Data di nascita: | 08/09/1969 |
Luogo di nascita: | Pescara (PS) |
Italiana | |
Contratto: | Definitivo fino a Giugno 2023 |
Ruolo: | Centrocampista |
Altezza: | 178 Cm |
Peso: | 71 Kg |
Posizione: |
SQUADRA
STAGIONE
SERIE
PARTITE
RUOLO
Cagliari
2020-Feb.2021
A
23 (+3CI)
Allenatore
Sampdoria
2019-Ott.2019
A
7 (+2CI)
Allenatore
Roma
2018-Mar.2019
A
26 (+2CI +8CL)
Allenatore
Roma
2017-18
A
38 (+1CI +12CL)
Allenatore
Sassuolo
2016-2017
A
38 (+1CI +4QEL +6EL)
Allenatore
Sassuolo
2015-2016
A
38 (+2CI)
Allenatore
Sassuolo
2014-2015
A
38 (+3CI)
Allenatore
Sassuolo
Mar.2014-2014
A
12
Allenatore
Sassuolo
2013-Gen.2014
A
21 (+2CI)
Allenatore
Sassuolo
2012-13
B
42 (+2CI)
Allenatore
Lecce
2011-Dic.2011
A
14 (+1CI)
Allenatore
Pescara
2010-11
B
42 (+1CI)
Allenatore
Pescara
Gen.2010-2010
LP1
15 (+4PO)
Allenatore
Pescara
2009-Gen.2010
Primavera
-
Allenatore
Virtus Lanciano
2008-Gen.2009
LP1
20
Allenatore
Val di Sangro
2007-Dic.2007
C2
-
Direttore Sportivo
Roma
2005-06
A
-
Team Manager
LEGENDA: LP1=Lega Pro Prima Divisione, PO=Playoff, QEL=Qualificazioni Europa League, EL=Europa League, CL=Champions League
SQUADRA
STAGIONE
SERIE
PARTITE
GOAL
Perugia
2004-05
B
23 (+3CI +3Poff)
1 (+1 +0)
Perugia
Gen.2004-2004
A
12 (+2CU +2Sp)
1 (+0 +0)
Ancona
2003-Gen.2004
A
10 (+1CI)
0 (+0)
Piacenza
2002-03
A
30 (+1CI)
6 (+0)
Piacenza
2001-02
A
31 (+3CI)
6 (+1)
Roma
2000-01
A
5 (+1CU)
0 (+0)
Roma
1999-00
A
30 (+4CI +7CU)
2 (+1 +0)
Roma
1998-99
A
33 (+4CI +7CU)
8 (+0 +0)
Roma
1997-98
A
33 (+5CI)
4 (+1)
Piacenza
1996-97
A
34 (+1CI +1Sp)
3 (+0 +0)
Lucchese
1995-96
B
36 (+1CI)
7 (+0)
Lucchese
1994-95
B
36 (+1CI)
7 (+0)
Lucchese
1993-94
B
36 (+3CI)
0 (+0)
Lucchese
1992-93
B
34 (+1CI)
6 (+0)
Lucchese
1991-92
B
33 (+4CI)
2 (+0)
Empoli
1990-91
C1
34 (+2CI)
2 (+0)
Empoli
1989-90
C1
33 (+1CI)
1 (+0)
Empoli
1988-89
B
34 (+5CI +1POut)
0 (+0 +0)
Empoli
1987-88
A
1 (+5CI)
0 (+0)
Empoli
1986-87
A
0 (+1CI)
0 (+0)
Giovanili Empoli
1985-87
-
-
-
LEGENDA: CI=Coppa Italia, POut=Playout, Sp=Spareggio per la permanenza in Serie A, CU=Coppa UEFA, POff=Playoff
NEWS E CURIOSITÀ + - =
'Il re è morto, evviva il re' verrebbe da dire dopo la repentina dipartita di JURIĆ destinazione Torino (granata) e l'arrivo, carico di grandi speranze, di mister Eusebio DI FRANCESCO che proverà a mantenere i gialloblù nella massima serie per il terzo anno consecutivo (mission che è peraltro rimasta impossible dagli anni '80 ad oggi).
Di sicuro, tra i tecnici accostati alla panchina gialloblù, era quello che probabilmente intrigava di più la tifoseria scaligera escludendo quello di ITALIANO che alla fine ha deciso di rimanere a La Spezia dopo la brillante salvezza ottenuta coi liguri: ZANETTI e DIONISI arrivavano dall'esaltante cavalcata in Serie B ma non avevano esperienza da allenatori in Serie A, TUDOR non aveva brillato con l'UDINESE né sotto il profilo del gioco né sotto quello dei risultati in Friuli e, da secondo di PIRLO alla JUVENTUS, è stato 'fatto fuori' senza troppi complimenti dalla dirigenza bianconera...
D'AVERSA? Probabilmente D'AMICO aveva 'sondato' il terreno tenendo l'ex allenatore del PARMA come alternativa ma, col liberarsi dell'ex tecnico di ROMA, SAMP e CAGLIARI (nell'ordine), autore soprattutto del 'miracolo' SASSUOLO trascinato dalla B all'Europa, non ve n'è stato più per nessuno.
Certo ad analizzare le ultime tre stagioni del tecnico pescarese c'è poco da stare allegri: Esonerato dalla ROMA a Marzo 2019 dopo una stagione e mezza di alti e bassi, è durato solo 7 partite alla guida della SAMPDORIA nella stagione successiva quando è stato cacciato ad Ottobre per poi riuscire a mangiare il panettone in quel di CAGLIARI dove si sono liberati di lui a fine Febbraio nonostante il fresco rinnovo di contratto... E fin qui il rovescio della medaglia ma guardando al lato buono c'è anche da ricordare l'incredibile 3 a 0 rifilato al BARÇA dopo aver subito un 4 a 1 al Camp Nou (con un colpo di genio tattico che sorprende i catalani) e la leggendaria cavalcata col SASSUOLO (in una dimensione probabilmente più simile a quella che troverà qui a Verona) partita dalla Serie B e terminata con i neroverdi emiliani nelle zone alte della classifica in Serie A e a giocare in Europa League!
Si tratta solo di guardare il bicchiere dalla prospettiva più corretta ed equilibrata tenendo ben presente che, in ogni caso, ogni annata fa storia a sé.
Allievo (con annessi e connessi) della filosofia di Zdeněk ZEMAN, suo allenatore alla ROMA per il quale lo scopo ultimo nel calcio era quello di cacciarne nel sacco uno in più degli avversari, mister DI FRANCESCO è considerato tatticamente un 'talebano' del 4-3-3 ma all'HELLAS potrebbe decidere di proseguire col 3-4-2-1 impostato da JURIĆ facendo di necessità (di mercato) virtù: Col ritorno di DIMARCO all'INTER, sulla mancina viene a mancare un esterno difensivo di assoluto livello in Serie A e trovarne un altro all'altezza, che perdipiù rientri nei canoni economici di Via Olanda, non è impresa semplice... C'è poi la questione centrali in esubero, la tutt'altro che certa permanenza di FARAONI sulla destra, le quasi scontate partenze di SILVESTRI e ZACCAGNI in scadenza il prossimo anno e BARÁK che morde il freno in cerca di gloria: Tutto (o quasi) da rifare per il buon Eusebio che in ogni caso non s'è mai fatto spaventare dalle moli di lavoro nemmeno da calciatore.
Mister Di Francesco si presenta
CRESCIUTO NELL'EMPOLI SI FA NOTARE NELLA LUCCHESE
Entrato a 15 anni nell'academy dell'EMPOLI esorisce in Serie A tre anni più tardi ma i toscani infilano una doppia retrocessione e dal 1988-89 promuovono il 19enne centrocampista di belle speranze a titolare inamovibile sia in cadetteria che in Serie C1.
Nel 1991 il ritorno in Serie B con l'approdo alla LUCCHESE dove rimarrà perno imprescindibile per altre quattro stagioni.
RITORNO IN A COL PIACENZA, POI LA ROMA
Dal 1995 il ritorno nella massima serie col PIACENZA squadra con la quale mette a referto 5 gol in due stagioni contribuendo in maniera determinante alla salvezza degli emiliani.
Per la stagione 1997-98 la ROMA lo chiama nella capitale e il centrocampista conosce la fase migliore della sua carriera, giocando da titolare coi giallorossi e nella nazionale azzurra; l'apice arriva col campionato 2000-01 quando la squadra capitolina conquista lo scudetto ma per Eusebio non v'è più spazio.
DI NUOVO PIACENZA, POI ANCONA, PERUGIA E IL RITIRO DAL CALCIO GIOCATO
Dalla stagione 2001-02 DI FRANCESCO fa ritorno in Emilia con quel PIACENZA che l'aveva consacrato in Serie A: Coi biancorossi un'altra salvezza senza patemi d'animo sotto la guida di Walter Alfredo NOVELLINO, poi la retrocessione nell'annata successiva e l'avventura col neopromosso ANCONA che a Gennaio lo cede all'ambizioso PERUGIA targato GAUCCI-COSMI: Due ulteriori presenze in Coppa UEFA e il raggiungimento dei quarti di finale di Coppa Italia poi la caduta in Serie B nel 2003-04 e l'ultima stagione tra i pro per il futuro allenatore abruzzese che chiude col calcio giocato nel 2005 con quasi 230 presenze in Serie A e 31 gol realizzati.
TEAM MANAGER E DIESSE MA LA VERA VOCAZIONE È L'ALLENARE
Dopo gli inizi da Team Manager nella ROMA nel 2005-06 e quella piuttosto del 2007 come Direttore Sportivo del VAL DI SANGRO in C2 (dove abbandonò non condividendo l'esonero di mister PIERINI in seguito suo vice al SASSUOLO), mister DI FRANCESCO ha finalmente l'opportunità di allenare la VIRTUS LANCIANO in Prima Divisione di Lega Pro: L'esperienza non è delle più felici dato che viene esonerato a Gennaio ma Eusebio ha finalmente trovato il suo più naturale collocamento: Rimanere nel calcio ma come tecnico.
Nel 2009 è felice di tornare nella sua città natale alla guida della primavera del PESCARA e a Gennaio ecco la grande occasione: Mister CUCCUREDDU (Campione del Mondo con l'ITALIA nel 1982) viene esonerato e il DELFINO si affida al 'figliol prodigo' Eusebio che peraltro non delude e nel finale di stagione, dopo aver superato il VERONA ai playoff, viene promosso in cadetteria.
Nel 2010-11 il 13esimo posto in Serie B vale al PESCARA una salvezza tranquilla ma poi arriva l'opportunità di allenare in Serie A e il DiFra non se la fa scappare: Risolto il contratto che lo legava ai biancazzurri abruzzesi per un altro anno diventa il nuovo allenatore del LECCE per la stagione 2011-12 mentre il DELFINO prosegue con maestro Zdeněk (ma quella è un'altra storia).
Coi salentini la luna di miele finirà presto (a Dicembre) ma nella carriera di Eusebio, per una porta che si chiude si apre al solito un portone: Stavolta è l'ambizioso SASSUOLO a chiamare il tecnico dalla Serie B; la società emiliana e di proprietà di Giorgio Squinzi (imprenditore, chimico e patròn del colosso Mapei) al quale le risorse economiche non mancano di certo!
Con i neroverdi DI FRANCESCO raccoglie le più grandi soddisfazioni nella sua carriera di allenatore: Centra subito una storica promozione vincendo il campionato di Serie B 2012-13 e, piccolo neo dell'esonero nella successiva stagione in massima serie a parte, quando viene sostituito da mister MALESANI per cinque partite da Febbraio a Marzo, con il Sasôl sarà un'esaltante cavalcata che culminerà col sesto posto in Serie A del 2015-16 e la successiva partecipazione all'Europa League.
Per il 2017-18 la ROMA lo chiama a sostituire SPALLETTI ed Eusebio per poco non eguaglia il collega cogliendo un terzo posto in Serie A che vale la partecipazione dei giallorossi alla Champions League poi purtroppo qualcosa si rompe nel rapporto tra la Maggica ed il suo allenatore e i dirigenti romanisti lo esonerano a Marzo 2019.
A ruota arrivano le esperienze negative con la SAMPDORIA, lasciata all'ultimo posto ad Ottobre di quello stesso anno, e col CAGLIARI che lo esonera lo scorso Febbraio: Ora è tempo di ritrovare l'antica verve col VERONA orfano di JURIĆ (e del suo rapporto vero e verace col calcio dentro e fuori dal campo), non sarà facile ma dietro alle spalle avrà un'intera città pronta a sostenerlo per dimostrare al tecnico spalatino quanto ha sbagliato nello scegliere il TORINO.
Questo https://x.com/misterdifra il profilo Twitter ufficiale di mister DI FRANCESCO mentre qui https://www.instagram.com/misterdifra trovate quello su Instagram.
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ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE + - =
- Emozionante intervista di CronacheDiSpogliatoio.it a mister Eusebio DI FRANCESCO 'rinato' al FROSINONE dopo esser stato giudicato 'bollito' con troppa fretta da molti addetti ai lavori (e non): '...Mi hanno dato del finito, del bollito. Gli ultimi 5 anni sono stati schifosi. Ci sono tante componenti che fanno la fortuna e la bravura di un allenatore: io non sono stato né bravo, né fortunato. Sicuramente, non nelle scelte: sono andato nei posti giusti ma nel momento sbagliato. A Verona è stata l’esperienza peggiore, finita dopo 3 giornate. E poi, per due anni, sono rimasto a casa. Senza una squadra, senza poter allenare'
- Mister DI FRANCESCO spiega gli ultimi esoneri al 'Corriere dello Sport' e per il VERONA dice 'Forse non mi sono imposto abbastanza sul mercato. E pagammo un inizio in salita, in cui venni accusato di una scarsa preparazione atletica: peccato che poi, dopo il mio esonero, Tudor vinse con la Roma all'esordio. Allora il problema non era quello... Rimasi male per come mi trattarono'.
- Continua la parabola discendente per il Difra che il 14 Settembre, all'indomani della terza sconfitta consecutiva in campionato contro il BOLOGNA, viene ufficialmente esonerato dall'incarico dopo sole tre gare alla guida del VERONA (99 giorni dalla presentazione all'esonero) e conquista il poco invidiabile record di primo allenatore allontanato della stagione 2021-22 nei massimi campionati europei. Mister DI FRANCESCO è a secco di vittorie in Serie A da 19 partite consecutive, l'ultimo successo del tecnico pescarese risale infatti al 7 novembre 2020 contro la SAMP quand'era alla guida del CAGLIARI. Eguagliato il record negativo di mister DI CARLO di 19 sconfitte consecutive (iniziate col club sardo nella passata stagione)
- HELLAS VERONA: Ufficializzato lo staff tecnico che aiuterà DI FRANCESCO, TOMEI tornerà il vice (come ai bei tempi del SASSUOLO in cui i due, lavorando insieme, s'imposero agli occhi del grande calcio) CATALDI rimarrà preparatore dei portieri.
- Mister DI FRANCESCO si presenta su Hellas Verona Channel «Se ci sono giocatori imprescindibili? Nessuno, dobbiamo ragionare con il "noi". Dobbiamo far leva su staff e componenti. Giocare con temperamento e aggressività, al di la dei principi tattici. Di questa squadra bisogna mantenere la mentalità, porterò novità tattiche e principi di gioco, ma non voglio smontare il lavoro fatto fin qui. Se sento la responsabilità del ruolo? Sono abituato alle pressioni. Nulla è scontato, ma voglio dare continuità in tema di risultati e personalità: questo, però, secondo i miei principi. Dobbiamo partire dal meglio che ha, dentro di sé, questa squadra. Gli obiettivi a breve e lungo termine del Club? Di questo ho parlato con il Direttore Sportivo. L'importante è mantenere la Serie A, poi viene il resto. Io e Tony abbiamo già instaurato un ottimo rapporto, c'è grande alchimia e mi auguro che duri a lungo. Ho quindi avuto un confronto con il Presidente, un incontro piacevole e diretto, che ho gradito molto. Se ho già un'idea dell'assetto, del modulo da utilizzare? Vorrei mantenere la difesa a 3, giocando in alcuni casi anche a 4. Questo per sfruttare massimamente gli esterni, che tanto hanno fatto bene»
- Come LIEDHOLM... Sky Sport segnala che DI FRANCESCO è il secondo allenatore nella storia scaligera ad aver raggiunto le semifinali di Champions League dopo lo svedese Nils LIEDHOLM; ai tempi del 'Barone' la competizione era chiamata Coppa dei Campioni ed effettivamente era esclusiva delle sole squadre che riuscivano a vincere i campionati nazionali... Altri (bei) tempi
- Primo: divertirsi e divertire! La filosofia calcistica del tecnico abruzzese è riassunta in queste poche parole del 2015 a Repubblica.it 'La mia idea di calcio? Far gol attraverso la verticalizzazione, odio il posesso sterile. E poi divertire gli altri divertendoci noi, a partire dagli allenamenti'. La verticalità è il punto di contatto più prossimo tra il calcio di mister DI FRANCESCO e quello di JURIĆ mentre fuori dal campo i due sono accomunati dalla forte presenza nel sociale: Il tecnico pescarese ha condiviso col grande amico Damiano TOMMASI un'esperienza in Kosovo tra gli ultimi e a Piacenza collaborava con una onlus 'Noi siamo dei privilegiati, eppure siamo sempre orientati su noi stessi. Troppo' dice al termine dell'intervista di cui sopra Eusebio
- Panchina d'Argento come miglior allenatore della Serie B nella stagione 2012-13, quella della storica concquista della promozione in A del SASSUOLO. Eusebio è stato anche 'Allenatore dei Sogni' (per i ragazzi della categoria Allievi partecipanti al 'Torneo Città di Arco' nel 2015) e insignito col 'Premio Nazionale Enzo Bearzot' nel 2018 al termine della prima stagione sulla panchina della ROMA
- Cravatta batte tuta 1 a 0 (almeno): Mister DiFra si presenta in panca sempre molto curato e vestito in giacca e cravatta, per l'immagine s'è affidato ad un'azienda specializzata perchè per lui è importante rappresentare al meglio sé stesso e la società...
- Che tristezza i 'diplomifici' italiani per calciatori! Idee chiare anche fuori dal campo per Eusebio in un'intervista su Repubblica.it dice al proposito: 'La Germania permette ai giovani di studiare nei centri federali, da noi si va nei diplomifici per il pezzo di carta. La cultura è libertà, e un giocatore colto apprende più rapidamente. La prima riforma che farei è importare il modello tedesco'
- Allenatore un po' per caso aveva iniziato come Team Manager nella ROMA, pressato dalle richieste di Rosella Sensi e di Francesco TOTTI, ma quel ruolo non faceva per lui quindi per un paio d'anni s'era occupato serenamente della gestione dello stabilimento balneare 'Stella d'Oro' a Pescara; poi la chiamata dal VAL DI SANGRO quando era ancora senza patentino e faceva un po' da Direttore Sportivo e un po' da uomo-immagine nei confronti dei grandi club ma anche in quel ruolo al DiFra mancava qualcosa e se ne andò in rotta con la società a causa dell'esonero di mister PIERINI (che divenne poi suo secondo al SASSUOLO). Tutto cominciò al corso di Coverciano (dove discusse una tesi sull'attacco nel 4-4-2 e una sul ruolo degli amici e della famiglia) e poi con la chiamata del LANCIANO nel 2008...
- Da calciatore rifiutò la prima convocazione azzurra, il motivo? Doveva giocare col PIACENZA lo spareggio contro il CAGLIARI per la permanenza in Serie A (vinto per la cronaca dagli emiliani a Napoli per 3 a 1).
- Chiamato Eusebio come il fuoriclasse del BENFICA a cavallo tra i '60 e i '70, il calcio era nel destino di DI FRANCESCO e di papà Arnaldo (che per la verità l'aveva iniziato al ciclismo) e Mamma Silvana ristoratori/albergatori sulle spiagge abruzzesi di Sambuceto più volte sede del ritiro del DELFINO PESCARA. Il mister ha messo su famiglia con la signora Sandra che gli ha dato tre figli: Federico calciatore professionista, Mattia studente di Scienze Motorie, e Luca, il più piccolo.
Eusebio Di Francesco
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Eusebio Luca Di Francesco (Pescara, 8 settembre 1969) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolo centrocampista.
Biografia
Chiamato Eusebio in onore del grande calciatore portoghese, è padre di Federico, anch'egli calciatore.
Carriera
- Giocatore
CLUB
Gli inizi, Empoli e Lucchese
A 15 anni entra nelle giovanili dell'Empoli, insieme a Nicola Caccia. Esordisce in Serie A a 18 anni con la maglia della formazione toscana nella stagione 1987-1988, collezionando una sola presenza, subentrando nella ripresa a Luigino Pasciullo in occasione della sconfitta esterna contro la Juventus del 31 gennaio 1988. La stagione termina con la retrocessione della squadra empolese e l'anno successivo Di Francesco gioca 34 partite. Un'altra retrocessione porta l'Empoli e Di Francesco in Serie C1, dove disputa 33 partite la prima stagione e altrettante la seconda mettendo a segno rispettivamente 1 e 2 reti.
L'annata successiva passa alla Lucchese, in Serie B, disputando 4 stagioni da titolare e realizzando 12 reti, di cui 7 nel campionato cadetto 1994-1995.
Piacenza, Roma e ritorno a Piacenza
Viene acquistato dal Piacenza in massima serie: gioca con la maglia biancorossa due stagioni con 5 reti in 67 partite, conquistando altrettante salvezze.
All'inizio della stagione 1997-1998 passa alla Roma, squadra con cui raggiunge il massimo risultato della propria carriera con la vittoria del campionato 2000-2001 (disputato da riserva) e collezionando 168 presenze e 14 reti. Durante la sua permanenza a Roma gioca anche in Coppa UEFA e viene convocato in nazionale.
Torna al Piacenza nell'estate 2001 per rimanerci altre 2 stagioni fino al 2003 con 61 presenze e 12 reti.
