#VeronaMilan in anteprima: Per il VERONA 3-4-3 o 3-4-2-1? Probabilmente JURIĆ si affiderà al vecchio adagio 'Squadra che vince non si tocca' con ZACCAGNI e HENDERSON in appoggio a STĘPIŃSKI. Mister GIAMPAOLO rimanderà ancora gli esordi di REBIĆ e HERNANDEZ dal primo minuto. Pubblico delle grandi occasioni al Binti!
...Attese più di 20mila presenze a quel VERONA-MILAN vissuto da molti come un classico; più di 2700 i tifosi rossoneri al seguito della squadra di GIAMPAOLO che al Binti potrebbe far esordire l'ex gialloblù Ante REBIĆ e il nuovo acquisto Theo HERNANDEZ fermo da più di un mese dopo l'infortunio alla caviglia.
Sfida nella sfida il confronto tutto polacco tra il nuovo arrivato in gialloblù STĘPIŃSKI che potrebbe esordire proprio Domenica e l'omologo milanista PIĄTEK a secco di gol da più di 90 giorni (sperando che rimandi di almeno un'altra partita).
Precedenti
'Uno stadio e una squadra storicamente ostili', 'Un campo maledetto' scrive il quotidiano TuttoSport e, senza passare dal consueto refrain delle due Fatal Verona (con altrettanti scudetti persi al Bentegodi da parte dei rossoneri nel 1973 e nel 1990), è un dato di fatto che il MILAN ha vinto solo un paio di volte negli ultimi venti anni contro l'HELLAS a Verona e che in particolare ha perso negli ultimi due precedenti (per 2 a 1 nel 2015-16 e per 3 a 0 nel 2017-18).
Sono in totale 32 i VERONA-MILAN giocati al Binti con bilancio leggermente favorevole ai colori scaligeri che conducono per 11 a 9 lo score delle vittorie.
L'ultima sconfitta interna dell'HELLAS contro il Diavolo risale al 19 Ottobre 2014 con MARQUES in vena di regali e ABBIATI in vena, all'opposto, di miracoli ma personalmente preferisco ricordare la vittoria per 2 a 1 in rimonta del 25 Agosto 2013 col VERONA di nuovo all'esordio in Serie A dopo 11 lunghissimi anni e la spietata doppietta del redivivo Luca TONI a portare in paradiso la gran parte degli oltre 25mila spettatori al Binti!
Ad arbitrare la prossima sfida è stato chiamato il signor Gianluca Manganiello della sezione AIA di Pinerolo.
Stepinski
D'amico
Amrabat
QUI VERONA
Scontata la squalifica e l'infortunio è pronto a tornare in campo Sam DI CARMINE ma anche STĘPIŃSKI scalpita per il possibile esordio.
Torna a disposizione anche Pawel DAWIDOWICZ dopo il fermo subito al 'Via del Mare' a causa dell'espulsione contro il BOLOGNA.
Cresce la curiosità anche sulla disposizione tattica che sceglierà JURIĆ: Conferma del 3-4-2-1 col doppio trequartista alle spalle di una prima punta come visto sin qui oppure 3-4-3 con due esterni di corsa a supportare il centravanti?
Convocati
Out BESSA e BOCCHETTI infortunati oltre a WESLEY ancora in attesa del transfert...
Probabile formazione
Quasi certamente alla fine la spunterà il vecchio adagio squadra che vince non si tocca e quindi rimarrà invariato il modulo tattico con l'esordio al centro dell'attacco del nuovo arrivato Mariusz visto che Samuel potrebbe essere ancora in convalescenza...
Infortunio dell'ultima ora per BOCCHETTI: Problema al polpaccio che potrebbe tenerlo fuori a lungo.
QUI MILANO (sponda rossonera)
Theo HERNANDEZ, fermo da più di un mese a causa dell'infortunio alla caviglia, è pronto a tornare in campo così come REBIĆ che non vede l'ora di brindare (magari con un gol dell'ex) al suo ritorno in Serie A dopo tre annate a Francoforte ma, con ogni probabilità, entrambi inizieranno dalla panchina: Mister GIAMPAOLO privilegia un graduale inserimento dei nuovi seguendo la linea del meglio tatticamente educati che tecnicamente superiori.
A sette mesi dal grave infortunio al ginocchio tornerà disponibile anche Jack BONAVENTURA ma anche lui non verrà 'rischiato' in campo dall'inizio.
Probabile formazione
Mister GIAMPAOLO si affiderà all'11 che in questo momento è più 'diligente' sotto il profilo tattico quindi confermerà SUSO e CASTILLEJO sulla trequarti in appoggio a PIATEK facendo esordire magari HERNANDEZ e/o REBIĆ a partita in corso...
4-3-2-1 con Donnarumma; Calabria-Musacchio-Romagnoli-Rodríguez; Kessie-Bennacer-Paquetà; Suso-Castillejo; Piatek.
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Mister JURIĆ «La preparazione della partita? Abbiamo lavorato bene durante gli allenamenti nonostante l'assenza dei nazionali. Siamo molto fiduciosi e puntiamo a fare una buona prestazione. Feeling con la squadra? Lavoriamo duramente giorno per giorno, sono molto contento. C'è grande impegno. Come mettere in difficoltà il Milan? Dovremo avere la testa libera e dare il massimo. Stepinski? Sta bene fisicamente e lavora duramente. Ha voluto fortemente l'Hellas. Cosa possono aspettarsi i tifosi gialloblù? Massimo impegno e determinazione. Certamente vogliamo migliorarci ancora rispetto alle prime due partite: il Milan è una squadra molto forte ma dobbiamo anzitutto credere in noi stessi. Fattore Bentegodi? Vogliamo positività e tanto calore da parte del nostro pubblico, e anche questa volta sono certo non mancherà. Stepinski punta centrale? E' un attaccante molto duttile: può giocare in coppia come punta unica. Giampaolo mi ha fatto i complimenti? Fa sempre piacere e tra di noi c'è profondo rispetto e stima. La chiave per domenica? L'obiettivo è preparare varie alternative per mettere in difficoltà il Milan puntando sulla fase difensiva e sulle ripartenze. Pessina titolare? Dobbiamo ancora valutare la sua condizione, ma è una delle opzioni. Di Carmine recuperato? Ha lavorato bene durante la settimana: è un giocatore per noi importante» HellasVerona.it
Mister GIAMPAOLO tecnico del MILAN «Mi interessa poco sapere che quello di Verona è un campo ostico per il Milan, ci credo poco. Noi dobbiamo vincere perché ogni vittoria dà più convinzioni e autostima, lottando contro chiunque, ma la differenza la fa l'atteggiamento. Guardando la mia squadra sono fiducioso, perché vedo una squadra motivata. Stimo molto Jurić, è un bravo allenatore, la sua squadra è aggressiva e con un'identità chiara. La gara di domani va presa con le molle, sarà intensa, dovremo giocare bene ed essere bravi nel palleggio e nelle coperture. Ho grande rispetto per il Verona, la squadra sa cosa aspettarsi in campo. Guai a sottovalutare qualsiasi avversario, spesso vittorie e sconfitte si nascondono in pieghe invisibili» ACMilan.it
Juric
Giampaolo
Billy COSTACURTA visse in maglia rossonera la Fatal Verona Bis nel 1990 e lo racconta a L'Arena «Davide Pellegrini è un mio coetaneo, concittadino e amico. Per me ha avuto meno di quello che avrebbe meritato: era tecnico e veloce, l’avrei visto bene nel mio Milan. Quando però nel ’90 segnò a Pazzagli con quel pallonetto, avrei voluto tirargli i capelli... Noi eravamo in nove mi sa, non ricordo, ma in ogni caso il Verona di Bagnoli meritò la vittoria. Loro lottavano per la salvezza, noi invece eravamo distratti: era stata una stagione stressante e arrivammo al Bentegodi non lucidi e con le gambe molli. Ci siamo fatto sorprendere. La sfida di Domenica? Credo che i giocatori dell’Hellas siano più sereni di quelli rossoneri. Il Verona ha cambiato molto, ma allenatore, club e ambiente si sono già compattati: non è un caso se in questo momento si trovano davanti al Milan. Il Diavolo invece sta ancora cercando la giusta mentalità e l’assetto definitivo, quindi dovrà stare molto attento: troverà una squadra che sa cosa fare per salvarsi e piuttosto carica dopo la vittoria sul Lecce» CalcioHellas.it
Salvatore BOCCHETTI «Quella di domenica è una partita importantissima perché noi al Bentegodi ci giochiamo tantissimo ed è lì che dobbiamo costruire la nostra salvezza. Il Milan è una squadra di grande qualità, ma per noi una squadra vale l’altra: ce la metteremo tutta e credo che i nostri tifosi ci daranno una grossa mano. Chiaro che per noi avere tanti tifosi a sostenerci vuol dire molto. Ciò che possiamo fare è dare il massimo per fare in modo che lo stadio sia coinvolto e ci continui a spingere. Gara da ex? Ho giocato appena sei mesi al Milan: certo, è un ricordo positivo, ma ora penso al presente e il mio presente si chiama Hellas Verona. Noi ce la metteremo tutta in ogni partita: la strada è molto lunga, e sicuramente arriveranno dei momenti negativi in cui dovremo essere bravi a rimanere uniti e a non mollare mai. Una maglia da titolare? Il Mister in questa settimana non ha fatto trapelare nulla nemmeno con noi giocatori. Noi tutti comunque ci alleniamo duramente per farci trovare pronti» CalcioHellas.it
