...Sei sconfitte nelle ultime sette partite e un match che non promette niente di buono per l'HELLAS atteso a Milano dall'INTER che vorrebbe chiudere al più presto il discorso scudetto e far dimenticare ai propri tifosi, con una gioia che manca da 11 anni, la magra figura del club di Viale della Liberazione accodatosi a JUVENTUS e MILAN nel tentato golpe #SuperLega fallito fortunatamente in 48 ore.
Non che i tifosi nerazzurri abbiano manifestato particolare disaccordo all'operazione in realtà, forse perchè preoccupati dal fatto che la proprietà cinese fatichi a pagare gli stipendi a fine mese ed è bene non creare altre problematiche fuori dal campo...
In ogni caso, guardiamo in casa nostra dove il club scaligero, ormai appagato dall'obiettivo raggiunto con largo anticipo e distratto dalle voci di mercato, rischia di terminare il torneo con mestizia e finalmente di rovinare quanto di buono aveva combinato nella prima parte della stagione.
Precedenti
Meazza campo tabù per gli scaligeri che mai hanno avuto la meglio a casa dei nerazzurri nei 29 precedenti sin qui disputati (e solo in 8 occasioni sono andati in gol), mentre per 11 volte hanno strappato un punto (l'ultima volta nel 2 a 2 del 9 Novembre 2014 al termine del quale fu esonerato Walter MAZZARRI attuale tecnico del TORINO) e in 18 sono stati battuti come negli ultimi tre precedenti in ordine decrescente
di cui sopra, la durissima sconfitta del 26 Ottobre 2013 quando, in meno di un quarto d'ora,
e andare sotto altre due volte... A metà del secondo tempo il 2 a 4 finale di
rendeva meno amaro il pomeriggio gialloblù.
La prossima sfida sarà affidata alle cure del signor Rosario Abisso della sezione AIA di Palermo.
ha raccolto 'solo' un pareggio, ha fatto seguito la sconfitta interna del MILAN ad opera dell'ambizioso SASSUOLO (
🤣😂) che ha portato il vantaggio nerazzurro a 10 lunghezze sui cuginastri in rossonero e a 11 dalla JUVENTUS (che invece, karma o non karma, ha riposto con una tripletta all'iniziale vantaggio dei ducali): Con 6 partite alla fine, se non è scudetto, poco ci manca!
3-5-2 con Handanovic; Skriniar-De Vrij-Bastoni; Hakimi-Sensi-Brozovic-Barella-Perisic; Sanchez-Lukaku.
In dubbio per forza di cose gli assenti dell'ultimo match contro la FIORENTINA e cioè
.
1 Silvestri, 3 Dimarco, 5 Faraoni, 7 Barák, 8 Lazović, 9 Salcedo, 11 Favilli, 13 Udogie, 14 Ilić, 15 Çetin, 17 Ceccherini, 19 Rüegg, 20 Zaccagni, 21 Günter, 22 Berardi, 23 Magnani, 25 Pandur, 27 Dawidowicz, 29 Kalinić, 40 Bessa, 61 Tamèze, 90 Colley, 92 Lasagna.
3-4-2-1 con Silvestri; Dawidowicz-Guenter-Dimarco; Faraoni-Tameze-Ilic-Lazovic; Barak-Zaccagni; Lasagna.
Solo un pari con gli occhiali nel recupero della quarta giornata di campionato contro la CREMONESE,
...
; l'ormai 36enne serbo non ha intenzione ancora di appendere gli scarpini al chiodo e in gialloblù, agli ordini di JURIC, potrebbe trovare una nuova giovinezza...
Fonte immagine TuttoMercatoWeb.com
AVVERSARI: IL PUNTO SUL VERONA IN 150 SECONDI
Massimo Paganin ci presenta la formazione di Juric: stato di forma, modulo e protagonisti. La rubrica del Matchday Programme sulla sfida di domenica
24/04/2021
In vista di Inter-Hellas Verona torna il Matchday Programme: protagonista del magazine nerazzurro è Samir Handanovic con 5 curiosità per conoscerlo meglio e la sua Inter dei Sogni; poi le statistiche, un quiz sulla coppia Ronaldo-Vieri, hl, la parola della settimana e il punto sugli avversari a cura di Massimo Paganin.
Clicca sulla cover e leggi il Matchday Programme di Inter-Hellas Verona
Questi i tre temi della rubrica:
STATO DI FORMA: l’Hellas Verona ha alternato l’andamento nel corso della stagione, collezionando vittorie importanti contro Lazio, Atalanta e Napoli e il doppio pareggio con la Juventus. Trend invertito nelle ultime gare per quello che riguarda i risultati con una vittoria e sei sconfitte nelle ultime 7 partite di campionato.
MODULO: 3-4-2-1, con due trequartisti a sostegno della punta, una squadra dinamica e fisica che fa dell’intensità una delle sue armi migliori.
PROTAGONISTI: 40 gol subiti e 40 segnati. Quella di Juric è una squadra che segna e subisce poco, in grado di difendersi bene e di diventare pericolosa nelle ripartenze. Nei tre di difesa c’è Dimarco che insieme ad Hakimi è uno dei due più giovani difensori che ha preso parte a più di cinque gol in questa Serie A (quattro gol, tre assist). Barak il miglior marcatore della rosa seguito da Zaccagni, che è anche il giocatore che ha servito più assist (7).
Avversari | Il punto di Paganin
FONTE:
Inter.it
Tuttosport: la rabbia corre sui social del club, ma il tifo organizzato tace. Con i DV invece…
Di Redazione Fiorentina.it - 20 Aprile 2021
Tuttosport in edicola stamani propone anche una riflessione sui tifosi viola. Fin qui solo critiche social, il tifo organizzato non si è mosso
Ecco una parte dell’articolo pubblicato stamani su Tuttosport, nel quale si parla anche della non presa di posizione del tifo organizzato, in seguito agli ultimi risultati non esaltanti della Fiorentina.
Società e squadra silenziate, adesso bisogna parlare con i fatti, bisogna rispondere in campo, come chiede quella fetta di tifosi che in questi giorni ha inondato gli account della società viola con messaggi di forte critica e malcontento nei riguardi di tutti, presidente, dirigenti, giocatori, in cui il termine più usato è stato “vergogna”. Nessuna manifesta contestazione ad ora da parte dei club organizzati, compresi quelli della curva Fiesole spesso invece sul piede di guerra al tempo dei Della Valle…
FONTE:
Fiorentina.it
21 APRILE 2021
COMUNICAZIONE RELATIVA AL PROGETTO SUPER LEAGUE
Con riferimento al comunicato stampa diramato da Juventus Football Club S.p.A. in data 19 aprile 2021, relativo al progetto di creazione della Super League, e al successivo dibattito pubblico, l’Emittente precisa di essere al corrente della richiesta e delle intenzioni altrimenti manifestate di alcuni club di recedere da tale progetto, sebbene le necessarie procedure previste dall’accordo tra i club non siano state completate.
In tale contesto, Juventus, pur rimanendo convinta della fondatezza dei presupposti sportivi, commerciali e legali del progetto, ritiene che esso presenti allo stato attuale ridotte possibilità di essere portato a compimento nella forma in cui è stato inizialmente concepito.
Juventus rimane impegnata nella ricerca di costruzione di valore a lungo termine per la Società e per l’intero movimento calcistico.
FONTE:
Juventus.com
CLUB
21 aprile 2021
COMUNICATO UFFICIALE
Abbiamo accettato l'invito a partecipare al progetto di Super League con la genuina intenzione di creare la migliore possibile competizione Europea per i fan di tutto il mondo, per tutelare gli interessi del Club e della nostra tifoseria. Il cambiamento non è facile, ma l'evoluzione è necessaria per progredire, e anche la struttura del calcio Europeo si è evoluta e modificata negli anni.
Ma la voce e le preoccupazioni dei tifosi in tutto il mondo rispetto al progetto di Super League sono state forti e chiare, e il nostro Club deve rimanere sensibile e attento all'opinione di chi ama questo meraviglioso sport.
Continueremo comunque ad impegnarci attivamente per definire un modello sostenibile per il mondo del calcio.
FONTE:
ACMilan.com
COMUNICATO UFFICIALE DI FC INTERNAZIONALE MILANO
21/04/2021
MILANO - FC Internazionale Milano conferma che il Club non fa più parte del progetto Super League. Siamo sempre impegnati a dare ai tifosi la migliore esperienza calcistica; l'innovazione e l'inclusione sono parte del nostro DNA fin dalla nostra fondazione. Il nostro impegno con tutte le parti interessate per migliorare l'industria del calcio non cambierà mai.
L'Inter crede che il calcio, come ogni settore di attività, debba avere interesse a migliorare costantemente le sue competizioni, per continuare ad emozionare i tifosi di tutte le età in tutto il mondo, in un quadro di sostenibilità finanziaria.
Con questa visione continueremo a lavorare insieme alle istituzioni e a tutte le parti interessate per il futuro dello sport che tutti amiamo.
FONTE:
Inter.it
5 cose (altrettanto evanescenti e rumorose) che sono durate di più della Superlega
LE 48 - ANZI 49 - ORE CHE SCOMBUSSOLARONO L'OPINIONE PUBBLICA E IL MONDO DEL CALCIO PER POI SCOMPARIRE NELLA NOTTE
Morgan and Bugo, il 6 febbraio 2020, al 70° Festival di Sanremo (Getty Images)
Blogs Alfredo De Vuono 21/04/2021 15:30 10'
Serve fare un riassuntino for dummies di quanto accaduto ai più alti livelli del mondo del calcio nelle ultime 48 ore circa? No, a meno che non abbiate trascorso gli ultimi giorni in lockdown in una capanna nelle Isole Kerguelen, già simpaticamente dette Isole della Desolazione.
Quello che conta, oggi, è che questo terremoto, colpo di stato, operazione finanziaria - ognuno la interpreti come meglio crede - è svanito.
Di notte, ma nel rumore delle folle, così come era arrivato.
E in attesa che il dietrofront diventi ufficiale e palese anche per le più ostinate fondatrici della famigerata SuperLeague, già adesso il progetto rivoluzionario che ha smosso l'opinione pubblica universale tanto da spodestare (temporaneamente) la pandemia e i suoi annessi e connessi dal tavolo della discussione, sembra già appartenere al passato.
Recente, ombroso, disturbante. Ma, in ogni caso, passato.
Ma quanto è durato, in definitiva, questo elettroshock alla calciofilia globale?
