...La cosa buona dopo la 'scoppola' subita al Marassi è che il VERONA ha la possibilità immediata di rifarsi, quella cattiva è che questo VERONA sembra aver totalmente smarrito l'animus pugnandi che ne aveva caratterizzato la prima parte di campionato dove forse tutti avevano dato quel qualcosa di più andando oltre le proprie capacità.
Il paradosso è che JURIĆ riporta in conferenza stampa di una squadra che lavora ancora a testa bassa, che i ragazzi vogliono migliorarsi, che in allenamento le cose non potrebbero andare meglio ma allora, dato che non v'è motivo di credere il contrario... Cosa sta succedendo?
Nessuno lo sa davvero (probabilmente nemmeno il tecnico) ed ogniuno tra tifosi, appassionati e addetti ai lavori, propone il suo film; il mio è che da una parte (ben prima della vittoria al 'Sardegna Arena' che ha portato i gialloblù a superare la fatidica quota 40), ad obiettivo raggiunto, qualche elemento ha cominciato a pensare ad un futuro dorato in altre piazze perdendo in concentrazione e furore agonistico, mentre dall'altra non avendo più nulla da chiedere al campionato, dare il massimo o il minimo sindacale è diventato equivalente (ed in questo senso le varie e inevitabili voci di mercato attorno a JURIĆ non hanno certo aiutato).
Su tutto pare aleggiare quel grigiore, quella mediocrità che tutto avvolge quando si sa benissimo che l'azienda per cui si lavora non andrà mai oltre ad un salvezza senza troppi patemi, il che significa vivacchiare tra il decimo e l'ottavo posto in Serie A (che tenendo presente il recente passato è tanta roba) ma senza ulteriori ambizioni, in un pacifico sonno senza sogni dove piazzamenti europei, scudetti e vittorie prestigiose saranno sempre assicurate alle famose 7 sorelle (ma fra un po', se la Superlega prenderà piede, nemmeno più a quelle)...
E sarebbe ingiusto anche prendersela con SETTI che, almeno in questo, è sempre stato chiaro: 'Le mie possibilità sono queste... Niente passi più lunghi della gamba... Voglio che il Verona sopravviva con le proprie forze...' Ecc... Ecc...
Ci sarebbe semmai da chiedersi se meriti i 3 milioni di stipendio che si è autoversato nel 2019-20, che fine ha fatto l'idea di uno stadio e di un centro di allenamento di proprietà e altre 'cosine' successe dall'addio di SOGLIANO alla scelta (contro tutto e tutti) del tecnico spalatino ma sarebbe puro esercizio di masturbazione mentale mentre l'attualità ci sbatte in faccia la realtà di una proprietà che più di questo non può dare ed è la migliore che Verona possa avere (lasciando perdere magnati americani, arabi e soluzioni esotiche che qui da noi non hanno mai avuto appeal).
Morale della favola? Aveva purtoppo ragione BORINI nel dire l'estate scorsa che l'HELLAS aveva già raggiunto il massimo di quanto poteva ottenere (ed è per questo che probabilmente Ivan se ne andrà).
Precedenti
Passiamo subito alle buone notizie: Il 24 Novembre 2019, grazie proprio ad un gol dello scuola viola DI CARMINE (il primo in Serie A della sua carriera), il VERONA riusciva a battere il tabù FIORENTINA a 18 anni di distanza dall'ultima volta! Un gol importante per Samuel in una gara che, col senno di poi, sappiamo fece scattare il colpo di fulmine del patròn gigliato COMMISSO nei confronti di AMRABAT (e non solo visto che anche JURIĆ fu molto chiacchierato nella stessa direzione nella passata stagione come del resto in questa).
Prima di allora la FIORENTINA arrivava al Binti forte di 5 vittorie consecutive negli ultimi 5 match:
- Roboante la manita di inizio stagione 2017-18 (che rappresenta anche l'ultimo match in assoluto tra le due compagini a Verona) con NICOLAS protagonista in negativo a raccogliere per ben 5 volte la palla dal sacco
- 2 a 0 per gli ospiti nel 2015-16 con i gialloblù già sotto dopo meno di mezz'ora e definitivamente battuti dopo meno di una: Nelle seguenti 4 gare di Novembre l'HELLAS conquistò un solo punto, mister MANDORLINI fu esonerato e la stagione terminò come tutti (ahinoi) ricordiamo.
- Scaligeri battuti anche nella stagione 2014-15 1-2 griffato RODRIGUEZ, NICO LOPEZ, CUADRADO
- Pirotecnico 5 a 3 viola che rimane la gara con più reti segnate tra le due compagini in assoluto e che nel 2013-14 divertì due tifoserie gemellate da una vita in un clima assolutamente festoso.
- 2 a 1 viola con gran gol di MORFEO 1 contro 1 Paolo CANNAVARO, colpo di testa di ADRIANO e infine MUTU rese meno amara la sconfitta accorciando di testa su calcio d'angolo in una gara in cui il VERONA di MALESANI fu anche sfortunato...
Vittoria gialloblù dobbiamo risalire a più di 17 anni fa quando, il 5 Maggio 2001, l'11 di mister PEROTTI s'impose per 2 a 1 grazie alle reti di SALVETTI e ITALIANO; di CHIESA (Enrico ovviamente) il gol bandiera dei Gigliati nei minuti di recupero mentre è del 1999-00 l'ultimo pareggio con la doppietta di MORFEO a cui risposero BATISTUTA e RUI COSTA....
29 i match totali tra VERONA e FIORENTINA al Bentegodi, solo 8 le vittorie scaligere contro le 13 sconfitte e gli 8 pareggi.
Ad arbitrare la prossima sfida è stato designato il signor Alessandro Prontera della sezione AIA di Bologna.
almeno in panchina.
1 Silvestri, 3 Dimarco, 5 Faraoni, 7 Barák, 8 Lazović, 9 Salcedo, 11 Favilli, 13 Udogie, 14 Ilić, 15 Çetin, 19 Rüegg, 20 Zaccagni, 21 Günter, 22 Berardi, 23 Magnani, 24 Benassi, 25 Pandur, 27 Dawidowicz, 29 Kalinić, 33 Sturaro, 40 Bessa, 61 Tamèze, 90 Colley, 92 Lasagna.
3-4-2-1 con Silvestri; Dawidowicz-Gunter-Dimarco; Faraoni-Tameze-Ilic-Lazovic; Barak-Zaccagni; Lasagna.
È allarme rosso in casa viola dopo la sconfitta col SASSUOLO e la contemporanea vittoria di TORINO e CAGLIARI che hanno improvvisamente fagocitato i gigliati nella zona pericolosa della classifica col gruppone a 30 punti a sole 5 lunghezze dai sardi.
Silenzio stampa e tutti in ritiro almeno fino alla trasferta del Bentegodi che potrebbe mettere pesantemente nei guai la FIORENTINA in caso di esito negativo.
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Difensori: Barreca, Biraghi, Caceres, Igor, Malcuit, Quarta, Milenkovic, Maxi Olivera, Pezzella, Venuti
3-5-2 con Dragowski; Quarta-Pezzella-Caceres; Venuti-Bonaventura-Pulgar-Castrovilli-Biraghi; Ribery-Vlahovic.
Ecco come funzionerà la Superlega: 3,5 mld ai club
di Matteo Spaziante - 18 Aprile 2021
Annunciando la nascita della nuova Superlega, i dodici club fondatori (AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur) hanno reso noto anche il format della competizione.
20 club partecipanti di cui 15 Club Fondatori e un meccanismo di qualificazione per altre 5 squadre, che verranno selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente;
Partite infrasettimanali con tutti i club partecipanti che continuano a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club.
Inizio ad agosto, con i club partecipanti suddivisi in due gironi da dieci squadre, che giocheranno sia in casa che in trasferta e con le prime tre classificate di ogni girone che si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale.
Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti di finale.
Il formato a eliminazione diretta, giocato sia in casa che in trasferta, verrà utilizzato per raggiungere la finale a gara secca che sarà disputata alla fine di maggio in uno stadio neutrale.
Il nuovo torneo annuale fornirà una crescita economica significativamente più elevata ed un supporto al calcio europeo tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, che cresceranno in linea con i ricavi della lega. Questi contributi di solidarietà saranno sostanzialmente più alti di quelli generati dall’attuale competizione europea e si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club. Inoltre, il torneo sarà costruito su una base finanziaria sostenibile con tutti i Club Fondatori che aderiscono ad un quadro di spesa.
In cambio del loro impegno, i Club Fondatori riceveranno un contributo una tantum pari a 3,5 miliardi di euro a supporto dei loro piani d’investimento in infrastrutture e per bilanciare l’impatto della pandemia Covid-19.
ECA, Agnelli rieletto presidente: «La riforma delle Coppe andrà avanti»
di Redazione - 10 Settembre 2019
(Photo credit should read GABRIEL BOUYS/AFP/Getty Images)
Agnelli presidente ECA – Andrea Agnelli è stato eletto nuovamente presidente dell’European Club Association. Il presidente della Juventus rimarrà in carico per altri quattro anni, fino al 2023. A seguito della conferma, Agnelli ha espresso tutta la sua soddisfazione: «Sono onorato di essere stato rieletto per guidare questa organizzazione nei prossimi quattro anni».
«Vorrei sottolineare – ha aggiunto – il mio forte apprezzamento per i colleghi membri del Consiglio per la fiducia che hanno riposto in me. I prossimi anni saranno fondamentali quando cercheremo di prendere decisioni per garantire la fattibilità e il benessere a lungo termine del gioco del calcio in Europa. Credo che l’ECA sia in una posizione forte per affrontare questa sfida, con il giusto mix di dirigenti di club che siederanno accanto a me nel Consiglio Direttivo».
Inevitabile un accenno alle riforme che porteranno novità per quanto riguarda i format delle competizioni europee a partire dal 2024: «Gli ultimi mesi hanno visto l’ECA impegnarsi in un processo di consultazione molto dettagliato e approfondito che ha permesso ai membri di condividere i loro punti di vista e le loro opinioni su come dovrebbe essere la riforma delle competizioni UEFA per club».
«Il feedback complessivo – ha concluso Agnelli – sottolinea chiaramente che sono necessarie riforme e che sono indispensabili più partite europee per lo sviluppo del calcio nel suo insieme. Entreremo ora nella seconda fase della nostra consultazione, che cercherà di sviluppare una visione più concreta da parte dell’EC sul futuro delle UEFA Club Competitions».
FONTE:
CalcioEFinanza.it
CRONACA 19/04/2021 08:38 CEST | Aggiornato 2 ore fa
Superlega di calcio: strappo di 12 top club. Tedeschi contrari, no da Macron e Johnson
Gli scissionisti decisi a fare causa a Uefa e Fifa, che resistono e minacciano conseguenze. Jp Morgan dietro il maxi-progetto
NICOLÒ CAMPO VIA GETTY IMAGES
CAMP NOU, BARCELONA, SPAIN - 2020/12/08: Cristiano Ronaldo (L) of Juventus FC is challenged by Lionel Messi of FC Barcelona during the UEFA Champions League Group G football match between FC Barcelona and Juventus. Juventus FC won 3-0 over FC Barcelona. (Photo by Nicolò Campo/LightRocket via Getty Images)
“Dodici club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori”. Con un comunicato nel cuore della notte, è nata la tanto discussa SuperLega, un campionato europeo tra dodici grandi club. La metà sono inglesi, con le londinesi Arsenal, Chelsea e Tottenham, le due squadre di Manchester (United e City) e i campioni in carica del Liverpool. Barcellona, Atletico Madrid e Real Madrid saranno invece le esponenti spagnole, mentre Inter, Milan e Juventus quelle italiane.