Sofyan AMRABAT si presenta «Fiducia dei tifosi? Sono molto contento perchè ho esordito dopo solo 3 giorni dal mio arrivo e ho sentito subito la passione e l'affetto nei miei confronti. Ho capito che qui c’è un tifo molto caloroso, con il Bologna sono entrato nel secondo tempo e ci hanno sostenuto con grande energia. Gioco 'agressivo' di Juric? E' uno dei motivi per i quali ho scelto il Verona. Mister Juric è un allenatore grintoso che cura anche la tattica e tutto ciò esalta le mie qualità. Verona-Milan gara importante? Penso che le partite contro le grandi squadri siano le più belle. Conosco il Milan e abbiamo rispetto per questo club storico, ma nessuna paura: noi vogliamo fare una grande partita e magari ottenere un buon risultato. Inoltre avremo dalla nostra parte un grande pubblico e sarà fondamentale fare una buona prestazione. Trattativa col Verona? Ho parlato fin da giugno col Club e ho sentito un forte interessamento da parte loro. All'inizio il Club Brugge non voleva vendermi, ma io volevo fortemente il Verona. Dopo numerosi contatti con la Società e la conclusione della trattativa, ho potuto finalmente coronare la mia ambizione di giocare in maglia gialloblù. Ottavo giocatore più veloce in Serie A? Posso correre ancora più veloce. Sono disposto a tutto per la salvezza. Riscatto a fine stagione? Al momento sono in prestito e quindi deciderà la società se riscattarmi o meno. L'obiettivo è quello di impegnarsi giorno per giorno per ottenere il risultato della salvezza e per far felici i tifosi. Come ti senti dopo le fatiche per le partite con la Nazionale? Ho giocato due gare quasi interamente, ma l'ultima risale a due giorni fa, quindi mi sento perfettamente in forma. Il mio ruolo? Sono un centrocampista a tutti gli effetti. E' capitato di fare ruoli diversi ma in situazioni di emergenza. Compagni che mi hanno impressionato? Non mi piace parlare dei singoli: siamo una squadra forte composta da grandi giocatori. Il numero 34? Ho giocato con diversi numeri come 25, 21, 6.. Ho pensato a Nouri un mio ex compagno dell'Ajax che è infortunato: in suo onore ho scelto il 34. Feeling con il gol? Mi piace segnare, ma io sono un giocatore che gioca con e per la squadra. Preferisco fare zero gol e ottenere la salvezza con i miei compagni» HellasVerona.it
Il diesse D'AMICO a Hellas Channel «Stepinski? Merito del Presidente. E fra i nuovi acquisti c’è anche Bessa… E’ un Verona che prosegue sulla linea dei giovani, ma ci sono anche giocatori di esperienza e temperamento. Obiettivo salvezza? Serve unità di intenti da parte di tre componenti fondamentali: Società, squadra e tifosi. Se sapremo essere uniti, possiamo farcela, anche se è uno dei campionati di serie A più difficili degli ultimi anni. Juric? Ha lo spirito Hellas, ed è stato bravo a dare subito un’impronta alla squadra…» HellasLive.it
Miguel VELOSO a 'La Gazzetta dello Sport' «Cosa serve per la salvezza? Grinta e cuore tutto l’anno, perché sappiamo bene quanto sia difficile da neopromossa salvarsi, nonostante la grande storia dell’Hellas. C’è bisogno della voglia di fare. La partenza con 4 punti in due partite cosa significa? Che siamo un gruppo, sia contro il Bologna in inferiorità numerica sia contro il Lecce. Ci credevamo» Hellas1903.it
Capitan TRICELLA su KUMBULLA a 'La Gazzetta dello Sport' «Complimenti. Il gioco è del tutto cambiato rispetto a quando andavo in campo io, ma ci sono degli aspetti che non sono variati. Se sei al centro della difesa hai una grossa responsabilità, non soltanto per il lavoro in copertura cui sei tenuto, ma anche perché hai l’incarico di iniziare l’azione, di dare il via alla manovra» Hellas1903.it
Mariusz STĘPIŃSKI si presenta «Perché l'Hellas Verona? La trattativa è nata diverse settimane prima della fin del mercato tramite il colloquio tra i miei agenti e la Società. Il trasferimento all'Hellas mi ha permesso di giocare nella squadra della città che adoro, in una squadra con blasone e con una grande tifoseria. Giocatore piu costoso della gestione Setti? Per me non è un peso. Voglio dimostrare a tutti che valgo questo investimento. Se sarà la stagione piu importante per me? Spero che sia la migliore della mia carriera, almeno sin qui. Ma io sono qui soprattutto per raggiungere con la mia nuova squadra l'obbiettivo della salvezza. Il mio obiettivo è di dimostrare di avere qualità. Addio al Chievo? Fa parte del calcio: i giocatori vanno e vengono. Ora la cosa più importante è l'Hellas Verona. Differenze tra Hellas e Chievo? Il Verona ha una tifoseria più importante, più "calda", e questo aspetto deriva dalla maggior storia e tradizione del club. Le mie caratteristiche? Sono un attaccante sempre vigile in area di rigore, cerco il cross utile per me e cerco di segnare. La città di Verona? E' stato molto importante per me rimanere in questa città, con una squadra - lo ribadisco - storica. A Verona mi trovo benissimo. Domenica duello tutto polacco con Piatek? E' un attaccante simile a me, cerca la palla vagante in area per segnare. L'anno scorso è stato un anno importante per lui, come quest'anno lo sarà per me. Se ho ambizione di tornare nella Nazionale polacca? Sarebbe un orgoglio per me, ho fatto tutte le categorie giovanili della Nazionali sino a quella maggiore. Ma adesso guardo gli obiettivi più imminenti: allenarmi bene e, se il mister mi darà fiducia, giocare domenica contro il Milan. Prima devo guadagnare la fiducia del mister, poi dovrò giocare per la squadra e fare gol. Doppia cifra? Io non faccio promesse, non aiutano nessuno. Io darò sempre il massimo sia in allenamento, sia in partita. Faremo di tutto per raggiungere l'obiettivo della salvezza» HellasVerona.it
Mister MANDORLINI esordiva in A alla guida della squadra scaligera nel 2013 battendo il MILAN al Bentegodi «La trasferta di Verona per il Milan è sempre stata dura e difficile. Credo lo sappiano anche i protagonisti. Al di là dei miei trascorsi e dei bei ricordi ho tanti amici veronesi che ricordano sempre grandi battaglie, a volte anche vinte, con i rossoneri. Il Milan deve andare al ‘Bentegodi‘ nel modo corretto e con il giusto approccio perché non sarà facile» PianetaMilan.it
Negli stadi italiani il razzismo è il dodicesimo uomo. E a tutti va bene cosìPost illuminante di Francesco Gerardi su TheVision.com che secondo me inquadra perfettamente la realtà del calcio vissuto negli stadi dove si preferisce tifare contro gli avversari piuttosto che a favore della propria squadra. Il principale motivo per cui personalmente ho smesso di frequentare: A me piace godermi la partita e il tifo corretto ma odio, razzismo e politica mi hanno sempre rovinato la festa...
Prosegue a gonfie vele la Primavera di CORRENT nella preparazione per il debutto in campionato: 10 gol nell'amichevole contro i pari età del VICENZA in una gara in cui le difese non hanno certo brillato ma gli scaligeri hanno vinto per 7 a 3 con la tripletta di SANE e la doppietta di NIKOLAU.
Quanto guadagnano in Serie A... La Gazzetta dello Sport stila la tabella dei calciatori più ricchi; in testa figura ancora Cristiano RONALDO com'è ovvio che sia ma in particolare, per quanto concerne gli stipendi delle rose, il VERONA è all'ultimo posto con la 'miseria' di 25 milioni a stagione contro i 32 pagati dal LECCE quart'ultimo, i 31 dal PARMA terz'ultimo e i 28 sganciati dal BRESCIA peultimo. Capitan PAZZINI è il più ricco dei gialloblù coi suoi 1,3 milioni ad annata mentre il 'povero' TUPTA si deve accontentare di 120mila Euro (almeno per ora).