Il comunicato ufficiale di lancio risale alla famigerata tarda serata di domenica 18 aprile, intorno a mezzanotte.
Ieri sera, 20 aprile, sempre col favore delle tenebre, i "club ribelli" si sono riuniti, hanno preso atto delle prime defezioni made in England, e intorno all'una e trenta di notte - o di mattina, fate sempre voi: noi siamo per la libertà interpretativa - hanno diramato il loro secondo comunicato.
"Date le circostanze attuali, riconsidereremo i passaggi più appropriati per rimodellare il progetto".
48 ore. 49 e mezza, per la precisione.
I due giorni del 2021 che ricorderemo per sempre, come paradigma unico e illuminante della "retromarcia organizzativa". Ma c'è qualcosa di altrettanto sconvolgente che ha avuto la capacità di nascere e morire nello stesso, brevissimo, intervallo di tempo?
Probabilmente no.
Ma se siamo qui a compilare i nostri amati elenchi, vogliamo almeno provarci.
Ovviamente perrìde.
frame da hellasverona.it via web.archive.org
1) Antonio Cassano al Verona
Il 10 luglio 2017, alle 20:00, il club scaligero comunica "di aver acquisito le prestazioni sportive del calciatore Antonio Cassano. L'attaccante gialloblù, dopo aver sostenuto le visite mediche nel pomeriggio, è partito alla volta di Primiero per raggiungere il ritiro dei gialloblù".
Fantantonio sta per compiere 35 anni, ha rotto con la Sampdoria un anno prima, è fermo e fuori forma. Inizia il ritiro con la squadra, ma intanto nel giro di una settimana decide di rendere effettivo il suo, di ritiro. Dopo poche ore ci ripensa: "Solo un momento di debolezza, sarebbe stata una ca**ata" e torna sui suoi passi. Di giorni ne passano un'altra decina, e il Verona rescinde il contratto. Di fatto, nonostante gli abboccamenti con Bari, Monza ed Entella, non giocherà più. La scorsa settimana Antonio, durante una delle sue ormai consuete live con l'amico Bobo Vieri, ha raccontato: "Vado da Pecchia e gli dico: 'Io devo rimettermi in forma, Pazzini e Cerci non stavano bene, ma la squadra secondo me è scarsa, non facciamo tre passaggi e non andiamo da nessuna parte'. Chiamo mia moglie e gli chiedo di venire a prendermi. Qualche tifoso iniziava a urlarmi 'Terùn, hai la pancia'. Torno da Fabio e gli dico che faccio fatica a livello fisico e mentale. Vado in conferenza stampa e dico che me ne volevo andare".
QUANTO È DURATA? 17 GIORNI.
2) Christian Vieri alla Sampdoria
A proposito di esperienze durate talmente poco da non essere mai esistite, ma non così poco da essere dimenticate, chi di voi ricorda l'estate doriana di Bobo? Finita la lunga parentesi all'Inter, e passato sotto traccia al Monaco prima e al Milan poi, l'attaccante 33enne è ovviamente triste e deluso per non aver partecipato alla felice spedizione azzurra ai Mondiali tedeschi, che iniziano il 9 giugno. Vieri viene da una brusca distorsione al ginocchio risalente a qualche mese prima, da cui non ha recuperato, altrimenti sarebbe stato, per ammissione di Lippi, tra i convocati. E' il 16 giugno quando lo stesso Vieri, con una lettera d'amore, di fatto formalizza il suo imminente accordo con Garrone: tifosi blucerchiati ovviamente in delirio, ma che nel giro di poche settimane si ritrovano già orfani del loro potenziale idolo, che andrebbe ad affiancarsi alla batteria di punte composta già da Flachi, Bonazzoli, Quagliarella, Bazzani e il giovane Foti.
A inizio luglio si inizia a diffondere la notizia che il calciatore voglia ritirarsi: la Samp dirama il raduno per il 14, a Nervi, con Bobo, che continua a proseguire le cure al ginocchio operato, ma già il 17 non parte per il ritiro di Moena. Va in vacanza con la sua compagna di allora, Melissa Satta, e tentenna. La Samp lo aspetta: a inizio agosto Vieri ne parla con Marotta e sembra pronto ad aggregarsi al gruppo di Novellino, di ritorno dalle tre settimane in Trentino. Marotta l'8 agosto rilascia una dichiarazione - "Vieri? A braccia aperte" - che sembra ufficializzare l'atteso matrimonio, il giorno dopo sembra esser quello dell'inizio dell'avventura, ma in serata l'allenatore smorza i toni. Il 10 agosto il Doria conferma che "al termine di un sereno confronto tra l'amministratore delegato Giuseppe Marotta e il calciatore Christian Vieri entrambe le parti hanno convenuto che non esistessero più i presupposti per proseguire il rapporto professionale precedentemente definito".
QUANTO È DURATA? 61 GIORNI.
Vieri, in merito, poi racconterà:
"Sono tifoso della Sampdoria. Avevo firmato un contratto, ma ho avuto problemi al ginocchio e così ho strappato il contratto, restando fermo per sei mesi. Sentivo ancora dolore dopo l’operazione. Successivamente sono andato a Bergamo, ho fatto le cure e giocato le ultime giornate di campionato, ma mi hanno aspettato tutto l’anno".
Un bel quadretto (getty images)
3) Morgan e Bugo a Sanremo
Il 18 dicembre 2019 vengono annunciati i cantanti della kermesse canora che ricorderemo tutti - soprattutto il web - ad libitum. Ci sono anche loro, che a gennaio presentano il brano infarciti di sorrisi ed apprezzamenti reciproci.
Morgan: "Lui canta bene, quindi è un piacere".
Bugo: "Idem".
All'unisono: "Saremmo diventati amici anche se non fossimo stati musicisti, a Sanremo ci andiamo con una canzone che si chiama “Sincero” perché è nata con naturalezza e racconta la sincerità del nostro rapporto".
Il 7 febbraio accade ciò che accade.
QUANTO È DURATA? 51 GIORNI.
4) L'Isola delle rose
Il 1° maggio 1968 il poco più che quarantenne ingegnere bolognese Giorgio Rosa proclama l'indipendenza della sua Repubblica Esperantista dell'Isola delle Rose. La dichiarazione fu poi resa pubblica con una conferenza stampa solo il 24 giugno, ma di fatto ciò che stava accadendo già da un po', al largo della costa tra Rimini e Bellaria-Igea Marina, di poco al di fuori delle acque territoriali italiane, era già una rivoluzione geo-socio-politica, oltre che antropologica. Già da tempo Rosa aveva costruito, quasi autonomamente, una piattaforma in mare aperto, organizzata con bar, negozi, camere da letto e attività commerciali, che inizia inevitabilmente ad attirare turisti e curiosi da tutta Italia (e non solo). Fisiologicamente si indispettisce la ferrea - ma spiazzata - burocrazia dello Stato e vengon fuori le opinioni più arzigogolate dei complottisti. Il resto della storia ve la possono raccontare i vari documentari, girati in merito, ma soprattutto Sydney Sibilia che l'ha tramutata in una piccola chicca del nostro cinema, dal titolo 'L'incredibile storia dell'Isola delle Rose' (che ovviamente vi consiglio di recuperare: è stato distribuito su Netflix il 9 dicembre scorso).
Ciò che ci serve, per il nostro scopo, è invece riportare la data in cui venne demolita: il 25 giugno 1968, di buon mattino, l'Isola venne accerchiata da Polizia, Carabinieri, Finanza, e di fatto chiusa. L'11 febbraio '69 la Marina Militare ne iniziò la demolizione, culminata con l'inabissamento, per mano della burrasca, il 26 febbraio. Il blocco navale e la presa di possesso della piattaforma, però, ne sancirono di fatto la fine.
QUANTO È DURATA? 55 GIORNI.
5) Lo Scudetto 2006 alla Juventus
Il 14 maggio 2006 si gioca l'ultima giornata di ritorno del Campionato di Serie A più discusso della storia. Sul campo neutro di Bari la Juventus batte 2-0 la Reggina con i gol di Trezeguet e Del Piero, e al 90° i tifosi e la squadra festeggiano, in campo e sugli spalti. Ma è soprattutto fuori dal campo che ormai da qualche giorno divampa lo scandalo che era e resterà il punto più basso della storia del nostro calcio: dieci giorni prima sui giornali vengono fuori le prime intercettazioni che porteranno alla luce la drammaticamente nota Calciopoli, che porterà, a fine partita, un Luciano Moggi in lacrime e con la voce rotta dal pianto a dichiarare: "Vi prego di non farmi domande perché non ne ho la voglia né la forza: mi hanno ucciso l'anima. Da domani sarò dimissionario, e da stasera il calcio non sarà più il mio mondo. Penserò soltanto a difendermi da tutte le cattiverie che mi sono state rivolte". Inutile dire come è andata a finire.
Il 26 luglio successivo, la FIGC si pronuncia in merito al titolo: lo toglie ai bianconeri, li retrocede in Serie B e riassegna lo scudetto all'Inter terza classificata (al secondo posto c'era il Milan, declassato in quarta posizione).
QUANTO È DURATO? 73 GIORNI.
Noi ci siamo divertiti così, a elencare 5, rumorosi, eventi - calcistici e non - che possono essere assimilati, per brevità di durata, a quella che ricorderemo come la Superlega. Sui social però, già da diverse ore sono stati partoriti appassionanti thread che raccolgono accadimenti altrettanto effimeri.
La mia personale selezione prevede: Fru a Lol, la mia ultima dieta, Papa Luciani, un gatto in tangenziale, il mio ultimo stipendio, Politano e Malcom alla Roma, David Silva alla Lazio, Biabiany e Suazo al Milan, Spinazzola ed Erkin all'Inter, Milinkovic alla Fiorentina, la polemica sui sacchetti della frutta a 2 cent, la storia tra Pamela Prati e Mark Caltagirone, l'ultimo matrimonio a cui sono stato, l'esame di Suarez a Perugia, il rapimento di Lapo a New York.
Ora, però, aspettiamo i vostri spunti. Perché riderci su non può che essere il modo migliore per esorcizzare quest'ennesimo, potenziale, incubo scampato.
