#HellasWeeklyNews 5 a 1 al NK TABOR SEŽANA - I diritti umani? Regolarmente presi a calci negli stadi italiani - CalcioMercato: Gennaio si avvicina e per un HELLAS molto delineato nel bene e nel male arrivano i primi rumors...
I diritti umani? Regolarmente presi a calci negli stadi italiani, e si che i primi due articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo firmata il 10 dicembre 1948 parlano chiaro (come riporta Impakter.it) ma evidentemente il pensare comune ritiene certi cori e/o striscioni banali monellerie...
15 milioni per gente che gioca poco o non gioca affatto nell'attuale HELLAS, è quanto emerge da una veloce analisi effettuata da TGGialloblù.it sommando le spese effettuate per giocatori rivenduti subito, fuori rosa o comunque non determinanti: Bisognerebbe rivedere certe strategie soprattutto se, come dice il patròn, le risorse economiche sono limitate...
Molte squadre di calcio professionistiche in Italia hanno come simbolo un animale dalla zebra juventina all'asinello napoletano al grifone genoano passando anche per Zigo ovviamente che è il mastino simbolo dell'HELLAS.
AmoreAQuattroZampe.it fa risalire questa idea di associare un animale diverso ad ogni squadra al 1928 quando il giornalista Carlo (alias Carlin) Bergoglio la lanciò sul giornale 'Guerin Sportivo'.
Il 'solito' ZIGONI a 'La Gazzetta dello Sport' «Questo Verona mi ricorda il mio. Noi eravamo tutti amici, lo spogliatoio era unito, e mi pare sia così anche ora. Si usciva spesso insieme, per una cena al ristorante oppure per un aperitivo. Poi, magari, io me ne facevo tre gli altri uno, ma questa è un’altra storia. Il gruppo il segreto del Verona? Insieme al gioco e Ivan Juric. Un grande allenatore, mio figlio Gianmarco l’ha avuto nella Primavera del Genoa. Esige molto, dà tanto, ha idee chiare e sa trasmettere motivazioni e convinzione. Se l’Hellas è la sorpresa della Serie A? Non può che essere così, perché 15 punti dopo 12 partite non glieli accreditava nessuno, onestamente. Tanto più in un campionato come questo, che è salito parecchio di livello. Amrabat, Rrahmani e Kumbulla non sapevo chi fossero e ho imparato presto ad apprezzarli. I pochi gol presi sono un aspetto fondamentale per fare risultato. Mi aspettavo di più da Stepinski, però bisogna avere pazienza. Una volta che si sarà sbloccato, potrà essere decisivo. Salcedo? Mi ha impressionato. Quanto è veloce, poi, e quanto corre. Nel confronto tra il Verona di ieri e di oggi, Rrahmani sarebbe Nanni, Amrabat il mio amico Busatta, Mascetti-Verre e Kumbulla come Bachlechner e Veloso il Maddè dell’epoca. Chi Zigoni? Come me, nessuno, neanche Omar Sivori. Sogno invece di vedere mio figlio Gianmarco con la maglia dell’Hellas» HellasLive.it
Bobo BONINSEGNA «Sta giocando davvero bene l’Hellas Verona, merito di un allenatore molto bravo. L’avevo seguito ai tempi del Mantova, ma non pensavo riuscisse a fare così bene anche a Verona, in Serie A. Una squadra, quella gialloblù, messa bene in campo ed il merito è tutto di Juric. Contro l’Inter hanno fatto un buon primo tempo, poi sono calati nella ripresa. Non mi aspettavo comunque di vedere così bene l’Hellas Verona dopo 12 giornate, una squadra che ha tutte le carte in regola per salvarsi» HellasLive.it
Antonio DI GENNARO il 'cervello' dello scudetto «Mi piace l’Hellas Verona di Juric, è una bella squadra, che lotta, viva. Si vedono le direttive che ha impartito l’allenatore, peccato manchi un attaccante che finalizzi. Pazzini, Stepinski e Di Carmine quanti gol possono garantire? A gennaio, fossi la società, un attaccante lo prenderei. L’idea di gioco comunque c’è, aspetto questo che mancava da un po’ di tempo a Verona. È davvero un piacere vederli giocare, una squadra composto anche da giovani molto interessanti. In mezzo al campo poi, Veloso, Amrabat e Pessina sono davvero tanta roba. Miguel non lo scopriamo certo noi, mentre conoscevo il fratello del marocchino e non Sofyan. Che giocatore! Mi piace molto anche l’ex Atalanta, un giocatore sempre capace di dare il proprio contributo sia da titolare che a gara in corso. E poi è un mancino, ed io stravedo per loro. Se mi aspettavo un avvio così? Speravo sicuramente in qualcosa di meglio rispetto a quanto visto negli ultimi anni di Serie A. L’Hellas Verona, per quanto visto in campo, in queste prime dodici giornate, meritava 3-4 punti in più in classifica. Una squadra che ha ridato entusiasmo ad ambiente e tifoseria» HellasLive.it
Beppe IACHINI a L'Arena «Il Verona di Juric? Forte. Ivan sta facendo un grande lavoro. I tre tenori? Rrahmani, Kumbulla e Amrabat. Adesso tutti dicono “sì, li conoscevamo” e invece sono balle. Bravo è stato il ds D’Amico a prenderseli. Amrabat mi assomiglia? Sì, un po’. Lui è più bello da vedere. Gli auguro di fare la mia carriera. Io al Verona? Ci sono andato vicino a giugno. Spero prima o poi di allenare l’Hellas. Mi dispiace per la Viola ma alla ripresa al Bentegodi sarà durissima. Il Verona ha idee chiare, una grande preparazione atletica e punti importanti. Sarà bellissima la lotta per non retrocedere, è una graduatoria molto viva. Genoa e Sampdoria non possono stare tranquille perché Verona e Lecce fanno sul serio e pure il Brescia se dovesse vincere il recupero col Sassuolo. È davvero un bel torneo. Il Verona segna poco ma presto migliorerà, ne sono convinto. E poi c’è Faraoni che qualche gol ve lo farà, ne sono sicuro. Lo conosco bene, era con me a Udine» HellasLive.it
L'ex terzino gialloblù Gianluca FALSINI a TMW Radio «Il Verona? Sta facendo cose straordinarie, non hanno allestito una squadra per stare così in alto in classifica. I gialloblu giocano bene, ma peccano di qualità in fase di finalizzazione. I tifosi, tuttavia, amano questo calcio così verticale, portato avanti grazie a calciatori molto interessanti» TuttoMercatoWeb.com
Valerio VERRE a SkySport «Il primo gol in Serie A? Bella emozione, perchè ero a San Siro, davanti a 60mila persone e contro un para-rigori come Handanovic: pemso che non me lo scorderò mai. La scelta di tirare centralmente il rigore è stata quella giusta. Peccato per la sconfitta, però guardiamo avanti. La classifica e le prestazioni del Verona? Il mister è esigente ma i risultati si vedono: agli allenamenti corriamo tanto e questo contribuisce a far sì che in partita facciamo buone prestazioni, anche contro le grandi, giocando sempre da Hellas Verona. Compatti, cattivi e alla fine i risultati pagano, perché siamo in una buona posizione di classifica ma dobbiamo mantenerla. Quindi, non dobbiamo abbassare la guardia. Il ruolo di trequartista? È stata una scoperta di Nesta, che mi ha ritagliato su misura questa posizione che non avevo ancora ricoperto: prima avevo sempre giocato come mezz'ala o come play davanti la difesa. L'anno scorso lui ha avuto questa intuizione che mi ha portato a fare 12 gol e tanti assist a Perugia e per questo lo ringrazio ancora oggi. In Serie A mi ero affacciato con il Pescara e con la Sampdoria, ma ho fatto sempre un po' di fatica. Quest'anno invece mi trovo a mio agio e spero di continuare così. A me piace perché sono più vicino alla porta per servire assist e fare gol. Obiettivi? Dico solo che l'Hellas si deve salvare indipendentemente da cosa fa Verre: il resto lo valuteremo dopo. Se per me è il momento giusto nell'ambiente ideale? Penso di sì, perché sono cresciuto fisicamente e di testa. Mi sento più maturo quindi credo sia il momento giusto» HellasVerona.it
Max KUMBULLA a SkySport «L'infortunio? Adesso sto un po' meglio, ho avuto un piccolo stiramento ma nulla di così grave. Adesso sto facendo le terapie e spero di tornare il prima possibile. La mia storia con il Verona? Sono venuto all'Hellas a circa 8 anni, ho fatto tutto il settore giovanile e adesso sono arrivato in prima squadra e sono felice di dare il mio contributo. Penso sia il sogno di tutti quello di arrivare in Serie A, io lo volevo fortemente e grazie anche alla famiglia e a tutte le persone che mi sono state vicino ci sono riuscito. Quando ho capito che sarei diventato un calciatore? Ho sempre sognato di diventarlo, ci ho creduto veramente l'anno scorso e quest'anno sto capendo che ci posso stare in prima squadra. Il difficile arriva adesso? Bisogna continuare a testa bassa e con i piedi ben saldi a terra. Devo cercare di continuare così e migliorare su alcuni aspetti. Una delle migliori difese del campionato? Questo dimostra anche i meriti del mister: anche se cambiano gli interpreti non cambia il risultato. Anche a Milano, è vero che abbiamo perso, ma abbiamo comunque disputato una buona gara. Squadra del cuore, sogno nel cassetto e giocatore di riferimento? Ho sempre tifato l'Hellas sin da piccolo, il mio sogno quindi è quello che sto vivendo adesso: giocare nel Verona» HellasVerona.it
Il Primavera Lucas FELIPPE a L'Arena «Sono molto felice all’Hellas, il Verona è stato l’unico club a cercarmi in Brasile. Speravo in una opportunità in Europa e devo dire che sono capitato nell’ambiente giusto. In due anni e mezzo ho incontrato tante persone utili per la mia crescita e non ho alcuna intenzione di fermarmi. In Prima Squadra il mio riferimento è Veloso. Lui è un campione, un giocatore fantastico. Lui dice sempre di divertirmi col pallone tra i piedi e di provare la giocata, perché ho le qualità. Jorginho? Magari ripercorrere quello che ha fatto lui all’Hellas. Io devo lavorare al massimo per vedere poi dove arriverò. Mi alleno ogni giorno anche per convincere Juric, un allenatore davvero speciale con noi giovani. Mi sta insegnando tanto e spero di poterlo ripagare presto sul campo» HellasLive.it
Il diesse Tony D'AMICO a TuttoMercatoWeb.com «Il mercato invernale? Abbiamo quattro partite importanti da qui a gennaio, è davvero presto per parlare di sessione invernale. Per quel che immagino, non stravolgeremo certo la squadra. Dobbiamo recuperare Badu e Bessa, se dovessero tornare come ci auguriamo, saranno acquisti importanti in rosa. Bocchetti? Si sta allenando, ha avuto una serie di piccoli infortuni che ne hanno ritardato il riadattamento al campionato italiano dopo tanti anni in Russia. Avevamo messo in conto insieme al ragazzo queste possibili difficoltà iniziali, ma dopo questo infortunio siamo certi che tornerà a pieno regime. Personalmente sto bene, stiamo bene. Col Presidente c'è grande sinergia e sintonia: è atipico, ti fa lavorare liberamente e fare il direttore sportivo non è facile di questi tempi. In questa categoria è una bella avventura, vivo sempre tutto in modo passionale e ci metto tutto me stesso» TGGialloBlu.it
VITA DA EX: Mister VENTURA è ripartito a 71 anni suonati in Serie B dalla SALERNITANA dopo l'addio come cittì della Nazionale; i campani sono ora al quinto posto con potenziali speranze promozione. KEAN come BALOTELLI? Moise non ha mai fatto segreto della sua ammirazione per Mario ma tutti speravano che volesse imitarne le gesta sul campo e non fuori come sembra succeda all'EVERTON dove l'attaccante è stato spedito in tribuna per essere arrivato in ritardo (per la seconda volta) alla riunione tecnica.
