Data di nascita: | 17/07/1960 |
Luogo di nascita: | Ravenna (RA) |
Nazionalità: | Italiana |
Ruolo: | Libero |
Altezza: | 182 Cm. |
Peso: | 74 Kg. |
Posizione: |
CARRIERA DA ALLENATORE + - = | |||||
Squadra | Stagione | Partite | |||
Hellas Verona | 2010 - 2011 | 26 | |||
CFR Cluji | 2009 - 2010 | - | |||
Sassuolo | 2008 - 2009 | - | |||
Siena | 2007 - 2008 | - | |||
Padova | 2006 - 2007 | - | |||
Bologna | 2005 - 2006 | - | |||
Atalanta | 2003 - 2004 | - | |||
Vicenza | 2002 - 2003 | - | |||
Spezia | 1999 - 2002 | - | |||
Triestina | 1998 - 1999 | - | |||
Ravenna (da Vice) | 1994 - 1998 | - | |||
Manzanese | 1993 - 1994 | - |
CARRIERA DA GIOCATORE + - = | |||||
Squadra | Stagione | Partite | Goal | ||
Udinese | 1991 - 1993 | 42 | 2 | ||
Inter | 1984 - 1991 | 180 | 9 | ||
Ascoli | 1981 - 1984 | 73 | 5 | ||
Atalanta | 1980 - 1981 | 34 | 1 | ||
Torino | 1978 - 1980 | 27 | 0 | ||
Giovanili Ravenna | Fino al 1978 | - | - |
I gol del mister nell'Inter dei record '88-89: Inter 1-0 Lazio, Sampdoria 0-1 Inter, Ascoli 1-3 Inter |
NEWS E CURIOSITÀ + - =
Da giocatore ha conquistato il tricolore e la Supercoppa Italiana come 'libero' (il difensore centrale di una volta) nell'INTER dei record guidata dal 'Trap' nella stagione '88-'89, poi ha alzato la Coppa UEFA da vincitore nel '90-'91; da vice-allenatore ha conquistato il Campionato di C1 col 'suo' RAVENNA poi, diventato allenatore dello SPEZIA in C2, è arrivato primo nella stagione 1999/2000.
Emigrato in Romania nel 2009/2010 ha vinto tutto col CLUJ: Campionato, Coppa e Supercoppa rumena!
Arrivato a Novembre in soccorso ad un VERONA sconclusionato e quasi svogliato ha saputo fin da subito dare un certo equilibrio tattico ed un più ampio senso di squadra, certo chiedergli il miracolo di trasformare il ferro in oro sarebbe stato eccessivo e poi un conto è avere una squadra e degli uomini scelti in prima persona, altro e ben diverso conto è dover adattare le proprie idee agli uomini che si hanno...
Pragmaticamente MANDORLINI ha riportato pienamente in squadra gente come CANGI, RUSSO ed ESPOSITO (inspiegabilmente penalizzati dal 'Principe') ma il difficile è stato adattare una compagine pensata per il 5-3-2 di GIANNINI (che poi era pur passato anche ad altri temi tattici) al 4-3-3 senza avere a disposizione esterni d'attacco di ruolo, ecco dunque il 'sacrificio' di PICHLMANN a destra, il riadattamento di LE NOCI45 a sinistra o dietro le punte e poi il ritorno di BERRETTONI e la 'rinascita' di FERRARI come 'boa' in mezzo all'area: ora i gialloblù si sentono più sicuri e giocano più da squadra portando a casa prestazioni migliori e, a volte, pure risultati...
ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE + - =
- E' Serie B! Nulla da fare per la SALERNITANA nonostante la vittoria interna, ad esse per promosso fra i cadetti è il VERONA dell'osannato MANDORLINI che conquista definitivamente i tifosi scaligeri confermando la sua presenza anche per la prossima stagione: 'Voglio il derby con il Vicenza. Da allenatore del Verona'
- Rimonta esaltante, playoff e... Aiutini Il VERONA di MANDORLINI non parte male ma nemmeno bene: E' certamente più concreto di quello del predecessore GIANNINI ma pareggiando non si va da nessuna parte! Gli scaligeri si sbloccano dopo 5 gare e, dal 4 a 0 alla PAGANESE, sono autori di una rimonta esaltante che li conduce ai playoff come ultima squadra... Superato di volata il SORRENTO di PAULINHO l'HELLAS si trova a contendere la Serie B alla SALERNITANA sul campo e... Anche fuori (si vocifera di un fallimento economico per i campani in caso di mancata promozione) ma il mister, da fine conoscitore del calcio italiano e dei suoi 'particolari' meccanismi mediatici, si rivela in questa occasione un abile condottiero ed invita tutti a vigilare facendo infuriare gli avversari che chiederanno inutilmente un esposto federale
- Fanculo alla Champions! Febbraio, l'HELLAS rincorre un posto ai playoff e un giornalista chiede al mister se gli manca la Champions che poteva avere col CLUJI; MANDORLINI risponde così 'Per un mese, mese e mezzo ho pensato con rammarico alla Champions League che avevo lasciato in Romania. Ma è perchè non conoscevo ancora Verona. Adesso che ho conosciuto Verona... beh... vaffan... anche la Champions!'
- 9 Novembre 2010 l'approdo al VERONA a sostituire l'esonerato GIANNINI; Scelta abbastanza sorprendente, per un allenatore che ha allenato in Serie A e arriva dal 'triplete' rumeno, accettare una squadra più vicina alla C2 che alla B: «In C avrei accettato solamente l'Hellas» dichiara infatti al quotidiano L'Arena...
- 'Potevo fare il vice di MOURINHO...' Il mister racconta qualche aneddoto della sua carriera da allenatore e calciatore 'Quando Josè Mourinho è andato all’Inter ho avuto un contatto per fargli da secondo. Mi ero sentito con Branca, con Beppe Baresi, che poi ha assunto quell’incarico. Sarebbe stata un’esperienza che avrei fatto volentieri. Da calciatore entrai in polemica con Maradona, dopo una partita tra Inter e Napoli: disse che menavo troppo. Diego era un grande come calciatore, ma in tante altre cose è stato tutt’altro che un esempio. E con gli argentini avevo avuto già problemi, per lo stesso motivo, quando ero un ventenne, all’Atalanta: coppa Italia con la Fiorentina, mi scontro con Daniel Bertoni. Va bene, io l’ho suonato, ma lui provocava, sputava'
- 'Il mio esonero dal CLUJI? Una vigliaccata...' Così il mister poco dopo il suo esonero dalla squadra del CLUJI con la quale aveva vinto Campionato, Coppa di Lega e Supercoppa in Romania "Quanto brucia questo esonero? Tanto, perché è stata una vigliaccata, un colpo basso, a due giorni dal mio debutto in Champions col Basilea. Avevamo fatto 8 punti in 7 gare, niente di drammatico, eravamo a metà classifica, si poteva tranquillamente recuperare. Bisognava avere pazienza, si arrivava da una stagione trionfale. Il presidente Muresan mi ha cacciato in videoconferenza dopo la sconfitta col Rapid Bucarest. Comunque mi sono preso la rivincita, anche se in ritardo: la Fifa ha deciso che per il licenziamento immotivato il Cluj deve pagare danni e arretrati a me e al mio staff"
- 'Adesso mi sono rotto le balle!' Mister MANDORLINI allena il SIENA e dopo il deludente pareggio interno con la REGGINA i tifosi contestano, la società mal sopporta la situazione mentre i media soffiano sul fuoco della polemica... Il mister sbotta "E' dalla prima giornata di campionato che vengo considerato in un certo modo e mi sono anche un po' rotto le balle... Vorrei riuscire a parlare direttamente alla gente, ma voi non mi aiutate" dice ai giornalisti radunati per la conferenza stampa di presentazione della gara successiva
- Lo chiamavano "Faccia d'Angelo" all'INTER con quegli occhi azzurro chiaro, i riccioli neri e l'espressione del bravo ragazzo ma il mister sia in campo che da allenatore poco aveva a che fare con gli alati emissari divini! Carattere sanguigno, testardaggine ed il fatto di non mandarle a dire gli ha procurato non pochi 'fastidi' nella carriera...
- Assolto dall'accusa di 'bancarotta fraudolenta' a Novembre 2002 quando il mister allena il VICENZA: Il processo a suo carico riguardava il fallimento della Promoter Engeneering di Como della quale l'ex calciatore era stato anche presidente ed era fallita nel 1998
- A fine 2001 denunciava per diffamazione Mascia Ferri che, dal reality "Grande Fratello", lo indicava come amante...
RASSEGNA STAMPA + - =
Andrea Mandorlini
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Andrea Mandorlini (Ravenna, 17 luglio 1960) è un ex calciatore e allenatore di calcio italiano, dal 9 novembre 2010 alla guida dell'Hellas Verona.
CARRIERA
Giocatore
Cresciuto nel Ravenna, ha iniziato a giocare nel calcio professionistico nel Torino, con cui ha fatto il suo esordio in Serie A il 4 febbraio 1979 appena diciottenne. Dopo le 5 presenze nel primo campionato ne giocò 22 l'anno successivo, prima di passare all'Atalanta in Serie B.
Tornò a giocare in A con l'Ascoli, dove rimase per tre stagioni prima di venire chiamato dall'Inter nel 1984. A Milano giunse all'apice della carriera, arrivando a vincere il prestigioso "scudetto dei record" con Giovanni Trapattoni. Vinse quindi la Supercoppa Italiana e la Coppa UEFA nel 1991, nella sua ultima stagione al club.
Approdato all'Udinese, dopo due stagioni, nel 1993, appese le scarpette al chiodo.
Vanta anche una presenza in Nazionale Under 21.
Allenatore
Iniziò ad allenare fra i dilettanti della Manzanese nel 1993-94, subentrando a campionato in corso e non riuscendo ad evitare la retrocessione. Fra il 1994 e il 1998 fu allenatore in seconda al Ravenna. L'anno successivo subentrò alla guida della Triestina ad inizio campionato in Serie C2 e la guidò fino al termine della stagione.
Nel 1999, chiamato allo Spezia ben figurò con la conquista della Serie C1 alla prima stagione, senza perdere nessuna partita, e sfiorando nel 2002 la Serie B perdendo ai play-off.
Chiamato al Vicenza nel 2002-03, vi rimase solo per un anno: partito malissimo, riuscì a risollevare la squadra a metà campionato, salvo poi crollare in primavera e farsi sfuggire una promozione ormai probabile. L'anno successivo guidò l'Atalanta alla conquista della massima serie, ma venne presto esonerato alla prima stagione in Serie A, con la squadra bergamasca all'ultimo posto in classifica e senza vittorie all'attivo.
Dopo essere subentrato come allenatore del Bologna nel 2005, è stato esonerato il 5 marzo 2006.
Dal dicembre 2006 è stato sulla panchina del Padova in serie C1/A. Alla guida della societa patavina ha disputato un buon girone di ritorno, scalando la classifica dai bassi fondi fino a raggiungere la zona play-off a quattro giornate dalla fine, poi però uscendone fallendo le ultime partite decisive. Al termine della stagione il suo Padova si è classificato settimo fallendo la qualificazione ai play-off per salire in Serie B.
Nel giugno 2007 ha rescisso consensualmente il suo contratto con il Padova ed è stato ingaggiato dal Siena in serie A. Nonostante la squadra abbia espresso talvolta un bel gioco, i risultati non sono stati positivi (solo una vittoria in dodici giornate) e il 12 novembre dello stesso anno, Mandorlini viene esonerato, sostituito dall'ex tecnico Mario Beretta.
Il 7 luglio 2008 viene annunciato l'ingaggio di Mandorlini (con contratto biennale) da parte del Sassuolo, neo promosso in Serie B. La squadra disputa una eccellente stagione e sfiora l'accesso ai playoff per la promozione in Serie A, tuttavia il 10 giugno 2009 l'allenatore ravennate lascia il Sassuolo dopo l'addio del direttore generale Bonato.
Nel novembre 2009 viene ingaggiato dai rumeni del CFR Cluj, con cui vince subito il campionato. Ad una settimana e mezza dalla conquista dello scudetto realizza una tripletta vincendo anche la Coppa di Romania e la Supercoppa di Romania battendo per quest'ultima ai rigori l'Unirea Urziceni in finale.
