LA PRESENTAZIONE DI MAURIZIO SETTI 32° PRESIDENTE DELL'HELLAS VERONA F.C.
Questa l'introduzione dell'ormai ex presidente Giovanni MARTINELLI che rimarrà al fianco dell'imprenditore di Carpi come socio di minoranza mentre MAGNANI abbandonerà il prossimo 1° Luglio: «Per prima cosa ringrazio tutte le persone che in questi anni mi sono state vicine, dandomi una mano. Senza far nomi, sono grato per la stima ricevuta.
Con Setti ci siamo trovati per la prima volta un paio di mesi fa, siamo entrati in sintonia da subito, avendo entrambi lo stesso obiettivo: portare avanti il progetto di rinascita cominciato quattro anni fa.
Abbiamo parlato la stessa lingua, subito ci può essere stata qualche titubanza, ma sono convinto che si farà apprezzare dai veronesi. Lui ama il calcio ed ama già l'Hellas»
Così il giorno della presentazione...
La conferenza stampa integrale |
Maurizio SETTI: «Questo è il proseguimento di un progetto già avviato. Lo scopo per cui sono venuto è molto semplice. Al contrario di chi ha paura di andare in piazze importanti, per me si tratta di un grande stimolo. Sono una persona che adora le sfide, non voglio prendere in giro nessuno. I giovani sono il futuro, quindi il vivaio avrà un ruolo importante. Abbiamo una delle tifoserie più belle d'Italia, entrare nel nostro stadio dà sempre grandissimi brividi. Vogliamo iniziare a crearci un nostro patrimonio, non arriveranno giocatori importanti ma in procinto di terminare la propria fine carriera.
L'attaccamento per l'Hellas sarà la cosa fondamentale. Non si vince da soli ma con il giusto connubio tra giocatori, staff e società. Martinelli in questi anni ha fatto miracoli e lavoreremo comunque sempre in sintonia. Tutti lotteremo per un unico obiettivo, per farci rispettare sempre e dovunque. Questa è una città che ha grandi potenzialità, ancora non del tutto espresse, ma che cercheremo di tirare fuori.
Non voglio venire qua a fare proclami e fare investimenti folli come si sente da altre parti del mondo. Partiamo da una base già solida e possiamo solo migliorare, poi ovviamente ci sono delle situazioni che nel calcio non si possono prevedere. Ci saranno esborsi magari anche importanti ma finalizzati a creare nel tempo un patrimonio per la società. Il percorso durante l'anno è molto lungo. Se sei strutturato hai la facoltà di arrivare fino alla fine in modo ottimale. Tante componenti aiutano l'andamento della squadra, Mandorlini deve stare tranquillo perchè lui è il mister che vogliamo per crescere. Quando in coscienza siamo consapevoli di aver fatto il massimo per collaborare e migliorarci, possiamo andare a testa alta. Il punto di partenza sarà comunque fare meglio dello scorso anno»
[Commenta qui sotto o sulla pagina Facebook di BONDOLA/=\SMARSA, condividi a piè di pagina, contenuti liberamente riproducibili salvo l'obbligo di citare la fonte: BondolaSmarsa.BlogSpot.com]
RASSEGNA STAMPA + - =
Maurizio Setti
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Maurizio Setti (Carpi, 5 giugno 1963) è un imprenditore e dirigente sportivo italiano.
Dopo aver militato in gioventù nei dilettanti dell'Athletic Carpi, intraprende diversi mestieri come il magazziniere o il fotografo. Nel 1989 fonda la società di moda femminile Antress Industry Spa assieme alle sue attuali socie e stiliste Sonia De Nisco e Alessia Santi, che vanta un fatturato di poco superiore agli 80 milioni di euro.
Socio per tre anni del Carpi F.C. con cui ha conquistato due promozioni, è quindi stato socio e vicepresidente del Bologna Calcio (nell'"operazione salvataggio" della società felsinea), fino a quando non rileva l'Hellas Verona dall'allora proprietario Giovanni Martinelli, nel 2012, conquistando subito la promozione in Serie A. Inizialmente entrato come socio di maggioranza con l'80% delle azioni nel marzo del 2013 acquista l'intero pacchetto azionario della società scaligera, diventandone in toto proprietario ma comunque lasciando la carica di vicepresidente a Giovanni Martinelli, ancora molto amato dalla tifoseria gialloblù.
FONTE: Wikipedia.org
19.05.2013
«Grazie Martinelli. L'avevo promesso»
Sull'allenatore prende tempo: «Serve una pausa»
Non aspira ad essere uno sceicco ed ora che è in serie A preferisce rimanere quello che è: «Un contadino romagnolo che preferisce andare avanti così, che vado bene». Al massimo regalerà Panagiotis Tachtsidis alla squadra che l'hanno prossimo affronterà Juventus, Mila, Inter, Roma e le altre grandi. Maurizio Setti è un presidente felice e con poca voce, ma non senza memoria. Così le sue prime parole dopo la promozione sono per una persona a lui molto cara. «Non posso non dedicare questa splendida stagione a Giovanni Martinelli: è la prima citazione che ho fatto sul palco della premiazione dove avevo promesso di portarlo già un anno fa. Ha avuto il grande pregio di rifiutare tante persone e poi, quando mi ha conosciuto, di capire in cinque minuti quello che volevo fare. Sono arrivato in tempo per continuare un lavoro che lui è stato bravissimo a caricarsi sulle spalle per anni».
Ieri, dopo il fischio finale, i due principali artefici del ritorno dell'Hellas in serie A si sono regalati cinque minuti per loro: «Era emozionatissimo. Continuava a dire che era un sogno». Dopo, solo dopo, parla di sé stesso e del suo contributo alla causa. «Da quando sono arrivato in questa società, un anno fa, ho raggiunto tutti i traguardi, grandi e piccoli, che mi ero prefissato. Certo: il merito non è solo mio. Anzi: tutti hanno portato il loro contributo decisivo. Ma è un fatto che oggi siamo in serie A. Ero arrivato con l'intenzione di provarci ed è andata bene, visto che ci siamo riusciti al primo colpo». Anche per questo ha festeggiato con una vistosa parrucca gialla: «Me l'ha data Ceccarelli. Almeno mi sembra. In tutto quel caos...». C'è chi parla di rivincita dopo la sfortunata avventura bolognese. Ma non è oggi il giorno delle vendette per Setti: sarebbe fin troppo facile. «Sono abituato a guardare il futuro. Penso solo che come tutti i lavori sono i fatti che parlano. E nello sport è più vero ancora.
Nel mio caso parla il palmarés: ho fatto la pallavolo e ho vinto due categorie; ho fatto il calcio e ho vinto due categorie; a Bologna ho fatto 51 punti ed erano secoli che non li facevano: a Verona abbiamo centrato la serie A al primo anno. Adesso il nuovo obiettivo è quello di salvarci, possibilmente senza patemi, in un campionato difficilissimo come il prossimo». Sulla squadra non ha dubbi. «Poteva fare tranquillamente 90 punti. Il rammarico era proprio quello di non riuscire ad esprimerci. Ma da Brescia in avanti abbiamo visto quello che sapevo il gruppo poteva dare. È avvenuto quando tutti i giocatori hanno raggiunto la consapevolezza di quanto valessero. Sono ragazzi che hanno tanta qualità, tanta tecnica ma meno carattere: glielo abbiamo tirato fuori». Soprattutto in quel maledetto dicembre, quando «niente girava per il verso giusto. Non riuscivamo a capire cosa stesse succedendo: abbiamo fatto tante riunioni ma sembravano inutili».
Invece era tutto molto semplice: «In un campionato lungo come quello di serie B ci sta un momento di flessione. Siamo riusciti a tenere unito il gruppo che, per fortuna, non è composto da giocatori difficili caratterialmente; ed insieme al mister siamo riusciti a ritrovare il filo del discorso». L'ultima domanda, che in realtà è stata la prima che tutti gli hanno fatto, riguarda il futuro di Mandorlini. «Il tecnico ha fatto un buonissimo lavoro. E la squadra, come caratteristiche, è destinata a giocare meglio in serie A che in B. Adesso, però, è tempo di prenderci quattro o cinque giorni di ferie. Poi ci siederemo intorno ad un tavolo per fare tutti i nostri programmi e mettere in chiario tutte le varie possibilità».
Bruno Fabris
Setti: "Stiamo calmi, c'è da pensare alla Juve Stabia"
Postata il 05/05/2013 alle ore 22:59
Il presidente gialloblù intervenuto alla trasmissione tv "La domenica nel pallone": "Abbiamo un obiettivo da raggiungere, ma non è stato fatto ancora nulla"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del presidente gialloblù, Maurizio Setti, intervenuto alla trasmissione televisiva "La domenica nel pallone" in onda su TeleArena e condotta dal giornalista Gianluca Tavellin: "In questo finale di stagione le difficoltà saranno dietro l’angolo: la Juve Stabia è già in ritiro, preparerà la partita col massimo delle proprie forze. Dobbiamo inseguire il nostro obiettivo settimana per settimana senza badare agli altri, faccio un appello a tutto l’ambiente affinché si resti calmi e tranquilli. Ad oggi non è stato fatto ancora niente. Credo sarebbe giusto che il campionato finisse con la promozione diretta delle prime tre in classifica, perché nel corso della stagione hanno dimostrato di meritarla. Stiamo sempre sul pezzo senza esagerare con gli entusiasmi, pensiamo solo a giocare per vincere. Le partite degli altri? Le ho viste tutte, potremo gioire solo quando sarà il momento. Oggi non abbiamo ancora niente in mano. Possiamo fare tutti i calcoli possibili, ma c’è ancora tanto in ballo. La cosa che più mi è piaciuta della squadra è aver espresso impegno costante, cosa chiesta sin dall’inizio, insieme alla capacità di rischiare il meno possibile. La nostra formazione non ha mai subito troppo, lo dice il dato delle reti subite, anche se spesso in passato si abbassava la guardia dopo aver segnato un gol. Di recente prestazioni autoritarie ed un atteggiamento sicuro hanno fornito un segnale rilevante, se la squadra gioca come sa può affrontare qualsiasi avversario. Chi può decidere la promozione? Non c’è un giocatore in particolare, nelle ultime partite abbiamo visto che un po’ tutti possono andare a segno. Mi farebbe piacere la conquista del titolo di capocannoniere, sarebbe un titolo sportivo in più. Il futuro? Calma e sangue freddo, a risultati ottenuti si potranno fare le necessarie valutazioni. La positività fa parte della vita, ma alla base di tutto c’è la concretezza. Siamo consci di avere a disposizione qualcosa di concreto, ma i risultati contano più di tutto. La Serie A significherebbe gioia e conferme. I contratti vanno rispettati, se ci sono problematiche ci si siede e si discute. Siamo un gruppo unito, che vuole raggiungere l’obiettivo. Una volta tagliato il traguardo è permesso parlare per definire ogni aspetto”.