Ma la possibilità di allargarsi è concessa anche ad altri club, fino ad un massimo di venti. Al momento, il Paris Saint-Germain, dato da tutti dentro il progetto, ha deciso di non unirsi agli altri club. Così come le tedesche Bayern Monaco e Borussia Dortmund, che hanno preso parte alla riunione con le società fondatrici per comunicare la loro contrarietà. “Ci siamo riuniti domenica sera per una conferenza virtuale domenica e abbiamo confermato la volontà dei club coinvolti di appoggiare la prevista riforma della Champions League, respingendo i piani per formare una Superlega. Entrambi i club tedeschi rappresentati (Bayern Monaco e Borussia Dortmund) hanno espresso lo stesso punto di vista”, ha dichiarato il Ceo del Borussia Dortmund Hans- Joachim Watzke.
SEBASTIAN WIDMANN VIA GETTY IMAGES
MUNICH, GERMANY - MARCH 06: Erling Haaland of Borussia Dortmund runs with the ball during the Bundesliga match between FC Bayern Muenchen and Borussia Dortmund at Allianz Arena on March 06, 2021 in Munich, Germany. (Photo by Sebastian Widmann/Getty Images)
Un progetto che nasce dalla volontà di pochi club per salvare i propri investimenti, in un periodo di crisi economica: la pandemia di coronavirus, infatti, ha avuto un impatto molto forte sul mondo calcistico. Secondo quando riportato ieri sera da ESPN, sarebbe stata coinvolta anche JP Morgan, con un investimento da 6 miliardi di dollari distribuiti come prestiti ai team.
Una notizia che ha scosso il mondo del calcio, con le istituzioni internazionali e nazionali sul piede di guerra. La Uefa, insieme alla Federcalcio inglese, la Premier League, la Federcalcio spagnola reale (RFEF) e LaLiga, la Federcalcio italiana (FIGC) e la Lega Serie A, hanno definito la SuperLega un “progetto cinico, un progetto che si fonda sull’interesse personale di pochi club in un momento in cui la società ha più che mai bisogno di solidarietà”. Per questo sono pronte a dare battaglia. “Prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, a tutti i livelli, sia giudiziarie che sportive, al fine di evitare che ciò accada. Il calcio si basa su competizioni aperte e meriti sportivi; non può essere altrimenti”. La minaccia è quella di eslcudere da qualsiasi competizione internazionale e nazionale le squadre che prenderanno parte al progetto ed escludere dalle rispettive nazionali i calciatori che scenderanno in campo. I massimi vertici delle istituzioni calcistiche internazionali, inoltre, starebbero pensando a una causa da 50/60 miliardi di euro.
A questa minaccia, però, ha risposto immediatamente la SuperLega con una lettera inviata a Uefa e Fifa. Secondo Le Parisien, i club avrebbero
inviato una lettera al presidente della Fifa, Gianni Infantino, e a quello dell’Uefa, Aleksander Ceferin, nella quale li avvisano di aver depositato il loro ‘dossier’ presso diversi tribunali, senza specificare quali e con quali contenuti
Una rivoluzione epocale, che cambierebbe il modo di intendere il calcio, basato su valori meritocratici. Anche la politica si è espressa con forza contro il progetto. “I club coinvolti devono rispondere ai loro tifosi e alla più ampia comunità del calcio prima di fare nuovi passi”. Dopo le varie istituzioni calcistiche nazionali e internazionali, Uefa su tutti minacciando l’escusione da ogni competizione internazionale e nazionale, il Tweet del primo ministro Boris Johnson fa ben intendere come la SuperLega non piaccia neanche alla politica. Il premier britannico lascia sui social il suo pensiero sulla nascita della nuova competizione fondata dai dodici top club europei che sta minacciando una rivoluzione “molto dannosa per il mondo del calcio” per i “progetti” su cui è basata. “Sosteniamo gli organismi calcistici in vista delle azioni che intraprenderanno”, continua Johnson, che si schiera contro il classismo dei club più ricchi, i cui piani “colpirebbero il cuore dell’attività calcistica nazionale e allarmerebbero i tifosi nel paese. I club coinvolti devono rispondere ai loro tifosi e alla comunità calcistica prima di andare oltre”.
Già domenica, il segretario alla Cultura del Regno Unito, Oliver Dowden, aveva chiesto ai funzionari di redigere un elenco di “opzioni molto solide” che il governo potesse prendere in considerazione per agire contro i sei club inglesi qualora fossero andati avanti con il loro progetto.
Dello stesso avviso anche il presidente Emmanuel Macron, che si è detto pronto a compiere “tutti i passi” necessari per sostenere gli organi calcistici che cercheranno di opporsi a questo torneo per soli ricchi. Anche se, per ora, non risultano club francesi (né tedeschi) tra i fondatori della SuperLega.
Sostegno arriva anche dalle istituzioni politiche europee, con il vice presidente della Commissione Margaritīs Schoinas che attacca: “Dobbiamo difendere un modello di sport europeo basato sui valori, sulla diversità e l’inclusione. Non c’è spazio per riservarlo ai pochi club ricchi e potenti che vogliono legami stretti con tutto ciò che le associazioni rappresentano: campionati nazionali, promozione e retrocessione e sostegno al calcio dilettantistico di base. Universalità, inclusione e diversità sono elementi chiave dello sport europeo e del nostro stile di vita”. Anche il Parlamento europeo ha condannato il progetto. “Mi ricorda tanto la New Coca Cola”, ironizza il commissario Ue per l’Economia, Paolo Gentiloni.
Una voce di dissenso si è alzata anche dall’Italia. Il premier Mario Draghi ha dichiarato che il Governo “segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport”. Per il segretario del Partito democratico Enrico Letta, “L’idea di una SuperLega per i più ricchi club europei” è “sbagliata e decisamente intempestiva. In Europa il modello NBA non può funzionare. Nel calcio e nello sport la forza sta nella diffusione, non nella concentrazione. E nelle belle storie tipo Atalanta, Ajax, Leicester”, ha scritto. In commissione Cultura al Senato, gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno dichiarato il loro dissenso alla competizione. “Uno vero schiaffo a tifosi e sportivi in genere, ma soprattutto un tradimento dei valori sportivi sacrificati sull’altare esclusivo delle logiche di mercato che già dominano il mondo del calcio, ma che in questo modo trionferebbero definitivamente. Il calcio deve moltissimo a questo paese e questo paese deve moltissimo al calcio. È Giusto intervenire per impedire che la casta del potere calcistico rovini lo sport più seguito e amato a livello planetario. L’Italia supporti la propria federazione, la uefa e la fifa per garantire l’interesse condiviso dell’integrità delle competizioni federali, nazionali ed europee”. Anche il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, è fermamente contrario: “Superlega pessima idea. Presidenti di squadre vicine al fallimento non vogliono dividere guadagni con le ‘provinciali’. Ma fanno male i conti: calcio si regge su passione tifosi. Se manca, mancano gli introiti. Il calcio torni sport, non mercato”, scrive su Twitter.
Il comunicato. “AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur hanno tutti aderito in qualità di Club Fondatori. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile.
In futuro i Club Fondatori auspicano l’avvio di consultazioni con UEFA e FIFA al fine di lavorare insieme cooperando per il raggiungimento dei migliori risultati possibili per la nuova Lega e per il calcio nel suo complesso. La creazione della Super League arriva in un momento in cui la pandemia globale ha accelerato l’instabilità dell’attuale modello economico del calcio europeo. Inoltre, già da diversi anni, i Club Fondatori si sono posti l’obiettivo di migliorare la qualità e l’intensità delle attuali competizioni europee nel corso di ogni stagione, e di creare un formato che consenta ai top club e ai loro giocatori di affrontarsi regolarmente. La pandemia”, continuano i dodici club fondatori, “ha evidenziato la necessità di una visione strategica e di un approccio sostenibile dal punto di vista commerciale per accrescere valore e sostegno a beneficio dell’intera piramide calcistica europea. In questi ultimi mesi ha avuto luogo un ampio dialogo con gli stakeholders del calcio riguardo al futuro formato delle competizioni europee. I Club Fondatori credono che le misure proposte a seguito di questi colloqui non rappresentino una soluzione per le questioni fondamentali, tra cui la necessità di offrire partite di migliore qualità e risorse finanziarie aggiuntive per l’intera piramide calcistica”.
FONTE:
HuffingtonPost.it
W la SuperLega, che il dio calcio la benedica!
di Sandro Scarpa | Aprile 19, 2021
La Superlega esplode in un giorno movimentato e in una notte storica!
Si sa tutto sui 12 club che hanno fondato una nuova era del calcio, inclusi il format, le polemiche e le minacce di UEFA e Federazioni affiliate.
La SuperLega non è una mossa strategica per “trattare” con la UEFA e ottenere condizioni favorevoli per la nuova “Champions League”. Un evento del genere, con 12 top club che fanno deflagrare tutto con comunicati simultanei e con capi di stato (Macron, Johnson) che tuonano contro, non è una mossa, è una BOMBA ATOMICA!
Cosa accadrà ora? Le Federazioni squalificheranno i reietti? I calciatori dell’élite saranno banditi dalle nazionali (con gli Europei tra 2 mesi)? Difficile. Squalifiche del genere potevano accadere in altre ere dello sport con strappi storici e sanzioni memorabili, ora non è possibile, perché ci sono i soldi, tantissimi, una valanga.
E’ credibile una Premier con contratti miliardari che mette al bando le BIG SIX? E’ immaginabile che gli sponsor di Liga accettino, per il bene dello sport e delle regole, l’estromissione di Real, Barca e Atletico? Una Serie A senza Juventus (l’abbiamo già vista), Inter e Milan, che volume di affare avrebbe, in epoca post-Covid? Pensate ad una UEFA che decida di fare una sua Champions escludendo i 12 club che hanno vinto il 90% dei titoli nell’era moderna e portano il 90% di ricavi. E come potrebbero le federazioni squalificare ora i 12 club -che non hanno ancora trasgredito alcuna regola- senza essere sommersi da ricorsi miliardari?
Dopo uno sconquasso così prorompente, dopo un passo in avanti così gigantesco, anche se ipotizzato da anni, c’è perplessità: giusto o sbagliato?
UEFA, Federazioni, Politici e Giornalisti hanno subito cavalcato il classico populismo antistorico (sanno fare altro?):
Pochi club distruggono il calcio pensando solo al proprio interesse: dichiara UEFA e FIFA tuffandosi nei soldi intrisi di sangue del Qatar,
Il merito sportivo non può essere distrutto così! Dichiara la Liga denunciando i 3 club che hanno occupato i primi 3 posti negli ultimi 10 anni
Ammazzano il calcio per soldi! Dichiarano le TV che decidono date, orari e calendari perché hanno cacciato i soldi!
Un baraccone egoistico che calpesta le regole! Si dichiara nel Paese in cui i tornei vengono decisi da ASL, Laboratori, Coni e baracconate!
Eppure cosa cambierà?
Se i tornei domestici resteranno tali (o morte certa senza l’80% di audience e soldi di chi finanzia il player trading) a soccombere sarà la Champions, quella competizione che fa brillare gli occhi per 5-6 gare l’anno e che dovrebbero essere invece 40-50 ora. Quella stessa Champions che vede in semifinale City e PSG, una bandita per 2 anni e salvata dal TAS a colpi di cavilli e carte bollate, l’altra che paga miliardi per avere giocatori grazie ai soldi di Fondazioni ed Enti del Turismo.