Gianni MUNARI lascia il calcio giocato, farà l'osservatore...
Diritti umani calpestati e presi a calci dai tifosi o sedicenti tali. Le offese alla mamma di Nicolò Zaniolo, centrocampista della Roma, da parte di quelli seduti nella curva Nord del Parma che l’hanno considerata come una passeggiatrice – al pari di tante altre madri di calciatori – è solo l’ultimo in ordine di tempo di esempio di come gli stadi dove si gioca a pallone, siano ormai diventati una zona franca dove tutto ciò che è illegale, inaccettabile, moralmente riprovevole diventa la regola.
Non che sia una novità sia chiaro, incidenti, insulti, spaccio di droga e quant’altro risalgono agli anni ’70 quando sono nati alcuni gruppi di tifosi organizzati – non tutti hanno ceduto alla regola del “siccome sono ultras faccio come mi pare” – che hanno preso possesso delle curve dove i prezzi dei biglietti sono sempre stati più bassi e dunque accessibili a tutti e formato delle schiere di sostenitori autoconsiderati più accaniti degli altri, ultras appunto. Da allora ad oggi, senza star qui a rifare la storia del tifo in Italia, è successo di tutto: omicidi, il poliziotto Filippo Raciti nel 2007 per citare il più recente ed uno per tutti, pestaggi pesantissimi, la politicizzazione del tifo, spaccio di qualunque sostanza stupefacente, appropriazione del merchandising di alcune società, lotte fra ultras della stessa squadra “perché io sono più tifoso di te!“.
Diritti umani: botte tra tifosi allo stadio
Ma soprattutto una serie di sconcertanti episodi che in molti racchiudono nell’etichetta di razzismo, odio e quant’altro. Quando invece si tratta di stupidità nella maggior parte dei casi, ignoranza, e forse in qualche caso di strategia politica che nasce non nella mente dei capi ultras ma in quella di qualche “dirigente dello Stato” che ha bisogno che accada o meno qualcosa per distrarre, attirare l’attenzione, per tenere buone certe frange di popolazione. “Gli stadi sono quello che una volta erano le piazze” ci hanno raccontato i sociologi e gli psicologi che hanno affrontato il problema. O il luogo dove sfogare la rabbia accumulate durante la propria vita quotidiana. Spieghiamoci.
“Forza Etna avanti Vesuvio” esposto dai tifosi del Verona anni fa al Bentegodi, lo stadio della città di Giulietta e Romeo cos’altro è se non stupidità? La risposta dei tifosi del Napoli fu da molti considerata un colpo di genio :”Giulietta era’na zoccola…”. Anni dopo, in sequenza, si ricordano il motorino precipitato dalla curva dei tifosi a San Siro a Milano, una testa di maiale nello stesso stadio (e nessuno ha mai spiegato come siano arrivati sugli spalti) le svastiche, gli striscioni “Got mit uns” (Dio è con noi) il motto delle SS naziste, altre scritte inneggianti al fascismo come al nazismo o al regime dittatoriale comunista. Impossibile che qualcuno di quelli che ha esposto queste cose orribile sapesse quanto orrore ci fosse dietro, ma uno fra quelli addetti ai controlli forse avrebbe dovuto saperlo. E quando nella curva Nord dell’Olimpico di Roma apparve lo striscione che recitava “Onore alla tigre Arkan” ci sono molti dubbi che qualcuno sapesse chi fosse Arkan :Željko Ražnatović, militare, agente segreto di etnia serba anche noto con il soprannome di Arkan che è stato tra i maggiori ricercati dall’Interpol, incriminato per genocidio e atti di pulizia etnica; mai condannato perché il 15 gennaio 2000 fu ucciso nella hall di un albergo di Belgrado con una vera e propria esecuzione. Anche tra i giornalisti presenti allo stadio quel giorno ci fu chi chiese : “Ma chi è questo un calciatore?”
Diritti umani : lo striscione inneggiante al criminale di guerra Arkan
E poi le minacce di morte ai giornalisti, gli “uh uh uh” ai giocatori di colore come ad imitare i suoni delle scimmie, i presunti accordi tra le forze dell’ordine per evitare disordini in città in cambio dell’esibizione di tutto lo stupidario appena descritto negli stadi. Tutto questo è una continua, incessante, crescente, disarmante violazione dei diritti umani di ognuno di noi. Come? Basta leggere i primi due articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo firmata il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Fu ratificata da 48 Nazioni tra le quali l’Italia, è ancora in vigore.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2
Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione. Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appartiene, sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità
FONTE: impakter.it
Musa Barrow ha rinnovato il contratto con l’Atalanta fino al 2024. C’era una vecchia promessa, risalente al periodo delle numerose proposte, vi abbiamo raccontato soprattutto il pressing del Borussia Dortmund, qualsiasi offerta respinta al mittente. Ma anche quello dell’Hellas Verona, una destinazione che Barrow avrebbe gradito non poco. E negli ultimi giorni l’Hellas è tornato alla carica per gennaio, stavolta potrebbero esserci i presupposti per arrivare a un accordo, con il placet di Gasperini che la scorsa estate aveva preferito avere l’attaccante gambiano nel gruppo di attaccanti a sua disposizione.
Foto: Twitter ufficiale Atalanta
FONTE: AlfredoPedulla.com
ESCLUSIVA TJ - Gianni Vitali (Ag. Kumbulla): "Juve? Fa piacere l'accostamento ma non ci sono stati contatti"
14.11.2019 11:30 di Mirko Di Natale Twitter: @_Morik92_
"Marash sta facendo molto bene, siamo contenti delle sue prestazioni e speriamo possa continuare a ripetere le belle prestazioni con il Verona". È questo il commento di Gianni Vitali, agente del giovanissimo classe 2000 Marash Kumbulla (19) che si sta mettendo in mostra con la maglia gialloblú. La nostra redazione lo ha contattato telefonicamente, in esclusiva, per parlare dell'accostamento ai bianconeri come vociferato nelle ultime ore:
Nelle scorse ore si è parlato anche di Juventus, con gli occhi addosso da parte della società bianconera. Come commenta l'indiscrezione?
"Marash è accostato a molti club, italiani ed europei. Sicuramente gli occhi addosso da parte di una big come la Juventus fa molto piacere, ma per il momento non c'è stato nessun contatto con il club bianconero. Il ragazzo, che sta stupendo chi non lo conosceva, pensa solo a far bene con il Verona".
Si ringrazia Gianni Vitali per la cortesia e la disponibilità dimostrata in occasione di questa intervista.