Ufficio Stampa
Setti: "Voglio vedere il massimo impegno"
Postata il 02/05/2013 alle ore 20:49
Il presidente gialloblù intervenuto alla trasmissione tv "Vighini Show": "Pensiamo solo alla Pro Vercelli, è la finale delle finali. Dobbiamo dimostrare corazza e tenacia da Hellas"
VERONA - Ecco le principali dichiarazioni del presidente gialloblù, Maurizio Setti, intervenuto telefonicamente alla trasmissione televisiva "Vighini Show" in onda su TeleNuovo e condotta dal giornalista Gianluca Vighini: "Siamo tranquili e consci di quello che stiamo facendo. Bisogna avere la consapevolezza di insistere sulla strada intrapresa. Avete visto il Bayern contro il Barcellona? Il calcio a grandi livelli è fatto di corsa e impegno, lo stesso dobbiamo fare noi nel nostro piccolo. I punti persi? Ci siamo svegliati di sicuro, tardi perché comunque dovevamo farlo prima. Io sono uno che pretende e non si accontenta. Chi veste la maglia dell'Hellas deve avere una corazza e una tenacia che deve porre davanti a tutto e tutti. E se i calciatori lo faranno insieme, sono convinto che ci toglieremo qualche soddisfazione. I ragazzi devono essere consapevoli che è l'ultimo tram. A partire dal mister fino all'ultimo dei magazzinieri devono avere una carica incredibile. Questo ci arriva anche dai tifosi, avete visto al campo d'allenamento mercoledì quanta gente c'era. E la cosa più bella sono state le famiglie e i bambini. Dobbiamo dare il massimo tutti i giorni. Vincere è sempre difficile, sono convinto di avere creato un allestimento di società/squadra che abbia caratteristiche per giocarsela fino alla fine. Sicuramente abbiamo perso dei punti per strada, ma non serve rimuginare, ora è il momento di stare tutti concentrati. Voglio vedere che tutti diano il massimo impegno. Cerchiamo di giocare e di vederla in modo positivo. Un plauso alla città che ci continua a sostenere, dall'altro ricordiamoci che c'è un mondo di famiglie disperate. E che i nostri bambini della provincia diventino un patrimonio per ogni famiglia, diventando un domani dei calciatori dell'Hellas. Ora pensiamo solo alla Pro Vercelli, per noi è la finale delle finali. Io più veronese? Sono nato professionalmente a Verona grazie a un imprenditore storico di Verona. Mi sento molto veronese, parlo poco e faccio i fatti. Come sono i veronesi. Setti e Sogliano in panchina? No, c'è un allenatore e Mandorlini sa far bene il suo mestiere. Noi proviamo a dargli supporto, visto che siamo due sanguigni. Lo stadio di proprietà? Prima di tutto serve un centro tecnico che permette di vedere tutti i ragazzi allenarsi insieme, con allenatori qualificati, bisogna creare una cittadella dello sport gialloblù".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
27.03.2013
Setti alla «Gazzetta»: non diffamate il Verona
BOTTA E RISPOSTA. Un pezzo firmato da Nicola Binda sui rapporti tra il presidente dello Spezia, Gabriele Volpi, e l'imprenditore carpigiano infiamma il patron gialloblù. Il club ha presentato querela: «Un articolo privo di fondamento, lede l'immagine della nostra società. Non riusciranno a destabilizzarci»
Sono voci che si rincorrono da tempo. Fin da quando Maurizio Setti ha cominciato a trattare con Giovanni Martinelli l'acquisto dell'Hellas. «Solo una mossa di facciata - dicevano con sicurezza i soliti ben informati - alle spalle dell'imprenditore carpigiano c'è Gabriele Volpi, presidente dello Spezia e dell'NK Rijeka, squadra che milita nella serie A croata». L'ultimo attacco è arrivato lunedì mattina, sulla Gazzetta dello Sport. «Magari un giorno ci spiegheranno quale accordo occulto hanno fatto gli "amici" Maurizio Setti e Gabriele Volpi - scrive Nicola Binda - il primo ha lasciato il Bologna dopo aver cercato di coinvolgere il patron dello Spezia e ha preso il Verona pare (ma la cosa è tutta da verificare, ci sono di mezzo società lussemburghesi...) - con il sostegno esterno di Volpi.
Entrambi hanno poi cercato di allestire due squadre che dominassero il campionato e l'ago della bilancia è stato Daniele Cacia, in uscita dal Lecce: lo volevano entrambi, alla fine è finito in Veneto ma la trattativa è stata condotta con un filo diretto tra la il Salento e la Liguria, o la Nigeria dove Volpi ha i suoi interessi...». Un'analisi che ha scatenato la rabbia del Verona. Immediata la replica del club di Via Torricelli che ha querelato la Gazzetta dello Sport e Nicola Binda. «Si procederà presso le autorità competenti nei confronti dei responsabili - si legge in un comunicato - visto il contenuto diffamatorio, privo di fondamento e gravemente lesivo nei confronti del presidente Maurizio Setti e dell'immagine societaria». Toccherà ai giudici far chiarezza sulla vicenda e punire i colpevoli se verrà accertata la loro responsabilità ma in questo momento l'analisi deve andare oltre perché l'attacco della Gazzetta e di altri organi di stampa nazionali arriva in un momento decisivo del campionato. Da pochi giorni il Verona ha riconquistato quel secondo posto che garantirebbe la promozione diretta in serie A, fra qualche ora affronterà il Sassuolo nel big match che può valere una stagione.
L'Hellas in serie A dà fastidio, su questo non ci sono dubbi. Allora sono partiti segnali chiari, non solo in campo ma anche fuori. Oltretutto in questo momento le tre di testa vanno così forte che hanno più di dieci punti di vantaggio dalla quarta, non ci sarebbero nemmeno i play off, l'obiettivo minimo di società che hanno investito tantissimo ma che sono molto lontane dal traguardo. Sono in difficoltà nel pagamento degli stipendi, indebitati con i fornitori, devono far fronte a decreti ingiuntivi di alcuni procuratori, sarebbe un fallimento mancare i play off. E allora alzano il tiro coinvolgendo gli amici degli amici e lo «spiffero» diventa calunnia. Anche perché in più di un'occasione il presidente Setti ha fatto chiarezza sui rapporti con Volpi. Basta rileggere, per esempio, l'intervista sull'Arena dell'8 gennaio scorso. «Nel calcio ho degli amici - risponde il patron a una domanda precisa - uno è il diesse della Juve Beppe Marotta, un altro Gabriele Volpi.
L'ho conosciuto anni fa, a La Spezia. Poi siamo diventati tutti e due presidenti. Magari ci fosse Volpi a Verona, si potrebbe puntare a qualcosa di diverso se l'Hellas arrivasse in A. L'unica cosa che ho fatto con Volpi è di avergli chiesto qualche anno fa di acquistare il Bologna. Adesso ognuno sta a casa sua. Volpi ha lo Spezia, Setti da solo il Verona». Non è sufficiente per allontanare i sospetti dall'Hellas e regalare serenità alla volata finale verso la A. «Se vogliono destabilizzarci sbagliano indirizzo - ha detto Setti - anzi raggiungono l'effetto contrario: siamo sempre più uniti».
L.MAN.
08.01.2013
«Voglio un Verona guerriero Così lotteremo per la serie A»
MAURIZIO SETTI
Il terremoto che ha sconvolto l'Emilia ha lasciato il segno. Nella testa e nell'anima di Maurizio Setti. «Quando faccio il bilancio del 2012 il primo pensiero corre subito a quelle notti di maggio - ammette il presidente dell'Hellas mostrando le crepe ancora ben evidenti sui muri del suo quartier generale di Carpi - il sisma ha portato morte e distruzione, ho visto imprenditori che hanno perso i loro capannoni, famiglie che sono rimaste senza casa. Un momento molto difficile proprio quando stavo chiudendo la trattativa per acquisire la maggioranza del Verona. Ci ho pensato molto poi ho deciso di andare avanti per tenere fede alla parola data».
Il 2012 dell'Hellas?
«Un anno di gioia perchè sono diventato presidente del Verona e perchè la squadra ha fatto bene anche se può fare sempre meglio. Un anno difficile non solo per il terremoto ma anche per la crisi che attanaglia da tempo la nostra economia. Speriamo di aver toccato il fondo».
Che 2013 sarà?
«Spero di aver fatto le scelte giuste, di aver strutturato la società, di aver amalgamato il vecchio con il nuovo. Credo che tutti insieme possiamo raggiungere l'obiettivo fissato, per farlo vorrei vedere un Verona più umile ma con lo spirito guerriero».
Le difficoltà di un imprenditore che entra nel mondo del calcio...
«Ho cercato di circondarmi di gente che parla la mia lingua: da Sogliano a Gardini, da Dibrogni al responsabile del settore giovanile. Ho mantenuto solo lo staff tecnico perchè veniva da un campionato che aveva portato tante soddisfazioni ma anche loro hanno capito che la società è cambiata. Ne sono convinto perchè sono perseverante.E anche testardo. Non entro in campo, non m'interessa chi gioca, non decido il modulo ma guardo soprattutto le dinamiche e sono critico in tutti i settori, i troppi complimenti non aiutano»
La squalifica di Mandorlini?
«I meccanismi sono cambiati per tutti e il mister l'ha sicuramente capito. Certe frasi non sono in linea con quel fair play che la società intende seguire. Poi mi fa ridere la pena supplementare della "messa cantata", probabilmente chi l'ha stabilita si è dimenticato di altre situazioni molto più negative, per esempio quello che è successo un anno fa a Firenze, quando Delio Rossi si è scagliato contro un suo giocatore. L'ho detto anche a Mandorlini che faremo sentire il nostro peso davanti alle istituzioni pur seguendo un atteggiamento propositivo sia per noi che per la città».
