IL PRESIDENTE ESTERNA ANCORA a fine stagione e lo fa a 'La Gazzetta dello Sport' dicendo fra l'altro 'Cosa mi ha insegnato l’ultima serie A? Una cosa importante. Non rifarò più l’errore di trascinare una decisione oltre il tempo limite. Questo lo prometto a me stesso, alla squadra, ai tifosi. Regalo per la promozione? Un giocatore che accenda la fantasia e abbia anche tanta fame. Un giocatore, in scala ovviamente, con le caratteristiche di Suarez. Pochi giorni fa ho incrociato Buffon. Gli faccio: “Perché non vieni da noi?”. Lui mi ha sorriso e cortesemente fatto capire di avere altre sfide in mente. Se ho sentito Grosso? Gli ho scritto, l’ho ringraziato. Ha avuto il merito di dare alla squadra un calcio di livello altissimo. È un allenatore che arriverà molto in alto. Aglietti? Una persona fantastica, un toscano ironico, sereno e spensierato. È un allenatore che richiameresti nella tua squadra dieci volte'
UN BEL TACER NON FU MAI SCRITTO ...Tra i vari messaggi social di congratulazioni per la promozione in Serie A di ELKJAER, CAMMARATA e altri, c'è anche quello del troppo zelante Emanuele RIGHI, braccio destro del patròn scaligero nonché diesse del MANTOVA che perde un'altra ottima occasione per un profilo il più possibile basso e starsene zitto 'Vi saluta il Buffone che hA ragione anche a sto giro'. Prontissima stavolta (fortunatamente) la replica del patròn che si dissocia dalle parole del suo dipendente ma ormai il danno è fatto e con uscite come queste non si riavvicina certo la tifoseria alla società.
DOPO VERONA E MANTOVA ANCHE IL CARPI? Secondo i rumors rilevati da 'Il Resto del Carlino' il patròn dell'HELLAS sarebbe interessato all'acquisizione del CARPI CALCIO messo in vendita dall'attuale proprietario BONACINI a seguito della retrocessione in Serie C. Dopo gialloblù e virgiliani il proprietario scaligero potrebbe acquistare così la sua terza squadra di calcio ma non potrebbe avere presumibilmente ruoli attivi all'interno della nuova società dal momento che, per tali compiti tra i professionisti, servono almeno due categorie di differenza e al momento il VERONA è ancora in cadetteria...
In ogni caso il numero uno scaligero ha escluso qualunque interesse per un'altra squadra di calcio (CARPI incluso) a HellasLive.it 'Non ho alcuna intenzione di comprare un’altra squadra di calcio'
L'ESONERO DI GROSSO SOLO A DUE GARE DAL TERMINE DEL CAMPIONATO! Dopo la penosa sconfitta interna al Binti ad opera del LIVORNO quint'ultimo a caccia di punti salvezza, l'unica parziale buona notizia è data dal presidente che finalmente si presenta in sala stampa ed esonera GROSSO.
Come annuncia la scelta il patròn che solo una settimana fa aveva confermato l'allenatore, parlando di COERENZA, CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO e CHIAREZZA DI IDEE? Semplice: Il numero uno scaligero ha ammesso di non essere più convinto che la promozione possa essere raggiunta con GROSSO in panchina e ai giornalisti che chiedevano ulteriori spiegazioni ha negato qualunque domanda (indisponendo un'altra volta piazza e addetti ai lavori).
La scelta di allontanare il tecnico arriva comunque fuori tempo massimo perchè se è vero che i playoff devono ancora cominciare è chiaro che il nuovo tecnico avrà pochissimo tempo a disposizione per cercare di cambiare la deriva...
DOPO LA CLAMOROSA DEBACLE INTERNA COL BENEVENTO SETTI COMUNICA (?!?) ATTRAVERSO IL SITO WEB SCALIGERO E IN TANTI SI CHIEDONO SE CI SIA O CI FACCIA... La lettera aperta B/=\S arriva in contemporanea con tante altre da parte di tifosi e media letteralmente basiti da quello che a tutti gli effetti può essere considerato uno scivolone mediatico (l'ennesimo) di questa incredibile proprietà!
...CON LA PROMOZIONE DIRETTA ANDATA E ANCHE I PLAYOFF A RISCHIO, FINALMENTE PARLA ANCHE SETTI A L'ARENA 'Presuntuoso io? Mah, a chi lo pensa dico che non è vero. Chi mi conosce sa che sono da pane e salame tutta la vita. Mia mamma mi ha fatto così. Sembro arrogante? Forse si, ma è un’impressione. Una cordata avrebbe incontrato Volpi in Croazia per la cessione dell’ Hellas? Non lo so. Anche perchè c’è un problema di base. Perchè incontrano Volpi? Devono parlare con me. Io con Gabriele per anni sono andato d’accordo ed abbiamo condiviso progetti insieme. La realtà è che non c’ è nessuna relazione con l’Hellas. Chi vuole il club deve parlare con me, ammesso che voglia vendere la società. Con Volpi e Fiorani c’è stato un investimento fatto insieme. Quando sarà il momento, Volpi verrà rimborsato come da accordi presi. Poi ci sono altre cose che me le tengo per me. Cosa è costato il Verona 2018/19? Credo sui 7 milioni per il mercato e 15 per il monte ingaggi. Siamo la terza o quarta squadra della serie B. A questo ci vanno aggiunti costi più o meno stabili. Come quasi 3 milioni per il settore giovanile, 7 milioni per la sede, affitto campi, stadio e spese collegate. E resto anche basso per difetto. Pensate che solo per l’affitto di Peschiera vanno via 500mila euro all’ anno. Lasciare il Verona per il Mantova? Sarebbe un’ assurdità lasciare l’Hellas. È la prima squadra che ho avuto da presidente ed alla quale sono legato. Il Mantova ha la sua funzione. Si valorizzano tanti giocatori. Sviluppare i giovani in Italia è costoso. Per questo avevamo bisogno di una piazza importante ed una società dove sono meno attivo rispetto all’Hellas, ma possiamo incidere. Se sto trattando la vendita del Verona? Ad oggi no. Se qualcuno lo vuole per far meglio di me, sono pronto. Ai "banditi", mi sia permessa la parola, non vendo. Hellas Verona in grave ritardo? Speravo di no. Mi aspettavo di meglio. La possibilità però di acciuffare la serie A c’ è, in un altro modo. Dobbiamo spingere tutti in un’altra direzione. I bilanci si fanno a fine anno, a bocce ferme. Faccio anch’ io errori ma la squadra è stata impostata nel modo giusto. Con giocatori di proprietà, altri giovani di prospettiva. Mi auguro che abbia un po’ di fortuna in più, rispetto a quella che abbiamo avuto finora. I play off possono farci raggiungere l’obiettivo. Come mai non si è fra le prime della classifica? Credo che il Palermo abbia qualcosa in più per esperienza e fisicità. Ma il secondo posto poteva essere nostro. Ora, senza farci illusioni, cerchiamo di fare più punti e poi magari centrare la A con i play off. Colpa del tecnico? Abbiamo avuto un momento, non lo nego, molto difficile. Tante riunioni e riflessioni perchè le cose non andavano. Ma lo sapete non sono per il cambio dell’ allenatore. Grosso ha qualità e la squadra lo segue. Lotteremo fino alla fine. Gli allenatori sono dei testardi. A partire da Mandorlini per arrivare fino a Grosso. Tanti confronti tra me e loro. Quel che conta è il lavoro. Cosa gli imputo, la serie B è un torneo dove ci sono campi brutti ed il calcio viene interrotto più spesso rispetto alla A. Certe gare non le avrei giocate, avrei preferito più la spada che il fioretto. Le mie aziende sono in difficoltà e per questo investo nel calcio? Questo lo dicono i maligni o quelli poco informati. Ho varie aziende ma la mia che è questa di Carpi dove lavoro giorno e notte, è solida. Non è un grande momento per l’abbigliamento però presto aprirò in Corso Portoni Borsari. Giusto per dire. Per fortuna abbiamo sbocchi di mercato nuovi e sono soddisfatto. Pure con la Garelli'
NUOVO STADIO: SETTI CI STA, CAMPEDELLI NO... In linea generale quel che ad oggi è dato di sapere è che il vecchio Binti (teatro di mille e mille battaglie scaligere ma ormai vetusto) è destinato ad essere abbattuto mentre la nuova struttura richiamerà esteticamente gli arcovoli dell'Arena e rimarrà di proprietà comunale. Questa proposta è stata avallata dal sindaco di Verona e dal patròn dell'HELLAS ma non (ancora) da quello del CHIEVO, sorge quindi spontanea una banale domanda: Perchè? Sarebbe carina da parte del presidente SETTI una qualche spiegazione in nome della tanto decantata trasparenza e magari, visto che ci siamo, sarebbe cosa buona e giusta sapere in che modo l'imprenditore carpigiano e/o il VERONA saranno coinvolti nel progetto... Se lo chiede in questo articolo Francesco Barana ma dovrebbero chiederselo un po' tutti i tifosi gialloblù coinvolti, volenti o nolenti, nella situazione.
SETTI BUFFONE, l'adesivo di protesta nei confronti del patròn scaligero (che ha snobbato la protesta dei tifosi gialloblù chiarendo che lui li lasciava fare quasi che servisse un permesso per attuare una qualunque forma di protesta nei suoi confronti o che, letta in altra maniera, il problema non lo riguardasse affatto), prende piede un po' ovunque a Verona e provincia ma anche a Firenze oltre che a Carpi e a Mantova come abbiamo visto...
DALLA FIDUCIARIA EMILIANA SPA A STAR BALL SRL: Maurizio Setti al timone del Mantova. Il nuovo anno porta una prima, sostanziale novità nell’assetto societario del Mantova, con Maurizio Setti che esce dal (virtuale) anonimato della Fiduciaria Emiliana spa ed entra nel capitale dell’Acm con una sua azienda. Da visura camerale, infatti, si scopre che a detenere la maggioranza del club di Viale Te (con il 50,73% e 623mila euro versati) non è più la Fiduciaria Emiliana spa che in estate aveva effettuato l’aumento di capitale per acquisire il controllo della società. Ora la proprietà del Mantova è della Star Ball srl, che ha sede legale a Bologna, in via Cavour 4. “Ed è una società di Maurizio Setti – spiega, interrogato in merito, il presidente dell’Acm Ettore Masiello -. Quella che gestisce le sue attività sportive” (HellasLive.it)
CONTENZIOSO SETTI-VOLPI, dalle colone de 'La Nazione' arriva la notizia che il patròn scaligero ha perso entrambe le cause (l'una al tribunale di Genova e l'altra in Lussemburgo) in corso con l'ex amico petroliere e che dovrà sborsare un totale di 19 milioni di Euro! Ovviamente siamo solo al primo grado di giudizio e SETTI farà sicuramente ricorso ma intanto il primo round è perso.
Non si è fatta attendere la replica del presidente che, attraverso il sito web dell'HELLAS VERONA ha chiarito, 'Mi vedo costretto a ribadire, ancora una volta, come l'Hellas Verona FC non sia coinvolto in nessuna controversia e non abbia alcuna posizione debitoria verso Gabriele Volpi o società a lui riconducibili. È importante sottolineare, inoltre, come non esista ad oggi alcuna sentenza di condanna del Tribunale di Genova in merito ai fatti citati: la causa, infatti, è ancora in corso e comunque non riguarda l'Hellas Verona. Appare quindi chiaro che ci troviamo di fronte ad articoli costruiti ad arte e contenenti informazioni false ed approssimative, per i quali gli autori risponderanno di fronte alle autorità competenti. Articoli che, come è abitudine in questi anni, vengono puntualmente pubblicati in momenti particolarmente delicati e importanti per l'Hellas Verona, con l'intento evidente di destabilizzare ulteriormente l'ambiente. Chiudo dicendo che le vicende riportate dagli organi di stampa, delle quali si stanno occupando i miei legali, non riguardano l'Hellas Verona FC che, come ho già ribadito più e più volte, è una società sana, che dà lavoro a centinaia di famiglie'
Qui la nota dei legali di SETTI.
IL PRESIDENTE SCALIGERO INVESTE ANCHE NELLA GARELLI, secondo un articolo apparso su 'Il Resto del Carlino', c'è anche SETTI nella cordata di imprenditori che ha siglato un accordo con la Finsec per rilanciare lo storico marchio...
BATTE SETTI, RISPONDONO TOSI E BOZZA Interrogato in merito al progetto di acquisizione del Forte di Lugagnano per farne una sorta di cittadella dell'HELLAS, il presidente SETTI ammetteva candidamente che non se ne faceva più nulla 'Abbiamo lottato quattro anni con la precedente amministrazione ottenendo poco per vari problemi che si sono creati. Ci siamo mossi in altre direzioni... A Forte Lugagnano è impossibile: il nuovo progetto sarà da un'altra parte'. E la risposta della precedente amministrazione chiamata in causa non s'è fatta attendere: Così l'allora sindaco Tosi 'Setti è male informato, la mia Giunta ha sempre dato tutti gli strumenti all'Hellas Verona per la realizzazione del centro sportivo. Ci sono stati due anni di confronto. E anche da parte della Sovrintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio c'è sempre stata la massima disponibilità e apertura. In verità l'impressione è che Setti, al di là delle parole, non abbia mai davvero avuto la volontà di concretizzare' e l'allora Assessore allo Sport Bozza 'Setti scarica su di noi e la Sovrintendenza? Forse la sua scelta ora è cambiata ma non metta in discussione il lavoro fatto negli anni nostri, perché non è corretto. La Sovrintendenza ha sempre considerato fattibile il progetto e anzi lo ha incoraggiato . E da parte nostra c'è sempre stata la volontà di aiutare Setti nella realizzazione della sua idea. C'è sempre stato il confronto con il Verona. Ma Setti non venga a dire che ha "lottato" per il centro sportivo a Lugagnano perché questo implicherebbe che qualcuno volesse ostacolarlo e invece nessuno ha mai opposto resistenza, anzi”'... Dove starà la verità?
L'ACQUISIZIONE DEL MANTOVA È UN PROGETTO WIN-WIN! Così il presidente SETTI parla a 'La Gazzetta di Mantova' «Io ho preso delle quote del Mantova e con me sono rimaste quasi tutte le persone che c’erano prima. Ho tentato tre volte di rilevare la società. Ogni piazza ha una storia e Mantova deve stare fra i professionisti. Poi starà alle nostre capacità vedere in quale categoria riusciremo ad arrivare. I sogni non sono proibiti, ma bisogna fare un passo alla volta. Il Mantova non è la seconda squadra del Verona. Ma bisogna essere intelligenti e capire che va sfruttato la cosa come un vantaggio: sia per portare qui calciatori dell’Hellas che possano far fare il salto di qualità alla squadra e sia per convincere atleti a venire grazie a prospettive di crescita che altrimenti non ci sarebbero»
3 A 0 A TAVOLINO per l'HELLAS dopo la farsa di Cosenza, questo il commento del pres 'La decisione sui fatti di Cosenza-Verona è giusta e frutto di una realtà emersa in maniera molto chiara anche nel comunicato del Giudice Sportivo. Ci dispiace per i tifosi che hanno sostenuto una trasferta lunga e costosa, situazione che abbiamo segnalato anche nel nostro reclamo.'
MERCATO FARAONICO MA ANCORA IN SURPLUS per Maurizio SETTI che è tornato ad allargare i cordoni della borsa clamorosamente stretti nelle ultime due stagioni ma, nonostante ciò, il surplus per le casse scaligere è ancora di circa 7 milioni a fronte del paracadute milionario e delle cessioni di FARES, VIVIANI, VALOTI, NICOLAS, SOUPRAYEN e BROSCO senza contare il gettone arrivato per la valorizzazione di JORGINHO passato dal NAPOLI al CHELSEA...
GUERRA TRA SETTI E TGGIALLOBLU.IT, a farne le spese il giornalista Francesco Barana che viene clamorosamente escluso dalla conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico! Pessima vicenda che coinvolge l'Unione Stampa Sportiva Italiana nonchè l'Ordine dei Giornalisti del Veneto... Piccata la risposta di Via Francia in una guerra senza vincitori ne vinti che soprattutto priva i tifosi gialloblù di una fetta di opinione storica ed importante nel panorama calcistico veronese.
PIAZZA E MEDIA SCALIGERI IN SUBBUGLIO dopo l'annata disastrosa culminata con una retrocessione largamente annunciata: TGGialloblu.it da tempo tra i media più critici, attenti e seguiti verso l'attuale dirigenza scaligera, si chiede a quanto ammonti il debito di Via Francia verso il Comune di Verona per l'affitto del Bentegodi... È solo l'ultima delle inchieste della popolare testata giornalistica che, più di altre, ha attaccato frontalmente SETTI sulle vicende relative all'ex amico VOLPI, alla rottura con l'ex diesse SOGLIANO, alla gestione dei casi CASSANO, PAZZINI e ALBERTAZZI.
Largo il disamoramento della piazza verso i colori scaligeri e scollamento forse mai visto prima fra il VERONA e i suoi tifosi: Gran parte della perplessità è dovuta pure al fatto che il patròn dell'HELLAS sembra non soffrire più che tanto per l'ultima disastrosa stagione e prosegue la sua gestione nel segno della continuità ingaggiando un allenatore di scarsa esperienza come GROSSO ed un diesse come D'AMICO da tutti considerato come il braccio destro di FUSCO...
Nel giorno della presentazione delle nuove maglie, davanti all'Arena Store un tifoso-sandwich espone due cartelli di protesta contro Via Francia: Sul fronte la scritta Chi ha dignità non dà soldi a Setti sul retro Io non sono complice di Setti.
NEWS E CURIOSITÀ DALLE PASSATE STAGIONI + - =
- Stagione 2017-2018: In un'annata in cui è successo un po' di tutto, dal clamoroso ripensamento di CASSANO al litigio con l'ex amico VOLPI (stranamente coinciso con una recessione economica anche da parte di Via Francia) finito sotto la lente di Procura Federale e Guardia di Finanza, culminata con una sacrosanta retrocessione, il presidente ha ribadito che i conti vengono prima del risultato sportivo ma la sensazione generale della piazza è che si sia provata una sorta di puntata alla roulette e sia andata male: Troppa la differenza con le altre squadre anche solo per poter competere fino alla fine.
Dopo aver fallito nell'acquisizione del MODENA, SETTI ha acquisito la quota di maggioranza del MANTOVA tra la diffidenza e la perplessità dei tifosi virgiliani, sentimento peraltro condiviso dalla piazza scaligera delusa e ferita da una stagione umiliante... - Stagione 2016-2017: Imbufalito dall'inaspettata retrocessione in Serie B il presidente può consolarsi con il più abbondante 'paracadute' mai concesso dalle società della Lega di A alle retrocesse (25 milioni nella prima prima stagione più altri 15 in caso di mancata promozione) ma, ben lungi dall'investire quei soldi, ricava il ricavabile dalle cessioni di GOLLINI, IONITA e WSZOŁEK, trattiene PAZZINI e RÔMULO e si affida mani e piedi al nuovo diesse FUSCO e a mister PECCHIA: Una scelta che pagherà (anche quando, dopo alcuni passaggi a vuoto della squadra, la posizione del tecnico non sembrava più così sicura) con il ritorno dei gialloblù nella massima serie senza il passaggio dai playoff...
- Stagione 2015-2016: La "rivoluzione" societaria del Presidente (meno potere allo staff e più presenza in società) sul campo non paga anche se BIGON fa risparmiare circa 10 milioni sulla gestione; il VERONA va malissimo in campionato e, dopo il fuoco di paglia all'esordio contro la ROMA, è quasi retrocesso già a Novembre! A Dicembre DELNERI sostituisce MANDORLINI, al mercato di Gennaio i rinforzi non sono all'altezza e la prima vittoria arriva a Febbraio... Praticamente inevitabile la retrocessione in cadetteria.
- Stagione 2014-2015: Stagione tribolata per l'HELLAS col presidente che forse imputa a SOGLIANO scelte non condivise (l'acquisto di SAVIOLA?)... A metà stagione è frattura tra la dirigenza e il diesse e dopo la salvezza SETTI annuncia di voler essere più presente in società e novità nella gestione per la prossima stagione che non convincono Sean, il direttore se ne va e al suo posto viene preso BIGON.
- Stagione 2013-2014: ...Dopo 11 anni il VERONA torna in Serie A e si fa onore sino alla fine!
- Stagione 2012-2013: Maurizio SETTI è il 32° Presidente dell'HELLAS VERONA F.C. e dopo 11 anni gli scaligeri tornano in Serie A!
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Maurizio Setti
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Maurizio Setti (Carpi, 5 giugno 1963) è un imprenditore e dirigente sportivo italiano, attuale presidente dell'Hellas Verona e socio di maggioranza del Mantova.
Biografia
Diplomato in ragioneria, è sposato con due figli. Possiede un aereo storico "Falchetto" ed è appassionato della Vespa di cui possiede un esemplare del 1951 esposta nell'atrio della sua azienda a Carpi.
Attività imprenditoriale
Inizia a lavorare come fotografo e successivamente, prima del servizio militare, come magazziniere e autista in un'azienda di moda a Carpi per poi cominciare l'attività imprenditoriale a 22 anni, insieme ad amici, producendo maglieria per i grossisti. Per superare la crisi del settore "conto terzi", nel 1989 crea il Gruppo Antress e punta sul primo marchio proprio, E-Gò, assieme alla socia e stilista Sonia De Nisco, che viene proposto alle catene come Camaieux e Promod. Per aumentare la marginalità, successivamente acquisisce il brand Manila Grace e lo sviluppa affidandolo alla stilista Alessia Santi, azionista al 20%. Negli anni attorno al 2010 le due aziende, grazie alla creazione sul mercato italiano di negozi mono-marca, alla distribuzione capillare in negozi multimarca e all'internazionalizzazione dei marchi, riscuotono molto successo. Nel 2011 le due aziende vengono fuse nell'unica società Antress Industry Spa che accentra il core business del gruppo. A giugno 2012 Setti ha la maggioranza relativa delle quote ed è l'amministratore unico della holding Moulin Rouge SpA, che controlla la Antress Industry SpA (fatturato di circa 55 milioni di Euro), di cui è Presidente del CdA. E' amministratore unico della Tex-Spread Srl che fa parte dell'indotto di Antress e possiede la Sfinge Srl e la Murales Srl, due società immobiliari create ad hoc per gestire tutto quanto riguarda l'ambito retail. A fine 2014 il marchio E-gò (Eurofel) è stato trasformato in "SDN - Sonia de Nisco" con la conversione dei negozi E-gò in punti vendita Manila Grace e la creazione di una collezione chic destinata ad una clientela più agiata. Nel 2015 c'è il rilancio del marchio di maglieria Sinä ja??? e l'inserimento degli accessori nelle collezioni Manila Grace (grande successo riscuote la Felicia Bag). Nel 2016, con un finanziamento da un milione di euro garantito da SACE (partecipata al 100% dalla Cassa Depositi e Prestiti) in una iniziativa a sostegno dei piani di sviluppo internazionali, apre quattro boutique mono-brand e un outlet in Polonia, e due store a Berlino. Nel luglio 2018 acquisisce la licenza del brand "KI6? Who are you" di abbigliamento donna per sviluppare la produzione e distribuzione a livello nazionale ed internazionale; nel successivo settembre, a seguito dell'uscita dalla società di Alessia Santi, assume Gaetano Navarra come direttore creativo di Manila Grace e, a fine anno,tramite Tenax capital, Antress industry emette un prestito obbligazionario da 4 milioni di euro, aumentabile fino a 7 milioni nel 2019, per finanziare gli investimenti in Italia e all'estero per lo sviluppo della società.
A metà novembre 2018, insieme ad altri imprenditori riccionesi e alla ditta sammarinese Armony, intraprende il rilancio del marchio motociclistico Garelli: dapprima si tratta di un contratto d’affitto che in pochi anni dovrebbe sfociare nell'acquisto dell'azienda con diverse quote di partecipazione divise tra le varie figure.
Attività sportiva
Ha militato in gioventù nei dilettanti dell'Athletic Carpi ricoprendo il ruolo di centrocampista. E' stato socio per tre anni del Carpi F.C. con cui ha conquistato due promozioni e dal 2011 fino al 2012 comproprietario e vicepresidente del Bologna (nell'"operazione salvataggio" della società felsinea), finché, nella primavera 2012, non ha rilevato l'Hellas Verona dall'allora proprietario Giovanni Martinelli. Inizialmente entrato come socio di maggioranza con l'80% delle quote, nel marzo del 2013 acquista l'intero pacchetto azionario del club diventandone proprietario unico. Al termine della stagione la squadra conquista la promozione in serie A, che mancava da undici anni. Nel campionato successivo in massima serie gli scaligeri sono una delle sorprese del campionato e chiudono al decimo posto. La stagione successiva ottengono il 13º posto, mentre è completamente negativa la stagione 2015-16 chiusa con il 20º posto e retrocessione in cadetteria. Nella stagione 2016-2017 la squadra si classifica al secondo posto e torna in Serie A dopo un solo anno di assenza. L'anno successivo dopo un'altra stagione negativa, conclusa con il penultimo posto e 25 punti, è retrocesso e contestato dalla tifoseria gialloblu. Durante la sua presidenza militano nella squadra giocatori del calibro di Javier Saviola, Rafael Márquez, Luca Toni, Giampaolo Pazzini, Jorginho.
Il 27 giugno 2018 acquista per 623 mila euro (tramite la Fiduciaria Emiliana) le quote di maggioranza del Mantova, militante in Serie D, anche se non ricopre cariche dirigenziali nell'organigramma virgiliano
FONTE: Wikipedia.org
RASSEGNA STAMPA + - =
Setti: “Il Bentegodi nella finale playoff mi ha dato tanto orgoglio e voglia di andare avanti. Il nostro obiettivo è quello di mantenere la Serie A. Juric scelta ponderata”
giugno 26, 2019
“È stata una promozione incredibile, la più bella per me a Verona. Sapevamo di avere una squadra da promozione diretta ma non riusciva ad esprimere tutto il suo potenziale, con Grosso, mentre Aglietti ha avuto il grande merito di aver saputo toccare le corde giuste dei ragazzi. Era da tanti anni che non vedevo uno stadio così come in occasione della finale di ritorno dei playoff contro il Cittadella, e questo mi ha dato tanto orgoglio e voglia di andare avanti. Il tifoso? È appassionato, ha bisogno di emozioni forti. Noi siamo un club piccolo che fa delle idee la propria forza, cercando di comportarsi nel modo migliore. Stiamo molto attenti ai conti, anche se questo argomento non può piacere, ma negli ultimi giorni abbiamo degli esempi eclatanti di quello che sta succedendo in altre parti d’Italia. Ogni anno in tanti ci lasciano le penne – ha dichiarato il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, a Radio Sportiva – Non ci sarà il derby col Chievo in Serie A? Per il tifoso dell’Hellas Verona il vero derby è contro il Vicenza ma li aspettiamo nella massima serie italiana. Il nostro obiettivo quest’anno sarà quello di mantenere la Serie A, di tutte le altre cose ci interessa poco. Juric? La scelta è stata ponderata, un allenatore che ha nelle corde la voglia di lottare, di fare e di combattere. Ci aspetta credo il campionato più difficile negli ultimi dieci anni in Serie A. Un colpo alla Toni? Purtroppo di Luca non ce ne sono molti in giro. Un tipo di giocatore così se dovesse arrivare, arriverebbe di sicuro alla fine del calciomercato. Cornelius? Ad ora non è nei nostri piani. Siamo fiduciosi e per gli eventuali “colpi” si attendono gli ultimi giorni”.
FONTE: HellasLive.it
LE MANOVRE PER COSTRUIRE IL PROSSIMO VERONA
Ecco perchè Setti adesso farà sul serio
19/06/2019 10:48
Ora magari farà sul serio davvero. Maurizio Setti e la serie A: l'eterna incompiuta. Dopo i primi due anni promettenti (con Sogliano manager e altri budget), sono seguiti i due campionati più tristi, imbarazzanti e vergognosi in A della storia del Verona. Ma poco male sul piano finanziario: in B c'era un paracadute consolatorio di 25 milioni (non tanto meno dei diritti tv percepiti in A) e costi decisamente minori. Questo non significa che Setti sia retrocesso apposta, ma certamente il presidente non si è buttato nel fuoco per evitarlo conscio che comunque il paracadute gli avrebbe permesso di continuare a fare calcio senza patemi.
Oggi però il contesto è parzialmente mutato. A fine stagione 2019-20 se il Verona dovesse retrocedere (fate gli scongiuri, noi facciamo i giornalisti, non i tarocchi, e questa è la madre di tutte le analisi visto l'andazzo degli ultimi anni) non percepirebbe più 25 milioni di paracadute ma “solo” (si fa per dire) 15 milioni.
Secondo lo Statuto della Lega Nazionale Serie A - che a pagina 19 disciplina il cosiddetto “Paracadute retrocesse”, riformato con nuove regole dal 1 luglio 2018 - il Verona infatti in caso di retrocessione non rientrerebbe più nella “fascia C” di chi - si legge - ha “militato in Serie A per tre stagioni sportive anche non consecutive nelle ultime quattro, compresa la stagione al termine della quale è maturata la retrocessione dalla serie A”. L'Hellas infatti al termine dell'annata 2019-20 avrà solo due campionati in A degli ultimi 4 (dal 2016-17 infatti sono due stagioni di A e due di B). Perciò, se retrocessa, si ritroverebbe in “fascia B”, tra le società che hanno “militato in serie A per due stagioni sportive anche non consecutive delle ultime tre”.
Sia inteso, il paracadute c'è sempre e 15 milioni in B non sono pochi. Ma non sono 25. Ragion per cui Setti questo giro forse si impegnerà un po' di più. A fronte però di una serie A che si preannuncia come la più difficile degli ultimi dieci anni senza Frosinone, Carpi, Empoli e il Chievo delle ultime annate. Sulla carta manca una squadra materasso. Il Genoa ha preso Andreazzoli, che tra gli addetti ai lavori è molti quotato. Il Bologna con Sabatini e Mihajlovic dall'inizio punta all'Europa. Il Cagliari ha i soldi di Giulini ed è strutturato per un torneo tranquillo. Il Parma economicamente non è club da salvezza. La Fiorentina con Comisso sembra destinata a tornare ai suoi livelli medio-alti. Anche le altre neopromosse promettono bene: il Brescia di Cellino (che ha tenuto il Cagliari in A una vita) se conferma Tonali è una neopromossa per modo di dire; il Lecce ha una società solida alle spalle. I dubbi, se proprio, possono esserci sulla Spal, che negli ultimi due anni ha investito molto, ma la domanda è se saprà reggere. E sull'Udinese che non è più quella di un tempo, con i Pozzo che puntano soprattutto sul Watford. Insomma, poche ciance: vista la concorrenza, Setti deve investire se vuole salvarsi.
FRANCESCO BARANA
FONTE: TGGialloBlu.it
Setti: “Juric a Verona può essere perfetto. Non rifarò più l’errore di trascinare una decisione. Regalo promozione? Una Mustang gialloblù ed un nome che accenda i sogni”
giugno 15, 2019
“Di Juric appezziamo il carattere da guerriero, a Verona può essere perfetto. Ha esperienze in serie A, in una realtà splendida e forgiante come il Genoa. E poi ha una qualità che adoro in un allenatore: non ha paura di far giocare i giovani. Cosa mi ha insegnato l’ultima serie A? Una cosa importante. Non rifarò più l’errore di trascinare una decisione oltre il tempo limite. Questo lo prometto a me stesso, alla squadra, ai tifosi. La prossima serie A? Mi aspetto un campionato difficile, si sta alzando il livello tecnico e manageriale. Ci saranno le prime inavvicinabili poi una fascia di ambiziose e poi la fascia di bagarre. Insomma, dovremo lottare parecchio. Regalo per la promozione? Una Ford Mustang gialloblù. E per i tifosi? Un giocatore che accenda la fantasia e abbia anche tanta fame. Un giocatore, in scala ovviamente, con le caratteristiche di Suarez. Pochi giorni fa ho incrociato Buffon. Gli faccio: “Perché non vieni da noi?”. Lui mi ha sorriso e cortesemente fatto capire di avere altre sfide in mente”.
Setti: “Ci siamo presi la Serie A insieme ai tifosi. Aglietti persona fantastica. Grosso? Ha dato alla squadra un calcio di livello altissimo”
giugno 15, 2019
“Al triplice fischio finale della gara di ritorno dei playoff, ho pensato ai dipendenti del Verona. Li ho visti soffrire in silenzio durante la stagione. Per loro, mi sentivo soddisfatto. Ho pensato: siamo tornati in A, a luglio inauguriamo la nuova sede, nel futuro prossimo c’è il nuovo stadio. Insomma, mi sono sentito orgoglioso: anche se fra, diciamo, 10 anni, non dovessi essere più qui, avrò lasciato una eredità concreta. Cosa significa la Serie A? Intanto lustro. Anche per la città, quest’anno saremo l’unica veronese in A. E poi gioia per i tifosi. Ho compreso la loro insoddisfazione in certi momenti della stagione, era la nostra stessa insoddisfazione. Però l’ultimo Bentegodi, la sera del Cittadella, ci ha dato una spinta decisiva. Ci siamo presi la A insieme. Ho vissuto la prima parte di stagione in modo distaccato, manageriale. Poi mi sono infilato dentro la squadra, come in una famiglia. Ho riunito i ragazzi e mi sono scusato con loro. “Forse non sono riuscito a trasmettervi la mia sofferenza”. Credo abbia contato anche questo. Sono tornato al mio vecchio stile, dei primi tre anni in A. Quando ho avuto la certezza di farcela? L’8 maggio in Lega quando ho incrociato il presidente del Benevento – ha dichiarato Setti a La Gazzetta dello Sport – Tre uomini decisivi? Bianchetti, Zaccagni e Di Carmine. Più mi gioco il jolly per citare Silvestri, tutto l’anno al top. I dirigenti? Barresi e D’Amico me li tengo stretti. Se ho sentito Grosso? Gli ho scritto, l’ho ringraziato. Ha avuto il merito di dare alla squadra un calcio di livello altissimo. È un allenatore che arriverà molto in alto. Aglietti? Una persona fantastica, un toscano ironico, sereno e spensierato. È un allenatore che richiameresti nella tua squadra dieci volte”.
FONTE: HellasLive.it
12 GIU 2019
NON TENERE AGLIETTI E’ COME BUTTARE NEL CESSO UN SEI AL SUPERENALOTTO
Ormai manca solo l’ufficialità. La pausa di riflessione è finita e da quel che abbiamo capito la decisione è presa. Alfredo Aglietti non guiderà il Verona in serie A.
Così dopo Pecchia e Grosso, Setti decide di non seguire il cuore dei tifosi e di andare contro la piazza. Una decisione inspiegabile. Per come è andata la scorsa stagione, per come Aglietti ha rivitalizzato il Verona, per quello schifo che abbiamo visto con Grosso, per le speranze che erano azzerate e che Aglietti ha risollevato fino a compiere l’impresa, la conferma era il minimo che si potesse aspettare. Aglietti se l’era conquistata sul campo, giorno dopo giorno.
E’ l’uomo che ci ha fatto tornare l’amore per il Verona dopo mesi se non anni di disgusto, ma non solo. Aglietti ha dimostrato anche di essere un bravo allenatore. Sul campo dove ha ridato un senso a quella squadra squinternata (la fregnaccia che abbia lavorato sugli schemi di Grosso proprio non si può sentire) e basta rivedere i gol della finale per capire che il buon Aglio e i suoi collaboratori avevano iniziato a seminare benissimo a Peschiera e poi fuori, dove ha ridato stima e fiducia a gente come Di Carmine.
Setti avrebbe dovuto erigere una statua bronzea del buon Aglio e ogni mattina accendergli un cero davanti. Aglietti era riuscito a riannodare i fili con i tifosi e con l’ambiente. Non dandogli la possibilità di giocarsi quello che si era conquistato è come buttare nel cesso la schedina con il sei al superenalotto.
Tocca a Juric. Se il problema era l’esperienza non è che sia arrivato un Trapattoni o un Reja. E’ arrivato un emergente che ha fatto in carriera una grande impresa a Crotone e poi ha sempre mezzo fallito. Juric dovrà fare risultati, , tanti e immediati per vincere la naturale diffidenza che lo accompagnerà. E battere il fantasma vincente di Alfredo Aglietti che inevitabilmente aleggerà al Bentegodi per tanto tempo…
Gianluca Vighini
12 GIU 2019
L’ENNESIMA SFIDA DI UN PRESIDENTE FRAGILE
E così Ivan Juric fu. Nessuna sorpresa, la scelta era già stata compiuta prima dei play off. Chi mi segue sa che non ho mai parteggiato per la conferma di Aglietti, a cui resta il merito principale della promozione più carambolesca e fortunata della storia del Verona. Aglietti era stato scelto in un momento di emergenza e ha compiuto un’impresa meravigliosa in quel contesto. Ma era, appunto, un contesto particolare, oggi lo scenario è diverso. Quindi il suo addio, per quanto sentimentalmente amaro, sul piano tecnico ci sta.
Il punto qua è un altro. Juric era la scelta migliore tra quelle possibili? Mai come adesso allenatori liberi ce n’erano. Io avrei preferito Iachini o Nicola, più pragmatici, esperti e certificati. E anche più in linea sentimentale con Verona (nel calcio le dinamiche sociali incidono). L’allenatore croato invece è un integralista e il suo pedigree è controverso: un inizio di carriera scoppiettante e un lento e agonizzante scemare al Genoa tra esoneri, richiamate e nuovi esoneri. Un amico – politico genovese pragmatico e genoano sfegatato – mi dice che pur essendo Juric una persona seria e in gamba, da loro non ha saputo reggere le pressioni della serie A.
Con Juric devi costruire solo un tipo di squadra in linea con il suo 3-4-1-2, che poi è un 3-5-2 essendo il trequartista un mediano alla Rigoni. Ma non è il momento ora di addentrarsi nei dettagli tecnici. Dico solo che servirà un mercato chirurgico: devono arrivare giocatori “di gamba” sugli esterni e pensatori veloci in mezzo al campo. Tutto il contrario della squadra orizzontale, statica e palleggiatrice di quest’anno. Ma è la storia di Setti a suggerire il contrario: il Verona dopo Sogliano non ha più fatto un mercato calcisticamente logico, perciò la scelta del monolitico Juric cozza un po’ con il modus operandi “da varie ed eventuali” del club. Con Iachini o Nicola, allenatori adattabili alle più svariate situazioni, invece questo metodo (se così si può chiamare) era più coerente.
Neanche troppo sullo sfondo poi si riapre la ferita del presidente con i tifosi e la città, che Juric mostrano di non gradirlo affatto. In soli nove giorni Setti ha disperso quel piccolo credito (piccolissimo, per la verità) che si era riguadagnato (si fa per dire…) con la promozione. Nove giorni nove per polverizzare tutto. Un record che solo Setti e suoi inesperti pretoriani potevano compiere. Ma non mi sorprende neppure questo.
Ma soprattutto resta quell’eterno senso di precarietà di questa proprietà. Juric è una sfida, un’altra, l’ennesima. La sua storia è priva di mediazioni: in carriera ha fatto molto bene o molto male. Qui potrà fare molto bene o molto male, la via mediana non esiste con lui. Una sfida rischiosa di un presidente e un management fragili, finora non all’altezza della serie A. Insomma siamo ancora qua a contare gli spicci del fato, a sperare, privi di un progetto delineato. Come scrisse il poeta: del doman non v’è certezza. A Verona, in questa stravagante altalena tra A e B, ancor di più.