Nel settembre 2010 viene esonerato dopo appena sette giornate.
Il 9 novembre 2010 viene chiamato sulla panchina dell'Hellas Verona, in Lega Pro Prima Divisione, per sostituire l'esonerato Giuseppe Giannini. Mandorlini ha ricevuto il compito di ottenere il salto di categoria, obiettivo già imposto al tecnico romano.
Palmarès
- Giocatore
Competizioni nazionali
Campionato italiano: 1
Inter: 1988-1989
Supercoppa italiana: 1
Inter: 1989
Competizioni internazionali
Coppa UEFA: 1
Inter: 1990-1991
- Vice-Allenatore
Campionato italiano di Serie C1: 1
Ravenna: 1995-1996
- Allenatore
Campionato italiano di Serie C2: 1
Spezia: 1999-2000
Campionato rumeno: 1
Cluj: 2009-2010
Coppa di Romania: 1
Cluj: 2009-2010
Supercoppa di Romania: 1
Cluj: 2010
FONTE: Wikipedia.org
SERIE B
Verona, Mandorlini: "Resto qui"
20.06.2011 22:00 di Gaetano Nacci
Il Verona è stata, assieme alla Juve Stabia, tra le ultime squadre a compiere il salto in cadetteria. L'allenatore dei gialloblù Mandorlini ha deciso di restare alla guida degli scaligeri anche nella prossima stagione. L'ex Cluj, infatti, ai microfoni di seriebnews.com, ha dichiarato: "Anche nella prossima stagione allenerò il Verona. Ho ancora un anno di contratto e intendo rispettarlo, visto e considerato inoltre che mi sono trovato molto bene in questi mesi. Reputo Verona una piazza importante, con la squadra, che dopo quattro anni di purgatorio, torna quantomeno a giocare nel campionato di Serie B"
FONTE: TuttoBari.com
20 giugno 2011 Ravenna Cronaca
"Complimenti a Mandorlini per la serie B"
L'intervento del vicesindaco Giannantonio Mingozzi
La squadra di calcio Hellas Verona, guidata dal 9 novembre 2010 dal ravennate Andrea Mandorlini, è stata promossa in serie B dopo le finali play off giocate contro la Salernitana.
Il vicesindaco Giannantonio Mingozzi si complimenta con Mandorlini per il risultato conseguito deplorando il fatto che l’allenatore “sia stato vittima di vere e proprie aggressioni a fine partita allo stadio di Salerno.
Mi fa piacere complimentarmi con un protagonista dello sport che non dimentica mai le sue origini ravennati e l’amore per la città. Bravo Andrea, in bocca al lupo per la B in attesa di rivederti in A”.
FONTE: Ravenna24Ore.it
Mandorlini: "Ed ora il derby col Vicenza"
20/06/2011 - 10:19
"Conoscevamo alla vigilia le insidie legate alla gara di ritorno, grazie al carattere dei miei uomini abbiamo legittimato il raggiungimento dell'obiettivo"
SALERNO - Una sfida disputata allo stadio "Arechi" permise ad Andrea Mandorlini di subentrare sulla panchina dell'Hellas, un'altra di centrare la promozione in Serie B. Si è sempre detto fatalista, il mister ravennate, ma questa sembra la vera e propria chiusura del cerchio, come si suol dire.
Tralasciando l'inaccettabile situazione creatasi all'interno della sala stampa campana, il tecnico dedica immediatamente il proprio pensiero ai tifosi: "Sono stati grandissimi, questo successo lo dedico a loro che non hanno mai fatto mancare il proprio supporto. Conoscevamo alla vigilia le insidie legate alla gara di ritorno, tuttavia grazie al carattere dei miei uomini abbiamo legittimato il raggiungimento dell'obiettivo".
Dopo un approccio caratterizzato da un baricentro basso, i gialloblù sono avanzati nella ripresa: "C'era troppa voglia in noi di acciuffare la cadetteria, mettendo alle spalle tutte le vicissitudini. Vincere così è ancora più bello".
Ovvi gli interrogativi sul futuro dell'ex Cluj, che non ha dubbi: "Voglio il derby con il Vicenza. Da allenatore del Verona".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini aggredito in sala stampa
19/06/2011 21:00
Vergognoso e grave episodio di violenza negli spogliatoi dello stadio "Arechi" di Salerno. L'allenatore del Verona, Andrea Mandorlini, è stato aggredito nella sala stampa dello stadio mentre si preparava alle interviste di rito. Il tecnico gialloblù è stato subito soccorso dall'addetto stampa, Simome Puliafito, ed ha abbandonato la sala tra gli insulti di alcuni sedicenti giornalisti salernitani.
Poco dopo è arrivato il questore di Salerno, Antonio De Jesu, che ha deciso di interrompere ogni attività di televisioni e giornali, affermando che "non ci sono le condizioni per svolgere interviste".
Un epilogo sconcertante dopo la promozione conquistata dall'Hellas, al termine di una partita accompagnata da un clima di tensione, con continui lanci di oggetti in campo da parte dei tigosi campani.
Appena è finito l'incontro nella curva della Salernitana è stato anche esposto uno striscione: "Gli ultras del Verona: Bossi e Maroni", che nessun agente ha fatto rimuovere.
FONTE: TGVerona.it
18 Giu 2011
Verona, Mandorlini predica calma: “Restiamo tranquilli”
SANDRA’ – Non servono grandi discorsi per spiegare il valore della gara di ritorno della finale play-off. Ne ha dato dimostrazione Andrea Mandorlini, presentando il match di ritorno tra Salernitana e Verona: “Siamo pronti, speriamo di aver fatto tutto nella maniera giusta, sarà il campo a dire se siamo stati bravi. Dal nostro punto di vista c’è tranquillità, un paio di giocatori sono in dubbio, verificheremo fino all’ultimo istante la loro disponibilità”.
Molto han fatto discutere gli attacchi e le minacce comparse su alcuni social network all’indirizzo del tecnico ravennate: “Ci sono una tattica in campo ed una al di fuori. Cercano di colpire in primis l’allenatore, ma non hanno capito che i miei giocatori sono molto più forti, cercheremo di dar vita ad una grande partita. Si tratta di un costume non proprio bello, tuttavia fa parte del gioco. I miei uomini dimostreranno il proprio valore sul rettangolo verde”.
Diverse le defezioni tra i granata, ma l’ex Cluj si concentra solo sulla squadra scaligera: “Cercheremo di giocarcela, quello è poco ma sicuro. Non mi interesso delle assenze avversarie, penso esclusivamente alla mia formazione”.
Guai a parlare di bilanci prima di aver giocato le proprie carte fino in fondo: “Sono stato fortunato a novembre nell’intraprendere la scelta di venire a Verona, spero che la buona sorte mi accompagni ancora qualche giorno. A noi le parole non servono molto, l’Hellas è sempre stato alle regole in campo e fuori”.
FONTE: HellasVerona.it
Mandorlini avvelena la finale e la Salernitana lo querela
Con una nota apparsa sul suo sito ufficiale, la Salernitana ha replicato al tecnico del Verona, mister Mandorlini: "In relazione alle inopportune e destabilizzanti dichiarazioni rilasciate ieri dal tecnico dell’Hellas Verona Andrea Mandorlini riprese oggi da numerosi organi di stampa - si legge nella nota, - la Salernitana Calcio 1919 SpA informa di aver dato mandato ai propri legali di avviare le azioni necessarie a tutelare in tutte le sedi l’immagine e l’onorabilità del club".
Ecco cosa aveva dichiarato a fine allenamento Mandorlini (dichiarazioni prese dal giornale "L'Arena")
La Salernitana fa paura?
«Una bella squadra. Sono retrocessi dalla B, hanno tenuto giocatori importanti e li hanno integrati con gente di categoria e tre o quattro ragazzi interessanti. Hanno fatto un buon campionato, non è facile lottare per le prime posizioni con una società sempre in difficoltà, hanno raggiunto i play off nonostante i punti di penalità. sono stati molto bravi, il mister e la squadra».
«La B o il fallimento», dicono...
«Diciamo che fanno pretattica e noi non dobbiamo cadere nella trappola. Però leggiamo, sappiamo leggere, leggono tutti. Un paio di settimane fa ci avevano provato quelli del Sorrento, adesso tocca a quelli della Salernitana. Ho visto l'articolo sulla Gazzetta, piangono, dicono che se non vanno in B ci sarà un fallimento sicuro. Lanciano un messaggio al Palazzo. Mi hanno chiesto chi toglierei alla Salernitana. Non ho mai pensato a un giocatore, vorrei togliere Nicola Salerno, il loro direttore sportivo. Sta nel calcio da tanti anni, lavora a Salerno ma vive a Trieste dove tutti gli anni organizzano la Barcolano, una manifestazione di barche a vela. Diciamo che lui è un personaggio "navigato", sa come muoversi. Basta pensare a quello che è successo nella semifinale play off con l'Alessandria».
Ha sentito Sarri?
«No, non l'ho sentito. Ma ho letto quello che ha dichiarato. Lui veste sempre di nero, è molto attento alle negatività e nella doppia sfida con la Salernitana ne ha rilevate tante. L'Alessandria ha chiuso il campionato con due espulsioni contro, nelle due partite con i campani ha chiuso sempre in nove, quattro a fare la doccia prima del fischio finale. E poi quel rigore, quello che ha riaperto la gara. Il fallo è stato fatto un metro fuori... Diciamo che la Salernitana ha già avuto tanti aiuti in campo, sono più che sufficienti».
Inserito - sabato 11 giugno 2011 13:12:59
FONTE: Salernitana.org
Mandorlini accende Verona-Salernitana: “Chiedo aiuto all’arbitro”
BY ANDREA IZZO – JUNE 11, 2011
Alla vigilia della sfida che vale la serie B tra Verona e Salernitana, parla il tecnico dei veronesi che alla domanda “Chi toglierebbe agli avversari” risponde molto sicuro: “Toglierei il loro direttore sportivo che è molto importante!“. Ma non è tutto perchè poi parla anche di aiuti dicendo “Gli aiuti vanno dati alle società sane” e qui un riferimento anche alla situazione della Salernitana che se non passa in serie B rischia molto a livello di bilancio. “Loro sono già stati aiutati, speriamo che aiutino anche noi” conclude ancora Mandorlini.
Mister MANDORLINI poco prima della finale all'Arechi... |
Dichiarazioni che hanno fatto arrabbiare e non poco la Salernitana che oggi ha replicato con il seguente comunicato stampa:
“In relazione alle inopportune e destabilizzanti dichiarazioni rilasciate ieri nel corso di un incontro con i giornalisti dal tecnico dell’Hellas Verona, Andrea Mandorlini , e riprese oggi da numerosi organi di stampa, la Salernitana Calcio 1919 SpA informa di aver dato mandato ai propri legali di intraprendere tutte le azioni necessarie a tutelare l’immagine e l’onorabilità del club. Nello specifico, la Salernitana Calcio 1919 SpA ha inoltrato un esposto ai competenti organi federali chiedendo che venga aperto un procedimento in sede di giustizia sportiva. Al Consiglio Federale è stata altresì chiesta l’autorizzazione a procedere per via ordinaria“
FONTE: DirettaRadio.it
Il Caso - Perché, se perdi, devi picchiare chi ti batte?
lun, 06 giu 10:35:00 2011
Aggredito dai giocatori del Sorrento il tecnico del Verona Mandorlini: era andato a salutare i tifosi gialloblù sotto la curva e ai giocatori avversari, eliminati dai playoff, il gesto non è piaciuto
Il fatto che Andrea Mandorlini provi a spegnere la polemica gli fa onore, ma la saggezza del tecnico dell'Hellas Verona non deve comunque fare da deterrente nel parlare di un episodio - l'ennesimo poco edificante - del calcio italiano.
E' vero, di solito sono i tifosi gialloblù a essere considerati "cattivi". Più volte sanzionati in tutte le categorie, sono famosi soprattuto per essere un pubblico razzista, ma questa volta non c'entrano.
Nei playoff di LegaPro, forte della vittoria per 2-0 dell'andata, il Verona ha approfittato dell'1-1 del ritorno per eliminare dalla corsa-promozione il Sorrento. La gara era fuori casa per gli scaligeri, che sono riusciti comunque a essere accompagnati in Campania da alcuni irriducibili sostenitori, che si sono comportati bene.
