Data di nascita: | 17/07/1960 |
Luogo di nascita: | Ravenna (RA) |
Nazionalità: | Italiana |
Ruolo: | Libero |
Altezza: | 182 Cm. |
Peso: | 74 Kg. |
Posizione: |
CARRIERA DA ALLENATORE + - = | |||||
Squadra | Stagione | Partite | |||
Hellas Verona | 2013 - 2014 | - | |||
Hellas Verona | 2012 - 2013 | - | |||
Hellas Verona | 2011 - 2012 | - | |||
Hellas Verona | 2010 - 2011 | 26 | |||
CFR Cluji | 2009 - 2010 | - | |||
Sassuolo | 2008 - 2009 | - | |||
Siena | 2007 - 2008 | - | |||
Padova | 2006 - 2007 | - | |||
Bologna | 2005 - 2006 | - | |||
Atalanta | 2003 - 2004 | - | |||
Vicenza | 2002 - 2003 | - | |||
Spezia | 1999 - 2002 | - | |||
Triestina | 1998 - 1999 | - | |||
Ravenna (da Vice) | 1994 - 1998 | - | |||
Manzanese | 1993 - 1994 | - |
CARRIERA DA GIOCATORE + - = | |||||
Squadra | Stagione | Partite | Goal | ||
Udinese | 1991 - 1993 | 42 | 2 | ||
Inter | 1984 - 1991 | 180 | 9 | ||
Ascoli | 1981 - 1984 | 73 | 5 | ||
Atalanta | 1980 - 1981 | 34 | 1 | ||
Torino | 1978 - 1980 | 27 | 0 | ||
Giovanili Ravenna | Fino al 1978 | - | - |
I gol del mister nell'Inter dei record '88-89: Inter 1-0 Lazio, Sampdoria 0-1 Inter, Ascoli 1-3 Inter |
NEWS E CURIOSITÀ + - = | 13 Agosto 2011 |
Emigrato in Romania nel 2009/2010 vinse tutto col CLUJ: Campionato, Coppa e Supercoppa rumena!
Arrivato a Novembre in soccorso ad un VERONA sconclusionato e quasi svogliato ha saputo fin da subito dare un certo equilibrio tattico ed un più ampio senso di squadra, certo chiedergli il miracolo di trasformare il ferro in oro sarebbe stato eccessivo e poi un conto è avere una squadra e degli uomini scelti in prima persona, altro e ben diverso conto è dover adattare le proprie idee agli uomini che si hanno...
Pragmaticamente MANDORLINI ha riportato pienamente in squadra gente come CANGI, RUSSO ed ESPOSITO (inspiegabilmente penalizzati dal 'Principe') ma il difficile è stato adattare una compagine pensata per il 5-3-2 di GIANNINI (che poi era pur passato anche ad altri temi tattici) al 4-3-3 senza avere a disposizione esterni d'attacco di ruolo, ecco dunque il 'sacrificio' di PICHLMANN a destra, il riadattamento di LE NOCI a sinistra o dietro le punte e poi il ritorno di BERRETTONI e la 'rinascita' di FERRARI come 'boa' in mezzo all'area: ora i gialloblù si sentono più sicuri e giocano più da squadra portando a casa prestazioni migliori e, a volte, pure risultati...
ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE + - =
- A fine 2001 denunciava per diffamazione Mascia Ferri che dal reality "Grande Fratello" lo indicava come amante, meno di un anno dopo veniva assolto dall'accusa di bancarotta nel processo per il fallimento della Promoter Engeneering di Como della quale l'ex calciatore era stato anche presidente ed era fallita nel '98.
- Col Verona in Lega Pro e la Promozione...
- Prima di Verona...
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Andrea Mandorlini
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Andrea Mandorlini (Ravenna, 17 luglio 1960) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano, dal 9 novembre 2010 alla guida dell'Hellas Verona.
CARRIERA
Giocatore
Cresciuto nel Ravenna, ha iniziato a giocare nel calcio professionistico nel Torino, con cui ha fatto il suo esordio in Serie A il 4 febbraio 1979 appena diciottenne. Dopo le 5 presenze nel primo campionato ne giocò 22 l'anno successivo, prima di passare all'Atalanta in Serie B.
Tornò a giocare in A con l'Ascoli, dove rimase per tre stagioni prima di venire chiamato dall'Inter nel 1984. A Milano giunse all'apice della carriera, arrivando a vincere il prestigioso "scudetto dei record" con Giovanni Trapattoni. Vinse quindi la Supercoppa Italiana e la Coppa UEFA nel 1991, nella sua ultima stagione al club.
Approdato all'Udinese, dopo due stagioni, nel 1993, appese le scarpette al chiodo.
Vanta anche una presenza in Nazionale Under 21.
Allenatore
- Inizi
Iniziò ad allenare i dilettanti della Manzanese nel 1993-1994, subentrando a campionato in corso e non riuscendo ad evitare la retrocessione. Fra il 1994 e il 1998 fu allenatore in seconda al Ravenna. L'anno successivo subentrò alla guida della Triestina ad inizio campionato in Serie C2 e la guidò fino al termine della stagione.
Nel campionato1999–2000, chiamato allo Spezia, conquistò la Serie C1 alla prima stagione, senza perdere nessuna partita, e sfiorando nel 2002 la Serie B perdendo ai play-off.
Chiamato al Vicenza nel 2002-2003, vi rimase solo per un anno: la sua squadra riuscì ad entrare in lotta per la promozione,[senza fonte] salvo poi crollare sul finale di stagione.
L'anno successivo guidò l'Atalanta alla conquista della massima serie, conquistando un quinto posto in classifica; in seguito, in serie A, venne esonerato.
Dopo un'esperienza negativa a Bologna durata solo pochi mesi, dove venne esonerato, nel dicembre del 2006 si sedette sulla panchina del Padova in Serie C1. La squadra fu artefice di una rimonta, raggiunse la zona play-off a quattro giornate dalla fine, ma dopo alcune sconfitte perse tale posizione nelle ultime partite.
Nel giugno 2007 fu rescisso consensualmente il suo contratto con il Padova e venne ingaggiato dal Siena in Serie A. La squadra ottenne una sola vittoria in dodici giornate e il 12 novembre venne esonerato e sostituito dall'ex tecnico Mario Beretta.
Il 7 luglio 2008 fu annunciato l'ingaggio di Mandorlini (con contratto biennale) da parte del Sassuolo, neo promosso in Serie B. La squadra sfiorò l'accesso ai play-off per la promozione in Serie A e il tecnico lasciò la panchina in seguito a divergenze con la società.
- Cluj e Verona
Nel 2009 venne ingaggiato dai rumeni del Cluj, con cui vinse il campionato di Romania, il secondo nella storia del club rumeno, la Coppa e la Supercoppa di Romania.
La stagione successiva venne esonerato dopo sette giornate di campionato.
A poche settimane di distanza, il 9 novembre 2012 fu chiamato dall'Hellas Verona in Prima Divisione a sostituire Giuseppe Giannini. Riuscì, nelle ultime giornate di campionato, a centrare l'aggancio alla zona play-off. A fine stagione gli scaligeri vinsero gli spareggi promozione, eliminando prima il Sorrento e poi la Salernitana, ed il 19 giugno 2011 poterono festeggiare il ritorno in Serie B dopo quattro anni.
Poche settimane dopo l'allenatore venne deferito dalla FIGC con l'accusa di aver dato il via, durante la presentazione ufficiale della squadra dinanzi ai tifosi, ad un coro discriminante nei confronti della Salernitana e dei meridionali. Mandorlini affermò che tale coro, comunque goliardico, era un richiamo alla canzone degli Skiantos, Ti amo terrone, ma a nulla valsero le parole del tecnico, che venne deferito.
Nella stagione 2011/12 di serie B ha condotto la "matricola" Hellas Verona al quarto posto con 78 punti realizzati. Viene eliminato nella semifinale playoff persa col Varese. Nella stagione eguaglia il record di 8 vittorie consecutive e batte quello di vittorie consecutive in casa in B. L'11 ottobre 2011 il tecnico ravvenate ha prolungato il contratto con il club scaligero fino al 2014.
Nella stagione 2012-2013 guidò l'Hellas Verona alla promozione in serie A, che mancava alla società scaligera da 11 anni, centrando il secondo posto con 82 punti al termine di un lungo testa a testa con il Livorno. Quella degli scaligeri si rivelò la miglior difesa del campionato ed il bomber Daniele Cacia il capocannoniere del torneo (24 reti). Mandorlini si affermò come primo allenatore della storia gialloblu ad ottenere due promozioni e venne confermato anche per il successivo campionato di Serie A.
I suoi figli Davide e Matteo sono anch'essi calciatori.
Palmarès
- Giocatore
Competizioni nazionali
Campionato italiano: 1 Inter: 1988-1989
Supercoppa italiana: 1 Inter: 1989
Competizioni internazionali
Coppa UEFA: 1 Inter: 1990-1991
- Vice-Allenatore
Campionato italiano di Serie C1: 1 Ravenna: 1995-1996
- Allenatore
Campionato italiano di Serie C2: 1 Spezia: 1999-2000
Campionato rumeno: 1 Cluj: 2009-2010
Coppa di Romania: 1 Cluj: 2009-2010
Supercoppa di Romania: 1 Cluj: 2010
Promozioni: 3 Spezia 1999-2000, Atalanta 2003-2004, Verona 2010-2011
FONTE: Wikipedia.org
09:26 | 31/05
Hellas Verona, Mandorlini: «Inevitabile perdere qualche big, ma Toni...»
Le parole del tecnico gialloblù sui progetti del club veneto.
CALCIOMERCATO HELLAS VERONA MANDORLINI – Orgoglio e rabbia allo stesso tempo per Andrea Mandorlini, entusiasta per la permanenza in Serie A ma con l’amaro in bocca per l’assalto all’Europa League sfumato nel rush finale. Il tecnico dell’Hellas Verona, però, guarda al futuro, anche in chiave mercato: «Qui non ci si può sedere, dobbiamo confermarci e, anzi, l’obiettivo sarà migliorarci. Quanto realizzato non deve restare un caso isolato. Romulo e Iturbe? Perdere qualche big è inevitabile, come è accaduto per Jorginho a gennaio. Romulo può fare tre ruoli, è completo. Iturbe al suo arrivo era solo una scommessa, ora è una scommessa vinta. Il Real? E’ pronto per una grande ma rimanere un altro anno con noi gli farebbe bene. Toni? Per quanto ne so siamo ai dettagli per il rinnovo. E’ partito subito fortissimo e ha fatto 20 gol battendo il record di Bui e Penzo (15, ndr): gli auguro un’altra annata così...», ha dichiarato l’allenatore del club veneto ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”.
RETROSCENA – Mandorlini ha parlato poi anche del suo rinnovo, rivelando la possibilità, mai maturata, di lasciare l’Hellas Verona: «Il mio gioco porta a creare tanto ma in difesa effettivamente sistemerò qualcosa e l’area tecnica sa che è un reparto che va migliorato. Sogliano? Non mi ha mai detto nulla, ero certo sarebbe rimasto. Rinnovo? Qualche campana c’è stata ma a Verona sto bene e per fare il contratto abbiamo impiegato 5 minuti. Squadra e città sono qualcosa di speciale. Bonus Europa? C’era già lo scorso anno ed era un bel premio (200 mila euro, ndr). Prima della partita con la Lazio ci credevo davvero: quel rigore inesistente all’Olimpico ha rovinato tutto, la corsa è finita lì. I ragazzi hanno impiegato 4 giorni per riprendersi...».
SERIE A – Infine, sul campionato conclusosi da poco: «Juve la più forte, la Roma ha prodotto il gioco più bello. Ah, dimenticavo: dopo la Roma a livello di gioco ci siamo noi, eh».
by Silvana Palazzo
FONTE: CalcioNews24.com
Mandorlini, premio in Umbria: "Voglia di ricominciare"
Postata il 28/05/2014 alle ore 15:50
VERONA - Andrea Mandorlini grande protagonista alla 6a edizione del "Pallone d'oro del calcio umbro". L'allenatore dell'Hellas Verona FC ha ritirato il premio "Stefano De Nigris", intitolato alla memoria del collega umbro scomparso lo scorso anno a soli 51 anni. Un premio che Infopress e il Giornale dell'Umbria, organizzatori della manifestazione in collaborazione con Radio Onda Libera e Umbria Tv, assegnano ogni stagione ad un allenatore di Serie A o B che si è distinto per risultati e comportamento. Nell'edizione 2013 il premio è stato vinto da Eusebio Di Francesco dopo la promozione in Serie A del Sassuolo.
A consegnare il premio è stata Francesca, la figlia 13enne del compianto Stefano De Nigris, che in carriera allenò Angelana, Città di Castello, Todi, Nestor ed Arrone, grande protagonista in panchina nei campionati di serie D ed Eccellenza umbra. Mandorlini ha, a sua volta, premiato i migliori colleghi della Serie D, Eccellenza e Promozione. Particolarmente apprezzata poi la sua gag con il finto presidente Silvio Berlusconi che, in un collegamento telefonico, gli proponeva la panchina del Milan. Mandorlini ha declinato l'invito ricordando i suoi trascorsi all'Inter e il recentissimo rinnovo con l'Hellas.
Nell'occasione è stato assegnato anche il premio come direttore sportivo dell'anno al nostro Sean Sogliano. A ritirarlo è stato l'ex calciatore del Perugia, Fabio Gatti.
Ecco le dichiarazioni dell'allenatore Andrea Mandorlini, rilasciate a Sky Sport 24 a margine della premiazione: "Il rinnovo del contratto? Era solo questione di dettagli, era quello che volevo io e quello che voleva la società. Siamo molto contenti, si profila un altro anno importante. Certo, sarà difficile ripetersi ma mai dire mai, non vediamo l'ora di ricominciare anche se abbiamo finito da poco. Ho tantissime motivazioni, fanno parte del mio modo di essere e Verona non permette di sedersi. Ci aspetta un anno molto importante ma credo che con la società e il grande ambiente che abbiamo possiamo fare un'altra buona annata. Il mercato? Qualche calciatore purtroppo ci abbandonerà, il mercato è molto lungo e si cercherà di operare. Qualcosa faremo, l'importante adesso è riposare dopo una stagione in cui abbiamo speso molto".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Verona, Mandorlini: "Sarà difficile trattenere Romulo e Iturbe"
28.05.2014 09.13 di Raimondo De Magistris Twitter: @RaimondoDM
Tuttomercatoweb.com ha intervistato in esclusiva l'allenatore dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini. Con lui abbiamo fatto il punto sull'ultima stagione, ma anche sul mercato che attende la società scaligera: "Da neo-promossi abbiamo fatto qualcosa di incredibile, siamo molto contenti. Ora dobbiamo ripartire, proveremo a ripeterci, ma quella appena conclusa resta una stagione bellissima".
Si aspettava che Romulo potesse fare così bene?
"Lui non giocava con grande continuità, quindi non lo si conosceva fino in fondo. Romulo, però, è un giocatore universale e può giocare in due-tre ruoli del campo, come ha sottolineato anche il ct Prandelli. E' un calciatore di grande gamba e personalità, se rimarrà nei 23 potrà dare una grande mano alla Nazionale".
Rimarrà al Verona?
"Sarebbe bello, ma sarà molto difficile. E' molto richiesto, tante squadre lo vogliono".
Si discute molto anche del futuro di Toni. Rinnoverà?
"Credo di si. Ho parlato con Luca e penso sia quello che voglia. Ha disputato una stagione incredibile e ha nelle corde almeno un'altra stagione importante. Lui è stato fondamentale, può darci ancora molto. Ha fatto tantissimi gol, è integro come giocatore e credo possa ripetersi".
Avete riscattato Iturbe. Resterà al Verona?
"Anche in questo caso credo sia molto difficile. E' un giocare fantastico, ha una valutazione molto alta ma anche tante squadre che lo vogliono. Sarebbe bello guidarlo ancora, ma è stato bello anche così. Ha dimostrato di essere da top club".
SERIE A
Mandolini ingrana la quinta, con l'obiettivo di migliorarsi
22.05.2014 08.30 di Simone Lorini Twitter: @Simone_Lorini
Andrea Mandorlini e l'Hellas Verona continuano insieme: il tecnico di Ravenna ha infatti siglato ieri il contratto che lo legherà ai colori gialloblù almeno fino a giugno 2015, allungando così di un'ulteriore stagione la sua avventura con gli scaligeri. Sarà la quinta, che lo renderà il tecnico più "resistente" della Serie A insieme a Stefano Colantuono dell'Atalanta, anche lui al pokerissimo. Un quadriennio passato a migliorarsi costantemente, praticamente un'impresa per un tecnico.
Questo oltre alla doppia promozione dalla Lega Pro alla Serie A in tre anni ed ad un decimo posto che ha del miracoloso alla prima in Serie A dopo 12 anni. Un quinto posto in Lega Pro che ha portato alla promozione tramite playoff, un quarto infruttuoso al primo anno in cadetteria seguito ad un secondo al tentativo numero 2. Massima serie e il sopracitato decimo posto.
Dopo quest'annata, l'obiettivo deve essere l'Europa, non si scappa. Il decimo posto di quest'anno ha lasciato un po' di amaro in bocca, ma solo perchè un girone di andata strepitoso aveva fatto sperare in un esordio europeo la piazza veronese, esigente perchè caldissima, come hanno dimostrato i 16.129 abbonamenti della campagna estiva scorsa. Ora a Mandorlini il difficile compito di migliorarsi ancora.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
#SempreInsieme - Videomessaggio di Mandorlini
Postata il 21/05/2014 alle ore 19:25
"Un bel rinnovo, sono molto contento. Come ho detto precedentemente era solo questione di dettagli, ho sempre voluto rinnovare questo contratto. Credo nel progetto, nelle persone, in 4 anni abbiamo fatto tanta strada ed è un peccato non continuare. Il Verona del futuro? Stiamo già pensando alla prossima stagione, non vedo l'ora di riprendere perché siamo felici di questa stagione e vogliamo ricominciare la strada da dove l'abbiamo lasciata. Una dedica? Questo è un viaggio iniziato tempo fa con Martinelli, il primo pensiero va a lui. Ringrazio la nuova società, la squadra, formata da tanti ragazzi che mi hanno dato tanto, e la gente che mi fa sentire come se fossi a casa. Si sono lette tante notizie su un mio probabile addio, ma questa è casa mia e continuerà ad esserlo".
Ufficio Stampa
21 maggio 2014 - Andrea Mandorlini felice del rinnovo! |
Mandorlini: "Resto a Verona per fare ancora meglio"
Postata il 20/05/2014 alle ore 01:25
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate durante la trasmissione "Lunedì nel pallone", in onda su TeleArena e condotta dal giornalista Gianluca Tavellin: "Il mio contratto? Non ho ancora firmato materialmente ma entro mercoledì ufficializzeremo il rinnovo. Credo molto in questo progetto, è stata una grande stagione. Napoli? Quando non ci sei con la testa e non hai la mentalità giusta rischi di fare queste imbarcate. Abbiamo pagato molto a livello mentale l'errore di Mazzoleni a Roma andando poi a subire un ingiusto pareggio anche contro l'Udinese. Contro il Napoli dovevamo giocare meglio, questo è certo. Tornati da Roma ho lasciato un po' di riposo alla squadra perché eravamo veramente distrutti dal punto di vista del morale. Nonostante questo abbiamo quasi vinto con l'Udinese, ma qual rigore proprio non c'era, l'ha detto anche Calvarese che era giudice di porta. Comunque bisogna godersi una stagione come questa, degna di essere ricordata.
La prossima stagione? L''obiettivo sarà sempre quello di salvarsi, la nostra mentalità non deve cambiare. Quest'anno siamo riusciti ad ottenerla con largo anticipo, questo resta l'obiettivo. I troppi gol subiti? Lo scorso anno siamo stati la miglior difesa, quest'anno abbiamo puntato molto sulle individualità. Abbiamo integrato i vari Marques e Pillud. Il prossimo anno dovremo difenderci meglio, ma i risultati vanno valutati nel complessivo. Gonzalez? Ha avuto le sue possibilità, ha fatto anche diverse buone gare ma ha avuto vari infortuni. Dovrà fare meglio il prossimo anno. Per quanto riguarda i gol subiti, anche lì dovremo migliorare. Samuel? Non rientra nei nostri parametri. Cina? Ho avuto un'offerta importante ma la mia priorità è sempre stata restare qui, non mi è mai interessato nient'altro. Verona è casa mia, finché dura non me ne vado. Prima o poi verrò cacciato, ma fino ad allora resto qui. Il momento più bello della stagione? Il gol di Juanito a tempo scaduto contro la Juventus. Anche il rigore di Jorginho al Parma ricordando Martinelli è stato bello. Tutto è stato sopra le aspettative, abbiamo lanciato giocatori giovani, fatto rinascere altri meno giovani. Toni doveva fare altri 4-5 gol nelle ultime partite. Perdere come domenica sera non è bello, ma non posso dimenticare tutti i momenti esaltanti. Per questo non mi è piaciuto leggere voti così bassi dopo la partita contro il Napoli, non ci sta di giudicare così male questi calciatori.
Tachtsidis? Mi piacerebbe riaverlo. Dopo la partenza di Jorginho abbiamo fatto fatica a rimpiazzarlo, ma devo fare i complimenti a Donadel e Cirigliano per come lo hanno sostituito, non era facile. Derby? In quello dell'andata siamo stati fregati all'ultimo nonostante non lo meritassimo, al ritorno ci siamo rifatti con un gol da attaccante vero di Toni. Sono contento che l'anno prossimo ce ne possano essere altri due. Toni? Pensate che doveva fare il dirigente. A Firenze si è rimesso in gioco, ma è qui che è tornato ad essere lui. Ha caratteristiche che mi piacciono molto, se facesse ancora così bene sarebbe ottimo. La chimica di squadra è stata fantastica, da lui a Romulo a Iturbe. Mi dispiace per Cacia, che per questa sua grande annata ha avuto poco spazio nonostante i 24 gol della scorsa stagione. Il modulo? Come dico sempre non conta molto, a fare la differenza sono gli uomini, le loro motivazioni e l'atteggiamento che hanno in campo".
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Nulla da dire, stagione splendida" / VIDEO
Postata il 19/05/2014 alle ore 00:40
NAPOLI - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro il Napoli (5-1) 38a giornata del campionato Serie A TIM: "La sconfitta contro il Napoli non compromette il giudizio sulla nostra grande stagione. Abbiamo subito un gol dopo pochi minuti e questo ha cambiato completamente il nostro atteggiamento. Perdere non piace mai a nessuno, ma non dimentichiamoci che la salvezza è stata raggiunta con largo anticipo ed il sogno europeo è sfumato nelle ultime partite. Qui a Napoli abbiamo preso due gol in dieci minuti, non è stata la partita del mio solito Verona. Una serata storta? Dal punto di vista mentale, quando non sei pronto, può succedere di tutto. La squadra poteva fare meglio, ma ha fatto talmente tanto durante questa stagione che non mi sento di dire nulla per una serata semplicemente storta. Ora pensiamo a riposare e a recuperare energie.
Jorginho? E' un calciatore fantastico, ha una grande visione di gioco. E' cresciuto con noi e trovarlo da avversario fa uno strano effetto. Siamo orgogliosi di averlo allenato. Luca Toni? Dispiace non sia diventato capocannoniere del campionato, c'è grande rammarico. Tutti i ragazzi hanno provato a farlo segnare, si meritava questo premio. E' stata una serata un po' strana, ma va bene comunque. Come migliorare questo Verona? Difficile parlarne ora, pensiamo a recuperare e riposare. Non sarà facile fare meglio, ma è nostro compito provare a farlo. L'obiettivo resterà la salvezza, ora è comuque troppo presto per fare previsioni e non dimentichiamoci che è stata una stagione fantastica.
Cosa mi ricorderò di questo campionato? I 54 punti, la salvezza raggiunta con anticipo, ci sono stati tanti momenti bellissimi che rimarranno incancellabili. Siamo pronti a rimetterci in gioco per la prossima stagione, insieme ai nostri tifosi, fantastici per tutte queste partite, che anche oggi sarebbero accorsi in massa. Il rinnovo del contratto? Non ho ancora firmato, ma non è mai stato un problema. Toni? Nemmeno lui ha firmato, ma non penso ci saranno intoppi. Qualche rammarico per questa stagione? Personalmente, dopo la sfida contro la Lazio, le nostre ambizioni sono svanite. Il calcio è imprevedibile, con due punti in più magari avremmo avuto altri obiettivi in questa ultima partita. L'ultima gara di Iturbe con la maglia dell'Hellas? Non lo so, lui è un calciatore fantastico e anche stasera ne ha dato prova. E' pronto per le grandi squadre, ma sarei contento di allenarlo per un altro anno".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
18 maggio 2014 - Andrea Mandorlini commenta l'epilogo del campionato... |
SERIE A
Verona, Mandorlini: "Toni resta qui, nessun problema sul mio rinnovo"
12.05.2014 09.33 di Marco Frattino
Presente come ospite sulle frequenze di Radio Uno durante la trasmissione Radio Anch'Io Lo Sport, l'allenatore dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini ha parlato della buona stagione disputata dalla squadra scaligera: "L'ultima gara di campionato contro il Napoli sarà difficile, c'è rammarico per tanti punti lasciati per strada. Nelle ultime due gare abbiamo perso quattro punti nei minuti di recupero, abbiamo disputato un grande campionato. Nessuno pensava di arrivare così in alto, il nostro resta un ottimo torneo a prescindere dalla qualificazione o meno in Europa League. Il pari contro l'Udinese di sabato scorso pesa molto, così come la gara contro la Lazio. Con i biancocelesti era una gara vinta, ma il pareggio ci ha costretto a disputare un altro tipo di gara contro i friulani".
Si aspetta gare 'normali' nell'ultima giornata? "Non credo al rilassamento psicologico, il Parma ha una gara abbordabile sulla carta contro il Livorno così come il Milan contro il Sassuolo. Sarà difficile per noi sfidare il Napoli al San Paolo, aspettiamo l'ultima gara fiduciosi ma credo che i ducali siano in pole per conquistare l'Europa. Mi piacerebbe la contemporaneità nelle ultime giornate di campionato".
Toni pensa al Mondiale? "Ho un buon rapporto con lui, non deve dimostrare nulla. Credo che ci pensi poco ormai. Ieri l'ho chiamato dopo il ko del Milan contro l'Atalanta, Luca ha fatto venti gol mentre tutti lo davano per finito. Nessuno lo ha cercato, ma ha disputato una grande stagione col Verona. Due anni fa eravamo in Lega Pro, pensare ai punti gettati al vento è ingeneroso. Toni vorrà fare gol per vincere la classifica cannonieri, ma si è messo il cuore in pace per il Mondiale. Andrà in vacanza e si preparerà per un'altra grande annata col Verona. Se resta all'Hellas? Penso proprio di sì".
Rammarico per la cessione di Jorginho a gennaio al Napoli? "Dal punto di vista tecnico, l'addio di Jorginho è stato pesante. Ci sono esigenze di bilancio che vanno oltre l'aspetto tecnico. La gara chiave era quella contro la Lazio, all'Olimpico abbiamo perso la possibilità di raggiungere l'Europa. Eravamo andati a Roma per vincere e ci siamo andati vicino. Con Cirigliano e Donadel abbiamo cambiato modo di giocare, Jorginho a Napoli sta facendo vedere di essere un calciatore fantastico e sarà importante anche per il futuro della nazionale italiana".
Preoccupazioni per la gara di Napoli? "Sarà bellissimo giocare al San Paolo anche se sarà vuoto. È avvilente giocare senza tifosi, non giocheremo per perdere. Proveremo a fare una buona gara, ma anche il Napoli vorrà chiudere bene la stagione".
Ritocchi in sede di mercato? "Confermarsi ad alti livelli sarà difficile, ma lo dice anche Conte che può ambire ai 100 punti in classifica (ride, ndr). Non ho firmato il rinnovo, ma aspetto il nuovo contratto di Toni. Siamo quasi d'accordo col club, mi piacerebbe firmare dopo Luca. Non ci saranno però problemi per il mio rinnovo, ma ripetersi sarà difficile. C'è bisogno di umiltà e dovremo lavorare innanzitutto per conquistare l'obiettivo principale che resta la salvezza".
Il futuro di Iturbe? "E' un calciatore fantastico, la società lo ha riscattato ma è pronto per i grandi scenari. Saremmo contenti di trattenerlo, potrebbe crescere. Ma non so, ci sono tantissime squadre sul nostro talento".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
01.05.2014 16:15
MANDORLINI, dai numeri da incubo con l’Atalanta ai record con l’Hellas Verona
L’ALTRA PANCHINA – La rubrica di Lazionews.eu torna in occasione della sfida tra Lazio e Hellas Verona, ennesima tappa fondamentale e decisiva per l’accesso all’Europa League. L’altra panchina analizza l’allenatore avversario, raccontando carriera, peculiarità tattiche, curiosità e precedenti con la Lazio. Oggi è il turno di Andrea Mandorlini, tecnico dell’Hellas Verona, pronto a guidare i suoi contro Reja lunedì pomeriggio alle ore 19.00 allo stadio ‘Olimpico’ di Roma.
LA CARRIERA – Nato a Ravenna il 17 luglio 1960 inizia la sua carriera da allenatore a 33 anni con il Manzanese, squadra militante nel campionato nazionale dilettanti. Dopo quattro anni da allenatore in seconda del Ravenna, guida la Triestina, lo Spezia e il Vicenza. Nel 2003-04 riporta l’Atalanta in Serie A. Debutto amaro nella massima serie: il 6 dicembre 2004, dopo aver ottenuto sette punti in quattordici giornate, senza alcuna vittoria e con la squadra ultima in classifica a sei punti di distanza dalla zona salvezza, viene sollevato dall’incarico e sostituito da Delio Rossi. La sua è stata la peggiore gestione nella massima serie della storia della società orobica. Breve e negativa la sua parentesi a Bologna, insufficiente quella successiva in C1 al Padova, da dimenticare quella con il Siena in A. Dopo un anno con il Sassuolo riparte dalla Romania: allena il Cluj vincendo il campionato, la coppa nazionale e la Supercoppa rumena. Il 9 novembre 2010 inizia la sua avventura sulla panchina dell’Hellas e scrive la storia del club infrangendo molti record: sei vittorie in altrettante partite casalinghe, come non era mai successo nella storia del club in Serie A, uguagliato il numero di vittorie casalinghe consecutive assolute nella massima serie, precedentemente detenuto dalla squadra nella stagione 2001-02 allenato da Alberto Malesani e Toni miglior marcatore stagionale della storia del Verona.
LA TATTICA – Il marchio di fabbrica delle squadre di Mandorlini è il centrocampo a tre e la difesa a quattro, in attacco si può sperimentare. L’Hellas Verona, in questi tre anni sotto la sua gestione, è scesa in campo praticamente sempre con queste caratteristiche precise. Il tecnico di Ravenna predilige il 4-3-3 perché ama sfruttare le qualità tecniche e la velocità degli esterni che hanno il compito di servire la palla al centro per la classica prima punta alla Toni o per un uomo da aria di rigore come lo sono stati Bjelanovic, Ferrari e Cacia negli anni passati. Saltuariamente ha provato il rombo a centrocampo con un trequartista che aveva il compito di imbeccare i suoi compagni del reparto offensivo, ma lo fatto più per esigenza che per libera scelta . In mezzo al campo ha sempre puntato su un regista di qualità come Jorginho, ora passato al Napoli, un corridore e un giocatore bravo nelle geometrie, deciso nel tackle e abile negli inserimenti in area di rigore. Con l’addio del talento italo-brasiliano, la manovra della sua squadra ne ha risentito e il terribile mese di marzo è anche figlio di questa partenza. Ma poi ha ricompattato la squadra, ha puntato su una mediana più operaia che ha potuto sostenere due esterni d’attacco molto offensivi come Iturbe e Marquinho o Jankovic.E l’Hellas è tornata a volare.
I PRECEDENTI - L’allenatore scaligero ha incontrato tre volte la Lazio in passato e il suo score è in perfetta parità: la vittoria della gara d’andata per 4-1 che è costata la panchina a Petkovic, un pareggio raccolto alla guida dell’Atalanta nel 2004 e la sconfitta del 10 gennaio 2012 in Coppa Italia. Partita che segna anche l’unico precedente di Mandorlini con Reja. Il tecnico goriziano, invece, vanta cinque vittorie, due pareggi e una sola sconfitta contro l’Hellas: era il 18 marzo 2001 e allenava il Vicenza.
Carmine Errico
Twitter: @carmineerrico
FONTE: LazioNews.eu
1 maggio 2014 - Andrea Mandorlini |
14:46 | 27/04
Verona, Mandorlini a SKY: «Toni arrabbiato per il cambio? Forse ho sbagliato...»
SERIE A HELLAS VERONA CATANIA MANDORLINI - Al termine del match terminato 4-0 a favore delll'Hellas Verona, il tecnico degli scaligeri, Andrea Mandorlini, è intervenuto ai microfoni di "Sky Sport". L'allenatore è intervenuto soprattutto sull'obiettivo Europa League e sul diverbio con Toni in occasione della sostituzione.
MEA CULPA - Ecco le parole di Mandorlini: «Toni arrabbiato per la sostituzione? Penso sia normale che un attaccante voglia sempre giocare e fare tanti gol. Io ho voluto preservarlo perchè davanti abbiamo tre partite importanti e avevo paura per un infortunio. Pensandoci a freddo, però, forse ho sbagliato a toglierlo dal campo. Europa? Noi ci proviamo, ormai non abbimao nulla da perdere. L'importante è giocare sempre con questa determinazione. Devo fare i complimenti al mio team perchè ha disputato una gara positiva».
by Pierluca Lo Porto
FONTE: CalcioNews24.com
Mandorlini: "Noi incredibili, proprio come Toni" / VIDEO
Postata il 27/04/2014 alle ore 16:55
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro il Catania, 35a giornata del campionato Serie A TIM: "Luca Toni? E' uno dei più grandi attaccanti della storia, sta facendo cose incredibili. Non so se sarebbe riuscito a farle da solo, faccio i miei complimenti a tutti perché abbiamo fatto una partita importante. La sua sostituzione? Gli attaccanti sono così, vogliono giocare perché pensano sempre a segnare. E' la loro forza, il loro egoismo, ho pensato a preservarlo nel quarto d'ora finale. L'importante è che la squadra abbia vinto una partita importante, il rapporto tra me e Luca (Toni, ndr) rimane bellissimo e tutto finisce lì. La prestazione della squadra? Stiamo bene, sono partite che non sai mai come prendere. Noi volevamo dare un seguito a quanto abbiamo fatto di buono, siamo stati bravi a fare la partita che volevamo, mentre loro dovevano vincere per sperare nella salvezza. Il Catania? Con la rosa che ha non merita l'ultimo posto. Hanno avuto una stagione dura con delle situazioni difficili, è una squadra di valori assoluti che l'anno scorso ha fatto bene. Europa League? Dobbiamo pensare a giocare, noi siamo lì. Tutto quello che verrà sarà determinato dalle nostre vittorie, stiamo facendo un campionato bellissimo e sognare non costa nulla".
L'allenatore Andrea Mandorlini è intervenuto anche ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue dichiarazioni: "Toni arrabbiato? Pensavo scherzasse. Avevo paura potesse succedergli qualcosa su un campo così pesante. Gli attaccanti hanno un carattere particolare. Credo che per lui sia assolutamente lecito sognare il Mondiale e la vetta della classifica marcatori. Deve tantissimo a me, alla squadra e a chi ha creduto in lui. Gli attaccanti vivono per il gol, si sa. Abbiamo ancora diverse partite importanti da giocare. Noi eravamo tranquilli e motivati, volevamo vincere a ogni costo come contro l'Atalanta. Grandissimi ragazzi e complimenti alla squadra. Adesso dipende tutto da noi, con la Lazio proviamoci, non abbiamo nulla da perdere. È la mia miglior stagione di sempre in panchina. Da neopromossi abbiamo fatto qualcosa di incredibile. Ci sta rifiatare, anche se abbiamo perso qualche partita in modo immeritato. Ma anche quando non trovavamo la vittoria la prestazione non mancava".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
VERONA 4-0 CATANIA: Mister Mandorlini a fine gara...
22.04.2014
Mandorlini come Bagnoli Vola il Verona dei record
Quindici successi in una stagione, c'era riuscito solo l'Hellas che conquistò lo scudetto E Luca Toni sale a quota diciotto, nessun attaccante ha fatto più gol di lui in un anno
Continua a sorprendere il Verona dei record. Vola la squadra, sorridono i singoli. C'è grande soddisfazione in casa gialloblù dopo la vittoria in trasferta contro l'Atalanta, un successo che ha rilanciato la corsa di Rafael e compagni verso l'Europa League. È vero che quarto e quinto posto sono blindati da Fiorentina e Inter, per il sesto è tornato in corsa il Milan ma i rossoneri hanno un calendario da prendere con le molle visto che dovranno affrontare la Roma e il derby con l'Inter, il Verona dovrà giocare in trasferta con Lazio e Napoli, al Bentegodi con Catania e Udinese, perchè non sognare? A quattro partite dalla fine è giusto alzare l'asticella, se non arriverà il risultato, pazienza... Ai ragazzi di Mandorlini resterà la soddisfazione di averci provato fino all'ultimo secondo. Niente e nessuno potranno cancellare quanto di buono è stato fatto in campionato, il primo di serie A dopo il purgatorio e l'inferno, in B e C.
Attenzione, questo non vuol dire accontentarsi e ribadire cose ovvie, si tratta solamente di un'analisi oggettiva fatta di cifre, numeri e anche soddisfazioni. I tifosi non potranno mai dimenticare la «matricola» Hellas che batte il Milan, che pareggia con la Juve lanciata verso il terzo scudetto consecutivo, che strappa vittorie in trasferta a Bologna e Udine, Livorno e Bergamo. Una squadra che mette insieme quindici vittorie in una sola stagione. Solo il gruppo di Bagnoli, quello che conquistò lo scudetto nel maggio dell'85 aveva raggiunto un traguardo così importante, i ragazzi di Mandorlini hanno ancora quattro partite a disposizione per fare meglio.
Senza dimenticare i gol complessivi messi a segno dal Verona, sono già 52, anche in questo caso si può dire che nessuno aveva fatto meglio in Serie A. Alla lunga lista di marcatori adesso s'è iscritto anche Massimo Donati che non aveva mai segnato con la maglia dei gialloblù. Con il Genoa aveva rotto il ghiaccio Marco Donadel, a Bergamo s'è sbloccato anche l'ex centrocampista di Milan e Palermo e ci è andato molto vicino anche Marquinho. Sul trono dei bomber c'è ancora Luca Toni che conferma la sua splendida condizione psicofisica, ora sono diciotto le reti segnate. Bui e Penzo ormai sono alle spalle, il bomber gialloblù va a segno da quattro gare consecutive - Genoa, Chievo, Fiorentina e Atalanta - e può prolungare la serie nelle ultime quattro sfide. Ancora 360 minuti più recupero per dimostrare a Prandelli che uno come lui può ancora far comodo per i prossimi mondiali anche se il cittì sembra averlo già escluso dalle scelte azzurre.
A proposito di record, numeri e «prime volte», la vittoria di Bergamo regala al Verona anche certezze importanti. Basta pensare a Ivan Pillud, per esempio. Arrivato alla fine del mercato di gennaio, il terzino argentino ha giocato per la prima volta da titolare proprio contro l'Atalanta e ha mostrato intelligenza tattica, carattere e grande personalità anche se, dalla sua parte, si aggirava un talento come Bonaventura. E poi Godfred Donsah, classe '96 al debutto con la maglia dell'Hellas, subito contro i grandi della Serie A. Anche lui ha fatto subito bene, come un veterano. Due giocatori in più per la volata finale.
FONTE: LArena.it
Che favola: 15 vittorie come nell'anno Scudetto
Postata il 19/04/2014 alle ore 20:03
BERGAMO - Con la vittoria ottenuta nella sfida contro l'Atalanta, l'Hellas Verona FC di Andrea Mandorlini ha eguagliato uno splendido record della storia gialloblù. Sono 15 i successi in Serie A, esattamente come quelli stabiliti nella stagione 1984-85 quando la squadra era allenata da Osvaldo Bagnoli e vinse lo Scudetto.
Alla squadra e allo staff tecnico i migliori complimenti per questo prestigioso traguardo ottenuto, adesso l'augurio è che si possa migliorarlo nelle prossime 4 partite.
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Volevamo vincere, ora sogniamo" / VIDEO
Postata il 19/04/2014 alle ore 19:20
BERGAMO - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro l'Atalanta (1-2), 34a giornata della Serie A 2013-14: "Le quindici vittoria in Serie A? Sono molto contento, avevamo preparato la partita per vincere e abbiamo giocato nel modo giusto per farlo. Sarebbe stato ingiusto non arrivare a cogliere i tre punti, faccio i miei complimenti a tutta la squadra. Il nostro gran primo tempo? Forse uno dei più belli mai giocato fino ad ora. Nell'intervallo c'era rammarico per essere ancora in parità. Non abbiamo mollato e abbiamo continuato a giocare con la rabbia giusta, giocando una grande gara. Donati ha fatto una splendida parita ed un gran gol. Le prove dei singoli? Ho fatto il nome di Donati, che ci teneva e non giocava da un po'. Era da tanto che pensavo di inserire Pillud in campo e abbiamo lanciato Donsah, un giovane classe '96. Siamo molto contenti, abbiamo vinto con tanti giovani in campo e sarà contento il presidente. Era una partita da dentro o fuori e noi siamo ancora dentro. Non avevamo tante alternative, siamo venuti a Bergamo per vincere attraverso il sacrificio e la dedizione. Questo vale per tutti, anche se sei un campione e ti chiami Luca Toni o un talento come Iturbi. Tutto la squadra ha giocato con la voglia di vincere e ce la giocheremo fino alla fine. La prova di Cirigliano? Ha fatto una grande partita, come conquista e gestione della palla. Sono molto contento, anche lui aspettava una partita così ad alto livello ed oggi è stato importante. Toni? Ha fatto tantissimi gol e continua a farne. Rispecchia il nostr campionato, immenso, e lui continua esserlo. Gli auguri di buona Pasqua? Li faccio a tutti i tifosi, che anche oggi sono venuti in massa a Bergamo, in un campo in cui vincere è motivo d'orgoglio".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
19 aprile 2014 - Andrea Mandorlini |
ALTRE NOTIZIE
Hellas, Mandorlini: "Orgoglioso di aver eguagliato Bagnoli"
19.04.2014 17.41 di Tommaso Maschio
Il tecnico dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini ai microfoni della Rai parla del record di vittorie del Verona di Osvaldo Bagnoli eguagliato: "Sono molto contento e orgoglioso di aver raggiunto il più grande allenatore nella storia dell'Hellas. Abbiamo rischiato qualcosa nel finale, ma abbiamo meritato e legittimato la vittoria con le tante occasioni create. L'Europa è difficile, ma ci sono 12 punti in palio e noi ce la giocheremo fino alla fine".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Record di vittorie con l'HELLAS, MANDORLINI come BAGNOLI!
Mandorlini: "Dedicato a chi non c'era" / VIDEO
Postata il 05/04/2014 alle ore 21:50
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro il Chievo (0-1), 32a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "In generale credo che nel secondo tempo abbiamo fatto bene. All'inizio eravamo più preoccupati e nervosi, mentre il Chievo stava facendo la partita che aveva preparato. Durante l'intervallo ci siamo chiariti e nel secondo tempo è uscita la squadra che volevo. Abbiamo quindi fatto la partita che volevamo fare e abbiamo colto una vittoria cui tenevamo tutti. Il mio pensiero va a quelli che non sono potuti venire allo stadio e a Giovanni Martinelli, che anche se non ha potuto vedere questo derby credo sarebbe orgoglioso della sua squadra. Ma siamo contenti, era la settimana giusta e abbiamo trovato il risultato che volevamo. I prezzi della partita? Ognuno fa le scelte che crede, ma io come ho sempre detto ero dalla parte di quelli che sono rimasti a casa e dedico a loro la vittoria. Toni? Lo scorso anno Cacia ha fatto il record di gol in una stagione e quest'anno Luca ha fatto quello di reti in Serie A. E nonostante questo continuano a dire che Mandorlini non sa usare al meglio le proprie punti. Toni è determinante e la squadra ha fatto tanti punti, quindi sono contento. Mondiale? E' anche una questione di età, ma Prandelli conosce Toni e le sue caratteristiche uniche. Per statistiche e prestazioni meriterebbe di andare, ma ci sono tanti altri fattori in gioco. Il mio futuro? E' la prossima partita, al resto non penso. Non ho mai avuto problemi e mai li avrò quando ci sarà da parlare parleremo. Cacciatore? All'intervallo volevo dargli un pugno (ride). Scherzi a parte, ero arrabbiato perché eravamo troppo timorosi, non stavamo facendo la partita che volevamo. La squadra a volte va stimolata. La dedica, ripeto, va a chi non ha potuto comprare il biglietto perché troppo caro e a Giovanni Martinelli che oggi sarebbe stato felice. La mia avventura qui è iniziata con lui e rimane una figura importante. Europa? Siamo lì, pensiamo solo a fare più punti possibile".
Ufficio Stampa
Chievo 0-1 Verona: Dopo tante altre soddisfazioni mister Mandorlini si toglie anche quella di vincere il primo derby! |
Mandorlini: "Sacrificio e forza, trionfo del gruppo" / VIDEO
Postata il 30/03/2014 alle ore 18:59
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida Hellas Verona-Genoa (3-0), 31a giornata della Serie A TIM 2013-14: "La partita? Non era facile dopo quattro sconfitte. Il morale e le convinzioni stavano un po' vacillando perché ogni sfida ha avuto la sua storia. La squadra, ad eccezione della partita di Cagliari e del secondo tempo di Genova contro la Sampdoria, ha sempre giocato, anche se alla fine ha perso. Se il Verona gioca da Verona e si sacrifica da Verona può vincere contro tutti. Oggi volevamo tornare alla vittoria, lo abbiamo fatto convincendo e attraverso il sacrificio e la convinzione da parte di tutti, soprattutto in inferiorità numerica. I record di gol in Serie A e di Toni? Sono molto contento, in quattro anni qui a Verona ne abbiamo fatti tanti. Speriamo che quelli ottenuti oggi non siano gli ultimi, c'è ancora tanta strada da fare. Sono molto contento per Luca Toni e per la squadra, che oggi voleva tornare a vincere. Battere il Genoa, in un momento positivo, così bene ed in inferiorità numerica ci rende molto orgogliosi. Elkjaer in tribuna? Porta bene. Lui è un'icona, ha visto vincere la sua squadra e mi auguro venga ancora. La sfida contro il Chievo? Noi non ci pensiamo. Da martedì, quando riprenderemo gli allenamenti, penseremo all'altra partita. Oggi contava fare bene con il Genoa, una squadra tosta e difficile da battere che è stata sconfitta su tutti i fronti. Il giallo ad Albertazzi? L'azione andava fermata prima, è andata così ma pensiamo alle cose positive. Oggi siamo ripartiti".
Ufficio Stampa
VERONA 3-0 GENOA: Il mister a fine gara...
Mandorlini: "Sono arrabbiato, voglio una reazione"
Postata il 25/03/2014 alle ore 16:15
PESCHIERA DEL GARDA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate alla vigilia della sfida contro il Cagliari, 30a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Il nostro momento? Pensiamo già alla prossima partita, i periodi negativi ci sono. Abbiamo avuto un calo, non una crisi, ora pensiamo ad alzarci perché non servono altri discorsi.
La partita contro la Sampdoria? Dopo il loro primo gol abbiamo avuto 4-5 occasioni importanti, non abbiamo segnato e loro sono andati sul 2-0. Tante altre volte siamo riusciti a rimontare, ma il 3-0 ha spento le nostre velleità. E' stato un brutto risultato, ma ora c'è un'altra partita per reagire. In questo momento stiamo facendo fatica.
Le mie scelte? Qualcosa cambieremo, ci sono tre partite ravvicinate. Agostini è rientrato in gruppo, mentre Donati e Gomez sono ancora fuori.
L'impiego dei nuovi arrivi? Siamo una squadra, non pensiamo ai singoli.
Il Cagliari? Sarà una partita difficile, hanno perso a Bologna e corrono il pericolo di entrare nella lotta per non retrocedere. In Serie A non c'è nulla di facile, troveremo un ambiente ostico. Abbiamo subito l'occasione del riscatto, pensiamo a fare meglio determinate cose.
La contestazione? Qualcuno le ha vissute quelle vere, noi no. L'Atalanta ha raggiunto i 40 punti domenica, noi forse lo abbiamo fatto troppo presto? Ad inizio anno eravamo dati in zona retrocessione, mentre ci siamo salvati a marzo. Magari qui ci fosse qualche mercenario, forse saremo più cattivi e più figli di p...
Cosa cambia nella nostra strategia in queste 9 partite? La nostra ottica futura è solo la partita. Si guarda solo chi è pronto, indipendentemente dal fatto se è giovane o vecchio. Ne abbiamo parlato anche col direttore, guardiamo esclusivamente al presente. Vedo i ragazzi crescere, anche e soprattutto durante l'allenamento settimanale ed un esempio è Sala. Lui è un esempio importante. Magari cambieremo qualcosa, vorremmo farlo anche con i risultati e faremo di tutto per riuscirci.
La mia condizione mentale qui a Verona? Io sto bene qui, penso solo all'Hellas e non penso neanche lontanamente ad andarmene. Sono incazzato nero per aver perso una partita, non ci siamo abituati a sconfitte così. Ora pensiamo a parlare un po' più di calcio e a fare meglio certe cose che ora ci riescono male. Non siamo brillanti come prima, stiamo vivendo un brutto periodo, normale durante una stagione lunga.
Se abbiamo incontrato squadre con più fame? Abbiamo fatto altre partite del genere, una a Catania. E' normale, se avessimo 25 punti sarebbe diverso. Noi dobbiamo migliorare sempre, ci sono altre 9 partite da giocare, in Serie A ci stanno dei filotti negativi.
Troppi gol subiti a distanza ravvicinata? Paghiamo quando subiamo reti in momenti in cui c'è il massimo dispendio di energie. Noi giochiamo di squadra e, in quei momenti, paghiamo qualcosa individualmente. O ripartiamo o le chiudiamo in poco tempo.
Le motivazioni del gruppo? Non cambia il nostro modo di essere, ci vuole più equilibrio nel giudicare le prestazioni. Avevamo preparato bene anche la sfida contro la Samp, i ragazzi ci tenevano, ma alcune situazioni hanno cambiato la partita".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
25 marzo 2014 - Andrea Mandorlini
24.03.2014
INTERVISTE
L'INTERVISTA.
Mandorlini punta sul ritiro per ripartire
GENOVA. «Troppo facile da commentare». Volta la carta e guarda al futuro. Andrea Mandorlini mette a nudo le fragilità della sua squadra. Si spera momentanee. E utilizza il verdetto del campo come fonte di riflessione. Verona kaputt, Verona in ritiro. Verona presto in volo verso Cagliari. Samp a forza cinque, con vento di ponente.
Verona a meno cinque. Raffreddato e quasi ghiacciato. Non servono alibi. E il mister non li cerca. Servono rimedi e risposte alle tante domande che possono balenare nella testa dopo una sconfitta come questa.
Mandorlini, è una sconfitta pesantissima, Ma anche difficile da raccontare considerate le tante occasioni da gol create dalla sua squadra.
La sconfitta è pesante. Le occasioni non sono mancate. Ma la Samp è stata più brava di noi. Loro scendevano e la palla finiva in rete. Al terzo gol ho guardato l'orologio: eravamo solo al 38'. Il 5-0 è arrivato dopo meno di un'ora di gioco. Così tanto non possiamo concedere. E quindi, mi è facile commentare una partita finita quasi subito.
La tendenza si è fatta decisamente negativa. Nello specifico cosa non ha funzionato contro la Samp?
Sul piano mentale abbiamo pagato pesantemente dazio. Poi, credo che con un po' di fortuna in più nella prima parte di gara avremmo potuto rientrare in partita. Ce lo meritavamo. Ma non è andata così e dobbiamo guardare avanti. Per questo torniamo a Verona e andiamo subito in ritiro perché c'è da preparare la sfida di mercoledì contro il Cagliari. Dobbiamo porci tante domande. E trovare risposte.
Come spiega l'involuzione del Verona raggiunti i 40 punti?
Capita, a volte, di infilare una serie negativa di risultati. È successo al Toro, pure alla Fiorentina. Questo è il nostro momento difficile. Non c'è niente da nascondere, c'è solo da lavorare.
E se il Verona avesse dato tutto e si fosse fermato dopo la conquista della salvezza?
Quando finisci, poi riparti. Se tocchi il fondo, poi ti rialzi. Dovremo fare questo, avere l'atteggiamento giusto. Abbiamo a disposizione ancora nove partite. Le dobbiamo sfruttare al meglio. Per ripartire e chiudere nel miglior modo possibile la stagione.
A fine primo tempo, visto il pesante passivo, si poteva ipotizzare una serie immediata di cambi. È invece lei é tornato in campo con la stessa squadra. Perché?
Perché non volevo che si potesse pensare che avevao individuato dei capri espiatori. Era giusto ripartire con la stessa squadra.
A fine gara c'è stato un siparietto a centrocampo tra lei e Mihajlovic. Che cosa vi siete detti lei e il mister della Samp?
Che quando ci incontra gli va sempre troppo bene. In due partite (tra campionato e Coppa Italia) ci hanno rifilato nove gol. Troppi, onestamente. E quindi gli ho detto che questa storia prima o poi deve finire.
Parlava di domande e di risposte. La prima che si é posto dopo questa sconfitta, quale è stata?
È giusto avere un atteggiamento offensivo, è giusto pensare di attaccare. Questo modo di interpretare le partite ci ha permesso di raccogliere tanti punti nel corso della stagione e le soddisfazioni non sono mancate. Ma stavolta non lo abbiamo fatto con equilibrio. Abbiamo concesso troppo. Consegnando la partita nelle mani della Sampdoria. Ecco, da lí dobbiamo ripartire. Tenendo conto che vivere un momento di difficoltà sia comune a molti. Tocca a noi adesso venirne fuori. In fretta.
Perché il ritiro?
Perché è un periodo che non ci riesce di raccogliere punti. Non facciamo risultato. Dobbiamo ricompattarci, guardare in faccia e ripartire. Non lasciando nulla di intentato.
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Samp? Farà i conti con Romeo" / VIDEO
Postata il 22/03/2014 alle ore 16:00
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate durante la conferenza stampa alla vigilia di Sampdoria-Hellas Verona, 29a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Le parole di Mihajlovic? Forte, non lo facevo così ironico. Bisogna vedere se Romeo però è d'accordo. Molti ci provano, a buttare Giulietta dal balcone, qualcuno ci riesce ma qualcun altro no. Scherzi a parte, siamo due squadre che vogliono tornare a fare punti, domani vedremo.
Le parole di Sogliano? Ci sta un calo a un certo punto della stagione, abbiamo ancora dieci partite da giocare per migliorare la nostra classifica. Faremo il massimo che possiamo, ci sono ancora 30 punti a disposizione. I ragazzi sono i primi a voler migliorare ancora.
Il rinnovo di Hallfredsson? Voleva restare, sono già 4 anni che è qui, fin dalla Lega Pro. Lo volevano in molti anche perché era in scadenza, ma io so che ha sempre voluto restare. Bisogna tenere alta la tensione perché abbiamo ancora tanti punti a disposizione.
Wenger e le 1000 partite? Sarebbe un bel traguardo, non nascondo che mi piacerebbe. Qui a Verona sto e sono sempre stato bene, certo che mille partite sono tantissime, ma altrettanto grande sarebbe raggiungerle.
Il nostro calo? Fisiologico, non di stimoli. Naturale una volta tagliato il traguardo avere un momento in cui si tira il fiato. Abbiamo vissuto tante giornate determinanti, ci sta aver speso qualcosa di troppo. Ora tutti avranno spazio se dimostreranno di meritarlo ovviamente.
La formazione con cui scendiamo in campo? Sempre la migliore possibile, tenendo presente quelli che sono gli impegni e le fatiche. I giocatori vorrebbero giocare sempre ovviamente, ma come ho detto con Sogliano valuteremo. Mihajlovic? Ha fatto tanti punti da quando è arrivato, ma noi guardiamo sempre e solo in casa nostra.
Attacco sterile? Siamo stati meno lucidi, sono i soliti discorsi, siamo stati anche poco fortunati probabilmente. Vedremo domani, abbiamo comunque avuto occasioni anche con l'Inter. Inoltre in diverse situazioni ci è mancato solo l'ultimo passaggio. Magari comunque, come ha detto Sogliano, arrivare l'anno prossimo a questo punto parlando di un calo con questi punti. Il grande lavoro della squadra e questo punteggio permettono alla società di programmare già la prossima stagione. Se possiamo tagliare anche altri traguardi in questo campionato, alzare l'asticella insomma, lo scopriremo solo giocando, nessuno può saperlo per ora. Non penso che abbiamo dei limiti particolari, ce la siamo sempre giocata con tutti. La vivo serenamente".