FONTE: TuttoJuve.com
CALCIO SERIE A L’Hellas Verona è tra le sorprese di questo inizio di stagione
I ragazzi di mister Ivan Jurić dopo 12 partite di campionato hanno già conquistato 15 punti con tanto carattere, determinazione, voglia di vincere e tanta, tanta, solidità difensiva
Sebbene alla vigilia della passata stagione il Verona fosse considerato da tutti come la squadra favorita per la vittoria del campionato di Serie B, i gialloblu faticarono e non poco per raggiungere quell’importantissimo traguardo. In quell’occasione, dopo aver conquistato i playoff nell’ultima partita contro il Foggia, il club veronese riuscì infatti ad ottenere la promozione in massima serie tra mille difficoltà. Quest’anno, pertanto, c’era enorme interesse nello scoprire come si sarebbero comportanti i ragazzi di mister Ivan Jurić e, almeno sino ad oggi, le cose stanno andando decisamente bene.
La squadra di Jurić si sta comportando bene
Dopo 12 partite di campionato, con 15 punti conquistati, l’Hellas ricopre la decima posizione in classifica, con ben sei punti di vantaggio sul terzultimo posto attualmente occupato dalla Sampdoria. 15 punti conquistati con tanto carattere, determinazione, voglia di vincere e tanta, tanta, solidità difensiva. Con 11 reti subite in 12 gare, il Verona vanta infatti la seconda miglior difesa del campionato, dietro soltanto alla Juventus capolista. Un risultato che fa ben sperare mister Jurić, a cui va riconosciuto il merito di essere riuscito ad incidere sin da subito sul gioco della propria squadra e di aver plasmato immediatamente le menti dei suoi calciatori. Nonostante le assenze per infortunio dei bomber Pazzini e Di Carmine, il Verona ha ben figurato sia per la qualità di gioco espresso che per la capacità di concretizzare ogni occasione da goal creata e non è un caso che, dando un’occhiata alle scommesse sulla Serie A, i veneti siano considerati tra i favoriti per la conquista della permanenza in massima serie. Anche nell’ultima partita persa a San Siro contro l’Inter con il risultato di 2-1, la squadra di Jurić ha tenuto testa ad una delle migliori squadre d’Europa ed ha lasciato intendere che sarà un avversario difficile da affrontare per chiunque.
Le rivali nella lotta promozione
Mai come quest’anno, la lotta per la conquista della salvezza è estremamente incerta ed equilibrata. Rispetto agli anni passati, ad eccezione del Brescia, le neopromosse Lecce e Verona si stanno ben comportando e stanno dimostrando di essere compagini estremamente organizzate e competitive. Di contro, nelle zone meno nobili della classifica, troviamo società che alla vigilia del campionato avrebbero dovuto lottare per ben altri obiettivi e, tra queste, spuntano i nomi della Sampdoria e del Genoa. Le due genovesi, dopo il cambio di allenatore, sembrano tuttavia aver ingranato la marcia giusta e la sensazione è che riusciranno ad uscire molto presto dai bassifondi della classifica. Lo stesso discorso vale per Spal e Bologna, tutte squadre ben strutturate che, vuoi per qualche infortunio in eccesso, vuoi per un pizzico di sfortuna, si ritrovano invischiate nella lotta per non retrocedere nonostante abbiano dimostrato di avere a propria disposizione tutti i mezzi per salvarsi senza particolari problemi.
Il campionato è solo agli inizi ma il Verona sta dimostrando di essere una squadra estremamente interessante e la sensazione è che se i ragazzi di Jurić dovessero riuscire a continuare con questa voglia e questa mentalità, la salvezza sarebbe un traguardo tutt’altro che irraggiungibile.
Articolo di Giovedì 14 Novembre 2019
FONTE: RovigoOggi.it
Animali e squadre di calcio: le mascotte e i loghi dei team italiani
Di Santa Colella
Molte società italiane, dalla Serie A alla Serie D, hanno nello loro storia, nel logo e negli stemmi un animale che li rappresenta. Ecco un elenco di animali e squadre di calcio.
Animali e squadre di calcio: l’aquila Olimpia della Lazio (Sceenshot Video)
I club di calcio di tutto il mondo hanno colori, simboli, stemmi, loghi e lettere stilizzate che li distinguono gli uni dagli altri. Si tratta di simbologia rappresentativa della storia e dell’identità di ogni società. Ma quali sono gli animali delle squadre di calcio italiane? Dalla massima serie ad alcuni club della Serie D, ecco il divertente elenco.
Animali e squadre di calcio: li ricordi tutti?
Animali e squadre di calcio: la juventina zebra J (Sceenshot Video)
Ci sono cavalli, zebre, aquile, lupi e perfino galletti e delfini e alcuni hanno anche dei nomi curiosi come J, Lillo, Pegrì ’78 e Kurò. Ecco le principali squadre di calcio italiane che hanno oggi stemmi o mascotte “animalesche“.
Arezzo: simbolo della società toscana è un cavallo rampante;
Bari: il famosissimo galletto biancorosso ha accompagnato dal 1928 la storia del club della città capoluogo pugliese;
Brescia, Frosinone e Venezia: il leone è sempre stato presente nello stemma della società bresciana. Il primo stemma datato 1965 era uno scudetto blu con il leone rampante aureo; nel 2017 il club ha deciso di cambiare il logo che ora vede una testa di leone stilizzata e colorata di bianco e blu. La società laziale è simboleggiata da un leone di nome Lillo. Lo stemma del Venezia invece, oltre al nome e ai colori sociali, ha al centro il Leone di San Marco simbolo della città;
Carpi: nel suo stemma ci sono un carpine sradicato sormontato da un falco ad ali aperte;
Chievo Verona: sullo stemma della squadra vi è un cavaliere armato in sella a un cavallo;
Crotone: la mascotte ufficiale della squadra calabrese, introdotta nel 2006 è “PaSqualo”, uno squalo di colore blu, simbolo societario;
Genoa e Perugia: il club più antico d’Italia, il Genoa, ha nel suo stemma ufficiale un grifone, un uccello rapace. Il grifone è anche simbolo del Perugia che ha inoltre una mascotte, Pegrì ’78, un grande grifone con indosso la divisa da gioco biancorossa;
Hellas Verona: l’altro club di Verona, l’Hellas, è simboleggiato da un cane di nome Zigo.
Inter: Ambrogio è il nome del biscione simbolo dei nerazzurri che riprende lo stemma della famiglia Sforza di Milano;
Juventus: la squadra degli Agnelli è rappresentata da una zebra di nome J, ovviamente dei colori della società torinese, il bianco e il nero, raffigurata in salita.
Lazio e Lecco calcio: nello stemma ufficiale della squadra della Capitale c’è un’aquila di nome Olimpia. Un’aquila vera con lo stesso nome vola nello stadio Olimpico prima di ogni partita casalinga della società romana. Anche nello stemma della squadra lombarda c’è un rapace.
Napoli: il ciuccio è un simpatico asinello simbolo della società partenopea.
Animali e squadre di calcio: il ciuccio “azzurro” (Sceenshot Video)
Palermo: la società siciliana ha nel suo stemma un aquilotto. Negli anni 2000 la squadra ha avuto una mascotte di nome Kurò, un aquilotto con una maglietta numerata 04, anno del ritorno in Serie A del sodalizio (il 2004 appunto).
Pescara: dopo il fallimento la società si chiama “Delfino Pescara” e ha nel suo stemma, oltre ai colori societari (bianco e azzurro) anche un delfino.
Roma, Cosenza, Avellino, Robur Siena e Lecce: Romolo è il nome del lupetto che indossa la maglia della società giallo-rossa con il numero 753; fondazione della città nel 753 a.C. da parte dei fratelli Romolo e Remo che furono allattati da una lupa. lo storico simbolo del Cosenza è il lupo della Sila, per quanto riguarda l’Avellino invece, nonostante abbia modificato più volte il proprio stemma il soggetto è sempre stato un lupo stilizzato. L’emblema storico del calcio senese è la lupa che allatta i gemelli Senio e Ascanio. Come la Roma (le due società hanno anche gli stessi colori, giallo e rosso) anche la società pugliese ha una lupa nel suo stemma. L’animale si trova sotto il Leccio, l’albero tipico del Salento.
Salernitana e Cesena: entrambe hanno nello stemma un cavalluccio marino. Scelta fatta anche dal Newcastle (squadra del campionato inglese) e dal Southern California Seahorses (sono una società calcistica statunitense fondata nel 2001 e che milita nella Premier Development League).
Torino: l’altra squadra del capoluogo piemontese ha nel suo stemma il simbolo della città, un toro rampante.
Infine una curiosità: l’idea di attribuire una particolare icona a ciascuna squadra risale al 1928 quando il giornalista Carlo Bergoglio, denominato Carlin, lanciò sul giornale Guerin Sportivo la proposta di associare un’immagine di un animale o di un personaggio alle squadre di calcio italiane.
FONTE: AmoreAQuattroZampe.it
Momento della carriera interlocutorio per Gennaro Tutino. L’attaccante classe ’96, di proprietà del Napoli, si è fatto conoscere con la maglia del Cosenza. Prima protagonista della promozione in Serie B e poi, nella scorsa stagione, trascinatore dei Lupi con dieci reti in campionato. Prestazioni e gol che hanno dato la possibilità con merito al giocatore di balzare in Serie A.
L’avventura all’Hellas Verona in prestito però non si sta rivelando particolarmente proficua. Sette presenze complessive, delle quali una in Coppa Italia, nessun gol. Il giocatore sta trovando poco spazio e così il Napoli, per rilanciarlo, potrebbe decidere di dirottarlo altrove nel mercato di gennaio. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Centro, pare che il Pescara stia seriamente pensando all’attaccante. Gennaro Tutino quindi potrebbe incrociare la strada del Cosenza, ma stavolta da avversario.