Sono stati talmente apprezzati che il tecnico, alla fine dell'incontro, ha voluto andare a salutarli sotto la curva. Non l'avesse mai fatto! Il gesto non è piaciuto a qualche giocatore del Sorrento, che ha pensato bene di aggredire Mandorlini, forse per frustrazione.
L'allenatore, come già sottolineato, in maniera signorile smorza i toni. "Bisogna anche sapere accettare le sconfitte, sono andato a salutare dei tifosi che ci hanno seguito con grande sacrificio, senza mancare di rispetto a nessuno - sono le sue dichiarazioni sul sito ufficiale dell'Hellas Verona - La prima corsa fatta è stata per complimentarmi col mister avversario per la qualità della sua squadra, indipendentemente da questo abbiamo centrato un grande risultato. Una sfida sofferta fino alla fine, caratterizzata dalle molteplici occasioni. Sono molto, molto contento".
Fair play dunque da parte di Mandorlini, ma è ovvio che una situazione del genere non è affatto normale e andrà sanzionata - possibilmente in maniera pesante - nella giusta sede. Le domande però sono molteplici e le giriamo a voi.
Perché il calcio rischia sempre di dare alla testa e chi non sa perdere arriva addirittuta ad alzare le mani?
Perché di questo episodio si è parlato e letto pochissimo (passando praticamente sotto silenzio), mentre se l'Hellas fosse stata protagonista in negativo si sarebbe fatto probabilmente un gran baccano?
Perché, soprattutto, in un momento in cui la LegaPro è nell'occhio del ciclone per il calcio-scommesse, chi non è coinvolto non riesce comunque a riscattare l'immagine di un calcio malato?
Eurosport
FONTE: It.EuroSport.Yahoo.com
QUI HELLAS
MANDORLINI: "Rimessa in piedi una stagione nata male, ora ci giochiamo un sogno"
01.06.2011 11:48 di Marco Ambrosi
Andrea Mandorlini, allenatore del Verona, in esclusiva a Radio Sportiva dopo la vittoria per 2-0 sul Sorrento nella gara d´andata del playoff per la promozione in Serie B:
"Siamo riusciti a rimettere in piedi una stagione nata non bene, dalla delusione dello scorso anno. Siamo lì a giocarci un sogno importante, ieri abbiamo vinto ma era solo il primo round: pensando a dove eravamo tre mesi fa, a lottare per i playout, abbiamo fatto un mezzo miracolo. I ragazzi hanno trovato la voglia di rimettersi in gioco dopo la grande amarezza, abbiamo ricompattato il gruppo intorno alla voglia di ribaltare la situazione. La doppietta di Ferrari? Anche lui si è rimesso in gioco, ha patito la pressione di indossare la maglia dell´Hellas, che in Lega Pro c´entra poco: l´emblema dello spirito di questa squadra è proprio lui. Anche io l´ultima serie C l´avevo fatta 11 anni fa, ho fatto come questi giocatori, la mia carriera lo dimostra. In Romania avevo vinto campionato, coppa e supercoppa, il giorno prima dell´esordio in Champions sono stato esonerato: motivi di diversità di vedute, è stata una grande delusione. Il primo mese è stato difficile per me, passare dalla Champions a Verona: adesso sono contentissimo, evidentemente era destino".
FONTE: TuttoHellasVerona.it
INTERVISTE ESCLUSIVE
Verona, Mandorlini a TLP: "Lo Spezia? Ho il contratto con l'Hellas"
"Ci prepariamo per i playoff. Parte in vantaggio il Sorrento, dobbiamo invertire questa tendenza"
20.05.2011 00:00 di Orlando Savarese
Il Verona può tornare in Serie B, e poi chissà. Il compito di guidare di nuovo alla cadetteria i gialloblù è difficile, ma il tecnico Andrea Mandorlini sa quanto i suoi giocatori possono dargli. Subentrato dopo la sconfitta in casa della Salernitana, Mandorlini ha lavorato sulla tattica e sulla mentalità dei giocatori, riportando ben 37 punti in 22 partite. Comunque agli spareggi ci sarà di fronte un Sorrento che ha tutto per fare bene, ne nascerà quindi un gran bel confronto. Grazie agli scaligeri Mandorlini si è rimesso in mostra e ora lo Spezia sarebbe interessato a lui per tornare a pensare in grande. Intervistato in esclusiva da TuttoLegaPro.com, l’allenatore romagnolo dà comunque la priorità al Verona.
“Aver centrato il primo obiettivo dei playoff è stato importante – ha dichiarato Mandorlini – La squadra l’ho trovata anche bene: abbiamo ripreso la preparazione mercoledì, quindi questa settimana la impieghiamo per recuperare ancora, e la prossima penseremo concretamente al Sorrento”.
Il Verona a inizio stagione era stato costruito per un campionato ancora migliore di questo: al primo posto ci è arrivato il Gubbio. È meritato secondo lei questo trionfo della squadra di Torrente?
“Senza dubbio il trionfo del Gubbio è meritato: i numeri hanno parlato chiaro, quindi, complimenti a mister Torrente, alla squadra e a tutta la società, perché hanno vinto un campionato importante. Non so quali dovessero essere i nostri obiettivi in partenza, ma sicuramente dovevano essere migliori di questi. Non sempre la stagione parte come uno vorrebbe, ma siamo riusciti a rimetterci in discussione e raggiungere questo primo obiettivo”.
Possiamo dire che, rispetto alla precedente gestione, la svolta è stata nella tattica: il Verona lei lo ha impostato con quella precisa idea del 4-3-1-2, e rispetto a prima le cose sono andate un po’ meglio.
“Sinceramente non so quale fosse l’idea tattica di chi mi ha preceduto. È chiaro che i risultati penalizzavano il valore di questa squadra, ma chiaramente abbiamo dato un po’ di punti di riferimento che secondo me erano importanti e le cose sono migliorati. Secondo me, l’idea di Giannini era diversa: magari ci voleva un po’ di tempo in più per assimilare le sue idee, ma adesso conta poco dire queste cose qui”.
Questo Sorrento, che dovrete affrontare nei playoff, che squadra è?
“I numeri dicono che è stata l’antagonista principale del Gubbio. Ha disputato una stagione importante, e parte con il favore del pronostico, visto che ha ottenuto il secondo posto in classifica: a parità di risultati andrebbero avanti loro, quindi partiamo in rincorsa. La percentuale è ancora a favore del Sorrento, almeno un 60-40. Speriamo di cambiare questa tendenza”.
È meglio giocare l’andata al “Bentegodi”, oppure sarebbe stato meglio giocare il ritorno davanti al pubblico amico?
“Giocare il ritorno in casa avrebbe significato per noi arrivare al posto del Sorrento: ormai questi discorsi sono relativi. Sono sempre partite che bisogna calcolare nei centottanta minuti. Bisogna fare sempre bene la prima, e poi il campo del Sorrento è particolare, perché loro sono abituati di più a giocare in spazi stretti”.
Sappiamo che lei è di Ravenna, quindi crediamo che le pianga il cuore dopo aver visto il Ravenna fare harakiri in così poco tempo: ha perso 7 punti e da una comoda salvezza ora si trova a fare i playout.
“Dispiace, perché è la squadra della mia città. Chiunque commette degli errori, paga. Non vorrei entrare in merito, perché c’è chi deve stabilire e giudicare. Il giudizio è stato severo e amaro, e vuol dire che qualche errore c’è stato. È la realtà e bisogna accettarla”.
Ventisei anni fa, praticamente in questo periodo dell’anno, il Verona vinceva lo scudetto. Ora ci sono i playoff che dovranno portare alla Serie B e costituire un viatico, magari per un futuro ritorno in A.
“La storia dell’Hellas la conosco: ai tempi dello scudetto io giocavo nell’Inter, fummo antagonisti del Verona nel nostro campionato. Anche loro furono nostri antagonisti, ma alla fine arrivarono primi, quindi è una gioia che rimane nella storia di questo club glorioso. Magari si riuscisse a tornare ai fasti di un tempo: sarebbe una cosa indescrivibile riportare il Verona almeno in Serie B. I programmi si fanno di volta in volta: bisogna prima vincere questi playoff che sono difficili, ma affascinanti”.
A proposito di scudetti, forse non tutti sanno che lei un anno fa divenne campione di Romania con il Cluj, e poi vinse Coppa nazionale e Supercoppa. Cosa rimane dell’esperienza rumena?
“Restano le vittorie, perché credo che nessun allenatore straniero avesse mai vinto tanto in quella terra lì, quindi fu un’esperienza importante. Fui alla guida di una squadra che si qualificò per la Champions’ League, e il rovescio della medaglia è stato quando, ventiquattro ore prima della Champions’, lasciai. Rimane l’amarezza, ma le vittorie non te le porta via nessuno. E poi, bisogna anche vedere la scelta che hanno fatto: in campionato sono oltre il decimo posto e sono fuori da tutto. A volte le scelte si pagano, ed è giusto che abbiano pagato amaramente questa scelta che hanno fatto, dopo che uno aveva vinto tutto”.
Torniamo in Italia: cosa prevede il suo impegno con il presidente del Verona Martinelli?
“Ho un altro anno di contratto: sono in una botte di ferro, sto bene a Verona e sono orgoglioso di allenare questo club. Poi, io e il presidente abbiamo un rapporto che va oltre quello lavorativo, ci troveremo, parleremo di tutto e mi auguro soprattutto che si possa programmare in base anche alla vittoria del risultato sportivo. Se così non dovesse essere, sarà sempre un discorso tra me e lui, con molta serenità”.
Quindi il patron dello Spezia Volpi dovrà mettersi l’anima in pace? Lei proprio in queste ultime ore è stato accostato insistentemente allo Spezia del futuro.
“A La Spezia lavorammo bene: vincemmo un campionato senza mai perdere, poi per due stagioni disputammo i playoff in C1. Quanto a Volpi, non lo so cosa farà. So solo che ho un contratto col Verona, mi auguro di poter essere ancora qua e di parlare di nuovo con Martinelli. Poi vedremo insieme quello che sarà il futuro, ma per quanto mi riguarda, il mio futuro è già siglato da un contratto col Verona. Punto e basta”.
FONTE: TuttoLegaPro.com
18.05.2011
Mandorlini: «Disposto a tutto se l'Hellas va in B»
PERSONAGGIO ANCHE IN TV. Un mattatore a «Lunedì nel Pallone». «Rossi si era buttato nella fontana dopo un derby? Non ho problemi, sono pronto a fare ciò che volete. Adesso, però, dobbiamo pensare solo al Sorrento»
Ha carattere, idee chiare, un po' d'ironia, quel pizzico di scaramanzia che non guasta mai. Andrea Mandorlini ha le qualità del condottiero, l'ha confermato anche l'altra sera a «Lunedì nel Pallone», la trasmissione di Tele Arena condotta da Gianluca Tavellin. Tante telefonate, centinaia di sms, la stima della gente per l'allenatore che ha portato l'Hellas ai play off. Adesso deve guidare i gialloblù in serie B, questo il nuovo traguardo. Tante insidie lungo la strada ma lui ci crede, ci credeva anche quando ha preso in mano una squadra ai confini dei play out per portarla nei quartieri alti della classifica. Un po' sornione, un po' guascone... da romagnolo vero. Si emoziona quando chiama Remo Morini da Sassuolo, il dirigente accompagnatore della squadra emiliana. «Ciao Remo, come stai? Questa è una bella sorpresa - ammette - mi fa piacere sentirti, abbiamo passato insieme dei bei momenti».
Sorride quando rivede un'intervista fatta da Civoli per Novantesimo minuto. Divisa sociale dell'Inter, cravatta slacciata, sorriso d'ordinanza. «Occhi azzurri e ricciolo moro - butta lì - mica male quel ragazzino». Scherza quando scorrono le sue immagini con la maglia nerazzurra. Lui che va sulla fascia, lui che crossa, lui che fa gol di testa. «Ma avevo anche un bel sinistro, non c'è che dire - sottolinea - e poi facevo anche due o tre gol a stagione, mi facevo rispettare in area avversaria, favorivo anche i miei compagni di squadra». Racconta dello scudetto dell'Inter, di Passarella e Trapattoni, di Rummenigge e Fanna... «Passarella aveva dato un calcio a un raccattapalle, fu squalificato sei giornate - dice - il Trap decise di farmi giocare libero, mi confermò in quel ruolo anche l'anno dopo e arrivò lo scudetto. Ho fatto benissimo ma giocavo con veri campioni e grandi amici come Matteoli, Bergomi, Fanna... Guardalo lì Pierino, guarda come correva, non riuscivi a prenderlo neppure quando esultava dopo un gol».