Francesco Barana
12 GIU 2019
IN DIREZIONE OPPOSTA… E CONTRARIA
A due settimane dal trionfo col Cittadella il Verona ha il suo allenatore, ma non quell’Alfredo Aglietti che il miracolo (perché di questo si è trattato, senza se e senza ma) lo ha fatto, ma quel Juric che vanta una promozione in A col Crotone e una salvezza col Genoa, ma pure la bellezza di tre esoneri da parte del Genoa di Preziosi.
Setti non si è smentito e per l’ennesima volta è andato dritto per la sua strada, ovviamente in direzione opposta a quella auspicata dai tifosi (senza i quali ha detto, non sarebbe stata possibile l’impresa promozione).
Aglietti avrebbe meritato una chances, in fin dei conti se siamo in Serie A e siamo qui a dire che la rosa gialloblù non era poi così male, è solo ed esclusivamente merito suo. D’Amico al proposito dovrebbe essergli riconoscente visto che senza il buon Alfredo, noi saremmo in B e lui a spasso.
Nella scelta deve aver pesato l’inesperienza di Aglietti nella massima categoria. C’è stato un contatto anche con Beppe Iachini e, udite udite, pure Guidolin ha dichiarato nei giorni scorsi di essere stimolato all’idea di tornare a Verona come allenatore dopo 8 anni di carriera da giocatore.
E invece no… la coppia Setti-D’Amico ha partorito l’ennesimo torto nei confronti dell’intera tifoseria. In questo non c’è dubbio, la coerenza societaria è impeccabile.
Non amo i processi alle intenzioni e quindi non dirò alcunchè sul nuovo allenatore prima di averlo visto all’opera, al quale comunque auguro sin d’ora un buon lavoro.
Mi sorge tuttavia spontanea una domanda: Setti ha cannato (per non dire peggio) gli ultimi due allenatori, prima con la collaborazione di Fusco poi di D’Amico. Ora con quest’ultimo lui sceglie Juric pur con due ex gialloblù graditi alla piazza e un altro che sarebbe stato un sogno per tutti (Guidolin).
Ma dico. Se la vita dimostra che una cosa non la sanno fare perché si ostinano da megalomani a considerarsi degli esperti? Ha preso e difeso Pecchia e siamo andati in B, ha preso e difeso Grosso e poco ci mancava che ci restassimo. Quante prove la vita dovrà dar loro prima di capire la propria totale inadeguatezza?
Una mia idea tuttavia me la sono fatta: se sei un uomo per bene e con dei valori, se come tecnico rispetti i tifosi e hai pure nel cuore l’Hellas Verona, non sarai mai preso in considerazione da questa Società, che non perde occasione per andare puntualmente in direzione opposta (che già è grave) ma pure contraria (visto che fanno errori su errori che penalizzano l’aspetto sportivo). Una direzione che porta puntualmente dritti al baratro, evitato quest’anno solo grazie ad un grande uomo come Alfredo Aglietti, che il Verona l’ha preso per i capelli e ha di fatto salvato il culo a tutti (tranne il suo visto che fatta l’impresa si è visto preferire un tecnico più esperto… “di esoneri” peró).
Un po’ però Setti lo capisco… quando nel bel mezzo del trionfo con il Cittadella, tra un festeggiamento e l’altro dentro un Bentegodi traboccante di entusiasmo, in un clima di inebriante ed euforica gioia collettiva, in 20 mila all’unisono ti mandano a gran voce affan… ops “a quel paese”… che fa… conferma Aglietti, o prende Iachini?
Mauro Micheloni
FONTE: Blog.Telenuovo.it
Setti a Telearena: “Questa la promozione più bella perché inaspettata”
By Redazione - 7 Giugno 2019
Questi alcuni passaggi dell’intervento di Maurizio Setti presidente dell’Hellas Verona ospite ieri sera di Telearena:
La promozione più bella? Questa, perché la più inattesa. Le critiche dell’ambiente hanno portato a un blocco mentale dei giocatori, uniti a un allenatore (Grosso) poco aperto al confronto. La semplicità di Aglietti ha sbloccato i ragazzi, li ha indotti a fare ciò che sapevano naturalmente fare e le qualità sono venute fuori. Di solito un cambio di mister a campionato in corso è uno sbaglio, lo dicono i numeri. Per questo faccio così fatica a cambiare il mister.
Aglietti? Mi sono preso dei giorni per non farmi coinvolgere emotivamente dal momento. Voglio essere sereno nel programmare una squadra che rimanga in una serie A che si preannuncia durissima, la più dura della mia storia qui a Verona. È fortemente in corsa per la riconferma, la settimana prossima chiuderemo il cerchio. La scelta va ponderata, va scelto un profilo adatto.
Zaccagni? È sotto contratto, la serie A la può fare. Poi da qui a fine mercato Dio solo sa cosa può succedere.
La Società? È molto molto sana, tante sono le società in crisi pronte a fallire. Sede di proprietà che verrà inaugurata a inizio campionato. Il centro sportivo verrà fatto alla faccia di chi ci prende in giro, c’è l’ipotesi Vigasio. Arriviamo in A con giocatori di proprietà giovani, e questo è fondamentale per un imprenditore con le mie possibilità. Sapremo sempre che la retrocessione sarà comunque una possibilità, non prometto niente di certo a nessuno.
Il mio progetto? Progetto per me è far crescere i giovani da portare in prima squadra e da valorizzare,per poi avere determinate voci a bilancio che ci facciano stare tranquilli. Io non sono in grado di garantire ogni anno 5-10 milioni da mettere di tasca mia.
Interessati al Verona? Nessun interesse o contatto con acquirenti della società. Preferirei comunque qualcuno di Verona. Ma non abbiamo paura di andare da soli. Ma se la società non è in perdita, non si avvicinano investitori. Se la Fiorentina vale 170 mln, il Verona 100.
D’Amico? Sarà lui il direttore sportivo della serie A, perché È stato il vero artefice di questa squadra
Mercato? Ci saranno sicuramente 4-5 innesti, Gustafson ci piace molto, faremo il possibile per tenerlo.
Aumento di stipendio a Grosso? Non verrà aumentato il contratto per la promozione, saranno dati dei premi ma la base contrattuale resta uguale
Riccardo Pinamonte
FONTE: HellasNews.it
Calcio Serie D – Verona in A… Mantova più forte. E rispunta l’idea ripescaggio
4 Giugno 2019
Maurizio Setti domenica sera a Verona
Mantova Finalmente una gioia nell’annata tormentata di Maurizio Setti: con il 3-0 rifilato al Cittadella nella finale di ritorno dei play off, il Verona è tornato in Serie A. Sulle prime la cosa avrà causato un travaso di bile ai tifosi del Mantova. A mente fredda, però, si scopre che la prima a trarre beneficio da tutto ciò (dopo il Verona, ovviamente) è proprio il Mantova.
Con l’Hellas in A, Setti godrà di maggiore visibilità e soprattutto di maggiori introiti. Di conseguenza avrà meno difficoltà a gestire il Verona e potrà riversare maggiori risorse sul Mantova. Poi c’è una questione di giocatori: il filo diretto tra Acm ed Hellas, piaccia o no, è palese e inevitabile, tanto che della rosa biancorossa dell’ultima stagione facevano parte parecchi giovani provenienti dal Verona ( Borghetto, Baniya, Galazzini, Guglielmelli, Cherubin). Altri, magari di rango ancora più alto, sono destinati ad essere “girati” al club di viale Te per la prossima stagione.
Ma c’è di più. Come abbiamo accennato nei giorni scorsi, il Verona in A potrebbe riaprire scenari impensabili in ottica ripescaggio. Il condizionale è più che mai d’obbligo, tant’è vero che nessuno in viale Te osa sbilanciarsi sul tema. Anzi, il presidente Ettore Masiello dice a chiare lettere che «farsi illusioni non conviene e che, tra tempi lunghi e incertezze varie, mancano i presupposti per prendere in considerazione l’ipotesi». Parole sagge e perfino condivisibili se si pensa che: uno, il termine ultimo per le iscrizioni in C è il 24 giugno e prima di quella data non si avranno notizie sugli eventuali posti disponibili (senza contare che bisognerà poi aspettare i ricorsi delle escluse, quindi metà luglio); due, al momento non solo questi posti disponibili non sembrano esserci (solo il Siracusa sembra in difficoltà), ma davanti al Mantova, nella graduatoria delle papabili al ripescaggio, ci sono Cerignola, Modena e la retrocessa Vecomp, tutte con la C nel mirino. Va poi considerata una terza variabile: l’assemblea dei soci del 14 giugno, che dovrà fornire risposte chiare sull’assetto societario e la conseguente disponibiltà economica.
Detto ciò, se tutte le componenti (disponibilità di posti e di quattrini, volontà dei soci) riuscissero a incastrarsi, il Mantova riprenderebbe seriamente in considerazione l’ipotesi ripescaggio. Tempo una decina di giorni, diciamo fino all’assemblea, e ne sapremo di più.
FONTE: VoceDiMantova.it
VISTO DA NOI
04 giugno 2019 - 11:17
Quell’amico dall’altra parte del mondo
Una telefonata che fa capire che cosa significhi amare il Verona
di Lorenzo Fabiano, @lollofab
La telefonata da oltre oceano arriva a metà pomeriggio. È l’amico che non vedi da vent’anni, con cui ne ha fatte tante di cotte, e decisamente meno di crude, e insieme a lui hai condiviso gioie e dolori legati ai destini dell’Hellas Verona. Gli racconto della notta magica, della partita perfetta, di uno stadio trasformatosi in una polveriera come non si vedeva da tempo.
Gli dico che nel pazzo mondo del pallone questo è stato l’anno delle rimonte, e che qui ne abbiamo viste di tutti i colori, se in pochi mesi il Bentegodi è passato dalla desolazione del deserto della partita con il Palermo alla bolgia di domenica sera. È la follia del calcio, che tocca i tasti degli eccessi. «Noi siamo un popolo – mi dice -, una comunità. Quelli là, quelli del Cittadella, a Verona sarebbero sì e no una piazza. Bravi ad arrivare dove son arrivati per carità, ma una piazzetta mica può pensare di far fuori un popolo». Poi aggiunge: «Senti, ma leggo e sento ancora cose che non comprendo. Ma com’è sta cosa che c’è sempre chi critica, chi semina veleni, che rosica e non gli va mai bene nulla. Ma ci siamo dimenticati da dove veniamo? A parte un decennio da favola, la nostra storia l’abbiamo passata in ascensore tra A e B. Qui siamo finiti fuori strada; a parole sono tutti con la soluzione in tasca, tutti imprenditori, maghi della finanza e grandi manager, eppure di un capitalista veronese (e non son pochi) che voglia prendere in mano la società, non vi è manco l’ombra. Che ne pensi di sta roba qua…?».
Gli dico che sfonda una porta aperta. Setti avrà tutti i difetti del mondo, avrà fatto mille errori, starà sulle palle a trequarti della città, ma alla conta dei numeri, qualcosa dalla sua lo trovi: vero che è retrocesso due volte, ma è altrettanto vero che ha centrato tre promozioni su tre (è durissima), e si accinge ora ad affrontare il quinto campionato in massima serie. In centosedici anni non sono tanti (sì e no due. Garonzi e Chiampan, ma poi finirono nel mirino della contestazione entrambi) i presidenti dal Verona ad aver fatto meglio. Consapevole di avervi provocato un attacco d’ulcera, chiedo umilmente venia. Non apriamo la brocca dell’incenso, quello no, ma a casa nostra a Cesare ciò che gli spetta siamo abituati a darglielo. Ma c’è un altro aspetto che va sottolineato: il Verona è oggi una società sana, che paga regolarmente stipendi e fornitori, e non ha pendenze con il fisco. Ok, la solita manfrina dei conti, direte voi. Già, ma se il libro mastro lo avessimo tenuto come i ragionieri di Bari o Palermo, te la do io la notta magica…Forse ce la saremmo giocata a Renate Brianza, a Salò (però la trasferta in traghetto è una gran figata) o in un palpitante confronto con il Giana Erminio! L’amico d’oltre oceano sa che ripeto queste cose da almeno due anni, che spiegare la realtà delle cose è scomodo, che mi è costato anche qualche amico (o presunto tale, visto che mi ha pure aiutato a capire che non era poi tanto vero), e che il mio mestiere non si confonde con l’indice di gradimento; mi paragona allora ad Atlante, quello costretto da Zeus a portarsi il mondo sul groppone.
Gli rispondo che l’enfasi è eccessiva, ma se dicessi che non mi piace, peccherei d’ipocrisia. Ciapa e porta a casa, che son tempi di vacche magre. Mi parla di Aglietti che conosce bene: «È un brav’uomo, un toscanaccio schietto. Ha fatto un miracolo. Ha preso una squadra che stava in stato comatoso, e l’ha resuscitata. Ora merita di restare e di avere la soddisfazione di allenare in serie A». Assolutamente. Ha fatto poche cose e tutte buone: tra uomini e assetti (annosa e irrisolta questione tra gli allenatori) ha privilegiato i primi. Così ha rimesso le pedine al posto giusto nelle loro caselle e ricaricato le batterie a chi non ne aveva più. Abbiamo sempre detto che la squadra era forte, ma se il gruppo ha ritrovato l’anima smarrita, il merito è suo. E gli va riconosciuto. Ora la sua chance gli va concessa, perché se l’è guadagnata tutta. Vedremo, ora c’è solo voglia di godersi un momento così dopo tanta sofferenza e vediamo di non massacrarci ai cabasisi con il calciomercato. Per quella roba lì c’è tempo, Possiamo rifiatare un paio di settimane. Parliamo allora di come siamo, delle nostre vite, dei nostri figli. Ma molto di più di com’eravamo, degli anni in cui volevamo spaccare il mondo, ma abbiamo seriamente rischiato che il mondo spaccasse noi. E giù risate. Tutto questo per un pallone, e per una maglia gialloblù. Se n’è andata quasi un’ora e manco ce ne siamo accorti. Un tale diceva che una telefonata allunga la vita, aveva ragione. Grazie vecchio Hellas Verona, grazie davvero.
FONTE: Hellas1903.it
PARLA IL PRESIDENTE
Setti: Stabilità in A? Ci vuole fortuna
04/06/2019 09:01
Maurizio Setti, dopo la promozione in A, ha parlato alla trasmissione radiofonica di Rai Gr Parlamento 'La Politica nel Pallone'. Ecco cosa ha detto il presidente del Verona:
«Questa annata? È stata una stagione che sulla carta doveva essere un po' diversa, perché avevamo costruito una squadra con l'intento di ottenere la promozione direttamente. C'ero già riuscito due volte, questa volta però non è andata perché alcune cose non hanno funzionato, ma lavorando sodo e credendoci abbiamo ottenuto qualcosa di incredibile. Ieri sera lo stadio era impressionante, bellissimo: devo dire grazie a tutti i tifosi che compattandosi ci hanno dato una grandissima mano per fare questo salto, che tanti davano ormai per impossibile. Abbiamo fatto un finale di stagione ad alto livello, con l'aggiunta di alcuni giocatori che sono riusciti a dimostrare nelle ultime gare il valore per cui erano stati portati qui, essendo tutti giocatori nostri abbiamo anche migliorato il patrimonio del Verona e questo è importante. Verona merita una squadra in Serie A, quest'anno saremo l'unica e siamo molto contenti. Le sensazioni dopo il fischio finale? Il calcio è lo sport più bello al mondo, ti regala emozioni uniche anche dopo le sofferenze di una stagione, che ci ha portato alla fine al raggiungimento di un obiettivo su cui abbiamo lavorato per un anno intero. Mi fa piacere anche per chi è dietro le quinte, una macchina di tanta gente che lavora sodo e che ottiene così una gratificazione per quanto fatto anche quest'anno. Passione e gestione di un club? Fra Serie A e Serie B ci sono tantissimi presidenti contestati per vari motivi, forse questo è quello che dobbiamo sopportare. La passione è talmente grande che, dopo una serata come quella di ieri, c'è grande gratificazione. In 8 anni e 7 di presidenza il prossimo sarà il mio quinto anno in Serie A, credo sia un risultato importante per la città e per la società, attorno a cui abbiamo costruito un percorso che, tra le altre cose, ha portato a far debuttare diversi giocatori della Primavera in Prima squadra e che porterà a luglio all'inaugurazione della nuova sede di proprietà dell'Hellas Verona, che da tanti anni non aveva più una sua casa. Io farò sempre il massimo, con le mie forze, per fare in modo che questa città e questo popolo possano continuare a godere di palcoscenici importanti, con un pubblico e un clima che pochi stadi d'Italia possono permettersi. Brescia, Lecce e Verona Il campionato di Serie A viene arricchito di queste tre città, ma spero che si possa portare avanti il sogno di rimanere in categoria. Purtroppo il divario economico con la massima serie è sempre più ampio, in un mercato orientato sempre più verso le big e questo ci penalizza. Oltre alle competenze e alle capacità anche qualche soldo in più può aiutare nella gestione di una società, questo anche per preservare la tradizione calcistica di città che hanno comunque reso il campionato italiano uno dei più importanti al mondo nel corso degli anni. Come costruirsi per il prossimo anno? Sono passate solo poche ore e devo ancora pensarci, ma la mia filosofia rimane legata a quella di un buon settore giovanile, in modo che tutto quello che stiamo facendo abbia un futuro e che si possa lavorare a medio e lungo termine. Noi siamo la società che negli ultimi due anni ha fatto più cambi di categoria fra A e B: questo non è un pregio, è un difetto, e accade quando hai le capacità per fare bene ma a volte non basta perché serve anche un po' di fortuna. Serie A 2019/20? Sarà complicata perché tante società si sono rinforzate e noi piccoli club dobbiamo lottare con tante idee, sapendo soffrire».
FONTE: TGGialloBlu.it
HELLAS VERONA FC - DICHIARAZIONI PRESIDENTE SETTI
03/GIUGNO/2019 - 12:30
«Scrivo queste poche righe per ringraziare tutti. Partendo dal popolo del Verona e di Verona, senza il quale questa rimonta incredibile non sarebbe mai, mai stata possibile. Ringrazio la squadra, lo staff, tutti i collaboratori e dipendenti, questa promozione pazzesca è anche per loro. Colgo anche l’occasione per dissociarmi dalle esternazioni di Emanuele Righi, che ha parlato unicamente a titolo personale. Quelle parole non rappresentano il mio pensiero, il mio pensiero è rivolto all'impresa compiuta ieri e soprattutto al futuro. Abbiamo scritto una pagina bellissima, ma davanti a noi ce ne sono ancora tante che attendono di solo di essere scritte, la prossima si chiama Serie A, da affrontare tutti insieme. Forza Hellas Verona!»
Maurizio Setti
FONTE: HellasVerona.it
HELLAS VERONA
Righi ai tifosi: "Vi saluta il Buffone"
03/06/2019 00:21
Il Verona torna in Serie A vincendo la finale play-off 3-0 contro il Cittadella, dopo un campionato di sofferenza chiuso a 52 punti.
Appena finita la partita, il Ds del Mantova, Emanuele Righi, braccio destro di Setti, e con un passato nella dirigenza del Verona, ha scritto un post polemico contro i tifosi con scritto: "Vi saluta il Buffone (Setti, ndr) che ha ragione anche a sto giro".
FONTE: TGGialloBlu.it
03 GIU 2019
CARO PRESIDENTE, GIOCARE CON IL FUOCO E’ PERICOLOSO
Diciamolo chiaramente: Setti ha avuto un gran colpo di fortuna. Ha consegnato il Verona ad Aglietti, sperando per l’ennesima volta in un miracolo. Ha poi tentato, con i soliti messaggi/comunicati stampa, di avviare un processo di riconciliazione con il popolo gialloblù. Processo ancora molto lungo e difficile. Aver riportato la squadra in serie A è solo il primo piccolo passo, ma per ritrovare pace e credibilità serve molto altro.
Da alcuni anni Setti sta giocando con il fuoco, fa scommesse azzardate, si prende rischi enormi, affidandosi a gente dalle scadenti capacità, poca propensa a recitare il mea-culpa. Qualche volta ti può andare bene, spesso arrivano mazzate. E se, come nel caso di questa promozione acciuffata per i capelli, pretendi magari di essere esaltato o addirittura sei convinto di dover ricevere delle scuse, significa che non hai ancora capito molte cose.
Sono rimasto basito quando ho letto il post di tal Emanuele Righi, stretto collaboratore del presidente: “Vi saluta il Buffone… che hA ragione anche sto giro”. Evito di elencare tutte le promesse non mantenute da Setti, gli obiettivi mancati e le sue giustificazioni. Per cercare di riavvicinarsi ai sostenitori scaligeri il presidente dovrebbe fare una sola cosa: ammettere pubblicamente i suoi errori (affidare la squadra a Grosso, ad esempio), mostrando reale pentimento. E poi cambiare rotta con i fatti, costruendo una squadra competitiva per la salvezza. Nessuno gli ha puntato la pistola alla tempia obbligandolo a prendere il Verona. E se non si ha la forza economica necessaria per reggere ad alti livelli, si può anche fare un passo indietro, meglio ancora di lato, ed uscire di scena.
Luca Fioravanti
03 GIU 2019
VINCITORI E VINTI
La Serie A conquistata con il Cittadella è in assoluto la vittoria di Alfredo Aglietti e contemporaneamente la sconfitta della triade: Maurizio Setti, Tony D’Amico e Fabio Grosso.
Quest’ultimo ha fatto danni incalcolabili sia tecnici che motivazionali e ahimè continuerà purtroppo a farli altrove. Marrone centrale di difesa, Dawidowicz centrocampista. Empereur terzino, Bianchetti terzino e Faraoni centrocampista, resteranno negli annali come le più grandi castronerie che un tecnico abbia mai compiuto. Aggiungiamo i molti zombi rinati con Aglietti, e si ha la dimensione della scarsità di Grosso come allenatore
Il DS proverà invece a dire che i giocatori da lui scelti, alla fine hanno centrato la promozione. Niente affatto. L’aver preso alla guida tecnica Fabio Grosso e l’averlo difeso sin quasi alla fine della sua avventura in gialloblù, è errore imperdonabile che non cancella affatto e semmai esalta i suoi molti limiti e la sua inadeguatezza al ruolo.
E veniamo a Setti, anche lui vanterà il risultato sportivo dell’ennesimo ritorno in A dopo una retrocessione. Niente di più falso. La sua gestione da ormai 4 anni è colma di errori ed umiliazioni, affronti e supponenza
Detto questo… spazio alla gioia. Almeno per qualche giorno godiamoci questa cavalcata vincente, questa totale metamorfosi, questo mix di emozioni che tra delusioni e stress ci ha fatto perdere qualche giorno di vita, ma chi sene frega, ne è valsa comunque la pena.
Infine grazie ai Playoff che mai come quest’anno hanno puntualmente, quanto inesorabilmente, ribaltato i pronostici della vigilia. Regalando lacrime ai favoriti e il Paradiso ai quasi destinati all’inferno.
Prima di chiudere, un grazie infinito ad Alfredo Aglietti. Anche nella vittoria della promozione non ha sbagliato nulla. Bianchetti ha giocato da titolare dando molta più sicurezza di Empereur. Zaccagni è rientrato al momento giusto, segno che la sua ripresa dall’infortunio è stata gestita bene. Di Carmine titolare ha avuto un senso in quanto adatto a restare in campo per tutta la partita e pronto a chiuderla in coppia con Pazzini, tenuta fisica che il Pazzo non avrebbe potuto garantire per 94’. E
da “ mai una gioia” a “finalmente una gioia”… se Setti volesse poi renderla unica ed indimenticabile sa benissimo cosa il tifo gialloblù si aspetta da lui…
Mauro Micheloni
FONTE: Blog.Telenuovo.it
La festa dell’Hellas Verona
giugno 2, 2019
Il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, in compagnia del direttore operativo Barresi e del direttore sportivo D’Amico, festeggiano il ritorno in Serie A del club gialloblù
FONTE: HellasLive.it
HELLAS VERONA FC - DICHIARAZIONI PRESIDENTE SETTI
24/MAGGIO/2019 - 13:30
«C'è un'altra battaglia da combattere, insieme. Certo, direte voi, cosa ce ne facciamo dell'appello del presidente contestato da oltre un anno? Niente, sicuramente. Ma ci tenevo comunque a scrivere queste poche righe, perché penso di essere una persona con dei difetti, come tutti, ma anche un uomo pronto a riconoscerli. Ho imparato nel tempo che per voi, che il Verona lo avete seguito su "campacci" incredibili, non è mai stato un problema di categoria. A, B o C, il tifoso gialloblù va allo stadio a vedere l'Hellas, non a guardare gli avversari. In fondo, era proprio questa passione viscerale, questa fede, che mi aveva fatto avvicinare a questo Club, fino a comprarlo 7 anni fa. E la fede nasce dall'identificazione con la squadra e il suo modo di essere e giocare, qualcosa che spesso è mancato negli ultimi tempi, ma che invece ho rivisto, forte e vivo, nelle ultime partite al Bentegodi contro Foggia, Perugia e Pescara. E adesso, appunto, c'è un'altra battaglia da combattere insieme. Insieme ai ragazzi, insieme al mister, insieme allo staff. La mia testa, il mio impegno, sono tutti qui, al Verona. Non certo al Carpi, come qualcuno si è divertito a scrivere in settimana. E adesso penso solo a questa partita, che può essere decisiva per il nostro futuro. Perché il Verona io lo voglio dove ho sempre voluto che fosse, in Serie A, dove siamo stati per 4 stagioni, dove questa piazza mancava da troppo. E' giusto che il mio operato venga giudicato di giorno in giorno, di dichiarazione (ne faccio poche) in dichiarazione, non mi sono mai sottratto alle critiche. Ma posso assicurare che la mia volontà è e resta quella di costruire un Verona vincente, sul campo e in società. A partire dalla decisiva trasferta di Pescara».
Maurizio Setti
FONTE: HellasVerona.it
Setti smentisce a Hellas Live l’interesse all’acquisto del Carpi
maggio 21, 2019
Il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, smentisce a Hellas Live le voci che lo vorrebbero interessato all’acquisto del Carpi. ”Non ho alcuna intenzione di comprare un’altra squadra di calcio” il commento del numero uno del club gialloblù.
FONTE: HellasLive.it
LA DELUSIONE DEL PATRON SETTI
Mantova perde anche play off: niente ripescaggio
20/05/2019 10:18
Grande delusione per il Mantova del patron Setti. I virgiliani hanno perso la finale play-off del girone con la Pro Sesto e abbandonano quasi certamente le speranze di ripescaggio in Serie C. Sarà un altro campionato con i dilettanti per Setti.
Il direttore sportivo del Mantova, Emanuele Righi (ex dirigente dell'Hellas) si è assunto la responsabilità della mancata promozione: "Ho scelto io allenatore e squadra, quindi mi assumo la responsabilità del mancato obiettivo. Comprendo benissimo la delusione dei tifosi, hanno ragione. Ma respingo le accuse di mancato impegno che qualcuno ha avanzato nei confronti dei ragazzi" ha detto alla Gazzetta di Mantova.
UNA SQUADRA, UNA CITTA'
AVREMO MAI UNO COSI'?
17/05/2019 09:58
Roma, Firenze, Genova, Napoli: fatevi un giro per l'Italia oggi e guardate cosa sta succedendo. I tifosi non ne possono più di proprietà senza identità, senza radici, senza bandiere. Verona si iscrive d'ufficio a questa schiera. Da quando è arrivato Setti è stato un progressivo allontanamento dalla città e dalla passione. Fatti salvi i primi tre anni di gestione (poi clamorosamente rinnegati dallo stesso Setti...), il Verona è precipitato sia sportivamente sia (ed è peggio) nella colonnina dell'affetto.
Il livello di guardia si è raggiunto quest'anno. Dopo Pecchia, Fusco e tutto quello a cui si è assistito nella scorsa stagione, Setti ha concesso un bis. Sfidando apertamente la piazza, affidandosi ad un management inadeguato che ora cerca di rifarsi una verginità con Aglietti, come se tutta la farsa messa in piedi fosse solo una fake news (giusto per restare in tema...).
La Curva Sud si è trovata ad un bivio drammatico: dare sfogo alla protesta e allontanarsi ancora di più dallo stadio e da quel che è rimasto del Verona oppure con coerenza, continuare ad esserci, per dimostrare che Setti non è il Verona e che l'Idea di Verona è più forte di chi la sta distruggendo? Non deve essere stato facile scegliere. Ma la Curva ha scelto. Opinabile, certo, se si interpreta questo appoggio come un supporto a Setti.
Ma assolutamente condivisibile se si pensa ad un Verona che ha vissuto, vive e vivrà a prescindere da questa società.
Così, sabato sera contro il Perugia, senza se e senza ma, i veronesi tiferanno. Tiferanno per la maglia, per i colori, per la città.
Nessuno di questa società si deve azzardare a pensare, neanche per un secondo, che questo appoggio alla squadra sia in qualche modo un gradimento al loro lavoro. Loro hanno fallito miseramente e con un minimo di dignità professionale diciamoci la verità, avrebbero dovuto andarsene da un pezzo, invece di avere ancora il coraggio di parlare e concedere interviste.
C'è un immagine, infine, che stride con i freddi mercenari che oggi comandano in molte società. Ed è quella del presidente dell'Atalanta Percassi, commosso sotto la curva atalantina all'Olimpico, prima della finale della Coppa Italia. Lì c'è tutto quello che vorremmo avere noi a Verona. Avremo mai uno così?
GIANLUCA VIGHINI
A PRESCINDERE DAL RISULTATO SPORTIVO
SETTI DEVE TORNARE A FARE CALCIO
16/05/2019 16:05
Ormai da quattro anni (da quando praticamente se n'è andato Sogliano), l'Hellas Verona è diventato una barzelletta. Quella che era una società modello, che produceva risultati e plusvalenze, in poco tempo ha lasciato il posto ad un'armata Brancaleone. Setti per il dopo Sogliano si è affidato ad un personaggio inadeguato come Bigon. Incapace di reggere alla pressione della piazza, Bigon fece naufragare il Verona che finì in serie B all'ultimo posto.
La gestione Fusco-Pecchia, dopo il tormentato secondo posto in serie B, ha provocato il peggior Verona mai visto in serie A. Una squadra senza arte nè parte, scelte assurde (un 17 enne in prestito dalla Juventus, dove poi è finito a lavorare Fusco, messo davanti all'attaccante più pagato della storia del Verona), un livello qualitativo pessimo, gestione scellerata, con un allenatore lasciato al suo posto a dispetto dei santi, hanno fatto sprofondare l'Hellas in B con mesi d'anticipo.
Il capolavoro (al contrario) di Setti è stato però quest'anno. Invece di fare piazza pulita di tutto il management che ha creato disaffezione e malumore, ha continuato sulla stessa strada andando a confermare la stessa filosofia di lavoro.
Al posto di Fusco ha promosso il suo capo degli osservatori e al posto di Pecchia è arrivata la sua controfigura, Fabio Grosso. Il fallimento era scritto. Il Verona ha ciccato clamorosamente la serie A diretta e ha rischiato persino di stare fuori dai play-off. Una schifezza generale, compensata solo in parte dall'arrivo di Aglietti, in abbondante ritardo, con i play-off agganciati per il rotto della cuffia.
Il Verona ora si è rimesso in marcia, ma comunque andrà, Setti non potrà più rinviare una rivoluzione societaria che è indispensabile per tornare a fare calcio. A maggior ragione se riuscisse ad andare in serie A. Serve un direttore sportivo vero, che allestisca una squadra vera, un allenatore credibile, un management importante. Altrimenti la discesa del Verona continuerà all'infinito. (g.vig.)
L'ANALISI
IL C... DI SETTI, CIOE' QUELLO CHE SERVE ADESSO
14/05/2019 15:23
Verrebbe da parafrasare Gene Gnocchi e il suo celebre libro umoristico “Il culo di Sacchi”. Con altrettanta ironia potremmo affermare che a Verona c'è “il culo di Setti”, inteso come fortuna. Del resto tra Fusignano - patria dell'ex ct - e Carpi non c'è poi tutta questa distanza. Sarà l'aria, l'Emilia Romagna, che so, quel che è certo è che il patron del Verona è un uomo fortunato.
Dopo l'infausta retrocessione del 2015-16, quella delle “spese pazze” per Pazzini e Viviani e del biennale a Mandorlini, con le casse societarie in cattiva salute (da qui l'arrivo di Fusco a sistemare il bilancio), Setti si trovò a stagione ormai compromessa gratificato dell'epocale riforma del paracadute: serie B e 25 milioni di introiti. Non era mai successo e grazie a quei soldi l'Hellas confermò Pazzini e Romulo, costruì una squadra fuori portata e ritornò (con affanno, a causa degli errori di Pecchia) subito in serie A, con annessi nuovi vantaggi economici in una spirale virtuosa che ha portato Setti fino a qua, nonostante una seconda vergognosa retrocessione.
Ora, dopo un'altra stagione sportivamente fallimentare, con i play off agguantati per il rotto della cuffia e poche speranze di farcela, che ti succede? A giochi fatti viene retrocesso il Palermo, la squadra più forte degli spareggi, e il Verona si ritrova d'improvviso più vicino alla A. Non nascondiamoci, affrontare prima lo Spezia dell'ex amico Volpi e poi il Palermo avrebbe probabilmente pregiudicato qualsiasi velleità di finale. Altra pasta è trovarsi di fronte, con tutto il rispetto, il Perugia e casomai il Pescara, avversarie alla portata.
Il Verona ora può davvero perlomeno sognare la finale. Arrivati lì, si sa, poi tutto è possibile. La serie A significherebbe un Setti sempre più saldo al comando, in attesa magari dello stadio nuovo (in realtà la strada è intricata). Lo slogan è pronto: prima il bilancio e tanto fattore C. Altro che modello Borussia, o Crotone. Meglio un aforisma, quello del filosofo greco Diogene di Sinope, detto il Cinico: “Preferisco avere una goccia di fortuna che una botte di saggezza”. Fossi in Setti questa frase l'appenderei in ufficio.
FRANCESCO BARANA
FONTE: TGGialloBlu.it
02 MAG 2019
DILETTANTI ALLO SBARAGLIO?
Improvvisazione e disperazione. Setti, dopo mesi di melina, decide di esonerare Grosso troppo tardi e preso solamente da una fifa boia. Una società seria che sa fare calcio avrebbe sollevato l’allenatore dall’incarico dopo la sconfitta di Brescia, quando le alternative peraltro non mancavano e c’era tutto il tempo di sistemare la squadra e magari rafforzarla a gennaio. Avrebbe dovuto essere una decisione razionale, non nata da un clima da fine del mondo.
Sembrano dilettanti allo sbaraglio che non sanno cosa fare e come farlo.
Ho sempre trovato ridicolo il “cinema” esonero sì-no-forse culminato con il surreale affaire Cosmi, alla mattina “ingaggiato” e alla sera liquidato. Ho sempre considerato grottesco che bastasse un pari o una vittoria isolata a ridare credito imperituro a Grosso, prima di quel pari o di quella vittoria messo in discussione. A un allenatore o ci credi o non ci credi più, indipendentemente da un risultato positivo casuale.
Ora arriva Aglietti. Una non scelta, una sorta di premio di consolazione. La soluzione migliore era De Biasi, che però non si sarebbe accontentato di un contratto per una manciata di partite. Carriera mediocre quella del simpatico Aglio come tecnico. Ovviamente a lui va l’in bocca al lupo e l’affetto per quello che è stato da calciatore, rifinitore di uno dei Verona più belli (quello di Prandelli in B, giusto vent’anni fa). Aglietti è stato chiamato a tre giorni dalla gara decisiva (in chiave play off) di Cittadella. E anche questo dà il senso della società a cui siamo in mano. Non potrà fare miracoli, ma perlomeno sperò dia un po’ di buon senso in campo, a cominciare dal mettere i giocatori nel loro ruolo. Ci vuole poco.
Per i play off servono 4 punti, poi agli spareggi ci sono due squadre più forti di noi (Palermo e Benevento). Intanto mi basterebbe non perdere a Cittadella e già scrivere questo significa che siamo al cospetto di un fallimento. Ma ormai siamo in ballo e balliamo.
Francesco Barana
01 MAG 2019
CRONACA DI UNA MORTE ANNUNCIATA
Che si parli di una “morte” sportiva mi sembra superfluo sottolinearlo… ciò che doveva accadere mesi fa è finalmente accaduto. Tardi, troppo tardi, a mio avviso ormai inutile, ma è arrivato l’esonero di Fabio Grosso, terminale di un fallimentare progetto tecnico che ha in Tony D’Amico il grande “regista” e in Maurizio Setti il “mega produttore”.
Mesi fa avrei gioito, avendo intuito da subito l’inadeguatezza tecnica di Grosso… oggi il suo esonero ha invece il sapore di una enorme, stratosferica, presa per il culo… l’ennesima di una Società che da qualche anno sta vivendo in un mondo parallelo che nulla ha a che vedere con la realtà e la storia di una gloriosa squadra come l’Hellas Verona.
Un Verona che per tutta la stagione non ha mai avuto un’anima, non ha mai trovato una formazione tipo, ha visto 11 iniziali estratti a sorte, non ha mai convinto nel gioco, ha annoverato equivoci su equivoci, ha saputo trasformare un potenziale offensivo di prim’ordine per la cadetteria in un problema autolesionista, ha visto giocatori sparire e riapparire come in una giostra; ha giocato senza cuore, senza amore, spesso senza rispetto. Ha saputo allontanare quei pochi tifosi che avevano voluto credere ancora, nonostante tutto. Questo “fu” Hellas Verona, è stato consegnato da Setti all’arroganza di un DS e di un tecnico, pari solo alla loro rispettiva inadeguatezza al ruolo.
A due giornate dalla fine e con i playoff a rischio si cambia allenatore, che per ovvii motivi non avrà nè tempo nè spazio per mettere mani su preparazione, schemi e moduli. E chi arriva?
Dopo settimane in cui è aleggiato il nome di Zeman, la scelta cade sull’ex Alfredo Aglietti.
Chi mi conosce sa che odio i processi alle intenzioni e sarebbe ingeneroso condannare a priori tale scelta.
Ritengo tuttavia che servisse un allenatore carismatico, esperto, altamente determinato, capace di ricreare entusiasmo in una squadra di “walking dead”. Il buon Aglietti non me ne voglia ma mi sembra tutto tranne che carismatico, esperto e determinato. Il suo curriculum da allenatore non è tanto migliore di quello di Grosso. Non mi aspetto quindi da lui alcun miracolo. Ma per rispetto della persona gli auguro un buon lavoro.
Si è cercato un disoccupato disposto a terminare la stagione (che per assurdo potrebbe anche finire tra 15 giorni se non centrassimo i playoff), che costasse poco e non avesse pretese.
Zeman avrebbe avuto un senso in ottica futura come allenatore designato anche per la prossima stagione qualsiasi fosse stata la categoria. L’inizio di un progetto nuovo insomma. Già, progetto.,, facile intuire che mai e poi mai Zeman avrebbe accettato un progetto da chi ha abbondantemente dimostrato di non averne e ammesso li abbia avuti li ha puntualmente disattesi.
Ecco, visto nell’ottica di Setti, Aglietti è il tecnico migliore che si potesse trovare.
Nel calcio certo tutto può accadere… ma ora che “la morte” è arrivata, prepariamoci ad un mesto funerale. La data è un dettaglio, fra due settimane, tre, quattro, poco importa.
Se poi Alfredo “beep beep”, noto sul prato verde per la sua proverbiale lentezza di movimenti ma anche per una riconosciuta tecnica nei piedi e nella testa, saprà trasformare un funerale in una festa di nozze sarò il primo ad esserne felice.
