contro la GERMANIA a Mönchengladbach: Gianluca è stato autore di alcuni buoni spunti sfiorando anche il gol in un paio di occasioni nella disfatta dell'ITALIA a casa dei tedeschi in
.
che rimane in panca nel 2 a 2 contro la SLOVENIA.
partenza da titolare e 71 minuti in campo.
sarà il tecnico della Primavera.
.
rientra dalla SAMPDORIA che non si avvale del diritto di riscatto per il difensore: Personalmente ho sempre ritenuto Giangiacomo uno dei migliori difensori in rosa e, di certo, il marcatore più attento; mister
.
, dal LEGIA VARSAVIA un giovane difensore in arrivo così come dall'INTER un esterno sinistro argentino [...] (tutti i particolari come sempre
).
_
SPORT
La festa dell’Hellas non deve finire
Cambiano i giocatori, gli allenatori e i direttori sportivi, ma il presidente rimane - almeno per il momento - l'unica certezza granitica del tifoso dell'Hellas.
by Barbara Salazer 12 Giugno, 2022
Eppure è finita anche quest’anno. Alla fine di una stagione calcistica si ripetono da sempre le stesse dinamiche, sempre uguali indipendentemente dalla categoria di cui si tratta. Ed è tutto bellissimo nella sua prevedibilità.
Se ne vanno direttori sportivi e allenatori, stracciando contratti e talvolta le vesti, per fortuna prontamente sostituiti da zelanti tifosi prestati alla tattica che si improvvisano talent scout di promesse sconosciute, oppure stilano la propria lista dei desideri con la stessa serietà e foga che mostrerebbero se davvero un qualsiasi presidente gliel’avesse chiesta, o pensasse, anche solo in un angolino del cervello, di tenerne il minimo conto.
I giocatori sentono le sirene del mercato richiamarli lontano, verso squadre molto più quotate, a infoltire schiere di bravigiocatoribravi in fila per un posto da titolare, dove forse vedranno il campo solo in caso di premorienza multipla altrui. Altri giurano fedeltà alla causa, baciano maglie all’ultimo goal e poi un mezzo milione di euro gli fa dimenticare quel mezzo milione di persone che li considerano alla stregua degli dei.
Trasmissioni radio e tv, giornali specializzati o improvvisati, così come siti e pagine social dedicati e tutta la moltitudine di persone che di questo semplicemente campano, in modo onesto e onorevole, scattano in una corsa sfrenata a dare per primi la notizia del trasferimento, da o verso le sponde dell’Adige. Nella frenesia talvolta dimenticano di controllare l’autorevolezza della fonte e quindi l’attendibilità dello scoop ma, ehi, è il giornalismo bellezza!
La tifoseria si divide tra chi ci crede davvero quando canta a squarciagola che “il Verona resterà per sempre nel mio cuor” e arriva a leggere i nomi della rosa alla prima giornata del nuovo campionato e quelli che fingono di non interessarsi al “cambieranno i giocatori”, in linea almeno teorica con i dettami della Curva Sud, ma poi seguono in uno stato di ansia avviluppante ogni minimo pettegolezzo, notizia probabile, informazione certa e trasferimento effettuato, raccogliendo dati biometrici e statistici su ogni nominativo che viene sparato nell’etere dei social o sulla carta puzzolente dei giornali.
Un’altra suddivisione golosissima tra appassionati è quella che contrappone portatori sani di pessimismo (e fastidio) a manifestazioni di realismo, più o meno magico, fino ad arrivare a evidenti fette di bondola indossate con nonchalance al posto degli occhiali da sole. Il mondo bello, vario e avariato che si muove tra i “Setti vattene, hai rubato abbastanza” fino agli antipodi del “còmprelo ti, el Verona”.
Quanto ci siamo divertiti!
Nel mezzo di tutto questo caos creativo o distruttivo, che poi sono la stessa cosa, resiste qualche anima che si guarda indietro. Dal mondo votato al futuro anteriore, spunta qualcuno che si gode il presente, evocando il passato non già remoto, ormai consegnato alla mitologia, quanto quello prossimo. Di queste persone vogliamo raccontare, di chi ha ancora negli occhi le tante trasferte, gli imprevisti, i successi e le sconfitte. Le delusioni e le tante gioie di seguire il Verona.