Parla dell'Inter e di Trapattoni e pensa al Verona, al suo Verona. «Cos'è cambiato? Sicuramente l'atteggiamento - spiega - ho trovato una squadra in difficoltà, ho azzerato tutto, ho chiesto grande disponibilità ai ragazzi, mi hanno risposto sul campo. È vero abbiamo gettato al vento qualche occasione ma abbiamo sempre fatto il nostro dovere. Abbiamo ritrovato equilibrio, quello che serve in queste categorie. Sì, facciamo fatica a buttarla dentro ma centrocampo e difesa funzionano». In effetti nel girone di ritorno l'Hellas ha collezionato 32 punti, nessuno ha fatto meglio. «E non sono ancora soddisfatto - aggiunge Mandorlini - potevamo avere almeno cinque o sei punti in più, meritati non rubati. Potevamo chiudere con una classifica migliore».
Quinto posto, l'ultimo utile per i play off. Il Verona dovrà vedersela con il Sorrento, una squadra ostica, compatta, praticamente imbattibile quando gioca in casa, su un campo ai limiti della regolarità. E poi Paulinho, il bomber che ha fatto la differenza. In questo momento il brasiliano è fuori per un infortunio al braccio, potrebbe rientrare proprio contro il Verona. «In questo momento preferisco non pensare agli avversari - ammette Mandorlini - preferisco guardare in casa mia, ho capito in questi mesi che il gruppo è valido, può farcela. Dobbiamo preparare due partite perfette, pensare di far bene per 180 minuti ma può diventare determinante la prima sfida, quella al Bentegodi. Nel ritorno abbiamo vinto otto volte su nove in casa, cercheremo di vincere anche la nona. Successo al Bentegodi e pareggio fuori, come dice la media inglese? Magari, così passerebbe l'Hellas». Qualche anno fa, dopo la vittoria della Lazio sulla Roma nel derby capitolino, l'allenatore Delio Rossi si gettò nel fontanone del Gianicolo per rispettare la promessa fatta ai tifosi. E Mandorlini? Cosa potrebbe fare? «Per la promozione del Verona sono disposto a tutto, ma proprio a tutto - conclude - decidete un po' voi».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Hellas Verona, Mandorlini: "Restiamo concentrati solo sulla nostra gara"
13.05.2011 18:30
Non spende molte parole il tecnico dell'Hellas Verona Andrea Mandorlini relativamente alla tempistica con cui è stato penalizzato il Ravenna. Una sanzione che ridisegna nuovamente la classifica: "Mi sembra una farsa. Restiamo sulle cose serie, ovvero la partita che ci aspetta. Concentriamoci sulla trentaquattresima giornata, che deve garantirci l'accesso ai play-off. Pensiamo a stare bene, inutile dilungarsi su quanto accade fuori dal campo".
Più o meno chiaro chi sarà titolare al "Voltini": "I nomi a disposizione sono molti, nella mia testa dieci/undicesimi sono già definiti. Devo valutare una situazione, per il resto la formazione è fatta. Lasciare molti atleti in tribuna è difficile ma anche bello, affrontiamo gli ultimi giorni della regular-season con tutta la rosa al completo per cui preparatori e staff medico devono essere soddisfatti. Siamo consapevoli, convinti e basta. Andiamo a Crema con la certezza di non aver mai sbagliato Gubbio a parte, al di là dei pareggi o dei ko. Dobbiamo trovare la prestazione, in noi c'è grande voglia di fare".
Negli ultimi 90' si scatenerà il tam-tam degli aggiornamenti dagli altri campi: "Domenica scorsa avevo chiesto aiuto a Mazzola, poi la tensione della nostra gara mi ha portato a guardare i risultati solo dopo il fischio finale".
FONTE: HellasVerona.it
22.04.2011
Mandorlini suona la carica: «Punto sul gruppo»
DOMANI AL BENTEGODI C'È LA SPAL. L'allenatore sta gestendo una squadra che non sta male ma neanche scoppia di salute. «Ma non possiamo fermarci proprio ora». L'Hellas non ha giocatori risolutivi: «Però abbiamo altre qualità sulle quali puntare». Avversari in crisi? «Non mi fido delle loro assenze»
Chiama tutti a raccolta, il momento lo impone. La radiografia di Mandorlini è nitida, sincera come sempre. Il suo Verona non sta male ma neanche scoppia di salute. Niente di allarmante, le classiche piccole crepe di fine annata con cui tutti di questi tempi devono convivere. Come i malanni di stagione, oltre a cronici difetti che nessuno è capace di nascondere con un'invenzione. Questo il momento in cui avresti bisogno di una testa che spunta da un calcio d'angolo, di un guizzo quando proprio non riesci a trovare spazi, di uno a cui aggrapparti perché sai che prima o poi qualcosa si inventerà. L'Hellas invece non ha un Paulinho, tanto per intenderci. Mandorlini è chiaro. «Non siamo una squadra che ha dentro la giocata risolutiva. Non facciamo gol con le palle inattive, in generale concretizziamo poco. Per arrivare ai 24 di Paulinho dobbiamo metterci tutti gli attaccanti e qualche centrocampista. In compenso abbiamo altre caratteristiche e quelle dovremo sfruttare».
ASSALTO PAZIENTE. Mandorlini è diretto, sa già che Spal troverà. «Stanno bene, li ho visti in salute. Sono partiti per un campionato di vertice, poi hanno avuto dei problemi ma a quelli credo poco. Ognuno ha i suoi, le assenze degli altri mi importano relativamente. Di sicuro c'è bisogno di una partita accorta, giudiziosa. Ma in un modo o nell'altro dobbiamo vincerla. Remondina? Lo conosco, lo saluterò prima della partita. Non mi farà alcun effetto però pensare che l'anno scorso era qui al posto mio. Lui ci terrà particolarmente a far bene, ma noi dobbiamo andare per la nostra strada». Proprio Remondina in settimana ha etichettato l'organico dell'Hellas come il più forte del girone. Mandorlini replica con dati di fatto: «Non so se è davvero così. Mancano quattro partite, qualcosa potrà ancora accadere. Adesso però non siamo primi e nemmeno secondi, terzi o quarti. Evidentemente altri sono stati più bravi di noi».
ANSIA DA RINCORSA. L'Hellas non ha il fiatone, l'inseguimento al vertice non ha asciugato energie né acceso spie rosse. «A questo punto del campionato il Verona doveva essere come minimo dove si trova adesso, magari sotto l'aspetto psicologico sarà più problematico confermare questa posizione di classifica ma non possiamo fermarci proprio ora. Non abbiamo fatto niente, semplicemente il nostro dovere. Calcoli? Non è il momento, potremo pensarci quando mancheranno un paio di partite. Magari 50 punti neanche basteranno: vincere in casa e pareggiare fuori non ti dà certezze assolute. Una alla volta, senza andare troppo oltre».
TORNA A SORRENTO. In questi giorni non ha potuto non rileggersi il pomeriggio di Sorrento, rivedersi Paulihno, ribadire quanto fosse netto il rigore su Ferrari. «Se abbiamo intenzione di andare in serie B dovremo ripassare da Sorrento. Ora come ora ogni indicazione ci riporta lì. E io voglio prendermi la rivincita. Vero, fuori casa non abbiamo raccolto molto anche se qualche punto in più l'avremmo meritato. Magari non avremo neanche tutta questa personalità, ma a certi giocatori non possiamo chiedere tutto. Qualcosa per strada devi pur lasciare. È stato gratificante però sovvertire la tendenza con altre armi, quella del gioco in primis. Ognuno da qui in avanti avrà le sue carte da giocare. E noi sappiamo bene quelle su cui puntare».
FATTORE-BENTEGODI. Passa Mauro Gibellini, l'allenamento non è ancora iniziato. Il diesse è carico, già teso. «La Spal sarà un osso duro, vedrete. Ti concedono poco, sanno come ripartire. Dovremo fare molta attenzione, questa forse è la partita più importante di tutte. Le due in casa non dobbiamo sbagliarle, vincerle ci metterebbe quasi al sicuro». Per di più il Verona è in vantaggio negli scontri diretti con molte sue concorrenti, escluso il Como. Come avere un punto in più, bonus da custodire gelosamente. Prima però bisogna battere la Spal.
Alessandro De Pietro
06.04.2011
Mandorlini cancella tutti gli errori dell'Hellas
LA PALLA AL MISTER. Il tecnico gialloblù fa il punto della situazione alla ripresa degli allenamenti. «Attenti ai nostri avversari, stanno bene e sono molto rapidi». «Non bisogna sbagliare più niente ma non ho la bacchetta magica Facciamo sempre tutto noi, dobbiamo diventare più concreti»
Vincere. E non sbagliare più niente. Mandorlini vorrebbe eliminare in un sol colpo ogni difetto, ma la bacchetta magica non ce l'ha. «Siamo migliorati rispetto alle prime partite, ma rimaniamo troppo poco concreti. Pensateci, spesso facciamo tutto noi: creiamo, sbagliamo occasioni, commettiamo errori individuali in difesa. Troppi sinceramente. Da qui in avanti non possiamo più permetterceli». Messaggi chiari, lanciati in una settimana importante come poche. L'Hellas si gioca tutto, a partire da domenica. Salernitana permettendo.
ALTRO CHE SOSTA BENEFICA. Va controcorrente Mandorlini. Lui giocherebbe sempre, nonostante le esitazioni con Spezia e Bassano potevano suggerire un sospiro di sollievo per quell'ultima pausa stagionale che pareva arrivare proprio al momento giusto. «Sono dell'idea che staccare non aiuti mai, mi auguro che la squadra la spina l'abbia lasciata un po' attaccata. Per di più le soste al Verona non hanno mai fatto benissimo. Stavolta però non possiamo concederci il lusso di dover ripartire, adesso è il momento di correre».
CARISMA CERCASI. Di sicuro Andrea Mandorlini la presa non l'ha mai mollata, sempre attento ad ogni sfumatura. E a spingere sull'acceleratore. «Dobbiamo sopperire col gioco a difetti di personalità - sottolinea il mister - non ne abbiamo tantissima al contrario di quanto si è detto in questi giorni. E in un modo o nell'altro bisogna ovviare. Per questo sarà necessario continuare a prendere sempre possesso della partita, imporre il nostro gioco anche se costerà sacrifici supplementari. Individualmente devono tutti metterci qualcosa in più».
SCALDATI CAPITANO. Quando ha capito che la stagione di Paghera era finita, Mandorlini è andato dritto da Garzon. «Gli ho parlato appena ho saputo dell'infortunio a Fabrizio, ho spiegato a Stefano quel che vorrei da lui. È chiaro, non ha le caratteristiche di Esposito ma può adattarsi in quella posizione agevolmente e svolgere comunque un lavoro importante per la squadra. Le sue qualità possono darci dei vantaggi in quella zona del campo. Garzon lo sa, da qui alla fine l'alternativa ad Esposito è lui. Non sta benissimo, ha un problema alla schiena. Mi auguro possa stare meglio presto, Stefano sa come stringere i denti. Perché su un giocatore così so di poter contare ciecamente. Al di là del suo amore per l'Hellas».
DILEMMA BERRETTONI. Su Emanuele c'è un punto interrogativo grande così. Il resto della settimana darà il giudizio definitivo. Mandorlini non si sbilancia. «Faremo di tutto per averlo in campo, ma ricordiamoci che le alternative non ci mancano. Neanche Le Noci, Ferrari ed Hallfredsson sono al top. Ma non pensiamoci adesso, entriamo subito con la testa nella partita. Voglio una settimana al massimo».
AVVERSARIO DI QUALITA'. Della Salernitana ha visto qualche dvd, abbastanza per avere ulteriori conferme sulla pericolosità di una squadra che senza penalizzazioni avrebbe nove punti in più dell'Hellas. Mandorlini mette tutti in guardia: «Stanno molto bene, sono agili, sanno cosa fare in campo. Evidentemente la Salernitana si è compattata ancor di più negli ultimi mesi, il Bologna dimostra come dai problemi societari si possono trarre paradossalmente anche dei vantaggi. Dovremo giocare in maniera molto intelligente, essere equilibrati e usare sempre la testa».