...E quanto si è speso nell'allestimento delle rose Anche qui il VERONA risulta agli ultimi posti anzi al penultimo con 17 milioni contro gli 11 spesi dal LECCE. A rivelarlo è questo articolo da CalcioLecce.it a firma di Alessio Amato che cita uno studio condotto dal Centre International d’Etude du Sport (CIES): Al primo posto c'è la JUVE coi suoi 719 milioni (42 volte e più quanto speso da Via Olanda) seguita da MILAN e INTER...
VITA DA EX: Annuale al COSENZA in Serie B per Leandro GRECO. JORGINHO decisivo dal dischetto per la vittoria dell'ITALIA sulla FINLANDIA.
La Serie A in panchina: 16 gli allenatori italiani contro il serbo MIHAJLOVIC, i croati JURIĆ e TUDOR e il portoghese FONSECA unici stranieri... Tanti i nomi eccellenti rimasti senza una squadra da MOURINHO a SPALLETTI passando per WENGER, PIOLI e RANIERI come riportato dall'interessante pezzo de IlGiornale.it. E GROSSO? Non viene minimamente menzionato, troverà qualcuno disposto a dargli fiducia? Magari in cadetteria con Novembre chissà...
NEGLI STADI ITALIANI IL RAZZISMO È IL DODICESIMO UOMO. E A TUTTI VA BENE COSÌ.
DI FRANCESCO GERARDI 11 SETTEMBRE 2019
Durante la partita Cagliari Inter di domenica 1 settembre, il calciatore nerazzurro Romelu Lukaku, belga figlio di immigrati congolesi, è stato vittima di cori razzisti. Non si tratta del primo episodio di questo tipo allo stadio di Cagliari: la scorsa stagione è toccato all’attaccante della Juventus Moise Kean, italiano figlio di immigrati ivoriani, e nel 2017 al ghanese Sulley Muntari del Pescara. Al termine della partita, vinta dall’Inter grazie a un rigore di Lukaku, il centravanti ha pubblicato un post su Instagram (https://www.instagram.com/p/B16Ja0Jh4B9/) per denunciare l’accaduto e chiedere un maggiore impegno per combattere il razzismo.
Solitamente, il racconto di questi episodi finisce con un giro di contriti “è inaccettabile” e propositi di “tolleranza zero”, fino al successivo coro o striscione razzista. Ma stavolta un gruppo di ultras dell’Inter ha scritto un post su Facebook (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=456353724964579&id=377678756165410) per spiegare a Lukaku che cosa è davvero successo a Cagliari, come funziona il tifo in Italia e cosa si intende per razzismo nel nostro Paese. Nonostante gli errori di grammatica e l’argomentazione a tratti surreale, nella “lettera” a Lukaku è descritto con precisione il razzismo degli italiani, fuori e dentro gli stadi. Una distorsione che viene tollerata da troppo tempo.
Nel 2005, durante una partita casalinga contro l’Inter, il giocatore ivoriano del Messina Marco André Zoro, stanco dei cori e degli insulti razzisti dei tifosi avversari, prese il pallone in mano e iniziò a dirigersi fuori dal campo. Fu fermato dall’intervento di compagni e avversari che cercarono di calmarlo e di convincerlo a riprendere il gioco. Zoro tornò in campo e la partita ricominciò, ma tutti il giorno dopo parlarono della sua protesta: in Italia non era mai successo che un giocatore nero reagisse in quel modo a cori e insulti razzisti, tanto che Il Corriere della Sera aprì l’articolo (https://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2005/11_Novembre/27/zoro.shtml) dedicato al caso con “Una cosa mai vista”, mentre Repubblica scrisse (https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2005/11/28/lo-schiaffo-di-zoro-ai-razzisti-basta.html) di un gesto che “potrebbe diventare uno spot contro le discriminazioni e il razzismo”. Per molti, quello fu il primo contatto con il razzismo allo stadio nonostante i precedenti.
Nel 1989 gli ultras dell’Udinese accolsero l’israeliano Ronny Rosenthal, neoacquisto bianconero, imbrattando i muri della città (https://francescamilano.blog.ilsole24ore.com/2017/10/24/non-solo-lazio-quella-volta-che-a-udine-scrissero-rosenthal-vai-nel-forno-annafrank/) con scritte come “via gli ebrei” e “vai nel forno”. Nel 1990 la curva dell’Inter bacchettò Hitler perché nella sua Soluzione Finale si era dimenticato di includere i napoletani. Nel 1992 i tifosi della Lazio presero di mira Aaron Winter, olandese del Suriname e primo giocatore nero a vestire la maglia biancoceleste. Nel 1999 ancora i laziali esposero lo striscione “Auschwitz la vostra patria, i forni le vostre case” (https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/01/30/olimpico-vergogna-senza-fine.html) durante un derby con la Roma. Ma per quanto gravi, queste erano sempre cose che succedevano “intorno” alla partita e che la loro narrazione poteva minimizzare o ignorare: uno striscione può non essere inquadrato dalle telecamere, un coro può non essere commentato dai telecronisti, una scritta sui muri può non essere raccontata dai giornalisti.
Con Zoro fu diverso. La sua reazione scattò durante una partita, in mezzo al campo, davanti a centinaia di migliaia di spettatori tra stadio e televisione, rendendo impossibile ridimensionare o minimizzare l’accaduto. Ma già quel dibattito era inquinato da arrendevolezza, rassegnazione e impotenza, con il Corriere che scriveva del razzismo (https://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2005/11_Novembre/27/zoro.shtml) come di uno “scotto” al quale i giocatori neri del nostro campionato “volenti o nolenti, hanno finito con l’abituarsi”. L’allora presidente dell’Inter Giacinto Facchetti sostenne che queste cose “purtroppo succedono spesso” e chiese scusa a nome della società per la maleducazione dei tifosi, come se il razzismo fosse questione di buone maniere. Roberto Mancini accusò “quattro stupidi che purtroppo sono sempre in giro”.
Sono passati quasi quindici anni da quel Messina Inter, ma il dibattito non si è mai evoluto. Cambiano date, luoghi e nomi, ma quelle stesse frasi si sono usate per Omolade e Reginaldo, Ibrahimovic, Boateng, Balotelli, Koulibaly, Bakayoko e Kessié, Matuidi, Alex Sandro, Kean. Sono passati quasi quindici anni ed episodi di razzismo si sono ripetuti negli stadi di Roma, Milano, Torino, Verona, Cagliari, equamente distribuiti in tutto il Paese. Il passare del tempo ha addirittura aggravato il problema: su Repubblica, Paolo Berizzi contava 56 episodi tra il 1989 e il 2000 (https://m.dagospia.com/dal-2000-ad-oggi-negli-stadi-italiani-630-episodi-di-razzismo-per-i-fatti-di-busto-sotto-accusa-49034), mentre l’Osservatorio sul Razzismo e Antirazzismo nel Calcio (Orac) ha registrato un picco di 60 solo nella prima metà della stagione 2017/2018 (https://www.avvenire.it/agora/pagine/razzismo-nel-calcio-e-nel-calcio-giovanile). Durante la successiva (2018/2019) i casi di razzismo negli stadi della Serie A sono stati appena 7, ma questo è dovuto ai nuovi parametri utilizzati per catalogarli (https://www.panorama.it/sport/calcio/razzismo-cori-stadi-nuove-regole-cosa-succede/). Mauro Valeri, sociologo e presidente dell’Orac, sostiene che si è ormai arrivati alla “vivisezione degli episodi” (https://www.avvenire.it/agora/pagine/razzismo-nel-calcio-e-nel-calcio-giovanile) e prima di arrivare a una denuncia bisogna misurare durata, entità, persistenza del coro razzista e la partecipazione attiva del pubblico. In quasi vent’anni, in Serie A non è mai stata sospesa una partita a causa di cori o insulti razzisti.
Intanto, il ministero dell’Interno ha fatto un “censimento” del tifo organizzato in Italia: come scritto dall’Agi, “di 328 gruppi attivi, 151 sono politicizzati, 40 sono di estrema destra e 41 di destra” (https://www.agi.it/cronaca/ultras_estrema_destra_italia-2290013/news/2017-10-25/).