Diciamo la verità: il calcio è in crisi irreversibile. Senza una mossa del genere sarebbe collassato. Pagare 150 milioni un cartellino, dare 20 milioni ad un 20enne per fargli giocare solo 4-5 big match l’anno è roba da sceicchi che si divertono con risorse illimitate, avulse dall’autofinanziamento di un sport che dovrebbe PRODURRE ricavi, non bruciare debiti. I ragazzini preferiscono vedere gare di FIFA e PES piuttosto che tornei domestici con i soliti 4-5 big match l’anno e altre gare -sportivamente importanti- con poche migliaia di tifosi allo stadio o in TV. Il campanilismo resterà, le “favole” sportive resteranno (che poi il Leicester era di un super-miliardario thailandese mica un’associazione sportiva di quartiere, l’Atalanta. è di Percassi nei top 30 di Forbes, mica un oratorio bergamasco). Il calcio proverà ad essere più show, più bello esteticamente e più ricco. E in mano ai Club, a chi mette i soldi e li rivuole indietro, non in mano a Federazioni che fanno disastri con pause nazionali, giustizia sportiva ridicola e mazzette varie.
E la Juve?
Se le federazioni terranno duro ed escluderanno le big (restringendo il volume d’affari al 10-15% dell’attuale) la Juve avrà vinto 9 degli ultimi 10 scudetti “seri” e proverà invece, all’interno di un sistema calcio più livellato in cui il gap economico rispetto agli altri tornei non ci sarà più e quello “commerciale” sarà tutto da rivedere, a vincere una SuperLega in Europa, lì dove non vince da 25 anni e dove, nonostante sforzi ciclopici e grandi stagioni non è riuscita comunque a colmare sul campo la differenza economica abissale.
Siete ancora indecisi?
Fatevi un giro qui per capire da che parte stare:
FONTE:
Juventibus.com
Superlega, ecco la mossa Uefa: Champions a 36 squadre dal 2024
Il comitato esecutivo ha validato il progetto: tra coloro che hanno votato a favore anche il patron del Psg, Al-Khelaifi
● 19.04.2021 13:27
© EPA
La risposta della Uefa alla neonata Superlega non si è fatta attendere. Nella riunione di Montreux, il comitato esecutivo ha votato all’unanimità il nuovo format della Champions League, che dal 2024 passerà da 32 a 36 squadre.
Cosa prevede la nuova Champions?
Secondo L'Equipe, Inghilterra, Spagna, Germania e Italia conserveranno quattro posti a testa mentre alla Francia ne saranno garantiti tre. Le 36 squadre saranno suddivise in 4 fasce secondo il ranking Uefa e daranno vita a un mini-campionato dove ciascuna formazione disputerà 10 partite, senza andata e ritorno. Al termine di questa fase, le prime otto si qualificheranno direttamente agli ottavi mentre gli altri otto posti disponibili se li giocheranno in spareggi su doppia partita le squadre classificate dal nono al 24esimo posto. Dagli ottavi in poi si procederà come avviene adesso, con turni a eliminazione diretta con andata e ritorno.
Il Psg ha votato a favore
Tra coloro che hanno appoggiato la nuova rivoluzione della Champions c’è il patron del Psg, Al-Khelaifi, che dirige BeIN Media Group, la rete televisiva del Qatar che ha pagato svariati milioni di dollari per i diritti di trasmissione delle partite di Champions League. Sarebbe questo il motivo che non avrebbe portato il Psg ad accedere, almeno per il momento, alla Superlega.
La banca dietro la Superlega: "Finanziamo noi"
L'americana JPMorgan ha confermato che finanzierà il progetto portato avanti da un gruppo di club tra i più ricchi d'Europa
● 19.04.2021 12:08
© EPA
Sarà JP Morgan, uno dei principali istituti di credito a livello mondiale, il finanziatore della nuova Superlega Europea. Secondo quanto si apprende, la multinazionale statunitense fornirebbe dunque il capitale iniziale da 3,5 miliardi di euro che andrebbe ai 15 club fondatori.
JP Morgan: "Posso confermare che stiamo finanziando l'operazione"
É stato un portavoce della multinazionale statunitense all'Afp ad avvalorale l'indiscrezione: "Posso confermare che stiamo finanziando l'operazione". Soldi che però non potrebbero essere utilizzati sul calciomercato ma che sarebbero destinati agli investimenti sulle infrastrutture e per ridare fiato ai bilanci, provati dagli effetti economici della pandemia.
FONTE:
CorriereDelloSport.it
APPROFONDIMENTI
È nata la Superlega: ecco cosa sta succedendo nel mondo del calcio e i possibili scenari futuri
La creazione della Superlega ha generato un inevitabile terremoto nel mondo del calcio: cosa succederà nei prossimi mesi? Proviamo a fare chiarezza.
Renato Maisani
09:58 19 apr 2021
Con un comunicato stampa diffuso dopo la mezzanotte, il 19 aprile del 2021 è nata la Superlega. E, inevitabilmente, questa notizia ha generato un terremoto nel mondo del calcio già prima di essere ufficiale. Ma cosa sta succedendo nel mondo del calcio e quali sono i possibili scenari che si delineeranno da qui a qualche mese? Proviamo a fare chiarezza su una situazione alquanto intricata.
COS'È LA SUPERLEGA
La Superlega Europea sarà una nuova competizione che coinvolgerà 20 club, 15 fissi - i cosidetti Club Fondatori - e altri 5 che verranno selezionati ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente nei rispettivi campionati locali. Quali? Non è ancora dato saperlo, ma con ogni probabilità si tratterà di Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e Ligue 1, almeno nelle intenzioni degli organizzatori.
Lo schema della competizione prevede quindi due gironi da 10 squadre che si sfideranno in gare d'andata e ritorno nel corso della settimana: al termine delle diciotto giornate, le prime tre classificate di ogni girone si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida di andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti. Quarti di finale e semifinali si giocheranno in sfide di andata e ritorno, mentre la finale sarà una partita secca che sarà disputata a maggio in uno stadio neutrale.
CHI SONO I CLUB FONDATORI?
I club fondatori al momento sono 12: 6 provenienti dalla Premier League (Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham), 3 dalla Liga (Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid) e 3 dalla Serie A (Inter, Juventus e Milan). Nel comunicato diramato dalla Superlega, però, emerge che altri tre club saranno inseriti nel gruppo dei 'fondatori': in pole position ci sono PSG, Bayern Monaco e Borussia Dortmund che, secondo quanto raccolto, avrebbero ricevuto un formale invito a farne parte ma non avrebbero ancora dato risposta.
COSA SUCCEDERA' CON LE COPPE EUROPEE?
Nel pomeriggio di domenica, ancor prima che la Superlega diramasse il comunicato ufficiale, la Uefa aveva risposto ai rumors circolati in giornata con un comunicato molto duro, nel quale minacciava di esclusione dalle coppe europee e dai campionati nazionali dei club coinvolti.
"I club interessati sarebbero squalificati da ogni competizione nazionale, europea e mondiale e ai loro giocatori verrebbe vietata la possibilità di rappresentare le loro squadre nazionali", è la frase più significativa della nota diffusa dall'Uefa che porrebbe dunque i club di fronte ad un bivio.
COSA SUCCEDERA' CON I CAMPIONATI NAZIONALI?
Nelle intenzioni dei club fondatori, la Superlega prenderebbe il posto delle competizioni europee organizzati dall'Uefa, ma non comporterebbe l'addio ai campionati nazionali. "Tutti i club partecipanti che continuano a competere nei loro rispettivi campionati nazionali, preservando il tradizionale calendario di incontri a livello nazionale che rimarrà il cuore delle competizioni tra club", si legge nella nota diffusa dalla Superlega.
Un passaggio che stride con il comunicato della Uefa che, invece, minaccia di estromettere tutte le partecipanti alla Superlega dai campionati nazionali organizzati dalle Federazioni affiliate all'Uefa (dunque anche Liga, Premier League e Serie A).
QUALI SONO I POSSIBILI SCENARI?
Allo stato attuale, chiaramente, regna il caos. Da oggi partiranno trattative di ogni tipo e genere tra Uefa, FIFA e Superlega con l'obiettivo, nemmeno tanto celato da parte della FIFA, di trovare un compromesso. I club che hanno istituito la Superlega sperano di riuscire a strappare l'ok per continuare a prendere parte ai campionati nazionali e rimpiazzare di fatto le Coppe Europee con la nuova competizione.
Coppe Europee che, tuttavia, potrebbero continuare ad andare avanti, chiaramente facendo a meno dei 20 club coinvolti nella Superlega. In questo scenario, ovviamente, le competizioni Uefa perderebbero gran parte del loro appeal e, soprattutto, andrebbero ad accavallarsi in calendario all'inevitabilmente più attraente Superlega, nella quale verosimilmente si confronteranno i calciatori più forti del Mondo.
Il compromesso al quale fanno riferimento le parti potrebbe dunque dar vita a uno scenario ancor più contorto: i Club Fondatori potrebbero rinunciare al progetto Superlega trovando un accordo con la Uefa per l'organizzazione della nuova Champions League, un progetto già in cantiere da diversi anni e che avrebbe dovuto vedere la luce nell'estate del 2024. Progetto che potrebbe a questo punto ricevere un'accelerata importante, che vedrebbe una rivoluzione nella formula della competizione fin qui più prestigiosa del mondo, che si avvicinerebbe per format e criteri di inclusione proprio alla Superlega.
QUANDO INIZIEREBBE LA SUPERLEGA?
"Non appena possibile", si legge nelle prime righe del comunicato. Il che lascerebbe intendere che le dodici superpotenze europee sarebbero pronte a partire già dal prossimo agosto, specialmente se la Uefa dovesse confermare il provvedimento di esclusione dei club in questione dalle Coppe Europee e addirittura dai campionati nazionali. Tuttavia, è probabile che i tavoli di trattativa andranno avanti per parecchi mesi e un compromesso permetta alla stagione 2021-2022 di partire regolarmente con i criteri tradizionali.
COSA SUCCEDEREBBE IN SERIE A?
Siamo ancora al momento delle ipotesi e dei ragionamenti, ma chiaramente gli scenari possibili al momento sono soltanto 3. Il primo con l'esclusione di Inter, Juventus e Milan dal nostro campionato, che perderebbe i tre club più titolati e con più tifosi. Uno scenario che inevitabilmente indebolirebbe la nostra Serie A, sia a livello di potenziale economico che di spettacolo.
In un secondo scenario, invece, Inter, Juventus e Milan parteciperebbero sia alla Superlega che alla Serie A, ma in questo caso il 'gap' con gli altri diciassette club rischierebbe di diventare eccessivo. I club partecipanti alla Superlega, infatti, godrebbero di introiti stellari, che permetterebbero loro di scavare un solco enorme con le altre compagini.
Infine, il terzo scenario, quello del 'compromesso', potrebbe permettere a Inter, Juventus e Milan di continuare a partecipare al campionato nazionale e, contestualmente, garantirebbe loro un occhio di riguardo da parte della Uefa in merito alla partecipazione alla Champions League: in soldoni, ai Club Fondatori (incluse i tre italiani) sarebbe garantita - con una modalità ancora da definire - la certezza di prendere parte alla competizione più ricca (e più prestigiosa), indipendentemente dai risultati ottenuti sul campo. Scenario che, inevitabilmente, troverebbe l'opposizione di tutti gli altri club.