FONTE:
HellasLive.it
SuperLega, i 7 errori per un superflop
Juve, Real e le altre, sono finite clamorosamente in fuorigioco: ecco perchè è successo
Di Cronaca di Verona - 21 Aprile 2021
Un flop disastroso che getta nella polvere la reputazione dei più grandi club europei e mette in crisi la credibilità del sistema calcio. Un azzardo, quello della Superlega, che rischia di divorare i suoi ideatori. Quello che più impressiona, in questa vicenda, è la serie di errori messi insieme dai due ideatori: Florentino Perez e Andrea Agnelli. Parliamo di due dei massimi dirigenti del calcio mondiali che hanno dato una prova di rara inadeguatezza. Ecco tutti gli errori del progetto.
1) No comunicazione. Nel celebre manuale di Edward Luttwak “Tecnica di un colpo di stato”, pubblicato negli anni ’70 (quando andavano di moda i golpe della Cia) al primo punto si spiega l’importanza strategica dell’informazione. Quando un gruppo vuol prendere il potere la prima cosa è il controllo dei mezzi di comunicazione. In questo caso “l’assalto” al potere di UEFA e FIFA è stato fatto senza il supporto dei media che invece si sono scatenati contro la Superlega trascinando opinione pubblica, politica e tifosi.
2) Assenza tedesca. Quando sono stati comunicati i club secessionisti è balzata subito all’occhio l’assenza delle squadre tedesche. Un vulnus gravissimo. Difficile immaginare di organizzare qualcosa nell’Europa di oggi (totalmente a trazione germanica) senza i tedeschi.
3) Defezione PSG. Altro vuoto pesante quello dei francesi. Non tanto per il peso del calcio transalpino ma per l’assenza del club parigino di proprietà qatarina. Era improbabile pensare che gli Emiri in debito verso la Fifa per il contestato Mondiale del 2022 e in procinto di giocarsi la vittoria in Champions targata Uefa avrebbero aderito alla Superlega.
4) Debolezza del progetto. Troppi i dubbi sulla struttura della Superlega. Confusione totale sul fronte dei diritti tv. Chi il broadcaster della Superlega? Chi il finanziatore? Il gruppo JP Morgan principale referente degli scissionisti non si è esposto rimanendo ai margini. Altro piccolo dettaglio. Chi avrebbe arbitrato le partite della Superlega? Anche qui nebbia fitta.
5) Tifosi in rivolta. “Il calcio non è più un gioco ma un’industria”. Questa l’affermazione perentoria di Agnelli parlando con Repubblica. Un calcolo clamorosamente sbagliato. Trasformare i grandi club in industrie è forse il peccato originale di tutto. Perché il calcio non vende solo magliette ma soprattutto passione cioè un bene impalpabile.
6) Effetto pandemia. In piena pandemia mondiale, con migliaia di morti e una crisi economica incombente, parlare di progetti faraonici, di nuova ricchezza, di miliardi da spartirsi ha generato un rigetto fortissimo.
7) Politica. Clamorosamente sbagliato anche il momento storico. In una fase dove la globalizzazione è vista come un nemico potenziale (che diffonde i virus), vengono rivalutati gli stati le esigenze interne (vedi vicenda vaccini), lanciare un campionato europeo penalizzando quelli nazionali è stata una follia.
FONTE:
FantaCalcio.it
CLUB ANNOUNCEMENT
An open letter to our fans
Arsenal Media 20 Apr 2021
The last few days have shown us yet again the depth of feeling our supporters around the world have for this great club and the game we love.
We needed no reminding of this but the response from supporters in recent days has given us time for further reflection and deep thought.
It was never our intention to cause such distress, however when the invitation to join the Super League came, while knowing there were no guarantees, we did not want to be left behind to ensure we protected Arsenal and its future.
As a result of listening to you and the wider football community over recent days we are withdrawing from the proposed Super League. We made a mistake, and we apologise for it.
We know it will take time to restore your faith in what we are trying to achieve here at Arsenal but let us be clear that the decision to be part of the Super League was driven by our desire to protect Arsenal, the club you love, and to support the game you love through greater solidarity and financial stability.
Stability is essential for the game to prosper and we will continue to strive to bring the security the game needs to move forward.
The system needs to be fixed. We must work together to find solutions which protect the future of the game and harness the extraordinary power football has to get us on the edge of our seats.
Finally, we know this has been hugely unsettling at the end of what has been an incredibly difficult year for us all.
Our aim is always to make the right decisions for this great football club, to protect it for the future and to take us forward. We didn’t make the right decision here, which we fully accept.
We have heard you.
The Arsenal Board
Copyright 2021 The Arsenal Football Club plc. Permission to use quotations from this article is granted subject to appropriate credit being given to www.arsenal.com as the source.
FONTE:
Arsenal.com
Men's Team
CLUB STATEMENT
Tue 20 Apr 2021, 21:19
Manchester City Football Club can confirm that it has formally enacted the procedures to withdraw from the group developing plans for a European Super League.
FONTE:
ManCity.com
'Siete come la Juve': Inter e Milan al traino di Agnelli sulla Superlega, senza metterci la faccia, ora sono uguali
del 21 aprile 2021 alle 19:48
di Gianluca Minchiotti
Se c'è un risultato che il caos Superlega ha prodotto nel calcio italiano è quello di aver messo sullo stesso livello Juventus, Inter e Milan di fronte agli occhi di tutte le altre squadre italiane. Da Cairo a De Zerbi, passando per i social e i tifosi delle 'altre', il fronte è unanime e compatto: il calcio italiano da una parte, Juve, Inter e Milan dall'altra. Anni e anni di rivalità storiche fra le tre big passano ora paradossalmente in secondo piano: le 'guerre' per Calciopoli, per Iuliano-Ronaldo, per il gol di Muntari, tutto viene livellato da questa nuova battaglia, nella quale Juve, Inter e Milan recitano, tutte, la parte del 'cattivo'. Al di là delle considerazioni di merito sull'idea della Superlega e sulle conseguenze che avrà il suo fallimento sul calcio europeo e italiano, per ora se guardiamo al mondo del tifo calcistico nostrano uno dei risultati è proprio quello che vi abbiamo descritto.
Paradosso nel paradosso, va poi anche registrato il fatto che Inter e Milan, e i loro tifosi, ora si sentano gridare da tutti gli altri un sonoro "come la Juve, siete come la Juve", senza neanche aver recitato un ruolo da protagonisti principali in tutta questa vicenda. Se infatti Andrea Agnelli (insieme a Florentino Perez) ci ha messo la faccia, portando avanti in prima persona e a muso duro un progetto rivelatosi fallimentare, e ne pagherà le conseguenze chissà per quanto tempo, se non altro a livello di immagine, dall'altra parte c'è la sensazione che Inter e Milan siano andate al traino della Juve in questa vicenda, cercandone gli eventuali vantaggi ma mettendosi cautamente al riparo dalle conseguenze negative, poi puntualmente arrivate. Un piccolo cabotaggio che non è servito a molto, anzi: il termometro della pancia dei tifosi in queste ore ci mostra che i fan di Inter e Milan non perdonano proprio questo elemento alle loro dirigenze, l'essersi accodati come subalterni alla Juve. Con il risultato che ora, per tutti gli altri, sono "come la Juve", e neanche da protagonisti.
Gasperini: 'Superlega? Sono stato sbarellato, non sapevo se avremmo giocato. Merito? Ora se ne parla...'
del 21 aprile 2021 alle 14:50
di Marina Belotti, inviata a Zingonia
Il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara contro la Roma, soffermandosi subito sulla notizia della Superlega: "Inizialmente sono stato sbarellato dalla notizia, per noi allenatori e calciatori ha portato una cascata di reazioni, basta vedere la reazione dei calciatori, io ho molta ammirazione per le forti reazioni di Klopp, dei tifosi del Chelsea, fino a quella di De Zerbi, le reazioni sono state travolgenti per tutti. Poi oggi c'è il campionato e pensiamo a questo".
ROMA- "Per fortuna che poi c'è il calcio giocato, affine alla nostra vita e abitudini, una partita importante per noi, dobbiamo cercare di meritarci quello che abbiamo conquistato con i risultati, come domenica, che era una partita molto combattuta. Lunedì sembrava che non servisse più a niente giocare, ci siamo anche chiesti se il campionato era finito lì lunedì o si giocava ancora".
DEA ESEMPIO ANTI SUPERLEGA- "Fino a due giorni fa non avevo sentito parlare così tanto di merito sportivo, è venuto fuori tutto dopo, sentivo la necessità di raggiungere gli obiettivi perchè era fondamentale salvare il bacino di utenza, i bilanci, ma di merito sportivo ne sento parlare da due giorni. Spero che finito tutto questo performance come quelle dell'Atalanta non siano più così rare".
[...]
REAZIONE TIFOSI- "E' bella la reazione della gente alla Superlega, dei tifosi, è un argomento di cui si parla da tanto con una risposta da parte della gente e delle tifoserie che ha bloccato tutto. Che il calcio abbia qualche problema è evidente, ma quello che entusiasma noi e la gente è il confronto sul campo, tornare a parlare di merito è un successo. Riguarda anche il vostro mondo che può riflettere anche su questo".
[...]
FONTE:
CalcioMercato.com
STORIE
Gianfranco Zigoni, la rockstar ribelle del calcio italiano
Paolo Camedda
14:16 20 APR 2021
Goal
Talentuoso e bizzarro, Zigoni è stato una rockstar del calcio italiano: ha giocato con Juventus, Genoa, Roma, Verona e Brescia, vincendo uno Scudetto.
Se Mick Jagger esaltava le folle cantando sul palco, Gianfranco Zigoni le mandava in estasi con le sue giocate sul campo da calcio. La palla era il suo microfono: quando era in giornata i difensori avversari giuravano di trovarsi di fronte un fuoriclasse più forte di Pelé: dribbling sublimi, tunnel, accelerazioni brucianti con un sinistro col quale le faceva fare quel che voleva.
Spesso però il carattere ribelle e bizzarro, la passione per l'alcol, le donne e le auto prendevano il sopravvento e il campione all'improvviso ripiombava sulla terra e faceva impazzire i suoi allenatori e dirigenti. Della rockstar aveva poi il look: i capelli lunghi fino alle spalle, che tagliò soltanto perché glielo chiesero gli Agnelli.
"Nella mia vita ho un unico rimpianto - dirà - essermi tagliato i capelli alla Juve: ma ero troppo giovane, non avevo la forza di ribellarmi".
Di fatto il suo talento era secondo soltanto alla sua autostima, come testimoniamo alcune sue celebri frasi.
"Metto fuori classifica io, Pelé e Maradona perché calcisticamente siamo tre extraterrestri".