Anche il nostro vocabolario è inadeguato per affrontare una vera discussione sull’argomento. Gli “uh uh uh” scimmieschi con i quali vengono bersagliati i giocatori neri vengono chiamati “buuu razzisti”, un’imprecisione linguistica che regala una scappatoia a chi vuole minimizzare o negare, sostenendo che il “buuu” non è razzista, ma un gesto di disapprovazione e avversione che si usa indistintamente con i neri e con i bianchi. Quando gli fu chiesto di commentare gli insulti razzisti dei tifosi cagliaritani all’attaccante della Juventus Moise Kean, il presidente del Cagliari Tommaso Giulini disse di aver sentito solo fischi e che si trattava di una reazione all’esultanza del giocatore dopo il gol segnato (https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Cagliari/02-04-2019/cagliari-giulini-kean-ha-sbagliato-troppi-moralismi-non-razzismo-juventus-330433299833.shtml), aggiungendo che “se quell’esultanza l’avesse fatta Bernardeschi, la reazione dello stadio sarebbe stata esattamente la stessa” e invitando a non fare “troppi moralismi”, a non “strumentalizzare”.
Anno dopo anno, il dibattito italiano è stato inquinato da argomenti sempre più subdoli e paradossali. Con una metodica opera di colpevolizzazione della vittima sono stati invertiti i ruoli: ormai il razzismo del tifoso non è una sua colpa, ma del giocatore nero che provoca. L’ex sindaco di Verona Flavio Tosi, alla vigilia di un Verona Milan, affermò che gli insulti rivolti a Balotelli (https://corrieredelveneto.corriere.it/rovigo/notizie/cronaca/2013/24-agosto-2013/balotelli-provocatore-tosi-divide-hellas-milan-scoppia-polemica-2222739718947.shtml) erano dovuti anche alla sua capacità di “rendersi antipatico, portando la gente all’esasperazione”. Giulini ha giustificato i tifosi del suo club perché “sfidati” dall’esultanza di Kean. Anche Leonardo Bonucci, compagno di Kean, ha detto che l’attaccante non doveva esultare in quella maniera (https://www.gazzetta.it/Calcio/Serie-A/Cagliari/02-04-2019/cagliari-fischi-kean-bonucci-colpa-50-50-si-esulta-coi-compagni-330432812913.shtml) e che la colpa di quanto avvenuto è tanto sua quanto degli ultras cagliaritani. Persino il direttore di Sky Sport Federico Ferri, pur con necessarie premesse e dovuti distinguo, ha attribuito a Kean una parte della responsabilità (https://sport.sky.it/calcio/serie-a/2019/04/03/cagliari-juve-kean-federico-ferri-sky.html).
Siamo passati dalla condanna alla giustificazione fino alla negazione, e ora siamo arrivati alla legittimazione. E qui si torna alla “lettera” degli ultras dell’Inter a Lukaku, a quel passaggio in cui si spiega al calciatore che quelli che lui ha pensato fossero insulti erano in realtà un attestato di stima al suo talento calcistico (ti insultano perché ti temono, non prendertela, sii orgoglioso) e un modo per aiutare la loro squadra. Il razzismo ha smesso di essere un’ideologia e diventa linguaggio, valvola di sfogo del malessere (grave o triviale, reale o immaginario), veicolo di emozioni e sentimenti. La conclusione “logica” di questo “ragionamento” non può che essere quella frase degli ultras nerazzurri: “L’Italia non è come molti altri Paesi europei in cui il razzismo è un VERO problema”.
Fa impressione notare le corrispondenze tra la discussione sul razzismo che si fa nel calcio e quella che si fa in politica. È inquietante vedere come la lettera di un gruppo di ultras dell’Inter possa essere scambiata o sovrapposta, per contenuti e forma, a dichiarazioni di diversi politici, mentre le forze che si definiscono antirazziste faticano a escludere dal dibattito posizioni sempre più apertamente razziste, tanto nel calcio quanto nella politica. Le istituzioni sono sempre più riluttanti nell’ammettere che molte curve sono dominate da gruppi di estrema destra, che hanno reso lo stadio un luogo di propaganda e di esibizione dove possono mostrarsi con una sfacciataggine che ancora non si possono permettere al di fuori, sfruttando le diverse interpretazioni della legge Mancino (https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/04/18/saluto-fascista-non-reato-stadio-perche-li-non-si-fa-politica/1603237/) e rivendicando una libertà di espressione che però non va estesa alle reazioni delle loro vittime.
Se tollerata, la meccanica del rapporto tra i gruppi ultras di estrema destra e il resto dei tifosi, rischia di superare i tornelli e uscire fuori dalle tribune degli spalti: una maggioranza silenziosa che non approva e si indigna, ma abbassa la testa e aspetta che il coro si esaurisca, mentre un piccolo gruppo di estremisti partecipa ai buu con entusiasmo, considerando le proteste delle vittime una breve interruzione del normale svolgimento delle cose. Spesso si dice che il calcio è uno specchio della società, ma raramente è vero. Purtroppo, però, nel mondo e nell’epoca in cui società e tifo si somigliano sempre più, potrebbe davvero essere così.
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FONTE: TheVision.com
Prosegue nel migliore dei modi il cammino dell'Hellas Verona verso il debutto nel campionato Primavera 2. Gli scaligeri di mister Corrent, che nella prima giornata affronteranno la Cremonese in trasferta, oggi hanno giocato un'amichevole all'Antistadio "Tavellin" contro la Berretti del Vicenza. Il risultato sorride nettamente ai gialloblu, capaci di imporsi con un pirotecnico 7-3 che fa ben sperare in vista della prima partita ufficiale della stagione. In grande spolvero Sane, autore di una tripletta, mentre le altre reti sono state siglate da Nikolau (doppietta), Brandi e Amayah. Tra le file del Vicenza, invece, i gol portano le firme di Ouro Aguda, Rampin e Pilastro.
Per fare una Juventus ci vogliono 70 Lecce. Questo è uno dei dati che emergono dallo studio condotto dal Centre International d’Etude du Sport (CIES) sui costi delle rose attuali dei cinque massimi campionati di calcio Europeo, Serie A compresa. E proprio dalla classifica del torneo italiano si legge, sul fondo della stessa, il nome del club giallorosso.
Il Lecce è infatti la squadra costata meno per il suo allestimento: appena 11 milioni. 6 in meno del Verona penultimo, addirittura meno della metà del Brescia terzultimo. Il paragone con le big poi lungi dal sussistere, visto che la Juventus capolista ha dovuto sborsare 719 milioni per avere gli attuali giocatori. Seguono Milan e Inter con poco più della metà dei costi bianconeri.
Una cifra, quella giallorossa, dettata certamente dal fatto che più della metà degli elementi a disposizione di Liverani sono stati acquistati in Serie B o addirittura C. Senza dimenticare che, invece, degli innesti datati estate 2019 quasi tutti sono in prestito con diritto di riscatto. Dunque con costi da sostenere eventualmente solo la prossima estate.
Nel frattempo i giallorossi si godono questo “record”. Dovranno lottare e sudare per mantenere la categoria, ma non sono certo tra i club che rischiano grossissimo, dal punto di vista economico e fiscale, qualora i risultati sportivi non dovessero essere quelli auspicati. Riuscire a mettersi dietro club che hanno speso molto, ma molto di più sarebbe un risultato straordinario il doppio.
FONTE: CalcioLecce.it
SERIE A, MILAN BIVIO BENTEGODI: DALLA FATAL VERONA AI DUBBI DI PIATEK
Inserito da Alessandro Mastroluca | Set 10, 2019 | Calcio, Serie A |
Di Verona-Milan resta il ricordo di due domeniche fatali e un futuro incerto. Restano storie di malinconica grandezza, di occasioni mancate, di sliding doors più in rosso che in nero al Bentegodi. E un domani ancora da definire, nella ricerca di un diverso percorso, di una chiara identità. Resta una squadra, quella di Giampaolo, che non ha convinto, che ha ancora troppi uomini fuori ruolo e un bomber come Piatek da ritrovare. Contro un Verona con quattro punti dopo sei partite e uno spirito in linea con la grinta del tecnico Juric. Una squadra pronta a stupire ancora come in quella lontana domenica di maggio di oltre quarant’anni fa.
IL MILAN E LA “FATAL VERONA”: INIZIÒ TUTTO NEL 1973
Verona, per il Milan, diventa fatale per la prima volta il 20 maggio del 1973. Quella domenica fatale lo è per davvero, e non solo per quella tendenza a esacerbare le passioni nel linguaggio dello sport. Sul curvone di Monza si chiude un’era del motociclismo. Muoiono Renzo Pasolini, l’uomo che aveva fatto tremare Giacomo Agostini, e Jarno Saarinen, finlandese che avrebbe voluto lasciare le corse alla fine della stagione successiva perché non voleva rischiare più. “Ero attaccato alla ruota di Saarinen, davanti a lui c’era Pasolini. Ho visto la moto di Pasolini mettersi di traverso e sbattere sull’asfalto senza ragione. Saarinen gli è arrivatp addosso poi dentro tutti gli altri. Sono morti perché c’èera dell’olio sulla pista” dice Kanaya, come riporta la Gazzetta dello Sport. Sono le 15.17. Da un quarto d’ora è iniziata la giornata dell’harakiri del Milan, caduto sull’ultimo metro con lo scudetto della stella ormai a un passo.