NODO CARRUS. Ogni azione passa dai suoi piedi illuminati. Davide Carrus un paio d'anni fa un contatto col Verona l'aveva avuto, prima di scegliere il Mantova e la Serie B. Basilare per la Salernitana, così come importante sarebbe disturbarne l'azione fin dall'avvio. Mandorlini però allarga il quadro. «Bloccare Carrus non significa con certezza fermare la Salernitana, è senz'altro un elemento che conta ma attorno a lui ci sono tanti altri che hanno tanta esperienza anche in categorie superiori e abitudine a giocare gare come questa. La Salernitana è forte tutta, ma se giochiamo la partita che ho in mente io avremo buone probabilità di portarla a casa. Abbiamo lavorato duro per entrare nei play-off. E adesso vogliamo restarci con tutte le nostre forze».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Inter, Mandorlini:|’Potevo essere il vice di Mou’
03 aprile alle 15:42
‘Quando Josè Mourinho è andato all’Inter ho avuto un contatto per fargli da secondo. Mi ero sentito con Branca, con Beppe Baresi, che poi ha assunto quell’incarico. Sarebbe stata un’esperienza che avrei fatto volentieri’.
Andrea Mandorlini tecnico del Verona, si confessa e, in una chiacchierata a tutto tondo fra passato e presente, colora il suo racconto con aneddoti della sua vita calcistica. ‘Entrai in polemica con Maradona, dopo una partita tra Inter e Napoli: disse che menavo troppo. Diego era un grande come calciatore, ma in tante altre cose è stato tutt’altro che un esempio. E con gli argentini avevo avuto già problemi, per lo stesso motivo, quando ero un ventenne, all’Atalanta: coppa Italia con la Fiorentina, mi scontro con Daniel Bertoni. Va bene, io l’ho suonato, ma lui provocava, sputava. Oggi voglio restare tecnico del Verona, al di là di come andranno le cose nelle prossime settimane. Ho un altro anno di contratto, intendo rispettarlo. Poi toccherà alla società valutare. Verona bisogna viverla per capirla sul serio, e io ho appena cominciato a farlo’.
(Il Corriere Veneto)
FONTE: CalcioMercato.com
Mandorlini: per Verona vaffan... la Champions
27/02/2011 17:34
A fine gara show di Mandorlini ai microfoni di Tggialloblu. "Mister le manca la Champions?" la domanda. Risposta del mister: "Per un mese, mese e mezzo ho pensato con rammarico alla Champions League che avevo lasciato in Romania. Ma è perchè non conoscevo ancora Verona. Adesso che ho conosciuto Verona... beh... vaffan... anche la Champions!".
FONTE: TGGialloblu.it
Spal 1-1 Verona: Prima gara da allenatore dell'HELLAS per mister MANDOLRINI |
10 Novembre 2010
Mandorlini si presenta: «In C avrei accettato solamente l'Hellas»
L'INTERVISTA. Ha firmato un contratto biennale, porta 3 collaboratori. «Che fatalità. Non ho fatto la Champions, ora sono qui»
10/11/2010
Dopo il «triplete», l'Hellas. «L'unica squadra che avrei accettato in C». Andrea Mandorlini si presenta così alla nuova platea. Tre trofei vinti in un anno con il Cluj in Romania, poi la separazione lo scorso settembre. Adesso inizia una storia tutta nuova. Difficile, in una piazza difficile. Diventata giustamente diffidente. Mandorlini ripartirà dal 4-3-3, modulo che lo ha contraddistinto nella sua storia di allenatore. Avrà poco tempo per imparare come funziona il mondo gialloblù. Perché la strada che porta alla B si è fatta in salita. Ma anche perché le rivali dell'Hellas hanno già guadagnato un discreto vantaggio.
UN SEGNO DAL DESTINO. «Sono fatalista - dice - non ho avuto la possibilità di fare la Champions con il Cluj, ma mi ritrovo qui a Verona. Le vie del calcio sono infinite. So che da parte della piazza c'è grande aspettativa. Abbiamo poco tempo a disposizione per ripartire e provare a scalare la classifica. Cercherò di imparare in fretta di che pasta è fatto questo Verona».
PROGETTO BIENNALE. «Ho firmato per due anni - spiega ancora l'allenatore - in comune accordo con la società. La volontà è quella di riuscire a costruire qualcosa di importante. Il progetto esiste già, io dovrò cercare di valorizzarlo. Il modulo? Ho sempre lavorato sul 4-3-3. Ma adesso devo avere anche il tempo di capire bene le qualità di squadra. Verona, probabilmente, era nel mio destino. Qui è passato dalle giovanili anche mio figlio. Sono un allenatore del Nordest. In passato ero stato a Padova e Vicenza. Considero una bestemmia calcistica vedere l'Hellas relegato in C. Ma adesso conteranno solo i fatti».
RADICI GIALLOBLÙ. «Vorrei mettere radici. Riuscirci vorrebbe dire centrare i nostri obiettivi. In passato non sono mai riuscito a legarmi a lungo con un club, ma c'è sempre una prima volta. Oggi abbiamo bisogno di risultato, di continuità, di credibilità. La mia squadra dovrà accelerare, recuperare il terreno perduto, rimettersi in corsa per un ruolo importante nel campionato. Il compito che mi è stato assegnato non mi spaventa. Fossero state rose e fiori, adesso io non sarei qui. Verona e Verona. E va presa come tale. C'è grande senso di responsabilità da parte mia. Mi rendo conto che adesso la gente pretende solo fatti, punti, vittorie».
LA NUOVA TRUPPA. Il nuovo allenatore avrà il compito di stimolare un gruppo che fin qui è apparso in stato confusionale. «Dovrò stimolarli - sottolinea ancora Mandorlini - . Darò tutto me stesso, pretendo naturalmente massima collaborazione e disponibilità. Conosco già qualcuno: Esposito e Selva per esempio. Esposito era nella mia rosa a Siena, un giovane promosso in prima squadra. Selva l'ho allenato nella mia esperienza in terra emiliana». E proprio con Selva l'allenatore in passato a Sassuolo si era confrontato in maniera molto decisa. «Siamo due tipi molto schietti. Vulcanici. Non ce le siamo mandate a dire». Altra precisazione, sul mercato stavolta. «A gennaio faremo una mezza rivoluzione». Pensiero questo corretto, però, dalla società. Che ha parlato, invece, di «interventi mirati». Due o tre innesti di peso a sentire Martinelli.
LA STRATEGIA. I primi appunti di viaggio. «Dobbiamo cambiare la tendenza - spiega l'allenatore - virare subito, dare un senso diverso al nostro campionato. Credo sia possibile. Penso si possa lavorare bene. La proposta del presidente mi ha convinto subito. La società mi ha cercato con insistenza, ed io ho apprezzato molto. Il tempo non gioca certo a nostro favore, ma in questo momento pretenderò dai ragazzi massima responsabilità. In questi dieci giorni di lavoro dobbiamo sentirci tutti coinvolti, nessuno escluso».
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
9 Novembre 2010
La scheda di Andrea Mandorlini, nuovo allenatore dell'Hellas
Un campionato di Serie C2 con lo Spezia dieci anni fa, campionato, Coppa e Supercoppa rumena nella scorsa stagione: questo il palmares
VERONA - Un campionato di Serie C2 con lo Spezia dieci anni fa, campionato, Coppa e Supercoppa rumena nella scorsa stagione: questo il palmares da allenatore di Andrea Mandorlini, a cui è stata affidata questa mattina la conduzione tecnica della Prima Squadra.
Iniziata la carriera con la Manzanese, subentrando a campionato in corso, non riesce ad evitare la retrocessione. Dal 1994 al 1998 è allenatore in seconda col Ravenna, successivamente subentra alla guida della Triestina (C2). Nel ’99 arriva la chiamata dello Spezia, con cui conquista la C1 al primo colpo restando imbattuto. Nel 2002 viene sfiorata la Serie B, sfuggita ai play-off. Nel 2002/03, nonostante un avvio stentato, chiude all’ottavo posto in classifica in cadetteria. Dopo l’esonero con l’Atalanta (2004), subentra come allenatore del Bologna nel 2005, venendo poi esonerato il 5 marzo 2006. Dal dicembre 2006 guida il Padova (in Serie C1/A), terminando la stagione al settimo posto. Come tecnico del Siena viene sostituito da Mario Berretta il 12 novembre 2007, mentre il 7 luglio 2008 passa al Sassuolo neo-promosso in cadetteria. Da novembre 2009 a settembre 2010 conduce il Cluj alla conquista di tutti i trofei nazionali.
Data di nascita: 17/07/1960
Luogo di nascita: Ravenna
Esordio in serie A: 12/09/2004 - Atalanta-Lecce 2-2
Esordio in serie B: 14/09/2002 - Cosenza-Vicenza 2-1
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
9 Novembre 2010
Il ravennate Andrea Mandorlini allenatore dell'Hellas Verona
Dopo l'avventura in Romania alla guida del Cluj, dove ha messo a segno la tripletta (campionato, Coppa nazionale e supercoppa romena), subentra a Giannini sulla panchina gialloblù
Il ravennate Andrea Mandorlini, 50 anni, è il nuovo allenatore dell'Hellas Verona. L’allenatore è reduce dall’esperienza in Romania con il Cluj, dove aveva vinto un campionato; club da cui fu esonerato poche settimane fa dopo un esordio stagionale stentato, proprio alla vigilia delle partite di Champions League. Il tecnico prende il posto dell’esonerato Giuseppe Giannini, che paga il rendimento modesto dei veronesi, che navigano nelle posizioni di retroguardia della classifica.
E' cresciuto come giocatore nel Ravenna, la squadra della sua città, raggiungendo l'apice della carriera nell'Inter, vincendo uno scudetto con Trapattoni, oltre a una Coppa Uefa. Come allenenatore ha cominciato la carriera nel 1993 nei dilettanti, ma già dall'anno successivo l'approdo nel mondo dei club professionisti. Dal 1994 al 1998 è stato allenatore in seconda del Ravenna e, dal 1999, alla guida della Triestina in C2. Di qui in avanti un crescendo: Spezia, Vicenza, Atalanta, Bologna, Padova, Siena e Sassuolo, subentrando ad Allegri.
Dal novembre 2009 lo sbarco in Romania, alla guida del Cluj, dove ha subito vinto lo scudetto; quest'anno è stato esonerato a settembre, dopo appena una settimana e mezza dalla conquista del campionato, oltre alla Coppa di Romania e supercoppa nazionale, in pratica la tripletta del calcio romeno. Ora l'occasione del ritorno nel calcio italiano.
FONTE: IlRestoDelCarlino.it
All'Hellas arriva mister Mandorlini
Il nuovo allenatore dell'Hellas è Andrea Mandorlini, classe 1960, reduce dall'esperienza in Romania sulla panchina del Cluj. Il tecnico prende il posto dell'esonerato Giuseppe Giannini: l'ex regista della Nazionale è rimasto in panchina poco più di cento giorni. «Ringraziamol'allenatore», dice la società, «per il lavoro svolto in questi mesi»
09/11/2010
Verona. Il nuovo allenatore dell'Hellas è Andrea Mandorlini, classe 1960, reduce dall'esperienza in Romania sulla panchina del Cluj. Il tecnico prende il posto dell'esonerato Giuseppe Giannini.
Cento giorni o poco più. È durato meno di quattro mesi il regno del Principe in riva all'Adige. Ieri pomeriggio è arrivato l'esonero di Giuseppe Giannini.
Poche righe sul sito ufficiale per dirsi addio. Magari è solo un arrivederci. «Il Verona rende noto che ha deciso di sollevare il tecnico Giuseppe Giannini dall'incarico di allenatore dell'Hellas - si legge su hellasverona.it alle 13 e 51 - nel ringraziare Giannini e il proprio staff per la dedizione ed il lavoro svolto in questi mesi, la società si riserva di rendere noto nelle prossime ore il nome dell'allenatore al quale verrà affidata la conduzione tecnica della prima squadra».