Non è stato commissionato, per ragioni imperscrutabili, un sondaggio sul livello di godimento del tifoso veronese. Sicuramente mostrerebbe negli ultimi anni una curva in continua ascesa, che smarca agilmente il periodo di “siamo in crescita” e “poi il vento ha condizionato la partita” per raggiungere le vette del “ma quanto ci stiamo divertendo!”. Merito di due allenatori che hanno saputo forgiare squadre in perfetta sintonia con la tifoseria, che giocavano in campo il calcio spiegato in allenamento e soprattutto il calcio voluto, amato e desiderato dagli ultrà.
Evoluzione tecnica, e non solo
Calcio semplice, di per sé. A livello tattico, i due manager Juric e Tudor non hanno inventato niente di nuovo e sconvolgente, almeno per il calcio moderno. Schieramento in campo, movimenti e sovrapposizioni sono stati in massima parte uguali a mille altre squadre, hanno evidenziato le stesse lacune e gli stessi punti di forza visti in tutta Europa. La vera differenza rispetto al nostro umile passato – in confronto ad esempio al pur bel gioco di Pecchia (l’altro non lo nominiamo per una forma di vetusta cortesia) – si è vista nella preparazione atletica: tecnologia, team di esperti e piani di carico oculati hanno permesso da un lato di portare molti giocatori alla miglior forma fisica di sempre, per loro stessa ammissione e sorpresa; dall’altro, ha contenuto efficacemente gli infortuni, lo spettro che ha penalizzato un bravo tecnico come Pecchia appunto.
I giocatori hanno corso molto di più, spinti da un atletismo migliorato e dall’entusiasmo di migliaia di voci che ne volevano ancora e ancora. Un’evoluzione c’è stata anche all’interno della doppia gestione croata. Juric urlava più del suo pubblico, era lui che i giocatori temevano e per il quale davano il massimo; con il rischio di crolli momentanei e sviste eclatanti, appena la tensione calava o, per assurdo, quando era eccessiva. Il Verona sembrava ricevere troppi input e il sistema si impallava, la logica veniva spappolata dall’ansia, dalla necessità di riuscire, di accontentare le urla isteriche. A volte funzionava, altre no.
Tudor ha saputo costruire da una base mentale e da uno zoccolo duro di persone forgiate dal suo predecessore allo spirito guerriero, introducendo però un nuovo elemento: la consapevolezza di poter affrontare chiunque, la calma di saper scegliere l’approccio migliore tra tanti (non più uno solo) e la capacità di riunirsi e ricominciare ogni volta che un ostacolo di dimostrasse insormontabile. Ogni partita della scorsa stagione è stata giocata con la certezza delle proprie possibilità, con la voglia di dare sempre tutto ma anche la serenità di comprendere che non sempre il “tutto” è sufficiente.
I tifosi si sono abbeverati a questa nuova coscienza e si sono adeguati, ricalcando lo sforzo dei loro beniamini con trasferte onerose, mal organizzate, rovinate dalle panìe burocratiche del calcio dei palazzi. I giocatori finivano le partite sfibrati, i tifosi stanchi e maltrattati, ma tutti, in campo e fuori, sicuri di non aver lasciato niente di intentato. Felici del proprio contributo alla causa comune e felici di esserci stati sempre, al di là del risultato della partita in sé.
Il futuro può attendere
L’anno prossimo sarà unico per tutte le squadre: si comincia in agosto, con un mercato ancora in pieno svolgimento (specchio di un Paese in cui si cambia casacca facilmente perfino in Parlamento), ci si ferma per i mondiali di sangue, si faranno numerosi turni infrasettimanali e serviranno polmoni e muscoli anche migliori del solito.
Per il nostro Verona sarà una sorta di rifondazione, con la combinata tecnico e direttore sportivo tutta da sperimentare e una rosa da rivedere anche in ottica della conformazione anomale della stagione in arrivo. Ci saranno partenze, ci saranno nuovi inserimenti; gli allenatori da tastiera daranno prova delle loro sprecate capacità di analisi e ovviamente giudizio, naturalmente negativo.