Ufficio Stampa
22 marzo 2014 - Andrea Mandorlini |
Mandorlini: "Caro biglietti? Da tifoso non entro"
Postata il 22/03/2014 alle ore 15:55
PESCHIERA DEL GARDA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, in merito all'aumento dei prezzi dei biglietti operato dalla società A.C. Chievo in vista della sfida Chievo-Hellas Verona del 5 aprile: "I prezzi del derby? Chiedetelo a Campedelli, il motivo di questo rialzo. Io lavoro con la squadra e sarò in campo a vedere la partita felice di esserci. Ma se fossi un tifoso non andrei allo stadio, non so cosa faranno poi concretamente i tifosi del Verona, ma questo è il mio pensiero".
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Toni? Basta, deve essere tutelato" / VIDEO
Postata il 16/03/2014 alle ore 01:00
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida Hellas Verona-Inter (0-2), 28a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Il Verona mi è piaciuto, così come mi era piaciuto nel secondo tempo a Parma, sta di fatto che raccogliamo pochi punti. Ho comunque fatto i complimenti ai ragazzi, che erano molto afflitti, perché secondo me hanno fatto una buona gara. Volevamo fare risultato contro una grande squadra davanti a questo pubblico, non ci siamo riusciti, forse non siamo ancora pronti per le grandi squadre. Il gol fallito da Moras? In questo periodo gira così, prendiamo facilmente gol e non riusciamo a concretizzare quello che creiamo. Salvo lo spirito della squadra che ha corso fino alla fine, che ha sempre voglia di lottare. Unico difetto esserci allungati un po' nel secondo tempo, ma mi dispiace per i ragazzi e per il pubblico di stasera che sicuramente meritavano qualcosa di più. Le 150 panchine? Il modo migliore per festeggiarle sarebbe stato fare una grande partita contro una squadra che per me ha significato molto. Ripeto, probabilmente non siamo ancora pronti per affrontare le grandi visto che le abbiamo perse tutte tranne il pareggio interno con la Juve. Questa squadra comunque è sempre riuscita ad andare oltre i propri limiti e ci proveremo quindi fino alla fine. La forza dell'Inter? Non importa, in campo vanno sempre 11 giocatori contro altri 11. Toni? Dopo le parole di Leonardi un girone fa Luca è diventato il bersaglio preferito di difensori e arbitri. E' ora di dire basta perché sta facendo di tutto e vedo nei suoi confronti una vera presa di posizione e questo mi dispiace molto. Se c'è un giocatore corretto è lui, chiaro che usa il suo grande fisico per giocare, ma è davvero bersagliato da difensori ad arbitri. E' un attaccante e se si ripete che agli attaccanti bisogna venire incontro lui non fa eccezione. Bisogna cambiare metro di giudizio. Il rinnovo di Hallfredsson? Sono felicissimo, l'ho già chiamato per fargli i complimenti. 7 anni qui se li merita, è un bravo ragazzo e un grande calciatore ".
Ufficio Stampa
Verona 0-2 Inter: 150 panchine in gialloblù per mister Mandorlini
Mandorlini: "Inter? Puntiamo sull'entusiasmo" / VIDEO
Postata il 14/03/2014 alle ore 17:11
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate durante la conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l'Inter, 28a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14 in programma sabato 15 marzo (ore 20.45): "La sfida contro l'Inter? Al di là dei miei ricordi troviamo una squadra in un momento positivo, la partita sarà molto difficile. Sono in crescita, vengono da alcuni risultati ottimi e puntano ad arrivare al terzo posto. Dopo la partita giocata contro la Juventus hanno ripreso a viaggiare, hanno recuperato dei calciatori importanti ed ambiscono ad un campionato diverso rispetto a quello che stanno disputando. Hanno tante qualità, noi cercheremo di fare al meglio il nostro dovere. Strategie per battere l'Inter? Siamo questi, dobbiamo fare meglio alcune cose, ma in casa abbiamo sempre avuto una spinta importante dal pubblico e faremo i conti sull'entusiasmo, da sempre la nostra leva. Le mie 150 panchine qui a Verona? Quando sono arrivato, vista la situazione che ho trovato, non riuscivo a vedere così lontano. Sono contento ed orgoglioso, lo sarei ancora di più se riuscissi a festeggiare con una vittoria. Dobbiamo sempre ricordarci da dove veniamo. La partita che ricordo con più piacere? Mi verrebbe da dire la prossima, ma ce ne sono tantissime in questi quattro campionato. La formazione? Qualcosa abbiamo pensato, mi tengo anche l'ultimo giorno disponibile perché può succedere di tutto. Al di là degli uomini, sarebbe bello vedere lo spirito giusto, quello che in casa ci porta sempre a fare la partita. Gomez? Ha avuto un piccolo fastidio, non ci sarà contro l'Inter. Probabilmente la settimana prossima inizierà un lavoro differenziato. Le italiane fuori dalla Champions League? In Europa, ad oggi, ci sono squadre più forti tecnicamente, con budget diversi e con calciatori di qualità superiore. Spero che qualche italiana riesca ad arrivare in fondo all'Europa League. Il nostro cammino rispetto all'andata? Magari potevamo giocarla come il ritorno, forse sono questi i nostri valori, ma tutto ciò dà ancora più valore a quello che abbiamo fatto. Tutti vorremmo migliorare, ma i numeri non mentono mai. Se dipende dall'addio di Jorginho? Vanno analizzate tante cose, magari anche con lui avremmo avuto la stessa media. Ma ripeto, abbiamo fatto qualcosa di grande, vincendo il nostro campionato personale. Ora si alza l'asticella, vedremo se riusciremo a saltarla, a cominciare dalla sfida contro l'Inter. Cirigliano? Può fare meglio e lo sa anche lui. Ci vuole pazienza, deve trovare continuità e l'allenamento settimanale, insieme al fatto di conoscere meglio la lingua ed inserirsi in un contesto di squadra, possono aiutarlo a fare meglio. Ci saranno altre prove, da lì vedremo la sua crescita. I miei ricordi all'Inter? Ce ne sono tanti, ma stare insieme a grandi campioni è semre un'emozioni. Ricordo i ritiri in albergo con Rumenigge, Collovati e Tardelli, ma ci sarebbero tanti aneddoti da raccontare di un periodo veramente bello".
Ufficio Stampa
14 marzo 2014 - Andrea Mandorlini festeggerà contro l'INTER le 150 panchine ufficiali con la squadra scaligera... |
Mandorlini: "Bel Verona, ci è girato storto" / VIDEO
Postata il 09/03/2014 alle ore 18:49
PARMA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida Parma-Hellas Verona (2-0), 27a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Se il pareggio era più giusto? E' stata una partita rocambolesca negli episodi chiave. Nel primo tempo siamo sempre ripartiti, creando situazioni importanti, mentre nel secondo parziale abbiamo giocato ad una porta. Parliamo di una partita decisa dagli episodi rocamboleschi ma noi accettiamo e basta. Il rigore? Vorrei rivederlo. Ci sono stati vari episodi in questa partita, ora non voglio parlarne perché non credo sia giusto. Devo fare i complimenti a miei ragazzi per il match, di grande personalità, volevamo vincere su un campo di una squadra con dei valori molto alti ed io sono contento. Siamo venuti qua per fare risultato e lo avremmo anche meritato. Le parole di Leonardi dell'andata? Non voglio giudicare, parlo dell'aspetto tecnico, di quello che ha fatto la mia squadra. Io sono contento, degli episodi devono parlare altre persone. Cirigliano? Sono felice di quello che ha fatto, ma è chiaro che anche lui può dare di più. Non giocare con continuità può farti perdere ritmo, bisogna aver pazienza. Rafael? E' un protagonista di questa squadra. Contro il Bologna è stato determinante, nel calcio ci sono momenti come questi. Vorrei premiare l'atteggiamento della squadra, ottimo in un campo difficile come questo. Dispiace perché volevamo fare punti dopo una buona partita. Le voci sull'Udinese? Penso a Verona, una realtà stupenda. Stiamo facendo bene tutti, il resto conta poco. L'Inter? Dobbiamo recuperare in fretta, prima o poi riusciremo a battere una grande, anche se loro faranno di tutto per vincere al Bentegodi".
Ufficio Stampa
PARMA 2-0 VERONA: Mandorlini 'Bel Verona, ci è girato storto' |
Mandorlini: "A Parma per fare risultato" / VIDEO
Postata il 08/03/2014 alle ore 15:32
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate alla vigilia della sfida Parma-Hellas Verona, 27a giornata del campionato Serie A TIM in programma domenica 9 marzo (ore 15) allo stadio Tardini di Parma: "Cosa mi aspetto da questa gara? Mi aspetto di vincere, o per lo meno fare bene contro una squadra che sta facendo un grande campionato. Il Parma fin dall'inizio aveva grandi ambizioni e adesso viene da una striscia di 14 risultati utili consecutivi, quindi sarebbe una soddisfazione ancora maggiore riuscire a fare risultato.
Le mie scelte? Il progetto, l'idea fissa è quella di giocare la partita con la miglior squadra possibile nel momento del match. Io preparo la partita di volta in volta, ma non vi anticipo nulla, vi dico solo che gioca Luca Toni.
Udinese? Non penso niente riguardo a quanto uscito in settimana perché non c'è nulla di vero. Guidolin è un amico, mi ha anche fatto sapere che mi ha votato alla Panchina d'argento. È una falsità creata per destabilizzare un po' l'ambiente, sono rimasto stupito perché non ne sapevo nulla.
Il rinnovo? Non ne ho ancora parlato con il presidente, per ora penso solo alle partite che rimangono da giocare, a fine stagione si vedrà.
Meglio Toni o Cassano? Per noi Luca è determinante e spero sia decisivo anche domani. Sono tutti e due giocatori fantastici che hanno fatto grandi carriere, noi abbiamo la fortuna di averne uno nella nostra rosa.
Donadoni? Non conosco bene la società del Parma quindi non so dire che tipo di programmazione ci sia alle spalle dei crescenti risultati dei crociati, ma dal punto di vista sportivo questo allenatore sta facendo grandi cose. E per fare grandi cose sul campo e coi risultati ci vuole grande programmazione da parte della società, quindi immagino il Parma ne abbia una. Non so se sia un modello per noi, noi siamo una neopromossa che vuole ritagliarsi un pezzo importante in questa Serie A, loro invece sono praticamente sempre in Serie A da ormai più di vent'anni. Quindi andiamo avanti senza bisogno di riferimenti, anche se il Parma è ben organizzato senza dubbio.
Se è uno spareggio per l'Europa? Non direi, è una partita come le altre perché ne mancano ancora moltissime da qui alla fine e quindi a prescindere dal risultato la stagione sarà decisa più avanti. Ci teniamo molto, ovviamente, perché abbiamo gli stessi punti. È comunque presto per dichiarare quale sarà il nostro obiettivo finale.
La rosa del Parma? È fortissima e trovo normale che sia lì, ha moltissimi nazionali e giocatori di grande livello. Da Cassano e Biabiany, da Paletta a Gargano, hanno davvero una rosa che non può non essere collocata appena sotto le grandi del campionato.
Gli stimoli? Non ci mancano assolutamente, abbiamo ancora tante partite da giocare e obiettivi da centrare. Non vedo alcun tipo di rilassamento nei miei giocatori, e quando e se ci sarà l'unico colpevole sarò io. Tutti i giocatori, a parte qualche piccola situazione uscita contro il Bologna, sono pienamente coinvolti nel progetto. Ogni settimana si lavora per la partita successiva.
L'approccio alla gara? Il Parma punta l'Europa League perché è in A da molti anni, per noi è piccolo sogno che proveremo a realizzare. Lo spirito e l'atteggiamento della squadra è sempre quello di provare a fare risultato.
Toni? Non so a quanti gol possa arrivare ora della fine, lui per primo ha tantissima voglia di tornare a segnare visto che viene da 4 partite di fila in cui è sempre andato in gol.
Pillud, Maietta e Hallfredsson? Sono tutti potenziali titolari, stanno bene e sono perfettamente inseriti nel gruppo. Solo Pillud sta ancora imparando alcune nozioni tattiche fondamentali. Hallfredsson ha anche appena fatto un'intera partita con la nazionale islandese.
La festa della donna? Le donne ricoprono un ruolo importante nella nostra vita, quindi auguri a tutte.
Il modulo del Parma? Hanno anche cambiato a campionato in corso, conosciamo il nostro modo di giocare e questo è quello che conta, sapremo imporre il nostro gioco.
Maietta? Se la vedrà con Marques, che sta facendo bene, li voglio tenere in ballo tutti e due fino alla fine.
Lo stage della nazionale? Sono stati convocati anche dei Primavera e dei giocatori di Serie B, ma ci poteva stare anche Albertazzi a mio avviso. Ad ogni modo spetta a Prandelli, che è molto bravo, selezionare i giocatori".
Ufficio Stampa
8 marzo 2014 - Andrea Mandorlini prima della sfida-Europa col PARMA |
Mandorlini: "Obiettivo raggiunto, testa solo all'Hellas"
Postata il 03/03/2014 alle ore 22:30
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, intervenuto telefonicamente alla trasmissione "Vighini Show", in onda su TeleNuovo e condotta dal giornalista Gianluca Vighini: "La panchina d'argento? Meglio essere sesti oggi che vincerla.
La partita col Bologna? Eravamo in una di quelle giornate dove quando pareggi è comunque tanto. Eravamo lenti, impacciati, non abbastanza carichi, capitano partite così.
Toni? È fondamentale per noi, non solo per i gol ma per tanti altri motivi. Sono comunque contento di Rabusic, ha fatto quello che gli ho chiesto. Col Bologna il centrocampo era sottotono, mentre la difesa ha fatto una buona prova.
Iturbe? Non era al massimo, venerdì aveva preso una brutta botta ma ha voluto esserci e di questo sono orgoglioso, per la sua crescita mentale. Anche il resto della squadra non è riuscita a supportarlo al meglio, come dicevo era una giornata difficile e aver fatto un punto è comunque importantissimo.
Cacia? Con lui ho un rapporto splendido, è stato ed è un giocatore importante. Gli ho sempre detto che sarebbe stato un giocatore chiave di questa squadra, lui stesso ha ammesso di non aver dato il massimo. Ha comunque la mia stima, che però va coltivata e mantenuta.
Il rinnovo? Ho un rapporto splendido con tutti, ma ora voglio parlarle di cosa ha fatto questa squadra, di quanto sia straordinario l'operato dell'Hellas Verona in questa stagione. Perciò trovo inutile parlare di tante piccole cose abbastanza inutili, sinceramente.
Cirigliano? Ha avuto delle chance, e si è anche comportato bene. È il più giovane, deve fare tante cose e ancora fa fatica a farne alcune. È comunque una giocatore fantastico che si allena sempre al massimo, ho tantissima considerazione di lui.
Hallfredsson? È con me da molto tempo, ma non lo terrò mai fuori per ragioni contrattuali, per me queste cose non esistono né esistono per la società. E lo stesso vale per Cacia, io gli voglio molto bene e lui sa che pretendo molto da lui, se vorrà essere importante avrà mille occasioni per dimostrarlo.
Il finale di stagione? Metterò in campo di volta in volta la formazione che secondo me è la migliore, non faccio valutazioni contrattuali o di altro genere, cercheremo solo di vincere tutte le partite. Oggi sono andato a Coverciano con Ballardini, abbiamo parlato di come non siamo riusciti a esprimerci in nessun modo, eravamo ancora peggio che col Torino dove si erano fatti degli errori ma la prestazione c'era stata".
Successivamente, l'allenatore gialloblù è intervenuto telefonicamente anche alla trasmissione "Lunedì nel pallone", in onda su TeleArena e condotta dal giornalista Gianluca Tavellin: "La partita contro il Bologna? Abbiamo acquisito un po' di maturità, ci godiamo questi pareggi, dobbiamo essere contenti. La partita è stata quello che è stata, abbiamo raccolto un punto importante che ci ha permesso di raggiungere la salvezza a marzo, stiamo facendo un campionato incredibile e ormai siamo diventati grandi. La panchina d'argento? Al di là del premio contano i punti di quest'anno e noi ne abbiamo già fatti 40. Siamo veramente molto contenti.
A Parma per l'Europa? Mi auguro che dal punto di vista fisico e mentale staremo meglio. Teniamo molto a questa partita, tutti i ragazzi vogliono giocare diversamente rispetto alla sfida col Bologna.
Cirigliano e Cacia? Quello che ho detto domenica vale sempre. Con Cacia sono sempre stato chiaro, l'ho visto dispiaciuto ma ho detto che lui sarebbe sempre stato la prima scelta. Poi uno si deve far trovare pronto, deve pensare ad allenarsi con un piglio diverso. Per Cirigliano vale la stessa cosa, giocherà ancora, ma Donadel mi dà altre garanzie in questo momento. Ciò che conta sono i punti e l'atteggiamento della squadra.
Io e Ballardini? Siamo stati insieme a Coverciano, con lui c'è un grande rapporto di amicizia.
Il contratto in scadenza? L'anno scorso abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, come quest'anno. Io con l'Hellas non ho problemi, indipendentemente dalle scelte che verranno fatte. Qui mi trovo bene, l'ho sempre detto e non ci sarà bisogno di molti discorsi perché penso solo ai colori gialloblù".
Ufficio Stampa
Panchina d'argento - Mandorlini secondo
Postata il 03/03/2014 alle ore 13:04
COVERCIANO - Andrea Mandorlini secondo alla "Panchina d'argento". Il prestigioso riconoscimento, assegnato al miglior allenatore della Serie B 2012-13, è stato consegnato lunedì 3 marzo, presso il Centro Tecnico di Coverciano, all'allenatore del Sassuolo, Eusebio di Francesco. Al terzo posto si è classificato Davide Nicola, in una graduatoria decisa dai voti degli stessi allenatori. E' un bellissimo premio a testimonianza dell'ottimo campionato disputato dai gialloblù nel campionato scorso, terminato con la splendida promozione in Serie A grazie al lavoro determinante del nostro allenatore e del suo staff.
All'evento, anticipato dall'incontro di aggiornamento per gli allenatori di Serie A e B, hanno parteciato anche Carlo Ancelotti e Luciano Spalletti, rispettivamente sulla panchina di Real Madrid e Zenit San Pietroburgo.
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Grande partita, bravi ragazzi" / VIDEO
Postata il 23/02/2014 alle ore 17:30
LIVORNO - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida contro il Livorno (2-3), 25a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Siamo venuti qui per vincere. Abbiamo fatto una bella partita, con tante cose positive, non ho mai pensato che il Livorno potesse arrivare al pareggio. Volevamo fare punti, questa è una vittoria importantissima considerando anche la sofferenza finale: eravamo in tanti ad aiutarci, aspetto fondamentale per una squadra. Hellas sontuoso? Le partite vanno giocate fino alla fine. Dopo un grande primo tempo potevamo chiudere definitivamente la partita nei secondi 45 minuti, qualcosa abbiamo mollato e loro hanno trovato due gol ravvicinati. Poi la squadra si è compattata e non abbiamo rischiato più nulla. Noi salvi? Credo di sì, ma dovremo giocare tutte le partite con la stessa intensità per vincerne il più possibile".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Livorno 2-3 Verona: 'Dobbiamo mantenere intensità per 90 minuti' |
Mandorlini a giugno sulla panchina dell'Inter?
11-02-2014 - Antonio Montuoro
In caso di risultati negativi di Mazzarri, potrebbe aprirsi il toto panchina e Mandorlini sarebbe uno dei papabili
Il mercato di giugno è lontano, ma neanche tanto poi... I sussurri che nascono in inverno e in primavera lasciano spesso il tempo che trovano, ma hai visto mai che qualche previsione sconsiderata poi non si avveri?
Questo è il caso di Andrea Mandorlini, tecnico dell'Hellas Verona dei miracoli che domenica è riuscito a bloccare sul pareggio nientemeno che la capolista Juventus. La squadra ha reagito con grinta e coraggio, ovvero le doti principali del suo tecnico, ad un brutto primo tempo e nella seconda frazione di gara è riuscita a ribaltare la gara, pareggiando al 94esimo.
Nelle interviste del dopo gara, Mandorlini ha espresso tutta la sua soddisfazione, e il carattere della squadra nel secondo tempo gli è piaciuto particolarmente. Non è mancato l'accenno all'arbitraggio, ritenuto dai più nettamente pro Juve, ma il tecnico non ne ha fatto un dramma.
Sono state altre le dichiarazioni che se interpretate correttamente, danno vita ad una serie di considerazioni da non snobbare. Il tecnico, ex giocatore dell'Inter di Trapattoni, che ottenne lo scudetto dei record nell'epoca dei 2 punti a vittoria, ha ammesso di non aver idea di cosa succederà in futuro, e si è soffermato particolarmente sul fatto che di sogni da realizzare ne ha tutt'ora, nonostante già una buona porzione siano ormai stati belli che archiviati.
A domanda precisa su un suo possibile passaggio sulla panchina dell'Inter il tecnico ha risposto che l'Inter è la sua squadra del cuore e che per il momento non pensa ad un cambio di scenario per la sua carriera di allenatore. Tra le righe si sono capite cose che forse in realtà già si conoscevano, ovvero che Mandorlini è innamorato di Milano e dell'Inter, società con cui come detto prima, da giocatore in passato ha vinto tanto. Il mister ha lasciato così facendo uno spiraglio aperto per il futuro, anche immediato, nel caso a giugno la società del magnate Thohir avesse bisogno di linfa sulla panchina.
Nei giorni scorsi il presidente indonesiano, ha rinnovato la fiducia al tecnico Mazzarri, ma risulta difficile credere che con pessimi risultati da qui a fine campionato, il tecnico di San Vincenzo potrà stare tranquillo. Ragion per cui, credere in un futuro con Mandorlini, interista vero, sulla panchina dei nerazzurri è tutt'altro che utopia. In effetti, oltre alle qualità emozionali, il buon vecchio Andrea ha dimostrato in questa prima metà di stagione, grande sagacia tattica, facendo rendere al massimo gente come Toni, alla veneranda età di 36 anni capace di andare in doppia cifra di goal in campionato, Iturbe e Romulo, letteralmente resuscitati dalla cura Mandorlini, senza dimenticare Jorginho, ovvero il faro di centrocampo passato al Napoli nel mercato invernale.
Un allenatore che sa lavorare coi giovani, permettendogli di crescere, e anche dare una mano ai senatori, doti che lo renderebbero ideale per una permanenza duratura sulla panca meneghina. Staremo a vedere. Il futuro riserva sempre sorprese.
FONTE: News.SuperMoney.eu
Mandorlini: "Squadra e società fanno cose importanti"
Postata il 11/02/2014 alle ore 13:15
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate alla trasmissione "Il processo del lunedì", in onda su Rai Sport 1 e condotta dal giornalista Enrico Varriale: "Io l'allenatore del momento dopo aver fermato la Juve? Tutta la squadra e la società stanno facendo cose importanti. Ci mancava una partita così, abbiamo ottenuto un risultato bello e meritato contro una grande squadra.
L'arbitro Doveri? A caldo si fanno fatica a valutare certe situazioni, qualcosa è stato sbagliato e noi abbiamo avuto sfortuna su certi episodi.
Se il rigore poteva cambiare la partita? Ho sentito tanti commenti, credo che la massima punizione ci poteva stare perché Vidal è andato verso la palla con il braccio. Altri discorsi non servono, questo pareggio vale come una vittoria.
Il nostro carattere? Questi risultati vengono da lontano, da quattro anni seguiamo un principio, una filosofia. Abbiamo vinto la Lega Pro e la Serie B giocando con determinate caratteristiche, la società è sana e vicina al tecnico, l'entusiasmo ci sta facendo fare cose incredibili.
Se pensavo di fare un campionato così? Vedevo il buon potenziale, speravo di vincere tante partite. Così ci è capitato e siamo contenti. Tanti ragazzi erano in Lega Pro con me, al nucleo importanti si sono aggiunti calciatori di esperienza e qualità: ci sono tante componenti che hanno reso importante il Verona.
L'obiettivo? Resta la savezza. Raggiunti i 40 punti sarò il primo a pretendere dei miglioramenti, perché questa piazza splendida li esige, ma ora pensiamo a dare continuità ai risultati. Chi sogno di allenare? Vivo il presente, rappresentato da questa società incredibile.
Toni? E' stata un'idea nata in estate parlando col direttore: cercavo un attaccante con certe caratteristiche. Ci siamo parlati, ho capito che era il calciatore giusto per noi e lui ha accettato. E' stata una scommessa che stiamo vincendo entrambi".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
10.02.2014
«Il pari? Vale più della vittoria»
ANDREA MANDORLINI
Un pari che vale come una vittoria. «Anche un po' di più», ammette mister Mandorlini alla fine della partita. Il Verona frena la corsa della Juve e si conferma in Zona Uefa. Una grande gioia per tutti. «Ci mancava una partita così - ammette il tecnico gialloblù -, ci mancava il risultato contro una grande squadra. Avevamo fatto buone cose anche con la Roma, con il Napoli, con il Milan a San Siro ma siamo tornati a mani vuote. Con la Juve siamo stati veramente bravi, la partita che volevo. Un sogno».
Quando cambieranno gli obiettivi del Verona?
«Noi pensiamo partita dopo partita, adesso spostiamo l'obiettivo sul Torino. Dobbiamo arrivare a quaranta punti, poi faremo due conti».
Primo tempo sottotono?
«Diciamo che da qualche partita non giochiamo un primo tempo come piace a me, come piace alla squadra. Con la Juve sembrava la stessa cosa. Non avevamo ancora messo piede in campo ed eravamo già sotto uno a zero. Salta tutto, bisogna ricominciare, ripartire da zero, cancellare tutto quello che avevamo preparato in settimana»
Troppo libero Pirlo?
«L'avevamo pensata così, all'andata avevo mandato Jorginho su Andrea ma in casa avevo impostato una partita diversa. Poi abbiamo preso gol dopo tre minuti e tutto si è complicato».
Grande reazione nella ripresa?
«Un secondo tempo di grandi emozioni, siamo riusciti a cambiare la partita con il carattere, la grinta, l'umiltà di lottare pallone su pallone. Non è facile andare in campo e trovarsi sotto due a zero dopo venti minuti, al Bentegodi, contro i campioni d'Italia, nella partita che tutti aspettavano da una vita. Bisogna fare i complimenti ai ragazzi. Non sono stati bravi, molto di più».
Il litigio con Lichsteiner ha dato la scossa?
«Da qualcuno la scossa doveva partire ma non ho acceso io la miccia, sono stati bravi i ragazzi a ritrovare gli stimoli giusti per riaprire la gara. Dopo il gol di Toni ho capito che poteva succedere di tutto, anche una grande squadra quando prende gol va sotto pressione. Questa volta è successo alla Juventus e noi abbiamo portato a casa un risultato incredibile, una grande impresa. Con Lichsteiner abbiamo chiarito tutto, solo cose personali, adesso è tutto alle spalle».
Le scelte iniziali?
«Jankovic aveva fatto molto bene anche con il Sassuolo e volevo confermarlo per dargli continuità. Donadel ha fatto molto bene davanti alla difesa ma non è una sorpresa, tutte le volte che l'ho mandato in campo mi ha dato risposte positive ma questo non è il Verona di Jankovic o Donadel, questa è una squadra che ha dimostrato ancora una volta di essere un grande gruppo, di avere valori importanti che non sono solo tecnici»
La mossa Juanito?
«Avevo ancora una sostituzione da fare e due scelte perchè un cambio me l'ero bruciato con Donadel che si era infortunato. Avevo già mandato in campo Cirigliano e Martinho, volevo togliere Cacciatore per dare più forza in avanti. Ero indeciso tra Marquinho e Gomez. Marquinho sta lavorando bene, ha un grande tiro, potevo darci una mano anche da fuori. Juanito è un attaccante vero, si muove bene in area, ha il guizzo del bomber. Speravo potesse fare qualcosa, alla fine ho scelto lui, è andata bene. Le sostituzioni hanno cambiato la gara? Diciamo che i giocatori che sono entrati in campo hanno dimostrato che qui si rema tutti nella stessa direzione».
Restano un paio di rigori non dati?
«Non voglio parlare degli episodi, sono sotto gli occhi di tutti. Tutti fanno degli errori: i mister, i giocatori, può capitare anche agli arbitri. Deve passare questo messaggio, fa parte del gioco».
Toni continua a sorprendere
«Ho visto che stava bene, mi sembrava ancora più grande di quello che è. Non penso solo al gol ma all'esempio che dà alla squadra. Un desiderio? Togliergli qualche anno ma non si può e, allora, godiamocelo così, per quello che fa».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Il nostro è un campionato incredibile"
Postata il 10/02/2014 alle ore 14:55
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate durante la trasmissione "Radio anch'io sport" in onda su Radio Uno: "La reazione nel secondo tempo? Dopo pochi minuti siamo andati sotto per colpa di un gol strano, poi la Juventus ha continuato a premere e la gara si è messa male con il raddoppio. Sembrava tutto perduto, non riuscivamo a reagire, ma c'erano altri 45 minuti da giocare e bisognava fare di tutto per riaprirla. Qui al Bentegodi, grazie anche al nostro pubblico, le partite non finiscono mai.
Obiettivo Europa League? Assolutamente no. Siamo una neopromossa, la Serie A è difficile e noi stiamo facendo un campionato incredibile. Il nostro obiettivo non cambia, pensiamo a raggiungere i 40 punti e poi vedremo cosa succederà.
L'ingresso di Osvaldo? Poteva dare più profondità, visto che noi ci eravamo allungati. Ci mancava una partita così contro una grande, siamo riusciti a rimanere in gara fino alla fine.
Noi come il Verona di Bagnoli? Io ero giocatore, quel Verona fu bravissimo, una squadra che è ancora leggenda. Toni? E' incredibile, pazzesco, domenica aveva una carica incredibile.
Jorginho? E' un ragazzo fantastico, un po' ci manca e a Napoli se lo godranno. Ma noi abbiamo le giuste alternative per andare avanti.
Il contratto in scadenza? Qui ho passato quattro anni bellissimi, sto benissimo e non ci saranno problemi quando andremo a discutere il rinnovo. Ora non è il momento per farlo, pensiamo solo alle partite da giocare".
Successivamente, Andrea Mandorlini è intervenuto anche alla trasmissione "Si gonfia la rete", in onda su Radio CRC: "La differenza tra Napoli e Juventus? Io vivo le nostre esperienze. Ci mancava il risultato, con le grandi abbiamo fatto sempre buone gare. Il rammarico è stato quello di non aver tenuto aperte le gare fino alla fine e contro la Juventus siamo stati premiati all'ultimo istante. I bianconeri, però, sono in vantaggio per punti e consapevolezza e sono più avanti nel percorso di crescita rispetto a Napoli e Roma.
La squadra di Conte in calo? Non mi sembra. Stiamo parlando di una partita che sembrava conclusa nel primo tempo, ma queste rimonte sono il bello del calcio. La Juve è forte, determinata, ha avuto alcuni episodi a favore e sembrava una partita stregata.
Conte, Garcia o Benitez? Ormai la Juventus è avanti, c'è un lavoro che continua da tempo ed hanno vinto tanto. Mi piace molto la Roma, è equilibrata, mentre il Napoli ha un potenziale incredibile e sono felice per Jorginho, che mi sta piacendo tantissimo. La squadra di Benitez si godrà tantissimo questo ragazzo, bravo a vedere la giocata prima di tutti".
Ufficio Stampa
Mandorlini "Bravi a crederci sempre" / VIDEO
Postata il 09/02/2014 alle ore 19:10
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della sfida con la Juventus (2-2), 23a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "La partita? Questo è un pareggio che vale come una vittoria, abbiamo recuperato sia grazie ad un grande secondo tempo, giocato con grinta e determinazione, e sia grazie alla spinta dei tifosi, che non ci stavano a perdere. La Juventus ha giocato un grande inizio di partita, noi siamo riusciti a tenerla aperta e alla fine abbiamo pareggiato. Il risultato contro una grande squadra? Le prestazioni ci sono sempre state, il rammarco era di non aver tenuto aperta la partita. Oggi ci siamo riusciti, quando sembrava tutto buio, ma abbiamo un cuore incredibile come la gente che ci ha spinto. Ci abbiamo creduto sempre e alla fine siamo stati premiati. Il nostro secondo tempo? Nello spogliatoio mi sono arrabbiato molto, non avevamo giocato nel primo parziale. Se potevamo vincere? Su certi episodi siamo stati pochi fortunati, ma ci può stare. Non abbiamo mai mollato, facendo una prestazione importante: questo è ciò che conta".
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Arrivare in fretta alla salvezza"
Postata il 27/01/2014 alle ore 10:30
MILANO - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate durante la trasmissione "La Domenica Sportiva", in onda su Rai 2 e condotta dalla giornalista Paola Ferrari: “[...] La partenza di Jorginho? Ci vorrà tempo per assimilarla, era un giocatore importante, gli auguro di esserlo anche nel Napoli. Noi abbiamo due alternative: oggi ha giocato Donati, col Milan Cirigliano, e quest'ultimo rappresenta anche il nostro futuro. Non si poteva bloccare un giocatore importante come Jorginho, la società ha fatto bene a venderlo perché era il momento adatto. Il fattore casa? Il Bentegodi per noi è importante, sono a Verona da quattro anni e abbiamo vinto quasi il 90% delle partite in casa, il fattore campo è fondamentale per noi.
I nostri obiettivi? Quello primario è la salvezza, non ci interessa altro. Ci sono ancora tante gare e noi ci crediamo, la mia squadra mi ha dato tante soddisfazioni e me ne darà ancora. Con tutte le grandi squadre abbiamo fatto degli errori e li abbiamo pagati cari.
Chi vincerà lo Scudetto? Ho visto la partita di campionato e anche quella di Coppa Italia, e io direi la Juventus. Ha un vantaggio importante sulle inseguitrici anche se si è leggermente ridotto, ma rimane sempre la favorita, nonostante la Roma sia un’ottima squadra.
Pazzini? Sono contento per Giampaolo, tornava da un infortunio e ha fatto un gol importante. Ho visto la felicità dei giocatori del Milan, hanno vinto due partite di seguito, la prima purtroppo contro di noi dove abbiamo concesso qualcosa di troppo solo nel finale. Però sono contento per lui, è un ragazzo fantastico così come Montolivo e penso siano importanti per la rinascita di questo Milan".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
07.01.2014
«Piedi per terra Ma è stupendo stare quassù»
Mandorlini fa i complimenti alla squadra: «Dico bravi a tutta la squadra, ci prendiamo i complimenti con piacere perché vincere qui non è facile per nessuno»
Francesco Arioli
UDINE
L'abituale self control stavolta si confonde con i sorrisi. Larghi. Andrea Mandorlini ha l'umore alto, altissimo. Distribuisce battute, regala dolcezze.
Merito - si presume - della stratosferica classifica del suo Verona, che a Udine ha centrato un'altra bella impresa: «Siamo contenti», ammette. «Tutti questi punti pesano». Nessuna meraviglia particolare però: «Diciamo che in settimana avevo visto segnali buoni, anche da chi è rientrato dopo. C'era uno spirito positivo, l'ambiente sereno. L'avevo detto anche nel pregara che sarebbe stato bello ripartire da dove avevamo finito e ce l'abbiamo fatta. I miei sono stati bravi».
Del resto «questa era una partita importante, contro una squadra che ha valori molto alti al di là del momento non proprio positivo. Noi comunque abbiamo fatto la nostra partita e io sono molto contento».
Verona oltre le previsioni generali in ogni caso. Forse anche di quelle del tecnico che, dopo Verona-Lazio, aveva confessato che avrebbe firmato per fare tre punti nelle tre sfide successive: «Allora adesso ci tocca perderne due...». Risata. Poi abbassa gli occhi, quasi imbarazzato da una posizione così prestigiosa. E ricorda il calendario, tostissimo: «Abbiamo Napoli, Milan e Roma. Poi Sassuolo e Juve... Abbiamo davanti tante partite difficili. E allora viviamo il presente perché il presente è bello, perché abbiamo fatto tanti punti e una buona partita. Perché i giocatori si sono ripresentati bene e lo spirito di squadra è alto... Siamo orgogliosi anche perché vincere qua così non è facile per nessuno».
Si sprecano le attestazioni di stima. Al Friuli è emerso il piglio della grande squadra, l'organizzazione di una big. Mandorlini incamera tutto, quasi imbarazzato: «Che dire? Ci prendiamo i complimenti anche perché l'Udinese deve restare un simbolo, un riferimento per le squadre medio-piccole. E poi di là c'è un allenatore che stimo, uno di migliori. E c'è una proprietà, una famiglia che ha fatto cose importantissime... Anche se pure la famiglia Setti in questo è sulla strada buona...».
Tra meriti degli uni ed errori degli altri «la verità sta sempre a metà: noi sapevamo di dover contenere in una certa maniera l'Udinese, concedendo qualche giocata esterna. Sapevamo che sui cross potevamo soffrire meno che sulle penetrazioni centrali ed avevamo preparato la partita anche per ripartire. I ragazzi sono stati bravi ad approfittare degli spazi», ribadisce l'allenatore dell'Hellas. «Punti in casa, punti in trasferta? Quello conta poco. Dico solo che adesso i punti sono tanti e che ce li siamo meritati tutti».
A Udine partendo tra l'altro con otto undicesimi del vecchio Hellas, quello che dominava in B: «Vecchi o nuovi sempre il Verona è. I principi di gioco, di gestione non sono mai cambiati», spiega Mandorlini. «Chiaro che sulla vecchia squadra abbiamo innestato giocatori nuovi come Luca Toni, Iturbe e tanti altri. A proposito: stiamo vivendo un momento particolare di mercato e io ho detto ai ragazzi che mi piacerebbe restassero tutti, anche chi ha giocato meno o niente perché si è consolidato un ambiente, uno spogliatoio forte. Davanti a tutti c'è chi gioca e chi sta facendo bene ma io credo che le vittorie arrivino anche perché dietro c'è gente che lavora altrettanto bene, c'è uno spogliatoio unito. Nonostante a giocare ci tengano tutti»
Quanto agli obiettivi, non pensate che il timoniere gialloblù possa già abbandonarsi a mire europee: «Dopo i 40 punti magari cambierò obiettivi. Ma c'è ancora tanta strada. E poi questi discorsi contano relativamente. Bisogna sempre pensare una partita alla volta», rimarca lui. «E credo che questa sia anche un po' la nostra forza. Ora dobbiamo recuperare, ho dato ai ragazzi un giorno di riposo in più.
Ma guardiamo al calendario, le difficoltà aumentano. Diciamo che tutti i punti che abbiamo fatto finora magari ci aiuteranno a sopportare le difficoltà, quando arriveranno. Però non cambia niente: noi sappiamo qual è il nostro obiettivo primario e il nostro obiettivo non cambia».
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Successi costruiti nello spogliatoio" / VIDEO
Postata il 06/01/2014 alle ore 19:43
UDINE - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria per 3-1 contro l'Udinese, 18a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "La partita? Abbiamo fatto bene, faccio i complimenti a tutti. Siamo ripartiti da dove avevamo finito, siamo contentissimi. Ci teniamo strette le cose buone che abbiamo fatto, ce le meritiamo tutte, la classifica è importante e ci aiuterà ad affrontare le sfide difficili che arriveranno. Prima della partita avevo buone sensazioni, siamo stati bravi nel fare tutto quanto avevamo preparato. Toni? Lo abbiamo recuperato prima della gara, ha fatto due gol, spero continui così: è un esempio importante da seguire. Il mercato? Vorrei ritrovare tutti qui, anche chi ha giocato poco. Questi successi si costruiscono nello spogliatoio. Il nostro obiettivo? Vivo alla giornata, ora pensiamo al Napoli".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
UDINESE 3-1 VERONA: Il commento di mister MANDORLINI |
31.12.2013
Mandorlini brinda «Un 2013 bellissimo»
«La promozione dell'Hellas in A mi ha regalato una grande emozione Un acquisto impossibile? Ribery. Sai che tridente con Toni e Iturbe...»
Andrea Mandorlini sorride, il suo Hellas vola anche in A
Si è ricaricato in famiglia, tra una passeggiata in riva al mare e una battuta di caccia con gli amici. Andrea Mandorlini ha già mandato in archivio il 2013, adesso si pensa solo al 2014. Ieri pomeriggio Toni e compagni hanno ripreso la preparazione in vista della sfida con l'Udinese. Il momento giusto per fare un bilancio degli ultimi dodici mesi. «Un anno bellissimo - racconta - che ha segnato la mia vita e la mia carriera. Sì, è vero, l'Hellas era stato costruito per salire subito ma vincere il campionato non è facile. La nostra promozione in A mi ha regalato un'emozione incredibile».
Da una parte la gioia sportiva, dall'altra il dolore privato...
«Un sacrificio sull'altare delle vittorie. Sportivamente parlando il 2013 mi ha dato tutto, umanamente devo ammettere che ho sofferto tantissimo. Prima la scomparsa di mio fratello Paolo, poi la morte di Giovanni Martinelli. In questi giorni di vacanza sono andato a rileggere i messaggi che il presidente mi ha mandato in questi anni, mi sono commosso. Martinelli ha dato tanto al Verona, ha dato tanto anche a me. Mi è sempre stato vicino, anche nei momenti difficili. Non potrò mai dimenticarlo».
Perchè Verona ama Mandorlini?
«Perchè questa è casa mia, un feeling nato subito, pochi giorni dopo il mio arrivo. Sono fatto così, quando intorno a me sento rispetto, fiducia, stima, dò sempre il massimo».
Il contratto di Mandorlini è in scadenza...
«Non m'interessa e non ci penso. Vivo alla giornata, ho già spostato l'attenzione sulla prossima partita con l'Udinese, vado avanti per la mia strada. Qualche anno fa ho detto che avrei voluto seguire l'esempio di Osvaldo Bagnoli e rimanere all'Hellas tanti anni. Non ho cambiato idea adesso, vorrei restare qua per sempre».
Dove può arrivare il Verona?
«Il più in alto possibile ma in questo momento non tolgo gli occhi e la testa dal nostro obiettivo, noi puntiamo solo alla salvezza. Parlare di Europa adesso porterebbe solo scompiglio nel gruppo e nell'ambiente».
Mandorlini ha dimostrato di poter allenare in A...
«Sono contento ma non mi piace parlare di rivincite. Cos'è mancato prima? Non lo so, molta gente parla senza conoscere i fatti, bisognerebbe vivere tutte le situazioni. Sicuramente ero in credito per quello che avevo dato e fatto negli anni precedenti ma mi sono sempre rimesso in gioco, sempre con passione, perchè alla base di tutto c'è la mia passione per questo gioco. Ora mi godo i 29 punti fatti con il mio Verona».
Un Natale felice, tutto è cambiato rispetto a un anno fa...
«Una catena di cose negative tutte insieme però sono ancora convinto di una cosa, le squalifiche sono arrivate perchè mi chiamo Mandorlini e perchè allenavo il Verona, c'è stato un vero e proprio accanimento contro di me. La lezione mi è servita, le cose sono cambiate, anche il rapporto con la società, con il presidente. Il calcio italiano brucia tutto in fretta, invece ci vuole tempo per costruire qualcosa di importante».
Peccato per il derby...
«Abbiamo perso una partita, non abbiamo giocato bene ma ci sta. Poteva finire zero a zero, abbiamo preso gol a venti secondi dalla fine. In questo calcio gli episodi fanno la differenza contro il Chievo la fortuna ci ha voltato le spalle. Sicuramente potevamo fare meglio ma la tensione ci ha giocato un brutto scherzo».
Chi vince il campionato?
«La Juve è la favorita e lo sta dimostrando ancora una volta. La Roma non ha mai perso e insegue a cinque punti di distanza, vuol dire che i bianconeri vanno fortissimo. Hanno investito, hanno seguito un progetto, hanno scelto i giocatori non solo in base alle loro qualità tecniche e umane ma anche seguendo i consigli di Conte. Hanno struttura importante, non vedo nessuno, almeno in questo momento, in grado di competere con loro».
Però le italiane in Europa fanno fatica...
«I risultati dicono questo anche se il Napoli, pur avendo fatto tanti punti, è stato eliminato dalla Chanpions. L'ho detto tante volte il campionato italiano non è bello ma è molto difficile, i tecnici sono molto preparati, devi affrontare squadre che adottano moduli diversi, c'è grande determinazione. Probabilmente questo in Europa non basta più, bisogna fare i conti con tanti campioni con un livello qualitativo importante. Cambiano anche gli equilibri».
L'anno prossimo ci saranno i Mondiali, cosa farà l'Italia?
«In questo momento non è facile fare una previsione, l'Italia è un'incognita e non è stata inserita tra le favorite ma tutte le volte che la Nazionale parte a fari spenti poi regala grandi Mondiali. Magari succede così anche quest'anno e poi mister Prandelli in panchina è una garanzia».
Inizia il mercato, come cambierà il Verona?
«Vorrei che si cambiasse il meno possibile, il gruppo è sano, i giocatori possono dare qualcosa in più. Certo che si può sempre migliorare e Sogliano sa che cosa fare».
Giochiamo al fantacalcio, disponibilità infinita e tanti milioni di euro, chi comprerebbe Mandorlini?
«Dico Ribery, un grande. Tra l'altro ha giocato nel Bayern con Toni e si capiscono al volo. Sai che tridente là davanti: lui, Luca e Iturbe. Però deve vincere la concorrenza di Jankovic, Gomez e Martinho...».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Godiamoci questi risultati fantastici" / VIDEO
Postata il 22/12/2013 alle ore 19:40
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervsita ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate al termine della vittoria per 4-1 contro la Lazio, 17a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "La vittoria contro la Lazio? Ci siamo fatti un bel regalo di Natale. Ci tenevamo, sapevamo di incontrare una squadra agguerrita che veniva da una settimana impegnativa. Il nostro spirito era giusto, lo avevamo visto anche a Catania, abbiamo fatto bene ed i miei ragazzi sono stati encomiabili. Abbiamo vinto un partita difficile contro una squadra di alta fascia ed ora la nostra classifica è bellissima. Abbiamo fatto tante cose positive, sono soddisfatto e questa è la dimostrazione che il lavoro paga. I tanti punti? Penso ad una partita alla volta, ora potremo recuperare in vista di gare molto difficili. Il mio 2013? I protagonisti sono i ragazzi, tutti ci meritiamo questi risultati fantastici".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini commenta il 4 a 1 alla LAZIO... |
ALTRE NOTIZIE
Hellas Verona, Mandorlini: "E' un piacere allenare questo gruppo"
22.12.2013 17.49 di Tommaso Maschio
Il tecnico dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini ai microfoni di Mediaset Premium fa un primo bilancio stagionale del cammino della sua squadra dopo la vittoria sulla Lazio: "Non mi aspettavo un inizio di campionato così e siamo molto molto contenti per questa vittoria perché volevamo chiudere bene. Sapevamo che loro avevano voglia di fare risultato, ma noi abbiamo tenuto bene il campo e fatto la gara che volevamo. Al di là dell'organizzazione di gioco va sottolineato lo spirito con cui si scende in campo e una condizione fisica che ci sostiene. Toni sta vivendo una seconda giovinezza qui da noi e siamo molto soddisfatti. Penso che i discorsi relativi a tour in oriente siano per la prossima estate. Noi pensiamo solo a cercare conferme di quanto fatto in questo 2013 per mantenere una classifica che ci fa stare molto sereni il più a lungo possibile. Siamo più bravi a fare la fase offensiva che quella difensiva, anche se abbiamo dimostrato di saperci anche sacrificare a protezione della porta. Ho un gruppo di ragazzi disponibili che si sacrifica a lavora duramente ed è un piacere allenarli. Sono contento di quello che sto facendo in una piazza importante come questa, sono da quattro anni qui e tutto il resto sono solo discorsi che lasciano il tempo che trovano. - conclude Mandorlini parlando del mercato - Siamo tanti, ma qualcosa faremo sicuramente. Ma non ci saranno grossi stravolgimenti"
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Mandorlini: "Abbiamo giocato a una porta sola" / VIDEO
Postata il 08/12/2013 alle ore 19:15
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria per 2-1 contro l'Atalanta, 15a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "I tre punti? Dovevamo interrompere questa serie un po' negativa, è stata una bella partita in cui abbiamo sempre avuto il pallino del gioco in mano. Faccio i complimenti ai ragazzi, questo è lo spirito giusto ed ora dobbiamo andare avanti così. L'Atalanta? Un avversario ostico, siamo andati sotto nel punteggio ma non abbiamo mai smesso di crederci. Qualcosa abbiamo concesso, ma non abbiamo mai mollato e abbiamo vinto meritatamente. La nostra reazione? La squadra voleva vincere fortemente. Cacia? Se entra con lo spirito giusto può dare il suo contributo".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
8 dicembre 2013 - Mister Mandorlini commenta la vittoria contro l'ATALANTA dopo 4 sconfitte di fila tra campionato e Coppa Italia |
EX NERAZZURRO
Il tecnico romagnolo con i nerazzurri ha conquistato una promozione nell'estate del 2004 ma nella massima serie è stato capace di ottenere solo 7 punti in 14 partite: la peggior gestione di un allenatore nella storia dell'Atalanta. Poi altri fallimenti prima della rinascita nella città di Romeo e Giulietta.
Hellas Verona-Atalanta Riecco Mandorlini, l'ex mai troppo rimpianto
Che Bergamo sia una città passionale quando si parla di calcio è cosa risaputa. Giocatori e allenatori che sono passati sotto le Mura venete lo sanno bene e, salvo qualche rara eccezione (vedi il caso Schelotto), per gli ex tornare ad affrontare l'Atalanta è sempre un piacere fatto di bei ricordi e di emozioni del passato.
Chissà come la pensa, invece, Andrea Mandorlini, uno che a Bergamo ha lasciato un ricordo agrodolce: bello da una parte, per la promozione ottenuta nel giugno del 2004 con una squadra che non era di certo tra le favorite per il salto nella massima serie, e piuttosto brutto dall'altra, per la pessima gestione del ritorno nel grande calcio con la sua Atalanta capace di arrivare a dicembre ultimissima in classifica con la miseria di sette punti, sei in meno della quart'ultima.
Per questo Mandorlini è un ex mai troppo rimpianto. Perché definire disastroso il cammino dei nerazzurri in quella maledetta stagione 2004-'05 sembra quasi riduttivo, tant'è vero che i numeri dicono che quella del tecnico di Ravenna è stata la peggior gestione dell'Atalanta in serie A nell'ultracentenaria storia del club bergamasco.
Non è che Mandorlini, una volta cacciato da Bergamo, abbia ottenuto dei grandi risultati prima di arrivare a Verona. Allontanato dalle panchine di Bologna, Padova, Siena e Sassuolo, l'ex allenatore nerazzurro (che a Bergamo, dobbiamo dirlo per completezza d'informazione, ha lanciato Montolivo e Pazzini) ha rialzato la testa in terra romena col Cluj, prima di collezionare l'ennesimo esonero l'anno dopo il trionfo in campionato.
Poi la chiamata che ha dato la svolta alla sua carriera, quella dell'Hellas Verona, nel novembre del 2010 preso in zona playout in serie C, oggi nelle zone nobili della classifica della massima serie: se non si tratta di un miracolo poco ci manca.
Nel mezzo tanti, troppi episodi sopra le righe che l'hanno portato ad avere dei guai con la giustizia sportiva per comportamenti che col calcio hanno ben poco a che vedere, come gli sfottò ai salernitani (con quel "Ti amo terrone" chiaramente ironico e carico di disprezzo) e la querelle col pubblico livornese nel giorno in cui una parte degli ultrà del Verona dimostrò tutta la sua bestialità intonando cori contro Morosini.
Sabato, 7 Dicembre, 2013 Autore: Luca Bassi
FONTE: BergamoNews.it
07.12.2013
Troppi errori, Mandorlini porta tutti in ritiro
«Abbiamo concesso troppi gol nelle ultime gare, bisogna capire perché La partita con l'Atalanta è molto delicata, noi non possiamo sbagliarla»
Non ha nemmeno parlato dell'arbitro Nasca. Ha fatto finta di non aver visto il rigore clamoroso negato dal «fischietto» pugliese per il fallo di mano in area di Petagna. Non ha indossato la maschera di ghiaccio che mette dall'inizio del campionato. Questa volta Andrea Mandorlini s'è arrabbiato davvero. Anche in giacca e cravatta, ha perso il fair play imposto dalla linea societaria. «Così non va bene - ha buttato lì alla fine della partita con la Sampdoria - tutti in ritiro». La sconfitta in Coppa Italia con i doriani non è passata inosservata, è arrivato il quarto ko consecutivo nelle ultime settimane, la scusa dei 22 punti in classifica non regge più, anzi non può essere una giustificazione. Per carità, non è giusto parlare di «pancia piena» per un gruppo che ha dimostrato in questi anni di saper dare il massimo proprio nelle difficoltà ma è anche vero che il quarto posto in classifica può aver tolto - anche inconsciamente - quelli stimoli che non devono mancare a una «matricola».
Ci poteva stare la sconfitta con il Genoa di Gasperini, qualche problema in più l'ha sollevato il ko nel derby, non solo per il risultato ma soprattutto per l'atteggiamento di una squadra che ha giocato la «stracittadina» con lo spirito di chi sta giocando l'amichevole del giovedì. A Firenze s'è visto il carattere di una squadra che sa lottare anche in inferiorità numerica e anche Montella ha apprezzato le qualità di due o tre giocatori che possono mettere in difficoltà una formazione, come quella viola, che punta decisamente all'Europa. Ma alla fine è arrivata un'altra sconfitta. In Coppa, con la Doria, Mandorlini ha ritoccato il modulo e cambiato i giocatori, ha gettato nella mischia gente che non vedeva il campo da mesi ma non ha invertito la rotta. I
dee, pressing, buone geometrie ma sono bastati due o tre errori grossolani per spianare la strada verso la qualificazione alla truppa di Mihajlovic. Basta pensare al rimpallo in area sull'innocuo cross dalla sinistra di Poulsen o alla palla persa da Cirigliano che ha lanciato Petagna verso la porta di Mihaylov prima della rete di Bjarnason. «Non ci eravamo ancora seduti in panchina e ci siamo trovati sotto di due gol», ha detto ironicamente Mandorlini. In effetti, la Samp non ha fatto nulla di stratosferico per passare in vantaggio, ha incassato con il sorriso due regali dei gialloblù. In pochi minuti Moras e compagni hanno gettato al vento una partita. Non è la prima volta che succede, basta pensare alle trasferte di Roma, di Torino con la Juventus, di Milano con l'Inter, di Firenze. Basta un niente per andare in crisi. Era successo anche in casa con il Parma ma poi la partita è cambiata, per fortuna.
«Perchè succede? Non lo so, voglio proprio capirlo - ammette Mandorlini - non siamo in Serie A da una settimana, ormai sappiamo che non possiamo commettere errori, qui al primo errore ti castigano. Inutile lamentarsi. Prendiamo troppi gol, non va bene così. Serve più attenzione, più concentrazione per tutti i novanta minuti». E domenica arriva l'Atalanta, una partita molto delicata in ottica salvezza. Molto sentita anche dal tecnico che ha giocato e allenato a Bergamo. «Non mi interessano più i complimenti - conclude il tecnico - prendiamo troppi gol, adesso servono i punti».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "In Serie A chi sbaglia paga" / VIDEO
Postata il 02/12/2013 alle ore 23:16
FIRENZE - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la sconfitta per 4-3 contro la Fiorentina, 14a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "L'atteggiamento è stato molto positivo, abbiamo commesso degli errori e se sbagli in Serie A non ti perdonano. Credo che per fare buone classifiche devi avere un aspetto difensivo diverso, e noi oggi abbiamo concesso un po' troppo. La Fiorentina ha qualità ed ha concretizzato al massimo le occasioni avute. La nostra prestazione? Ho apprezzato molto lo spirito e l'atteggiamento della mia squadra, i gol ce li siamo tutti guadagnati e quindi sono contento, anche se dispiace aver perso questa partita".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
FIORENTINA 4-3 VERONA: Mandorlini a Verona Channel
24.11.2013
Amaro Mandorlini «Un ko che fa male Dobbiamo ripartire»
«Che brutto perdere un derby a tempo scaduto Mi dispiace per tutti noi, per i giocatori e per i tifosi Non dimentichiamo quello che abbiamo fatto finora»
Il capo chinato ma non per questo rassegnato. Anzi, l'esatto contrario. Mister Mandorlini rende onore al Chievo di Eugenio Corini, fra i due tecnici c'è stima vera, e si getta subito a capofitto sull'analisi della partita. «Romulo ha sempre fatto il terzino, magari quest'anno l'ha fatto poche volte con noi ma la fascia riesce a farla molto bene - spiega -. L'avevamo pensata con Donati dentro a metacampo dal primo minuto. Non credo che siano stati gli interpreti a sbagliare ma, in generale, non abbiamo fatto bene. Non ci venivano le giocate, qualcosa abbiamo fatto nel secondo tempo. Le gare si giocano fino alla fine e lì, nell'occasione del loro gol, siamo stati troppo leggeri».
Mandorlini gioca d'anticipo in sala stampa spiegando il perchè della formazione iniziale. È stato il Chievo a togliere brillantezza all'undici dell'Hellas. «Quando hai dieci giocatori sotto la linea della palla, fai fatica ad essere veloce - sottolinea il tecnico gialloblù -, non ha il campo necessario per farlo. Non riuscivamo a far girare la palla, ci siamo innervositi perchè loro erano molto chiusi. Il Chievo ha fatto una grande partita di sacrificio e quindi era davvero dura. Noi dovevamo avere maggior pazienza e far girare meglio la palla».