Sirena stacca solo di testa, poi l’autorete di Sabadini e il gol di Luppi trasformano un’attesa formalità in una missione di fatto impossibile. Rosato accorcia, ma il Milan non c’è. Nella ripresa Pizzaballa frustra due ottime azioni del Milan, Vecchi para su Zigoni. Ma i rossoneri pagano la confusione, l’assenza del terzino Schnellinger, la solitudine in area di Turone che segna solo nella porta sbagliata. L’autogol e la doppietta di Luppi mettono fine alla partita, i gol di Sabadini e Bigon non cambiano la storia. Il Verona vince 5-3, il titolo va alla Juve che batte la Roma 2-1 con la rete numero 200 di Altafini. Ma il gol scudetto lo segna il protagonista meno prevedibile di tutti, Cuccureddu.
VERONA-MILAN 1990: SACCHI E BERLUSCONI CONTRO LO BELLO
Gianni Rivera, che credeva di vincere, non cerca scuse. Albertino Bigon piange per un traguardo mancato, per una partita comunque rimasta nella storia. C’è proprio lui sulla panchina del Napoli diciassette anni dopo, il 22 aprile del 1990, penultima giornata di campionato. A Napoli si piangeranno lacrime di gioia quel giorno, per il secondo scudetto nella storia azzurra. Uno scudetto, sicuro nei fatti ma non ancora matematico, che arriva nell’anno della monetina che ha colpito Alemao a Bergamo, vera sceneggiata della stagione, e nel giorno in cui Verona torna ad essere fatale per il Milan.
“Lo scudetto si è fermato al rosso” titola Forza Milan, la rivista dei tifosi rossoneri. E’ il rosso dei cartellini di Rosario Lo Bello, figlio del grande Concetto, che ha espulso Sacchi, Costacurta, Rijkaard e Van Basten. Il Napoli, primo a pari punti con i rossoneri prima della partita, archivia in un quarto d’ora la partita la sfida a Bologna. Il Milan va in vanaggio alla mezz’ora con Marco Simone. Pareggia Sotomayor, poi il Milan perde la testa. Van Basten, espulso, si sfila la maglia verso l’arbitro. In nove, già provati dalla fatica di coppa a Monaco di Baviera pochi giorni prima, i rossoneri cedono. Davide Pellegrini scatena la festa del Napoli, che saprà amministrare i due punti di vantaggio all’ultima giornata.
“Chiudiamo questa settimana con una sentenza e un arbitraggio esemplari. Tutti hanno avuto occhi per vedere quello che è successo” dice Berlusconi. Lo Bello parlerà solo sette anni dopo, al Corriere della Sera. “Notai un diffuso nervosismo, ci furono proteste insolitamente vivaci e gesti addirittura clamorosi. Tutti segnali di uno stato d’animo particolare. Finita la partita, Galliani e Ramaccioni vennero da me a scusarsi, a nome della società, per il comportamento dei giocatori. Erano rammaricati ma sereni. Mezz’ora più tardi avevano però cambiato atteggiamento”. Cerca di sorridere, invece, Gianni Rivera, che più volte si era scontrato con il padre Concetto nel Milan di Rocco. “Speriamo” dice, “che ai Lo Bello nascano solo femmine”.
VERONA-MILAN OGGI: PIATEK SFIDA STEPINSKI
Il Bentegodi rimane comunque un campo ostile per il Milan che ci ha vinto solo due volte negli ultimi vent’anni: 2-1 nella stagione 2001-02, 3-1 nel campionato 2014-15 con doppietta di Keisuke Honda, ultimo rossonero a segnare due gol nella “fatal Verona”.
L’oggi racconta di un’altra missione, il ritorno al gol di Piatek che di questi tempi un anno fa aveva già segnato sette reti, mentre sperano di trovare spazio Theo e Rebic, l’ultimo arrivato. Il polacco è un tipico centravanti d’area, che punta la porta e tira: senza troppi pensieri, senza grandi alternative, come dimostrano i soli due assist serviti l’anno scorso. Ma Giampaolo chiede agli attaccanti di dialogare con i compagni, di interpretare un calcio corale. Piatek, ancora non pienamente a suo agio in questa nuova veste, paga anche la preparazione estiva più pesante della sua carriera.
Si prevedono ventimila spettatori per la possibile sfida a distanza tutta polacca fra il “Pistolero” del Milan e Mariusz Stepinski, arrivato dal Chievo per rinforzare un attacco un po’ leggero e dare sostanza a un inizio di stagione decisamente incoraggiante. Per una sfida comunque mai banale.
FONTE: CalcioToday.it
L'EDITORIALE Basta con i giocatori fuori ruolo. Giampaolo dimostri più coraggio con Rebic, Hernandez e Leao. Perché se sarà ancora “fatal Verona” si parlerà già di crisi, prima del derby
10.09.2019 00:00 di Alberto Cerruti
Facciamo un passo indietro, al giorno del sorteggio dei calendari. Malgrado la parola d’ordine a Milanello e dintorni fosse “diamo tempo a Giampaolo”, tutti erano concordi sul fatto che il Milan avesse una partenza in discesa con tre partite abbordabili”, prima del derby. Calcoli alla mano, dei tifosi e dei diretti interessati, l’obiettivo era quello di arrivare al derby con 9 punti, dopo le partite contro l’Udinese e due neopromosse, il Brescia e il Verona. Ancora una volta invece, come spesso accade, il calendario ha ingannato tutti, perché di “abbordabile” non c’è nulla nel calcio, specialmente nelle squadre in costruzione con un allenatore nuovo. E così il Milan, che ha steccato malamente a Udine e ha vinto soffrendo contro il Brescia, non può più sbagliare a Verona perché un pareggio, o peggio ancora una sconfitta, non potrebbero essere giustificati con la richiesta di altro tempo. Quello serve per arrivare al bel gioco, non per vincere, anche di misura come è successo contro il Brescia.
E allora basta con i brutti ricordi della “fatal Verona”, quando però il Milan di Rocco prima e di Sacchi poi correva per lo scudetto e non per un semplice, anche se oggi ricchissimo, quarto posto. Rimanere ancora più staccati da chi precede i rossoneri sarebbe gravissimo e non ci meraviglieremo affatto, quindi, se in quel caso già incominciasse a profilarsi quella brutta parola: crisi. Perché, al di là dei risultati, in due mesi di lavoro Giampaolo non ha ancora dato un’identità alla squadra, essendo ancora alla ricerca di una indispensabile formazione-base sulla quale poi effettuare le opportune varianti in corso, oppure tra una partita e l’altra. La prossima sfida che attende Giampaolo, quindi, è quella di scegliere gli uomini giusti per affrontare e battere il Verona. Basta con i giocatori fuori ruolo, perché Calhanoglu non può trasformarsi nel nuovo Pirlo e tanto meno nel nuovo Rivera, del quale purtroppo porta il glorioso numero 10.
Basta anche con Castillejo, improbabile seconda punta che qualcuno ha argutamente definitivo “una mosca impazzita” e basta con Borini mediano. Meglio puntare ancora su un vero centravanti come Piatek, cercando di rifornirlo meglio di quanto è stato fin qui, con l’innesto di Rebic, ottimo acquisto e non soltanto perché nazionale croato. I giocatori veri non hanno bisogno di lavorare un mese con i nuovi compagni, come ricordano bene purtroppo i tifosi milanisti che scoprirono l’interista Sneijder, appena arrivato ad Appiano Gentile ma subito decisivo nel derby estivo di dieci anni fa. Avanti con Rebic, quindi, e caso mai con una staffetta con Leao, che altrimenti rischia di trasformarsi suo malgrado in un oggetto misterioso. E poi, se davvero ha smaltito l’infortunio iniziale, speriamo di vedere finalmente Theo Hernandez, che gli spagnoli definiscono “matto” ma è la grande scommessa di Maldini che ha qualche confidenza con quel ruolo. Rodriguez, infatti, malgrado il suo gol con la Svizzera, contro Gibilterra però, è il re dei passaggi indietro e sulla fascia sinistra invece serve qualcuno che corra e vada sul fondo per crossare. I rinforzi ci sono, insomma, e se non saranno di qualità risponderà chi li ha acquistati. Nell’attesa, però, Giampaolo ha il dovere di utilizzarli e sempre nei ruoli giusti. Altrimenti sarà lui a dimostrare, suo malgrado, di essere fuori ruolo.
FONTE: MilanNews.it
11 SET 2019 LA FATAL VERONA
E perchè no? Perchè non è possibile sognare un colpaccio? Arriva il Milan e sappiamo che il Verona per i rossoneri è come uno specchio che si rompe il venerdì, come un gatto nero che attraversa la strada, come uno spillone vudù piantato nel costato.