Ancona e Perugia
La stagione successiva passa all'Ancona e nel gennaio 2004 al Perugia, squadra in cui chiude la sua carriera da calciatore nel 2005.
NAZIONALE
Nell'estate 1997 è inizialmente convocato in nazionale da Cesare Maldini per il Torneo di Francia, a cui rinuncia per disputare lo spareggio-salvezza del Piacenza contro il Cagliari.
Esordisce in azzurro l'anno successivo, il 5 settembre 1998, durante la gestione di Dino Zoff, in occasione della partita di qualificazione all'Europeo 2000 contro il Galles. Il 16 dicembre dello stesso anno realizza il suo unico gol in maglia azzurra contro una selezione di All Stars, in una partita amichevole celebrativa dei 100 anni della Federazione.
In nazionale conta 16 convocazioni tra il 1997 e il 2000, con 13 presenze.
- Allenatore
Lanciano, Pescara e Lecce
Il 23 giugno 2008 è diventato l'allenatore del Lanciano; il 27 gennaio 2009 viene esonerato e sostituito da Dino Pagliari.
Dal 12 gennaio 2010, subentra all'esonerato Antonello Cuccureddu ed è il nuovo allenatore della prima squadra del Pescara ottenendo la promozione in serie B dopo i play-off. Nel campionato successivo conduce la squadra al 13º posto, dopo aver a lungo conteso ad altre pretendenti i play-off; il 22 giugno 2011 risolve il contratto coi biancazzurri con un anno di anticipo, per aver accettato la proposta del Lecce che lo ha voluto alla guida tecnica della squadra. A Pescara viene sostituito da Zdeněk Zeman.
Il 24 giugno 2011 diventa l'allenatore del Lecce. Il 4 dicembre seguente, dopo la sconfitta per 4-2 contro il Napoli, con la squadra ultima in classifica con 8 punti e 9 sconfitte in 13 partite, viene esonerato dal Lecce e sostituito da Serse Cosmi. A fine stagione il Lecce, pur autore di una notevole rimonta, retrocederà in Serie B arrivando al 18º posto.
Sassuolo
Il 19 giugno 2012 diventa l'allenatore del Sassuolo. Alla fine del girone d'andata, la squadra, con 48 punti conquistati, si laurea campione d'inverno. Il 18 maggio 2013, a seguito della vittoria interna contro il Livorno per 1-0, il Sassuolo vince il campionato di Serie B conquistando la prima storica promozione nella massima serie italiana. Il 28 gennaio 2014 viene esonerato dopo la sconfitta (3-1) sul campo del Livorno, per poi essere richiamato il 3 marzo successivo al posto del suo successore Alberto Malesani, con il quale il Sassuolo aveva perso 5 partite su 5. Con una giornata d'anticipo, il Sassuolo riesce a salvarsi matematicamente dalla retrocessione con 34 punti fatti in 38 gare (di cui 33 con lui in panchina). Nella stagione 2015-2016 riesce a portare il Sassuolo in sesta posizione, conquistando la qualificazione ai preliminari della UEFA Europa League 2016-2017 (prima volta per la società). Nella stagione successiva guida la squadra al superamento dei preliminari di Europa League, accedendo così alla fase a gironi della competizione. In campionato nonostante tanti infortuni riesce a portare la squadra emiliana al dodicesimo posto.
Roma
Il 12 giugno 2017, dopo aver risolto consensualmente il contratto che lo legava al Sassuolo fino al 2019, diventa l'allenatore della Roma, firmando un biennale. Chiude il suo primo campionato alla guida della squadra capitolina al terzo posto e raggiunge, a 34 anni di distanza dall'ultima volta, la semifinale di Champions League, dopo una storica rimonta nei quarti di finale contro il Barcellona; i giallorossi verranno poi eliminati dal Liverpool nonostante la vittoria per 4-2 nella semifinale di ritorno, insufficiente a ribaltare il 5-2 dell'andata. Il 18 giugno 2018 prolunga con il club capitolino fino al 2020. Il 7 marzo 2019, dopo la sconfitta nel derby capitolino per 3-0 e l'eliminazione negli ottavi di finale di Champions League per mano del Porto, viene esonerato.
Sampdoria e Cagliari
Dopo aver rescisso consensualmente il contratto che lo legava alla Roma, il 22 giugno 2019 viene nominato nuovo tecnico della Sampdoria. Il 7 ottobre successivo, con la squadra all'ultimo posto in classifica per via di soli tre punti (ottenuti contro il Torino) raccolti in sette giornate, rescinde il contratto con il club genovese.
Il 3 agosto 2020 viene ufficializzato il suo approdo al Cagliari con un contratto sino al 30 giugno 2022. Il 22 febbraio 2021, nonostante poche settimane prima avesse firmato il rinnovo del contratto fino al 2023, viene esonerato a causa del rendimento poco soddisfacente che aveva tenuto fino a quel momento alla guida della sua squadra, ottenendo solo tre vittorie in 23 giornate e con una striscia di 16 partite senza successi.
Verona
Il 7 giugno 2021 rescinde il suo contratto con i sardi e firma un contratto biennale con i gialloblu.
- Dirigente
Il 29 luglio 2005 diventa team manager della Roma, lasciando l'incarico il 31 luglio 2006. Il 1º agosto 2007 va a ricoprire il ruolo di direttore sportivo della Val di Sangro; il 15 dicembre seguente, dopo l'esonero dell'allenatore Danilo Pierini, lascia l'incarico.
Il 18 settembre 2009 viene nominato direttore tecnico nel settore giovanile del Pescara subentrando a Cetteo Di Mascio.
Palmarès
- Giocatore
Campionato italiano: 1 Roma: 2000-2001
- Allenatore
Campionato italiano di Serie B: 1 Sassuolo: 2012-2013
Panchina d'argento: 1 2012-2013
L'allenatore dei sogni: 1 2015
Premio Nazionale Enzo Bearzot: 1 2018
FONTE: Wikipedia.org
STAGIONE 2023-24 + - =
EUSEBIO DI FRANCESCO NOMINATO ALLENATORE DELLA PRIMA SQUADRA
26 GIUGNO 2024
Il Venezia FC comunica di aver affidato a Eusebio Di Francesco l’incarico di allenatore della prima squadra. Di Francesco ha firmato un contratto biennale fino al termine della stagione 2025/26.
Nato a Pescara, Di Francesco ha alle spalle una ricca carriera da calciatore, in cui si è guadagnato 13 presenze ed un gol con la Nazionale maggiore italiana, vincendo lo scudetto con la Roma e totalizzando 252 presenze in Serie A e 96 presenze in Serie B.
Cinquantacinque anni ancora da compiere, Di Francesco vanta, nel suo percorso da allenatore, le promozioni in Serie B con il Pescara ed in Serie A con il Sassuolo, oltre ad una storica qualificazione in UEFA Europa League con il Sassuolo nella stagione 2015/16 ed un terzo posto con la Roma nella stagione 2017/18, raggiungendo inoltre la semifinale di Champions League a 34 anni di distanza dall’ultima volta.
Benvenuto, Mister.
FONTE: VeneziaFC.it
li ho già pagati tutti
di Eusebio Di Francesco
A volte mi colpevolizzo più di quanto dovrei.
I miei errori li ho pagati tutti. Più di così, credo non fosse possibile.
Mi hanno dato del finito, del bollito. Gli ultimi 5 anni sono stati schifosi.
Ho avuto troppe delusioni. E anche io ho deluso. Ci sono tante componenti che fanno la fortuna e la bravura di un allenatore: io non sono stato né bravo, né fortunato.
Sicuramente, non nelle scelte: sono andato nei posti giusti ma nel momento sbagliato.
Roma-Barcellona è stata la notte più bella, ma l’inizio della mia discesa. Ne parleremo più avanti.
Dopo quel giorno, sono stato alla Sampdoria e dopo 2 partite, volevo dimettermi. Sono durato fino alla settima giornata per rispetto del mio staff, ma poi non ce l’ho fatta più: mi sentivo prigioniero come uomo. A Cagliari avevo iniziato bene, era arrivato anche il rinnovo, ma poi qualcosa si è rotto. Abbiamo deciso di rescindere. A Verona è stata l’esperienza peggiore, finita dopo 3 giornate.
E poi, per due anni, sono rimasto a casa. Senza una squadra, senza poter allenare.
Lontano.
L’ultima volta in cui era successo, era stato quando avevo smesso di giocare. Ero diventato per qualche mese il team manager della Roma, con cui avevo vinto lo Scudetto da calciatore. Ma avevo capito che non era la mia strada.
Dovevo fare detox dal calcio. Mi ero comprato uno stabilimento balneare a Pescara insieme a Daniele Delli Carri, un mio ex compagno. Si chiamava “Stella d’Oro”. Facevo di tutto, dalla spesa a sistemare la sabbia delle prime file. Non sapevo neanche che squadre giocassero in Serie A, non guardavo i risultati, vivevo completamente distaccato. Dovevo ripulirmi dall’ambiente.
Stavolta, sono tornato allo “Stella d’Oro” da cliente, dopo averlo venduto. In questi due anni sono scomparso, ma studiando. Ho vissuto in silenzio tutte le etichette che mi venivano date.
«Di Francesco? Ma va, è finito».
Dentro di me, ho sempre saputo di non dover dimostrare niente a nessuno. Soltanto a me stesso, una semplice cosa: che ero ancora in grado di fare questo lavoro. Inconsciamente, sono nati i dubbi. Non tanto legati alle capacità, ma piuttosto di saper ancora trasmettere le mie idee a un gruppo, di saperlo gestire.
Tutti hanno aperto la bocca. A me piace soltanto ascoltare le critiche delle persone che stimo. Del resto, della massa, non me ne frega niente.
Ho pensato di tutto, anche di lasciare il calcio. Anche perché il mestiere dell’allenatore non mi è arrivato innato, qualche anno fa. È stata una scelta frutto del percorso. Ho fatto il team manager, ma non era il mio. Ho fatto il consulente di mercato, ma neanche quella era la strada che volevo percorrere. Ho fatto il responsabile di un settore giovanile, e quello è il lavoro di cui sono rimasto innamorato: entravo alle 8 in ufficio e uscivo alle 22, ogni giorno ci mettevo passione e piacere. Ancora oggi, quell’aspetto mi attrae e credo sia alla base di ogni società.
E alla fine, mi sono avvicinato nuovamente al campo, l’ultima cosa che avrei creduto potesse accadere in vita mia, iniziando ad allenare. Così mi sono fatto un nome.
Ma non è che un giorno prima sei forte e quello dopo sei scarso. Non disimpari all’improvviso.
In questo momento, ho una serenità addosso devastante. Il mio Frosinone sta andando bene, ma non sto facendo niente di diverso da quando il Sassuolo volava o la Sampdoria andava a picco. Certamente, ho imparato.
Durante questa pausa di due anni, sono andato da uno psicologo. Ci ho portato anche il mio staff. Mi ha consigliato tanti libri, uno su tutti “L’arte della pazienza” di Raffaele Gaito. Sono vecchio stampo, mi piace sottolineare le frasi tra le pagine per fermare i concetti. Sono pure geloso dei miei libri, non mi piace prestarli. Ce n’è uno, in particolare, che mi è piaciuto. E posso dire che in questo periodo senza allenare, ho imparato ad avere pazienza. Soprattutto, che avere pazienza non significa stare seduti ad aspettare il proprio momento. Non è quella la pazienza. Per me, adesso, è saper aspettare lavorando in vista del momento. Prepararsi a quando accadrà. Questo è ciò che ho fatto in questi ultimi due anni.
Dopo la Roma, ho capito che non c’è niente di scontato. Non mi è mai appartenuto come concetto, ma automaticamente può succedere. Continuo a fare ciò che facevo un tempo, ho solo rivisto alcuni aspetti e eliminato ciò che credo non serva più. Ho fatto mio ciò che penso sia interessante.
Ho avuto paura di tutte le critiche che mi sono piovute addosso? No, paura ce l’ho soltanto della barriera del Telepass. Una volta ero sulla Porsche di un mio compagno ai tempi della Roma, ci avviciniamo al casello e lui andava a tutta velocità. Ci schiantammo contro la sbarra e finimmo sotto. Da quel giorno, ogni volta che sono seduto sul sedile del passeggero, mi abbasso in prossimità del casello. I miei amici lo sanno e accelerano mentre io li prego di frenare.
Sono stati 5 anni in cui Eusebio Di Francesco, il promettente allenatore italiano del Sassuolo, ha fallito. Mi hanno insegnato, pian piano, a contare fino a 10. Vi faccio un esempio.
Cagliari-Frosinone, vincevamo 0-3 a 20 minuti dalla fine. Abbiamo perso 4-3. Che batosta! Anni fa sarei stato un fiume in piena. Ma non sarebbe stato giusto. Sono rientrato negli spogliatoi, ho contato fino a 10 e ho detto poco o niente. Sono rimasto zitto per un giorno e mezzo e i ragazzi hanno subito quel mio silenzio più di tante parole. Poi ci siamo parlati e due giorni dopo abbiamo passato il turno in Coppa Italia. Un ragionamento costruttivo per ciò che sto vedendo ancora adesso. Psicologicamente potevamo restare scioccati.
Un tempo sarei stato più crudo e diretto. Adesso so riconoscere quando dall’altra parte non c’è cattiveria o malizia, ma ragazzi giovani che passano attraverso la crescita. Cerco di guardare dentro me stesso prima di puntare il dito. A volte mi hanno detto che sono permaloso. Tutti lo siamo, dipende dove ci toccano. Se ti fanno una battuta su qualcosa per cui hai lottato tutta la vita, è difficile rimanere indifferenti.
Tante volte ho lasciato passare quando avrei potuto rispondere picche. Invece ho soprasseduto.
Sono una persona schiva, che sta scomoda in copertina. Spesso, questo modo di essere viene scambiato per debolezza. Ho visto questo processo anche con Mimmo Berardi, che per me è come un figlioccio. Mio figlio Federico, dice che Berardi è il mio quarto bambino dopo lui, Mattia e Luca. Mi hanno dato tre nipoti e adesso sta per arrivare il quarto. Me li sono goduti stando in famiglia. Siamo zingari facendo questo lavoro, ho sempre preferito godermi gli affetti invece di andare in vacanza. Ho rifrequentato gli amici di una vita. Quelli con cui portavo avanti il Pescara 2000, una squadra amatoriale che a volte allenavo. Io, in realtà, andavo alle partite soltanto per le cene che nascevano dopo il fischio finale. Andavo lì per mangiare e godermi quel puro momento d’aggregazione.
Come Berardi, in tanti mi hanno visto debole. Ciò che io posso dire di lui, è che è un grande lavoratore. Un professionista esemplare. Ho sentito parlare di lui come un problema per un allenatore: in realtà, è solo e soltanto una risorsa. Non ha vizi, pensa solo alla famiglia. È un ragazzo chiuso, ma se gli entri dentro ti dà l’anima.
È un lavoratore. Come me. Ho questo carattere e mi verrebbe innaturale comportarmi diversamente. Sembro debole? Chissenefrega. Non mi interessa ostentare. Solo essere apprezzato nel contesto in cui lavoro.
Ne ho sentite di tutte sul mio conto, ma non serbo rancore. Alla Sampdoria ho lasciato sul piatto 2 anni di contratto sicuri, pur di rimettermi in gioco. Ora non mi esalto. D’altronde negli ultimi 5 anni avrò allenato sì e no per 30 partite, praticamente come fare male in un campionato. Solo che il mio è stato più lungo.
Prima di rinascere a Frosinone, ho cambiato il mio staff. Ci siamo guardati negli occhi ed era tempo per altre esperienze. Il mio vice storico, Tomei, sta facendo bene a Monopoli. Giammarino è al Pineto, Calzona si è qualificato con la Slovacchia agli Europei.
Contro l’Empoli sono stato fiero della mia squadra. Mi mancava questa sensazione. Hanno giocato il secondo tempo divertendosi, con la voglia di fare la partita. Lo vedevi a occhio nudo che volevano giocare. Ricordo ancora la cena con il direttore Angelozzi e il presidente Stirpe. Il ds mi aveva già scelto, ma il presidente voleva conoscermi. Quando sono andato in bagno, si sono dati un cenno d’intesa.
Ma non abbiamo ancora fatto niente. E qui torno a Roma-Barcellona. Nei 4 giorni precedenti, ci eravamo allenati divinamente. Dopo il terzo gol, se guardate le immagini, sono l’unico che non esulta. Mancava ancora troppo. Florenzi mi correva incontro urlando: «Non ci posso credere!». Gli risposi: «Ci devi credere, ma per farlo devi tornare in campo». I calciatori stavano sognando a occhi aperti, travolti dalle emozioni e trascinati dallo stadio. Il Barcellona ha fatto soltanto due tiri quella sera, negli ultimi minuti. Quando noi eravamo su un altro pianeta a livello emotivo. Stavamo rischiando di gettare tutto al vento per la fibrillazione di avercela fatta. Ma non era ancora fatta.
Così come adesso. Siamo a metà.
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CREDITS:
autore: Giacomo Brunetti; testo di: Eusebio Di Francesco e Giacomo Brunetti; immagine di copertina: Imago; immagini: Imago, Image Photo Agency, Shutterstock.
FONTE: CronacheDiSpogliatoio.it
SERIE A
Di Francesco: "Vi spiego gli ultimi esoneri. Scommesse? Mai avuto certezze ma una volta..."
20/10 ALLE 11:15
di RAIMONDO DE MAGISTRIS
© foto di www.imagephotoagency.it
Nel corso dell'intervista rilasciata al 'Corriere dello Sport', il tecnico del Frosinone Eusebio Di Francesco ha parlato degli ultimi tre esoneri dopo il passo indietro fatto a Roma: "Per gli ultimi tre esoneri mi prendo le mie responsabilità. Ho sbagliato io, mi ha tradito la fretta di tornare ad allenare. Alla Sampdoria non dovevo andare. Lì rinunciai a tanti soldi, quindi ci mettemmo d'accordo nel rompere il contratto. A Cagliari andò male, c'era il lockdown che impediva al pubblico di partecipare, la stagione fu davvero stregata: i risultati non furono fortunati anche perché io ero poco sereno. Infine Verona: lì forse non mi sono imposto abbastanza sul mercato. E pagammo un inizio in salita, in cui venni accusato di una scarsa preparazione atletica: peccato che poi, dopo il mio esonero, Tudor vinse con la Roma all'esordio. Allora il problema non era quello... Rimasi male per come mi trattarono".
Ha mai incontrato un suo calciatore che giocava?
"No. Almeno non ho mai avuto certezze in merito. Però un giorno feci un discorso nello spogliatoio perché mi erano arrivate delle voci. Urlai che se la partita fosse finita come si diceva in giro, avrei denunciato tutti. Invece è andata diversamente. E' stata la prima e unica volta in cui sono contento di aver perso".
SERIE A
Il Frosinone per rinascere: Di Francesco, sette punti e i quattro esoneri da cancellare
18/09 ALLE 11:46
di LORENZO DI BENEDETTO
© foto di www.imagephotoagency.it
Eusebio Di Francesco va a caccia di rivincite e l'inizio di campionato sulla panchina del Frosinone fa ben sperare. Dopo anni molto complicati, iniziati con la seconda stagione alla Roma fino a quella all'Hellas Verona, la sua rinascita è cominciata, come testimoniato dai sette punti raccolti nelle prime quattro giornate di questo campionato. La rimonta di ieri, da 0-2 a 4-2 contro il Sassuolo (tra l'altro ultima società che non lo aveva esonerato) ha il sapore della rinascita, anche se chiaramente è ancora molto presto per una sentenza definitiva, ma la squadra sembra girare e anche i nuovi innesti convincono.
Due anni di stop.
L'ultima avventura di Di Francesco su una panchina di Serie A, come detto, risaliva all'esperienza all'Hellas Verona, conclusasi dopo appena tre partite di campionato, dove erano arrivate altrettante sconfitte, e a nulla era valsa la vittoria in Coppa Italia, con Maurizio Setti, presidente degli scaligeri, che aveva optato per l'esonero nel mese di settembre. Da quel momento in poi due anni dove nessuno aveva deciso di puntare su di lui, fino alla chiamata del Frosinone, che ha deciso di affidargli la panchina, scelta che fino a questo momento sta dando i frutti sperati.
Le avventure precedenti, con altri tre esoneri.
Prima della breve parentesi all'Hellas Verona Eusebio Di Francesco era stato esonerato altre tre volte. La prima alla Roma, nella stagione successiva alla semifinale di Champions raggiunta e al terzo posto in campionato. Nel campionato successivo era stata la Sampdoria a puntare su di lui, ma dopo sei sconfitte e una vittoria nelle prime sette giornate arrivò l'addio, come successo anche a Cagliari nel 2020/2021, con l'esonero arrivato dopo 23 giornate e un bottino di tre successi, sei pareggi e 14 ko. Adesso il Frosinone, per rinascere definitivamente e provare a tornare un allenatore solido ed efficace, che aveva fatto parlare di sé sia in Serie A che in Europa.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
11 Settembre 2023 - 09:13 Hellas Live
Di Francesco: “L’esperienza che mi ha fatto più male? Verona”
“Quale esperienza mi ha fatto più male? Avevo promesso di non parlarne più, ma la chiudo qui dicendo Verona. Oggi guardo avanti” ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore dell’Hellas Verona, oggi tecnico del Frosinone, Eusebio Di Francesco.
FONTE: HellasLive.it
L'ANGOLO DELL'AVVERSARIO
Qui Frosinone, Di Francesco: “Negli ultimi tempi avevo perso il sorriso”
Il nuovo tecnico dei ciociari ha parlato del proprio recente passato durante la conferenza di presentazione
di Tommaso Badia Luglio 9, 2023 - 12:10
Dopo essere stato ufficializzato dal Frosinone, Eusebio Di Francesco si è presentato in conferenza stampa alla tifoseria ciociara, parlando anche del proprio recente passato.