E poi, ci saranno i tifosi, spaventevoli ultrà e famiglie gialloblu, ragazzi e vecchiette; quelli che da tanti anni salgono gli stessi gradoni in tantissimi stadi diversi. Sempre al solito posto, vestiti dei colori della passione e con gli occhi pieni delle stelle che vi si sono accese negli ultimi tempi.
Conforta un poco la solidità che in dieci anni di regno il presidente Setti – diolosalvi da chi gli infilerebbe un dito negli occhi – ha lentamente costruito intorno alla sua – o una gomitata sul naso, attento! – idea di calcio, in ballo tra poca passione e molto business – ocio, Pres, c’è uno col bastone! – e che potrebbe fare da trampolino non tanto per l’ovunque declamato salto di qualità – scappiamo, questi menano – quanto per un’altra stupenda annata di gioie e disperazione, di puro amore. Un altro anno in serie A.
P.s. nessun essere vivente è stato malmenato o maltrattato nella stesura del presente, ironico articoletto. Forza Verona!
FONTE:
Heraldo.it
13 Giugno 2022 - 13:25 Hellas Live Lettura: 1 min.
I migliori marcatori italiani del 2022: 30ª posizione per Caprari. Terzo posto per il gialloblù in Serie A
L’attaccante dell’Hellas Verona, Gianluca Caprari, si posiziona al trentesimo posto di questa speciale classifica. In Serie A invece, solo Immobile (16) e Scamacca (10) sono riusciti a fare meglio del gialloblù.
1. Matteo Brunori, Palermo, 22 gol
2. Ciro Immobile, Lazio, 16 gol
3. Simone Andrea Ganz, Lecco, 12 gol
4. Massimo Coda, Lecce, 12 gol
5. Gaetano Monachello, Mantova, 11 gol
6. Mario Balotelli, Adana Demirspor, 11 gol
7. Gianluca Scamacca, Sassuolo, 10 gol
8. Andrea Compagno, FC U: Craiova, 10 gol
9. Rocco Costantino, Monterosi, 9 gol
10. Michael Liguori, Campobasso, 9 gol
11. Gennaro Borrelli, Monopoli, 9 gol
12. Cosimo Patierno, 9 gol, Virtus Francavilla
13. Davide Merola, Foggia, 9 gol
14. Vito Leonetti, Turris, 9 gol
15. Nicholas Pierini, Cesena, 9 gol
16. Franco Ferrari, Pescara, 9 gol
17. Simone Guerra, FeralpiSalò, 9 gol
18. Mattia Valoti, Monza, 9 gol
19. Carte Said, Chiasso, 9 gol
20. Daniele Casiraghi, 8 gol, Sudtirol
21. Luca Zamparo, Reggiana, 8 gol
22. Axel Rolfini, Ancona-Matelica, 8 gol
23. Emilio Volpicelli, Viterbese, 8 gol
24. Alessio Curcio, Foggia, 8 gol
25. Tommaso Biasci, Catanzaro, 8 gol
26. Pietro Iemmello, Catanzaro, 8 gol
27. Luigi Cuppone, Potenza, 8 gol
28. Ernesto Torregrossa, Pisa, 8 gol
29. Vincenzo Grifo, Friburgo, 8 gol
30. Gianluca Caprari, Hellas Verona, 8 gol
31. Lorenzo Insigne, Napoli, 8 gol. Fonte: transfermarkt.it
FONTE:
HellasLive.it
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 16/06/2022 17:49
Vighini: La prima impressione di Marroccu. Brava persona alla prova più difficile della sua vita
Marroccu con Setti (foto tggialloblu)
In molti mi hanno chiesto che cosa pensassi di Francesco Marroccu, quale fosse la mia prima impressione.
Dico subito, che ovviamente, le mie valutazioni sono personali, superficiali e non supportate da nessun fatto concreto. Sono appunto, solo delle impressioni, a pelle, frutto di una conferenza stampa e di una breve chiacchierata successiva.