Setti è uomo di carattere, non s'è circondato di troppi personaggi di temperamento?
«Non voglio i signorsì anche se sarebbe più facile. È così anche nella mia azienda. Ci lavorano 250 persone ma ci deve essere stima e rispetto anche se ognuno deve stare al suo posto».
Novemila a Milano, più di quindicimila al Bentegodi. Che idea s'è fatto dei tifosi?
«Verona sta pagando a caro prezzo errori fatti nel passato. Ne ho già discusso con il prefetto di Verona e ho chiesto un incontro al capo dell'Osservatorio. Quando si muovono i tifosi dell'Hellas non si muovono solo cento persone e non sempre le organizzazioni di alcuni stadi sono state all'altezza. In trasferta vanno anche famiglie con figli a seguito. Cercheremo sempre di difendere i nostri tifosi sani»
Caso Busto, farebbe uscire il Verona in caso di cori razzisti?
«Il Milan è uscito dal campo perchè si trattava di un'amichevole, probabilmente non la farebbe in campionato o in Champions, anche se mi sembra assurdo dover assistere a cori razzisti nel 2013. Per questo l'Hellas adesso deve essere ancora più bravo degli altri».
Il mercato dell'Hellas?
«La rosa che abbiamo allestito è molto competitiva. Abbiamo tenuto i giocatori migliori come promesso e rafforzato l'organico. Possiamo darci un otto e mezzo in pagella. Purtroppo si gioca in undici e non tutti hanno la capacità di reggere la pressione. Chi non è contento di rimanere deve alzare la mano e chiedere di essere ceduto. Un esempio? Calvano non ha mai avuto spazio ma sono dell'idea che sia giusto tenerlo anche se sarebbe giusto mandarlo a giocare in un altra piazza. Albertazzi invece ha sofferto, sofferto, sofferto ma ora gioca. Più contento lui, più contenti noi».
Bojinov?
«Vale il discorso fatto per Calvano anche se Bojinov è giocatore che potrebbe giocare tranquillamente in A e credo nelle sue potenzialità ma qui ha trovato poco spazio e non c'è il tempo per aspettarlo».
C'è qualche giocatore dal quale si aspettava di più?
«Senza dubbio gli esterni, vecchi e nuovi. Sono quelli che hanno sofferto di più e non hanno fatto gol. Tra l'altro quelli che abbiamo comprato sono quelli che ci chiedono di più, vuol dire che le qualità ci sono».
Sassuolo e Livorno continuano a correre...
«Il Livorno è una sorpresa ma ha grande potenzialità offensiva e così riesce a mascherare qualche lacuna difensiva. Il Sassuolo è una certezza. Ha grande solidità con un patron come Squinzi che potrebbe comprarsi il Milan, non vive le tensioni che si possono respirare in altre città, ha una squadra veramente forte dopo aver ritoccato l'organico dell'anno scorso e messo in panchina un tecnico bravo come Eusebio Di Francesco che fa giocare molto bene la squadra».
Perchè sei mesi fa Setti ha comprato l'Hellas?
«Mi ha spinto la passione, un imprenditore si può avvicinare solo per questo al calcio. Qualcuno può fare sempre la Terza categoria, qualche altro per fare calcio e non morire sotto il calcio deve farlo a un certo livello. La serie B è al limite, se vai in A puoi fare dei discorsi diversi, la passione è sempre la stessa ma non devi solo rimetterci. Basta vedere che anche grandi squadre come Juve, Milan e Inter cercano sempre partner importanti».
Il rapporto con il presidente dello Spezia, Gabriele Volpi?
«Nel calcio ho degli amici. Uno è il diesse della Juve Beppe Marotta, un altro Volpi. L'ho conosciuto anni fa a La Spezia, poi siamo diventati tutti e due presidenti. Magari ci fosse Volpi a Verona, si potrebbe puntare a qualcosa di diverso se l'Hellas arrivasse in A. L'unica cosa che ho fatto con Volpi è di avergli chiesto qualche anno fa di acquistare il Bologna. Adesso ognuno sta a casa sua. Volpi ha lo Spezia, Setti da solo il Verona».
L'Hellas a maggio non centra l'obiettivo. Cosa succede?
«Sicuramente il progetto va avanti ma sarebbe un fallimento e, alla fine, dovremo fare tutti un esame di coscienza»
21.12.2012
Gli auguri di Setti: «Il Verona è forte, ora deve correre»
IL TOUR DE FORCE DI NATALE. L'intervento alla cena degli auguri: «Questo gruppo non è inferiore a Sassuolo e Livorno. Tutti dobbiamo dare di più ma vincere non è mai facile. Anche la squadra deve dimostrare qualcosa»
Vero fino in fondo. Il quadro di Maurizio Setti è molto chiaro. Punti forti da una parte, aspetti da migliorare dall'altra. E margini sconfinati. Gli è entrato dentro l'Hellas, così come Verona. Dopo le fondamenta ora si può costruire il primo piano, magari con una bella accelerata. La B non ti aspetta, ma anche il presidente vuole iniziare a correre forte. Come giudica questi primi mesi da presidente? «Ho la fortuna di essere lucido nelle mie analisi, al di là della stanchezza accumulata in questo periodo ma non solo per colpa dell'Hellas. Abbiamo lavorato bene, azzeccato le scelte di chi è dietro la scrivania. Sono stati quattro mesi di lavoro intenso, con la convinzione di aver lavorato nella direzione giusta. E sicuramente la gente se n'è accorta. Dal nostro strepitoso pubblico agli uffici della Lega, dove stanno apprezzando l'opera che stiamo portando avanti».
Soddisfatto del rendimento della squadra in campionato? «Dobbiamo dare di più tutti, anche se mi rendo conto che giocare con l'obbligo di vincere è più difficile. Ci vogliono grinta, volontà ed energia. Da applicare ad ogni singola partita, in serie B vinci solo se accetti di far fatica». Le altre stanno correndo più del previsto... «Di certo Sassuolo e Livorno non ci aiutano, ma questo deve essere uno stimolo. Noi non siamo inferiori. Tocca ai ragazzi andare a prendere chi ci sta davanti o approfittare di eventuali loro passi falsi». A volte l'impressione è che la squadra si senta appagata... «E questo sarebbe un gravissimo errore di giudizio. Anche perché non lo permetteremmo noi, gente che ha questo atteggiamento non ci interessa. Quando indossi questa maglia devi dare sempre il massimo, dall'allenamento alla sera quando si va a casa, all'alimentazione a tutto il resto».
C'è qualcosa che non ha funzionato finora? «Una riflessione i ragazzi devono farla, da qui al 30 dicembre devono dimostrare ancora qualcosa. L'organico è di qualità, credo che ultimamente ne abbiate avuto una riprova ulteriore. Certi giocatori entrati in campo per necessità hanno regalato prestazioni importanti. Segno che i valori ci sono. E i calciatori di una certa qualità possono fare la differenza». Fuori dal campo Verona l'occhio su Verona è sempre più vigile che da altre parti? «Qualcosa c'è, ma stiamo lavorando molto in questo senso. Dall'opera di sensibilizzazione per la vicenda legata a Morosini a tante altre iniziative incentrate sul fair play. Tante situazioni non si cancellano in quattro mesi, ma sapremo dimostrare i veri valori di Verona e di questa società».
Un regalo dal mercato? «Adesso è importante soprattutto finire questa prima parte di stagione, questa è una rosa davvero importante e forte. Come società restiamo attenti e pronti a sfruttare ogni buona occasione. Prima di tutto però dobbiamo capire appieno le nostre potenzialità. Dopo le ultime tre partite in tanti avranno dovuto modificare la pagella di chi in campo finora c'è andato meno. Mi riferisco ad Albertazzi e a Bacinovic, uno che ha dimostrato di meritare questa maglia. Finora abbiamo avuto pochi momenti per fermarci e tirare le somme. Abbiamo anche degli infortunati importanti come Laner e Martinho». I propositi per il nuovo anno? «Quelli di inizio campionato. Dobbiamo lavorare, più degli altri visto che siamo più indietro. Dobbiamo dare di più, non augurarsi che gli altri ci diano la possibilità di avvicinarci. Ho sempre lavorato sodo io nella vita, così deve ragionare anche l'Hellas».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Setti: "Mandorlini non ripeterà più certi gesti"
Postata il 20/12/2012 alle ore 01:09
Il presidente gialloblù alla cena di galà del club: "La squalifica era nell'aria, ma la squadra non ne risentirà perché continuerà a rispettare i valori che il mister gli ha trasmesso"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del presidente gialloblù Maurizio Setti, intervenuto alla cena di galà del club "Natale con l'Hellas Verona" al quale hanno partecipato tutti i dirigenti, lo staff tecnico, i calciatori e i main sponsor gialloblù: "La squalifica di Mandorlini? Ce l'aspettavamo, era nell'aria. Il mister deve capire che certi atteggiamenti non vanno bene, bisogna essere più attenti in tutto. E' comunque una bruttissima tegola. Abbiamo provato a vedere cosa si poteva fare, rispettiamo la legge. Il mister sa che ha sbagliato e sono convinto che non ripeterà più certi gesti. La Juventus comunque insegna: ha un allenatore che è stato fuori 4 mesi ma i valori in campo dei suoi giocatori non si sono modificati, tantomeno il sentimento del suo allenatore. Un bilancio fino a oggi? Sensazioni positive per il mio primo Natale da presidente dell'Hellas. Mi sono trovato bene in questi mesi e abbiamo messo a posto tante cose e tante ce ne sono da fare. Le scelte delle persone dietro la scrivania e degli uomini in campo sono state azzeccate. Per dove siamo arrivati fino ad ora ci possiamo ritenere soddisfatti sotto un profilo societario, aziendale e anche sportivo. Su quest'ultimo ci potevamo aspettare qualcosina di più ma siamo fiduciosi. Molto soddisfatto, comunque, tante cose non si vedono ma vengono fatte nell'ombra dalla società. Cosa non funziona? Credo che ci sia bisogno del vero bagno di umiltà, da un punto di vista sportivo. Quando giochiamo contro le squadre più blasonate, rendiamo al meglio. In questo senso, tutti, a partire dalla dirigenza, ed è una cosa che ho sempre detto, deve trasmettere certe emozioni. Poi lo staff tecnico, una parte importantissima del nostro ingranaggio, che forse non si è ancora reso conto di come sono cambiate le cose rispetto all'anno scorso. Sia per come ci vedono gli altri, sia perché la squadra è più importante. E la gestione va curata ancora di più nei dettagli. Se vogliamo ottenere qualcosa, e arrivo ai giocatori, certi atteggiamenti non vanno bene. E quindi invito tutti a tirare fuori l'orgoglio. Il mercato? Ci sono tre partite ora, pensiamo a questo. Le conferme di tutti passano da queste tre partite. Noi possiamo perdere, anche come è successo a Milano, ma bisogna dimostrare che i valori ci sono. Il primo passaggio è arrivare al 30 dicembre e che tutti facciano vedere che possono portare addosso il valore della maglia dell'Hellas Verona. E debbono portarlo tutte le domeniche".
