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ROMA a caccia di punti-Europa, all'Olimpico al VERONA servirà una piccola impresa per non perdere


#RomaVerona +   -   =

Partita durissima quella che attende il VERONA all'Olimpico sul campo della squadra di sir RANIERI a caccia di punti fondamentali per non rimanere fuori dall'Europa 'minima' in questo momento in appannaggio a LAZIO e BOLOGNA, ma con i gialloblù quadrati e determinati in fase difensiva come nelle ultime partite conquistare almeno un punto potrebbe non essere impossibile: Staremo a vedere.

Precedenti
In totale sono 33 i precedenti tra giallorossi e scaligeri all'Olimpico, con i padroni di casa in nettissimo vantaggio per 23 vittorie a 2 a fronte di 8 pareggi.
Due sono le gare in cui si sono segnate più reti: Il 5 a 2 del 1989-90 e il 4 a 3 del 1996-97.


Per trovare l'ultimo successo esterno del VERONA sul campo della ROMA bisogna andare al 1972-73 con CADÈ in panca a dirigere i vari NANNI, SIRENA, BUSATTA e LUPPI... A decidere il match fu 'Ciccio' MASCETTI su rigore che dopo aver appeso le scarpe al chiodo fu Direttore Sportivo sia all'HELLAS che alla ROMA.

Partita affidata alle cure del signor Luca Pairetto della sezione AIA di Nichelino.

RanieriZanetti


QUI ROMA
Eliminata dalla Coppa Italia a inizio Febbraio e dall'Europa League un mesetto fa, la ROMA ha ora in testa un unico obiettivo: Centrare un'altra volta l'Europa che ora è a +2 con la LAZIO e a +3 col BOLOGNA mentre la Champions League è addirittura a +5; chiaro che all'Olimpico la squadra di mister RANIERI non farà sconti di fine stagione all'HELLAS e metterà in campo la miglior formazione di cui dispone.

Probabile formazione
Indisponibili MARIN, ABDULHAMID e 'il solito' DYBALA, in dubbio il difensore NELSSON che dovrebbe essere recuperato almeno per la panchina, HUMMELS è in ballo con ÇELIK per un posto nella difesa a tre mentre sulla destra della mediana è ballottaggio tra SAELEMAEKERS e RENSCH.
Sulla trequarti PELLEGRINI, EL SHAARAWY e BALDANZI, col primo che appare favorito, sono in corsa per una maglia in coppia con SOULÉ

3-4-2-1 con Svilar; Celik-Mancini-Ndicka; Saelemaekers-Koné-Paredes-Angelino; Soulé-Pellegrini; Dovbyk.



QUI VERONA
...Ancora fuori i soli TENGSTEDT e HARROUI mentre recuperano almeno per la panchina NIASSE e SUSLOV, importante sulla sinistra la crescita del minutaggio per FRESE e anche SARR, uscito alla fine del primo tempo contro il GENOA, alla fine ha saltato un solo allenamento e potrebbe giocare dall'inizio...

Convocati
1 Montipò, 2 Oyegoke, 3 Frese, 4 Daniliuc, 5 Faraoni, 6 Valentini, 7 Lambourde, 8 Lazovic, 9 Sarr, 10 Niasse, 12 Bradaric, 14 Livramento, 19 Slotsager, 20 Kastanos, 22 Berardi, 24 Bernede, 25 Serdar, 27 Dawidowicz, 30 Patrick, 31 Suslov, 33 Duda, 34 Perilli, 35 Mosquera, 38 Tchatchoua, 42 Coppola, 72 Ajayi, 87 Ghilardi.

Probabile formazione
3-4-1-2 con Montipò; Ghilardi-Coppola-Valentini; Tchatchoua-Duda-Dawidowicz-Bradarić; Bernède; Livramento-Mosquera.