Verona bloccato da se stesso ancor prima dall'atteggiamento tattico voluto da Corini, allenatore a torto allontanato dal Chievo quattro mesi fa e, allora, perchè non cambiare? «L'avevo pensato - ammette Mandorlini - però anche i ragazzi che sono entrati non hanno dato quello che ci aspettavamo. Succede, fa parte del gioco, mi dispiace tantissimo per tutti noi, per i giocatori e per i tifosi. So cosa significa perdere un derby, poi a tempo scaduto fa ancora più male. Dobbiamo ripartire subito». Jorginho è rimasto vittima dei giochi di specchi voluti da Corini. Troppo traffico a metacampo per il giovane regista che forse ha fatto la gara meno brillante della stagione proprio davanti al ct azzurro Cesare Prandelli. Allora perchè non inserire Cirigliano, sostituendo Jorginho o dandogli un'altra posizione in mezzo...
«Avevo pensato anche a questo - continua Mandorlini - Albertazzi purtroppo ha chiesto il cambio per i crampi e non ne ho avuto la possibilità, magari spostavamo ancora Romulo o Cacciatore. Era una soluzione, ma non credo sia stato lì l'episodio chiave della gara. La partita era finita, dovevamo leggere meglio certe situazioni in campo soprattutto con i giocatori più esperti».
Mandorlini torna ovviamente sull'episodio del gol di Lazarevic, che ha segnato un derby davvero poco spettacolare e dominato dal tatticismo del Chievo che però, in questo frangente ha dimostrato di avere un'identita ben precisa. Verona, soprattutto per i suoi tifosi, che vorrebbe fosse già lunedì 2 dicembre. «Con la Fiorentina prima e poi la Samp in Coppa Italia e ancora campionato - ammette -. Tre gare in sei giorni, ci sarà spazio per molti. Comunque non cambierei per nulla al mondo il risultato di una gara per la classifica che noi tutti, società e gruppo ci siamo sudati fino a questo momento».
E l'equilibrio deve essere di casa all'Hellas, perchè oggi dev'essere un altro giorno, frase resa famosa dal film “Via col Vento”. D'altronde è bastata una folata al Chievo per dimenticare Sannino. L'Hellas deve solamente ritrovare un po' di fiducia in quello che è forse il primo momento di difficoltà della stagione dopo due ko con Genoa e Chievo. «Avete detto bene, non esistono problemi, crisi o chissa cos'altro - spiega -. Esiste un momento no, dove non riusciamo ad avere soluzioni offensive di un certo livello, come ci capitava prima, e dove paghiamo a caro prezzo ogni nostra disattenzione dietro. Questo si lo accetto, è corretto. Al lavoro dunque, in fin dei conti mi tengo il sesto o settimo posto quello che sarà quando verrà completato il turno di campionato e guardo alle tre gare impegnative che ci attendono». Non ha voluto toccare troppo i singoli mister Mandorlini e neppure scendere ad analizzare gli episodi della partita che non sempre hanno visto arbitro e vari giudizi prendere la decisione corretta. «Non mi va di commentarli, anche se i ragazzi mi hanno detto certe cose al termine della gara - conclude -. Dobbiamo fare meglio le cose che sappiamo fare ed essere più determinati e attenti».
Gianluca Tavellin
FONTE: LArena.it
23 Nov. 2013 Andrea Mandorlini commenta la bruciante sconfitta nei secondi finali del derby! |
Mandorlini: "Accettiamo la sconfitta, ripartiamo" / VIDEO
Postata il 23/11/2013 alle ore 21:50
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la sconfitta per 1-0 contro il Chievo, 13a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "La partita? Era più giusto un pareggio, ma il calcio è questo e bisogna stare concentrati fino al fischio finale. Noi non abbiamo fatto una buona gara, soprattutto nel primo tempo. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio, ma in generale mi aspettavo una prestazione diversa. Ci dobbiamo prendere le nostre responsabilità e capire dove abbiamo sbagliato. Il Chievo ha fatto una partita di grande sacrificio, noi non riuscivamo a trovare spazi e forse ci siamo un po' innervositi e abbiamo pagato. Sconfitta salutare? Non fa mai iacere perdere, si può crescere anche con le vittorie".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
venerdì 22 novembre 2013
Serie A Verona, Mandorlini: «Il derby? La nostra città ne sarà orgogliosa»
Ritorna il derby in Serie A allo stadio Bentegodi contro i clivensi di Corini, il tecnico degli scaligeri ne ha parlato in conferenza stampa: «In tanti anni loro sono stati bravissimi, gli auguro di continuare questo percorso e avere il prossimo anno un altro derby. Ma, indipendentemente dal campionato, la nostra chiesa è sempre rimasta al centro»
VERONA - Ci siamo. Il Bentegodi si sta preparando per essere pronto domani pomeriggio (ore 18) ad ospitare le due squadre di calcio di Verona, l'Hellas contro il Chievo. Ritorna nella massima Serie il derby veneto e Andrea Mandorlini oggi ne ha parlato in conferenza stampa: «In tanti anni loro sono stati bravissimi, gli auguro di continuare questo percorso e avere il prossimo anno un altro derby. Ma, indipendentemente dal campionato, la chiesa dell'Hellas Verona e' sempre rimasta al centro. L'Hellas ha un seguito diverso dal Chievo, anche se in questi anni e' mancato dalla A. Sarà una partita difficilissima per tanti motivi, i numeri prima o poi cadono e loro sono con l'acqua alla gola. Resta comunque una gara che renderà orgogliosa tutta la città. Siamo tornati a giocare questo derby dopo tanti anni, e per questo siamo ancora più contenti. Non ci sono favoriti in partite come questa, siamo sereni e la nostra classifica ci permetterà di giocarcela in tranquillità. Io ho disputato derby importanti, in campo si innescano sempre tanti meccanismi e loro dovranno fare di tutto per far punti mentre a noi, se non vinciamo, non cambia la classifica».
FONTE: CorriereDelloSport.it
22 Nov. 2013 Andrea Mandorlini prima dell'11° derby dell'Arena |
Mandorlini: "Ci concentriamo per la prossima partita"
Postata il 13/11/2013 alle ore 19:30
PESCHIERA DEL GARDA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate ai microfoni di Sky Sport 24 prima della seduta d'allenamento pomeridiana: "Garcia? Sta facendo molto bene, merita la ribalta che ha. Tra Toni, Tevez e Balotelli chi sarà decisivo alla ripresa del campionato? Dico Toni, è un po' scontato e ha fatto molto bene e spero che dopo la sosta continui su questo livelli. Luca in azzurro? Ha una certa età bisogna preservarlo e deve avere la possibilità di allenarsi bene. Oggi ce lo teniamo stretto anche se avrebbe già meritato la Nazionale per quello che ha fatto in campo. Poi deciderà Prandelli quando sarà il tempo delle convocazioni. I risultati? Stiamo facendo molto bene, a parte l'ultima sconfitta abbiamo trovato una buona continuità ma sta a noi continuare su questo percorso. Sono convinto che abbiamo tutto per fare ancora bene. Il derby? E' una partita molto importante, arriva dopo tanto anni. Loro hanno cambiato ma noi ci stiamo preparando molto bene e sappiamo che sarà molto dura. Il mercato? Spero che non parta nessuno, abbiamo giovani bravi e che piacciono a tante squadre. Ma manca ancora tanto a gennaio e adesso bigogna pensare solo al Chievo. Lo spot? E' giusto staccare un attimo ma sono sicuro che i ragazzi sono concentrati sulla prossima partita".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
09.11.2013
Tutto Mandorlini: tre anni in gialloblù dalla A alla Zeta...
«L'Hellas è il mio mondo, Bagnoli un grande, Martinelli un secondo papà. Il Trap è stato un esempio di vita ma non chiamatemi trapattoniano...»
Un brindisi per festeggiare il terzo anniversario sulla panchina dell'Hellas. L'avventura in gialloblù di Andrea Mandorlini iniziò il 9 novembre del 2010, il Verona era al quartultimo posto in C1, con solo 13 punti in classifica dopo 12 partite e mezzo piede in C2. Sono passati 1095 giorni, l'Hellas ha centrato due promozioni in tre campionati e ora è quarto in Serie A. Dalla A alla Zeta le emozioni, i ricordi, le soddisfazioni e i dolori del mister gialloblù.
A COME SERIE A. «Il coronamento di un sogno, si è chiuso un cerchio dopo qualche amarezza di troppo. E poi è bellissimo essere tornati in A con il Verona, di aver riportato in alto una piazza che merita tantissimo».
B COME BAGNOLI. «In più di un'occasione hanno accostato il mio Hellas a quello di Bagnoli per il carattere, l'atteggiamento, l'organizzazione di gioco. Non può che farmi piacere anche se lui è riuscito nella grandissima impresa di vincere lo scudetto. E poi il mister è una grande persona, l'ho conosciuto mi ha dato subito una sensazione di correttezza, di forza, di onestà intellettuale. L'avevo detto appena arrivato, vorrei aprire un ciclo come ha fatto lui».
C COME CLUJ. «Volevo rimettermi in gioco, pur di allenare avevo accettato di emigrare in Romania. Ho provato la grande soddisfazione di vincere tutto - il campionato, la Coppa e la Supercoppa - e di qualificarmi per la Champions League ma poi mi è arrivata la mazzata, mi hanno esonerato senza un motivo, non so ancora il perchè. Una delusione incredibile. Ho fatto due mesi da solo, a caccia, a riflettere. Poi è arrivata la chiamata del Verona».
D COME DERBY. «Lo so che è una partita molto importante e molto sentita, soprattutto dalla nostra gente ma non ci penso, non ci ho ancora pensato. Adesso c'è il Genoa, poi la sosta. Ci saranno quindici giorni di tempo per pensarci. Non voglio creare troppa tensione adesso».
E COME EUROPA. «Allora meglio chiarire subito una cosa. In questo momento il Verona sarebbe qualificato per l'Europa League e questo è un dato di fatto. Vuol dire che ce lo siamo meritati. È giusto che ci sia entusiasmo tra i tifosi e i giocatori perchè non dovrebbe essere così. Ma vi assicuro che questa squadra ha i piedi ben piantati per terra, nessuno si monta la testa. Prima raggiungiamo l'obiettivo poi ci divertiamo».
F COME FIGLI. «Anche loro calciatori. Davide poteva fare di più, un professionista esemplare, forse troppo buono. Matteo mi assomniglia caratterialmente, ogni tanto "sbrocca". Ha grinta, è determinato, vuole arrivare a tutti i costi. Calcio a parte, però, sono soddisfatto perchè sono due bravi ragazzi».
G COME MANDORLINI GIOCATORE. «Sono contento di quello che ho fatto. Anzi, sapete che cosa vi dico, sono arrivato più in alto di quelle che sono le mie potenzialità. Ho fatto la gavetta, ho indossato la maglia della mia squadra del cuore, ho vinto praticamente tutto con l'Inter e ho conosciuto grandi giocatori».
H COME HELLAS. «Il mio mondo, mi sembra di essere qua da una vita. La gente mi ha adottato, mi vuole bene, mi fa sempre sentire il suo affetto. Non solo i tifosi ma anche le persone che incontro per la strada. Vorrei fermarmi a Verona per sempre».
I COME INTER. «Non è da tutti giocare con la squadra del cuore, ci sono riuscito e questo mi ha dato una gioia incredibile. Sono arrivato ragazzino, me ne sono andato uomo. All'inizio tutto San Siro mi fischiava quando toccavo il pallone poi sono diventato uno dei beniamini della Curva. Perchè ero generoso, determinato, sempre pronto a sacrificarmi per tutti. Dieci giorni fa, quando siamo tornati con il Verona, i tifosi nerazzurri mi hanno fatto un coro bellissimo, vuol dire che ho lasciato un bel ricordo».
L COME LIVORNO. «Le dichiarazioni alla vigilia della partita con il Livorno mi hanno rovinato la vita, ancora adesso, in alcuni stadi, alla fine della partita, è sempre quella la prima domanda. Ripeto ancora una volta che non volevo offendere nessuno e nemmeno aizzare la folla. Sono stato mal interpretato e strumentalizzato. Non lo rifarei, ho pagato a caro prezzo».
M COME MARTINELLI. «Non è stato solo il mio presidente. Ci siamo voluti bene, mi ha dato in mano fin dal primo giorno le chiavi della squadra, mi ha aperto le porte della società. Ci sentivamo tutti i giorni. Ho perso il papà da giovane e con lui avevo stabilito un rapporto bellissimo, come in famiglia. Mi manca, mi manca ogni giorno».
N COME NONNO E NIPOTI. «Ho poco tempo per fare il nonno ma ho due splendidi nipoti: Andrea junior figlio di Davide e Mia figlia di Matteo. Diciamo che soprattutto in estate mi dedico a loro. Un altro Andrea Mandorlini nel calcio? Può essere. Chissà cosa dirà la gente: ancora Andrea Mandorlini? No, basta....»
O COME OBIETTIVO. «Dobbiamo raggiungere la salvezza al più presto. In Serie A non puoi sbagliare, può succedere veramente di tutto. Per l'Hellas è troppo importante mantenere la categoria quest'anno e assestarsi economicamente poi si può ragionare con più calma al progetto».
P COME PROMOZIONE. «Ho centrato quattro promozioni - due con il Verona, una a Spezia e una a Bergamo - e ho conquistato lo scudetto in Romania ma potevo vincere qualcosa in più visto che ho perso quattro play off. Comunque non ho vinto solo a Verona, basta pensare alla promozione con lo Spezia, un anno senza perdere una partita. Non ci sono riusciti in molti».
Q COME QUOTA 22. «Viaggiamo con una media di due punti a partita, chi l'avrebbe mai detto in estate? Ventidue punti sono tanti, il quarto posto bellissimo, ora dobbiamo restare concentrati. Quello che abbiamo ce lo siamo meritati, dobbiamo andare avanti con questa consapevolezza».
R COME RAVENNA. «La città dove sono nato, dove vivo, dove torno dopo le partite. Lì è rimasta la mia famiglia. Me n'ero andato da ragazzino per inseguire un sogno, la vivo molto di più adesso da uomo maturo, innamorato di una città a misura d'uomo, del mare, delle passeggiate sulla sabbia con il profumo del sale».
S COME SETTI & SOGLIANO. «Dopo un anno insieme il rapporto è maturato, non sono mancati e non mancano i confronti serrati ma ci sta, tra uomini di carattere. Alla base però c'è sempre grande lealtà. Il presidente vuole sempre il massimo, lavora sempre a mille e chiede a tutti uno sforzo in più. Solo così si può arrivare in alto. Ma non l'ho mai sentito lontano da me. Sogliano l'avevo conosciuto da giocatore, difensore arcigno, l'ho ritrovato da direttore sportivo, preparato e diplomatico. È giovane ma sta lavorando sodo e ha curato bene i rapporti. L' ho detto anche a lui, se ci fossimo conosciuti prima potevamo vincere di più, tutti e due».
T COME TRAPATTONI. «È stato il mio maestro ma non chiamatemi trapattoniano, abbiamo due modi di vedere il calcio molto diversi. Cambia anche l'organizzazione di gioco. Il Trap, come Mazzone, sono stati fondamentali nella mia crescita umana da allenatore, soprattutto nella gestione dello spogliatoio. Grandissimi.
U COME UDINE. «Lì ho chiuso la mia carriera da giocatore e iniziato ad allenare in Serie D con la Manzanese. Sono stato bene, una città che non ti dà pressioni, io e mia moglie avevamo anche ipotizzato di rimanere lì a vivere».
V COME VITTORIE. «Abbiamo vinto tanto con l'Hellas, in 132 partite ben 72 successi, sono tantissimi. Poi 35 pareggi e 25 sconfitte. Abbiamo infranto tanti tabù e ritoccato record storici. Sono risultati che resteranno sempre nella storia gialloblù».
Z COME ZIO BERGOMI E ZENGA. «Ma anche Tardelli e Klinsmann, Diaz e Rriccardo Ferri. Compagni di squadra nell'Inter dei record ma soprattutto amici. Il Trap mi metteva sempre in camera con gli stranieri, parlavo solo l'italiano ma diceva che così capivano come dovevano comportarsi, com'era fatti quelli che giocavano nell'Inter. Ero un punto di riferimento, sapevo ascoltare. Mi ricordo che Tardelli restava in camera mia fino alle tre, alle quattro a chiacchierare. "Vattene, domani c'è la partita, tu sei un fuoriclasse, io no...". Lui rideva e restava lì,
a parlare di tutto e di più. Forse il Mandorlini allenatore è nato proprio lì, in quelle notti insonni»
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
9 novembre 2013 - Andrea Mandorlini |
Mandorlini in tre anni nella storia del Verona: è lui il più vincente
di Gianluca Bottiglieri
08/nov/2013 10.50.00
Contro il Genoa Mandorlini festeggerà il terzo anniversario alla guida del Verona: dopo due promozioni, gli scaligeri sotto la guida del ravennate stupiscono anche in Serie A.
Ormai anche i numeri lo confermano: Andrea Mandorlini è l’allenatore più vincente della storia del Verona. La certezza arriva dopo la vittoria contro il Cagliari nella settimana in cui, tra l’altro, proprio il tecnico di Ravenna festeggia i tre anni alla guida degli scaligeri.
Un triennio importante nel quale Mandorlini è riuscito a conquistare ben due promozioni (dalla Lega Pro alla B e dalla B alla A) culminato con uno splendido avvio di stagione in Serie A dove la squadra è riuscita ad eguagliare anche il record del Verona di Malesani totalizzando ben 22 punti in 11 garie con una media di 2 punti a partita, e un quarto posto in coabitazione con l’Inter. Tutto frutto di tanto impegno e duro lavoro da parte dei giocatori che ben si integrano negli schemi tattici di Mandorlini.
Era il 9 novembre del 2010 quando Mandorlini venne chiamato dalla dirigenza dei gialloblù per sostituire Giuseppe Giannini, con l’Hellas che navigava ormai nella zona playout nel girone A di Lega Pro. Dopo ben 5 pareggi consecutivi, arrivò la prima vittoria per 4-0 al Bentegodi contro la Paganese, poco prima di Natale. Da quella partita in poi per il Verona è stata tutta una strada in discesa fino alla massima serie.
Su 132 partite, Mandorlini è riuscito ad ottenere ben 69 vittorie, con una percentuale di successo pari al 52%. Una media che permette all’allenatore attuale dei gialloblù, di posizionarsi anche davanti al mito Osvaldo Bagnoli, condottiero del Verona scudettato dell’ 1984-85 (sebbene comunque quest’ultimo sia stato per 8 stagioni sulla panchina dell’Hellas).
Chi ha portato Mandorlini a Verona è stato proprio Giovanni Martinelli, l’ex presidente recentemente scomparso. “Mi ha concesso di entrare nel Verona e mi ha avvicinato alla sua famiglia, per me resterà sempre un uomo straordinario che porterò con me nel cuore”. Queste le parole commosse del tecnico a pochi giorni dal tragico lutto. A Martinelli, Mandorlini deve tanto, ma è con l’attuale gestione Setti che l’allenatore centra il ritorno nella massima categoria, dopo ben 11 anni trascorsi tra Serie B e Lega Pro.
Tuttavia però, il rapporto con la società, specie all’indomani della promozione in Serie A, è stato paradossalmente difficile. Diverse le incomprensioni tra la dirigenza e l’ allenatore che in estate hanno fatto presagire ad un clamoroso divorzio fra le parti.
Si parlava già dei possibili sostituti come Mangia e Sannino. Il buon senso della dirigenza del Verona però, e soprattutto quello del DS Sogliano, portarono alla conferma tramite conferenza stampa del tecnico artefice delle due promozioni consecutive. Visti i risultati, si è rivelata la scelta più azzeccata.
FONTE: Goal.com
SERIE A
Mandorlini eguaglia Malesani. Ma ora viene il difficile. Cagliari: serve una svolta
04.11.2013 07.30 di Tommaso Maschio
Con la sesta vittoria in altrettante gare casalinghe l'Hellas Verona di Andrea Mandorlini eguaglia quello allenato da Alberto Malesani nel 2001-02. Un record importante, ma non certo benaugurante per i colori gialloblu visto che in quella stagione nonostante una squadra ricca di talento - basti citare Camoranesi, Oddo, Gilardino e Mutu - l'Hellas finì per retrocedere in serie B dando il via a una discesa verso gli 'inferi' della Serie C da cui solo nelle ultime stagioni la squadra scaligera ha saputo risollevarsi conquistando in tre anni una doppia promozione e tornando così in Serie A.
La squadra di Mandorlini dovrà imparare la lezione per evitare che la storia si ripeta e continuare a cullare il sogno di un campionato nelle zone alte, o quanto meno nella colonna sinistra, della classifica. Il tecnico romagnolo è stato bravo finora a tenere i suoi coi piedi per terra puntando sull'umiltà di una squadra che è un sapiente mix di giovani in rampa di lancio - Iturbe, Jorginho e Romulo - e vecchie volpi che non si arrendono al passare del tempo e vogliono dimostrare di valere ancora molto - Toni per esempio - e magari sognare in grande in vista dell'appuntamento mondiale della prossima estate. E così dovrà fare anche nel prossimo futuro. La squadra gioca un calcio brioso, ma concreto con pochi fronzoli e grande incisività sotto porta anche quando attorno al totem Toni, forse unico giocatore insostituibile nello scacchiere scaligero, cambiano gli interpreti che rispondono al nome di Iturbe, Jankovic, Martinho e Gomez. A questo va aggiunto un gruppo storico che ha lottato e faticato per riportare in massima serie l'Hellas Verona e ora non vuole certo rovinare quanto di buono fatto. Resta solo da vedere come la squadra reagirà quando arriverà il primo periodo negativo di una stagione vissuta fin qui al di sopra delle aspettative, ma le basi per superarlo ci sono tutte.
[...]
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
04.11.2013
Mandorlini sale in cattedra: «Tutti promossi»
ANDREA MANDORLINI
Missione compiuta. Due partite in casa in cinque giorni, due vittorie pesanti per l'Hellas che resta nei quartieri alti della classifica. Fort Bentegodi non vacilla, anzi è diventato inespugnabile e il Generale Mandorlini non può far altro che fare i complimenti alla sua truppa. «Non ho mai pensato, nemmeno per un attimo, di non poter vincere questa partita - ammette il tecnico del Verona - questa squadra mi piace sempre di più. Autoritaria, organizzata, determinata. Ancora una vittoria del gruppo».
Non si passa al Bentegodi?
«Abbiamo vinto sei partite su sei in casa, non male per una matricola della Serie A. Sapevo che la partita con il Cagliari sarebbe stata molto dura, loro hanno una squadra molto forte, hanno giocatori di qualità, possono far male quando trovano spazio. Noi abbiamo giocato tre partite in una settimana, con l'Inter abbiamo sprecato tante energie psicofisiche, con la Sampdoria abbiamo vinto bene ma ero curioso di vedere cosa sarebbe successo con il Cagliari. Ancora una volta questa squadra mi ha dato grande soddisfazione».
Una partenza da applausi...
«I ragazzi hanno fatto quello che avevo chiesto. Volevo partire subito forte per non dare al Cagliari la possibilità di organizzarsi. Venivano da una brutta batosta in casa, volevano riscattarsi. Noi siamo stati bravi perchè li abbiamo aggrediti subito, siamo passati in vantaggio, potevamo raddoppiare. Ancora una volta abbiamo dimostrato grande equilibrio».
Una squadra che sta bene...
«Un buon momento, non c'è dubbio. Perchè abbiamo sempre tenuto in mano le redini della partita. Abbiamo sofferto la reazione del Cagliari a metà del primo tempo ma ci sta perchè i sardi hanno tirato in porta una volta e alla fine quando abbiamo preso gol per una disattenzione. Ma Rafael non è mai stato impegnato e loro, a un certo punto, hanno solo cercato la botta da fuori, non entravano in area».
Un po' di stanchezza alla fine?
«Ci sta anche quella, dopo il secondo gol abbiamo cercato di amministrare la partita. Non dimentichiamo che ci sono giocatori, vedi Jorginho, che tirano la carretta dall'inizio del campionato».
Molto bene Jankovic...
«Bravo, ha fatto un gran bel gol,alla fine di una splendida azione. Bello anche lo spunto del primo tempo che ha portato al possibile rigore. Non ho visto bene ma i giocatori mi hanno detto che il tocco di mano è stato netto, poteva starci il rigore. Ho tolto Jankovic dopo un'ora perchè non giocava da tempo e non volevo rischiare ma sono soddisfatto della sua prestazione anche se, e lui lo sa, potrebbe fare ancora meglio. È un giocatore che ha grandi qualità, può fare la differenza dal primo all'ultimo minuto e può darci una mano. L'ho risparmiato in vista della sfida con il Genoa, la sua ex squadra».
Bravo anche Iturbe
«Una bella partita, anche lui si è messo a disposizione della squadra. Ha un passo in più quando attacca, tant'è che gli avversari hanno studiato una gabbia su di lui com'era successo con il Parma, ma si è fatto rispettare. Si è anche sacrificato in copertura. Sta crescendo ma deve ancora migliorare».
È tornato in campo Sala, ha debuttato Longo
«Sono due giovani che stanno lavorando molto bene, sono un po' chiusi in questo momento ma arriverà anche il loro momento, sanno che sono importanti per il gruppo e anche con il Cagliari hanno dimostrato che le qualità non mancano».
Sei vittorie consecutive in casa, sei vittorie diverse
«Beh, qualche volta abbiamo sofferto ma con Samp e Cagliari abbiamo vinto bene, vuol dire che la squadra sta crescendo. I limiti? Qualcosa si può migliorare ma se abbiamo fatto 22 punti vuol dire che i pregi sono più dei difetti».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Ci stiamo meritando questi risultati" / VIDEO
Postata il 03/11/2013 alle ore 19:12
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria per 2-1 contro il Cagliari, 11a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Siamo partiti forte, poi il Cagliari ha fatto un buon possesso palla ma siamo stati bravi a chiudere la partita, seppur nel finale abbiamo subito gol e sofferto un po' troppo. Vincere non è mai facile, ma questi tre punti sono difficili ed importanti. La vittoria del gruppo? Tutto parte da lì. Durante la settimana i ragazzi si sacrificano molto, è un premio anche per loro. La trasferta di Genova? Ora pensiamo a goderci questa vittoria".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
RASSEGNA STAMPA
Verona, Mandorlini a caccia di Malesani per il record di vittorie
03.11.2013 08.39 di Simone Bernabei
L'Hellas Verona si sta rendendo protagonista di uno strepitoso inizio di campionato, ma gli uomini di Mandorlini non vogliono fermarsi qua. Secondo Tuttosport infatti il Verona cercherà la sesta vittoria consecutiva in casa da inizio stagione in modo da eguagliare il record fatto registrare dalla squadra allenata da Alberto Malesani. Il precedente tuttavia non è dei migliori visto che proprio quella squadra a fine anno retrocesse in serie B nonostante le 6 vittorie di fila.
ALTRE NOTIZIE
Hellas Verona, Mandorlini: "Sui quattro gol subiti c'è sempre un nostro errore"
26.10.2013 23.26 di Simone Lorini Twitter: @Simone_Lorini
Intervistato a fine gara da Mediaset Premium, il tecnico del Verona Andrea Mandorlini ha analizzato il ko subito stasera a San Siro al cospetto dell'Inter: "Qualcosa abbiamo regalato, anche se loro sono stati bravi a sfruttare i nostri errori. Abbiamo commesso almeno quattro errori, su tutte le reti c'è il nostro zampino. La concentrazione e l'attenzione non è stata quella che serviva, ma ci servirà per crescere".
Inter troppo forte, San Siro che preme, troppi elogi in settimana: quale il motivo di questo ko?
"La gara va interpreta, loro non sono partiti fortissimo ma l'uno-due dell'Inter ci ha un po' spiazzato, siamo stati bravi a rimetterla in piedi ma non è bastato. Siamo venuti qui troppo spensierati. Abbiamo commesso ripetuti errori, il mio maestro Trapattoni oggi mi tirerebbe le orecchie. Mercoledì dovremo fare una partita diversa, anche se oggi abbiamo fatto una buona gara ma commesso troppe leggerezze nei momenti chiave. Abbiamo preso quattro gol brutti, anche se loro sono stati bravi".
Meglio stasera che in altre occasioni non credi?
"E' un peccato, perchè alcuni ragazzi aspettavano da una vita di giocare in uno stadio come San Siro. Abbiamo commesso errori gravi, ma non siamo così. Con la Roma avevamo fatto gli stessi errori ma non ci è bastato, anche con la Juve stessa cosa. Quando giochi con le grandi squadre devi concedere il meno possibile e oggi non ci siamo riusciti".
Il tifo caldo del Verona e l'entusiasmo che si respira in città potrebbe essere motivo di pressione sulla squadra?
"No, questo deve essere una spinta anzi. Dobbiamo goderci il momento e cercare di ripagare i tifosi che ci seguono, ben venga l'entusiasmo, spero ci sia sempre".
Hai tirato le orecchie a Moras per il rosso finale?
"Credo a quello che mi dice il giocatore, lui non ha mai fatto questo tipo di cose, ma c'era Celi, ha deciso lui. Il gol annullato a Toni? Ranocchia non guarda più il pallone, penso sia stata una decisione ingiusta".
Andrea Mandorlini |
ALTRE NOTIZIE
Hellas Verona, Mandorlini: "Tanta sfortuna, ma abbiamo concesso troppo"
26.10.2013 23.13 di Alessandra Stefanelli
Ai microfoni di Sky Sport è intervenuto il tecnico dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini: "Il gol di Toni credo fosse regolare - ha esordito -. Non abbiamo avuto l'approccio che volevamo, dispiace per com'è andata la partita. Abbiamo preso tre gol su tre palle inattive, siamo stati leggeri sulle situazioni. Su quattro gol presi, in tre potevamo fare meglio. Credo sia stata colpa nostra, dovevamo fare meglio. Se ho pensato di cambiare formazione iniziale? Non credo che abbiamo sofferto troppo sugli esterni, abbiamo preso gol su calcio da fermo. Al di là degli accorgimenti tattici credo che ci mancasse l'attenzione, sui gol presi c'è molto del nostro. Sono stati bravi a cercarsi le situazioni, ma di fatto abbiamo regalato almeno tre gol su quattro. Abbiamo fatto tanti errori, è stata una serata storta. Martinho? Aveva avuto un problema muscolare, è un giocatore di grande prospettiva e il suo ritorno ci dà delle alternative importanti in mezzo al campo. In queste partite si deve commettere il meno possibile e noi abbiamo sbagliato troppo".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
09:36 | 24/10
Verona, Mandorlini: «Sono cambiato, contro l'Inter...»
VERONA MANDORLINI INTER - Grande sfida, quella in programma sabato sera a San Siro e che metterà di fronte l'Inter e il sorprendente Verona allenato da Andrea Mandorlini. Il tecnico della formazione scaligera, intervistato per l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, ha fatto capire che sarà emozionante per lui tornare nello stadio in cui ha vinto uno scudetto da giocatore, ma al tempo stesso ha affermato di voler fare solo il bene del Verona, nella sfida di sabato sera.
NIENTE PARI - «Credo di essere cambiato, cresciuto - ha esordito Mandorlini -. Nei miei confronti spesso si è parlato sulla base di preconcetti: Mandorlini è un orso, Mandorlini ha un caratteraccio e cose di questo tipo. E invece quando una persona mi conosce bene si accorge che sono completamente diverso da come immaginava. Nella mia carriera ho avuto un paio di esoneri strani ma, a parte il Verona, non bisogna sottovalutare la promozione con l’Atalanta, i record con lo Spezia, lo scudetto e le coppe vinte in Romania. Si fa troppo in fretta a dimenticare le cose positive. Il mio legame con l'Inter? Avevo l’abbonamento a Inter Channel. Non ho mai nascosto la mia passione: da ragazzino tifavo Inter, poi ci ho giocato, ho vinto lo scudetto dei record allenato dal mio maestro, Trapattoni. Per me questa non sarà mai una partita normale, entrare a San Siro mi dà sempre un’emozione speciale. Firmerei per un pareggio? Non partiamo battuti perché il mio Verona ha un gioco, comunque firmerei perché così saremmo tutti contenti.»
I MIEI GIOIELLI - Mandorlini ha parlato delle tre stelle più splendenti del suo Verona, ovvero Jorginho, l'ala Iturbe e l'esperto Luca Toni: «Tre giocatori importanti. Jorginho è bravo, può giocare in tanti ruoli, è duttile. Iturbe è stata una bella intuizione del d.s. Sogliano: nella rosa mancava un giocatore con quelle caratteristiche. Toni lo volevo con me già dopo Dubai e andò alla Fiorentina. Mi spiace tenere in panchina uno come Cacia che ha fatto 24 gol in B ma ora è giusto andare avanti con un certo assetto. Se mi sono mai sentito in pericolo? Credo di non essere stato mai in discussione. La società è sempre stata al mio fianco.»
PARTENZA MIRATA - In chiusura, Mandorlini ha parlato dell'avvio sprint del suo Verona, capace di issarsi al quarto posto dopo otto giornate: «Presto torneremo normali o magari continueremo a sorprendere, chi può dirlo. I tifosi è giusto che sognino, ma se parliamo di sorpresa bisogna dire che questa squadra ha una sua idea di gioco, è fondata su un progetto che parte da lontano. Abbiamo fatto un lavoro estivo mirato a una buona partenza: per il precampionato sono stati scelti avversari tosti. Siamo andati ben oltre le aspettative. Non pensavo di trovarmi al quarto posto ma al tempo stesso dico che ce lo meritiamo.»
by Francesco Cammuca
FONTE: CalcioNews24.com
PRIMO PIANO
Hellas, Mandorlini: "Sarò sempre grato ai miei maestri: Mazzone e Trapattoni"
22.10.2013 19:22 di Michele Zomer Twitter: @Mikzomer
Dopo la vittoria in rimonta contro il Parma, Andrea Mandorlini, contattato dalla Lega di Serie A, ha raccontato dal suo arrivo a Verona sino ai giorni nostri, passando per le tappe che l'hanno maggiormente formato, concludendo analizzando il suo credo calcistico.
Dalla Champions alla Lega Pro, un salto difficile da digerire, un passaggio dalla Serie A rumena ai campi trasandati di periferia: "Quell'esperienza è stata la porta d'ingresso per tornare ad allenare in Italia. Ho lasciato il Cluj poco prima del debutto in Champions League. Non è stato facile ma è stata un'occasione che ho voluto cogliere al volo: una grande opportunità ma anche un grosso rischio, ma fortunatamente è andata più che bene".
L'Hellas mancava in Serie A da undici anni, Mandorlini da nove. L'ultima volta fu con l'Atalanta: "Ricordo la mia prima esperienza all'Atalanta, quando eravamo in Serie B ed avevo alcuni giovani calciatori che stavano venendo fuori, come Montolivo e Pazzini. Giocammo 10-12 gare a un livello eccellente, tecnicamente avevamo ottime qualità, ma quando subivamo gol avevamo poi difficoltà a segnare, ed alla fine è il risultato finale quello che conta. - ha spiegato il tecnico gialloblù - Una regola che ho imparato in questi anni è l'importanza di non concedere mai gol ed è la prima cosa che un allenatore dovrebbe inculcare nella testa dei propri calciatori".
Nozioni tattiche apprese dai più grandi allenatori/maestri incontrati durante la carriera da calciatore: "Ho avuto due grandi maestri. Il primo è Carlo Mazzone. Lui mi ha fatto diventare il calciatore che sono stato e soprattutto l'uomo che sono. Poi Giovanni Trapattoni: i cinque anni passati con lui all'Inter sono stati fondamentali per me per comprendere come gestire una squadra composta da grandi calciatori. Senza nulla togliere a tutti gli altri allenatori che ho avuto, loro due mi hanno insegnato come tenere sotto controllo tutti gli aspetti e tutto ciò che accade all'interno del team, ed io li ringrazierò sempre per questo".
Infine un accenno al credo tattico: "Dipende dal tipo di calciatori che ho a disposizione. Nei miei primi 3-4 anni da allenatore utilizzavo il 3-4-3, a volte lo modificavo in un 3-5-2, ma l'importante alla fine è avere il giusto assetto che la situazione ti impone ed avere tutti i calciatori che ti servono in una determinata zona del campo".
FONTE: TuttoHellasVerona.it
Mandorlini: "Sfidare l'Inter, emozione grandissima"
Postata il 21/10/2013 alle ore 17:00
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate durante la trasmissione "Radio anch'io sport", in onda su Radio Uno: "Il nostro momento? Siamo contenti, ci godiamo tutto. Ci rendiamo conto che stiamo facendo tanto, abbiamo vinto una partita molto difficile contro il Parma. La mia mano sulla squadra? Parte da lontano, è tutto costruito nel tempo. Umiltà, sacrificio, principi di gioco: anche se lo spogliatoio è cambiato, in questo ambiente riesco sempre a trasmettere tutto. Ringrazio il presidente che mi ha portato qui, Giovanni Martinelli, scomparso in questa settimana che per noi è stata durissima. Jorginho? Ieri ha fatto fatica, non riusciva a trovare la giusta dimensione davanti alla difesa. Volevo sostituirlo, ma l'ho spostato a sinistra ed ha fatto molto bene. Cacciatore? Può fare anche di più. Ha qualità importanti per il ruolo che ricopre. Iturbe? Viene da squadre importanti, ha un talento incredibile unito ad una grandissima personalità. I nostri calciatori più giovani? Dobbiamo lavorare così, la nostra è una società già proiettata al futuro. Tutti hanno qualità importanti, compresi quelli che, in questo momento, stanno avendo poco spazio. Il Parma? E' logico che siano dispiaciuti per il risultato. E' stata una partita molto tirata, ma credo che gli episodi fossero chiari. L'inter? Per me, da ex, sarà un'emozione grandissima. La classifica ci aiuta ad essere tranquilli e prepareremo bene la partita".
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Vinto con lo spirito del Presidente" / VIDEO
Postata il 20/10/2013 alle ore 21:01
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intevista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria per 3-2 contro il Parma, 8a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Giovanni Martinelli? Lo ripeto: è stato, è e sarà la nostra anima. Ci ha aiutato nelle difficoltà di questa partita, dove abbiamo giocato da squadra ed ottenuto una vittoria importantissima che dedichiamo a Giovanni. L'andamento del match? Dopo dieci minuti eravamo già avanti nel punteggio e stavamo giocando molto bene. Poi abbiamo commesso degli errori e loro sono andati in vantaggio meritatamente, ma nel secondo tempo le cose sono cambiate. Il Parma? Squadra di ottima qualità, ha tanti calciatori importanti che giocano da anni in Serie A: basta pensare a Cassano".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
21.10.2013
«Non ho guardato il rigore, ho detto Pres aiutaci tu...»
LA PALLA AL MISTER. La commozione del tecnico a fine partita
Una giornata particolare per mister Mandorlini «Dovevamo assolutamente vincere questa partita La classifica? Adesso è meglio non guardarla troppo»
A guardare la classifica ed un'altra rimonta casalinga sembra tutto normale per l'Hellas e, invece, non è così. Una squadra che ha come obiettivo dichiarato al salvezza che c'entra la quarta vittoria consecutiva fra le mura amiche e nei giorni del dolore, non può essere una cosa normale, una routine. Non si può perdere l'uomo della prima ricostruzione, non si può vedere patron Setti sempre così sicuro davanti alle telecamere lasciarsi andare e avere occhi umidi e labbra incerte. Cavoli ragazzi qui, non c'è nulla di normale, non c'è nulla di regalato. Il campo è giudice supremo e spietato e il campo al di là degli spalti ha detto ancora una volta che l'Hellas è una squadra vera. «La classifica è meglio non guardarla - ammette -. Oggi era importante vincere... Non potevamo non vincere questa gara, anche se ad un certo punto sembrava impossibile». Andrea Mandorlini esordisce così in sala stampa. Elegante in quella divisa che non avrebbe mai voluto indossare giovedì scorso a Sandrà, per l'ultimo saluto a Giovanni Martinelli, l'uomo che lo ha voluto al Verona. «Durante la partita ho pensato spesso a quanto era accaduto. Sembrerà banale, ma nell'ultimo rigore ho chiesto proprio a voce bassa presidente fagli fare gol, è un tuo bambino, ti prego fagli fare gol, Pres è un tuo giocatore. Non ho neppure guardato. Ho sentito il boato dei tifosi e mi sono quasi commosso... Il Pres ci ha dato una mano anche lì».
Un attimo poi a gridare ancora alla squadra che stava festeggiando di tornare a metacampo, perchè non era finita. Un Mandorlini a «trazione anteriore» come non lo si vedeva da tempo. La classifica sontuosa è il miglior antidoto per chi magari è concreto come il tecnico di Ravenna. Puoi osare, perchè hai fatto grandi cose nelle prime sette giornate di campionato tanto da presentarti all'inizio in campo con ben 4 punti in più del Parma che siede in panchina, badate bene, gente come Gargano e Biabiany, Valdes e Sansone, Palladino e Munari. E, allora, dentro anche Jankovic al posto di Romulo per un finale da cuori forti. Tutto ad un tratto sembar di essere tornati alla famosa «Zona Mandorlini», ricordate due anni fa in serie B, quando gente come Pichlmann o Lepillier estraevano il coniglio dal cilindro all'ultimo assalto. «A un certo punto a metacampo avevamo Martinho, Iturbe e Jorginho - spiega il tecnico del Verona -. Avevo tante persone che potevano fare male. Volevamo vincerla e ci siamo riusciti, anche per questo alla fine ho fatto festa sotto la Curva con i miei giocatori. Questa è la vittoria di tutti della società, dei ragazzi e di tutti quelli che hanno voluto bene a Martinelli». Difficile riportare il mister e perchè no, anche noi, sul binario squisitamente tecnico dell'incontro. Sarà l'incrocio tra Verona e Parma che a fine anni Novanta e inizio Duemila era più un unico «caseificio» con tanto latte versato da Tanzi, sarà la presenza in tribuna di Rino Foschi, allora ds gialloblù, oggi a pescare per il Palermo forse qualcuno del Verona che non trova spazio, ma a noi questo tre a due ha ricordato a tratti l'incredibile quattro a tre dell'Hellas di Prandelli al Parma di Malesani.
«È stata una bella gara - prosegue Mandorlini - noi siamo partiti meglio e abbiamo fallito il raddoppio poi hanno giocato loro. Dobbiamo capire che ci sono anche gli avversari. La squadra di Donadoni ha ottimi centrocampisti, Parolo ha fatto grandi cose, poi hanno preso una traversa incredibile. Ci sta. Lì abbiamo perso un po' di sicurezza. Nell'intervallo ci siamo messi a posto, abbiamo giocato con ritmi più elevati. Siamo cresciuti ed è chiaro gli episodi ci hanno favorito, ma credo che siano stati limpidi, chiari». Il riferimento è chiaramente ai due rigori del Verona. Decisivo ancora una volta è stato Jorginho. « Credo che quella giocata da Giorgio - sorride il mister- sia stata la sua peggior partita degli ultimi quattro anni. Va bene, freddo e lucido a segnare. Pensa un po', volevo cambiarlo, poi mi son detto, proviamo a cambiarlo. L'ho messo a sinistra, poi Romulo non ne aveva più e allora l'ho spostato a destra. Lì Jorginho ci ha fatto vincere la partita».
Il tecnico usa altre parole per Hallfredsson, ancora un po' sottotono. «No, altre volte l'ho visto in difficoltà. Sta crescendo invece. È chiaro non è il giocatore che noi tutti conosciamo, ma ci vuole pazienza». Mandorlini usa bastone e carota con grande oculatezza, soprattutto con i ragazzi della vecchia guardia. È dispiaciuto per Daniele Cacia. «Lo stavo inserendo ma purtroppo le sostituzioni sono poche - sottolinea -. Alla fine ho scelto Jankovic ma vorrei farli giocare tutti e non è possibile». Il mister gialloblù non risponde neppure alla polemica innescata da Leonardi il diggì del Parma Leonardi. «Mi sembra che loro siano stati molto fisici e che comuqnue le ammonizioni potessero starci conclude -. Sui rigori mi sembrano nitidi. Luca Toni è un armadio che si muove in area di rigore è difficile da marcare. Per fortuna l'abbiamo noi».
Gianluca Tavellin
FONTE: LArena.it
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Hellas Verona, Mandorlini: "In questa settimana non poteva che finire così"
20.10.2013 18.30 di Simone Lorini Twitter: @Simone_Lorini
Intervistato al termine della gara vinta oggi, l'allenatore dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini ha parlato del successo colto contro il Parma che proietta i suoi gialloblù al quarto posto solitario in classifica, ai microfoni di Sky: "Siamo contenti, inutile dirlo, abbiamo passato una settimana molto dura ma non poteva che finire così, ci tenevamo davvero a vincere. E' stata una bella partita, potevano vincere loro ma abbiamo vinto noi, complimenti al Parma che ha fatto una grandissima partita".
L'abbiamo vista esultare sotto la curva per la prima volta, è stata una vittoria da grande squadra?
"Non lo so, sicuramente una vittoria di dedizione e sacrificio. Siamo partiti molto meglio di loro, poi loro hanno giocatori importanti e l'hanno rimessa in piedi passando anche in vantaggio meritatamente. Nel secondo tempo molto bene, è stata una partita aperta che abbiamo vinto noi con due rigori ineccepibili".
Il Parma si è lamentato delle troppe ammonizioni, lei cosa ne pensa?
"Il campo era molto bagnato, noi abbiamo giocatori rapidi e nell'uno contro uno si perde un po' il tempo. E' andata così, una partita molto bella tra due squadre che volevano vincere".
Jorginho da Nazionale?
"Me l'hanno chiesto tante volte, non solo, si tratta di un giocatore fantastico, giovane, freddo nei momenti importanti. Complimenti a lui e la squadra si gode il momento senza fare paragoni".
Questi tanti punti ti daranno la possibilità di giocare più liberi mentalmente, soprattutto con una squadra molto offensiva come la tua, non credi?
"Psicologicamente non siamo ancora al top, noi dobbiamo giocare da squadra ,essere sempre lì, abbiamo tante soluzione offensive, con Iturbe e Toni che stanno facendo cose molto importanti in questo momento. Il campionato è lungo e possono cambiare tante cose. Inter? Sarà emozionante, mi legano tanti ricordi e tante vittorie, sarei orgoglioso di fare bella figura a San Siro".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
09:42 | 09/10
Verona, Mandorlini: «Vivo a fondo ogni mio lavoro»
VERONA MANDORLINI TONI ITURBE JORGINHO SOGLIANO - Andrea Mandorlini si gode il suo Verona, quinto in classifica dopo le prime sette giornate e che ha messo in mostra un bel gioco e, soprattutto, tanti bei talenti da esportare. Il tecnico della formazione scaligera, intervistato per l'edizione odierna di Tuttosport, ha parlato soprattutto dela strana coppia composta dal grande vecchio Luca Toni e dal giovane Juan Iturbe, che con gol e grandi giocate stanno trascinando il Verona in alto in classifica.
CHE COPPIA - «In questo momento Iturbe e Toni finalizzano, come l’anno scorso capitava per Cacia - ha esordito Mandorlini - . Ma è riduttivo semplificare il tutto a loro due... Jorginho? Lui è un veterano. Però sono in tanti a meritare la ribalta: c’è Maietta che non è mai stato in A, e poi Rafael, anche lui con noi dalla Lega Pro. È un centrocampista duttile e che può occupare tanti ruoli. Davanti alla difesa sa far girare palla con qualità, da mezzala sa attaccare in maniera intelligente. Capisce prima il gioco e questa è una qualità che non puoi insegnare: la puoi spiegare, puoi dare indicazioni, ma un giocatore ce l’ha o non ce l’ha. Lui ce l’ha, innata.»
IL MIO LAVORO - Mandorlini ha parlato anche della passione con cui vive il suo lavoro di allenatore, qualunque sia la squadra da guidare: «Vivo molto i luoghi in cui lavoro, ma poi dipende dalle situazioni... A Spezia, per esempio, ci fu il record di vittorie e sono rimasti ricordi importanti. E poi c’è sempre il solito luogo comune, su di me: è bravo, ma ha un carattere... Io dico che ci vuole personalità e poi, certo, se avessi conosciuto prima Sean Sogliano avrei vinto di più. E lui anche... Tensioni in estate tra voi? No, non c’è mai stata tensione. Magari si vedevano le cose in maniera diversa, ma la fiducia reciproca non è mai mancata, anche perché l’abbiamo costruita con il tempo, l’unica cosa che dà l’esatta misura della persone. Qui a Verona ho capito ancora di più quanto sia importante lavorare con una società alle spalle. Prima, lo ammetto, ero un po’ orso, un cane sciolto che percorreva un cammino solitario.»
by Francesco Cammuca
FONTE: CalcioNews24.com
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Verona, Mandorlini: "Gattuso e Liverani? Guardo me, io sono partito da lontano"
08.10.2013 09.59 di Chiara Biondini
L'allenatore dell'Hellas Verona, Andrea Mandorlini, è intervenuto ai microfoni di RTL 102.5 durante il programma "Password" con Nicoletta e Gabriele Parpiglia.
Lei ha detto di avere una squadra straordinaria ma con i piedi per terra, però è bello essere contenti, lei ha lavorato bene.
"Al di là del mio lavoro credo siano stati bravi tutti. Questa vittoria se la meritano tutti, la società , la squadra, lo staff tecnico, la tanta gente che ci segue. Siamo veramente felici e contenti però poi quello che è stato lo prendiamo perché sappiamo che la Serie A può avere dei risvolti diversi, ma godiamoci questo momento".
Lei fa parte di chi si è sudato la pagnotta in panchina e magari allenatori come Liverani e Gattuso, senza esperienza, si sono trovati senza panchina in poche giornate, non è giusto dimenticarsi che uno deve faticare.
"Non parlo degli altri, guardo me e io sono partito da lontano. Adesso sono contento perché ho fatto la gavetta, ho vinto in tutte le categorie, sono andato in Serie A che forse non ero ancora pronto, sono ricaduto, mi sono rialzato, sono caduto di nuovo, di esperienze ne ho fatte. Mi godo questo momento sapendo che le cose possono passare in fretta, ma credo che un po' di gavetta ed esperienza uno se la debba fare. Quello che è stato per Gattuso e altri non è stato magari per altri allenatori che hanno fatto e stanno facendo carriere importanti come Mancini che gavetta non ne ha fatta. Nel calcio Trapattoni diceva che va bene tutto e il contrario di tutto".
E dei "tuffatori" cosa ne pensa? Ci vuole pugno duro?
"Sì, anche io sono un po' contro, però nel calcio c'è anche questo e bisogna migliorare anche a partire dagli allenatori, ma è il minore dei mali questo".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Calcio
Mandorlini: “E' un buon momento, ma quanta gavetta...
"L'allenatore ravennate alla radio sull'ottimo inizio campionato del suo Verona: “La prima volta in Serie A non ero ancora pronto"
VERONA - “Al di là del mio lavoro credo siano stati bravi tutti. Questa vittoria se la meritano tutti, la società , la squadra, lo staff tecnico, la tanta gente che ci segue. Siamo veramente felici e contenti però poi quello che è stato lo prendiamo perché sappiamo che la Serie A può avere dei risvolti diversi, ma godiamoci questo momento". L'allenatore dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini è intervenuto ai microfoni di RTL 102.5 durante 'Password' con Nicoletta e Gabriele Parpiglia per commentare la vittoria contro il Bologna. Mandorlini si è sudato la pagnotta in panchina mentre allenatori come Liverani e Gattuso, catapultati forse troppo presto su panchine importanti come quelle di Genoa e Palermo ora si trovano già senza lavoro. "Non parlo degli altri - replica - guardo me e io sono partito da lontano. Adesso sono contento perché ho fatto la gavetta, ho vinto in tutte le categorie, sono andato in Serie A che forse non ero ancora pronto, sono ricaduto, mi sono rialzato, sono caduto di nuovo, di esperienze ne ho fatte. Mi godo questo momento sapendo che le cose possono passare in fretta ma credo che un po' di gavetta ed esperienza uno se la debba fare. Quello che è stato per Gattuso e altri non è stato magari per altri allenatori che hanno fatto e stanno facendo carriere importanti come Mancini che gavetta non ne ha fatta. Nel calcio Trapattoni diceva che va bene tutto e il contrario di tutto".
In queste ore girano voci sulla possibilità che Prandelli porti Totti ai prossimi Mondiali, ma qualcuno dice: troppo comodo, dovrebbe farlo giocare ora. "Anche noi abbiamo un altro vecchietto che non sta facendo male che si chiama Luca Toni. Sono due giocatori che ormai abbiano deciso un percorso - spiega - e cambiare non lo trovo forse giusto per loro. Non lo so, credo che bisogna ormai guardare avanti anche se sia Totti che Toni, se vanno avanti così, possano darci una mano importante per il mese dei Mondiali. A proposito dei così detti 'tuffatori', il tecnico del Verona conclude: "Sì, anche io sono un po' contro, però nel calcio c'è anche questo e bisogna migliorare anche a partire dagli allenatori, ma è il minore dei mali questo".
FONTE: RomagnaNoi.it
BOLOGNA 1-4 VERONA: Mandorlini nel dopogara sulla sonante vittoria scaligera... |
Mandorlini: "Io e l'Hellas, una storia stupenda"
Postata il 07/10/2013 alle ore 22:29
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate in diretta telefonica alle trasmissioni "Vighini Show" (in onda su TeleNuovo) e "Lunedì nel pallone" (in onda su TeleArena): "Il giorno dopo la vittoria di Bologna? Siamo contenti, è inutile negarlo. Avevamo preparato bene la partita, eravamo consapevoli di poter fare una prestazione del genere.
Il momento più bello? Non ho ancora rivisto la partita, mi sono rimasti tanti flash, abbiamo fatto tutto quanto preparato in settimana. Abbiamo anche rischiato qualcosa, condendo un calcio di rigore agli avversari ma siamo stati bravi a riprendere in mano la gara dimostrando la giusta personalità.
Io come Bagnoli? E' un grande orgoglio aver portato il Verona fin qui. I numeri sono importanti, e spero di passare sulla panchina dell'Hellas gli stessi anni trascorsi da Bagnoli. Problemi di abbondanza in rosa? Non è un problema, anzi. In questo momento si stanno mettendo in mostra molti ragazzi interessanti, e ce ne sono altri che magari hanno avuto meno minuti a disposizione ma tutti con la voglia di mettere il concetto di squadra al primo posto.
Gli infortunati? Maietta e Moras dovranno sottoporsi ad altri esami, non so se saranno a disposizioni per la gara contro il Parma ma sicuramente i sostituti si faranno trovare pronti.
Perché ho scelto Verona? Ci siamo incontrati ed è andata così. Tutto quello che stiamo ottenendo parte da lontano, sono cambiate tante cose ma il Verona è sempre lì. Al tempo dovevo fare la Champions League con il Cluj, ma a due giorni dall'esordio mi hanno esonerato ed ero molto rattristito. Mi ha contattato il Verona e subito non volevo rimettermi in gioco, poi ho conosciuto Martinelli e la situazione è cambiata ed è iniziata una storia ad oggi stupenda.
I tifosi sognano? L'entusiasmo fa parte del gioco ed è giusto che i tifosi siano entusiasti di questa squadra, però noi rimaniamo concentrati sul nostro obiettivo. Non volevo promettere niente ad inizio stagione, ma stando con i ragazzi sapevo che potevamo fare bene.
Iturbe? È un bravo ragazzo e ha qualità , è bello poter allenare calciatori di questo tipo. Lui è giovane ma ha già una buona esperienza alle spalle, deve crescere ancora, però le basi sono ottime. Inoltre si è adattato bene e si sta allenando come piace a me.
Il mio rapporto con Sean Sogliano? Abbiamo sempre avuto un rapporto solido. C'è solo voluto del tempo per conoscerci ma poi è andato tutto bene.
La mia esperienza con l'Atalanta? Ho vinto il campionato di B con il record di punti, avevo dei giovani interessanti. In A abbiamo giocato un gran calcio ma non raccoglievamo quanto meritavamo. Adesso anch'io sono maturato come tutti e le mie esperienze passate mi hanno aiutato, anche se Verona per me è sempre stato qualcosa di speciale. Mi sono sentito coinvolto fino dal primo giorno.
Il modulo? Non ho mai sposato un modo di giocare assoluto, certe soluzioni mi piacciono più di altre ma non sono un integralista. Mi piace studiare gli avversari per affrontarli al meglio.
Nicolini? È come se fosse un fratello per me, lo conoscono da tantissimi anni, da quando mi ha accolto ad Ascoli, e mi da equilibrio. Anche gli altri sono importanti, lui lo conosco da tanto tempo e il rapporto è un po' più profondo, come se fosse il compagno di squadra più esperto e che può darti sempre il consiglio giusto".