FONTE:
Goal.com
Agnelli vice-presidente della Superlega: si dimette da ECA e Uefa
Il presidente della Juventus Andrea Agnelli, vice-patron della neonata Superlega, ha lasciato la carica di numero 1 dell’ECA e l’incarico nell’esecutivo dell’Uefa. Una presa di posizione forte quella del leader bianconero che si allinea dunque a quella degli altri 12 club fondatori del nuovo format continentale.
19 APRILE 2021 0:44 di Marco Beltrami
È nata la nuova Superlega e siamo di fronte ad una vera e propria frattura tra i club fondatori della stessa e il fronte composto dall'Uefa, dalla Fifa e dalle federazioni nazionali, Serie A compresa. Se il presidente del nuovo format è il patron del Real Madrid Florentino Perez, i numeri 2 sono Malcom Glazer proprietario del Manchester United e Andrea Agnelli leader della Juventus. Quest'ultimo ha deciso di dimettersi da presidente dell'ECA, l'Associazione dei Club Europei che poche ore fa si era dichiarata contraria alla Superlega, e dal ruolo nell'esecutivo dell'Uefa.
L'ECA contro la Superlega, Agnelli si dimette dalla presidenza
La Superlega è realtà. In un comunicato ufficiale AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur hanno annunciato di aver aderito al nuovo format del torneo in qualità di club fondatori. Si va dunque allo scontro diretto con l'Uefa, la Fifa e le federazioni nazionali che nel pomeriggio in un comunicato hanno minacciato sanzioni pesantissime, con tanto di esclusione dai campionati e dalle coppe, per le squadre della Superlega. Un torneo "elitario", a cui si è opposta anche l'ECA, dopo una riunione d'urgenza a cui non hanno partecipato né il presidente Andrea Agnelli e né gli altri 11 club "dissidenti".
Agnelli vicepresidente della Superlega
Proprio il presidente della Juventus si è dimesso dal ruolo di numero uno dell'Associazione dei Club Europei dimostrando dunque di voler andare fino in fondo nel progetto Superlega, rinunciando anche al suo ruolo nell'esecutivo dell'Uefa. Da una carica all'altra, Agnelli è diventato subito il vice-presidente della Superlega, insieme al proprietario del Manchester United Glazer, al fianco del neo-patron Florentino Perez.
Queste le sue parole, riportate nella nota ufficiale del nuovo format: "I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale. In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente".
ECA contro la Superlega: riunione straordinaria senza Agnelli (che ne è presidente)
Dopo il duro comunicato dell’Uefa che ha promesso sanzioni durissime nei confronti dei club che potrebbero prendere parte a questo nuovo torneo “elitario” riservato a 12 big del calcio internazionale, è arrivato quello dell’Eca che ha garantito sostegno al massimo organo calcistico continentale. Alla riunione d’emergenza dell’Eca non hanno partecipato né Agnelli, che ne è il presidente né i rappresentati dei 12 club.
18 APRILE 2021 23:01 di Marco Beltrami
La domenica del calcio è stata contraddistinta anche dal caso Superlega. Dopo il duro comunicato dell'Uefa, che ha promesso sanzioni durissime nei confronti dei club che potrebbero prendere parte a questo nuovo torneo "elitario" riservato a 12 big del calcio internazionale, è arrivato quello dell'Eca. Riunione d'emergenza per l'Associazione dei Club Europei a cui non hanno partecipato né il presidente Agnelli (a fare le veci è stato Edwin Van der Sar, né i rappresentanti dei 12 club coinvolti nella questione superlega. Nel comunicato diramato è stato confermato il sostegno all'Uefa e il no al modello ipotizzato dal nuovo torneo.
Esclusione dalle coppe e dai vari campionati per le squadre che potrebbero prendere parte alla Superlega, con tanto di esclusione dai Mondiali per i giocatori. Questa la minaccia dell'Uefa nei confronti delle 12 big, ovvero Real Madrid, Barcellona, Atletico Madrid, Inter, Milan, Juventus, Manchester City, Manchester United, Arsenal, Liverpool, Chelsea e Tottenham pronte a dar vita ad una nuova prestigiosa competizione che andrebbe a contrapporsi alla Champions. Rottura totale dunque tra il massimo organo calcistico continentale, con l'appoggio delle federazioni nazionali e della Fifa e questi top club, con tanti addetti ai lavori, che hanno chiesto addirittura provvedimenti immediati nei loro confronti.
Il presidente della Juventus e dell'Eca Agnelli nei mesi scorsi non ha mai nascosto il suo essere a favore di questo tipo di torneo, una nuova Superlega con buona pace delle competizioni Uefa. Ecco allora che è arrivato il tanto atteso comunicato dell'Associazione dei Club Europei che si è detto assolutamente dalla parte dell'Uefa con queste parole: "Ribadiamo il proprio impegno a lavorare allo sviluppo delle competizioni per club UEFA (UCC,) modello con UEFA per il ciclo che inizia nel 2024 e che un modello chiuso di super lega a cui si riferiscono gli articoli dei media sarebbe fortemente avversato da ECA". Caso chiuso? Tutt'altro visto che alla riunione non hanno partecipato né Agnelli, né gli altri rappresentanti dei top club che vorrebbero dar vita alla Superlega. A dirigere i lavori infatti è stato Van der Sar, ovvero il numero due del presidente. Chissà dunque che nelle prossime ore non arrivi un ulteriore comunicato, a firma dei "dissidenti".
FONTE:
FanPage.it
18 APR 2021
IL VERONA E JURIC: SIMILI MA DIVERSISSIMI (AMORE NON È)
Nello stanco incedere di una finale di campionato divertente come un simposio di fisica quantistica, tiene banco il futuro di Juric. Pare che Setti – almeno a sentire l’allenatore – non se lo fili proprio il croato. I due non si parlano e il presidente non si è pronunciato nemmeno in camera caritatis sul futuro della squadra.
Ma Setti lo conosciamo e il ragionamento del presidente sul tecnico è semplice: ha un contratto, gli obiettivi e il budget non cambiano più di tanto, se vuole andarsene può rescindere purché qualcuno paghi. Setti non si espone perché non ha nulla di nuovo da dire. Con lui il Verona sarà sempre questo.
Quello che sorprende, ma fino a un certo punto, è che la piazza sta con Setti e inizia a borbottare rumorosamente a ogni dichiarazione di Ivan, hombre vertical, mattatore e genuino, forse anche troppo per i canoni un po’ minimalisti e prudenziali di noi veronesi, che siamo di poche parole e tendiamo a stare “nel mazzo”. Siamo matti sì, come dice il detto, ma nel gioco, nel cazzeggio. In realtà nella quotidianità siamo molto ordinati e disciplinati.
Ecco perché non sono stupito: Juric a Verona è (ovviamente) apprezzato e ammirato, ma non è mai stato davvero amato. Juric e Verona sono simili nella loro rispettiva forza identitaria, ma diversi (diversissimi) nella tipologia di identità. Juric è un anarco-libertario balcanico, figlio di un popolo individualista, che non a caso ha sempre sofferto qualsiasi regime. Ivan poi è figlio di una famiglia che la ribellione l’ha fatta sul serio, sulla propria pelle e sui banchi universitari contro la Jugoslavia comunista.
Verona, per la sua origine contadina-latinfondista e il suo tessuto di piccole-imprese familiari dove paron e operaio si conoscono, tende invece a condividere convintamente le logiche aziendali, lo status quo, e a rifiutare la ribellione. Siamo matti, certamente, ripeto, ma non rivoluzionari.
Per questo i tifosi oggi soffrono il “protagonismo” di Juric nel rapporto con Setti. Per questo i tifosi stanno perlopiù con Setti. Le dichiarazioni dell’allenatore invece sono giudicate “polemiche” e a esse si reagisce con evidente malessere.
Attenzione però. In questa storia nessuno ha torto. Non i tifosi, che amano Verona e il Verona, profonda identità da custodire sopra a tutto e a tutti. Un atteggiamento che ci ha salvato la pelle nei momenti più duri e che segna anche una “diversità” di cui siamo gelosissimi. Non Juric, che ha la sua indole altrettanto profonda e marcata, è uomo affascinante, intelligente e carismatico, ed è professionista giustamente ambizioso.
Non so se Juric e il Verona proseguiranno sulla stessa strada. Una cosa è certa: questa singolare unione di simili ma diversi (diversissimi) ha scatenato quell’euforia, quell’orgasmo di due anni meravigliosamente sopra le righe. Ma non l’amore. L’amore è un’altra cosa.
E se dovesse finire non ci sarà mai vera rabbia, ma solo gratitudine e consapevolezza delle differenze. E si andrà avanti, senza guardarsi indietro.
Francesco Barana
FONTE:
Blog.Telenuovo.it
SERIE A
Bellinazzo: "Dire no alla Superlega significa non riconoscere che l'attuale sistema non funziona"
19/4 ALLE 19:30
di SIMONE LORINI
Marco Bellinazzo, giornalista ed esperto di finanza relativa allo sport, dice la sua sulla creazione della Superlega europea in un collegamento con Sky: "Capisco le perplessità che sono anche le mie e di chi ama lo sport, ma nel sistema attuale di fatto il merito è già azzerato. Chi non coglie l'effettiva portata di questa situazione: abbiamo un numero di club iperindebitati che hanno la possibilità di triplicare i propri ricavi. C'è un valore inespresso che la UEFA che non è riuscita a estrarre dal calcio europeo. Alla base dell'accelerazione c'è la necessità di coprire questo buco finanziario: la SuperChampions era un compromesso che non è stato ritenuto sufficiente dai dodici club che hanno fondato la Superlega. Un paragone frequente è quello con la NFL. L'NFL ha 300 miloni di appassionati e fa 8/9 miliardi di fatturati e diritti tv, il calcio ha 3 miliardi di tifosi e con la Champions e l'Europa League fattura 3 miliardi. E' stata la UEFA a creare la Superlega, perché vi invito a guardare quante volte le 12 squadre fondatrici non hanno partecipato alla Champions League negli ultimi anni. Dire no alla Superlega significa non riconoscere che l'attuale sistema non funziona".
SERIE A
Hellas Verona, Juric giudica la Superlega: "Il calcio non è come l'NBA, così va verso il business"
19/4 ALLE 18:38
di TOMMASO BONAN
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Per l'Hellas Verona è di nuovo vigilia di campionato, ad appena due giorni dal k.o. del Ferraris contro la Sampdoria. In vista dell'anticipo del turno infrasettimanale contro la Fiorentina, in programma domani sera al Bentegodi, il tecnico gialloblù Ivan Juric parla infatti in conferenza stampa, soffermandosi però in primis sul tema del momento: la nascita della Superlega: "E' veramente un discorso ampio. Secondo me il calcio è un'altra cosa rispetto ad altri sport, è molto più profonda e radicata. Non è come l'NBA, qui parliamo di cultura, di amore e passione. Così va verso il business, puntando verso tifosi di altri paesi, dove questa cultura del tifo non è radicata. Sarebbe un peccato. Dopo il Covid si sono persi dei soldi che magari queste squadre cercano di recuperare".