In bianconero 'L'extraterrestre' vince un Campionato primavera, uno Scudetto e una Coppa delle Alpi, alla Roma un Trofeo anglo-italiano. Debutta anche in Nazionale, giocando bene, ma nel secondo tempo si rifiuta di correre per gli altri: e la maglia azzurra non la vedrà più.
Eterno innamorato del calcio nella sua versione più pura, chiude la carriera a 43 anni nel 1987, giocando 7 anni fra i Dilettanti dopo aver lasciato il calcio professionistico.
JUVENTUS E GENOA
Gianfranco Cesare Battista Zigoni, questo il suo nome completo, nasce a Oderzo, in provincia di Treviso, il 25 novembre del 1944. Fin da ragazzo mostra un grande talento nel giocare a pallone, oltre a un carattere ribelle ed anarchico, che lo porta ad amare la libertà a dispetto delle regole ferree, da lui percepite spesso come ingiuste.
'Zigo', come lo chiamano tutti, in campo la palla la fa cantare, e inizia a giocare con il Patronato Turroni, la squadra giovanile dell'Oratorio. Qui è notato dagli osservatori della Juventus, che lo mandano a fare esperienza al Pordenone, all'epoca società satellite dei bianconeri.
Approda alla Juventus nel 1961 e inizialmente fa la spola fra Prima squadra e squadra Primavera, con cui si laurea Campione d'Italia nel 1962/63. Una delle prime partite con la Prima squadra è un'amichevole contro il Real Madrid. Leggenda vuole che il difensore addetto a marcarlo fosse José Santamaria. Zigoni lo fa letteralmente impazzire con il suo campionario di finte e tunnel, fin quando il giocatore del Real non ne può più e bestemmia, salvo poi paragonarlo a Pelé.
"Povero Santa, lui era un grandissimo stopper, - ricorderà 'Zigo' - uno dei migliori del mondo, ma quel giorno lo feci impazzire, tanto che a fine partita chiese a Sivori chi fosse quel ragazzino che giocava meglio del 'negro'. Il 'negro' (termine che in spagnolo significa 'nero', ndr), seppi dopo, era Pelé".
In partite ufficiali però inizialmente l'ala sinistra veneta trova poco spazio: in 3 anni colleziona appena 4 presenze e un goal, che arriva il 26 maggio 1963 contro la SPAL. Vince anche la Coppa delle Alpi nel 1963 senza mai scendere in campo. Seguono due anni al Genoa, dove Zigoni gioca in prestito per due stagioni, la prima in Serie A, la seconda in Serie B, e colleziona 58 presenze e ben 16 goal. Alcune sue prestazioni fanno stropicciare gli occhi ai tifosi, come quando segna una tripletta al Milan.
"Ragazzi - disse Trapattoni quando se lo trovò di fronte - Zigoni è meglio di O Rei".
Gianfranco Zigoni Juventus
Fuori dal campo gli piace fare serata, e ha la passione per le armi, comune a molti negli anni Sessanta e Settanta. Un giorno però un episodio a caccia gli fa cambiare idea.
"Da bambino giravo armato di fionda, - racconterà - più cresciuto tenevo sotto controllo il territorio con la carabina. Finché un giorno, a caccia, colpii un merlo, che cadde vicino a un laghetto. Mi avvicinai per raccoglierlo e incrociai il suo sguardo. Lui era ferito, ma vivo, e i suoi occhi mi dicevano: 'Brutto bastardo che non sei altro'. Mi sentii un mostro. Lo strozzai per non farlo soffrire, gettai la carabina e mi ferii volontariamente alla fronte con il filo di ferro di un vitigno. Sanguinavo. Il giorno successivo vendetti i fucili".
Tornato alla Juventus, diventa un titolare e gioca con una certa regolarità. Nel 1966/67 dà un contributo importante alla conquista del 13° Scudetto dei bianconeri con 23 presenze e 8 goal. Il suo rapporto con l'allenatore paraguayano Heriberto Herrera è turbolento: HH cerca di metterlo in riga, vanamente. Un giorno ne nasce addirittura una scaramuccia quando il tecnico prova a buttarlo giù dal letto prima delle 10 del mattino. E afferrato Herrera e chiamata la squadra, lo lascia penzolare nel vuoto per alcuni minuti.
"Cominciò lui, - ricorderà - perché mi diede a freddo un pugno sullo stomaco. A quel punto non ci vidi più: meritava una lezione".
In un'altra occasione un difensore della Lazio lo trova in giornata e per fermarlo non ha altro di meglio che strappargli i pantaloncini. Tanto che il giocatore bianconero lascia il campo in mutande.
"Con le regole di oggi, se qualcuno cercasse di fermare uno come Zigo si beccherebbe il cartellino rosso dopo cinque minuti. - ha affermato di recente - Dicono che una volta si giocava al rallentatore? Balle. Questi di oggi corrono, perché non sanno fare altro. Si chiamano 'calciatori' perché calciano tutto quello che gli capita sotto tiro. Noi eravamo 'giocatori', perché ci piaceva giocare".
L'avventura alla Juventus di Zigoni, che l'anno dopo lo Scudetto fa il suo esordio anche in Coppa dei Campioni, si conclude nel 1970, con un bilancio complessivo di 119 gare e 33 reti. Le partite avrebbero potuto essere molte di più, se non fosse per quel 'vizio' di protestare con gli arbitri che pagherà sempre a caro prezzo sul piano disciplinare.
"Ho accumulato più giornate di squalifica che goal perché non sottostavo ai soprusi degli arbitri. - dichiarerà - Dicono: bisogna credere alla buona fede di quei signori. Ma per favore, ho visto furti inimmaginabili e ho pagato conti salatissimi. Una volta mi diedero sei giornate di squalifica e trenta milioni di multa perché dissi a un guardalinee di infilarsi la bandierina proprio là. Trenta milioni degli anni Settanta: all’epoca con quei soldi compravi due appartamenti. Il prezzo della mia libertà di opinione".
L'ESPERIENZA IN NAZIONALE
Nel 1967 le sue brillanti prestazioni con la Juventus gli fanno chiamare la chiamata nella Nazionale italiana da parte del Ct. Ferruccio Valcareggi. 'Zigo' in azzurro disputa un'unica gara, ma resta a suo modo memorabile. Si gioca il 25 giugno del 1967 a Bucarest per le Qualificazioni ad Euro '68, e il bianconero parte naturalmente titolare.
"Giocai il primo tempo divinamente, - dirà - D'altronde ero il più forte... Faceva un caldo terribile. Nel secondo tempo Rivera andò a cercarsi l’ombra sotto la tribuna, e gli altri fecero più o meno lo stesso. E pensai: 'Perché io dovrei essere l’unico a correre?'. Esordiente sì, ma cretino no".
La sera prima Juliano l'aveva sorpreso a sorseggiare del whisky.
" 'Sei matto?', mi disse. Ed io: 'No, non sono matto, sono Zigo...' ".
Quella resterà l'unica apparizione in Azzurro. Precedentemente, però, aveva giocato in Nazionale Juniores con Boninsegna, che una volta si vide lanciare una palla da biliardo che per poco non lo centrò in un occhio.
"Era appena arrivato in Nazionale - ricorderà 'Zigo' - e voleva fare tutto lui: battere le rimesse laterali, le punizioni, i calci d’angolo e allo stesso tempo andare a colpire di testa. Gli ho fatto capire chi comandava".
Gianfranco Zigoni Roma Serie A
ALLA ROMA CON HERRERA
Lasciata la Juventus, nel 1970 Zigoni si trasferisce alla Roma, dove resta per due stagioni ed è allenato dall'altro Herrera, Helenio. Si innamora della città e dei tifosi giallorossi, debitamente da loro ricambiato.
"Il momento più bello della giornata - spiegherà - era quando mi svegliavo al mattino e vedevo Roma”.
In giallorosso mette insieme 12 goal totali in 58 presenze, e contribuisce con il goal del 3-1 al Blackpool il 24 giugno 1972 alla conquista del Trofeo anglo-italiano.
Ma nella sua memoria resterà per sempre scolpito l'incontro con Pelé, quello vero, in un'amichevole giocata contro il Santos.
"Mi dico: 'Oeh, giustizia sarà fatta, oggi il mondo capirà che Zigo-goal è più forte di Pelé'. Ero convinto della cosa, mi sentivo più bravo di Edson Arantes e di tutti i suoi cognomi. Poi lo vedo dal vivo e mi prende un colpo. Madonna, che giocatore. Ho una botta di depressione, di malinconia, penso che a fine partita annuncerò in mondovisione il mio ritiro dal calcio. Mi preparo la dichiarazione in terza persona: 'Zigoni lascia l’attività, non sopporta che sul pianeta ci sia qualcuno più forte di lui'. A un certo punto il Santos beneficia di un rigore, Pelé va sul dischetto e Ginulfi, il nostro portiere, para. Allora è umano, penso, e così resto giocatore".
GLI ANNI AL VERONA E AL BRESCIA
Dopo due anni nella capitale passa al Verona, altra piazza con cui costruirà un legame molto forte. Con gli scaligeri gioca infatti ben 6 stagioni, diventando l'idolo della tifoseria per le sue giocate e le sempre più numerose bizzarrie.
Nel 1973 è scatenato nella sfida del Bentegodi che vede i gialloblù, già retrocessi in B, battere il Milan e privarlo dello Scudetto. Serve anche un assist per il goal di Luppi. Nasce il mito della 'Fatal Verona'. Il 1° febbraio del 1976, invece, i veneti ospitano la Fiorentina. 'Zigo' la sera prima ha fatto l'alba, è comunque carico per partire dall'inizio ma il suo allenatore, Valcareggi, capisce che non è il caso e gli dice che lo porterà in panchina.
Zigoni però non la prende bene e decide di protestare a modo suo, in maniera eclatante. Dice ai suoi compagni che andrà in panchina con indosso una pelliccia di ermellino bianca e un cappello da cowboy. Quelli scommettono che non lo farà, e invece eccolo in panchina con quel look anomalo, guadagnarsi il boato dei suoi tifosi nonostante l'imbarazzo di Valcareggi.
"La pelliccia era il regalo di un'amante. - rivelerà a 'L'Arena' - Tieni, mi aveva detto, come te non c'è nessuno... Il nome? Era una veronese, ma i nomi non si fanno. Il cappello invece, l'avevo comprato a New York, durante una tournée con la Juve".