Ufficio Stampa
Mandorlini: "Soddisfazioni che meritano tutti" / VIDEO
Postata il 06/10/2013 alle ore 19:36
BOLOGNA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria per 4-1 contro il Bologna, 7a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "La vittoria? Siamo molto contenti, avevamo preparato bene questa partita molto difficile. Tutti hanno fatto una grande partita, faccio i miei complimenti alla squadra ma ora non cambia nulla: abbiamo un buon bottino ma il campionato è ancora molto lungo. I gol? Ne abbiamo fatti quattro, potevamo segnare ancora ma ciò che conta è la vittoria. Noi la sorpresa? Non dobbiamo cambiare i nostri metodi di preparazione e di allenamento".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
30.09.2013
«In campo non ho nemici Il Livorno? Un avversario»
LA «PROVOCAZIONE». Mandorlini spegne ogni polemica: chi la cercava resta a bocca asciutta
Gli episodi hanno premiato il Verona: «Noi abbiamo creato i presupposti perché accadessero». Iturbe? «Lo so già: ora diranno che deve giocare sempre»
Ci hanno provato a resuscitare il fantasma di vecchie polemiche. Ma Andrea Mandorlini ha respinto la «provocazione» con saggezza e tranquillità. «Oggi si dichiarerebbe ancora orgoglioso di essere nemico del Livorno?», la domanda fattagli da un cronista toscano in sala stampa. «Io non sono mai stato nemico di nessuno», la replica neanche troppo piccata dell'allenatore del Verona. «Ci sono state situazioni che sono state ingigantite ed esasperate. Tutte le altre squadre sono avversarie e non nemiche e finisce lì. Inutile tirar fuori le solite storie che non servono a nessuno. Siamo diventati grandi e più maturi tutti: io per primo. Quella con il Livorno è una partita da vincere e basta. Magari sono un po' più contento: però l'importante è vincere».
Meglio, molto meglio parlare di Juan Manuel Arevalos Iturbe: giocatore paraguaiano naturalizzato argentino ma da ieri veronese d'adozione per il pubblico del «Bentegodi». «L'abbraccio che gli ho dato dopo la sostituzione è normale: lo faccio con tutti quelli che escono dal campo», ricorda Mandorlini. «Ma Iturbe è un ragazzo di grandissima prospettiva e con molte qualità. Nel primo tempo l'ho fatto giocare dietro le due punte perché volevo un po' mascherarlo. E lui all'inizio voleva un po' strafare, cercando la giocata. Poi è entrato in sintonia, ci siamo messi larghi ed il suo talento è venuto fuori. Se diventerà un problema per me? Ad avercene di questi problemi... L'importante è che Iturbe giochi nel Verona. Il resto lo conosco già: cominceranno a dire che deve giocare sempre ma cercheremo di gestire queste situazioni».
Sulla partita, del resto, poco da dire. «È una vittoria importante, certo. Ma lo sono tutte», ha spiegato in sala stampa il tecnico gialloblù. «Questa lo è forse un po' di più perché ha chiuso una settimana importante e ci ha consentito di arrivare a 10 punti: una quota che è difficile da definire perché non mi vengono aggettivi adatti a fotografare la nostra felicità». Quella di chi è conscio di aver portato a casagià ue scontri diretti e di aver giocato con grande continuità dall'avvio del torneo. Senza dimenticare le note negative che, pure, ci sono.
«Nel primo tempo non eravamo carichi al punto giusto», ammette Mandorlini. «Infatti abbiamo rischiato in alcune ripartenze. Nell'intervallo ho parlato con i giocatori ed abbiamo cambiato musica. Il secondo tempo giocato contro il Livorno è stato il migliore visto in queste prime sei partite: c'era la giusta intensità, la capacità di ribaltare il gioco, la voglia di vincere. È vero che alcuni episodi hanno deciso la partita ma la squadra ha creato le condizioni perché quegli episodi accadessero». Tra gli episodi anche il rigore concesso al Verona. «Non l'ho rivisto», ammette l'allenatore dell'Hellas. «Ma conta poco. Nel secondo tempo abbiamo giocato molto meglio noi. Nel primo, è vero, il Livorno ci ha messo in difficoltà creando un paio di occasioni difficili. Le parate di Rafael? Lui è bravo. E poi gioca con noi, no?».
Bruno Fabris
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Ci abbiamo provato fino alla fine" / VIDEO
Postata il 22/09/2013 alle ore 18:00
TORINO - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la sconfitta per 2-1 contro la Juventus, 4a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Abbiamo giocato bene, siamo contenti della prestazione e dell'atteggiamento ma perdere non piace a nessuno. Ho sempre creduto nella vittoria, sia dopo il primo nostro gol, sia dopo la rete di Llorente e fino al fischio finale, e per questo ci tengo a ringraziare i ragazzi. La Juventus? Gli abbiamo concesso qualcosa, ma contro una squadra come questa non puoi fare altro. I giovani? Hanno fatto bene in un campo difficile, gli servirà per fare esperienza".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini: "Che esordio, non mi sembra vero"
Postata il 25/08/2013 alle ore 23:15
VERONA - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate a Radio 24 durante la trasmissione Tutti Convocati: "Il mio risveglio? Non mi sembra ancora vero, un esordio migliore di questo non si poteva prevedere. Il nostro entusiasmo? E' una componente importante, ma la partita era molto difficile. Il Milan è una squadra già pimpante dopo il preliminare di Champions League. L'apporto di Toni? Ci dona esperienza ed in campo è determinante. E' un giocatore maturo, sereno e tranquillo, sta bene fisicamente e mentalmente. Giocare in una squadra come la nostra gli gioverà sicuramente. Toni ha voluto rimettersi in gioco con noi, era il giocatore che ci serviva per alzare il livello di esperienza di tutta la squadra. Lui in nazionale? Sarebbe veramente qualcosa di grande. Ha caratteristiche importanti, ma deve pensare solamente a fare bene con il Verona. Balotelli? I pericoli creati dal Milan sono venuti tutti dai suoi piedi, era sempre coinvolto dalla squadra. E' un calciatore veramente forte".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
25.08.2013
L'abbraccio di Mandorlini a tutti i gialloblù
GRANDE FESTA. Cinquecento panchine tra i professionisti per il mister
«Orgoglioso del gruppo, ne abbiamo fatto di strada Avevo dubbi sul risultato finale della gara ma sapevo che il pubblico avrebbe dato una lezione di civiltà»
«Salutate la capolista», cantavano i tifosi alla fine della partita. Beh, in effetti l'Hellas per un paio d'ore ha guidato la classifica di serie A, dopo la splendida vittoria sul Milan, prima del successo della Juve a Genova con la Samp, in attesa delle altre partite che si giocheranno oggi pomeriggio. Una soddisfazione in più per Andrea Mandorlini che ha festeggiato con una grande impresa la cinquecentesima panchina tra i professionisti. «Siamo partiti bene, una vittoria che porta entusiasmo a tutta la squadra - ammette il mister - un'altra grande impresa per un gruppo che ha fatto tanta strada negli ultimi anni».
Un Verona che gioca bene... «Una soddisfazione in più per i miei giocatori. Abbiamo fatto cose buone, altre meno ma siamo sempre stati in partita. All'inizio abbiamo sofferto è vero, difendevamo bassi, troppo bassi. Il peso di un esordio pesante per tanti giocatori che non avevano mai giocato in A o che c'erano stati solo di passaggio. Dopo il gol del Milan abbiamo mollato le zavorre, abbiamo reagito bene, alzato il baricentro. Ho rivisto l'atteggiamento che mi piace».
Romulo e Jankovic, Toni e Donati, sembrano al Verona da sempre? «Sono stati bravi, Romulo è arrivato da una settimana e si è già inserito nel gruppo, ha capito tutto. Un giocatore importante che può giocare in mezzo al campo oppure da esterno, in avanti o dietro. Quei calciatori eclettici che tutti gli allenatori vorrebbero avere. Donati e Jankovic hanno dato un po' di esperienza a tutta la squadra ma dobbiamo applaudire proprio il gruppo storico che ormai ha nella testa meccanismi precisi».
E Luca Toni la butta sempre dentro... «Non voglio dire nulla, non voglio rovinare la magia. Lui è bravo a farsi trovare pronto, i compagni sono bravissimi a servirlo. Ma vorrei puntare l'attenzione su quello che fa Toni fuori dal campo, in allenamento. Ha grande personalità, è sereno, tranquillo, è un piacere vederlo nel prepartita, alla vigilia della gara. Un esempio per tutti i compagni, con l'entusiasmo di un ragazzino».
Toni ha vinto la sfida con Balotelli? «L'Hellas ha vinto e Toni ha fatto due gol per il Verona, riportiamo l'attenzione su quello che è successo in campo, abbiamo parlato troppo di altre vicende. Ho parlato con Balotelli? No, non l'ho nemmeno incontrato ma Super Mario ha fatto vedere anche al Bentegodi che lui è un giocatore importante, l'ultimo dei rossoneri che si è arreso».
Ha vinto anche il pubblico? «Avevo dubbi sul risultato però ci credevo perchè in settimana ho visto i ragazzi sempre molto concentrati, con gli stimoli giusti. Non avevo dubbi invece sul comportamento del pubblico, sapevo che i nostri tifosi avrebbero regalato una prova di intelligenza, ironia, buon senso. Hanno sostenuto la squadra dal primo all'ultimo minuto, hanno ignorato tutto quello che era successo in settimana, hanno evitato i tranelli e alla fine hanno festeggiato con noi una vittoria bellisima. Dieci e lode in condotta».
Alla fine il Milan ha protestato per un presunto rigore su Balotelli... «Non ho visto bene, ero coperto ma non mi sembrava rigore anche se non commento mai questi episodi, a favore o contro. Un rigore anche su Toni? Anche lì non ho visto, sono episodi che succedono in area quando ci sono attaccanti forti fisicamente. Sono così felice della vittoria che tutto il resto passa in secondo piano».
Adesso si apre l'ultima settimana di mercato... «Noi riposiamo per qualche giorno poi inizieremo a pensare alla partita con la Roma, quello dobbiamo fare. Del mercato si occupa il direttore sportivo, se arriverà ancora qualche giocatore deve sapere che dovrà rimboccarsi le maniche per dare una mano al gruppoe raggiungere l'obiettivo».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Godiamoci questa vittoria" / VIDEO
Postata il 24/08/2013 alle ore 21:42
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù,rilasciate dopo la vittoria per 2-1 contro il Milan, 1a giornata del campionato Serie A Tim 2013-14: "Speravamo in una serata così. Siamo partiti male, abbiamo subito tante situazioni. Poi abbiamo iniziato a giocare, abbiamo disputato una buona gara e vinto meritatamente. Siamo una squadra solida, sappiamo cosa fare e possiamo fare anche meglio. Toni? E' un attaccante importante, ma bravi i compagni a metterlo nelle condizioni di segnare. Abbiamo dimostrato di avere carattere, credevo di poter raggiungere questa vittoria".
Ufficio Stampa
Mandorini: "Ora ci prepariamo per il Milan" / VIDEO
Postata il 17/08/2013 alle ore 23:00
PALERMO - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista ad Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria contro il Palermo, terzo turno di Tim Cup 2013-14: "Le indicazioni? Innanzitutto è stato fondamentale vincere. Abbiamo fatto fatica, ci siamo sacrificati e potevamo fare meglio, ma il risultato ci ha premiato. Abbiamo giocato la nostra prima partita importante contro una squadra di livello, complimenti al Palermo che farà un gran campionato. Noi abbiamo vinto in un campo difficile e siamo contenti. Il modulo? E' un'alternativa che abbiamo provato durante il ritiro. Oggi c'erano molti assenti ed è stata quasi una scelta obbligata giocare in questo modo. Toni è stato determinante, Cacia ha fatto molto bene: abbiamo un potenziale offensivo importante e possiamo variare il modulo a seconda dell'avversario. Il mercato? Sono contento degli acquisti, devo pensare ai calciatori che già sono in rosa e ad allenarli bene in vista del Milan. L'esordio in campionato? L'Hellas torna in Serie A dopo tanti anni, sarà una partita importante e difficile, siamo pronti a giocarcela. Il derby? Penso al presente, che coincide con una settimana importante e decisiva. Il resto è ancora lontano".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini: "E' stato un ritiro positivo" / VIDEO
Postata il 10/08/2013 alle ore 19:15
VILLACH - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Andrea Mandorlini. Ecco le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, rilasciate dopo la vittoria per 3-0 contro il KF Laçi, settima amichevole ufficiale della stagione 2013-14: "Il ritiro? Stiamo bene, abbiamo lavorato tanto, ora le partite inizieranno a contare veramente. Siamo contenti, non abbiamo avuto intoppi e stiamo crescendo. L'amichevole di oggi? Siamo stati bravi, ci è mancata un po' di velocità ma quella verrà col tempo. Gli attaccanti hanno trovato il gol e siamo riusciti ad applicare vari dettami di gioco. Jorginho? Sta crescendo tanto, per lui sarà una stagione importante e sono certo farà benissimo. Lui capitano? E' giusto che si prenda le sue responsabilità, seppur sia un ragazzo giovane. Infine ringrazio lo staff tecnico e medico, hanno lavorato benissimo".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
HELLAS VERONA 3-0 LAÇI: Le parole di mister Mandorlini a fine gara |
03.08.2013
Mandorlini: «Ora bisogna accelerare»
LA PALLA AL MISTER. Segnali positivi dall'amichevole con il Levante ma il tecnico chiede ai giocatori uno sforzo in più. «Partita vera, alcuni episodi hanno deciso la gara Adesso entriamo nelle tre settimane più importanti L'esordio con il Milan? Abbiamo capito che siamo in A»
VALENCIA. Partita vera, sicuramente lo è stata a livello agonistico. Contro il Levante è arrivato un test importante per il Verona che contro gli spagnoli è stato impegnato sia a livello fisico che psicologico. Il match è stato acceso, a momenti infiammato con una mega rissa sfiorata in mezzo al campo con tutti i giocatori coinvolti e ammonizioni che fioccavano da tutte le parti. «Partita vera», ribadisce Mandorlini, lui che di fronte alle battaglie non si tira mai indietro. Soddisfatto della tempra dei suoi ragazzi nonostante in campo non abbiano proprio brillato. Ancora in fase di preparazione e con le gambe un po' inchiodate. Ma lui difende la truppa, fa buon viso e cattivo gioco nonostante in panchina, come è consuetudine, si sia dannato l'anima scuotendo la testa, camminando avanti e indietro nel suo rettangolo, commentando le azioni con la panchina. La partita? Decisa da episodi, Rafael un po' sfortunato. «Sì, episodi che hanno cambiato il corso della gara - dice il coach gialloblù. «Abbiamo preso due gol strani - riprende l'allenatore - siamo stati impegnati in situazioni importanti, loro erano avanti fisicamente, ma abbiamo comunque fatto una buona partita, a perdere non ci sta nessuno ma posso dire che sono soddisfatto». «Non dimentichiamo - ribadisce - che gli spagnoli erano piu avanti nella preparazione».
Il campionato spagnolo inizierà il 18 agosto e tra l'altro il Levante alla prima troverà il Barcellona. Una corazzata, come quella che affronterà l'Hellas al suo ritorno in A dopo 11 anni: il Milan. «Entriamo nelle tre settimane importanti», commenta il mister, quelle decisive e, tornando sugli episodi di nervosismo in campo, «ci sta qualche scontro al limite, fa parte dl calcio, dobbiamo accelerare». Si intravede già una squadra titolare all'orizzonte? «Stiamo guardando, la condizione dei giocatori non è ancora al massimo, molte decisioni dipendono anche da come stanno, al momento sono ancora un po' così». «Ripeto, queste saranno tre settimane decisive e ci aspettiamo grossi miglioramenti». Il Verona, in ritiro a Klagenfurt fino al 10 agosto, domani giocherà con i turchi del Konyaspor, la squadra che pochi giorni fa non si è nemmeno presentata in campo col Palermo. Giorni nei quali avrà modo di soppesare la condizione dei suoi giocatori. Come Cirigliano, con il Levante entrato nel secondo tempo. «È un ragazzo tecnico - spiega Mandorlini - in una partita così maschia è stato bravo, sono contento di quello che sta facendo, ma non solo lui, tuta la squadra sta crescendo, non mi piace parlare dei singoli».
Ma la grande attesa è per il debutto in campionato con il Milan che con ogni probabilità si giocherà in anticipo sabato 24 agosto visti gli impegni in Champions dei rossoneri. «Sì, e ci ricorda che siamo in A, ma prima di quel match abbiamo altre partite, ci sono tanti step e ci devono portare a quella sfida pronti». Intanto può contare su Toni, che non sbaglia un colpo. Bellissimo e molto tecnico il gol al Levante. Uno schema? «Macché - dice - è talmente grosso che fa quello che vuole. Ma a parte il gol, abbiamo avuto buone occasioni». «La partita - conclude - decisa da due episodi. Qui in Austria mi aspetto riprendere a lavorare, sono soddisfatto la squadra mi è piaciuta tanto, comincia a crescere e questo mi fa ben sperare». Il Milan è avvisato.
Marzio Perbellini
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Bella la prima contro il Milan"
Postata il 29/07/2013 alle ore 21:08
VERONA - Ecco le dichiarazioni del mister gialloblù, Andrea Mandorlini, rilasciate dopo la compilazione del calendario Serie A Tim 2013-14: "L'avvio? Stimolante ed emozionante. Incontrare il Milan alla prima giornata sarà bello, ma le squadre bisogna affrontarle tutte prima o poi, e non dobbiamo assolutamente fare calcoli. La Serie A sarà un percorso lungo e difficile, noi ci vogliamo far trovare pronti".
Ufficio Stampa
Sky Sport # Mandorlini: "Il gruppo cresce bene"
Postata il 27/07/2013 alle ore 09:59
RACINES (Bz) - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Andrea Mandorlini, ospite in collegamento dall'hotel Schneeberg (ritiro dell'Hellas Verona FC) alla trasmissione "Sky Calciomercato" in onda su Sky Sport 1: "Toni ha tanta esperienza, ci darà una grossa mano. Con Cacia bisogna trovare un punto di incontro per far rendere al meglio entrambi, ma il gruppo sta crescendo bene, sono soddisfatto. Jorginho? E' un ragazzo fantastico, finalmente può dimostrare il suo valore. Siamo molto contenti anche di Cirigliano, possiamo fare grandi cose potenzialmente".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
17.07.2013
Buon compleanno caro mister...
Tanti auguri Mister Mandorlini! Oggi Mister Promozione compie 53 anni. Un bel traguardo, non c'è che dire, per questo ormai veterano dei campi da football. Terzino, stopper e libero in serie A con squadre dalle ambizioni diverse. L'Ascoli di Mazzone per conquistare la salvezza, il Toro di Radice per arrivare a metà classifica e l'Inter di Trapattoni per il campionato e Coppe varie ed infine l'Udinese in serie B. Questo il Mandorlini in mutande, l'altro beh è senza dubbio più noto, quello sulla panca. Promozioni e un paio di esoneri, incomprensibile quello dei rumeni dei Cluj con tre titoli vinti e già qualche punto nel girone di Champions League. Poco male, perchè quell'esonero consentì al tecnico di Ravenna di giungere a Verona. Tanti auguri dunque Mister. Abbiamo trovato un Mandorlini più pacato e concentrato rispetto a qualche anno fa.
C'è da dire che oggi il Verona è una società, attenta e organizzata. «Vi avevo detto che avrebbero fatto bene», ci raccontava qualche mese fa Giovanni Martinelli, l'uomo che ha voluto Mandorlini al Verona e che dopo Salerno lo ha blindato fino al 2014. Il presidente che ha aperto anche le porte della società al nuovo patron emiliano. «Ci manca - racconta il tecnico gialloblu - ne parlavamo con il Presidente Setti, che non manca occasione per informarsi sulle sue condizioni di salute. È un esempio anche per i ragazzi, ci è sempre stato vicino, lo è ancora di più adesso». Già perchè sempre Martinelli oltre a Mandorlini, ha portato anche Setti al Verona, non bisogna scordarlo. Tanti auguri mister, o meglio in bocca al lupo, per il campionato. Un torneo difficile che lascia poco spazio agli errori. Un gruppo consolidato e degli acquisti mirati, vero Sean non è ancora finita? potranno essere un'importante garanzia per l'Hellas. L'obiettivo è quello di partire subito forte, per sfruttare l'entusiasmo e il fattore sorpresa. Sarà difficile, ma non impossibile.
L'abbiamo già scritto da queste colonne, restiamo ottimisti. Società, pubblico e capacità «camaleontiche» di Mandorlini possono fare la differenza in un campionato che resta il più bello del mondo solo per le «pay tv» che hanno sborsato tanto, troppo, tre anni fa, per un campionato che con Edinson Cavani ha perso l'ultimo campione in ordine di tempo. Addio Napoli e Parigi a braccia aperte. A proposito di piattaforme a gettone, tanti auguri mister anche in chiave comunicazione. Le etichette nel calcio, un mondo ipocrita a volte più di quello politico, sono dure da togliere. Qualcuno, sicuramente male informato o di parte, pensa che tu sia una specie di Calderoli. D'altronde ogni volta che l'Hellas fa le valigie per il Sud c'è qualcuno che ricorda il coro dell'allenatore del Verona e quando un tecnico, un giocatore o un presidente nati sotto la linea del Po basta niente per infiammare la polemica. Per gettare ancora una volta un po' di fango non solo sul mister ma su squadra e città.
È su questo terreno che dovrai anche misurarti, ma le tue apparizioni nelle tv nazionali fino a questo momento sono state perfette. Il responsabile della comunicazione gialloblù Fabrizio Cometti dovrà guardarsi e metterti in guardia, magari da qualche opinionista un po' troppo pungente della sua vecchia tv. Ne siamo certi, vincerai il confronto sia sul campo che fuori. Il presidente Setti e il direttore generale Giovanni Gardini hanno già pronto un sigaro, loro che se ne intendono, speciale per te. Te li fumerai tutti mister, sarà anche un modo per zittire chi in Italia ha un'idea sbagliata di Verona e del Verona Calcio. Tanti anni fa, un signore che risponde al nome di Osvaldo Bagnoli, invitò un paio di carabinieri a cercare i ladri nell'altro spogliatoio... Mi raccomando mister quando incontrerai il nostro «Wurtz», quello che forse ha ritardato di un anno l'arrivo del Verona in serie A, perchè capiterà e tu lo sai. Auguri Mister!
16.07.2013
Mandorlini: «Cacia e Toni insieme? Perché no»
UN CANTIERE APERTO. Secondo giorno di lavoro in Alto Adige. Grande attenzione alla preparazione fisica senza dimenticare la tattica: «Ripartiremo dal 4-3-3, un modulo che conosciamo e ci dà sicurezza ma non escludiamo nulla, non solo davanti ma anche a centrocampo»
Lavori in corso nel ritiro gialloblù. Si lavora sodo in Val Ridanna. Doppia seduta di allenamento a Racines, alla mattina la squadra è stata divisa in due gruppi che si sono alternati con il lavoro in campo e nel bosco della Val Ridanna con corse e ripetute. Al termine, un bagno tonificante per i muscoli delle gambe con la temperatura dell'acqua a 8-9 gradi. Nel pomeriggio la truppa di Mandorlini ha svolto riscaldamento, esercitazioni tecniche e atletiche, oltre ad esercitazioni per reparti. Tutti presenti e al gruppo si è aggiunto anche il portiere della Primavera, Borra. Il momento giusto per tonificare i muscoli e per ricaricare le batterie. Anche per «studiare» il nuovo Hellas, la squadra che verrà, il gruppo che dovrà affrontare «le battaglie della Serie A», come ha ripetuto ancora una volta il presidente Maurizio Setti alla presentazione ufficiale in Via Sogare.
Non dovrebbero esserci rivoluzioni tattiche, il tecnico del Verona punterà ancora una volta sul 4-3-3 come ha sempre fatto in B e in C. «Un modulo che conosciamo bene - ammette Mandorlini - che i giocatori conoscono bene. Quelli vecchi sanno già tutto, quelli nuovi hanno le caratteristiche giuste per adattarsi al nostro gioco. Meglio avere delle certezze all'inizio, ci sono già tante incognite meglio partire con un po' di sicurezza».
Un 4-3-3 che potrà trasformarsi in un 4-5-1 con il ripiegamento dei due esterni sulla linea dei centrocampisti. Un movimento che s'è già visto in più di un'occasione nel campionato cadetto - basta chiedere a Gomez, Sgrigna o Martinho - che si ripeterà con più frequenza in A quando l'Hellas non sarà costretto a fare la partita ma difendere, chiudere gli spazi agli avversari e ripartire. Con il mercato ancora aperto, l'arrivo sicuro di Ezequel Cirigliano e quello quasi certo di Bosko Jankovic dovrebbe completare la cerniera di centrocampo, si possono valutare anche le alternative tattiche che potrà utilizzare l'Hellas.
Ovvio che in questo momento sono solo chiacchiere in libertà ma il tridente offensivo di «mandorliniana memoria» escluderebbe l'impiego in coppia di Daniele Cacia e Luca Toni, due giocatori abituati a sostenere da soli il peso dell'attacco. È già nato un dualismo tra i due bomber. Mandorlini la butta sul ridere e getta acqua sul fuoco. «Li sto seguendo in allenamento e vedo che parlano spesso, hanno già trovato un buon feeling, si vede che gli attaccanti hanno un linguaggio comune - butta lì il tecnico - meglio se c'è sintonia, fa bene a tutti, anche al gruppo. Daniele Cacia ha dimostrato l'anno scorso quelle che sono le sue qualità, quando devi fare gol non conta la categoria. Oltretutto lui ha un conto in sospeso con la A, adesso se l'è conquistata e non vede l'ora di mettersi alla prova. Un esame da superare».
Chi ha già superato tanti esami e ha deciso di rimettersi in gioco è Luca Toni. «Un grande campione - ha detto Mandorlini alla presentazione della squadra - l'ho visto carico ma non avevo dubbi. Un professionista che può dare una mano alla squadra con la sua esperienza. Toni e Cacia insieme? Perchè no, abbiamo tanto tempo davanti, possiamo fare le prove».
In attesa di vedere che cosa succederà in avanti, resta da capire come giocherà il centrocampo dell'Hellas. Nella stagione della promozione dalla B alla A, Jorginho ha fatto il regista davanti alla difesa - solo qualche volta ha lasciato a Bacinovic la bacchetta di direttore d'orchestra - con Laner a destra e Hallfredsson a sinistra. Quest'anno potrebbe giocare davanti alla difesa Massimo Donati che ha già tanti campionati in A proprio in quel ruolo con Jorginho e Hallfredsson a sostegno. Ma anche Ezequiel Cirigliano può giocare in mezzo o da interno, mentre Martinho può partire nel tridente offensivo oppure retrocedere in mezzo al campo. Tante soluzioni per arrivare all'esordio già pronti anche tatticamente. «Le alternative ci sono - conclude Mandorlini - però dobbiamo lavorare ancora moltissimo».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mister Mandorlini alla presentazione dell'HELLAS '13-'14 |
28.06.2013
«Donati? Perfetto,Toni forte ma piace a tanti...»
ORGOGLIO E BUONI AUSPICI. «Io e il club sulla stessa lunghezza d´onda». Andrea Mandorlini immagina il Verona del domani. «La nostra struttura è solida, ora voglio entusiasmo Fondamentale lo spirito con cui arriveranno i nuovi»
Sotto l´ombrellone e col mare della Sardegna davanti agli occhi la Serie A può sembrare lontana. Andrea Mandorlini si è isolato, ma solo per qualche giorno. Ad informarlo ci pensa Sogliano, basta una chiamata o un sms. Il resto è nella sua testa, nelle sue idee.
Mandorlini ha parlato a lungo ieri a RadioVerona, durante Fuorigioco. A tutto campo, come piace a lui. «Sarà importante arrivare carichi, motivati, pronti a tutto», ha detto. «Tanti giocatori fondamentali per arrivare fin qui non ci saranno più, altri ne arriveranno. Quel che conta è che siamo tornati in una categoria che il Verona non giocava da tanto tempo. Grazie al lavoro della società, dei ragazzi e anche un po´ dell´allenatore. Tutti hanno messo fieno in cascina per l´obiettivo. Senza il passato non ci sarebbe il presente. Adesso aspetto solo di vedere in faccia i miei giocatori, parlargli, toccare con mano».
Il primo tassello ce l´ha già, Massimo Donati è il fedele concentrato del Verona che vuole Mandorlini. «Può essere impiegato in diversi ruoli a metà. Universale come quelli che piacciono a me e a Sogliano. Io e il direttore viaggiamo sulla stessa lunghezza d´onda. Donati è un bravo ragazzo, ha motivazioni e tanta esperienza, il tasto che abbiamo pensato di andare a toccare in questo mercato così difficile».
GOL E PROIEZIONI. Ci vuole un attimo perché il discorso scivoli verso l´attacco. «Toni? Non piace soltanto a me, piace a tante squadre anche se non è più giovane. Ma questo può non voler dire niente, la sua carriera parla da sola. Bisogna restare calmi e tranquilli, il mercato è molto lungo».
Nel pacchetto c´è anche Seferovic, di cui proprio ieri Sogliano ha parlato con la Fiorentina e Daniele Pradè uscendo insieme dalla sede della Lega Calcio. «La Fiorentina ha tanti giocatori bravi, è il caso di Seferovic ma anche di altri. Per adesso mi limito all´ufficialità di Donati. Vediamo quel che succede. Conosco i giocatori che ho allenato ma ci aspetta un campionato diverso ed il campo stavolta più che mai dovrà dire tante cose. Non so chi resterà o meno. Quel che conta è lo spirito con cui i nuovi arriveranno all´Hellas».
COME VOLARE BASSI. I piedi sono ben saldi per terra, anche se al posto dell´erba del campo c´è la sabbia della Sardegna. «Dev´essere così, vogliamo mantenere la categoria con serenità e per riuscirci abbiamo tanti modi. Sicuramente faremo fatica, la differenza con la Serie B esiste sicuramente. Il futuro però non possiamo conoscerlo. Prima iniziamo a confrontarci con le altre squadre, poi cominceremo a capire meglio quel che ci aspetta».
L´aggiornamento sugli abbonati arriva in diretta, sono quasi 2.800. Mandorlini sorride. «Anche senza questo dato sapevo già che Verona ci sarebbe stata vicina come sempre. Il pubblico sarà ancora uno dei nostri punti di forza. Così come il gruppo, quello vince sempre. Anche i grandi campioni e le grandi squadre fan fatica a vincere se non hanno alle spalle uno spogliatoio forte».
UN MISTER DIVERSO. Sarà anche la sua Serie A, quella già toccata all´Atalanta e al Siena in condizioni non proprio agevoli. Mandorlini si guarda indietro per un attimo. «A Bergamo la squadra era molto giovane. Siena? Dura. Ogni stagione però ha la sua storia. Sono passati degli anni, ci arrivo certamente più maturo. Ora mi sento meglio. E poi Verona è casa mia. Non so se giocheremo sempre per vincere, se cambieremo qualcosa. In A ti ritrovi davanti squadre forti, magari sarà una partenza difficile, ma avere un´organizzazione come quella che abbiamo saputo tutti insieme creare in questi tre anni è un buon punto di partenza. E l´entusiasmo voglio sia alla base di quest´annata. Per chi resta, per chi arriva, per la gente, per tutti».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
ALTRE NOTIZIE
Hellas Verona, Mandorlini: "Bradley e Kozak mi piacciono"
21.06.2013 11.55 di Chiara Biondini
Andrea Mandorlini parla ai microfoni di Radio Manà Manà Sport, nel corso di "Buongiorno Roma". L'allenatore che ha riportato l'Hellas Verona in serie A dopo 11 anni racconta le emozioni della promozione. Dopo aver fatto i complimenti ai suoi ragazzi per l'impresa, si guarda intorno e dà il suo giudizio su un paio di giocatori che sono spesso accostati alla squadra veneta.
Dal 2010 è alla guida del Verona ed è partito dalla Lega Pro. In tre anni ha conquistato la serie B e la serie A. Quale dei due successi l'ha emozionata di più?
"L'emozione più bella è sempre l'ultima, è stata una soddisfazione regalare la promozione a una piazza come Verona. Non è facile vincere quando si comincia con i favori del pronostico, noi lo abbiamo fatto. Siamo partiti dalla Lega Pro, abbiamo raccolto tutto quello che abbiamo seminato".
L'hanno infastidita le voci che la davano in partenza da Verona e già si parlava di un sostituto pronto a prendere il suo posto?
"Quando sono arrivato a Verona c'era una società, poi lo scorso anno ne è arrivata un'altra. Dovevamo, quindi, conoscerci e vedere se potevamo andare per la stessa strada. Anche io ho commesso qualche piccolo errore dal punto di vista caratteriale, non è mai stata messa in discussione la conduzione tecnica. Ripeto, ci dovevamo solo confrontare. Continuiamo insieme e speriamo di fare bene".
Daniele Cacia è stato un grande protagonista della scorsa stagione, 24 reti realizzate in 39 partite, è stato il capocannoniere della serie B. Potrà esprimersi al meglio anche in serie A?
"Daniele ha disputato un campionato incredibile, non l'ha mai fatto nella sua carriera. Ha tutte le carte in regola per fare bene, poi, certamente, parlerà il campo. È nella maturazione giusta, ha qualità, l'allenatore sa come deve servire un giocatore così, è in un ambiente in cui tutti gli vogliono bene tutti".
Oltre a Cacia, a contribuire alla promozione in serie A è stato anche Jorginho. Un suo giudizio sul centrocampista.
"E' come se fosse mio figlio, classe 1991. E' cresciuto tanto tecnicamente. La maturazione migliore ora deve farla dal punto di vista fisico, deve mettere su qualche chilo, un po' di massa, un po' di forza. A livello tecnico e tattico è bravo ed è ancora in forte crescita".
Le piacerebbe allenare di nuovo Tachtsidis, dopo la stagione con la Roma?
"Sono convinto che quest'anno abbia avuto delle difficoltà personali, di squadra, ma come prima esperienza in una grande squadra come la Roma ha fatto la sua parte. Certo non è mai facile imporsi il primo anno. Mi dispiace che la Roma lo abbia lasciato al Genoa che lo ha riscattato, Panagiotis avrebbe bisogno di più tempo. Credo che, alla lunga, potrà affermarsi in un campionato importante".
Tra i possibili acquisti dell'Hellas Verona è stato fatto il nome del laziale Kozak. La sua opinione sull'attaccante.
"E' un giocatore importante, è giovane, ha fatto bene nella Lazio, forse non continuità".
Potrebbe fare al caso del Verona?
"Non so se il nostro direttore abbia chiesto il calciatore alla Lazio, noi abbiamo Cacia che è capocannoniere, però per la fare la serie A, giocando con tre punte davanti, hai bisogno di almeno due-tre attaccanti con certe caratteristiche".
Un altro nome accostato alla sua squadra è quello del romanista Bradley, le piace?
"Sì, è un giocatore solido, di sostanza. Non ho visto molte partite di serie A per i numerosi impegni che abbiamo avuto la scorsa stagione, ma ho notato che è maturato. Non è stato facile il passaggio dal Chievo alla Roma, però ha disputato buonissime gare, è affidabile".
Si parla spesso di Rafael, il portiere brasiliano del Santos voluto dalla Roma e dal Napoli. Il Verona tra i pali ha un altro Rafael.
"E' un bravo ragazzo. E' cresciuto molto, ha fatto una bella gavetta, l'impatto in serie A sarà fondamentale dal punto di vista delle motivazioni. Dobbiamo lavorare molto su questo aspetto".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
01.06.2013
Sogliano: «Mandorlini resta, ecco perché»
L'ANNUNCIO. Ieri mattina la società ha cancellato gli ultimi dubbi. «Ci siamo confrontati, era giusto farlo, anche dopo una promozione. Le perplessità del presidente ? Mi ha dato carta bianca, ho fatto la scelta migliore...»
Un altro anno insieme. Continua l'avventura di Andrea Mandorlini sulla panchina dell'Hellas. La notizia era nell'aria da qualche giorno, la conferma è arrivata ieri mattina davanti alla sede del Verona, in via Torricelli. “Andrea Mandorlini sarà il nostro allenatore anche in serie A – ha detto il direttore sportivo Sean Sogliano – in questi giorni ci siamo confrontati più volte con il presidente e con il tecnico, abbiamo preso in considerazione l'ultimo campionato, abbiamo fatto un'analisi profonda. Sì, è vero, abbiamo centrato l'obiettivo e raggiunto la promozione in serie A ma è stato un anno difficile, non possiamo nascondere che ci sono stati momenti critici. Li abbiamo superati con buon senso e professionalità ma la serie A è un'altra cosa, non ti lascia margini di errore e noi non possiamo presentarci ai nastri di partenza impreparati o sprovveduti”.
PRIMA SCELTA. È arrivata la soluzione del rebus allenatore. Con il presidente Setti impegnato in un viaggio d'affari in Cina, è toccato al direttore sportivo illustrare il cammino che ha portato alla riconferma di Mandorlini alla guida del Verona. “Si tratta di una decisione tecnica – sottolinea Sogliano – una società come l'Hellas non può essere legata solo all'aspetto umano o quello ambientale. È normale che i tifosi siano molto legati a un allenatore come Mandorlini che ha riportato la squadra in A dopo anni di sofferenza e non si può dimenticare che l'ha presa in C1 a un passo dalla C2 centrando due promozione in due anni e mezzo ma noi dobbiamo fare un'analisi razionale e i risultati parlano per Mandorlini, i punti che ha raccolto in questi campionati non sono arrivati per caso. Sono frutto di un grande lavoro, di una buona gestione degli uomini, di una lettura intelligente delle partite. Tutti gli allenatori che sono stati nominati nell'ultimo periodo sarebbero venuti a piedi ad allenare il Verona, noi abbiamo deciso di tenere Mandorlini perché ci fidiamo di lui, non perché ha già il contratto o perché lo chiede la piazza. Lui è la nostra prima scelta”.
UN PROGETTO COMUNE. Una decisione maturata a freddo. Dopo la promozione in A tutti si aspettavano la conferma immediata di Mandorlini ma non è stato così. “Siamo qua da un anno, ormai tutti sanno come lavoriamo – continua Sogliano – non prendiamo decisioni azzardate. Ci siamo confrontati, certo, mi sembra normale. Anche noi volevamo sapere che cosa cerca Mandorlini, dove vuole arrivare, se è soddisfatto di rimanere a Verona. Quando si chiude un accordo devono essere contente le due parti, non una sola. Anche Mandorlini deve accettare il concetto che c'è una società alle spalle, seria, determinata, trasparente. Accettare un direttore sportivo come sono io. Presente sette giorni su sette, in panchina e all'allenamento. Noi lavoriamo così e vogliamo lavorare ancora così. Lui ha capito e abbiamo condiviso un progetto comune. Siamo convinti di andare avanti insieme. Chiudiamo una volta per tutti questo tormentone”.
I DUBBI DI SETTI. Un “tormentone” alimentato anche dalle dichiarazioni di Maurizio Setti che non ha mai manifestato, almeno pubblicamente, grande simpatia per mister Mandorlini non solo per l'aspetto caratteriale ma anche per la gestione degli uomini e la visione tattica dell'allenatore romagnolo. Più equilibrato il mister, più sbilanciato in avanti il patron. “Però, credetemi, alla fine la scelta è maturata insieme – ammette Sogliano – allenatore e presidente si sono confrontati correttamente e siamo arrivati a una scelta condivisa. Dopo l'incontro con l'allenatore dove abbiamo comunque messo le basi per il nostro rapporto futuro, il presidente mi ha dato carta bianca e ho deciso di puntare ancora su Mandorlini perché so quello che può dare, consapevole che in serie A saremo veramente degli outsider”.
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Calcio
Mandorlini resta alla guida dell'Hellas Verona
L'allenatore ravennate guiderà gli scaligeri anche nella massima serie
31/Maggio/2013 - H. 17.48
VERONA - Andrea Mandorlini sarà il mister dell'Hellas Verona anche nella prossima stagione. Lo ha annunciato la societa che ha deciso di non interrompere il rapporto con il tecnico ravennate autore negli ultimi tre campionati di due promozioni. La conferma di Mandorlini non era scontata.
FONTE: RomagnaNoi.it
VERONA, SOGLIANO: "AVANTI CON MANDORLINI"
Il direttore sportivo gialloblù conferma il tecnico: "Non ci sarà alcun comunicato perché il mister ha già un contratto"
"Andiamo avanti con Mandorlini, non c'è da fare nessun comunicato perché il mister ha già un contratto". Sean Sogliano, direttore sportivo del Verona, chiude definitivamente il giallo legato alla panchina degli scaligeri nella prossima stagione. Dopo l'approdo in Serie A, la squadra veneta sembrava intenzionata ad un cambio di tecnico ma Sogliano esclude questa possibilità in un'intervista a Hellas Verona Channel: "Abbiamo parlato con lui, sia io che il presidente - rivela -. Con grande serenità si è presa questa decisione e dare al mister la possibilità di dimostrare che può fare un buon lavoro anche in Serie A. C'erano degli aspetti che rendere chiaro il nostro rapporto. Avevamo bisogno di sapere se era felice di lavorare con questa società. Noi abbiamo deciso di tenere il mister, sia io che il presidente la riteniamo la nostra prima scelta".
Smentite, dunque, le voci su un possibile cambio di direzione tecnica: "Se volevamo prendere un altro allenatore lo avremmo potuto fare. Non è un ripiego, ma c'è la consapevolezza tecnica e morale di poter affrontare la Serie A. Il contratto? Rimane questo, non lo allunghiamo solo perché io sono contrario ai contratti pluriennali. Avete nominato Sannino: io con Sannino a Varese ho lavorato tre anni e ogni anno facevamo il contratto annuale - conclude Sogliano -. I matrimoni non si fanno con i contratti ma guardandosi negli occhi a fine stagione".
FONTE: SportMediaset.Mediaset.it
30.05.2013
Rebus Mandorlini. Più vicino l'accordo
LA TELENOVELA. Faccia a faccia in sede con il direttore sportivo. Segnali positivi dopo il lungo incontro con Sogliano Domani potrebbe arrivare la decisione della società «Nessun contatto con Padova, mai stato a La Spezia»
Forse siamo ai titoli di coda. Oggi pomeriggio o, al massimo, domani mattina potrebbe concludersi la telenovela del «mister gialloblù». Andrea Mandorlini è il primattore, Sean Sogliano e Maurizio Setti vestono i ruoli di regista e sceneggiatore. Dopo il vertice di lunedì pomeriggio tra patron, direttore sportivo e mister, ieri un lungo incontro tra il diesse e il tecnico ha posto le basi per un futuro insieme. Oggi Sogliano è impegnato lontano da Verona e la trattativa resterà in stand by ma domani dovrebbe arrivare l'accordo. Il condizionale è d'obbligo nel mondo «pallonaro» basta vedere cos'è successo dall'altra parte dell'Adige tra Eugenio Corini e il Chievo ma «mister promozione» - l'allenatore che in due anni e mezzo ha portato l'Hellas dalla C alla A - riparte in pole position nella corsa alla panchina gialloblù.
A dire il vero, lui quella panchina non l'ha mai lasciata anche perchè ha ancora un anno di contratto con il Verona ma alcuni dissapori con il presidente Setti che hanno accompagnato l'avventura di Mandorlini nell'ultimo anno in riva all'Adige non hanno mai fatto decollare un rapporto che poteva cementarsi proprio con la promozione in A. Non è stato così ma le doti tecniche di un allenatore che ha vinto tutto quello che c'era da vincere alla guida dell'Hellas potrebbero aver fatto ricredere il patron emiliano e così Sogliano, nel ruolo di mediatore, ha fatto ritrovare equilibrio alla «strana coppia». Restano in secondo piano, almeno per il momento, Giuseppe Sannino e Devis Mangia. L'ex allenatore di Varese, Siena e Palermo ha praticamente già rescisso il contratto con la società rosanero anche se deve fare i conti con le schermaglie dialettiche di Maurizio Zamparini che cerca, in questo modo, di non versare al tecnico in partenza una buonuscita importante. Ma la storia ormai è finita, quindi non esistono intoppi burocratici che potrebbero bloccare il passaggio di Sannino al Verona. Lo stesso discorso vale per Mangia. In questo momento è il ct dell'Under 21 che sta giocando le finali dei campionati europei in Israele ma, chiusa la competizione continentale, l'ex allenatore della Primavera del Varese può rescindere il contratto con la Federcalcio, mettersi sul mercato e accettare, se ci saranno ancora, le proposte di Setti & Sogliano. Nessun impedimento anche per lui, dunque.
Piuttosto i due tecnici dovranno fare i conti con un mister come Mandorlini sempre più saldo in sella non solo per gli attestati di stima dei fedelissimi gialloblù ma per quello che ha fatto negli ultimi campionati, per i risultati che ha portato a casa. A questo punto, però, serve una decisione rapida e ferma, sono passati dieci giorni dalla promozione in A e una società seria ha sì bisogno di tempo per programmare con calma e non sbagliare le scelte ma non può rimandare continuamente la scelta alimentando tensioni e strane voci. Come quelle che girano su internet che, a ore alternate, danno Mandorlini ora allo Spezia, ora al Padova, senza dimenticare il Genoa o il Torino, se Ventura accetterà l'offerta di Zamparini per allenare il Palermo. «Sono sincero - ha detto il tecnico gialloblù a Padovasport - non c'è stato nessun contatto con il Padova, non sono mai stato a La Spdezia, non so da dove arrivano queste notizie. In questo momento sono impegnato a risolvere altre cose qui a Verona, non sto pensando ad altre squadre. Sono la prima scelta del presidente del Padova Cestaro? Mi fa piacere, ma davvero non ho parlato con il presidente e non c'è stato nessuno colloquio con lui».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
20.05.2013
«Che spettacolo i tifosi del Verona»
Il «Corriere dello Sport» applaude Mandorlini: «Antipatico per forza, per lui è più difficile vincere»
Visto da angolazioni diverse. Il Verona suggerisce analisi profonde, musa ispiratrice della stampa nazionale. Bello raccontare l'Hellas nelle sue pieghe, non fermarsi alla fredda cronaca. Un marchio così di spunti ne regala un'infinità.
BISOGNO DI HELLAS. Il lato romantico ha avuto la sua bella fetta, nel raccontare l'impresa della promozione in Serie A. «Lo spettacolo vero e imperdibile è stato offerto dai tifosi gialloblù», scrive su calciopress.net la penna di Sergio Mutolo, studioso di calcio e dei suoi fenomeni più profondi, uno che ha sempre conservato una lente particolare per Verona. «Per tutti i novanta minuti della partita, assiepati sulle tribune, non hanno smesso un attimo di alzare cori all'inglese e di trasmettere gioia allo stato puro. L'ultimo diaframma - ha proseguito Mutolo - è stato abbattuto. Al triplice fischio dell'arbitro Ciampi di Roma il Bentegodi, che da queste parti chiamano “il Tempio”, esplode in un boato liberatorio che riscalda il cuore. Un fiume di tifosi in festa tracima per le strade della città. L'onda gialloblù è straripante e incontenibile. Dà libero sfogo a un'euforia contagiosa. I fantastici 'butei' non hanno mai abbandonato la squadra. Molte altre tifoserie avrebbero mollato gli ormeggi, lasciando andare alla deriva una navicella senza nocchiero. Paradigmatici in questo senso i quattro anni trascorsi in terza serie nazionale. Stagioni dure e difficili che hanno fatto lievitare oltre ogni limite immaginabile il senso di orgoglio. Bentornato in A, Hellas. E bentornati, butei. Il deprimente calcio italiano di questi tempi ha un disperato bisogno di voi».
DURO E VINCENTE. Il Corriere dello Sport disegna Mandorlini con una veste duplice. Presa dal campo, ma non solo. Scrive Tullio Calzone: « Vincere non è mai semplice o facile per nessuno. Figuriamoci per uno da sempre contro, antipatico per forza. Numeri, dati, statistiche. Ma anche concretezza e organizzazione: sono state queste le basi su cui lo spigoloso tecnico ravennate ha costruito questo successo tutt'altro che scontato alla vigilia. Un successo alimentato pazientemente, sempre attraverso la ricerca di un gioco offensivo e di una mentalità propositiva che ha portato, per esempio, il Verona a battere il Livorno all'Ardenza lo scorso 20 ottobre, ma anche a vincere a Terni o a Castellammare e a Lanciano»...
FONTE: LArena.it
SERIE B
Verona, Mandorlini: "Mai pensato che non ce la potessimo fare"
18.05.2013 19.34 di Simone Lorini Twitter: @Simone_Lorini
Intervistato da Sky, il tecnico del Verona Andrea Mandorlini ha raccontato il cammino della sua squadra fino alla promozione in massima serie: "Non ho mai pensato che non ce la potessimo fare, noi abbiamo avuto qualche alto e basso rispetto al Sassuolo ma siamo sempre stati li davanti. Oggi abbiamo concluso e nessuno ci ha regalato niente. Ci sono stati tanti momenti positivi, qualcuno anche negativo a livello personale, il mio primo pensiero è comunque per Martinelli. Quest'anno abbiamo coronato un sogno durato tre anni, da quando abbiamo iniziato in Lega Pro. Lo scorso anno nei playoff siamo stati molto penalizzati dagli episodi, quest'anno ci abbiamo sempre creduto e devo ringraziare i miei ragazzi, sono loro i veri artefici. Guidare la squadra in A? Adesso vedremo con la società. Martinho? E' un giocatore universale, è stata una sorpresa quest'anno, determinante in alcune occasione. Pensate che non aveva mai fatto un gol prima di quest'anno, in cui ne ha fatti 11".
SERIE B
Verona, Mandorlini: "Dedica per Giovanni Martinelli"
18.05.2013 19.02 di Simone Lorini Twitter: @Simone_Lorini
Intervistato a caldo da Sky, il tecnico del Verona Andrea Mandorlini ha esultato per la promozione della sua squadra in massima serie: "Era ora, tre anni che siamo qua, partendo dalla Lega Pro, il coronamento di un progetto importante. La mia dedica e il mio ringraziamento è per Giovanni Martinelli, quello che merita di più questa vittoria".
FONTE: TuttoMercatoWeb
sabato, maggio 18th, 2013 | Posted by Daniele Andronaco
Verona, Mandorlini: “Era ora! Coronato un percorso importante”
VERONA MANDORLINI SERIE A / VERONA - Questi i commenti a caldo di Andrea Mandorlini ai microfoni di ‘Sky’ dopo la promozione del Verona: “Era ora, era ora! Siamo partiti dalla Lega Pro ed è il coronamento di un percorso importante. Siamo contenti, siamo stati bravi, è merito di tutti. Adesso è difficile ringraziare tutti, ma ringrazio soprattutto una persona, Giovanni Martinelli, che è quello che più di tutti merita questa vittoria. Il cuore batte forte, ce lo siamo meritati”.
FONTE: SerieBNews.com
11.05.2013
«Ragazzi, ecco l'ora X. Siamo pronti, carichi, da due anni va così...»
ANDREA MANDORLINI
Nessun dubbio, solo punti fermi. Chiarissime le idee di Andrea Mandorlini, non potrebbe essere altrimenti. Sguardo serio, faccia decisa. Carico e sereno allo stesso tempo. Il Verona va da sé, il campionato l'ha detto e ripetuto. Specie negli ultimi due mesi. Non resta che raccogliere, anche se non sarà facile. Battaglia dura a Castellammare, ma si sapeva. Mandorlini parla poco, scherza anche, fa soprattutto il serio. La faccia dei giorni giusti, i pensieri in una direzione sola. «Siamo contenti di essere arrivati fino in fondo al completo. Tranne Carrozza abbiamo recuperato tutti, senza situazioni da verificare all'ultimo momento. Bene così».
A quale altra partita accosta questa? Quella di Salerno forse?
«No, non direi. Sono situazioni diverse, siamo soddisfatti per aver giocato finora una grande stagione e felici ora di andare a giocarci qualcosa di importante. Un conto sono le parole, un conto è confermare certe attese».
Quanto è orgoglioso personalmente di essere arrivato a questo punto?
«Sono orgoglioso così come orgogliosi devono essere tutti i ragazzi. Di strada ne abbiamo fatta in questi anni, abbiamo anche affrontato tante curve. Ci sono state delle difficoltà, ma siamo sempre rimasti in linea con gli obiettivi e giocato da protagonisti».
Che partita sarà?
«Difficile. Qui al di là dei moduli conterà l'agonismo, la personalità, l'aspetto fisico, l'interpretazione del singolo giocatore. Convogliare tutto su questa partita però mi pare sia esagerato, non ci dimentichiamo che dopo ce ne sarà un'altra».
I biglietti per Castellammare sono andati esauriti in poche ore...
«Non è una novità, è successo tante altre volte. Conosciamo l'attaccamento e la passione dei tifosi del Verona. La gente però non ti fa vincere, sia da una parte che dall'altra. Le partite devi vincerle tu. Sul campo».
Teme un clima provocatorio?
«Noi alle provocazioni ci siamo sempre caduti molto poco. Chi c'è cascato di più ogni tanto sono stato proprio io, ma abbiamo già dato ampia dimostrazione di saper gestire certi momenti e affrontarli nel modo giusto».
Quanto i giocatori sentono la tensione?
«È normale che l'avvertano più di quanto non accadesse qualche settimana fa. Le partite diminuiscono e la pressione aumenta. Ormai siamo alla stretta finale. La concentrazione deve essere massimale. La squadra però ha sempre conservato grande fiducia, questo è importante».
Quanto vale davvero la Juve Stabia?
«In questi anni ha fatto benissimo, secondo gli obiettivi della società e dell'allenatore, l'unico che mi batte nella classifica delle multe. Ce lo siamo detti anche a Coverciano, nell'ultima riunione tecnica. Al di là di questo, in linea di massima la Juve Stabia è salva».
Si caricano sempre troppo partite così...
«E fin quando succederà il calcio farà fatica ad evolversi nel modo giusto. Si prendono in considerazione tante questioni che invece dovrebbero essere marginali rispetto al campo. Anche quand'ero giocatore succedeva. È sempre difficile in questi casi, ancor di più quando di chiami Verona».
Alessandro De Pietro
27.02.2013
«Sono sereno. Burrasca finita...»
ANDREA MANDORLINI
Vincere fa bene. Serve non solo alla classifica, soprattutto in questo periodo. Il Varese è lontano, anche se sembra ieri. Andrea Mandorlini guarda al San Nicola, ad un'immensa cattedrale vuota da riempire con una grande prestazione. Tappa equivoca, quella di Bari. Squadra in crisi, senza troppe idee, capace di dar sollievo persino alla Pro Vercelli. Proprio per questo meglio non fidarsi. Il mister non ci casca, figurarsi. Va avanti col suo credo. Difeso sempre e comunque. E il Varese ha rappresentato forse il vero punto di svolta.
Quello visto sabato è lo spirito che al Verona forse finora è mancato?
«L'idea del gioco ha differenziato la squadra in questi tre anni, ma quello non basta. Ci vogliono anche anima e cuore. A Coverciano lunedì scorso tanti allenatori mi hanno detto che il Verona non c'entra nulla con questa categoria. Al gioco però dobbiamo aggiungerci una rabbia diversa».
Ha rivisto la partita col Varese?
«No, ma ho rivisto la partita di Novara. Nel primo tempo abbiamo giocato noi, pur non creando tantissimo. L'inerzia è cambiata con l'espulsione di Bacinovic. Ma è stata solo la seconda sconfitta, da più di un anno non ne perdevamo due di fila. Il calcio va così però. Bisogna conoscere le sue regole. Abbiamo vissuto un paio di giorni particolari, ma è passata. Al di là di Moras a destra e di Pinco Pallino di qua o di là la partita l'aveva fatta il Verona. Chiaro che alla fine quel che ti resta è il risultato. E quello non lo puoi cambiare».
Al Verona manca un leader?
«L'ho sempre detto, il vero leader di questa squadra è il gioco. Fatto di idee e di personalità diverse. Quando sono arrivato io non ce n'erano di leader, in generale di personalità non ne abbiamo tantissima nemmeno ora. Ci sono tanti bravi ragazzi in squadra, che devono aiutarsi l'uno con l'altro e attaccarsi sempre all'idea. In quella bisogna identificarsi. Preferisco questa strada. Quando i tuoi leader non sono in giornata che fai, non giochi più?».
Le è sembrato di vedere l'Hellas nel possesso palla del Barcellona contro il Milan?
«Noi non siamo così leziosi, ci sono rimasto male anch'io nel vedere la partita. È indubbio che finora la squadra ha fatto la differenza attraverso il gioco. Certe cose però bisogna farle meglio. L'allenatore deve lavorare di più e i giocatori devono assumersi più responsabilità nel fare meglio quel che a volte facciamo e che a volte ci dimentichiamo. Col Varese ad un certo punto abbiamo faticato, ma è in quei momenti che si fortificano le certezze. Non puoi sempre dominare e vincere tre o quattro a zero. Non basta sapere quel che devi fare, ci vogliono altre componenti che al Verona in questi tre anni non sono comunque mai mancate».
Come sta Cacia?
«Non è in un buonissimo momento, convive con un problemino che probabilmente si porterà dietro ancora un po'. Magari si pensa di tutto e di più quando passano una o due giornate e lui non segna. Ma Daniele è sereno, come tranquilli devono restare tutti. E la serenità te la dà la vittoria soprattutto. Mi spiace solo per Cocco, stava bene ma si è fermato di nuovo. Da qui in avanti, l'ho detto ai ragazzi, tutti devono farsi trovare pronti, al di là delle squalifiche la squadra e la sua forza non devono cambiare».
Che avversario sarà il Bari? Nelle ultime cinque giornate appena due punti e un solo gol segnato...
«Senza la penalizzazione il Bari avrebbe 33 punti e sarebbe vicino ai playoff. La squadra ha giovani interessanti, stanno preparando la partita anche a livello ambientale. Mi spiace se uno sta male, ma sto peggio se sto male io...».