SERIE A
Comunicato AIC: "Campionati nazionali vanno preservati. Preoccupazione per i calciatori"
OGGI ALLE 17:41
di SIMONE LORINI
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
L’Associazione Italiana Calciatori, attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, analizza la preoccupante situazione venutasi a creare con la creazione della Superlega Europea: "L’Associazione Italiana Calciatori prende atto, non senza preoccupazione, delle decisioni assunte nell'ambito del Progetto della Super League europea. In questo delicatissimo periodo storico di crisi pandemica, il nostro auspicio è che i nuovi format delle competizioni internazionali per club possano continuare a generare nuove e aggiuntive risorse, senza minare gli aspetti solidaristici e la competitività dei campionati nazionali, patrimonio dello sport e dei tifosi, che dovranno necessariamente essere preservati e potenziati. L’AIC non nasconde, inoltre, la seria preoccupazione per le eventuali conseguenze disciplinari e sportive che potrebbero derivare in capo ai calciatori, loro malgrado coinvolti dalle scelte dei Club di appartenenza. Ci impegneremo in ogni sede, insieme ai nostri colleghi dei sindacati europei e alla Fifpro, per garantire che ogni decisione in merito sia assunta all’esito di processi decisionali equilibrati e condivisi tra tutte le parti coinvolte".
IL CORSIVO
Modello solo come utopia economica. Ma la Superlega non ha niente a che vedere con l'NBA
19/4 ALLE 16:45
di SIMONE BERNABEI
"In Europa il modello NBA non può funzionare". Un'affermazione a cui difficilmente si può controbattere, quella del segretario del PD Enrico Letta nelle ore immediatamente successive alla creazione della Superlega da parte dei 12 top club scissionisti. Un'affermazione che però avrebbe bisogno oure di puntigliose specifiche, per far sì che possa rimanere in piedi. Perché è vero che in Europa il modello NBA non può funzionare. Ma non può farlo a prescindere dalla Superlega. Non può farlo perché, molto semplicemente, modello NBA e Superlega non sono paragonabili per una moltitudine di aspetti. La Superlega così pensata è evidentemente un modo per creare profitti e generare maggiori introiti che facciano fronte alla crisi pandemica ed in tal senso il basket americano può dare spunto ed essere un miraggio verso cui tendere. Ma le similitudini si fermano lì.
Dietro ai punti di non contatto ci sono motivazioni storico-culturali, ma soprattutto strutturali. Innanzitutto, quello della NBA è un campionato nazionale che va avanti in autonomia, parallelamente non ci sono coppe, coppette o tornei vari ed eventuali. C'è la regular season, ci sono i playoff. Ma nient'altro intorno. La Superlega sarebbe, almeno nelle idee dei Soci Fondatori, una competizione parallela ai campionati nazionali e aggiuntiva alla Champions League. E soprattutto un torneo internazionale, che raggruppa tante e diverse leghe e/o federazioni. In NBA, poi, le franchigie (e non le società) sono state individuate anche tramite il parametro del bacino d'utenza, reale e potenziale, della città collegata (che può variare). Nella Superlega, almeno oggi, non sarebbero rappresentate Roma e Parigi. O Berlino. O Amsterdam.
Salary Cup e Draft per garantire equità - Immaginare l'introduzione di un salary cap, in pieno stile NBA, è oggettivamente difficile. Per le società certo sarebbe un bene, ma i calciatori (soprattutto quelli dei top team, in cui sono presenti decine di stelle con stipendi extralarge) secondo voi potrebbero dare il proprio ok? In NBA questo meccanismo, almeno nelle intenzioni, doveva garantire equità e "bilanciare" le forze in gioco. Lo stesso concetto alla base della lotteria del draft che porta alla selezione dei migliori talenti emergenti dei college, con le prime scelte (solitamente) garantite a quelle che l'anno prima hanno steccato. Perché i Los Angeles Lakers, i Boston Celtics o i Chicago Bulls non hanno delle giovanili da cui attingere, cosa che chiaramente non si può dire delle squadre di calcio. Secondo voi il Barcellona, il Real Madrid o il Manchester United rinuncerebbero alla propria cantera o academy? Modello inapplicabile, appunto.
Modello Eurolega - Se si vuol proprio cercare il paragone con la palla a spicchi, questo è possibile con l'Eurolega, pur con le dovute proporzioni. Nel 2000 ci fu una vera e propria scissione, con la Federazione italiana (e tutte quelle europee) che fecero le barricate per impedirlo. Proprio come sta succedendo oggi nel calcio. Inizialmente ci furono due strade e due federazioni parallele che però, per convenienza reciproca, alla fine si unirono in un unico progetto comune. Ci sono squadre che hanno licenze di partecipazione e inviti ad hoc di volta in volta, le famose wild card previste dalla Superlega unite alle "partecipanti di diritto" (oggi 12, presto 15). E pure la struttura del torneo richiama con diversi punti di contatto l'idea di Juventus, Real Madrid, Manchester United & co. Insomma, il modello economico di riferimento è evidentemente quello statunitense. Ma per tutto il resto, forse, è meglio lasciar perdere azzardati e poco calzanti paragoni fra Superlega e NBA.
SERIE A
C'eravamo tanto amati. Il retroscena di vita privata: Ceferin è il padrino della figlia di Agnelli
19/4 ALLE 16:06
di IVAN CARDIA
© foto di Image Sport
Certi amori fanno giri immensi, altri finiscono e basta. Stesso discorso per le amicizie. Come quella tra Andrea Agnelli, presidente della Juventus ed ex presidente dell’ECA, e Aleksander Ceferin, omologo in casa UEFA. Quest’ultimo, nella conferenza stampa che ha chiuso il comitato esecutivo di Montreux, ha riservato un attacco durissimo al numero uno bianconero: “Non ho mai visto una persona mentire così tante volte e così insistentemente come lui”. Il tutto all’indomani del gran tradimento: l’annuncio della Superlega, arrivato dopo che per mesi i due avevano lavorato spalla a spalla per cercare un’intesa tra le richieste delle big e l’intenzione della UEFA di non concedere spiragli. Una bordata che certifica la rottura di quello che a un certo punto era sembrato un vero e proprio idillio. Sconfinato ben oltre i rapporti professionali, tant’è che a metà 2019 il New York Times si era interessato ai rapporti personali tra i due. Rivelando anche come, oltre ai giri comuni su jet e Ferrari, Ceferin fosse stato scelto da Agnelli quale padrino per la sua ultima figlia. Tu quoque, verrebbe da dire.
SERIE A
ESCLUSIVA Abete: "La Superlega non mi piace. L'annuncio di ieri segnale di debolezza"
19/4 ALLE 15:45
di IVAN CARDIA
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
La temuta Superlega è infine arrivata, o almeno è stata annunciata. E porta allo scontro istituzionale. Per sette anni presidente della FIGC, per cinque vicepresidente dell’UEFA. Poi commissario della Lega Serie A. Giancarlo Abete, nel corso della sua lunga carriera, ha ricoperto diversi e importanti ruoli nell’ambito della politica del calcio. Raggiunto da TMW, commenta la novità di giornata.
La Superlega le piace?
“Assolutamente no. Ma aggiungo che non penso che alla fine arriverà a compimento. Se ne parla da tanto tempo, ora c’è stata questa sorta di ufficializzazione: credo che dietro un’accelerazione di questo tipo si nasconda una situazione di grande complessità sul versante dei conti economici di molte società di prima fascia. Probabilmente si sono rese conte che anche la modifica della Champions non avrebbe potuto portare gli introiti che ritengono necessari e che soprattutto risultano tali visto l’impatto economico della pandemia”.
È emblematico, da questo punto di vista, che i club tedeschi si siano tirati fuori.
“È un segnale che dà conferme in questo senso. In Germania c’è la logica dell’equilibrio di bilancio e non ci sono situazioni in cui si chiude con esposizioni debitorie molto elevate. Senza entrare nel merito dei bilanci dei club italiani, basti pensare a tutto il dibattito sulle difficoltà economiche del Barcellona che ha circondato le ultime elezioni in casa dei catalani. Il fatto che i club tedeschi non partecipino alla Superlega testimonia le situazioni di difficoltà delle società che partecipano. Parliamo di una competizione che nasce con società di solo tre Paesi, e quindi molto più debole senza l’adesione dei tedeschi. Ci sono molte riflessioni da fare: come detto questa accelerazione è stata ritenuta necessaria, ma una comunicazione di questo tipo risente dell’assenza di grandi Paesi come Germania e Francia, nonché dei grandi club che li rappresentano”.
Mi sembra di capire che lei condivida la tesi di chi vede una guerra di potere, più che una reale intenzione di far nascere la Superlega.
“Vedo una sfida, rispetto alla quale mi sembra che FIFA, UEFA e le Federcalcio abbiano manifestato la loro posizione con chiarezza. Ma dall’altro lato vedo una posizione di grande difficoltà sul versante degli equilibri economici e prospettici dei grandi club. Io spero che non accada, e la mia posizione di politica sportiva arriva dopo un’attività pluridecennale: non posso che essere contrario. Detto questo, non bisogna essere tifosi: tutti vogliamo che prevalga il merito sportivo, che ci sia l’equilibrio tra il rispetto del bacino d’utenza e la capacità dei piccoli club di fare miracoli. Però bisogna cercare di interpretare quello che accade, senza essere faziosi. E in questo annuncio ci vedo una manifestazione di difficoltà e di debolezza”.
Addirittura?
“Certo. Poi a livello di comunicazione una posizione di questo tipo può essere legittimamente interpretata come una posizione forte, arrogante, di soggetti che hanno un bacino d’utenza maggiore. Ma se avessero voluto comunicare l’idea di una Superlega come competizione completa, non l'avrebbero fatto senza Bayern, Borussia Dortmund o PSG. In più, bisogna ragionare anche a livello di tempistiche: questo annuncio, la sera prima del Comitato Esecutivo UEFA, è stato fatto per far capire che le modifiche al format della Champions non bastano. Questa è una mia interpretazione, ovviamente. Ma del resto già l’anno scorso diversi club hanno cercato di abbassare i costi quando non si giocava; ora si gioca, ma non ci sono incassi da stadio e mancano le sponsorizzazioni. Anche sui diritti TV, si tende alla diminuzione degli introiti, o al massimo al loro mantenimento”.
Oggi i club di Serie A si riuniranno senza Juventus, Inter e Milan. Cosa si aspetta?
“Credo sia naturale che a ogni azione corrisponda una reazione. L’azione è stata importante, quindi credo serva una reazione adeguata a quella che è stata una comunicazione da prima pagina, persino in un momento in cui il nostro interesse da cittadini non è sul calcio. Però penso anche che bisogna ragionare bene: si può assumere una posizione fortemente critica, e da questo punto di vista mi sembra che le posizioni contrarie siano trasversali. Quindi bisogna confermare che, se si vorrà portare avanti questo discorso, ci sarà una reazione proporzionata. Al contempo bisogna anche evitare rotture vere e proprie, perché queste portano solo sconfitti e nessun vincitore”.
In Italia fino a poco tempo fa si trattava con i fondi.
“Anche in quella situazione, il fatto che alcuni club italiani abbiamo modificato la loro posizione testimonia che si siano resi conto del fatto che l’introito in arrivo dai fondi non avrebbe risolto i problemi, ma bloccato delle possibilità future. In generale, credo che il bersaglio di un annuncio come quello di ieri sera sia a livello internazionale. Prova ne sia che i club confermano l’intenzione di partecipare ai campionati nazionali. Ribadisco: è un messaggio di rottura alla UEFA, non a caso arrivato il giorno prima di un appuntamento importante. Consideri anche che la Premier League già oggi offre un livello di introiti nel complesso molto vicino a quello che garantirebbe la Superlega”.