Ufficio Stampa
Setti: "Che bel gruppo, ora pensiamo al campionato"
Postata il 28/11/2012 alle ore 14:51
Il presidente gialloblù intervistato da Radio Sportiva: "Ho visto anima e cuore, ora miglioriamo l'aspetto mentale. Contro l'Inter proveremo a fare la nostra partita"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del presidente gialloblù Maurizio Setti, intervistato da Radio Sportiva: "Il tentativo è sempre quello di fare il nostro calcio, abbiamo un mister a cui piace fare un gioco importante nonostante le defezioni. Bravi i ragazzi, finalmente si sono visti dei giovani in campo che hanno dimostrato di essere validi e all'altezza, proseguiamo nella direzione di rafforzamento mentale di un gruppo che è forte. La prova di Palermo è la dimostrazione che il gruppo c'è, soprattutto per chi ha giocato poco. Hanno messo l'anima e il cuore, mettendo in difficoltà giocatori più quotati dei nostri.
La Coppa Italia? A Milano andiamo a giocare con serenità, è Davide contro Golia. Ma per noi è un bel riconoscimento, ieri c'erano 400 tifosi, il pubblico è spettacolare in questo senso. Anche a Milano ce ne saranno tanti, da 10 anni Verona soffre e tornare nello stadio forse più importante d'Italia rappresenti un piccolo assaggio, una piccola festa, per una città che mastica amaro da troppo tempo. Noi ci proviamo, andremo a Milano a fare la nostra partita, ma teniamo presente che l'obiettivo è il campionato. La Serie B è altamente pericolosa se non hai la carica giusta, la tensione nervosa giusta e l'agonismo giusto. Dovremo curare però il nostro difetto mentale, quando andiamo in vantaggio e poi pareggiano fatichiamo a riprendere il nostro ritmo: questo aspetto lo miglioreremo senz'altro. La polemica Palermo-Africa? Non vi dico la parola che mi viene per definire chi ha pronunciato questa frase, ritengo cretino chi esprime giudizi di questo tipo, a maggior ragione chi rappresenta un gruppo politico".
Ufficio Stampa
Setti: "Ora vogliamo parlare solo di calcio"
Postata il 25/10/2012 alle ore 18:10
Il presidente gialloblù intervenuto alla presentazione dell'Annuario 2012-13: "Ripartiremo in campo e sugli spalti. E siamo attesi da una partita determinante nel nostro percorso"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del presidente gialloblù Maurizio Setti, intervenuto alla presentazione dell'Annuario 2012-13 dell'Hellas Verona: "Settimana particolare, ma noi siamo già orientati alla partita importantissima di sabato. Per noi è determinante nel nostro percorso, quindi concentrati sul calcio. In qualche modo si è chiusa questa settimana particolare, noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. E sabato faremo iniziative riguardanti i cori successi a Livorno. Vogliamo ripartire in campo e sugli spalti. Non ci dimentichiamo del passato, ma ora è giusto pensare al futuro. Sabato la città risponderà in linea con il pensiero della nostra società, con il pensiero del Sindaco, con il pensiero della Lega Serie B che ci è stata vicina e ci ha dimostrato competenza e amore verso la nostra città. Tutti insieme dovremo dare un ulteriore segnale perché avremo gli occhi puntati di tutta Italia e dovremo dimostrare che questo è stato un singolo episodio che non si dovrà mai più ripetere. Verona pensa al Verona sicuramente, perché solo così si può pensare ad arrivare al Sassuolo. Credo che non sia un problema di chi sta davanti e il campionato sarà ancora lungo e ricco di cambiamenti. Pensiamo a noi, sabato ho visto una buona squadra. Il mio unico problema è che non ci dobbiamo rilassare e non abbiamo risolto tutto. Dobbiamo pensare che è stata la dimostrazione dei nostri valori e lo possiamo fare attraverso il nostro gioco. Il deferimento a Mandorlini? Il comunicato ha voluto evitare fraintendimenti, siamo sicuramente con il mister e dobbiamo fare un'analisi, a prescindere, dei nostri comportamenti. Sui giornali ci siamo tutti i giorni e le nostre parole devono diventare intelligenti, evitando che qualcuno ci attacchi per una parola snaturando il significato che tu abbini a quella parola".
Ufficio Stampa
Setti: "A Livorno un segnale per il campionato"
Postata il 16/10/2012 alle ore 18:09
Il presidente gialloblù analizza il momento della squadra: "Stiamo bene, ma possiamo dare di più. Il gioco? Siamo convinti che arriverà, lavoriamo in una direzione e ci vuole pazienza"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del presidente gialloblù, Maurizio Setti, intervenuto all'inaugurazione della nuova sede Asd Ex Calciatori Hellas Verona: "Il Verona sta bene, stiamo lavorando sodo per creare un grande percorso. Siamo da soli e c'è da lottare, ma bisogna esserci sempre. E se parliamo di gioco che ancora non arriva, siamo convinti che arriverà. Abbiamo delle idee in testa e le vogliamo completare. Un voto a Mandorlini? Non sono bravo con questi numeri, per accontentarmi bisogna fare tanto comunque. Sappiamo che dobbiamo dare di più, il nostro percorso lo abbiamo intrapreso ma società, giocatori e staff tecnico devono sapere che bisogna fare di più e si può fare meglio per raggiungere l'obiettivo che è nei nostri pensieri. Arrabbiato dopo Padova? Sì, ci sta, perché prendere un gol al 94' ti fa arrabbiare. Ma vado oltre il risultato, perché vedo un percorso di un certo tipo e per arrivarci dobbiamo essere bravi nella gestione di tante situazioni. In questo senso bisogna crescere tutti e il famoso bagno di umiltà, invocato da Mandorlini, penso che possa essere esteso a tutta la società. Tutti noi dobbiamo capire che il campionato è lungo, che il Sassuolo è in salute ma noi dobbiamo stare agganciati. Il Livorno? Sabato c'è una partita che sarebbe già una grande dimostrazione di forza. Perché un club che punta a certi obiettivi, sa che le partite come quella di sabato sono dei passaggi determinanti. Loro stanno meglio di noi comunque, sono davanti in classifica. Noi andiamo per vincere o per avere conferma delle nostre certezze".
Ufficio Stampa
Setti e i tifosi: "Vinciamo il Trofeo Fair Play"
Postata il 14/09/2012 alle ore 19:54
Il presidente gialloblù ha rilasciato una lunga intervista alle emittenti tivù: "Abbiamo tutte le carte in regola per conquistare un trofeo anche fuori dal campo"
VERONA - Ecco alcune dichiarazioni del presidente Maurizio Setti, rilasciate in una lunga intervista alle emittenti televisive TeleArena e TeleNuovo: "Esiste un campionato sul campo e uno fuori, ovvero il Trofeo Fair Play "Gaetano Scirea", il Verona l'anno scorso è arrivato ultimo. Abbiamo fatto 30.414 nelle prime due partite in casa, quindi un plauso perché su questo non siamo primi, ma primi alla grande, triplicando rispetto alle altre società. Ma va moltiplicato questo sforzo e cercare di vincere questa coppa, perché sarebbe bello vincerla insieme a delle altre vittorie da fare sul campo. Andremo su tanti campi caldi, ci aspettano sia perché siamo l'Hellas Verona sia perché siamo scomodi sia perché abbiamo delle dinamiche che danno fastidio. Ma l'invidia è anche una bella cosa se la ricevi perché sei forte. Se dimostreremo anche nelle trasferte, anche al Bentegodi con l'arrivo di un eventuale pubblico caldo e noi sapremo fare il tifo come sappiamo fare, daremo una dimostrazione di una grandissima crescita di questa società, di questa squadra e di questa città. La possibilità di dimostrare a tutti chi è il Verona, chi sono i veronesi, chi è il tifoso, perché solo qua si tifa in questo modo. Tutta questa gente è come se me la sentissi sulle mie spalle e voglio dimostrare al mondo che è gente sana, seria, concreta e che Verona ha la fortuna di avere un tifo che altre società non possono avere. Non riescono a cantare per 90 minuti, noi invece ci riusciamo, senza farci provocare, e sanno che siamo forti li. Dobbiamo cercare di fare e di vincere anche questa classifica fuori dal campo, per noi sarebbe una doppia soddisfazione. Dentro e fuori dal campo, perché noi in campo ci impegneremo al massimo".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Maurizio Setti: «Hellas, una scelta di cuore, ma con un progetto di testa»
MAURIZIO SETTI
23/08/2012
Sessanta giorni con l'Hellas e per l'Hellas. È iniziata due mesi fa l'avventura in gialloblù del nuovo presidente Maurizio Setti, è arrivato il momento del primo bilancio ala vigilia del debutto in campionato con il Modena. «Già, due mesi, incredibile, sembra ieri - ammette il patron del Verona - sono stati due mesi molto positivi anche se abbiamo lavorato molto, ma non è un problema sono abituato a lottare».
Si lotta nel calcio e nella vita...
«Alla sera quando vado a letto voglio essere a posto con me stesso. Sento il peso delle responsabilità. Quando ho preso l'Hellas sapevo che sarebbe stato un impegno importante, non solo fisico ma anche mentale».
Che idea si è fatto?