Fatale la sconfitta di Salerno, la quinta in questa stagione, ma Giannini ha pagato anche i risultati deludenti che ha raccolto nella prima fase del torneo. A un terzo del campionato, dopo dodici partite già disputate, il Verona ha raccolto solo tredici punti grazie a tre vittorie - due in trasferta a Ravenna e Monza - e quattro pareggi.
Partita con tutti i favori del pronostico, la corazzata gialloblù si è presentata ai nastri di partenza forte di un gruppo rinnovato ma di grande qualità, un allenatore che aveva già vinto un campionato con il Gallipoli in serie C, una società pronta a intervenire con investimenti pesanti in campagna acquisti e nell'arco del campionato. Non è andata così. Fin dal precampionato e nelle prime partite del torneo s'è capito che c'era qualcosa che non andava. La squadra non ha mai trovato quella continuità che l'allenatore chiedeva. Nè tattica, nè tecnica, nè caratteriale.
Basta riavvolgere la bobina delle prime partite e balzano subito agli occhi i problemi di Ceccarelli e compagni. Pronti, via. Subito a Pagani. Trasferta delicata dal punto di vista ambientale ma facile, facile sulla carta. Formazione ripescata, gente trovata un po' qua, un po' là, una preparazione superficiale. Succede l'impossibile, il Verona si schiera con il 3-5-2 provato e riprovato in ritiro e nelle prime partite di Coppa ma regala una prestazione impalpabile e si becca due ceffoni in pieno volto. «Ci rifaremo al Bentegodi con il Como», ripetono in coro. Giannini stravolge l'assetto tattico, la squadra crea quattro o cinque occasioni da gol ma nel finale cade davanti ai lariani. Due partite, zero punti. Scatta la contestazione. Ma negli ultimi giorni di mercato Martinelli, Gibellini e Siciliano portano a casa tre «colpi da novanta» - Pichlmann, Hallfredsson e Anderson - negli ultimi secondi delle trattative arriva anche Santiago Vergini, giovane difensore argentino. «Ora la squadra è quella che volevo io», ammette Mauro Gibellini. Ha ragione. A Monza i gialloblù travolgono i biancorossi brianzoli, cinque a uno il risultato finale con un 4-3-1-2 molto brillante, con la coppia Pichlmann e Le Noci in avanti e uno scatenato Berrettoni alle spalle dei due attaccanti. L'Hellas è tornato sulla retta via, ora bisogna continuare con il Sud Tirol al Bentegodi. Un'altra frenata, altoatesini in vantaggio, i gialloblù recuperano con Hallfredsson ma non sanno fare molto di più. Si va a Gubbio, contro una formazione di ragazzini guidati da un ex con il dente avvelenato come Gomez. Giannini ritocca ancora il modulo, tutto sembra funzionare alla perfezione con Esposito che porta in vantaggio l'Hellas ma la reazione degli umbri è micidiale, prima pareggiano poi sorpassano. Giannini è in bilico. Troppa confusione, giocatori che non rendono, i «fedelissimi» che si defilano nei momenti difficili. Martinelli tiene duro. «Avanti con Giannini fino al termine del campionato», sentenzia il patron.
Tutti in ritiro prima della sfida con la Reggiana, si va sull'Appennino emiliano per ritrovare la concentrazione, si parla di un nuovo ritiro per far integrare i giocatori che erano arrivati in luglio e quelli che si sono aggregati strada facendo. Al Giglio Giannini ripropone il tanto caro 3-5-2, la squadra soffre ma strappa un pareggio importantissimo. Una settimana dopo si gioca il posticipo in casa, con la Cremonese di Baroni. Un primo tempo inguardabile, l'Hellas va sotto, rischia di crollare definitivamente, si riprende nel secondo tempo, acciuffa il pari, sfiora la vittoria. È il momento della svolta? Sembra di sì. A Ravenna i gialloblù giocano una partita intensa, determinata, con grande carattere. Giannini riprende in mano la situazione, fa scelte drastiche, si affida ai più giovani, lascia in panchina o addirittura in tribuna i veterani. Pichlmann fa centro, finalmente una vittoria. Tutto bene anche con l'Alessandria al Bentegodi, due a zero finale, arriva anche una vittoria in casa, avanti così. Ma i fantasmi non fuggono mai. Giannini deve fare i conti con infortuni a raffica, inventa una formazione nuova anche a La Spezia, nel primo tempo si soffre, all'inizio della ripresa Le Noci spreca in modo incredibile la palla dell'uno a zero, nei minuti finali i padroni di casa passano su rigore. Una beffa.
Non cambia il copione con il Bassano. Subito il vantaggio gialloblù con Vergini, Verona padrone del campo, una ripresa da cancellare, all'ultimo minuto la rete dei vicentini. Ancora una delusione per il popolo Hellas. Vacilla il trono del Principe, Martinelli e Siciliano ci credono ancora ma tutti capiscono che la partita della svolta è quella con la Salernitana. L'infermeria è sempre affollata, il Verona in emergenza. Giannini deve fare i conti con infortuni e squalifiche, chiede ai suoi ragazzi una prova d'orgoglio com'era successo a Ravenna, a Reggio Emilia. Ma già in settimana si capisce che c'è qualcosa che non va, che qualcuno non lo segue più. All'Arechi va in campo una squadra disordinata, senza carattere, senza la voglia di lottare. Giannini ci mette del suo, l'ultimo tentativo per mandare un messaggio al gruppo? Chissà? Stravolge ancora tutto, prova un 4-2-4 troppo offensivo, con Vriz e Le Noci mandati allo sbaraglio sulla fascia e tanti giocatori fuori ruolo. Ancora una mossa sbagliata. L'Hellas perde anche a Salerno e Martinelli non corre più in soccorso del Principe. Oggi inizia un'altra storia.
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
EX NERAZZURRI
Mandorlini: "L'esonero dal Cluj? Una vigliaccata!"
13.02.2013 09:24 di Alessandro Cavasinni Twitter: @Alex_Cavasinni
Fonte: Gazzetta dello Sport
Era il 13 settembre 2010 e Andrea Mandorlini, dopo uno storico tris scudetto, coppa nazionale e Supercoppa romena, fu esonerato dal Cluj. La Gazzetta, alla vigilia del match con l'Inter, gli chiede lumi.
Quanto ha bruciato quell’esonero?
"Tanto, perché è stata una vigliaccata, un colpo basso, a due giorni da mio debutto in Champions col Basilea. Avevamo fatto 8 punti in 7 gare, niente di drammatico, eravamo a metà classifica, si poteva tranquillamente recuperare. Bisognava avere pazienza, si arrivava da una stagione trionfale. Il presidente Muresan mi ha cacciato in videoconferenza dopo la sconfitta col Rapid Bucarest. Comunque mi sono preso la rivincita, anche se in ritardo: la Fifa ha deciso che per il licenziamento immotivato il Cluj deve pagare danni e arretrati a me e al mio staff (in totale circa 500mila euro, ndr)"...
FONTE: FCInterNews.it
Andarsene dopo il triplete
Andrea Mandorlini quasi come Mourinho. Quasi, appunto. Perchè l’anno scorso il suo Triplete con il Cluj ha avuto la Supercoppa di Romania al posto della Champions, ma soprattutto perchè non se ne è andato da vincitore nonostante i segnali negativi di un ambiente che mangia allenatori a ritmi dello Zamparini di una volta. E così adesso al cinquantenne tecnico ravennate è stata indicata la porta d’uscita.Negli ultimi anni la stessa sorte sulla panchina del Cluj è toccata allo specialista (ben 5 panchine in Romania) Cristiano Bergodi, ora al Modena, a Maurizio Trombetta e a tanti altri (Sunda, Munteanu, Andone, Jindra, Toni). Difficile che qualcuno riesca ad entrare nel mito come Constantin Radulescu, autentica gloria della società che non a caso dà il nome allo stadio di Cluj: eroe di guerra (quella 1914-1918), commissario tecnico in tre Mondiali (1930-1934-1938) cercando di neutralizzare la pazzia anche calcistica di Re Carol, addirittura campione di bob (partecipò all’Olimpiade del 1936).
13 Settembre 2010
FONTE: TuttoHellasVerona.it
13 Settembre 2010
Romania: il Cluj esonera Andrea Mandorlini
La decisione a poche ore dal debutto della squadra rumena in Champions contro il Basilea. Il tecnico italiano ha pagato una partenza stentata in campionato, con la squadra all'undicesimo posto a sei punti dalla vetta dopo le prime sette partite
Il Cluj ha esonerato Andrea Mandorlini e ingaggiato al suo posto Sorin Catu. La notizia è stata resa nota dall'Uefa. Il tecnico italiano sarebbe stato sollevato dall'incarico a causa della brutta partenza della squadra in questo inizio di stagione. Il Cluj ha perso nell'ultimo turno 2-0 contro il Rapid Bucarest scendendo all'undicesimo posto in campionato a sei punti dalla vetta dopo sette giornate.
Lo stesso Mandorlini era subentrato ad Antonio Conceiçao lo scorso novembre, vincendo lo scudetto, la coppa nazionale e la supercoppa di Romania.
Il Cluj affronterà mercoledì il Basilea nel match valido per la prima giornata del gruppo E di Champions League. Gruppo che include anche Roma e Bayern Monaco.
FONTE: SKY.it
Cluj, Mandorlini: “Roma? Ci penseremo poi. Andreolli, qualità incredibili”
A.B.
7 settembre 2010
Andrea Mandorlini parla della sua esperienza in Romania, dove si è accasato dopo aver accettato la guida tecnica del Cluj: in Champions League affronterà squadre del calibro di Roma e Bayern Monaco, impresa ardua ma l’italiano non parte demotivato. “Ci proveremo”, dice ai microfoni di Centro Suono Sport. Il resto dell’intervista:
CAMPIONATO ITALIANO. “La Roma è stata la concorrente più importante dell’Inter lo scorso anno, e con gli arrivi di Adriano e Borriello si è rinforzata. L’Inter forse dopo aver vinto tanto potrebbe rientrare con la pancia piena, la concorrenza degli avversari è aumentata. La favorita? L’Inter perché è campione uscente, poi Roma e Milan su tutte“.
CHAMPIONS LEAGUE. “Sarà difficile però ci proveremo. Bayern e Basilea, oltre alla Roma, non sono facili. In cuor nostro vogliamo avere una piccola speranza. Nel calcio nessuno parte battuto. La prima è con il Basilea, poi affronteremo tutte le altre. Non siamo partiti bene in campionato, ma speriamo di riprenderci presto. Ci sono ancora tre-quattro giocatori di quella squadra che ha sconfitto la Roma due anni fa e c’è anche Julio, che segnò una doppietta. Come fermare la Roma? Ancora è un po’ presto, abbiamo avuto la sosta ed ora avremo sette partite in venti giorni. Ci penseremo più in là“.
ROMANIA. “Esperienza bellissima. Bergodi e Trombetta hanno già allenato qui. Mi confronto con tante lingue diverse, è un club multinazionale“.
ANDREOLLI. “So che ha le capacità per giocare in Serie A, ha qualità incredibili e non capisco come non possa giocare in una squadra come la Roma. Anche lui dovrebbe forse mettersi un pò in discussione con gli altri“.
FONTE: ASRomaLive.com
17 Luglio 2010
CALCIO, SPORT
NASCEVA OGGI... - Andrea Mandorlini
Quando è nata questa rubrica, non nascondo che erano diverse le perplessità che ruotavano intorno all’augurare settimanalmente buon compleanno al signor allenatore, giocatore o ex giocatore di turno. Il rischio di risultare monotoni sembrava difficile da evitare. Già dal primo articolo, però, è cominciata ad affiorare una possibilità non prevista, forse messa in ombra prima del calcio d’inizio dal tipico “so tutto io”, che spesso caratterizza chi soffre di una passione prepotente. La possibilità in questione è quella di ritrovare personaggi, non me ne vogliano i diretti interessati, magari chiusi in un album e rimasti nella nostra infanzia o, in alcuni casi, conosciuti soltanto di nome ma mai approfonditi. Personaggi che, alle volte per non dire spesso, hanno poi proseguito dal punto in cui li avevamo lasciati per farsi ritrovare, a distanza di anni, in tutt’altra veste.