Alessandro De Pietro
24.02.2013
L'urlo di Mandorlini «Parla il campo e grande vittoria»
SCACCIA CRISI. Contro il Bari fuori Moras e Hallfredsson squalificati
L'allenatore gialloblù si gode i tre punti nello scontro diretto «Per un'ora abbiamo fatto bene poi c'è stato un super Rafael»
La foto del giorno è Mandorlini che corre in campo dopo il gol di Moras con i giocatori che gli saltano addosso. Il suo è un urlo liberatorio a pugni stretti. Il mister respira a pieni polmoni dopo essere stato a lungo in apnea. Era nervosissimo: non faceva altro che guardare l'orologio, nonostante fosse ancora il primo tempo: dopo due sconfitte consecutive, Vicenza e Novara, l'aria in casa gialloblù era tesissima.
L'URLO LIBERATORIO. «Ma no», cerca di smorzare Mandorlini, «era per Moras, ero contento per lui, ci tenevo, era tanto che ci andava vicino senza segnare e io lo prendevo in giro. Ero felice per lui. Tutto qui». Sul resto sorvola, non vuole sentire parlare di tensioni, panchine in bilico, giocatori che "giocano contro". «So come va questo "giochino", da tanti anni, da sempre», dice. «Poi c'è il campo, la mia vita e il mio lavoro. Lì si racchiude tutta la mia concentrazione. L'ambiente ci è stato vicino e questo ha fatto sì che portassimo a casa una vittoria importante. Le critiche ci stanno, in tre anni ho fatto un mare di punti, tante vittorie, ma in Italia bisogna sempre dare la colpa a qualcuno, e allora è giusto la diano a me e va bene così».
UN'ORA FATTA BENE. E torna al punto, il nocciolo della questione: i tre punti fatti, fondamentali per tenere lontano il Varese, che sperava di fare il colpaccio e portarsi e -1 dall'Hellas. «Bisogna sempre aspettare la partita. E qui può succedere di tutto. Sempre. Abbiamo vinto meritatamente con una squadra molto buona che arrivava da un bel periodo. E ora dobbiamo continuare così». «Ripeto, siamo stati bravi, loro avrebbero potuto riaprire la gara, vero, ma noi avremmo anche potuto fare più gol nella prima parte. Insomma, è andata bene». «La squadra mi è piaciuta», aggiunge. «E oggi abbiamo preso quello che nelle altre due partite avremmo meritato, ma non abbiamo raccolto». «Sì», prosegue, «vittoria che pesa. Bella», sottolinea l'allenatore gialloblù.
C'È BATMAN. «Sono contento», ci tiene a dire, «siamo tornati a vincere, abbiamo sofferto anche la loro fisicità, ma di facile non c'è mai niente. Per un'ora abbiamo fatto bene, poi è scesa un po' di stanchezza e abbiamo rischiato qualcosa. Ma Rafa ha tenuto in piedi la partita». Tanto che Ebagua ha detto che gli è sembrato di vedere Batman. Mandorlini ride. Ma non è stata una passeggiata: nel secondo tempo, infatti, i biancorossi hanno alzato il baricentro e fatto paura al Verona con due incursione micidiali , prima con Ferreira e poi con Ebagua. Ma Rafael si è superato con due parate pazzesche. Fondamentali. Da Batman. Ma il mister insiste sulla parte migliore della gara: «Nel primo tempo», ricorda, «avremmo meritato qualcosa in più». Il riferimento è anche alla traversa colpita da Jorginho al 13'. E sarebbe stata una beffa se il Varese avesse pareggiato. «Abbiamo rischiato un po'», ammette, «però alla fine il risultato è stato giusto, sono contento anche per il gol di Rivas che ha chiuso il match. Sapevo che i due argentini avrebbero dato qualcosa in più. Gomez ha sbagliato il cross e Emanuel però ha segnato».
SI RIVEDE FERRARI. Fuori Sgrigna e Carrozza per Rivas e Gomez. Poi fuori Cacia e dentro Ferrari. Cambi azzeccati, anche perché, sulla palla cross di Juanito che ha determinato il raddoppio, per un pelo non ci arrivava pure Ferrari, di nuovo in campo al Bentegodi e applauditissimo. «Avevamo situazioni offensive importanti. Sia Alessandro che Sandro avevano speso tanto e volevo gente un po' più fresca», spiega Mandorlini.
SENZA RESPIRO. E mercoledì c'è il Bari, nemmeno il tempo di festeggiare che si torna a giocare su un campo molto difficile. In più mancheranno sia Hallfredsson sia Moras, squalificati. «Intanto questa vittoria ci dà entusiasmo e fiducia ed è importante in vista dei prossimi incontri».
Marzio Perbellini
07.02.2013
«Pochi giocano bene come il mio Verona»
«Ho provato tanti moduli ma il 4-3-3 mi dà garanzie»
Lunedì pomeriggio il presidente Giovanni Martinelli ha incontrato mister Mandorlini a Sandrà
Consapevolezza. Dati di fatto, più che presunzione apparente. Il ragionamento poggia su fondamenta solide, cementate negli anni. Indistruttibili. «Nessuno gioca bene come il mio Verona. Siamo equilibrati, vedo la squadra come la voglio io». Si lascia andare Andrea Mandorlini, l'impressione è che un pensiero così ce l'avesse in testa già da un po'. Aspettava solo il momento giusto. «In questi mesi di partite ne ho guardate tante, a tutti i livelli. Volete la verità? Ho visto poche squadre giocare veramente bene. Ecco, il Verona è certamente una di queste. Senza dimenticare che tutto questo ha prodotto dei risultati tangibili. Qualche anno fa eravamo in C1, adesso stiamo lottando per qualcosa di importante. In questo ciclo abbiamo vinto più della metà delle partite, magari c'è stato qualche pareggio di troppo ma la sensazione è sempre stata quella di un blocco unito, di giocatori con idee sempre chiare, di un'idea comune. Io, ragazzi, una squadra così non l'ho mai avuta. Mi piace tantissimo».
UN LUNGO PERCORSO. Mandorlini non è nato col 4-3-3 in tasca, c'è arrivato piano piano. «Ho provato tanti moduli, ma quello coi tre centrocampisti e i tre attaccanti è quello che mi ha dato le maggiori garanzie. O il 4-3-3 o il 4-3-1-2, anche se poi un modulo è solo un punto di partenza. La sua interpretazione e l'atteggiamento fanno poi la vera differenza». Mandorlini aveva un tridente d'oro a Bergamo fra Montolivo, Pazzini e Lazzari. Ne ha avuti tanti altri, compreso questo. E una manovra sempre in evoluzione. «Una volta, all'inizio, mi piaceva arrivare in porta in fretta. Non volevo perdere troppo tempo, diciamo che avevo dentro un calcio più sbrigativo. Adesso è diverso, questa squadra tiene palla e sa farlo bene. Magari non sarà concreta in base a tutto quel che produce, da questo punto di vista dobbiamo certamente migliorare. Ma è solo una questione di tempo, ne sono sicuro».
L'ALTRO MANDORLINI. Versatilità al potere, come lo era lui ai tempi dell'Inter e non solo. Tasselli preziosi, quelli che vorresti sempre avere con te al momento del bisogno. Ad un certo punto spunta l'alter ego di Mandorlini nel Verona di oggi, anche se in miniatura. «Probabilmente è Cacciatore, a me piacciono giocatori così. Senza fronzoli, né troppe preclusioni. Gente che va in campo e aiuta la causa, gente che va dove la metti. Anche se qualche volta va in confusione e mi fa arrabbiare. Cacciatore, questo è importante, si fa pochi problemi mentali. E soprattutto è disposto a sacrificarsi per il bene comune».
IL «TESORO» JORGINHO. Mandorlini ha plasmato Jorginho da capo a piedi, lo sta telecomandando allenamento dopo allenamento. Un tesoro da custodire con cura, un talento dai margini ancora sconosciuti. «Io lo vedo crescere ogni giorno. Anche la fiducia nei suoi mezzi cresce. Pur essendo uno dei più giovani sembra il più navigato del gruppo, lo capisci da tanti piccoli particolari. Ricordo le prime volte in cui lo allenai, lo feci giocare a volte anche in difesa. Jorginho è bravo anche dietro, lui è bravo in ogni zona del campo. Trova sempre la soluzione più immediata, con grande disinvoltura. Non ha problemi di moduli o di affrontare le situazioni più diverse. Con il Torino lo misi dietro le punte e la gente iniziò a mormorare. Fa niente, sulle sue qualità ero convinto. Non so quanto possa ancora progredire, certamente di margini ne ha molti. Compresi quelli legati alla costruzione della sua struttura fisica, ancora in evoluzione. Non so dove sarà fra cinque anni, di certo uno come lui può fare tanta strada».
A.D.P.
Mandorlini al rientro dopo un mese di squalifica parla dei valori sportivi |
07.02.2013
«Lo sport è la mia vita Trap e Mazzone sono stati i miei maestri...»
«Quando è arrivata la squalifica ho pensato a Ercole Rabitti, a Vatta i responsabili del vivaio del Torino Loro conoscevano i miei valori»
Due mesi fuori. Sessanta giorni molto difficili. L'Hellas in campo e lui in gabbia, in tribuna o sul pullman. Squalificato fino al 31 gennaio per le dichiarazioni rilasciate prima della partita con il Livorno. Ora Andrea Mandorlini è tornato, ha ritrovato la sua panchina. Anche la parola. «Tecnicamente ci può stare - ammette il tecnico dell'Hellas, in visita alla redazione dell'Arena - dall'alto vedi meglio, hai sotto controllo tutta la situazione tattica. Ma è una sofferenza, una sofferenza incredibile».
La partita più difficile...
«Facile dire Empoli ma lì abbiamo sofferto tutti. Avrei voluto essere in campo per spingere i ragazzi, per urlare. Forse anche quel gol all'ultimo minuto è stato un segnale. A Spezia è andata meglio, anche dal punto di vista ambientale».
La squalifica?
«Lo sport è sempre stata la mia vita. Non trovo certo difficoltà a ripetere che difendo i valori e i principi dello sport, sono valori che mi accompagnano ogni giorno, da 37 anni, da quando ho iniziato a giocare. Sono le cose che chiedo alla società, ai miei giocatori. Come potrei allenare, andare in campo senza credere in questi principi. Prima vedevo delle foto in bianconero. Pensavo a Ercole Rabitti, a Vatta, i miei maestri nelle giovanili del Toro. E poi Mazzone, poi Trapattoni. Mi sono chiesto: che cosa avranno pensato dopo la squalifica? Loro mi hanno cresciuto prima di tutto come uomo, poi come giocatore. Loro sanno che tutta la mia carriera è stata basata su questi valori. Una cosa però è chiara: se mi pestano i piedi... reagisco».
Una questione di timidezza?
«Non mi piace apparire, preferisco starmene da solo, andare in giro con i campi, alla mattina presto, con i miei cani. Non ho mai amato la vita mondana. Sono andato via di casa a 15 anni, ho esordito a 18. Sono cresciuto in un ambiente sano, ho sempre rispettato tutti. Basta chiedere al Trap. Ogni volta che arrivava uno straniero all'Inter, mi metteva in camera con lui, sapeva che sarei stato un buon esempio, che avrei trasmesso una carica positiva».
Adesso Mandorlini è diventato il «cattivo»?
«Alleno da 14 anni, non avevo mai avuto un deferimento prima di arrivare a Verona. Da quando sono all'Hellas mi hanno penalizzato pesantemente con squalifiche e multe importanti. Sicuramente ho fatto degli errori ma prima non ero certo uno «stinco di santo». Sì, lo so, le grane sono andato a cercarle ma in alcuni momenti della storia recente gialloblù l'ho fatto per difendere non solo gli interessi della squadra ma della società».
Riavvolgiamo il nastro. Canterebbe ancora «Ti amo terrone...»?
«Ho risposto con ironia alla violenza fisica e psicologica che abbiamo vissuto prima, durante e dopo la partita di play off con la Salernitana. Tutti quelli che ci hanno seguito a Salerno sanno a cosa mi riferisco, sanno di cosa parlo quando parlo di violenza fisica. Senza dimenticare che, prima di quella partita, mi hanno recapitato a Sandrà una busta con un proiettile. Mi sembrava chiaro il messaggio. È stata presentata una denuncia in questura e non ne ho mai parlato ma, credetemi, non è bello tornare a casa e guardarsi in giro per vedere se ci sono facce sospette».
Le dichiarazioni alla vigilia della partita con il Livorno...
«Ho pagato caro. Ho fatto solo delle dichiarazioni sportive, ho detto che sono antipatico a quelli di Livorno perchè tutte le volte che gioco contro di loro... vinco. Poi è successo quello che è successo ma non possiamo collegare le mie dichiarazioni ai cori contro Morosini. In questo mese di squalifica ho seguito tante trasmissioni televisive e letto molti articoli, ho letto e sentito dichiarazioni molto forti che non state sanzionate. Quello che ho detto io, invece, è stato strumentalizzato, ho pagato l'effetto proprio l'effetto Morosini».
Le corna a Cittadella?
«Mi dispiace. Non dovevo farlo. Purtroppo anche in quell'occasione sono stato provocato. Un gruppo di tifosi che mi ha offeso dal primo all'ultimo secondo. Quando sono uscito mi hanno urlato ancora una volta "cornuto" e io ho fatto il gesto delle corna, immortalato da un fotografo pronto a scattare la foto. Un tranello? Non so, può darsi. Magari avevano preparato tutto perchè conoscevano il mio carattere e mi hanno provocato appositamente, dovevo far finta di nulla e tirar dritto ma in quel periodo c'era grande tensione, non venivano i risultati, eravamo tutti molto carichi».
È stato un dicembre molto teso?
«Abbiamo fatto fatica. In campo e fuori. Tutto sommato è andata bene. La sfida di Coppa con l'Inter ci ha regalato una vetrina importante ma ci ha tolto tante energie psicofisiche. Abbiamo pagato in campionato dove sono arrivati un paio di passaggi a vuoto. Però siamo stati bravi a reagire, abbiamo portato a casa partite importanti anche se abbiamo sofferto. Poi è arrivata anche la squalifica. Non ci voleva».
Cos'ha pensato Mandorlini?
«Prima ho puntato tutto sul lavoro, durante la settimana mi sono concentrato ancora di più sull'allenamento, sulla preparazione della partita. Durante la sosta invernale ho cercato di staccare la spina, di rilassarmi. Ma non sono capace di rimanere senza calcio, mi sono ammalato, a letto con quaranta di febbre».
Una squalifica che poteva rovinare anche i rapporti con la società?
«Sicuramente le cose sono cambiate, ne abbiamo fatto di strada da giugno a febbraio. Ci siamo conosciuti meglio con il presidente Setti, con il direttore sportivo Sogliano, con gli altri dirigenti. Ho ritrovato Sean dopo 15 anni, lo avevo allenato nel Ravenna, ci siamo ritrovati con ruoli diversi. Lui da una parte, io dall'altra. Un po' di rodaggio è normale ma adesso tutto fila a meraviglia. Parliamo soprattutto di calcio, di giocatori, lavoriamo insieme per un obiettivo comune. Con Setti ho un rapporto buono, non ho mai avuto un rapporto così con i presidenti delle squadre che ho allenato prima di venire a Verona. Questa è la mia verità, tutto il resto non conta, sono solo chiacchiere».
Luca Mantovani
04.01.2013
«Andrea, sei forte orgoglioso di te...». La firma è del Trap
GIOVANNI TRAPATTONI
L'investitura arriva da parte del suo grande maestro. Giovanni Trapattoni elogia Andrea Mandorlini. Un suo pupillo ai tempi dell'avventura all'Inter. La sfida di San Siro in Coppa Italia è ormai acqua passata. Le parole del Trap, rivolte con affetto e stima al tecnico dell'Hellas, sono destinate invece a restare. E diventare feconde. Oggi Trapattoni non ha smesso di entusiasmarsi. Guida la nazionale d''Irlanda, non vive di ricordi, ma di presente. Mandorlini è uno dei suoi tanti 'figli' di campo. Cresciuti tra intuizioni, fischi, richiami, benedizioni.
Trapattoni, le piaceva davvero così tanto il Mandorlini giocatore?
“Era eclettico. Sapeva fare tutto. Aveva un grande senso di adattamento. Libero, esterno di centrocampo, sempre pronto al sacrificio. Buona tecnica e capacità tattica. Impressionante. Queste sono doti che fanno grande il giocatore. E che ti permettono di diventare allenatore senza particolari problemi”.
Quindi il Verona di Mandorlini...
“E' una squadra che vive di Mandorlini. Della sua capacità di capire le fase di gioco e di interpretare il gioco di difesa e di attacco. Andrea è sempre stato così. Molto bravo nella lettura. Quando smetti di giocare, tutto ti resta in testa. E sei facilitato nello spiegare agli altri quello che è diventato il tuo bagaglio culturale. Spesso un buon centrocampista diventa apprezzabile allenatore. Mandorlini va seguito”.
Lei lo ha fatto?
“Certo. E quando non posso per motivi di lavoro, mi tengo informato attraverso altre persone. Ho apprezzato molto l'operato in Romania di Andrea. Non è mai facile vincere. E lui lo ha fatto”.
Il Verona lo ha visto giocare?
“Mi è capitato. Gioca alla Mandorlini. E' una squadra che sa perfettamente quello che vuole. Equilibrata. Capace di accendersi”.
Cos'ha in più oggi Mandorlini rispetto al passato?
“Il tempo aiuta. Ti matura. Andrea ha acquisito maturità tattica e tanta esperienza in più. Doti fondamentali per vincere e fare grandi cose”.
Lo considera uno dei suoi tanti figli?
“Lo considero come Conte e Prandelli. Abbiamo lavorato insieme. E insieme si è costruito qualcosa. Per forza di cose c'è assimilazione. Ma Mandorlini è Mandorlini. Ha una sua spiccata personalità. Sicuramente ha raccolto indizi e appunti. Ma il suo calcio è suo, solo suo. Come il mio. In passato sono stato allenato da Viani, Rocco, Liedholm, allenatori di grande spessore. Ho raccolto, ho elaborato. E alla fine ho fatto il Trapattoni”.
La serie A rappresenta un punto di arrivo per lui?
“C'è già stato. Merita la categoria. Lo ha dimostrato ampiamente. Non è un punto di arrivo, si tratta di una conferma. Non pensiate ci sia tanta differenza con la B. Anzi, penso sia per certi versi più difficile allenare in una categoria inferiore. Spero per lui il meglio del meglio”.
Mandorlini è anche un tecnico molto esposto. Pare sia chiara la dicotomia: si ama o si odia...
“No. Non sarei così drastico. Purtroppo spesso e volentieri si è esposti ad un bombardamento dei mass media. E possono arrivare anche critiche esasperate. Le grandi platee si esprimono, la critica può diventare pungente. Ma il valore di Andrea si misura sul campo. Se vinci, hai ragione. Di sicuro Mandorlini sa fare il suo lavoro. L'unico depositario della verità è il campo. Gli altri sono 'maghi'. Cercano di capire, di prevedere. Un po' come accadeva nel Medioevo. I maghi, però, oggi non ci sono più”.
Cosa le piace del suo modo di proporre calcio?
“La personalità. La chiarezza. L'immediatezza e la semplicità. Ha tutto in testa. E questo vuol dire che anche i suoi ragazzi possono tratte beneficio dalla capacità di esporre concetti ormai consolidati nel tempo”.
A Verona hanno deposto in Mandorlini sogni e fiducia. La serie A manca ormai da tanto tempo...
“Mandorlini è un ragazzo che sa quello che vuole. E farà di tutto per ottenerlo. Non posso che esprimere un pensiero positivo nei suoi confronti, perché lo conosco bene e ho chiaro in testa quello che è il suo reale valore”.
Simone Antolini
19.12.2012
Mandorlini squalificato per le frasi sul Livorno
La Federcalcio usa la mano pesante: via dalla panchina, 20mila euro di multa e l’obbligo di ribadire nelle future interviste di credere «fermamente nei valori sportivi»
Verona. Costano care ad Andrea Mandorlini, allenatore del Verona, le dichiarazioni lesive nei confronti della città di Livorno. La Federcalcio, infatti, ha reso noto che «la Commissione disciplinare del settore tecnico, alla quale era stato deferito dal Procuratore Federale dopo le frasi pronunciate lo scorso 20 ottobre, gli ha inflitto oggi la squalifica fino al 31 gennaio 2013, l’ammenda di 20.000 euro e la novità di una pena alternativa, proposta dalla stessa Disciplinare e «accettata dalla controparte con il pieno consenso della Procura federale».
In base a questa prescrizione, Mandorlini, una volta scontata la squalifica, dovrà ribadire in tutte le interviste pre e post gara di «credere fermamente nel rispetto dei valori sportivi», almeno «per le 7 successive gare effettive di campionato».
FONTE: LArena.it
Squalifica Mandorlini: ricorso respinto
Postata il 14/12/2012 alle ore 18:18
ROMA - La Corte di Giustizia Federale ha respinto il ricorso d'urgenza presentato dall'Hellas Verona F.C. inerente alla squalifica per una giornata all'allenatore gialloblù Andrea Mandorlini.
Ufficio Stampa
Squalifica Mandorlini, ricorso dell'Hellas Verona F.C.
Postata il 13/12/2012 alle ore 19:46
VERONA - L'Hellas Verona F.C. comunica di aver presentato ricorso con procedura d'urgenza presso la Corte di Giustizia Federale in merito alla squalifica per una giornata dell'allenatore Andrea Mandorlini. La discussione avverrà presso la sede federale di via Allegri a Roma nella giornata di venerdì 14 dicembre.
Ufficio Stampa
Giudice Sportivo, una giornata a Mandorlini
Postata il 13/12/2012 alle ore 18:21
L'allenatore squalificato per la partita contro la Pro Vercelli "per atteggiamento provocatorio con la squadra avversaria". Un turno di stop anche a Bacinovic
VERONA - Il Giudice Sportivo della Serie bwin, Emilio Battaglia, ha squalificato Andrea Mandorlini per una giornata "per avere, al termine della gara, assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti della tifoseria della squadra avversaria; infrazione rilevata dal collaboratore della Procura federale" si legge nel comunicato. All'allenatore gialloblù anche un'ammenda di 2mila euro. Oltre a Cacciatore, una giornata di squalifica ad Armin Bacinovic, che non potrà scendere in ampo contro la Pro Vercelli.
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini ne fa un'altra: corna ai tifosi del Cittadella
L'allenatore del Verona, che già si disse "orgoglioso di essere antipatico ai livornesi", ha insultato anche i supporters della squadra padovana Cittadella-Verona 2-1
E' successo alla fine del recupero della partita di campionato
Mandorlini fa le corna ai tifosi del Cittadella (foto dal sito web tggialloblu.it)
Livorno, 12 dicembre 2012 - Andrea Mandorlini, allenatore del Verona, ne ha combinata un'altra. Al termine della partita Cittadella-Verona che si è giocata nel pomeriggio (restavano da disputare 8 minuti dell'incontro di campionato interrotto a fine novembre), il tecnico gialloblù ha fatto il gesto delle corna verso i tifosi della squadra di casa, che peraltro ha vinto 2-1.
L'immagine è stata 'catturata' da un fotografo a bordo campo. Il fotografo ha segnalato l'episodio all'ispettore di Lega. Mandorlini non si è presentato in sala stampa a fine partita.
Come si ricorderà, l'allenatore del Verona si rese protagonista alcune settimane fa di una dichiarazione ostile nei confronti del Livorno e dei tifosi livornesi. Alla vigilia della partita che l'Hellas vinse per 2-0 all'Armando Picchi, Mandorlini dichiarò di essere "orgoglioso" di stare antipatico ai labronici. In quella circostanza, il tecnico gialloblù venne deferito alla Disciplinare. E ora che cosa accadrà?
FONTE: LaNazione.it
Mandorlini fa le corna
Scoppia un nuovo caso
Il tecnico risponde alle offese dei tifosi padovani Adesso potrebbe scattare l'inchiesta della Procura
Cittadella. Carrozza va a terra al limite dell'area di rigore, Palazzino scarsamente assistito dall'assistente lascia correre, il fallo c'era eccome e in una gara di otto minuti, avrebbe potuto voler dire molto. Gli animi per un attimo si surriscaldano in campo e in panchina. In tribuna una cinquantina di persone, comprese le mogli dei giocatori. Insultano Mandorlini, a squarciagola. Il mister si gira, risponde qualcosa poi prende la strada dello spogliatoio. In sala stampa un reporter padovano mostra la foto con l'allenatore del Verona che fa le corna, probabilmente al pubblico, stile Oronzo Pugliese o, se preferite, «Oronzo Canà», nella versione cinematografica di Lino Banfi.
POLITICAMENTE CORRETTO. Un gesto da censurare che un allenatore professionista non dovrebbe mai fare. Fa parte del gioco, purtroppo, essere presi di mira. Ne va di mezzo l'immagine propria e della società che rappresenta. La Procura Federale, che già aveva deferito Mandorlini per le frasi prima della sfida con il Livorno, ha acquisito la foto e ora si attendono provvedimenti nei confronti del mister gialloblù.
SACRO E PROFANO. Scopro a Cittadella che Mandorlini si candiderà alle prossime elezioni al fianco di Silvio Berlusconi. Anzi, l'ex Premier, lo ha chiamato immediatamente dopo che tutti i siti dedicati e non, hanno dato ampio risalto alla foto con le corna. D'altronde il numero 1 del Milan, le aveva fatte durante una foto del G8, scatenando l'ira mediatica mondiale. Come fa un allenatore di calcio nel prestigioso «Tombolato» a permettersi di fare le corna a un pubblico di poche persone che lo insulta? Ma stiamo scherzando? Il pallone in Italia è una cosa seria. Pensate che ci sono due giudici sportivi: uno per la serie A e l'altro per la serie B. Il primo ha dato soltanto diecimila euro di multa alla Juve per lo striscione contro i morti di Superga, il secondo cinquantamila e la maledizione eterna su Verona per il povero Morosini. Chissà quale sanzione arriverà per Mandorlini. Il «41 bis», ovvero carcere duro, che tanto fa ancora discutere dopo lo scontro fa istituzioni dopo le stragi di mafia
L'EX RAGAZZO DI RAVENNA. Al mister che Verona stima e rispetta è meglio dire «Mister basta!» perchè purtroppo i fari sono sempre accesi sul'Hellas, sui veronesi, sui tifosi e sulla squadra della città. Essere impulsivi non paga, bisogna saper contare fino a dieci e rispondere con ironia alle critiche. Zeman, confortato anche da alcune sentenze della magistratura, ha avuto ragione. Dopo essere stato estromesso da uno dei sistemi più ipocriti, è tornato più forte di prima. Allena in serie A con buoni risultati, mentre dei suoi nemici giurati dell'epoca, non c'è traccia nel calcio italiano. Sarebbe bello vedere l'anno prossimo vedere Mandorlini e il Verona tutto in serie A, per quello che hanno fatto e per quello che faranno. Anche l'episodio di Cittadella andrebbe riportato nei giusti canoni. Stiamo parlando di corna in uno stadio, non alzate dietro la nuca di un capo di stato o di una appropriazione indebita di denaro pubblico. Il «caso» Mandorlini deve sgonfiarsi in fretta e il mister deve incominciare a farsi conoscere per quello che è veramente: un timido, con grande personalità che a volte sbaglia perchè non ha filtri e non sa contare fino a dieci, pardon visto la giornata e i minuti giocati fino a tredici.....
Gianluca Tavellin
L'urlo di Mandorlini: «E adesso tutti alla Scala del calcio»
L'INVITO. Il mister per la prima volta affronterà la sua Inter da coach. L'allenatore dell'Hellas dopo la strepitosa vittoria in Coppa Italia contro il Palermo si rivolge ai tifosi: «Dicevate: se arrivi a Milano veniamo in 5.000. Ecco!»
Commosso. Strizza gli occhi e cerca di trattenere le lacrime. Duro fuori e sensibile dentro. Eccolo lì l'Andrea Mandorlini che pochi conoscono. Brillano i suoi occhi azzurri nella «pancia» del Renzo Barbera di Palermo. I suoi ragazzi gli hanno appena regalato un'impresa. Ancora una volta. Non è la prima da quando siede sulla panchina dell'Hellas. Hanno battuto i rosanero e si sono qualificati per gli ottavi di finale di Coppa Italia. Martedì 18 dicembre affronteranno l'Inter, la squadra del cuore del mister, la società dove è cresciuto e ha vinto praticamente tutto. «Da allenatore non ho mai giocato contro l'Inter a San Siro - ammette - sarà una grande emozione. Ero già stato al Meazza, con l'Atalanta, ma contro il Milan. Con i nerazzurri ho giocato in casa, a Bergamo. Non sono arrivato al ritorno, mi hanno esonerato prima...».
Sorride amaro l'allenatore del Verona. Ma le delusioni sono ormai alle spalle. Due anni fa è sceso in serie C, ha scelto l'Hellas perché aveva voglia di rimettersi gioco in una piazza importante, alla guida di una «nobile decaduta. Obiettivo centrato, adesso è uno dei tecnici più stimati nel panorama calcistico nazionale e il Verona ha ritrovato gioco e soddisfazioni. Aveva tanto da perdere e poco da guadagnare. Però ha sempre dimostrato di essere prima di un grande allenatore un uomo vero. Forse troppo, in un mondo «pallonaro» fatto di ipocrisie e sorrisi falsi. «Probabilmente ho pagato anche per il mio carattere, ma ora sono cambiato...», disse alla presentazione. Chissà com'era prima ma da quando è arrivato in riva all'Adige non ha certo indossato i panni del diplomatico.
Anzi, in più di un'occasione è finito in mezzo alle polemiche. «Sempre per il bene del Verona e della squadra - ammette Mandorlini - e le mie dichiarazioni sono state sempre strumentalizzate. Proprio per questo penso che non rifarei certe uscite». Testardo, determinato, preparato. Vive di calcio e per il calcio. Un condottiero che sa estrarre dai propri uomini il massimo. «Questa è una grande squadra, un grande gruppo - urla dopo l'impresa di Palermo - lasciate stare il mister, pensate a questi ragazzi. Vorrei abbracciarli tutti, uno a uno. Quelli che hanno sempre giocato, quelli che non giocavano da tempo, quelli che non c'erano a Palermo perché infortunati o squalificati. Questi sono professionisti veri, si sacrificano sempre, dal primo all'ultimo minuto, soprattutto in allenamento, anche quando sanno che non giocano. Lavorano ancora di più perchè vogliono convincermi. E hanno ragione perché queste sono le risposte che aspetta un allenatore, gente che chiude la bocca e lotta in campo. Purtroppo giochiamo solo in undici ma io vorrei farli giocare tutti. A Milano vorrei almeno tre panchine supplettive, voglio portarli tutti perchè questo è un premio per tutta la squadra, per la società, per i miei compagni d'avventura. Per la gente, per i tifosi di Verona, per quelli che sono venuti fino a Palermo.
Ancora una volta incredibili». L'applauso alla squadra, il messaggio ai tifosi. «Quando si parlava di Palermo, della Coppa Italia, dell'Inter e di San Siro - racconta Mandorlini - in tanti mi hanno detto che sarebbero venuti in cinquemila al Meazza. Noi abbiamo mantenuto l'impegno, adesso andiamo a divertirci alla Scala del calcio». Difficile contenere l'entusiasmo, la truppa di Mandorlini ha scritto un'altra pagina gloriosa nella storia dell'Hellas. Dopo quattro anni nella melma della serie C con l'arrivo del mister il Verona è tornato in B, da «matricola» ha centrato i play off per la A, quest'anno è terzo in classifica in piena corsa per la promozione. Senza dimenticare la Coppa Italia, l'hanno scorso s'è fermato agli ottavi con la Lazio, questa volta affronterà l'Inter dopo aver eliminato Entella, Genoa e Palermo. I numeri parlano chiaro e superano critiche legate a qualche passaggio a vuoto che nell'arco di un anno ci possono stare. «Non mi piace perdere, non m'è mai piaciuto - conclude Mandorlini - ma ci stanno anche le sconfitte quando si lotta per vincere il campionato. L'anno scorso il Pescara ha perso undici volte, la Sampdoria nove, il Toro sette. Poi sono salite tutte in A. L'Hellas è caduto a Padova e sta perdendo a Cittadella ma, credetemi, negli ultimi minuti può succedere ancora di tutto. Questa squadra ha una grande forza interiore ma dobbiamo remare tutti dalla stessa parte».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Un bel 10 a tutti i ragazzi"
Postata il 28/11/2012 alle ore 11:36
L'allenatore gialloblù dopo la vittoria contro il Palermo: "Eravamo in emergenza, è la vittoria del sacrificio: hanno dato cuore e sangue. Sono orgoglioso e ora ci aspetta l'Inter"
PALERMO - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Andrea Mandorlini, al termine della vittoria per 2-1 ottenuta contro il Palermo nella sfida di Tim Cup valida per il 4° turno eliminatorio: "Abbiamo sofferto tantissimo in inferiorità numerica, abbiamo avuto le nostre occasioni e siamo stati bravi e fortunati. Un grande sacrificio che ci permette di affrontare l'Inter. E' davvero la vittoria del sacrificio, eravamo contati tanto che hanno giocato due difensori a centrocampo. L'espulsione di Cacciatore? Non lo so, non ho visto. Mi hanno detto che ha tirato fuori la lingua, forse lo ha fatto perché era stanco o per quello che aveva detto. Da quel punto in avanti l'ho vista molto dura. Eravamo in in grande emergenza in mezzo al campo. Senza sacrificio sarebbe stato difficile portare a casa la vittoria, loro sono stati bravi e hanno creato tanto. Fondamentale è stato trovare subito il pareggio con Cocco, abbiamo sofferto e come modulo non eravamo abituati a giocare così. Complimenti ai ragazzi! Voto 8 alla squadra? Mi sembra poco, per me meritano un bel 10. Sono orgoglioso di quello che hanno fatto i ragazzi. Una grande squadra che merita rispetto, perché danno il cuore e il sangue. La polemica su Palermo e Africa? E' un peccato, ci dissociamo tutti da queste cose. Sono situazioni che ci mortificano. Vittoria dedicata ai tifosi, a noi, allo staff, alla società. Dedicata anche a qualcuno che ha messo in dubbio l'impegno della squadra. A volte si vedono cose distorte. E non so a chi giova. Tutti insieme dobbiamo tirare da una parte. E perché chi tira dall'altra fa il gioco sporco e chi fa il gioco sporco a me non piace".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini, due anni in gialloblù e mille emozioni...
UN CAMMINO DA RECORD. Il mister è arrivato il 9 novembre 2010: «Avvicino la mia esperienza da allenatore all'Helllas a quella da giocatore all'Inter. Non solo per i risultati ma per la passione e l'amore che ho sempre sentito»
09/11/2012
Due anni in gialloblù. Più di settecento giorni su una panchina calda. Anzi, caldissima. «Solo due anni, mi sembra una vita», butta lì Andrea Mandorlini prima di salire sul pullman che porta la squadra a Terni. Domani pomeriggio la sfida con la Ternana, una delle rivelazioni del campionato, oggi il brindisi per un anniversario importante. Tutto iniziò il 9 novembre del 2010. Il Verona di Giannini era caduto senza combattere a Salerno, per salvare la stagione Martinelli decise di puntare su Andrea Mandorlini da Ravenna, un tecnico che voleva ripartire dal basso dopo la delusione con il Cluj, in Romania. Esonerato a due giorni dall'esordio di Champions dopo aver vinto campionato, Coppa e SuperCoppa. Tanta rabbia, tanta voglia di vincere. Obiettivo centrato. Il tecnico ha portato l'Hellas in B dopo play off da brivido con Sorrento e Salernitana e, al primo anno tra i cadetti, ha centrato i play off promozione per la A, eliminati in semifinale dal Varese grazie agli errori di Massa da Imperia.
Un arbitro che anche in serie A ha confermato i suoi limiti. «Si volta pagina», aveva detto Mandorlini all'inizio della stagione. Detto, fatto. Nelle prime tredici partite della stagione i gialloblù hanno messo insieme ventotto punti, hanno battuto nel posticipo di lunedì sera il Sassuolo capolista, ora si sono assestati a tre punti dalla vetta. L'Hellas di Mandorlini al Bentegodi è imbattibile, non perde da 24 partite e l'ultima sconfitta risale al 9 ottobre del 2011 contro il Torino. Nella sua avventura sulla panchina del Verona l'allenatore romagnolo vanta 47 vittorie nelle 89 partite disputate - più del cinquanta per cento - con 25 pareggi e 17 pareggi. Un cammino da record. «Il ricordo più bello? Mille emozioni, non saprei quale scegliere - confessa Mandorlini - avvicino la mia esperienza da allenatore al Verona a quella da giocatore all'Inter. Non solo per i risultati raggiunti ma anche per la passione che si respira intorno alla squadra. Allenare, giocare e parlare dell'Hellas non è facile, ma ti trasmette una responsabilità importante. Ogni volta che andiamo a giocare per i nostri avversari è la partita della stagione, perché tutti dicono che siamo i più forti e per noi ogni partita diventa difficile»... Tra le note positive dell'Hellas anche Jorginho. È diventato italiano, sarà convocato dall'Under 21. «Sono molto contento - conclude il mister - Giorgio se lo merita, è in grande crescita. È il giusto premio per quello che ha fatto in questi due anni».
Luca Mantovani
Subito 5 pari consecutivi poi 47 vittorie in 89 gare
09/11/2012
I numeri parlano per lui. Ha cominciato camminando, poi si è messo a correre senza quasi mai fermarsi. Ad Andrea Mandorlini mancano 11 partite per fare cento, ci arriverà presto. Ottantanove panchine in due anni non sono poche, soprattutto per l'intensità con cui le ha vissute lui. Ne ha vinte 45 e pareggiate 27 fra cui le prime cinque con Spal, Pavia, Sorrento, Lumezzane e Pergocrema. Bisognava partire dalle basi per poi andare in serie B, dominare a Torino, battere Parma e Genoa in Coppa Italia, sfiorare una storica doppia promozione. Mandorlini ha perso appena 17 partite, soltanto due volte consecutivamente: in casa con il Torino e a Vicenza lo scorso ottobre, all'Olimpico contro la Lazio in Coppa Italia e a Pescara a gennaio.
Il suo Hellas viaggia alla stratosferica media di 1.82 punti a partita, tantissimi considerati certi scogli anche di serie A, un campionato di serie B vissuto pur sempre da matricola e uno di Prima Divisione in cui Mandorlini è subentrato in corso d'opera dopo i problemi della squadra con Giuseppe Giannini in panchina. Resteranno nella memoria le nove vittorie di fila fra Cittadella, Brescia, Bari, Crotone, Empoli, Reggina, Parma in Coppa Italia, Livorno e Albinoleffe fra il 29 ottobre e il 10 dicembre, un mese e mezzo trascorso ad infilare successi e impadronirsi della testa della classifica. L'Hellas di Mandorlini ha segnato 129 gol (1,44 a gara) subendone esattamente uno a partita, giusto 89. Il mister è stato quasi perfetto nelle partite senza domani, vedi soprattutto i playoff per salire dalla Prima Divisione alla B e gli scontri di Coppa Italia.
Al di là del filotto d'oro in serie B, il suo Hellas ha raccolto strisce utili di nove partite nella primissima gestione e di dieci dall'andata dei playoff di Varese alla battuta d'arresto di Padova. Da più d i anno la squadra non perde in casa - ultima sconfitta il 9 ottobre del 2011 con il Torino - 24 partite da imbattuti con 19 vittorie e 5 pareggi, con 39 gol all'attivo e 9 al passivo. La continuità non è mai mancata, di lavoro e di risultati. In attesa del prossimo bilancio, quando taglierà il traguardo delle cento con l'Hellas.
A.D.P.
«Otto punti sulla quarta? Io so che ne abbiamo tre dalla prima»
PIENO D'ORGOGLIO. L'allenatore si gode l'ennesima tappa della scalata al vertice. E spende complimenti a 360 gradi
Mandorlini ringrazia la squadra e guarda avanti: «Vincere gli scontri diretti è importante ma adesso abbiamo altri impegni tosti. Già a Terni sarà dura»
06/11/2012
Qualche stilla di adrenalina sopravvissuta alla doccia, l'ovazione del Bentegodi che ne accompagna sempre l'uscita dal campo, il consueto pieno di sorrisi, abbracci, complimenti tra gli spogliatoi e l'area stampa: per Andrea Mandorlini le interviste del dopopartita, soprattutto in casa, stanno diventando una passerella trionfale. Il Verona sul campo amico non perde punti da un mese e mezzo. Lui si sforza di mantenere il contegno ma è dura soffocare l'orgoglio. Anche perchè stavolta a cadere è stata la testa della capolista: «Vittoria di sacrificio, di buone giocate, di tanta qualità», spiega subito. «Bene chi ha giocato dall'inizio, bene chi è subentrato. C'è grande entusiasmo, è chiaro. Siamo molto, molto contenti»,
DUELLO TRA TITANI. Il campo promuove i gialloblù ma il Sassuolo non è dispiaciuto. Anzi. E i cronisti esaltano il duello: «Due squadre da Serie A? Sì, ho visto due buonissime squadre e faccio i complimenti al Sassuolo che ha giocato una grande partita», insiste l'allenatore del Verona. «Però il Verona è stato più forte». Tanto più che dà la sensazione di lievitare, gara dopo gara, anche di testa: «Siamo sempre cresciuti al di là di qualche punto perso un po' così. Nel calcio ci sta. C'è stato qualche errore ma complessivamente anche questa l'avevamo preparata bene, l'abbiamo giocata bene». In particolare «nella gestione del secondo tempo siamo stati bravi, meglio di loro. Abbiamo subito su qualche palla ferma, è vero, ma abbiamo legittimato il vantaggio con alcune occasioni importanti. Complimenti a tutti». Tifoseria compresa: «Grande, grande...», ripete Mandorlini. E gli brillano gli occhi. Niente teatro, la gratitudine è sincera: «Abbiamo giocato in dodici, ci hanno dato una gran mano. Le scorie dei gol presi negli ultimi minuti erano rimaste e c'è stata qualche paura. Ma grazie anche alla gente la squadra ha portato in porto un risultato importante». Quanto alle sofferenze, soprattutto quelle vissute nel primo tempo, «loro erano chiusi, ci hanno fatto qualche contropiede importante ma bisogna ricordare che il Sassuolo ha gente con della gamba, con delle qualità. Gente che attacca bene gli spazi. Però anche noi abbiamo avuto le nostre situazioni per far male. È stata una bella partita tra due squadre forti: ed è stato più forte il Verona. Ma, come avevo anticipato alla vigilia, per me arriveranno in fondo tutte e due».
«È DURA CON TUTTE». Il confronto con l'anno scorso rivela che negli scontri diretti il trend è assai promettente. Livorno e Sassuolo, le prime della classe, a studiare l'attuale ranking, si sono inchinate entrambe: «Un segnale? Non lo so», abbassa gli occhi il tecnico scaligero. «Io dico che è importante vincerli gli scontri diretti ma conta far bene anche con le altre. E adesso andiamo su campi difficili. Già a Terni sarà dura. Siamo contenti di quello che abbiamo fatto: la squadra sta crescendo e ci fa ben sperare. Abbiamo 28 punti e siamo comunque molto contenti, al di là delle squadre che abbiamo battuto». E a proposito di conti: «Otto punti sulla quarta? Mah, io so che ne abbiamo tre dalla prima, il resto non conta». Quindi piovono coccole. Ce n'è per tutti. Tutti meriterebbero un plauso a iniziare, magari, dalla vecchia guardia: il convalescente Rafael, l'irriducibile Hallfredsson, stizzito dopo l'errore sul possibile 2-0. E ancora il formidabile Jorginho, l'inossidabile Maietta. Nonché il match winner Juanito Gomez, che ha cancellato i disagi iniziali col gol e una prova in straordinario crescendo: «La vecchia guardia è importante», sorride Mandorlini, «ma anche i nuovi hanno fatto molto bene. Alla fine ho fatto i complimenti a Grossi, ho fatto i complimenti a Laner, cui avevo dato un compito importante perché Missiroli è uno che si muove dietro la linea e poi si butta dentro... È stato generoso dando anche qualità. Ma insomma sono stati bravi tutti, è inutile star qui a stilare classifiche... Halfredsson? Qualche volta si addormenta un pochino però quando gioca... Gioca». E allora «bravi quelli che avevano acciacchi, bravo è stato il medico, bravi sono stati loro. Questa vittoria ci voleva».
C'È POSTO PER TUTTI. Accenno finale sui cambi e sulla concorrenza per un posto negli undici: «Alla fine Cacia negli spazi poteva far male ma c'era bisogno di uno che avesse energie per sacrificarsi di più. E sulle palle ferme Cocco poteva essere pericoloso. In effetti abbiamo tante alternative, qualcuno oggi non gioca. Io però dico che bisogna avere pazienza perché è un campionato lungo. E allora bisogna stare tutti pronti. Sempre».
Francesco Arioli
Mandorlini: "Ferito per Morosini, ora il Lanciano"
Postata il 26/10/2012 alle ore 16:51
L'allenatore gialloblù alla vigilia della sfida al Bentegodi: "Questa settimana? Per me ha parlato la società e questo mi ha fatto piacere. Come le belle parole dei famigliari di Moro"
SANDRA' - Ecco le dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Andrea Mandorlini, alla vigilia della sfida contro il Lanciano valida per l'11a giornata del campionato Serie bwin: "E' stata una settimana particolare, bisogna chiudere tutto e preparare una partita importante e delicata. E comunque dimenticare in fretta.
Le mie dichiarazioni pre-Livorno? Abbiamo fatto un comunicato insieme alla società, atteniamoci a quello, il resto vedremo.
Morosini? L'accostamento mi ha ferito molto, perché ci sono in mezzo dei sentimenti al di là di quello che si è detto e si è scritto. Mi ha fatto molto piacere quello che ha detto la famiglia, una cosa bellissima. E poi mi ha fatto piacere il comunicato della mia società. Non ho altro da dire, né sul deferimento né sul resto. Sono solo state dette delle cose errate, magari ne ho dette anche io alcune errate. Ora andiamo avanti, il comunicato semplifica tutto quello che è stato fatto.
Tre partite in 10 giorni? Bisogna prepararle bene, al di là delle tre gare, pensiamo al Lanciano. Ci sono stati diversi problemi di squadra, qualcuno non è ancora risolto e ce lo porteremo fino a prima dell'inizio. Non rischierò Rafael, valuterò fra Nicolas e Berardi. Anzi, a dire la verità vi svelo un segreto: deciderà Ermes Morini, il preparatore dei portieri. Lui ha la scelta, io mi fido, è bravissimo e so che deciderà per il meglio.
Cacia? Non si è mai allenato, solo un po' durante la rifinitura. Vuole esserci a tutti i costi, vedremo all'ultimo momento. Ci sono 20 convocati, neanche Carrozza è disponibile. In settimana il lavoro è stato fatto bene, nonostante la settimana sia stata travagliata.
Cosa mi è piaciuto della gara di Livorno? Beh, si è parlato poco di questa gara, c'erano cose più importanti. Il presidente ha fatto i complimenti ai ragazzi, hanno fatto una partita che è passata all'ultimo posto. Siamo stati bravi ed equilibrati, nonostante qualche rischio che non si capisce perché si stacchi la spina quando domini così a lungo una partita. Ma ogni tanto ci capita, come giustamente ha detto il presidente potevano anche pareggiare. A volte pensiamo che sia fatta, invece la partita ha tanti aspetti. Dobbiamo guardare le grandi squadre per migliorare, quello deve essere il nostro punto di arrivo. E' impensabile comunque che non concedere mai qualcosa agli avversari. Quando giochiamo questa squadra mi piace. Dobbiamo essere più cattivi fra virgolette, la squadra è cresciuta e siamo lì. E non è scontato essere in quella posizione.
Bojinov? Ho sentito le sue interviste, al di là della presenza in campo è un esempio anche per quello che dice. Questo deve essere lo spirito della squadra, dei giocatori, e come lui che ha vissuto palcoscenici importanti sa che conta la squadra. Perché conta solo la squadra e il risultato.
Gomez? Mi ha fatto arrabbiare, per questo l'ho sostituito. Non stava dove dicevo io, poi gli ho detto che ha fatto delle situazioni sue importanti ma lui poteva farne delle altre ancora più importanti. E' anche da capire, perché vuole cercare il gol che gli manca".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini show: «Forza, il treno può passare due volte»
L'EVENTO. Il mister del Verona grande «mattatore» all'appuntamento del Museo Nicolis. «Meggiorini, per esempio, lui ce l'ha fatta. A gennaio lo volevo nell'Hellas Bellissimo questo premio, lo divido con la squadra e la gente di Verona»
17/10/2012
Verona. Autentico come sempre. Grande anche lontano dalla panchina Andrea Mandorlini. Il tributo de L'Arena è solo il momento più alto, con le quattro formelle di San Zeno consegnate nelle mani giuste e incastrate nello scenario del Museo Nicolis di Villafranca. «Temperanza, Fortezza, Prudenza e Giustizia», quattro colonne a cui sorreggersi lungo una stagione infinita, verso la serie A. Rivelazioni e consigli, massime autentiche e ricordi d'infanzia. Sul calcio di oggi e quello di ieri. Fra didattica e pensieri sparsi. Vede sfilare ragazzi e uomini, bambini di nove anni e allenatori nei dilettanti da una vita. C'è una parola per tutti, dal primo all'ultimo. Suggerimenti preziosi. Si parte dai più piccoli, così anche Mandorlini torna per un attimo indietro con la memoria. «Ho cominciato come tutti voi, con tanta voglia di divertirmi. Qualche vetro rotto, tante calze vecchie. I mezzi non erano certo quelli di oggi, ai miei tempi dovevi arrangiarti. I miei genitori non volevano giocassi a calcio, volevano dirottarmi sul nuoto. Non li ho ascoltati, credo sia stato meglio così per come è finita ». L'argomento scivola sull'ansia da risultato, anche fra più giovani. Tempo fa Cesare Prandelli parlò di classifiche dannose e da eliminare dai Giovanissimi in giù. Mandorlini scuote la testa. «Non sono d'accordo, il nocciolo della questione è nel lavoro degli allenatori. Magari ci vorrebbe una maggior formazione».
LUI E MEGGIORINI. La premiazione va avanti. Tocca a Luca Scarabello del Bovolone, soprattutto compagno di squadra di Riccardo Meggiorini ai tempi dell'Eccellenza. Mandorlini si illumina: «Davvero hai giocato con lui? Pensa un po' quanto è piccolo il mondo. Ho parlato al telefono con Meggiorini, l'avrei voluto volentieri al Verona. Avremmo fatto un bel salto di qualità con un giocatore del genere. Lui per di più sarebbe venuto molto volentieri, sapete benissimo che è un grande tifoso del Verona». La storia di Meggiorini tocca da vicino il percorso di molti altri ragazzi partiti da vivai professionistici e tornati nel grande calcio dopo essere retrocessi nelle retrovie di Eccellenza e serie D. Mandorlini stringe i pugni: «Non è mai detta l'ultima parola ragazzi. Il mio povero papà diceva che i treni nella vita possono passare anche più di una volta, l'importante è crederci fino in fondo e avere le persone giuste al tuo fianco. Ho avuto la fortuna di aver avuto l'impronta forte di Sergio Vatta al Torino, successivamente di gente come Mazzone e Trapattoni, uno che a 74 anni allena ancora ad alti livelli. Per questo certi principi mi resteranno dentro per sempre». Davanti a lui c'è Alessandro Vecchione, miglior giocatore d'Eccellenza, uno che ha frequentato a lungo il vivaio del Chievo e che qualche rimpianto lo conserva ancora. «La selezione è durissima, arriva a destinazione solo uno su 50mila. Ricordo i tempi in cui ero al Torino, eravamo in tantissimi ma soltanto una minima parte sarebbe stata scelta».
UNO PER TUTTI. Tocca finalmente a lui, al numero uno. Mandorlini stringe fra le mani la creazione ideata da L'Arena, il premio è splendido. «Voglio condividerlo con tutta la squadra e con la gente di Verona. Grazie davvero a tutti, da quando sono qui ho vinto il Cangrande e avuto tanti altri riconoscimenti. Mi auguro che il premio più bello arrivi a fine stagione, ma non diciamo niente. Questa città mi è entrata dentro, vorrei restare qui il più a lungo possibile. Altri dieci anni? Non lo so, nel calcio può sempre succedere di tutto. Adesso è giusto vivere alla giornata, ma ormai sapete benissimo quanto sia innamorato di Verona. Abbiamo percorso tanta strada insieme, manca solo la ciliegina».
Alessandro De Pietro
«Il Giro d'Italia è lungo, siamo alla quinta tappa»
LA PALLA AL MISTER. Il tecnico gialloblù mostra serenità prima della sfida con i lombardi
Mandorlini mostra ottimismo «Abbiamo una fisionomia definita Il Novara non aveva mai calciato in porta prima del gol del pari»
25/09/2012
Andrea Mandorlini guarda lontano. Un conto è la fase di costruzione, un altro il prodotto finito. Serve tempo, dell'argomento se n'è già parlato a lungo. Il calendario però ne concede poco, specie adesso. Passi il Novara e trovi il Varese, una peggio dell'altra. Deciso il mister, forte delle sue convinzioni e di un progetto più solido di certe oscillazioni del momento. L'Hellas troverà una squadra abituata a stare in alto e cattiva al punto giusto, ma l'ultima versione dell'Hellas lascia Mandorlini sufficientemente sereno. «Il Novara poteva far gol solo per un infortunio di un nostro giocatore, fra l'altro il più in forma di tutti. Al di là di due cross loro non hanno mai tirato in porta nella ripresa prima di pareggiare. Questa è la verità».
Come inquadra questo periodo, al di là dei risultati?
«Siamo abbastanza contati. Non abbiamo Rivas, Crespo, Grossi e Cocco, siamo in 19 con tre portieri. E certi giocatori che vanno in campo non hanno svolto la preparazione. Nonostante questo però non abbiamo mai perso, tranne col Palermo. Abbiamo una nostra fisionomia. Bisogna solo continuare a lavorare. Nel calcio l'è dura, come diceva il Trap. Non solo noi siamo obbligati a vincere tutte le partite. Rispetto ad un anno fa siamo migliori tecnicamente, in generale siamo più avanti. Il problema vero è la mancanza di giocatori».
I veri fattori positivi finora quali sono stati?
«Il possesso palla ormai fa parte di noi. E la fase difensiva mi piace tantissimo».
Si aspettava un Bacinovic così in difficoltà?
«Lui è uguale a tutti gli altri, ci sta di giocar male una partita. Lazzari l'ha marcato a tuttocampo venerdì, non era facile. Deve pretendere di più da sé stesso, ma lo sa benissimo».
Dopo il pari del Novara la reazione c'è stata?
«Lo spirito è quello giusto, magari sulla palla finale di Maietta in area gli attaccanti avrebbero dovuto attaccare la porta con più decisione. Mi sono arrabbiato proprio per quello».
Troppa impazienza secondo lei attorno al Verona?
«Può essere. Vedo che in serie A c'è chi perde con l'ultima, chi soffre, chi non ha ancora ingranato. Basta guardare la televisione la domenica pomeriggio e vedere certi risultati».
Il Varese è più o meno forte dell'anno scorso?
«Non lo so, l'anno scorso non avevano Ebagua e ora sì. Qualcuno se n'è andato, ma da tre anni il Varese è sempre lì».
Dimenticato il playoff di giugno?
«Impossibile dimenticare, soprattutto considerato quello che ci hanno tolto nella partita di ritorno al Bentegodi».
Quali certezze si porta a Varese?
«Quelle di una squadra tosta, solida, che cerca sempre il risultato. Non è poco».
Carrozza dal primo minuto è un'idea? «Potrebbe esserlo, ci sto pensando».
Più Carrozza di Bojinov?
«In questo momento sì».
Bojinov si è allineato agli altri per condizione fisica?
«Quasi, adesso ha bisogno di giocare ma c'è poco tempo per dargli novanta minuti. Abbiamo un impegno dietro l'altro. Non so se adesso ha la gamba giusta per fare l'attaccante partendo dall'esterno».
A chi storce il naso che risponde?
«Il Giro d'Italia è lungo, non lo vinci alla quinta tappa».
Alessandro De Pietro
Il trionfo nel derby e 200 panchine in serie B: Mandorlini fa festa
«Non andiamo ancora forte però abbiamo un passo da alpino, pronti per affrontare le salite Gli altri fuggono? Non ci penso»
17/09/2012
Verona. Festa doppia per Andrea Mandorlini. Colleziona la duecentesima panchina in serie B e vince il derby al Menti. La miglior risposta agli insulti che lo accompagnano per novanta minuti. D'altronde il calcio è anche questo, quando l'avversario è forte e ha carattere diventa il nemico numero uno da combattere. Quando si vince, tutto rose e fiori, quando si perde.... muti e rassegnati e si torna a casa con le pive nel sacco. Ma la vittoria con il Vicenza non è un successo personale di Mandorlini. Anzi. Sono tre punti d'oro che vanno divisi con tutta la squadra. Un gruppo che cresce di partita in partita anche se non mancano alcuni aspetti da migliorare. «Non andiamo forte - ha detto il tecnico alla fine della gara ma abbiamo un passo da alpino, possiamo affrontare le salite più dure.