Amante anche delle belle auto e delle Porsche, era solito distruggerle. Una volta però, uscito fuori strada per evitare un camion, inscena la sua morte.
"Stavo tornando a casa dopo l’allenamento, ma andavo piano. Dietro di me e ‘erano Maddè e Costa, il medico del Verona. Scesero dalle loro auto e corsero a prestarmi soccorso. Appoggiai la testa sul volante e finsi di essere morto: quando si avvicinarono di corsa al finestrino, sorrisi e gli feci l’occhiolino. Per poco non schiattarono lì sul posto".
Nei suoi 6 anni veronesi mette insieme 34 goal in 162 presenze, ed entra nella storia del club. Manca nel computo il goal pazzesco segnato nel derby amichevole contro il Vicenza: all'improvviso 'Zigo' prende palla, salta in dribbling quattro avversari e infila il portiere all'incrocio dei pali. Una vera prodezza, dopo la quale però decide che può tornarsene autonomamente negli spogliatoi. E i suoi tifosi, senza di lui, lo imitano abbandonando il loro posto allo Stadio.
Con la maglia gialloblù ha ottenuto una promozione in A nel 1975 e conquistato la finale di Coppa Italia nel 1976. A 34 anni, nel 1978, passa quindi nel Brescia di Gigi Simoni, dove spende le ultime magie come professionista. È rimasto famoso, durante la militanza con le Rondinelle, il suo rifiuto di affrontare il Verona, una delle squadre del suo cuore. Nella seconda stagione ottiene con la squadra la promozione in Serie A.
Gianfranco Zigoni Verona Serie A
IN CAMPO FINO A 43 ANNI CON I DILETTANTI
Ma Zigoni non smette, nonostante l'età e gli innegabili vizi, e continua per 7 anni fra i Dilettanti, vicino a casa sua: veste le maglie dell'Opitergina in Serie D e del Piavon, che porta dalla Terza alla Seconda Categoria. Si ritira a 43 anni suonati nel 1987: l'ultima partita la gioca contro il Musile di Piave, e gli rifila un poker. Mai banale, come in tutta la sua carriera e nella sua vita.
Appesi gli scarpini al chiodo, ha allenato per diversi anni formazioni giovanili del trevigiano. In seguito ha gestito la Scuola Calcio del Basalghelle assieme a Faloppa, anche lui ex calciatore professionista, con cui ha condiviso le esperienze fra i dilettanti.
Dei 4 figli avuti uno di loro, Gianmarco, è diventato calciatore professionista come il padre, e ha esordito in Serie A con la maglia del Milan. Quando guarda al suo passato, 'Zigo' non ha rimpianti.
"Sono stato fortunato. Mi sono divertito un sacco. Rifarei tutto, non rimpiango niente. Ho giocato a calcio per vent’anni e dappertutto mi hanno voluto bene. Sto bene con me stesso, e questa è la cosa più importante".
La Roma e il Verona rimangono le sue squadre del cuore.
"Vorrei morire con la maglia della Roma e con la sciarpa del Verona. - ha detto - Sono due squadre alle quali ho dato meno di quello che ho ricevuto. Non voglio essere seppellito, voglio andare in cielo per aiutarle entrambe. Da lassù”.
Già quando giocava, sognava che il Verona gli dedicasse lo stadio:
"Sognavo di morire sul campo, con la maglia del Verona addosso. - rivelerà - M’immaginavo i titoloni dei giornali e la raccolta di firme per cambiare il nome allo stadio: non più Bentegodi, ma Gianfranco Zigoni. La radio avrebbe gracchiato: 'Scusa Ameri, interveniamo dallo Zigoni di Verona…'. Ero pazzo furioso".
E se lo dice lui, c'è da credergli.
FONTE:
Goal.com
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 22/04/2021 12:25
Il Verona che vota con la Juventus: errore che Setti può pagare carissimo
Maurizio Setti
Stare sempre con i più forti. Da sempre Maurizio Setti ha sposato questa linea, impostata anni fa dal dg Gardini e perseguita poi da Barresi che di Gardini era il fido scudiero. Una linea di convenienza che permette al Verona di avere un ruolo, sebbene da comprimario. Si sa come vanno queste cose. Sei utile finchè sei in serie A e voti con loro, poi l'opportunismo delle grandi si dimentica facilmente di te. Così vanno le cose in Italia.
Setti preferisce giocare su questa linea: l'ultima mossa è stata chiedere le dimissioni di Dal Pino, presidente della Lega di serie A, votando al fianco di Juventus, Milan e Inter, le tre grandi che hanno cercato di fare il golpe con la Superlega.
Una mossa che alla luce degli ultimi avvenimenti potrebbe avere ripercussioni sulla “politica estera” del Verona che ha sposato la linea dei “traditori” accusati ora, soprattutto la Juventus, di aver sabotato l'arrivo dei fondi internazionali che avrebbero portato una boccato d'ossigeno al calcio italiano.
Il Verona rischia di restare con il cerino in mano. Non sfugga che è stata La Repubblica, giornale in mano agli Agnelli, a riportare la circostanza che il Verona avrebbe votato con Atalanta e Cagliari per l'espulsione dalla Lega dei ribelli, il giorno dopo l'istituzione della Superlega. Una notizia che appariva quasi come una “polpetta avvelenata”, tanto che l'Ufficio stampa dell'Hellas è dovuto intervenire con una doverosa smentita.
E ora cosa succederà? In Lega sicuramente vi sarà una resa dei conti, con Marotta dell'Inter che rassegnerà le dimissioni da consigliere della Figc e i ribelli che rischiano di pagare carissimo la loro azione. Per il Verona, una lezione epocale: in questo momento meglio decidere in autonomia, magari facendo muro con le medio.piccole. Molto meglio che essere un vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro.
FONTE:
TGGialloBlu.it
Interesse del Verona per Kolarov, il serbo va in scadenza con l'Inter
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Secondo quanto riportato dal canale TMW "L'Interista", Aleksandar Kolarov a fine stagione con molte probabilità non rinnoverà il suo contratto in scadenza con l'Inter dopo essere finito agli ultimi posti nelle gerarchie di Antonio Conte. Sul classe 1985 serbo ex Lazio, Manchester City e Roma ci sarebbe già da registrare l'interesse dell'Hellas Verona oltre a quello del Bologna.
Sezione: Calciomercato / Data: Gio 22 aprile 2021 alle 22:00 / Fonte: L'Interista
Autore: Francesco Galvagni
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
SERIE A
Juric, now or never: all'Hellas serve uno sforzo per convincerlo. Ma l'addio non appare scontato
22/4 ALLE 09:30
di LUCA CHIARINI
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
"It's now or never", cantava negli anni '60 un venticinquenne Elvis Presley. E chissà che proprio quel vinile non stia ruotando in questi giorni sul giradischi di Ivan Juric. Che in quell'ipnotico ritornello può riconoscersi come non mai, riflettersi e riflettere, soprattutto. Perché se il croato resta focalizzato sull'obiettivo di concludere quanto più degnamente possibile questa stagione con il Verona, è facile dedurre che il tema sul suo futuro faccia capolino nei suoi pensieri con una certa frequenza.
Riflessioni che spesso e volentieri avvengono a voce alta. Perché Juric, se incalzato sull'argomento, non vi si sottrae mai. Non l'ha fatto nemmeno negli ultimi giorni, coerente con una genuinità libera da diplomazie e compromessi, rimarcando l'importanza di dare luogo ad una progettualità a lunga gittata ("se pianifichi di stagione in stagione vai incontro ad una morte lenta, bisogna progettare almeno su tre anni"), ma soprattutto di innalzare il livello qualitativo dell'organico ("se vuoi essere forte, altrimenti la squadra è già competitiva per lottare per la salvezza").
Now or never, appunto. Ora o mai: se c'è un momento per elevarsi, per inseguire posizioni e obiettivi più nobili, è adesso. Domani è già troppo tardi. La partita per proseguire insieme si gioca su questi temi, in potenza carta decisiva per convincere Juric o pomo della discordia nel caso in cui non si dovesse trovare una convergenza. Delle due l'una. C'è da far combaciare conti e la tracimante voglia di sognare in grande di un allenatore per il quale, citando le sue stesse parole, "essere sereno è la morte". Non sarà semplice, ma la disponibilità di Juric a soffermarsi e dilungarsi su questi argomenti può essere un indicatore del fatto che un addio a fine stagione non sia scontato. Non ancora, quantomeno.
SERIE A
Addio Superlega, Agnelli: "Ma non vi dirò quanti mi hanno contattato in 24 ore per aderire"
21/4 ALLE 12:23
di MARCO CONTERIO
© foto di Image Sport
Intervista alla Reuters dopo il fallimento del progetto Superlega per Andrea Agnelli, numero uno della Juventus. "Il progetto non andrà avanti", ha detto all'agenzia, "seppur resti convinto della sua bellezza ma sinceramente non è più in piedi e operativo".
"Non dirò qui quanti club mi hanno contattato in queste 24 ore per aderirvi -ha spiegato Agnelli-: magari mentono ma sono stato contattato da un numero importante di club per aderire.
Sul pressing della politica inglese per l'addio delle sei dice. "Se sei squadre si fossero staccate e avrebbero minacciato l'EPL (Premier League), la politica l'avrebbe visto come un attacco alla Brexit e al loro schema politico", ha detto.
Sulla UEFA e sul rapporto con Ceferin. "Le relazioni sono lì, ne ho viste tante cambiare nel tempo. Adesso sono certo che le persone saranno aperte al dialogo, a parlarsi l'una con l'altra. Però non credo che la nostra sia un'industria sincera, affidabile e credibile in generale".
SERIE A
Agnelli annuncia la fine della Superlega: "Resto convinto della bellezza del progetto"
21/4 ALLE 11:15
di MARCO CONTERIO
© foto di Image Sport
Arrivano altri virgolettati da parte di Andrea Agnelli, presidente della Juventus, a proposito del fallimento del progetto Superleague che "non andrà avanti", ha detto alla Reuters. Sempre all'agenzia, ha spiegato che "resto convinto della bellezza del progetto, avremmo creato la miglior competizione nel mondo".