Verona è fatale e non è un caso. Il Milan non si è mai liberato del trauma del ’73. Lo ha rivissuto nell’89-’90 con Sacchi in panchina, Berlusconi in tribuna, Sotomayor e Davide Pellegrini in campo e l’arbitro Lo Bello che pareva un killer. Ha perso anche contro il meraviglioso Verona di Mandorlini, Iturbe e Toni alla prima giornata del campionato del ritorno in serie A dopo l’inferno della C e il purgatorio della B.
Ora le cose sono cambiate e a dir il vero non è che ci siano molte speranze di poter vincere una gara così. Ma attenzione a tanti piccoli segnali. Il Milan di Giampaolo ancora non convince, è un cantiere aperto, ha problemi e non scalda il popolo rossonero. Il Verona di Juric è invece tosto, concreto, sa soffrire ed essere cinico. Il divario è comunque enorme. Ma a colmarlo ci penserà il Bentegodi che dopo lo schifo che si è sorbito per due lunghissime stagioni, ora è tornato a palpitare, intravvedendo quelle semplici qualità che si richiede ad una squadra: applicazione, sofferenza, lavoro.
Dentro un clima positivo si potranno esaltare alcuni giocatori dall’animo guerriero: Rrahmani, Amrabat, Zaccagni. E poi toccherà a Stepinski, alla sua prima al Bentegodi con la maglia del Verona. Insomma, fossimo il Milan non dormiremmo sonni tranquilli. Juric il trappolone lo sta preparando per bene a Peschiera. A porte aperte, nutrendosi dell’amore dei suoi tifosi. Com’è giusto che sia.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
VISTO DA NOI
13 settembre 2019 - 09:19 Verona: col Milan primo non prenderle, poi…
L’Hellas chiamato a dare tutto in campo per competere coi rossoneri
di Andrea Spiazzi, @AndreaSpiazzi
getty images
Assistiamo nei giorni che precedono Verona-Milan a una sorta di richiamo costante ai fasti del passato. Che già di per sè, pur riempiendoci di orgoglio, ci scassano i cabasisi, dato che l’Hellas deve per forza guardare al presente con un occhio al futuro.
Il presente dice che Ivan Juric sta plasmando un gruppo di lottatori come, da un punto di vista aginistico e di mentalità, non si vedeva da tempo. Questo è il dato più confortante e quello che fa sperare, e divertire, i tifosi.
Juric, si diceva. Meno male che c’è lui, parco nelle affermazioni pur nette, inflessibile davanti ai microfoni che si vinca o si perda.
Col Milan, che sta cercando un gioco degno del nome che porta, deve valere la regola del primo non prenderle. Che questo si attui attaccando o essendo più prudenti starà al tecnico deciderlo, e lo vedremo in campo.
I rossoneri hanno qualità che possono risolvere la gara in un battito di ciglia.
L’agonismo sarà fondamentale, ma non di meno la capacità di colpire, con qualità e un po’ di buona sorte.
Sarà una serata elettrizzante, con un Bentegodi pieno e pronto a iniettare B12 nelle gambe e nella testa dei gialloblù.
Dai Verona, lascia perdere il passato. Costruisci il presente e diventa nuova storiA.
NEWS
11 settembre 2019 - 11:31 L’avversario, il Milan di Giampaolo
Attenzione a Suso, intoccabile per il tecnico rossonero
di Jacopo Michele Bellomi, @jjbellomi
Marco Giampaolo, allenatore del Milan (foto lGetty Images)
Terza giornata di Serie A: dopo Bologna e Lecce, ecco che a Verona arriva il Milan, allenato dal tecnico Marco Giampaolo.
COME ARRIVA – Partenza così così in campionato per i rossoneri, che hanno perso con l’Udinese e vinto col Brescia. Entrambe le gare sono terminate 1-0, un dato che mostra una certa difficoltà in zona gol. Piatek ha le polveri bagnate e non sembra essere quello della scorsa stagione, ma in generale è tutta la squadra che pare ancora in fase di rodaggio con il nuovo allenatore. Attenzione a Suso, invece, già partito con un assist e giocate di classe.
MERCATO – Sessione estiva intensa per il Milan. Usciti Cutrone e Andre Silva, sono arrivati Leao, dal Lille per 25 milioni, e Rebic, dall’Eintracht Francoforte. Investimenti importanti anche per Bennacer e Krunic, lo scorso anno all’Empoli, per il terzino Hernandez, ex Real Madrid, e per il difensore Duarte del Flamengo.
PROBABILE FORMAZIONE – Giampaolo è corso ai ripari rivedendo il suo modulo prediletto con il trequartista e virando su uno con due esterni d’attacco. Una soluzione in linea con le gestioni precedenti e che si adatta alle caratteristiche dei giocatori in rosa. Suso e Piatek sono i punti fermi, mentre l’altro attaccante dovrebbe essere Castillejo, con Rebic che ha chance di entrare a gara in corso. Ballottaggio anche per un ruolo a centrocampo, dove parte favorito Calhanoglu su Paqueta.
PRECEDENTI – I risultati degli ultimi due incontri tra Verona e Milan sono contrastanti e risalgono alla stagione di Serie A 2017/18. La gara di andata vedeva i rossoneri in difficoltà dopo l’esonero di Montella e l’affidamento della squadra a Gattuso: la partita terminò 3-0 per l’Hellas al Bentegodi, con reti di Caracciolo, Kean e Bessa. Al ritorno fu tutta un’altra storia, tanto che il match finì 4-1 per il Milan: ai gol di Calhanoglu, Cutrone, Abate e Borini, si ricorda il primo in A di Lee.
EX VERONA – L’unico giocatore con un passato gialloblù tra le fila del Milan è Ante Rebic. L’attaccante croato ha giocato con il Verona la seconda parte della stagione 2015/16, in prestito dalla Fiorentina, collezionando 10 presenze in Serie A.
J.M.B.
FONTE: Hellas1903.it
GLI ERRORI DEL PREISDENTE LA MOSSA DI SETTI CHE HA CAMBIATO L'HELLAS
12/09/2019 10:28
Fateci caso: Setti non ammette mai un errore. Ma nessuno come lui è pronto a cambiare rotta dopo annate disastrose e incomprensibili. Era successo con Bigon: definito "tedesco", "gran lavoratore", "Perfetto per il Verona e la nostra società". Di quella stagione, per fortuna è rimasto pochissimo. Setti ha fatto piazza pulita, venne cacciato persino l'addeto stampa, anche se poi gli "ispiratori" del presidente sono rimasti gli stessi. Da Righi, attuale ds del Mantova nonostante la fallimentare stagione scorsa in D, a Fusco a D'Amico: che è come dire che cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia.
Così arrivò Pecchia, una scelta fatta per imitare un calcio spagnolo inapplicabile in Italia, una scommessa che pareva vinta per metà campionato di B e che poi è rumorosamente crollata.
Fusco venne sacrificato sull'altare di Pecchia che venne a sua volta sacrificato sull'altare della peggiore campagna acquisti di sempre.
Non pago di aver offerto ai tifosi del Verona quella stagione, Setti proseguì l'esperienza con Grosso e il suo ipertrofico e inutile staff. Un altro flop, ancora più incredibile del precedente, che stava per costare al Verona la serie A, nonostante il gigantesco paracadute da 25 milioni.
Acciuffata per il grande merito di Aglietti che era stato scelto senza tante speranze dal presidente, visto che in realtà aveva già messo sotto contratto Juric per un altro probabile campionato di B, circostanza raccontata dallo stesso allenatore croato.
Ed eccola la scelta finalmente in sintonia con la piazza. Abbandonate le velleità di tiki taka, di guardiolismo e altre amenità del genere, Setti ha scelto un allenatore concreto, senza fronzoli, lavoratore vero sul campo, diretto, burbero nei modi ma gentile nei fatti. Insomma uno che (potenzialemente) ha tutto per piacere ai veronesi. Ed infatti, nonostante l'iniziale perplessità, Juric sta facendo breccia.
La squadra interpreta alla perfezione il sentire dello stadio e della sua gente. Gli allenamenti sono tornati ad essere a porte aperte. L'idea tattica è chiara e di conseguenza è stata chiara la campagna acquisti. I giocatori hanno ruoli e all'interno dello schema scelto si esaltano. Persino un caso spinoso come Pazzini è stato risolto con chiarezza. Stop con le dichiarazioni fumose e che lasciavano sempre aperti dei dubbi: semplicemente, ha detto Juric, Pazzini non è ancora in forma per farlo giocare da titolare.