Marroccu mi è sembrato innanzi tutto una brava persona. Cosa non scontata nè banale. Un tipo gentile, ma non mellifluo. Temevo fosse il classico lupo travestito da agnello, invece il suo sorriso, non di convenienza, è stato sincero e frutto di uno stato d’animo che evidentemente è sereno e appagato dal fatto di essere venuto a lavorare a Verona.
In conferenza stampa ha detto tutto quello che c’era da dire. Mi è piaciuto quando ha parlato dei giocatori incedibili perchè in quel momento si è già assunto delle responsabilità con la piazza. Vuol dire che ha parlato con Setti e che dunque si è esposto senza problemi. Ha ribadito più volte che il Verona non smobilita, ha detto che le cessioni si fermeranno non appena sarà messo in sicurezza il conto economico.
Inoltre m’è parso il classico dirigente che sa di giocarsi la carta più importante della vita. Setti che è bravissimo nel’armeggiare con queste motivazioni lo deve aver scelto anche per questo motivo. Marroccu m’è parso un “pacificatore”, lontano dall’adrenalinico Tony D’Amico, in perenne tensione, tra squadra, allenatore e presidente.
E’ conscio che qui ha tutto da perdere e nulla da guadagnare, ma la sfida gli piace e sotto sotto è convinto di fare bene, perché gli è comunque “scappato” che lavorerà “per continuare a mantenere il Verona dalla parte sinistra della classifica” prima di ricordare che la salvezza resta l’obiettivo più importante.
Credo che sia un ds dialogante che cercherà nelle difficoltà di spiegare il suo punto di vista. Spero abbia la capacità di reggere i momenti no che ci saranno inevitabilmente, senza perdere di vista la rotta. Studiandone un po’ i precedenti, ad esempio, spero sia meno in imbarazzo di quando a Brescia fu costretto a fare i salti mortali per spiegare perché Lopez non sarebbe arrivato, con Inzaghi già esonerato e poi reintegrato. Ma là aveva a che fare con Cellino e qui con Setti. E questo dovrebbe agevolarlo.
Non serve nemmeno dirlo: ma sarà anche fondamentale che Marroccu sia un ombrello protettivo per Cioffi, uno scudo. A Cioffi, da quanto ho saputo, non fa difetto la personalità. E’ tipo frizzantino, uno che non le manda a dire se c’è necessità. Non come Juric, ma nemmeno come Tudor. Un cavallino di razza, insomma che però va pilotato al meglio, vista la poca esperienza di un campionato infido come la serie A.
FONTE:
TGGialloBlu.Telenuovo.it
15 GIUGNO 2022
Gialloblù in Nazionale: report presenze e minuti giocati
Verona - Di seguito i risultati e il minutaggio dei giocatori dell'Hellas Verona nella partite disputate con le rispettive Nazionali.
MATTEO CANCELLIERI e GIANLUCA CAPRARI (Italia)
Italia-Germania: 1-1 | 04/06, Bologna (Uefa Nations League). Minutaggio: Caprari non impiegato, Cancellieri 10'
Italia-Ungheria: 2-1 | 07/06, Cesena (Uefa Nations League). Minutaggio: Caprari e Cancellieri non impiegati
Inghilterra-Italia: 0-0 | 11/06, Wolverhampton (Uefa Nations League). Minutaggio: Caprari e Cancellieri non impiegati
Germania-Italia: 5-2 | 14/06, Mönchengladbach (Uefa Nations League). Minutaggio: Caprari 45', Cancellieri non impiegato
MARTIN HONGLA (Camerun)
Camerun-Kenia: annullata | 04/06, Yaounde (Qualificazioni Coppa d'Africa)
Burundi-Camerun: 0-1 | 09/06, Dar es Salaam (Qualificazioni Coppa d'Africa). Minutaggio: non impiegato
IVAN ILIĆ e DARKO LAZOVIĆ (Serbia)
Serbia-Norvegia: 0-1 | 02/06, Belgrado (UEFA Nations League). Minutaggio: Ilić non impiegato, Lazović 69'
Serbia-Slovenia: 4-1 | 05/06, Belgrado (UEFA Nations League). Minutaggio: Ilić 46', Lazović non impiegato
Svezia-Serbia: 0-1 | 09/06, Solna (UEFA Nations League). Minutaggio: Ilić non impiegato, Lazović 63'
Slovenia-Serbia: 2-2 | 12/06, Oslo (UEFA Nations League). Minutaggio: Ilić non impiegato, Lazović non impiegato
FONTE:
HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - =
VITA DA EX: Andrea DOSSENA nuovo allenatore del RENATE in Serie C.