FONTE: TifoCosenza.it
RASSEGNA GdS: "Faraoni e Lazovic di corsa. Sono i polmoni del Verona"
12.11.2019 13:00 di Enrico Brigi Twitter: @enrico_brigi
Fonte: Gazzetta dello Sport
Oggi il quotidiano "La Gazzetta dello Sport" pone l'attenzione su due giocatori fondamentali del gioco gialloblù. Nell'articolo di Matteo Fontana si parla, infatti, di Faraoni e Lazovic, veri perni della squadra di Juric. Entrambi dotati di grande corsa e dinamismo garantiscono presenza sulle fasce laterali dove partecipano in maniera attiva a entrambi le fasi di gioco. Una rete a testa che sono valse rispettivamente il pareggio di Cagliari e la vittoria esterna di Parma. L'ex interista ha disputato tutti gli incontri dal primo al novantesimo mentre l'esterno serbo ha "perso" solo 39 minuti in seguito a due sostituzioni.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
NEWS Hellas d’acciaio: è tra le migliori difese d’Europa
Nella Top 21 riguardante i maggiori campionati europei (stilata da Sky) il Verona è undicesima in classifica e la seconda tra le italiane
di Tommaso Badia Novembre 14, 2019 - 12:30
C’è anche il Verona nella classifica delle migliori difese dei maggiori campionati europei: secondo la classifica stilata da Sky, infatti, i gialloblù occupano il dodicesimo posto in assoluto, seconda miglior squadra italiana dietro alla Juventus (nella Top 21 sono presenti anche Cagliari e Inter). A guardare tutti dall’alto, un po’ a sorpresa, è invece il Reims, che ha incassato solamente 6 reti in 13 partite.
Questa, dunque, la graduatoria:
1. REIMS: 6 gol subiti in 13 giornate (0.46 reti a partita);
2. ATHLETIC BILBAO, ATLETICO MADRID, PSG: 8 gol subiti in 13 giornate (0.61 reti a partita);
5. LEICESTER: 8 gol subiti in 12 giornate (0.67 reti a partita);
6. JUVENTUS, REAL MADRID, SHEFFIELD UNITED: 9 gol subiti in 12 giornate (0.75 reti a partita);
9. MONTPELLIER: 10 gol subiti in 13 giornate (0.77 reti a partita);
10. LIVERPOOL: 10 gol subiti in 12 giornate (0.83 reti a partita);
11. WOLFSBURG: 10 gol subiti in 11 giornate (0.91 reti a partita);
12. VERONA: 11 gol subiti in 12 giornate (0.916 reti a partita);
13. NANTES: 12 gol subiti in 13 giornate (0.92 reti a partita);
14. BORUSSIA MOENCHENGLADBACH: 11 gol subiti in 11 giornate (una rete a partita); MANCHESTER UNITED, CAGLIARI, INTER: 12 gol subiti in 12 giornate (una rete a partita); LILLE, RENNES, LIONE, OSASUNA: 13 gol subiti in 13 giornate (una rete a partita).
Elementi stanchi, altri “spaesati”: è giunto il momento di un turn-over più “ampio”?
L’assedio subito nella ripresa stona con il Verona a cui ci siamo abituati finora: a risolvere il problema potrebbero essere le “riserve”?
di Tommaso BadiaNovembre 13, 2019 - 19:45
Chiariamo subito: perdere a San Siro ci sta.
Quello che però sabato ci ha un po’ lasciati interdetti è stato il secondo tempo del Verona, apparso rinunciatario come non mai: contro l’Inter, al contrario di quanto fatto all’Allianz Stadium o al San Paolo, l’Hellas nella ripresa non ha sostanzialmente (salvo un paio di contropiedi malamente sciupati) mai attaccato, arroccandosi in difesa e cercando di evitare una rimonta che però alla fine è arrivata.
L’impressione è che oltre a una scelta tecnica non riuscita (Juric nel post-partita ha dichiarato che avrebbe voluto andare a prendere gli avversari più alti, ma alla fine è successo l’esatto contrario) e ovviamente al grande valore dell’avversario, la causa principale fosse anche un po’ troppo acido lattico accumulato da alcuni elementi, apparsi meno brillanti rispetto al solito e quindi non in grado di mettere in pratica il “solito” pressing sfrenato.
A questo va poi aggiunto lo “spaesamento” di Henderson e Tutino, entrati in campo dopo un lungo periodo di inutilizzo e mai veramente in partita.
Ciò che quindi vi vogliamo chiedere è: il secondo tempo della partita del Meazza è stato un caso oppure ha messo in luce la necessità di gestire un po’ il turn-over? Secondo voi sarebbe giusto concedere qualche chance in più alle “riserve” per permettere loro di inserirsi negli schemi di Juric e al contempo far rifiatare i titolarissimi?
Oppure non la panchina all’altezza e preferireste non alterare gli equilibri formatisi?
FONTE: CalcioHellas.it
Hellas Verona, subite 6 reti su 11 contro Juve, Napoli e Inter
novembre 15, 2019
L’Hellas Verona di Ivan Juric può vantare la seconda miglior difesa della Serie A TIM. Mai così bene la retroguardia veronese nel massimo campionato italiano dopo le prime dodici giornate. Sono infatti appena 11 le reti incassate da Silvestri. I gialloblù ne hanno subite 6 contro Juventus, Napoli e Inter, lontano dal Bentegodi, scaligeri che sono riusciti invece a mantenere la porta inviolata contro Lecce, Udinese, Sampdoria e Parma. E pensare che nella stagione 2017/18, con Pecchia in panchina, l’Hellas Verona aveva già subito la bellezza di 26 gol.
L’allenatore dell’Hellas Verona, Ivan Juric, nelle prime 12 giornate di campionato ha sempre utilizzato cinque calciatori: il portiere Marco Silvestri, il difensore Amir Rrahmani, il centrocampista Sofyan Amrabat e gli esterni Davide Faraoni e Darko Lazovic.
Il difensore di proprietà dell’Hellas Verona, Nicoló Casale, in prestito al Venezia con diritto di riscatto e controriscatto, è stato convocato dall’Italia Under 21 del Ct Nicolato.
FONTE: HellasLive.it
Da Roma arrivano conferme: la Lazio pensa alla cessione in prestito di Valon Berisha al Verona, a gennaio.
A riportarlo è l’emittente Radio Sei.
Il cartellino di Berisha, centrocampista che può giocare anche da trequartista, è stato pagato 7.5 milioni di euro dal club biancazzurro, che l’ha prelevato dal Salisburgo nell’estate del 2018, non ha reso come nelle aspettative. Per rivalutarlo, la Lazio vorrebbe girarlo altrove, e una società con cui sono in essere ottimi rapporti, qual è l’Hellas, viene vista come soluzione ideale.
Sempre la Lazio tiene d’occhio sia Marash Kumbulla che Sofyan Amrabat. Se ne parlerà, però, soltanto più avanti, semmai, perché il Verona non ha alcuna intenzione di cedere pezzi pregiati durante il mercato invernale, con la salvezza ancora tutta da conquistare.
Mai il Verona, dopo dodici giornate di campionato, nella Serie A con i tre punti per vittoria, ha subito così pochi gol.
Lo riporta un’analisi de “La Gazzetta dello Sport” oggi in edicola. L’Hellas di Ivan Juric ha incassato, fin qui, 11 reti. Al secondo posto si piazza il Verona allenato da Alberto Malesani (13 gol al passivo nel 2001-2002).
Il riscontro peggiore è dell’Hellas 2017-2018, guidato da Fabio Pecchia, che alla dodicesima aveva già preso 26 segnature.
NEWS
12 novembre 2019 - 20:51 Juric e il suo Verona, come l’Hellas è partito così bene
Il bilancio dopo 12 giornate: 3-4-2-1, difesa-pressing, organizzazione tattica e corsa
di Michele Tossani, @MicheleTossani
Getty Images
Il Verona arriva alla sosta di novembre occupando la decima posizione in classifica, a +6 da Sampdoria e Genoa, cioè le squadre che attualmente sono al terzultimo posto nella massima serie.
Un risultato sorprendente tenendo conto di quali fossero le previsioni della vigilia, tanto è vero che, se non fosse per il Cagliari, la compagine scaligera potrebbe essere tranquillamente considerata come la vera sorpresa di questa prima parte di campionato.
Grande merito per quanto conseguito finora va al tecnico Juric, accolto con diffidenza nella città di Romeo e Giulietta e invece rivelatosi abile tattico. Il suo Hellas ha infatti creato difficoltà a tutte le grandi fin qui incontrate (Juventus, Napoli e Inter) e ha raccolto punti contro compagini che erano destinate o che si sono ritrovate a dover lottare per il medesimo obbiettivo dei veneti, vale a dire il mantenimento della categoria.
Consapevole dei limiti della rosa a sua disposizione, l’allenatore croato ha deciso di puntare su due fattori vitali per cercare di tenere in linea di galleggiamento la barca gialloblù: intensità (fisica e agonistica) e organizzazione tattica.
Il suo 3-4-2-1 è costruito, in fase di non possesso, a immagine e somiglianza del suo tecnico, cresciuto alla scuola di Gasperini. E infatti la fase difensiva scaligera ricalca in qualche modo quanto applicato dall’attuale trainer dell’Atalanta.