Non nascondo che è proprio questo aspetto il fattore principale che ha fatto mutare davanti ai miei occhi, e spero anche davanti ai vostri, una rubrica di auguri in un’occasione per riscoprire vecchi compagni di sofferenze, miti mai conosciuti, campioni di cui ci parlavano padri e nonni, rinfrescando e, perché no, ampliando la nostra cultura calcistica. Personalmente, è proprio quello che mi è accaduto nel caso di Andrea Mandorlini, a cui va il nostro ormai rituale Buon Compleanno, che ricordavo con la maglia dell’Udinese indosso e che ritrovo allenatore del Cluj, Campione di Romania con una giornata d’anticipo. Il Mandorlini calciatore esordisce professionista in serie A, appena maggiorenne, tra le file del Torino nel febbraio del ’79. Due stagioni dopo approda alla serie B e all’Atalanta, per poi tornare in A nella rosa dell’Ascoli. Il 1984 è un anno importante.
L’ormai ventitreenne Mandorlini veste la maglia nerazzurra e si stabilisce a Milano, dove rimarrà per un bel po’ vincendo lo Scudetto dei Record con Giovanni Trapattoni, una Supercoppa Italiana e la Coppa Uefa nel ’91, ultimo risultato in forza all’Inter. Termina la carriera con l’Udinese nel ’93, ma invece di andarsene in pensione trova la bell’idea di cimentarsi come allenatore tra i dilettanti del Manzanese. I primi passi da mister non sono entusiasmanti, fino al ’99 quando portò lo Spezia imbattuto alla conquista della C1 e mancando di un soffio la promozione in B tre anni più tardi.
Una stagione sfortunata, 2002-2003 con il Vicenza, poi la conquista della Serie A alla guida dell’Atalanta. Gli anni seguenti denotano un andamento altalenante passando per Bologna, Padova, Siena e Sassuolo fino all’arrivo, a fine 2009, al CFR Cluj. In Romania mr. Mandorlini esplode, conquistando come accennato lo scudetto con una giornata di anticipo e prendendosi anche la briga di vincere la Coppa di Romania. Non c’è che dire, la vita è singolare… C’è chi dall’Est trova l’America in Italia, e chi trova in Romania ciò che ha sognato in Italia… Ad ogni modo, tanti complimenti e… Tanti auguri mister! Guarda Inter-Lazio 1-0 88\89 con gol di MandorliniGuarda Samp-Inter 0-1 con gol di Mandorlinidi Andrea Mariani
FONTE: PaperBlog.com
11 Novembre 2009
ESTERO - ANDREA MANDORLINI VERSO LA ROMANIA?
Potrebbe essere in Romania la prossima panchina di Andrea Mandorlini. Dopo aver chiuso il proprio rapporto con il Sassuolo alla fine della scorsa stagione, il tecnico è rimasto senza squadra e, secondo la stampa rumena, sarebbe volato in Transilvania per discutere del suo ingaggio con il Cluj che attualmente comanda il campionato rumeno. Sulla panchina del club, nella scorsa stagione, si era seduto un altro tecnico italiano: Maurizio Trombetta.
FONTE: TorinoGranata.it
10 Giugno 2009
Andrea Mandorlini lascia la panchina del Sassuolo
Andrea Mandorlini non è più il tecnico del Sassuolo. Con una nota ufficiale apparsa sul sito della società emiliana, lo ha reso noto la dirigenza neroverde: "L'Unione Sportiva Sassuolo Calcio ed il tecnico Andrea Mandorlini, a seguito del cambiamento della responsabilità dell'Area Tecnica avvenuto nei giorni scorsi, hanno convenuto di anticipare la conclusione del rapporto professionale che legava le parti per divergenze di vedute nella programmazione futura. Il Sassuolo Calcio ringrazia Andrea Mandorlini e il suo staff tecnico per la splendida stagione e per gli ottimi risultati conseguiti in questo primo anno di serie B".
FONTE: Sport.it
Quelli che pensano che Andrea Mandorlini sia un allenatore scarso
Gruppo Facebook di 54 membri
Categoria: Sport e tempo libero - Sport professionistici
Descrizione: Un'allenatore scarso, che non sa leggere le partite, che non azzecca un cambio, che non sa gestire lo spogliatoio, insopportabile e antipatico.
Tipo di privacy: Aperto: i contenuti sono visibili a tutti.
FONTE: Facebook.com
30 Ottobre 2007
Lo sfogo di Andrea Mandorlini
"Adesso mi sono rotto" dice ai giornalisti
Settimana di nervi tesi, in casa del Siena. Dopo i fischi a fine gara per il pareggio con la Reggina e il confronto tifosi-dirigenti sulla difficile situazione di classifica, oggi il tecnico Andrea Mandorlini si è sfogato nella conferenza stampa di presentazione della partita di domani con il Catania, anche nei confronti dei media locali: "E' dalla prima giornata di campionato che vengo considerato in un certo modo - ha detto Mandorlini - e mi sono anche un po' rotto le balle...Vorrei riuscire a parlare direttamente alla gente, ma voi non mi aiutate", ha aggiunto rivolto ai giornalisti.
L'allenatore ha anche sottolineato: "Si sapeva dall'inizio che questo sarebbe stato un campionato di sofferenza, se qualcuno pensava di essere in Champions League forse ha visto cose che non doveva vedere. Credo che la gente vada educata e mi piacerebbe farle capire cosa vive la squadra e quali sono i programmi della società". Lo sfogo arriva dopo il deludente 0-0 con la Reggina, seguito allo 0-3 nel derby sul campo della Fiorentina: "Anch'io alla fine della partita di domenica avrei fischiato, perché volevo vincere. Ma abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, è mancato solo il gol. Non siamo contenti di avere sette punti, però la nostra classifica è bugiarda perché forse abbiamo sbagliato solo la partita con la Fiorentina. Dovremmo avere almeno due-tre punti in più, cercheremo di rifarci iniziando dalla partita con il Catania".
FONTE: ANSA
13 Novembre 2005
Faccia d' angelo, polso di ferro così Mandorlini si gioca tutto
Faccia d' angelo. Ai tempi dell' Inter lo chiamavano così, per i riccioli scuri e gli occhi chiari, chiarissimi: azzurro tenebra, per dirla alla Arpino. Ma Andrea Mandorlini, sul campo, di angelico aveva poco, pochissimo: per referenze chiedere a Buriani, l' ex rossonero. Da giocatore era un mastino, un duro. E tale è rimasto da allenatore. Per referenze chiedere, stavolta, a Cipriani, che in soli due giorni ai suoi ordini deve aver capito, a suon di urlacci, quand' è ora di 'tagliare sugli esterni' e quando invece di 'andare dentro' . In campo, il Mandorla sapeva fare tante cose, forse nessuna strabene, ma tante: era la sua forza e il suo limite. Non sono stati tanti a credere in lui, ma chi l' ha fatto non se n' è poi pentito. Primo fra tutti Trapattoni, che lo "inventò" libero nell' anno dello scudetto dei record, '88-89, quando l' Inter venne al Dall' Ara a straripare: 6-0. «Dove lo mettevi giocava», ripeteva il Trap, che oggi farebbe carte false per averne uno così allo Stoccarda.
Nato a Ravenna il 17 luglio 1960, calcisticamente cresce nel Ravenna ma è dalle giovanili del Torino che approda nel calcio professionistico. Nelle due stagioni granata ('78-79 e '79-80, 27 gare e nessun gol), ha come compagno Zaccarelli, che oggi ritrova al Bologna come ds. Inutile spandere inchiostro su chi l' abbia sponsorizzato con Cazzola: poco tempo fa proprio Zac aveva cercato invano d' affidargli la panchina del Toro. Nell' 80 Mandorlini è un aitante (1,82 per 74 kg) mestierante, che oscilla tra difesa e mediana. Sta all' Atalanta in B (34 gare e un gol), dove critica e ambiente quasi lo stroncano, tanto da farlo andare ad Ascoli, da Mazzone. Che gli dà fiducia al punto che, dopo tre stagioni in A (73 partite, 5 gol), Andrea si ritrova a Milano. I sette anni all' Inter (275 presenze, 13 reti) saranno i migliori della carriera, protagonista l' anno del titolo e forse colpevolmente trascurato dalla causa azzurra: una sola presenza nella Nazionale Giovanile, Roma, 13 febbraio 1980, Urss-Italia 1-0. Acquistato come terzino sinistro, lui, destro naturale, giostra da jolly e debutta segnando, il 22 agosto '84, in Spal-Inter 0-3 di Coppa Italia. Combattente indomito, se ne ricorda la memorabile battaglia in semifinale di Coppa Uefa al Bernabéu col Real, il 16 aprile '86: la chiuse solo l' espulsione ai supplementari decretata dall' olandese Keizer. L' anno dopo, complice una delle tante squalifiche del titolare Passarella, Trapattoni lo "promuove" libero in una gara col Como. Altri due anni, e il Gioânn ne farà il perno della difesa scudetto. Messi in archivio i due campionati all' Udinese (42 gare, 2 gol), uno in B e l' altro in A, gli ultimi da calciatore, e i primi approcci in panchina chiusi da un subentro e un esonero alla Manzanese (Dilettanti, '93-94), il Mandorlini allenatore comincia sul serio a Ravenna.
Nel '94-95, da vice, lavora con Cavasin e Buffoni, l' anno dopo affianca Rumignani e centra la promozione in B, nel '96-97 collabora con quello che ritiene il suo autentico maestro, Novellino: gli si sente vicino pure caratterialmente, «anche se io sono romagnolo, mentre lui, essendo del sud, è un tantino (eufemismo, ndr) più focoso». L' apprendistato si chiude, la stagione successiva e sempre in B, accanto a Sandreani. E' dal '98-99 che il Mandorlini allenatore cammina con le proprie gambe: prima alla Triestina in C2 girone A, poi a La Spezia. A Trieste, subentrato alla quinta giornata con la squadra decima, termina al secondo posto la "regular season" e arriva fino in fondo nei playoff, fermandosi però sul più bello. L' anno dopo guida lo Spezia dalla C2 alla C1 e lì al secondo posto, infilando in due anni una striscia di 40 risultati utili consecutivi: meglio di lui in Italia ha fatto solo il Milan di Capello (58) e nel resto d' Europa bisogna scomodare l' Arsenal di Wenger e il Chelsea di Mourinho. Lasciata la Liguria, nel 2002 è a Vicenza in B. Parte malissimo, terzultimo dopo 11 giornate, ma dopo altrettante (8 vinte, 0 perse) galoppa. Poi il gruppo ha un calo e chiude all' ottavo posto: più su, comunque, della salvezza tranquilla richiestagli. Eppure, nonostante il bel gioco palla a terra, preferibilmente con quattro dietro e, là davanti, una punta grossa assistita da due ali, piove qualche critica. I tifosi non gli perdonano la voglia di spiccare il volo (e lui non gradisce uno striscione), forse c' è pure qualche bega intestina. A Vicenza, guida la Primavera Mimmo Di Carlo, rivale di domani col suo Mantova, e poco gradisce l' esodo dei "suoi" giovani in prima squadra. Così Mandorlini si stacca dalla città berica, dove faceva colazione da Bolzani, la caffetteria preferita dal mito Paolo Rossi, insieme a Schwoch, idolo locale cui però non esita a levare la fascia di capitano.
