È proseguita oggi, giovedì 22 ottobre, la preparazione dei gialloblu al match di domenica sera all’Allianz Stadium contro la Juventus, in occasione della 5a giornata della Serie A TIM 2020-21.
Allo Sporting Center ‘Paradiso’ si è svolta, in tarda mattinata, una seduta di allenamento con le seguenti attività: riscaldamento, esercitazioni sul possesso-palla, lavoro tattico e lavoro aerobico.
21 OTTOBRE 2020 Ufficiale: Alan Empereur prolunga il suo legame con l’Hellas sino al 2022
Verona – Hellas Verona FC è lieto di comunicare il prolungamento di contratto sino al 30 giugno 2022 di Alan Empereur, 26enne difensore protagonista - al pari di tutta la squadra gialloblu - di un'ottima stagione, la scorsa, nella quale si è misurato per la prima volta in carriera con il campionato di Serie A. Una stagione nella quale ha totalizzato 13 presenze in campionato, di cui 6 da titolare, e 1 presenza in Coppa Italia con gol messo a segno contro la Cremonese il 18 agosto 2019.
La nuova stagione da poco iniziata è la terza di fila in maglia gialloblu per il mancino brasiliano. Con il Verona Empereur ha sin qui collezionato complessivamente 38 presenze, segnando due reti e fornendo altrettanti assist-gol.
Hellas Verona FC si congratula con Alan e gli augura un prosieguo di carriera in maglia gialloblu ricco di soddisfazioni, personali e di squadra.
FONTE: HellasVerona.it
L'esultanza di Fabio Borini dopo il gol realizzato in Bologna-Hellas Verona 1-1 (Social)
Vuole tornare a giocare in Premier League l'attaccante italiano Fabio Borini. La non proprio fortunata esperienza nell'Hellas Verona non ha abbattuto il 29enne ex Liverpool, il quale in questo momento si trova proprio nella città inglese per allenarsi...da solo al parco. Infatti, Borini è svincolato e si trova nel Merseyside a casa dei suoi suoceri con la moglie Erin O'Neill. Ecco le parole dell'ex Roma rilasciate a La Gazzetta dello Sport:
"Mi sto allenando cambiando spesso. Sembra quasi una barzelletta, tra lookdown e nuove regole; prima da solo, avevo la disponibilità di un campo e delle attrezzature appropriate, ora sono cambiate nuovamente le disposizioni e siamo tornati al vecchio parco, scarpa da una parte e scarpa dall’altra e avanti e indietro…".
FONTE: IlPalloneGonfiato.com
Giampaolo Pazzini resta a spasso e incassa quello che sembra proprio essere un 'no' da parte di una di quelle che sembravano tra le pretendenti: il Pescara.
Il tecnico della formazione abruzzese, Massimo Oddo, ha osservato che il navigato attaccante non gioca da tempo, facendo intendere che ha bisogno di calciatori già pronti per scendere in campo.
Lo Spezia, che sembrava interessato all'ex Hellas Verona, non ha affondato il colpo neanche dopo il problema muscolare che ha messo Galabinov fuori dai giochi per circa un mese.
FONTE: It.Sports.Yahoo.com
Arezzo-Padova: Cutolo e Mandorlini di nuovo avversari dopo quel faccia a faccia. Tutti gli ex
Un Arezzo che cerca di uscire dalla crisi, un Padova di valore anche se in emergenza. Oltre a questo ci sono anche gli ex a rendere ancor più suggestiva l'incontro del Comunale
Matteo Marzotti 21 ottobre 2020 14:42
Il Verona passa in vantaggio con Russo, ma poco prima della mezz'ora Cutolo si inventa un sinistro dei suoi: traversa e pallone che varca la linea di porta prima di uscire. Una traiettoria che non sfugge al guardalinee e all'arbitro che indicano il dischetto. L'esultanza di Cutolo è sfrenata, una corsa che i compagni faticano a trattenere con il numero 11 che lancia un guardo di sfida dalle tribune dove erano piovuti i fischi, passando anche davanti a Mandorlini. Ne nasce un battibecco che porta all'espulsione del tecnico. La partita per la cronaca terminò 2-2.
In mix zone Cutolo ammise di aver esagerato ma di essere stato anche colpito a più riprese dai fischi e dagli insulti dei tifosi di casa arrivando quidi al battibecco con Mandorlini, oggi tecnico del Padova. "Siamo un allenatore e un giocatore come tanti, se capita gli stringerò la mano" ha detto ieri alla vigilia Mandorlini. Tra l'altro Cutolo dopo quella partita segnò anche nel derby del 2013 sempre contro la squadra allenata da Mandrolini.
Tutti gli ex Arezzo-Padova [...]
FONTE: ArezzoNotizie.it
Contro il razzismo. Diciamolo insieme, diciamolo ovunque: #KeepRacismOut
#VeronaInter Zanetti
Fiorentina 3-1 Verona highlights
8 aprile 2023: un compleanno indimenticabile
Prossima partita
Sabato 23 Novembre ore 15:00 (DAZN)
VS
Serie A 13ª Giornata
Classifica
Serie A 2024-2025
Napoli
25
Inter
24
Atalanta
22
Fiorentina
22
Lazio
22
Juventus
21
Milan *
17
Udinese
16
Bologna *
15
Torino
14
Empoli
14
Roma
13
Hellas Verona
12
Parma
9
Como
9
Cagliari
9
Genoa
9
Monza
8
Venezia
8
Lecce
8
* Milan e Bologna una partita in meno
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3-1
Serie A 12ª Giornata
Potevo tifare mille squadre, o magari quelle che tifano tutti. E invece tu mi hai fatto gialloblù.