BASKET: Ritorno in Serie A1 per la SCALIGERA dopo 20 anni! 3 a 1 contro UDINE nella finale playoff.
SERIE B: Anche nella finale playoff di ritorno il PALERMO batte di misura il PADOVA e torna in cadetteria
_
_
IN EVIDENZA | SPORT
12 GIUGNO 2022
Verona va in A1, la Scaligera schianta Udine
(di Rocco Fattori Giuliano) Una gara corale, di forza, determinazione e talento. E senza storia per i friulani. E soprattutto fatta in larghissima parte dai giocatori italiani coi due americani importanti, ma oggi non così determinanti (Karvel Anderson è stato comunque eletto MVP del girone oro). Nonostante i tre punti di penalizzazione iniziali, Verona torna in A1 dopo vent’anni di attesa grazie ai suoi veterani, a cominciare da capitan Rosselli a Francesco Candussi, ed ai suoi giovani, Davide Casarin nel suo season-high con 14 punti a referto in primis. Finisce 83-57 (24-14 nel primo quarto, 23.-15 nel secondo, 17-17 nel terzo e 19-11 nell’ultima frazione). Verona riabbraccia la A1 dopo vent’anni e 14 stagioni in A2 consecutive.
Verona ha dominato per quaranta minuti: 14/29 da due (12/28 per i friulani); 13/33 da tre (3/20 per Udine); 16/22 ai liberi (24/35) e 36 rimbalzi (38 alla fine per gli ospiti). Una partita che è il degno coronamento di un lunga fase di palyoff dove Verona è cresciuta gara dopo gara, senza mai cedere anche quando è stata costretta a gara cinque.
FONTE:
GiornaleAdige.it
PADOVA CALCIO di Redazione, 12/06/2022 23:34
Le speranze e il sostegno a distanza dei tifosi davanti al maxi schermo
tifosi al parco della musica
L'attesa piena di speranze, i cori e infine la delusione per le immagini e il risultato che arrivavano da Palermo. Così i tifosi hanno vissuto la partita davanti al maxi schermo al Parco della Musica. Il rigore di Brunori, l'espulsione di Ronaldo e il triplice fischio con l'amaro verdetto per i tifosi che avevano provato a sostenere a distanza la squadra di Oddo.
FONTE:
TGGialloBlu.Telenuovo.it
SERIE A2 PLAYOFF, TEZENIS SCALIGERA VERONA-APU UDINE 3-1 NELLA SERIE: VERONA TORNA IN A 20 ANNI DOPO L'ULTIMA VOLTA
SERIE A2 PLAYOFF - E Verona ce l'ha fatta. La Tezenis vince, dominando, con un netto 83-57 gara 4 della serie playoff promozione contro l'APU Udine. Ecco che la Scaligera ritrova un posto in Serie A che mancava dal fallimento del 2002. Grande stagione per la squadra di Alessandro Ramagli che dopo il 2° nel girone rosso nella fase a orologio ha eliminato nell'ordine Mantova, Pistoia e infine Udine.
DA LUCA STAMERRA
AGGIORNATO 12/06/2022 ALLE 23:47 GMT+2
In attesa del verdetto nella super sfida tra Scafati e Cantù, e durante la finalissima tra Virtus Bologna e Olimpia Milano, abbiamo la prima promossa in Serie A per la stagione 2022-2023. È la Tezenis Scaligera Verona che, in gara 4, batte l'APU Udine con un netto 83-57. Una partita mai in discussione, con il primo quarto chiuso 24-14 in favore della squadra di Alessandro Ramagli. Tanto per segnalare l'approccio alla partita dei padroni di casa che chiudono così la serie 3-1. Verona che ritrova così la Serie A a 20 di distanza dall'ultima volta: l'ultimo campionato nella massima serie risale alla stagione 2001-2002 quando la squadra veneta giunse al 15° posto, ma non si iscrisse al campionato nella stagione successiva per fallimento. Dopo tanti anni di attesa, ecco il grande ritorno in Serie A.