Il Verona è infatti squadra che attua una difesa-pressing orientata sull’uomo. Tuttavia, all’interno di questo costrutto tattico si devono distinguere i compiti dei centrocampisti da quelli dei difensori. Infatti, in linea di massima, gli interni di centrocampo (Amrabat e Miguel Veloso) sono disposti in marcatura a uomo ‘battezzata’ sui centrocampisti avversari mentre i centrali difensivi si occupano di marcare (anche con uscite profonde) gli avversari che in quell’azione si trovano a gravitare nella loro zona di competenza.
In alcune occasioni, come ad esempio contro il Milan, una delle due mezzepunte (di solito Zaccagni) ha il compito di ripiegare sulla linea dei centrocampisti per aiutare la squadra a non rimanere in inferiorità numerica contro compagini che utilizzano tre centrocampisti centrali.
Un contesto del genere lascerebbe presupporre un atteggiamento iper-aggressivo con grande enfasi posta sulla ricerca di duelli individuali in fase difensiva. In realtà, se guardiamo alle statistiche, notiamo come il Verona si ultimo in serie A per contrasti a partita (13.7).
La squadra di Juric vince una larga maggioranza di questi contrasti (62.6%) ma, come detto, non è squadra che esaspera la ricerca dell’uno contro uno. Questo dato fa il paio con quello relativo al tipo di pressing effettuato mediamente dagli scaligeri secondo l’indice PPDA (Passes Allowed Per Defensive Action). Il dato dell’Hellas (9.88) è l’undicesimo del massimo campionato.
Queste statistiche difensive confermano quanto si osserva guardando le partite della squadra di Juric. Il Verona è infatti abile ad alternare pressioni ultra-offensive e offensive a situazioni di difesa posizionale bassa, a seconda del contesto. Così, i gialloblù hanno giocato partite con un baricentro basso, come contro l’Inter (45.7m di media) ed altre con un baricentro più avanzato, come nel caso della sfida con la Samp (52.32m).
In generale comunque il Verona corre molto, sia con che senza palla (quinta per km percorsi con 108.297), non ama il possesso palla (47% di media) e non è molto pulita tecnicamente (appena il 75.7% di passaggi riusciti fin qui).
Anche a quest’ultimo punto si possono imputare le difficoltà che la squadra di Juric ha mostrato nella fase offensiva. I veronesi sono penultimi per tiri a partita (10.7) e ultimi per quelli in porta (3.2). Nonostante ciò la squadra riesce comunque a crearsi buone occasioni come dimostra il dato relativo ai npxG (11.81) che colloca i gialloblù davanti ad altre cinque squadre (Udinese, Torino, Spal, Brescia e Lecce).
Una maggior precisione in fase di rifinitura e di conclusione (ben 8 i pali colpiti) potrebbe consentire al Verona di produrre più tiri dall’interno dei sedici metri avversari (ad oggi 6.1 a partita) e di essere più efficace in sede realizzativa.
FONTE: Hellas1903.it
INFORTUNI Kumbulla-Veloso
I dubbi di Juric
14/11/2019 16:18
La situazione è sospesa. In casa Hellas nessuno si sbilancia sui possibili recuperi del difensore Kumbulla (piccolo stiramento) e del centrocampista Veloso (problema muscolare al polpaccio sinistro).
Entrambi sono stati determinanti per il Verona nella prima parte di stagione e se sono concrete le possibilità di rivedere in campo il giovane difensore contro la Fiorentina, più complicata invece la questione relativa al centrocampista che potrebbe non farcela. Juric valuta così le alternative.
IL PARADOSSO: FA LA DIFFERENZA CHI E' STATO PAGATO ZERO L'Hellas e i soldi spesi 9 milioni per i polacchi
13/11/2019 12:55
Spendere tanto per un giocatore ma in cambio non ricevere nulla, pagare zero per il cartellino di un altro calciatore e poi sul campo fare "Jackpot". E' il paradosso di questa stagione dell'Hellas.
La squadra di Juric sta viaggiando a vele spiegate perché il tecnico croato sta cavando il sangue dalle rape, valorizzando al massimo il materiale che gli è stato messo a disposizione: giocatori in prestito (anche secco) da lanciare, giocatori esperti a parametro zero (Veloso e Lazovic su tutti, vecchie conoscenze rossoblù) e qualche buona intuizione di mercato della società come Rrahmani e Amrabat.
Ma come ha speso i soldi la società di via Olanda questa estate? Principalmente D'Amico ha dovuto pagare i prestiti con riscatto obbligatori della passata stagione: Di Carmine (2,5 milioni), Di Gaudio (1,5 milioni), Ragusa (1 milione) e Marrone (550 mila euro) tra gli altri. Poi, fra tutti, spicca la spesa per Dawidowicz (3,5 milioni).
L'investimento sul difensore polacco è secondo solamente a quello del suo connazionale Stepinski: 5.5 milioni da pagare al Chievo a giugno, perché formalmente è un prestito con obbligo di riscatto a fine stagione. In totale, quindi, 9 milioni sono stati spesi per i due giocatori polacchi che fino a questo momento hanno avuto solamente un ruolo marginale nel Verona di Juric. Se si contano poi i 6 milioni spesi per il riscatto di calciatori che sono stati venduti subito (Ragusa, Marrone e Almici), che sono panchinari (Di Carmine) o addirittura fuori rosa (Di Gaudio e ancor prima Crescenzi) la spesa ammonta a 15 milioni.
Tutti soldi spesi per giocatori che non sono centrali nel progetto di Juric. Una situazione paradossale: la differenza la stanno facendo i giocatori in prestito, quelli a parametro zero e infine chi era già in rosa. Setti ha sempre detto di avere possibilità finanziarie limitate: ma sarà realmente soddisfatto di come sono stati spesi i (pochi) soldi a disposizione quest'anno? Intanto si gode le prestazioni della squadra che, grazie a Juric, sta andando a mille.
TANTI MILIONI E ZERO GOL Stepinski, la ciliegina che è ancora acida
12/11/2019 16:30
"Stepinski? Era un'idea che avevamo da molto tempo. Ma il calciomercato andrebbe studiato alla Bocconi per come bisogna inventarsi le cose. Abbiamo lavorato sottotraccia e ce l'abbiamo fatta alla fine. Era il giocatore che volevamo e ci siamo riusciti. Quanto prenderà? Non lo so, anzi non lo voglio dire. Ha grandi potenzialità. Per il futuro potrebbe essere una grande plusvalenza. Stepinski è la ciliegina sulla torta di questo mercato". Così Maurizio Setti parlò a Sky, pochi minuti alla fine del calciomercato, dopo aver preso Stepinski, all'ultimo secondo, dal Chievo, per ben 5,5 milioni.
Una trattativa difficile, lunga e alla fine dispendiosa per l'Hellas che non è riuscito ad abbassare il prezzo che Pellissier e Campedelli avevano fissato, fin dall'inizio, alcune settimane prima. Serviva disperatamente una punta perché Pazzini non era pronto fisicamente per il gioco Juric (e non lo è tuttora) e Di Carmine era un esordiente per la Serie A (e in queste settimane non è stato nemmeno convocato da Juric per "una scelta di principio"): così D'Amico e Setti hanno puntato tutto su Mariusz.
All-in con tutte le (poche) fiches a disposizione e forse non guardando attentamente le carte. Sono passati due mesi e Stepinski è ancora a quota zero gol. L'attaccante polacco, se è anche vero che è il primo difensore di Juric nell'aiutare la squadra e pressare i portatori di palla avversari in fase di non possesso, davanti alla porta non riesce ad essere incisivo. E in questo caso c'entra poco la sfortuna: a parte il colpo di testa parato da Musso dell'Udinese (con l'aiuto della traversa), Stepinski non si è mai reso realmente pericoloso. Spesso tira quando dovrebbe passare la palla e fa l'assist sbagliato quando dovrebbe tirare. La tecnica non è certo di primo livello ma ci si aspetta di più da lui: non può essere davvero l'attaccante visto in questi due mesi e mezzo.
Anche Juric si è momentaneamente arreso: nelle ultime due partite gli ha preferito il 18enne Salcedo (in prestito secco dall'asse Inter-Genoa) che sta ripagando la fiducia del tecnico croato, schierato nell'inedito ruolo di prima punta centrale. Stepinski deve fare di più: da lui non si chiedono 15 gol a stagione (la sua media col Chievo era di 5-6 reti all'anno) ma almeno il "minimo sindacale" di gol sì. Ma per ora si vedono solamente reti vergini e non s'intravede la potenziale plusvalenza auspicata da Maurizio Setti...
L.VAL.
SECONDA MIGLIORE DEL CAMPIONATO Difesa Hellas, solo la Juve è più forte
11/11/2019 11:45
Il punto di forza dell'Hellas di Juric è la difesa. E' evidente ad ogni partita: anche contro un avversario forte come l'Inter la retroguardia gialloblù (senza i titolari, sulla carta, Kumbulla e Bocchetti) ha retto per più di un'ora alla forza d'urto dell'attacco nerazzurro di Conte, subendo alla fine "solo" due gol.
L'Hellas è tuttora la seconda miglior difesa del campionato con 11 gol subiti. Solamente la Juventus di Sarri, capolista della Serie A, ha statistiche migliori (9 gol incassati). Il Verona sta facendo meglio anche delle altre squadre che occupano attualmente i posti Champions: Inter e Cagliari, che hanno incassato 12 gol, e Lazio (13 reti).