Queste, dunque, le sue principali dichiarazioni:
«La prima cosa che ho detto ai ragazzi è di avere il coraggio e soprattutto di avere sempre il sorriso, cosa che io in primis ho forse perso negli ultimi tempi. Per me questo è un “anno zero”, non serve guardare al passato. Qualcosa mi è stato tolto, qualcosa mi sono tolto, ma ora non proiettato al futuro».
FONTE: CalcioHellas.it
DI FRANCESCO È IL NUOVO ALLENATORE DEL FROSINONE
Inserito il 01/07/2023
Il Frosinone Calcio comunica di aver affidato ad Eusebio Di Francesco il ruolo di allenatore responsabile della prima squadra.
Il tecnico, nativo di Pescara, ha firmato un accordo che lo legherà al Club giallazzurro fino al 30 giugno 2024 con opzione per un altro anno al raggiungimento della salvezza.
FONTE: FrosinoneCalcio.com
1 Luglio 2023 - 09:42 Hellas Live Lettura: 1 min.
Di Francesco non è più sotto contratto con l’Hellas Verona
Da oggi l’allenatore Eusebio Di Francesco non è più tesserato col club gialloblù. Annunciato il 7 giugno 2021 dall’ex ds Tony D’Amico dopo aver firmato un contratto biennale, l’esperienza dell’ex tecnico della Roma in riva all’Adige duró appena 4 partite, Coppa Italia compresa (successo 3-0 contro il Catanzaro, ndr). Nelle prime tre giornate contro Sassuolo, Inter e Bologna collezionó altrettante sconfitte e dopo il ko del Dall’Ara, Di Francesco venne esonerato ed al suo posto subentrò Igor Tudor. In giornata Di Francesco sarà annunciato come nuovo allenatore del Frosinone.
FONTE: HellasLive.it
STAGIONE 2022-23 + - =
NEWS
Di Francesco: “Ho fatto i miei errori ma ho imparato e sono cresciuto”
Le parole dell’ex allenatore gialloblù: l’ultima sua avventura risale proprio a Verona
di Andrea Molinari Aprile 20, 2023 - 11:59
Intervistato dal quotidiano spagnolo AS, Eusebio Di Francesco ha parlato del momento che sta vivendo dopo ormai più di un anno e mezzo da “disoccupato”. L’ultima avventura in panchina con l’Hellas Verona, quando venne esonerato a settembre 2021. Con i gialloblù è sotto contratto fino a giugno 2023.
Di seguito le sue dichiarazioni principali.
«Studio calcio e lingue, mi sto perfezionando e osservo gli allenatori. L’ultimo è stato Spalletti, ho passato un paio di giorni ad analizzare il suo lavoro. L’esperienza mi ha fatto crescere. Negli ultimi tre anni ho allenato solo 30 partite: ci vuole più tempo, ma ci sono stati anche errori da parte mia e ho imparato. In campo, oltre alla parte tattica, che adoro, serve più lavoro fisico. Ho pagato i miei errori, diciamo, e spero di avere una possibilità al più presto. In Italia o all’estero: la Spagna, ad esempio, la adoro. La Liga è il campionato che mi dà più stimoli per la mentalità che hanno la maggior parte delle squadre»
FONTE: CalcioHellas.it
HELLAS VERONA di Redazione, 17/11/2022 7:00
Di Francesco: Mio futuro? Non posso dire nulla, sono sotto contratto fino a giugno col Verona…
Eusebio Di Francesco ai tempi del Verona
”Quale squadra mi ha impressionato di più finora in campionato? Troppo facile dire Napoli". Eusebio Di Francesco, ex allenatore (tra le altre) del Verona a margine della presentazione del libro del procuratore calcistico Pietro Chiodi, vota per i campani.
“Come bellezza e freschezza del gioco, come continuità di risultati in Italia e in Champions, si è dimostrata la squadra più 'europea' della Serie A".
L'allenatore abruzzese parla anche del proprio futuro: "C'è tanta voglia di tornare ad allenare. Contatti con altre squadre? Non posso dire nulla, sono sotto contratto fino a giugno col Verona. Sono predisposto anche ad andare all'estero, c'è stata qualche opportunità. Nonostante le ultime esperienze sfortunate, voglio dimostrare di essere un tecnico all'altezza".
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
16 Novembre 2022 - 16:49 Hellas Live Lettura: 1 min.
Hellas Verona, nessun ritorno per Di Francesco e Cioffi
Entrambi sotto contratto col club gialloblù, Eusebio Di Francesco (scadenza contratto 2023, ndr) e Gabriele Cioffi (2024, ndr) non torneranno a sedersi sulla panchina scaligera. Il presidente dell’Hellas Verona, Maurizio Setti, nei prossimi giorni come ha annunciato in conferenza domenica, definirà anche il futuro dell’allenatore Bocchetti e del ds Marroccu.
20 Settembre 2022 - 08:35 Hellas Live Lettura: 1 min.
Di Francesco: “Non sfuggo alle mie responsabilità. A me piace allenare con le persone giuste”
“Quando un allenatore non fa bene per poco più di trenta partite - fra Samp, Cagliari e Verona - è anche perché non ha avuto modo di dare continuità a un lavoro. Comunque non sfuggo dalle mie responsabilità. Tra l'altro, è stato detto che io ero legato al denaro, invece le dico che alla Samp, dove volevo andare via già alla 2ª giornata perché non ero d'accordo con le scelte si è parlato di esonero, mentre ho rescisso, lasciando quasi due anni. Stessa cosa ho fatto a Cagliari, perché i progetti non erano stati rispettati: ho fatto togliere una clausola rescissoria da 3 milioni. A me piace allenare con le persone giuste” ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport, l’ex allenatore dell’Hellas Verona, Eusebio Di Francesco.
FONTE: HellasLive.it
HELLAS VERONA di Redazione, 21/08/2022 23:50
Il ritorno di Eusebio Di Francesco: “Sicuramente a Verona ho sbagliato qualche scelta…”
Di Francesco alla Rai
”Sicuramente a Verona ho sbagliato qualche scelta. Le maggiori responsabilità sono state mie: sia di scelte in campo che di errori personali. Ma ora lasciamo il passato al passato e cerchiamo di guardare con positività al futuro. Io ho una grande voglia di rimettermi in gioco e mi auguro che la prossima esperienza possa essere diversa rispetto a quanto accaduto a Verona”. Eusebio Di Francesco, ospite della Rai alla Domenica Sportiva, torna a parlare così dopo un anno di silenzio, in seguito all’esonero di Verona.
“Negli ultimi tre anni ho allenato solo per 30 partite, nemmeno un campionato, e magari é stata solo colpa mia…mi piacerebbe allenare in Spagna nel prossimo futuro” ha chiosato Di Francesco.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
Eusebio Di Francesco c.t. dell'Egitto: contatti in corso con l'ex Sassuolo
L'ex tecnico del Sassuolo Calcio Eusebio Di Francesco potrebbe ripartire dalla panchina di una nazionale. Contatti con l'Egitto
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Eusebio Di Francesco potrebbe ripartire dall'estero. Dopo le ultime esperienze non particolarmente brillanti sulle panchine di Sampdoria, Cagliari ed Hellas Verona, l'ex allenatore del Sassuolo potrebbe andare fuori dai confini italiani per dare nuova linfa alla sua carriera. EDF avrà sempre un posto speciale nel cuore dei tifosi neroverdi e verrà sempre seguito con grande attenzione. I tifosi di Di Francesco potrebbero diventare molto presto...tifosi dell'Egitto.
FONTE: SassuoloNews.net
STAGIONE 2021-22 + - =
Ex Verona: panchina estera per Di Francesco?
del 14 aprile 2022 alle 18:26
C'è anche il nome di Eusebio Di Francesco, ex allenatore di Cagliari, Verona, Sassuolo e Roma, tra i candidati per la panchina dell'Aek Atene.
FONTE: CalcioMercato.com
NEWS
Lo sfottò di Gene Gnocchi: “La nuova quarantena come una panchina di DiFra”
Attraverso il Rompipallone de La Gazzetta dello Sport, il noto comico ha lanciato una frecciatina all’ex tecnico gialloblù
di Tommaso Badia Dicembre 30, 2021 - 19:00
Dopo l’esonero incassato dopo tre giornate alla guida dell’Hellas, Eusebio Di Francesco deve incassare anche lo sfottò di Gene Gnocchi: il noto comico, attraverso il Rompipallone de La Gazzetta dello Sport, ha infatti commentato l’istituzione della “quarantena breve” per chi ha ricevuto tre dosi di vaccino anti-Covid paragonandola alle ultime non entusiasmanti esperienze del tecnico pescare.
Queste, infatti, le sue parole:
«Il Governo istituisce la quarantena breve: durerà come una panchina di Di Francesco».
FONTE: CalcioHellas.it
Criscitiello: "Di Francesco da 2: il crollo è stato vertiginoso"
Il commento di Michele Criscitiello sull'ex allenatore del Sassuolo Eusebio Di Francesco, esonerato dopo poche giornate al Verona
Michele Criscitiello, sulle pagine di Tuttomercatoweb, ha dato i voti ai protagonisti positivi e negativi del 2021. Voto 2 all'ex Sassuolo Eusebio Di Francesco, esonerato dopo poche giornate al Verona: "Purtroppo il crollo è stato vertiginoso. Dalla semifinale di Champions con la Roma ad un 2021 che scrive forse la parola fine sui sogni di gloria di carriera di Di Francesco".
Ancora Criscitiello: "Il Verona doveva e poteva essere la piazza del rilancio ma anche con Romeo e Giulietta non è scoppiato l'amore. L'Hellas con lui non ha combinato nulla di buono; ad ammazzare l'immagine del mister sono stati i risultati successivi ottenuti da Tudor, un allenatore normale che dopo Di Francesco è sembrato Guardiola agli occhi dei tifosi del Verona".
Sezione: Non solo Sasol / Data: Lun 27 dicembre 2021 alle 15:53
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
FONTE: SassuoloNews.net
Michele Criscitiello: «Di Francesco da 2 in pagella, Tudor ha dato la scossa»
Nel suo consueto editoriale settimanale il direttore di Tuttomercatoweb.com e Sportitalia Michele Criscitiello si è così espresso sull'ex tecnico dell'Hellas Verona Eusebio Di Francesco: "Voto 2. Purtroppo il Verona sotto la sua gestione era imbarazzante. Zero idee e zero calcio. Tudor ha dato la scossa ma l'ha data talmente forte che ha accentuato la pessima gestione precedente. Per Di Francesco adesso si è messa male. Dopo Roma era il nuovo che avanzava. Il lavoro di Sassuolo e Roma è stato cancellato da anni orribili. Non c'è una spiegazione ma sicuramente non vorremmo essere nei suoi panni. Alla Samp poteva avere qualche alibi, a Cagliari di meno mentre a Verona la squadra, senza di lui, ha dimostrato di essere un gruppo coeso e competitivo".
Sezione: News / Data: Mar 16 novembre 2021 alle 19:00 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Francesco Galvagni
Gazzetta dello Sport: "Il caso Di Francesco, solo flop dopo la Champions"
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
"Il caso Di Francesco", titola l'edizione odierna de "La Gazzetta dello Sport" che torna sull'esonero dell'ex tecnico gialloblù. La sua parabola discendente - si legge - è iniziatoa dopo la semifinale persa in Champions quando era sulla panchina della Roma. Da lì in poi tre esoneri in serie - Sampdoria, Cagliari e, appunto, Verona - con un record negativo in Serie A di 23 sconfitte nelle ultime 23 partite e ben 19 incontri consecutivi senza vittorie,
Sezione: Rassegna / Data: Ven 17 settembre 2021 alle 11:00 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
FONTE: TuttoHellasVerona.it
HELLAS VERONA di Redazione, 17/09/2021 16:33
Di Francesco "umanamente tradito": lo riporta la Gazzetta dello Sport
Di Francesco
Di Francesco è tornato a Pescara dopo l'esonero lampo a Verona. Un allenatore triste, abbattuto, “umanamente tradito” come ha riportato la Gazzetta dello Sport che ha dedicato al tecnico un articolo.
Di Francesco è al quarto esonero di fila: dopo Roma, Sampdoria, Cagliari è arrivato l'esonero veronese, quello forse più incomprensibile per lui da capire.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
HELLAS VERONA NEWS
Di Francesco, dal sogno Champions agli esoneri: i motivi del flop
Eusebio Di Francesco prosegue nelle sue sfortunate esperienze in panchina terminata anzitempo con l’esoneri. I motivi del flop dell’allenatore
Pubblicato il 17 Settembre 2021
Di Redazione CalcioNews24
Eusebio Di Francesco è entrato in un loop infernale di nuovi incarichi ed esoneri deludenti da cui non riesce più a uscire. Dopo il sogno Champions, con la semifinale conquistata con la Roma, l’allenatore ha imboccato un tunnel di infinite delusioni. Ultima quella con il Verona, sollevato dall’incarico dopo sole tre partite in campionato.
La Gazzetta dello Sport ha analizzato i motivi e le cause dei flop di Di Francesco. In primis le scelte troppo affrettate per trovare una squadra. Come accaduto alla Sampdoria, una squadra non costruita per il suo gioco offensivo e propositivo. Tornasse indietro, magari il tecnico aspetterebbe un po’ di più magari una chiamata dall’estero. Gli ambienti poco adatti sono la seconda causa dei fallimenti dell’allenatore. Di Francesco ha bisogno di un gruppo dove si senta a proprio agio nel quale sviluppare le proprie idee e la sua metodologia. Fino ad ora non ha ancora messo in fila questi fattori, andando incontro a pesanti flop.
FONTE: CalcioNews24.com
SERIE A
I 99 giorni di Di Francesco. Hellas, si volta pagina: a Tudor il compito di risvegliare il sacro fuoco...
16/9 ALLE 09:30
di LUCA CHIARINI
Novantanove giorni. Il tempo intercorso tra l'annuncio e l'esonero di Di Francesco restituisce la misura di una decisione drastica, difficile da prevedere sino a qualche giorno fa, ma proprio per questo netta, decisa, scevra di dubbi e perplessità. Via, si volta pagina, alla ricerca di nuovi stimoli: all'indomani della sconfitta contro il Bologna, la terza consecutiva in campionato, il Verona ha comunicato di buonora l'interruzione del rapporto ad Eusebio.
Una scelta che sorprende, per diversi motivi. D'Amico, che dell'ingaggio del pescarese era stato grande fautore (nonché esecutore materiale), s'è ricreduto piuttosto in fretta. Dinamiche del calcio e della vita, vien da dire, anche perché col senno di poi è sempre più semplice non cadere in errore. Un ruolo importante l'ha certamente avuto Setti: sollevare dall'incarico DiFra avrà un impatto non esattamente leggero sui conti del club, appesantiti dagli emolumenti da corrispondere a due allenatori a libro paga. Un compromesso che il patron ha accettato, evidentemente persuaso del fatto che con Di Francesco i rischi di restare impantanati nelle sabbie mobili fino alla fine sarebbero stati insostenibilmente alti.
L'erede designato è Tudor. Amico fraterno di Juric, che certamente approva questo avvicendamento: i due sono quasi sovrapponibili nel temperamento, nelle logiche comunicative all'interno e all'esterno dello spogliatoio. Decisamente meno lo sono nell'impostazione tattica, in un sistema che avrà sì una radice comune nella difesa a tre, ma che per il resto di discosterà in tanti piccoli dettagli da quelli del predecessore spalatino. Subentrare in corsa non è mai semplice, perché erediti in toto un "pacchetto" sul quale non hai avuto modo di metter mano, o becco. Ma farlo dopo tre giornate certamente mitiga questa prima criticità, perché la situazione è tutt'altro che compromessa.
Igor avrà il compito di risvegliare il sacro fuoco che ha guidato la squadra negli ultimi due anni e che, nelle settimane di gestione Di Francesco, è parso affievolirsi in misura crescente. Al di là dei risultati, dello zero alla voce punti in classifica, è stato proprio questo elemento a indurre l'Hellas a sciogliere le riserve. A dispetto degli squarci di buon calcio in tutte e tre le gare di campionato, a preoccupare è stata soprattutto l'incapacità della squadra di reagire alle avversità. In questo, DiFra, non ha impresso il suo marchio, e più in generale non è riuscito a metter radici a Peschiera, a stabilire un vero legame con un ambiente nel quale è parso più ospite, che padrone di casa.
SERIE A
Hellas Verona, allenamenti sotto ritmo e gaffe in campo: Di Francesco in bilico da giorni
15/9 ALLE 15:38
di PIETRO LAZZERINI @PIETROLAZZE
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Da ieri Eusebio Di Francesco non è più l'allenatore dell'Hellas Verona. Il tecnico aveva chiesto di ricevere la fiducia del club almeno fino alla Salernitana, ovvero altre due partite, ma Setti e D'Amico avevano già deciso il suo futuro dopo la sconfitta contro il Bologna. Tra l'altro, l'allenatore era già finito nel mirino dei dirigenti per altre motivazioni meno palesi: la prima legata agli allenamenti dalla scarsa intensità; la seconda che riguarda alcune gravi gaffe commesse dai giocatori nel corso delle prime tre partite di Serie A. La terza sconfitta di fila ha mostrato a tutti che cambiare l'inerzia della stagione sarebbe stato molto complicato. Dunque è stato deciso il cambio in panchina. A riportarlo è L'Arena.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
HELLAS VERONA di G.Vig., 15/09/2021 15:26
L'esonero di Di Francesco e la sindrome del complotto a tutti i costi
Eusebio Di Francesco
Stanno girando in rete da stamattina esilaranti audio in cui i soliti bene informati spiegano i motivi segretissimi per cui Di Francesco è stato esonerato. Rispondono al bisogno dei nostri tempi di trovare per forza del “marcio in Danimarca”, e in cui il “me l'ha detto mio cuggino” (grande Elio), ha il valore di una fonte ufficiale. E' la sindrome da complotto, in cui ormai stiamo affondando.
In uno di questi “vocali” si spiega che Di Francesco avrebbe avuto dissidi fortissimi con i giocatori. In un altro che avrebbe avuto uno screzio con D'Amico. E che Di Francesco avrebbe chiesto la testa del ds.
Ora, ragioniamo un attimo: è più che evidente che se la società ha fatto saltare l'allenatore alla terza giornata, qualcosa sia successo. Uno screzio? Di screzi nel mondo del calcio ce ne sono ogni giorno. E sono mille. Non portano ad esoneri, vi assicuro.
All'esonero porta l'analisi di una situazione che si ritiene senza possibilità di recupero. Secondo voi, per uno screzio di D'Amico o per un vezzo dello spogliatoio, uno come Setti che è attento anche al centesimo che esce dalla sede, decide di pagare per niente circa tre milioni di contratto a Di Francesco?
E' semplicemente successo che i metodi di Di Francesco non collimavano con questo Verona, è successo che la società si è accorta di aver sbagliato, è successo che ci si è accorti che non c'era la possibilità di riunire le strade. Nessuna tesi complottistica, nessun mistero. Tutto è molto più semplice. Di Francesco è stato un errore grave, si spera solo di non pagarlo a caro prezzo sul piano sportivo. Me l'ha detto “mio cuggino” ovviamente.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
Si sbaglia chi pensa che sia solo un gioco.
Blog: Eusebio, sei capace?
saporati
15 settembre 2021 15:02
Lo sapevo… lo sentivo, mi spiace davvero tanto ma così ormai vanno le cose soprattutto qui in Italia, tre risultati negativi e poi il “pregresso” fa il resto. Ma come si fa, mi domando io, ad assumere uno come Di Francesco che non vince una partita da due anni? Di Francesco, davvero…? Ma allora volete andare in serie B…!
Quindi, caro Eusebio, lo sapevo da quando ti hanno chiamato, forse lo sapevi anche tu.
Quello che non comprendo fino in fondo è perché ti sia, una volta di più, imbarcato in un’avventura come questa. Di questo passo sarà davvero arduo ricostruire un’immagine già compromessa, mi rendo conto che tu voglia venire fuori da questa situazione con i risultati ma, se è vero come alcuni tifosi rossoneri sostengono, che tempo fa dicesti che non avresti accettato un’offerta del Milan per la troppa confusione, perché andare a Verona quest’anno?
Se ne leggono tante, sarebbe bello sapere quante di queste cose corrispondono a realtà, ma spesso un fondamento di vero c’è, tuttavia, bisognerebbe sempre cercare di guardare i fatti, onestamente, senza pregiudizi.
Ricordo che all’inizio della tua carriera da tecnico riportasti il “mio” Pescara in serie B subentrando a Cuccureddu nell’annata che all’Adriatico tutti ricordano per la bellissima finale play off vinta con il Verona. La stagione successiva in B terminò a metà classifica con un tredicesimo posto finale che comunque ti proiettò a Lecce verso la tua prima panchina di serie A e anche verso il primo esonero arrivato a dicembre dopo la sconfitta del San Paolo con il Napoli.
Ecco, iniziamo a guardare i fatti senza pregiudizi, perché quell’esonero adesso te lo contano Mister. Non è che il buon Serse Cosmi, subentrato con tutto il girone di ritorno da giocare, abbia fatto molto meglio. Prese la squadra in ventesima posizione e terminò in diciottesima senza riuscire ad evitare la retrocessione. Ma a referto resta un esonero, annotiamo.