CRONACA
Verona mette subito in chiaro le cose. Si parte con un 7-2 con due palle recuperate e due contropiedi. 5 punti di Spanghero che sul parquet fa quel che vuole, come tutta Verona, mentre Udine non riesce a trova le giuste contromisure. Udom sigla il 24-14 di fine primo quarto che incendia l'AGSM Forum. Udom ancora decisivo nei primi minuti del secondo periodo e al 15' siamo 35-18 per i padroni di casa, mentre Brandon Walters raggiunge già quota 3 falli. Boniciolli prova a far rinsavire la propria squadra, ma anche lui è troppo nervoso e gli viene fischiato fallo tecnico. È una lunga agonia per i friulani che chiudono il primo tempo sotto 47-29.
Nel terzo quarto, però, l'Apu cerca la reazione. Si parte con un parziale di 6-3 e dal quarto fallo di Candussi che è costretto a lasciare il campo. Caroti e Grant, però, rimettono le cose in chiaro e in tandem portano Verona al +20 sul 59-39. Prova a rispondere Cappelletti, ma Casarin e Grant tengono le distanze con il terzo periodo che si chiude sul 59-39. Casarin, che diventa mattatore del match, è ancora carichissimo anche nel quarto periodo. Si costruisce nei primi minuti un gioco da 4 che vale il 69-46 per i padroni di casa che ormai pregustano la promozione in Serie A. Tornano a segnare Udom, Grant e Candussi, Anderson difende bene su Lacey, e Verona ha un +27 quando mancano ormai 5 minuti. Udine non riesce proprio a mettere la palla dentro al canestro, con soli 11 punti a referto nell'ultimo quarto. Finisce così 83-57 per la squadra di Ramagli e Verona ritrova la Serie A 20 anni dopo.
FONTE:
EuroSport.it
SPORT 12 GIU 2022
L'Apu non c'è, Verona promossa
Nessun segno di reazione per l'Old WIld West Udine in gara 4 della finale. Gli scaligeri vincono 83 a 57, risultato mai in discussione
Credits © Rai
Grande la delusione per coach Boniciolli dopo la stagione regolare al top
Udine stanca. Anzi stanchissima. E ciò spiega tutto. Le ha provate tutte coach Matteo Boniciolli, ma il paziente non ha dato segno di reazione. Neppure in gara 4 dove perdere significava la fine del sogno promozione. Come infatti è stato. Risultato quasi umiliante, non tanto per gli 83 punti subiti, ma per i 57 segnati, che neanche il control game dell'Italia di Giancarlo Primo. Non raggiunto neppure il livello 60 delle altre tre gare, che era già poca roba.
Boniciolli ha ruotato gli atleti (due lunghi e tre piccoli in starting five), spronato gli uomini, tentato di cambiare difese e schemi di attacco: nulla da fare. Tanta confusione, poca lucidità, e tutto figlio di quella stanchezza che ha preso i friulani nel momento peggiore, cioè quando le partite contano e valgono una stagione.
La cronaca dice che la vittoria di Verona non è mai stata in discussione. Tezenis subito avanti di 8, e sopra di 10 già alla fine del primo quarto (24 a 14). Il distacco poi si allunga, e sino alla fine non tornerà più a cifre tali da pensare a un recupero di Udine. 47 a 29 a metà gara, ma il divario era già arrivato a più 20. 64 a 46 a tre quarti di gara, nessuna reazione a all'orizzonte.
Ultimo quarto senza storia, un corri e tira per far passare i minuti, Verona arriva a più 27, macchie gialle di tifosi ballano sulle tribune, si arriva all'83 a 57 dell'ultima sirena che è solamente un timbro che certifica una serie finale fallimentare. Gioia da una parte, scoramento dall'altra. Con la consapevolezza, si spera, di aver totalmente sbagliato i tempi della preparazione fisica.
FONTE:
RaiNews.it