Anche se il mio “SOGNO” non è la Serie A, non almeno con questa società senza futuro.
Il mio “SOGNO” è… Setti via dal Verona… per il resto dei miei giorni.
Mauro Micheloni
01 MAG 2019
FINALE CON PAGLIACCIATA
La pagliacciata è servita. A due giornate dalla fine, a tempo abbondantemente esaurito, il presidente del Verona Maurizio Setti, facendosi beffe della propria coerenza sbandierata solo qualche giorno fa a lettere MAIUSCOLE, ha esonerato Fabio Grosso. Facile dire che è il fallimento di quel progetto societario (sciagurato) intrapreso la scorsa estate contro il buon senso e contro la gente dopo l’indecente campionato che si era appena concluso. Purtroppo Setti ha deciso di andare a sbattere contro il muro e solo dopo che la macchina si è schiantata e ha sentito il rumore delle lamiere contorte accartocciarsi su di sé, il presidente del Verona ha avvertito di “avere paura”. Benvenuto sulla terra. Purtroppo in questa assurdo braccio di ferro che Setti e il suo staff hanno voluto fin dall’inizio della stagione, non ha vinto nessuno.
Ha solo perso il Verona. Oggi c’era lo stadio vuoto, la gente non crede più a Setti e alle sue fregnacce. Non crede più, e questo è peggio, che questa società sia ancora l’Hellas Verona. Anch’io non lo credo più. Grosso, con la sua supponenza e la sua arroganza, ha allontanato i suoi tifosi, ha segnato un punto di non ritorno che l’avallo di Setti ha sancito con puntuale accanimento. La colpa, ovviamente non è di Grosso, ma di chi lo ha messo a guidare il Verona. Cose che i lettori di tggialloblu.it sanno benissimo visto che le diciamo fin dall’inizio.
Ora si tratta di capire come Setti vorrà andare avanti. L’occasione che la storia gli presenta davanti è enorme. L’allenatore che sceglierà nelle prossime ore potrebbe essere anche quello della prossima stagione. Potrebbe essere un nuovo inizio, ma noi temiamo, che restando quelli i suggeritori e le teste, si sprecherà un’altra occasione, l’ultima. Gli uomini come insegna anche questa vicenda sono importantissimi. Non è vero che tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Dopo questa enorme pagliacciata, attendiamo, senza fiducia purtroppo, le prossime mosse. Ci fosse un po’ di coerenza non dovrebbe pagare solo Grosso.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
PARLA IL PRESIDENTE
Setti: Grosso esonerato però a malincuore
01/05/2019 17:37
"Sapete come la penso io. Oggi è stata una partita deludente. Mi è venuta l'ansia, così non si può raggiungere il nostro obiettivo che è la Serie A. Ho esonerato Grosso anche se a malincuore". Parla così Maurizio Setti a fine partita contro il Livorno, finita 2-3 per gli amaranto.
Grosso è quindi sollevato dall'incarico a due partite dalla fine del campionato dopo una stagione sempre in discussione, ma ogni volta puntualmente confermato dalla società contro tutto e tutti.
Setti, nel giorno della Festa dei lavoratori, ha cambiato di nuovo idea dopo il comunicato della "consapevolezza del momento" di una settimana fa. L'imprenditore carpigiano non ha accettato le domande dei giornalisti: "Non ha senso rispondere" dice e ha concluso il suo pensiero mettendo pressione ai giocatori: "Ora la squadra con tutti i giocatori deve dimostrare quello che vale. Si devono assumere una responsabilità molto importante. Le colpe vanno distribuite: per il Verona dobbiamo provare a fare qualcosa, la prestazione di oggi mi ha reso insicuro. Abbiamo ancora delle chance e ci possiamo giocare le nostre carte. Per il nuovo allenatore deciderò in serata con il mio staff (il Ds Tony D'Amico, ndr, che quindi dovrebbe restare)".
Il nuovo allenatore dovrebbe arrivare subito visto che sabato alle 18 si scende in campo a Cittadella. "Decisione incoerente dopo il comunicato di settimana scorsa? Mi assumo sempre la responsabilità di quello che dico e lo pago in prima persona - ha concluso il presidente del Verona - dopo oggi, cambiare è la decisione giusta".
L'ANALISI
VERONA, ECCO PERCHE' NON SI ESONERA GROSSO
29/04/2019 12:37
C'è un aspetto molto serio nel surreale e, per certi versi, involontariamente comico comunicato di Setti della settimana scorsa. Lasciando perdere il tono quasi da psicanalisi (con tanto di parole in maiuscolo), il passaggio su Grosso fa riflettere. Come ha scritto Gianluca Vighini su queste pagine, è una contraddizione in termini parlare di coerenza riguardo la conferma dell'allenatore e poi scrivere che tra due mesi si è pronti a partire anche con un altro staff tecnico. Giocando con le parole mi sembra una coerenza...incoerente.
Siccome Setti non è uno stupido e nemmeno bipolare, sorgono dei dubbi sui reali motivi che portano all'ostinata conferma del tecnico. Setti in cuor suo sa che il Verona, questo Verona, non ha alcuna chance ai play off, che invece andrebbero giocati alla morte per acciuffare l'ultima possibilità di serie A. E siccome credo che Setti la A - alle sue condizioni ca va sans dire - la voglia (al limite, lo dico ai malpensanti, potrebbe fare una squadra con il minimo budget e introitare 27-28 milioni di diritti tv, quasi il triplo che in B), mi pongo delle domande.
Per caso nel contratto di Grosso c'è una sorta di clausola anti-esonero? Per caso la conferma di Grosso è correlata in qualche modo, anche indirettamente, a possibili e future operazioni di mercato estive (non è un segreto che alcune della scorsa estate sono molto legate al suo arrivo)? E sarà un caso che da quando è saltato il quasi accordo con Cosmi (confermato dal suo entourage e confermato al sottoscritto pure da un giornalista suo amico che era con lui quel giorno), parallelamente si è ridimensionata la figura di D'Amico? A quanto mi risulta D'Amico spingeva per l'avvicendamento di Grosso e, a logica, ciò non mi stupirebbe – è un ds giovane che si gioca carriera e credibilità, ed è ovvio che per difendere il suo lavoro (leggi costruzione della squadra) non può più difendere l'allenatore.
Riflessioni in libertà, sia chiaro. Tuttavia mi piacerebbe che Setti, quando verga i comunicati stampa o indice conferenze "pettinate" senza domande, chiarisse questi aspetti. L'ostinazione su Grosso calcisticamente non si spiega, specie ricordando che Setti ha esonerato Mandorlini (che costava di più) per molto meno. Ecco, non mi si venga a parlare di coerenza.
FRANCESCO BARANA
MANTOVA NON VIENE PROMOSSO
Il Como va in C, la disperazione di Setti
29/04/2019 07:56
Niente promozione in C per il Mantova, fermato sul pareggio in casa dal Sondrio. In C ci va il Como che batte per 4 a 0 la Virtus Bergamo.
Questo il verdetto sul campo del Girone B della Serie D: Como, 86 punti, promosso in serie C con una giornata d'anticipo, Mantova 82 punti, che farà i play-off (solamente per il miglior piazzamento) e sarà costretto a sperare in un eventuale ripescaggio.
Una delusione cocente per il patron Setti e il ds Righi che ambivano alla promozione in Serie C.
FONTE: TGGialloBlu.it
26 APR 2019
MODELLO ATALANTA
A tutti quelli che: “Guardatevi intorno: Vicenza, Treviso, Venezia, Padova, Chievo… Solo fallimenti e risultati penosi”. A tutti quelli che: “Meglio tenersi Setti…”. Ecco: a tutti quelli che dicono questo, rispondo semplicemente: “Invece di guardare sempre a chi sta peggio in un terribile gioco al ribasso che denota tra l’altro una scarsa considerazione per il Verona e la sua storia, io guardo semplicemente a chi sa fare calcio, con passione, onestà e competenza”. Non serve andare in Germania per trovare un modello. Basta fare 100 chilometri e trasferirsi nella città di Bergamo. Una città simile a Verona, per bacino d’utenza. Forse anche più piccola. Una città che ama, vive, soffre la propria squadra come facciamo a Verona. Ma che a differenza di Verona non permetterà mai che il nome e la tradizione della propria squadra vengano “profanati” e/o “calpestati” da gestori che dimostrano di non amare quella maglia in modo profondo. L’Atalanta è un punto di riferimento sociale, prima ancora che sportivo. E l’Atalanta è preziosa. A Bergamo, giusto per essere chiari, non permetterebbero mai comunicati come quello dell’altro giorno di Setti. Ci sarebbe una sollevazione popolare della città, del sindaco, dei media, oltre che dei tifosi ovviamente. A Verona il “partito del ribasso”, invece di alzare l’asticella del giudizio, continua a dare credito a chi ha dimostrato di non meritarlo.
A Bergamo si fa calcio e si fa calcio con competenza, trasparenza e onestà. I dirigenti sono gente capace, brava e non inadeguata come a Verona. In cabina di regia c’è Giovanni Sartori, un nome e una garanzia. La squadra è allenata da Gasperini, l’Osvaldo Bagnoli moderno. Il settore giovanile è stato ispirato per decenni da Mino Favini, recentemente scomparso, che aveva l’Atalanta nel sangue. Ora c’è Costanzi che aveva vinto uno scudetto Primavera col Chievo. Si fanno plusvalenze a raffica, giustamente, ma mai per speculare, sempre con un senso alto del progetto sportivo. Si rifà lo stadio, senza messicani, senza piscine, e soprattutto con una squadra fortissima. Non è difficile. Bastano le persone giuste.
Gianluca Vighini
24 APR 2019
ESEGESI DEL DELIRIO
IN MINUSCOLO LE DICHIARAZIONI DI SETTI… IN MAIUSCOLO IL PENSIERO DEL TIFOSO MEDIO GIALLOBLÙ
“Scrivo queste righe per risolvere le tante ambiguità che ancora ci sono” NO PRESIDENTE LE AMBIGUITÀ RESTANO PURTROPPO QUELLE DI SEMPRE “e far convergere tutte le nostre forze nella stessa direzione” MA SE NON PERDE OCCASIONE PER FARE L’ESATTO CONTRARIO DI QUANTO IMPONGANO LOGICA E BUON SENSO “e provare a raggiungere il nostro SOGNO”. IL SOGNO SIGNOR PRESIDENTE È SEMMAI SOLO IL NOSTRO… IL SUO PUÓ ESSERE AL MASSIMO UN TARGET POINT AZIENDALE SUL QUALE NUTRO PER ALTRO, E NON SONO IL SOLO, PIÙ DI QUALCHE DUBBIO.
“Non fa parte di me sollevare allenatori dopo averli scelti e non lo farò nemmeno ora”. UN GENIO… E INFATTI I RISULTATI SONO SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI. MA NON ERA LEI A DIRE LA SCORSA ESTATE CHE FU UN SUO ERRORE NON AVER ESONERATO PECCHIA? LEI NON SOLO NON IMPARA DAI SUOI ERRORI MA PERSEVERA NEL REITERARLI… E COME RECITA IL DETTO CIÓ È BIABOLICO!
“COERENZA” = NO, SU QUESTO NIENTE DA DIRE PRESIDENTE. HA CANNATO ALLA GRANDE LO SCORSO ANNO NON ESONERANDO PECCHIA E MOLTO “COERENTEMENTE” STA CANNANDO ANCHE QUEST’ANNO NON ESONERANDO GROSSO. GLIENE DO ATTO. IN QUANTO A PERPETRARE GLI STESSI ERRORI LA SUA COERENZA NON TEME CONFRONTI.
– “Sono arrabbiato” NON LE CREDE NESSUNO PRESIDENTE LASCI PERDERE, AD ESSERE ARRABBIATI ANZI INCAZZATI SIAMO NOI E IMMAGINI CON CHI? “e deluso da queste prestazioni”, DELUSO È POCA ROBA PRESIDENTE, DOVREBBE ESSERE DISGUSTATO, PERCHÈ DI FRONTE A QUESTO SFASCIO DI VERONA IL SOLO SENTIMENTO PLAUSIBILE È LA VERGOGNA E UN SENSO DI UMANA PIETÀ CHE PUR TUTTAVIA I TIFOSI GIALLOBLÙ NON SONO DISPOSTI A RICONOSCERLE… “ma mi auguro” NO PRESIDENTE, BISOGNA FARE… AGIRE… NON AUGURARSI.
“che la squadra possa giocarsi le sue possibilità disputando i Playoff” TOH, ORA L’OBIETTIVO È ADDIRITTURA DISPUTARE I PLAYOFF? METTIAMOLA COSÌ PRESIDENTE, È STATA UNA SALVEZZA TRANQUILLA… OBIETTIVO CENTRATO LE STA BENE?
CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO – CONSAPEVOLEZZA? NE AVESSE UN BRICIOLO AVREBBE MANDATO VIA SU DUE PIEDI SIA IL DS “CHE SI È ROTTO IL CAZZO” E CHE IMMAGINO QUINDI CON SERI PROBLEMI A COPULARE, SIA IL GENIO INCOMPRESO DELLA PANCHINA, LA QUALE PANCHINA STANCA DI EQUIVOCI TECNICI E GIOCATORI FUORI RUOLO, SE SOLO POTESSE, SI SRADICHEREBBE SUICIDANDOSI NEL FOSSATO DEL PARTERRE DEL BENTEGODI, MA IN ALTERNATIVA SI È LIMITATA A FAR CAUSA A GROSSO CHIEDENDO AL GIUDICE DI TORNARE AD OSPITARE AL PIÙ PRESTO LE SQUADRE OSPITI COME ACCADUTO PER DECENNI, (L’ALTRA PANCHINA OVVIAMENTE NON È D’ACCORDO E MINACCIA DI PORTARE SFIGA QUALORA GROSSO ARRIVI DALLE SUE PARTI).
– “La società è solida”, CON QUELLO CHE HA INCASSATO E PER QUANTO POCO HA SPESO SINO AD OGGI CI MANCHEREBBE IL CONTRARIO “e anche se non dovessimo raggiungere il sogno” CHE FA METTE LE MANI AVANTI? LA SERIE A, ALLA LUCE DEI MILIONI PRESI, ERA UN DOVERE PRESIDENTE NON UN OPTIONAL “abbiamo messo le basi” LE BASI? LE BASI??? MA SE ABBIAMO SI E NO 3-4 GIOCATORI DA PLUSVALENZE E AD OGGI LEI HA PUNTUALMENTE DIMOSTRATO UN’ INCONDIZIONATA PROPENSIONE A FARE CASSA SU CHIUNQUE VENISSE RICHIESTO. FORSE INTENDE IL CENTRO SPORTIVO? O IL CONSOLIDAMENTO IN A, O IL MODELLO BORUSSIA? (MA SI RENDE CONTO DI QUANTE NE HA SPARATE ALMENO?)
“per conquistarlo il prossimo anno” NO PRESIDENTE. NON ESISTE NESSUN PROSSIMO ANNO. NON CON LEI. LEI NON È INFATTI IL NOSTRO PRESIDENTE E IL SUO NON È IL NOSTRO VERONA, “anche con un altro staff tecnico”… E RIDAIE… È LEI CHE DEVE ANDARSENE PRESIDENTE… INCASSARE MOLTI PIÙ SOLDI DI QUANTI NE HA SPESI PER COMPRARE IL VERONA, MA ANDARSENE.
“CHIAREZZA DI IDEE” – AH SU QUELLO NIENTE DA DIRE. SU COME DISTRUGGERE UNA PASSIONE E UNA FEDE, A SPESE DI UNA STORIA SINO A IERI NOBILE E PER UNA PROVINCIALE, ADDIRITTURA GLORIOSA, LE IDEE LE HA CHIARISSIME. BASTA GUARDARE LA DISAFFEZIONE POPOLARE ARRIVATA A LIVELLI INIMMAGINABILI SOTTO LA SUA GESTIONE.
QUALORA AVESSE DEI DUBBI AL PROPOSITO SI FACCIA UN GIRO PER VERONA…
È TUTTO… LA PENA È FINITA… CHE L’HELLAS SIA CON VOI… ANDATE IN PACE…
Mauro Micheloni
FONTE: Blog.Telenuovo.it
L'ANALISI
Comunicato surreale che sfiducia Grosso
24/04/2019 10:16
Surreale. Grottesco. Comico. Ma terribilmente vero. Purtroppo. Chissà quale "spin-doctor" avrà ingaggiato Maurizio Setti per emettere il comunicato di ieri. Molti indizi portano a Emanuele Righi, consigliere del presidente e ds del Mantova, già autore di svariati "coup de théâtre" a Bologna e ispiratore dell'ormai famoso filmato in cui Setti risponde ad alcune, sceltissime, domande sui tifosi poi pubblicato su youtube.
Restano le parole, quei maiuscoletti a sottolineare i concetti e le evidenti contraddizioni.
Setti, in realtà, ha sollevato dall'incarico l'allenatore più amato dai veronesi, a cui aveva fatto due anni di contratto. Quindi nessuna coerenza. Quando ha voluto, magari in ritardo, Setti la decisione l'ha presa. Ma quello che è peggio è che dopo l'assurda vicenda di Pecchia, lui stesso aveva detto più volte di non volere ripetere lo stesso errore. Quindi dov'è la coerenza? Nel ripetere lo stesso errore?
Sono arrabbiato, fa poi sapere il presidente. Il tutto come "CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO". Infatti poi Setti chiama in causa il destino "augurandosi" che la squadra si giochi al massimo i play off. Bella aderenza alla realtà. Soprattutto dopo aver visto il Verona con il Benevento.
L'apoteosi si raggiunge però all'ultimo capoverso. Tre righe disastrose dal punto di vista della comunicazione. Setti fa balenare l'idea del fallimento sportivo della stagione (ma come?) e poi che in futuro "(anche con un altro staff tecnico)", si continuerà senza Grosso. Il quale, dunque, affronterà la meravigliosa ed entusiasmante strada dei play-off in mezzo alle contestazioni dei tifosi, lo scazzamento palese dei suoi giocatori, il pessimismo della società e di fatto sapendo che se ne andrà da Verona il prima possibile, ma non ora. Non c'è che dire: là dentro si annida qualche genio. Incompreso, ovviamente. (g.vig.)
FONTE: TGGialloBlu.it
L’ennesima provocazione nei confronti dei tifosi dell’Hellas Verona
aprile 24, 2019
Il comunicato del presidente Maurizio Setti ha confermato ancora una volta la confusione che regna nel club gialloblù. Dopo aver indetto il silenzio stampa a seguito della pesante sconfitta al Bentegodi contro il Benevento, ieri sera tramite il sito ufficiale, poco prima dell’ora di cena, ha deciso di rilasciare alcune dichiarazioni il numero uno del club scaligero. Ha parlato di sogno, coerenza, consapevolezza del momento e chiarezza di idee. Tutti temi che non rispecchiano affatto l’attuale momento dell’Hellas Verona di Fabio Grosso. Il SOGNO è quasi svanito del tutto, salvo clamorosi colpi di scena. La Serie A diretta infatti è stata gettata malamente alle ortiche ed ora il SOGNO Serie A passa solo dai playoff, spareggi promozione dove i gialloblù non hanno peraltro ancora la certezza di entrarci, a soli quattro turni dal termine della stagione regolare. Obiettivo quindi ridimensionato e non poco. E che senza lo 0-3 a tavolino di Cosenza chissà dove vedrebbe oggi gli scaligeri in classifica. La COERENZA poi è tutta da decifrare. Se per COERENZA si intende la conferma di un allenatore che purtroppo non è riuscito ancora a trovare la formazione tipo dopo la 34ª giornata, con la società che ha speso milioni di euro in sede di mercato, beh caro presidente ci permetta di dire che questa non si chiama certo coerenza. Anche la CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO non sembra certo essere chiara in casa gialloblù. Essere arrabbiati e delusi non basta, specie quando si è il presidente dell’Hellas Verona. Il pubblico, non certo per colpa dei butei, ce l’avete sempre più contro, basta vedere quanta gente ha rinunciato alla Pasquetta per venirvi a vedere. La società è solida (ci mancherebbe altro, ndr) ma la gestione lascia a dir poco a desiderare. Con la squadra sempre lasciata da sola a Peschiera, a chilometri di distanza da Verona, trincerata nel centro sportivo lacustre, con l’Antistadio invece, storica casa dell’Hellas Verona, che non viene MAI utilizzato dalla Prima squadra. Ed è un grande peccato oltre che una grave perdita per tutti i giocatori. E lo stesso Fabio Grosso. La CHIAREZZA DI IDEE infine lascia il tempo che trova. Aveva detto che non avrebbe fatto gli errori commessi in passato, ma risultati e gestione alla mano, pare giusto il contrario. Se non peggio. Quali sarebbero poi le basi per l’anno prossimo, se parla anche di un possibile, quanto naturale, cambio alla guida tecnica? Peccato davvero caro Setti.
Lettera di un tifoso a Maurizio Setti
aprile 24, 2019
Mi avete tolto tutto, e come a me a tante altre persone. Il gioire, il piangere, i brividi, le emozioni, l’incazzarmi, l’esultare, l’essere agitato, nervoso, teso, felice come un bambino per un goal in serie C contro il Real Marcianise, il parlare tutta la settimana del mio Hellas, l’entusiasmo, tutto. Sì, ce l’avete fatta, siete riusciti in qualcosa di inimmaginabile per qualcuno che ha avuto la fortuna di vivere uno scudetto, le coppe europee, lo spareggio di Reggio Calabria, la retrocessione a Piacenza, la C in casa mai vista contro lo Spezia, la tanta merda della C, l’invasione di Busto Arsizio contro la Pro Patria per non sparire, la promozione a Salerno, quella a Cesena! Vi odierò per sempre per questo, e festeggerò come non mai quando sarò sicuro di non vedervi più nella mia città! Giocatori, allenatore, Ds, e il colpevole numero uno, il buffone dei buffoni, lo strafottente pagliaccio a cui piace solo sfidarci! La ruota gira per tutti ricordatelo sempre! Mi-ci avete sfinito,ma non ci toglierete mai l’orgoglio di appartenere all’HELLAS, noi ci saremo sempre anche in cielo… Voi siete solo di passaggio, non siete e non sarete mai nessuno! Questa la lettera che ci è stata inviata dallo storico tifoso gialloblù Poldi a seguito del comunicato del presidente dell’Hellas Verona.
FONTE: HellasLive.it
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...Dopo quella dell'8 Febbraio 2018, le righe apparse ieri sera sul sito web scaligero a firma di Maurizio SETTI, mi hanno ispirato un'altra lettera aperta al presidente: Nessuno ne sentiva il bisogno, ne sono consapevole, ma lasciatemi almeno questa valvola di sfogo perché sopportare le beffe oltre al danno, non fa parte della mia indole per cui mi perdonino i lettori B/=\S che nutrono ancora una certa stima e fiducia in questa proprietà (se ancora ne esistono).
Premettendo che ho trovato inconsapevolmente (spero per lo scrivente) tragicomica la lettera con cui il presidente chiama ancora tutti a raccolta per il raggiungimento dell'obiettivo promozione, vedo che il patròn pone fondamentalmente l'accento su COERENZA, CONSAPEVOLEZZA e CHIAREZZA, tre concetti importanti nella maggior parte dei casi della vita ma anche tre parole da usare con molta parsimonia e attenzione per essere certi che non possano poi ritorcersi contro chi, come probabilmente in questo caso, ne abusa:
- COERENZA (costanza logica o affettiva nel pensiero e nelle azioni): Gran bella qualità, di solito, ma purtroppo anche indice di ottusità quando la realtà dei fatti dimostra che si sta perseverando diabolicamente nell'errore!
- CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO (cognizione, coscienza: aver piena consapevolezza di qualcosa, esserne perfettamente al corrente): Quando si ha è del tutto inutile essere arrabbiati e delusi, specialmente se si ha anche il potere di cambiare le cose e non si agisce, vero presidente? Altra cosa è la rassegnazione, ma quella lasciamola a chi non ha potere decisionale né forza per combattere...
- CHIAREZZA DI IDEE (Lucidità, sicurezza, evidenza: chiarezza di vedute): Mi perdoni presidente ma qui, leggendo le sue righe, m'è scappata un'amara risata pensando alla battuta che mi fece un amico durante l'imbarazzante stagione scorsa in Serie A (che peraltro è stata coerente, quella sì, con quella attuale) 'Se non ci salviamo quest'anno ci salveremo l'anno prossimo'. E grazie al c...o Maurizio!
FONTE: HellasVerona-BS.BlogSpot.com
DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE SETTI
23/APRILE/2019 - 19:45
Scrivo queste righe per risolvere le tante ambiguità che ancora ci sono e far convergere tutte le nostre forze nella stessa direzione e provare a raggiungere il nostro SOGNO.
- Non fa parte di me sollevare allenatori dopo averli scelti e non lo farò nemmeno ora.
COERENZA
- Sono arrabbiato e deluso da queste prestazioni, ma mi auguro che la squadra possa giocarsi le sue possibilità disputando i Playoff.
CONSAPEVOLEZZA DEL MOMENTO
- La società è solida, e anche se non dovessimo raggiungere il sogno abbiamo messo le basi per conquistarlo il prossimo anno (anche con un altro staff tecnico).
CHIAREZZA DI IDEE
Maurizio Setti
FONTE: HellasVerona.it
RITIRO VICINO A CESENA
Setti e D'Amico convinti massima fiducia in Grosso
23/04/2019 16:10
Un punto nelle ultime tre partite, tre nelle ultime cinque. Questa volta non c'è stato neanche un comunicato di conferma, perché non serve: Grosso rimane in sella sulla panchina dell'Hellas.
Massima fiducia del presidente Setti e del Ds D'Amico: sono ancora convinti che il tecnico abruzzese sia l'uomo giusto per l'obiettivo di questa stagione (che dovrebbe essere quello di tornare in Serie A).
Grosso era a Peschiera questa mattina per dirigere la seduta della squadra dopo la sconfitta col Benevento. La società, intanto, ha ufficializzato dove la squadra passerà il ritiro in vista della sfida di Pescara, sabato alle 15: sarà in provincia di Forlì-Cesena a partire da mercoledì.
FONTE: TGGialloBlu.it
17 APR 2019
L’UOMO CHE NON SBAGLIAVA MAI
Fateci caso: più o meno ogni anno di questo periodo, quando hai la sensazione che la stagione sia ormai compromessa, arriva un’esternazione di Setti. Per dire che? Solitamente e in ordine sparso questi concetti. 1) Stiamo uniti. 2) Tutti insieme ce la possiamo fare. 3) I conti sono a posto. 4) Volpi mi ha prestato dei soldi ma non per il Verona (questa svolta in varie forme, mai una uguale alla versione precedente). 5) La squadra è fortissima. 6) L’allenatore è bravo. Tra una riga e l’altra leggi anche: anch’io faccio degli errori. Olà… Allora tu lettore spossato e ormai disincantato dici: dai che ci siamo. Forse stavolta ammette di aver sbagliato. E invece niente. Perché in realtà Setti si assolve sempre. Cosa può aver sbagliato l’infallibile uomo di Carpi? L’allenatore? No perché Grosso, come Pecchia è bravissimo. La squadra? No perché è stata costruita con grande dispendio di mezzi. E poi, come al solito, come quando sei assediato in area di rigore, eccolo rifugiarsi in calcio d’angolo con il più classico degli argomenti: se qualcuno vuole il Verona si faccia avanti. Una specie di ricatto che già l’abile Pastorello usava a ogni piè sospinto e per la verità con tutta altra classe (che a distanza di anni gli va riconosciuta). Cosa vuol dire “chi vuole il Verona si faccia avanti”? Che Setti vende? E chi acquista cosa acquista? Delle fiduciarie sparse per il globo in paradisi fiscali di cui non si conosce la composizione? E a quanto? E l’eventuale acquirente deve riacquistare anche il marchio che il Verona si è venduto ad un’altra società collegata? E soprattutto: a quanto? Settanta milioni di euro, la quotazione data dallo stesso Setti, è sufficiente ad allontanare anche il più appassionato imprenditore. Ecco magari queste domande andrebbero fatte all’uomo che non sbaglia mai.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
Setti: “Faccio anch’io degli errori. I playoff possono farci raggiungere l’obiettivo. Hellas Verona e Mantova sono club solidi”
aprile 16, 2019
“Hellas Verona in grave ritardo? Speravo di no. Mi aspettavo di meglio. La possibilità però di acciuffare la serie A c’ è, in un altro modo. Dobbiamo spingere tutti in un’altra direzione. I bilanci si fanno a fine anno, a bocce ferme. Faccio anch’ io errori”. I valori della squadra sono gli stessi delle prime tre? “Sì. Una squadra impostata nel modo giusto. Con giocatori di proprietà, altri giovani di prospettiva. Mi auguro che abbia un po’ di fortuna in più, rispetto a quella che abbiamo avuto finora. I play off possono farci raggiungere l’obiettivo. Se noi siamo convinti che questa squadra può arrivare all’ obiettivo, pure i tifosi debbono sostenerla. Possiamo farcela”. E allora come mai non si è fra le prime della classifica? “Credo che il Palermo abbia qualcosa in più per esperienza e fisicità. Ma il secondo posto poteva essere nostro. Ora, senza farci illusioni, cerchiamo di fare più punti e poi magari centrare la A con i play off”. Colpa del tecnico? Prima di La Spezia, lei ha contattato Zeman e Cosmi. Vero? “Abbiamo avuto un momento, non lo nego, molto difficile. Tante riunioni e riflessioni perchè le cose non andavano. Ma lo sapete non sono per il cambio dell’ allenatore. Grosso ha qualità e la squadra lo segue. Lotteremo fino alla fine”. Cosa imputa al suo mister? “Gli allenatori sono dei testardi. Ne ho avuto pochi rispetto a Zamparini, ma ne ho avuti – ha dichiarato il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, a L’Arena – A partire da Mandorlini per arrivare fino a Grosso. Tanti confronti tra me e loro. Quel che conta è il lavoro. Cosa gli imputo, la serie B è un torneo dove ci sono campi brutti ed il calcio viene interrotto più spesso rispetto alla A. Certe gare non le avrei giocate, avrei preferito più la spada che il fioretto”. Verona e Mantova sono club solidi? “Molto solidi. Conti a posto e forse anche per quello che ad oggi non ho offerte per il Verona. Spiego. Qualche "balubba" si è avvicinato ma poi si è dileguato. Lo ripeto non abbiamo debiti”. Le sue aziende sono in difficoltà. Forse per questo sta investendo nel calcio… ”Questo lo dicono i maligni o quelli poco informati. Ho varie aziende ma la mia che è questa di Carpi dove lavoro giorno e notte, è solida. Non è un grande momento per l’abbigliamento però presto aprirò in Corso Portoni Borsari. Giusto per dire. Per fortuna abbiamo sbocchi di mercato nuovi e sono soddisfatto. Pure con la Garelli”.
Setti: “Non sono un buffone. Grande rispetto per i tifosi dell’Hellas Verona. Mi piacerebbe parlare con la Curva Sud”
aprile 16, 2019
Setti è buffone? (il presidente sorride, ndr) “Io mi guardo allo specchio e dico che non vedo quello che c’è scritto sugli adesivi appiccicati in tutto il mondo. Non mi offendo, buffone non c’entra niente però visto il successo ci pensino i tifosi, di cui ho grande rispetto. Lo scriva, anche se mi danno del buffone”. Lei appare presuntuoso. Lo è? “Mah, a chi lo pensa dico che non è vero. Chi mi conosce sa che sono da pane e salame tutta la vita – ha dichiarato il presidente dell’Hellas Verona allo storico quotidiano cittadino – Mia mamma mi ha fatto così. Sembro arrogante? Forse si, ma è un’impressione”. Con la Curva Sud ha contatti? ”No. All’inizio qualcosa c’è stato. Ci sono delle norme che noi tesserati non possiamo scavalcare ed i ragazzi lo sanno. Mi piacerebbe parlare con loro. Se sono qua mi devo prendere delle responsabilità. Non posso piacere a tutti. Se qualcuno vuole il Verona sono qua”
Setti: “Ad oggi non sto trattando la cessione dell’Hellas Verona. Centro sportivo in provincia, sullo stadio…”
aprile 16, 2019
Una cordata avrebbe incontrato Volpi in Croazia. Tema dell’ incontro, la cessione dell’ Hellas? “Non lo so. Anche perchè c’ è un problema di base. Perchè incontrano Volpi? Devono parlare con me. Io con Gabriele per anni sono andato d’accordo ed abbiamo condiviso progetti insieme. La realtà è che non c’ è nessuna relazione con l’Hellas. Chi vuole il club deve parlare con me, ammesso che voglia vendere la società”. È corretto dire che lei ha un debito con Volpi e Fiorani? “No. È corretto dire che c’è stato un investimento fatto insieme. Quando sarà il momento, Volpi verrà rimborsato come da accordi presi. Poi ci sono altre cose che me le tengo per me”. Rimborso che deve preoccupare ? ”No. Risponde Setti come privato e non può danneggiare il Verona. Volpi è un grande imprenditore ma ora ha altri problemi. Tutto scritto e tutto tracciato in regola”. Cosa è costato il Verona 2018/19? “Credo sui 7 milioni per il mercato e 15 per il monte ingaggi. Siamo la terza o quarta squadra della serie B. A questo ci vanno aggiunti costi più o meno stabili. Come quasi 3 milioni per il settore giovanile, 7 milioni per la sede, affitto campi, stadio e spese collegate – ha dichiarato il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, a L’Arena – E resto anche basso per difetto. Pensate che solo per l’affitto di Peschiera vanno via 500mila euro all’ anno”. Perché lo fa? “Per passione. Me lo chiedono tutti in famiglia, ma sanno anche la risposta”. Dai che ci guadagna… “Potrò farmi rimborsare la benzina. Almeno quello”. Setti ha l’amante? Scusi? Lei dice che è sposato col Verona ed il Mantova che cos’ è? “Sarebbe un’ assurdità lasciare l’Hellas. È la prima squadra che ho avuto da presidente ed alla quale sono legato. Il Mantova ha la sua funzione. Si valorizzano tanti giocatori. Sviluppare i giovani in Italia è costoso. Per questo avevamo bisogno di una piazza importante ed una società dove sono meno attivo rispetto all’Hellas, ma possiamo incidere”. Setti non sta trattando la vendita del Verona? ”Ad oggi no. Se qualcuno lo vuole per far meglio di me, sono pronto. Ai "banditi", mi sia permessa la parola, non vendo”. Nuovo stadio e nuovo centro sportivo… “Noi ci siamo. Ed il rapporto con la politica è normale. Abbiamo perso del tempo per il centro sportivo, non per colpa nostra ma ora cominciamo a vedere la luce. Andremo in provincia (Vigasio, ndr). Sul nuovo Bentegodi, seguiamo con interesse i passi dell’amministrazione comunale”.
FONTE: HellasLive.it
VERONA IN CRISI DI RISULTATI
Setti muto, il silenzio che fa tanto rumore
15/04/2019 16:04
Il grande obiettivo della stagione è sfumato: l'Hellas non sarà promosso direttamente in Serie A (a meno che le tre in fuga non compiano un suicidio calcistico). Il Verona si lecca le ferite e ora dovrà combattere per entrare, almeno, nei play-off. Intanto, alla squadra sono stati concessi parecchi giorni di riposo nell'ultima settimana. Nonostante la vittoria non arrivi da più di un mese (3 punti nelle ultime quattro partite) e l'incertezza regni sovrana, nessuno della società ha parlato.
Un silenzio che fa parecchio rumore. Setti non ha detto nulla e si è limitato a bere del vino, nella sua unica apparizione pubblica, al Vinitaly. I dirigenti Barresi e D'Amico sono muti e non vanno davanti ai microfoni. Cosa che, peraltro, hanno fatto per tutta la stagione: a parte una volta quando il Ds, ex braccio destro di Fusco, ha insultato Telenuovo in conferenza stampa.
Setti sembra preso più dal Mantova in questo momento. I virgiliani sono stati superati dal Como e probabilmente rimarranno tra i dilettanti perché mancano tre giornate al termine del campionato e i lariani hanno un calendario relativamente facile. Setti rischia in una sola stagione un doppio fallimento sportivo: Verona che resta in B e Mantova in D.
FONTE: TGGialloBlu.it
Un silenzio assordante
aprile 11, 2019
La sconfitta al Barbera ha spento le residue speranze di promozione diretta dell’Hellas Verona. Nello scontro diretto di Palermo, i gialloblù di Grosso hanno evidenziato ancora una volta limiti di gioco e soprattutto caratteriali. Se fallisci in questo modo una sfida da dentro o fuori, è d’obbligo ridimensionare subito gli obiettivi, pensando solo agli spareggi promozione. Ultima possibilità per accedere alla massima serie italiana peraltro non ancora certa, a cinque giornate dal termine della stagione regolare per gli scaligeri, visti gli scontri diretti in calendario. La società di Maurizio Setti nel frattempo non ha proferito parola, nessuno si è presentato davanti a taccuini e telecamere per esternare il pensiero del club gialloblù. Tutto tace. E lo sarà anche questo fine settimana quando l’Hellas Verona sarà costretto ad assistere, solo da spettatore, alla 33ª giornata cadetta che li vedrà rispettare il turno di riposo.
FONTE: HellasLive.it
CONTROCANTO
NON SPARARE SOLO SU GROSSO: ECCO PERCHE'
11/04/2019 11:39
Il giochino è presto servito. Attaccare Grosso e (conseguenza involontaria) sminuire gli errori marchiani di D'Amico e la politica a costo zero di Setti. Mi sovviene un chiosa di Fascetti, che di promozioni se ne intendeva: “La ricetta per vincere? I buoni giocatori”. Semplice. Immediato. Tutta la retorica sulle “palle”, il carattere, le motivazioni lascia il tempo che trova. E per comprare i buoni giocatori servono soldi e idee. E se Setti non investe nella squadra, D'Amico ha mostrato lacune gigantesche come uomo mercato.
Ecco, il cuore della questione sta tutto lì. Intendiamoci, Grosso ci sta mettendo tanto del suo: dai continui cambi di formazione alla sciagurata gestione di Pazzini e Di Carmine, dalla scoperta tardiva di Zaccagni alla sterile melina di passaggi orizzontali, fino a un lavoro atletico che lasciava dubbi già ai tempi di Bari. Potrei continuare. Per inciso: chi scrive criticava aspramente l'arrivo di Grosso ancora nel luglio scorso.
Ma oggi mi tocca difendere il tecnico. Per togliere alibi a Setti. Perché il giochino ha stancato: ieri Pecchia, oggi Grosso. La squadra ha dei limiti tecnici (inteso, in rapporto all'obiettivo della promozione diretta). Mancano caratteristiche fondamentali: il regista (può una squadra di basket giocare senza play?) e i terzini. E' stata costruita male e lo dimostrano due fattori. Il primo: al di là dei cambi di formazione, molti titolari di settembre oggi sono finiti ai margini. Il secondo: se Grosso deve mettere un terzino (Faraoni) mediano e un difensore centrale (Bianchetti) terzino, significa che qualche problema strutturale c'è. Ci sarebbe anche un terzo fattore e torniamo ai cambi di formazione: l'altro giorno parlavo con un grande ex bomber di serie B (non ha mai giocato a Verona) e mi diceva: “Quando cambi tanto e di continuo significa che non credi davvero fino in fondo ai tuoi giocatori”. Potremmo aggiungere il quarto fattore: se Setti ha deciso di confermare Grosso significa che crede nel suo allenatore, ergo non crede che la squadra valga i primi due posti. Magari ci sono altre questioni, ma lì siamo nel campo delle illazioni e a me interessano i fatti.