Dopo gli anni d'oro della strana coppia Mandorlini e Sogliano, Setti non ne aveva più azzeccata una. Ora con Juric si è rimesso sulla strada giusta. Anche se non lo ammetterà mai: come quando ha detto che Aglietti ha lavorato sul solco del grande lavoro fatto da Grosso... (g.vig.)
FONTE: TGGialloBlu.it
SERIE A Hellas, domenica c'è il Milan. Con uno Stepinski in più
12.09.2019 09:30 di Luca Chiarini
Meno tre al rompete le righe. Verona si appresta a rivivere una serata di grande calcio: domenica alle 20:45 è in programma la sfida contro il Milan, primo vero big match della stagione. L'attesa in città è febbrile: sono oltre diciassettemila i tagliandi staccati sin qui tra abbonati e paganti. Un dato destinato a crescere nelle prossime ore. L'entusiasmo è palpabile e alimentato dall'ottimo avvio della squadra, ancora imbattuta in campionato, e dal colpo di coda - tra gli altri - del d.s. D'Amico, che ha assicurato a Juric una punta di valore come Stepinski. Il polacco, ieri presentatosi alla stampa, ha messo un po' di pepe nella storica rivalità con la sua ex squadra, il Chievo: "Qui la tifoseria è molto più calda", ha detto. Oggi invece sarà la volta di Sofyan Amrabat, rinforzo per la mediana che avrà il compito di fare le veci dello sciagurato Badu.
I NAZIONALI - Diversi i giocatori impiegati con le rispettive selezioni. Sugli scudi Tupta, unico gialloblu a segno con la Slovacchia Under 21 nel k.o. contro l'Azerbaijan. Medesima categoria per Claud Adjapong, inserito da Nicolato nel secondo tempo del poker alla Moldavia. Minutaggio pieno per Rrahmani, protagonista del rocambolesco cinque a tre con l'Inghilterra che ha fatto seguito al successo di misura del suo Kosovo sulla Repubblica Ceca. Solo panchina, invece, per Kumbulla e Radunovic.
VERSO IL MILAN - Buone nuove per Juric che ritrova Samuel Di Carmine, tornato ad allenarsi con il gruppo martedì. Resta invece ai box Daniel Bessa, che sembra però tornato al centro del progetto: "Con lui eravamo d'accordo che in assenza di offerte importanti sarebbe rimasto da noi. Sarà un altro rinforzo", l'endorsement di ieri ai microfoni di Hellas Verona Channel di Tony D'Amico. Rispetto alla formazione anti-Lecce Juric potrebbe cambiare qualcosa: salgono le candidature di Stepinski e Verre, ipotesi conferma in toto di difesa e centrocampo.
RASSEGNA GdS: "Sempre più ricchi. Gli stipendi al lordo dei giocatori di Serie A"
10.09.2019 09:30 di Anna Vuerich
Fonte: Gazzetta dello Sport
La Gazzetta dello Sport oggi parla di soldi. Nello specifico, di quanti ne guadagnano i giocatori delle singole squadre in Serie A.
L'infografica è altamente esplicativa: in cima a tutti c'è Cristiano Ronaldo, che guadagna ben 31 milioni di euro con la maglia della Juventus. La spesa totale della società bianconera per i suoi uomini? Ben 294 milioni.
Il Verona si posiziona in fondo alla classifica degli stipendi: con "solo" 25 milioni di euro che escono per i giocatori, si trova sotto ad altre squadre come Lecce (32 milioni), Parma (31 milioni) e Brescia (28 milioni). Il gialloblù più pagato ovviamente è il bomber di razza Giampaolo Pazzini, che riceve 1,3 milioni di euro da Maurizio Setti. In fondo alla lista invece c'è il giovane Tupta, che percepisce 0,12 milioni.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
14/SETTEMBRE/2019 - 21:30
Peschiera - Penultimo allenamento del Verona prima della sfida al Milan. Oggi allo Sporting Center Paradiso di Peschiera i gialloblù hanno svolto riscaldamento, lavoro di rapidità e partita.
#VERONAMILAN: LE STATISTICHE
14/SETTEMBRE/2019 - 19:00
Scopri i numeri, le statistiche e le curiosità fornite da Opta Sports di Hellas Verona-Milan, 3a giornata della Serie A TIM 2019/20, in programma domenica 15 settembre (ore 20.45) allo stadio 'Bentegodi'.
I PRECEDENTI - Nei precedenti in casa tra Verona e Milan abbiamo un totale di 54 incontri: 10 vittorie per l'Hellas, 19 pareggi e 25 vittorie per il Milan. Il Verona ha vinto 3 degli ultimi 4 confronti interni contro i rossoneri
LA CURIOSITA' - Il Verona è la seconda squadra del campionato ad aver effettuato più respinte difensive (59), e la prima per respinte difensive di testa in questo campionato (30)
L'AVVERSARIO - Il Milan è la squadra che ha subito meno gol in Serie A in tutto il 2019: appena 17 reti al passivo
FOCUS GIOCATORI - Mariusz Stepinski ha gia segnato contro il Milan in Serie A, nel marzo 2018, partita in cui ha sia realizzato una rete che fornito un assist vincente.
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
12/SETTEMBRE/2019 - 19:00
Peschiera - Prosegue la preparazione dei gialloblù in vista del match di domenica sera. La squadra, agli ordini del mister Ivan Juric ha svolto riscaldamento, torelli, esercitazioni tattiche e sui tiri in porta.
Peschiera - È proseguita nel pomerggio, allo Sporting Center Paradiso di Peschiera, la preparazione dei gialloblù in vista del match di domenica sera contro il Milan. Gli uomini di Ivan Juric, dopo il riscaldamento, sono passati a un lavoro di attivazione, continuando poi con la parte tattica e concludendo la seduta con delle esercitazioni e tiri in porta.
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
11/SETTEMBRE/2019 - 08:30
Peschiera - Sono ripresi gli allenamenti dei gialloblù allo Sporting Center Paradiso di Peschiera. Nel pomeriggio di martedì la squadra, agli ordini di mister Juric, ha svolto esercitazioni tecniche, lavoro sul possesso palla, partita a campo ridotto e lavoro fisico.
E' tornato ad allenarsi con il gruppo Samuel Di Carmine.
ISOKINETIC VERONA: TEST FISICI PER I NUOVI ARRIVATI
10/SETTEMBRE/2019 - 14:30
Verona - Dopo il ritrovo di inizio stagione che ha anticipato la partenza per il ritiro, è arrivato il momento anche per i nuovi arrivati di sottoporsi ai test fisici di Isokinetic Verona. Il partner gialloblù, da 10 anni consecutivi al fianco del nostro Club, nella mattinata di oggi ha accolto - nella sede di Arbizzano - Gennaro Tutino, Matteo Pessina, Valerio Verre, Mariusz Stepinski e Wesley.
I cinque calciatori sono stati seguiti in una serie di test funzionali sia dallo staff di Isokinetic, ovvero i medici dello sport Emanuele Brotto e Michael Coli, che dallo staff tecnico e medico dell'Hellas Verona (il preparatore atletico Paolo Barbero e il fisioterapista Umberto Improta).
In particolare, ci si è concentrati come a luglio sulle valutazioni cardio-polmonari e sulla valutazione di forza degli arti inferiori, fondamentali sui quali i gialloblù si sono fatti trovare in piena forma-campionato. Ad accoglierli Alessio Guandalini, direttore di Isokinetic Verona, pronto a sostenere l'Hellas sia in queste fasi di test e di prevenzione degli infortuni che sugli spalti, domenica sera, nella partita contro il Milan.
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
07/SETTEMBRE/2019 - 17:00
Peschiera - Ultimo allenamento settimanale per i gialloblù allo Sporting Center Paradiso di Peschiera. Oggi la squadra, agli ordini di mister Juric, si è divisa tra chi è sceso in campo contro il Ljubljiana (lavoro in palestra e aerobico di recupero) e gli altri (attivazione, partite, lavoro sul possesso palla e le azioni offensive, partita finale a campo ridotto).
PRIMAVERA: HELLAS VERONA-VICENZA 7-3
07/SETTEMBRE/2019 - 15:00
Verona - Ottima uscita della Primavera ad una settimana di distanza dall'esordio in campionato. Partita intensa, dominata l'amichevole contro il Vicenza che all'Antistadio ha trovato un Verona cinico, carico e pronto per tuffarsi nella nuova stagione. Sane è straripante, porta a casa una tripletta facendosi trovare pronto su tutte le migliori giocate della squadra. Nella seconda frazione esce fuori anche Nikolau che arrotonda per due volte il risultato, seguito dagli squilli finali di Brandi e Amayah bravissimi ad aprofittare di qualche imprecisione di troppo della retroguardia ospite. Mister Corrent può sorridere e guardare dritto in faccia al prossimo fine settimana, quando si comincierà a fare sul serio sul campo della Cremonese per la prima trasferta stagionale.