Nella stagione successiva però, iniziò forse il ciclo migliore della tua carriera di “allenatore” quello con il Sassuolo, piccola società emiliana apparsa sul palcoscenico del calcio che conta al termine della stagione 2007-2008 quando vinse il girone A di serie C approdando alla serie cadetta. Dunque, nella prima stagione sulla panchina neroverde i risultati ottenuti dalla tua squadra furono davvero notevoli, per essere un tecnico che sta collezionando così tanti esoneri fa impressione leggere delle venticinque partite vinte e degli ottantacinque punti davanti al più titolato Verona, possibile Eusebio? Allora eri capace o solo fortunato? Come sei riuscito a restare in testa alla classifica per diciotto turni consecutivamente e portare una società così piccola, e che ancora non investiva con continuità, addirittura nella massima serie? Era una buona squadra, merito dei giocatori? Si, certamente. Quella squadra però nella stagione precedente si piazzò terza in classifica dietro a Pescara e Torino senza riuscire a vincere i playoff, battuta dalla Samp che conquistò il terzo posto utile. Sicuramente Pea, che ti aveva preceduto, aveva fatto un gran bel lavoro però sei tu ad averla portata in serie A vincendo il campionato davanti a tutti, questo credo sia un fatto.
Ed è un fatto, penso anche uno dei più eclatanti e che a mio modesto avviso caratterizza molto questa tua altalenante carriera, che in quella seconda avventura in serie A arrivò il secondo esonero, anche questo Mister conta, di nuovo, annotiamo. Sì, conta nonostante Malesani rimase sulla panchina del Sassuolo per sole quattro giornate, il campionato non andava così male per una neopromossa ma il Sassuolo dopo la sconfitta a Livorno della ventunesima giornata, con la squadra in una delle ultime tre posizioni e dopo essere stata anche quindicesima, decise di cambiare. Malesani scese dal diciottesimo all’ultimo posto così dopo un mese la società ti richiamò e, con grande sorpresa di molti, riuscisti a salvare il Sassuolo terminando al diciassettesimo posto, due punti sopra il Catania e due sotto il Chievo.
Di nuovo, come ci sei riuscito, Eusebio? E come sei riuscito nella stagione successiva a migliorare la classifica concludendo dodicesimo e pareggiando con la Juve campione e la Roma seconda forza del campionato, prendendoti anche il lusso di vincere tre su quattro confronti con Milan ed Inter…?
Un’esagerazione per un tecnico incapace che ha palesemente perso di vista il reale obiettivo della propria carriera, ovvero essere ricordato per gli esoneri! E sull’onda emotiva di questa annata incredibile la stagione successiva il Sassuolo ha concluso al sesto posto guadagnandosi sul campo una storica qualificazione all’Europa League, preludio all’ultima stagione sulla panchina emiliana in verità non esaltante come la precedente ma terminata con un dignitoso dodicesimo posto.
Questo percorso oggettivamente molto positivo con il Sassuolo è quindi valso la panchina di una delle cosiddette grandi ma, tra queste, anche una delle piazze probabilmente più impegnative.
Eppure, la prima stagione nella capitale termina con un buonissimo terzo posto dietro le imprendibili Juve e Napoli ma soprattutto verrà ricordata per la clamorosa notte di aprile nella quale rimontaste, eliminandolo, il Barcellona. Ecco caro Eusebio, credo che il 24 aprile del 2018, la sera della semifinale di andata ad Anfield, fu il vero macigno sulla tua carriera. Una ventina di minuti o poco più a cavallo tra primo e secondo tempo in cui il Liverpool segnò ben cinque gol e a nulla servì la bellissima partita di ritorno che, onestamente, poteva anche finire diversamente senza tutti gli errori individuali e qualche episodio dubbio, ma forse sarebbe stato troppo? Sì, davvero troppo probabilmente per quella squadra che spesso e volentieri in Europa ha preso delle clamorose imbarcate, con o senza di te (chiedere a Spalletti per favore).
Quella sera di Anfield ha probabilmente cambiato tutto, anche perché rimanere in sella a Roma, con la Roma, non è davvero una cosa semplice. Infatti, nella stagione successiva sei stato nuovamente esonerato, alla ventisettesima giornata con la squadra in quinta posizione, sostituito da Ranieri che ha poi concluso il campionato al sesto posto. Eh già caro Eusebio, a referto il terzo esonero. Annotiamo.
Qui perdo un pochino il filo delle tue scelte, anche se mi ripeto, penso di poter immaginare che chi vive di calcio e lo fa con passione voglia sempre misurarsi con nuove sfide, il punto è sempre capire in anticipo con chi si ha a che fare. La Samp, che aveva terminato la stagione 2018-19 al nono posto, ti chiama per sostituire Giampaolo (un altro che è praticamente nella tua stessa situazione quanto a credibilità compromessa...) ma il signor Ferrero ti concede solamente sette partite e, ironia della sorte, ti sostituisce di nuovo con Ranieri che terminerà in quindicesima posizione. Questo è il vero problema caro Eusebio, il nostro calcio è troppo pieno di improvvisati che si buttano nel calcio e vogliono i risultati subito, magari con una squadra modesta.
Preziosi, Ferrero, Giulini, Commisso…Setti, senza dimenticare Zamparini o Cellino e molti altri come loro.
Squadre fatte con prestiti e giocatori modesti, ma soprattutto senza alcuna programmazione. Ben vengano le società “piccole” (piccole per modo di dire) come il Sassuolo che puntano su progetti a medio o lungo termine, società che hanno permesso a te e a De Zerbi di costruire qualcosa, e lo faranno ora con Dionisi. Per la cronaca De Zerbi che oggi è osannato, e con un Sassuolo che nel frattempo è cresciuto anche come interpreti, in Europa non ci è mai arrivato, anche questo è un fatto… penso. Ma proseguiamo, perché hai accettato il Cagliari e il Verona Eusebio, perché devi lavorare? Si, è comprensibile.
Non è comprensibile non dare ad un tecnico il tempo per costruire qualcosa, a Cagliari ne hai avuto di più che a Verona, questo è certo. Io alcune partite del tuo Cagliari le ho viste, perdevate ma giocandola sempre, quando dicevi che la squadra c’era era vero. E poi tanta ma tanta sfortuna, purtroppo non esiste controprova che restando li avresti salvati, leggo di tifosi del Cagliari che ringraziano Semplici per esserci riuscito perché oggi il signor Giulini caccia pure lui, uno che a mio modestissimo avviso non ha una vera idea di calcio. A referto comunque il quarto esonero.
Signor Setti, ma Eusebio meritava il suo quinto esonero dopo tre giornate? Lo sa che il suo tecnico precedente Juric nelle ultime nove della stagione precedente non hai mai vinto raccogliendo solo pareggi e sconfitte, anche con squadre praticamente già retrocesse come il Crotone, e che senza la vittoria a Cagliari sarebbero state addirittura tredici le partite consecutive senza vittoria? Lo sa che Juric che parlava di un progetto per mantenere il Verona in serie A valorizzando giovani ogni anno ma poi se n’è andato dopo sole due stagioni? Ed è per questo che non capisco Eusebio perché sei andato anche lì… chi ti ha preceduto ha abbandonato la nave per andare in un posto dove le certezze non ci sono da tanto tempo ormai, come potevi pensare di essere tutelato da uno come Setti che con una squadra già modesta ti vende anche l’unico giocatore di talento rimasto in rosa?
E così, si parla tanto di migliorare il nostro calcio, il prodotto serie A che è in picchiata rispetto ad altri con più appeal, e poi tu caro Eusebio te ne vai licenziato alla terza partita e sulle panchine della massima serie torneranno uno che ha sempre fatto giocare male qualunque squadra abbia allenato, sperando che non piova mai durante una partita o dovremo di nuovo sentire che la pioggia ha condizionato la sua squadra, e un altro che ha allenato qualche mese l’Udinese o ha fatto solo il secondo, uno che peraltro non è mai stato nemmeno un buon giocatore.
No Eusebio forse sei ancora capace, oppure lo sei stato, ma non sei adeguato per questo calcio che necessita solo di risultati e con decorrenza immediata, pensa che qualche tempo fa ha rischiato di lasciarci le penne persino Pioli per far posto ad un tedesco, che non è nemmeno un vero tecnico, e invece dandogli tempo…
Riassumendo, sei stato esonerato alla prima esperienza in serie A da un Lecce che nemmeno il tuo sostituto è riuscito a salvare, dal Sassuolo che però ti ha richiamato subito per salvare la squadra, dalla Roma perché non stavi vincendo abbastanza, cosa che storicamente lì non è mai riuscita a nessuno, dalla Samp che ha cambiato quindici allenatori negli ultimi dieci anni e che ha tenuto solamente Giampaolo per più di due stagioni consecutive, dal Cagliari che ne ha avuti addirittura diciotto e che ti ha sostituito con uno che ha poi cacciato dopo solo tre partite della stagione seguente. E infine oggi da Setti, e lascio ad altri che magari hanno seguito di più il Verona commentare, ma a chiunque va dato il tempo di lavorare, di impostare una squadra che assimili il gioco, non possono bastare tre partite perché dimostri solo di non aver fiducia e di aver preso un allenatore qualsiasi senza crederci nemmeno tu. Cinque pesantissimi esoneri che adesso davvero rischiano di pesare tantissimo sul tuo futuro come tecnico.
La promozione con il Pescara, le meravigliose annate con il Sassuolo, una promozione storica in A, una qualificazione ancora più incredibile in Europa League, anni di risultati importanti, un terzo posto con la Roma e una semifinale di Champions giocata ad alto livello, niente. Tutto cancellato, a referto solo i cinque esoneri, annotiamo. E annotiamo anche che Di Francesco non è capace, chi lo assume vuole retrocedere, è un fatto.
Nel mio piccolo non penso proprio che sia così caro Eusebio, io fatti ne ho elencati parecchi così come i risultati e anche gli esoneri che credo, oggettivamente, parlino da soli. Penso che forse ti avrei sollevato dall’incarico solo a Lecce, perché non sapevano nemmeno loro da che parte girarsi considerato che in quella stagione hanno anche fatto un doppio salto all’indietro venendo retrocessi addirittura in Lega Pro, e probabilmente a Cagliari perché quella squadra necessitava di una scossa caratteriale e forse Semplici non era in grado di darle un gioco diverso, ma la scossa sì. Per il resto ho già argomentato, la mia domanda che titola questa informale chiacchierata con te era retorica ma tanto per alcuni “tifosi” resterai sempre quello che ha snobbato il Milan o quello che a Roma disse “il mio calcio”. Presuntuoso ed imperdonabile.
Buone "vacanze" Eusebio, ti aspetto in panchina.
FONTE: VivoPerLei.CalcioMercato.com
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 15/09/2021 11:42
"Buongiorno sono Igor...". La prima giornata del nuovo allenatore del Verona
“Buongiorno sono Igor. Sarà un piacere lavorare con te…”.
Igor Tudor si è presentato così ad ogni dipendente del Verona ieri pomeriggio, durante le quasi cinque ore passate dentro la sede, aspettando le liberatorie della Juventus e poi impegnato in una serie di riunioni per mettere a fuoco la settimana che porterà alla gara di domenica con la Roma [...]
Piccolo passo indietro: la serata di Bologna era avvolta in un’aria strana e un piccolo particolare, col senno di poi è rivelatore che in casa scaligera quella gara era una specie di ultimatum per il tecnico abruzzese. Di Francesco si è presentato in panchina senza divisa, vestito solo con la sua felpa, come a ribadire un certo distacco con la società e con D’Amico.
A fine partita nulla lasciava presagire comunque l’epilogo. Qualche avvisaglia però era nell’aria perchè Tony D’Amico non sentiva più la fiducia nei confronti dell’allenatore. Dopo il mercato sono bastati una manciata di allenamenti per capire che il Verona stava perdendo intensità, grinta, ferocia. Armi a cui questa squadra non può rinunciare. Così il ds si è rimangiato in fretta la scelta estiva, piuttosto di entrare in una spirale simile a quella di Grosso, stavolta si è deciso di cambiare [...]
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
15 SET 2021
QUESTA VOLTA SETTI HA AVUTO IL CORAGGIO (E L’UMILTÀ ) DI DARSI TORTO
No, questa volta non moriremo di “pecchismo”. Setti quattro anni fa – 2017-18 – lasciò la barca placidamente affondare, confermando Pecchia fino alla fine di quella disgraziata stagione, culminata con la più infausta retrocessione dalla A alla B della storia del Verona. Anche con Grosso, l’anno dopo, si aspettò la disperazione dell’acqua alla gola per cambiare e chiamare Aglietti.
Setti questa volta si è dato una mossa con velocità disarmante e inusitata per i suoi standard. Via Di Francesco dopo tre partite. Giusto così. Il tecnico abruzzese è parso da subito un pesce fuor d’acqua e solo i trinariciuti su social e media “lealisti” hanno finto di non accorgersene.
Chi vi scrive, su questa testata aveva espresso forti perplessità sulla scelta del tecnico già il 13 giugno, poche ore dopo la sua presentazione. Concetti che avevo ribadito il 18 agosto alla vigilia del campionato. Quindi non sto qui a dilungarmi su cose già dette
Piuttosto plaudo Setti, che questa volta ha avuto il coraggio di darsi platealmente torto (rispetto appunto alla scelta estiva) pur di salvare il bene superiore: il Verona. Per chi in passato ha peccato (mortalmente) di orgoglio e superbia, è una svolta morale non da poco. Insomma, per dirla con un po’ di sana demagogia: non è più tempo di paracaduti.
Torno a ripetere quanto detto e scritto nelle scorse settimane: come parco giocatori il Verona è tranquillamente da salvezza. Magari non da parte sinistra della classifica (quello è stato l’effetto di un tecnico straordinario come Juric), ma in grado di mettere dietro 5-6 squadre sì. Lazovic, Faraoni, Barak, Simeone, Ilic, Magnani, Cancellieri, Tamezé (e ci metto dentro anche il desaparecido Kalinic e Lasagna) sono giocatori di tutto rispetto nell’attuale (scadente) serie A.
Il nuovo allenatore Tudor, se vogliamo, non mi entusiasma in assoluto, ma per temperamento e una maggiore somiglianza calcistica al concittadino Juric, mi sembra già più adatto a raggiungere il minimo sindacale, pur senza frizzi e lazzi. Non è l’allenatore dei sogni, ma nemmeno un equivoco come Di Francesco.
Francesco Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
EX ROSSOBLÙ
Esonero Di Francesco, l’allenatore ha eguagliato il record di sconfitte: il dato
L’ex allenatore del Cagliari Eusebio Di Francesco è il primo allenatore esonerato della Serie A: il dato negativo
Pubblicato il 14 Settembre 2021
Di Emanuele Olla
Roma 23/12/2020 - campionato di calcio serie A / Roma-Cagliari / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Eusebio Di Francesco
L’avventura di Eusebio Di Francesco sulla panchina dell’Hellas Verona è durata appena 3 gare: squadra a zero punti ed esonero servito per l’ex Cagliari.
Eusebio Di Francesco non vince un match da 19 partite consecutive in Serie A e ha eguagliato il peggior record negativo del torneo detenuto da Domenico Di Carlo.
FONTE: CagliariNews24.com
Quali messaggi lancia la società dopo questo esonero?
By Damiano Conati - 14 Settembre 2021
Pecchia rimane tutto l’anno, Grosso quasi. Di Francesco fa tre giornate a giocare bene a calcio, ma a perdere, e viene cacciato. Qualcosa di strano c’è. Non si sa cosa sia passato questa notte nella testa di Maurizio Setti, ma l’esonero di Di Francesco è davvero poco comprensibile, soprattutto perché non ci sono stati litigi nè incomprensioni. Visto poi anche un calendario non propriamente magnanimo: bestia nera Sassuolo, i campioni d’Italia in carica, trasferta da sempre avara di soddisfazioni in casa di Sinisa. Cosa sarebbe successo con il calendario dell’Udinese? (Juve in crisi e debolissime Venezia e Spezia = 7 punti).
Fatto sta che con questo esonero la società lancia un chiaro messaggio. Quest’anno non vogliamo retrocedere e faremo di tutto per salvarci. Arriverà Igor Tudor, il successore designato da Juric che in estate era stato superato da Di Francesco. E il croato arriverà con tutto il suo staff. Quindi un Verona che non guarda il portafoglio e preferisce tenere sotto contratto fin da subito due allenatori (tra l’altro Di Francesco a cifre intorno al milione di euro) e due diversi staff tecnici.
Andare in B sarebbe un danno economico esagerato e con un Setti che non naviga nell’oro nemmeno con le sue aziende private, si tratta di un’ipotesi da scartare da subito. Inversione di tendenza, nuovi stimoli, la scelta di un grande esperto della fase difensiva: tutto già dopo poche settimane pur di non finire risucchiati in correnti pericolose.
La scelta, per lo meno in Italia, è coraggiosa. In Sudamerica si entrerebbe in un caso di normale amministrazione. Setti ha paura, il segnale è chiaro.
Ora tocca a Tudor a rimettere tutto e tutti più tranquilli. Ci riuscirà?
Damiano Conati
FONTE: HellasNews.it
Di Francesco, biennale da 1.1 a stagione con l’Hellas Verona
settembre 14, 2021
L’Hellas Verona a sorpresa ha deciso di sollevare dall’incarico l’allenatore Eusebio Di Francesco, tecnico scelto per il post Ivan Juric, ex Cagliari ufficializzato dal club gialloblù lo scorso 7 giugno ed esonerato stamane. Di Francesco con la società di Maurizio Setti ha sottoscritto un biennale da 1.1 milioni di euro a stagione, club che ora punta su Igor Tudor per risollevare una squadra che anche a Bologna, non è riuscita a smuovere la classifica dopo i primi 270’ giocati.
FONTE: HellasLive.it
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 14/09/2021 12:41
Squadra senza intensità e in caduta libera: perché Di Francesco è stato esonerato
Maurizio Setti
Un fulmine a ciel sereno. Ma neanche troppo. Perché erano molte le facce preoccupate in casa del Verona la settimana scorsa. L'esonero di Di Francesco alla terza giornata è nettamente in controtendenza rispetto al recente passato della gestione Setti. Basti pensare a Pecchia e Grosso, tenuti sulla panchina a dispetto dei santi e contro la piazza. Stavolta non c'è stato nemmeno bisogno della spinta “popolare” per arrivare alla decisione. Troppe cose ormai non funzionavano e il Verona stava letteralmente affondando.
Allenamenti blandi, superficiali, intensità zero, una condizione fisica precaria. E molti giocatori della vecchia guardia sempre più scettici. Al di là dei risultati negativi è stato questo trend a portare all'esonero dell'allenatore abruzzese.
Il Verona di Juric che mangiava l'erba è diventato una squadra sempre più normale. “Giochiamo bene ma…” lo slogan che giustificava l'andazzo. L'errore più grande di Di Francesco è stato probabilmente l'illusione di poter proseguire con il lavoro di Juric, senza incidere fino in fondo con le proprie idee. L'errore della società, evidente oggi dopo l'esonero, aver scelto un allenatore che anche nel temperamento, nulla aveva a che vedere con Juric.
Queste valutazioni devono servire a capire anche la scelta di Tudor. Non ci sarebbe da stupirsi se dietro Tudor ci fosse un “consiglio” proprio di Ivan, da sempre grande amico ed estimatore di Tudor. Pur non facendo lo stesso calcio di Juric, Tudor gli è molto simile nel carattere. Un combattente, un guerriero, che dovrebbe risollevare il Verona prima di tutto da questo punto di vista.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
SERIE A
Di Francesco e il poco invidiabile record: è il primo esonerato nei maggiori campionati europei
14/9 ALLE 12:08
di GAETANO MOCCIARO
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Quella dell'Hellas Verona è la prima panchina dei cinque maggiori campionati europei a saltare. Ed è il torneo iniziato più tardi di tutti, la Serie A, paradossalmente a inaugurare la stagione degli esoneri: è durata solo tre partite l'avventura di Eusebio Di Francesco alla guida degli scaligeri che ha chiuso la sua avventura con zero punti. Negli altri maggiori tornei l'unico cambio da segnalare è avvenuto prima del campionato ed è in ogni caso da ricondurre al cambio societario, con il Bordeaux passato nelle mani di Gerard Lopez a scegliere lo scorso 27 luglio Vladimir Petkovic, con buona pace di Jean-Louis Gasset che aveva fatto il precampionato. L'ex tecnico della Lazio ad ogni modo ha potuto iniziare il campionato alla guida dei girondini. Per arrivare al primo esonero europeo nei maggiori tornei dobbiamo scendere alla nazione al 7° posto del ranking, ossia l'Austria: nella giornata di ieri Andreas Wireland ha preso il posto di Dominik Thalhammer alla guida del LASK. La decisione ad ogni modo è arrivata dopo 7 giornate.
ALTRE NOTIZIE
Momento no per Di Francesco: l'ultimo successo di una sua squadra è datato novembre 2020
13/9 ALLE 23:18
di ANDREA PIRAS
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Prosegue il momento no di Eusebio Di Francesco. Il suo Verona esce sconfitto dal "Dall'Ara" di Bologna raccogliendo il suo terzo ko in altrettante gare di campionato. Un periodo nero per il tecnico gialloblu che non riesce a festeggiare una vittoria da circa dieci mesi. L'ultimo successo di una sua squadra è datato 7 novembre 2020, quando era sulla panchina del Cagliari 2-0 alla Sampdoria.
NEWS
Di Francesco, numeri tremendi: la vittoria manca da 19 partite consecutive
13/9 ALLE 23:15
di STEFANO BENTIVOGLI
per Tuttohellasverona.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Statistiche tremende quelle di Eusebio Di Francesco. Il tecnico del Verona non ha solo perso le prime tre partite di questo campionato, ma addirittura non trova la vittoria in Serie A da ben 19 partite consecutive. Inoltre, non è la prima volta che resta a zero punti dopo le prime tre giornate. Era già successo lo scorso anno alla guida del Cagliari e l'anno prima con la Sampdoria, avventure entrambe terminate con un esonero.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
14 SETTEMBRE 2021
Comunicato del Club: Eusebio Di Francesco
Verona – Hellas Verona FC comunica di aver sollevato Eusebio Di Francesco dall’incarico di allenatore della Prima Squadra.
Il Club gialloblù ringrazia mister Di Francesco e il suo staff, nelle persone di Francesco Tomei, Stefano Romano, Giancarlo Marini e Franco Giammartino, per l’attività sin qui svolta.