In conclusione, vede anche una certa sordità della UEFA che ha portato a questa situazione?
“Sorprende il fatto che, nel racconto fatto fino a poco tempo fa, sembrava tutto destinato a finire a tarallucci e vino. L’ingresso della ECA all’interno della UEFA è arrivato con una riforma voluta dal presidente Platini: l’obiettivo era avvicinare le società alla vita della UEFA, con l’ingresso nel comitato esecutivo. Il messaggio che era stato dato finora, che è anche il motivo per cui molti sono sorpresi da questa rottura, era quello di una realtà in cui ci si parlava per trovare punti di equilibrio. Cosa sia successo poi lo possono sapere soltanto i diretti interessati, ma continuo a pensare che il tipo di comunicazione data sia collegata a una situazione di oggettiva difficoltà dei club interessati”.
SERIE A
È nata la Superlega! L'UEFA pronta a escludere subito Real, City e Chelsea dalla Champions
19/4 ALLE 15:13
di IVAN CARDIA
© foto di Getty/Uefa/Image Sport
La UEFA sta valutando ufficialmente la possibilità di espellere i 12 club partecipanti alla Superlega il prima possibile. È quanto filtra al termine del Comitato Esecutivo odierno, tenutosi a Montreux in Svizzera. La confederazione europea avrebbe chiesto consulenze legali sulla possibilità di escludere Real Madrid, Chelsea e Manchester City dall’attuale Champions League, nonché ovviamente il Manchester United (prossimo avversario della Roma) dall’Europa League.
SERIE A
È nata la Superlega! Dirigente di un club membro: "Niente Europei o Mondiali? Proprietari felici"
19/4 ALLE 15:08
di GAETANO MOCCIARO
Un membro del consiglio di uno dei sei club della Premier League che hanno aderito alla nuova Superlega ha dichiarato a Sky Sports News: "Ci sono diversi membri nel CdA dei sei club che si oppongono all'adesione al nuovo campionato ma sentono di non avere il potere di impedirlo".
In merito alle proprietà dei sei club: "Si aspettavano completamente delle ripercussioni ma ad essere onesti, non sono così preoccupati per le relazioni. Il bene del gioco per loro è una preoccupazione secondaria".
La voce, rimasta anonima, ha inoltre confermato che la prospettiva di vedere i calciatori che non potranno partecipare ad Europei e Coppa del Mondo non dispiace affatto ai proprietari dei club: "A loro non piace dare i loro asset alle nazionali per una ricompensa minima".
La fonte ha infine risposto, alla domanda circa una vera e propria guerra civile nel calcio: "Questa non è una guerra civile, è una guerra nucleare".
SERIE A
LIVE È nata la Superlega! Ceferin attacca Agnelli. E la UEFA ufficializza la nuova Champions
12 club hanno annunciato la nascita della SuperLega. Ora si attende la reazione della UEFA, che ha minacciato la loro esclusione.
19/4 ALLE 19:31
di REDAZIONE TMW
Terremoto nel calcio mondiale, anzi nel Soccer. Nella notte di ieri, 12 grandi club europei (nello specifico AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur) hanno annunciato la nascita della Super League: nei programmi, a questi si dovrebbero aggiungere altri tre club fondatori, per poi allargare la competizione a un totale di venti grandi squadre (
qui il format completo). Contro questa vera e propria rivoluzione sono attese ora le decisioni della UEFA. In un comunicato congiunto con FA, RFEF e FIGC, la confederazione guidata da Ceferin ha già condannato l'operazione e minacciato l'esclusione degli "scissionisti".
20.28 - Venerdì il comitato esecutivo della UEFA - Venerdì 23 aprile, la UEFA prenderà una decisione in merito alla partecipazione delle cinque squadre tra le fondatrici della Supelega, che sono ancora impegnate tra Champions League ed Europa League. La federazione europea potrebbe decidere di escludere Manchester City, Chelsea e Real Madrid dalla Champions e Manchester United e Arsenal dall'Europa League dopo la nascita della Superlega annunciata nella notte di ieri. A riportarlo è Sky Sport.
19.57 - Juve, Inter e Milan non mollano la Serie A - Terminata la riunione straordinaria della Lega di Serie A, organizzata in fretta e furia stamane e in cui Juventus, Inter e Milan sono state chiamate a rispondere della creazione della Superlega e degli effetti che avrà sul massimo campionato italiano. Le tre squadre, che hanno partecipato in videocall come tutte le altre del resto, hanno ribadito l'intenzione di continuare a partecipare regolarmente alla Serie A come sempre accaduto finora: lo rivela la redazione sportiva di Sky. Di risposta, è stata ribadita la posizione espressa ieri nel comunicato congiunto con UEFA, Federcalcio inglese, Premier League, Federcalcio spagnola (RFEF) e Liga e Federcalcio italiana (FIGC) di contrarietà al progetto della Superlega.
19.31 - Perez presenta il progetto Superlega stasera - Florentino Perez ci mette la faccia. Il presidente del Real Madrid ha risposto "presente" all'appello del Chiringuito de Jugones, noto programma spagnolo, e stasera spiegherà in diretta tv il programma della Superlega europea. Ricordiamo che il numero uno dei blancos, tra i principali fautori di questa nuova organizzazione, è stato scelto anche come presidente della stessa Superlega.
19.11 - Vezzali: "Molto preoccupata. Lo sport rappresenta sogni, non interessi" - In merito alla creazione della Superlega, tema che sta catalizzando l'attenzione mediatica di tutto il mondo del calcio, arriva anche la presa di posizione del Sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali: "Sto seguendo con attenzione la vicenda della Superlega di calcio e sono molto preoccupata per le conseguenze che uno scontro istituzionale potrebbe portare alla filiera dello sport, che ricordo, comincia con i campionati giovanili e porta, poi, fino ai campionati internazionali e ai Giochi Olimpici. Non entro nel merito della questione per il rispetto dovuto all’autonomia dello sport, ma non posso non sottolineare che lo sport è in grado di coinvolgere miliardi di persone in ogni angolo del pianeta, perché rappresenta i sogni di ogni bambina e bambino e non certo per la pur importante industria economica che lo anima. Mai, nemmeno di fronte agli interessi economici, possono venire meno i principi del merito, della sana competizione, della solidarietà così come i valori educativi dello sport. Ogni bambino italiano, nel momento in cui inizia a fare sport, deve poter credere che il suo sogno sia realizzabile solo attraverso il merito sportivo e non influenzato da interessi commerciali e economici. Mi auguro che le autorità sportive interessate possano trovare in tempi brevi una soluzione che non solo risolva la vicenda, ma soprattutto non crei contrapposizioni. Auspico quindi che si abbandonino interessi personali o di parte, a tutela del calcio, dello sport e di tutti gli appassionati".
18.49 - Rummenigge: "Il Bayern dice no alla Superlega, non risolverà i problemi economici dei club" - "Il Bayern non ha partecipato alla pianificazione della Superlega. Siamo convinti che l'attuale situazione nel calcio garantisca una base seria per il futuro. Il Bayern accoglie con favore le riforme della Champions League perché crediamo che siano il passo giusto per lo sviluppo del calcio europeo. Il turno preliminare modificato contribuirà ad aumentare la tensione e l'emotività nella competizione". Sono le parole, pesanti, di Karl-Heinz Rummenigge riportate dal sito ufficiale del Bayern Monaco. Il CEO del club di Bundesliga continua sulla Superlega, della quale il Bayern Monaco non ha voluto fare parte: "Non credo che la Superlega risolverà i problemi finanziari dei club europei causati dal Covid. Piuttosto, tutti i club in Europa dovrebbero lavorare in modo solidale per garantire che la struttura dei costi, in particolare gli stipendi dei giocatori e gli onorari per i consulenti, siano adeguati alle entrate per rendere il calcio europeo più razionale".
18.19 - È nata la Superlega! Comunicato congiunto DFB-DFL: "Germania al fianco di FIFA e UEFA" - La Federcalcio tedesca (DFB) e la Lega professionistica (DFL) hanno pubblicato una nota congiunta sul tema della Superlega, a cui i principali club tedeschi hanno rinunciato a partecipare, proposta da 12 top club europei nella giornata di ieri, spiegando di essere contrari e al fianco di FIFA e UEFA in questa battaglia.
18.01 - Comunicato AIC: "Campionati nazionali vanno preservati. Preoccupazione per i calciatori" - L’Associazione Italiana Calciatori, attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito ufficiale, analizza la preoccupante situazione venutasi a creare con la creazione della Superlega Europea: "L’Associazione Italiana Calciatori prende atto, non senza preoccupazione, delle decisioni assunte nell'ambito del Progetto della Super League europea. In questo delicatissimo periodo storico di crisi pandemica, il nostro auspicio è che i nuovi format delle competizioni internazionali per club possano continuare a generare nuove e aggiuntive risorse, senza minare gli aspetti solidaristici e la competitività dei campionati nazionali, patrimonio dello sport e dei tifosi, che dovranno necessariamente essere preservati e potenziati. L’AIC non nasconde, inoltre, la seria preoccupazione per le eventuali conseguenze disciplinari e sportive che potrebbero derivare in capo ai calciatori, loro malgrado coinvolti dalle scelte dei Club di appartenenza. Ci impegneremo in ogni sede, insieme ai nostri colleghi dei sindacati europei e alla Fifpro, per garantire che ogni decisione in merito sia assunta all’esito di processi decisionali equilibrati e condivisi tra tutte le parti coinvolte".
17.35 - Il Premier Draghi non è d'accordo con la Superlega: "Preserviamo i campionati" - Anche il Premier Mario Draghi s'è espresso sul progetto Superlega varato nella serata di ieri da dodici club europei. E come Federazioni, FIFA e UEFA, s'è detto contrario a questo progetto: "Il Governo segue con attenzione il dibattito intorno al progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport", le parole di Draghi.
16.44 - Ufficiale, nasce la nuova Champions League. La riforma sarà effettiva dal 2024/25 - La Superlega attacca, la UEFA risponde. Il Comitato Esecutivo della UEFA ha approvato oggi un nuovo formato per le competizioni per club a partire dalla stagione 2024/25. Le riforme, si legge sul sito ufficiale, "sono arrivate dopo un'ampia consultazione e hanno ricevuto il sostegno unanime del consiglio di amministrazione dell'ECA e del comitato delle competizioni per club UEFA (composto dalla maggioranza dei rappresentanti dei club) venerdì scorso. Le modifiche apportate sono state progettate per garantire un futuro roseo al calcio europeo a tutti i livelli e soddisfare le esigenze di tutti. Confermando inequivocabilmente l'impegno comune al principio della competizione aperta e del merito sportivo in tutto il continente, lo scopo comune è anche quello di sostenere i campionati nazionali".
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15.50 - Ceferin: "Saranno i legali a dire se i club della Superlega giocheranno ancora in Champions" - “Saranno i legali a dire se i club della Superlega parteciperanno ancora alla Champions”. Aleksander Ceferin, presidente UEFA, conferma che la confederazione europea sta studiando la possibilità di escludere City, Chelsea e Real dalla Champions League in corsa: “Stiamo ancora valutando la situazione con la squadra legale. È ancora presto, l'annuncio è arrivato ieri notte, non abbiamo ancora una soluzione ma cercheremo di applicare tutte le sanzioni che saranno possibili”.