E i fatti dicono che la rosa è stata costruita senza logica tecnica, priva di “chimica”. Ci sono certo individualità interessanti qua e là e a fine anno – comunque vada – tre o quattro plusvalenze Setti le può fare (Silvestri, Zaccagni, il redivivo Bianchetti e perfino il dimenticato Henderson, che ha sempre il suo mercato). Eccola lì forse la vera logica di mercato. Prima il bilancio, no?
FRANCESCO BARANA
CRONACHE PARALLELE
BENVENUTI NEL FANTASTICO MONDO DI SETTI
10/04/2019 11:25
Il Verona continua a marce forzate la sua ascesa nell’olimpo del football. A colpi di straordinari media-event che fanno registrare il tutto esaurito sui social, il “revenue manager marketing for nothing and absolutely useless” nel padiglione seicentosessantasei del Vinitaly ha annunciato che la società sarà sempre più vicina al territorio di cui fa parte. Al fine di creare un legame più stretto con i tifosi saranno perciò adottate dal prossimo anno maglie di color marrone ma fluo.
La squadra si allenerà invece all’antistadio il 30 febbraio di ogni anno, allenamento aperto ovviamente a tutti i fantastici supporters dell’Hellas. E a proposito di antistadio: si sta lavorando alacremente per sistemare le due bandierine del calcio d’angolo. Un investimento pesantissimo per la società che meriterà, alla conclusione dei lavori un’apposita inaugurazione con relativo taglio del nastro, ricchi premi e cotillons. “E’ la dimostrazione” ha commentato il presidente Setti attraverso un media event creato dall’abile media office “che questa società vuole crescere sempre di più. Dopo il modello Dortmund abbiamo varato il modello Crotone. E come avete visto i risultati non sono mancati. Ora siamo davanti al nostro modello di riferimento e questo ci riempie di orgoglio. Abbiamo comprato una nuova sede anche se avevamo già detto che ne avevamo comprata una e faremo anche uno stadio lussuoso con il comune per quei nove tifosi che ancora vorranno vedere l’entusiasmante tiki taka del nostro tecnico, il Guardiola degli Abruzzi. Non solo: ho acquistato il Mantova, perchè è meglio fallire con due squadre che con una. Purtroppo su questi argomenti non vengo capito a Verona. Ma non m’importa. Io vado avanti per la mia strada perchè come sapete sono uno che vola alto come un Boeing 737 Max. Di aerei e paracaduti, del resto, me ne intendo”.
“E’ vero” ha aggiunto con grande soddisfazione l’allenatore Fabio Grosso “e se ci pensate bene siamo stati per larghi tratti di questo campionato anche la migliore delle retrocesse, peccato che adesso il Benevento ci abbia superato, ma noi lavoriamo per migliorare sempre di più”. “E questo” ha concluso il ds D’Amico “anche se Televicenza ha sempre remato contro inventando fake news a raffica. Tipo che noi eravamo una squadra che poteva andare in serie A direttamente. Un’assurdità che non si può sentire, visto l’impegno che ci ho messo affinchè questo non succedesse. Dite a Vighini, o come cazzo si chiama, che noi lotteremo contro tutto o tutti e non ci fa paura nessuno. Ora che non si metta a dire che siamo da play-off perchè anche questa è una balla clamorosa e lo dimostreremo con i fatti”.
GIANLUCA VIGHINI
FONTE: TGGialloBlu.it
CONTROCANTO
LO STADIO E IL RUOLO DEL VERONA (E DI SETTI)
29/03/2019 11:29
Nuovo stadio. Riflessioni in base a quanto leggo sui giornali, non essendo ancora noto un piano economico e finanziario. La proprietà rimane comunale, ma la proposta è sottoscritta dal Verona di Setti e non dal Chievo di Campedelli. Questo è un passaggio importante. Come mai, se la proprietà è comunale per tutti (Verona e Chievo), Setti ha sottoscritto la proposta e Campedelli no? Per buon'animo? Per i buoni rapporti con l'amministrazione comunale? Per motivi estetici (quanto belli sono gli arcovoli madamadorè)?
Su un giornale locale giovedì ho letto questo passaggio: ""Il Chievo potrà giocare pagando l'affitto alla nuova società che gestirà l'impianto (e quindi in parte anche all'Hellas di Setti)". Ecco può esserci spiegato questo passaggio? Se ne avessi la possibilità chiederei a Setti se è intenzionato a entrare, direttamente o indirettamente, nella partita della gestione e, in caso affermativo, in che modo, se a nome suo o del Verona. Sia chiaro, sarebbe tutto legittimo, ma è altrettanto legittimo chiederlo, per capire anche il futuro di Setti e quindi del Verona. Siccome non ho la possibilità di domandarglielo di persona, non sarebbe male se ce lo spiegasse lui alla prima occasione. Che ne pensate? Oppure, chessò, su giornali e social tra di noi possiamo continuare a discutere degli arcovoli, dell'estetica, della futura "bolgia" e di quanto bello è avere uno stadio moderno stile Tottenham, e perché no pure delle leggi di Keplero, di Nonna Papera e di cicciobombocannoniere. Panem et circenses. E così sia.
FRANCESCO BARANA
IL PROGETTO SUL TAVOLO DI SBOARINA
Ecco il nuovo stadio con la forma dell'Arena
29/03/2019 08:03
Nuovo stadio, emergono ulteriori particolari dall’analisi dell’imponente mole di documentazione pervenuta in Comune.
Mercoledì, nel giorno in cui scadevano i termini per presentare la manifestazione di interesse, sono stati resi noti i primi dettagli della proposta di project financing formulata da Nuova Arena srl, il cui amministratore è l’ex difensore gialloblu Thomas Berthold, insieme alla società Impresa Generale di Costruzioni Di Vincenzo Dino Spa. Oggi, carte alle mano, si stimano i tempi previsti per arrivare al bando di gara e, quindi, all’avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo stadio, al posto del Bentegodi costruito nel ‘63, che sarà a costo zero per il Comune.
“La legge sugli stadi accorcia notevolmente l’iter – ha detto il sindaco Sboarina -. Con gli uffici abbiamo già iniziato la valutazione dello studio di fattibilità e procederemo spediti nelle varie fasi. Il Bentegodi rappresenta la storia sportiva del calcio di Verona, delle nostre squadre e di tanti avvenimenti. E’ nel cuore di tutti i tifosi, anche nel mio, è lo stadio dello Scudetto e di tanti ricordi per tifosi, bambini e famiglie. Sto pensando di far lasciare una traccia della vecchia gloria e magari anche che ogni tifoso abbia un pezzo del Bentegodi. Oggi però la costruzione è ormai datata e il nostro calcio si merita una struttura all’avanguardia. Il Bentegodi ha bisogno di diversi interventi milionari che sarebbero a carico del Comune e cioè dei veronesi, mentre il nuovo stadio sarebbe a costo zero per le casse comunali. Il fatto che ci sia un interesse imprenditoriale per realizzarlo è per Verona una novità importante. L’aspetto significativo è inoltre che in abbinata ci sarebbe la riqualificazione del quartiere. Faremo di tutto per rendere possibile questo sogno”.
La procedura godrà di un iter accelerato grazie alla legge n.147 sugli Stadi, che incentiva i privati che si propongono di realizzare, rimodernare e gestire impianti sportivi.
Entro sei mesi si arriverà quindi alla gara per l’affidamento del project financing, a cui potranno partecipare tutte le società interessate, fermo restando il diritto di prelazione che spetta alla società proponente.
Il primo passaggio sarà alla Conferenza dei Servizi preliminare, a cui, visto l’impatto del progetto, parteciperanno molti soggetti del territorio, anche regionali.
Il project sarà quindi valutato dalla giunta, per poi passare in Consiglio comunale per la dichiarazione di pubblico interesse. Infine la gara, che individuerà la società vincitrice e definirà con esattezza i tempi per la costruzione del nuovo stadio.
Come già anticipato, il nuovo stadio, esternamente, richiamerà l’Arena, con la tipica forma ellittica e la riproduzione della forma degli arcovoli. Il campo da calcio, che rientrerà nella categoria 4 UEFA, sarà orientato come quello attuale, anche se migliorerà notevolmente la visuale. Non essendoci la pista di atletica, infatti, gli spettatori potranno vedere più da vicino il campo, senza ostacoli, da qualsiasi lato.
Come espressamente richiesto nella manifestazione d’interesse presentata dal Comune, la nuova struttura dovrà essere elemento qualificante del quartiere e sostenibile. Ecco perchè lo spazio esterno guadagnato con la nuova costruzione, più piccola dell’attuale, sarà completamente destinato a parco verde. La sostenibilità sarà invece garantirà dall’utilizzo di materiali e tecnologie moderne, con vantaggi anche per la gestione dei costi. Fra le opzioni anche quella di dotare il nuovo stadio di un tetto richiudibile, da usare per abbattere il disturbo e migliorare l’acustica durante i concerti, oltre che naturalmente in caso di forte maltempo.
FONTE: TGGialloBlu.it
21 MAR 2019
SLIDING DOORS… rimorsi o rimpianti
“Meglio vivere di rimorsi che di rimpianti”… quante volte questa frase si è affacciata nel corso della nostra vita.
Raramente tuttavia ci si sofferma sul suo reale significato.
Il rimorso è il sentimento che accompagna ogni singolo fallimento, ogni errore, peggio se irreparabile. Ovvero quanto nel nostro vivere quotidiano avremmo potuto fare diversamente, scegliendo, consapevolmente o meno, la soluzione peggiore anzichè quella per noi migliore.
Questione di scelte. Le “Sliding Door” della nostra vita. Ne prendi una che ne apre ad altre e ogni volta è un viaggio a sè, un destino senza ritorno totalmente diverso da quello segnato nell’altra porta… in sintesi “è ciò che decidiamo della nostra vita”. Se apriamo la porta sbagliata, l’abbiamo aperta noi. Abbiamo scelto.
Il rimpianto no, quello è ben altra cosa. Non è dover accettare uno sbaglio ma la consapevolezza di non aver scelto affatto. Di aver preferito uno status quo ad una decisione, più o meno radicale, più o meno importante e fondamentale, per indirizzare il nostro percorso umano.
Il rimpianto è null’altro che starsene a guardare le due porte con dentro i nostri destini diversi, scegliendo di lasciarle entrambe chiuse.
Se il rimorso tuttavia ti sbatte in faccia sempre e comunque il conto, spesso salato, dei nostri errori, il rimpianto, al contrario, lascia spazio all’immaginazione, per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato. Una serie infinita di supposizioni fini a stesse che alla lunga logorano più di qualsiasi senso di colpa conseguente ai nostri errori. Di questi infatti, prima o poi ce se ne fa una ragione… in qualche modo ci si perdona. Delle opportunità non colte, per paura o per convenienza, invece no. Restano un tarlo che ci accompagna per sempre: “Se avessi fatto… se avessi detto… se… se…”
Che c’entra tutto ciò con il nostro Verona? C’entra eccome.
Gli eventi succeduti dall’arrivo di Maurizio Setti alla guida del Verona sono un catalogo di errori interminabile. Errori che abbiamo sotto gli occhi, che possiamo contare uno per uno.
C’è ne siamo fatti una ragione… sino a che Setti sarà presidente del Verona, ci dovremo convivere. Rappresentano tuttavia una certezza, che in quanto tale è assimilata dal nostro subconscio al fine di lenire la nostra sofferenza di tifosi e andare avanti.
Quello che fa più male sono invece i rimpianti. Di ciò che sarebbe stato se Martinelli non si fosse ammalato e avesse avuto più tempo per scegliere a chi affidare il suo e nostro Verona. Che campionati sarebbero stati se l’esonero di Mandorlini fosse arrivato alla sosta per la nazionale di Novembre. Se, sempre per la sosta della Nazionale di Novembre fossero arrivati quelli mai arrivati di Pecchia un anno fa e Grosso quest’anno. Dove saremmo ora con un Iachini, con un Malesani, Cosmi o ancora Zeman? A questo non c’è risposta. Solo dubbi.
Al termine della mia vita vorrei poter contare i miei tanti errori, ma se Dio vuole, spero pochi o nessun rimpianto.
Di sicuro “qualcun altro” conterà di certo gli errori ma state tranquilli, di sicuro non i rimpianti. Perché affinché tali siano, è implicito siano oggetti di sentimento puro e incondizionato.
Questo “qualcuno” non ha invece sentimenti per il nostro Verona, che non sia il mero “Business is business”… per questo, la porta aperta è stata, è…e sempre sarà, volutamente, fottutamente… quella “sbagliata”.
Mauro Micheloni
FONTE: Blog.Telenuovo.it
I BIANCOROSSI BATTONO LA PRO SESTO
Setti: Mantova, che bella atmosfera
18/03/2019 10:05
“È stata una bella vittoria, in una splendida atmosfera. Mantova del resto merita questa cornice di pubblico. La squadra mi e` piaciuta, anche se e` normale che in qualche frangente ci sia un pizzico di nervosismo. Ma va bene, ci sta". Queste le dichiarazioni di Maurizio Setti, alla Gazzetta di Mantova, dopo la vittoria dei virgiliani contro la Pro Sesto nel Girone B della Serie D.
Il patron del Mantova, e anche presidente dell’Hellas, ha concluso: “Sono certamente felice ma e` ancora presto: ci vuole pazienza e bisogna insistere su questa strada. Non abbiamo ancora vinto niente, il campionato e` lungo”.
FONTE: TGGialloBlu.it
SERIE D
Il Mantova è sempre più di Setti. Via Ferrari e Strafinger
15.02.2019 15:42 di Tommaso Maschio
Nella giornata di ieri in casa Mantova c’è stata un’assemblea dei soci da cui Maurizio Setti, già presidente dell’Hellas Verona, è uscito ulteriormente rafforzato e sempre più padrone unico del club lombardo. Nel nuovo consiglio d’amministrazione, oltre al dimissionario Strafinger (rappresentante di Pablo Dana), è assente anche Antonio Ferrari, ex vicepresidente e rappresentante dei soci di minoranza del club, mentre fanno il loro ingresso come consiglieri Francesco Barresi (direttore operativo del Verona) e Daniela Scalabrini (consulente di Setti). Lo riporta La Gazzetta di Mantova spiegando che nei prossimi mesi alcuni dei vecchi soci di minoranza e lo stesso Pablo Dana potrebbero sfilarsi di fronte agli aumenti di capitale che Setti porterà avanti. “Noi soci mantovani - dice Ferrari -, abbiamo fatto rinascere il calcio e accompagnato l’avvio della nuova gestione, che adesso è partita alla grande ed è giusto vada avanti, sperando che ci regali grandi soddisfazioni sul campo”.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Il Mantova è tutto di Maurizio Setti
febbraio 14, 2019
Dall’assemblea dei soci esce un Mantova con Maurizio Setti ”uomo solo al comando". Dopo le dimissioni di Strafinger che hanno fatto decadere il cda, dal nuovo consiglio di amministrazione è sparito anche l’ormai ex vice presidente Antonio Ferrari, che rappresentava i soci di minoranza. Il nuovo cda, con Masiello presidente e Francesco Barresi (direttore operativo dell’Hellas Verona) e Daniela Scalabrini (consulente di Setti) consiglieri. Fonte: Gazzetta di Mantova
FONTE: HellasLive.it
14 FEB 2019
COME UN GATTO IN TANGENZIALE
In quanto tifosi del Verona pensavamo di averle viste tutte. Invece no. Ci mancava Tony D’Amico e la sua simpatica band. L’attuale, mai presentato ds del Verona, si è immolato sull’altare delle brutte figure per salvare la panchina dell’amico Grosso. Il risultato ha prodotto uno dei pateracchi più incredibili della storia del Verona. Grosso resta, ma, come da dilettantesco comunicato, la gara con lo Spezia sarà “decisiva”. Nel frattempo è stato contattato Serse Cosmi, ma non solo. Cosmi ha trovato l’accordo, ma è in stand-by. In un colpo solo, insomma, si sono bruciati due allenatori.
Grosso è di fatto delegittimato. Che senso ha una fiducia a tempo con un altro allenatore che come un corvo aspetta sull’uscio? E cosa cambierà di sostanziale se il Verona vincesse con lo Spezia? Si pensa forse di ricucire con la piazza? Dopo quanto successo nell’ultima stagione, Setti non è più credibile. Non basta una gara per riportare entusiasmo a Verona. Quindi è presumibile che, anche andasse bene a La Spezia, poi Grosso avrebbe lo stesso destino di un gatto in tangenziale. Destino segnato anche per D’Amico, l’uomo che non ha paura di nulla. Neanche di affermare che il Verona non perde da dieci giornate dopo essere scivolato a nove punti dalla vetta. A D’Amico, infine, vorrei ricordare che l’unica gigantesca fake news riportata dalla nostra emittente in questi mesi e di cui ci scusiamo con i lettori e con i telespettatori, sono le sue dichiarazioni abbinate a quelle di Grosso in cui si annunciava di voler riportare entusiasmo tramite il gioco. Questa sì la più grande delle cavolate. Almeno fino alla prossima puntata.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
EDITORIALE
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum
13.02.2019 12:00 di Enrico Brigi Twitter: @enrico_brigi
L’ennesima prestazione incolore di questo campionato cosi avaro di soddisfazioni. La continua protesta della tifoseria nei confronti di società e tecnico. La tensione verbale esplosa in sala stampa da parte del direttore sportivo nei confronti di un giornalista di una nota emittente locale. Una classifica sempre più deficitaria con il distacco verso le prime due posizioni sempre più preoccupante. Una giornata, quella successiva al match, trascorsa all’insegna del continuo rincorrersi di voci su un presunto arrivo in panchina di Serse Cosmi. Le aspettative di un segnale di discontinuità tecnica erano concrete.
Cosa è successo ? Naturalmente nulla. Ancora una volta. Ancora come lo scorso anno quando, guarda caso la strana coincidenza, una sconfitta casalinga contro il Crotone innescò una vorticosa girandola di voci riguardo all’esonero di Fabio Pecchia. Oggi come allora il più classico dei “deja vu”.
La situazione in casa gialloblù assume ora contorni quasi paradossali. Secondo i bene informati sarebbe già pronto l’accordo con Serse Cosmi. Tutto già fatto. Staff, durata, ingaggio. Manca solo l’ultimo tassello, una semplice telefonata. Prima, però, bisogna attendere la partita di domenica prossima a La Spezia perché la società ha deciso di concedere a Fabio Grosso un’ultima disperata estrema possibilità per salvare in un solo colpo “capra e cavoli”. Il dubbio, tuttavia, nasce spontaneo. Un allenatore che in ventidue giornate non ha saputo ancora dare una precisa identità alla sua squadra, cosa mai riuscirà a fare in pochi giorni? Inoltre, con quale autorità potrà lavorare sulla mente dei propri giocatori sapendo che in caso di prestazione negativa troverebbe le valigie pronte sulla porta? Quale credibilità potrà mai mostrare alla squadra?
In altre piazze, facendo i dovuti distinguo, la società avrebbe già agito. In riva all’Adige si tentenna, sperando in chissà quale inversione di tendenza, in chissà quale miracolo divino. Il cambio dell’allenatore non porta sempre i benefici sperati ma giunti ad un certo punto rimane l’unica carta da giocare, la sola potenziale ancora di salvezza. I tifosi più pessimisti temono di rivedere il triste film dello scorso anno, dopo la sconfitta casalinga subita contro il Crotone. Dopo la conferma di Pecchia, i gialloblù vinsero a Firenze per quattro ad uno consentendo all’ex allievo di Benitez di salvare la panchina. Dopo quella “vittoria di Pirro” arrivarono quattro sconfitte consecutive ma le residue giornate rimaste da disputare scoraggiarono il tanto auspicato intervento a “gamba tesa” da parte della società. Il tempo trascorso rendeva a quel punto tutto inutile.Tutto studiato a tavolino? Non lo sapremo mai.
In una delle poche interviste concesse, il presidente Maurizio Setti, invitato a tornare sull’argomento, ha ammesso l’errore dell'anno precedente quando, tra mille e più tentennamenti, decise di lasciare l’allenatore al proprio posto, nonostante tutto e tutti. Come è andata a finire è facile ricordarlo. Perché, quindi, rischiare ostinatamente di commettere lo stesso errore? I latini dicevano “errare humanum est, perseverare autem diabolicum”.
FONTE: TuttoHellasVerona.it
IL PENSIERO DELL'ESPERTO DI MERCATO
PEDULLA': TENERE GROSSO CHE PROVOCAZIONE...
12/02/2019 10:54
Ecco cosa scrive Alfredo Pedullà, esperto di mercato, dopo la decisione di Setti di tenere Fabio Grosso sulla panchina del Verona.
"Ne abbiamo viste tante, ma evidentemente non ci sono limiti. Riepilogando: il Verona ha incontrato Cosmi a Carpi, trovando un accordo totale fino a giugno senza opzioni o vincoli, ma poi ha deciso di dare una chance a Grosso. Dal nostro punto di vista una provocazione, come se aspettasse le dimissioni di un allenatore sfiduciato in più occasioni e che non ha avuto la possibilità di rilasciare dichiarazioni, né alla vigilia della sfida col Crotone e neanche subito dopo. Noi crediamo sempre che alla base di un campionato vinto, perso o… pareggiato ci sia anche l’atteggiamento e l’equilibrio di una società. Ci hanno sempre insegnato che, quando un presidente incontra un altro allenatore rispetto a quello in carica, la svolta dovrebbe essere automatica. Il Verona decide di andare avanti fino a La Spezia, ci spiegheranno con quale stato d’animo Grosso riuscirà a lavorare fino al prossimo impegno".
FONTE: TGGialloBlu.it
Verona, fiducia a tempo per Grosso: Setti vuole De Biasi
del 12 febbraio 2019 alle 09:45
Gianni De Biasi è il sogno del Presidente Setti per la panchina del Verona. L'ex ct dell'Albania non pare intenzionato ad allenare in serie B.
FONTE: CalcioMercato.com
IL CASO
Cosmi alla finestra
L'ultima follia di Setti
12/02/2019 09:14
Un allenatore pronto ad essere esonerato e un altro già "prenotato". Vai avanti tu che mi scappa da ridere ci sarebbe da dire. Il Verona è nel caos totale. Ormai lo si è capito da tempo. Dopo la conferenza stampa di Tony D'Amico, nel pieno di una crisi nervosa, Setti non ha avuto il coraggio di esonerare Grosso, anche se nel frattempo si è accordato con Cosmi. Che senso ha tutto questo? Che modo di gestire il Verona è? Il rischio è di giocare una gara dal destino già segnato e di "bruciare" contemporaneamente anche Serse Cosmi, l'uomo scelto per tentare di riacciuffare una serie A che ormai sembra andata.
E Cosmi come avrà preso questa scelta? Veramente è così "disperato" da accettare di fare il tappabuchi di Grosso?
E poi: cosa cambierebbe se Grosso vincesse a La Spezia? Successivamente si tornerà al Bentegodi dove ormai la situazione si è completamente guastata e l'ambiente non ne può veramente più di questa farsa.
La scelta di non decidere è l'ultima follia di Setti.
GIANLUCA VIGHINI
FONTE: TGGialloBlu.it
Sbagliando, (non) si impara
By Stefano Pozza - 11 Febbraio 2019
Una città intera contro mister Fabio. Squadra con il tecnico, direttore sportivo legatissimo al tecnico, presidente indeciso, ma si continua.
Come se una partita servisse a cancellarne 22 deludenti, senza organizzazione, gioco e anima.
Adesso, dopo la brutta prestazione con il Crotone, arriva la proibitiva trasferta di Firenze dove i giocatori di mister Fabio dovranno fare il risultato pieno per salvare il tecnico e poi iniziare il percorso verso l’obiettivo prefissato.
Déjà vu!
Damiano Conati
FONTE: HellasNews.it
Al peggio non c’è mai fine se tifi e ami l’Hellas Verona
febbraio 11, 2019
Incredibile ma vero. Hai l’ok dell’allenatore che hai contattato (Cosmi, ndr) ma decidi comunque di andare avanti con un tecnico, mai amato peraltro dalla piazza, che non riesce ad ottenere i risultati sperati. Nemmeno questo basta per cambiare e voltare pagina. Pazzesco. Come se bastasse mandare in ritiro anticipato la squadra. E se a La Spezia domenica l’Hellas Verona vince o pareggia, tutti i problemi magicamente saranno risolti? La società così facendo ha comunque delegittimato Grosso, dandogli l’ultimatum per la gara in programma allo stadio Picco. Ci aspettavamo finalmente una presa di posizione netta e decisa da parte del n.1 di via Francia ma ancora una volta non è arrivata.
FONTE: HellasLive.it
VISTO DA NOI
11 febbraio 2019 - 20:55
Questo film lo conosciamo a memoria
Il Verona va avanti con Grosso, nonostante tutto. Un copione già letto
di Matteo Fontana, @teofontana
Il tranquillo lunedì di paura del Verona si chiude con la conferma di Fabio Grosso. Un altro ultimatum, in realtà, per lui, ma dai contorni bizzarri, visto che la dirigenza dell’Hellas ha già raggiunto l’accordo con Serse Cosmi. Comunque sia, alla fine, la montagna ha partorito il topolino, per cui i gialloblù andranno avanti così fino a La Spezia.
Questo film lo conosciamo a memoria. Nel 2015 il ciclo di Andrea Mandorlini si era esaurito, per fisiologica consunzione. Ci vollero 6 punti in 14 partite per decidere di cambiare guida tecnica. Gigi Delneri non riuscì nel miracolo, il Verona andò a fondo: fu Serie B, e l’inedito “paracadute” contribuì a evitare guai peggiori.
Con Fabio Pecchia, poi, ci abbiamo fatto il callo. Dopo un 2-3 con il Bologna in casa gli venne dato tempo per un’ultima prova. Il Verona sbancò Reggio Emilia: 2-0 al Sassuolo, complimenti a tutti. Pecchia “governava” una squadra costruita a zero euro, piena di equivoci e di scommesse, suppergiù una chiatta a rischio perenne d’avaria, non una corazzata che dovrebbe navigare con il vigore di una regina del mare della B, come quella di oggi. La rotta parve persa definitivamente quando il Crotone (vedi un po’ te) maramaldeggiò al Bentegodi, vincendo per 3-0. Francamente, era quello il momento per cercare di variare, per tentarci, perlomeno, per non dire non aver cercato di fare tutto il possibile.
Setti diede l’okay alla conferma di Pecchia, che poi fu bravissimo nella costruzione del 4-1 del Verona a Firenze, ma non invertì il senso della storia. Resta il fatto che l’Hellas, gruppo modesto e senza qualità, tra i più raffazzonati della Serie A nell’ultimo decennio – no money, no party –, a essere generosi, affondò in B, e che la tifoseria, arrabbiata per l’inazione della proprietà, s’inferocì contro il tecnico e Setti, che adesso paga, (anche) quei tentennamenti.
Ci tocca rileggere il medesimo copione. Non c’è due senza tre. Il finale sarà diverso? O meglio, se il Verona saprà vincere con lo Spezia raggiungerà, con Grosso, la promozione, diretta o via playoff? Ci permettiamo di essere perplessi, sebbene il calcio sia un mistero senza fine bello, perché il finale l’abbiamo già visto altre volte. Chissà che non sia diverso. I latini dicevano: “Spes ultima dea“. Il discorso è che siamo nel 2019…
FONTE: Hellas1903.it
SETTI: «CREDO NEL VALORE DI QUESTA SQUADRA, È ARRIVATO IL MOMENTO DI DIMOSTRARLO GIÀ DA DOMANI»
09/FEBBRAIO/2019 - 19:05
Peschiera - Le dichiarazioni del Presidente gialloblù Maurizio Setti, rilasciate in vista di Hellas Verona-Crotone, 23a giornata della Serie BKT 2018/19.
«Cosa ho detto alla squadra? Abbiamo avuto un discorso molto bello, umano, riguardo ai valori del Club, della città e di questi tifosi. Ho detto loro che sono stati scelti per andare in Serie A: alcune volte abbiamo fatto vedere cosa possiamo fare e altre volte ci perdiamo in un bicchier d’acqua, ma dobbiamo guardare all’obiettivo finale. Un traguardo raggiungibile con sacrificio, ho detto loro che dovranno aggiungere, a tutto quello che hanno fatto finora, qualcosa che viene dal cuore e dalla testa, che in alcuni frangenti della stagione ci sono mancati. Alla lunga chi sa giocare a calcio ottiene i risultati e io ho detto loro che lo sanno fare, che se insistono saranno premiati. Ora serve fare la differenza e questo è nelle corde di questa squadra, per dimostrare a me e a tutti che queste ultime quindici partite saranno la nostra forza. Ho visto gli occhi di uomini concentrati, che sanno che ci possono riuscire, passando anche da un gioco più azzardato fatto di errori e interruzioni come è quello della Serie B. Ora mettiamo tutto questo in campo e cerchiamo di dimostrare quanto valiamo per davvero. Posizioni in discussione? Nessuno lo è, ma c’è grande attenzione perché non voglio commettere gli stessi errori dell’anno scorso, anche se mai nessuno potrà sapere come sarebbe andata se avessi preso altre decisioni. Certamente non possiamo pensare di chiudere il campionato con questo andamento: è l’ora di dare una svolta e l’ho chiesto a tutti, dall’allenatore ai magazzinieri. Gli investimenti del Verona per questa squadra? Se mettiamo insieme delle vittorie la classifica cambia in fretta. Noi abbiamo investito per creare questa squadra e, abbiamo parlato anche di questi, ci sono giocatori che non stanno rendendo come potrebbero. Sappiamo però che, viste le loro qualità, ogni minuto in campo potrebbe essere indispensabile per raggiungere l’obiettivo. Io credo molto in questo giocatori, che credo abbiano capito, anche chi è qui da meno tempo, quanto entusiasmo e quanto lavoro c’è alle spalle per il bene del Verona. Abbiamo parlato perché crediamo che tutti possano fare meglio di quanto fatto fino a oggi, ma sappiamo che alcune volte squadre allestite per vincere poi non riescono negli intenti e viceversa squadre nate per salvarsi ambiscono alle prime posizioni: noi restiamo in linea, con qualche punto in meno rispetto a ciò che dovevamo fare, ma credo che a fine campionato i valori debbano emergere. La partita di domani? C’è una città intera a cui dimostrare che questa squadra può vincere, i giocatori sanno quanto è importante. Si tratta anche di una questione di consapevolezza, non a caso abbiamo aggiunto esperienza in questa sessione di mercato che possa essere di stimolo per i tanti ragazzi giovani con cui sarebbe un orgoglio vincere il campionato. I giocatori e l’equilibrio lo abbiamo messo, adesso tocca a loro».
«La situazione del Palermo? Io non faccio affidamento su ciò che accade altrove, noi dobbiamo pensare a fare il nostro campionato. Lo stadio? L’obiettivo fondamentale di un Club è anzitutto quello di creare centro sportivo di proprietà, per accrescere un progetto che deve trarre dal settore giovanile fonte di ricavi e capacità di allevare quelli che potrebbero essere futuri campioni per il Verona. Contestazioni frutto non solo di miei errori? Come dite voi io ho commesso degli errori, ma nel tempo ho letto e ascoltato. Non posso ma vorrei davvero parlare con ogni persona che contesta per trovare un punto di incontro, perché sono una persona apertissima a ogni tipo di discussione. I risultati mettono d’accordo tutti, quindi è normale che noi dopo il lavoro e gli investimenti vorremmo essere ripagati dai risultati: rimaniamo fiduciosi, perché vediamo il lavoro svolto quotidianamente. L’obiettivo è la vittoria domani e andare in Serie A. È importante anche l’equilibrio fra costi e ricavi: il nostro compito è mantenere attive la città e la tifoseria a fronte di una squadra competente e all’altezza, ma alla fine i conti devono tornare perché altrimenti c’è il rischio di perdere il patrimonio di una storia e di una società. Di esempi ne abbiamo avuti e ne abbiamo ancora. Quest’anno credo che abbiamo fatto il massimo e nel modo giusto, così come credo che debbano arrivare i risultati nel modo giusto. Il Mantova? Chi mi conosce bene sa che a certi livelli le decisioni le prendo io, al contrario non decido mai chi deve scendere in campo perché per me sono tutti uguali e l’ho ribadito prima. Se tornassi indietro sarei ancora convinto di un aspetto importante: non si tratta di seconda squadra, ma di una piazza con cui poter condividere una crescita sotto l’aspetto tecnico, lasciando da parte tutto il resto. Quando personalmente posso guardare tutti negli occhi, sapendo di non aver fatto nulla di sbagliato nei confronti di nessuno, mi sento sereno. Dal punto di vista del tifoso capisco l’amarezza, però ripeto: si fa per il bene del Club e questo bene passa da possibilità che altrimenti non ci sarebbero, perché nessuna società eccetto una può avere una seconda squadra e noi dobbiamo adottare un metodo diverso dal punto di vista imprenditoriale di fare calcio in Italia. Non ci sono sottrazioni da nessuna delle due parti dal punto di vista delle possibilità, anzi queste vengono rafforzate. Cerco di trovare le sinergie tecniche necessarie per fare meglio tutto Il futuro? Noi cerchiamo di fare il massimo per il bene del Verona e per continuare, nel nostro piccolo, a lavorare bene, senza dimenticare che i fondi che vengono dati a una piazza come Verona sono minori rispetto ad altre squadre della stessa fascia. Questa differenza dobbiamo colmarla con le idee. Ho sempre detto che il mio modo di fare calcio segue delle logiche imprenditoriali e ho sempre detto che se domani qualcuno ha voglia di dare una mano è ben accetto. Dal punto di vista patrimoniale il Verona vale 70 milioni, ma ho sempre detto che se arrivasse un imprenditore di livello superiore con voglia e modo di fare calcio in modo migliore del mio ben venga. Credo però che se siamo in grado di rimanere compatti potremmo creare un valore aggiunto: questa città ha una forza unica».
FONTE: HellasVerona.it
Ironia gialloblù: perché Sanremo è Sanremo
febbraio 5, 2019
L’ironia dei tifosi dell’Hellas Verona non conosce confini. Come già vi abbiamo raccontato ed avete potuto notare, la città scaligera, la provincia e non solo sono invase da numerosi adesivi che testimoniano il disappunto dei tifosi gialloblù nei confronti del presidente Maurizio Setti. In questi giorni ce ne avete inviati da più paesi ed in occasione della prima del festival della canzone italiana, pubblichiamo questo fotomontaggio realizzato da un caro amico di Hellas Live, che ritrae il Maestro Beppe Vessicchio all’esterno del teatro Ariston.
FONTE: HellasLive.it
03 FEB 2019
SICURI CHE GROSSO SIA LA PRIORITÀ DI SETTI? RAGIONIAMO…
Vai avanti tu che a me viene da ridere, direbbe Totò. I balbettii del ds D’Amico che a fine partita si ferma a rispondere alle domande dei tifosi (sforzo moralmente apprezzabile, beninteso) stridono con i soliti silenzi e soprattutto con il consueto immobilismo di Setti, che come sua abitudine preferisce far mettere la faccia agli altri.
D’Amico, povero, a cui tocca dire le solite due-tre banalità ai tifosi che educatamente lo incalzano (finalmente domande vere, tessera da giornalisti ad honorem, magari nel frattempo la togliamo a qualcun’altro). Tipo l’evergreen “il gruppo è unito” eccetera eccetera. Ma l’ex assistente di Fusco, figlio della meritocrazia settiana (retrocedi e ti promuovo), ci ha regalato anche qualche perla da collezionismo del grottesco: “Abbiamo due giocatori forti per ogni ruolo”. Ecco, appunto, vai avanti tu che a me viene da ridere…
La cosa meravigliosa (si fa per dire) è che ormai ci perculano pure gli allenatori avversari. Castori, per dire, ha svelato ieri il segreto di Pulcinella, dicendo esattamente ciò che il sottoscritto spiegava ad agosto dopo l’esordio con il Padova: “Il Verona soffre le squadre aggressive e che corrono molto. Palleggia molto e giocando in orizzontale consente all’avversario di chiudersi e ripartire”. E infatti l’unica partita nella quale abbiamo “convinto” è stata con il Pescara, quando Bepi Pillon ammise onestamente di aver sbagliato tattica con un atteggiamento spregiudicato che lasciava spazio ai nostri contropiedisti.
Il punto è che se il sottoscritto ci è arrivato ad agosto – quando scrivevo pure che non eravamo da A perché la rosa era assemblata male (e infatti giochiamo con due centrali che sono centrocampisti e abbiamo preso un terzino sinistro solo a gennaio) – ovviamente non voglio credere che non l’abbia capito Setti, che ha tanti difetti ma non è stupido. Eppure Setti solo nei giorni scorsi ha detto di aver la massima fiducia in Grosso. Aggiungo: come ce l’aveva in Pecchia. Stesse parole. Identiche frasi. Déjà vu.
Il punto è che siamo sempre lì: se viene “prima il bilancio” (cit.), significa che il calcio viene dopo. E – deduco – se Grosso rimane non è questione di fiducia o non fiducia, ma che Setti probabilmente ha altri pensieri e priorità (gestionali, magari che so – ipotizzo – di rendere il Verona vendibile). Se non partiamo da questo presupposto (cioè del “prima il bilancio”), ci avveleniamo per nulla, parlando del nulla. Cioè di calcio.
Francesco Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
CONTESTAZIONE
“Setti buffone”, protesta arriva anche sulle torte
03/02/2019 17:24
L'Hellas non smette di collezionare brutte figure in campionato e anche per questo continua la protesta contro il presidente Setti.
Dopo il blitz dei tifosi con lo striscione a Mantova e gli adesivi gialloblù "Setti buffone" su tutti i cartelli stradali delle città della Provincia (dal Lago di Garda alla Bassa), la protesta arriva anche sulle tavole dei veronesi.
Ora anche le guarnizioni delle torte hanno l'immancabile slogan "Setti buffone", come mostra la foto scattata alla "Pasticceria Roma" di Verona.
LA PROTESTA NON SI FERMA
"Setti buffone" in ogni cartello della Provincia
29/01/2019 16:01
Il Verona continua a collezionare brutte figure in campionato: ma Grosso viene confermato con fiducia da Maurizio Setti. Anche per questo continua la protesta contro l'imprenditore carpigiano.
Dopo il blitz a Mantova, con lo striscione "Setti Buffone" fuori dal Martelli, gli adesivi gialloblù sono stati avvistati in tutti (ma proprio tutti) cartelli stradali delle città della Provincia. Dal Lago di Garda alla Valpolicella fino all'Est Veronese e alla Bassa.
Gli adesivi raffiguranti la faccia dell'imprenditore carpigiano, con il solito immancabile slogan "buffone", si possono trovare ovunque. Anche vicino a Firenze...
CONTINUA LA PROTESTA
"Setti buffone" in tutta Verona (e anche a Carpi)
28/01/2019 11:05
Non si ferma la protesta contro Maurizio Setti. Dopo il blitz a Mantova, con lo striscione "Setti Buffone" fuori dal Martelli, i tifosi del Verona hanno tempestato la città (ma anche la provincia) con adesivi raffiguranti la faccia dell'imprenditore carpigiano, con il solito immancabile slogan "buffone".
Il dissenso verso il presidente del Verona è arrivato addirittura fino alla "sua" Carpi. I tifosi hanno attaccato un adesivo sopra il cartello stradale all'entrata della città. Ormai, ricucire la frattura con la piazza sarà un'impresa impossibile per Setti.
FONTE: TGGialloBlu.it
La protesta dei tifosi dell’Hellas Verona arriva anche a Firenze
gennaio 29, 2019
A Verona, provincia e non solo. Dopo Mantova e Carpi, anche a Firenze sono comparsi gli adesivi contro il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti.