«Sapevo che avrei trovato grande passione, d'altronde Verona è una piazza importante, di grande tradizione. Non sono arrivato impreparato, ho cercato di mettere subito dei paletti. Ho puntato sulla professionalità, mi sono circondato di collaboratori capaci senza guardare in faccia nessuno. Io non ho amici da sistemare mi fido solo delle capacità di chi mi sta intorno, in base a quelle giudico».
Gli obiettivi?
«Innanzitutto voglio dare all'Hellas e a Verona una visibilità nazionale, lo meritano la società e la città. Questo non è facile e non possiamo neppure lanciare proclami prima del tempo. Il campo è giudice sovrano. Grande attenzione alla prima squadra, dunque, allo staff tecnico, ai giocatori senza dimenticare il settore giovanile. Abbiamo cercato di costruire una Primavera in grado di confrontarsi ad armi pari con tutte le realtà importanti del panorama nazionale. In generale abbiamo puntato sulla qualità, anche nelle squadre più giovani. Da quest'anno, inoltre, ci sarà anche la scuola calcio, per favorire anche il reclutamento di giovani promesse nel territorio. Il vivaio è un punto di partenza importante per una società che vuole stare al passo con il calcio moderno».
Quando ha deciso di comperare il Verona?
«Potevo entrare nell'Hellas già qualche anno fa. Stavo acquistando il Carpi con un gruppo di imprenditori locali, avevo cercato Nardino Previdi per farmi dare dei consigli. Lui è sempre stato un grande del calcio. Faceva il direttore sportivo all'Hellas, il presidente era il Conte Arvedi. Mi chiese di entrare nel Verona ma non mi sentivo pronto. Sono partito con il Carpi, è stata una bella avventura in tre anni abbiamo perso sei partite, siamo arrivati in C1 e abbiamo sfiorato il passaggio in serie B.
Poi il Bologna...
«Ho conosciuto il bello e il brutto del calcio. Bologna, per certi aspetti, può essere paragonata a Verona. Piazza importante, grande tradizione, tifosi appassionati. Abbiamo rifondato una squadra e fatto 51 punti, non male. Ma bisogna muoversi in una situazione di lobby, ci sono troppi interessi che vanno al di là del terreno di gioco. Sono abituato a dire quello che penso ma lì tutto veniva interpretato, manipolato... Il tifoso gialloblù è innamorato dell'Hellas, a prescindere da chi gioca, a Bologna non è così».
Via da Bologna, il Verona...
«Non è stata una scelta immediata. A febbraio ho deciso di uscire dal club rossoblù. Ho cominciato a guardarmi intorno, ho incontrato Martinelli. Ci siamo capiti subito, una questione di pelle. Con Martinelli ho un rapporto splendido, avevo già deciso di comperare il Verona, in A o in B. Avrei preferito prenderlo in A proprio per Martinelli, per lui sarebbe stata una grande soddisfazione centrare un'altra promozione».
Perchè l'Hellas?
«Ci sono tante società da acquistare ma volevo un club vicino a Carpi, dove vivo e dove opero con la mia azienda. Anche il Bari, per esempio, è in vendita, ma non avrei potuto seguirlo da vicino. E poi è stata una questione di cuore, ho visto un paio di partite, sono stato al Bentegodi e mi sono appassionato».
Solo una scelta di cuore?
«No, non può essere così. Nel calcio moderno ci deve essere anche un progetto fatto con la testa. Sono convinto che si possono raggiungere risultati importanti solo con una grande organizzazione alla base, fissando principi chiari, altrimenti un imprenditore non prenderebbe una squadra di calcio in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo».
L'Udinese può essere un esempio da seguire?
«Chi non vorrebbe fare come l'Udinese? Conosco Pozzo padre e Pozzo figlio, sono due imprenditori illuminati e due intenditori di calcio. Quando ti siedi a un tavolo per una trattativa loro sanno dove vogliono arrivare e raggiungono sempre l'obiettivo anche quando dialogano con le grandi del calcio italiano. In questo momento sono irraggiungibili ma la loro organizzazione è invidiabile. Diciamo che l'Hellas, per il momento, dovrebbe raggiungere la serie A e trovare una stabilità nella massima serie. Poi si possono fare altri pensieri».
Però Setti avrà un sogno? Lo scudetto?
«Beh, ci sono sogni e sogni ma in questo momento il gap tra Juve, Inter e Milan, mettiamoci anche Roma e Napoli se vogliamo, è di almeno cento milioni di euro con le altre società. Impossibile pensare allo scudetto, anche se il calcio non è una scelta esatta. Trovata una stabilità societaria, finaziaria e tecnica si può pensare alll'Europa ma devono esserci tanti tasselli che vanno nel posto giusto al momento giusto».
Hellas più forte a Palazzo?
«Ho parlato spesso con Abodi, il presidente della Lega di B. Una persona capace, un manager del calcio. Anche lui sa che all'Hellas hanno tolto qualcosa un anno fa e quindi riconosce il ruolo importante del Verona nel mondo del pallone. Ma se vogliamo far parte di questo sistema dobbiamo dimenticare il "soli contro tutti", dobbiamo pensare che se una volta ci danneggiano, la volta dopo possono aiutarci».
Un messaggio anche ai tifosi?
«Ancora una volta hanno dimostrato un amore incredibile, sono quasi undicimila gli abbonati, un atto di fede verso la squadra, uno stimolo verso la società a far meglio. Mi piace la tifoseria calda, appassionata, all'inglese insomma ma vorrei parlare con tutti i nostri sostenitori , uno a uno, per dire a loro che dobbiamo fare un salto di qualità. Per favorire la squadra e la città».
Domani si comincia. Debutto in anticipo con il Modena, la città di Setti...
«Ci saranno tutti i riflettori puntati sulla nostra partita. Anche in questo caso Abodi ha fatto una scelta intelligente, si parte da Modena perchè la città è stata segnata dal terremoto, per dare un segnale positivo alla gente, alle famiglie che vivono nelle tende, agli imprenditori che devono ripartire. Sono stati regalati cinquemila biglietti agli sfollati per regalare un momento di serenità a tutti. La scelta è stata fatta anche perchè si gioca con l'Hellas. Proveremo a vincere, cercheremo di fare una bella partita, per lasciare un bel ricordo di Verona e dell'Hellas».
Luca Mantovani
Dalla maglia del Carpi a Manila Grace
UNA VITA SOTTO I RIFLETTORI. Buon attaccante, ha giocato fino in Promozione. È stato socio di minoranza del Bologna
Imprenditore nella moda, ora guida Actress Industry Una holding da 70 milioni di euro di fatturato
23/08/2012
Passione e sostanza. Amante del calcio e imprenditore di successo. Maurizio Setti è uomo genuino, come la sua terra. Quarantanove anni compiuti il 5 giugno, modenese di Carpi, il presidente dell'Hellas ha avuto in testa il pallone fin da piccolo. Ha cominciato nell'Athletic Carpi, buon attaccante fino in Promozione prima di appendere le scarpe al chiodo e dedicarsi al settore dell'abbigliamento donna, il suo indiscusso core business. Una vita sotto i riflettori, anche se delle luci della ribalta farebbe volentieri a meno. Il lavoro è andato di pari passo col pallone. Senza troppi diversivi o interessi supplementari. Solo una buona e sana gestione, come accade nelle sue aziende. Setti è stato fra gli artefici del «miracolo Carpi» con due promozioni e una corsa finita per l'ingresso nella cordata di salvataggio del Bologna, di cui è stato vicepresidente con delega al mercato, terzo azionista con il 5,6 per cento delle quote.
Ma il feeling con la piazza non è mai scattato veramente e si è rivolto altrove per iniziare un'altra opera, stavolta in prima persona. Proprio a Verona, dove Setti aveva iniziato la sua attività imprenditoriale, in società con Saverio Signorini. Ora è capo di Antress Industry, holding da 70 milioni di fatturato che detiene i brand Manila Grace, E-gò e Doralice, e vuole proporsi come polo importante di abbigliamento e accessori made in Italy, protagonista del business in tutte le fasi della filiera, dalla produzione alla distribuzione. Il gruppo può contare su 180 dipendenti, produce un milione di capi all'anno e fa affidamento su una rete di distribuzione composta da 26 flagship store Manila Grace, cinque negozi Doralice, sei monomarca E-Gò e 800 punti vendita multimarca sparsi lungo il territorio italiano.
La sua attività è partita all'inizio degli anni Novanta a Carpi per arrivare alle soglie del Duemila quando, fiutando i mutamenti del mercato, ha lasciato il commercio all'ingrosso per diventare imprenditore prendendosi naturalmente carico dei rischi che il mestiere impone. L'intuito però non l'ha tradito, Manila Grace è diventato subito un marchio di successo. Setti lo rilevò partendo da una situazione precaria, curandone il salto dal centro di pronto moda e ingrosso Centergross di Bologna ai primi negozi multimarca, che sull'etichetta decisero di scommettere subito. Ha la passione del volo il presidente dell'Hellas, ma solo per hobby. Nella vita di tutti i giorni, calcistica e imprenditoriale, non ha mai voluto fare il passo più lungo della gamba. E i risultati, finora, gli hanno dato ragione.
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Setti: "Il Verona è tornato per dimostrare"
Postata il 01/08/2012 alle ore 23:15
"Dalla Lega un forte segnale distensivo. Per tutti, dentro e fuori dal campo, ci saranno le premesse necessarie per un approccio positivo"
BRESSANONE - Dopo il successo per 4-0 è intervenuto di fronte a microfoni, taccuini e telecamere anche Maurizio Setti. Il presidente ha fatto un'analisi a 360 gradi sul momento dei gialloblù, partendo dal test col Sudtirol. "Il Verona evidenzia qualità, le gambe sono un po' pesanti come normale, l'andamento verso l'inizio è sostanzialmente buono. Peccato per qualche infortunio, la squadra sta mettendo a punto i meccanismi richiesti dal mister".