15.36 - Gravina: "Ribadisco il nostro no. Tentativo di fuga dannoso per il calcio" - Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha parlato da Montreaux, dove domani si celebrerà il Congresso elettivo della UEFA, in merito alla Superlega: "Ribadisco il nostro no. L’unica riforma percorribile è quella nata dalla proposta UEFA sulla Champions League, ogni tentativo di fuga in avanti è irricevibile e dannoso per il calcio europeo. L'adesione a questo progetto pone gli stessi Club al di fuori dal contesto riconosciuto dalla FIFA".
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15.20 - Attacco durissimo di Ceferin ad Agnelli: "Mai visto nessuno mentire così tanto come lui!" - Attacco durissimo del presidente dell'UEFA Aleksandar Ceferin al presidente della Juventus, e ormai ex presidente dell'ECA, Andrea Agnelli. "Non ho mai visto una persona mentire così tante volte e così insistentemente come lui. L'ho sentito sabato pomeriggio e mi aveva rassicurato sul fatto che fossero tutte bugie. Evidentemente, l'avidità consente a tutti i valori umani di evaporare...".
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15.09 - City, Chelsea e Real fuori subito dalla Champions? - La UEFA sta valutando ufficialmente la possibilità di espellere i 12 club partecipanti alla Superlega il prima possibile. È quanto filtra al termine del Comitato Esecutivo odierno, tenutosi a Montreux in Svizzera. La confederazione europea avrebbe chiesto consulenze legali sulla possibilità di escludere Real Madrid, Chelsea e Manchester City dall’attuale Champions League, nonché ovviamente il Manchester United (prossimo avversario della Roma) dall’Europa League.
14.50 - Parla il presidente UEFA Ceferin - A margine del Comitato Esecutivo di oggi, il presidente dell’UEFA, Aleksander Ceferin, ha confermato provvedimenti durissimi nei confronti dei club e dei calciatori che parteciperanno alla Superlega: “Il mondo del calcio è unito, i governi sono uniti, siamo tutti uniti contro questo progetto senza senso. I calciatori che parteciperanno alla Superlega non disputeranno né il Mondiale né l’Europeo. Non potranno rappresentare le squadre nazionali”.
Qui tutte le parole di Ceferin.
13.28 - La UEFA conferma la nuova Champions - Ultime da Montreux, dove il Comitato Esecutivo UEFA è in riunione e non sembra temere la nascita della SuperLega. L'organo confederale ha infatti validato la nascita della nuova Champions, a 36 squadre, che partirà nel 2024.
12.50 - Anche il Porto resta al fianco della UEFA - Il presidente del Porto, Jorge Nuno Pinto da Costa, smentisce che il club lusitano sia pronto a entrare nella neonata SuperLega: “Ci sono stati dei contatti informali con alcuni club, ma non abbiamo dato particolare attenzione alla cosa. Siamo dall’altro lato, come il Bayern, l’Ajax o il PSG. Se siamo dentro alla UEFA, non possiamo seguire chi vuole andare via”.
12.30 - Il PSG non partecipa. Ma dall'organizzazione assicurano: la Francia ci sarà - Il Paris-Saint Germain di Nasser Al-Khelaifi non parteciperà alla Super Lega. Il numero uno ha votato in questo senso nell'ambito della riunione del Comitato Esecutivo UEFA di oggi e ha inoltre diversi interessi economici (da quelli radiotelevisivi di beIN Media Group alla Champions League a quelli nazionali del Qatar sui buoni rapporti con la FIFA in vista del mondiale 2022). Dall'organizzazione della competizione assicurano però che due club francesi parteciperanno al campionato d'élite.
12.19 - Pronta causa da 50-60 miliardi - Oltre ad aver minacciato l'esclusione dei 12 club dalle proprie competizioni, la UEFA ha anche pronta una causa da circa 50-60 miliardi per i danni che la "fuga" comporterà alle casse del calcio europeo. Viceversa, le società partecipanti alla SuperLeague avrebbero già pronti i documenti legali per evitare la ventilata esclusione.
11.50 - BVB e Bayern si tirano fuori - Il Borussia Dortmund e il Bayern Monaco non parteciperanno alla SuperLega. Lo ha fatto sapere il club giallonero con un comunicato ufficiale: "Entrambi i club tedeschi rappresentati nel consiglio di amministrazione dell'ECA, FC Bayern Monaco e Borussia Dortmund, hanno un punto di vista al 100% congruente in tutte le discussioni".
11.32 - Il comitato UEFA in corso: approvata all'unanimità la nuova Champions - È in corso di svolgimento a Montreux, in Svizzera, il Comitato Esecutivo della UEFA. Secondo le prime indiscrezioni i membri (di cui fa parte il presidente del PSG, non più Agnelli) hanno votato all'unanimità la nascita della nuova Champions, in programma dal 2024 e che dovrebbe coinvolgere 36 squadre.
SERIE A
È nata la Superlega! Il titolo della Juventus vola in borsa: chiusura odierna a +18%
19/4 ALLE 18:23
di PIETRO LAZZERINI @PIETROLAZZE
© foto di Image Sport
Alla chiusura delle contrattazioni odierne, sfiora il +18% il titolo in Borsa della Juventus nella prima giornata dopo l'annuncio della nascita della Superlega, che ovviamente coinvolge anche i bianconeri oltre a Milan e Inter. Per la precisione, il titolo juventino ha chiuso con un +17,85%.
Rummenigge: "Il Bayern dice no alla Superlega, non risolverà i problemi economici dei club"
SERIE A
19/4 ALLE 18:20
di TOMMASO BONAN
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
"Il Bayern non ha partecipato alla pianificazione della Superlega. Siamo convinti che l'attuale situazione nel calcio garantisca una base seria per il futuro. Il Bayern accoglie con favore le riforme della Champions League perché crediamo che siano il passo giusto per lo sviluppo del calcio europeo. Il turno preliminare modificato contribuirà ad aumentare la tensione e l'emotività nella competizione". Sono le parole, pesanti, di Karl-Heinz Rummenigge riportate dal sito ufficiale del Bayern Monaco. Il CEO del club di Bundesliga continua sulla Superlega, della quale il Bayern Monaco non ha voluto fare parte: "Non credo che la Superlega risolverà i problemi finanziari dei club europei causati dal Covid. Piuttosto, tutti i club in Europa dovrebbero lavorare in modo solidale per garantire che la struttura dei costi, in particolare gli stipendi dei giocatori e gli onorari per i consulenti, siano adeguati alle entrate per rendere il calcio europeo più razionale".
IL CORSIVO
La Superlega è l’all-in di club con l’acqua alla gola. O parte a settembre o non parte più
19/4 ALLE 17:45
di IVAN CARDIA @IVANFCARDIA
Anni di trame, calcoli e ragionamenti. Poi l’annuncio arriva in piena notte, senza un logo vero e proprio, con dodici club fondatori sui quindici previsti e gli altri che per ora non si vedono neanche all’orizzonte. Sul piatto, il generico progetto di avviare una competizione per ultra-ricchi, senza panorami temporali certi (“nel più breve tempo possibile”), e l’utopistica promessa di voler tenere un piede in due o addirittura tre scarpe. È la fretta con cui la comunicazione è arrivata, a ridosso di un doppio appuntamento cruciale per il calcio europeo (il comitato esecutivo e l’assemblea UEFA), a tradire la Superlega per quello che a oggi è davvero.
L’all-in di dodici club con l’acqua alla gola. All-in mediatico, s’intende. Perché l’obiettivo è stanare la UEFA dalla sua sordità, non certo più virtuosa rispetto all’avidità dei grandi club denunciata da Ceferin. È una guerra tra ricchi, più o meno: qualcuno diceva che alla fine ci rimettono sempre i poveri. È una guerra tra nobili, più che altro, che vedono con timore un futuro in cui rischiano di essere squattrinati: alla Superlega partecipano i tre club italiani più prestigiosi, ma anche i più indebitati. Stesso discorso in giro per il Vecchio Continente: non è un caso che dall’aderire se ne guardino bene i tedeschi, l’Ajax, il Porto. Beninteso: è sempre una questione di soldi. Il PSG ne rimane fuori non perché sia buono e caro, ma perché ha altri interessi (per ora) da tutelare. Può permetterselo. Chi ha aderito no, e questo è il primo dato da considerare: non ci sono buoni o cattivi in questa storia. Semmai, società che cercano di uscire da un periodo economico devastante, al quale peraltro erano già arrivate nell’ambito di una notevole bolla speculativa. Sono andate parecchio in là, nei loro programmi: per questo, arrivati a tanto non è più un bluff, ma un all-in vero e proprio. Che la UEFA in questo momento sta chiamando.
O parte a settembre o non parte più. Ceferin l’ha detto chiaro e tondo: i legali di Nyon stanno valutando se è possibile escludere sin da subito le società interessate dalla Champions League. Tra oggi e domani i club italiani, inglesi e spagnolo si vedranno senza i “traditori”. Non mancherà chi farà proposte di questo tipo. Sono giuridicamente complicate, forse impossibili, soprattutto a stagione in corso. Per la cronaca, il presidente dell’UEFA conta pure sull’appoggio della FIFA, più sfuggevole di quel che sembra: nessuno dimentica che fino a poco tempo fa Infantino o Ceferin litigavano sul progetto di mondiale per club a 24 squadre, poi naufragato proprio per il boicottaggio degli europei. Ma torniamo a noi: oggi l’UEFA e i club che restano nel suo alveo (perché contrari alla rivoluzione o perché non invitati, ma qui s’aprirebbe una parentesi parecchio lunga) ragionano sulla possibilità di estromettere i 12 scissionisti. Questi ultimi non hanno indicato una data vera e propria per l’avvio della Superlega. Per forza: nonostante la potenza mediatica di un annuncio del genere, la competizione è a tutti gli effetti in una fase embrionale. Ma è davvero pensabile che possa andare oltre settembre? No, perché è difficile immaginare un futuro in cui la Juve e le sue undici sorelle giochino nei campionati nazionali e nelle coppe europee senza aver prima sgombrato una volta per tutte il campo dallo spettro della lega solo per ricchi. Così, delle due l’una: o a settembre la Superlega parte, e il calcio sarà cambiato davvero (in peggio). O a settembre il calcio sarà quello di oggi, la Superlega derubricata in via definitiva dai sogni nel cassetto dei nobili, e in qualche modo i ribelli e l’impero chiamato UEFA saranno riusciti a dividersi la posta.
IL CORSIVO
La Superlega salterà solo se tifosi, UEFA, FIFA e Federazioni mostreranno insieme i muscoli
19/4 ALLE 14:06
di RAIMONDO DE MAGISTRIS
Il comunicato diramato ieri dai 12 club fondanti sulla nascita della nuova Superlega è un punto di non ritorno. Lo è perché è il frutto di anni e anni di colloqui, dialoghi e discorsi tra i top club europei e la UEFA che non hanno mai del tutto soddisfatto i più importanti società di calcio. I discorsi principali sono due e riguardano entrambi l'aspetto economico. Per i club che hanno fondato la Superlega, l'UEFA divide male i soldi che raccoglie dalle sue competizioni e, soprattutto, ne raccoglie troppo pochi.
Per essere chiari: Jp Morgan per finanziare il nuovo campionato mette sul piatto 3.5 miliardi di euro che potranno dividersi i 12 club che hanno fondato la Superlega. Poco meno di 300 milioni a testa. Il Bayern, che ad agosto ha vinto la Champions, ne ha incassati poco più di un quarto. In tempi di pandemia, di crisi economica e di disperazione finanziaria, questo aspetto fa tutta la differenza del mondo per chi governa questi club.