FONTE: TGGialloBlu.it
SERIE A Hellas, il bilancio degli acquisti estivi: Veloso MVP, Stepinski rimandato
17.11.2019 18:28 di Luca Chiarini
Quindici punti in dodici giornate, e sei lunghezze di vantaggio sulla zona rossa. A Verona c'è chi ci avrebbe messo la firma, ai nastri di partenza. Eppure la sosta porta in dote un pizzico di amarezza, per il colpaccio soltanto accarezzato a San Siro. Rammarico che è però termometro dell'assoluta bontà del cammino intrapreso dalla squadra di Ivan Juric. Dodici turni sono un bottino sufficiente per tracciare un bilancio, seppur abbozzato, della programmazione estiva del d.s. D'Amico. Andiamo dunque ad esaminare nel dettaglio come hanno reso fin qui tutti gli acquisti dell'ultima campagna di rafforzamento dei gialloblù.
RADUNOVIC - Un trascorso importante in cadetteria e la provenienza da uno dei settori giovanili più all'avanguardia d'Italia come marchio di qualità, ma ancora nessuna presenza ufficiale con gli scaligeri. Portiere classe '96, è in prestito secco dall'Atalanta, dove farà ritorno al termine della stagione.
ADJAPONG - In orbita Nazionale (di categoria), ha preso parte alla spedizione per l'Europeo Under 21 della scorsa estate, non memorabile per gli Azzurrini. L'investimento in prospettiva è considerevole (il diritto di riscatto è fissato a circa otto milioni), ma Juric - almeno per ora - non sembra contarci: ancora zero i minuti all'attivo in campionato.
BOCCHETTI - Uomo d'esperienza in una difesa tendenzialmente giovane, ha messo insieme sin qui appena ottantasei minuti complessivi: titolare all'esordio contro il Bologna, subentrato nel blitz di Lecce. Poi una serie di guai muscolari che ne hanno rallentato sensibilmente l'inserimento nella linea a tre di Juric: al momento è la quinta scelta, alle spalle di Dawidowicz ed Empereur. Di certo non per il valore assoluto, che non è in discussione, ma occorrerà recuperare ritmo e brillantezza per scalare le gerarchie.
GUNTER - La formula è quella ricorrente dell'estate gialloblù: prestito con diritto. Il Genoa, però, si è riservato una contro-opzione. Uno dei riferimenti della retroguardia, dopo la passerella con il Bologna le ha giocate tutte, per intero, eccezion fatta per il match contro il Brescia, in cui era stato costretto al forfait da una sindrome influenzale. Qualche passo falso c'è stato - vedasi i falli da rigore contro Milan e Juventus - ma il tedesco nelle ultime uscite è parso in crescita, e sempre più calato nella nuova realtà.
RRAHMANI - La chiave di volta dell'impermeabilità difensiva dell'Hellas ha un nome e un cognome: Amir Rrahmani. Fedelissimo - in senso stretto - di Ivan Juric, non ha saltato un minuto, e di rado è sceso sotto la sufficienza. Pressoché imprescindibile sul centro-destra, ha i tempi del difensore di livello, e convince anche in appoggio alla manovra. Venticinquenne, quindi futuribile ed eventualmente anche appetibile sul mercato: per strapparlo alla Dinamo Zagabria erano bastati poco più di due milioni.
WESLEY - In patria è soprannominato "Gasolina", e si vocifera che dietro il suo arrivo in Veneto vi sia la regia della Juventus. Il transfer per il brasiliano, che era senza contratto dal marzo del 2019, è arrivato soltanto a fine settembre: Juric non l'ha ancora utilizzato, ma tra Primavera e amichevoli qualcosa si è visto. Può essere una risorsa, in proiezione.
AMRABAT - Il boato dei tifosi per lui alla lettura delle formazioni è ormai consuetudine in ogni pre-partita al Bentegodi. Ha preso in mano il centrocampo, e con Veloso forma un tandem cui è difficile rinunciare. "Starà fuori solo quando morirà", parafrasando il suo allenatore in una conferenza stampa. Su di lui avrebbe già messo gli occhi la Lazio, ma il riscatto è ancora pendente: serviranno tre milioni e mezzo in estate per liberarlo da ogni vincolo contrattuale con il Brugge.
BADU - Doveva essere una delle quote di esperienza a centrocampo, ma fino ad ora ha avuto soltanto molta sfortuna. Ai nastri di partenza uno dei titolari potenziali di questa squadra, è stato costretto a sospendere ogni attività per una microembolia polmonare che l'ha colpito lo scorso agosto. Il peggio però è passato, e il recupero procede: l'augurio dello staff medico è che torni pienamente arruolabile a gennaio.
BESSA - Rientrato a luglio dal prestito al Genoa, al passo d'addio per una estate intera, ma mai ceduto per mancanza di offerte ritenute adeguate dallo stato maggiore degli scaligeri. L'italo-brasiliano sta al momento recuperando da un infortunio agli adduttori: anche lui dovrebbe rivedersi nelle prime settimane del nuovo anno.
LAZOVIC - Il lavoro degli esterni è vitale per l'efficacia degli schemi di Juric, che dai quinti vuole spinta propulsiva e tempistica nei ripiegamenti. Il tecnico di Spalato l'ha allenato al Genoa, e non è un caso che il serbo abbia vestito gialloblù su sua espressa richiesta. Fin qui tante belle prestazioni e un gol, splendido, che ha consentito di espugnare il Tardini.
VELOSO - L'ideale palma di miglior acquisto va di diritto al portoghese. Signore del centrocampo, unicum in una squadra che, senza lui, perde riferimenti importanti. Due reti segnate, fattore sui calci piazzati, sapiente lettore di tempi di gioco e fasi della partita. Una buona fetta di salvezza passa dalle sue geometrie. Al momento è fermo per una lesione di primo grado al polpaccio, ma si conta di recuperarlo già alla ripresa delle ostilità.
VERRE - Da registrare la capacità di sferrare il colpo sotto porta, ma a San Siro ha finalmente trovato la sua prima gioia in Serie A, seppur dagli undici metri. A livello tattico è però già determinante: un lavoro sottotraccia fondamentale per l'equilibrio di squadra, che si divide tra trequarti e centrocampo. Ha spento Tonali contro il Brescia, ci ha provato anche con Brozovic a Milano.
PESSINA - È il miglior marcatore della squadra insieme a Veloso: dato che da un lato certifica le lacune di un attacco che fatica a produrre, ma che dall'altro accentra la sua collocazione all'interno della rosa. Due reti che, peraltro, sono valse complessivamente sei punti. L'Atalanta osserva con interesse: a giugno può rientrare dal prestito, il piano B è il controriscatto.
STEPINSKI - Il vero punto interrogativo fino ad ora. È stato il botto finale, l'attaccante inseguito fino al gong, che garantisse sacrificio e gol pesanti. Peccato che il polacco sia ancora a secco: nemmeno l'accantonamento momentaneo di Di Carmine è servito a sbloccarlo, tanto che nelle gerarchie Salcedo sembra averlo superato.
SALCEDO - La sorpresa dell'ultimo mese. L'inserimento è stato graduale: Juric inizialmente l'ha centellinato, alternando bastone e carota. Mai banale nelle sue dichiarazioni pubbliche il tecnico degli scaligeri, che non ha mai nascosto il suo disappunto per l'esperienza deludente nella Primavera dell'Inter, salvo poi definirlo un "talento purissimo". Il classe 2001 ha compreso l'antifona e lavorato a testa bassa: con il Brescia è arrivato il primo gol tra i grandi. La strada, adesso, appare tracciata, così come il suo futuro: tra un anno dovrebbe tornare a Genova, per poi rientrare a Milano tra due stagioni.
TUTINO - Ai margini, dopo le prime due da titolare. Troppo poco per chi, date le premesse, avrebbe dovuto ritagliarsi uno spazio molto più importante in una formazione che non annovera eccellenze in attacco. Invece il nulla, o quasi: per convincere Juric serve alzare il tiro.
SERIE A Come gioca la A - Juric "spuntato". Ma con due grandi incursori
16.11.2019 21:45 di Ivan Cardia Twitter: @ivanfcardia
Dopo dodici giornate, gli allenatori di Serie A hanno definito la fisionomia delle proprie squadre. TMW ha analizzato le venti squadre del massimo campionato, dalle prime uscite all'ultima giornata.
Juric ha avuto tempo. La promozione in Serie A dell'Hellas Verona è targata Alfredo Aglietti, subentrato a Grosso nelle battute finali della stagione che ha visto gli scaligeri vincere i playoff. Ivan Juric e il patron Setti, però, si erano già promessi per l'annata successiva, e il tecnico croato in estate ha raccontato che sarebbe stato pronto ad andare a Verona anche in cadetteria. Quanto al modulo, idee chiare sin dal ritiro di San Martino di Castrozza: "Giocherò con la difesa a tre. In attacco dipende: se avrò due punte forti giocherò con due punte, altrimenti una punta centrale e due esterni".