Però siamo in progresso, mi piace la squadra quando fa possesso palla. E abbiamo pazienza per attaccare il gioco, anche se adesso siamo un po' lenti. Rivedremo alcune situazioni, c'è ancora tanto da lavorare». In effetti un paio di errori personali ha regalato brividi non solo al tecnico ma anche ai tifosi del Verona. Malonga che salta difensori come i birilli, l'errore di Maietta in area che porta al rigore del Vicenza, qualche giocatore importante che non viaggia ancora al cento per cento. L'analisi di Mandorlini è lucida e razionale. «Sul primo gol eravamo quattro contro uno e abbiamo fatto andar dentro Malonga - sottolinea - e abbiamo regalato anche il rigore. Ma non possiamo dimenticare che la palla ce l'abbiamo sempre noi, forse ci manca la velocità giusta. Negli ultimi venti minuti abbiamo pagato un po' il caldo, era la prima volta che giocavamo alle tre del pomeriggio». Un messaggio anche ai singoli.
«Hallfredsson ha fatto due partite con le nazionali, come Bacinovic - aggiunge - da lui mi aspetto di più, oggi è al 65 per cento, come la condizione generale. Comunque abbiamo vinto una partita in rimonta. E questo conta». Il Verona non perde da dieci partite di campionato - senza contare i play off con il Varese - e ha collezionato la seconda vittoria consecutiva. I quartieri alti della classifica sono più vicini. «Le altre fuggono? In questo momento non m'interessa - ribatte - penso solo al Verona, in questo momento ci sono ampi margini di manovra». Non mancano i segnali positivi. Non si vince un derby in rimonta se non si gettano in campo grinta e determinazione. Si è visto ancora una volta quell'atteggiamento giusto che ha sempre datpo soddisfazione alle squadre di mandorlini. E poi c'è finalmente un bomber, un attaccante che tocca tre palle e segna due gol, che si muove su tutto il fronte offensivo, che conquista falli, che dà profondità alla manovra offensiva del Verona. Troppo presto per un giudizio finale ma il biglietto da visita è buono. «Cacia? Si è inserito alla grande - conclude Mandorlini - ha fame di gol, lo abbiamo preso per quello». Adesso il derby è in archivio, venerdì arriva il Novara al Bentegodi, ancora sotto i riflettori.
Luca Mantovani
Mandorlini in contropiede: «Ho visto un Verona brutto, sporco e vincente»
L'INTERVISTA. Il tecnico stupisce tutti in sala stampa: «I miei mi erano piaciuti di più contro lo Spezia. Ma stavolta sono arrivati i tre punti»
Menzione speciale per Jorginho e Martinho e qualche scappellotto a Gomez: «Sa e deve fare molto di più. Ed io sono lì a ricordarglielo»
09/09/2012
Andrea Mandorlini si gode il suo Hellas «brutto, sporco e vincente». Brutto perché «contro lo Spezia mi era piaciuto di più per quanto aveva costruito e per come aveva controllato l'avversario». Sporco perchè «senza Hallfredsson e Bacinovic ho messo in campo giocatori meno tecnici ed è per questo che contro lo Spezia abbiamo creato di più». Vincente perché «questi tre punti presi contro la Reggina sono importanti perché rappresenta una delle migliori realtà del campionato». Ama i paradossi, il tecnico gialloblù. E lo dimostra appena sedutosi sulla sedia della sala stampa. «Sabato avevamo fatto meglio. Oggi la cosa migliore è il risultato», esordisce. In pratica dà ragione al collega Davide Dionigi che ha parlato di partita decisa dal gol preso in avvio. «Non so. Anche perché dopo l'1-0 non è che abbiamo fatto benissimo», spiega Mandorlini. «Però all'inizio del secondo tempo abbiamo avuto alcune occasioni importanti e poi è venuto il rigore che ha di fatto chiuso la gara. Però lo ribadisco: con lo Spezia avevamo fatto meglio».
Eppure il Verona schierato ieri sera era ricco di novità. «È vero. Avevamo qualche problema in mezzo al campo visto che mancavano Hallfredsson e Bacinovic. Così ho fatto giocare Cacciatore davanti alla difesa, e poi l'ho spostato come esterno perché in mezzo mi serviva più qualità con Martinho. È l'esempio di come i giocatori siano disponibili a cambiare e a dare comunque il loro contributo massimo». Tutti meno Gomez, ripreso pesantemente dal tecnico a metà della ripresa dopo una serie di giocate che, evidentemente, non gli sono piaciute molto. «Da un giocatore come Juanito ci si deve aspettare molto di più. Io mi aspetto molto di più e credo che anche lui debba pretendere di più da se stesso. Non credo che lui debba essere contento della sua prestazione». E il gol? Il secondo rigore trasformato? «La rete, certo. I rigori c'è chi li sbaglia e lui ha segnato ancora ed ha chiuso la partita. Però può fare meglio e lo sa. E quando non lo fa io sono lì per pretendere di più». Che sia un anticipo di quello che aspetta Mandorlini alle prese con una rosa ricchissima? «No è affatto difficile gestire tanti giocatori», smorza subito l'allenatore.
«Gioca chi sta meglio. Chi non sta bene, chi deve crescere, chi deve migliorare deve fare in fretta perché di tempo non ce n'è molto. Però vedo che gli atteggiamenti dei ragazzi sono quelli giusti. Non a caso oggi qualche giocatore che ho schierato dopo un po' di tempo che non giocava si è fatto trovar pronto». Il riferimento è a Laner ed a Cacciatore, che proprio ieri sera ha esordito con la maglia gialloblù. Menzione speciale Martinho: «Alla fine era proprio cotto, cotto, cotto. Ha fatto tantissimo e deve imparare a gestire meglio le forze ed il pallone. A volte si ricorda che è brasiliano e fa qualche leggerezza. Ma un allenatore i giocatori come lui se li gode sempre». E per Jorginho. «Giorgio (sic) posso muoverlo in tutte le situazioni e mi fornisce sempre delle soluzioni. Ma diciamolo piano: con il fisico che ha bisogna davvero stare attenti e provare a preservarlo per tutta la stagione». Il pensiero di Mandorlini va alle assenze di Hallfredsson e Bacinovic. I quali non torneranno prima di giovedì ed è probabile non ci siano anche sabato prossimo nel derby con il Vicenza. «Ho visto che hanno giocato con le rispettive nazionali e l'importante è che mettano minuti nelle gambe. Erano un po' indietro di condizione ed a loro fanno bene anche queste partite. Quando torneranno ne avranno due in più nelle gambe ed è importante».
Bruno Fabris
Mandorlini cancella l'ansia: tranquilli, stiamo arrivando
LA PAROLA AL TECNICO. I due pareggi iniziali non fanno perdere la fiducia nel gruppo
«Noi non avvertiamo tutta 'sta pressione, non cambio idea per due pareggi. Cacia? L' attaccante che volevo, ha le caratteristiche per noi»
08/09/2012
Cacia e altri dieci. Andrea Mandorlini ha già tutto in testa, voce sicura e la carica dei giorni migliori. Ha scelto il suo punto fermo, convinto più che mai. «È l'attaccante che volevo, erano anni che non avevo uno che attacca così la profondità e che vede la porta come lui. Cacia giocherà», evidenzia il mister, senza nemmeno doverglielo chiedere. Un'autentica investitura per Cacia? «Mi piace dare responsabilità agli attaccanti, anche con Ferrari è stato così. E poi per tanto tempo abbiamo giocato senza un riferimento là davanti. Cocco non c'è ancora, Gomez al centro ci va mal volentieri, davanti anche Carrozza è indisponibile e Grossi vive un momento non felicissimo nonostante abbia grandi potenzialità». Bojinov come l'ha trovato? «Ho parlato con lui, ha tante motivazioni e questo è l'aspetto più importante. Inutile parlare delle sue qualità, quelle le conosciamo tutti. Adesso ho una visione più chiara di quello che può darci. Rispetto agli altri è un po' indietro, deve lavorare ancora prima di allinearsi».
Questa abbondanza di attaccanti potrà modificare il suo tridente? «Cacia sarà il nostro punto di riferimento, vicino a lui potremo giocare larghi o più vicini a lui. Vedremo di volta in volta». È una partita più importante di altre quella con la Reggina? «No, è una partita come tante altre. E poi perché più importante? Per due pareggi? Allora significa che ci si dimentica in fretta di quel che è stato fatto finora. Fra i giocatori c'è l'atteggiamento giusto, si nota entusiasmo. Così come nella gente, quella che ci dava la spinta quando il primo anno eravamo ben oltre il baratro». Che serata si aspetta? «La Reggina è partita bene, abbiamo massimo rispetto ci mancherebbe. Ma penso solo al Verona. Dovremo fare la partita, ma è così da due anni. È chiaro che di spazi ne avremo pochi e qualche spazio alla Reggina dovremo concederlo. L'importante sarà mantenere l'equilibrio». È senza Bacinovic ed Hallfredsson. Soluzioni? «Ne abbiamo. C'è Jorginho, Cacciatore può giocare anche a centrocampo. Abbiamo gente versatile, in grado di occupare più ruoli. Questo è importante».
Martinho farà ancora il terzino? «Vediamo, l'ho visto anche in allenamento andare sulla fascia 150 volte. Ha cuore il ragazzo. Mi piacciono giocatori così. Pensano al bene della squadra, vanno dove li metti. Come facevo io?». I tre punti ci vorrebbero proprio? «Quando vinci ti alleni meglio, è naturale. E noi, Coppa Italia a parte, non abbiamo vinto tantissimo finora». Si è dato un limite massimo perché il Verona diventi la squadra che vuole lei? «Non guardo troppo avanti, il mio limite è la partita. L'ansia che avverto in giro non è la nostra. In un mese e mezzo abbiamo perso solo col Palermo e siamo andati avanti in Coppa Italia battendo il Genoa. Con la Fiorentina abbiamo giocato una buona partita e ci allenavamo da appena una settimana. Sabato abbiamo messo lo Spezia all'angolo. Ci è mancato solo il colpo del ko, ma la squadra è cresciuta. Questo conta davvero».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
MERCATO
Mandorlini a CM: 'Il Verona comprerà un attaccante, non ci sentiamo favoriti'
30 agosto alle 16:35
Il campionato di serie B entra nel vivo e Calciomercato.com ha intervistato in esclusiva Andrea Mandorlini tecnico dell'Hellas Verona. Nella passata stagione la squadra scaligera ha accarezzato il sogno di poter raggiungere la serie A, sogno spezzato dal Varese di Rolando Maran. L'allenatore dei gialloblù ha parlato della nuova stagione, di calcioscommesse e non si è voluto sbottonare troppo per quanto riguarda il mercato che chiuderà domani, 31 agosto alle ore 19.
Mister nella passata stagione avete solo accarezzato il sogno di poter arrivare in serie A, quali sono gli auspici e gli obiettivi di questo nuovo campionato?
"Noi pensiamo a lavorare e ragioniamo di partita in partita, i risultati arriveranno e i miglioramenti si vedranno col tempo. Puntiamo naturalmente a fare un campionato di vertice".
Non faccia il modesto, in questa stagione siete i grandi favoriti per la promozione...
"Ci danno favoriti dall'esterno, ma noi non guardiamo a queste cose e pensiamo a fare bene, poi vedremo se i risultati ci daranno ragione. Il campionato di serie B è sempre impegnativo, a fine anno tireremo le somme".
Per quanto riguarda il mercato è soddisfatto o si aspetta ancora qualche ritocco?
"Stiamo valutando due o tre situazioni, ma non so se le faremo tutte. Sono contento ho un buon organico per affrontare la stagione, per questo motivo non voglio sbottonarmi su possibili arrivi, posso dire che cerchiamo una punta".
Ha perso un giocatore molto importante come Tachtsidis, le dispiace o è contento per il giocatore?
"Chiaro che dispiace ma meritava una grande squadra perchè ha qualità fisiche e tecniche davvero notevoli. Gli auguro il meglio".
Tanti giocatori fondamentali però sono rimasti: da chi si aspetta un salto di qualità?
"Da tutti naturalmente anche se non sono di certo io a scoprire che Halfredsson, Jorginho, Maietta e Gomez sono giocatori fondamentali per il Verona".
Cosa ne pensa del caos calcioscommesse che vede anche coinvolto anche Emanuele Pesoli
"Una pagina nerissima che fa davvero male al calcio. Meno male che si è iniziato a giocare. Per quanto riguarda Pesoli e Ferrari posso dire che sono due bravi ragazzi che si sono sempre comportati da professionisti. Io non credo si siano prestati a nulla di illecito ma si sa il mio giudizio conta relativamente".
Mister, sempre in chiave mercato ha detto che cercate un attaccante, c'è un nome su cui punta maggiormente?
"Sinceramente non ho intenzione di fare nomi anche perchè abbiamo tre o quattro alternative, stiamo valutando e vedremo se domani entro le 19 arriverà qualcuno".
Marco Gentile
FONTE: CalcioMercato.com
Mandorlini applaude l'Hellas: «Una squadra che sa soffrire»
LA GRANDE IMPRESA. Cresce l'entusiasmo dopo la vittoria ai rigori contro il Genoa e il passaggio al turno successivo: «Grande spirito di sacrificio, i giocatori hanno dato il massimo e hanno chiuso la gara stremati. Bisogna recuperare per Modena»
20/08/2012
Genova. Sotto i riflettori di Marassi, nella serata magica di Genova, ci sono tre immagini che mettono i brividi e regalano emozioni. Scatto uno: Jorginho che si presenta sul dischetto per battere il secondo rigore, senza farsi prendere dal panico davanti alla Curva Nord, il covo dei fedelissimi genoani. Scatto due: Jorginho che spara un gran destro all'incrocio senza nemmeno guardare negli occhi un portierone come Frey. Scatto tre: Jorginho che, prima di tornare a centrocampo per ricevere i complimenti dei compagni, va da Rafael per abbracciarlo e incoraggiarlo. Eccolo lì Jorge Luiz Frello per tutti Jorginho o «Giorgio» come lo chiama affettuosamente mister Mandorlini. Brasiliano, poco più di vent'anni e la maglia dell'Hellas incollata sulla pelle. Il trait d'union tra il Verona che è stato e quello che sarà. Gambe, testa e cuore al servizio del gruppo.
Se poi c'è anche tanta qualità... il gioco è fatto. Cerca di restare con i piedi per terra anche mister Mandorlini ma si capisce subito che la vittoria del Marassi è una grande impresa, una spinta in più per partire forte anche in campionato. «Abbiamo vinto, siamo stati bravi e anche fortunati - ammette il tecnico gialloblù - è sempre una lotteria quando si passa ai rigori ma questa squadra ha dimostrato ancora una volta di avere un grande carattere. Abbiamo fatto delle cose buone ma anche qualche errore di troppo, lo so e lo sanno i giocatori, ne parleremo in settimana. Quello che m'è piaciuto però è l'atteggiamento, siamo venuti a Genova per fare la partita. Bravi i ragazzi quando hanno stretto i denti, soprattutto al'inizio. Il Genoa è partito forte, ha fatto valere la loro prestanza fisica e noi siamo sbandati ma siamo rimasti lì, a ribattere colpo su colpo. Potevamo andar sotto ma l'occasione più importante l'abbiamo avuta noi con Jorginho. Nel secondo tempo abbiamo reagito alla grande, abbiamo trovato il pareggio con un bel gol, potevamo anche vincere ma l'arbitro ha annullato il raddoppio di Gomez». Una vera ingiustizia. Ma cos'ha detto Banti dopo aver annullato il gol? «L'arbitro l'aveva concesso a dire il vero - sottolinea il tecnico del Verona - poi ha cambiato la sua decisione perchè ha visto l'assistente con la bandierina alzata. Niccolai ha detto di aver visto Bjelanovic davanti a tutti ma Gomez era in posizione regolare. Non so, vedremo le immagini».
Torti arbitrali a parte, il Verona ha regalato ancora una volta una prestazione convincente contro una formazione di serie A. Era già successo in amichevole con Fiorentina e Palermo. «Siamo in crescita - spiega Mandorlini - sì, è vero, avevamo fatto bene anche nelle gare precampionato ma adesso c'era un risultato importante in palio. Usciamo dal campo a testa alta, abbiamo speso e nessuno si è risparmiato. Speriamo di recuperare energie in vista del debutto con il Modena. Sicuramente ci sarà tanto entusiasmo in più». Buone indicazioni anche dai nuovi arrivati. Moras e Albertazzi sono stati gettati nella mischia dal primo minuto e hanno risposto con una prova positiva. «Moras era al debutto, Albertazzi aveva giocato una decina di minuti in amichevole - conclude Mandorlini - ma sono entrati in campo con grande determinazione, con spirito di sacrificio. Ma non posso dire nulla anche agli altri ragazzi, hanno dato veramente tutto. Crespo è rimasto in campo anche con i dolori alle gambe, Martinho ha fatto il terzino... Sono segnali importanti per il gruppo, solo così arrivano le vittorie più belle».
Luca Mantovani
Obiettivo Genoa Mandorlini pensa alla sfida di Marassi
UNA PARTITA DA BRIVIDI. I gialloblù se la vedranno contro il Grifone. «Sapevamo che poteva essere una gara difficile Abbiamo fatto fatica, è normale in questo periodo ma abbiamo portato a casa una vittoria importante»
14/08/2012
Obiettivo raggiunto. Sicuramente c'è ancora tanto da lavorare ma l'Hellas si è regalato una sfida da serie A. Dopo aver eliminato la Virtus Entella di Chiavari, squadra ligure appena ripescata in Prima Divisione, il Verona dovrà vedersela con il Genoa. Si giocherà sabato prossimo al Marassi. Secondo il «tabellone» avrebbero dovuto giocare in casa in Sampdoria e Genoa, una concomitamza che avrebbe portato a un'inevitabile «accavallamento». Sempre sul tabellone però i rossoblù figurano al numero 40 mentre i blucerchiati - che provengono dalla serie B - al 46. Da regolamento toccherà dunque alla squadra doriana invertire il campo con la Juve Stabia e giocare in Campania. Nessuna sorpresa, quindi per il Verona che affronterà il Grifone, una sfida dal sapore di serie A. «Una bella vetrina per tutti - ammette il tecnico dell'Hellas Andrea Mandorlini - cercheremo di arrivare preparati e onorare l'impegno. Ci sono tutti i presupposti per vedere una bella partita».
Non è stato così a Chiavari...
«Non siamo stati brillantissimi, questo è vero ma sono contento. Abbiamo raggiunto l'obiettivo, abbiamo battuto l'Entella e passato il turno. L'avevo detto in settimana, quando cominciano queste partite bisogna cercare prima di tutto di fare risultato. Noi l'abbiamo fatto e quindi andiamo avanti».
L'Entella poteva anche pareggiare...
«Sapevamo che sarebbe stata una gara difficile, loro hano fatto una buona gara, sono partiti forte, hanno entusiasmo. Noi abbiamo regalato qualche pallone di troppo e ci hanno castigati. Dopo il vantaggio degli avversari abbiamo reagito bene, abbiamo rimontato, fatto tre gol, potevamo farne di più. Nel finale abbiamo mollato un attimo la presa, eravamo meno concentrati e abbiamo subito troppo. Dobbiamo rivedere sicuramente qualcosa. Ma anche i risultati sono importanti, le vittorie ti regalano una grande consapevolezza».
Troppi errori in difesa?
«Abbiamo concesso qualcosa, è vero. ma ci può stare in questo periodo tutte le squadre fanno fatica. Abbiamo lavorato moltissimo in ritiro, abbiamo ripreso a sudare anche a Sandrà. Abbiamo affrontato una trasferta giovedì per andare a Busto, poi la trasferta di Chiavari. Probabilmente siamo arrivati stanchi anche psicologicamente, un po' "scarichi" di testa».
A Genova non sarà così?
«Beh, intanto la squadra avrà una settimana in più di lavoro nelle gambe e mancheranno pochi giorni all'inizio del campionato, la condizione sarà sicuramente diversa. Poi, senza nulla togliere alla Virtus Entella che ha fatto una bella partita, il Genoa è di un'altra categoria. Avremo il piacere e l'onore di sfidare una squadra di A, un gruppo forte, costruito per vincere. Sarà un test importante per tutti, avremo la possibilità di respirare un clima diverso, di affrontare giocatori di categoria superiore. Non ci potranno mai essere cali di tensione per giocare alla pari la partita».
L'anno scorso il Verona è arrivato molto avanto, fino agli ottavi con la Lazio...
«Un'esperienza molto importante, un'avventura bellissima che ci ha riportato anche nel mondo delle squadre che contano. Bellissima la partita all'Olimpico con la Lazio, con tantissimi tifosi veronesi al nostro seguito. Veramente molto bello»
Dalla Coppa al campionato...
«Cercheremo di farci trovare pronti, stiamo lavorando da settimane per arrivare carichi all'appuntamento con il campionato. Però non possiamo snobbare la Coppa. Le squadre di serie B hanno la possibilità di maturare esperienze formative contro società importanti».
Ci sarà il nuovo attaccante a Genova?
«Aspettiamo, senza fretta. Stiamo bene così, i ragazzi che la società mi hanno messo a disposizione hanno sempre dimostrato grande disponibilità. Questo è positivo».
Intanto ci pensa Gomez...
«È un giocatore importante, può giocare al centro o da esterno. Non aveva fatto gol nelle prime quattro gare, adesso si è sbloccato. Bene così».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Giusto restare uniti"
Postata il 01/08/2012 alle ore 23:11
"Sono state evidenziate tante cose più o meno buone come giusto in questo momento. Ci avviciniamo ai primi impegni ufficiali, i carichi si fanno sentire"
BRESSANONE - Dalla società scaligera segnali di compattezza in questo avvio di stagione. Ne fornisce testimonianza anche Andrea Mandorlini al termine della 2a amichevole estiva dei gialloblù: "Ci apprestiamo a vivere una stagione importante, da protagonisti, è giusto restare uniti".
Nonostante il sonoro 4-0 ai danni del Sudtirol, il tecnico bada al concreto: "Eravamo un po' stanchi, sono state evidenziate tante cose più o meno buone come giusto in questo momento. Ci avviciniamo ai primi impegni ufficiali, i carichi si fanno sentire. Da parte dei ragazzi c'è sempre tanta disponibilità, talvolta ci dobbiamo adeguare alle circostanze. Martinho non si era visto con la Fiorentina a causa di un problema fisico, può giocare in più ruoli, è un bravissimo ragazzo che ha qualità. Tutti intendono mettersi in discussione, dando un contributo anche in posizioni diverse".
Rispetto alla stagione scorsa il metodo di lavoro è rimasto simile: "In linea di massima la preparazione non è cambiata molto, pensiamo a migliorare il gioco e mettere tanti chilometri nelle gambe".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Parla Mandorlini: «Ecco come sarà il nuovo Hellas...»
GRANDE CONVINZIONE. C'è ottimismo dopo i primi giorni di lavoro: «Niente rivoluzioni, la base c'è, i vecchi sono davvero eccezionali e i nuovi hanno qualità ed entusiasmo. Gomez centrale ? Beh, lui può far bene anche lì...»
26/07/2012
Sole e nuvole si danno il cambio in un attimo a Santa Cristina. Un giorno come un altro in Val Gardena, nel laboratorio del Verona. Mandorlini guida il gruppo, Sogliano osserva dalla panchina. Sgobba l'Hellas, alla ricerca degli equilibri tanto cari al mister. Pretenzioso trovarli immediatamente, nessuno lo pretende. Ogni passaggio ha i suoi tempi, sul campo e sul mercato. Concentrato Mandorlini, dall'inizio alla fine. Ogni allenamento serve per ribadire vecchi concetti e ribadire nuove idee. L'avvio è stato promettente. «Le prime indicazioni sono buone. Stiamo lavorando, così come deve essere in questo periodo. Tutto procede bene, dobbiamo solo continuare. La strada è lunga, siamo solo all'inizio».
Prime impressioni sui nuovi?
«Positive. Sono arrivati ragazzi ricettivi, hanno voglia di inserirsi e di dimostrare quanto valgono. Sono contento, la qualità non ci manca».
Prima punta a parte, ha ricambi ovunque
«Anche l'anno scorso li avevamo, fa parte dell'equilibrio generale di una squadra. L'idea è quella di avere due giocatori per ruolo, stavolta più caratterizzati rispetto a una volta. Soprattutto fra gli attaccanti esterni. Ma in linea di massima tutto resterà come prima».
Pesa il ruolo di favorito? Per tutti il Verona è in prima fila
«Adesso pesano solo i metri che i ragazzi dovranno sorbirsi in questi giorni di ritiro, tutto il resto lascia il tempo che trova. Bisogna soprattutto concentrarsi nella ricerca del gioco, il resto lo dirà il campo. Non conosco altre verità. Non mi sono mai sbilanciato, non lo farò nemmeno stavolta».
Gli abbonamenti aumentano, si va verso i cinquemila
«I nuovi sono rimasti sbalorditi, dopo la presentazione, dall'affetto e dal calore della gente. Giusto che la piazza sia esigente, giusto che punti ad avere sempre il massimo. Da tanto, troppo tempo il Verona non frequenta il calcio che merita».
Quanto tempo ci vorrà per assemblare la squadra come si deve?
«I principi resteranno gli stessi, nella sostanza cambieremo poco. Non ci vorrà molto secondo me, degli undici di base cinque o sei conoscono già il mio calcio. Sono basi importanti, a cui si aggiunge l'entusiasmo che stanno dimostrando tutti gli altri. Vedremo già dalla Fiorentina se ci saranno progressi, anche piccoli. Ma sono tranquillo, non abbiamo fretta. Il nostro obiettivo è la prima di Coppa Italia il 12 agosto e soprattutto il campionato. Manca un mese, non è poco».
Come si sta integrando Bacinovic?
«Deve cominciare a calarsi in una realtà diversa, spesso è stato accostato a grandi squadre ma anche il Verona lo è. Ha tutto il tempo e lo spazio necessario. Importante si prenda delle responsabilità. Viene da esperienze diverse, anche se è relativamente giovane. La classe non gli manca, ora deve dimostrare anche a noi quanto vale».
C'è un giocatore in particolare da cui è rimasto impressionato favorevolmente?
«Dai vecchi, da quelli che c'erano anche un anno fa. Mi dimostrano sempre qualcosa in più. Eccezionali, li ringrazio davvero».
Il Verona quanto sarà diverso rispetto all'ultimo?
«Vedremo, importante è la qualità dei giocatori. Su questo dobbiamo lavorare, il resto verrà strada facendo. Senza troppa fretta, lo ripeto».
Gomez prima punta è solo un esperimento?
«Gli ho chiesto di giocare attaccante centrale qui in ritiro, abbiamo delle carenze e qualcuno è ancora in stand-bay. Ho parlato con lui, potrebbe essere una variante importante. Se e quando arriveranno altri giocatori in quel ruolo fisseremo altri punti di partenza».
Che cosa si aspetta ancora dal mercato?
«Lo sapete, preferisco non parlare di mercato, per questo c'è Sogliano. Qualcosa ancora ci manca, ma ci penserà il nostro direttore sportivo a sistemare le cose».
C'è subito la Fiorentina, come ci arriva il Verona alla partita?
«Come le altre squadre, abbastanza stanco direi. Ci stiamo allenando come voglio io, toccando ferro abbiamo avuto pochi intoppi. Per ora va bene così. Chiaro che nessuno va in campo per perdere. E non ci andremo nemmeno noi».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Sarà il campo a dare i giudizi"
Postata il 25/07/2012 alle ore 13:06
"Verona è una piazza importante, esigente ma ricca di passione: chi è arrivato quest’anno l’ha capito già dalla presentazione"
SANTA CRISTINA - Prime parole di fronte agli organi d'informazione dopo l'arrivo dei gialloblù a Santa Cristina da parte di Andrea Mandorlini: "In questa fase della stagione tutte le formazioni hanno un denominatore comune: la stanchezza. Ora l’obiettivo è lavorare correttamente, finora ci sono stati pochi intoppi e per questo siamo contenti. Concentriamoci sul primo impegno ufficiale, in programma il 12 agosto".
"Stiamo valutando tanti giovani presenti - continua l'allenatore scaligero - in linea di massima siamo sulla stessa lunghezza d’onda degli altri anni. A parte qualche piccolo acciacco procediamo bene. I nuovi sono molto disponibili, hanno voglia di fare e mettersi in mostra. Ritengo sia l’aspetto più importante".
"Pesoli è un calciatore d’esperienza che va a completare un organico che qualcosa ha cambiato. Avere due giocatori per ruolo è fondamentale, il principio non cambia. L’unico peso che sentiamo ora è dovuto ai metri affrontati in preparazione, i favori della vigilia lasciano il tempo che trovano. Sarà il campo a dare i giudizi. Verona è una piazza importante, esigente ma ricca di passione: chi è arrivato quest’anno l’ha capito già dalla presentazione".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
«Una partita alla volta e voglio super Gomez»
ANDREA MANDORLINI
18/07/2012
Con l'abbronzatura, lo sguardo blu è ancora più tagliente. Nel giorno del suo 52° compleanno, Andrea Mandorlini riporta il Verona sul campo ad allenarsi per iniziare una nuova avventura. Tatuata sull'avambraccio sfoggia una piccola scala scaligera beneaugurante che avrebbe dovuto portarlo in A. Invece riparte dalla B con una squadra piena di novità. Più qualità, almeno sulla carta. Lui guarda il futuro con determinazione, ma non si scompone: aspetta i risultati. Sa che la piazza è calda e che dopo l'impresa dell'anno scorso si aspetta tanto, di più. Sul passato ci ha messo una pietra sopra, ma brucia ancora aver perso il treno per fare il salto di categoria. Ripartiamo da lì, dalla fine. Dai play off. Riapriamo la ferita.
Rimpianti? Tornassi indietro cambieresti qualcosa?
«Sì, cambierei Massa».
L'arbitro?
«Già, sono sempre dell'idea che gli episodi nella partita con il Varese sono stati determinanti»
Il rigore non concesso a Ferrari...
«Sì, poi l'espulsione, lì cambia tutto. Situazioni che stravolgono una stagione. Come il gol del Milan con la Juve. Vabbé, dai, non pensiamoci più, si ritorna sempre lì e non voglio più pensarci, era così giusto per rispondere alla domanda».
Il rapporto non proprio idilliaco con l'ex ds Mauro Gibellini ha influito negativamente sull'ambiente?
«Per quel che mi riguarda no. Gibellini per me non è mai esistito, non avevamo rapporti. Quando sono arrivato qui lui cercava un altro allenatore ... non potevo avere rapporti con queste premesse. Poi le cose sono anche migliorate. Si sono dette tante cose, lui ha detto un sacco di bugie. La verità è una e la conosciamo io e il presidente, il resto non mi interessa»
Primo giorno di allenamento, com'è questa squadra?
«Stiamo lavorando bene, manca ancora qualcosa, il mercato è ancora lungo e difficile e bisogna anche avere pazienza».
È un Verona che sta cambiando tanto però.
«Sì sta cambiando, ma deve rimanere la mentalità, quella di non mollare mai. Sta cambiando, magari non si pensa- va di cambiare così tanto. Ma va bene così. Ci stiamo rinnovando anche se quasi tutti i giocatori importanti sono rimasti».
A parte l'attacco, quanto manca perché la squadra sia completa?
«Mancano ancora diversi giocatori. Qualcosa dobbiamo fare dietro. In mezzo va completata e davanti abbiamo bisogno della punta. In linea di massima si può dire che dobbiamo fare qualcosa in tutti e tre i reparti. Ma andiamo con calma. Il 31 agosto è ancora lontanissimo. Adesso vediamo: prendere tutti adesso potrebbe essere controproducente, andiamo con calma, ripeto, questa è la linea che abbiamo scelto».
Una punta centrale però serve, che sia Sforzini o altro.
«Con Nicola fermo, lì c'è una situazione da definire. C'è Bjelanovic, ma dobbiamo vedere. Ma abbiamo tempo.
A proposito di Ferrari, una bella mazzata la squalifica.
«Faccio fatica a capire, mi pare tutto ancora così inverosimile. Faremo di tutto per stargli vicino, è un giocatore nostro, starà con noi. Poi anche lì dipenderà da come si evolveranno le cose».
Tanti giocatori sono partiti, alcuni stanno andando. Molti nuovi. E Tachtsidis alla Roma come lo vedi?
«Dispiace per tanti giocatori che non ci sono più e che hanno dato così tanto a questa maglia, ma questa è la vita, bisogna andare avanti cercando di fare sempre meglio. Meglio dell'anno scorso. Sarebbe già un passo importante. Con Tachtsi ci siamo sentiti, io lo vedo bene alla Roma, molto molto bene. Ha tutto per imporsi anche in una piazza difficile e c'ha una allenatore bravo. Per quel che mi riguarda gli auguro tutto il bene possibile. È un ragazzo che ha dato tanto».
Ora c'è Bacinovic.
«Giocatore che tutti dicono bravissimo, io non lo conosco così bene. Tutti ne parlano benissimo, soprattutto il direttore che l'ha avuto a Palermo, garantisce lui. Insomma, giocava in serie A. Come caratteristiche ci siamo, lo mettiamo davanti alla difesa».
Rivas e Carrozza come sono?
«Li vedo bene come esterni, hanno queste caratteristiche».
Grossi?
«Può giocare in diverse situazioni, anche dentro. Ma tutti e tre questi giocatori sono polivalenti. Possono venire dentro, e dipenderà dalle situazioni che si creeranno. Davanti bisogna fare qualcosa. Come detto prima, c'è Bjelanovic, ma in attacco dovremo fare un'operazione importante».
Che obiettivi ha questo Verona?
«Di fare bene, l'idea almeno è quella, poi può succedere di tutto e rimanere delusi. Dobbiamo lavorare tanto e giocare partita dopo partita come abbiamo fatto in questi due anni senza guardare troppo avanti. È il nostro motto e ci ha portato abbastanza bene, continuiamo così. Ora la prima che abbiamo è il 27 luglio con la Fiorentina. Vediamo. Partiamo da lì».
Un giocatore sul quale punta quest'anno?
«Mi aspetto qualcosa un po' da tutti, ma in particolar modo da Juanito. Può fare ancora di più. Lo scorso anno verso la fine forse non ha fatto come nel resto della stagione. Ma ci può stare. Mi aspetto molto da lui, per noi è un giocatore importante».
Pure i tifosi si aspettano tanto.
«Ci hanno sempre sostenuto, nei momenti belli e in quelli difficili. Grandi».
Marzio Perbellini
FONTE: LArena.it
Mandorlini: "Non serve altro che l'entusiasmo"
Postata il 17/07/2012 alle ore 19:47
"Lo spirito di squadra è fondamentale. Avremo i riflettori puntati su di noi e per questo dovremo essere ancora più bravi"
SANDRA' - Lasciate alle spalle le vacanze, inizia finalmente la preparazione per la stagione 2012/13. Tempo di tornare a tirar fuori gli scarpini, dunque, e soprattutto di cominciare subito con grinta e tanta voglia di far bene. Prima di guidare i suoi alla seconda seduta di allenamento, Andrea Mandorlini ha incontrato gli organi di informazione: "Il gruppo sta cambiando, in linea di massima eravamo d'accordo che le cose andassero così", esordisce il tecnico scaligero. "Devo comunque ringraziare chi è andato via e ha dato un grande contributo nello scorso campionato".
Molti i movimenti di mercato portati a termine dalla nuova dirigenza, ma la rosa è ancora work-in-progress. "Dietro qualcosa dobbiamo fare, in mezzo la situazione va completata, mentre davanti siamo un po' fermi. Abbiamo due-tre obiettivi, qualcosa dovremo fare soprattutto in attacco. Gomez Taleb centrale può essere una alternativa".
"Allenare il Verona significa essere alla guida di una grande squadra - prosegue il mister - le pressioni è giusto che ci siano. Noi non abbiamo bisogno d'altro che dell'entusiasmo dei ragazzi e della gente. Pensiamo a fare il nostro dovere, lo spirito di squadra è fondamentale. Avremo i riflettori puntati su di noi e per questo dovremo essere ancora più bravi. Serve equilibrio, stiamo coi piedi per terra, poi il campo rivelerà le vere qualità".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini: «Ho già in testa il mio Hellas»
MERCATO E DINTORNI. Tempo di prime riflessioni per il tecnico ravennate, tra passato, presente e futuro. E la voglia di ricominciare subito è tanta. «Setti? Giovane, dotato di grande entusiasmo e tanta voglia di fare Un pensiero a Martinelli: spero che la sua condizione migliori in fretta. Ebagua, Paulinho e Sforzini, tutti bravi giocatori. Ma costano molto»
28/06/2012
Un occhio al telefono, uno agli Europei, i figli Davide e Matteo nei paraggi. Sole e mare, la Riviera Romagnola d'altronde è casa sua. «Sono un lupo solitario io», scherza Andrea Mandorlini, pronto a ripartire, a sfidare tutti, a rilanciare la sfida alla serie B. Le batterie? Cariche, come se il campionato cominciasse domani. Tranquillo il mister, voce rilassata e il nuovo Verona già in testa.
Mandorlini, quante volte al giorno sente Sogliano?
«Non così spesso, non ce n'è bisogno. Parliamo quando serve. Lui sa come operare, per una volta che abbiamo un direttore sportivo con le idee chiare lasciamolo lavorare».
Prime impressioni su Maurizio Setti?
«Parlando con lui si capisce che ha voglia di fare. È giovane, ha entusiasmo. Proprio come Martinelli, mi auguro possa uscire in fretta da questo tunnel e che presto le sue condizioni di salute migliorino. Lo spirito che sa darci lui è stato molto importante. E lo sarà ancora».
'Non parte nessuno dei big', ha detto Setti. Si sente più sicuro adesso?
«Io so solo che il mercato è difficile, oltre alle entrate devi pensare anche alle uscite. Alcune saranno dure da digerire, perché tutti meriterebbero di restare. Le regole però non le facciamo noi, esclusa la lista giovani possiamo tesserare solo venti giocatori. Ci vorrà pazienza. Magari la squadra non sarà completa quando partiremo per il ritiro, ma bisogna adeguarsi».
È così complicato trovare un altro Tachtsidis?
«Taxi ha caratteristiche particolari, è stato un giocatore importante. Vi dico la verità: io le speranze non le ho ancora perse. Ci credo ancora, anche se non sarà semplice. Ne ho parlato anche con lui. Non si sa mai, vediamo».
Ha sentito anche Sforzini?
«Sì, ma non di recente. Conosco bene Nando, al Cluj l'ho avuto per poco tempo ma ci siamo capiti immediatamente. È anche merito suo se ho firmato per il Verona, è stato lui a parlarmi dell'Hellas. Erano solo belle parole, c'è voluto poco per capire che Nando aveva ragione.
Meglio lui di Paulinho ed Ebagua?
«Sono tutti e tre bravi. Sforzini ha certe qualità, Paulinho ed Ebagua ne hanno altre ugualmente interessanti. Mi piace Paulinho, ma è anche vero che costano tutti molto. Circolano prezzi davvero esagerati in questo periodo».
Anche Brivio non è così a buon mercato
«Lo so, la richiesta del Lecce è notevole. Mi è sempre piaciuto Brivio, fin da quando giocava nell'Under 19 con mio figlio Matteo. Dura però arrivarci».
Avrebbe tenuto Lepiller?
«L'ho detto a Sogliano, certe sue qualità emergerebbero ancor di più ora che può svolgere la preparazione così come tutti gli altri. Il discorso vale anche per D'Alessandro, un altro a cui serve continuità. La lista chiusa però ti obbliga a scelte ben precise e nette».
Lo Spezia sta comprando di tutto, è la favorita ora come ora?
«Non ho ancora pensato a scalette e griglie di partenza. Non ci penso mai, soprattutto ora. Troppo presto».
Squinzi lascia il calcio, ha sentito? Troppi torti arbitrali contro il Sassuolo
«Squinzi parla di errori, ma anche lui ne ha commessi tanti in questi anni. Penso soprattutto alla scelta di alcuni suoi collaboratori».
Mister, chi vince fra Italia e Germania?
«Ci vorrebbe un indovino, le partite fra noi e loro sono sempre entrate nella storia. Sarà così anche stavolta. Spesso si sono decise a favore nostro, nelle situazioni difficili l'Italia ha sempre saputo esaltarsi. La Germania però è forte, forse più dell'Italia, ha tanti giovani bravi e il solito grande carattere».
Lei ha allenato Montolivo all'Atalanta. Tridente con Pazzini e Lazzari. Non male
«Montolivo è un ragazzo molto sensibile, mi è dispiaciuto molto per il rigore sbagliato con l'Inghilterra dopo aver giocato fra l'altro una buonissima partita. Se dovesse ricapitare l'occasione però sono sicuro che Riccardo non si tirerà indietro. La personalità non gli manca».
Indicazioni tattiche dall'Europeo?
«Non molte. Vado controcorrente, non sono stati grandi Europei. Molto tatticismo e pochissima voglia di rischiare. C'è chi ha anche avuto il coraggio di criticare Cristiano Ronaldo, dicendo che nei grandi eventi si nascondeva. In due partite ha messo tutto in chiaro. È il migliore al mondo, dopo Messi».
E il suo giudizio sulla prossima serie B?
«Dicono sia più semplice, ma io ci credo relativamente. Ogni anno di questi tempi si fanno mille discorsi. Il Torino però ci ha messo un po' per tornare in serie A e la Samp c'è arrivata solo dopo aver rincorso per tutto l'anno. Io dico che i campionati sono sempre difficili, soprattutto la serie B».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
LE INTERVISTE
Hellas Verona, Mandorlini: "Grande stagione. Sul mio futuro e Hallfredsson dico che..."
15.06.2012 13:26 di Dennis Magrì
Intervenuto ai microfoni di 'calciomercato.com, Andrea Mandorlini, tecnico dell'Hellas Verona, ha parlato della stagione appena conclusa e del suo futuro: "E' stata un'ottima stagione, sopra le aspettative. Sul calo fisico nel finale di stagione penso sia normale ma noi comunque siamo stati sul pezzo fino alla fine. Non ho rimpianti, ripeto siamo andati oltre le aspettative. Sinceramente mi dispiace molto che nella gara di ritorno dei playoff contro il Varese ci siano stati un paio di episodi nettissimi che potevano cambiare il corso della storia. Mi ha impressionato qualcuno? Non mi piace parlare dei singoli, ma tutti hanno fatto una stagione strepitosa. Se proprio devo fare dei nomi dico che Jorginho e Tachtsidis hanno fatto un salto di qualità importante, esprimendosi quasi sempre a ottimi livelli. Futuro? Rimango ancora qui a Verona, nella speranza di ripetere una stagione positiva, magari coronata dalla promozione in serie A".
Sul mercato, poi, il tecnico degli scaligeri aggiunge: "Credo che il direttore sportivo stia lavorando nella giusta direzione, abbiamo degli obiettivi e delle idee ma ancora è prematuro per parlarne. Il mercato da qui a fine agosto è ancora molto lungo. Hallfredsson? Io voglio che i giocatori forti rimangano. Ma le leggi del mercato non permettono di fare questi calcoli, se resterà sarò contento di allenarlo nuovamente".
FONTE: TuttoB.com
«Grande Martinelli, grandi i giocatori, grandissimi i tifosi»
Mandorlini fa il bilancio della stagione gialloblù «Questo gruppo è incredibile, non ci voleva Massa Ma sono carico e arrabbiato, vorrei ripartire subito»
06/06/2012
Il cielo è grigio sopra Sandrà. Una pioggia torrenziale accompagna l´ultimo allenamento del Verona. Sembra novembre, siamo in giugno. Il lunghissimo campionato di B è andato in archivio, con tante soddisfazioni e qualche delusione dopo l´eliminazione ai play off contro il Varese. Ma adesso arrivano le vacanze, i guerrieri hanno deposto le armi. Con la consapevolezza di aver dato il massimo per difendere i colori gialloblù, con la rabbia di chi sa di aver subito un torto. In mezzo al campo Andrea Mandorlini, il condottiero che li ha guidati in tutti i campi d´Italia. Sempre per vincere. E quando hanno perso l´hanno fatto a testa alta. «Non ho ancora smaltito la delusione e l´amarezza - ammette - ma non vedo l´ora di tornare in campo per prendermi la rivincita».
L´Hellas è già ripartito?
«Sono deluso e amareggiato, avrei voglia di spaccare tutto ma so che dobbiamo voltare pagina e ricominciare. Sono pronto a farlo con questa squadra, con questa gente perchè la città mi è entrata nel cuore».
Mandorlini e Verona, un legame incredibile...
«Si respira la grande passione per il l´Hellas, si capisce quanto è forte il legame della città per la squadra. Sono stato subito bene, mi sono sentito a casa. Ho deciso che mi tatuerò una piccola scala, prima o poi le cose della vita finiscono ma così il simbolo dell´Hellas resterà sempre sulla mia pelle».
Un anno vissuto intensamente...
«Un anno e mezzo, a dire il vero. Sono arrivato a novembre del 2010, venivo dalla grande delusione in Romania, volevo rimettermi alla prova anche in Italia. Ho scelto d´istinto, sapevo che Verona poteva essere la piazza giusta ma non immaginavo questa coinvolgimento. Totale».
Subito la promozione in B, poi il sogno della serie A...
«È stato bello, ragazzi. Dopo la sconfitta con il Varese mi è venuto lo slogan che potrebbe riassumere la stagione dell´Hellas e il mio stato d´animo: grande Martinelli, grandi i giocatori, grandissimi i tifosi. No Massa, però...».
Grande Martinelli...
«Ma dove lo troviamo un presidente così? La prima proposta per venire a Verona mi era stata fatta da Spartaco Landini e Alberto Parentela che in quel momento voleva entrare nell´Hellas ma io ho sempre parlato con Martinelli, solo con lui. Fin dal primo momento ho capito che potevo fidarmi di lui e il presidente si è sempre fidato di me. Un rapporto bellissimo, fatto di rispetto, di umanità, di forza. Uomo d´altri tempi, con un temperamento incredibile. Un punto di riferimento per la sua famiglia, per la squadra, per la società. L´ho visto domenica sera. È carico, mi ha trasmesso tanta energia positiva».
Grandi i giocatori...
«Mettiamoci subito d´accordo, questo è un gruppo fantastico. Potrebbe sembrare una cosa ovvia ma non lo è. E non l´ho scoperto in campo ma fuori. In campo hanno sempre dato il massimo anche se hanno sbagliato qualche partita, sono andati ben altre le proprie qualità tecniche. Fuori campo ho scoperto le qualità umane di questi ragazzi, hanno messo le basi per un progetto importante. Non solo i giocatori. Non bisogna dimenticare quello che hanno fatto i miei collaboratori, i medici, i fisioterapisti, i massaggiatori, i magazzinieri. Gente che ha dato tutto per l´Hellas».
Grandissimi i tifosi...
«Hanno fatto titoloni su giornali e tv nazionali per i tifosi della squadra inglese che hanno applaudito la squadra dopo la retrocessione. Cosa dovrebbero dire ai nostri tifosi che ci hanno incitato per novanta minuti e che ci hanno applaudito anche alla fine della partita, dopo l´eliminazione dai play off. Sentivo il coro «Mandorlini alè, alè...», vedevo le sciarpe sventolare e sentivo un magone dentro che saliva, un groppo in gola...».
Massa ha rovinato tutto.
«Ho scoperto in questi giorni che "massa" in dialetto veronese vuol dire troppo. Ecco potrei correggerre lo slogan così: grande presidente, grandi giocatori, grandissimi i tifosi... no Massa, però! Non so se mi passerà nei prossimi giorni ma sono ancora troppo incazzato. Quell´arbitro è andato contro gli eventi. Noi a Varese abbiamo perso e abbiamo perso male. Siamo stati zitti, siamo tornati a casa, abbiamo preparato la partita del ritorno. Abbiamo messo sotto il Varese per più di un´ora, hanno fatto due tiri in porta nel primo tempo per due errori nostri. C´erano due rigori e l´arbitro non li ha fischiati, questa è la verità. Grida vendetta soprattutto il secondo. Rigore per noi e Varese in dieci, perchè Troest andava espulso. Come sarebbe finita la partita?».
Il futuro di Mandorlini?
«Ho un contratto che mi lega all´Hellas fino al 2014, non ho nessuna intenzione di andarmene. Io ci sono e sono pronto a ripartire con la stessa grinta, lo stesso coraggio, la stessa determinazione. Anzi, di più...».
E la squadra?
«Nessuna rivoluzione. Qualcuno partirà ma lo zoccolo duro ha voglia di restare, di ripartire. Basta inserire giocatori di qualità in un blocco solido e la squadra sarà ancora più competitiva».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
«Bravo Varese, ma la gara l'ha decisa Massa»
LO SFOGO. Impossibile arginare la collera dell'allenatore del Verona: «Avevamo infilato la finestra di riserva per salire in A, non sono stati gli avversari a chiudercela»
Mandorlini furioso: «Il primo era rigore al 99 per cento, il secondo al duecento per cento. Abbiamo giocato una grande partita e non meritavamo di uscire così»
03/06/2012
Parole taglienti come lame, accuse mitragliate a getto continuo: non basteranno flaconi di digestivo ad Andrea Mandorlini per inghiottire il rospo. Stavolta la sensazione del torto è veramente pesante, l'abbaglio macroscopico. L'allenatore del Verona, occhi lucidi - un po' per la rabbia, un po' per la commozione dopo il vibrante commiato del Bentegodi - non ha bisogno di assist particolari per scaricare tutto il suo livore: «Cosa vi devo dire? Non c'è niente da dire», attacca in sala stampa. «Per l'ennesima volta un errore arbitrale ci ha impedito di andare avanti. Il Verona ha fatto una partita incredibile, partendo fortissimo proprio come avevamo pensato di fare. Ha rimontato... Però...». Però? «Penso ai due rigori non concessi: il primo c'era al 99 per cento, il secondo al duecento per cento. Il signor Massa andrà in Serie A, anche perché è un arbitro di grande qualità, ma se la personalità pensa di dimostrarla negando due rigori così, davanti a tanta gente, vedremo come si comporterà quando dirigerà l'Inter o il Milan. Penso soprattutto al secondo episodio: rigore nettissimo, clamoroso, rivisto cento volte, non so come abbia fatto a non fischiarlo. Purtroppo la partita si è chiusa lì».
Mandorlini abbassa per un momento il tono di voce, rientra sulla gara, fa sforzi colossali per riportare l'analisi sul piano tecnico: «Complimenti al Varese, una squadra tosta, lo sapevamo. Ma il mio Verona non meritava di uscire così, su un episodio come quello. Non ho mai parlato di torti ma stavolta ne abbiamo subito uno pesante, molto pesante. Giornata negativa, non tanto delle due squadre ma del signor Massa», continua lo sfogo. «Molto, molto negativa...». E poi: «Avevamo sbagliato noi l'approccio a Varese, Massa è stato determinante al Bentegodi», aggiunge l'allenatore scaligero. «Come me lo spiego? Non so, voi avete più conoscenze di me. Massa l'avete avuto già due anni fa col Portogruaro. Qualcosa ho sentito di quel pomeriggio ma non mi permetto di valutare. Non parlo di cose che non conosco. Ripeto: magari lui pensa di avere personalità e di doverla dimostrare evitando di fischiare davanti a tanta gente».
Maran, pochi minuti prima, aveva accennato a un probabile fuorigioco di partenza di Ferrari. La replica di Mandorlini è seccata: «Probabilmente Maran ha visto male», rileva. «La partenza di Ferrari era regolare, lui era finito davanti al portiere e Troest l'ha tirato giù. Stop». Del resto «se non dai rigore così quando lo dai? Quando ti sparano? Alla fine», confessa Mandorlini, «mi sono avvicinato a Massa e gli ho parlato. Con molta serenità. Gli ho chiesto cosa bisogna fare per avere un rigore». E ancora: «Avrà anche gli osservatori, avranno visto anche loro. O no? Però ormai non conta più nulla. Noi siamo a casa e loro in finale».
Parcheggiate le polemiche il pensiero torna alla bella prova offerta dalla squadra: «La partita era stata preparata bene. Complimenti ai miei. Sono quasi commosso per i ragazzi che l'hanno interpretata benissimo», ricorda l'allenatore. «Il nostro primo tempo è stato fantastico, abbiamo concesso due palle a loro, è vero, ma su nostri errori. Ed eravamo davanti col punteggio. Ma gli episodi pesanti contano». L'altro rimpianto «è che abbiamo beccato tre gol su palle ferme. Loro sono bravi su quello. Dopo di che il calcio è fatto di mille variabili, di mille situazioni. Il Varese è stato bravo, ha fatto la sua partita. Però il Verona ha fatto meglio. Poi è arrivato quell'episodio lì... E su quella variabile in area non è stato bravo né il Verona né il Varese. Ha deciso un'altra persona. Ci può stare, fa parte del gioco ma credo che sia stata una svista clamorosa. Non la meritavamo».
Anche lo sguardo alla grande stagione trascorsa è inquinato dal finale: «Siamo saliti dalla Lega Pro, abbamo fatto il nostro campionato, siamo rimasti in lotta per i primi due posti fino a due domeniche dalla fine e poi siamo comunque riusciti ad approfittare dell'altra finestra che ci poteva spalancare la Serie A. Non ce l'ha chiusa il Varese, ce l'ha chiusa l'arbitro. Guardare avanti? Ci sono cambiamenti societari in vista, di sicuro io ho un contratto qua però scusate: in questo momento non riesco a pensare troppo a quello che succederà più avanti...».
Francesco Arioli
«Sta arrivando il nostro momento: l'ora della rivincita»
PLAY OFF. L'Hellas potrebbe ritrovare il Sassuolo: «E noi ci rifaremo». L'allenatore del Verona analizza la stagione passata «Cancellerei Nocera e Crotone ma anche episodi e scelte arbitrali che ci hanno tolto punti importanti»
25/05/2012
Andrea Mandorlini quasi si commuove: «Sarebbe bello restare qui a Verona ancora tanto tempo. Il mio pensiero va oltre i contratti, i soldi, la categoria. Qui sto bene. Qui si fa calcio, qui mi amano. E poi tra quattro o cinque anni potrei pure fare qualcos'altro per il Verona». Cuore gialloblù. Il tecnico intervistato al "Cafè Barbarani" da Gianluca Tavellin per l'ultima puntata del format di TeleArena "Hellas, il sogno continua” si confessa e si lascia andare.
«Il sogno continua, deve continuare. Credetemi, la squadra arriva bene ai playoff, siamo reduci da un grande campionato. E possiamo arrivare in fondo con la testa giusta e con i pensieri giusti».
UN CUORE GRANDE. «Mi sembra ieri che è cominciato il campionato», dice, «e siamo qui a parlare di playoff. Il tempo è volato via veloce. Il Verona è cresciuto come gioco, come gruppo, come squadra. Tutti hanno messo un grande cuore. Non pensavamo a quello che stavamo facendo. Ma abbiamo sempre creduto in noi stessi. E poi sono arrivate le due sconfitte con Toro e Vicenza. Ci hanno fatto male. Ma lì la nostra stagione è girata. La testa è cambiata. E il Verona ha voltato pagina. Prima giocavamo bene senza raccogliere. Dopo avete visto tutti quello che è successo».
IL MIO CALCIO. «Oltre al campionato non dimentichiamoci la Coppa Italia. Abbiamo vinto a Parma. E a Roma con la Lazio il Verona ha fatto una gran bella figura. Ora finisce un campionato e ne inizia uno tutto nuovo. Più corto, ancora più importante. Il mio credo? Tutti responsabilizzati, tutti importanti. Tutti convinti di poter partecipare a qualcosa di grande. Abbiamo sempre cercato di arrivare in porta con la manovra. Magari il dispendio energetico è molto alto. Ma a me piace così».
CACCIA AL BOMBER. Il Verona ha trovato tanti stoccatori. Forse è mancato un grande bomber. Anche se Gomez ha trovato la via del gol con continuità. «Il grande bomber? No, va bene così. I gol li abbiamo fatti. Creando anche molte occasioni. A volte, però, la palla non entrava. Prendete il secondo tempo di Bergamo. Penso che in 45' mai nessuno abbia creato così tanto sotto porta. Nemmeno il Pescara. Che di gol ne ha segnati molti di più. Io mi tengo i miei. Mi tengo Pichlmann. Che entra e segna. E risolve le partite. Determinante nei sedici metri. Magari poteva fare anche meglio. Ma adesso siamo qui in corsa per la A. Con questo gruppo, con questi ragazzi. La partita di Torino è stata emblematica. Eravamo quasi all'ultima spiaggia, ed è uscito il Verona. Cancellerei Nocera e Crotone. Ma anche episodi e scelte arbitrali forse non ci hanno permesso di avere quei 2 o 3 punti in più. Con i punti di oggi il Verona sarebbe già in A tenendo conto di quella che era la classifica dello scorso torneo di B. E comunque, l'Hellas non ha mai praticato un calcio sparagnino. Sempre a testa alta, sempre a provare a giocare. Quello che sto vivendo qui mi ricorda tanto i momenti belli vissuti allo Spezia».
ZEMAN E MARTINELLI. Candido Mandorlini. Anche quando si tratta di parlare di Zeman. Oggi l'allenatore più celebrato d'Italia. «Ottima la sua fase offensiva, da parte mia c'è grande stima. Ma se poi vinci un campionato ogni 15 anni, allora preferisco essere Mandorlini. Siamo entrambi personaggi scomodi. Io forse più di lui. Zeman ha pagato caro la denuncia sul mondo del doping. È sprofondato, è andato all'estero, è ripartito dalla C. E adesso si prende la gloria. Il calcio è fatto di epoche. E di mode. Oggi vanno per la maggiore tecnici che non hanno fatto ancora niente come Mangia, Sannino, Pea». Il Verona potrebbe incontrare ancora il Sassuolo e Mandorlini è determinato: «Sta arrivando il momento delle rivincite e spero arrivi in fretta». Ultima riflessione sul futuro e Setti: «Martinelli sa bene quello che fa. Fidiamoci di lui. Vuole il bene del Verona, cercava compagni di viaggio. Il presidente sa quello che è giusto fare».