Ma la Superlega, che nasce (dovrebbe nascere) solo per sopperire alla crisi economica, per trovare una soluzione a club sempre più in perdita, c'entra poco col mondo dello sport. La levata di scudi è stata totale, a partire dalle istituzioni del calcio. Ognuno ha le sue motivazioni, ma solo sommandole si potrà respingere quella che è più una reale minaccia.
La più colpita dalla Superlega sarebbe la UEFA. Non scomparirebbe, ma è chiaro che senza i club europei più importanti la Champions League perderebbe di significato. Si svuoterebbe. Avrebbe meno appeal, avrebbe un valore di gran lunga più basso. Ma la UEFA, che oggi ha confermato il nuovo format della Champions a partire dal 2024, da sola ha poche armi. In questa battaglia l'appoggio delle Federazioni è necessario: oggi, tra il serio e il faceto, il Betis Siviglia sul suo sito ha già tolto Real Madrid, Barcellona e Atletico Madrid dalla classifica. Vi immaginate se le Federazioni ragionassero subito allo stesso modo? Intanto hanno garantito che dal momento in cui la Superlega partirà, le squadre partecipanti verranno estromesse dai singoli campionati. Ma una mossa ancora più forte sarebbe quella di escluderli subito: vuoi andare via 'il prima possibile'? Allora vai via subito... Oggi non siamo ancora a questo passaggio qui, ma non è da escludere.
Posizione fondamentale anche quella della FIFA. Nel comunicato diramato ieri sera, la FIFA ha dato appoggio totale alla UEFA e fatto sapere che i calciatori che prenderanno parte alla Superlega non potranno rappresentare le rispettive nazionali. E' un colpo durissimo per i giocatori, un colpo che inevitabilmente metterà i giocatori contro i proprio club. Vi immaginate un Cristiano Ronaldo che non può più giocare col Portogallo per partecipare alla Superlega con la Juve? O De Bruyne che rinuncia al sogno di vincere la Coppa del Mondo col Belgio per difendere il contratto col Manchester City? Io onestamente no, e come me credo in tanti...
E poi i tifosi, l'opinione pubblica. Subito dopo l'annuncio della Superlega, tutti hanno duramente attaccato la decisione di questi 12 club. Ma il calcio vive per i tifosi e fa (tanti) soldi grazie ai tifosi. Se perde di interesse, perde di valore...
Se tutte le parti in causa, quindi, remeranno contro la nascita di una Superlega che rende il calcio dei ricchi sempre più ricco e quello dei poveri sempre più povero, che azzera la meritocrazia ed espropria il calcio della sua stessa essenza, allora questo attacco verrà respinto. Se invece le Federazioni o la FIFA si siederanno attorno a un tavolo per trovare un accordo, allora la UEFA potrà alzare bandiera bianca. Definitivamente.
I FATTI DEL GIORNO
È nata la Superlega: il comunicato integrale che spiega tutte le motivazioni
19/4 ALLE 01:10
di MARCO CONTERIO
Dodici prestigiosi club europei di calcio hanno annunciato oggi congiuntamente un accordo per costituire una nuova competizione calcistica infrasettimanale, la Super League, governata dai Club Fondatori.
Ac Milan, Arsenal FC, Atletico de Madrid, Chelsea FC, FC Barcellona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur hanno aderito in qualità di Club Fondatori. E' previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile".
La nota prosegue spiegando: "Guardando al futuro, i Club Fondatori sperano di poter proseguire le conversazioni con UEFA e FIFA alla ricerca delle migliori soluzioni per la Super League e per il calcio mondiale nel suo insieme.
La creazione della nuova Lega avviene quando la pandemia globale ha accelerato l'instabilità dell'attuale modello economico del calcio europeo. Da anni i Club Fondatori mirano a migliorare la qualità e l'intensità delle competizioni europee esistenti e, in particolare, a creare un torneo in cui i migliori club e giocatori possano sfidarsi più frequentemente.
La pandemia ha rivelato che una visione strategica e un approccio commerciale sono necessari per aumentare il valore e gli aiuti a beneficio della piramide calcistica nel suo insieme. Negli ultimi mesi c'è stato un intenso dialogo con gli organi direttivi sul futuro format delle competizioni europee. I Club fondatori ritengono che le soluzioni proposte dai regolatori non risolvano le domande fondamentali, che sono sia la necessità di offrire partite di qualità superiore, sia di ottenere risorse finanziarie aggiuntive per l'intero mondo del calcio".
Nel comunicato è spiegato anche il formato della competizione:
- Parteciperanno 20 club: i 15 Club Fondatori e altre cinque squadre aggiuntive che verranno classificate annualmente in base all'andamento della stagione precedente;
- Tutte le partite si giocheranno durante la settimana, tutti i club continueranno a competere nei rispettivi campionati nazionali, preservando così il tradizionale calendario che è al centro della vita del club;
- La stagione inizierà ad agosto con la partecipazione delle società in due gironi da dieci, che giocheranno partite di andata e ritorno; I primi tre di ogni gruppo si qualificheranno automaticamente per i quarti di finale. Le squadre che finiscono al quarto e quinto posto giocheranno un ulteriore playoff a due gambe. Successivamente si giocheranno i playoff bipartiti dai quarti per raggiungere la finale, che si giocherà come partita unica, a fine maggio, in campo neutro.
Non appena possibile dopo l'inizio della competizione maschile, verrà lanciato il campionato femminile corrispondente, che contribuirà al progresso e allo sviluppo del calcio femminile.
Questo nuovo torneo annuale garantirà una crescita economica notevolmente superiore, che consentirà di sostenere il calcio europeo attraverso un impegno a lungo termine, che i contributi alla solidarietà crescano in linea con gli introiti del nuovo campionato europeo. I pagamenti di solidarietà saranno superiori a quelli attualmente generati dal sistema europeo di concorrenza e dovrebbero superare i 10 miliardi di euro nel periodo di impegno dei club. Inoltre, il nuovo concorso sarà costruito con criteri di sostenibilità finanziaria, poiché tutti i club fondatori si impegnano ad adottare un quadro di spesa. In cambio del loro impegno, i club fondatori riceveranno collettivamente un pagamento una tantum di 3,5 miliardi di euro dedicato esclusivamente alla realizzazione di piani di investimento infrastrutturale e alla compensazione dell'impatto della pandemia COVID.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
20 APRILE 2021
#VeronaFiorentina: le statistiche
Scopri i numeri, le statistiche e le curiosità fornite da Opta Sports di Hellas Verona-Fiorentina, 32a giornata della Serie A TIM 2020/21, in programma oggi, martedì 20 aprile (ore 20.45), allo stadio 'Bentegodi' di Verona.
I PRECEDENTI
- Si contano un totale di 59 precedenti tra Hellas Verona e Fiorentina in Serie A: 14 vittorie per i gialloblù, 18 pareggi e 27 vittorie per i viola.
- L’1-1 è il punteggio più frequente nelle sfide tra Verona e Fiorentina in Serie A, nonché risultato finale della gara di andata (19 dicembre 2020), nella quale venne assegnato l'ultimo rigore ai gialloblù in questo campionato.
LE CURIOSITA'
- L'Hellas Verona è imbattuto da 4 confronti in Serie A con la Fiorentina, frutto di 2 vittorie ed altrettanti pareggi.
- L'Hellas Verona ha colpito 18 'legni', meno solo dei 19 del Milan nel campionato in corso.
- La Fiorentina soffre sulle palle inattive, specialmente sui calci d'angolo: la squadra viola è quella che ha incassato più reti da calcio piazzato in questa Serie A (20) e quella che ne ha subiti di più da corner (11).
FOCUS GIOCATORI
- Marco Davide Faraoni ha preso parte a 8 gol in questo campionato (2 reti, 6 assist), eguagliato il suo record della passata stagione di Serie A (5 gol e 3 assist in quel caso).
- Nessun difensore ha creato più occasioni da gol di Federico Dimarco nei cinque maggiori campionati europei in questa stagione (61, come Luke Shaw del Manchester United).
- L’esordio in Serie A di Adrien Tamèze è arrivato nel febbraio 2020 contro la Fiorentina: il centrocampista da allora ha collezionato 35 presenze e una rete nel torneo.
- Pawel Dawidowicz è il giocatore che nella 31a giornata di Serie A ha effettuato più tiri in porta (4), assieme a Ciro Immobile (Lazio).
ALLENATORI
- L’unico precedente in panchina nel massimo campionato tra Ivan Juric e Giuseppe Iachini è terminato in parità, nel luglio 2020 (1-1 a Firenze).
19 APRILE 2021
Nota del Club
Verona – Rispetto a quanto riportato oggi da un quotidiano nazionale, Hellas Verona FC precisa di non aver fatto alcuna richiesta di estromissione di altri Club da qualsivoglia competizione e - contestualmente - di non aver preso posizione nel Consiglio di ieri della Lega Serie A, riservandosi di fare le proprie valutazioni a tempo debito.
19 APRILE 2021
Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda/Peschiera - Nella vigilia di Verona-Fiorentina si è tenuta, nel pomeriggio, una seduta di allenamento con le seguenti attività: riscaldamento incentrato sull’attivazione, esercitazione tattica e partita a campo e minutaggio ridotti.
18 APRILE 2021
Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda/Peschiera – All’indomani della trasferta a Genova e della partita contro la Sampdoria, il Verona ha subito iniziato a preparare il match di martedì, 20 aprile, al ‘Bentegodi’ (ore 20.45), contro la Fiorentina, match valido per la 32esima giornata della Serie A TIM, tredicesima del girone di ritorno.
Allo Sporting Center ‘Paradiso’ si è svolta, in mattinata, una seduta di allenamento con le seguenti attività: riscaldamento tecnico, esercitazioni sul possesso-palla e mini-partite per chi non ha giocato al ‘Luigi Ferraris”; lavoro di recupero per tutti gli altri.
FONTE:
HellasVerona.it
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VITA DA EX: Parla JORGINHO 'A 17 anni, a Verona con i monaci, volevo mollare'
HANNO DETTO
Jorginho: «A 17 anni, a Verona con i monaci, volevo mollare»
Jorginho racconta i suoi inizi di carriera e il suo sogno di giocare in Europa: ecco le dichiarazioni del centrocampista del Chelsea
Redazione CalcioNews24
17 Aprile 2021 Di Redazione CalcioNews24
Il centrocampista del Chelsea, Jorginho, racconta il suo inizio di carriera al Daily Mail.
LA CARRIERA – «Il posto non era dei migliori, a volte dovevamo mangiare lo stesso cibo per 3 giorni e in inverno non avevamo l’acqua calda per le docce. Un giorno mia madre venne a trovarmi e voleva riportarmi a casa con la forza dopo aver visto quanto era orribile e sporco quel posto. Ma io le dissi che quella era la mia opportunità, non sarei andato via perché il bagno non era pulito. Diventare calciatore professionista in Brasile già mi avrebbe reso felice, andare a giocare in Europa era un sogno che vedevo molto lontano».
ESPERIENZA A VERONA IN MONASTERO – «Ho chiamato mia madre piangendo, dicendo che volevo tornare a casa e rinunciare al calcio. I miei genitori mi avevano sempre detto che la vita calcistica è dura e che ci sarebbero state persone orribili di cui non mi sarei potuto fidare ma in quel momento ho detto a mia madre che non volevo più vivere in questo modo. Mia madre mi ha impedito di mollare e tornare a casa».
FONTE:
CalcioNews24.com