HELLAS VERONA-VICENZA 7-3
Marcatori: 3' pt, 29' pt, 2' st Sane, 41' pt Ouro Aguda, 14' st, 16' st Nikolau, 28' st Rampin, 33' st Pilastro (Rig.), 36' st Brandi, 39' st Amayah.
SECONDO TEMPO
45' Termina qui la partita
39' GOL Altro errore in difesa del Vicenza, con l'intervento scomposto di Zambon che lascia solo Amayah davanti al portiere per la settima rete dei gialloblu
36' GOL Partita bellissima al 'Guido Tavellin'. Brandi intercetta un'imprecisione di Pasinato e col sinistro sul palo più lontano fa 6-3
33' GOL Pilastro su rigore accorcia nuovamente le distanze. Il direttore di gara ha punito una trattenuta di Calabresi su Rampin
28' GOL Rampin accorcia le distanze sfruttando un rimpallo favorevole ai danni di Giannatsoulias
24' Traversa di Okoli, ma il direttore di gara ferma tutto per carica sul portiere
16' GOL Impendibile Nikolau che entra in area da sinistra, sterza sul destro ed insacca la doppietta personale
14' GOL Angolo dalla sinistra di Turra a servire Nikolau che trova lo stacco perfetto battendo Gottin
9' Hellas devastante anche in questo secondo tempo, ancora con Nikolau che sfiora il palo con un tiro ad incrociare
7' Sane trova l'ennesimo spazio sulla sinitra, serve Nicolau al centro che però non riesce a trovare la via del gol
6' Squarzoni vicino al gol con un rasoterra potente che sfiora il palo
2' GOL Calabrese d'astuzia batte corta una punizione servendo Sane che quasi dal fondo con uno scavetto fa tripletta personale
1' Parititi
PRIMO TEMPO
45' Termina qui il primo tempo
41' GOL Ouro Aguda accorcia le distanze grazie a un tiro dal limite dell'area che rimbalza in modo beffardo alla destra di Ciezkowski
33' Tiro potente all'interno dell'area di Nicolau che sbatte su Gottin, Hellas a caccia del 3-0
31' Sane scatenato, raccoglie un rimpallo in area, dribbling secco sul difensore e conclusione che sfiora il palo
29' GOL Altra fantastica discesa sulla sinistra di Sane che resiste all'intervento di un avversario e spiazza Gottin per la seconda volta
24' Vicenza vicino al pareggio con Bertollo, ma Ciezkowski si supera spedendo in angolo
19' Agbugui scende sulla sinsitra, serve Nicolau di testa al centro che colpisce a botta sicura trovando l'intervento di Gottin
4' Ammonito Fantoni
3' GOL Subito in vantaggio l'Hellas, imbucata di Amayah per Sane che salta il portiere e insacca
1' Partiti
HELLAS VERONA: Ciezkowski, Bernardinello, Agbugui, Dal Cortivo, Squarzoni, Calabrese, Amayah, Turra, Sane, Pierobon, Nicolau.
Subentrati nel secondo tempo: Giannatsoulias, Gresele, Bracelli, Brandi.
All.: Corrent.
[OFFTOPIC] + - = VITA DA EX: Annuale al COSENZA in Serie B per Leandro GRECO. JORGINHO decisivo dal dischetto per la vittoria dell'ITALIA sulla FINLANDIA.
La Serie A in panchina: 16 gli allenatori italiani contro il serbo MIHAJLOVIC, i croati JURIĆ e TUDOR e il portoghese FONSECA unici stranieri... Tanti i nomi eccellenti rimasti senza una squadra da MOURINHO a SPALLETTI passando per WENGER, PIOLI e RANIERI come riportato dall'interessante pezzo de IlGiornale.it. E GROSSO? Non viene minimamente menzionato, troverà qualcuno disposto a dargli fiducia? Magari in cadetteria con Novembre chissà... LEANDRO GRECO FIRMA CON IL COSENZA!
By Daniele | 31 Agosto 2019
La Società Cosenza Calcio comunica di aver acquisito il diritto alle prestazioni sportive del giocatore Leandro Greco. Il centrocampista, nato a Roma il 19 luglio 1986, ha firmato un contratto che lo legherà al club rossoblu fino al 30 giugno 2020. Ha percorso nella Roma tutta la trafila delle giovanili arrivando a trionfare, da capitano, nel Campionato Primavera 2004/2005. Nel corso della stessa stagione riesce anche ad esordire in prima squadra. Inizia poi una serie di esperienze in prestito: dal 2006 al 2008 nell’Hellas Verona, nel 2008/2009 a Pisa e nel 2009/2010 a Piacenza. Ritorna a far parte stabilmente della rosa giallorossa nell’estate 2010, quando viene anche inserito nella lista Champions. Nel giorno del suo esordio nella massima competizione internazionale segna una rete decisiva per la vittoria dei suoi a Basilea dopo soli due minuti dall’ingresso in campo. Nel 2012/2013 chiude la sua lunga militanza nelle file del club capitolino trasferendosi all’Olympiakos. In Grecia colleziona 38 gettoni di presenza tra campionato, coppa nazionale, Europa League e Champions League. Il passaggio al Livorno è datato luglio 2013: con la maglia amaranto realizza, alla seconda giornata di campionato, il primo gol in massima serie. Altra stagione, altro trasferimento a titolo definitivo, questa volta al Genoa, dove si ferma solo un anno giocando 7 partite. A giugno 2015 inizia un’esperienza biennale con la casacca dell’Hellas Verona. Negli ultimi due anni ha calcato il palcoscenico della Serie B dividendosi tra Bari, Foggia e Cremonese. Da oggi Leandro Greco entra a far parte del branco!
FONTE: IlCosenza.it
EX VERONA
09 settembre 2019 - 09:31 Ex Verona, Jorginho decisivo per l’Italia in Finlandia
Il centrocampista firma il rigore che dà la vittoria agli Azzurri a Tampere
di Redazione Hellas1903
Poco meno che infallibile dal dischetto: una dote che Jorginho ha iniziato a evidenziare a Verona.
Il centrocampista, ex gialloblù, ora al Chelsea, ha confermato questa speciale attitudine nella gara di qualificazione a Euro 2020, giocata dall’Italia a Tampere, con la Finlandia.
Sua la trasformazione del rigore che ha dato agli Azzurri la vittoria per 2-1. Freddo e preciso, Jorginho ha messo a segno il penalty che ha consegnato i tre punti alla formazione di Roberto Mancini, dopo la rete di Ciro Immobile e il temporaneo pareggio siglato, sempre su rigore, da Pukki.
FONTE: Hellas1903.it
Il campionato di Serie A 2019-20 è partito alla grande nelle prime due giornate e al via, su venti allenatori, se ne sono presentati sedici italiani e quattro stranieri: il serbo del Bologna Sinisa Mihajlovic, il croato dell'Hellas Verona Ivan Juric, il croato dell'Udinese Igor Tudor e il portoghese della Roma Fonseca.
Al momento nessuno sembra in procinto di "saltare" visto che siamo agli inizi anche se il primo dei "big" a rischiare è Vincenzo Montella che con la Fiorentina stellare costruita da Rocco Commisso ha perso le prime due giornate contro Napoli e Genoa. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport Gennaro Gattuso è in pole position nel caso il campano dovesse saltare: ad oggi questa eventualità sembra lontana ma si sa che nel calcio tutto può cambiare da un momento all'altro.
Gattuso è uno dei nomi eccellenti rimasti senza panchina e con lui anche il suo ex allenatore ai tempi del Milan: il pluriscudettato Massimiliano Allegri, rimasto senza squadra dopo aver detto addio alla Juventus. Difficilmente l'ex allenatore di Sassuolo e Cagliari resterà a lungo senza club anche se sembra ipotizzabile che possa restare fermo per tutta la stagione 2019-2020. Dopo l'esperienza all'Inter è rimasto ai box anche Luciano Spalletti che si prenderà forse un anno sabbatico per curare il suo vigneto. Nomi eccellenti sono quelli anche di Stefano Pioli e Claudio Ranieri che hanno chiuso amaramente le loro esperienze con Fiorentina e Roma, mentre per quanto riguarda l'estero ci sono due grandi nomi che sono rimasti a piedi come José Mourinho, che non allena da dicembre quando fu esonerato dal Manchester United e Arsene Wenger che nel 2018 ha lasciato la panchina dell'Arsenal dopo 22 anni e non ha più trovato una squadra disposto a dargli fiducia.
FONTE: IlGiornale.it
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Fiorentina 3-1 Verona highlights
8 aprile 2023: un compleanno indimenticabile
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Potevo tifare mille squadre, o magari quelle che tifano tutti. E invece tu mi hai fatto gialloblù.