12 SETTEMBRE 2021
Di Francesco: "A Bologna per fare punti, ma servirà maggiore attenzione rispetto alle prime due gare"
Verona - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Eusebio Di Francesco, rilasciate in conferenza stampa alla vigilia di Bologna - Hellas Verona, 3a giornata della Serie A TIM 2021/22, in programma domani, lunedì 13 settembre, alle ore 20.45, allo stadio 'Renato Dall'Ara' di Bologna.
Su quale aspetto abbiamo lavorato maggiormente in queste settimane, per preparare al meglio la sfida al Bologna? "Abbiamo lavorato tantissimo sulla continuità della prestazione, ovvero nel mantenere sia l’attenzione sia la concentrazione durante la gara. Si tratta quindi, rispetto alle ultime prestazioni, di progredire a livello mentale. Abbiamo lavorato anche sull’intensità, per mettere ancora più benzina nelle gambe. Come squadra, andiamo a Bologna per fare punti. Fare risultato ci farebbe bene anche a livello psicologico, contro una squadra che lavora molto bene con lo stesso mister da diversi anni, e questo è un vantaggio per loro. La 'rosa' del Bologna è di qualità, hanno fatto una grande gara a Bergamo, e quest’anno è stato inserito un attaccante molto forte come Arnautovic".
Se i nuovi arrivati saranno della partita? "Sicuramente Giovanni Simeone partirà dal primo minuto, mentre su Caprari faremo fino all’ultimo delle valutazioni assieme al mio staff".
Ilic e Cancellieri? "Ilic non solo è un giocatore di grande prospettiva, ma è già un calciatore di ottimo livello. Non deve però perdere l’umiltà con la quale lavora in settimana. Anche per lui vale il discorso della continuità, come per tutti gli altri ragazzi. Cancellieri ha giocato dall’inizio contro l’Inter e metà partita contro il Sassuolo. Ma pure lui va fatto crescere con pazienza e dovrà dimostrare continuità".
Come si lavora quando arrivano le prestazioni ma non i punti? "Nel calcio ci sono episodi: positivi e negativi. Ma gli episodi fanno parte del calcio, anzi, ne sono parte integrante e spesso predominante. Ecco perché dobbiamo evitare cali di concentrazione che poi rischiamo di pagare a caro prezzo. Serve correre e restare in partita fino al 95’. Questa è la crescita che dobbiamo apportare al nostro modo di stare in campo: servirà maggiore attenzione rispetto alle prime due gare".
Se Ceccherini non recupererà, chi giocherà tra Dawidowicz e Sutalo? "Dawidowicz ha disputato una grande partita contro l’Inghilterra, è in ballottaggio con Sutalo come centrale di destra. Anche a sinistra devo ancora valutare chi schierare".
Trasferta vietata ai tifosi? "Non entro nel merito di questa decisione, non spetta a me e non ho gli elementi per farlo. Quello che posso dire è che il sostegno dei nostri tifosi ci mancherà, sono stati un fattore importantissimo in tanti momenti delle prime due gare interne. I tifosi del Verona sanno come trascinare, letteralmente, la loro squadra".
FONTE: HellasVerona.it
HELLAS VERONA di G.Vig., 10/09/2021 7:30
Quattro motivi per dare fiducia a Di Francesco
Eusebio Di Francesco
Tira aria di scetticismo attorno a mister Di Francesco. Colpa dei tre esoneri in fila e dello zero in classifica. L'allenatore del Verona arriva dopo due stagioni straordinarie dell'Hellas e si porta dietro la negatività per aver fallito soprattutto a Genova con la Sampdoria e poi con il Cagliari. Eppure in molti sono pronti a scommettere sulla bravura di Di Francesco, convinti che se riuscirà a girare il trend negativo, potrà riprendere la strada smarrita. Ci sono quattro buoni motivi per guardare avanti con fiducia. Vediamoli.
1)LA BRAVURA CON I GIOVANI. Di Francesco è sempre stato un allenatore che ha avuto grande feeeling con i giovani. Ha meriti enormi sia nella maturazione di un talento come Berardi a Sassuolo, sia nel lancio di Zaniolo che l'Inter aveva clamorosamente scaricato. A Verona ha già legato moltissimo con Cancellieri che sta migliorando a vista d'occhio e potrebbe essere decisivo anche nel completare la crescita di Ilic, già molto impattante contro l'Inter. Due gioielli che potrebbero compensare alla partenza di Zaccagni.
2)IL FEELING CON SIMEONE. Il “Cholito” ha scelto il Verona per il grande rapporto che aveva creato con il tecnico a Cagliari quando in avvio di stagione aveva segnato cinque gol. Fermato dal Covid, Simeone è sparito dai radar e forse questa assenza è quella che più ha pesato anche per Di Francesco. Ora si ritrovano al Verona entrambi animati da una grande voglia di rivincita.
3) IL RAPPORTO CON I VECCHI DELLO SPOGLIATOIO. Assieme a Tommasi, Di Francesco è stato un elemento importantissimo dello spogliatoio della Roma. Ha gestito poi come allenatore un grande campione come Totti di cui è grande amico e ha una grande esperienza di come si deve tenere in mano uno spogliatoio. Questa esperienza gli sta servendo tantissimo a Verona dove esiste già un gruppo che si è plasmato nei due anni precedenti e che fino ad ora non ha mai tradito. E' evidente che ci sono giocatori come Veloso, Faraoni e Lazovic che rappresentano la continuità e con loro Di Francesco ha un grande rapporto.
4) IL FEELING CON LA SOCIETA'. Dopo le turbolenze con Juric, Di Francesco si sta dimostrando un allenatore molto attento a non creare crepe con la società. Sul mercato non ha fatto richieste particolari in pubblico e ha un rapporto solido col ds Tony D'Amico che ha avuto l'idea di portarlo a Verona nel dopo Juric. Sa che non sarà abbandonato a se stesso se le cose non andranno per il verso giusto. La società gli chiede solo di salvarsi e questo semplifica le cose.
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 09/09/2021 14:54
Verona, Di Francesco cerca la formula giusta: tre moduli per cambiare rotta
Eusebio Di Francesco (foto Grigolini/Hellasverona.it)
La pausa potrebbe regalare un nuovo Verona. Dopo un'estate passata a cercare di ricalcare la filosofia di gioco di Juric, Di Francesco ha la possibilità di imprimere una svolta anche tattica alla squadra scaligera. Mantenendo intatti i principi di gioco del predecessore (aggressione alta sul portatore di palla, ricerca immediata della verticalità), ma con alcune trasformazioni più vicine al modo di pensare calcio del tecnico abruzzese.
Partendo innanzitutto dalla difesa. Dove Di Francesco ha mantenuto inalterata fino ad oggi la base del Verona di Juric e cioè la difesa a tre. Ma che è molto lontana da ciò che Di Francesco ha sempre fatto nella sua carriera da allenatore, dove la difesa a 4 è stata sempre il suo marchio di fabbrica. Non è solo una questione di numeri, ma di equilibri. Perché la difesa a quattro investe tutti quei movimenti a scalare che cambiano radicalmente la faccia di una squadra e permettono di avere opzioni diverse e coperture più attente soprattutto se non è più l'uomo il riferimento, ma la palla. Oggi il Verona è un ibrido che spesso marca a uomo, ma che si muove anche a zona e quindi in linea. Basta pochissimo per far saltare il dispositivo. Un pressing sbagliato, come è successo, ad esempio, con Raspadori del Sassuolo e gli uomini avversari vanno in porta. Rimettere la difesa a quattro significa dare più certezze anche all'allenatore. Tra l'altro non mancano nemmeno gli uomini per operare questa trasformazione. Faraoni può benissimo fare l'esterno basso a destra, Sutalo e Günter o Magnani, fare i centrali, Frabotta andare a sinistra.
Ne risentirebbe poco anche il centrocampo, dove però Di Francesco deve fare una scelta precisa. Affiancare al play-maker (che può essere Veloso o Ilic) un giocatore di gamba come Tameze che sappia dare più forza e copertura al reparto. Hongla, ancora in cerca di un adattamento al nuovo gioco e al campionato italiano, può aspettare in panchina ed essere inserito gradualmente.
Poi c'è Lazovic, il cui apporto anche a centrocampo potrebbe essere molto importante soprattutto se Barak venisse impiegato come cerniera tra attacco e appunto mediana. Si arriva così all'altra novità che potrebbe essere un attacco a due punte. Non più, dunque, due esterni larghi o due trequartisti come Juric ma un 4-3-1-2 che potrebbe dare anche un valore diverso ai tre centravanti rimasti in rosa, con Simeone che potrebbe far coppia sia con Kalinic sia con Lasagna sia con Caprari. Ovviamente resterebbero le altre alternative: il 3-4-2-1 e il 4-3-3 più caro a Di Francesco, quest'ultimo modulo però il più difficile da attuare per la mancanza di due veri esterni d'attacco.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
30 AGO 2021
DI FRANCESCO E I FANTASMI DEL (NOSTRO) RECENTE PASSATO
“Manca l’analisi” cantava caustico Venditti in Bomba non Bomba. Manca l’analisi all’Eusebio (poco esuberante) Di Francesco. Per carità, non vorrei mai che il nostro si trasformasse nel Gianni Cuperlo del calcio – il riferimento è al colto e mite dirigente del Pd specializzato da anni nella grama materia dell’ “analisi della sconfitta” (del suo partito). Anche perché auspicherei che il Verona cominciasse a macinare punti e non a collezionare compassionevoli e ipocriti complimenti. Tuttavia dall’allenatore del Verona mi aspetterei anche che, mediaticamente, uscisse dalla bolla delle solite messe cantate sullo “spirito” da cui, ci mancherebbe!, bisogna ripartire e, magari, desse qualche spiegazione in primis sui sei gol beccati in appena due partite nel proprio stadio.
Diciamocelo, il buon Eusebio, persona a modo e rispettabile e allenatore dalle comprovate conoscenze, storicamente non passa per un “drago” della fase difensiva e le stimmate zemaniane di inizio carriera, nel paese delle radici o (fate voi) delle etichette, pesano non poco. Il fatto è che Sassuolo e Inter non hanno contribuito a mettere in discussione questo stereotipo, anzi. A oggi, il Verona, dopo approcci interessanti alla partita nei quali la mole di gioco non manca (ma con l’Inter occasioni vere prima del gol zero), si squaglia, diventa burro, cala d’intensità e concentrazione (e anche fisicamente), così “s’allunga” e buonanotte.
Non è nemmeno questione di singoli, perché gli stessi con il precedente allenatore formavano una tra le migliori difese del campionato (tralasciando i sonnolenti finali senza più obiettivi). Certo, qui lo diciamo da due anni che Gunter è inadatto alla serie A e che Juric ne nascondeva (anche se non del tutto) i limiti. Lo stesso si può dire per Dawidowicz. Ma Magnani è un ottimo difensore, il nostro migliore, Ceccherini uno che in categoria ci sta onestamente. E aspettiamo l’inserimento di Sutalo. L’impressione però è che il vulnus sia nell’impostazione d’assieme, che rende il Verona troppo morbido quando la palla l’hanno gli avversari.
La sosta può dare respiro all’allenatore, permettergli di riordinare le idee e magari ridisegnare il Verona a suo piacimento. Ecco, non vorrei che ci fossero degli equivoci di fondo che nascono dal nostro ingombrante e recente passato. Lo abbiamo scritto il giorno della presentazione del tecnico e lo ribadiamo oggi: Di Francesco sia se stesso fino in fondo, poi vada come vada. E’ ora di emanciparsi dai fantasmi di ieri.
Francesco Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
HELLAS VERONA di Redazione, 29/08/2021 7:15
Allenatori a rischio esonero: ecco le quote della Snai
Eusebio Di Francesco
Thiago Motta tecnico dello Spezia è l’allenatore della serie A con il più alto rischio di essere esonerato. Secondo la Snai la quota di un possibile esonero di Motta è a 1,80. Poi vi sono Castori della Salernitana, Ballardini del Genoa e Zanetti del Genoa. Il tecnico del Verona Di Francesco che ha avuto tre esoneri nelle ultime tre stagioni è a 3,50 di quota. Ecco l’elenco completo degli allenatori a rischio esonero secondo la Snai
Serie A 2021/2022, le quote esonero/dimissioni Snai
Thiago Motta (Spezia) 1,80
Castori (Salernitana) 2,00
Ballardini (Genoa) 2,50
Zanetti (Venezia) 2,50
Gotti (Udinese) 3,00
Semplici (Cagliari) 3,00
Andreazzoli (Empoli) 3,50
Di Francesco (Verona) 3,50
D’Aversa (Sampdoria) 4,50
Italiano (Fiorentina) 4,50
Mihajlovic (Bologna) 4,50
Dionisi (Sassuolo) 6
Inzaghi (Inter) 6
Juric (Torino) 6
Pioli (Milan) 7,50
Sarri (Lazio) 10
Spalletti (Napoli) 10
Mourinho (Roma) 12
Gasperini (Atalanta) 15
Allegri (Juventus) 20
HELLAS VERONA di Redazione, 29/08/2021 10:20
Allenatori più pagati in Serie A: ecco la classifica
Eusebio Di Francesco
La Gazzetta dello Sport ha pubblicato la classifica degli allenatori più pagati in Serie A. Primo è Max Allegri (8.5 milioni all'anno) secondo posto per José Mourinho (7.5) e terzo per Simone Inzaghi (4).
Poi ci sono Sarri e Spalletti (3), Gasperini (2.6), Mihajlovic, Pioli e l'ex Verona Juric (2).
L'allenatore dell'Hellas, Eusebio Di Francesco, è insieme a Ballardini e Italiano (1 milione).
In coda Semplici, Dionisi e Gotti (0.8), D’Aversa e Motta (0.7), infine seguono Andreazzoli e Zanetti (0.5). Ultimo posto per Castori (0.4)
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
28 AGOSTO 2021
Di Francesco: “Gran primo tempo, Inter fortissima, ma troppe ingenuità”
Verona - Le principali dichiarazioni di Eusebio Di Francesco al termine di Hellas Verona - Inter, match valido per la 2a giornata della Serie A TIM 2021/22.
Spiace ancora di più uscire sconfitti visto il gran primo tempo del Verona? “Sì, abbiamo disputato davvero un grande primo tempo. Peccato perché abbiamo preso gol proprio all'inizio del secondo, episodio che ha un po' modificato l'inerzia della gara. Dovevamo prestare maggiore attenzione, è stato un gol preso ingenuamente, con un po' di sfortuna,. Peccato anche per la ripartenza che ha dato il via al secondo gol dell'Inter: abbiamo subìto gol su un cross che potevamo ‘leggere’ meglio”.
C'è anche da considerare che si giocava giocava contro i campioni d'Italia… “Conoscevamo le qualità dei nostri avversari e lo dimostra anche l'impatto che ha avuto Correa sulla partita: è appena arrivato e ha segnato una doppietta che ha deciso la gara".
Cosa le è piaciuto di più della tua squadra? “Il coraggio, l'atteggiamento. Dobbiamo essere un po' più bravi a gestire alcuni momenti della gara e imparare a gestire meglio certe situazioni. Questa è una cosa che sanno fare le grandi squadre, che da un momento all'altro possono punirti, come ha fatto l’Inter”.
Torna utile la sosta delle Nazionali? “Sì, per lavorare su diversi aspetti, ma c’è anche da dire che non avrò a disposizione diversi giocatori. Dovremo essere bravi a mantenere questo spirito, questo coraggio, mantenendo le tante cose buone che abbiamo fatto e limando al contempo quegli errori di ingenuità e di gestione che abbiamo commesso in queste prime due gare di campionato”.
26 AGOSTO 2021
Di Francesco: "Simeone profilo giusto per il Verona, l'Inter è ancora da scudetto"
Verona - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Eusebio Di Francesco, rilasciate in conferenza stampa alla vigilia di Hellas Verona - Inter, 2a giornata della Serie A TIM 2021/22, in programma domani, venerdì 27 agosto, alle ore 18.30, allo stadio 'Bentegodi'.
Se l’Inter è rimasta la squadra più forte del campionato, sulla carta? “Sì, una delle squadre più forti, se non la più forte. Sicuramente ancora una squadra da scudetto. Ho visto la partita contro il Genoa, e la cosa che mi ha impressionato di più è la forza mentale che hanno mantenuto, la voglia di far vedere che sono sempre forti, nonostante il cambio di allenatore e la cessione di Lukaku. Hanno comunque preso Dzeko, che conosco bene per averlo allenato: è un giocatore che può metterti in difficoltà in ogni momento della partita”.
L’importanza dell’ingaggio di Simeone e se sarà disponibile già domani contro l’Inter? “Sono felice dell’arrivo di Giovanni perché credo sia il profilo giusto per il Verona. È un attaccante che per le sue caratteristiche sposa perfettamente la mentalità di tutto il nostro ambiente. È un giocatore combattivo, tenace ed è arrivato con grande entusiasmo e voglia di far bene. Non si è ancora allenato con noi, ma sarà disponibile per la partita contro l’Inter”.
Se abbiamo recuperato qualcuno rispetto alla gara col Sassuolo? “Sì, Faraoni. E poi è arrivato anche Sutalo, che può essere impiegato anche come esterno di destra ma che fondamentalmente è un centrale difensivo. Sono tutti a disposizione e ho quindi più alternative a disposizione”.
Cosa non mi è piaciuto contro il Sassuolo? “Voglio partire dalle cose che mi sono piaciute, perché avremmo meritato di più per la prestazione che abbiamo disputato. Abbiamo concretizzato poco e dobbiamo migliorare anche nelle marcature preventive, restare sempre concentrati ed essere bravi a non lasciare spazi aperti agli attaccanti avversari”.
Chi sostituirà Veloso e se cambierà qualcosa in difesa? “A centrocampo partirà dall’inizio Ivan Ilic, insieme a uno tra Hongla e Tameze. Dopo la rifinitura di domani valuterò quale dei due schierare dall’inizio”.
Se ci saranno cambiamenti anche in difesa? “Può essere. Durante la stagione cercherò di sfruttare le caratteristiche e le qualità di ognuno dei difensori che ho a disposizione in base al tipo di partita che dovremo fare e agli avversari che dovremo affrontare”.
Chi in porta fra Montipò e Pandur? “Devo ancora decidere, e lo farò nelle prossime ore assieme all’allenatore dei portieri, Massimo Cataldi”.
Che spirito mi aspetto dalla squadra domani sera? “Dobbiamo avere rispetto dell’Inter e delle grandi squadre che affrontiamo, ma anche massima fiducia nelle nostre capacità”.
21 AGOSTO 2021
Di Francesco: “Non avremmo meritato di perdere, possiamo però migliorare, grazie ai tifosi per gli applausi a fine gara”
Verona - Le dichiarazioni di mister Di Francesco al termine di Hellas Verona - Sassuolo, match valido per la 1a giornata del campionato di Serie A TIM 2021/22.
Sconfitta difficile da digerire? La prestazione è stata di livello... "Anzitutto c'è da dire che il Sassuolo è una squadra che ha grande palleggio, grande qualità, ma c’è da fare i complimenti ai miei ragazzi per il cuore che ci hanno messo, per come hanno interpretato questa partita nonostante l’inferiorità numerica, per come hanno interpretato tutti i 95 minuti, mettendoci quantità ma anche qualità. Non avremmo meritato di perdere".
Uscire tra gli applausi del pubblico gialloblù non è stata poca cosa, anche se rimane una consolazione... "E' stato bello e li ringrazio. Ma rimane per noi una magra consolazione, seppur significativa e gratificante, perché volevamo fare punti. Serve crederci di più quando attacchiamo la porta, perché creaiamo tante situazioni pericolose. Possiamo e dobbiamo migliorare in fase di finalizzazione: dobbiamo essere più concreti".
Quanto è stata penalizzante l’espulsione di capitan Veloso? "C’è stato un episodio controverso poco prima, con l’entrata con piede a martello di Djuricic che poi in un secondo momento è stato colpito secondo me accidentalmente da Veloso".
La prestazione di Zaccagni? "Mattia ha giocato una grandissima partita ed è stato molto freddo anche sotto porta, come gli ho chiesto. Sono contento per lui, spero si confermi su questi livelli. Per noi è un giocatore molto importante".
Da dove deve ripartire il Verona? "Dai primi 35 mnuti: siamo stati bravi dal punto di vista del gioco, dell’aggressività, ma anche della spirito e della mentalità".
Adesso si deve voltare pagina subito, perché venerdì prossimo arriva l’Inter al Bentegodi... "Dobbiamo essere pronti, lo spirito è giusto, e si è visto anche oggi. Non dovrà mai mancare".
20 AGOSTO 2021
Di Francesco: “Sassuolo squadra di qualità, noi dobbiamo far leva su entusiasmo e tifo del Bentegodi”
Verona - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Eusebio Di Francesco, rilasciate in conferenza stampa alla vigilia di Hellas Verona - Sassuolo, match inaugurale della Serie A TIM 2021/22, in programma domani, sabato 21 agosto, alle ore 18.30, allo stadio 'Bentegodi'.
"Le belle parole del Presidente spese nei miei confronti? Mi hanno fatto piacere perché è giusto avere grande entusiasmo all’inizio di una stagione. Devo e voglio mantenerlo a lungo, perché è anche compito mio trasmetterlo alla squadra, unitamente alla voglia di mettersi in gioco da parte di tutti con grande disponibilità.
Cosa mi aspetto ancora dal 'mercato'? Ad oggi la mia priorità è il Sassuolo. Per il resto so che stiamo lavorando anche su quel fronte, ma mi fido ciecamente del lavoro di Tony D’Amico.
La formazione che giocherà contro il Sassuolo? Deciderò tutto domattina, magari anche stasera. Abbiamo provato a recuperare Faraoni, ma non sarà della partita.