FONTE: HellasLive.it
Mantova: striscione degli ultras del Verona al Martelli per contestare il presidente Setti
Il messaggio "Setti buffone" davanti allo stadio, attaccati anche adesivi contro il patron dei biancorossi, nonché numero uno dei gialloblù. Il raid dei tifosi è partito dalla sede dell'Hellas ed è arrivato fino a Carpi, città di Setti, tappezzando con gli adesivi cartelli stradali e insegne
27 GENNAIO 2019
MANTOVA. Incursione in città degli ultras del Verona nella notte tra sabato e domenica 27. L'obiettivo non erano, però, i rivali della curva Te, bensì il patron dei biancorossi e presidente del Verona, Maurizio Setti. I tifosi gialloblù hanno appeso uno striscione inequivocabile di fronte allo stadio Martelli "Setti buffone" ed hanno attacco alcuni adesivi sul portone ad uno degli ingressi dell'impianto, con la stessa scritta.
Il presidente dell'Hellas e patron del Mantova è ormai da tempo nel mirino dei suoi ultras che non ne condividono l'operato.
Anche se non ci sono firme sugli striscioni, il carattere usato è lo stesso di uno striscione, questo sì firmato, appeso prima di Natale dagli ultras dell'Hellas (immagine qui sotto). Gli adesivi attaccati del resto sono gialloblù.
La conferma del raid veronese, per chi nutrisse dubbi sugli autori del gesto, è arrivata poche ore dopo, quando è venuto alla luce che i tifosi dell'Hellas sono partiti con la loro contestazione tappezzando di adesivi la sede del Verona per poi proseguire su tutto il percorso fino a Carpi, città di Setti. Passando appunto per Mantova.
FONTE: GazzettaDiMantova.Gelocal.it
Goliardia gialloblù: Diletta Leotta e…Maurizio Setti
By Redazione - 27 Gennaio 2019
Dopo la contestazione di stamane al Presidente gialloblù Maurizio Setti, sta girando in queste ore questa simpatica vignetta goliardica con un collage tra un post di Diletta Leotta e la scritta contro Setti.
Verona tappezzata di adesivi contro Maurizio Setti
By Redazione - 27 Gennaio 2019
Continua la protesta dei tifosi gialloblù contro Maurizio Setti, Presidente dell’Hellas Verona.
Dei tifosi gialloblù lo avevano promesso con quel “non ti lasceremo fare!” e così Verona e provincia hanno trovato al risveglio decine e decine di adesivi gialli riportanti la scritta “Setti buffone“.
Ma la contestazione ha varcato anche i confini scaligeri arrivando a Mantova, dove negli spazi dedicati alla seconda squadra del presidente carpigiano sono stati inseriti striscioni e adesivi di protesta:
FONTE: HellasNews.it
STRISCIONI E ADESIVI
"Setti buffone", protesta arriva anche a Mantova
27/01/2019 11:13
Blitz a Mantova dei tifosi del Verona nella notte tra sabato e domenica. I tifosi gialloblù, come riporta la Gazzetta di Mantova, hanno appeso uno striscione inequivocabile di fronte allo stadio Martelli "Setti buffone" ed hanno attaccato alcuni adesivi sul portone ad uno degli ingressi dell'impianto, con la stessa scritta. La protesta contro l'imprenditore carpigiano non si ferma.
FONTE: TGGialloBlu.it
SCOLLAMENTO TOTALE CITTA'-SOCIETA'
SOS VERONA: DISAFFEZIONE A LIVELLI RECORD
23/01/2019 10:39
La cosa peggiore non è la sconfitta. La sconfitta ci sta. Fa parte del calcio e dello sport. Ma la sconfitta è figlia, purtroppo, di una società che ha deciso di fare il muro contro muro e che negli ultimi quattro anni ha lavorato solo per allontanare la gente di Verona.
Il pericolo è una completa disaffezione. Dopo Padova, Verona si è risvegliata sempre più lontana dall'Hellas Verona di Maurizio Setti.
Basta fare un giro sui social e basta ascoltare qualche tifoso per strada. Le operazioni di maquillage, i falsi slogan, le operazioni di facciata, lasciano il posto ai fatti. Questo Verona non interpreta lo spirito della città e della sua tifoseria. C'è una sorta di disprezzo sotterraneo, mai palesato ma ben presente. Setti è arrivato a Verona con la spocchia di chi vuole insegnare a fare calcio ad una masnada di trogloditi. Dice: "Prima di me c'era il nulla". E dicendo così calpesta la storia, il vissuto di ogni tifoso, in misura quasi maggiore rispetto alla sua ignoranza sulle origini dell'Hellas.
Il problema è che oggi, per volontà dello stesso Setti, non c'è nessuno all'interno del Verona che possa incarnare questo spirito.
C'è un direttore operativo "fantasma" che non emerge mai nei momenti duri. C'è un direttore sportivo senza curriculum, il cui compito pare esagerato rispetto alle sue competenze. Un allenatore che non trasmette nulla nè ai tifosi, nè (visto il campo) alla squadra. E una squadra senza personalità, in cui tutti gli elementi appena appena riottosi (diciamo con un minimo di pensiero autonomo...) vengono epurati con metodi molto discutibili.
La società è isolata, non ci sono contatti con la realtà veronese, se non quelli fissati da alcuni momenti ufficiali che però non coinvolgono il cuore della gente, ma sono destinati all'alveo dei salotti.
Setti ha scelto di andare contro al comune sentire dei veronesi che chiedevano solo appartenenza e competenza. Ha calpestato il comunicato estivo della Curva Sud e soprattutto ha fatto una pernacchia alla storica contestazione che ha lasciato gli spalti deserti, mai successo prima, nemmeno con le peggiori dirigenze.
Non è una questione di soldi, badate bene. Nessuno ha mai chiesto a Setti di svenarsi per il Verona. Tutti gli hanno chiesto solo consolidamento e orgoglio. Competenza e chiarezza. Verità e non bugie.
Lo scempio della scorsa stagione, con una retrocessione che è apparsa "programmata", vista l'inazione della società che ha tenuto fino all'ultimo un tecnico ormai nel pallone, alla guida di una squadra imbarazzante a cui sono stati negati anche dei rinforzi minimi, non può essere scordata.
I conti si fanno alla fine, ha sempre ripetuto Setti con la sua claque, ma la verità è che i conti non si sono fatti e che la gestione fallimentare dal punto di vista sportivo di Fusco ha trovato continuità in D'Amico e successivamente in Grosso, epigono di Pecchia sia tatticamente sia nella gestione dello spogliatoio.
Il Verona è governato con presunzione. Dietro le quinte si muove gente senza personalità il cui unico obiettivo non è il campo, il risultato, ma spesso zittire chi non accetta questo andazzo.
Alle critiche, legittime, si è risposto con querele capziose e con l'ostracismo. Un boomerang incredibile e miope perchè alla fine questo atteggiamento ha svilito qualsiasi conferenza stampa e qualsiasi dichiarazione, mancando una vera e propria controparte. Un altro mattone per il cancro della disaffezione e del disamoramento che rischia di corrodere dalle fondamenta una delle più importanti realtà sociali di Verona. E di questo anche Verona dovrebbe iniziare a interrogarsi seriamente.
GIANLUCA VIGHINI
PIU' CESSIONI CHE ACQUISTI FINORA
Il solito mercato invernale di Setti
22/01/2019 11:15
Il mercato di gennaio, per antonomasia, è definito quello di riparazione: tutte le squadre cercano di mettere delle pezze ai limiti della rosa (si chiude il 31 gennaio).
Negli ultimi anni, però, la società di via Francia ha abituato Verona più alla vendita che all'acquisto durante l'inverno. A gennaio sono stati venduti Jorginho e Pazzini (in prestito al Levante), ma anche Hallfredsson, Bessa, Caceres (c'era già un accordo con Lotito) e Bruno Zuculini.
Quest'anno è arrivato Faraoni ed è andato via Caracciolo (a costi simili), oltre a Calvano e Cherubin che si sono subiti "vendicati" nella partita dell'Euganeo. Gennaio si dimostra ancora una volta il mese "dell'indebolimento": Setti e D'Amico cambieranno il trend nell'ultima settimana acquistando giocatori importanti in grado di alzare il livello della squadra (un esterno offensivo, un affidabile difensore centrale, un terzino mancino titolare e un vero regista)?
La speranza è l'ultima a morire ma quasi sicuramente no. Al massimo arriverà un esterno che sostituisca l'infortunato Ragusa.
SETTI E D'AMICO VANNO AVANTI COSI'
Grosso non si tocca c'è massima fiducia
22/01/2019 09:50
Si va avanti così: Grosso non si tocca. Setti, D'Amico e Barresi non hanno messo minimamente in discussione il tecnico che rimane saldo sulla panchina gialloblù. Il clamoroso 3-0 di Padova non ha minato la fiducia verso Grosso.
L'Hellas non ha mai convinto in questo campionato. Prestazioni sempre altalenanti, scelte tecniche discutibili, fase difensiva assente e soprattutto si avverte ancora la mancanza di un'impronta di gioco. La squadra appare senza identità.
I dirigenti gialloblù però sono fiduciosi: secondo loro Grosso è l'uomo giusto e la rosa a disposizione è di altissimo livello. A giugno prevedono la promozione in Serie A: avranno fatto i conti giusti?
FONTE: TGGialloBlu.it
Setti a La Gazzetta: “Sono un avventuriero ma con il Verona non gioco”
By Stefano Pozza - 10 Gennaio 2019
Il Presidente del Verona Maurizio Setti è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport dal giornalista Andrea Fanì, e ha parlato di vari temi, dal Verona al Mantova, da Grosso a Iturbe.. questo in piccolo sunto:
Una parte dei tifosi del Verona le contesta l’eccesso di delega
Ma io speravo di essere un presidente anonimo, quando ho preso il Verona ho seguito la mia passione, non i proclami o la pubblicità, io scelgo gli uomini perchè funzioni il progetto, non per farmi bello con la gente. I presidenti passano, l’Hellas resta. Quando un giorno non ci sarò più, il Verona avrà un patrimonio più solido, uno stadio e un centro sportivo. Grazie a chi lavora per il club. Io penso che la passione consista nel tifare al di là di vincere — altrimenti uno tiferebbe solo Juve, Milan o Inter per estremizzare — e al di là di chi gestisce. Un club di calcio è una holding di tanti cervelli: è bello far funzionare una holding così.
E il Mantova?
Non è in conflitto con il Verona. La mia idea è un club dove crescere talenti funzionali all’Hellas. Piuttosto che prestarli in giro senza certezze, i potenziali talenti curiamoli noi.
Grosso parla poco…
Molto poco, Grosso ha una testa superiore, è determinato, ora so perché è diventato campione del mondo. Ho conosciuto prima Luca (Toni), poi Fabio. Caratteri diversi ma stessa determinazione: ripeto, ora so perché hanno vinto un Mondiale. Grosso crede in quello che fa e non ha paura di pagare gli errori. Ma è anche pronto a cambiare per i suoi progetti. È giovane e si vede da come crede nei giovani. Mandorlini era titubante a lanciare Iturbe, per dire. Una volta ci incrociammo prima di una gara: “Non so se farlo giocare”. E io: “Ma vai, è giovane, ti farà stare sereno.
Ma Iturbe l’aveva scelto lei?
No no! Ho scelto solo un giocatore. Rafa Marquez. Me ne innamorai in tv. Leader silenzioso, sarà sempre il mio idolo. Ma come dicevo, spazio e tempo: forse è arrivato nel momento sbagliato in un calcio non adatto alla sua mentalità.
FONTE: HellasNews.it
Setti: “Col Verona non gioco. I presidenti passano, l’Hellas resta. Quando non ci sarò più, il Verona avrà un patrimonio più solido, uno stadio ed un centro sportivo”
gennaio 10, 2019
“Ho sempre rischiato nella mia vita, ma con i piedi per terra. Sono figlio di operai che si sono sacrificati per il loro unico erede: mio padre aveva capacità di applicazione, mia madre era determinata, questa è la loro eredità umana. Fino a 23 anni ho dormito sul divano-letto di casa, ho finito la ragioneria e assaggiato l’università. L’obiettivo che vedevo da grande era andare a cena fuori tutte le volte che avrei voluto. Non pensavo certo a un club di calcio. Come inizia la mia avventura? Andai da uno zio che produceva per aziende di moda, un façonnista in gergo. Da lì entrai in un’altra azienda, due giovani soci, riuscivano a stimolarmi a dare sempre di più. Mi sentivo in famiglia: magazziniere, autista, una volta andai col titolare in Germania per una spedizione. Quattro giorni a guidare, scaricare e riposare, ma io e lui, gomito a gomito. Dentro di me facevo una specie di gara, volevo vedere come reagivo sotto la pressione del lavoro, era un modo per dire a chi mi stava attorno “potete fidarvi di me”. Se amo la fotografia? Oh sì! A 15 anni aiutavo un fotografo ma ero trattato davvero male. Partecipai allo shooting del restauro del teatro di Carpi e capì che volevo operatività, prendermi più responsabilità. Lui non me ne dava, lo mollai. Cosa mi hanno dato quegli anni? Non mi lascio sopraffare, vedo sempre una via d’uscita. E credo di avere sviluppato una forte tendenza a riconoscere le persone sane. Ho imparato a delegare, perché è segno di sicurezza, di fiducia negli altri. Una parte di tifosi del Verona mi contesta l’eccesso di delega? Ma io speravo di essere un presidente anonimo, quando ho preso il Verona ho seguito la mia passione, non i proclami o la pubblicità. Io scelgo gli uomini perché funzioni il progetto, non per farmi bello con la gente. I presidenti passano, l’Hellas resta. Quando un giorno non ci sarò più, il Verona avrà un patrimonio più solido, uno stadio e un centro sportivo. Grazie a chi lavora per il club. Io penso che la passione consista nel tifare al di là di vincere e al di là di chi gestisce. Un club di calcio è una holding di tanti cervelli: è bello far funzionare una holding così – ha dichiarato il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, a La Gazzetta dello Sport – Vespa ed il volo le mie passioni? Non la Vespa in sé ma la sua anima. L’anima degli oggetti che hanno il potere di segnare un’epoca. Il volo invece è libertà, ho preso il brevetto e comprato un monomotore. Poi l’ho venduto perché avevo smesso di usarlo e mi dispiaceva vederlo immobile. Un aereo non è fatto per stare immobile. Spazio e tempo condizionano la vita. Sono cresciuto guardando avanti e continuo: dal Verona ai miei marchi di moda, rifarei tutto. Il Mantova? Non è in conflitto con il Verona. La mia idea è un club dove crescere talenti funzionali all’Hellas Verona. Piuttosto che prestarli in giro senza certezze, i potenziali talenti curiamoli noi. La scuola degli errori? Ci vado ancora e ci andrò fino all’ultimo giorno di vita. Gli errori ti fanno ripetere le scelte in modo diverso. Se mi commuovo ogni tanto? Non per il calcio, se è lì che vuole arrivare. Il giorno in cui raggiungemmo la prima A,2013, non provai commozione, lo sa? Stavo già pensando a come consolidare quel traguardo. Mi commuovo, ma più se ripenso a uno spaghetto dentro il furgone col mio primo titolare. Meglio i ciarlieri o i taciturni? Meglio i valori silenziosi. Grosso parla poco? Molto poco. Grosso ha una testa superiore, ed è terminato, ora so perché è diventato campione del mondo. Ho conosciuto prima Luca (Toni), poi Fabio. Caratteri diversi ma stessa determinazione: ripeto, ora so perché hanno vinto un mondiale. Grosso crede in quello che fa e non ha paura di pagare gli errori. Ma è anche pronto a cambiare per i suoi progetti. È giovane e si vede da come crede nei giovani. Mandorlini era titubante a lanciare Iturbe, per dire. Una volta ci incrociammo prima di una gara: ”Non so se farlo giocare”. E io: “Ma vai, è giovane, ti farà stare sereno". Se ho scelto io Iturbe? No no! Ho scelto solo un giocatore. Rafa Marquez. Me ne innamorai in tv. Leader silenzioso, sarà sempre il mio idolo. Ma come dicevo, spazio e tempo: forse è arrivato nel momento sbagliato in un calcio non adatto alla sua mentalità. Che padre hanno i miei figli? Elena mi somiglia molto, sempre alla ricerca del miglioramento. Federico mi vede come un modello, forse troppo. Penso di essere un papà affettuoso ma esigente. Se mi sento mai smarrito? Oh, sì! Non parlo con nessuno per giorni. Vedo nuvole nere, poi piano piano scorgo il sereno e riparto. Sono ottimista, un po’ emiliano e un po’ romagnolo. Se, con un mare così, Rimini è ancora e sempre Rimini…”.
FONTE: HellasLive.it
Hai mangiato il pandoro buffone?
gennaio 9, 2019
Lo striscione esposto stamane sotto la sede dell’Hellas Verona dalla Curva Sud
Dalla Fiduciaria Emiliana spa a Star Ball srl. A Maurizio Setti il 50,73% del Mantova
gennaio 3, 2019
Dalla Fiduciaria Emiliana spa a Star Ball srl: Maurizio Setti al timone del Mantova Il nuovo anno porta una prima, sostanziale novità nell’assetto societario del Mantova, con Maurizio Setti che esce dal (virtuale) anonimato della Fiduciaria Emiliana spa ed entra nel capitale dell’Acm con una sua azienda. Da visura camerale, infatti, si scopre che a detenere la maggioranza del club di Viale Te (con il 50,73% e 623mila euro versati) non è più la Fiduciaria Emiliana spa che in estate aveva effettuato l’aumento di capitale per acquisire il controllo della società. Ora la proprietà del Mantova è della Star Ball srl, che ha sede legale a Bologna, in via Cavour 4. “Ed è una società di Maurizio Setti – spiega, interrogato in merito, il presidente dell’Acm Ettore Masiello -. Quella che gestisce le sue attività sportive” – si legge su La Gazzetta di Mantova – “È decisamente un segnale molto bello – commenta Masiello -, l’ennesima dimostrazione che il proget-to avviato è importante e non ha assolutamente breve scadenza. La Fiduciaria era intervenuta in estate per motivi principalmente tecnici – aggiunge Masiello -, ma adesso anche a livello di proprietà l’impegno di Setti in prima persona nel Mantova sarà chiaro a tutti”. La Star Ball srl è anche la controllante dell’Hellas Verona, società che Setti punta a riportare in A (è quarta in B) ma la cui gestione non è certo resa semplice dalla totale rottura con la piazza. I tifosi gialloblù continuano infatti da mesi a contestare Setti in ogni circostanza: l’ultima addirittura durante la cena di Natale della squadra al Bentegodi, quando 150 ultrà veronesi hanno sfilato davanti allo stadio per urlare la loro rabbia contro il presidente. Va da sè che una situazione del genere potrebbe spingere prima o poi Setti a valutare un addio all’Hellas. E di tanto in tanto da Verona rimbalzano voci di interessamenti e possibili trattative, per ora comunque mai concretizzatesi. Al momento, stando a quanto spiegato dallo stess patron biancorosso, la sua intenzione è quella di sfruttare sinergie con il Verona per riportare il Mantova nei professionisti e magari non fermarsi alla riconquista della serie C. Se la piazza risponderà “presen- te” come sta facendo (anche a livello di sponsor) e l’entusiasmo tornerà quello dei bei tempi, la strada sarà più semplice, questo è certo. Perché il calcio non si può fare senza mezzi e capacità, ma il suo motore trainante resta la passione.
FONTE: HellasLive.it
28 DIC 2018
PAZZINI, SETTI, SENECA E LE “LEZIONI” DI GROSSO
Ora sembrerebbe perfino tutto ovvio. E infatti lo è. Tranne (sembra) che per Grosso, che in sala stampa – tra un congiuntivo sbagliato e l’altro – minimizza QUEL fatto, IL fatto, che vive, luccica ed esplode fragoroso di luce propria. Parla (tanto, troppo) d’altro, Grosso. Dei giovani, dell’anima, del gruppo, dell’ambiente ostile e banalità varie. Pure della stampa, che – dice il nostro, improvvisandosi professore di giornalismo che neanche Bob Woodward, Carl Bernstein, Indro Montanelli e Leo Longanesi insieme – deve essere meno pessimista. Roba da Pulitzer, ecco spiegata dopo secoli la funzione del quarto potere: non essere pessimista. L’avesse saputo, che so, Oriana Fallaci, ecco forse si risparmiava un sacco di guai.
Pazzini non è dibattito, è sentenza. Inappellabile, indiscutibile. Dinanzi a lui si tace e ci si inchina. Ecco, forse non lo insegnano più a Coverciano, dove la “new generation” di allenatori che sembrano tutti uguali (è il fordismo standardizzato tecnico-tattico, bellezza!) probabilmente crede di avere inventato il calcio e in un riflusso tardivo di sacchismo mette il modulo davanti ai giocatori, in un avanzo di anti-luddismo pone la macchina davanti all’uomo, in un’illusione di guardiolismo scimmiotta Guardiola mentre Guardiola ha già cambiato.
Grosso dice che lui non prende ordini. Non capisco l’esigenza di doverlo specificare. Gli crediamo e ne prendiamo atto, ci mancherebbe, ma Pazzini è un caso che Setti, volente o nolente, trascina da due stagioni. Lo ha creato e alimentato lui, inopinatamente e inspiegabilmente. E ancora oggi il presidente non dà spiegazioni. Come peraltro su mille altre cose.
Resta la bellezza stasera del “nostro Verona” (Pazzini per spirito, umiltà ed educazione lo rappresenta appieno) che torna a sorridere e a vincere. Resta pure la sensazione che “l’altro Verona”, quello che non ci appartiene (sapete a cosa e chi mi riferisco), un po’ intimamente rosichi. Resta la rivincita di un vecchio campione che con la classe (in campo e fuori) ha zittito – ancora una volta – le oche starnazzanti, servili, conformiste. E pure contorsioniste, talmente si dannano per difendere l’indifendibile.
“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità” scrisse Seneca. Pazzini non solo deve giocare, ma deve essere messo nelle condizioni migliori di giocare. Magari anche con Di Carmine (i due sono complementari). Non credo che a Coverciano insegnino un solo modulo…
Francesco Barana
28 DIC 2018
LA VERITA’ DEL CAMPO
Più forte delle arrampicate sugli specchi, delle frasi fatte, dei dischi rotti. Più forte di tutto e di tutti. La verità del campo svela uno squarcio di luce sul Verona, sul suo allenatore, sui suoi dirigenti. Nessuna menzogna può resistere alla forza dei gol e alla banalità della realtà. Un giocatore forte va fatto giocare sempre. Non ci sono artifizi dialettici che reggano ai tre gol segnati da Pazzini stasera. Non vederlo in campo è uno scempio calcistico, una bestemmia, uno scandalo. Non ci sono tante alternative: se un allenatore, come Grosso, non lo schiera o è scarso e quindi va sostituito subito, oppure prende ordini. Altre strade non ci sono tanto è evidente ciò che è successo al Bentegodi. Evito di snocciolarvi dati e cifre per testimoniare che Pazzini in serie B è uno che fa la differenza. Solo Grosso continua a reputarlo “uno come gli altri”. Non è vero. Pazzini va fatto giocare sempre, senza se e senza ma, va messo nelle condizioni di essere il leader di questa squadra, va ricollocato al centro del villaggio. Questo urla a squarciagola la verità del campo. Il re è nudo. Ora tutti se ne sono accorti. Quante triplette serviranno per far giocare sempre titolare Pazzini?
Gianluca Vighini
19 DIC 2018
BILANCIO IN ROSSO
C’è sempre una nota sbagliata. E’ come se arrivasse sempre un po’ in ritardo. Distonia. Il Verona di Setti-Barresi-D’Amico-Grosso è distonico. Il contrario della sintonia. Fateci caso: è sempre come rincorrere la piazza per tappare lacune, buchi, mancanze. Le magliette, l’allenamento all’antistadio dopo mesi di porte chiuse. Gentili concessioni. Il potere che toglie e poi magnanimo concede. E pretende pure l’applauso. Un potere che non ha la passione. La voce più importante che manca oggi nel Verona. Ogni annuncio, ogni foto su Instagram, ogni post su Facebook pubblicati da questa società è come se fossero di plastica. Perché non c’è passione. La passione è dentro le viscere. Parte da lì, arriva al cuore e poi al cervello. Setti non ce l’ha. Inutile star qui a girarci attorno. Sotto sotto disprezza noi veronesi. E’ da quando è arrivato qui che ci vuole dare lezioni. Lezioni su come si porta avanti una società, lezioni di tifo. Non ha nemmeno imparato la nostra storia. Il disprezzo è evidente quando dice altezzoso: “Li lascio fare…”. Inteso quei quattro coglioni, ovvio. La passione non la compri. O ce l’hai o non ce l’hai. Se non ce l’hai, puoi almeno contornarti di persone che ce l’abbiano al posto tuo. Invece il Verona è l’immagine di Setti. Sempre distonico, sempre fuori tempo, sempre stonato. Per questo non riuscirà mai a capire il travaglio profondo che sta attraversando adesso il popolo gialloblù, la sofferenza di rimanere fuori dallo stadio, la volontà di lottare contro l’indifferenza. Il bilancio è drammaticamente in rosso. E non basteranno due vittorie per sanare questa frattura.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
SERIE B
Hellas, Setti: "Danzi l'esempio di come vogliamo crescere i giovani"
19.12.2018 17:53 di Tommaso Maschio
Il presidente dell’Hellas Verona Maurizio Setti nel corso della cena di Natale di ieri ha parlato del momento della squadra dopo la vittoria col Pescara elogiando particolarmente il centrocampista Andrea Danzi: “Contro il Pescara avevo chiesto una prestazione come quella che poi tutti abbiamo visto, una prestazione che ci fa ben sperare sopratutto per le prossime gare che andremo ad affrontare. - continua Setti come riporta il sito del club – A tal proposito voglio elogiare Andrea Danzi, un ragazzo di Verona, cresciuto nell’Hellas e che lunedì ha segnato. È lui l’esempio di come vogliamo crescere i ragazzi e di come voglia continuare a farlo anche grazie all’aiuto dei campioni che hanno vestito questa maglia”.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Hellas, nessuna tregua dalla tifoseria: corteo di protesta sotto il Bentegodi
La manifestazione si è svolta martedì sera, durante la cena di Natale della squadra, con circa 150 ultras che hanno intonato cori all'indirizzo soprattutto del presidente Maurizio Setti
La Redazione
19 dicembre 2018 10:40
Non è bastata la seconda vittoria consecutiva, arrivata contro il Pescara, ed una buona prestazione, per tranquillizzare la tifoseria dell'Hellas Verona.
Nella serata di martedì infatti, intorno alle 21.30, circa 150 ultras hanno sfilato sfiltato sotto lo stadio Bentegodi mentre era in corso la cena di Natale della squadra. Ad aprire il corteo, tra fumogeni e qualche petardo, uno striscione con un messaggio diretto al presidente Maurizio Setti, con riferimento ad alcune parole pronunciate dallo stesso numero 1 scaligero: «"Io li lascio fare". Ecco qui».
Al centro della protesta dunque c'era ancora il presidente dell'Hellas, primo destinatario di cori come: «Cambieranno i giocatori, il presidente, l'allenator, ma il Verona resterà per sempre nel mio cuor». Sul luogo era presente anche la Polizia di Stato con il personale della Digos: tutto si è svolto senza problemi, ma a quanto pare la pace tra la società e la sua tifoseria sembra essere ancora piuttosto lontana.
FONTE: VeronaSera.it
CORI E CARTELLONI CONTRO IL PRESIDENTE
"Sei un buffone", tifosi contro Setti
18/12/2018 00:06
Il Verona vince e i tifosi si riavvicinano alla squadra, applaudita alla fine del match. Ma la frattura con Setti è ancora insanabile: i tifosi hanno intonato cori contro il presidente del Verona ed esposto lo striscione "Noi non ti lasceremo fare...", oltre ai cartelloni con scritto "buffone" durante il match.
FONTE: TGGialloBlu.it
“Avanti… per noi, avanti per il Verona”
By Redazione - 17 dicembre 2018
Questo il comunicato della Curva Sud appeso ai cancelli d’ingresso dello stadio Bentegodi:
FONTE: HellasNews.it
L'ANALISI DI VERONA COL CUORE
IL MARKETING HELLAS NON RIESCE A DECOLLARE
13/12/2018 16:48
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO LA NUOVA ANALISI FINANZIARIA DELL'ASSOCIAZIONE VERONA COL CUORE SUI CONTI DELL'HELLAS E DELLE SOCIETA' DELLA GALASSIA GIALLOBLU'.
Qualche mese fa abbiamo evidenziato, alla luce dei dati di bilancio, come l’Hellas Verona Marketing & Communication (HVMC) non portasse gli attesi benefici economici (e finanziari) all’Hellas Verona.
Tuttavia, nello scorso mese di settembre l’Hellas Verona ha acquisito le rimanenti quote di capitale sociale pari all’11,11% della controllata HVMC possedute dalla controllante H23 Spa per l’importo di € 1,2 milioni, detenendo ora il 100% del capitale sociale di quest’ultima.
Da qualche giorno è disponibile il bilancio di HVMC al 30 giugno 2018, approvato in data 26 ottobre 2018 dall’Assemblea dei Soci, che mostra una perdita d’esercizio di Euro 389 mila (a fronte di un utile di 16 mila Euro nell’esercizio precedente). Ma come mai questo HVMC proprio non riesce a decollare?
Alcuni numeri: i ricavi segnano un incremento di quasi il 23%, grazie soprattutto all’aumento delle sponsorizzazioni diverse (Euro 2,7 milioni al 30 giugno 2018, Euro 1,8 milioni al 30 giugno 2017). I corrispettivi dell’HV Store segnano un lieve aumento del 5%, attestandosi a 956 mila euro. Vi proponiamo un semplice esercizio: il confronto dei corrispettivi dell’HV Store e di altri ricavi per vendita materiale sportivo con gli acquisti dell’esercizio, tenuto conto delle variazioni delle rimanenze di magazzino. Nel 2017-2018 l’HVMC, a fronte di ricavi per 1.227 mila euro ha sostenuto un costo del venduto per 1.397 mila euro. Risultato, quindi, negativo per 170 mila euro che aumenta tenendo conto che vanno aggiunti i costi di gestione degli Stores (affitti, costo personale, ecc.).
Ma continuiamo nell’analisi del bilancio 2018 e soffermiamoci sui costi / ricavi riferibili a operazioni tra HVMC e l’Hellas Verona.
L’HVMC realizza ricavi nei confronti dell’Hellas Verona per 1.429 mila euro (27% del totale). Tali ricavi nel 2016-2017 ammontavano a 1.462 mila euro (34.5% del totale ricavi). L’Hellas Verona presta dei servizi a favore di HVMC per 436 mila euro (stesso importo della precedente stagione). Di fatto, per l’Hellas Verona un saldo netto negativo di circa un milione di euro.
Questo costa il marketing al Verona ? Magari…noi crediamo molto di più in quanto quelle sponsorizzazioni diverse per € 2,7 milioni nella normalità dovrebbero essere ricavi da iscriversi nel bilancio dell’Hellas Verona spa e sostenere direttamente, seppure al netto dei costi di produzione dovuti a qualche provvigione o altro, il club, invece, ancora una volta, così non è stato.
Altre osservazioni da una rapida lettura del bilancio di HVMC:
• I costi per servizi aumentano di circa 381 mila euro ma dal bilancio non è possibile capire a cosa è dovuto l’aumento in quanto la tabella riportata in nota integrativa è incompleta.
• Tra gli oneri diversi di gestione si informa che influiscono “prevalentemente le perdite subite in relazione alla cessione della partecipazione in Fly Slot S.r.l.” per 127 mila euro (come da noi già evidenziato nell’articolo dello scorso 20 novembre 2018).
• L’HVMC ha nel corso dell’anno pagato 500 mila euro all’Hellas Verona come pagamento parziale relativo alla cessione del marchio avvenuto nel 2013. Il debito residuo verso l’HV ammonta al 30 giugno 2018 a 11,2 milioni euro, per il quale è previsto “una rinegoziazione dei termini di pagamento originariamente convenuti … causa l’altalenante esito del risultato sportivo dell’Hellas Verona che condiziona la possibilità … di disporre per effetto di ricavi per sponsorizzazioni, vendite ecc.” come dire, se l’HVMC non prende il volo è colpa dei risultati sportivi e non del mancato sviluppo del brand. Inoltre, vi sono ulteriori debiti finanziari verso il Verona per 896 mila euro.
Tutto ciò conferma, qualora ce ne fosse ulteriore necessità, che il Verona sta sostenendo economicamente e finanziariamente questa società di marketing e non il contrario come avrebbe dovuto essere.
Quindi, se la quasi totalità dei flussi finanziari e lo sviluppo commerciale della HVMC dipendono dall’Hellas Verona o dal suo andamento, ha motivo di esistere questa società ? E’ stato equo e vantaggioso aver acquisito l’11,11% di questa società per il corrispettivo di € 1,2 milioni ? Cui prodest ?
Infine, ulteriori due notizie. L’HVMC indica di avere un credito verso Seven 23 S.r.l. per l’anticipazione finanziaria erogata nel 2016-2017. Tale anticipazione dovrebbe essere stata “spostata” secondo il progetto di scissione di Seven 23 in Star Ball S.r.l. (la nuova controllante della galassia Hellas Verona).
Il Bilancio di HVMC riporta i dati al 30 giugno 2018 del bilancio di Hellas Verona S.p.A. al 30 giugno 2018. L’anno di A si è chiuso con una perdita di 705 mila euro, a fronte di un valore della produzione di circa 47 milioni di euro. Il bilancio di HV è in fase di deposito dal 23 novembre e confidiamo nel giro di breve di poterlo visionare tramite il Registro Imprese.
LE PAROLE DI SETTI
"Ce l'hanno con me ma io li lascio fare"
04/12/2018 17:04
"E' un momento particolare: ce l'hanno con me, ma io li lascio fare. Siamo una società strutturata, che sta bene e che ha voglia di fare. Ora desideriamo solamente un po' di sorrisi, perchè i risultati aiutano e arriveranno: la squadra è forte". Parola di Maurizio Setti. Il presidente del Verona ha parlato così durante la cena degli ex giocatori gialloblù.
L'imprenditore carpigiano vede ancora positivo, nonostante i risultati scadenti degli ultimi due mesi: "Bisogna crescere: c'è stato un momento di pausa, ma può succedere, è normale. Ma se tutti remano dalla stessa parte si possono raggiungere gli obiettivi. Abbiamo un settore giovanile molto organizzato, abbiamo voglia di far bene. Andiamo avanti così, tutti uniti".
FONTE: TGGialloBlu.it
03 DIC 2018
SEMPRE PIU’ GIU’
“I campionato non si vincono a dicembre”, ha detto con poca convinzione l’allenatore del Verona Fabio Grosso. Vero. Dopo 14 giornate però è giusto fare qualche considerazione. Questo Verona ha vinto bene solo due partite, contro Carpi e Crotone, squadre in lotta per non retrocedere. Ha conquistato 3 punti a tavolino con il Cosenza e ha strappato due successi contro Spezia e Perugia senza grandi meriti. Troppo poco per una formazione che punta a vincere il torneo.
Classifica alla mano, i gialloblù oggi sono addirittura fuori dai playoff. L’ambiente è un mix di depressione e disinteresse. La clamorosa protesta dei tifosi è stata snobbata da buona parte della stampa e non credo che sia stata davvero capita dai vertici del club scaligero. Davvero Setti è con le spalle al muro? Davvero è isolato in un angolo? Ho il timore che il presidente, avvolto nella sua presunzione mista a narcisismo, abbia sottovalutato la contestazione pacata (e allo stesso tempo potente) del popolo gialloblù. Continuerà per la sua strada, fregandosene di tutto e tutti, com’è nel suo stile. E’ un signore che pensa semplicemente ai propri interessi, cercando di non affondare con la speranza di essere spinto, prima o poi, dal vento della buonasorte. Magari gli andrà bene, come accaduto già nel recente passato. Ma le prospettive per questo Verona non sono incoraggianti. I tifosi lo hanno capito e molti di loro hanno abbandonato ogni illusione, perdendo attaccamento, passione, fede.
Tutto molto triste. Quasi un mese fa avevo scritto della necessità di cambiare guida tecnica. Setti ha preferito continuare con Grosso, aspettando il Palermo. Qualcuno ha avuto il coraggio di esaltare quel misero pareggio con i rosanero parlando di “buon punto”, “crisi fermata”, “miglior Grosso della stagione”. Miserie. Doveva essere la gara del riscatto, della svolta, della ripresa. Per mezz’ora i gialloblù sono stati in balia dell’avversario. Hanno avuto la fortuna di passare in vantaggio ma non sono stati in grado di approfittarne. Per come la vedo io, è stata un’altra partita negativa che ha semplicemente allungato l’agonia di una squadra incapace di rendere come potrebbe. Prendersela con Grosso non serve, come non serviva prendersela con Pecchia l’anno scorso.
Luca Fioravanti
FONTE: Blog.Telenuovo.it
NEWS
01 dicembre 2018 - 12:45
Curva Sud, striscione contro Setti: “Te ne vai?”
Messaggio da parte della tifoseria dopo che con il Palermo il Bentegodi è rimasto vuoto
di Redazione Hellas1903
Una rappresentanza della Curva Sud si è recata poco fa a Peschiera durante l’allenamento dell’Hellas, stamattina.
I tifosi hanno esposto uno striscione: “VERONA ti ha svuotato uno stadio: batti un colpo o te ne vai?”, il messaggio contenuto.
Chiaramente a esserne il destinatario è Maurizio Setti, il presidente del club, da tempo contestato. Venerdì, nella gara con il Palermo, il Bentegodi è stato disertato dal pubblico.
FONTE: Hellas1903.it
FRATTURA ORMAI INSANABILE
L'Hellas di Setti sempre più alieno da Verona
28/11/2018 12:36
L'Hellas e Verona: non era mai capitato che la squadra e la società fossero così distanti dalla città. La protesta è stata vista in tutta Italia: venerdì sera le telecamere Rai hanno immortalato lo stadio desolatamente deserto per la diretta del match col Palermo. Lo sciopero dei tifosi è stato un segnale chiaro e diretto a Setti, che ha deciso comunque di continuare con Fabio Grosso.
La frattura coi tifosi appare insanabile: in città si respira sempre più disamoramento verso l'Hellas, non per la maglia gialloblù (un amore che mai cesserà) ma per il Verona dei giorni nostri che appare sempre più alienato. Allenamenti a porte chiuse, vicende giudiziarie che finiscono sui giornali, prestazioni senza capo nè coda, conferenze stampa asettiche e il silenzio dei dirigenti che non si espongono mai in prima persona (Barresi e D'Amico).
La fotografia di questo momento può darla bene un'immagine: l'Hellas Store completamente deserto, in una foto scattata durante l'orario di punta. L'Hellas di Setti è sempre più distante da Verona e i veronesi...
LO STADIO DESERTO
QUEL CHE RESTA DI UNA PROTESTA CIVILE
27/11/2018 10:41
Cos'è oggi l'Hellas Verona? La domanda è fondamentale per capire l'impatto che la protesta civilissima che i tifosi del Verona hanno messo in atto nella gara di venerdì contro il Palermo.
L'Hellas Verona è una società privata, inscatolata nella galassia societaria probabilmente appartenente a Maurizio Setti (si parla sempre di "società riconducibili" ma non esiste un documento che sia uno che attesta questo essendo queste società in Lussemburgo) o è ancora un patrimonio della città con cui si interseca e interagisce?