Venerdì in Arena il sorteggio dei calendari della cadetteria. Una cornice di prestigio, per un'iniziativa da accogliere con entusiasmo: "Credo faccia parte del fatto che una società sia caratterizzata da tanti aspetti. Lo ritengo un forte segnale distensivo da parte della Lega, dobbiamo ragionare per primi, in modo da capire che potrebbe essere il principio rispetto a qualcosa di diverso. Verona è una città importante, i tifosi devono considerare l'organizzazione dell'evento in terra scaligera nella prospettiva dell'inizio del campionato. L'Hellas dirà la sua dal punto di vista sportivo, con un peso specifico pure in Lega. Sono arrivati dirigenti di spessore, il Verona è tornato con la voglia di dimostrare qualcosa sotto tutti i punti di vista. Per tutti, dentro e fuori dal campo, ci saranno le premesse necessarie per un approccio positivo".
Non c'è più spazio per le recriminazioni, meglio guardare avanti: "E' ora di parlare del futuro, di cosa l'Hellas si appresta a fare in questa stagione. Ogni settimana c'è l'opportunità per far vedere la propria forza, lasciando stare le dinamiche passate. Costruire una società strutturata era il primo fattore da considerare, la qualità della squadra è aumentata ma durante la preparazione ogni atleta ha un ritmo diverso nel perfezionare la condizione. Daremo certamente un buon contributo al campionato".
E' passato ormai un mese e mezzo dall'arrivo di Setti a capo della società: "Sono una persona equilibrata, vivo serenamente questo insediamento. Stiamo dimostrando quanto promesso, con un club serio, per sottolineare che Verona è una città stupenda, caratterizzata dalla presenza di tifosi passionali che puntualmente ci sosterranno. Per quanto riguarda il calciomercato, inseriremo i tasselli mancanti: una punta, un difensore, magari qualche giovane interessante. Non ci fermeremo certamente qui, il nostro compito è dare tutto ad ogni partita. Grazie alla qualità qualcosa di positivo si vedrà".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Setti: «Sono esterrefatto questo tifo è pazzesco!»
IL PRESIDENTE. Martinelli: «Il pubblico migliore d'Italia, il nostro cammino ci deve portare in A». E aggiunge: «Qui per continuare il progetto del grande Giovanni, il vero presidente. Lavoriamo insieme a una cosa importante»
21/07/2012
Il colpo d'occhio è impressionante. Le tribune del campetto di via Sogare sono strapiene. I tifosi le hanno tappezzate di striscioni, sventolano bandiere e accendono fumogeni. Sono in quattromila e urlano la loro gioia. Lo spettacolo lascia «esterrefatto» il presidente dell'Hellas Maurizio Setti. «Che pubblico», dice, «è una roba da pelle d'oca, è impressionante». «Questo calore è davvero pazzesco, loro sono il dodicesimo uomo. Ci sostengono, ci danno forza». I giocatori aspettano di essere presentati, il rumore sugli spalti è assordante.
Gioia incontenibile per una stagione che i tifosi si aspettano entusiasmante. Setti lo sa. Ma prima vuole fare gli «onori» di casa. Fa un passo indietro e vuole sul palco vicino a lui chi lo ha preceduto alla guida del Verona, Giovanni Martinelli. E le gradinate cantano a squarciagola «Martinelli alè alè». «Voglio fare i complimenti a quest'uomo», dice rivolto al pubblico, «mi ha colpito per la sua grandezza, per la dedizione a questa società: quando ci siamo conosciuti la prima volta io ero uno tra i tanti che erano passati di là e ho capito che forse ero uno dei pochi, forse l'unico, arrivato lì per una cosa che si chiama passione. Passione per lo sport, passione per il calcio. Una passione ovviamente abbinata a questa piazza. Perché è impressionante vedere quello che riuscite a dare. So che sarete anche quest'anno, come sempre, l'uomo in più e questo mi riempie di orgoglio e mi spinge a fare sì che questa società, in campo e fuori dal campo, dia il massimo per fare sempre bene e trovare gli stimoli giusti per un campionato al meglio possibile».
La sfida? «Speriamo di fare una stagione ricca di soddisfazioni. Sta andando avanti un progetto, un lavoro, che non si vede ma che darà i suoi frutti nel tempo e che comprende uno staff dirigenziale che lavora in grande simbiosi. Un valore aggiunto perché Verona merita una squadra che si faccia voler bene e che sappia comportarsi e avere carattere anche fuori dal campo». «Ma», ci tiene a dire, «i ringraziamenti dovete farli al vero presidente, che è Martinelli». Applausi. Sempre parlando di Martinelli, Setti prima di salire sul palco aveva detto: «Stiamo lavorando e speriamo di arrivare alla fine accontentando il grande Giovanni». Il riferimento è alla conquista della serie A. «Questo», continua, «è il proseguimento di tutto quello che finora lui ha fatto e credo che ci siano enormi meriti. Dobbiamo proseguire su questa strada, per continuare a fare bene. L'unione è nata proprio per questo, per fare qualcosa di vero». «Anche perché», aggiunge, «la squadra può lottare seriamente, il campionato di serie B è stranissimo, sono andate via squadre come Sampdoria e Torino ma resta comunque molto duro e impegnativo perché rimangono delle signore squadre e tutte si daranno da fare.
Fino alla fine ci sarà da lottare, questo è sicuro, noi faremo la nostra parte cercando di fare il meglio possibile, poi dopo è chiaro che il mister e i giocatori faranno la differenza anche nello spogliatoio». E il sogno? «Vedere uscire i giocatori dal campo con la lingua che tocca per terra, questo già sarebbe il massimo. Poi il resto si vedrà». Intanto dagli spalti il coro «Martinelli Martinelli» non si ferma. E lui, Giovanni, guarda le gradinate e saluta con la mano. «Questa è gente vera», dice, «fa tutto con il cuore, è la tifoseria più bella d'Italia». E ripensando alla stagione passata, rimane il rammarico di aver sfiorato un sogno. «Sì, rimane l'amaro in bocca», ammette, «però solo vedendo l'approccio della nuova squadra viene voglia di vederla subito all'opera. Abbiamo fatto le cose seriamente e, come si diceva, questo è un prosieguo, un cammino che ci deve portare assolutamente su».
Marzio Perbellini
FONTE: LArena.it
SETTI, CHE FUOCHI! PRENDO DUE BOMBER
17/07/2012 19:18
Sembra di assistere ai fuochi artificiali da una bella finestra che dà sul mare. Maurizio Setti è il classico presidente pane al pane e vino al vino. Verona lo ha conquistato (“non potete nemmeno immaginare quanto...”), la sua creatura lo sta assorbendo totalmente. Ambizioso ma anche umile, pronto a fare sacrifici, ma anche concreto, Setti mi ha raccontato il suo primo mese da presidente del Verona.
Spiega: “Tutto bello, anzi fantastico. Lo sapevo, lo immaginavo, ma non così tanto. Verona è una piazza eccezionale. So che avevi delle perplessità, le capisco. Sto lavorando per vincere ogni diffidenza. Sono venuto a Verona perché mi piace il calcio e so che questa piazza ha grandi potenzialità. Mi è piaciuto quello che abbiamo fatto. Da Sogliano in giù. Abbiamo cercato di dare una struttura alla società. Ho parlato col mister. Ho trovato una grande persona determinata. Mandorlini ha bisogno di fare l'allenatore. L'anno scorso ha fatto tante cose. Ora si dedicherà al mestiere, al suo mestiere. E lui è felicissimo. Ora ci sono tanti occhi a guadare il Verona. Quattro occhi o sei, invece di due, sono meglio”.
L'impressione è che il presidente Setti lo devi frenare. A volte parte come un fiume in piena, pieno di idee e di voglia di fare. “La squadra mi piace” dice “Sogliano ha lavorato benissimo. Abbiamo fatto delle scelte. Detto senza giri di parole: abbiamo fatto delle valutazioni. Per noi ci sono dei giocatori che l'anno scorso hanno dato il massimo e che più di così, francamente, non potevano dare. Per questo siamo intervenuti. Il nostro spirito è questo. Migliorare dove possiamo per quanto possiamo”. C'è l'attacco da sistemare. Setti è chiarissimo: “Arriveranno due giocatori con i fiocchi state sicuri. Nomi? Li avete fatti voi, ci siete vicini. Noi siamo determinati ad arrivare ai nostri obiettivi. Sforzini ci piace. Certo. Ma non ci facciamo prendere per il collo e neanche in giro. Se c'è la possibilità arriva se no, ci sono delle alternative”.
Fatic è più di una scommessa. Dice Setti: “Un potenziale campioncino che s'è perso. Questa è la sua ultima possibilità. Lo sa benissimo. Lo abbiamo preso con una formula che può essere vantaggiosa per noi. Ci crediamo fortemente”. Sulla questione abbonamenti e aumenti Setti precisa: “Non abbiamo toccato il portafoglio di chi va in Curva. E' necessario che i veronesi ci stiano vicini. Io sono sicuro che con la squadra che stiamo costruendo e con i nomi che arriveranno, supereremo la quota della prossima stagione. Posso dire che vogliamo dare molti più servizi ai nostri abbonati. Cercheremo di curare di più l'ospitalità. Per questo ci sono stati dei contenuti aumenti”.
Gianluca Vighini
FONTE: TGGialloBlu.it
Setti al lavoro, l'Hellas non è solo un cantiere
LA RIVOLUZIONE CONTINUA. Dieci giorni dopo la sua presentazione ufficiale il numero uno di Via Torricelli fa il punto della situazione su squadra, società e mercato
«Ci stiamo muovendo a 360 gradi Sogliano non ha sbagliato un colpo Sforzini? Deve farsi trovare pronto Il nuovo stadio non è una priorità»
06/07/2012
Le prime mosse trasmettono certezze. Il suo Verona è appena partito, ma Maurizio Setti ha saputo ben presto dar seguito alle intenzioni. Concreto e rapido. La società è stata già rimodellata, sul mercato il Verona è attivissimo, le idee sono molto chiare. Viene facile guardare avanti.
«Non possiamo lamentarci - ammette Setti -, ma c'è ancora molto da fare. La campagna acquisti è una fase importante, anche se il Verona sta lavorando su tutti i fronti. Vogliamo arrivare all'inizio del campionato strutturati in ogni settore. Dall'aspetto societario a quello sportivo, compreso il settore giovanile con cui vogliamo raccogliere risultati migliori rispetto al passato».
Sogliano finora non ha sbagliato un colpo «L'ho scelto per questo, lui ha caratteristiche simili alle mie. Siamo entrambi esuberanti e sanguigni, magari un po' strani ma di sicuro ci piace essere pratici. Sogliano al 99,99 per cento riesce ad ottenere gli obiettivi che si prefigge. E se non va fino in fondo è solo perché non trova le giuste condizioni. È il direttore sportivo che volevo».