Simone Antolini
«L'Hellas è tornato? Non se n'era mai andato»
L'AFFONDO. Rimane il rimpianto di aver sciupato una grande occasione, e due punti, nella gara dominata contro l'Albinoleffe: «Capita di non vincere anche se crei tanto»
Mandorlini elogia la squadra e replica alle accuse «Noi stanchi? Ma quando mai, lo sostiene chi mette in giro queste voci, noi non l'abbiamo mai detto»
20/05/2012
Squadra stanca? Eccola qua, tre gol al Varese e partita dominata con i vecchi mastini gialloblù tornati a ringhiare. Il Verona senza benzina? Riguardati la corsa coast to coast di Maietta appena rientrato dall'infortunio e riparliamone. Mandorlini gongola, il suo Hellas gli ha regalato una grande soddisfazione, alla faccia di tutti quelli che paventavano gambe molli e tacchetti piantati nell'erba. Grande carattere, grande forza e contro un'avversaria in grande spolvero e molto solida. Il Verona è tornato, peccato allora per quei punti persi a Bergamo con l'Albinoleffe. Fanno rabbia. Mandorlini lo sa. E cosa fa? Fa vedere ai suoi ragazzi la partita delle occasioni sciupate ai suoi ragazzi alla vigilia del match coi biancorossi. Per caricarli come molle. E il risultato si è visto in campo.
«Il Verona non è mai andato via», dice perentorio Mandorlini, «stanchi? Ma quando mai, lo dice chi mette in giro queste voci, lo dicono gli altri, noi non l'abbiamo mai detto. Poi sì, capita che non vinci anche se crei tantissimo come con l'Albinoleffe e lì non c'è niente da fare. L'abbiamo rivista quella partita e viene ancora più rabbia per quello che abbiamo creato, ma il calcio è anche questo. Non siamo partiti forti, abbiamo iniziato con un ritmo basso ma la partita era comunque ancora lunga, è andata così. Ma noi ci siamo e non avevo dubbi, e parlo anche a proposito di quanto detto ultimamente sulla mia squadra, anche perché io li vedo tutti i giorni e so quanto questi ragazzi hanno dato e possono dare. Oggi abbiamo fatto una buona partita contro una squadra molto forte, un osso davvero duro». Anche i giocatori, che ultimamente erano parsi opachi sono tornati sugli allori, come Hallfredsson, Tachtsidis, Jorginho o Gomez. «Ma quando mai sono spariti?», si domanda l'allenatore del Verona, «durante quest'anno ci sono mai stati segnali diversi? Sono sempre stati questi i signori in campo. Magari a volte capita che qualcuno deve andare in tribuna ma siamo tanti e tutti vogliono giocare e partecipare a questo sogno importante. Rimane la prestazione, siamo molto, molto contenti. Non ho mai avuto dubbi, indipendentemente da come andrà a finire, dalle partite che vinceremo o perderemo. Questa è una squadra fantastica, un gruppo che lavora».
Applausi non solo ai giocatori, anche a Mandorlini che, dopo aver chiamato i suoi ragazzi a centrocampo a fine partite per mettersi in cerchio e suggellare la vittoria, ha preso gli applausi della curva sud. «Un grande pubblico, ci sono sempre vicini, come a Bergamo nonostante non abbiamo vinto. Sono venuti anche venerdì dopo l'allenamento, meritano la serie A. Culliamo questo sogno insieme a loro, non so come andrà a finire ma devo dire che sono stati veramente grandi e bravi a tutti. Ora dobbiamo solo pensare a giocarci le partite». Un buon auspicio per la fine del campionato e i probabili play off. «Noi ci siamo e c'è stata una grande risposta del gruppo. Dal punto di vista nervoso siamo stati bravi, tutti hanno dato tutto al 100 per 100 e mi rincuora aver visto i ragazzi cercare con dedizione di fare quello che abbiamo provato in campo e questo per un allenatore è importante».
Marzio Perbellini
Mandorlini carica: «Tutti con l'Hellas, ora viene il bello»
SU LA TESTA. Grande entusiasmo dopo la vittoria con la Reggina. «Bravi in Calabria, adesso pensiamo solo al Livorno La sfida con i toscani arriva in un momento decisivo. Il nostro presidente è un esempio, un guerriero vero»
04/05/2012
Mamma mia, che carica. Non servivano nuove prove ma la vittoria dell'Hellas sul campo della Reggina ha confermato la forza di un gruppo che dà il meglio di sè proprio nelle difficoltà. L'ha fatto l'anno scorso quando prima ha agganciato i play off in rimonta e poi comnquistato la serie B contro le «gufate» di tutti gli addetti ai lavori. Non si smentisce in questa stagione. Sono andate in archivio 38 partite, ne mancano solo quattro alla fine e il Verona è ancora lì, in lotta per andare direttamente in A. «Se non vincevamo a Reggio, sarebbe diventato tutto più difficile», ripete ancora una volta Andrea Mandorlini. In effetti non era facile strappare tre punti a una squadra che doveva assolutamente vincere per sperare ancora nei play off, con una pressione incredibile visti i risultati del pomeriggio e le vittorie di Sassuolo, Pescara e Torino. Non si poteva sbagliare, i gialloblù non hanno sbagliato. Andrea Mandorlini passeggia per le vie del centro, brinda al Liston con i vini della Dama, stringe mani, incassa complimenti. E sorride. Una parentesi prima di rituffarsi nella mischia.
Si capisce che ha già voltato pagina ma ancora una volta vuole abbracciare i suoi ragazzi. Tutti. Dal primo all'ultimo. Da quelli che «tirano la carretta» da agosto a quelli che hanno giocato meno, a quelli che sono infortunati, a quelli che sono andati tante volte in panchina o in tribuna. «Questo è un gruppo fantastico, lasciatemelo dire ancora una volta - ammette il tecnico - hanno fatto cose incredibili. Ma è giusto così perchè quando li vedo lavorare capisco che vogliono arrivare in alto con questa maglia addosso. Magari i nostri avversari hanno nomi importanti, hanno giocatori con tanta esperienza, con grandi qualità tecniche. Ma questi qua hanno un cuore grande così... Un difetto? In alcune situazioni dovrebbero essere più ignoranti, passatemi il termine. Invece sono troppo educati, dei guerrieri educati».
Un gruppo forte che si è aggregato nel tempo, partita dopo partita. Un feeling incredibile non solo tra giocatori e mister, tutti sono fondamentali, un mosaico che regala emozioni. «Ma il vero guerriero è il nostro presidente - aggiunge Mandorlini - lui deve essere un esempio per tutti. Quando c'è da lottare, lui si fa sempre trovare pronto. Dopo la nostra vittoria a Reggio Calabria tutti abbiamo pensato a lui che aveva voluto starci vicino anche in una situazione così difficile». Adesso arrivano quattro partite da vivere tutte d'un fiato, la volata è già partita, l'Hellas è lì. Ma il tecnico gialloblù non vuole parlare di tabelle, non pensa alle concorrenti dirette sulla strada della promozione. «Una alla volta, una partita alla volta - spiega - adesso pensiamo solo al Livorno, sarà una sfida difficilissima, in un momento decisivo della stagione. Loro rischiano di retrocedere, non possono regalare nulla com'è successo pochi giorni da con l'Empoli. Noi dobbiamo assolutamente vincere, inseguire ancora un sogno bellissimo. Giocheremo al Bentegodi, i nostri tifosi faranno sentire ancora una volta il loro calore, la passione, l'amore a questa squadra. Un appello? Non servono appelli in questo momento, un solo consiglio: state vicini all'Hellas, diamoci una mano, adesso viene il bello».
Manca l'ultimo sforzo per rendere fantastica la stagione dei record. Basta riguardare i numeri del Verona per capire la forza di questa squadra. Una matricola in serie B che ha messo insieme 70 punti in 38 partite, ha segnato 54 gol - il terzo attacco dopo Pescara e Reggina - ha mandato a rete sedici giocatori diversi. Ha collezionato otto vittorie consecutive e dodici successi uno dietro l'altro al Bentegodi, record assoluti per il torneo cadetto. «Sono numeri importanti che ci hanno dato grande soddisfazione - conclude Mandorlini - ma è meglio non pensarci più, adesso contano solo i tre punti con il Livorno».
Luca Mantovani
«Sei punizioni dal limite. L'ultima non c'era»
L'INTERVISTA. Andrea Mandorlini è arrabbiato, deluso ed amareggiato per la giornata storta dei suoi ma anche per aver perso contro il figlio ed il vecchio amico Calori
L'allenatore è certo: «Sbagliato l'ultimo fischio». Ma poi accusa: «Loro hanno tirato troppo in porta Noi ci abbiamo messo del nostro»
07/04/2012
Marzio Perbellini BRESCIA È arrabbiato Mandorlini e si vede. Due punizioni e due gol bruciano. Maledette palle inattive. Ma sono state troppe. E il Verona ha un po' dormito, imbambolato: niente freddezza, né cinismo. Continua a ripeterlo, è deluso, amareggiato: fare bene a Brescia era importante; il Pescara aveva perso a Varese e c'era l'occasione di staccare. Ma niente, i suoi giocatori erano opachi, gli attaccanti poco incisivi. Hanno creato poche occasioni da gol e quando si sono ritrovati in superiorità numerica con belle ripartenze hanno sprecato malamente, fallendo magari il passaggio decisivo, quello che fa male. Quello che ti piega. «Dobbiamo fare mea culpa dice Mandorlini. «Abbiamo avuto 20-25 minuti nella ripresa in cui abbiamo cercato di vincere con tre o quattro situazioni importanti che avrebbero potuto cambiare l'esito della partita ma non ci siamo riusciti e quindi al di là dei meriti degli avversari credo che la colpa sia stata nostra».
Rimugina, mastica amaro, il mister non si rassegna, e poi ha perso contro suo figlio Matteo. E contro il suo amico ed ex compagno di squadra nell'Udinese Alessandro Calori. Anche questo un po' rode. Ma mai quanto vedere i suoi ragazzi attaccare senza convinzione. Lo ripete come un mantra: «In quelle due o tre occasioni, quando siamo ripartiti eravamo in superiorità numerica ma ce la siamo giocata male, troppi egoismi, troppi individualismi e non possiamo permettercelo». Non si scompone nemmeno sul fallo fischiato generosamente contro il Verona al 90' dal quale poi è arrivato l'eurogol vittoria dei biancazzurri. «Non c'era, ma non è importante», dice, «perché al di là degli episodi, ripeto, non siamo stati bravi a chiudere due, tre situazioni molto favorevoli che se avessimo sfruttato meglio ci avrebbero permesso di vincere la partita. E no so nemmeno se Rafael era leggermente fuori posizione: devo rivedere il gol». «Ma al di là di questo», aggiunge il tecnico gialloblù, «come nella palla inattiva nel primo tempo dalla quale è arrivata la prima rete, constato che hanno avuto sei, sette punizioni dal limite.
E le squadre quando hanno occasioni così cominciano a diventare pericolose. Il calcio è micidiale, fa pagare tutto e noi abbiamo pagato nel finale e dispiace perché questa partita la potevamo vincere. E non siamo qui a giudicare l'operato degli arbitri perché oggi gli avversari hanno calciato troppe volte e noi magari ci abbiamo messo del nostro anche se, devo dire, la punizione fischiata alla fine che ci ha condannato era inesistente. Ma è andata così, le giustificazioni non servono, pensiamo solo a quello che avremmo dovuto fare meglio noi». Arrabbiato sì, ma senza rabbia: è un Mandorlini pacato quello che parla. Negli occhi un misto di stanchezza e frustrazione. Per tutta la partita non ha fatto altro che scuotere la testa e dondolare le braccia con rassegnazione. In campo i gialloblù non macinavano. Sbagliavano troppi passaggi, troppe palle perse a centrocampo, nessuna incursione in attacco. Zero tiri.
L'Hellas si è scosso solo dopo il gol nel finale, come se si fosse svegliato da uno stato comatoso. Ha iniziato a correre e a recuperare palle con furore agonistico perché sapeva che la sconfitta sarebbe stata troppo dura da ingoiare, ingiusta. Ma oramai era troppo tardi. «L'ultimo passaggio», sentenzia Mandorlini, «lo abbiamo sempre giocato male: non siamo stati squadra e l'abbiamo pagata, dispiace solo quello. Se c'era una squadra che doveva vincere nell'ultima mezzora quella era il Verona. E peccato, ancora e tanto più grande vista la sconfitta del Pescara. Ma il calcio è fatto così: di situazioni. Loro hanno vinto su due palle inattive e noi avremmo potuto batterli con il gioco, ma non funziona così e s'è visto».
«Ma che grandi, grandissimi i miei ragazzi !»
EUFORIA. E sabato il derby con il Vicenza: «Sarà una partita diversa, molto difficile, anche se molto dipenderà dal fondo del campo: ci serve un terreno di gioco idoneo»
Mandorlini quasi commosso dopo l'eccezionale gara del suo Hellas che ha sfatato il tabù delle «grandi» «Non ci aspettavamo un trionfo così, bellissimo»
13/03/2012
Francesco Arioli TORINO
Il profumo della primavera risveglia i sensi al Verona. Batte il cuore gialloblù nel catino dell'Olimpico. Batte forte anche il cuore di Andrea Mandorlini. L'impresa dell'anno arriva quasi inattesa, almeno per chi osserva gli eventi dall'esterno, in una fase della stagione che non pareva particolarmente sfavillante. Se all'andata era stata la squadra granata a offrire sensazioni di indiscussa superiorità, a Torino il tema è completamente ribaltato. Oggi come oggi è l'Hellas a stazionare su un altro pianeta: «Ma io ho rivisto quella gara», spiega il tecnico. «Loro avevano dato il cento per cento, noi non avevamo fatto una grande partita ma non avremmo comunque meritato quel 3-1».
I tifosi scaligeri stanno sfollando, lo stadio ormai è vuoto. Mandorlini osserva e rilegge i 90': «Abbiamo fatto una gran partita. Sì, alla fine mi sono quasi commosso. Era una vittoria che si meritava la squadra», rivela. «Era una partita difficile, noi non volevamo perdere contatto con le prime però, si sa, un conto le cose è dirle e un altro è andarci in fondo. C'era un ambiente carico, a noi è riuscito quasi tutto. Grande prestazione: intensità, concentrazione, voglia di fare. Grandi, grandi, grandi i ragazzi...».
Il tecnico è un fiume in piena. Ha gli occhi accesi. Che si incattiviscono di una nota quando gli si ricorda del recente 0-2 in casa della Samp: «Ma a Genova stavamo bene: nel secondo tempo avevamo giocato solo noi pur essendo sotto 2-0 con due gol non proprio chiari. È seguita una settimana un po' nervosa. Però ci tengo a dire che noi eravamo stati squadra anche a Genova. E qui ci tenevamo a ribaltare un po' tutto: dedichiamo la vittoria alla gente che ci sta vicino. E comunque se queste sono le reazioni dei miei ben vengano le critiche».
E poi: «Non ci aspettavamo un trionfo così anche se sentivamo di poter fare una buona partita. È stato importante il primo gol, ha inciso la nostra superiorità sugli esterni. E chiudere il primo tempo sul 2-0 ha cambiato gli equilibri, anche mentali». E sconfitto un tabù: le grandi adesso fanno meno paura: «Ma era un tabù per l'esterno», dice lui. Quanto ai progetti futuri, stuzzicato sulla possibilità di agganciare il secondo posto, Mandorlini abbassa i toni: «Noi non pensiamo a quello. Viviamo ancora alla giornata».
Archiviata la festa il pensiero è rivolto al derby di sabato: «Quattro punti in più rispetto all'andata? Ma se vinciamo il derby diventano sette: sono tanti. Dobbiamo prima di tutto recuperare perché col Vicenza sarà una partita completamente diversa, molto difficile». E «tante cose dipendono anche dal fondo del campo: a noi serve un terreno che ti permetta di giocare, dobbiamo fare di tutto perché al Bentegodi le cose migliorino perché altrimenti, credetemi, per noi diventa molto più difficile».
FONTE: LArena.it
A TU PER TU
...con Mandorlini
"Spero che il Verona sia in giornata. Obiettivo serie A? Non mi interessa Gibellini, doveva fare meglio sul mercato. Inter, Moratti vicino a Ranieri"
12.03.2012 00.00 di Alessio Alaimo
Non pensa alla serie A, l'Hellas Verona di Andrea Mandorlini. Nonostante l'impegno di stasera, contro il Torino, abbia sapore di alta classifica. Il tecnico dei veneti parla di questo ed altro a TuttoMercatoWeb.
Mandorlini, pronti per il Torino?
"Andiamo a giocare contro una delle prime della classe, è una partita importante. Spero che la squadra sia in giornata".
I granata puntano alla serie A.
"L'obiettivo sembra quello, è la squadra più forte. Ha tutte le possibilità per arrivare fino in fondo".
E il Verona? Gibellini non ha nascosto di pensare alla promozione.
"Non so quello che dice Gibellini, non mi interessa. Viviamo alla giornata e non abbiamo degli obiettivi. Il nostro obiettivo è giocare le partite e basta. Il Direttore dice delle cose che pensa solo lui. Se ritiene che il Verona sia da serie A, si sarebbe dovuto muovere meglio durante il mercato".
Tra i suoi giocatori si sta mettendo in luce Hallfredsson.
"Sicuramente è un ottimo giocatore, ha già fatto la serie A e adesso è cresciuto tanto. Ma a gennaio non è stato vicino ad andare via".
E lei, si vede ancora a Verona?
"Ho un contratto di tre anni, mi piacerebbe fare qualcosa di importante qui e programmare ancora qualcosa di positivo".
Chi toglierebbe al Torino?
"Sicuramente Ogbonna, che è migliorato tanto al punto di conquistare la Nazionale nonostante oggi stia giocando in serie B".
La sua ex Inter sembra in ripresa. Ora c'è la Champions.
"La stagione non è partita bene, però ci sono ancora tante partite. Speriamo che possa far bene in Champions League".
Non ha mai pensato alla panchina nerazzurra?
"Per ora penso a quella mia (sorride, ndr). All'Inter sono stato tanti anni, stiamo parlando di cose importantissime. Ma voglio far bene al Verona. Ovviamente allenare l'Inter sarebbe un sogno, perché da bambino sognavo anche di giocarci. Non ci penso".
Intanto Moratti ha dato fiducia a Ranieri.
"Se il club sta vicino al proprio allenatore diventa determinante a tutti i livelli. Quindi direi che la mossa di Moratti è stata importante".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
El Mandorlo, sire di Verona sogna un grande Carnevale A giugno, con lesso e pearà
21/02/2012
La “Scala” che porta alla serie A è al “Bentegodi”. L'immagine se volete è la fotocopia di quella della curva con tante scale rigorosamente a tre pioli dell'anno scorso, ma in concreto sono i punti che il Verona ha ottenuto e cercherà di ottenere sul campo amico. Insomma quasi a rievocare i tempi eroici del “Vecchio Bentegodi”, i “blu-gialli” come venivano chiamati allora, per via del colore predominante sulle maglie, il blu appunto, possono ritagliarsi uno spazio importante nella storia dell'Hellas mantenendo l'incredibile media casalinga. Dal novembre scorso, vittoria sul Brescia, Rafael e compagni continuano a vincere. Ben nove i successi consecutivi ad un passo dal record della stagione 1930/31 nella quale furono dieci le vittorie di seguito.
La storia, il vissuto remoto e quello recente, spingono l'Hellas. Ricordate la serie casalinga di vittorie l'anno scorso del Verona in Lega Pro dopo il ko col Gubbio?. Ecco il “Sire” del Carnevale gialloblù:”El Mandorlo”, ha consegnato alla sue fedele corte l'editto per raggiungere il campionato eterno: la serie A. ”Gioca chi è più in forma”, con grande consenso di tutti a cominciare dal “Principe Reboano” Mareco, giunto a Verona per dare esperienza alla difesa ed ora scavalcato nelle preferenze del “Sire” da Capitan Ceccarelli. Insomma l'Hellas vuole stupire ancora e soprattutto in casa vuole costruire l'ennesimo miracolo calcistico.
Al “Bacanal” di via Torricelli non ci sono i soldi di Viareggio eppure, il Carnevale riesce ugualmente da 482anni. Ci vuole passione, speranza e fede. Quella che non manca a tutto il popolo gialloblù , pronto ad invadere le strade, meglio che l'aeroporto, un po' come capita al “Venardì Gnocolar” , per applaudire il “Papà del Gnoco” ed i suoi ragazzi. Mandorlini si è messo un po' a dieta, ma il lesso con la pearà resta sempre in caldo a San Zeno. Ecco mangiarlo a giugno con il caldo potrebbe essere un bel voto da fare per uno dei tecnici più scaramantici della storia dell'Hellas Verona. A proposito lo sapete che il “Mandorlo” nella sua casa di Verona non prende mai l'ascensore Per lui la “Scala” oggi vale molto di più.
A scuola di calcio dal professor Mandorlini
L'INIZIATIVA. Piacevole serata alla Gran Guardia, col tecnico dell'Hellas in cattedra, nel ciclo di "lezioni" organizzate dalla società gialloblù per allenatori e appassionati. Il tema della serata era il 4-3-3, «... ma prima di tutto c'è la passione, la voglia di trasmettere valori. E' quello che ogni tanto non mi fa dormire la notte...»
15/02/2012
Sempre lui, il più amato di tutti. Pronto a regalare ancora momenti preziosi. Questa volta però Andrea Mandorlini non è sul campo a guidare i suoi ragazzi ma sul palco della Gran Guardia, ospite del secondo corso di formazione organizzato dal settore giovanile del Verona. Di fianco Stefano Ghisleni, responsabile del vivaio dell'Hellas e Giancarlo Filippini, capo degli osservatori gialloblu. Ci sono anche l'assessore allo sport Federico Sboarina, Paolo Paternoster, presidente di Agsm che ha sponsorizzato l'evento, ed ovviamente sedute in platea tante persone venute per ascoltare l'allenatore del Verona. Parte piano il mister. Gli chiedono del 4-3-3, è il tema della serata.
Ma è solo un pretesto per aprire il cassetto dei ricordi. «Sinceramente ero un po' stufo del 4-4-2, la mia idea è sempre stata quella di avere tre attaccanti davanti pur con molte variazioni – attacca Mandorlini – stretti, larghi, con un trequartista, non importa, per me conta avere la possibilità di diversi riferimenti in avanti. Anche se sono stato un difensore amo il gioco offensivo, senza rinunciare all'equilibrio ma tenendo in mano la partita». Parla a braccio, poi gli chiedono concetti più specifici e il mister riempie mille cartelloni: nessuna lavagna luminosa, nessun computer, solo fogli, pennarelli e disegno a mano libera. «Il computer non lo uso mai, faccio tutto sulla carta, su mille foglietti sparsi qua e là. A volte mi sveglio la notte perché mi viene qualche nuova idea e la scrivo subito – racconta - non dovete mai perdere la voglia di trovare qualcosa di diverso, di inventarvi gli allenamenti e di proporre nuove idee».
Consigli, metodi, il tempo corre veloce, l'Hellas però è sempre al centro delle domande del pubblico. «In una squadra sono fondamentali le conoscenze, ma devono averle tutti i giocatori: è indispensabile per creare un gruppo forte, ci sono allenatori che scelgono modi più pittoreschi. A me piace il lavoro sul campo». Uno spettatore più intraprendente degli altri prende la parole e incalza il tecnico con mille domande, Mandorlini risponde volentieri, poi parte a briglia sciolta. «Oh, ma questo chi l'ha mandato, quelli del Gubbio?» applausi e risate, il mister sorride e va avanti a spiegare. Parla soprattutto di attacco, di movimenti avanzati, spiega nei dettagli cosa chiede ai suoi giocatori; accenna anche alle altre formazioni, porta l'esempio del Pescara di Zeman, maestro del gioco offensivo.
«Ma pensa te, questa sera, prima quello del Gubbio, adesso mi tocca anche parlare del Pescara» è una battuta dietro l'altra, con il microfono in mano potrebbe andare avanti per ore. «In Italia giochiamo male, nei settori giovanili si fa troppa tattica quando si dovrebbe puntare molto di più sulla tecnica. Bisogna tornare ad essere più allenatori e meno gestori. Oggi quello che fa sentire giocatori è quanto si guadagna, è assurdo – il bersaglio è un sistema che gli piace sempre di meno – una volta ti sentivi giocatore o allenatore per quello che facevi sul campo e basta».
Domanda dalla platea, il tema è il fallo tattico. «Non so se sono giusto per rispondere, direi che ero abbastanza falloso. Anche se non erano falli tattici i miei, andavo sull'uomo, è che proprio non capivo le finte» altre risate, Mandorlini si rivela anchorman efficace. La domanda sulla sua esperienza all'estero arriva quasi alla fine. «Mi ha fatto tornare più forte, dopo aver vinto campionato, coppa e supercoppa essere esonerato a pochi giorni dalla Champions League è stato un colpo durissimo, evidentemente però a tutto c'è un perché... poi sono arrivato a Verona e forse è così che doveva andare. Qui all'inizio il problema era mio, non certo della squadra, era il mio spirito. Continuavo ad essere troppo arrabbiato e non riuscivo a trasmettere quello che avevo in testa. Per chiudere non so bene cosa dire, se non che quello che conta è la passione. Riuscire a trasmettere conoscenze, valori, ma farlo sempre con una passione incredibile, infinita. Quella che ancora oggi a volte non mi fa dormire la notte».
Luca Mazzara
«Serie A? Ne riparleremo dopo Torino e Genova»
MANDORLINI IL TEMPOREGGIATORE. Il tecnico gialloblù predica calma nonostante la classifica
Difende a spada tratta Tachtsidis: «È incredibile che già dopo due passaggi ci sia già chi urla di cambiarlo È forte e giovane: se non è morto non lo cambio»
12/02/2012
Meglio stare calmi e ripararsi dagli spifferi dell'entusiasmo. La vittoria con l'Ascoli «è importante per i punti e per come è venuta», spiega Andrea Mandorlini. Ma è prematuro parlare di obiettivi futuri: «Meglio aspettare ancora un un po'». In compenso la missione salvezza è conclusa... «Spero di sì. È una classifica in cui corrono tutti. Anche in questo caso aspettiamo». Meglio parlare della partita. «Che non sarebbe stata facile lo sapevamo. Sono contento della calma che hanno dimostrato i ragazzi: hanno giocato con tranquillità creando un paio di occasioni nel primo tempo, quando la partita poteva già aprirsi. E poi abbiamo avuto sempre grande equilibrio. La vittoria credo sia indiscutibile. Come è indiscutibile il contributo di Hallfredsson».
La rosa numerosa sembra essere il segreto del Verona: è così? «È vero, siamo tanti. E questo ci permetterà di recuperare: ne abbiamo bisogno. Così come bisognerà mantenere gli equilibri tra chi gioca e chi non gioca. È ovvio che tutti vogliono scendere in campo e partecipare a quest'avventura. Anche oggi abbiamo cambiato quattro-cinque pedine e chi è entrato s'è fatto trovar pronto. Questo fa ben sperare». La possibilità di cambiare spesso diventerà una costante da qui alla fine? «Non lo so. Oggi è stato così: ci ho pensato fino alla fine, tanto che anche loro non sapevano come avremmo giocato». Resta il fatto che dopo il vantaggio l'Ascoli ha creato un paio di occasioni anche se è rimasto lontano dallo specchio della porta. «È vero: e potevano buttarla dentro magari di testa. Il fatto è che noi abbiamo cominciato a giocare in maniera egoista. Tutti volevano fare la giocata importante per chiudere la partita.
Poi abbiamo fatto qualche errore in disimpegno rischiando di ripetere quanto successo a Padova». Ci ha pensato Tachtsidis, al suo primo gol in gialloblù... «Sono davvero contento per lui. È incredibile quello che accade al ragazzo: dopo un paio di passaggi c'era già chi urlava di cambiarlo. Questa cosa mi fa inc..., mi fa venire il nervoso. Lui è un giocatore fantastico, giovane e credo che gli si debba concedere anche di sbagliare qualche volta. E comunque, per quanto mi riguarda se non è morto non lo cambio». Tra l'altro il greco è il 14esimo gialloblù che va a segno: quasi un record. «Mi pare che manchino all'appello Mareco ed Esposito. Speriamo di continuare così». Ad un certo punto della ripresa hai ridisegnato la squadra. «Sì, come a Parma ed a Cittadella. Eravamo in vantaggio ed ho messo la difesa con tre centrali aggiungendo Mareco a Ceccarelli e Maietta, con Cangi e Pugliese esterni. Anche pensando ai centimetri, visto che loro potevano metter dentro qualche pallone pericoloso. Non dimentichiamo che per recuperare avevano dentro quattro attaccanti. Così ho preferito consolidare la squadra. Tant'è che da quel momento in poi non abbiamo più rischiato nulla».
Tornando al primo tempo: perché tanta fatica? «Non è mai facile trovare spazi e verticalizzazioni contro una squadra che si chiude con tutti i dieci uomini dietro la linea della palla ed in cinquanta metri. Il rischio è di concedere campo a giocatori veloci come Papa Waigo che, invece, Maietta ha tenuto benissimo». A questo punto, a salvezza praticamente archiviata, si può cominciare a parlare di obiettivi? «Abbiamo la possibilità di puntare ad un traguardo importante: la gente dagli spaltilo cantava. Ma preferisco vivere alla giornata. Io continuo a dirlo ed a ripeterlo ai ragazzi». La classifica però è lì... «È vero: abbiamo una classifica buonissima. Ma è la stessa dell'andata. Ci sono ancora tante gare, tanti scontri diretti. È ancora presto per puntare ad un obiettivo». Quando si potrà farlo? «All'andata pareggiammo col Gubbio e con la Sampdoria e poi perdemmo col Torino. Adesso aspettiamo gli umbri in casa e poi dovremmo andare a Genova e Torino...».
Bruno Fabris
FONTE: LArena.it
mercoledì, febbraio 8th, 2012 | Posted by Orru
Verona, Mandorlini:”Da giocatore ho grandi ricordi di Ascoli”
Sabato prossimo andrà in scena Verona-Ascoli per la 27^giornata del campionato di Serie Bwin. Per il mister dei veronesi Andrea Mandorlini è una sfida densa di ricordi, visto che da calciatore ha vissuto per tre anni con la maglia bianconera. Al quotidiano ”L’Arena” affida le sue emozioni:”Sono stati tre anni splendidi – racconta – avevo fatto le giovanili nel Torino, un anno in B con l’Atalanta, poi il passaggio all’Ascoli in serie A. Una prova di maturità importante. Eravamo un bel mix, giocatori esperti e ragazzi più giovani. Sapevamo che c’era sempre da lottare per la salvezza, Rozzi e Mazzone erano due personaggi incredibili, sapevano trasmettere grande determinazione. Eravamo una squadra di temperamento, nelle partite casalinghe gettavamo le basi per arrivare alla salvezza. Basta pensare al campionato 82-83. Allora c’erano i due punti per la vittoria, in casa abbiamo messo insieme 24 dei 30 punti a disposizione, dodici vittorie su quindici partite. In trasferta abbiamo fatto solo tre pareggi (con Genoa, Samp e Pisa) e ci siamo salvati lo stesso. Sono rimasto in contatto con molti dei miei ex compagni, ho sentito Mazzone a Natale, ho visto in campo Menichini e Novellino che erano sulel panchine di Crotone e Livorno. Con Enrico Nicolini siamo amici, è stato uno dei miei vice quando ho allenato il Cluj, in Romania. Alla base di quel gruppo c’erano valori umani importanti. Non è facile salvarsi per tre anni a fila con l’Ascoli, quella squadra l’ha fatto e ho lasciato un bel ricordo da quelle parti. E poi la mia vendita all’Inter ha portato un bel po’ di soldini nelle casse della società bianconera”.
di Marco Orrù
FONTE: SerieBNews.com
Hellas, niente acquisti. Ora tutto sul Grosseto
VOGLIA DI RISCATTO. Gialloblù al «Bentegodi» tre giorni dopo lo scivolone di Modena: «Magari ne perderemo altre ma nei prossimi cinque mesi può succedere di tutto». Mandorlini chiude in anticipo il mercato invernale: «Siamo a posto così. Pensiamo a giocare. Il Sassuolo? Festeggi. Ma i conti si fanno a maggio»
31/01/2012
«Niente acquisti, siamo a posto così». Vai a Sandrà, in un soleggiato pomeriggio di fine gennaio, per scoprire le strategie del Verona anti-Grosseto (rivale dei gialloblù stasera al «Bentegodi»), e ti imbatti invece nell'annuncio non proprio atteso di mister Andrea Mandorlini, che chiude ufficialmente il mercato di riparazione gialloblù con oltre ventiquattr'ore di anticipo. La dichiarazione è solenne, difficile pensare a un depistaggio. Più semplice ritenere che, ritenuti irraggiungibili gli obiettivi effettivamente rincorsi (Ricchiuti?), il club abbia deciso innanzitutto di tenersi i pezzi buoni ed evitare corse allo shopping disordinato. A dare l'addio è stato intanto Felice Natalino, sgambettato dai regolamenti e dalla leggerezza del club in fase di tesseramento: il difensore scuola Inter è già a Crotone, dove gli è stato garantito il posto da titolare, diversamente da quanto sarebbe successo a Verona.
Mandorlini comunque non si piange addosso, punta la prua contro il Grosseto e, già che c'è, manda pure qualche messaggio non troppo cifrato in direzione Sassuolo: «Dopo sabato ho sentito un sacco di cose su di me e sul Verona. Sul fatto che la mia assenza in sala stampa dopo la gara fosse diplomatica, per esempio, e non dovuta all'influenza. Adesso posso dire questo: il Sassuolo ha vinto e fa bene a festeggiare ma ci sono ancora cinque mesi da qui alla fine del campionato e può succedere di tutto. I conti si fanno a maggio». La mimica facciale è decisamente espressiva. Quasi teatrale. Il sorriso scompare sotto l'atteggiamento vagamente accigliato: «A Modena la partita è andata, l'abbiamo persa. Magari non sarà l'ultima che perderemo. Ci sono ancora cinque mesi lunghi, pesanti. Può succedere di tutto», ripete.
«Ho letto di tutto e di più, sulla mia mancata intervista... È giusto accettare ma fino a un certo punto. Siamo consapevoli che è un campionato difficile ma anche che finora abbiamo fatto non bene ma benissimo. E che ci mancano 6, 7 punti per raggiungere l'obiettivo prefissato a inizio stagione dopo cinque anni di calvario. Poi vedremo. Arrivati lì valuteremo. Magari adesso non stiamo benissimo ma forse staremo meglio quando conterà. E prima o poi conterà». Quasi una minaccia. Certamente una dichiarazione all'insegna dell'ottimismo: «Mi danno fiducia le dichiarazioni dei miei giocatori», aggiunge il tecnico del Verona. «È giusto che qualcuno festeggi però i conti si fanno alla fine. E con questi ragazzi, grazie a Dio, questi conti alla fine sono sempre tornati». E poi: «A Modena c'è stato anche qualche segnale positivo» però «non eravamo carichi come il Sassuolo e gli episodi non sono mai girati a favore. Un po' come era successo a Pescara». Mandorlini in ogni modo ci crede. Crede nell'Hellas e in un futuro ancora proiettato nelle zone alte della B: «Vi pare che perdo una gara e smetto di crederci? Non smetterei neanche se dovessimo perdere col Grosseto», spiega.
«Probabilmente da qui alla fine ne perderemo altre ma ne posso anche vincere tante come del resto è già successo». Quanto al mercato «ho parlato col presidente», chiarisce Mandorlini. «È l'unica persona con cui parlo. Non cambierà niente. Non arriverà nessuno. Abbiamo deciso assieme di percorrere questa strada. Non ci sono tanti discorsi da fare. Concentriamoci sulla partita col Grosseto». Che è «una sfida difficile contro un'avversaria importante, partita in estate con obiettivi ben delineati» e che «ha attaccanti fortissimi, Sforzini, per dire, lo conosciamo tutti». L'allenatore del Verona ricorda che «il Grosseto ha avuto un andamento magari un po' altalenante però è lì. Ha grandi aspirazioni, vuole i play off e verrà a Verona per fare una grande gara. Partita difficile ma noi ce la giocheremo. Non saremo al cento per cento - è normale viste tutte le partite giocate - però ci siamo».
Tra le pieghe della conversazione c'è tempo per una picola digressione su Natalino («avevamo pensato di reintegrarlo, poi gli è arrivata questa opportunità per andare a giocare da titolare, ha scelto di andare e lo si può pure comprendere», commenta Mandorlini) e per una difesa accorata di Sasa Bjelanovic: «Ho letto tante cose su di lui», dice. «Ma Sasa ha fatto due gol, è stato determinante in almeno tre, quattro partite. È un giocatore importante. Lo è in campo, lo è fuori. È uno che fa spogliatoio, è giocatore di carisma, ha grande carattere. In questo senso lui esprime in pieno le caratteristiche di questa squadra». Forse non basterà per vederlo in campo dal 1' stasera, anche se il giocatore è «pienamente recuperato». Ma lo è anche Nick Dinamite Ferrari, favorito per la maglia. Quanto agli altri titolari, out i due squalificati (Mareco e Galli) e Hallfredsson (in dubbio anche per Padova), Mandorlini potrebbe concedere un po' di riposo a Jorginho e riproporre il 4-3-3 con D'Alessandro e Gomez incursori laterali, con Ceccarelli in difesa e Doninelli sulla mediana. Mirino sul Grosseto dunque: c'è da riprendere la corsa.
Francesco Arioli
«Ai supplementari sarebbe iniziata un'altra partita»
ANDREA MANDORLINI
11/01/2012
Ci si è messo il Profeta a rovinare la notte perfetta dell'Hellas all'ultimo giro di lancetta. Fin lì Andrea Mandorlini le aveva azzeccate tutte. Primo tempo di attesa. Ripresa all'arrembaggio. Due cambi perfetti. Berrettoni entra e dimezza. D'Alessandro fa il suo ingresso e si prende la scena depositando in porta la palla del pari.
Verona commovente. Impavido e senza limiti. Poi la beffa. Ma la notte resta pur sempre carica di magia.
Mandorlini, la rabbia alla fine…
Ero quasi sicuro di portare la partita ai supplementari. Poi quel gol. Bello, per carità. Ma quando alla Lazio concedi 5-6 tiri dal limite, uno per forza di cose finisce dentro. Purtroppo è successo all'ultimo istante.
Non fosse successo?
Eravamo carichi. Quando riprendi per i capelli una partita del genere poi vai di corsa fino alla fine. Ai supplementari sarebbe iniziata una nuova partita.
Avete messo paura alla Lazio.
I ragazzi hanno fatto una grande partita. Nel primo tempo siamo stati forse troppi titubanti. Per molti è stata la prima volta in questo stadio. E in più sei undicesimi della squadra si sono trovati in campo dopo essere rimasti fuori a lungo. Forse ho esagerato un po' nelle scelte iniziali. Ma era giusto fare così. E la risposta non è mancata. Abbiamo retto, abbiamo commesso qualche errore. Abbiamo concesso anche qualcosa. Un gol l'abbiamo regalato. Ma ci sta.
Eppure sotto di due sembrava finita. Ma il Verona rinasce. E dimostra ancora una volta di essere senza limiti. O no?
Siamo una squadra che crede, che non molla, che si esalta. E che prova sempre a fare quello che le riesce meglio.
Ha azzeccato pure i due cambi.
Berrettoni e D'Alessandro sono romani. Per loro la partita era importante. Sono stati bravi ad entrare con lo spirito giusto e a rimettere in discussione l'incontro.
Il Verona ha dato tutto quando tutto sembrava perduto.
Sì, meglio il secondo tempo. Ci siamo sciolti, siamo andati più volte sul fondo, abbiamo giocato il nostro calcio. Abbiamo avuto pure qualche pallone importante. Era fondamentale attaccare gli spazi e concedere poca iniziativa all'avversario. Credo che ci siamo riusciti visto che all'ultimo minuto la partita era in perfetta parità. Ricordiamoci chi avevamo di fronte. Ho visto pure una spinta su Abbate...
Reja ha detto: il Verona ha impressionato. Ci ha impegnato oltre misura
L'ha decisa una prodezza di Hernanes la partita. La Lazio voleva rilanciarsi e ha trovato la giocata del campione all'ultimo istante. Purtroppo ci eravamo illusi di poterla portare avanti ancora per un'altra mezzora.
Il sapore amaro della beffa deve però lasciare spazio alla consapevolezza di avere giocato una grande gara.
Abbiamo fatto la nostra partita. Non posso dire nulla ai ragazzi. La prestazione credo sia piaciuta. Ripeto: la beffa del gol all'ultimo minuto magari mette in ombra quanto fatto fino a quel momento. Ma la squadra ha disputato un'ottima partita.
Che cosa le è piaciuto di più del Verona quasi da sogno visto all'opera all'Olimpico?
La ripresa, la rimonta, la capacità di riprendere in mano la partita e di provare pure a fare qualcosa in più.
E il Verona di sempre. Quello di quest'anno.
Quello che se la gioca con tutti. E che vuole dare sempre tutto.
«Quando il gioco si fa duro allora entra Thomas»
MR VITTORIE. «Più cattivi e nel primo tempo saremmo stati perfetti»
Mandorlini butta in mischia Thomas perché il match «si stava facendo spigoloso e lui era perfetto» «Non penso alla A, né alla classifica e né ai record»
11/12/2011
Cambi perfetti? «Sì», dice Mandorlini, «a volte ci prendo». Sorride appena, cerca di tenere l'aplomb, indossa ancora e ostinatamente l'abito «salvezza»: si sente più a suo agio e non vuole sentire parlare di classifica, di numero di vittorie consecutive - 8 adesso - di record (e se vince a Varese sarà il record della serie B) e men che meno di serie A. Guai. «Quella me la guardo alla televisione», ribatte secco. Mandorlini ripete come un mantra: «Piedi per terra, pensiamo ai 13 punti per la salvezza e andiamo avanti con calma, partita dopo partita». Come dire: giornali e tv scrivano quello che vogliono, ma io i miei ragazzi li devo tenere inchiodati a terra, al presente: amaro è il ricordo con il Vicenza quando, dopo 7 vittorie consecutive, dice, tutti parlavano di lui e della sua squadra in serie A. E la A non arrivò. E quindi calma. Ma classifica, vittorie, record e profumo di A ci sono.
Non si sta bene sull'ottovolante Mandorlini?
«Sono contento, la partita era difficile, abbiamo avuto occasioni, preso due pali, fatto gioco, creato occasioni, arginato le ripartenze dell'Albinoleffe che può essere micidiale. E infine, segnato in un momento delicato perché nonostante il gioco il gol non arrivava, i tempi si allungavano e iniziavamo a essere nervosi, cresceva la tensione».
Quand' ecco che spunta Pichlmann...
«Lo avevo detto a Thomas che sarebbe potuto essere determinate: la partita stava diventando nervosa, spigolosa e lui con Sasa Bjelanovic potevano fare la differenza».
Il gol infatti lo hanno costruito in tandem: area affollata, la palla arriva sulla testa di Bjelanovic che allunga a Piki che insacca a 8 minuti dalla fine facendo esplodere il Bentegodi. Una liberazione. E per l'attaccante austriaco un altro gol pesantissimo sotto la curva sud che espolde e che vale tre punti. Per lui il terzo gol partita.
Perfetto.
«Cambi perfetti, sì», commenta Mandorlini. «Ma ricordiamo anche che il gol è arrivato sulla spinta di una squadra che ha costruito senza sosta per non parlare di Ferrari che ha corso, lottato senza tregua sfiancando i due centrali dell'Albinoleffe e contribuendo così a spianare la strada alla vittoria».
Se vince a Varese sarà il record della B.
«Se parliamo di risultati positivi va bene, ma adesso è la squadra che mi interessa. Mi è piaciuta tantissimo nel primo tempo, perfetti, tutto secondo i piani e come ci eravamo preparati. Tanto, tanto, tanto belli, poco incisivi però. Avremmo dovuto avere un pelo di cattiveria in più sotto porta, ma il mio Verona è quello del primo tempo».
E ora sta proprio in alto in classifica.
«Giochiamo le partite e in questo momento sta girando in modo positivo, siamo contenti. Non ci speriamo? Certo che speriamo, chi non ha speranza?»
Tra l'altro il Verona sta segnando parecchio...
Mandorlini non risponde... guarda in alto, guarda in basso, Cerca qualcosa sotto la giacca senza trovarla. E poi si «tocca» scaramanticamente.
Nel primo tempo si sono visti anche diversi tiri da fuori, anche se spesso fuori target
«Fuori target? Ma se dopo la traversa di Tachtsidis la palla è tornata fino a centrocampo...».
A gennaio che succede, parliamo di mercato?
Non parlo di mercato
Per Maietta si parla di prova tv per il contatto con Hetemaj.
Non ho visto
La serie A la vede?
Sì, stasera in televisione».
Marzio Perbellini
FONTE: LArena.it
martedì, dicembre 6th, 2011 | Posted by Matteop
Verona, ESCLUSIVO/ Andrea Mandorlini: “Sono molto orgoglioso dei miei ragazzi, ma continuiamo a vivere alla giornata”
Succede spesso che si vivano favole in quel di Verona. Anni fa ci eravamo innamorati di quella Chievo, visto che l’Hellas eravamo abituati a vederla impegnata ad alti livelli. Sono passati ormai dieci anni e le cose si sono capovolte, ma la favola continua a vivere stavolta con i colori dell’Hellas Verona.
Sette vittorie di fila, otto se si conta la Coppa Italia, lanciano la squadra di Mandorlini ai piani alti del campionato cadetto e c’è da scommettere che non sia finita qui.
E’ intervenuto in ESCLUSIVA per SerieBnews.com Andrea Mandorlini, che ha commentato con noi questo momento d’oro dei suoi.
Mister, come vivete questo straordinario momento?
“Siamo molto contenti, c’è poco altro da aggiungere. Sono orgoglioso dei miei ragazzi, soprattutto perchè oltre a vincere giochiamo bene. La partita di Livorno poi non era assolutamente facile”.
Come avete fatto a mantenere la concentrazione dopo la straordinaria vittoria del Tardini?
“Le vittorie ti danno sicuramente forza, però ogni partita è una storia a sè. Ci tenevamo a fare bene a Livorno, siamo felici di esserci riusciti”.
Ora come andate avanti?
“Viviamo alla giornata. Non pensiamo alle vittorie, ma a fare bene nella giornata che segue. Questo deve essere lo spirito, per provare a continuare su questa strada”.
Matteo Fantozzi
FONTE: SerieBNews.com
Mandorlini attacca Gibellini «Ma lui lavora per il Verona?»
SEPARATI IN CASA. Il mister soddisfatto per la vittoria del Verona. «Battuto il record? Penso solo alla squadra»
«Ha detto che non farà il mercato? Lasciate stare, non parlatemi di lui Siamo secondi, godiamoci questo momento, con i piedi per terra»
04/12/2011
Bruno Fabris
LIVORNO
«Gibellini dice che non farà mercato a gennaio? Non mi importa niente. Non parlatemi di lui. Lavora per il Verona? Io penso alla squadra». Andrea Mandorlini timbra il settimo sigillo consecutivo in campionato - e sono otto se si aggiunge la vittoria di Coppa Italia col Parma - ma sembra prendere le distanze con la società. O, per lo meno, con una parte di essa. Un brutto segnale. L'unico in casa Verona che da ieri sera si gode il secondo posto in classifica. «È vero: siamo secondi. Ma non guardo la classifica. Io penso giornata per giornata e sono contento per come la squadra ha giocato. Punto». Non lo dice, ma fa fatica a nascondere la soddisfazione di aver vinto all'Ardenza. Non solo perché non succedeva dal 1932, ma anche perché da Livorno lo divide una rivalità che risale a quando allenava lo Spezia. Non ha caso ha ricevuto insulti dall'arrivo del pullman alla partenza dallo stadio. Partita compresa. «Ribadisco che allora meritava di essere promosso lo Spezia, non il Livorno», la sentenza finale.
In fondo on il Verona quest'anno si sta riprendendo quello che gli venne tolto allora. Anche se Mandorlini ribadisce che «non mi devo riprendere nulla. Mi prendo quello che ha fatto la mia squadra: ha sofferto, ha vinto. Ovvio: la superiorità numerica cio ha favorito. Ma siamo stati bravi a non cadere nelle provocazioni del Livorno. In campo c'era una squadra molto nervosa, anche per il particolare momento che sta attraversando: ma certi interventi che si son visti fin dall'inizio... Bravi i miei a dimostrare maturità. Anche di questo sono contento».
Con quella di ieri Mandorlini ha eguagliato il record personale di vittorie consecutive: otto. «Sì. Per ora è un pareggio. Ma lasciamo stare i record. Oggi c'era da vincere su un campo ostico per me e per la squadra: non m'importa del record». Anche della classifica non importa nulla? «Ma figuriamoci... Mancano ancora così tante partite che è inutile guardarla oggi. Certo: le gioie che siamo raccogliendo non le dimentichiamo certo. Va bene così soprattutto per la gente che anche oggi ci ha seguito numerosa. Ma da qui a giugno devono passare tanti giorni, tante partite e tanta acqua sotto i ponti». Gli parli dei gol di Maietta e di Jorginho e gli brillano gli occhi. Anche se replica con un secco «sono giocatori del Verona: il problema è quando i gol li segnano i nostri avversari«.
A Livorno non è successo. «A Mimmo sì. Non ha mai fatto gol in carriera ed è già arrivato al secondo. Bene così». Anche perché l'impressione che dà il Verona è di una sicurezza estrema: vince senza dare il senso della fatica. «Magari. Fatichiamo: e tanto. Venivamo da una settimana dura, con l'impegno di Coppa. Ma avevo chiesto ai giocatori un favore personale, visto l'ambiente che mi aspettava. E loro hanno vinto faticando».
Il Verona si sta anche godendo una panchina lunga. Lunghissima se si pensa a giocatori come Berrettoni e Bjelanovic rimasti a casa. «Ho una rosa che prepara le partite bene e gioca chi deve, per stato di forma e per esigenze tattiche». Ma la rosa lunga può venir buona per il nuovo traguardo che il Verona può, forse deve darsi? «Non lo so. So che siamo secondi ma anche che dobbiamo recuperare le forze. Certo: il momento è positivo. Sfruttiamolo. Poi si vedrà».
«Macché record... penso alla sfida di Livorno»
LA STRISCIA POSITIVA. Arriva la sesta vittoria consecutiva per l'Hellas, l'allenatore aveva messo insieme sei successi di fila quand'era sulla panchina del Vicenza
Cresce l'entusiasmo nell'ambiente Mandorlini predica ancora umiltà «I ragazzi hanno fatto molto bene ma questo è un momento delicato»
27/11/2011
Macché record. Andrea Mandorlini non ci vuole nemmeno pensare. «Stiamo facendo bene, viviamo alla giornata - ammette l'allenatore del Verona - stiamo raccogliendo i frutti del nostro lavoro e questo mi fa piacere». Sei vittorie consecutive, s'è lasciato alle spalle le «striscie positive» firmate da Bagnoli e Piccioli, ora il mister dell'Hellas s'è lanciato alla caccia di Prandelli che nel '99 ha messo insieme otto successi di fila. Fa finta di nulla ma sotto, sotto, lui ci crede. Lui che ha collezionato ventiquattro risultati positivi consecutivi con l'Atalanta nella stagione della promozione dalla B alla A, lui che ha vinto sette volte con il Vicenza. «Ma quell'anno lì - ricorda - non siamo neppure andati in A».
Neppure l'Hellas vuol pensare alla serie A, almeno per il momento. Ma guardi e riguardi la classifica e vedi un Verona sempre più in alto, al quarto posto con il Padova, a un solo punto dal Sassuolo terzo. La vittoria sulla Reggina regala entusiasmo a tutto l'ambiente. «Abbiamo battuto una squadra forte - spiega Mandorlini - e abbiamo vinto meritatamente, soprattutto per quello che abbiamo fatto nel primo tempo. Abbiamo giocato veramente bene, abbiamo sempre tenuto in mano le redini del gioco senza rischiare nulla. Nel finale di gara abbiamo sofferto un po' ma ci sta, loro hanno gettato in campo tanti giocatori di qualità, soprattutto in attacco. Hanno cambiato qualcosa anche dal punto di vista tattico, si sono sbilanciato con quattro pune e hanno cercato il pareggio. Però siamo stati bravi a ripartire, potevamo chiudere prima la partita, questo si può considerare l'unica imperfezione della nostra partita».
Ancora una volta Thomas Pichlmann ha fatto centro È partito da titolare e non ha fatto rimpiangere Ferrari che ha scontato un turno di squalifica. Una buona prestazione e un gol pesante, da tre punti, com'era successo con il Brescia. «Ve l'avevo detto anche alla vigilia cheavrebbe giocato lui - sorride Mandorlini - e questa volta non vi ho fatto sorprese. Si è fatto trovare pronto ancora una volta. Ancora una volta i ragazzi sono stati bravi, hanno tirato fuori le ultime energie. L'organico è buono e nessuno si tira indietro ma in questo momento siamo un po' in sofferenza, le scelte sono limitate».
E martedì ci sarà la sfida con il Parma per la qualificazione agli ottavi di Coppa Italia. «Purtroppo viene in un momento delicato - sottolinea Mandorlini - abbiamo faticato tantissimo per battere il Vicenza e il Sassuolo e vorrei giocarmi tutte le chance ma ci sono giocatori contati, molti di loro hanno sempre tirato al massimo, hanno bisogno di un po' di riposo».
Anche perchè sabato prossimo l'Hellas dovrà affrontare il Livorno, una trasferta delicata, una partita «speciale» anche per Mandorlini. «In effetti i tifosi livornesi non mi vogliono un gran bene - spiega l'allenatore gialloblù - ma questo fa parte del calcio, ormai ci sono abituato. Attenzione, però, la posizione di clasifica del Livorno può illudere qualcuno. Non è così. Sono una buona squadra, molto temibile, soprattutto in casa». Un altro passo avanti verso la salvezza, l'obiettivo primario del Verona al primo anno di B. Ma dopo sei successi consecutivi non è così facile nascondersi. «Potrei ripetere discorsi un po' scontati - conclude Mandorlini - e quindi preferisco lasciar perdere e voltare pagina, bisogna guardare avanti. Dobbiamo giocare sempre con questa fame, con questa grinta, con la voglia di portare a casa il risultato. La scelta di riproporre Jorginho? Aveva fatto bene a Empoli, è un ragazzo che ha qualità, ci può dare grande equilibrio a centrocampo, va bene così».
Luca Mantovani
Mandorlini non stacca mai i piedi da terra
PARLA IL MISTER. Il tecnico applaude la prova dei suoi, la grande personalità esibita anche ad Empoli, ma non vuole sentir parlare di classifica e di sogni proibiti
«Credetemi, adesso bisogna stare tranquilli. I giovani? Trapattoni diceva che sono come i ghiaccioli, bisogna succhiarli piano piano...»
20/11/2011
Luca Mantovani
EMPOLI
Difficile chiedere di più al Verona. La quinta vittoria consecutiva arriva con tre squilli di tromba, accompagnata da una prestazione da incorniciare. Soddisfatto mister Mandorlini. «Una buona gara - ammette l'allenatore del Verona - anche se abbiamo sofferto nella fase finale. Abbiamo commesso un paio di errori così s'è risvegliato l'Empoli».
Si aspettava un Empoli così rinunciatario per gran parte dell'incontro?
«Tutto sommato sì, l'Empoli ha fatto la solita partita, come avevo visto nei tre o quattro dvd che ho visionato. Una squadra attenta, compatta che però ha quattro o cinque individualità importanti, giocatori che possono fare la differenza dal primo all'ultimo minuto. Una bella giocata, l'errore di un avversario... Avete visto cos'è successo alla fine, abbiamo fatto un piccolo errore e ci hanno castigato».
C'è qualcosa ancora da limare?
«Bisogna sempre lavorare per fare meglio. Sono soddisfatto della prestazione ma alcuni passaggi a vuoto vanno rivisti, se la squadra si siede tutto diventa più difficile, dobbiamo continuare su questa strada, con la stessa umiltà, la stessa grinta».
Un Verona di grande personalità...
«Questo mi fa piacere perchè vuol dire che la squadra è consapevole dei propri mezzi. Lo ripeto, a parte qualche minuto di sbandamento nella fase finale abbiamo sempre fatto la partita, abbiamo gestito la palla senza paura, abbiamo creato occasioni da gol. E dopo il due a uno non abbiamo perso la testa, alla prima occasione siamo ripartiti e abbiamo fatto il terzo gol».
Bravissimo anche Jorginho...
«Bravi tutti, bravo Jorginho. Un ragazzo di vent'anni che può giocare in tutti i ruoli del centrocampo, però mi piace in quel ruolo, ha grande senso tattico, conquista palla, detta i tempi, riparte. Con lui in mezzo al campo possiamo allargare un po' di più Hallfredsson che così trova più spazio, soprattutto in trasferta. E' stato così anche a Empoli».
L'Hellas ha chiuso la gara con quattro '91 in campo...