Questa è la grande questione che con acume e intelligenza TUTTA la tifoseria dell'Hellas Verona ha posto.
Per capire bene il concetto è giusto fare un po' di storia. Dopo che la famiglia Mazzi cedette il Verona a Pastorello, che aveva alle spalle la "copertura" di un colosso come la Parmalat, il Verona ha conosciuto il punto più basso della sua storia. Evitato per un niente il fallimento, caduto nel baratro della serie C, il Verona ha rischiato seriamente di sparire. La migliore delle ipotesi, in quel momento, appariva la fusione con il Chievo.
Proprio in quegli anni la tifoseria del Verona ha costituito un baluardo formidabile. Un faro nella notte. Da una parte con un viscerale attaccamento alla propria squadra, dall'altra fungendo come pungolo in alcune dissenate gestioni. Senza la tifoseria, sicuramente, il Verona sarebbe morto. La società aveva un valore "commerciale" proprio grazie al numero dei suoi abbonati, delle presenze allo stadio che poi avrebbero permesso l'accesso ai ricchi contratti televisivi, unitamente alla storia del club, l'unica provinciale ad aver vinto uno scudetto, anche questo contabilizzato nel calcolo dei proventi. L'avvento di Martinelli, dopo l'iniziale sbandamento a favore della fusione e il conseguente riallineamento, ha permesso al Verona di tornare nel calcio che conta. Martinelli, prosciugato finanziariamente da un'avventura costosissima e senza energie fisiche consegnò il Verona nella mani di Maurizio Setti.
Questo è il momento cruciale della storia recente. Perchè quel Verona, a quel prezzo, con quei bilanci e quel patrimonio giocatori, era un affarone che la città non volle vedere o capire. Questo è il vero peccato originale che grava su Verona.
La gestione di Setti è stata a due velocità che ora sono evidenti. La prima è stata ambiziosa e foriera di grandi soddisfazioni sportive. I risultati hanno celato alcuni scivoloni evidenti: le magliette della Nike, sempre più brutte, sempre più lontane dalla gente; l'enorme aumento del costo degli abbonamenti in serie A, il distacco del presidente, mai sufficientemente coinvolto in questa avventura, così ignorante da affermare che il Verona fu fondato da alcuni studenti greci.
Pian piano il Verona è diventato altro dalla città. Una realtà parallela e poche volte inserita nel contesto. Un po' alla volta, a qualsiasi livello, la veronesità ha perso efficacia, fino a sparire. Gli "inglesismi" di facciata hanno preso il posto del sano dialetto, il "sentiment" si è dissolto al pari dei risultati pessimi. E' stato sprecato persino l'ingresso in società di un monumento come Bagnoli. L'operazione "ex", in breve tempo si è rivelata per quello che è sempre stata: un'operazione di facciata alla ricerca di consenso immediato e non di un progetto che riportasse nel Verona, con compiti operativi, un patrimonio di esperienze. Internazionalizzare il brand, una delle più gigantesche cavolate mai pronunciate da un presidente di una piccola e radicata provinciale come l'Hellas Verona che ha fatto sempre della sua identità un modo per resistere allo strapotere delle grandi del calcio, la fatal Verona, non a caso.
Un cane che si morde la coda. Un "management" evidentemente non all'altezza della situazione continua a lavorare, nonostante i continui fallimenti. La tifoseria sempre più lontana e disamorata. Il ritiro disertato. E ora la clamorosa protesta di rimanere tutti fuori dallo stadio per prendere le distanze da quel Verona in cui nessuno riesce più a riconoscersi.
Pecchia e Grosso, in questo senso sono solamente l'effetto di una causa che gli permette di allenare una squadra oggettivamente fuori dalla loro portata.
Ma è Setti e il suo orgoglio che oggi si devono guardare allo specchio. Si può fare calcio a Verona senza la gente, senza i tifosi? Ha davvero senso? Basterà una vittoria per cancellare questa protesta così visceralmente vissuta da TUTTI i veronesi (e ribadisco TUTTI)? O è il momento di sedersi ad un tavolo, ripensare questo modello di società, tendere la mano e ritrovare compattezza? L'ultimo errore che Setti può commettere è quello di banalizzare quello che è successo, aiutato in questo da alcuni media che hanno colpevolmente cercato di minimizzare la portata di quanto è avvenuto venerdì sera. Un punto di non ritorno.
GIANLUCA VIGHINI
DESTINO OPPOSTO PER SQUADRE DI SETTI
L'Hellas piange, il Mantova ride
27/11/2018 11:43
L'Hellas piange, il Mantova ride. Destino opposto per le due squadre del presidente Setti. Il Verona è in crisi totale (una vittoria in otto partite) ma l'imprenditore carpigiano ha deciso d andare avanti con Grosso contro tutto e tutti. Neanche il clamoroso sciopero dei tifosi e l'opaco pareggio con il Palermo sottotono ha fatto cambiare idea a Setti.
L'ex socio del Carpi di Bonacini sembra avere la testa rivolta al suo Mantova. I biancorossi sono in testa al Girone B di Serie D a quota 31 punti, grazie alla vittoria contro il Seregno (Ferri Marini e Scotto in rete). Virgiliani in testa a +4 sul Como, in seconda posizione.
Setti e il Mantova, una storia partita molto bene nei dilettanti del calcio italiano.
FONTE: TGGialloBlu.it
25 NOV 2018
SIAMO SOLO NOI
Il pensiero di (quasi) tutti è inconfessabile: si può anche perdere, anzi forse non è poi un male. Per un giorno tornare a vincere, ma soprattutto a essere il Verona. Senza di lui. Perché il nostro Verona, non è il suo Verona. Non è questo Verona che lui ha scolorito, annacquato, fino a renderlo una brodaglia indigesta.
Quando un’intera tifoseria si ribella (con intelligenza e civiltà) a te, significa che sei…altra cosa, che hai passato il segno, che hai trasformato un patrimonio (di storia, di sentimenti) di tutti in roba solo tua. E allora è giusto che giochi da solo, che te la canti e te la suoni. E che magari perdi, resti in B, ché prima o poi i paracaduti finiscono e magari si aprono le condizioni per vendere. Ma puoi anche vincere, buon per te, ma è il tuo gioco, solo il tuo, e allora noi lì ci fermiamo, non vogliamo essere coinvolti, non ci interessa più.
Ora l’unica linea della salvezza è l’identità e l’appartenenza della comunità gialloblu. Rimangono solo quelle migliaia di tifosi là fuori, incazzati, ma uniti e consapevoli. Il Verona, il nostro Verona, è quello. Non è morto, lui là in alto lo ha solo momentaneamente messo in soffitta. Ma se la piazza rimane unita, consapevole e incazzata tornerà, eccome se tornerà. In attesa che anche qualcuno là in alto, in città, nel Palazzo della politica, cambi marcia, senza più foto insieme, sorrisi e inaugurazioni.
Una volta si era “soli contro tutti”. Oggi mi viene in mente Vasco: siamo solo noi. Ma non è poco. Accidenti se non è poco.
Luca Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
IL CONTENZIOSO SETTI-VOLPI
IL CORRIERE: SEQUESTRO CAUTELATIVO PER HV7
23/11/2018 08:58
Il Verona, dice Setti, non c'entra nulla con i debiti. E in effetti è così. Perchè HV7 una delle tante società contenitore della galassia "settiana" da qualche mese non ha più il controllo della società scaligera. E' in pratica una "scatola vuota".
Ed è vero anche, come riportano i legali del presidente, che la causa intentata da Volpi per riavere il denaro prestato a questa società tramite la San Rocco Immobiliare, è pendente in Cassazione per un conflitto di territorialità. Ma come ha scoperto il Corriere di Verona, con un articolo di Alessio Corazza che già un anno fa si era occupato della vicenda, svelando il contenzioso al Tribunale di Genova, per ben due volte i giudici hanno accolto la richiesta della San Rocco, divenuta nel frattempo "Santa Benessere", nei confronti di HV7 sequestrano cautelativamente beni mobili e immobili per cinque milioni di euro. Esattamente la cifra che HV7 deve a Volpi.
Il Corriere ha anche appurato l'altro contenzioso, quello lussemburghese, che proprio un anno fa al quotidiano Setti smentiva seccamente. E qui esiste anche la sentenza di primo grado della corte del Lussemburgo favorevole alla Lonestar di Volpi per 6,3 milioni (anche se il credito totale sarebbe maggiore, appunto 11 milioni).
FONTE: TGGialloBlu.it
Articolo La Nazione, la replica dei legali di Maurizio Setti
novembre 22, 2018
Il Presidente Setti non è direttamente coinvolto in nessuna causa; il Tribunale di Genova non ha pronunciato alcuna sentenza; è tuttora pendente la causa promossa da San Rocco Immobiliare in liquidazione S.p.A. contro HV7 S.p.A. e Falco Investments (ora diventata H23 S.p.A.), in cui viene chiesto il rimborso anticipato (rispetto alla scadenza naturale) di un presunto prestito obbligazionario di € 5 milioni; la causa è stata sospesa dal Giudice in attesa della decisione della Corte di cassazione, che dovrà dire se il Tribunale di Genova è competente a deciderla; pertanto, San Rocco non ha vinto la causa e non c’è nessuna condanna di HV7 S.p.A. e/o H23 S.p.A. a pagare la somma di € 5 milioni; in questa causa il Tribunale di Genova, respingendo per ben due volte le istanze cautelari di San Rocco Immobiliare, ha rilevato che H23 S.p.A. non ha debiti verso San Rocco Immobiliare; la società Lonestar S.A. aveva promosso una causa in Lussemburgo contro Falco Investments, domandando la restituzione di un residuo prestito di circa € 6 milioni; Falco Investments si era difesa sostenendo: a) di non conoscere la società Lonestar S.A. e di non avere mai avuto rapporti con essa; b) di avere sottoscritto un accordo con una banca a fronte del quale ha ricevuto un finanziamento dalla stessa; c) di averlo in parte già rimborsato alla medesima banca e di essere pronta a rimborsare alla banca anche il residuo prestito; il Tribunale lussemburghese ha sentenziato che Falco Investments è tenuta a rimborsare il residuo prestito a Lonestar S.A., quale titolare delle obbligazioni collocate autonomamente dalla banca sul mercato; il Giudice lussemburghese ha, peraltro, respinto la domanda di Lonestar S.A di autorizzare l’immediata esecuzione della sentenza; la controversia è ancora pendente e dovrà essere decisa dalla Corte d’appello lussemburghese.
FONTE: HellasLive.it
HELLAS VERONA FC - COMUNICAZIONE UFFICIALE
22/NOVEMBRE/2018 - 16:35
Verona - In merito alle notizie riportate in data odierna su alcuni organi di informazione, il presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti intende chiarire quanto segue:
«Mi vedo costretto a ribadire, ancora una volta, come l'Hellas Verona FC non sia coinvolto in nessuna controversia e non abbia alcuna posizione debitoria verso Gabriele Volpi o società a lui riconducibili. È importante sottolineare, inoltre, come non esista ad oggi alcuna sentenza di condanna del Tribunale di Genova in merito ai fatti citati: la causa, infatti, è ancora in corso e comunque non riguarda l'Hellas Verona. Appare quindi chiaro che ci troviamo di fronte ad articoli costruiti ad arte e contenenti informazioni false ed approssimative, per i quali gli autori risponderanno di fronte alle autorità competenti. Articoli che, come è abitudine in questi anni, vengono puntualmente pubblicati in momenti particolarmente delicati e importanti per l'Hellas Verona, con l'intento evidente di destabilizzare ulteriormente l'ambiente. Chiudo dicendo che le vicende riportate dagli organi di stampa, delle quali si stanno occupando i miei legali, non riguardano l'Hellas Verona FC che, come ho già ribadito più e più volte, è una società sana, che dà lavoro a centinaia di famiglie. Rimango concentrato sull'unica certezza che riguarda il Verona, ovvero la delicata e difficile sfida di domani contro il Palermo».
FONTE: HellasVerona.it
LA CAUSA AL TRIBUNALE DI GENOVA
SETTI DEVE A VOLPI 19 MILIONI DI EURO
22/11/2018 10:38
Diciannove milioni di euro. Da restituire. Il presidente del Verona Maurizio Setti è stato condannato a pagare questa imponente cifra a Gabriele Volpi, patron dello Spezia. E' il frutto di due contenziosi aperti da Volpi, uno al Tribunale di Genova e un altro in Lussemburgo, esattamente un anno dopo le dure parole di Fiorani, braccio destro di Gabriele Volpi, patron dello Spezia, dette nel corso della cena di Natale della società spezzina ("C'era una simpatia personale tra Volpi e il presidente del Verona e in questo senso c'è stato un investimento che il signor Volpi ha ritenuto di fare pur senza avere alcuna partecipazione in quella società o alcun ruolo decisionale. Ma come nascono le simpatie nascono anche le tensioni e i litigi quando non si rispettano le intese". Ed aggiungeva sibillino: "Ma il presidente del Verona Calcio non si è rivelato la persona che sembrava").
Setti dapprima smentì, ma poi dopo uno scoop del Corriere di Verona fu costretto ad ammettere che c'era in effetti una contenzioso tra la San Rocco Immobiliare Spa di Volpi e la sua HV7. Un prestito obbligazionario per 10 milioni di euro sottoscritto nell'ottobre 2015 dalla San Rocco ed emesso dalla HV7 che nelle ultime evoluzioni societarie dell'Hellas (come ha dettagliatamente spiegato la ricerca di Verona col cuore) ora non è più la controllante del Verona. Ora Setti dovrà restituire 5 milioni di euro di quel prestito. Non solo: come riporta la Nazione un altro contenzioso era stato aperto in Lussemburgo: per 11 milioni di euro. Anche in questo caso, Setti ha perso la causa. In totale, quindi, sommati gli interessi Setti dovrà restituire qualcosa come 19 milioni di euro. Una cifra, appunto, imponente. Setti presenterà opposizione a questa sentenza. Volpi, per ora, ha vinto il primo round.
GIANLUCA VIGHINI
Guarda anche:
- VERONA COL CUORE: C'E' SICURAM
- Bonatti (Città della Spezia):
- LA CONTESTAZIONE A SETTI: FINI
- PULIERO: MA SETTI CREDELO CHE
- Corazza (Corriere di Verona):
- GUARDA L'inchiesta dell'Espres
FONTE: TGGialloBlu.it
Bulimia notarile. Setti e il via vai di notai. Cose curiose dal mondo Verona...
20/11/2018 - Setti e il via vai di notai. Cose curiose dal mondo Verona...
Ricordate la trionfante inaugurazione (una delle tante) dell'antistadio? Maurizio Setti in quell'occasione si è autoproclamato il “presidente del fare”, peraltro una definizione molto abusata e non certo originale. Non contento ha pure detto che si sente più veronese di tanti altri presidenti veronesi. Convinto lui. Infine ha dato l’importante notizia dell'acquisto della nuova sede sociale da 1400 mq. Ottimo… con riserva.
Che si sia dato molto da fare quest’anno con i notai è sicuro. Una bulimia notarile che svela molte cose... curiose sul rapporto dell'Hellas Verona e delle sue società controllate, con quella del marketing, la Hellas Verona Marketing Communication (HVMC), e i mutamenti delle società controllate (dalla lussemburghese Falco diventata prima H23 e poi Star Ball). Ma prendetevi dieci minuti e leggete insieme a noi.
• 9 febbraio 2018: notaio Carlo Vico: Maurizio Setti, in qualità di Amministratore Unico di Seven 23 spa, chiede di depositare il verbale dell’Assemblea Straordinaria della Società Anonima Falco Investments. Verbale che in data 12 gennaio 2018 (notaio Blanche Moutrier) ha deliberato il trasferimento della Falco in Italia (in Galleria Cavour 4, Bologna) e il suo cambio di denominazione in H23 spa.
• 12 marzo 2018: scrittura privata con la quale, Maurizio Setti cede a Aelia srl la quota di partecipazione dell'Hellas Verona Marketing e Communication (HVMC) in Fly Slot (quella degli aerei, ricordate?) per 1.000 euro, comprensivi delle quote di versamenti effettuati da HVMC in Fly Slot. Ma al 30 giugno 2017 risultava un finanziamento di 127.400 euro di HVMC a Fly Slot. Quindi, salvo movimenti finanziari che non è possibile conoscere allo stato attuale, la perdita sofferta da HVMC in questa operazione dovrebbe essere pari a € 127.400.
• 16 marzo 2018: notaio Carlo Vico: Maurizio Setti, in qualità sempre di Amministratore Unico di Seven 23 spa, delibera la scissione della partecipazione in H23 spa (la ex Falco) e dei crediti / debiti verso le società controllate da quest’ultima, inclusa l’anticipazione finanziaria ottenuta da HVMC, in una nuova società denominata STAR Ball srl (palla stellare in italiano, denominazione che richiama vagamente il logo della Uefa Champions League). Insomma tra gennaio e marzo il Verona ha cambiato due volte la società controllante (prima la Falco che diventa H23 e infine la Star Ball).
• 28 maggio 2018: notaio Carlo Vico: è redatto l’atto di scissione di cui sopra. Ne risulta, quindi, una catena di controllo come segue: Star Ball — H23 — HV — HVMC.
• 26 giugno 2018: assemblea straordinaria del Mantova 1911, società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata, in cui si delibera un aumento di capitale riservato al nuovo socio, vale a dire la Fiduciaria Emiliana spa, riconducibile a Setti, che ne detiene così la maggioranza. Tra gli amministratori Francesco Barresi (attuale direttore tecnico del Verona) e Daniela Scalabrini (quest’ultima ex amministratore unico di HV7 S.r.l, una delle controllanti del Verona). La squadra pur partecipando a un campionato dilettantistico è sicuramente frutto di investimenti consistenti visti i risultati che ha ottenuto fino a oggi.
Parentesi: il nostro auspicio e speranza è che i conti del Mantova non incidano, neanche indirettamente, sui conti dell’Hellas Verona. Avendo adottato la forma giuridica della srl sarà possibile conoscerne comunque le risultanze di bilancio benché tra 12 mesi… se tutto va per il meglio.
• 13 luglio 2018: notaio Aldo Fiori, costituzione di Women Hellas Verona società sportiva dilettantistica a responsabilità limitata e nomina quale amministratore unico di Francesco Barresi (l’uomo ovunque), capitale sociale di Euro 10.000. Diversamente da sopra, visti gli risultati, non deve aver investito molto di più in questa squadra, facendo quindi supporre che la compagine femminile nasca più che altro da un obbligo federale.
• 6 settembre 2018: notaio Aldo Fiori: acquisizione da parte dell'Hellas Verona delle quote di Hellas Verona Marketing & Communication (HVMC) possedute da H23 spa (la ex Falco). Prezzo? 1,2 milioni di euro. Interessante, cedere a € 1,2 milioni l’11% circa della società HVMC significa valutare quest’ultima più o meno 11 milioni di euro. Nell'atto di compravendita (infragruppo) non è menzionato se sia stata operata una perizia di stima, anche solo per evitare dubbi sull’operazione stessa, così come venne fatto d’altronde al momento dell’acquisto del marchio da parte di HVMC. Sta di fatto che il rapporto Hellas Verona – HVMC è curioso da quando è nato. Abbiamo già avuto modo di analizzare l’andamento degli scorsi anni della gestione di HVMC, società nata per gestire il marchio commerciale del Verona, ma da cui il Verona non ha avuto ritorni economici, anzi.
Non andiamo oltre in questa sede, ma avremo sicuramente in futuro occasione di tornarci.
Ultimo passaggio notarile, quanto meno stando alle dichiarazioni di parte:
• 12 ottobre 2018: acquisizione della nuova sede sociale, di mq 1.400. Verificheremo chi ha effettivamente comprato la sede, a che titolo, e a che costo l’Hellas Verona usufruirà dell’unità immobiliare. Avremo sicuramente modo e occasione di ritornare anche su questo argomento.
In mezzo a questi principali atti non mancano diverse assemblee per nominare e/o sostituire amministratori e sindaci della galassia Star Ball. Solo di una società non si ha più notizia, l’HV7, ancora ferma al 2015 come deposito dei bilanci, ma ancora operativa secondo il Registro delle Imprese.
Setti, sempre all'antistadio, ha confermato che lui dà “un occhio sempre attento ai bilanci…”. E ci mancherebbe altro. Una banalità trasformata in una virtù.
Analizzando quando detto e quanto fatto appare chiaro che è sempre e solo l’austerità del bilancio dell’Hellas Verona, fatto di continue rinunce e mancati investimenti, di retrocessioni obbligate per non fallire, come recentemente dichiarato da qualcuno, che riesce a tenere su tutta la baracca sportiva e… non sportiva.
Ci teniamo a sottolineare, in conclusione, che la nostra analisi non è mai stata “contro” qualcuno, ma si è sempre basata esclusivamente sui fatti e sui bilanci. Fatti che nessuno ha mai confutato e informazioni tratte da bilanci pubblici ai quali si può liberamente accedere con un piccolo investimento economico... e anche un po’ di preparazione in materia. La nostra analisi ha voluto sempre essere “pro”, sempre a favore dello sviluppo di una società trasparente, di una società maggiormente partecipata, di una società del territorio e per il territorio. Dietro non c’è alcun interesse del singolo ma solo la volontà di essere una delle forze trainanti nella formazione di una coscienza comune che oggi più che mai deve riuscire a porre il “tifoso” nel ruolo di primo interprete.
A.C. Verona Hellas Supporters Trust
Ufficio Stampa (W.W.)
Verona col Cuore è uno strumento di partecipazione con il quale si intende, in un prossimo futuro, partecipare alla vita ed ai programmi dell’Hellas Verona favorendone la crescita economica e sportiva, anche attraverso la partecipazione diretta al capitale sociale del Club, coinvolgendo tutti coloro che hanno a cuore il nostro futuro.
FONTE: VeronaColCuore.it
"STEMMA HELLAS DEVE ESSERE TOLTO"
Dopo con i tifosi, Setti rompe anche coi tassisti
20/11/2018 11:53
Dopo la frattura coi tifosi, ora Setti "rompe" anche con i tassisti. Dopo che si è chiuso l'accordo economico di partnership con Radiotaxi Verona, la società dell'Hellas ha intimato a tutti i tassisti scaligeri di togliere l'adesivo con lo stemma del Verona da ogni veicolo che gira in città.
Finita la pubblicità (quindi soldi) al Bentegodi, da via Francia non è ammissibile che lo stemma del Verona giri "gratis" per le strade, così "senza pudore" visibile a tutti...
L'ennesimo segnale di allontanamento dalla città in vista della cruciale sfida col Palermo.
FONTE: TGGialloBlu.it
Complimenti dottoressa Elena Setti
novembre 20, 2018
La figlia del presidente dell’Hellas Verona, Elena Setti, si è laureata allo IULM in relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa. Nella foto pubblicata sui social, Elena è in compagnia del fratello Federico, insieme a mamma e papà. Congratulazioni a Elena Setti da parte di Hellas Live per l’importante traguardo raggiunto
FONTE: HellasNews.it
DOPO LA CONFERMA DI GROSSO
Caro Setti... Lettera di un tifoso milanese
16/11/2018 12:08
Caro signor Setti,
mi permetto di scriverle questa lettera, che preciso viene dal cuore di un tifoso, nell’eventualità sempre meno remota che di quello che accade in questi giorni a lei sfugga la dimensione grottesca e la grande sofferenza che la società ma soprattutto la squadra di cui lei è presidente ed azionista di maggioranza stiano arrecando a noi tifosi dell’/=\ellas Verona.
Prima di porle dei quesiti basilari sul futuro prossimo che attende la nostra squadra, mi permetta di spiegarle chi sono, e che cosa sono l’/=\ellas Verona Football Club e la gente che lo circonda. L’/=\ellas possiamo paragonarla ad un’automobile affascinante, prestigiosa, forse un po’ agée. Un’automobile che certamente ha visto giorni migliori e ma certamente può darle ancora grandi soddisfazioni. Noi tifosi invece, vecchi e giovani, lontani e vicini, siamo le etichette pubblicitarie, i festoni attaccati a quell’automobile che lei sta conducendo, quelli che fanno un terribile e gioioso casino e che la rendono unica.
E’ vero, lei è al volante, l’automobile ci trascina, ma noi trasformiamo questa automobile in qualcosa di speciale, di bello. Senza di noi è solo un’auto, forse anche un po’ triste. Lei tanti anni fa ha acquistato l’/=\ellas ma temo non le abbiano spiegato che in qualche modo questa società è anche nostra.
Non mi fraintenda, in Italia la proprietà privata è ben tutelata, ma il fatto che io abbia volutamente associato questo aggettivo di possesso all’/=\ellas è solamente per farle comprendere che i colori gialloblu, la sua storia centenaria, il suo essere sono parte integrante di ognuno di noi, tifoso, veronese, cittadino o persona che sia.
La nostra pazienza e la nostra dignità sono state messe a dura prova negli ultimi anni, per essere più precisi negli ultimi quattro anni dove abbiamo visto scivoloni clamorosi, risalite non del tutto diritte, pochi momenti di gioia contrapposti a parecchie situazioni dolorose, il tutto vissuto tra clamori e silenzi.
Credo che ora il tempo delle parole o delle mezze misure sia terminato, è giunto il tempo di agire, di agire concretamente per il bene dell’/=\ellas, investendo un po’ di quel denaro che credo, signor presidente, lei abbia percepito grazie ai diritti tv, alle plusvalenze ottenute dalla vendita di determinati giocatori, e al sostanzioso paracadute concesso dalla Lega per il risultato sportivo ottenuto lo scorso anno, la retrocessione in serie B.
Vede, non conta spendere tanto o poco, bisogna spendere oculatamente il capitale di cui si dispone con scelte ponderate. Lei è un imprenditore, conosce perfettamente il mondo degli affari, di certo non mi metto ad insegnarle il mestiere, però vedendo gli ultimi risultati e gli investimenti fatti per riportare il blasone di questa società dove merita, ovvero in serie A, mi sembra che siano stati commessi degli evidenti errori, o possiamo chiamarle anche maldestre imperfezioni, se la parola “errore” per lei non è contemplata.
A nome mio, ma credo per certo anche a nome di un intero popolo, quello gialloblù, le chiedo seriamente di riflettere su queste semplici domande: il signor Fabio Grosso lo ritiene un allenatore da /=\ellas Verona? Secondo lei è giusto proseguire ancora con la sua guida tecnica, In base ai risultati conseguiti sino ad ora?
Giusto per informare, prima di una sua risposta in qualità di capo dell’azienda /=\ellas Verona, le sottopongo alcuni dati meramente statistici e tecnici della nostra squadra: in campionato stazioniamo attualmente al sesto posto; su 12 gare abbiamo ottenuto 5 vittorie 3 pareggi e 4 sconfitte, nelle ultime 7 partite abbiamo racimolato solo 5 punti, il che significa ben 4 sconfitte; sempre nelle ultime 7 partite abbiamo segnato 6 gol subendone 11 (forse un po’ troppi) determinando di conseguenza che la nostra difesa è la sesta peggiore della categoria… Tralasciando le statistiche, purtroppo ci sarebbe ancora molto da dire, e venendo ai dati tecnici, la nostra squadra è statica, involuta, senza grinta e non propone un gioco proficuo subendo spesso la pochezza dell’avversario.
Credo che con questi pochi dati alla mano, preciso reali e non inventati visto che sono verificabili su ogni giornale e/o almanacco della stagione 2018/2019, qualsiasi presidente avrebbe tranquillamente preso la decisione di esonerare l’allenatore, invece la notizia che tutti noi ci aspettavamo, stampa compresa, non è arrivata. Al contrario abbiamo appreso che la fiducia è stata nuovamente riposta all’allenatore Fabio Grosso ed il suo staff. Che dire, complimenti!!!!
Magari un giorno, spero non troppo lontano, potrà spiegare a tutti noi il Vero motivo della sua scelta, visto che le poche righe riportate sul sito ufficiale sono di circostanza. Credo che un incontro faccia a faccia con tutta la stampa, senza le solite restrizioni sugli accrediti, sia doveroso vista l’attuale situazione.
Lasciando da parte per le miriadi di contestazioni, di fischi, di divergenze, di cattiverie in generale che in queste ore immagino le saranno rivolte, visto il periodo triste e teso che sta vivendo l’intero popolo gialloblù, mi permettevo comunque di sottolinearle quanto servisse in questo momento prendere una decisione estrema: “l’esonero di Fabio Grosso”.
Purtroppo non so se questa lettera possa aprirle per un attimo gli occhi e la mente, ma la prego di ripensare alla decisione che ha appena preso. La figura dell’allenatore è un ruolo chiave all’interno di una squadra e di uno spogliatoio, il suo carisma spesso può determinare la vittoria o la sconfitta di una partita. Io sono convinto che la fortuna di una squadra sia frutto non solo della rosa di giocatori che possiede, ma anche dalla guida tecnica che c’è dietro.
Puntare ancora su Fabio Grosso, personalmente parlando, la vedo come un perseverare su una scelta sbagliata, ma soprattutto la vedo come un ennesimo affronto a tutti i tifosi dell’/=\ellas Verona. Serviva una scossa che potesse riaccendere l’ardore sportivo, la passione, ormai assopiti e riavvicinare il popolo gialloblù alla squadra ed alla società stessa.
Non so se lei se ne sia reso conto, ma ad oggi l’indice di gradimento nei suoi confronti è calato a picco, e i tifosi sempre di più si stanno allontanando con decisione ed enorme tristezza dall’/=\ellas, un sacrilegio che nessuno pensava potesse mai avvenire (su questa mia ultima frase può trovare riscontro passeggiando brevemente tra le strade del centro, oppure in piazza Bra… domenica sera, dopo la partita con il Brescia, di tali commenti nei suoi confronti ne ho sentiti parecchi).
Se lei provasse ad affidarsi a persone competenti si renderebbe conto che sul mercato ci sono due allenatori esperti, entrambi legatissimi alla piazza e al bene dell’/=\ellas. Se ascoltasse le loro interviste passate, reperibili su internet e/o youtube, capirebbe dalle loro dichiarazioni quanto legame ci sia tra loro e noi. Alla luce di questo, le chiedo, perché non ha provato a contattare il sanguigno Alberto Malesani, veronese doc, oppure il metodico Francesco Guidolin pupillo, mai dimenticato, del nostro Osvaldo?
Il tempo giocava, per una volta, a nostro favore, vista la sosta delle nazionali ed il successivo turno di riposo, contrariamente ripartiamo per l’ennesima volta da un allenatore non adatto alla categoria e da una forte disaffezione che sta colpendo gran parte dei tifosi.
Le mie saranno, alla fine di questa lunga lettera, semplici parole di un tifoso che seppur non di Verona, abito a Milano, rimane legatissimo da generazioni alle radici di questi colori, i colori dell’/=\ellas. L’/=\ellas è un Amore, il primo, e quindi non lo si potrà MAI dimenticare, è tuo e vive con te per sempre… sentimenti che probabilmente non l’hanno mai toccata o più semplicemente che non ha mai compreso a fondo.
Massimiliano
PS: prima di congedarmi definitivamente vorrei lasciarle una citazione, mio nonno diceva sempre: "il valore di una persona si misura dai fatti, non dalle parole".
VERONA SEMBRA SEMPRE PIU' TRASCURATA
Setti, Mantova e Garelli ironia social dei tifosi
16/11/2018 09:39
E' notizia di pochi giorni fa del coinvolgimento di Maurizio Setti nel progetto di rinascita della Garelli, la storica casa motociclistica italiana.
Dopo l'acquisto del Mantova e la conferma di Grosso contro tutto e tutti, Verona sembra sempre più trascurata. Così ai tifosi è rimasta solamente l'amara ironia da esprimere sui social...
IL PRESIDENTE DEL VERONA
Setti investe per la nuova Garelli
14/11/2018 14:46
Anche Maurizio Setti affiancherà gli imprenditori romagnoli che rilanceranno la storica Garelli, partendo dalla produzione del modello ‘Ciclone’.
Il presidente del Verona, insieme ad Andrea Casadei e Giacomo Galeazzi ha siglato un accordo con la Finsec.
Si tratta di un contratto d’affitto che in pochi anni dovrebbe sfociare nell’acquisto della storica casa motociclistica italiana. A riportarlo è il Resto del Carlino.
IL "NON ESONERO" DI GROSSO
Setti tira dritto e va ancora contro la piazza
14/11/2018 09:40
Non c'è due senza tre. Setti l'ha fatto di nuovo: non ha esonerato un allenatore nonostante i risultati pessimi e nonostante tutta la piazza spingesse per il cambio in panchina.
Così come era successo con Mandorlini (14 partite e 0 vittorie) e Pecchia, dopo l'umiliante sconfitta in casa col Crotone, anche per Grosso, dopo la disfatta di Brescia, è andato in scena lo stesso copione.
Il vertice con D'Amico (così come quelli con Bigon e Fusco) ha partorito un topolino: il solito comunicato del presidente che ribadisce fiducia all'allenatore, auspicando un miglioramento dei risultati.
Setti ancora una volta si è messo contro la piazza: la frattura questa volta potrebbe essere insanabile. Una sconfitta nella decisiva partita in casa contro la corazzata (quella sì) Palermo potrebbe far aprire definitivamente il vaso di Pandora (e questa volta chiuderlo sarebbe impossibile).
FONTE: TGGialloBlu.it
EDITORIALE
Riecco la Pravda. Repetita non iuvant
Setti e i comunicati. Nulla di nuovo
14.11.2018 06:00 di Lorenzo Fabiano
Il Soviet Supremo ha partorito il topolino. Il temuto comunicato dell’agenzia Tass attraverso le colonne della Pravda è arrivato: poche righe per confermare Fabio Grosso in sella. Ipse dixit Maurizio Setti. Un paio di giorni convulsi e turbolenti per ridurre il tutto alla più classica delle versioni del Tanto Rumore per Nulla di shakespeariana memoria. Decidere di non decidere pare essere diventata una prassi consolidata dalle parti di Via Francia.
Ci risiamo: due anni fa Setti impiegò 14 giornate (con la squadra all’ultimo posto in classifica e zero vittorie) a chiudere con Andrea Mandorlini un rapporto che già al termine della campionato precedente era arrivato alla fine naturale del suo ciclo. Lo avesse fatto prima, ci saremmo risparmiati una buona dose di acide code velenose e avremmo forse potuto coltivare ancora un briciolo di speranza di salvezza in più. Lo scorso anno l’ostinazione del presidente di proseguire con Fabio Pecchia fino alla fine (ma che comodo parafulmine, vero presidente...?), altro non ha prodotto che retrocedere all’arma bianca, far esplodere la rabbia popolare, e rendere la vita impossibile allo stesso povero Pecchia, fatto oggetto suo malgrado di ogni ingiuria possibile e immaginabile. Umanamente, non un bel quadretto.
In estate si erano gettate le basi per una rifondazione; squadra affidata a una nuova scommessa come Fabio Grosso, direzione sportiva al giovane e tenace Tony D’Amico, autore di una campagna acquisti e trasferimenti a detta di tutti importante e ben condotta anche grazie alle casse risanate da Filippo Fusco (che almeno questo glielo si riconosca). Le premesse per una sana ricostruzione da cui poter ripartire insomma c’erano tutte. E invece dopo qualche giro in altalena, la terra ha cominciato a tremare nuovamente sotto i piedi e le vecchie magagne sono riaffiorate tutte. Che la pazienza della tifoseria fosse ridotta ai minimi, non serviva certo il tonfo di Brescia per capirlo; pur delusa e incazzata, a luglio la gente del Verona si è messa in fila ordinata sotto il solleone a sottoscrivere gli abbonamenti e rinnovare il proprio sostegno. Un atto eroico, un encomiabile gesto d’amore di cui Setti avrebbe potuto (e dovuto) tener conto di fronte allo strazio della situazione attuale.
Nulla abbiamo contro Fabio Grosso, che anzi è una degnissima persona alla quale auguriamo tutte le fortune di questo mondo, ma che questo comunicato riduce ad un Dead Man Walking, alias parafulmine marca Pecchia 2.0. Qui o la andava o la spaccava. Ha spaccato. Nessuno chiedeva a Setti di seguire gli umori della piazza, ma perlomeno di ascoltarla, questo sì. Il sacrificio di Grosso, ma guarda in che razza di manicomio è capitato, poteva essere l’occasione per un riavvicinamento, per tendere una mano e avviare le prove tecniche di ricomposizione di una frattura che se per taluni era già comunque esposta e scomposta, alla luce delle parole pravdiane del presidente risulta ormai insanabile.
Predichiamo da sempre equilibrio, i mangiallenatori alla Zamparini di turno per intenderci non fanno per noi, ma allo stesso tempo apprezziamo interventismo e decisionismo, quando serve. E qui serviva eccome. Decidere di non decidere non è una risposta, dire per dire nulla è anche peggio. Al Verona succede spesso. Ma che il nulla ci tocchi sempre apprenderlo dalle colonne della Pravda e mai direttamente dalla bocca dell’uomo al comando del Verona, è proprio il colmo dei colmi. Repetita non iuvant, caro presidente.
FONTE: TuttoHellasVerona.it
SETTI PRIGIONIERO DI SE STESSO
Tutto come prima, ma peggio di prima. Il Verona ha valutato che la scelta Grosso è ancora la migliore possibile. Questo lascia sconcertati i tifosi gialloblu che vedono polverizzarsi le speranze di riprendere la corsa della classifica con una squadra allo sbando a seguito di un'involuzione tanto preoccupante quanto senza sbocchi. Il problema di fondo è che, nella valutazione societaria, non esistono alternative a Grosso. Quali sono allora i lacci che imbrigliano la libertà di scelta di Setti? Innanzitutto quella di aver affidato baracca e burattini a D'Amico che ha voluto in estate (e difeso con argomentazioni francamente imbarazzanti) il suo vecchio amico in panchina. Ma chi è questo D'Amico? che esperienza ha? perché affidarsi a lui per un così complesso progetto di rilancio? Esonerare il mister significa inevitabilmente sfiduciare Setti, il suo direttore sportivo e il valore di gran parte della rosa (blocco Bari e Perugia) assemblata per rendere più agevole l'aggregazione. Qui non si tratta quindi solo di cambiare un allenatore, si tratta di mettere in discussione l'intero progetto che prevede: 1) contenimento dei costi dirigenziali (D'Amico), 2) ringiovanimento della rosa, 3) ruolo decisionale accentrato nel presidente. Nel Verona attuale manca infatti un direttore generale (sulla cui necessità si era espresso favorevolmente persino Fusco) che sia la sintesi tra la componente societaria, quella tecnica e la comunicazione (media, terzi e tifosi) e di un direttore sportivo autorevole nei rapporti tra allenatore e spogliatoio (la gestione del caso Pazzini su tutti). In più, abbiamo una rosa lunga, piena di giovani ma anche di giocatori che non riescono a dare il loro reale contributo perché impiegati male. Non si tratta quindi di valutare un cambiamento in panchina nell'ambito di una struttura dirigenziale consolidata ed affidabile, ma di ammettere che gran parte delle scelte fatte finora sono errate. Setti ha già dimostrato di non essere un decisionista (certi errori del passato non si dimenticano), e non ha neppure interlocutori terzi e di spessore che lo possano consigliare. E' rimasto solo col suo progetto, prigioniero di se stesso.
La paura più grande che abbiamo noi tifosi in questo momento è quella di trovarci di fronte ad una squadra che, per l'ennesima volta, non sia in grado di affrontare le difficoltà del campionato. Per colpa di scelte sbagliate e di un presidente che non sa trasmettere quello di cui c'è assolutamente bisogno. Lo spirito con cui vedo giocare i gialloblu oggi è lo stesso remissivo e confuso degli ultimi campionati giocati senza lottare.