RASSEGNA STAMPA
Corriere dello Sport: "Superlega, diefront inglese ispirato da fan e da Johnson"
21/4 ALLE 09:03
di ANTONIO PARROTTO
Sul Corriere dello Sport retroscena in merito al crollo della Superlega. "Superlega, diefront inglese ispirato da fan e da Johnson" scrive il quotidiano. Il naufragio dell'operazione Superlega è stato dovuto a una serie di fattori: un po' la stampa, un po' il Governo inglese, un po' gli allenatori e i giocatori della Premier (ma non solo), e tanto i tifosi con quelli del Chelsea, più di un migliaio, scesi in piazza a protestare. Chelsea e Manchester City non erano convinti del progetto ma avevano aderito per non restare esclusi. I dirigenti hanno capito di aver perso il consenso e hanno optato per una marcia indietro.
RASSEGNA STAMPA
Gazzetta dello Sport: "Ceferin vincitore. Ribelli fermati, ora la sua Champions"
21/4 ALLE 08:53
di ANTONIO PARROTTO
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Sulla Gazzetta dello Sport si analizza la vittoria di Ceferin dopo il crollo della Superlega. "Ceferin vincitore. Ribelli fermati, ora la sua Champions" scrive il quotidiano. In 72 ore è cambiato tutto. Poteva essere arrivato il momento delle dimissioni per Ceferin ma ora il presidente della Uefa esce rafforzato da tutta questa situazione. Il rientro dei ribelli sarà, in caso, una resa senza condizioni: la Champions si fa come dice la Uefa. La rottura con Agnelli sembra irreversibile: la Juve sarà accolta come tutte, con il presidente invece non ci sarà dialogo. Venerdì nuova riunione dell'Esecutivo Uefa per decidere la strategia. La nuova Champions programmata per il 2024 ma 3 anni con la solita formula sono difficili. Contatti con il fondo americano Centricus che sarebbe pronto a investire 6 miliardi dal 2024 per potenziare il torneo. Può diventare un nuovo punto di partenza.
RASSEGNA STAMPA
Daily Star in prima pagina: "Il piano della Superlega europea è andato in brandelli"
21/4 ALLE 08:43
di ANTONIO PARROTTO
"Il piano della Superlega europea è andato in brandelli" scrive Daily Star nella sua versione sportiva quest'oggi. Anche sulla prima pagina del tabloid si parla ovviamente del declino della Superlega in quella che viene definita la vittoria dei tifosi contro le superpotenze europee. In primo piano la foto della protesta dei tifosi del Chelsea ieri a Stamford Bridge.
RASSEGNA STAMPA
A Bola celebra il funerale della Superlega: "18 aprile 2021-20 aprile 2021: Rip"
OGGI ALLE 08:33
di ANTONIO PARROTTO
"18 aprile 2021-20 aprile 2021: Rip Superlega" scrive A Bola in apertura. Titolo e immagine inequivocabile per il quotidiano portoghese che sceglie una lapide per celebrare il funerale della Superlega. L'uscita di scena da parte dei sei club della Premier League inglese ferisce a morte il nuovo progetto, che è stato ufficialmente sospeso.
RASSEGNA STAMPA
Daily Express in prima pagina sul crollo della Superlega: "Vittoria per la potenza dei tifosi"
21/4 ALLE 08:23
di ANTONIO PARROTTO
"Vittoria per la potenza dei tifosi" è il titolo scelto dal Daily Express quest'oggi. Si parla naturalmente della Superlega, un progetto destinato ad essere cestinato, almeno per come lo si era pensato inizialmente. Niente da fare dopo l'addio delle inglesi, con Chelsea e Manchester City in prima fila, seguite poi dal resto dei club inglesi.
RASSEGNA STAMPA
La Superlega si ferma. Mirror in apertura: "Super congedo europeo"
21/4 ALLE 08:13
di ANTONIO PARROTTO
"Super congedo europeo" è il titolo a tutta pagina del Mirror , con una fotonotozia inequivocabile. In primo piano i tifosi del Chelsea che ieri sono scesi in piazza per protestare contro la nascita della Superlega: vittoria per la gente, vittoria per il calcio. Ed Woodward del Manchester United lascia. L'addio delle inglesi apre la crisi e il fallimento della Superlega.
RASSEGNA STAMPA
Il Messaggero: "La Superlega è già affondata, rivolta di tifosi e giocatori"
21/4 ALLE 08:03
di ANTONIO PARROTTO
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
"La Superlega è già affondata, rivolta di tifosi e giocatori" scrive Il Messaggero in edicola quest'oggi. Non dura nemmeno tre giorni il 'sogno' Superlega. A infrangere la barriera dorata che i 12 presidente avevano innalzato sono stati i tifosi. E la rivolta è partita dall'Inghilterra, dove tutto cominciò nel 1863. Verso la mezzanotte di ieri il tracollo definitivo con l'addio del Manchester City seguito a ruota dalle altre società inglesi. Nel mezzo la protesta dei tifosi del Chelsea che hanno anche bloccato il pullman della squadra prima della partita con il Brighton.
RASSEGNA STAMPA
Gazzetta dello Sport: "La Superlega è già finita. Tutte le inglesi fuori"
21/4 ALLE 07:53
di ANTONIO PARROTTO
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
La Gazzetta dello Sport dedica spazio alla Superlega: "La Superlega è già finita. Tutte le inglesi fuori", scrive il quotidiano. Politica, riunioni, proteste: il cuore di un'altra giornata storica per il mondo del calcio è Londra. Le inglesi abbandonano la Superlega e il progetto cola a picco. Pressione dal premier Johnson: la Brexit è l'arma vincente, perché il governo britannico, impugnando la questione dei visti, può mettersi di traverso nelle operazioni di mercato. Poi la protesta dei tifosi del Chelsea con 500 tifosi che bloccano i pullman di Chelsea e Brighton, ci vuole la mediazione di Cech per sbloccare il traffico. All'entrata del pub dove venne fondato il club londinese viene appeso uno striscione: "Vergognati Chelsea". E' il colpo di grazia.
RASSEGNA STAMPA
Il Secolo XIX: "La Superlega perde i pezzi. Ranieri: 'Mostro da stroncare'"
21/4 ALLE 07:33
di ANTONIO PARROTTO
Anche sulla prima pagina de Il Secolo XIX si parla della Superlega. "La Superlega perde i pezzi. Ranieri: 'Mostro da stroncare'" scrive il quotidiano in edicola quest'oggi. Il progetto è naufragato ufficialmente. Ieri intanto Claudio Ranieri aveva parlato così: "La prima cosa che mi è venuta alla memoria è stata l'impresa del Leicester. A prescindere che ci sia di mezzo anche io. Il bello del calcio è proprio questo: dove il più piccolo può competere con i grandi giganti del calcio mondiale".
RASSEGNA STAMPA
Il Mattino: "La rivolta dei tifosi fa naufragare la Superlega"
21/4 ALLE 07:23
di ANTONIO PARROTTO
"La rivolta dei tifosi fa naufragare la Superlega" scrive Il Mattino in prima pagina quest'oggi. Si ritirano tutte le squadre inglesi, anche le spagnole in bilico. Il progetto è ormai naufragato. Il retroscena: "Perez chiama, DeLa riflette: 'Il calcio va cambiato'". Spazio anche al futuro: "I procuratori in agguato dopo aver causato il crac". Il modello Napoli: "Un altro calcio senza spese folli è possibile".
RASSEGNA STAMPA
Tuttosport in apertura sulla Superlega: "Sono crollati"
21/4 ALLE 07:13
di ANTONIO PARROTTO
"Sono crollati" è il titolo d'apertura di Tuttosport in edicola quest'oggi. I tifosi del Chelsea guidano la rivolta contro la Superlega: ufficiale il ritiro del City e del Chelsea (nella notte anche le altre inglesi hanno annunciato l'addio). Anche il Milan getta la spugna e anche l'Inter ha annunciato il suo disinteresse al progetto. Naufraga dunque l'idea della Superlega.
Serie A - Oggi in campo la Juventus. "Pirlo: 'Io penso alla Champions'". Nel taglio alto spazio alle dichiarazioni dei tecnici alla vigilia degli impegni di campionato. "Anche Agnelli ci ha detto che dobbiamo arrivare tra le prime 4". In campo la capolista Inter contro lo Spezia. "Dodici punti e Conte può far festa": Scudetto sicuro con 3 giornate d'anticipo se vince le prossime 4. E tra le altre c'è Bologna-Torino: "Mihajlovic: 'Granata più forti'". Nicola stavolta carica i suoi citando il film "Codice genesi".
L'anticipo - "Colpo Viola a Verona con Vlahovic e Caceres". Successo della Fiorentina al Bentegodi. La squadra di Iachini passa con il risultato di 2-1. Inutile il gol degli scaligeri firmato da Salcedo.
RASSEGNA STAMPA
Corriere dello Sport in apertura: "Clamorosa retromarcia, la Superlega si sfalda"
21/4 ALLE 07:08
di ANTONIO PARROTTO
"Clamorosa retromarcia, la Superlega si sfalda" scrive il Corriere dello Sport in apertura quest'oggi. Argomento principale naturalmente la Superlega. Clamorosa retromarcia dei club, si sfalda tutto. Le inglesi si ritirano dai giochi. Una giornata ricca di colpi di scena: i primi ripensamenti dopo le pressioni di Johnson e tifosi contrari alla scissione. L'applauso di Ceferin e le scuse dell'Arsenal.
L'intervista - In primo piano anche l'intervista ad Andrea Agnelli, uno dei fautori del nuovo progetto. "Costretti a cambiare" dice il presidente della Juve. "La nostra volontà è portare benefici alla piramide del calcio. Abbiamo sempre incoraggiato il dialogo costituzionale con Fifa e Uefa. Nessuna minaccia ai campionati: saremo presenti. C'è una crisi enorme di appeal che investe soprattutto le nuove generazioni".
Serie A - Intanto si va in campo. Ieri vittoria della Fiorentina in casa del Verona ("Viola, salvezza vicina con super Vlahovic"). Oggi 7 gare, tra cui quella della capolista. "Conte a testa bassa" scrive il quotidiano. I nerazzurri cercano 3 punti Scudetto. Milan contro il Sassuolo col dubbio Ibra. Juve-Parma: c'è Dybala-Ronaldo.
RASSEGNA STAMPA
L'apertura de La Gazzetta dello Sport: "Superfuga!"
21/4 ALLE 07:03
di ALESSIO DEL LUNGO
© foto di Alessio Del Lungo
"Superfuga!". Questo il titolo di apertura in prima pagina de La Gazzetta dello Sport nell'edizione odierna sulla Superlega. Si ritirano le 6 inglesi: crolla il piano dei 12. City, United, Arsenal, Chelsea, Tottenham e Liverpool danno l'addio alla Superlega. Il Barça si defila e fa votare i soci. Perez e Agnelli isolati, Inter e Milan in ascesa. Intanto linea dura di Gravina che parla di esclusione per chi deciderà di uscire dalla Serie A, mentre ex e tifosi VIP: "Ripensateci". Parla anceh Tremonti: "Con una direttiva la Ue può fermarli".