Chi giocherà in porta? Sicuramente Pandur ha fatto più partite, a differenza di Montipò che non è ancora riuscito a scendere in campo. Ad ora sono più orientato a confermare Ivor.
Il Sassuolo? Una squadra che ha come punto di forza la programmazione del lavoro e questo deriva da una società capace e con una visione lungimirante. Hanno grande qualità e sono una squadra rodata, che ha cambiato poco negli ultimi anni. Noi dovremo far leva sull'entusiasmo e la voglia di cominciare bene questo campionato. Personalmente ho grandissima voglia di riscattarmi dopo due stagioni negative.
Cosa è rimasto in questo Verona di quello del recente passato? Ribadisco che nella mia idea di calcio una squadra deve avere una mentalità aggressiva e cercare di giocare in maniera propositiva. Nelle ultime due stagioni questa aggressività in campo è stata una caratteristica del Verona, quindi va assolutamente conservata.
Kalinic? Sta lavorando con grande continuità. Deve fare gol, perché il gol dà fiducia a ogni attaccante, ma deve anche continuare a mettersi a disposizione della squadra. Il ragazzo si sta allenando con grande impegno.
Cosa voglio aggiungere di mio a questa squadra? Ci sono tante cose positive all’interno del lavoro svolto in passato, io sto evidentemente cercando di inserirci qualcosa di mio, pur dando una certa continuità. Quello che sto chiedendo ai ragazzi è di essere più cinici negli ultimi 16 metri. Il concetto di accontentarsi non mi piace assolutamente. Dobbiamo continuare a costruire gioco, ma cercando di essere più incisivi sotto porta.
Come deve essere l'approccio alla partita di domani? Positivo e propositivo. Quello che oggi mi interessa realmente è vedere un Verona determinato e voglioso di fare bene.
Che effetto mi ha fatto rivedere il pubblico sugli spalti? L’altra sera mi sembrava di essere ritornato indietro negli anni. Sentire il pubblico, il tifo, l’incitamento.... Non ero più abituato. E sono tutte cose che fanno emozionare e fanno bene anche ai giocatori. Sono convinto che la curva e tutto il 'Bentegodi' ci daranno un sostegno importante domani."
15 AGOSTO 2021
Di Francesco: “Ci tenevamo a vincere e a far bene, grazie ai tifosi, li aspetto numerosi contro il Sassuolo”
Verona - Le principali dichiarazioni di mister Eusebio DI Francesco dopo la vittoria per 3-0 dell'Hellas Verona sul Catanzaro, che ha permesso ai gialloblù di qualificarsi ai 16esimi di Coppa Italia.
Mister, si è emozionato per il suo debutto sulla panchina dell'Hellas? Sì, a tal punto che ho dovuto prendere un malox prima dell’inizio della partita. E non è una battuta, dico seriamente... Ci tenevo tanto a debuttare bene al Bentegodi, perchè c’era voglia da parte di tutti di fare bene e sono contento del gioco che ha proposto la squadra, non solo in fase offensiva, ma anche in quella di non possesso. Grazie ai tifosi per il supporto, li aspetto ancora più numerosi contro il Sassuolo.
Cosa le è piaciuto di più di questo primo nuovo Verona stagionale? La voglia di giocare, di essere sempre propositivo e aggressivo. Questo ci dovrà accompagnare un po’ in tutte le gare, non dovrà mai mancare.
È soddisfatto della prestazione di Cancellieri, in un ruolo per certi versi inedito per lui? Deve ancora lavorare tanto, ma si è messo a disposizione non solo dell’allenatore, ma soprattutto dei compagni. Quando un giovane ha i mezzi, io lo faccio giocare indipendentemente dall’età. Deve ancora lavorare tanto e con umiltà, ma ha i mezzi per fare bene e crescerà sicuramente.
Quanto può migliorare ancora questo Verona? Dobbiamo migliorare nella gestione dei momenti della gara. Abbiamo attaccato con troppi uomini in certi frangenti, senza avere le giuste coperture preventive. Questo non può accadere, perché quando si alzerà il livello potremmo pagare a caro prezzo questo atteggiamento.
Sabato prossimo esordio in campionato col Sassuolo. Adesso ci prendiamo un giorno di riposo, poi da lunedì inizieremo a pensare al Sassuolo.
13 AGOSTO 2021
Di Francesco: "Gara da non sottovalutare, dovremo essere ‘giusti’ e carichi, felice di condividere questo debutto con i tifosi gialloblù"
Verona - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù Eusebio Di Francesco, rilasciate nella vigilia di Hellas Verona - Catanzaro, match valido per i 32esimi di finale della Coppa Italia 2021/22 e in programma domani, sabato 14 agosto ore 20.45, allo stadio 'Bentegodi’.
“Come arriva il mio Verona alla gara con il Catanzaro? Anzitutto devo fare i complimenti al Catanzaro per il passaggio del turno e per l’ottima gara disputata contro il Como. Ha dimostrato di essere una squadra competitiva, una società che ha storia e che ha un allenatore preparato. Non sarà una partita semplice, anche se ovviamente noi siamo una compagine di categoria superiore. Ma dobbiamo dimostrarlo sul campo con i fatti e non a parole. Dovremo affrontare la partita in maniera ‘giusta’, come dico sempre ai ragazzi, e avere rispetto per l’avversario, mettendoci grande attenzione, concentrazione e determinazione.
A che punto sento di essere dopo il lavoro svolto in ritiro? Io non mi accontento, voglio vedere sempre grandi miglioramenti da parte della squadra. Penso che la squadra sia al 50% delle proprie possibilità. Ho visto delle buone cose ma anche altre da migliorare, e mi aspetto dei miglioramenti in tutte le fasi. Domani abbiamo l’occasione di fare una partita vera, conosciamo l’avversario, l’abbiamo studiato e dobbiamo essere preparati a gestire la gara in tutte le sue fasi.
Se sarò emozionato per la ‘prima’ al Bentegodi con il pubblico? Sicuramente mi si stringerà lo stomaco come in ogni partita dove il risultato conta. E’ una sensazione unica che mi stimola e mi dà la voglia di continuare a fare il mio lavoro. Sono contento di poter esordire sulla panchina del Verona in uno stadio dove sono stato spesso avversario, nel quale ho vissuto un pubblico molto appassionato e mi auguro possa presto tornare a riempire gli spalti.
Le condizioni di Rüegg, Faraoni e Frabotta? Frabotta sarà sicuramente tra i convocati, ma se sarà della partita o meno verrà valutato domani. Rüegg e Faraoni non saranno invece disponibili.
Se sono stato coinvolto nell’assegnazione della 10 a Zaccagni? La scelta è stata di Zaccagni e dei suoi compagni di squadra. Mattia l’ha voluto fortemente e questo mi fa piacere perché si vede che vuole maggiore responsabilità. Deve sapere, però, che non deve perdere quelle che sono le sue caratteristiche, con l’auspicio che in questa stagione possa fare qualche gol in più.
Quanto è intrigante un profilo come quello di Ilic? Partiamo dal presupposto che per Ivan non è ancora arrivato il transfert. E’ sicuramente un giocatore di grande prospettiva, di talento, non lo scopriamo oggi, ma anche lui come tutti noi non deve perdere l’umiltà del lavoro, che è fondamentale.
Se ho sensazioni positive rispetto a questa mia esperienza col Verona? Sono un ottimista di natura. Dopo le ultime esperienze, mi sembra normale che in questo momento debba dimostrare di esserci ancora, e credo che Verona sia il posto giusto dove poter cogliere questa opportunità. Mi conforta il grande spirito della squadra, la voglia di aiutarsi in ogni momento, anche nelle difficoltà.
Se serve ancora qualcosa dal ‘mercato’? Stiamo lavorando e ripongo grande fiducia nel Direttore Sportivo Tony D’Amico”.
7 AGOSTO 2021
Di Francesco: "Buona prova, bene mentalità e spirito, serve più determinazione sotto porta”
Pavia - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Eusebio Di Francesco, rilasciate al termine di Sampdoria-Hellas Verona, quinta amichevole estiva disputata allo stadio 'Fortunati' di Pavia.
“Il risultato di stasera? Nei primi 30 minuti abbiamo esercitato un ottimo possesso-palla con grande aggressività, ci è macato solo il guizzo vincente. Siamo stati poco lucidi sotto porta, sia nella prima parte di gara che nel secondo tempo.
Abbiamo le stesse difficoltà della scorsa stagione? Io invece sono contento di vedere in questa squadra la stessa mentalità vincente dello scorso anno, con quella voglia di osare e di andare a pressare alto gli avversari, alla ricerca della palla. Dobbiamo ovviamente migliorare su altre cose, ed il nostro unico pensiero in questo momento è lavorare per arrivare con la giusta determinazione agonistica ai prossimi impegni.
Zaccagni con la fascia da capitano può diventare il simbolo del Verona? Ne sarei felicissimo, dargli la fascia è stata una scelta dei ragazzi, in nome della sua esperienza e dei suoi anni di militanza nel Verona. Ed è giusto così. Quello che a me interessa è che lui si metta a disposizione dei compagni come sta facendo in questo momento.
Quali sono le priorità a livello di lavoro in questa fase? Dobbiamo trovare maggiore determinazione sotto porta senza mai accontentarci di quello che facciamo. Dobbiamo aver voglia in tutti i momenti della gara di imporre il nostro gioco.
Cosa non ha funzionato sul gol di Murillo? Ho chiesto ai miei ragazzi di non schiacciarsi troppo verso la porta. Abbiamo commesso un errore, e la Sampdoria è stata brava a sfruttare l'occasione.
Come ho visto Kalinic? Da Nikola mi aspetto i gol, perché agli attaccanti chiedo di fare la differenza sotto porta. Ha però lavorato per la squadra, si è mosso bene e la sua condizione fisica sta migliorando.
La prestazioni di Veloso e Hongla? Mi è piaciuta la voglia con la quale hanno cercato alcune giocate. Miguel è un giocatore e un uomo di alto livello, ce lo teniamo stretto e siamo contenti di averlo con noi. Lo stesso vale per Hongla, che in questo momento sta cercando di mettere minuti nelle gambe.
A che punto è il mio Verona dopo questa partita? Arriviamo con facilità nella metà campo avversaria ma dobbiamo migliorare nella concretizzazione in zona gol. Ora ci aspetta il turno di Coppa Italia che vogliamo assolutamente superare.
Quanto è importante per noi un giocatore come Barak? Toni è impegnato a migliorare la sua condizione fisica. Stasera avrei voluto farlo giocare un quarto d'ora in più, ma per non rischiare ho preferito sostituirlo alla fine del primo tempo. E' un giocatore intelligente, molto importante per noi e sono convinto che più andremo avanti e più vedremo il vero Barak”.
FONTE: HellasVerona.it
Difra vs Ivan: serenità vs impazienza
By Damiano Conati - 25 Luglio 2021
during the Serie A match between US Sassuolo and Genoa CFC at Mapei Stadium - Citta' del Tricolore on September 18, 2016 in Reggio nell'Emilia, Italy.
Immaginatevi un Ivan Juric senza trequartisti in rosa, senza esterni, senza la riserva di Veloso in questo momento del mercato. Avrebbe già mandato messaggi alla società, dichiarato che i giocatori a disposizione sono scarsi e pochi, che i giovani non sono pronti, si sarebbe già lamentato con i giornalisti del mancato mercato, di Setti che non compra nessuno, eccetera eccetera eccetera. Scene già viste che a Torino non hanno ancora iniziato a (non) apprezzare, ma arriveranno presto perché Vagnati e Cairo di fatto non gli hanno ancora comprato nessuno.
Di Francesco è diverso. Lui ha voluto conoscere i giocatori a disposizione, li ha valutati in ritiro, ha dato il giusto valore ai giovani e ha speso per loro belle parole. Ha dichiarato che ora con calma si andranno a tappare le falle della rosa, ha difeso la sua squadra dopo qualche leggera critica dopo lo 0-0 con la Virtus, ma soprattutto ha mostrato intelligenza e calma nelle sue interviste che restano comunque non banali. Lontano anni luce dall’irrequietezza e la polemica continua che appariva nelle interviste del croato.
Ora ci sono ben due prove del nove per Di Francesco. La prima nei risultati: vediamo se anche in quelli saprà non far rimpiangere il predecessore croato. E la seconda prova sarà in sede di calciomercato: vedremo se la pacatezza e la fiducia di Di Francesco porteranno ugualmente Setti a regalargli qualche acquisto di valore o se era davvero necessario essere irrequieti e punzecchianti, anche in pubblico, pur di ottenere i giocatori desiderati. Al tempo l’ardua sentenza.
Damiano Conati
FONTE: HellasNews.it
24 LUGLIO 2021
Di Francesco: “Lavorato tanto e bene in questo ritiro, contentissimo dello spirito, oggi eravamo stanchi”
Mezzano - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Eusebio Di Francesco, rilasciate al termine di Hellas Verona-Virtus Verona, terzo e ultimo test match dei gialloblù nel ritiro di #Primiero2021.
“Un commento sulla gara e sul ritiro? Abbiamo lavorato tanto in questo ritiro, con grande intensità. Oggi abbiamo avuto qualche difficoltà a livello fisico, eravamo stanchi, ma era normale e me lo aspettavo. L'aspetto positivo è non aver mai subìto gol, mentre dobbiamo migliorare in termini di concretezza sotto porta. Sono comunque contentissimo dello spirito di questo gruppo.
Su cosa andrò a lavorare? Un po' su tutto, ma specialmente in fase di aggressione sulla palla. Oggi abbiamo trovato una squadra brillante, infatti nel primo tempo abbiamo sbagliato qualcosa sulle scalate, mentre siamo cresciuti nella ripresa.
Quanto deve essere ritoccato questo Verona? Ho dovuto adattare qualche giocatore sulla fasce, ma tutti hanno avuto il giusto atteggiamento.
Il possibile arrivo di Ilic? Posso solo dire che è un giocatore dalle enormi qualità, mi auguro possa tornare qui.
Cosa penso della coppia Tameze-Hongla provata a centrocampo? Ho cercato di lavorare su più coppie per capire le varie affinità. Ora stiamo lavorando sulla squadra, sul 'noi'. In questa fase il rischio infortuni è alto e va prestata attenzione.
Un giocatore che mi ha impressionato? Ce ne sono tanti, tutti giovani. Da Coppola a Cancellieri, sino a Casale. Ho conosciuto tanto di loro sul piano tecnico e anche caratteriale. Alcuni sono più pronti, altri meno, ma più li facciamo lavorare e meglio è.
Quanto punterò su Barak? Credo già lo scorso anno abbia dimostrato quanto è importante, verrà inserito gradualmente in gruppo nelle prossime settimane”.
FONTE: HellasVerona.it
News Calcio
Data: 23/07/2021
Di Francesco: "Vengo da un periodo difficile, certe situazioni non mi hanno favorito"
Ai microfoni di DAZN, Eusebio Di Francesco, da nuovo allenatore dell'Hellas Verona, si è concesso per un'intervista
Autore: Redazione
Ha firmato con l'Hellas Verona con la convinzione di poter riscattare, in un club ambizioso, un biennio non semplice. Ha la possibilità (e la rosa) per poterlo fare, Eusebio Di Francesco non vede l'ora di partire con la sua nuova avventura.
Avventura che è già cominciata con il ritiro di preparazione estivo, a Primiero, nel Trentino, dove si è concesso per un'intervista su DAZN. Il nuovo allenatore veronese ha espresso tanta grinta e voglia per la nuova stagione.
IL NUOVO DI FRANCESCO
L'allenatore ha esordito raccontando le vibrazioni positive che il gruppo gli sta trasmettendo in questo mese di luglio: "Ho trovato un gruppo che mette tanta dedizione in quello che fa. La cosa che risalta di più dal lavoro che sta facendo questa squadra è la voglia di aiutarsi in ogni momento dell'allenamento. Sono convinto che questo verrà riportato anche in gara".
"Nelle mie ultime esperienze - ha continuato Di Francesco - ho cercato di dare la mia impronta nonostante non avessi forse i calciatori giusti per farlo, qui invece sono io che ho cercato di adattarmi ai giocatori che ho trovato senza modificare troppo il sistema di gioco e cercando di valorizzare i ragazzi che ho a disposizione. Voglio farli rendere al meglio".
IL PASSATO TRA CAGLIARI, SAMP E... BERARDI
Tornando con una parentesi sul suo passato recente, il nuovo allenatore del Verona ha confessato: "Vengo da un periodo difficile, che non è nemmeno durato due anni per davvero. Alla Samp sono stato due mesi, al Cagliari sei mesi. Ci sono state delle situazioni che non mi hanno agevolato".
Poi, alle domande su Domenico Berardi, che lui stesso ha lanciato col Sassuolo nel grande calcio, ha risposto: "Sono orgoglioso di quello che ha fatto in questo Europeo, vederlo anche battere un rigore è stato bellissimo. Tutti lo davano per un lavativo, io ho combattuto contro queste opinioni perché vedevo tutti i giorni cos'era in grado di fare. Lo vidi in Primavera e fu un colpo di fulmine calcistico".
IL SALUTO AGLI AZZURRI E AL CT MANCINI
Per concludere, Di Francesco ha voluto congratularsi con tutta la Nazionale italiana per la vittoria del recente Europeo: "Come scrissi in un tweet, vanno fatti i complimenti agli Azzurri ma a Mancini in particolare, perché ha costruito una squadra, un vero gruppo, al di là di tutti i sistemi di gioco e dei principi".
FONTE: GianlucaDiMarzio.com
Panchine Serie A, Di Francesco è il 6º più presente nella stagione 2021/22
luglio 22, 2021
Sono 253 le panchine nel massimo campionato italiano per l’allenatore dell’Hellas Verona, Eusebio Di Francesco. Il suo miglior piazzamento in Serie A è il terzo posto conquistato con la Roma nella stagione 2017/18.
Al primo posto di questa speciale classifica stilata da La Gazzetta dello Sport, troviamo il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti (482), seguito da quello dell’Atalanta Gian Piero Gasperini (447) e Massimiliano Allegri (394) della Juventus. Sesto posto per l’allenatore dell’Hellas Verona.
FONTE: HellasLive.it
21 LUGLIO 2021
Di Francesco: “Indicazioni interessanti, anche perché le gambe erano pesanti, piacevole il confronto col Presidente nel prepartita”
Mezzano - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Eusebio Di Francesco, rilasciate al termine di Hellas Verona-Real Vicenza, secondo test-match stagionale vinto dai gialloblù per 5-0.
"Che appunti ho preso dopo questa seconda amichevole? Ho tratto indicazioni interessanti, anche se arrivavamo a questa partita dopo due giorni di lavoro intensi. Oggi le gambe erano pesanti e alcuni giocatori un po’ affaticati ho preferito risparmiarli.
Quanto è un interessante come prospetto Cancellieri? E’ un giocatore che sto conoscendo, e che può migliorare tanto. Ha delle potenzialità e sta facendo un certo tipo di percorso con noi. Mi sta dando delle buone risposte.
Lo stop di Lasagna? Sono dispiaciuto di non averlo nel prossimo mese. Era un intervento che andava fatto, ma i piani non cambiano perché continuerò a lavorare secondo i miei principi e per Kalinic è una buona occasione per lavorare con ancora maggiore convinzione, visto che sino al ritorno di Kevin dovrà giocare molto, aspetto per lui importante. Da sfruttare.
Il confronto avuto col Presidente Setti nel pre-gara? Abbiamo parlato di come procede questo ritiro, è stato un confronto piacevole oltre che una chiacchierata generale sul futuro della squadra. Un confronto a tre costruttivo, perché era presente anche il Direttore Sportivo, Tony D’Amico.
Dove deve essere maggiormente rinforzata questa squadra? Sto facendo le mie valutazioni. Il nostro intento è quello di avere due alternative per ogni ruolo. Sia sulla trequarti che in mediana abbiamo delle caselle da riempire, ma il mercato ci porterà delle occasioni da valutare. Però sono contento dei miei ragazzi e del loro atteggiamento.
Che Verona ho trovato in questi giorni? Ho notato tante cose positive, che già da tempo conoscevo avendo visto questa squadra all'opera e avendo giocato nelle ultime due stagioni contro il Verona. Quello che mi piace di questa squadra è che il primo pensiero dei ragazzi è sempre quello di aiutarsi in ogni situazione.
Un giudizio su Hongla? Hongla è un giocatore che abbiamo scelto assieme al Direttore Sportivo, per determinate caratteristiche e ora per fortuna è un nostro giocatore.
L’arrivo di Montipò? Potrà unirsi a noi nei primi giorni di agosto, daremo a tutti i portieri la possibilità di crescere e migliorare, assieme".
17 LUGLIO 2021
Di Francesco: “Buona sgambata, grande disponibilità dalla squadra, sento un bel calore da parte di città e tifosi”
Mezzano - Le principali dichiarazioni dell'allenatore gialloblù, Eusebio Di Francesco, rilasciate al termine di Hellas Verona-Top 22 Calcio Veronese, primo test-match stagionale gialloblù archiviato col successo per 6-0.
Cosa ho detto a Lasagna? A Kevin chiedo grande determinazione sotto porta, anche in amichevole. È un attaccante e ha bisogno del gol per trovare la giusta fiducia. Lo stesso vale per Kalinic.
Come è andata la prima settimana di lavoro? Abbiamo lavorato sodo, ma siamo solo all’inizio e le partite ora hanno un valore relativo. Sono contento di ciò che stanno facendo i ragazzi in questi giorni, perché hanno determinazione e voglia di giocare palla. Lavorerò su nuovi concetti sicuramente, ma sfrutterò anche ciò che di buono ha già dentro questo gruppo.
I tanti sorrisi che si vedono in campo? Dai ragazzi pretendo grande serietà, ma prima e dopo il lavoro sdrammatizziamo. Mi è sempre piaciuto creare un bel rapporto con i ragazzi, anche perché tanti hanno l’età di mio figlio.