A tal proposito, c'è un punto che mi pare piuttosto chiaro e che dovrebbe allarmare il presidente. L'assurda difesa ad oltranza di Pecchia, l'anno scorso, era basata su un elemento oggettivo (squadra scarsa e società senza soldi) e uno soggettivo (il gruppo, nonostante tutto, seguiva il mister). Per compiacenza, aggiungo io, non certo per mettersi in discussione. Del resto, metà rosa era in prestito e metà era composta da giovani e giocatori in scadenza contrattuale. Oggi però il Verona è completamente rinnovato, ha acquistato e investito. Volente o nolente oggi c'è un indirizzo. La brutta sconfitta di Brescia, che aveva tutti i significati per essere la partita del riscatto, è testimonianza di un distacco totale tra la squadra e il tecnico. Il quale, senza alcuna logica, contro la Cremonese ha schierato il ragazzino Tupta al centro dell'attacco lasciando in panchina Pazzini e Di Carmine contemporaneamente (un tempo per uno no? troppo complicato?), rischiando in questo modo di bruciarlo; poi ha cambiato completamente modulo, li ha schierati per la prima volta insieme sbilanciando la squadra in una trasferta particolarmente difficile. Se avete notato durante l'intervista, il mister è apparso piuttosto frastornato e continuava a non rendersi conto del perché di una prestazione simile. Si è sentito lui stesso abbandonato dalla squadra.
Il problema è a monte. Grosso, lo abbiamo capito, uniforma i giocatori e li sottomette al modulo che ha in testa in un turnover continuo ed indiscriminato. Non distingue la qualità che ha a disposizione e non riesce ad impiegarla al meglio. Adatta tutti al suo pensiero. Per lui un giocatore vale l'altro. Sono soldatini. Tra l'altro, non riesce neppure a prendere le contromisure necessarie per blindare la difesa. Se pensiamo che a metà novembre non ha ancora trovato l'assetto di centrocampo e l'attacco titolare, ci chiediamo veramente se il gruppo è in grado di seguirlo?
Per quello che si vede poi, Grosso non appare neppure un gran motivatore. I gialloblu, quando sono in campo, esprimono ciò che lui richiede. Ecco perché cercano di addormentare il gioco, non aggrediscono mai, non ci mettono il cuore. Quando l'aspetto tattico ha il sopravvento su quello caratteriale e tecnico non puoi aspettarti prestazioni differenti, caro mister. Del resto, se per te Tupta vale Pazzini, Gustafson vale Zaccagni, Dawidowicz è un centrocampista di riferimento e Laribi sa giocare solo sulla fascia ti stupisci di come si comporta poi in campo la tua squadra?
Come finirà? Facile. Palermo e Benevento, prossimi avversari, hanno altre competenze in tribuna e altra qualità in panchina. Il Verona è destinato a galleggiare con risultati funzionali agli algoritmi che Grosso riuscirà in qualche modo a trasmettere. Oramai i tecnici migliori se li sono già presi, chi resta (Cosmi) può al massimo raddrizzare in primavera il risultato minimo. Setti ha prontamente spostato il progetto a medio termine. Nel frattempo deve chiedere a se stesso se è realmente quell'imprenditore capace di ottenere risultati anche nel calcio oppure mettersi a disparte e avere l'umiltà di affidarsi a collaboratori capaci. Nel frattempo, il cielo sopra Verona è grigio. Umido e sgradevole.
Massimo
Colonna sonora: No ordinary love, Sade
Hellastory, 14/11/2018
FONTE: HellasStory.net
12 NOV 2018
HA VINTO SETTI
Il castello di carta della (cattiva) propaganda si è disintegrato. Ed era pure prevedibile. Ecco, non pensavo così in fretta, non credevo che la caduta sarebbe stata così subitanea e clamorosa. Ma che il Verona paghi oggi gli errori estivi (qui anticipati) è acclarato: poche spese, l’improvvisazione di Setti, la debolezza di di D’Amico, l’inadeguatezza di Grosso e di una squadra costruita (al di là di qualche nome) male, con doppioni e ruoli scoperti, senza razionalità e in parte sull’onda delle occasioni in saldo di qualche squadra fallita. Gli stessi errori di presunzione dell’anno precedente, né più né meno. Ma con l’aggiunta di una fake news: Verona corazzata del campionato. Ma quando mai?
Ma qui – Grosso o non Grosso – l’origine di tutti i problemi resta Setti. E siamo sempre lì: si può fare calcio senza veri investimenti? Si può amministrare una società di calcio non considerando la parte sportiva prioritaria (“prima il bilancio”)? Che senso ha? Possibile che nel Verona manchi un direttore generale e che il direttore sportivo sia un giovane novizio? Possibile che ci devono pure prendere in giro con dichiarazioni marziane (vedi D’Amico e Grosso che hanno detto che “l’inizio di campionato è stato al di sopra delle aspettative”, io ricordo un tristissimo pari casalingo con il Padova e una vittoria a tavolino).
Eppure anche la piazza deve fare autocritica. Dove sono finiti quelli che in estate ci insultavano sui social semplicemente perché avevamo il viziaccio di raccontare la verità? Dove sono quelli che “hanno fatto bene a togliervi l’accredito”, come se il torto lo subissimo noi e non lo stesso tifoso che ha il diritto a una vera e plurale informazione (noi siamo solo strumenti)? Vorrei sapere dove albergano ora quelli che “voi criticate sempre, avete rotto” (dovevamo applaudire l’orribile spettacolo?). Non li vedo più, spariti, volatizzati.
A Verona, forse, dovremmo un po’ maturare: imparare a distinguere il tifo dall’esercizio di critica. E questa società da quello che è il nostro Verona. Altrimenti ha ragione Setti e così vince davvero tutto lui. Anzi, ha vinto lui.
Francesco Barana
11 NOV 2018
INCAPACITA’ TOTALE
Ho evitato di scrivere dopo il triste pareggio con la Cremonese perché andava benissimo il post precedente dal titolo “PIATTUME”. La tentazione di togliere la seconda lettera e intitolare il nuovo post PATTUME è stata forte, lo ammetto. Ha vinto la mia parte moderata e meno volgare. Certo è che lo spettacolo offerto dal Verona con la Cremonese e a Brescia è stato indecente. Roba da impacchettare e gettare nel cassonetto delle immondizie (tanto per restare in tema).
I problemi sono molteplici. C’è un direttore sportivo inadeguato, un allenatore incapace, un presidente presuntuoso, una squadra che non rende come dovrebbe. Soluzioni? La più facile e logica è cambiare guida tecnica. Sono convinto che questa rosa, gestita diversamente può fare molto meglio. Grosso è in confusione totale. Lo vediamo noi, lo vedono i giocatori e dovrebbe vederlo anche il presidente nonostante gli occhiali scuri e il fumo del sigaro che può creare qualche problema di visibilità. Scherzi a parte, se sei convinto di aver costruito una squadra in grado di vincere il campionato, non puoi tenere un tecnico così.
Setti ha commesso tanti errori da quando è presidente del Verona. Ha sbagliato scelte, uomini, programmi, dichiarazioni e silenzi, azioni, tempi e atteggiamenti. Recuperare credibilità è impresa molto ardua. Prendere un allenatore capace, con un certo curriculum e non un’altra scommessa, potrebbe essere un piccolo punto di partenza, anche se i traguardi da centrare per riscattare i tanti fallimenti sono altri. Tornare in A è solamente il primo. Buona fortuna.
Luca Fioravanti
11 NOV 2018
FAKE-ALLENATORE E FAKE-DS
Da agosto ho invocato un Verona a due punte ma dopo Brescia ho capito che quello non è il problema. La gara con il Brescia ha sancito definitivamente che il problema del Verona non sono i moduli né tantomeno gli attaccanti (posto che Pazzini fuori da quattro gare consecutive ha marcato anche oggi…).
Il problema del Verona è l’uomo che la dirige in panchina, fortemente voluto da Setti che per prenderlo ha sfidato la piazza e i tifosi, convinto di avere ragione. Grosso è l’allenatore sbagliato nel momento sbagliato, solo la terribile presunzione del presidente carpigiano ha potuto creare questo ulteriore bubbone esploso alla giornata numero 12 dopo una indegna (si può dire? o mi querelate?) partita a Brescia. Non era difficile capire che Grosso non avrebbe potuto essere l’uomo che risolleva la piazza a Verona. Il suo gioco monocorde, gli allenamenti a porte chiuse, le sue conferenze-stampa carillon (capaci di addormentare anche un neonato col mal di pancia), le sue frasi fatte, non potevano essere la benzina per ripartire dopo lo schifo (si può dire o mi querelate?) della scorsa stagione.
A Bari vedevano Grosso un po’ come noi vedevamo Pecchia. Anzi, anche peggio. Setti però ha voluto continuare sulla stessa strada. Ha confermato il signor Tony D’Amico, il braccio destro di Fusco, dando quindi continuità a quel percorso fallimentare. E al posto di Pecchia ha preso Grosso che ben presto si è rivelato molto peggiore di Pecchia che perlomeno in B aveva fatto un gran calcio.
Mi sembra logico a questo punto che lunedì mattina il Verona stili un comunicato cacciando questo “fake-allenatore” che sta tradendo ogni aspettativa. E con lui ovviamente il “fake-ds” (altra querela? Si chiama ironia, fatevene una ragione…). Ma la logica quando si tratta di Setti e di questa società non può essere invocata. Quindi non mi stupirebbe rivedere Grosso ancora alla guida del Verona quando si tornerà a giocare. Al peggio non c’è mai fine…
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
IL VERONA E IL PROBLEMA "COMUNICAZIONE"
INVITO A CENA (SENZA DELITTO)
08/11/2018 18:33
Caro presidente sono convinto che la maggior parte dei problemi di questo mondo sia il difetto di comunicazione; quest’ultima può mancare del tutto, oppure essere carente, oppure essere esercitata male.
Ho frequentato, per i miei studi, la provincia modenese ed ho sempre trovato persone trasparenti nelle azioni e dirette nel modo di esprimere i concetti che – mi permetta – non ravviso nella Sua persona, probabilmente perché non ci conosciamo…ecco, per l’appunto, la mancanza di comunicazione comporta anche l’impossibilità di una effettiva conoscenza.
Ecco il motivo del mio invito che non è solo provocatorio ma, mi creda, effettivo e reale; vede presidente dal mio punto di vista trovo che Lei e la società che ella presiede siate incorsi in tutte e tre le fattispecie elencate.
Vi è stata sempre l’assoluta mancanza di comunicazione ad esempio nel non spiegare, non solo ai tifosi, ma a tutti veronesi dove ponga le radici effettive il gruppo che detiene la maggioranza delle azioni dell’Hellas; certamente Lei è liberissimo di non farlo e di non dirlo ma questo genera una serie di pensieri a cascata e di considerazioni ad effetto domino che portano alle peggiori congetture. Mi chiedo, se non vi è nulla di strano, perché non dirlo, si creerebbe quella conoscenza di cui parlavo e si eliminerebbero preoccupazioni in tutti coloro che hanno a cuore i colori gialloblu.
Vi è stata carenza di comunicazione quando non si dice realmente come stanno le cose – ad esempio sul campionato dello scorso anno – o su la situazione di Pazzini ora, e si ricevono poi dichiarazioni come quelle recenti di Pecchia (su cui mai è arrivata una rettifica) che ci delineano un quadro totalmente diverso da quello prospettato.
Vi è un uso erroneo della comunicazione ad esempio laddove Lei si rivolge con una lettera ai tifosi, feriti ed umiliati da una stagione disastrosa, ai quali si doveva a mio avviso solo chiedere scusa.
Vede Presidente la Società è giuridicamente Sua, ci mancherebbe, ma è un patrimonio di affetti di tutta Verona che, mi consenta un consiglio – Lei dovrebbe vivere maggiormente, e affermare di essere il padrone e di fare quello che vuole non è un bel modo di porsi e continuando di questo passo – mi permetta – si perderanno anche i tifosi ora rimasti.
Ecco il perché del mio invito a cena, che Le ho rivolto parafrasando il titolo di un noto film, perché magari il dialogo che ne scaturirebbe potrebbe portare a modificare le mie opinioni che, mi creda, sono condivise da molti.
Massimo Belligoli
FONTE: TGGialloBlu.it
VISTO DA NOI
03 novembre 2018 - 16:21
Verona a stento e quel “Non fatemi parlare” di Setti
Momento difficile in casa Hellas: risultati magri e contestazione. L’ira del presidente
di Andrea Spiazzi, @AndreaSpiazzi
A volerci vedere del buono è andata bene a non perdere con la Cremonese, perché gare così spesso presentano il conto totale da pagare. Buon per i gialloblù che il “Mandorla”, che doveva salvare la panchina, nella ripresa si è rifugiato nella sua metà campo rispolverando per lunghi tratti il caro buon vecchio catenaccio. L’Hellas, chiamato alla svolta dopo la delusione di Ascoli, non si è presentato all’appello preparato e ha steccato, seppure a metà. Assistente e traversa non hanno dato una mano, ma sono alibi fragili a fronte di un’altra partita nella quale il portiere avversario ha dovuto preoccuparsi davvero poco e in cui non si è visto un gioco continuo e produttivo quanto basta per essere degno di una pretendente alla promozione.
La sfiducia dell’ambiente ha raggiunto livelli elevati. Uno stadio che dileggia la propria squadra, del resto, la dice tutta sul grado di credito che ha la truppa di Grosso, allenatore in testa. Per non essere esonerato il tecnico dovrà ora centrare partita e risultato a Brescia.
L’Hellas ha perso il suo ritmo promozione alle prime difficoltà, precisamente dalla sconfitta di Salerno, arrivata dopo tre vittorie di fila (quattro con Cosenza). Poi col Lecce si è persa la gara e soprattutto Ryder Matos, vero mattatore e anima del valido inizio di torneo nel quale non si può dire che non si sia visto del buono. Sono venute quindi a galla la paura di perdere e dunque una personalità carente in vari momenti chiave delle partite. Il Verona, poi, non ha saputo inspiegabilmente capitalizzare l’energia positiva arrivata dopo aver battuto il Perugia, seppur in una gara “sporca” e ben giocata solo per mezzora, andando a far brutta figura ad Ascoli. Ieri il brodetto con i grigiorossi.
Maurizio Setti a fine gara era nero in volto come la pece. “Non fatemi parlare”, il suo commento prima di scartare di lato verso la sua auto. Non è escluso che in settimana il patron del Verona voglia tenere tutti a rapporto, per incalzare squadra e allenatore. Setti, che è tornato a mettere soldi, vuole salire in A ed è ovvio che non sia contento. Nessuno oggi scommetterebbe su un Verona di nuovo vincente e sulla permanenza di Grosso in panchina. O questa squadra riuscirà a cementarsi nelle difficoltà o sarà impossibile venirne fuori. Chi di dovere, quindi, dovrà provvedere a far ricredere gli scettici, ai quali certo oggi non si può dar torto. La ricetta è una sola: vincere. E poi vincere ancora.
FONTE: Hellas1903.it
03 NOV 2018
NON NE VALE LA PENA… NON COSÌ. IO MI FERMO QUI.
Ci sono momenti nella vita in cui si ha il dovere di guardarsi dentro e se ciò che appare è in totale distonia con la propria coscienza, se si è uomini e non burattini, ci si ferma; quel tanto che basta per capire se valga ancora la pena andare avanti.
E così quando la partita, gli aspetti tecnici e tattici, diventano paradossalmente secondari… quando tenere alta l’attenzione su colui che tutti considerano il vero male del Verona, ti porta solo rogne… e per assurdo nel momento in cui cerchi di smuovere le coscienze semi-addormentate, diventi addirittura il bersaglio da colpire… beh, forse è davvero il momento di riflettere… e bene anche.
Sono sinceramente stanco di attaccare allenatori totalmente inadeguati, schiavi della Società, che anziché ambire a diventare grandi si accontentano del contrattino annuale o biennale… e obbediscono ”, anche a costo di appiattire con la loro mediocrità una rosa non eccelsa ma da tutti riconosciuta tutt’altro che mediocre.
Quante parole abbiamo sprecato ad esempio, a criticare l’ex Fabio Pecchia, un quaquraquà che ha recitato la parte, salvo dichiarare in tv di recente: “con quella squadra fatta a costo zero era impossibile salvarsi”.
E quante parole stiamo sprecando per Fabio Grosso, l’ennesima terza scelta asservita alle logiche aziendali. Uno che per zittire chi lo critica per lasciare Pazzini in panca, in panca ci manda anche Di Carmine, mandando in campo un ragazzino della Primavera. A uno così che gli vuoi più dire? Primo: sei scarso. Secondo: fatti vedere da un bravo analista. Questo gli puoi dire.
Persino chiedere ai tifosi di unirsi in una protesta collettiva forte si è trasformata in “lesa maestà”… e dall’alto dei miei prossimi 60 anni vissuti con il massimo rispetto e la massima dignità, mi spiace ma non accetto lezioni da nessuno.
Un coro con tutta la rabbia e il risentimento contro Setti da parte di tutto il Bentegodi vale i mille post di tre ardui “Don Chisciotte” che scrivono su un blog.
I cronisti non potrebbero ignorarlo nè in diretta TV nè sulla carta stampata.
Un coro dall’effetto deflagrante, perché la “voce” di chi ama il Verona che si fa sentire.
Aspettando quel coro, costante nella sconfitta come nella vittoria, io mi fermo… mi siedo… guardo il mulino a vento che dovrei combattere (Maurizio Setti) e mi rendo conto che si, mollare è sbagliato, ma continuare non serve a niente. Non così.
Le battaglie si fanno tutti insieme in nome di un’unica fede.
Mi rialzerò quindi solo quando scoprirò di avere al mio fianco un vero esercito, quello che, piaccia o no, ora non esiste.
Ne godrà Maurizio Setti che avrà un accanito detrattore in meno che puntualmente lo attacca, ma non canti vittoria… tornerò più forte di sempre.
Staranno sereni anche coloro che pensano più ad attaccare chi attacca Setti che non il contrario. Una vittoria di Pirro. Contenti loro.
Sono stati mesi bellissimi quelli vissuti sentendomi tifoso tra i tifosi. Prendendomi critiche e parole… ma anche tante, tantissime condivisioni e sostegno morale.
Mesi anche difficili perché vissuti all’insegna del “mai una gioia”, ma tant’è, troppo comodo scendere in campo per “vincere facile”.
Mi vanto di non aver mai e ripeto mai “bannato” nessuno. Mai!
Sono fiero di aver dato voce a chi ama davvero l’Hellas Verona, tra i quali un gruppo di fedelissimi che ho scoperto persone meravigliose dalla passione smisurata. .
Il mio post migliore? La lettera di un Butel da Lassù nel Ciel, ispiratami dal Fuss, ragazzo che conoscevo e ho visto spegnersi circondato dall’effetto dei so amici Butei, in una stanzetta di ospedale piena di sciarpe e bandiere gialloblù.
Il più visitato? Quello completamente vuoto. Post querela di Setti. Nessun titolo e all’interno una pagina bianca: oltre 10mila visualizzazioni e migliaia di persone che sono entrate per riempirla di passione, di amore, di Gialloblù.
Grazie amici gialloblù.
Grazie Butei.
È stato bello… davvero.
a presto… io… io non mollo… mai!
Mauro Micheloni
31 OTT 2018
IL POST PIÙ PERICOLOSO… e forse ultimo!
Un Vero Presidente dopo la soporifera, impalpabile, partita di Ascoli, “meritatamente” persa (quando non fai nulla per vincere meriti di perdere), contro una modestissima squadra, si sarebbe presentato alla stampa chiedendo umilmente scusa.
Un Vero Presidente, ad un allenatore che nel post partita dichiara “il pareggio era risultato giusto” “siamo venuti per vincere”, direbbe “ma che cazzo dici?” “Stai zitto che è meglio”.
Ma un Vero Presidente potrebbe farlo solo se “libero” di farlo.
Se Grosso è frutto della sua strategia low cost (DS che porta il Mister, Mister che porta svincolati da fallimento societario) diventi complice di tale mediocrità. Sei un presidente furbo, scaltro, non disonesto (sino a prova contraria) ma straordinariamente “mediocre”
Un Vero Presidente si sarebbe già mangiato un allenatore che si permette di lasciar marcire in panchina un giocatore come Pazzini (soprattutto alla luce dei venti fuorigioco di Di Carmine a cui va la scusante di un 4-3-3 che lo abbandona davanti a far reparto da solo che è l’ultima delle sue caratteristiche).
E un Vero Presidente che in passato ha urlato per acquisti costosi poco utilizzati (Saviola remember?) non puó accettare che un giocatore da oltre un 1 milione di euro netti a stagione (con contratto sino al 2020) sia messo ai margini. A meno che (ed è quello che i più pensano) non sia cosa voluta per ragioni immaginabili ma non sostenibili senza prove (sennò giù querele).
Un Vero Presidente, di fronte a una tifoseria “totalmente contro”, una città che non lo ama (ricambiasemplicemente iL medesimo sentimento) penserebbe seriamente a mettere in vendita la Società al giusto prezzo (e non sparando milioni a cazzo).
Un Vero Presidente non si nasconde. non si trincera dietro interminabili silenzi (salvo esternare in video-mega-sermoni non credibili e terribilmente noiosi).
Un Vero Presidente prende il suo DS e lo manda in tv a dire qualcosa di più intelligente di quanto esternato dal suo allenatore, ma soprattutto a prendersi le proprie responsabilità. (D’Amico del suo mentore Fusco ha preso tutto tranne l’unico pregio che gli abbiamo sempre riconosciuto: l’averci messo la faccia nei momenti peggiori).
Gentile presidente (il minuscolo è non solo voluto ma meritato), lei stesso ha ammesso (solo a retrocessione avvenuta) che aver difeso Pecchia non avendo capito la situazione è stato il suo grande errore della scorsa stagione (a mio avviso è il minore, di responsabilità ne ha di enormi e lo sa).
Ora, alla luce di prestazioni patetiche come Padova, Salerno, Lecce, Venezia, Ascoli, prestazioni convincenti contro Carpi, Spezia e Crotone e tre punti presi a tavolino, un attacco super sulla carta che non segna, un gioco sempre uguale e sempre più noioso, pensa ancora che Fabio Grosso sia l’allenatore giusto per centrare l’obiettivo promozione? (per altro mai pronunciata nè da lei nè dal mister).
presidente… ascolti me, lasci perdere i poveri mortali come noi blogger tifosi… e si concentri a fare il Presidente, ma un Vero Presidente… ne guadagneremmo tutti.
Lasci perdere le querele come atto di intimidazione , più che tutela della sua persona, che a Verona mi creda, è compromessa da tempo anche senza bisogno dei nostri post.
(A proposito, glielo anticipo… un’eventuale sua prossima querela nei miei confronti sarebbe un bel casino per il carabiniere di turno chiamato a notificarmela, dal momento che io sarò presto dall’altra parte del mondo).
Ed ora la parte più pericolosa del post, dalla quale dipenderà il mio proseguo o meno in questa difficile quanto stimolante esperienza da blogger dell’Hellas Verona.
APPELLO ALLA CURVA SUD E A TUTTI I TIFOSO GIALLOBLÙ.
Personalmente mi sono rotto il cazzo di vedere che a rischiare il culo contestando e mettendoci la faccia (in questo caso la firma) siamo sempre i soliti noti (io, Vighini, Barana & C.).
NON BASTA CANTARE… È ORA DI SCHIERARSI… NEMICI O COMPLICI.
Perché non si discute la passione e il sostegno sempre e comunque, in casa e fuori, di cui siamo riconosciuti maestri in Italia e in Europa, ma è troppo comodo limitarsi al “coretto contro” a partita e lasciare i cazzi di avvocati e tribunali agli altri.
“Fuori i coglioni” di tanto in tanto nella vita è bene urlarlo anche a se stessi.
Mauro Micheloni
31 OTT 2018
CI MERITIAMO SETTI?
Zero-tiri-zero. L’incipit è rivelatore e assoluto. C’è da aggiungere altro? No, perciò la tentazione è di utilizzare lo straordinario metodo del sommo “Scriba” Gianni Clerici, che una volta a Wimbledon – dovendo commentare un vuoto 6-0 6-1 – non sapendo come riempire la consueta paginata di Repubblica senza propinare un pastone di banalità ai lettori, scrisse un meraviglioso racconto sulla gambe di una tennista.
Noi ahimè non possiamo: non siamo Clerici e ieri ad Ascoli non c’erano belle gambe da celebrare. Dunque, scusate la noia, ci tocca raccontare del solito Verona di Grosso: lezioso, velleitario, sonnolento, ridondante e narcisista. Un campionario di tutto quello che non serve per vincere le partite. Il tecnico sta confermando tutti i suoi limiti di Bari, né più né meno. O forse, e sarebbe il caso, potremmo disquisire del solito Verona di Setti: zero investimenti degni di nota, zero passione e un eterno vivacchiare sperando sempre nella mediocrità generale e non nelle proprie capacità.
Già perché ora non si cominci la battaglia dell’ovvio, cioè il tiro al bersaglio a Grosso come fu con Pecchia. Sia chiaro, in questo spazio ho manifestato fin dalla scorsa estate – in mezzo alla consueta grancassa celebrativa - le mie forti perplessità sull’allenatore e pure sulla squadra, costruita con qualità sparsa ma senza logica, doppioni e ruoli scoperti. Inutile guardare ai 3-4 nomi buoni, il calcio non è come le figurine. Ma chiedo: ce la prendiamo con Grosso e D’amico (a proposito dov’è?), o con chi li ha messi lì? Nei mesi scorsi avvertivo del clima oppiaceo e di facile rimozione che si percepiva in città tra i mass media e parte della tifoseria. Scrivevo che non ci faceva bene dimenticare la vergogna della recente retrocessione (sommata a quella di tre stagioni fa).
Grosso mi pare inadeguato per la nostra piazza e il nostro obiettivo (ma vogliamo davvero tornare in A?), così come lo era Pecchia. Ma la domanda vera e sostanziale è sempre quella: Setti è adeguato al Verona? Ce lo meritiamo? Lui legittimamente porta avanti il suo metodo, ma è altrettanto legittimo che qualcuno là in alto in città lo legittimi? Non è uno scioglilingua, è la domanda.
Francesco Barana
30 OTT 2018
LE VERITA’
Le verità fanno male. E solo quelli con la schiena diritta raccontano la verità. Le verità servono a crescere. A dubitare. A ragionare. Dubbi, non certezze. La verità è che questo Verona non potrà lottare per la serie A. Dopo dieci partite ormai s’è capito tutto. Grosso è questo. Le sue conferenze stampa sono nenie, il suo gioco un gigantesco sbadiglio. Un passo avanti e due indietro, un compitino che non morde, che non lascia traccia. Quattro punti in cinque partite, tre sconfitte, un pareggio, una vittoria arrivata con il fattore C. Grosso in panchina, il nulla accanto. Dirigenti invisibili, mai un’intervista, un’assunzione di responsabilità, un pensiero. Tutti a giocare a nascondino, nessuno che ci mette la faccia. E’ il Verona di Setti, di Grosso, di D’Amico e Barresi. Un Verona senza anima, paracadutato, che dovrebbe essere primo e in fuga e che invece è un’accozzaglia di giocatori mediocri. Setti è tornato a spendere, dicevano gli aedi quest’estate. Forse all’Ikea, non certo per il Verona. Abbiamo raccontato che non era vero, cifre alla mano. Il Verona è costruito con parametri zero, Grosso è stato un grimaldello per arrivare ai giocatori del Bari che si sono svincolati. Tutto previsto. Grosso come Pecchia è congenito a Setti. Dubito che verrà mai esonerato anche se le cose si mettessero al peggio.
Ma così non si fa calcio, non a Verona, piazza passionale e paziente, ma che non perdona le bugie. Grosso non è l’allenatore per il Verona. Non in questo momento. I sospetti e i miei dubbi estivi sono ora molto più concreti. L’obiettivo era riconquistare la gente. Penso ai 180 ragazzi che stasera torneranno da Ascoli. Nonostante tutto. Nonostante tutti. Nonostante questo Verona imbarazzante. Noi, ci potete giurare, continueremo a raccontare le verità. Di un Verona che è sempre più distante dalla gente, chiuso nel fortino di Peschiera, allenamenti blindati per offrire spettacoli così penosi. Di Pazzini che marcisce in panchina. Di un presidente che ha smesso di investire.
Più forti di chi cerca di minare la nostra professionalità, di chi cerca di farci paura, di querele pretestuose. Quando i nostri giornalisti sono stati tenuti fuori dalla presentazione di Grosso quest’estate vi dissi che quella battaglia era la vostra battaglia. Noi siamo sempre lì a combattere e lo facciamo perché nonostante Setti continuiamo a pensare che il Verona sia un bene e un patrimonio della città. Speriamo siate numerosi al nostro fianco, perché tra poco tutte le verità verranno a galla…
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
IL PATRON DEI VIRGILIANI
Setti gioisce per rigore parato dal Mantova
29/10/2018 15:32
"È stato il weekend dei rigori parati (alludendo anche a quello sventato sabato da Silvestri, ndr): faccio i complimenti a Brazinskas ed a tutto il gruppo per la prestazione di qualità ma anche di sofferenza. Su un campo dove era difficile giocare e cercare una manovra organizzata". Così Maurizio Setti è intervenuto alla Gazzetta di Mantova dopo il successo dei biancorossi grazie ad un rigore parato.
Setti, nella veste di patron del Mantova in D, ha concluso: "Sono contento perché vincere su questi campi non sarà facile per nessuno: anche perché il Villa d’Almé è una buona squadra e lo ha ampiamente dimostrato. Comunque noi dobbiamo continuare a lavorare a testa bassa e restare umili come abbiamo fatto finora”.
FONTE: TGGialloBlu.it
25 OTT 2018
LA SIGNORA DEL RUGBY
Finita l’intervista con Raffaella Vittadello, la signora del rugby veronese, i dirigenti della società mi hanno guardato strabuzzando gli occhi. “Guarda che è successa una cosa incredibile. Raffaella è schiva, non concede mai interviste… Chissà quando mai farà la prossima…”. Mentre mi raccontavano questo, guardavo la bellezza del centro sportivo costruito in via San Marco. Sorto quasi come se non si volesse disturbare. Senza proclami. Un metodo di lavoro che implica una filosofia. Se Raffaella Vittadello avesse voluto spendere quei soldi per costruire una squadra di vertice probabilmente adesso avrebbe portato a Verona facilmente lo scudetto. Si sarebbe presa un bello sfizio, ma niente di più. Invece quel centro rappresenta uno straordinario volano per tutto il movimento, non solo veronese, il cui impatto forse lo capiremo tra qualche anno. Su quei campi, intanto ci giocano decine di ragazzi, via San Marco è tornata a splendere, il degrado non abita più lì. Il Verona Rugby ha iniziato un ciclo, c’è un Accademia privata che non ha eguali in Italia, produrrà giovani talenti. Insomma, un gioiello destinato a durare. E’ evidente che il rugby non gode della popolarità del calcio, nè che Raffaella Vittadello ha avuto in questi anni milioni dai diritti televisivi, dagli sponsor, dai paracaduti. Quando le ho chiesto se ha trovato difficoltà burocratiche mi ha risposto di no. Vuol dire che anche le amministrazioni comunali non sono poi l’orco che qualcuno vuole dipingere.
Parlo a nuora perchè suocera intenda? Certo. E’ evidente. Il metodo di Raffaella Vittadello è un esempio. Come prima lo fu quello di Luca Campedelli che senza fare tanto casino ha dotato il Chievo di un proprio centro sportivo che ha risanato un intero quartiere, facendo sentire i propri benefici su tutta l’area dell’Adige. Nel frattempo anche la società di Stefano Magrini, la Bluvolley ha fatto un’operazione simile. Ha preso in gestione un’area che si stava degradando e ne ha fatto un piccolo gioiellino. Anche lì ora si respira aria buona e sicuramente in futuro sarà una base importante anche per ottenere risorse per la prima squadra. All’appello manca solo l’Hellas Verona, cioè la società che gode del massimo appeal e del massimo interesse a Verona. Inutile ricordare le promesse di Setti quando arrivò. “Lo stadio non è strategico” disse allora il presidente del Verona “ma il centro sportivo sì”. Da quel giorno di acqua sotto i ponti ne è passata tantissima ma il Verona continua a “mendicare” ovunque campi per far allenare i propri ragazzi. Setti si è ingarbugliato nella gestione, ha dato la colpa della sua inazione a Tosi che gli ha risposto per le rime, il centro sportivo che pareva cosa fatta (Gardini lo aveva annunciato come il suo fiore all’occhiello quando se ne andò all’Inter) è una chimera.
Dotare il Verona di un centro sportivo è la distinzione tra chi è qui di passaggio e chi vuole veramente mettere basi solide per il futuro. Non servono proclami, ma come ha dimostrato Raffaella Vittadello, servono volontà e investimenti. Setti è già in pesante ritardo e le sue promesse altro non sono ad oggi che vuote parole.
PS. (Presidente eviti di andare a presentare querela anche per questo blog… Si chiama diritto di critica che continueremo liberamente ad esercitare finché lei sarà presidente dell’Hellas Verona società che continuiamo nonostante tutti i suoi tentativi in senso contrario a ritenere un patrimonio di questa città. E sia chiaro: non sarà una querela a farci paura o a intimorirci o a zittire la nostra libera espressione)
Gianluca Vighini
16 OTT 2018
LA SOCIETA’ DEL FARE (E DISFARE)
Siamo la società del fare, diceva Giovanni Gardini cinque anni fa. E giù annunci: abbiamo comprato la sede (non era vero, era solo in affitto con una promessa di acquistarla), faremo il centro sportivo (cinque anni dopo nemmeno l’ombra), abbiamo aperto un negozio con un brand internazionale (nel frattempo fuggito). Cinque anni dopo Setti ripete, perché ripetere aiuta (a dimenticare). Siamo la società del fare: infatti abbiamo acquistato la sede (di nuovo), faremo il centro sportivo (dove, come, quando?) eccetera eccetera. Nel mezzo abbiamo vissuto almeno otto inaugurazioni per un restauro dell’antistadio. Inaugurazione del manto erboso, inaugurazione della tribunetta, inaugurazione dell’inaugurazione. Ogni volta con annunci, taglio del nastro, partita beneaugurante, regalo della magliettina al sindaco di turno per la foto di rito. L’idea che il Verona torni ad allenarsi lì in pianta stabile è nel frattempo abortita e nelle dichiarazioni ora si parla di “qualche allenamento per stare a contatto con i nostri tifosi”.
In mezzo a tutte queste dichiarazioni ci sono stati due anni merdosi (è la parola giusta, credetemi) in cui la passione dei tifosi è stata risucchiata via, in cui però ci hanno detto che “dovevamo restare tutti uniti perchè i conti si fanno alla fine”. E pure noi siamo stati uniti. Turandoci il naso perché l’odore di merda era veramente troppo forte. Lo fece Montanelli votando Dc, abbiamo tentato di farlo anche noi per l’Hellas Verona. Poi dopo i disastri, le fughe dei ds, abbiamo aspettato (invano) che si facessero i conti, ma Setti ci ha detto solo che la colpa di quei due anni così indecenti era di chi aveva fatto e costruito il suo miglior Verona, quello dei primi tre anni: Sogliano e Mandorlini.
Setti è così appassionato del Verona, che nel frattempo ha comprato il Mantova, forse per scimmiottare De Laurentiis che ha preso il Bari e Lotito che ha la Salernitana. Per quale scopo solo dio lo sa. Avesse consolidato il Verona, fatto dieci anni di serie A, e qualche apparizione in Europa, creato un settore giovanile all’avanguardia con decine di talenti da piazzare, forse (ma forse) avrebbe avuto un senso. Così ha fatto solo imbestialire la gente.
Ho paura adesso perché Setti ha detto dopo due sconfitte consecutive che dobbiamo restare “tutti uniti”. Ancora. Fare e disfare. Tanto poi basterà inaugurare una rete di protezione dell’antistadio per dimenticare tutto… In fondo, come dice quel detto, finché c’è paracadute c’è speranza.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
L'EX DG AVEVA DICHIARATO CHE SETTI AVREBBE ACQUISTATO LA SEDE DI VIA BELGIO
QUANDO GARDINI ANNUNCIO' L'ACQUISTO DELLA SEDE...
15/10/2018 18:30
Il presidente del Verona Maurizio Setti ha annunciato sabato di aver acquistato una nuova sede del Verona in via Olanda. Testuale ha detto: "Altro passo, avvenuto ieri, è stato l'acquisto della nuova sede del Club, che sarà di circa 1400 metri quadri e che speriamo possa essere pronta per la fine di questo campionato, sarà un patrimonio dell'Hellas Verona. Vorremmo, sempre per quest'area adiacente allo stadio, creare anche un'area dedicata al ristoro e attiva tutta la settimana, non solo il giorno della gara".
Peccato che siano praticamente le stesse parole usate dall'ex dg Gardini il 7 marzo 2013 quando il Verona si spostò da via Torricelli a via Belgio. A una precisa domanda Gardini confermò: "La sede? Già presa, già acquisita, contratto già firmato". Poi si è scoperto che la sede in realtà non era acquistata ma solo in affitto. E adesso il nuovo annuncio di Setti.
LA REPLICA DELL'EX SINDACO
Tosi: Setti non voleva centro a Lugagnano
15/10/2018 14:45
Flavio Tosi risponde a Maurizio Setti, che in occasione dell'inaugurazione dell'antistadio ha giustificato la dipartita del progetto di centro sportivo al Forte Lugagnano sottolineando problemi con la Sovrintendenza.
Tosi rivela: “Setti è male informato, la mia Giunta ha sempre dato tutti gli strumenti all'Hellas Verona per la realizzazione del centro sportivo. Ci sono stati due anni di confronto. E anche da parte della Sovrintendenza Belle Arti, Archeologia e Paesaggio c'è sempre stata la massima disponibilità e apertura. In verità l'impressione è che Setti, al di là delle parole, non abbia mai davvero avuto la volontà di concretizzare. Una scelta legittima, ma solamente sua, come è legittimo che ora abbia in mente di realizzare il progetto da qualche altra parte non meglio specificata, in tempi non meglio specificati”.
Alberto Bozza, già Assessore allo Sport spiega: “Setti scarica su di noi e la Sovrintendenza? Forse la sua scelta ora è cambiata ma non metta in discussione il lavoro fatto negli anni nostri, perché non è corretto. La Sovrintendenza ha sempre considerato fattibile il progetto e anzi lo ha incoraggiato . E da parte nostra c'è sempre stata la volontà di aiutare Setti nella realizzazione della sua idea. C'è sempre stato il confronto con il Verona. Ma Setti non venga a dire che ha "lottato" per il centro sportivo a Lugagnano perché questo implicherebbe che qualcuno volesse ostacolarlo e invece nessuno ha mai opposto resistenza, anzi”.
LE PAROLE DEL PRESIDENTE
Setti dice no al centro sportivo a Lugagnano
13/10/2018 22:24
“Tutto fermo per il centro sportivo? Abbiamo lottato quattro anni con la precedente amministrazione ottenendo poco per vari problemi che si sono creati. Ci siamo mossi in altre direzioni: fra 6-8 mesi faremo discorsi interessanti. A Forte Lugagnano è impossibile: il nuovo progetto sarà da un'altra parte. Nuovo stadio? Sarebbe un valore aggiunto, stiamo lavorando per una nuova struttura“. Il presidente Setti ha annunciato così la chiusura totale al centro sportivo di Lugagnano in occasione dell'inaugurazione del nuovo antistadio.