Inter - C'è spazio nel taglio basso della prima pagina per i nerazzurri con il titolo seguente: "Ora Conte va allo sprint". Sei punti in 5 giorni per il match point con il Crotone il 1° maggio: ecco il piano tricolore per un campionato che non si ferma e deve ancora continuare.
Milan, Juventus - Il giornale in edicola questa mattina dedica uno spazio a rossoneri e bianconeri con il titolo seguente: "Caccia ai gol Champions". Pioli con il Sassuolo è ancora senza Ibrahimovic: c'è Leao. Pirlo con il Parma lancia dal primo minuto la coppia Cristiano Ronaldo-Dybala.
Verona-Fiorentina - "Vlahovic-Caceres. I viola passano a Verona e adesso respirano". Questo il titolo che viene dedicato nel taglio basso della prima pagina alla partita che ha visto il club di Commisso trionfare con i gialloblù che sono apparentemente in crisi con ben 6 sconfitte nelle ultime 7.
I FATTI DEL GIORNO
Le minacce UEFA e FIFA, le proteste dei tifosi: i 6 inglesi lasciano la Superlega 48 ore dopo
21/4 ALLE 00:53
di SIMONE BERNABEI
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Una giornata infinita e per certi versi storica, quella che si è da poco conclusa. La Superlega annunciata 48 ore fa dai 12 top club europei, fra cui Juventus, Inter e Milan, sembra già tramontata. Ma andiamo con ordine. Immediatamente dopo l'annuncio, polotica, mondo dello sport e soprattutto tifosi si sono detti contrari alla creazione di una competizione vista come elitaria e in grado di favorire solo i ricchi a discapito dei poveri (del calcio, s'intende). Da qui le minacce, chiare e dirette, di UEFA e FIFA verso quei 12 Club Fondatori della Superlega. Una minaccia diretta a società, ma pure a giocatori delle stesse, con promesse di esclusioni da competizioni nazionali, internazionali e pure da Europei e Mondiali. Una sommossa popolare che in Inghilterra ha avuto il suo motore, con i tifosi di tutte le squadre scesi in piazza, sfruttando anche la fine del lockdown, per protestare contro la decisione. Una protesta unanime che evidentemente ha dato i suoi frutti, visto che dopo l'uscita di scena del Manchester City (il primo club a ritirarsi) sono arrivati anche i dietrofront di Manchester United, Liverpool, Tottenham e Arsenal. Il Chelsea, impegnato contro il Brighton, li seguirà in queste ore. In Spagna resta incertezza, con l'Atletico Madrid che potrebbe seguire presto la strada tracciata dai club di Premier, col Barça che rimette tutto in mano all'assemblea dei soci e col Real Madrid che prende tempo. Un po' come le società italiane. Di seguito tutti i comunicati ufficiali con cui i club di Premier League hanno annunciato l'uscita dalla Superlega minando, di fatto, la nascita e lo sviluppo della stessa.
Il comunicato del MANCHESTER CITY
Il comunicato del MANCHESTER UNITED
Il comunicato del LIVERPOOL
Il comunicato del TOTTENHAM
Il comunicato dell'ARSENAL
I FATTI DEL GIORNO
La Superlega verso il dietrofront. Da De Zerbi a Ranieri, i tecnici italiani ci speravano
21/4 ALLE 00:49
di SIMONE BERNABEI
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Il sempre più probabile dietrofront per quel che riguarda la Superlega non può che riscontrare i favori dei tecnici di Serie A. Che nelle giornata di ieri, sfruttando la conferenze stampa della vigilia, si erano per la maggior parte detti contrari alla nascita della nuova competizione elitaria del calcio europeo. Con qualche eccezione, ovviamente. Da Pirlo alle parole al vetriolo di De Zerbi, da Pioli a Mihajlovic e Ranieri che ricorda il suo Leicester. Di seguito tutti i pensieri degli allenatori italiani nel pomeriggio di ieri, ben prima del caos scoppiato in serata con l'uscita del Manchester City (la prima società ad ufficializzare il dietrofront) e a ruota di molte altre società, non solo inglesi.
Pirlo: "Agnelli ce ne ha parlato. Ci sono stati tanti cambiamenti nel calcio"
De Zerbi: "Colpo di Stato che mi urta i nervi. Forse al Sassuolo siamo coglioni"
Pioli: "Il club mi ha chiesto di focalizzarmi sul campionato"
Ranieri: "Mi è venuto in mente il mio Leicester. È quello il bello del calcio"
Mihajlovic: "È solo una questione di soldi. A questi club piace vincere facile"
Cosmi: "Di gare strabilianti delle italiane in Champions ne ricordo solo un paio dell'Atalanta"
Ballardini: "Un calcio solo per pochi è un qualcosa che mi fa rabbrividire"
Semplici: "Personalmente non sono d'accordo, ma organi predisposti per valutare"
SERIE A
Il Barça uscirà dalla Superlega? Pique parla chiaro: "Il calcio appartiene ai tifosi"
21/4 ALLE 00:30
di SIMONE BERNABEI
© foto di Getty/Uefa/Image Sport
"Il calcio appartiene ai tifosi. Oggi più che mai". Un messaggio breve, di 9 parole. Ma tanto basta per far capire qual è il pensiero di Gerard Pique, uno dei capitani del Barcellona. Il difensore blaugrana, mentre si attende una posizione ufficiale del Barça in merito alla permanenza o meno nella Superlega, si schiera apertamente. E dà ragione ai tifosi che si sono mobilitati un po' in tutta Europa.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
HELLAS VERONA
Hellas Verona-Cremonese, le pagelle dei gialloblù: Astrologo moto perpetuo, Yeboah spreca
Le pagelle della squadra di Corrent
GIACOMO MOZZO 21.04.2021 22:00 0
Borghetto 6: Non viene quasi mai chiamato in causa, ma si dimostra sempre attento e concentrato in uscita.
Terracciano 6,5: Grande esempio di duttilità e disponibilità, spinge molto e contiene bene le iniziative di Bernasconi.
Bernardi 6,5: Anche lui offre una prestazione molto solida in entrambe le fasi. Si esibisce in interessanti incursioni fino ai minuti finali.
Coppola 6,5: Oggi la difesa gialloblù concede pochissimo all'attacco ospite. Sempre puntuale nei duelli aerei.
Astrologo 6,5: Moto perpetuo in mezzo al campo. Dopo nemmeno un minuto manda in porta Cancellieri, e la sua prestazione si mantiene su ottimi livelli per tutta la durata del match.
Calabrese 6,5: Ottima anche la sua prova, concentrato sugli attaccanti avversari e bravo ad impostare l'azione dei suoi.
Bertini 6: Meno ficcante del solito. Fatica a rendersi pericoloso, ma si impegna molto ed è sempre nel vivo del gioco. (dal 69' Bragantini 6,5: Buon ingresso in campo, molto vivace su entrambi i lati dell'attacco gialloblù.)
Turra 6: Torna titolare e contribuisce alla manovra gialloblù con i suoi strappi e il suo agonismo. (dal 69' Jocic 6: E' lui a recuperare palla in occasione del gol sciupato da Yeboah. Prova a rendersi insidioso con altre belle giocate.)
Yeboah 5,5: Tanto movimento sul fronte offensivo e tanta buona volontà, ma pesa l'incredibile errore a due passi da Scarduzio. (dall'85' Elvius 6: Sfortunato quando colpisce il palo all'ultimo secondo. Sarebbe stato un gran gol.)
Pierobon 6,5: Si conferma tra i migliori. Classe e qualità, giocate utili alla squadra fino all'ultimo minuto.
Cancellieri 6,5: Da lui partono quasi tutti i pericoli per la Cremonese. Ci prova dopo nemmeno 60 secondi, poi tre volte su punizione, ma Scarduzio è sempre attento. Manda in porta Yeboah. (dall'85' Florio 6: Entra bene in partita, pur con poco tempo a disposizione. Dà il via all'azione del palo di Elvius.)
FONTE:
MondoPrimavera.com
24 APRILE 2021
#InterVerona: le statistiche
Scopri i numeri, le statistiche e le curiosità fornite da Opta Sports di Inter-Hellas Verona, 33a giornata della Serie A TIM 2020/21, in programma domenica 25 aprile (ore 15) allo stadio 'G. Meazza' di Milano.
I PRECEDENTI
- Si contano un totale di 59 precedenti tra Hellas Verona e Inter in Serie A per un bilancio finora di 4 successi per i gialloblù, 21 pareggi e 34 vittorie per i neroazzurri.
LE CURIOSITA'
- L'Hellas Verona ha trovato il gol in tutte le ultime 3 sfide contro l'Inter in Serie A. Non ha mai registrato una striscia più lunga di gare consecutive in gol contro i nerazzurri nella competizione e ha l'opportunità, domenica, di prolungarla.
- Si affrontano le squadre che hanno beneficiato di più autoreti (entrambe 4) in questo campionato.
- Tutti gli ultimi 5 gol dell’Inter in casa in Serie A sono stati realizzati da giocatori diversi.
FOCUS GIOCATORI
- Sfida tra i due più giovani difensori che hanno preso parte a più di 5 gol in questa Serie A: da una parte il gialloblù Federico Dimarco (4 reti, 3 assist), dall'altra il neroazzurro Achraf Hakimi (6 reti, 5 assist).
- L’attaccante dell'Hellas Verona Nikola Kalinić ha siglato la sua prima marcatura multipla in Serie A al 'Meazza': tripletta nel settembre 2015 proprio contro l’Inter.
- Nell'ultimo turno contro la Fiorentina, Eddie Salcedo ha trovato il suo secondo gol in Serie A: due dei tre giocatori classe 2001 ad aver trovato il gol in questo campionato giocano nel Verona (lui e Ivan Ilić).
- La prima rete di Ivan Ilić in Serie A è arrivata proprio nella gara d'andata contro l'Inter.
- Nessun difensore ha fornito più assist di Marco Davide Faraoni in questa Serie A (7, come Cuadrado).