La dimostrazione di affetto e calore dei tifosi a fine gara? Bella, l'avevo percepita anche prima. Dalla mia squadra voglio che la maglia vada sempre onorata con grande senso di appartenenza e responsabilità. Questa città, in questo senso, dà tanto, e mi auguro di sentire presto questo calore anche in campionato. Perché i nostri tifosi ci possono aiutare davvero tanto.
L’emozione di ritrovare in campo Damiano Tommasi? Per me è come un fratello, ho un grande rapporto con lui, perché è sempre stato un esempio per tutti, e personalmente mi ha dato molto come compagno di squadra e ora come amico.
Che gruppo ho trovato in queste settimane? Un gruppo fatto di ragazzi disponibili e umili. La cosa che mi piace di più è che si aiutano sempre in tutte le situazioni.
Il prossimo campionato di Serie A? Servirà partire forte e l’importante, ora, è fare una buona preparazione per creare basi solide, che già in parte ci sono.
Le impressioni dalla località del ritiro? Non è il mio primo ritiro in Trentino, terra di una bellezza unica che permette anche di riposare oltre che di lavorare al meglio. Conosco bene il Trentino, mia mamma è di Levico Terme.
FONTE: HellasVerona.it
Hellas, Di Francesco incontra i tifosi: «Importante il senso di appartenenza»
Il punto quotidiano dal ritiro dell'Hellas Verona con il direttore di Hellas Live Alberto Fabbri. Oggi mister Di Francesco ha incontrato i tifosi.
Di Redazione - 15 Luglio 2021
Mister Eusebio Di Francesco ha incontrato oggi il Nuovo Coordinamento Calcio Club New Hellas Group 2003, con alcuni presidenti degli Hellas Club del territorio. Dal ritiro dell’Hellas Verona a Primiero, ci aggiorna quotidianamente Alberto Fabbri di Hellas Live.
«Al di là del fatto che siamo professionisti, credo sia importante insegnare, non solo ai calciatori, ma alla società in generale, il senso di appartenenza» ha commentato Di Francesco.
«Abbiamo fiducia in lei, buon campionato!» è stato l’augurio del coordinatore dei tifosi.
«Il campo darà sempre le risposte» ha chiosato Di Francesco.
FONTE: Daily.VeronaNetwork.it
3 LUGLIO 2021
Hellas Verona 2021/22: lo staff tecnico di mister Di Francesco
Verona – Hellas Verona FC comunica i componenti lo staff tecnico di mister Eusebio Di Francesco.
Allenatore in seconda: Francesco Tomei
Collaboratore tecnico: Stefano Romano
Collaboratore tecnico: Giancarlo Marini
Preparatore atletico: Nicandro Vizoco
Preparatore atletico: Franco Giammartino
Head of Performance: Marcello Iaia
Riatletizzazione: Riccardo Ragnacci
Riatletizzazione: Damiano Stefanini
Preparatore dei portieri: Massimo Cataldi
Video analyst: Guido Didona
FONTE: HellasVerona.it
HELLAS VERONA di Redazione, 03/07/2021 7:00
Totti in vacanza a Pescara a casa di Eusebio Di Francesco
Pranzo Totti e Di Francesco
Giornata pescarese per Francesco Totti ospite venerdì dell'amico Eusebio Di Francesco, tecnico dell'Hellas.
L'ex capitano della Roma ha pranzato nel ristorante dello stabilimento 'Stella d'oro' sulla riviera sud e per qualche ora si è rilassato sul mare del capoluogo adriatico, non negandosi all'affetto dei tifosi e appassionati di calcio.
Non è la prima volta che Totti da Roma raggiunge l’amico Di Francesco (a Pescara) per passare una giornata al mare prima di rientrare nella Capitale.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
SERIE A
Il nuovo Verona parla pescarese: che intesa tra Di Francesco e D'Amico
17/6 ALLE 09:25
di LUCA CHIARINI
Via il velo, l'Hellas Verona di Eusebio Di Francesco è ufficialmente pronto a decollare. La conferenza di presentazione, un'ideale posa della prima pietra nella splendida cornice della terrazza panoramica del Due Torri, hotel che ha sede nel cuore della città, ha sancito l'inizio dell'avventura in gialloblù del tecnico. Idee chiare, desiderio di rivalsa e di rilancio, insieme ad una certa contezza degli errori commessi in passato: il primo approccio all'universo Hellas di Eusebio è stato un condensato di concetti, idee, ammissioni ed emozioni, ovviamente.
Il nuovo corso ha radici ben salde in Abruzzo. A Pescara, per l'esattezza, la terra di DiFra e del d.s. D'Amico. Che proprio a Pescara ha iniziato a corteggiarlo. Un matrimonio che, sin da quel primo incontro, era destinato a compiersi: "È stato un piacere parlare di calcio con lui - ha rivelato Eusebio -. Sotto questo profilo ci siamo trovati subito". Un colpo di fulmine, dunque: di lì in poi è stato (quasi) tutto in discesa, se si esclude la due giorni di contrattazioni serrate con il Cagliari per la risoluzione del contratto. Ma Di Francesco e il Verona si erano scelti, si sono voluti, e sono andati oltre gli ordinari intoppi tipici di ogni trattativa.
La parola d'ordine sarà evoluzione, e non smantellamento. Perché qualche coordinata significativa Di Francesco l'ha già data: la difesa a tre sarà presumibilmente assetto di partenza ma non dogma, perché si contemplerà l'opportunità di traslare a quattro, all'occorrenza. E guai a parlare di calcio "palleggiato", e dunque in contrapposizione all'aggressione alta e a tutti i costi di Juric: quello spirito Eusebio vuole conservarlo, e alimentarlo. "Un po' vi siete dimenticati come alleno", ha osservato ieri divertito, come a voler dire: nelle ultime due esperienze non sono riuscito ad esprimermi come speravo, ma la mia identità è rimasta immutata, semmai si è evoluta nel tempo, ma non nei principi fondanti.
La missione di DiFra sarà dunque cercare "di rubare il meglio" che il Verona abbia mostrato nell'ultimo biennio, adattandolo ad una filosofia certamente diversa rispetto a quella precedente. E soprattutto con un bagaglio d'esperienze arricchito dalle recenti delusioni, frutto di errori che Eusebio si augura "di non commettere più". La full immersion vera e propria nel mondo gialloblù avrà inizio il dieci luglio, quando l'Hellas raggiungerà il ritiro di Primiero, che si protrarrà fino al ventiquattro. Il diciassette, il ventuno e il ventiquattro sono in programma tre amichevoli di difficoltà (presumibilmente) crescente, contro avversari già individuati ma non ancora ufficiali.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 16/06/2021 19:11
Vighini: Sincero, umile, concreto. Difra è già veronese
Di Francesco
Nessuna supercazzola. Nessun “andiamo a comandare”. Tanto rispetto per il lavoro di Juric, tanta umiltà “ho sbagliato tantissimo, dovrei star qui a lungo a parlarvene”, tanta concretezza (“pensiamo solo alla salvezza”).
Poche ore e Difra è diventato veronese. E se il buongiorno si vede dal mattino, il nuovo allenatore ha “bucato” lo schermo. Insomma siamo lontani da Grosso e si capisce che l’uomo è di spessore e il tecnico pure. Pare addirittura che vi sia sintonia con Setti e questa potrebbe essere la grande novità. Soldi ce ne saranno pochi, forse il vero acquisto sarà Zaccagni, Di Francesco dovrà fare la guerra con armi limitate ma rodate. La speranza è che Verona ora lo faccio tornare quello di Sassuolo quando sbarazzino se la giocava ovunque. Raccontando sempre la verità ci avrà al suo fianco. E uniti si può fare un miracolo.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
16 GIUGNO 2021
Di Francesco: "Voglio un Verona con lo spirito e il coraggio degli ultimi due anni"
Verona - Le principali dichiarazioni del nuovo allenatore dell'Hellas Verona, Eusebio Di Francesco, rilasciate in occasione della conferenza stampa dedicata alla sua presentazione tenutasi oggi, mercoledì 16 giugno, presso la terrazza dell'Hotel Due Torri di Verona.
"Quando e come nasce la scelta di Verona? Ho avuto un incontro con il Direttore Tony D'Amico, che ho conosciuto solo un mese fa. Abbiamo parlato piacevolmente di calcio e questo mi ha lasciato sensazioni positive: ho avvertito che la Società mi voleva fortemente. Sono arrivato ieri (martedì, ndr) e ho trovato una città splendida. Voglio mantenere lo spirito di questa squadra, lo spirito di chi, con coraggio, può giocarsela con tutti. Sono venuto per fare un lavoro importante e per dare il meglio di me stesso. Questo il motivo che mi ha spinto a scegliere Verona.
Se ci sono giocatori imprescindibili? Nessuno, dobbiamo ragionare con il "noi". Dobbiamo far leva su staff e componenti. Giocare con temperamento e aggressività, al di la dei principi tattici. Di questa squadra bisogna mantenere la mentalità, porterò novità tattiche e principi di gioco, ma non voglio smontare il lavoro fatto fin qui. Se sento la responsabilità del ruolo? Sono abituato alle pressioni. Nulla è scontato, ma voglio dare continuità in tema di risultati e personalità: questo, però, secondo i miei principi. Dobbiamo partire dal meglio che ha, dentro di sé, questa squadra.
Gli obiettivi a breve e lungo termine del Club? Di questo ho parlato con il Direttore Sportivo. L'importante è mantenere la Serie A, poi viene il resto. Io e Tony abbiamo già instaurato un ottimo rapporto, c'è grande alchimia e mi auguro che duri a lungo. Ho quindi avuto un confronto con il Presidente, un incontro piacevole e diretto, che ho gradito molto.
Se ho già un'idea dell'assetto, del modulo da utilizzare? Vorrei mantenere la difesa a 3, giocando in alcuni casi anche a 4. Questo per sfruttare massimamente gli esterni, che tanto hanno fatto bene.
Se ho già osservato qualche giovane giocatore a Verona? Col Direttore abbiamo già iniziato a parlare di questo. Cancellieri per esempio è uno di quei giocatori che mi piacciono, lo valuterò nel corso del ritiro. Quello che intendo fare, però, è dare spazio ai giovani che si dimostreranno veramente pronti. Questo per non 'bruciare', in un certo senso, tanti ragazzi che in un determinato momento non sono ancora all'altezza di confrontarsi con un campionato come quello di Serie A.
Quanto è importante per me ritrovare il mio 'vice' Tomei? Ho cercato di riportare con me il mio vecchio staff, ci siamo ritrovati e cerchiamo di ripartire da quanto di buono abbiamo condiviso in passato. Tornare a lavorare col mio staff dopo qualche anno, è per me fondamentale".
FONTE: HellasVerona.it
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 13/06/2021 10:07
Di Francesco e il Verona, la cosa più importante sarà la chiarezza
Eusebio Di Francesco
Chiarezza. In ogni ambito, in campo e fuori. Sarà fondamentale fin da subito che Eusebio Di Francesco, neo allenatore del Verona, abbia tutto chiaro nella sua testa. Ogni piccolo nodo lasciato ora, diventerà durante il campionato un nodo grandissimo al pettine dei risultati. Il Verona non è neanche lontano parente dei quattro squadroni allenati in precedenza dal tecnico di Pescara. Non è il Sassuolo dove la Mapei ripiana ogni anno milioni di euro sotto forma di sponsorizzazione, non è la Roma che lotta stabilmente per entrare nelle Coppe, non è la Sampdoria nè tantomeno l'ultimo Cagliari. A Verona non c'è margine di errore, ogni cosa va pesata, analizzata, ponderata. Di Francesco sarà il motore principale della squadra. Avrà al suo fianco un ds che negli anni precedenti, nel bene e nel male, ha assecondato nel possibile le richieste del tecnico, filtrando sia le tensioni dello spogliatoio, sia quelle con la società. Andare d'accordo con Setti è più semplice: accettato il fatto che il Verona ha un budget tra gli ultimi della serie A, per il resto non c'è da preoccuparsi. Setti lascia autonomia sportiva e non mette becco in questioni tecniche. Semmai il problema di Setti negli anni precedenti è stata l'inazione, l'incapacità di giudicare e agire di conseguenza quando una squadra è arrivata alla frutta. Successe con Mandorlini, con Pecchia e con Grosso.
OBIETTIVO. Su questo chiarezza assoluta. Il Verona deve solo ed esclusivamente pensare a salvarsi. Sarebbe un traguardo eccezionale per la società e per i tifosi. Ma è anche un faro per la squadra e l'allenatore. Lo stesso Juric apprezzò molto questa chiarezza nel primo anno e s'incazzò come una bestia quando Setti, in veste di “sborone”, prima dell'inizio della stagione, ventilò l'ipotesi di altri obiettivi. Forse l'inizio della frattura tra i due. Di Francesco è agevolato: in qualche modo il pregresso non conta più e lui può lavorare solo in questa funzione.
GIOCATORI. Non ci potranno essere sprechi e ogni mossa va avallata e condivisa con il tecnico. Errori non ne sono concessi e se ci saranno si pagheranno a caro prezzo. Prendere giocatori rotti, o scommesse, come successo nell'ultima stagione rischia di diventare un fardello enorme. Juric ha spesso recitato il mea culpa: abbiamo sbagliato scelte. Non tanto per il valore dei giocatori ma proprio perchè erano arrivate pedine che nell'anno precedente avevano giocato poco e che quindi hanno patito infortuni a catena. Da Kalinic a Benassi, passando da Vieira.
MODULO. Questa è la chiave di tutto. Di Francesco ha fatto sapere di non voler stravolgere il Verona rispetto a Juric e questo ha convinto la società a ingaggiarlo. Sappiamo però che Di Francesco ha sempre fatto il 4-3-3 e che con quel modulo ha fatto le sue fortune. E' uno “zemaniano” e se si va a vedere il suo passato, non è mai riuscito a staccarsi da quello che è il suo dna. Accettare un compromesso del genere rischia di diventare il vero, grande problema della stagione. C'è il rischio che l'allenatore perda la bussola e che davanti a risultati non eccezionali ritorni alla sua “origine” per trovare delle certezze. E a quel punto la confusione sarebbe sovrana, con giocatori abituati a lavorare in una maniera e che rifiutano, anche inconsapevolmente, il nuovo sistema. A Cagliari (LEGGI QUI) imputano proprio alla confusione creata da Di Francesco il suo fallimento clamoroso. Una girandola di moduli che ha creato sconcerto alla squadra e che ha poi affossato il tecnico. Errore che a Verona non può essere ripetuto.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
12 GIU 2021
È UN RIDIMENSIONAMENTO, MA A DI FRANCESCO SI DIA CARTA BIANCA
Se ne è andato Juric, è arrivato Di Francesco. Si è sentito di tutto, ma proprio di tutto, soprattutto contro Juric “colpevole” di essere leggermente più ambizioso (pensa te, che colpa!), ma anche contro il nuovo allenatore, come se tutto si riducesse a una questione personale. Il silenzio è sceso come una cappa di fumo invece sull’unica questione che conta, con tanto di censura della parola che a me pare più ricca di sostanza in questa storia, la vera convitata di pietra: ridimensionamento.
Perché, diciamocelo, siamo alle solite: il Verona non approfitta di due anni in serie A , dei diritti tv che crescono e delle ennesime plusvalenze, per gettare basi un minimo più ambiziose. La scusa, ca vans sa dire, ora è il Covid, che ha sostituito le mitiche cavallette di belushiana memoria. Se Juric va al Toro – società ricca di storia, espressione di una città metropolitana anche sul piano mediatico e con un presidente tra gli uomini più in vista d’Italia, ma non certamente una big – significa che non è stato fatto quel passo di consolidamento e crescita promesso da Setti e che invece viene ancora una volta rimandato. Intendiamoci: consolidamento non significa solo restare in serie A, o contare gli anni di permanenza nella massima serie, ma alzare il budget e strutturare il club in modo da non rischiare (o rischiare il meno possibile) di doverla abbandonare a stretto giro. Invece l’obiettivo di partenza è ancora una salvezza con investimenti minimi, quindi sulla carta “da bagarre”, che può diventare solamente qualcosina di più se s’indovinano nuove scommesse e l’allenatore trova la chimica giusta con la rosa. Ma queste sono variabili, non certezze.
Questo ragionamento è a monte, altra cosa è il giudizio sul nuovo tecnico. Che è una persona perbene ed equilibrata, e che appena tre anni fa era considerato tra i più bravi in Italia. Arrivare in semifinale di Champions League con la Roma è da eletti (solo Liedholm ha fatto meglio), come da incorniciare fu un sesto posto con il Sassuolo. Di Francesco, va ricordato, in carriera ha fatto soprattutto bene; il male è poco ma tutto recente. Perché questa repentina caduta culminata nei due esoneri con Samp e Cagliari? Chiederlo non è un misfatto, si tratta di capire. Crisi personale dettata dal dover tornare indietro dopo i fasti europei? Esperienze sfortunate e scelte frettolose nate da compromessi rivelatisi esiziali? Come è lecito chiedersi se le sue convinzioni tattiche (calcio offensivo che necessita di calciatori di qualità) siano adatte al budget di Setti e il suo temperamento understatement possa legare con la piazza.
Ma a Di Francesco servono soprattutto calciatori funzionali al suo calcio. Di qualità, dicevamo. Ma se il budget non dovesse permetterlo, o lo scouting non dovesse riuscirci, quantomeno si ingaggino quelli inclini per caratteristiche. Perché Di Francesco non appartiene alla categoria degli allenatori che si “adattano”, grandi pragmatici (Allegri, Ancelotti) o mestieranti di piccolo cabotaggio (Iachini, Nicola) che siano. Un conto è l’elasticità, un conto è costringerlo a giocare con schemi e moduli in cui lui per primo non crede. Gli è successo a Cagliari e abbiamo visto il finale. Ora che lo si è scelto, gli si dia carta bianca.
Francesco Barana
FONTE: Blog.Telenuovo.it
HELLAS VERONA di Andrea Faedda, 12/06/2021 9:00
Di Francesco via da Cagliari: ecco i motivi dell'esonero per i giornalisti sportivi sardi
Eusebio Di Francesco
Nel Campionato scorso ed esattamente il 19 febbraio 2021, il Cagliari è stato sconfitto in casa dal Torino e per mister Eusebio Di Francesco è scattato l'esonero dal club rossoblù. Dopo 23 giornate, la misura era colma. Il Cagliari fino ad allora aveva conquistato solo 3 vittorie ed una striscia di 16 partite senza successi. Considerato il cammino deludente della squadra, il presidente Giulini sollevò dall'incarico il tecnico. La nostra redazione ha chiesto a due autorevoli firme del giornalismo sportivo sardo (Alberto Masu dell'Unione Sarda e Davide Zedda del Blog Cagliari Calcio 1920 ), il loro parere sull'accaduto.
Alberto Masu, L'Unione Sarda:
“I numeri sono stati fondamentali e conseguentemente la condanna di Di Francesco. La squadra in 23 giornate era terzultima in classifica con 15 punti. Sembrava non ci fosse verso di venirne fuori. Un gruppo con l’encefalogramma piatto. Serviva una scossone ed a un certo punto la società, considerando pure che la distanza dalla salvezza era di 5 punti, è ricorsa all’esonero. Voglio ricordare che il presidente Giulini, ma anche il resto della dirigenza ha cercato di difendere il mister fino all’ultimo, anche dopo la sconfitta contro il Genoa alla 19^ giornata. L’esonero sembrava cosa fatta ed invece, gli è stata rinnovata la fiducia che però nelle 4 partite successive, ha fruttato un solo pareggio ed altre 3 sconfitte. Non dimentichiamo che la società, qualche settimana prima, era ancora fiduciosa in Di Francesco, tant’è vero che l'allenatore firmò il rinnovo del contratto fino al 2023. Per quanto riguarda il mercato, gli sono stati presi dei validi giocatori (vedi anche il ritorno di Nainggolan a gennaio), ma a mio avviso tutto l’organico al completo era inadatto per il suo gioco. Rispetto a quando allenò Sassuolo, Roma e Sampdoria, ha provato a cambiare qualcosa, forse anche troppo, ma alla fine il suo modo di giocare, difesa alta e palla a terra con il “vietato crossare”, non ha prodotto frutti. Malessere nello spogliatoio? A parte con Pavoletti, non ci sono stati screzi. Semplicemente la squadra non riusciva ad esprimersi come lui voleva. I giocatori cercavano di seguirlo, ma evidentemente per il suo gioco, non erano adatti. Per il resto, Di Francesco è assolutamente una brava persona”.
Davide Zedda, Blog Cagliari Calcio 1920:
“Di Francesco è stato cacciato ovviamente per gli scarsi risultati e per me l'esonero è arrivato persino tardi. La situazione stava precipitando. La squadra non reagiva più da parecchie giornate e quindi il mister sarebbe dovuto essere sollevato dall'incarico molto prima. L'allenatore non ha mai trovato la quadra e non ha mai applicato il suo 433 anche per questioni legate ad una rosa non propriamente completa per fare quello schieramento, come lo intende lui. Però i motivi principali sono stati i risultati negativi e la squadra completamente in depressione. Non dimentichiamo poi i continui cambi di modulo, non potendo fare il 433 in assenza di giocatori adatti. C’è stata una confusione tattica pazzesca, dal 352 al 3412 con la squadra sempre più sfiduciata che ha rischiato di retrocedere. Non c’era un’identità né di squadra, né di gioco e non c’era un’impronta ed un modulo di riferimento. Non puoi cambiare modulo ogni partita. Un progetto fallito fin dall’inizio. I rapporti con la società? Erano buoni. E’ stato trattenuto fino alla fine, in una situazione limite. Col suo addio c’è stato anche il cambio di direttore sportivo. Via Carta e dentro Capozucca e ciò ha contribuito alla risalita, grazie ovviamente anche all'arrivo di mister Semplici".
Sull'involuzione tattica: “Ha cominciato ad adottare il 433 sacrificando Joao Pedro da esterno. Lì ci si è resi conto che non si poteva andare avanti. A suo sfavore c'è stato l'innesto tardivo di Nainggolan che non l’ha avuto da subito, ma col mercato di gennaio”.