Una lista chiusa a 20 giocatori, esclusi i giovani, e 18 sotto contratto di cui molti fuori dal progetto. Quanto è complicato fare mercato in questo contesto? «Non è semplice, ma questo problema ce l'hanno tutte le società. Nel Verona ci sono ottimi giocatori, senza tarature negative nei confronti di nessuno. Stiamo solo cercando di migliorare il progetto tecnico e delle scelte bisogna compierle, occorre fare i conti con una lista ristretta e rendersi conto che gestire uno spogliatoio con trenta persone sarebbe impossibile. Tanti ragazzi possono rendere al meglio anche in altre piazze. Mi affido alla loro intelligenza».
Mandorlini quanto inciderà nelle scelte di mercato? Verranno cercati i giocatori per lo più chiesti da lui o più semplicemente quelli con caratteristiche aderenti al suo calcio? «Intanto abbiamo condiviso delle linee-guida, poi ognuno ha le sue prime scelte. Stiamo cercando di portare a casa gente di qualità e finora ci siamo riusciti. Così come cercheremo elementi con le peculiarità richieste da Mandorlini e magari proprio quello indicato da lui. La collaborazione fra allenatore e diesse fa la differenza. Un giocatore va giudicato non solo per i colpi che ha, ma anche per l'intensità nel rimanere concentrato, per la capacità di fare gruppo. Ci sono tanti aspetti, tutti da tenere in considerazione».
Sforzini aspetta una chiamata... «Ditegli intanto che si alleni bene, così si farà trovare subito pronto se sarà fra quelli scelti per lavorare col Verona».
Anche Giandonato è una prima scelta? «È sicuramente un giocatore importante, che ha bisogno di un anno di serie B. Questo non significa che non sia uno da serie A, ma forse deve ancora maturare. Verona sarebbe per lui il giusto mix fra un pubblico da A ed un campionato di B di un certo livello. È dura trovare il sostituto di Tachtsidis».
La campagna abbonamenti quando inizia? «Un'altra settimana di pazienza, ma ormai ci siamo. La presenteremo presto. Non abbiamo voluto trascurare nulla, c'è anche qualcosa in più rispetto al passato. Vedrete».
Quanto sarà al completo il Verona che partirà per il ritiro? «Vorremmo lo fosse per l'80-90 per cento, ma fra questioni tecniche ed altre legate a prezzi assurdi o situazioni ingarbugliate non sarà agevole riuscirci. Faremo il massimo, come ho detto anche a Mandorlini. Nel frattempo proveremo a muovere qualche altra pedina».
Sarà ancora Sandrà il campo di allenamento? «Ne ho parlato con Mandorlini, a lui Sandrà va benissimo. Abbiamo trovato campi in buone condizioni e grande tranquillità, ma capisco anche l'importanza del contatto con la città. Qualche volta potremmo allenarci all'antistadio o comunque in zona, la base però rimane Sandrà».
Presidente, quanto il nuovo stadio è una priorità? «Fare due conti è un attimo, realizzare un'opera così è un altro paio di maniche. Tutti noi lo vorremmo, ma vi ricordo che in Italia uno stadio di proprietà ce l'ha solo la Juventus ed un signore di nome Agnelli. Se ci sarà la possibilità di andare fino in fondo non ci tireremo indietro, ma non adesso».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Setti, addio Bologna Ora diventa presidente del Verona
Dopo un anno di vicepresidenza Commenti
Non è mancata una stoccata ai suoi ormai ex compagni di cordata: "Di Bologna e del Bologna non mi è piaciuta la concezione lobbistica del fare sport. Io del calcio ho una visione più romantica"
di Stefano Biondi
Maurizio Setti dà l'addio al Bologna
Bologna, 22 giugno 2012 - E' un addio sereno quello che Maurizio Setti ha dato oggi al Bologna, dopo un anno di vicepresidenza. Non è mancata comunque una stoccata ai suoi ormai ex compagni di cordata: "Di Bologna e del Bologna non mi è piaciuta la concezione lobbistica del fare sport. Io del calcio ho una visione più romantica e non credo che si debba mescolare lo sport con gli affari che possono venire di conseguenza".
Da domani Setti diventerà presidente del Verona con l'80% del pacchetto azionario. L'altro 20% rimane al presidente uscente Martinelli. Prima di congedarsi definitivamente dal club rossoblù, Setti ha ripercorso le tappe fondamentali della sua prima stagione nel calcio di serie A: "Sono un grande appassionato che però ha riparametrato la scala dei valori dopo aver visto scuotere con il terremoto il lavoro e i valori di tutta una vita. Non ho perso l'entusiasmo, ma ho perso gli stimoli per rimanere a Bologna.
Quando è stato chiaro che non avrei potuto essere responsabile dell'area tecnica se non entrando in conflitto con Albano Guaraldi. E' stato questo a spingermi fuori dal Bologna; non sono stato io a spingere Volpi verso il Bologna, non era lui l'angelo salvatore a cui mi riferivo. L'offerta di acquisto era di Alfredo Cazzola, che penso non fosse da solo, ma certo non in compagnia di Volpi. Parlai dell'angelo salvatore perché sapevo con certezza che Tamburi avrebbe presentato un'offerta. Non so se Guaraldi abbia fatto qualcosa per alolonatare Volpi, ma non credo perché Volpi vicino al Bologna non ci è mai stato".
di Stefano Biondi
FONTE: IlRestoDelCarlino.it
HELLAS VERONA
Hellas Verona, Setti e il day-after
25.06.2012 10:36 di Federico Errante
Fonte: tuttohellasverona.it
Un uomo con le idee chiare. Zero fantasia, molta concretezza. E' questo il Maurizio Setti che si è presentato sabato nella sede di Via Torricelli. Avete presente un bambino che, dopo molti pianti, riesce ad ottenere il giocattolo sempre desiderato? Ecco, finalmente mister Manila Grace ha tra le mani la creatura che per tre mesi ha voluto e guardato solo da estraneo. Ora la plasmerà a proprio piacimento, ma attenzione. Niente manie da padre-padrone. Ad ognuno il suo compito. E' anche così che si diventa grandi.
LINEA VERDE Setti ha un grande desiderio. Creare in casa i campioncini del futuro. Ed un chiodo fisso batte sulla testa dell'imprenditore carpigiano: quel 'Modello-Barcellona" da portare in riva all'Adige. Un po' troppo utopistico forse, ma serve per dare le linee guida del progetto: portare a calcare l'erba del Bentegodi giocatori fatti a Verona ed innamorati della maglia dell'Hellas.
DIBROGNI, L'UOMO DELLA LEGA La figura che è sempre mancata nell'organigramma della società scaligera. Un uomo sempre a diretto contatto con i poteri forti, pronto a far sentire la voce dei gialloblù quando e dove sarà opportuno farlo. Troppe volte, soprattutto durante la stagione appena trascorsa, l'idea complottistica è balenata nelle menti di tutti i tifosi scaligeri. Basta paure. Sarà un Verona forte, dentro e fuori dal campo.
SOGLIANO ED IL MERCATO Designato direttamente da Setti, già da due settimana sta muovendo i fili del mercato scaligero. Tanta la carne al fuoco, pochi, finora, i colpi messi a segno. Per carità, siamo ancora a giugno, e c'è tutto il tempo per creare un Verona ambizioso. Cerca giocatori come lui: rognosi e rabbiosi, sempre ultimi a mollare e vogliosi di vestire la maglia dell'Hellas. Abile anche nel mercato dei giovani. E' suo il colpo Calvano, ritenuto da molti un futuro campione. Ed ora direte: "Certo, fra un anno tornerà da Galliani". Sbagliato. Il diritto di riscatto è gialloblù. Che bell'inizio, direttore.
LE CHIAVI A MANDORLINI Setti, Dibrogni e Sogliano in ufficio. E sarà ancora Mandorlini a guidare la squadra sul campo. L'uomo giusto a cui affidare una squadra vogliosa di fare meglio rispetto all' esaltante campionato appena terminato. Il mister ravennate saprà trasmettere la voglia giusta per raggiungere l'obiettivo prefissato. Quale? Non c'è bisogno di dirlo. Setti ha affermato: "Vogliamo fare meglio dello scorso anno". Le conclusioni sono facili da trarre.
PRIMO PIANO
Hellas Verona, Setti:"Non cederemo nessuno, vogliamo ripartire da una base solida"
23.06.2012 18:17 di Federico Errante
Fonte: tuttohellasverona.it
L'era Setti è ufficialmente iniziata. Ed il nuovo presidente ha già le idee chiare. Poche parole e molti fatti, società solida, settore giovanile da rilanciare ed un obiettivo: fare meglio della stagione appena trascorsa. Ecco le sue dichiarazioni, rilasciate ai nostri microfoni:
Lei oggi ci ha dato molte impressioni. Una è evidente: non vede l'ora di iniziare..
"E' vero, vorrei iniziare il campionato domani. La voglia di cominciare è tanta, come la voglia di misurarsi con questa splendida realtà. Vogliamo far vedere che siamo in grado di lavorare bene: questa è una piazza che merita di ricevere molto".
Poche parole e molti fatti, qualità amatissima dai tifosi scaligeri. Lei ha già capito come farsi amare dai supporters...
"Speriamo. I tifosi sono tanti e, magari, tutti non riesci a conquistarli. La sincerità è una mia caratteristica primaria e, partendo da questa, vorrei costruire dei rapporti".
Si è parlato tanto di settore giovanile. Sogliano è stato scelto anche per questo, visti i successi ottenuti dalla Primavera del Varese?
"Certo, Sogliano è stato scelto da me perchè vediamo il calcio alla stessa maniera, e di conseguenza facciamo poca fatica a trovarci sulla stessa lunghezza d'onda. Voglio fare con lui un bel percorso, e lui stesso darà molto alla causa gialloblù".
Capitolo mercato. I tifosi sono in apprensione nel vedere accostati i migliori gialloblù ad altre squadre. Possiamo tranquillizzarli?
"Certo, sono tutti giocatori incedibili. Puntiamo a migliorare l'organico già buono che c'era l'anno scorso".