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DICONO +   -   =

Mister RANIERI tecnico della ROMA «La partita contro il Verona è difficilissima, hanno trovato una quadra, è una squadra che chiude tutti gli spazi e poi parte a mille all'ora. Il terzo gol che hanno fatto nel girone d'andata contro la Roma lo riproporranno 10-15 volte per cui dobbiamo stare attenti a quello e non farci affogare nella loro ragnatela. Sarà difficilissima e importantissima, vogliamo i tre punti. Come sta la squadra? Sono sincero, quello che hanno fatto i ragazzi è qualcosa di prodigioso. Fisicamente la squadra sta bene, ma la forma non è ottimale. Prima vedevate che la squadra giocava uno due tocchi, si trovavano, cambiavano gioco, si trovavano, facevano tutto con una leggerezza meravigliosa, non lo stiamo facendo, merito anche della controparte perché con la Lazio e la Juventus non sono partite semplici, ma la squadra sta facendo il massimo, sta tirando fuori tutto in questo momento delicatissimo e importantissimo per la Roma. Cambiare? Sì, si può cambiare, ma bisogna avere il bilancino del farmacista» VoceGiallorossa.it

Mister ZANETTI «La Roma ha cambi, giocatori straordinari e lo dimostra nell’ultimo periodo, oltre il grande allenatore. È una squadra che con questo mister sarebbe al secondo posto. Noi dobbiamo pensare a noi tessi, dare continuità di prestazione, dimostrare di essere solidi, andando con umiltà a Roma ma cercando di fargli male, non essere spettatori ma dando il massimo in entrambe le fasi per cercare di portare a casa punti di cui abbiamo bisogno. Qual'è il giocatore che è mancato di più nella costruzione della squadra? Io credo che siano mancate alcune cose. In una parte del campionato c’è mancata mentalità, poi questa è cambiata e questi ragazzi sono diventati fondamentali, così siamo diventati una vera squadra. In questo momento la mia mentalità è rappresentata dalla squadra. Forse ci è mancato qualcosa in mediana dove abbiamo adattato altri giocatori, come Suslov, Bernede, Dawidowicz e Kastanos, ma naturalmente con Duda, Serdar e Harroui era un centrocampo iniziale che non abbiamo mai avuto. Volevamo costruire una squadra su di loro senza mai riscurisci ma con il concetto di squadra abbiamo sopperito a queste mancanze... Adesso parlano di calcio, si aiutano, fanno le giuste scalate, si chiamano gli uomini, soprattutto nella fase difensiva. La comunicazione è determinante e siamo molto cresciuti su questo, puntando su giocatori giovani con grande margine di miglioramento che imparano dai propri errori. I ragazzi si sono conosciuti e per questo serve del tempo per diventare squadra. Anche per merito di alcune brutte partite abbiamo capito cosa non bisognasse fare, da un discorso primordiale di squadra siamo diventati una squadra vera. E ora si vede in campo, e questo è figlio dei legami che si sono creati in campo e fuori» HellasVerona.it

Il doppio ex Luciano MARANGON a L'Arena «La Roma in campionato non perde da sedici giornate. La differenza l’ha fatta l’esperienza di Ranieri, bravissimo a tirar fuori il meglio dai giocatori, al contrario di De Rossi e Juric. Anche se non è tutta colpa loro. A Roma serve anche saper controllare la piazza e muoversi nel modo giusto in quell’ambiente. Il Verona? Non è facile battere i gialloblù. È una squadra solida, equilibrata, ben allenata da Zanetti. Un tecnico concreto, prima di tutto. E conosco Sogliano: una garanzia. La salvezza? Ormai è solo questione di tempo. Sensazioni sulla partita? La voglia della Roma di vincerla, ma anche il desiderio del Verona di giocarsela a testa alta... Lo Scudetto? A quasi quarant’anni di distanza resta la certezza che l’unico modo per rimanere per sempre nella storia è vincere. Altrimenti finisci nel dimenticatoio. Non c’è una via di mezzo. Chi saremmo oggi se non avessimo vinto? Nessuno. Eppure una traccia l’avremmo comunque lasciata. Ma non cerco riconoscenza, quella non esiste nel calcio. Il bello è sapere che rimarrai qualcuno anche per le generazioni future. E trovare ovunque tifosi dell’Hellas che ti fanno sempre sentire importante. Basta questo per aprirmi il cuore. In quei giorni, a Verona, cercherò solo di respirare di nuovo il calore di quello spogliatoio e condividere le emozioni della nostra gente» TuttoMercatoWeb.com