«Trapattoni ripeteva sempre che i giovani sono come i ghiaccioli, vanno succhiati piano piano... Sono contento della crescita di questi ragazzi ma non dobbiamo bruciarli, bisogna gestirli bene».
Tachtsidis davanti alla difesa e quattro a centrocampo. Una novità tattica?
«No, un modulo molto simile a quello che avevamo adottato a Bari, per esempio. In quel caso c'era Galli in campo. Con l'Empoli ho provato Jorginho, doveva appoggiare le punte in fase offensiva e arretrare sulla linea centrale nelle ripartenze avversarie. È andato tutto molto bene».
L'Hellas scala la classifica, cresce l'entusiasmo...
«Credetemi, adesso dobbiamo stare tutti con i piedi per terra. Dico che non guardo la classifica perchè è così, non voglio fare troppi programmi adesso. Sono felice perchè la squadra sta bene, perchè stiamo facendo bene. Sapevo che la gara con l'Empoli sarebbe stata difficile ma avevo fiducia in questo gruppo. Sono stato ripagato».
Mandorlini riporta tutti a terra «Adesso contano solo i punti»
LA PALLA AL MISTER. Sei punti nelle ultime due gare e la squadra rivede i «quartieri alti» ma il tecnico frena
«Qualche volta abbiamo giocato anche troppo bene e raccolto poco Il nostro campionato è in sospeso, è presto per parlare di obiettivi»
06/11/2011
Essenziale come sempre. Pratico come il suo Verona. Meglio non andare troppo per il sottile, soprattutto di questi tempi. Dai pugni al cielo dopo il Brescia alla voce dura prima di Bari. Senza troppi fronzoli o ricami inutili. Andrea Mandorlini va dritto al nocciolo della questione, senza dribbling o finte superflue. La sostanza prima di tutto, secondo il teorema dei vincenti.
«Contano i punti, contano solo i risultati. Questa è la verità. Se poi li ottieni facendo altre buone cose meglio, altrimenti fa niente. Qualche volta abbiamo giocato troppo bene e raccolto troppo poco. In un campionato lungo come la serie B non si possono giocare 40 partite tutte benissimo. Adesso lo abbiamo capito tutti, importante è cercare di ottenere il massimo sempre. Col Cittadella e il Brescia ci siamo riusciti, prima no. Il Verona però è sempre stato il Verona. Con le sue idee, le sue convinzioni ed una precisa fisionomia di gioco. Magari di periodi così ne avremo altri. Fondamentale però è restare tranquilli, come lo siamo stati noi prima del Cittadella».
VERSO IL SAN NICOLA. Il Bari gli consegnerà altre risposte, ultima tappa di un miniciclo di tre contese cominciato bene e proseguito ancora meglio. «Troviamo una squadra appena retrocessa, con valori importanti. Speriamo non si sveglino con noi. Magari non è partito benissimo il Bari, ma ha un obiettivo dichiarato e tutta l'intenzione di risalire in fretta. È una partita che va approcciata al meglio, soprattutto dal punto di vista mentale. Di sicuro la vittoria col Brescia ci ha dato molto. Ha fatto bene al morale. È servita a tutti, a chi gioca spesso e anche a chi gioca meno».
PROSSIMI PENSIERI. Non ha mai fatto una grinza Mandorlini, neanche quando il campo sparava sentenze non troppo gradevoli. Solo tre punti in cinque partite, una frenata pericolosa. «Pure allora le mie certezze non sono mai venute meno - racconta il tecnico gialloblù -. La serenità non ci è mai mancata, bisognava avere solo un po' di pazienza. Il nostro campionato è ancora in sospeso, di sicuro è presto per parlare di obiettivi finali. Almeno questo mi dice l'esperienza. Non so dove arriveremo, fino a che punto potremo spingerci. So solo che l'Hellas ha ancora molti margini di miglioramento, caratteriali e tecnici. Tutti possiamo e dobbiamo dare di più. Abbiamo fatto vedere cose più importanti di chi in classifica è molto più avanti di noi. Che ci manca ancora? Proprio nulla, dobbiamo solo continuare così».
PIKI A METÀ. Le soluzioni non gli mancano, compreso un Pichlmann ritrovato dopo la prodezza al Brescia. Mandorlini però ci va coi piedi di piombo. E puntualizza: «Thomas si è fatto trovare pronto, molte volte non lo era. Un po' ci ha messo del suo, un po' ci ho messo io del mio. Questo però non conta molto, non mi va di parlarne più di tanto. Il bene dell'Hellas viene prima di tutto. Punto e basta. Davanti possiamo contare su numerose opzioni, importante è averle e saperle sfruttare al momento opportuno. Peccato solo per le assenze di Berrettoni e Bjelanovic. Galli? È recuperato ma non ancora prontissimo, vedremo più avanti».
MISTER INSAZIABILE. Diciannove punti, i playoff lontani appena due. Il Verona regge il passo delle grandi o pseudotali, anche se Mandorlini quest'estate la firma non ce l'avrebbe messa. «Non firmo nulla a priori - conclude l'allenatore gialloblù - sapevo che l'Hellas poteva recitare un certo ruolo in serie B e così è stato fino ad ora. Alcuni passaggi a vuoto ci stanno, bisogna considerarlo un processo di maturazione, non dimentichiamo che siamo una matricola anche se la società ha tradizione, se la piazza ha passione. Stiamo facendo qualcosa di egregio, nessuno però deve e vuole accontentarsi. Tantomeno io».
Alessandro De Pietro
«La cosa più bella restano i suoi complimenti»
02/11/2011
Per la prima volta contro. Uno di fronte all'altro in un partita speciale per tutti e due. Animi diversi fuori dagli spogliatoi, quello di chi ha vinto la gara e quello di chi l'ha persa negli ultimi minuti: ma nel match del Bentegodi anche il piccolo Mandorlini può comunque festeggiare. Matteo per il suo debutto in serie B ha scelto proprio la partita contro la squadra di papà Andrea in un esordio sfortunato per il biondo centrocampista classe 1988, schierato dal tecnico bresciano nella gara del Bentegodi. Che ha applaudito forte l'abbraccio tra padre e figlio all'inizio del secondo tempo.
«Sono emozioni davvero belle, lui è sangue del mio sangue e non poteva essere una partita come le altre», esordisce il giovane Mandorlini. «In campo siamo avversari e ho pensato solo ad aiutare il Brescia, però mi hanno fatto piacere i suoi complimenti, erano quelli che aspettavo più di tutti». Di fronte in una gara che ha sorriso ai gialloblù grazie alla prodezza balistica di Thomas Pichlmann. «Papà lo faceva giocare poco negli ultimi tempi, magari poteva tenerlo fuori ancora un po'», scherza il centrocampista. «Sono contento che lui si trovi bene a Verona e che la città lo ami, anche se adesso il mio dispiacere è per la sconfitta della mia squadra. Se lui a volte esagera? Ha un carattere forte, quando ci sentiamo al telefono a volte devo tenerlo un po' calmo», sorride, «ma anche lui lo fa con me, siamo molto simili. Chi è più forte? Magari tecnicamente ho qualcosa in più, ma lui è stato un grande giocatore di serie A per tanti anni e quindi il paragone per adesso non si può proprio fare». L.MAZ.
«Prima Matteo e poi Pichlmann. È stato come fare sei punti»
EUFORIA E ORGOGLIO. Il pomeriggio indimenticabile dell'allenatore: «Gara combattuta, vittoria sofferta ma meritata». Andrea Mandorlini tra il debutto del figlio nel Brescia e il gol da brividi in zona Cesarini: «L'emozione finale è stata la più intensa. A quel punto l'altra l'avevo già metabolizzata...»
02/11/2011
Da una parte il giubilo dell'allenatore, che centra l'obiettivo di giornata nel modo più spettacolare e inatteso; dall'altra l'orgoglio del padre che assiste al debutto del figlio - giovane promessa del pallone - su un palcoscenico prestigioso come quello della Serie B: nell'overdose di emozioni Andrea Mandorlini ha la fortuna di potersi pure scegliere la più appagante, la più intensa. E diciamocelo pure: anche la più dolce, la più tenera.
Ricapitolando: prima c'è l'ingresso in campo di Matteo, difensore delle rondinelle, che all'anagrafe fa sempre Mandorlini; poi - in ordine naturalmente cronologico - il prodigio di Thomas Pichlmann che acceca il Brescia e scatena pure l'urlo del tecnico: «L'emozione più grande resta quella finale», rivela il tecnico gialloblù. «Anche perché l'esordio di Matteo a quel punto l'avevo già metabolizzato. E poi sentivo che avrebbe esordito, non ero del tutto impreparato. Certo per me è stata una soddisfazione doppia: direi che è stata una giornata da sei punti».
I musi lunghi delle ultime conferenze stampa al Bentegodi sembrano appartenere a un'altra era: Mandorlini stavolta fatica ad amministrare l'entusiasmo: «Anche stavolta, come sabato, ho visto grande sacrificio. Siamo stati premiati. Qualche volta deve girare bene pure per noi. Meritata? Sì. Direi che è stata una partita molto combattuta», ammette Mandorlini. «Loro hanno giocatori bravi in mezzo al campo e dovevamo stare attenti alle ripartenze. Però anche noi abbiamo avuto le nostre occasioni. Potevano vincere loro, l'abbiamo fatto noi».
Dopo di che «l'episodio è sempre importante: altre volte ci ha detto contro, stavolta è andata a favore».
Quanto al fallo da rigore (non concesso) a D'Alessandro, il tecnico frena: «Sinceramente non l'ho visto, non posso giudicare. Preferisco parlare del gran gol di Thomas. Lo meritava. Ha masticato amaro, è rimasto a lungo ai margini però si è fatto trovare pronto e quindi sono contento per lui. Se ho un attaccante in più? Io l'ho sempre avuto. È che lui è... un austriaco, magari è un po' testardo e a volte mi ci devo anche arrabbiare. Ma gliel'ho sempre detto che le cose possono cambiare dall'oggi al domani. Lui si è fatto trovare pronto, meglio per noi».
Onesto, arriva anche il riconoscimento dei meriti altrui.
Si parla dello scarso filtro gialloblù a centrocampo. Il tecnico ammette: «Qualche problema l'abbiamo avuto ma bisogna riconoscere le loro qualità. Il Brescia è alla quinta sconfitta ma io ho visto tante altre gare. Gli è andata un po' come a noi. Spesso i risultati non sono venuti però hanno sbagliato rigori, hanno avuto occasioni... È un momento che non gli dice bene. È successo anche a noi. Serve pazienza».
Meglio guardare in casa propria allora e alle due vittorie di fila, «belle, entusiasmanti».
Poi la battuta su Doninelli: «Bene, ha fatto bene», lo incoraggia Mandorlini. «Ma sabato me l'aveva detto: "mister, guardi che io porto bene". Avevo dubbi sullo schieramento di partenza: alla fine mi è toccato metterlo ancora...».
Niente giudizi invece su Mandorlini junior. Solo un sorriso pudico eppure straripante di affetto: «Io so che lui può fare il giocatore. Dal punto di vista tecnico e del carattere. Però la strada è lunga. L'ingresso in campo? La prima cosa che ho pensato è stata di andare subito ad abbracciarlo. Poi mi sono fermato, forse era troppo... Ho aspettato l'intervallo. Ma è stato emozionante certo. Bello, bellissimo...».
Francesco Arioli
Mandorlini «abbraccia» tutti i suoi giocatori
LA PALLA AL MISTER. Al fischio finale il tecnico del Verona è scattato in campo per esultare con la sua squadra. «L'abbiamo fatta diventare una bella giornata»
«Hanno compiuto un'impresa, una vera impresa La gara s'è messa male, abbiamo sofferto tantissimo ma abbiamo strappato una vittoria meritata»
30/10/2011
CITTADELLA
È scattato dalla panchina neanche avesse vent'anni. Ma appena l'arbitro ha fischiato la fine dell'incontro del Tombolato il primo pensiero di Andrea Mandorlini è stato quello di abbracciare tutti i suoi ragazzi. «Sono loro ad aver fatto l'impresa: perché di impresa si tratta», sottolinea il tecnico nelle interviste del dopo gara. E la faccia è quella di chi è riuscito ad evitare di sbattere contro un muro dopo un doppio testa coda: era dal 24 settembre ad Ascoli che il suo Verona non incamerava i tre punti, ed esserci riuscito dopo essere andato in svantaggio al 10' sia nel punteggio che nel numero di uomini in campo e segno di assoluta buona salute.
Quanto ha sofferto?
«Tanto, anche per come si era messa. Siamo rimasti in dieci ed abbiamo fatto quello che dovevamo. Soffrendo molto e riprendendoci un po' di quello che ci è stato tolto in altre partite. In passato abbiamo raccolto poco in match in cui abbiamo fatto molto di più di oggi: ma così è il calcio».
Una partita in cui vi è riuscito quasi tutto.
«Cittadella era un campo difficile è noi ne siamo usciti bene in dieci, rimontando, regalando pochissime occasioni agli avversari... Ci abbiamo messo del nostro per farla diventare una bella giornata».
Il Verona ha gestito la partita da squadra veterana della serie B. Eppure è una neo promossa...
«Non è così. Dopo l'espulsione qualche sbandamento lo abbiamo avuto. Nell'intervallo abbiamo sistemato delle cose e nella ripresa è andata meglio».
Una vittoria che ci voleva dopo tanto tempo di digiuno.
«Ne avevamo bisogno. Certo: poteva venire prima visto che abbiamo fatto altre bellissime gare. Ma va bene così: ci serviva e ne avevamo davvero bisogno, E siamo contenti perché non sempre il calcio è fatto di bel gioco ma anche di sofferenza di fronte ad una squadra che ci a attaccato con mille cross».
Alla fine contano i punti?
«È così. Come detto altre volte abbiamo giocato bene e raccolto poco».
Paradossalmente c'è il rammarico di non essere riusciti a chiudere la partita: ha temuto la beffa finale?
«L'ho temuta sì. Soprattutto quando Russo ha sbagliato quel tiro col portiere lontano. Nel calcio ci sta che ti puniscano all'ultimo secondo: loro si riversavano in area in tanti, continuavano a buttare dentro palloni».
Cos'hai pensato al momento del rigore più espulsione?
«In quegli attimi bisogna pensare poco e mettersi a posto il più presto possibile. E noi siamo stati bravi a pareggiare subito. Del resto siamo stati sempre ben messi in campo: anche in dieci. Avevamo preparato bene la partita e ci siamo adattati ad ogni situazione contingente che la gara ci ha proposto: anche l'inferiorità numerica e lo svantaggio. Veramente bravi».
Sul rigore qualcosa da dire?
«Nulla. Era rigore. Ultimamente ne concediamo spesso. Ma la reazione è stata da grande squadra. Ha dimostrato di voler andare sempre oltre. Meritando un risultato che, è bene sottolinearlo, ci siamo andati a prendere con le nostre forze e la nostra volontà».
La sostituzione dopo l'espulsione di Abbate: ha pensato a D'Alessandro senza prendere in considerazione l'ipotesi Gomez?
«Assolutamente no. Volevo tenere due attaccanti fissi lì davanti. Pensavo che avrebbero potuto creare delle difficoltà: e così è successo. Nel finale poi ho cambiato ancora: prima con i tre difensori centrali, poi loro hanno fatto entrare Di Carmine e quindi abbiamo cambiato ancora per subire il meno possibile».
Una parola per Nicola Ferrari: semplicemente fantastico...
«Non so se riuscirà a recuperare per martedì. Ha lasciato cuore e polmoni in campo. Una grande partita di sacrificio e di qualità. Forse ha sbagliato qualche ripartenza: ma cosa vuoi dirgli?»
«Scusate, non cambio idea. La classifica è bugiarda...»
ANDREA MANDORLINI
25/10/2011
Paura? Neanche un po'. Perchè mai, dice il Generale, dovremmo aver paura? L'Hellas che frena gli suscita rabbia, non pensieri capricciosi. Del resto, per uno ch'è arrivato qua e si parlava di play out e t'ha portato in serie B, cosa vuoi che sia mai un colpo sul freno? Ne ha viste troppe, ormai, per stupirsi ancora. Andrea Mandorlini è un vecchio lupo di mare, che fiuta il vento, scruta l'orizzonte e non lo vede così scuro come pure glielo stanno dipingendo. Sarà che lui ci crede, sarà che, come dice spesso, «questa squadra gli è entrata dentro». Sarà che la strada è lunga «e se ci fermiamo a piangerci addosso per due pareggi che dovevano essere vittorie, siamo a posto». Dice dovevano, non potevano, attenzione.
«Dico "dovevano", perchè è così, c'è poco da stare a discutere. Non andiamo oltre, ma di sicuro, nelle ultime partite, gli episodi che potevano girare le cose a nostro favore, le hanno girate contro. La realtà è questa, poi ognuno pensi quello che vuole».
E a parte questo?
«A parte questo è chiaro che quando non vinci, qualcosa perdi, a livello di convinzione, di fiducia in te stesso. Può essere questo, ad essere cambiato in queste ultime partite. Delle quali, tra l'altro, penso si sia sbagliata soltanto quella col Torino».
Il problema può essere psicologico, allora?
«No, non deve diventarlo. Non c'è nessun contraccolpo, perchè mai dovrebbe esserci? Non eravamo dei fenomeni prima, non siamo da buttar via adesso. Siamo la stessa squadra, con le sue caratteristiche, buone e meno buone, i suoi pregi e i suoi difetti. Ma ce la giochiamo con tutti, questo è sicuro».
Può essere che fosse, come dire, programmata una partenza sprint e che oggi i valori si siano livellati?
«Non esiste una squadra che parta con l'idea di andare fortissimo all'inizio, non era questa l'intenzione. Vero, abbiamo fatto bene già dalla Coppa, ma non credo proprio sia una questione atletica».
Che cosa manca, allora?
«Il Verona è questo, con le sue qualità, le sue caratteristiche. Siamo una squadra che deve lavorare tanto, per raccogliere.Magarui altri, finora, hanno lavorato meno e raccolto di più, ma chi vive di calcio sa che ci sono questi momenti. Magari, tra una settimana saremo qui a dire che abbiamo raccolto più di quanto seminato. Oggi non è così e non solo per colpa nostra».
La lingua batte...
«Sì, ma non cerco alibi, non m'interessa. Dico solo la verità. Uno guarda la classifica e dice: però, il Verona è lì a mezza strada, quando un mese fa era agganciato al carro dei play off. Non vuol dire niente, andiamo a vedere come ci siamo sganciati...».
Andiamo a vedere...
«A Gubbio, ci stava un rigore per noi, con la Nocerina pure. Datemeli e poi ne riparliamo. Invece di 13 punti, magari, saremmo a 17 e staremmo qui a parlare di un'altra storia e di un altro campionato».
Che cosa ha detto finora questa serie B?
«Più o meno quello che ci si poteva aspettare. C'è grande equilibrio, a parte il Toro, una classifica corta, dove bastano due partite giuste per ritrovarti in alto e un filotto negativo per essere a metà strada. Devi sempre essere sul pezzo, non mollare mai, crederci. Ma questa squadra ci crede, lo so».
Da dove questa sicurezza?
«Ricordiamoci quando sono arrivato, un anno fa. Non si vinceva mai, tanti pareggi, anche quando meritavamo di vincere. Poi ne siamo usciti, tutti assieme, lavorando, giorno per giorno, partita per partita. Succederà così anche stavolta. Chi l'avrebbe detto, un anno fa, che saremmo arrivati a raggiungere subito l'obiettivo?».
Se dovesse... acquistare qualche qualità, oggi?
«Mah, direi la concretezza, un po' più di cattiveria. L'ho detto, oggi lavoriamo tantissimo, non sempre quello che poi raccogliamo è proporsionato. Altrimenti, quattro-cinque punti in più li avremmo di sicuro».
E che cosa invece, dà certezza?
«Il fatto di essere sempre stati squadra, anche nei momenti meno facili. C'è un'identità, c'è un'idea, si vede da tante cose, da come stai in campo, da come ti muovi, da come te la giochi. Poi, può anche non arrivare il risultato, ma il Verona questa sensazione l'ha sempre data e per un allenatore è una risposta importante».
Ancora ci si chiede, quale può essere l'obiettivo del Verona?
«Siamo appena arrivati, in B, non dobbiamo avere fretta. Solo il tempo, il lavoro, la pazienza, ti aiutano a crescere e a farlo in modo equilibrato. I risultati non arrivano mai per caso, c'è sempre un segreto, una spiegazione. L'obiettivo? Per come sono io, sogno un campionato da protagonisti, poi vediamo fin dove possiamo arrivare».
Il Verona sta rispettando la tabella di marcia?
«Sì, per come ha giocato, per quello che potevo aspettarmi, sì. Non parlo di punti, di quello ho già detto e non sono nè presuntuoso, nè visionario. Qualcosa ci manca, ma io sono convinto che ce lo andremo a riprendere presto».
Raffaele Tomelleri
«Non so perché ma mi sa che diamo fastidio»
LO SFOGO. Nell'analisi del tecnico ci sono gli apprezzamenti per il Verona e per gli ospiti ma, soprattutto, l'ennesima bocciatura riservata all'arbitro
Mandorlini mastica ancora amaro: «Clamoroso il fallo su Juanito al 90' Paghiamo di nuovo colpe non solo nostre. Succedono cose strane...»
22/10/2011
«Ho l'impressione che diamo fastidio. Forse sono io che do fastidio. A chi? Francamente non so. Di certo abbiamo provato a vincere la partia ma anche stavolta non è capitato. E non soltanto per demeriti nostri. Succedono cose strane, troppe cose strane...»: Andrea Mandorlini non urla ma manda messaggi chiari.
Non usa perifrasi, non si aggrappa ai giri di parole.
Parla con grande lucidità per mettere un altro arbitro nel mirino: «Ho rivisto il fallo su Juanito nel finale», racconta. «Non fischiarlo è roba difficile da credere ma è così», ripete con lo sguardo fisso.
CONSUETUDINI. E una crescente punta di malessere: «Noi ci mettiamo nel nostro, qualche errore lo commettiamo ma ci sono altre cose. Tante cose strane... Diamo fastidio sì, io comincio a pensare che sia così ma non capisco perché: questa è una squadra che porta gente allo stadio, tifosi, un certo modo di giocare, entusiasmo. Ci sono cose che non sono chiare. E quando certe situazioni diventano una consuetudine inizia a dare davvero fastidio».
Gli si fa notare che la fase difensiva ha mostrato ancora una volta qualche bella crepa.
E che l'errore sul rigore fischiato a Farias è stato grave. Come è stato plateale il fallo: «Anche quello su Juanito era plateale. E sarebbe stato pure decisivo visto che il fallo l'ha preso oltre il novantesimo», replica il tecnico gialloblù. «Le proteste di Ferrari? Lasciamo stare. Quello era un cinquanta e cinquanta, ma quello su Juanito...».
BUONA GARA. Esaurita la parentesi arbitrale Mandorlini prova a rileggere l'andamento della partita: «Due punti persi? Uno guadagnato? È sempre difficile rispondere. Per me abbiamo fatto una buona gara, sono contento», rivela. «Esposito? Pugliese? Hanno fatto bene, sono contento anche della loro prova. Certo che resta un po' di rammarico per una vittoria che poteva venire e invece non è arrivata» ma «va detto che a un certo punto era diventato complicato anche riprendersi il pareggio. Diciamo che va bene così...».
Il calcione rifilato a Gomez a tempo quasi scaduto gli rimbalza nel cranio. È un'ossessione da dribblare: «Parliamo di calcio», riprende il tecnico. «Ho visto tante risposte positive dai miei. La squadra ha fatto tante cose buone soprattutto nell'ultima mezz'ora. Grande pressione, grandi situazioni di gioco anche se qualcosa dovevi concedere loro in contropiede. Sapevamo che sono bravi in questo. Però nel finale abbiamo creato, abbiamo avuto occasioni. La squadra voleva vincere a tutti i costi ma per l'ennesima volta qualcun altro non ce l'ha permesso».
Quanto al primo tempo «è andato così così», ammette l'allenatore scaligero. «Abbiamo avuto quattro, cinque situazioni per poter essere pericolosi, anticipato qualche movimento sui fuorigioco. Però non puoi vincere la partita dopo due minuti. Certe volte serve anche un po' di pazienza».
UN ALTRO PASSO. Nella ripresa i momenti più intensi: «La gara è cambiata un po' sul loro calcio di rigore. Lì abbiamo accelerato, abbiamo cambiato un po' il passo. Abbiamo avuto un po' di smarrimento subito dopo lo 0-1 ma l'ingresso di Emanuele Berrettoni ha cambiato la storia. Abbiamo cercato soluzioni diverse, abbiamo provato a chiudere meglio la serata. Nonè andata».
Merito, va sottolineato, anche di una rivale per certi versi sorprendente: «Loro sono stati bravi, è vero. Sono tre, quattro anni che giocano insieme, hanno queste combinazioni e qualche cosa abbiamo subito. Noi però abbiamo un altro gioco, un altro atteggiamento offensivo, un altro tipo di calcio. Ci sta tutto».
Intanto si è chiusa la quinta partita consecutiva senza i tre punti: «Nessun problema. Non è una cosa che ci pesa. Sì, è chiaro che si impara a vincere... vincendo ma non sempre riesce. L'importante è che proseguiamo su quella che è la nostra idea di calcio. Il campionato è ancora lungo».
Francesco Arioli
L'Hellas rinnova l'intesa: Mandorlini fino al 2014
QUESTIONE DI FEELING. Patron Martinelli mette nero su bianco nel segno della continuità. Prolungato di altre due stagioni il contratto in scadenza nel 2012. Il tecnico: «Potendo firmavo a vita. E nel mio programma c'è la Serie A»
12/10/2011
Avanti insieme per altri tre anni, a conferma di un feeling che probabilmente va ben oltre i risultati del campo: l'Hellas Verona e Andrea Mandorlini hanno rinnovato il contratto che legava il club all'allenatore fino al giugno 2014.
La comunicazione, arrivata ieri, di prima mattina, sul sito internet gialloblù, non ha fatto altro che sancire un'intesa già trasparente nei fatti. Un'intesa solida, nata col presidente Giovanni Martinelli prima che con la società di via Torricelli. Un'intesa che offre segnali forti, una polizza sul presente ma soprattutto sul futuro.
...
«Fosse per me avrei firmato a vita», sorride oggi il tecnico. «A parte gli scherzi, abbiamo due anni e mezzo davanti e speriamo di portare a termine il programma che ci siamo proposti. Quale? Beh, per me fare bene a Verona significa riportare il Verona in Serie A. Quello è il posto che gli spetta».
Più chiaro Mandorlini non poteva essere, anche quando ribadisce la totale sintonia con Martinelli: «Sono contento, arcicontento di aver firmato. Per la squadra, per il presidente, per la piazza», spiega ancora. «Sono orgoglioso, onorato, davvero felice».
Soddisfazione, entusiasmo, orgoglio. Quanta acqua è passata sotto i ponti dagli esordi pubblici dell'allenatore.
Riavvolgiamo il nastro allora. Via Torricelli, 9 novembre 2010. L'aria è pesante, il panorama oscuro. L'Hellas, reduce dalla batosta di Salerno - certificata nel gioco prima che nel punteggio - è giustamente preoccupata prima di tutto di mantenere la categoria. Altro che sogni di gloria: la gestione Giannini, anche sfortunata, ha lasciato sul cammino soprattutto detriti.
Lui, Mandorlini, la prende comunque di petto: «A Verona vorrei mettere radici», anticipa nel corso del primo confronto con la stampa. «Riuscirci vorrebbe dire centrare i nostri obiettivi. In passato non sono mai riuscito a legarmi a lungo con un club, ma c'è sempre una prima volta. Abbiamo bisogno di risultato, di continuità, di credibilità. La mia squadra dovrà accelerare, recuperare il terreno perduto, rimettersi in corsa per un ruolo importante nel campionato. Il compito che mi è stato assegnato non mi spaventa. Fossero state rose e fiori, adesso io non sarei qui. Verona è Verona». E poi: «Considero una bestemmia calcistica vedere l'Hellas relegato in Serie C. La promozione? Adesso conteranno solo i fatti».
E i fatti sono già storia. Storia gloriosa edificata su fondamenta non più fragili. E poi la lunga, emozionante, strepitosa cavalcata terminata in B.
Mandorlini non lascia, anzi raddoppia. Ha robusti crediti con la piazza, stima e affetto ricambiati. Ed è ambizioso, con giudizio ma ambizioso. Legittimamente ambizioso.
Davanti ci sono tre anni per infilare l'uscio giusto: la sfida al destino è lanciata.
Francesco Arioli
FONTE: LArena.it
Verona, ESCLUSIVO/ Andrea Mandorlini: “Non bisogna fare drammi, si può perdere col Torino!”
Il Verona è una delle sorprese di questo campionato, con il gioco ha dimostrato di poter far bene. Domenica però i veneti sono incappati in una pesante sconfitta casalinga contro il Torino. Le attenuanti ci sono, di fronte c’era quella che tutti considerano la migliore formazione della Serie B.
E’ intervenuto in ESCLUSIVA per SerieBnews.com Andrea Mandorlini, che ha commentato con noi il momento del suo Verona.
Mister, come commenta questa sconfitta?
“Il Torino ha capitalizzato al massimo ogni occasione che ha avuto. Non c’è altro da dire sono molto più forti di noi e non solo anche di altri. Noi poi non eravamo neanche in grande giornata”.
Non bisogna fare drammi però…
“Assolutamente, nessun dramma e dritti per la nostra strada”.
E sabato si torna in campo.
“Sabato abbiamo un derby molto importante, torniamo in campo e vogliamo regalare soddisfazioni alla nostra gente. Col Torino sono emersi i veri valori e la loro qualità ci è stata purtroppo superiore”.
Matteo Fantozzi
FONTE: SerieBNews.com
Venerdì 07 Ottobre 2011
Mandorlini, dalla Samp alla sfida di domenica col Toro
«Verona, prepariamo la festa alla capolista»
di Gianluca Vighini
VERONA - Ancora rabbia. Anche se attenuata da un’altra prestazione sopra le righe. Un altro arbitro che fa discutere. Dopo Irrati (a Grosseto), Baracani (a Gubbio) è toccato al terzo fischietto toscano di fila sbarrare la strada dell’Hellas. Velotto di Grosseto ha inventato un rigore (il sesto in otto gare per i blucerchiati) a favore della Sampdoria, decisione che il Verona accetta, ma non sommessamente.
Bravi lo stesso. «Ancora una volta - spiega Mandorlini - siamo stati penalizzati da un errore arbitrale. Ma io mi tengo stretta la prestazione. Abbiamo giocato benissimo e devo dire grazie a questi ragazzi che mi danno sempre la massima disponibilità. Chiunque vada in campo è sempre al servizio della squadra».
Aggiunge Maietta. «Non so come possa avere dato un rigore simile. Credo che non dormirò per un paio di notti a ripensarci. Non l’ho nemmeno toccato, Semioli è praticamente inciampato da solo. Se dobbiamo farci sentire? Ci penserà la società di certo non è bello vedere vanificati lavoro e sforzi in questa maniera».
Apprezzati dai tifosi. Mandorlini comunque ha ricevuto tanti applausi. «Lo sento e credo che la gente ci stia apprezzando per questo. Anche con la Samp un pubblico eccezionale ci ha letteralmente trascinato. Credo che i nostri tifosi abbiano lasciato lo stadio contenti anche se è finita in parità, perché noi abbiamo fatto di tutto per vincerla».
Le scelte. Mandorlini insiste nel parlare di squadra e non di singoli. «Non esiste il turn-over. Non è vero che io voglio preparare bene solo le sfide con le grandi. A Gubbio volevo vincere, quei due punti mi mancano e mi bruciano ancora».
Sfida alla capolista. E domenica al Bentegodi (alle 15) c’è lo scoglio Torino, la più dura delle gare di questa settimana terribile. «La prepararemo come sempre. Ci vuole testa e grinta per affrontare un avversario così. Ci faremo trovare pronti. Come sempre», chiude l’allenatore scaligero. Ieri intanto la squadra è tornata al lavoro a Sandrà. Solo esercizi di scarico. Da oggi si prepara seriamente la sfida con la capolista. (ass)
FONTE: Leggo.it
HELLAS VERONA
Hellas Verona, Mandorlini: "Il rigore per la Samp? Come quelli di Gubbio e Grosseto..."
06.10.2011 01:38 di Martina Forciniti
E' un Mandorlini sereno e soddisfatto quello che si presenta in sala stampa subito dopo l'incontro che ha visto gli scaligeri affrontare la Samp in una partita in cui l'Hellas avrebbe meritato qualcosa in più. "Siamo molto contenti. Abbiamo fatto una buonissima partita e avremmo meritato di vincere però siamo soddisfatti della crescita della squadra. Il nostro rammarico sta nel fatto che ci mancano dei punti che, purtroppo, non tornano più, punti meritati che ci sono stati tolti per episodi molto dubbi."
Sull'episodio del rigore concesso ai blucerchiati: "La gamba di Maietta non è mai stata a contatto con quella di Semioli, lui era già in volo. E' un rigore inventato, così come inventati erano quelli di Gubbio e Grosseto. Ma tralasciando tutto per quanto riguarda la gara di stasera sono davvero molto molto contento."
Riguardo alla prossima sfida di domenica contro la capolista Torino, Mandorlini ammette: "Sarà difficile, infatti sono molto preoccupato. E' una squadra molto diversa da noi, più preparata e pronta. Faremo qualcosa per cambiare un pò."
Sugli avversari: "La Samp ha fatto una buona gara, abbiamo fatto meglio noi ma non sempre chi fa meglio vince. Se c'è una cosa che non mi ha soddisfatto stasera è il risultato, per il resto grande gara da parte di tutti. La squadra ha risposto e di questo sono contento, ma di certo i ragazzi avrebbero meritato un pò di soddisfazione in più."
FONTE: TuttoB.com
Mandorlini e «quella cattiveria che non c'è»
PARLA L'ALLENATORE. Il tecnico analizza il match, confessa rimpianti per l'occasione sprecata e non manca di lanciare qualche frecciata per alcuni fischi discutibili
«Dovevamo chiuderla e noi non ci siamo riusciti. E' colpa nostra, in certi casi devi essere più cinico... L'arbitro? Non serve parlarne...»
02/10/2011
Bruno Fabris
GUBBIO
I punti sono sempre importanti, pochi o tanti.
Uno in trasferta contro una squadra in difficoltà come il Gubbio, l'allenatore del Verona Andrea Mandorlini se lo porta a casa senza fare troppo lo schizzinoso. Ma non si nasconde che «forse potevamo fare molto di più».
Sullo sfondo il triplo impegno settimanale che porterà l'Hellas a giocare mercoledì con la Sampdoria e domenica con il Torino che ha influenzato scelte tecniche, tattiche ed agonistiche.
Qualcuno ha fatto dei calcoli pensando ai tanti impegni di questa settimana?
«Io no. Ho il sospetto che qualche giocatore invece li abbia fatti. Eravamo padroni della partita e non siamo riusciti a chiuderla con una vittoria».
Un punto guadagnato o due punti persi?
«I punti contano sempre. Certo è che quando non chiudi partite come questa con il Gubbio il rammarico è tanto».
Soprattutto per come il pareggio è arrivato: un errore difensivo di Cangi davvero evitabile.
«Mah… l'errore forse l'ha commesso anche qualcun altro (il riferimento è all'arbitro, ndr) e non solamente in quell'occasione. Inutile lamentarsi ora: però se c'era una squadra che doveva vincere oggi era il Verona».
Si sta specializzando a sorprendere tutti con le formazioni, sempre diverse da quelle previste in sala stampa…
«Non c'è nessuna voglia di stupire. Anzi. Abbiamo davanti una settimana difficile, con altri due impegni ravvicinati e c'è bisogno dell'apporto di tutti. Mi è sembrato logico schierare una formazione utile per oggi ma anche in prospettiva futura».
Scelte azzeccate?
«Qualcuna sì, qualcuna meno. Ma mi interessa più la prova del collettivo. E, lo ripeto, avremmo meritato di vincere».
Deluso?
«Inutile recriminare. Dobbiamo prendercela con noi setssi che non siamo riusciti a chiudere il match».
Anche perché i cambi in corso d'opera non hanno dato i risultati sperati.
«È vero. Non hanno inciso molto. O, almeno, come speravo e come ci è capitato altre volte. Però fa parte del gioco e lo accettiamo».
Mercoledì c'è la Samp, domenica il Torino: due partite che diranno quale campionato può giocare il Verona?
«Sappiamo già che campionato fare. Siamo alla settima partita, alla decima se pensiamo alla Coppa Italia. A questo punto dobbiamo solo pensare a migliorare, match dopo match. E giocarcela su tutti i campi. Come è successo oggi a Gubbio».
Però resta l'amaro in bocca per quei due punti lasciati.
«Per i punti no. Per non essere stati più cattivi, invece, sì. Diciamo per non essere stati più consapevoli dei nostri mezzi».
Giudizio finale?
«Non abbiamo fatto benissimo, anche perché loro nell'ultimo quarto d'ora erano sulle gambe».
L'impressione è che il Verona soffra più le squadre inferiori, che magari la mettono sull'agonismo.
«Il Verona soffre se non gioca come sa. In quel caso soffre con tutti. E poi ci sono gli errori e il fatto che non sempre riusciamo a giocare tutta la gara con la stessa intensità».
Rammarico anche per qualche decisione arbitrale?
«Sì. Soprattutto per quella che è stata presa all'ultimo minuto. Maietta è stato scalciato da dietro in maniera netta. Ma non siamo abituati a discutere quanto decide l'arbitro. Quindi va bene così».
FONTE: LArena.it
Verona, ESCLUSIVO/ Andrea Mandorlini: “Possiamo ancora migliorare. Col Padova grande partita!”
L’Hellas Verona è tornato in Serie B dopo diversi anni di assenza, ora per i gialloblu l’occasione per recuperare il tempo perso. In campo gli uomin di Andrea Mandorlini hanno dimostrato di poter dire la loro.
E’ intervenuto in ESCLUSIVA per SerieBnews.com lo stesso Mandorlini, che ha commentato con noi questo inizio di campionato.
Mister, è soddisfatto dell’inizio della sua squadra?
“Sono abbastanza soddisfatto, certo potevamo fare qualcosa di più ma l’approccio è stato quello giusto. Ci accontentiamo per il momento e puntiamo a crescere ancora”.
Come gestite il fatto di ritornare in B dopo diversi anni di fronte a una piazza molto importante?
“L’entusiasmo dei ragazzi sarà fondamentale. Dobbiamo calarci in questa realtà e farlo in fretta. Alcuni giocatori non avevano mai giocato in questa categoria, ma stanno crescendo bene”.
Sono però arrivati dal mercato diversi ragazzi d’esperienza…
“Sì, abbiamo preso giocatori d’esperienza come Bjelanovic, Mareco e altri con diverse presenze in questa categoria. Ma puntavamo a rinnovare un gruppo che aveva fatto molto bene lo scorso anno”.
Con il Padova avete giocato un grande partita, sfruttando le vostre capacità sugli esterni per allargare la difesa avversaria e infilarvi negli spazi. Questo è il modo in cui volete affrontare le partite?
“Ogni gara è una storia a sé. Col Padova abbiamo giocato così, ma sappiamo anche interpretare le partite in modo diverso. Abbiamo molti cambi, siamo in tanti, e quindi ci sono possibilità di giocare in modi diversi e con svariati moduli”.
Matteo Fantozzi
FONTE: SerieBNews.com
«Ci mancano punti. Giocando così li rifaremo»
L'INTERVISTA AL TECNICO GIALLOBLÙ. Mandorlini si rammarica della vittoria «meritata ma sfumata». La squadra gli è piaciuta: «Ma noi puntiamo sempre al risultato». Il faccia a faccia con Cutolo? «Io qualcosa gli ho detto, lui qualcosa ha risposto. L'arbitro ha deciso di cacciare il pesce più grosso»
17/09/2011
Finisce con un doppio rammarico ed una piccola consolazione la serata-derby di Andrea Mandorlini. Il primo: «Se avessi giocato, Cutolo lo avrei visto meglio. Purtroppo non gioco più...». Il secondo: «Avremmo meritato davvero di più, per quanto fatto e per aver messo alle corde una squadra costruita per vincere il campionato». Il rovescio dolce della medaglia: «Se proprio dovevo pareggiare una partita, meglio farlo contro il Padova, dove ho lasciato molti amici. Certo: adesso ne ho di più a Verona...». Il primo commento, però, non può non essere per quanto successo dopo l'1-1 di Cutolo. «Che devo dire? Credo che ci sia modo e modo di esultare», sottolinea il tecnico. «Magari vai sotto la tua curva e non fai gesti verso i tifosi avversari. E vero: qualcosa gli ho detto a Cutolo; e lui qualcosa ha risposto. L'arbitro ha deciso di punire il pesce più grosso ed io sono uscito. Ma resta la grande partita che abbiamo fatto. Ed io sono contento anche così».
Gran primo tempo del Verona, poi il calo nella ripresa.
«Vero. Ma quando corri molto qualcosa paghi. Gli esterni avevano speso tanto e non riuscivamo più ad essere alti sulle fasce come volevamo».
Segnali preoccupanti?
«No. Quella di stasera era la settima partita, quindi era logico che qualche tossina fisica venisse fuori».
Questo il motivo di alcune scelte di formazione, con Ceccarelli e Ferrari in panchina?
«Certo. A Grosseto avevamo finito un po' sulle gambe ed ho deciso di modificare qualcosa. Questo non vuol dire che abbiamo cambiato l'idea di gioco o la voglia di fare. Anzi. La squadra, anche se con quattro giocatori nuovi, si è mossa bene e ha dato molto».
I cambi in corso d'opera non hanno modificato il modulo: sarà sempre questo?
«No, assolutamente. Tutto dipenderà dalle partite che andremo a giocare e dalle squadre che avremo di fronte. Contro il Padova avevamo scelto di giocare così e sapevamo che i due esterni avrebbero pagato di più: per questo li ho sostituiti. E Bjelanovic non aveva più di un'ora di autonomia. La partita poteva anche richiedere altre soluzioni in corsa, ma avevamo più o meno programmato questi tre cambi».
Bjelanovic era più immobile: una classica boa. Ferrari ha dato più profondità...
«È vero che Bjelanovic è più boa di Ferrari, ma stasera ha attaccato gli spazi anche lui. La verità è che avevamo deciso di forzare più sulle fasce e Bjelanovic ci permetteva di sfruttare meglio questo tipo di giocate. L'avevamo preparata così ed il rammarico è di aver creato molto ma ricavato poco».
Più felice per il gioco o più rammaricato per i due punti persi?
«Non ho dubbi: noi giochiamo per il risultato. E se non arriva, soprattutto quando come stasera giochiamo bene, il dispiacere c'è. Al Verona, finora, mancano dei punti. Quelli non arrivati col Pescara e col Grosseto, ad esempio. Ed ora dobbiamo andare a prenderceli altrove. La mentalità giusta è quella vista stasera contro una squadra che ha altri obiettivi rispetto ai nostri».
Bruno Fabris
Mandorlini: «La strada è quella giusta. Ma serve più cattiveria...»
ANDREA MANDORLINI
01/09/2011
La sua vittoria. La vittoria di tutti. Nel caldo Sud il Verona si è affidato ai pensieri di ghiaccio di Andrea Mandorlini. Il Verona ha rischiato, ha lottato, ha sofferto. Si è preso quello che voleva. Pagando, forse, troppo pesantemente nell'unica vera sbavatura della partita. Ma di questi tempi va così. Devi saper soffrire. Mandorlini ha passato una mano sopra i capelli. Una, due, tante volte. Ed ha catturato il pensiero giusto. Istintivo, quanto basta, per tenere vivo il suo Hellas. Per farlo respirare, per farlo accelerare. E colpire al momento giusto. L'uomo di ghiaccio, tra l'altro, ha visto andare in gol l'uomo arrivato dai ghiacci: Emil Hallfredsson. Bella soddisfazione davvero per un Hellas che mette in cassaforte i primi tre punti della stagione. Raccoglie, festeggia. Ma lo fa mantenendo i toni bassi. Del resto, siamo appena all'inizio di una storia lunga, per certi versi senza fine. Ci sarà da sbuffare. Molto spesso da stringere i denti. Ma il mercato, con i suoi ultimi botti, potrebbe portare sollievo ad una squadra che deve ancora conoscere le proprie potenzialità. Resta il ricordo felice di una notte di mezz'estate.
Mandorlini, i primi tre punti della stagione rilanciano il Verona?
"E' stata una vittoria importante, per nulla scontata, ottenuta su un campo difficile contro un avversario che proprio come noi aveva voglia di muovere la classifica. Ma da parte dei miei ragazzi ho visto tanta determinazione e voglia di arrivare a tutti i costi al risultato".
Le sbavature sono state poche, ma anche stavolta il Verona ha pagato caro il primo errore
"Se proprio dobbiamo trovare un neo a questa partita, potevamo essere più cinici al momento giusto. Abbiamo creato le possibilità per chiudere definitivamente l'incontro, ma non siamo riusciti a concretizzarlo. Così facendo, la partita è stata in bilico fino agli istanti finali. Ripeto: mi è piaciuto il carattere della squadra che ha saputo rispondere con maturità alle sollecitazioni che arrivavano dall'incontro".
In campo si è visto un Verona modificato sul piano tattico.
Cosa l'ha spinta a cambiare?
"In verità abbiamo cambiato poco. Ho cercato di sposare al meglio le caratteristiche dei giocatori che ho utilizzato con il modulo scelto per affrontare lo Juve Stabia. Mi è piaciuto Galli per come ha interpretato il ruolo, ma a tutti là davanti ho chiesto grande propensione alla mobilità ed al sacrificio".
Quali spunti le fornisce questa vittoria?
"Bisogna cercare sempre di migliorare le nostre prestazioni. Questo è un campionato severo che concede poche possibilità di errore. Ma sono convinto di disporre di una squadra di spessore, anche perché vincere su questo campo è stata una grande prova di maturità. Il nostro avversario, pur mancando di alcune pedine importanti, non ha mai smesso di impegnarci a fondo. Credo che questo sia un segnale del campionato che ci aspetta: lungo, logorante e difficile. Ma il Verona dovrà andare sempre dritto per la sua strada".
Appunti di viaggio?
"Potevamo sfruttare meglio le ripartenze ed essere più precisi nell'ultimo passaggio. E poi, come già detto, quando capita l'occasione buona diventa fondamentale non sbagliare sotto porta".
Forse se l'aspettava, ma ancora una volta le hanno chiesto di commentare le frasi scandite alla presentazione del Verona che hanno generato una polemica senza fine…
"Ed io ribadisco ancora una volta che quelle erano parole localizzate in un contesto di festa ed utilizzate con scopo puramente goliardico. Non c'era, nè poteva esserci, nessun'altra intenzione. Ma credo che su questo tema si abbia avuto modo di discutere già molto. Parliamo di calcio, che è meglio...».
FONTE: LArena.it
PRIMO PIANO
Hellas Verona, Mandorlini: "Vorrei fermare il tempo"
25.08.2011 20:02
"Se ci fosse la possibilità vorrei fermare il tempo. Ma so che non è possibile. Quello che sto vivendo qui è indescrivibile, non mi è mai capitato da nessuna parte. Sono tranquillo perchè vedo che l'entusiasmo è dilagante, questa gente merita grandi soddisfazioni dopo gli anni di purgatorio. Vogliamo regalare a Verona altre gioie". Così Andrea Mandorlini alla vigilia dell'esordio in campionato contro il Pescara.
Il tecnico ravennate parla di Zeman come un maestro della fase offensiva: "Tutti sanno quali sono le prerogative di Zeman. L'ho affrontato tanto tempo fa quando allenavo l'Atalanta e lui il Lecce. Un allenatore esperto, per molti un maestro. Dovremo curare molto bene l'aspetto difensivo, i campionati e le partite si vincono soprattutto quando si subisce poco".
FONTE: TGGialloblu.it
«Questa è la squadra che piace al presidente, a me, ai nostri tifosi...»
ANDREA MANDORLINI
21/08/2011
Ormai è diventato una «bestia nera» per le sue ex. Una settimana fa ha eliminato il Vicenza, ieri ha battuto anche il Sassuolo, due squadre che Andrea Mandorlini aveva allenato qualche anno fa. «Ma non inseguo rivincite personali - taglia corto il mister gialloblù - adesso penso solo alla vittoria del Verona, conta il risultato della squadra, tutto il resto non c'entra nulla».
Una partita incredibile...
«In effetti ci sono state tante emozioni, non è facile vedere tanti gol in una partita. Vuol dire che le due squadre si sono affrontate a viso aperto, hanno sempre cercato di vincere, senza risparmiarsi».
Una squadra che non ha mai mollato anche nei supplementari...
«Non è facile giocare 120 minuti con questo caldo, praticamente siamo ancora in preparazione, i carichi di lavoro si fanno sentire sui muscoli ma questi ragazzi ancora una volta hanno dimostrato un carattere incredibile».
Tre volte sotto, tre volte pari...
«Ormai non è una novità, questa squadra sta continuando sulla strada che ha già percorso nell'ultimo campionato. Mi parlano di orgoglio Hellas, questo è l'orgoglio che vorrei sempre vedere in campo, il carattere che piace alla gente, al presidente, ai tifosi».
E adesso?
«Bisogna accantonare la Coppa. Godiamoci questa vittoria fino a domani poi torniamo a lavorare. Riparleremo di Coppa a novembre, ora dobbiamo pensare al campionato. Venerdì si parte, sarà una stagione lunga e difficile, dobbiamo farci trovare pronti».
Ma c'è tanto entusiasmo nell'ambiente...
«Lo capisco. La promozione ha portato tanta sicurezza nella squadra e nei tifosi, queste partite di Coppa ci hanno fatto capire che possiamo starci anche noi, che possiamo raggiungere obiettivi importanti, se ci crediamo. Dobbiamo lottare sempre così, consapevoli della nostra forza ma rispettosi dei nostri avversari. Sempre con i piedi per terra».
D'Alessandro ha fatto subito bene?
«Un ragazzo che ha qualità, un investimento importante in prospettiva. È un ragazzo del '91, deve ancora crescere tanto ma si è inserito bene, ha capito che questa è un'occasione importante per lui».
Mancano ancora un paio di pedine per completare l'organico...
«Ne ho parlato con il presidente, i nostri obiettivi sono chiari ma non dobbiamo scoprire le carte e non possiamo alterare gli equilibri del nostro gruppo»
Mandorlini dà la carica: «Vincere, voglio questo»
LA GARA DI STASERA. Il tecnico gialloblù trova al secondo turno un'altra delle sue ex squadre: «Per noi questa manifestazione è importante, non vogliamo certo sottovalutarla». In caso di qualificazione, probabile sfida al Parma
20/08/2011
Dev'essere splendido avere il destino come alleato. Una goduria autentica, con quel passato che ritorna proprio al momento più propizio per prenderlo a schiaffi. Vicenza prima, Sassuolo adesso. Serviti su un piatto d'argento, casuali molle per caricare di adrenalina Andrea Mandorlini, uno che di scariche elettriche ama cibarsi. Ci sarà un motivo per cui il feeling con Verona ha raggiunto cime tanto elevate.
Neanche un regista abbonato agli Oscar avrebbe potuto disegnargli un copione così allettante. Anche se è solo Coppa Italia, accantonata da molti ma non da chi ha fame di calcio come la gente dell'Hellas e il suo grande Generale. E allora ben venga il Sassuolo, anche per uno come Mandorlini che ama poco guardarsi indietro. Stavolta però è diverso, stavolta il percorso della Coppa un mezzo sorriso deve averglielo strappato al di là della montagna di buone risposte che il mister ha infilato nel bagagliaio del pullman dell'Hellas domenica di ritorno dal Menti.
Non ha lasciato un gran ricordo Mandorlini a Vicenza. Ci sta, non sempre puoi accomodare tutto. Meglio una verità di tante mezze bugie. Questione di coerenza. A Sassuolo, tre anni fa, non è andata tanto meglio, con una squadra che per metà stagione ha incantato l'Italia e fatto sognare quegli incalliti romantici che ancora credono alle favole del calcio.
Nel suo Sassuolo c'erano Poli e Andreolli, Zampagna e Noselli. Intelaiatura col marchio di fabbrica, ma da arricchire secondo il suo condottiero. «A gennaio chiesi qualcosa, mi risposero invece che la rosa andava bene così. E col tempo i rapporti si sono rovinati. Siamo stati a lungo in testa, valeva la pena provare ad arrivare fino in fondo. Ma è stata comunque un'annata positiva», racconta ora Mandorlini col tono distaccato proprio di chi già da un pezzo ci ha messo una pietra sopra.
Il Sassuolo adesso è soprattutto una straordinaria occasione per valutare gambe e testa prima del campionato e di un'annata cominciata troppo bene per non continuare sulla stessa direttrice. Una partita da vivere tutta d'un fiato, più eventuali supplementari e rigori. «Voglio vincere», dice chiaro e tondo Mandorlini, sempre più soddisfatto in attesa della prima al Bentegodi col Pescara e di qualche valore aggiunto negli ultimi attimi di mercato. «Voglio vincere» punto e basta, giusto per non lasciare spazio ad altri pensieri. Vincere per imparare a vincere, per continuare a farlo.
«Contenti tutti di aver eliminato il Vicenza, ma attenzione perché il campionato sarà un'altra cosa», è stato l'avvertimento lanciato da Gepy Pugliese subito dopo l'amichevole di Legnago. Parole da veterano, di chi forse ha già capito di che pasta è fatto il nuovo Hellas ma che al tempo stesso non può far correre troppo la fantasia. Piuttosto Pugliese vorrebbe tanto correre senza pensieri, senza una pubalgia che insieme ad un vecchio strappo addominale l'ha costretto a far tappa a Cesenatico, vecchio rifugio per molti infortunati cronici. Anche dell'Hellas. Ventuno i convocati per la vicina Emilia, con Pichlmann fermo per un ginocchio non proprio a posto.
Mandorlini intanto non molla di un millimetro. «Per noi la Coppa è importante, ci teniamo e tenteremo con tutte le nostre a fare più strada possibile», racconta il Generale, determinato quanto basta da darti l'impressione netta che anche stavolta qualcosa di effervescente capiterà. Come a Vicenza. Lo chiedono a gran voce gli 8.654 abbonati che magari già oggi diventeranno diecimila. Lo domanda anche Mandorlini, che guarda caso col suo Sassuolo perse ogni speranza di playoff proprio dopo un pari col Parma, all'ultima di campionato. Agli spareggi ci andò il Grosseto. Forse non è un caso che al terzo turno il Verona, vincendo, affronterebbe una fra Parma e Grosseto. Non può essere una fatalità. Anche stavolta, d'accordo con Mandorlini, il destino deve averci messo lo zampino.
Alessandro De Pietro
«Non cercavo rivincite ma sono molto contento per giocatori e tifosi»
ANDREA MANDORLINI
15/08/2011
Saltella in mezzo al campo dopo la rete di Hallfredsson. Lì Andrea Mandorlini capisce che il suo Verona ha vinto il derby di Coppa con il Vicenza. Alla fine, però, non risponde ai cori della Curva gialloblù in trasferta al Menti e si rifugia negli spogliatoi. «Non volevo alimentare altre polemiche - dichiara il tecnico dell'Hellas - non mi sono lasciato bene con i tifosi biancorossi, non potevo infiammare la piazza. I nostri ragazzi ancora una volta sono stati splendidi, festeggerò con loro al Bentegodi».
Una soddisfazione doppia...
«Sono molto contento, abbiamo vinto il derby e passato il turno in Coppa Italia ma, credetemi, non cercavo rivincite personali. Ho capito con il tempo che non serve a nulla. Neò calcio la rivalità è normale, quella tra Verona e Vicenza è molto sentita, non serve a nulla alimentare altre tensioni. Però sono soddisfatto per questo successo, soprattutto per i ragazzi, per i nostri dirigenti, per i tifosi».
Una lezione di calcio?
«Abbiamo fatto una buona partita ma non sottovalutiamo la prova del Vicenza. I biancorossi sono partiti bene, nei primi minuti ci hanno aggredito, ci hanno tenuti sempre molto bassi, non potevamo ripartire. Ma noi abbiamo un grande equilibrio, l'abbiamo dimostrato anche nell'ultima stagione, quando abbiamo strappato risultati importanti in campi difficili».
Il gol ha cambiato tutto...
«La rete di Abbate è arrivata al momento giusto. Cinici e fortunati? Non direi, abbiamo sfruttato bene le occasioni che abbiamo avuto. Senza dimenticare che dopo il gol del vantaggio abbiamo tenuto il campo con grande autorità, siamo arrivati al raddoppio ma potevamo segnare ancora».
Al primo test di B, squadra promossa...
«L'Hellas aveva fatto bene anche con la Sampdoria, una vera e propria corazzata. In effetti, però, quella era un'amichevole, questa è una partita diversa, con un traguardo da tagliare, un obiettivo da raggiungere. Ero curioso di vedere come reagiva la squadra, ho avuto risposte importanti».
Che campionato sarà per il Verona?
«Non posso dirlo adesso, ci sono ancora due settimane davanti prima dell'esordio. Stiamo lavorando bene, vedremo. Sì, è vero, nelle stagioni passate altre squadre promosse dalla C sono andate in A ma in questo momento dobbiamo stare con i piedi per terra».
Le favorite per la promozione?
«Sampdoria e Padova, lo dicono un po' tutti. Sono squadre che hanno investito molto e hanno giocatori di grande qualità».
FONTE: LArena.it