Forse, l'unica "colpa" che si può dare alla gestione precedente, è quella di un gioco al rialzo sul prezzo degli abbonamenti. Si farà qualcosa in merito?
"E' giusto cercare di portare più gente possibile allo stadio. Io, onestamente, non conosco queste dinamiche, ma cercherò di valutare la situazione al meglio".
FONTE: TuttoB.com
sabato, giugno 23rd, 2012 | Posted by Orru
Verona, presentato il Presidente Setti: ”Niente proclami, ma fatti e tanto lavoro”
E’ stato presentato stamane il nuovo Presidente del Verona Maurizio Setti. Tramite il sito ufficiale della società vediamo qualche sua dichiarazione: ”Non voglio venire qua a fare proclami e fare investimenti folli come si sente da altre parti del mondo. Partiamo da una base già solida e possiamo solo migliorare. Ci saranno esborsi magari anche importanti ma finalizzati a creare nel tempo un patrimonio per la società. Tante componenti aiutano l’andamento della squadra, Mandorlini deve stare tranquillo perchè lui è il mister che vogliamo per crescere. Quando in coscienza siamo consapevoli di aver fatto il massimo per collaborare e migliorarci, possiamo andare a testa alta. Il punto di partenza sarà comunque fare meglio dello scorso anno. Non si vince da soli ma con il giusto connubio tra giocatori, staff e società. Il Presidente Martinelli in questi anni ha fatto miracoli e lavoreremo comunque sempre in sintonia. Tutti lotteremo per un unico obiettivo, per farci rispettare sempre e dovunque. Questa è una città che ha grandi potenzialità, ancora non del tutto espresse, ma che cercheremo di tirare fuori”.
di Marco Orrù
FONTE: SerieBNews.com
Hellas, è cominciata l’era di Setti: «Verona? Una sfida ma non ho paura»
23/06/2012
Verona. C’è una meta, i play-off. Gomez non andrà via, neppure Hallfredsson. Maurizio Setti, nuovo presidente dell’Hellas Verona ha le idee chiare. E come lui il nuovo direttore sportivo Sean Sogliano. Giovanni Martinelli passa la palla ma rimane in società: avrà una quota del 20 per cento, il resto al neo-presidente, classe ’63, imprenditore con una società di moda, trascorso interesse calcistico nel Bologna.
«Mi piacciono le sfide - dice presentandosi alla stampa - il Verona è una sfida ma non ho paura». Obiettivo: riportare un grande Verona sulla scena italiana. Mandorlini non si discute: «Lui è quello giusto». Parole suadenti per i tifosi «da brividi». E sposa il calcio africano0, a dispetto di polemiche e cori: «Non si può accettare di non potere comprare giocatori africani per paura delle intemperanze: saranno fondamentali, nel giro di solo qualche anno». Le multe? Lapidario: «Non devono ripetersi»
Martinelli passa e consegna l'Hellas nelle mani di Setti
LA PRESENTAZIONE. È il giorno dell'investitura ufficiale per l'imprenditore carpigiano, nuovo riferimento del Verona. Il 30 gennaio 2009 iniziava l'era dell'uomo di Sandrà arrivato per dare respiro ad un club in asfissia Tre anni e mezzo dopo si cambia
23/06/2012
Faceva freddo quel pomeriggio, in tutti i sensi. L'Hellas appeso a un filo, scenari tetri, il fallimento dietro l'angolo. Il 30 gennaio del 2009 tutto cambiò. Con Giovanni Martinelli, la firma davanti al notaio Laura Curzel di stradone San Fermo e le bottiglie di prosecco stappate in un bar vicino pochi minuti dopo. La città tirò un sospiro di sollievo, il Verona era finalmente passato in mani veramente sicure dopo un susseguirsi di vicende degne di una telenovela di basso profilo. Da lì in avanti si alternarono delusioni cocenti e straordinarie gioie. Fino ad oggi. Tempo di lasciarsi tutto alle spalle presidente, ogni storia finisce. Comprese quelle fatte di passione e amore vero. Martinelli in tre anni e mezzo ha dato tutto e forse anche di più. Stamattina sarà al suo posto, nella sede di via Torricelli diventata col tempo casa sua, per consegnare la sua creatura a Maurizio Setti, all'ormai ex presidente del Bologna che non vede l'ora di presentarsi alla città e dichiararne i progetti. Qualcosa Verona ha già intuito, come il carattere sanguigno di un imprenditore con il vizio del calcio, un vulcano di intenzioni e la voglia di trasformare tutto in realtà. La ricetta ispira fiducia, concreta come piace alla gente. «Il lavoro forte prima di tutto, senza troppe promesse. Cercheremo di restituire a Verona la categoria che merita». Martinelli resterà col 20 per cento e quasi sicuramente con la carica di vicepresidente. Se ne parlerà poco prima della presentazione di Setti, prevista per le undici. Uscirà di scena invece Giampietro Magnani, sua fedele spalla in questi mesi belli e duri allo stesso tempo.
BRIVIDI INTENSI. Il primo Verona di Martinelli? Rafael, Mancinelli, Pugliese, Bellavista, Conti, Bergamelli, Rantier, Parolo, Gomez, Corrent, Rantier. Era l'8 febbraio, la Cremonese passò al Bentegodi coi gol e i chili (di troppo) di Christian Riganò. Festa rovinata, per di più al Bentegodi. Peccato, ma era solo l'inizio. Da lì in avanti il Verona si è rialzato, ha perso un campionato già vinto, è andato in B con Mandorlini dopo essere stato in piena zona playout con Giannini, ha quasi coronato un sogno dopo una stagione esaltante, trascorsa a collezionare record e a far sognare la città come ai bei tempi. Martinelli ha chiuso ad un passo dalla serie A, con un Bentegodi diviso fra applausi e lacrime. Ha preso in mano il Verona settimo in C1 e lo lascia quarto in serie B, dopo averlo ripulito da debiti e scorie varie, con 18 giocatori sotto contratto. Troppi forse, ma ad un certo punto spalmare gli ingaggi era diventata una tappa obbligata. Vantaggiosa per l'immediato, un po' meno per il lungo periodo. Un occhio ai conti ed uno a quei ragazzi che Martinelli sono sempre stati molto più di semplici dipendenti. Ci ha messo il cuore, fino in fondo. Straordinario.
STRADA TRACCIATA. Il nuovo Hellas sa come muoversi, i primi segnali sono interessanti. Setti ha sistemato alcuni tasselli di qualità in posizioni strategiche. Sean Sogliano sta lavorando sodo, direttore sportivo tutto sostanza, uno dei più bravi del panorama italiano fra le giovani leve. Massimiliano Dibrogni è già entrato in un ruolo più alto di quello di semplice segretario, Roberto Gemmi al settore giovanile ha illustrato propositi e traguardi possibili a chi rimarrà. Come Stefano Ghisleni, ex coordinatore del vivaio che lavorerà dai Giovanissimi alla Scuola Calcio. L'impalcatura c'è. Martinelli è stato chiaro, consegnando a Setti un assist troppo facile da cogliere e conservare il più a lungo possibile. «È un ragazzo eccezionale», disse il presidente del suo successore, conosciuto nella vita imprenditoriale di tutti i giorni in un settore come quello dell'abbigliamento femminile in cui entrambi sono attori protagonisti del mercato. Il resto verrà strada facendo. Con una priorità su tutte: il bene dell'Hellas. Punto e basta.
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Presentato Setti, nuovo presidente gialloblù
Postata il 23/06/2012 alle ore 12:45
Conferenza stampa presso la sede sociale di Via Torricelli: "Il proseguimento del progetto è già avviato"
VERONA - Online, a partire dalle 11, la diretta-web della presentazione ufficiale di Maurizio Setti, nuovo azionista di maggioranza e prossimo presidente gialloblù.
Ad aprire la conferenza Giovanni Martinelli: "Per prima cosa ringrazio tutte le persone che in questi anni mi sono state vicine, dandomi una mano. Senza far nomi, sono grato per la stima ricevuta. Con Setti ci siamo trovati per la prima volta un paio di mesi fa, siamo entrati in sintonia da subito, avendo entrambi lo stesso obiettivo: portare avanti il progetto di rinascita cominciato quattro anni fa. Abbiamo parlato la stessa lingua, subito ci può essere stata qualche titubanza, ma sono convinto che si farà apprezzare dai veronesi. Lui ama il calcio ed ama già l'Hellas."
Prende poi la parola Maurizio Setti: "Questo è il proseguimento di un progetto già avviato. Lo scopo per cui sono venuto è molto semplice. Al contrario di chi ha paura di andare in piazze importanti, per me si tratta di un grande stimolo. Sono una persona che adora le sfide, non voglio prendere in giro nessuno. I giovani sono il futuro, quindi il vivaio avrà un ruolo importante. Abbiamo una delle tifoserie più belle d'Italia, entrare nel nostro stadio dà sempre grandissimi brividi. Vogliamo iniziare a crearci un nostro patrimonio, non arriveranno giocatori importanti ma in procinto di terminare la propria fine carriera. L'attaccamento per l'Hellas sarà la cosa fondamentale. Non si vince da soli ma con il giusto connubio tra giocatori, staff e società. Martinelli in questi anni ha fatto miracoli e lavoreremo comunque sempre in sintonia. Tutti lotteremo per un unico obiettivo, per farci rispettare sempre e dovunque. Questa è una città che ha grandi potenzialità, ancora non del tutto espresse, ma che cercheremo di tirare fuori".
"Non voglio venire qua a fare proclami e fare investimenti folli come si sente da altre parti del mondo. Partiamo da una base già solida e possiamo solo migliorare, poi ovviamente ci sono delle situazioni che nel calcio non si possono prevedere. Ci saranno esborsi magari anche importanti ma finalizzati a creare nel tempo un patrimonio per la società. Il percorso durante l'anno è molto lungo. Se sei strutturato hai la facoltà di arrivare fino alla fine in modo ottimale. Tante componenti aiutano l'andamento della squadra, Mandorlini deve stare tranquillo perchè lui è il mister che vogliamo per crescere. Quando in coscienza siamo consapevoli di aver fatto il massimo per collaborare e migliorarci, possiamo andare a testa alta. Il punto di partenza sarà comunque fare meglio dello scorso anno".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it