Il 'Corriere della Sera' pubblica un’anticipazione del libro 'Lo scudetto del Verona' di Condò e Scemma con le parole di ELKJÆR «Mi voleva il Real Madrid alla fine dell’Europeo era già pronto il contratto. Io volevo venire in Italia. Non dissi niente. La notte seguente Mascetti si introdusse nel nostro ritiro, cosa vietatissima dal c.t. Piontek. Lo feci sgattaiolare dentro all’una discutemmo fino alle tre e mezza e alla fine ci stringemmo la mano. In breve si seppe dell’accordo e il Real non si fece più vivo... Sul Verona Berggreen mi disse: “Senti, non vincerai lo scudetto ma giocherai in una buona squadra. Se dai il massimo la porti in Coppa Uefa e ti fanno pure una statua”». A fine stagione glielo rinfacciai, cos’è che non dovevo vincere scusa? Tu di calcio non capisci niente. Il gol senza scarpa? La dinamica esatta consiste in una pedata di Pioli che non mi fa direttamente perdere la scarpetta, ma me la sposta. Faccio altri due passi e sento che mi dà fastidio. Allora agito il piede e la faccio volar via: sono io a deciderlo, capisce? È l’intuizione giusta, perché il tiro risulta imparabile anche da scalzo. Lo scudetto? Lo porto sempre con me, è come se quello scudetto fosse un oggetto dal quale non mi separo mai. Fa parte della mia vita perché è stato il traguardo professionalmente più importante che abbia raggiunto, e perché l’ho ottenuto assieme a una squadra di amici veri, di gente nata per vivere assieme, non solo per giocare. Appena abbiamo qualche giorno libero torniamo sul Garda, a Bardolino ma anche in città, mi vedo con Briegel, con Volpati e Fanna, con tutti quelli che vivono lì attorno» CalcioHellas.it

Il popolare giornalista Paolo Condò ha presentato il libro sull'impresa tricolore del VERONA 1984-85 «Quella del Verona è una bella storia del calcio italiano. Anzi, approfondendola, è una storia eccezionale. Quando ci sono persone perbene che fanno insieme il loro lavoro accadono queste cose molto difficili. L’Hellas di Bagnoli poi non aveva “hater” e infatti tutti dicono che quella squadra avesse vinto con merito. Vorrei citare in particolare Osvaldo Bagnoli, una figura enorme nella figura del calcio italiano. A Verona fece un grande lavoro sia tecnico ma soprattutto umano» CalcioHellas.it

Capitan TRICELLA alla presentazione del libro sul VERONA tricolore «Nell’85 c’era un gruppo che ha cominciato un percorso nel primo anno di Serie B e che è cresciuto, grazie anche a uno “zoccolo duro” che aiutava i giovani a capire cosa c’era da fare e come bisognava comportarsi. In una squadra poi ci deve essere un po’ di tutto: quello matto, quello pignolo… Uno spogliatoio di soli ragazzi seri sarebbe stata una noia! Bagnoli, inoltre, sapeva riaccenderci nei momenti in cui c’era troppa calma. Già dall’inizio riuscimmo a dare un’impronta perché mettevamo sotto le “big” e vincevamo le partite che non avremmo dovuto vincere. Alla fine vincemmo il campionato nel momento in cui in Italia c’erano i più forti al mondo, quindi forse all’epoca eravamo i più forti al mondo…» CalcioHellas.it

Mimmo VOLPATI alla presentazione del libro di Condò sull'HELLAS Campione d'Italia «Dopo la retrocessione a Brescia avevo pensato di smettere. L’ultima partita di quella stagione però fu proprio contro il Verona e Bagnoli, a fine gara, mi disse che aveva bisogno di uno come me. Ci pensai un po’ e alla fine accettai, giocando poi altri sei anni. Lo scudetto vinto? Il viaggio fu probabilmente più bello della meta. Nello spogliatoio di Bergamo si interruppe un sogno. Ci svegliammo ed eravamo campioni…» CalcioHellas.it


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