- Contro l'Inter è arrivato il primo gol in Serie A di Kevin Lasagna, al 'Meazza', nel gennaio 2016 con il Carpi. Inoltre, esclusa la 'Dacia Arena', quello di Milano è lo stadio in cui ha realizzato più reti nella competizione (5).
24 APRILE 2021
Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda/Peschiera - Nella vigilia di Inter-Verona si è tenuta, nel pomeriggio, una seduta di allenamento con le seguenti attività: riscaldamento incentrato sull’attivazione, lavoro tattico e partita a campo e minutaggio ridotti.
23 APRILE 2021
Sporting Center 'Paradiso': report allenamento
Castelnuovo del Garda/Peschiera – E’ proseguita oggi – venerdì 23 aprile - la preparazione dei gialloblù al match di domenica allo stadio Meazza in San Siro a Milano (ore 15), contro l’Inter, match valido per la 33esima giornata della Serie A TIM, quattordicesima del girone di ritorno.
Allo Sporting Center ‘Paradiso’ si è svolta – in mattinata - una seduta di allenamento con le seguenti attività: riscaldamento tecnico, esercitazioni sul possesso-palla e partita a campo e minutaggio ridotti.
22 APRILE 2021
Sporting Center ‘Paradiso’: report allenamento
Castelnuovo del Garda/Peschiera – E’ proseguita oggi – giovedì 22 aprile - la preparazione dei gialloblù al match di domenica, 25 aprile, allo stadio Meazza in San Siro a Milano (ore 15), contro l’Inter, match valido per la 33esima giornata della Serie A TIM, quattordicesima del girone di ritorno.
Allo Sporting Center ‘Paradiso’ si è svolta – in mattinata - una seduta di allenamento con le seguenti attività: lavoro di recupero in palestra e sul campo.
21 APRILE 2021
Primavera: lo 0-0 con la Cremonese avvicina i gialloblù al grande traguardo finale
Termina 0-0 il recupero della 4a giornata del campionato Primavera 2 2020/21 tra Hellas Verona e Cremonese. Il Verona, più volte vicino al gol, ha interrotto a 10 la sua striscia di vittorie consecutive, ma con il pareggio interno con i grigiorossi ha comunque guadagnato un altro importantissimo punto verso il grande traguardo finale.
Venendo alla cronaca del match, la partita si apre con una grande occasione per Cancellieri, che in velocità sguscia via all'avversario e, una volta entrato in area di rigore, chiama al grande intervento Scarduzio. È la prima chance gialloblù, nel corso di un primo tempo in cui, a dire il vero, non si aprono molti spazi nella metà campo ospite.
La Cremonese resta infatti chiusa, in attesa della giocata gialloblù, ma pronta a ripartire e a colpire con la velocità e i buoni cross dei suoi esterni Bia e Bernasconi, azionati da un abile Ghisolfi in mezzo al campo.
Il Verona, tatticamente, si gioca le sue carte con l'arretramento di Bertini, fra le linee, e con gli inserimenti di Pierobon.
Gli ospiti, nel corso dei primi 45', creano un solo, vero pericolo per la porta di Borghetto, con un cross a rientrare di Bernasconi che, però, Rancati non riesce a deviare di testa verso la porta.
Cancellieri, nel finale di prima frazione, chiama al grande intervento da calcio di punizione l'estremo difensore avversario Scarduzio.
Nella ripresa sembrano aprirsi un po' più di spazi: l'Hellas prova a sfruttarlo ancora tra le linee. Cancellieri impensierisce nuovamente il portiere su calcio da fermo.
A metà ripresa i grigiorossi attraversano un buon momento, con una serie di punizioni vicine al vertice dell'area, che trova però sempre preparata la retroguardia dell'Hellas.
A poco meno di 10' dalla fine il Verona va a un passo dal gol, con Jocic e Pierobon che soffiano il pallone a Ghisolfi, servendo successivamente Yeboah a tu per tu con il portiere; l'attaccante dell'Hellas calcia però alto.
E all'ultima azione disponibile è Marius Elvius che sfiora la rete da tre punti, lanciato in profondità da Florio: il danese entra in area e calcia a incrociare con il mancino, ma la sua conclusione scheggia il palo e termina sul fondo.
Finisce 0-0, ma è un punto comunque preziosissimo per avvicinare il Verona al grande traguardo finale.
HELLAS VERONA-CREMONESE 0-0
Hellas Verona: Borghetto; Terracciano, Bernardi, Coppola, Astrologo, Calabrese, Bertini, Turra, Yeboah, Pierobon, Cancellieri
A disp.: Patuzzo, Fornari, Bracelli, Ilie, Diaby, Nkosi Kansaku, Ferrarese, Squarzoni, Jocic, Elvius, Florio, Bragantini
All.: Corrent
Cremonese: Scarduzio; Regazzetti, Arpini, Acella, Scaringi, Bernasconi, Bia, Lauciello, Rancati, Ghisolfi, Roncalli
A disp.: De Bono, Agazzi, Niang, Battini, Ballarini, Basso Ricci, Berto, Valtulini, Grechi, Zoppi
All.: Pavesi
Arbitro: Mario Davide Arace (Sez. AIA Lugo di Romagna)
Assistenti: Giorgio Lazzaroni (Sez. AIA Udine), Thomas Miniutti (Sez. AIA Maniago)
21 APRILE 2021
Sporting Center ‘Paradiso’: report allenamento
Castelnuovo del Garda/Peschiera – È iniziata oggi – mercoledì 21 aprile - la preparazione dei gialloblù al match di domenica, 25 aprile, allo stadio Meazza in San Siro a Milano (ore 15), contro l’Inter, match valido per la 33esima giornata della Serie A TIM, quattordicesima del girone di ritorno.
Allo Sporting Center ‘Paradiso’ si è svolta – in mattinata - una seduta di allenamento con le seguenti attività: riscaldamento incentrato sull’attivazione, mini-partite a tema, esercizi tecnici e lavoro aerobico.
FONTE:
HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - =
VITA DA EX: Tanta voglia di Italia per il quasi 28enne Juan Manuel ITURBE in scadenza col PUMAS 'Per me la Roma è stata la squadra più bella in cui abbia giocato. Quando sono arrivato ero il ragazzo più felice del mondo. Il Verona? Subito non mi hanno detto che mi volevano vendere. Poi giorno per giorno hanno visto che c’erano tantissime squadre interessate e hanno fatto una scelta, ma io non avevo l’intenzione di andare via...'
Home - Interviste e Storie
Data: 22/04/2021 - 1 giorno fa
Iturbe: "A Roma ero il più felice al mondo. Voglio tornare in Italia per dimostrare chi sono"
Autore: Andrea Molinari
Juan Manuel Iturbe ha parlato del suo passato e del suo futuro in Italia ai microfoni di gianlucadimarzio.com
Juan Manuel Iturbe oggi gioca al Pumas UNAM, in Messico. Quando lo chiamo ha appena finito di mangiare la sua pasta con il pollo dopo l’allenamento. In Liga MX mancano solo due giornate al termine e i 30 gradi si fanno sentire per tutti. La sua squadra sta lottando per ottenere un posto nei playoff del campionato di clausura.
Nel torneo di apertura erano riusciti ad arrivare in finale, poi sfortunatamente persa contro il Leon. Fortuna che non è dalla parte di Juan al suo arrivo in Messico. Dopo le esperienze in Italia con Hellas Verona, Roma e Torino, approda al Club Tijuana e, dopo la prima stagione, nel gennaio 2018 si rompe il crociato anteriore. Ai microfoni di gianlucadimarzio.com ha parlato di come ha superato questo brutto infortunio e di tanto altro ancora.
LA FIGLIA OLIVIA
Otto mesi tra operazione, riabilitazione e recupero per tornare in campo, resi meno duri grazie a sua figlia: “Mi sono infortunato alla terza partita purtroppo. Poi, però, è nata mia figlia Olivia. Lei mi ha dato la forza per superare il brutto momento e io ho approfittato per restare con lei perché era la cosa migliore che mi fosse capitata”.
ROMA È ROMA
Anche a Roma ha avuto qualche problema fisico, ma all’epoca la voglia di consacrarsi nel calcio che conta sembrava potergli far superare ogni ostacolo. Ecco perché il ricordo resta indelebile: “Per me la Roma è stata la squadra più bella in cui abbia giocato. Quando sono arrivato ero il ragazzo più felice del mondo”.
Quell’anno, poi, è arrivata solo la qualificazione alla Champions League, che era l’obiettivo più importante, ma anche nei momenti più difficili Juan ha sempre sentito il sostegno dei senatori come Francesco Totti e Daniele De Rossi: “Loro mi sono stati sempre vicino, rassicuravano me e la squadra. Poi è andata come è andata ma così è il calcio, c’è sempre il tempo per avere una rivincita e fare bene”.
Bene non sta facendo in campionato la Roma, ma secondo l’attaccante paraguaiano ci sono buone possibilità di vincere l’Europa League: “Ha fatto una grande partita contro l’Ajax. Se vincessero sarebbe una cosa bellissima. Dzeko è un centravanti molto forte e con lui anche la squadra è più forte”.
LA NOSTALGIA DI VERONA
Nella città eterna Iturbe avrà sicuramente ammirato il Colosseo, ma prima ha visto l’Arena di Verona.
Con l'Hellas ha vissuto la sua prima (e spettacolare) stagione in Serie A, sorprendendo tutti a soli vent'anni, da promessa del Porto a brillante realtà del nostro campionato. Tanto da far litigare sul mercato Juventus e Roma: dribbling, velocità e 8 reti segnate. A fine stagione tutti gli occhi delle grandi sono su di lui: “Subito non mi hanno detto che mi volevano vendere. Poi giorno per giorno hanno visto che c’erano tantissime squadre interessate e hanno fatto una scelta, ma io non avevo l’intenzione di andare via. Ancora oggi sento a volte Luca Toni ed è sempre bello ricordare tutto quello che abbiamo fatto quell’anno: siamo quasi arrivati in Europa League e all’inizio dovevamo solo salvarci”.
Tanta Italia nella storia di Juan, arrivato giovanissimo, a giugno compirà 28 anni e anche il suo contratto con il Pumas andrà in scadenza: “In tanti mi avevano chiamato e sto lavorando per tornare. Voglio tornare. Non tanto perché mi manca ma perché voglio fare vedere a tutti che posso stare lì”.
Ti aspettiamo presto Juan. Forse qui siamo tutti un po' più pazzi per il pallone ma da noi poi si mangia anche meglio, vero?
FONTE:
GianlucaDiMarzio.com