Una punta e mezzo. È andata così, più o meno. Nel senso che la difesa a tre c'è stata. Quanto all'attacco, moduli alla mano Juric ha valutato di non avere, evidentemente, a disposizione due punte forti, se consideriamo che solo in due occasioni i veronesi hanno giocato con un tandem offensivo vero e proprio. Più che due esterni offensivi, però, il croato ha saputo inventare una formazione con due incursori potenzialmente letali, due centrocampisti prestati alla fase offensiva come Verre (già schierato in un ruolo simile dallo stesso Aglietti) e Zaccagni. Aggiungiamo delle belle scoperte (Kumbulla, Rrahmani, Amrabat) e il gioco è fatto: il Verona non segna molto, ma subisce pochissimo (solo la Juve ha una difesa meno battuta in queste 12 giornate di A). E il decimo posto sa di salvezza.
Chi ha giocato di più
Davide Faraoni 1.080'
Marco Silvestri 1.080'
Amir Rrahmani 1.069'
Darko Lazovic 1.041'
Sofyan Amrabat 1.016'
Koray Gunter 868'
Miguel Veloso 864'
Mattia Zaccagni 719'
Marash Kumbulla 716'
Valerio Verre 604'
Matteo Pessina 536'
I moduli utilizzati
3-4-2-1: 10 volte
3-4-1-2: 2 volte
RASSEGNA STAMPA Corriere di Verona: "Hellas, Badu e Bessa: arrivano i rinforzi"
15.11.2019 09:39 di Antonio Parrotto Twitter: @AntonioParr8
"Hellas, i rinforzi arrivano dall'infermeria. A gennaio torneranno Badu e Bessa": così il Corriere di Verona. Badu era stato colpito da una microembolia polmonare ed era stato costretto a fermarsi in estate. Il rientro è fissato per gennaio e l'ex Udinese può essere il primo rinforzo per Juric. Rientro fissato per gennaio anche per Bessa, prima punto fermo per Juric e dopo messo ai margini dallo stesso tecnico croato, che aveva precisato senza mezzi termini che non vedeva sufficientemente determinato. L'infortunio lo ha messo fuori causa, il rientro era previsto per novembre ma è stato rimandato a inizio 2020.
RASSEGNA STAMPA Corriere di Verona: "Hellas, difesa bunker: la rivoluzione di velluto"
13.11.2019 09:42 di Antonio Parrotto Twitter: @AntonioParr8
"Hellas, la rivoluzione di velluto E la nuova difesa diventa bunker": così il Corriere di Verona in prima pagina. Il doppio stop di Kumbulla e Gunter ha costretto Juric a scelte obbligate che hanno portato risultati. Una rivoluzione di velluto 'forzata' per il tecnico. Con l’Inter non sono arrivati punti, ma non fosse stato per il colpo da maestro di Barella a 7’ dalla fine, scrive il quotidiano, magari si parlerebbe d’altro.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
TEST MATCH: HELLAS VERONA - TABOR SEZANA 5-1
16/NOVEMBRE/2019 - 13:30
Verona - Nell'amichevole disputata al Comunale di Villafranca, l'Hellas Verona si impone col risultato finale di 5-1 contro la formazione slovena del Tabor Sezana, grazie alle reti gialloblù di Di Carmine (doppietta), Pessina, Zaccagni e Dawidowicz.
Venendo alla cronaca del test-match, nel primo tempo la squadra di mister Juric lascia subito il segno sul match, dopo appena 3 minuti, portandosi in vantaggio con Di Carmine, che finalizza una bella discesa sulla sinistra, con relativo cross in area, di Vitale. Il raddoppio arriva al 25’ del primo tempo in seguito ad un ottimo recupero-palla di Bocchetti, con successiva verticalizzazione per Stepinski, il cui assist in area viene raccolto da Pessina che firma il 2-0. Passa un minuto e il Tabor approfitta di un'incertezza difensiva gialloblù, accorciando le distanze con Milosev, che trafigge Radunovic da pochi passi. Al 30' del primo tempo viene ammonito Grobry (Tabor) dopo un brutto fallo su Pessina. Finale di primo tempo ancora di marca gialloblù, con cross dalla destra di Wesley e colpo di testa di Bocchetti che non inquadra la porta.
Il secondo tempo si apre con un’occasione per parte: prima l’Hellas con Stepinski, che si ritaglia bene lo spazio per il tiro ma calcia a lato di poco, poi, sull’altro fronte, Milosev sfiora il pareggio su punizione. Al 10’ Stepinski raccoglie un cross dalla sinistra di Vitale, colpendo di testa ed impensierendo l’estremo difensore sloveno Rener. Nuova occasione gialloblù al 17’ con un cross di Vitale dalla sinistra per Di Carmine, che conclude debolmente verso la porta. Al 20’ del secondo tempo arriva il 3-1 per il Verona: buona percussione sulla fascia destra di Di Carmine, che poi appoggia per Faraoni, il quale effettua un cross morbido, insaccato di testa da Zaccagni. Dawidowicz firma, al 26’, il quarto gol per i gialloblù, incornando un cross direttamente da calcio d’angolo di Zaccagni. Dopo dieci minuti, l’Hellas Verona cala il pokerissimo, con lancio in profondità per Di Carmine, che – sull’uscita del portiere – insacca il pallone del definitivo 5-1.
A scopo puramente precauzionale, Giampaolo Pazzini non ha preso parte alla amichevole di Villafranca per un lieve affaticamento.
HELLAS VERONA-NK TABOR SEZANA 5-1
Marcatore: 3' pt e 36' st Di Carmine, 25' pt Pessina, 26' pt Milosev, 20' st Zaccagni, 26' st Dawidowicz.
HELLAS VERONA (3-4-1-2): Radunovic; Dawidowicz, Bocchetti, Empereur (dal 17' st Faraoni); Wesley, Henderson, Pessina (dal 1' st Felippe), Vitale (dal 17' st Lazovic), Verre (1' st Zaccagni); Stepinski (30' st Jocic), Di Carmine.
A disposizione: Silvestri, Berardi, Udogie, Pierobon, Sanè.
All.: Ivan Juric.
NK TABOR SEZANA (4-3-3): Rener; Ristic, Nemanic, Denis, Yameogo; Mihaljevic, Krivicic, Grobry (dal 1' st Mario Babic); Milosev, Ndzengue, Kasikovic.
Nel secondo tempo sono entrati: Adam, Salkic, Horvat, Azinovic, Zebic, Humar, Pozrl, Stjepan Babic, Vukelic, Sever, Jovanovic, Sikimic, Stevanovic, Stancic, Bongongui, Stare.
All.: Almir Sulejmanovic.
Arbitro: Daniel Amabile (Sez. AIA di Vicenza).
Assistenti: Fabrizio Lombardo (Sez. AIA di Sesto San Giovanni), Robert Avalos (Sez. AIA di Legnano).
NOTE. Ammonizioni: Grobry, Kasikovic. Espulso: mister Juric al 32' pt per proteste in seguito ad un brutto fallo su Pessina.
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
15/NOVEMBRE/2019 - 19:20
Peschiera - Oggi - allo Sporting Center Paradiso - seduta di allenamento preparatoria alla amichevole di domani, sabato 16 novembre, a Villafranca (ore 14.30), contro gli sloveni del Tabor Sezana. Dopo il riscaldamento tecnico, i ragazzi di mister Juric hanno svolto una serie di esercitazioni tattiche, per poi disputare una mini-partita a campo intero.
Peschiera - Gialloblù al lavoro anche oggi, giovedì 14 novembre, allo Sporting Center 'Paradiso' di Peschiera. Gli uomini di Ivan Juric, dopo il riscaldamento iniziale, hanno disputato delle partitelle a tema e una partita a campo ridotto.
Domani, venerdì 15 novembre, è in programma una nuova seduta di allenamento aperta al pubblico, con inizio alle ore 15.
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
13/NOVEMBRE/2019 - 17:20
Peschiera - Seduta di allenamento pomeridiana per i gialloblù, in vista del test amichevole di sabato, 16 novembre, in programma a Villafranca (ore 14.30) contro l'NK Tabor Sezana. La squadra ha dapprima svolto lavoro di forza in palestra, per poi passare al campo con esercizi di possesso palla. La sessione si è conclusa con una serie di partite a campo ridotto.
PESCHIERA: REPORT ALLENAMENTO
12/NOVEMBRE/2019 - 18:05
Peschiera - Sono ripresi gli allenamenti dei gialloblù allo Sporting Center 'Paradiso' di Peschiera, con gli uomini di Ivan Juric che sono tornati al lavoro in questa settimana di sosta per gli impegni delle Nazionali. La squadra, dopo l'attivazione e il riscaldamento, ha proseguito con delle esercitazioni sui possessi, passando poi alla partita e concludendo l'allenamento con un lavoro aerobico.
MONDIALE UNDER 17: IL BRASILE FERMA L'ITALIA DI UDOGIE
12/NOVEMBRE/2019 - 08:30
Verona - Si chiude ai Quarti di finale l'esperienza dell'Italia Under 17 nel Mondiale brasiliano, decisiva la sconfitta per 2-0 contro i padroni di casa arrivata nella notte tra lunedì e martedì. Ancora una volta in campo dal primo minuto il Primavera gialloblù Iyenoma Destiny Udogie, che contro il Brasile ha portato a casa la quarta presenza da titolare confermandosi un giocatore chiave della rosa allenata dal Cittì Carmine Annunziata. Per il terzino scaligero va in archivio un'esperienza a dir poco indimenticabile, la prima con la maglia della Nazionale in una competizione iridata. Il Settore Giovanile gialloblù può quindi orgogliosamente riabbracciare Udogie, che torna ora a disposizione della Primavera e di mister Nicola Corrent in vista della ripresa del campionato.