FONTE: TGGialloBlu.it
SETTI: «ANTISTADIO PARTE DI UN GRANDE PERCORSO. UN VERONA COMPATTO E ARRABBIATO PER PUNTARE IN ALTO»
13/OTTOBRE/2018 - 14:00
Verona - Le principali dichiarazioni del presidente dell'Hellas Verona Maurizio Setti, rilasciate in occasione dell'#AntistadioDay, durante il quale è avvenuto il taglio del nastro alla presenza degli ospiti e delle autorità cittadine.
«Antistadio? Diamo oggi il via a un percorso importante per questa società, un percorso che punta su strutture di livello come questa. Penso sia diventato un bellissimo impianto dove anche i nostri ragazzi si possano allenare il più spesso possibile, come avvenuto stamattina. Altro passo, avvenuto ieri, è stato l'acquisto della nuova sede del Club, che sarà di circa 1400 metri squadri e che speriamo possa essere pronta per la fine di questo campionato, sarà un patrimonio dell'Hellas Verona. Vorremmo, sempre per quest'area adiacente allo stadio, creare anche un'area dedicata al ristoro e attiva tutta la settimana, non solo il giorno della gara. Campionato? Come tutti sono arrabbiato per le ultime due sconfitte, ma analizzando le partite non posso non notare come in entrambi i casi la prestazione non sia mai mancata. Se il Verona fa gruppo e continua a produrre gioco ed occasioni le vittorie arriveranno. Bisogna fare di più, ma siamo sulla strada buona, abbiamo ancora tante potenzialità inespresse e calciatori che non hanno ancora potuto dimostrare appieno il proprio valore, sia per qualche infortunio che per la grande ampiezza della rosa. Pazzini e Di Carmine? Si vuole creare una dicotomia che non esiste, abbiamo una rosa di circa 30 calciatori, tutti validi e tutti indispensabili. Si gioca in 11, sta al mister gestire e scegliere chi far giocare. Lavorando tutti assieme, dal mister ai magazzinieri ai dipendenti, possiamo puntare in alto e raggiungere il traguardo finale che è solo il bene dell'Hellas Verona. Mister Grosso? Ha in mente un gioco che mi piace molto, con dei meccanismi che richiedono tempo per essere pienamente padroneggiati. A lui chiedo di continuare a lavorare così, abbiamo cambiato molti elementi della rosa con l'idea di avere già una buona base per la prossima stagione».
FONTE: HellasVerona.it
19 settembre 2018 - 16:05
Setti e il Mantova: “I sogni non sono proibiti, il rapporto con l’Hellas è un vantaggio”
Il presidente del Verona, proprietario anche del club lombardo: “Ho tentato per tre volte di rilevare la società”
di Redazione Hellas1903
Maurizio Setti, presidente del Verona, ha acquistato il Mantova, a giugno scorso, e ora parla del suo ingresso nel club lombardo.
Lo fa in un’intervista rilasciata a “La Gazzetta di Mantova”.
Dice Setti: “Io ho preso delle quote del Mantova e con me sono rimaste quasi tutte le persone che c’erano prima. Ho tentato tre volte di rilevare la società. Ogni piazza ha una storia e Mantova deve stare fra i professionisti. Poi starà alle nostre capacità vedere in quale categoria riusciremo ad arrivare. I sogni non sono proibiti, ma bisogna fare un passo alla volta. Il Mantova non è la seconda squadra del Verona. Ma bisogna essere intelligenti e capire che va sfruttato la cosa come un vantaggio: sia per portare qui calciatori dell’Hellas che possano far fare il salto di qualità alla squadra e sia per convincere atleti a venire grazie a prospettive di crescita che altrimenti non ci sarebbero”.
FONTE: Hellas1903.it
SERIE BKT: COSENZA-HELLAS VERONA 0-3, IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
14/SETTEMBRE/2018 - 14:23
Verona - Ecco il commento del presidente Maurizio Setti relativo alla decisione del Giudice Sportivo su Cosenza-Hellas Verona, gara non disputata.
La decisione sui fatti di Cosenza-Verona è giusta e frutto di una realtà emersa in maniera molto chiara anche nel comunicato del Giudice Sportivo.
— Hellas Verona FC (@HellasVeronaFC) 14 settembre 2018
COMUNICATO UFF. N. 25 - CLICCA QUI
FONTE: HellasVerona.it
Apprendiamo con soddisfazione la decisione del Collegio di Garanzia, a mio avviso è stata intrapresa la strada giusta verso un campionato sostenibile e competitivo.
— Hellas Verona FC (@HellasVeronaFC) 11 settembre 2018
ALTRE NOTIZIE
Setti "Necessaria riduzione organico B"
N.1 Verona:spero Collegio Garanzia confermi iter organi federali
06.09.2018 17:59 di Redazione TMW Twitter: @RMCSportnetwork
Fonte: ANSA
(ANSA) - ROMA, 6 SET - "Quello che noi, così come tante altre realtà non solo di Serie B, abbiamo sempre sostenuto, è che la riduzione dell'organico delle squadre della B fosse necessario. Una assoluta necessità, voglio sottolineare". Così il presidente del Verona, Maurizio Setti, all'Ansa, alla vigilia del verdetto del Collegio di Garanzia del Coni sui ripescaggi e che potrebbe ribaltare il format della serie cadetta. "Detto ciò - aggiunge - mi auguro che il Collegio di Garanzia e il presidente Fratini continuino sul percorso tracciato dalle istituzioni federali, così come auspico che tutti i protagonisti del nostro calcio si facciano guidare da interessi collettivi portando avanti i propri obiettivi sportivi sul campo". "Oggi la Serie B non riesce a trovare un equilibrio finanziario - aggiunge Setti - e la prova è il fatto che ogni anno assistiamo alla mancata iscrizione al campionato di club storici e questo perché il sistema va rivisto. Sono anni che si parla di riforme: io dico che questo è il momento per farle".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
SETTI: «SITUAZIONE CHE SI SAREBBE POTUTA EVITARE, MI DISPIACE SOPRATTUTTO PER GLI 88 TIFOSI»
01/SETTEMBRE/2018 - 19:35
Cosenza - Il commento del Presidente Maurizio Setti in seguito a Cosenza-Hellas Verona, gara non disputata.
«Mi dispiace soprattutto per gli 88 tifosi del Verona che hanno affrontato un viaggio durissimo per essere qui, facendo sacrifici, e ora si vedono costretti a tornare indietro. Ci metteremo a disposizione per cercare di rimediare, con un rimborso, a questa spiacevole situazione. La cosa più grave è la sconfitta di questo calcio approssimativo, ho parlato con il presidente del Cosenza, fino a questa mattina gli ho fatto presente che eravamo disponibili al rinvio ma a questo punto la decisione non spetta più a noi, ci rimettiamo alla decisione dell’arbitro. Le partite siamo abituati a giocarcele, chiaramente ora faremo valere i nostri diritti in tutte le sedi competenti, anche in termini di risarcimento perché abbiamo subito dei danni che sarebbe stato semplice evitare. Il rischio di infortuni era altrettanto serio, la decisione presa mi sembra quella più giusta. Noi già in settimana abbiamo notificato agli enti preposti che non c’erano le condizioni per giocare».
FONTE: HellasVerona.it
Spendere senza spandere (e i verdetti del campo)
23 AGOSTO 2018 | di Matteo Fontana - Il Giallo e il Blu
foto hellas verona
Un mercato in attivo per l’Hellas. Venerdì scorso, alle 20, si è chiusa la sessione estiva, con il Verona che ha totalizzato 17 acquisti e 10 cessioni. Una rivoluzione, quella effettuata dal ds gialloblù Tony D’Amico, che non ha, però, sforato i vincoli di budget fissati dalla proprietà e che, anzi ha consentito alla società di avere un saldo favorevole. I conti dell’Hellas, quanto ad entrate ed uscite, in rapporto all’area tecnica (nella gestione del club rientrano molti altri parametri e centri di spesa), tornano.
L’analisi parte da un’avvertenza, ossia dal fatto che alcune operazioni sono state completate con la formula del prestito con obbligo di riscatto, cosa che comporterà il pagamento di quanto pattuito a fine stagione: si tratta di puri accorgimenti di bilancio, dal contenuto temporaneo, che, nei fatti, cambiano la forma, ma non la sostanza, della linea d’investimento adottata dal Verona. Che, dal canto suo, ha realizzato un complessivo “più” pari a due milioni di euro nel computo tra chi è arrivato e chi è andato via. Tutto questo, allestendo una rosa che, in chiave di pronostico, è competitiva per lottare al vertice del campionato. Qualità senza perdere di vista i numeri, era non soltanto l’obiettivo, ma l’imperativo da soddisfare.D’Amico ha agito di conseguenza.
L’Hellas ha speso 4 milioni per i cartellini acquistati. Per Di Carmine (che rientra nella lista dei giocatori che sul piano della formula sono dei prestiti, ma che, in realtà, è per intero del Verona) sono stati sborsati 2.5 milioni di euro, da versare al Perugia. Questa è la fetta principale di quanto pagato sul mercato dall’Hellas. Ci sono da registrare, in via principale, i 500mila euro per Karamoko Cissé, entrato nel giro con cui Fabio Grosso è stato svincolato dal Bari, i circa 250mila per Crescenzi, prelevato dal Pescara, più tutti gli altri interventi onerosi in entrata, da Ragusa a Boldor (poi andato in prestito al Foggia, con il Verona che ha ottenuto in cambio Empereur), compresi i riscatti dei giovani Saveljevs dai lettoni dello Svyturys Marijampole e Borghetto dal Belluno, di seguito passato al Mantova di Maurizio Setti.
D’Amico è riuscito a combinare in modo virtuoso costi e valore dell’organico giocando d’anticipo per assicurarsi quei giocatori che si sono liberati per il crack dei precedenti club di appartenenza: il caso più eclatante riguarda Henderson e Balkovec, arrivati dal Bari, e sottratti a concorrenti di spicco, e Laribi, che ha lasciato il Cesena sull’orlo del fallimento ed era, peraltro, a fine contratto. In prestito secco è stato ingaggiato, dal Torino, Samuel Gustafson dal Torino.
Guardando l’incasso, il Verona ha fatto bingo sul filo diretto con la Spal: il riscatto di Viviani e l’ingaggio di Fares – divenuto definitivo domenica con il debutto in maglia biancazzurra a Bologna – hanno fruttato una buona plusvalenza, cui va aggiunta quella che sarebbe determinata dalla salvezza della squadra di Semplici. Mattia Valoti, infatti, pure lui trasferitosi a Ferrara, è in prestito con obbligo di riscatto, destinato a innescarsi con la permanenza spallina in A. All’Hellas andrebbero, in questo caso, altri 3 milioni di euro. Inoltre il passaggio di Jorginho dal Napoli al Chelsea permetterà al Verona di introitare più di un milione a titolo di contributo di solidarietà, in base alla vigente normativa Fifa sulla formazione dei giocatori. Per Souprayen l’Auxerre ha pagato 250mila euro.
In chiusura, un aspetto non meno rilevante: il monte ingaggi dell’Hellas è stato compresso a una cifra che oscilla tra gli 11 e i 12 milioni di euro, circa un terzo prodotta dagli stipendi al lordo di Pazzini e Cherubin. Sarà coperta da metà del “paracadute” incamerato dopo la retrocessione. Il resto toccherà ai verdetti del campo.
FONTE: VenetoBlog.CorriereDelVeneto.Corriere.it
IL BILANCIO PROVVISORIO
Calciomercato Hellas: quasi 7 milioni in cassa
22/08/2018 11:33
Il calciomercato dell'Hellas è finito, la parola passa al campo. Ma qual è il bilancio, in termini economici, della società gialloblù? Le entrate sono superiori alle uscite. Anche se il dato definitivo è collegato alla promozione del Verona in Serie A (tantissimi gli obblighi di riscatto, solamente in caso di promozione). Sintetizzando: l'Hellas ha incassato, o meglio incasserà se la Spal riscatterà anche Valoti, circa 11 milioni a fronte di una spesa intorno ai 4 milioni.
L'operazione Viviani-Fares a Ferrara ha portato 6 milioni nelle casse gialloblù, che si riempiranno ulteriormente con i tre milioni per Valoti, che dovrebbe essere riscattato a fine anno dagli estensi. Ai 9 milioni si aggiungono il milione e mezzo arrivato dalla cessione di Jorginho al Chelsea, più i soldi degli addii definitivi di Souprayen e Brosco. Senza contare anche il riscatto l'anno prossimo dell'Udinese per Nicolas.
Per quanto riguarda gli acquisti il Verona ha speso subito un milione di euro con gli acquisti definitivi di Crescenzi e Cissè (necessario per liberare Grosso). Mentre sono circa 2,5 milioni spesi per Di Carmine (soldi che verranno versati solo a fine anno). Piccoli fondi spesi anche per lo scambio Empereur-Boldor (il rumeno era stato acquistato definitivamente dal Bologna a giugno). Si aggiungo altre piccole operazioni per giocatori minori: la cifra è quindi intorno ai 4 milioni.
Un saldo positivo vicino ai 7 milioni (non ancora definitivi per l'opzione di riscatto in prestito di Valoti). Soldi che si aggiungono al Paracadutissimo di 25 milioni (che rimarrà sempre "-issimo" anche se decurtato del 20% per una cifra finale intorno ai 20 milioni). Solo nel caso di una promozione in Serie A e con il riscatto obbligatorio dei vari Dawidowicz, Ragusa, Matos e Marrone, questo tesoretto verrebbe pareggiato (e non ancora del tutto, avanzerebbe ancora un saldo positivo).
Zero euro invece la spesa per gli ex svincolati del Bari voluti da Grosso (Henderson e Balkovec) e Laribi dal fallito Cesena. Un mercato 2018 positivo, in termini di milioni, per le casse gialloblù della società del presidente Setti.
FONTE: TGGialloBlu.it
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE MAURIZIO SETTI SUL CALENDARIO DELLA SERIE BKT
13/AGOSTO/2018 - 21:45
Verona - Queste le parole del presidente gialloblù, Maurizio Setti, rilasciate a hellasverona.it al termine del sorteggio dei calendari: «Saranno tutte partite dure, sappiamo che la Serie B è una categoria tosta, dove tutte le squadre sono difficili da affrontare. L’esordio con il Padova ci mette subito davanti ad un derby, nella prima giornata di un campionato lungo in cui noi dovremo iniziare al meglio. Sarà importante essere pronti, la partita di Catania deve farci capire che nel calcio non c’è nulla di scontato ma alla base ci devono essere grande volontà e spirito di sacrificio, per far sì che le nostre qualità emergano».
FONTE: HellasVerona.it
09 AGO 2018
PRIMA (STRA) VINCERE LA SERIE B E POI SI CAPIRA’ CHI E’ SETTI
Intanto bisogna vincere. Non è un accessorio ma un obbligo. Vincere non è mai semplice ma il Verona, grazie al ricco paracadute che incasserà e dopo l’ignobile caduta in serie B ha l’obbligo di farlo. Grazie al “booster” economico che i regolamenti consentono, l’Hellas di Grosso è come se partisse con due giri di vantaggio rispetto a tutte le altre. Capisco che quando si abitua il popolo a un digiuno forzato anche una briciola di pane può sembrare buonissima, ma non mi troverete allineato su questi facili entusiasmi. Credo che la società abbia fatto solo il minimo sindacale, rimandando gli investimenti veri alla prossima stagione e ad un’eventuale serie A. Tranne i giocatori presi a parametro zero perchè liberatesi dai fallimenti di Cesena e Bari, tutte gli altri sono subordinati alla voce “prestito con obbligo di riscatto”.
I parametri per giudicare Setti non possono essere gli stessi usati per giudicare (e lo facemmo con critiche feroci anche allora peraltro) altri presidenti. Perchè nessun presidente del passato ha mai avuto così tanto denaro garantito a disposizione. Pensate un po’ al povero Martinelli ad esempio: per riportare il Verona in serie B (e sfiorare la A…) spese qualcosa come dieci milioni di euro di tasca sua. Avesse vissuto la stessa condizione di Setti, probabilmente avrebbe costruito un Verona da Europa League con un patrimonio giocatori incredibile.
Setti invece ha affossato il Verona in due tra le più umilianti stagioni mai disputate in serie A. Ora è tornato in serie B, dove, se non dovesse salire, godrebbe di un altro incredibile salvagente da 10 milioni di euro. Ma il vero Setti si vedrà una volta tornato in serie A. Perché a quel punto la cuccagna (paracadute) sarà finita e Setti non avrà più la rete. Allora dovrà giocoforza attrezzare squadre competitive con allenatori all’altezza e staff dirigenziali adeguati. Per riavere nuovamente un paracadute (sempre che la perversa legge resista) dovrà salvarsi per due stagioni filate e partecipare al terzo anno di serie A, insomma dovrà consolidare il Verona. Per ora dunque nessun fuoco pirotecnico, nessuna festa anticipata. Quelle riserviamole per altre occasioni e per altre imprese.
Gianluca Vighini
06 AGO 2018
LE CONTINUE CONTRADDIZIONI DI SETTI
Timidi segnali. E passi per l’avversario – la Juve Stabia è quello che è – ma nel Verona s’intravede nuova qualità. Ci sono 3-4 giocatori destinati a marcare il territorio in serie B e credo che tecnicamente questo basti in una categoria albergata da onesti pedatori. Sia chiaro, è il minimo sindacale che ci si aspettava da una società che la scorsa stagione (ma anche due anni fa) ha umiliato colpevolmente la piazza con un’inerme decadenza. E, se vogliamo, ancora manca qualcosa là dietro.
Il legittimo dubbio tuttavia non riguarda il mercato (ripetiamo, in B basta poco) ma l’allenatore: Grosso ha idee, conoscenze, metodo, ma non è (ancora) un vincente. Lo diventerà?
C’è poi sempre quella cappa di malumore, che ora si sente meno grazie ai segnali di distensione di Setti con la piazza e la tregua sancita dalla tifoseria. Ma, si sa, le ferite finché non si rimarginano vanno monitorate e Grosso dovrà essere abile a vincere tanto e subito e a gestire eventuali passi falsi che riaprirebbero antiche e nuove piaghe (ne sarà capace?).
Infine c’è la questione Setti, che rimane aperta. Pare che Ranzani nostro abbia scoperto i tifosi dopo sei anni. Riflessi lenti? O qualcosa di nuovo bolle in pentola? Di certo aver spedito a Mantova certi (cattivi) consiglieri può averlo aiutato. Ma la domanda resta: in A possiamo tornarci immediatamente, ma poi? Continuiamo l’altalena? Il proprietario di Verona e Mantova saprà garantire la stabilità e mantenere (in ritardo, come i suoi riflessi) la promessa che fu, ergo l’agognato consolidamento? E ci sarà ancora lui al vertice del club?
Tante domande. Chi pensa se le fa, perché Setti pare andare a cicli contraddittori: primi tre anni vacche grasse (fino alle spese di Gardini-Bigon per Pazzini e Viviani), poi altri tre di prestiti e investimenti pressoché inesistenti. Adesso – grazie ai nuovi milionari incassi del paracadute e delle ennesime plusvalenze, e alla scadenza di vecchi pesanti contratti – s’intravede un minimo d’equilibrio, con l’ingaggio di molti giocatori svincolati ma di proprietà e con contratti pluriennali.
Ma la credibilità e l’affidabilità non si riconquistano in una sola estate. E’ ancora troppo poco. E’ ancora troppo presto. E le andature altalenanti dei cicli settiani ci inducono a restare diffidenti e guardinghi, e a vigilare. Il Setti del Verona è ondivago. Come possiamo fidarci?
Francesco Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
Setti: “Questa città e questo pubblico meritano di fare il massimo per tornare in Serie A”
agosto 4, 2018
“Si comincia. Dobbiamo solo stare zitti e lavorare perché questa città e questo pubblico meritano di fare il massimo per tornare in Serie A. Noi lo faremo ed i fatti li mostreremo sul campo”. Queste le dichiarazioni del presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti
FONTE: HellasLive.it
28 LUG 2018
È SETTI CHE DEVE VOLTARE PAGINA, NON IL TIFOSO
Voi la fate facile. Le storie di ieri già morte, sepolte, dimenticate. Capisco: anche il mio alter ego tifoso, come un innamorato, anela sempre una nuova speranza. Anzi ne necessita, di essa si nutre. Sennò che senso avrebbe ogni cosa? Intendo, il Verona: sostenerlo, seguirlo, gioire, imprecare. La vita è già dura, è fatica, l’elisir è di diritto.
Eppure io non posso. Non posso con disinvoltura scrollare le spalle e, noncurante, voltare pagina. Da giornalista devo essere razionale. Vi piaccia o no. Setti è in crisi di credibilità da tempo e non bastano due-tre strapuntini ruffiani o qualche foto con gli ex leggenda per colmare il gap. E sarebbe da miopi pensare di creare consenso solido e non effimero con la narrazione positivista e la sponda mediatica degli embedded.
Il tifoso oggi è informato e maturo e sa separare le cose: ama il Verona a prescindere, ma chiede altro al suo presidente. Serve tornare in serie A, investire lì e restarci. Come da promessa disattesa. Poi ne riparliamo. Le altalene ci piacciono con i nostri figli o nipotini al parco giochi. Di Carmine è un buon acquisto, ma basta? Chiaramente no e non metto fretta a nessuno, il mercato chiude a fine agosto e io sono della teoria che se sono forti possono arrivare anche all’ultimo. Ma se vogliamo vincere il campionato (minimo sindacale per la forza economica del Verona) servono altri quattro titolari (due difensori, un mediano e una punta esterna). Ma poi impertinente domando: i soldi per Di Carmine (a prescindere dalla formula tecnica dell’acquisto) non potevano essere messi a gennaio per due-tre giocatori? Domando, non affermo. Con terribile insolenza chiedo: perché alcune comparse l’anno scorso ingaggiate per la A, oggi vengono cedute (giustamente, intendiamoci) in B? Se non sono ritenuti all’altezza ora, come potevano esserlo un anno fa?
Ma non è solo quello, non c’è solo il campo. Per recuperare terreno va completamente cambiata l’impostazione filosofica settiana: il mantra “prima il bilancio” come feticcio assoluto, il surreale “io non vi faccio fallire” (ma dai? Grazie), danno l’idea di una società in affanno, senza spessore e grande prospettiva. E la percezione di un’altalena quasi programmata (non affermo che sia così, lungi da me, scrivo di una percezione della gente).
Sensazioni che spengono l’anima (e il dato degli abbonati in tal senso fa riflettere). Il resto è turbamento, disaffezione, disagio, sospetto, irritazione. La morte, lenta e agonizzante, del sentimento. E vale per chi si è abbonato e per chi ha deciso di non rinnovare. Così è se vi pare.
Francesco Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
VISTO DA NOI
23 luglio 2018 - 10:44
Setti torna a spendere, il Verona a sperare. E non finisce qui…
Già dieci ingressi nel nuovo Hellas, il patron investe per una B da protagonista
Tornano i denari, torna un mercato all’altezza delle migliori ambizioni.
Vuoi per le cessioni di Fares, il riscatto di Viviani, il tesoretto arrivato dalla vendita di Jorginho da parte del Napoli, vuoi per il paracadute.
Maurizio Setti conferma che la società è risanata nei conti, e torna a spendere come non faceva da quasi tre anni. Soldi veri i 2,5 milioni per Di Carmine, i 500 per Cissè, e un budget per gli stipendi all’altezza per pagare calciatori di livello per una B da protagonisti. Sarà Fabio Grosso a plasmare un gruppo che vuole arrivare in Alto. La promozione (termine da non usare mai per gli scaramantici) non è mai garantita. L’equazione spendo = salgo spesso non appartiene al calcio. Il Bari in due anni ha investito montagne di quattrini ed è saltato per aria. Il Palermo quasi, e si potrebbe continuare coi fallimenti societari e sportivi.
Capacità dell’allenatore, calciatori seri, e vicinanza dei sostenitori alla squadra saranno i propellenti fondamentali per un motore che possa arrivare lontano. La concorrenza non mancherà. Il Benevento piglia tutto e tutti, il Palermo vorrà riprovarci, la Cremonese punta alla promozione, il Perugia non scherza. E poi le sorprese e le insidie che la B riserva sempre. 42 partite, una vita.
Nel frattempo esplodono le società, non si iscrivono. Questo, almeno, non appartiene al Verona.
Setti è tornato a spendere, D’Amico si muove con solerzia e scaltrezza.
E Grosso ringrazia. Ma non finisce mica qui, come diceva Corrado Tedeschi. C’è una difesa da ricostruire, e un altro esterno nel mirino. Per lo meno.
In attesa di un Verona protagonista in campo, ed è questa la speranza che conta, osserviamo intanto quello protagonista nel mercato, come non accadeva da mo. Perchè le vacche magrissime che ha dovuto mungere Fusco, follia per pensare lo scorso anno di mantenere la categoria, sono, almeno per quest’anno, sparite.
Arrivi:
Cissè
Matos
Laribi
Crescenzi
Almici
Gustafson
Eguelfi
Di Carmine
Balkovec
Henderson
Boldor
Cessioni:
Valoti
Fares
Brosco
Felicioli
FONTE: Hellas1903.it
HELLAS VERONA FC - COMUNICATO UFFICIALE
13/LUGLIO/2018 - 12:00
Verona - L’Hellas Verona FC, nel prendere atto di quanto comunicato dall’Ordine dei Giornalisti del Veneto tramite il proprio sito ufficiale in data 12 luglio 2018, intende chiarire quanto segue:
L’Hellas Verona FC ribadisce ancora una volta come qualsiasi propria attività o scelta non sia e non sarà mai volta a limitare la giusta e utile libertà di stampa, critica e satira. Una precisazione dovuta, senza la quale la posizione del Club, ricostruita in maniera pressappochista dall’Ordine, non può avere logica e senso.
La lettera inviata all’Ordine contiene infatti motivazioni assai più variegate rispetto a quelle riportate nel suddetto comunicato, che toccano temi (questi sì) gravi e rilevanti, quali il rispetto delle norme della Lega di Serie A e dichiarazioni di discriminazione razziale nei confronti dei nostri tesserati. Motivazioni che l’OdG evita di riportare, ma sulle quali il Club non può soprassedere. La posizione dell'Hellas Verona FC, inoltre, sposa appieno i concetti espressi dallo stesso presidente dell'Ordine dei Giornalisti Gianluca Amadori che, in una lettera aperta del 2015, ribadisce l'importanza fondamentale della verifica delle fonti e delle notizie e del rispetto altrui.
Attendiamo ora, con la medesima puntualità con la quale è arrivata una pubblica risposta alla lettera della Società, la definizione di questo momento atto alla ricerca di una soluzione da parte degli organi interessati e della testata. Fino ad allora la scelta dell’Hellas Verona FC, che per primo si è impegnato nella risoluzione della problematica ricevendo, come risposta, dei comunicati stampa tutt’altro che concilianti, rimarrà immutata.
FONTE: HellasVerona.it
LIBERTA' DI STAMPA A RISCHIO
Telenuovo escluso
L'intervento dell'Ordine
12/07/2018 15:28
Sul caso del mancato accredito a Francesco Barana è intervenuto anche l’Ordine dei giornalisti del Veneto.
"È inaccettabile che una società sportiva decida di ammettere o escludere dalle proprie conferenze stampa e dallo stadio un giornalista o una testata giornalistica poco gradita”. Lo dichiara il presidente dell’Ordine dei giornalisti, Gianluca Amadori, in relazione alla decisione assunta unilateralmente dalla società Hellas Verona “di voler escludere Telenuovo dai luoghi in nostra disponibilità“.“Tale decisione appare ancora più inspiegabile alla luce della risposta che l’Hellas Verona ha inviato poche settimane fa all’Ordine dei giornalisti, in merito ad altre contestazioni francamente minori, nella quale nessuna delle motivazioni addotte oggi, riferite a “gravi fatti” che vengono contestati a Telenuovo, erano mai stati citati. Salvo che non si ritenga un grave comportamento il mancato ritiro di un accredito in precedenza richiesto. Eventuali “fatti gravi” possono essere denunciati e perseguiti nelle sedi opportune, come previsto dalle norme e come peraltro già fatto in un’occasione recentemente dalla società calcistica. L’Ordine dei giornalisti chiede pertanto all’Hellas Verona di recedere dai comportamenti messi in atto, rendendosi disponibile fin d’ora alla definizione di una soluzione. Della vicenda saranno informati Lega calcio e Federazione gioco calcio”.
L'INTERVENTO DELL'UNIONE STAMPA SPORTIVA ITALIANA
L'USSI:RIFIUTO ACCREDITO
NON E' ACCETTABILE
12/07/2018 13:56
Dopo l'inaccettabile rifiuto dell'accredito al nostro Francesco Barana in occasione della conferenza stampa di Fabio Grosso è intervenuta con un comunicato l'Unione Stampa Sportiva Italiana (Ussi) gruppo veneto con un comunicato firmato dal presidente Alberto Nuvolari.
"La posizione dell'Unione Stampa Sportiva Italiana (USSI) Gruppo Veneto in merito alla decisione della società Hellas Verona di "escludere l'emittente Telenuovo dai luoghi in nostra disponibilità" (comunicato Hellas del 10 luglio u.s.), è che il rifiuto dell'accredito non può essere accettato come soluzione a "atteggiamenti, dichiarazioni, prese di posizione difficilmente riconducibili alla libertà di espressione..." come recita lo stesso comunicato.
Se la società si ritiene lesa in questo senso, può rivolgersi nelle sedi competenti per far valere le proprie ragioni, mentre la testata Telenuovo può appellarsi anche alle istituzioni di riferimento - Lega e Federazione Gioco Calcio - nel caso tale "provvedimento" dovesse perdurare. L'Ussi Veneto si augura che tale esclusione possa rientrare immediatamente ed è disponibile ad intervenire ad un incontro chiarificatore".
LA CONFERENZA STAMPA "FANTASMA"
GROSSO SENZA ORARIO
PAURA DI BARANA?
11/07/2018 16:55
Deve essere stato un bel problema per l'ufficio stampa dell'Hellas Verona affrontare il tema "presentazione alla stampa e alla città di Fabio Grosso".
Come far coincidere infatti la "fuga" da Verona, con l'esigenza di lavarsi la coscienza e dire "la conferenza stampa l'abbiamo convocata", evitando al contempo i giornalisti scomodi e le testate non gradite? Semplicemente non ammettendo chi racconta "verità" scomode.
I fatti: l'ufficio stampa dell'Hellas Verona in cui non ci sono giornalisti professionisti assunti (è bene ricordarlo) scrive ieri sera (martedì 10 luglio) alle ore 19.30 (CLICCA QUI) un comunicato in cui si annuncia con meno di 24 ore di tempo (il minimo che un ufficio stampa serio concede a chi deve far coincidere tutte le esigenze giornalistiche della giornata) che oggi si sarebbe tenuta la conferenza stampa di Fabio Grosso.
A che ora? Si dice che l'incontro "precederà" la gara amichevole in programma oggi.
Quindi in teoria in un arco temporale che va da mezzanotte alle 17.29 di oggi mercoledì 11 luglio. Si aggiunge poi che i giornalisti che parteciperanno all'evento (evento?) devono essere accreditati.
Richiesta strana, un ulteriore ostacolo probabilmente alla libera informazione. Richiedere accrediti ai giornalisti regolarmente iscritti all'Ordine da parte di chi non lo è.
Telenuovo comunque decide di partecipare: e accredita regolarmente Francesco Barana.
Il Verona però annuncia con una email che arriva alle 23.46 che "dando seguito a quanto comunicato in data odierna agli organi competenti USSI Veneto e ODG Veneto, non sussistono i presupposti per prendere in carico la vostra richiesta di accredito che, in attesa di comunicazioni dagli organi sopra citati, viene quindi rifiutata."
Alle 14.30 si materializza così Grosso che risponde a coloro che, evidentemente la società ha invitato "ad personam" e probabilmente con il gradimento del presidente. Sarebbe interessante a questo punto anche sapere che cosa ne pensano di questo trattamento l'ODG del Veneto (Ordine dei giornalisti) e l'Ussi del Veneto, "puntualmente" informati dall'Hellas Verona.
Il sospetto che le domande di Francesco Barana facessero paura è così diventata una certezza. Così come il fatto che il Verona di Setti stia diventando un essere alieno alla città.
11 LUG 2018
UNA PICCOLA SOCIETA’
Quando una società manda querele per un blog ironico o un commento sarcastico, quando decide di non concedere accrediti stampa a colleghi ritenuti scomodi, quando presenta le nuove maglie stabilendo chi invitare e chi no, giustificando la scelta con “è un evento privato”, quando non accetta le critiche e vede complotti e malafede in ogni angolo, non c’è da stare allegri. Sono chiari segnali di una cosa sola: mediocrità. Questa società sta mostrando tutta la sua inadeguatezza per una piazza come Verona.
Non c’è mai stata una disaffezione così grande da parte del popolo gialloblù. Troppe promesse non mantenute, troppe illusioni, troppe chiacchiere e assurde prese di posizione, troppi maldestri tentativi di dialogare con la piazza che si sono rivelati boomerang. E le mosse di questo avvio di nuova stagione mi lasciano molto perplesso. Due anni fa Pecchia venne presentato il 21 giugno nella sede di via Belgio, tre settimane dopo l’annuncio del suo ingaggio. Quest’anno Grosso è stato ufficializzato ancora il 21 giugno, ma la società ha pensato bene (anzi male) di mandarlo in ritiro senza trovare il tempo per presentarlo in città e alla città. Dopo la pioggia di critiche per questa fuga, questa piccola società ha improvvisato una presentazione ufficiale in ritiro, annunciandola il giorno prima dell’evento e chiedendo addirittura alle testate giornalistiche di inviare gli accrediti per essere ammesse all’attesissimo colloquio/incontro! Allucinante.
Intanto il mercato gialloblù viene condotto da un giovane e sconosciuto direttore sportivo, tale Tony D’Amico, classe 1980. Nessuna presentazione per lui, nessuna possibilità di chiedergli pubblicamente strategie e obiettivi o di applaudirlo per queste sue prime grandi intuizioni (parametri zero, prestiti, nessun vero investimento). Ma non escludo che da un giorno all’altro la piccola società convochi una conferenza stampa anche con lui insieme alla solita richiesta di accrediti. Poi succede che vai a questi incontri e ti ritrovi tra gente che non ha nemmeno la tessera dell’ordine dei giornalisti. Ma questa è un’altra storia.
Luca Fioravanti
FONTE: TGGialloBlu.it
Contestato Setti
luglio 7, 2018
Momenti di tensione ieri pomeriggio all’esterno dell’Hellas Store Arena all’arrivo del presidente Maurizio Setti. Un gruppo di tifosi, come racconta La Gazzetta dello Sport, ha voluto esprimere al numero uno del club gialloblù il proprio disappunto.
FONTE: HellasLive.it
NEWS
06 luglio 2018 - 15:45
Protesta contro Setti: “Non diamogli soldi”
Un tifoso all’esterno dello Store espone un cartello per contestare il presidente dell’Hellas
di Redazione Hellas1903
Una protesta silenziosa, con l’esposizione di un cartello “fronte-retro”.
Un tifoso, all’esterno dello Store del Verona, nel giorno della presentazione delle nuove maglie gialloblù, ha contestato Maurizio Setti in questo modo.
Nella parte anteriore del cartello si legge la scritta “Chi ha dignità non dà soldi a Setti”, mentre dietro ce n’era un’altra: “Io non sono complice di Setti”.
FONTE: Hellas1903.it
D’Amico, la scelta imprenditoriale di Setti
By Redazione - 4 luglio 2018
Solita scelta controcorrente quella di Maurizio Setti. Nuovo diesse in continuità con il suo predecessore, giovane e senza esperienza. Per l’imprenditore Setti la scelta è coraggiosa, ma dimostra continuità con il passato e quella volontà di anteporre i bilanci ai sogni di gloria. D’Amico sarà in linea con il lavoro iniziato da Fusco, sarà aziendalista e lavorerà guardando prima il portafoglio e poi il campo.Ormai è un dato di fatto: Setti sta gestendo l’Hellas come un’azienda, senza tener conto che agli occhi del tifoso questo non conta. Al tifoso non importa che abbia i conti perfetti, con la maggior delle squadre di A e in B ricoperte da debiti o senza la certezza di un futuro, non importa che abbia totalmente rimesso a nuovo l’Antistadio, che stia per comprare la nuova sede sociale gialloblù o che si sia regalato una società satellite per dare futuro ai giovani gialloblù. Il tifoso vuole anche sognare, chiede risultati sul campo, desidera la “veronesità” del Verona, senza colori o radiocronisti inventati, o tante internazionalizzazioni del brand. Setti fa bene a gestire l’Hellas come un’azienda, soprattutto in questo momento storico dove i controlli sono continui. Però deve recuperare al più presto la dimensione romantica e umana che circonda qualsiasi squadra e i suoi tifosi. E anche il giovane D’Amico adesso ci metta del suo per aiutarlo. D.Con.
FONTE: HellasNews.it
L'INTERVENTO DI TOSI E BOZZA
Quanti debiti ha Setti con il Comune di Verona?
04/07/2018 13:05
“Setti dice che investirà per riportare il Verona in A, che manterrà l'impegno del centro sportivo e che è disponibile a un nuovo stadio. Per questo serve fare luce sul debito per capire se ciò che afferma è possibile. Tuttavia la Giunta Sboarina non sa dirci la somma".
“Ma a quanto ammonta il debito del Verona di Setti con il Comune, e dunque con i cittadini veronesi, dopo un anno di amministrazione Sboarina? Ovviamente s'intende al netto dei canoni scomputati in cambio di lavori allo stadio e all'antistadio. Sarebbe utile saperlo per capire se gli impegni di Setti sul rilancio della squadra, sul centro sportivo a Forte Lugagnano e il nuovo stadio sono realizzabili. Dopo un mese dalla nostra interrogazione, ora l'assessore Rando ci ha risposto che il debito dell'Hellas oltre un anno fa ammontava a quasi un milione e mezzo di euro, ma il dato attuale ancora lo stanno contabilizzando, dunque non lo sa”.
Parole di Flavio Tosi e Alberto Bozza, che il 29 maggio avevano presentato un'interrogazione in Consiglio Comunale. Non a caso, perché avendo amministrato la città fino a poco più di un anno fa, temevano che fosse ancora pendente la questione dei vecchi crediti del Comune con l'Hellas Verona. “Da Sindaco – dice Tosi – avevo dato indicazioni agli uffici di recuperare i crediti vantati nei confronti di Verona e Chievo. Il Chievo concordò una rateazione, il Verona non si rese disponibile, in particolare sul debito dei canoni pregressi per i quali chiese il riconoscimento di interventi eseguiti allo stadio. Dopo più di un anno con l'attuale amministrazione, Rando - rispondendo alla nostra interrogazione - conferma quanto ci avevano già anticipato nelle settimane scorse gli uffici preposti: la pratica di riscossione è in fase istruttoria, dunque di fatto è ancora ferma. Perché?”.
Tosi e Bozza riprendono: “Adesso sarebbe doveroso che l'attuale Sindaco, o Rando riscuotano i vecchi crediti e si facciano contabilizzare quelli dell'ultimo anno. Sapere a quanto ammontano, oltre a essere un fattore di trasparenza per i cittadini, permetterebbe a tutti di valutare se Setti è coerente quando dice che investirà per riportare il Verona in A e che manterrà l'impegno di realizzare il più volte annunciato centro sportivo a Forte Lugagnano, di proprietà del Comune. Aggiungiamoci che nei mesi scorsi la società si è detta disponibile anche a valutare l'ipotesi di un nuovo stadio, con il pieno appoggio di Sboarina e Rando”.
FONTE: TGGialloBlu.it