Roberto Zanzi, dg dell' Atalanta (altro ravennate), lo vuole per tornare in A: detto, fatto. Ma qui, nonostante un gioco a sprazzi divertente, dura 7 pareggi e 8 sconfitte (tra cui il 2-1 col Bologna di Mazzone, bravo a rimontare dopo rischi micidiali). Sposato con Susanna, papà di Davide (22 anni, calciatore al Perugia) e di Matteo (16), poco a suo agio con taccuini e telecamere (degne di miglior causa alcune apparizioni a "Pressing Champions League"), Mandorlini è uomo di campo più che di salotti. Tendenzialmente introverso, si scioglie solo con gli amici, e preferisce non averne sul terreno di gioco e negli spogliatoi, "territori" dove sa, alla bisogna, alzare la voce. A Bologna è arrivato dopo aver rescisso, mercoledì mattina, il contratto con l' Atalanta valido fino al 2006, portandosi il fidatissimo Bordin, qualcosa più d' un "secondo" e il preparatore atletico Mauro Marini, già con lui a Bergamo. Domani sera la prima. Un bel test per capire subito se nel passaggio dall' Angelo (Ulivieri, copyright del quarto uomo Trefoloni a Torino) alla Faccia d' angelo, qualcuno non se la giocherà, la faccia. - CHRISTIAN GIORDANO
FONTE: Repubblica.it
11 Novembre 2005
Via Ulivieri, dentro Mandorlini Avanti, l' anno non è perduto
Eccolo qui, Andrea Mandorlini, il nuovo allenatore del Bologna: l' uomo a cui è stato chiesto, il più in fretta possibile, di riportarlo in serie A. Subito, se ce la fa. «Siamo un po' indietro, ma la corsa è lunga e so per esperienza che il tempo per recuperare c' è», ha detto ieri, presentandosi a Casteldebole. L' ha proposto Zaccarelli, che al Toro fu suo compagno di squadra, sebbene fra i due corrano 9 anni. Naturalmente è arrivato di corsa. «Con grande entusiasmo, onorato di essere qui». Tecnico emergente, che ha fatto male un anno fa all' Atalanta (fu esonerato a dicembre), ma che vanta già due promozioni. Dopo i veterani Mazzone e Ulivieri, si volta decisamente pagina. Mandorlini, 45 anni, non è un tecnico noto al grande pubblico, e forse l' ondata più forte di notorietà l' ebbe, suo malgrado, qualche anno fa, per una storia di cui s' occuparono tv, rotocalchi, siti di gossip e pure gli avvocati, quando il suo nome fu legato a Mascia Ferri, la "tigre" del Grande Fratello edizione 2001.
Al Bologna ha firmato fino a giugno, come Zac. «Tutti qui per un anno - ha gradito Cazzola -: ed è bello lavorare con gente che non esige contratti pluriennali». Porterà con sé il preparatore atletico Mauro Marini e il secondo allenatore Roberto Bordin. «Che è stato un mio ex giocatore ed ha una forza interiore straordinaria - ha detto Mandorlini -, avendo vinto la battaglia più importante contro un brutto male». Esonerati con Ulivieri anche i suoi due vice, Cecconi e Magnani, preparatore dei portieri resta Enrico Pionetti; e rimane anche Francesco Perondi, che anziché la preparazione atletica curerà probabilmente il recupero dei giocatori infortunati. Mandorlini lo sa. Traghettatore, si dirà fra un anno, se gli sarà andata male. L' uomo del grande progetto, se avrà ottenuto i risultati. Dicono sia un duro, in spogliatoio; grintoso lo era anche da giocatore. C' era nell' ultimo scudetto dell' Inter, quella dell' 89. Fece anche gol al Bologna, sia in nerazzurro che con l' Ascoli di Mazzone. «Il Bologna m' ha sempre portato bene, spero che la storia continui». Che allenatore sarà? «Sono molto amico di Sacchi e mi sento vicino a Novellino - ha detto, un po' tirato per i capelli -.
Abbiamo giocato insieme e gli ho fatto da secondo; è uno di quelli che negli ultimi anni ha ottenuto i risultati migliori: solo il paragone mi inorgoglisce». Può darsi che in spogliatoio serva una sterzata, ma certo, con una rosa così ridotta e ora pure decimata, servirà molta cautela, perché alternative, fino a gennaio, non ce ne sono. Il primo allenamento l' ha sostenuto ieri mattina. «Non ho trovato grande allegria, ma è normale, quando non vinci, altrimenti, fosse andato tutto a meraviglia, non sarei qui». In campo ha già cambiato. Non più il 3-4-3 di Ulivieri, ma subito il 4-3-3. «Sì, la linea dietro mi piace a quattro». Allena da sette anni e il suo è stato quasi sempre un calcio pratico e aggressivo. Difesa alta, centrocampisti che mordono, verticalizzazioni. «La serie B richiede grande aggressività, non si potranno lesinare energie, nel mio calcio bisogna correre molto». Lo attende subito il Mantova capolista, guidato da Di Carlo, che quando Mandorlini era al Vicenza allenava la Primavera biancorossa: «Un test molto stimolante». L' ideale, forse, per partire. «L' ho detto subito ai ragazzi. Guardare al passato serve poco, bisogna pensare al futuro e accelerare i tempi. Faremo di tutto per arrivare bene a gennaio, poi si cercherà di rinforzare la squadra». - SIMONE MONARI
FONTE: Repubblica.it
22 Novembre 2002
COMO
Andrea Mandorlini assolto dall'accusa di bancarotta
L'ex calciatore dell'Inter Andrea Mandorlini, attuale allenatore del Vicenza, è stato assolto dall'accusa di bancarotta nel processo per il fallimento della Promoter Engeneering di Como, una Srl di consulenza finanziaria della quale l'ex calciatore era stato anche presidente, dichiarata fallita nel '98.
Mandorlini era accusato in concorso con il liquidatore e l' amministratore unico di avere distratto circa 200 milioni di lire. I giudici, dopo due ore di camera di consiglio, hanno assolto anche Susanna Sabadini, 39 anni, di Torino, socia, e l' amministratore unico Guido Atanasio, 52 anni di Como. Il tribunale ha invece inflitto due anni, sospesi, al liquidatore Mariella Guido, 45 anni, e sei mesi alla socia Piera Peduzzi, 37 anni, di Arcore (Milano), quest'ultima per l' emissione di una fattura falsa.
FONTE: Quotidiano.net
6 Giugno 2002
Mandorlini al Vicenza
Mandorlini, alla sua prima esperienza in B, ha guidato in questa stagione lo Spezia, che ha mancato la promozione in serie B nei playoff.
FONTE: UnioneSarda.it
7 Dicembre 2001
La "pantera" sexy di Ravenna bocciata dal televoto
In finale va la giovanissima Tati
Grande Fratello, Mascia eliminata e denunciata
In arrivo una querela per diffamazione da parte dell'ex calciatore dell'Inter Andrea Mandorlini
ROMA - La "pantera" di Ravenna non ce l'ha fatta a entrare in finale. Mascia è uscita dal gioco, mentre Tati è la prima finalista del Grande Fratello. Fra una settimana uscirà uno tra i nominati di oggi, Alessandro, Francesco, Lalla o Flavio.
Mascia Ferri, 33 anni da S. Zaccaria (Ravenna), sexy dalla mattina alla sera, discorsi ammiccanti spesso a fondo sessuale, occhi bistrati di kajal, seno dichiaratamente siliconato in bella vista, è stata uno dei pochi personaggi di questa seconda edizione del Grande Fratello. Eliminata però dal televoto con il 48,9% dei voti (23,4% per Francesco, 12,1% per Tati, 11,4% per Flavio e solo 4,3% per Lalla).
Grande emozione e tifo da stadio all'uscita, ma nessun accenno al caso che oggi la ha coinvolta: una minacciata querela dall'ex calciatore dell'Inter Andrea Mandorlini per diffamazione aggravata, visto che Mascia l'ha indicato come il suo amante "Mister x".
"Una cosa", ha dichiarato l'avvocato di Mandorlini, Giuseppe Lucibello, "è una storia d'amore tra due persone, un'altra la rappresentazione volgare e diffamatoria di situazioni mai esistite, con danni gravissimi per Mandorlini, la moglie e i figli minorenni. Noi sospettiamo che Mascia Ferri potrebbe essere stata scelta dagli organizzatori del Grande Fratello proprio perchè aveva avuto una relazione con il mio cliente, e perchè a un certo punto della trasmissione la rendesse pubblica, in modo da far aumentare gli ascolti e la morbosità degli spettatori". Secondo Lucibello Mascia ha fatto esplicitamente il nome di Mandorlini il 25 novembre alle 13.45, e la registrazione delle immagini di Stream può provarlo.
Tra i reduci della casa, il più disperato per l'uscita di Mascia è stato Alessandro, il ragazzo napoletano protagonista di qualche bacio appassionato e lunghe sedute di massaggio con Mascia. La quale, in studio, ha ridimensionato la "storia" con Alessandro: solo amicizia. Quanto al mancato sesso consumato, Mascia ha detto: "In un lettino non mi ci vedo, ho bisogno di spazio. Le ciambelle voglio fare con il buco".
Giovedì prossimo rimarranno solo i quattro finalisti a contendersi i 500 milioni di premio. I nominati di questa settimana sono Alessandro, Francesco, Lalla e Flavio. Si è salvata solo la pugliese Tati, ufficialmente prima finalista del gioco.
FONTE: Repubblica.it
6 Dicembre 2001
Mascia denunciata dal suo «Mister X»
Mascia Ferri, la barista ravennate, rischia di essere trascinata in tribunale per le confidenze a «luci rosse» sulla sua relazione con quello che lei ha quasi sempre chiamato «Mister X». Quasi, perché una volta le è scappato il nome: Andrea Mandorlini, ex calciatore dell'Inter e attuale allenatore dello Spezia. Mandorlini - annuncia «Visto» che pubblicherà domani un articolo sulla vicenda - ha dato mandato al suo legale di denunciare la barista romagnola in sede civile e penale per diffamazione aggravata.
«Una cosa - ha dichiarato a «Visto» l'avvocato di Mandorlini, Giuseppe Lucibello - è una storia d'amore tra due persone, un'altra la rappresentazione volgare e diffamatoria di situazioni mai esistite, con danni gravissimi per Mandorlini, la moglie e i figli minorenni. Noi sospettiamo che Mascia Ferri potrebbe essere stata scelta dagli organizzatori del Grande Fratello proprio perché aveva avuto una relazione con il mio cliente, e perché a un certo punto della trasmissione la rendesse pubblica, in modo da far aumentare gli ascolti e la morbosità degli spettatori».
Secondo Lucibello - anticipa sempre «Visto» - Mascia ha fatto esplicitamente il nome di Mandorlini il 25 novembre alle 13,45, e la registrazione delle immagini di Stream può provarlo. La denuncia per diffamazione aggravata ai danni di Mascia «coinvolgerà anche la Aran Endemol, Stream e le altre reti televisive che abbiano trasmesso in differita le immagini» con il riferimento a Mandorlini, annuncia l'avvocato Lucibello. «Insomma - spiega il legale - intendiamo coinvolgere tutti coloro che hanno permesso che la cosa accadesse. Sarà la magistratura ad accertare le responsabilità e a valutare le prove. Del resto, è chiaro che c'è una regia. Ognuno parla per quello che è stato concordato».
FONTE: Corriere.it
6 Dicembre 2001
GRANDE FRATELLO 2: MASCIA DENUNCIATA DA ANDREA MANDORLINI
La barwoman avrebbe fatto il suo nome nelle sue piccanti confessioni
scritto da Annamaria Capozzi
Andrea Mandorlini, il presunto "mister X" più volte citato da Mascia nella casa del Grande Fratello, ha dato mandato al suo avvocato, Giuseppe Lucibello, di denunciare la pantera ravennate in sede civile e penale per diffamazione aggravata. In un intervista rilasciata a "Visto", il legale ha così spiegato l'accaduto: "Una cosa è una storia d'amore tra due persone, un'altra la rappresentazione volgare e diffamatoria di situazioni mai esistite, con danni gravissimi per Mandorlini, la moglie e i figli minorenni. Noi sospettiamo che Mascia Ferri potrebbe essere stata scelta dagli organizzatori del GF proprio perché aveva avuto una relazione con il mio cliente e perché ad un certo punto della trasmissione la rendesse pubblica, in modo da far aumentare gli ascolti e la morbosità degli spettatori. Il nome dell'ex calciatore dell'Inter, sempre secondo Lucibello, sarebbe stato fatto da Mascia il 25 novembre alle 13,45, la registrazione delle immagini lo prova. La denuncia non coinvolgerà solo la barwoman, ma sarà estesa all'Ara Endemol, Stream e alle reti televisive che hanno trasmesso le immagini in cui si faceva riferimento a Mandorlini: "Intendiamo coinvolgere tutti coloro che hanno permesso che la cosa accadesse. Sarà la magistratura ad accertare le responsabilità e a valutare le prove. Del resto, è chiaro che c'è una regia. Ognuno parla per quello che è stato concordato". Pronta la risposta della casa di produzione olandense, che in una nota diffusa stasera ha precisato "di non essere mai intervenuta sulla vicenda".
FONTE: GossipNews.it