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - = VITA DA EX: Mister VENTURA è ripartito a 71 anni suonati in Serie B dalla SALERNITANA dopo l'addio come cittì della Nazionale; i campani sono ora al quinto posto con potenziali speranze promozione. KEAN come BALOTELLI? Moise non ha mai fatto segreto della sua ammirazione per Mario ma tutti speravano che volesse imitarne le gesta sul campo e non fuori come sembra succeda all'EVERTON dove l'attaccante è stato spedito in tribuna per essere arrivato in ritardo (per la seconda volta) alla riunione tecnica.
Gianni MUNARI lascia il calcio giocato, farà l'osservatore...
LA VIRTUS VERONA sorprende il mondo (del calcio e non) lasciando pulito e in ordine lo spogliatoio dopo la trasferta sul campo della FERMANA che risponde 'Stima reciproca e rispetto sia fuori che dentro al rettangolo di gioco'; un bel messaggio in questi tempi difficili e turbolenti anche nello sport... L'EX VERONA PARAGONATO A BALOTELLI Kean in ritardo, Everton lo mette fuori squadra
13/11/2019 09:01
Moise Kean come Mario Balotelli. Non solo dal punto di vista tecnico o perché entrambi hanno Mino Raiola come procuratore, ma anche per ciò che accade fuori dal campo. Il paragone lo fanno alcuni 'media' inglesi dopo che l'ex juventino ha chiesto scusa al tecnico dell'Everton Marco Silva per essere arrivato in ritardo alla riunione tecnica (era la seconda volta): per questo Silva lo aveva mandato in tribuna contro il Southampton. Così ora ecco il paragone con Supermario, quello delle 'balotellate' e della maglietta "Why always me?" esibita in occasione di un gol segnato ai tempi del Manchester City, quando l'attuale attaccante del Brescia ne aveva combinate di tutti i colori diventando un protagonista dei tabloid. Di Kean, invece, ora il 'Liverpool Echo' ricorda che si era dimostrato ritardatario anche con l'under 21 e per questo era stato escluso (insieme a Zaniolo) dall'allora ct Di Biagio. E meno che il giornale della città dei Beatles non ricorda un altro precedente in azzurro, quando nel settembre 2017, per qualche scherzo di troppo nel ritiro dell'Under 19, Kean venne rimandato a casa, assieme a Scamacca, da quel Paolo Nicolato che adesso allena l'under 21.
FONTE: TGGialloBlu.it
Sport Munari, è addio: "Mi mancherà lo spogliatoio, ora imparo da Faggiano"
"Per come voglio fare le cose io sarà importante riuscire a creare questo 'distacco'. La cosa che più mi mancherà sarà lo spogliatoio"
Redazione
14 novembre 2019 12:29
Il direttore sportivo Daniele Faggiano e Gianni Munari - foto Parmatoday.it
Dal nostro inviato
COLLECCHIO - Ha voluto leggere due righe, Gianni, prima di rispondere alle domande dei giornalisti. Vi ringrazio, ho scritto due righe perchè non voglio improvvisare. Grazie di cuore a tutti voi, a mia moglie e a tutti i miei amici. Al Parma Calcio, al direttore e a mister Roberto D'Aversa che mi stanno dando questa opportunità. Soprattutto ringrazio me stesso, per non avere mai mollato e come ho sempre fatto darò tutto me stesso in questo nuovo ruolo". Aveva condensato su un foglio le emozioni che di solito si raccolgono in questi momenti. Sempre difficili. Staccarsi di netto, recidere con un pezzo della tua vita e passare velocemente dall'altro lato del guado, sicuramente non deve essere stato facile per Munari. Si porta con sè 8 campionati di Serie B vinti, la personalità, il carisma di uno che ha imparato a trionfare in ogni dove. Negli ultimi cinque anni ha sempre vinto. Watford, Cagliari, due trionfi a Parma e l'ultimo trionfo con il Verona. Passando per Lecce e Genova, sponda Samp. Gianni ha chiuso a Parma la sua carriera, dove ne ha cominciata un'altra, quella dell'osservatore.
"Si, la voglia di continuare c'era, ma i problemi fisici dell'ultimo anno mi hanno un po' frenato. Cosa mi ha spinto a fare questa scelta? Il ginocchio di cristallo, questa nuova opportunità... tanti fattori che mi hanno portato a fare questa scelta. E' importante aver trovato subito un'opportunità così. Ti dà modo di non pensare troppo a quello che è stato. Mi abituerò. Un'mozione incredibile? La notte di Spezia. Ero in stampelle ma ho comunque fatto la "corsa" sotto la curva con il presidente Ferrari. Indescrivibile. Sono molto legato a questa società, sono emiliano, mi sento vicino a casa. Mio fratello tifa Parma e sono nato con il Parma che faceva sognare. Mi sento a casa. E' stupendo intraprendere questa avventura. Sono emiliano, mi sento vicino a casa. Mio fratello tifa Parma e sono nato con il Parma che faceva sognare. Mi sento a casa. E' stupendo intraprendere questa avventura. Se ho pensato ad allenare? Non ci penso e non ci ho mai pensato. Faccio parte dell'area scouting e sto guardando partite sia del settore giovanile che prime squadre. Mi sono già mentalizzato da un po'. Mi mancherà sicuramente lo spogliatoio, il divertirsi e scherzare con i compagni. Fino a poco fa mi sono allenato. Mi sono sempre sentito uomo spogliatoio. Non devo insegnare niente nessuno, ma penso di avere dato l'esempio. E questa è la cosa più importante. Sono un po' di giorni che vado in giro a vedere le partite. Cerco di capire ed interpretare al meglio ciò che mi si chiede. Chiaramente è una mole di lavoro importante. Ho fatto vent'anni di vacanza, a parte il lavoro fisico. Ora cerco di imparare il meglio. Il Parma? Sì, sta cambiando e sta crescendo. Grazie al mister e alla società si sta facendo un ottimo lavoro. So quanto può dare questa squadra".
FONTE: ParmaToday.it
SERIE B Ventura, due anni dopo: la Salernitana per svoltare
13.11.2019 10:27 di Claudia Marrone Twitter: @claudilyn87
Era la Primavera del 2016 quando Giampiero Ventura fu annunciato dalla FIGC come successore di Antonio Conte alla guida della Nazionale, e correva il 1 settembre del medesimo anno quando esordì come CT, perdendo l'amichevole contro la Francia al "San Nicola" di Bari. Inizio che fu solo preludio di un disastro, perché alle qualificazioni per i Mondiali 2018 ltalia, perdendo lo scontro diretto con la Spagna, chiuse il girone al secondo posto, andando a disputare i playoff contro la Svezia; Svezia che gelò "San Siro" staccando il pass per la Russia, e ricordando al nostro paese una débâcle che non si verificava dal 1958. Contestazione pesante, non solo per il risultato ma per il suo rifiuto al rassegnare le dimissioni: accordi economici non raggiunti, poi l'esonero il 15 novembre 2017.
Circa un anno dopo, il 10 ottobre 2018, Ventura venne chiamato dal Chievo Verona, ma anche quell'esperienza non fu positiva: dopo tre ko nelle prime tre gare, ecco il pari contro il Bologna, ma stavolta le dimissioni arrivano, e due giorni più tardi la rescissione consensuale dell contratto che lo legava ai clivensi.
Poi la Salernitana, a 71 anni compiuti. La Serie B, dove il mister mancava dalla stagione 2011-2012, quando riportò il Torino in A. Più o meno la stessa cosa che gli viene chiesta in Campania.
In un campionato difficile, che ora vede i granata al 5^ posto con 18 lunghezze, ma che molto deve ancora raccontare. A partire da una rinascita di Giampiero Ventura. A più di 70 non si dovrebbe neppure parlare di riscatto, di rinascita, ma chiudere la carriera facendo bene vorrebbe dire togliersi una macchia; o meglio, schiarirla. Perché la Caporetto del 13 novembre 2017 nessuno la dimenticherà.
Ma forse, il mister, potrà alleggerirsi.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
11/11/19 17:00 | News calcio | Autore: Redazione
Il rispetto sia dentro che fuori dal campo, oltre i novanta minuti.
I sani valori dello sport vanno rispettati e le società dovrebbero sempre dare il buon esempio: un po' come ha fatto il Potenza Calcio, con la sua iniziativa #NoiSiamoPotenza, pulendo e riordinando tutti gli ambienti dello stadio utilizzati nelle partite fuori casa, un po' come ha fatto poi la Virtus Verona, che ha lasciato in ordine lo spogliatoio dello Stadio Romeo Neri di Rimini e, nella giornata di ieri, quello dello Stadio Bruno Recchioni, in occasione del match contro la Fermana.
I giocatori ospiti hanno così pulito lo spogliatoio al termine della partita vinta per 0-2. "Spogliatoio pulito a fine gara. Stima reciproca e rispetto sia fuori che dentro al rettangolo di gioco" ha scritto la Fermana in un post pubblicato su Instagram, ringranziando proprio la squadra avversaria per il grande gesto di rispetto: "Grazie @virtusverona, ci vediamo al ritorno".
Un esempio di sportività che può solo far bene al calcio, ripubblicato poi anche dalla stessa Lega Pro su Twitter: "Quando il 'ci vediamo al ritorno' è un bellissimo messaggio. Sportività oltre il risultato del campo. Spogliatoi e... linguaggio pulitissimi. Così ci piace".