Sulla fase difensiva e offensiva? "I numeri parlano chiaro e per la difesa sono stati drammatici. Per quanto riguarda l'attacco invece, non ho mai visto il Cagliari capace di costruire una fase offensiva degna di questo nome”.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
Damiano Tommasi: «Ho un grande legame con Di Francesco, dice sempre quello che pensa»
Damiano Tommasi, intervistato da "La Gazzetta dello Sport", ha parlato di Eusebio Di Francesco, suo compagno di squadra alla Roma dal 1997 al 2001: "Io non posso che essere di parte, visto il legame che abbiamo, ma credo che il Verona abbia preso la decisione migliore per sostituire un allenatore che tanto ha saputo fare come Ivan Juric. E per Eusebio questo è il posto ideale per ripartire. Di Francesco dice quello che pensa con sincerità, si relaziona allo stesso modo con il presidente del club e con il ragazzo che viene dalla Primavera. Non fa distinzioni. Una parola per descriverlo: credibilità. Nello spogliatoio e nella vita”.
Sezione: Ex gialloblù / Data: Mer 09 giugno 2021 alle 18:00 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Francesco Galvagni
FONTE: TuttoHellasVerona.it
ESCLUSIVE
Ornano (CalcioCasteddu): “DiFra? A Cagliari tanta confusione, ma magari a Verona…”
Il collega sardo, raggiunto dai nostri microfoni, ha parlato del nuovo tecnico gialloblù
di Tommaso Badia Giugno 9, 2021 - 10:45
Eusebio Di Francesco è il nuovo tecnico dell’Hellas: il tecnico pescarese è stato ufficializzato nella giornata di lunedì ed è quindi pronto a cominciare la sua nuova avventura dopo un’esperienza cagliaritana tutt’altro che esaltante.
Ma che tipo di tecnico è il nuovo mister gialloblù? Per conoscerlo meglio abbiamo raggiunto Fabio Ornano di CalcioCasteddu, il quale ci ha parlato un po’ degli aspetti positivi e negativi dell’avventura sarda di DiFra: di seguito dunque, la nostra intervista al collega.
Il ricordo lasciato a Cagliari da Di Francesco non è senz’altro positivo: in cosa non ha convinto?
«I problemi si sono manifestati già in estate, quando è mancata armonia con la società sul mercato: Di Francesco voleva proporre il suo 4-3-3, ma per stravolgere l’ormai storico 4-3-1-2 del Cagliari devi avere gli uomini giusti e lui non li aveva. Credo che lui si aspettasse di avere più potere in quanto era arrivato con un ruolo di manager, ma alla fine la volontà di Giulini di avere sempre avere l’ultima parola gli ha tolto la libertà richiesta. Ciò lo ha portato a dover adattare giocatori come Joao Pedro e Marin in ruoli non loro, una scelta confusionaria che non si è certo rivelata vincente, così come l’utilizzo di elementi ormai “logori” e avanti con l’età come Godin. È poi mancata la solidità: dopo mesi di gestione Di Francesco non sembrava ancora avere in mano il gruppo e si lamentava in conferenza del fatto che, nonostante le buone settimane di lavoro, una volta arrivata in partita la squadra non lo seguisse, dichiarazioni che ovviamente non sono andate molto a genio né alla piazza, né ai calciatori, né alla dirigenza. Il risultato è stato il “taglio” di senatori Pisacane e giovani come Walukiewicz, a cui è seguito uno spogliatoio spaccato e composto da “gruppetti”».
Guardando l’altra faccia della medaglia, cos’ha lasciato di buono?
«Con lui sicuramente c’è stato un approccio differente al calcio: a Cagliari non abbiamo mai visto ali, ma quando lui ha avuto possibilità di buttare nella mischia Sottil ha fatto vedere che il giocatore era “spendibile”, per quanto acerbo. Credo che questa idea molto offensiva e innovativa sia però stata l’unica cosa positiva insieme al fatto di aver provato a mettere una toppa agli errori commessi. Francamente, però, è troppo poco. Come detto, la sua esperienza a Cagliari non è nata sotto i migliori auspici, ma è possibile che Di Francesco sia il classico allenatore non adatto a tutte le piazze. Chissà, magari a Verona si ritroverà: credo che non sia mai stato un campione della panchina, però penso anche che non sia improvvisamente diventato un brocco. Sicuramente ha tanto da farsi perdonare…».
Qual è il suo modo di giocare? Come pensi si adatterà alla squadra lasciata da Juric?
«Credo che la rosa dell’Hellas dovrà essere ritoccata per venire incontro all’idea di calcio del nuovo tecnico: Juric ha fatto qualcosa di ottimo e ha lasciato una buona base, ma guardando i giocatori di oggi viene da pensare che ci saranno dei correttivi per consentire alla squadra di schierare il 4-3-3. I punti-cardine di Di Francesco sono gli esterni offensivi e, soprattutto, il regista. Per quanto riguarda quest’ultima figura, servirà un centrocampista completo che sappia fare entrambe le fasi e che abbia anche dei piedi buoni. Parliamo di un profilo molto raro…».
L’Hellas ha in casa Veloso e potrebbe forse riconfermare Ilic…
«Non so quanto Veloso possa garantire sotto il profilo della dinamicità, però è sicuramente un giocatore di altissimo livello. Parlando di Ilic, Di Francesco è uno che “vede” i giovani, ma con cautela. Penso comunque che abbia già parlato della rosa con Tony D’Amico e che in ritiro farà ulteriori valutazioni. L’importante è che la società lo accontenti, altrimenti si ritroverà nuovamente a dover rattoppare una situazione che avrebbe voluto costruire in maniera differente».
Chiudiamo con il mercato: ogni allenatore ha dei “fedelissimi”, giocatori che tende a “portarsi dietro” ovunque vada. Anche Di Francesco ne ha? Magari Duncan…
«Anche per lo storico, non sottovaluterei i giocatori del Sassuolo: tra i neroverdi ci sono elementi che garantirebbero certezze e che conoscono il modo di lavorare di Di Francesco. Credo però non sarà semplice in quanto il Sassuolo difficilmente si priverà dei suoi pezzi pregiati e, in caso, se li farà pagare profumatamente. Duncan invece potrebbe essere fattibile: Gattuso lo valuterà in ritiro, ma è un serio candidato alla partenza e il Verona potrebbe essere una soluzione. A Cagliari non ha fatto malissimo ma non ha neanche entusiasmato, quindi potrebbe avere voglia di riscatto e Di Francesco potrebbe permettergli di rimanere in Serie A».
FONTE: CalcioHellas.it
Ecco lo staff di Di Francesco. E occhio a Kolarov
By Damiano Conati - 9 Giugno 2021
Eusebio Di Francesco non è uno che ama cambiare e il suo staff lo segue da anni, tranne il vice allenatore Francesco Tomei, che negli ultimi due anni non l’ha accompagnato in panchina per prendere il patentino da allenatore di Serie A e per provare la carriera da capo allenatore senza grandi fortune. A Verona però la coppia si unisce nuovamente.
Occhio perché Tomei è tecnico di grande esperienza e negli anni si è legato a molti giocatori allenati, su tutti il 36enne Aleksandar Kolarov che nel 2018 l’ha definito “più di un mister, io e Tomei siamo fratelli”. Kolarov, che il 30 giugno sarà svincolato, potrebbe fare un anno a Verona come allenatore in campo, una sorta di chioccia per i più giovani.
Preparatore atletico sarà Nicandro Vizoco, anche lui da sempre con il nuovo allenatore gialloblù. Altri collaboratori tecnici saranno Giancarlo Marini e Stefano Romani.
Infine il Verona ha confermato il proprio preparatore dei portieri, quel Massimo Cataldi, già apprezzato dai predecessori di Di Francesco.
Damiano Conati
Dal Ninja a Kolarov, passando per Duncan. Ecco i preferiti di Difra
By Damiano Conati - 8 Giugno 2021
October 22, 2017 - Turin, Italy - Roma coach Eusebio Di Francesco and Roma midfielder Radja Nainggolan (4) after the Serie A football match n.9 TORINO - ROMA on 22/10/2017 at the Stadio Olimpico Grande Torino in Turin, Italy. Torino FC v AS Roma - Serie A PUBLICATIONxINxGERxSUIxAUTxONLY - ZUMAn230 20171022_zaa_n230_085 Copyright: xMatteoxBottanellix
Ogni allenatore che cambia squadra ama portare con sé qualche giocatore a cui è rimasto più affezionato o con cui ha lavorato meglio negli anni. Lo sa bene radiomercato che in questi giorni si diverte ad inventare trattative fittizie tra gli allenatori e i loro ex giocatori, giusto per movimentare una scena che in realtà è ferma e poi perché, tirando ad indovinare, ogni tanto ci si azzecca anche.
Fare questo giochino a Verona è anche più semplice, visto che il direttore sportivo lavora in stretto contatto con l’allenatore di turno e ha sempre provato ad acquistare i giocatori da lui indicati. Non sarà diverso con Di Francesco, che sicuramente metterà sul piatto del suo concittadino pescarese D’Amico alcuni nomi. Poi se nasceranno trattative o se sarà solo fantamercato, oggi non ci è dato sapere. Però è cosa certa che qualcosa accadrà.
Vediamoli questi nomi a cui è legato Di Francesco e che potrebbero fare al caso del Verona.
Sicuramente c’è Kolarov, pupillo del tecnico ai tempi della Roma, e oggi in scadenza di contratto con l’Inter. Poi Sansone (in uscita da Bologna) e Defrel (dal Sassuolo), per i quali il tecnico ha sempre speso ottime parole. Vero e proprio giocatore preferito è Duncan, che probabilmente farà ritorno a Firenze dopo i 6 mesi a Cagliari. E stesso percorso lo farà l’Under 21 Sottil, anch’egli molto apprezzato da Di Francesco in Sardegna e di ritorno in Toscana.
C’è Federico Ricci, di proprietà del Sassuolo dopo il prestito al Monza, poi Kurtic, in uscita da Parma e che a Sassuolo aveva fatto bene e ci sono due giocatori di proprietà del Verona che in passato hanno già vissuto annate ottime con Di Francesco in panchina: Laribi e Ragusa.
Infine tre nomi importanti che il tecnico ha sempre fatto giocare nelle sue esperienze passate e che sono sul mercato: Nainggolan, avuto sia a Roma che a Cagliari, oggi fuori rosa all’Inter, la quale deve un favore al Verona nell’affare Dimarco. Poi Cengiz Under, fuori dai piani di Mourinho a Roma dopo il prestito a Leicester, e Juan Jesus, attualmente svincolato: un centrocampista, un esterno d’attacco e difensore centrale mancino. Tre ruoli che a Verona servono come il pane.
Qualcuno di questi nomi si trasformerà in trattativa? Ora non lo sappiamo, di certo al tecnico piacciono e il biglietto con lista per la spesa è sulla scrivania di D’Amico. Vedremo cosa accadrà.
Damiano Conati
FONTE: HellasNews.it
Hellas Verona, Di Francesco come Liedholm
giugno 8, 2021
Eusebio Di Francesco è il secondo allenatore nella storia dell’Hellas Verona ad aver raggiunto le semifinali di Champions League dopo lo svedese Nils Liedholm. Fonte: Sky Sport
FONTE: HellasLive.it
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Cagliari: oltre a Di Francesco rescinde tutto lo staff
8/6 ALLE 14:00
di FRANCESCO GALVAGNI
per Tuttohellasverona.it
fonte cagliaricalcio.it
© foto di Federico De Luca
Oltre ad Eusebio Di Francesco, il Cagliari Calcio ha comunicato di aver raggiunto un accordo per la risoluzione anticipata del contratto di lavoro anche con i membri dello staff del tecnico abruzzese. Francesco Calzona, Stefano Romano, Giancarlo Marini, Gianmaria Palumbo, assieme al vice Francesco Tomei, seguiranno il tecnico nella nuova avventura sulla panchina dell'Hellas Verona.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
08 GIU 2021
DI FRANCESCO SI MERITA LA STESSA CHANCE DI JURIC
Le perplessità ci sono. Inutile nasconderlo. I tre fallimenti consecutivi con tre squadre diverse (e che squadre), l’eredità pesantissima di Juric, una formazione che sicuramente (come tasso tecnico) sarà lontana anni luce da quelle che ha allenato in precedenza.
Ma sarebbe sbagliato giudicare adesso Di Francesco. Il nuovo allenatore del Verona merita la stessa chance che era stata data a Juric quando arrivò in gialloblù prendendo il posto dell’eroe Aglietti, che tutti avremmo voluto riconfermatissimo sulla panchina del Verona. Giravano allora degli odiosi meme contro il tecnico croato che poi ha fatto vedere il più bel calcio dai tempi di Bagnoli.
Credo che il principale problema di Di Francesco a Verona sia trovare una sintonia con la piazza. Sul suo valore calcistico non si discute, ma mi chiedo piuttosto se sia lui l’uomo giusto per far scoccare la “scintilla” con i veronesi. Sappiamo quanto questa “scintilla” sia importante a Verona e quanto faccia la differenza.
Di Francesco ha un’aria da professorino, risponde sempre come se avesse un ufficio stampa al seguito, sempre giusto, diritto, perfettino, un po’ pretesco. E’ un politically correct, se mi concedete la definizione. Mentre a Verona piacciono quelli scorretti, Mandorlini che cantava “ti amo terrone” e Juric che manda a c… lo zelante cronista sky napoletano.
In quelle “scorrettezze” i veronesi si ritrovano e fanno tutt’uno con il condottiero, fedeli al “Soli contro Tutti” il motto che fece vincere lo scudetto al Verona contro le grandissime del campionato.
Sarà capace Di Francesco di creare questa empatia? Sì, se sarà il più “naturale” possibile, se risponderà con sincerità, se sarà “umano”. Non è che per forza devi mandare a quel paese la gente per essere simpatico, ma lasciare trasparire quella sana e genuina spontaneità che qui da noi fa la differenza. Insomma, dovessi trovare un modello, lontano da Juric e Mandorlini, direi uno come Cesare Prandelli. Umile, gentile, onesto ed educato.
Poi, ovviamente, saranno i risultati il giudice supremo. Di Francesco lasci stare il bel gioco e prometta solo sudore, fatica, sofferenza, impegno. British style, come piace al Bentegodi, no lustrini, no champagne. Non ci parli di crescita ma di calcio. Le supercazzole per spiegare una sconfitta non hanno mai attecchito, invece si apprezza lo sforzo totale fino al novantesimo. Tutto sommato, la missione di Di Francesco è chiarissima. Arrivare alla salvezza, al quart’ultimo posto. Ora come ora questa è l’impresa più grande. Se salvasse il Verona per il terzo anno di fila, sarebbe già nei cuori dei veronesi. Buon lavoro mister.
Gianluca Vighini
FONTE: Blog.Telenuovo.it
Domenico Volpati: «Di Francesco? Persona seria, fa buona impressione»
Domenico Volpati, ex centrocampista dell'Hellas Verona dal 1982 al 1988, ha parlato a tuttomercatoweb.com, esprimendosi sugli ultimi fatti di cronaca relativi al club scaligero: "Mi stupisce che gli allenatori che ormai siano diventati più importanti dei giocatori ma voglio sapere quale allenatore riesce ad imporre i calciatori da comprare anche perché le società si muovono attraverso i procuratori. Juric al Verona ad esempio ha deciso di prendere certi giocatori dal Genoa che lui conosceva, ma poi credo non molti altri tra i tecnici".
Sullo stesso Ivan Juric ha aggiunto: "Se restava a Verona aveva la gente dalla sua parte ma ha fatto di tutto per far ricredere certe persone, nel senso che quando c'è stato lo scontro con la società e con Setti sul fatto che lui non era stato chiamato dal presidente per parlare del suo futuro, lo stesso Setti gli ha ricordato che c'era un contratto fino al 2023. Ha voluto andar via per un contratto migliore. Voglio vedere se avrà ragione lui e l'ambiente del Toro gli darà credito".
Infine l'ex campione d'Italia ha chiosato con un commento su Eusebio Di Francesco e il futuro: "Persona seria, ho una buona impressione. Quest'anno è stato sfortunato, non so cosa sia successo al Cagliari perchè la squadra pareva competitiva e non meritava quella posizione. Mi aspetto che Zaccagni, Baràk e Lovato possano andar via ma fa parte della politica dell'Hellas e non ci si stupisce perchè poi i giocatori importanti sono stati sempre ben sostituiti. Mi preoccupa la flessione delle ultime 10 gare da parte di giocatori che erano già in vacanza. Spero che questo spirito da gare amichevoli non ci accompagni il prossimo anno".
Sezione: Ex gialloblù / Data: Lun 07 giugno 2021 alle 22:00 / Fonte: Tuttomercatoweb.com
Autore: Francesco Galvagni
FONTE: TuttoHellasVerona.it
#BenvenutoDiFrancesco
— Hellas Verona FC (@HellasVeronaFC) June 7, 2021
💛💙💛💙 pic.twitter.com/BUk8qkAs65
7 GIUGNO 2021
Il nuovo condottiero gialloblù: benvenuto Eusebio Di Francesco!
Verona – Hellas Verona FC è lieto di annunciare ufficialmente di aver affidato la conduzione tecnica della Prima Squadra a mister Eusebio Di Francesco.
Il 51enne allenatore pescarese, che ha all’attivo 254 panchine in Serie A e che ha maturato significative esperienze nelle due massime competizioni europee per Club quali l’Europa League (col Sassuolo) e la Champions League (con la Roma), ha sottoscritto con Hellas Verona FC un contratto biennale, ovvero sino al 30 giugno 2023.
Dopo una luminosa carriera da calciatore (ruolo: centrocampista), nella quale spiccano lo scudetto vinto con la Roma nel 2001 e le 13 presenze con un gol in Nazionale, Di Francesco ha iniziato la carriera di allenatore nell’estate del 2008 con la Virtus Lanciano, in Serie C.
A seguire Pescara (Serie C e B), Lecce (A), Sassuolo (B e A), Roma (A), Sampdoria (A) e Cagliari (A).
Fra i suoi principali successi da allenatore vanno annoverati - in ordine di tempo - la promozione in B con il Pescara, vincendo i playoff di C nella stagione 2009-2010, la promozione in A – la prima nella storia del Club – alla guida del Sassuolo, classificandosi al primo posto nel campionato di B 2012-2013, la sesta posizione, sempre col Sassuolo, nella Serie A 2015-2016 con tanto di qualificazione – senza precedenti per i neroverdi - in Europa League, il terzo posto con la Roma nella Serie A 2017-2018, stagione nella quale Di Francesco ha condotto la squadra capitolina sino alla semifinale di Champions League contro il Liverpool, dopo aver eliminato il Barcellona nei quarti.
Fra i riconoscimenti personali da evidenziare la ‘Panchina d’Argento’, quale miglior allenatore della Serie B 2012/2013, e – nel 2018 - il ‘Premio Nazionale Enzo Bearzot’, in qualità di miglior allenatore italiano dell’anno.
Hellas Verona FC rivolge un caloroso benvenuto a Eusebio Di Francesco nella grande famiglia gialloblù.
FONTE: HellasVerona.it
PRIMA DI VERONA + - =
HELLAS VERONA di Gianluca Vighini, 07/06/2021 17:13
Eusebio, non promettere niente. Ci basta solo la salvezza
Eusebio Di Francesco
Riguardavo nei giorni scorsi le conferenze stampa di Eusebio Di Francesco. Il nuovo tecnico del Verona ha la tendenza ad infarcire i suoi discorsi con grandi propositi. “Faremo un gioco propositivo”, “Vogliamo conquistare i tifosi con il bel gioco”, “Vogliamo segnare un gol più degli avversari”. Tutti discorsi bellissimi, ma che qui a Verona lasciano il tempo che trovano. Sapete già cosa voglio dire. Dei figli di Guardiola son piene le fosse. Il primo che venne a promettere grande calcio fu Giannini. Grazie a lui per un pelo non finivamo in C2. Più che Guardiola, Giannini sembrò Oronzo Canà. Le sue teorie astruse sbatterono sul campo, mentre negli spogliatoi, si disse poi, si facevano sedute spiritiche per scacciare il malocchio. Appunto. Meno male che poi venne Mandorlini e la sua concretezza.
Poi giunse Pecchia, epigono di Benitez e del calcio propositivo. “Andiamo a comandare” e quasi quasi non si andava neanche in B se il bravo Romuletto nostro non si fosse inventato quel gol incredibile contro il Vicenza, mentre l’anno dopo in serie A è stata una specie di lunghissima, tristissima, penosissima via crucis, “Io credo Risorgerò”, complice per la verità anche una squadra tra le più scarse mai costruite a Verona.
Arrivò poi il profeta Grosso. Mandato da Paratici, dicevano, un predestinato della panchina. Con lui alla guida per poco nemmeno si arrivava ai play-off e meno male che poi è arrivato San Aglietti e il suo buon senso a rimettere a posto la faccenda. Paratici nel frattempo dopo aver creato buchi milionari alla Juve forse riuscirà a far danni al Tottenham, mentre Grosso continua miracolosamente a trovare panchina. Affari loro.
La parentesi tutta grinta, forza e calcio verticale di Juric è destinata appunto a rimanere una parentesi, visto che il croato ha preferito andare a ristrutturare il Torino che rimanere a fare miracoli qui, dove sarebbe passato alla storia.
Ora arriva Difra, don Eusebio, che promette bel calcio, ricchi premi e cotillons. Di cui, francamente, non ce ne può fregare di meno. Salvezza, solo salvezza, Don Eusebio. Facile, pratico e maneggevole. Se ci dovessi riuscire avrai gratitudine eterna, visto che il Verona non si salva in A per tre anni di fila dai tempi di Bagnoli. Per il bel gioco, ripassiamo dopo domani.
FONTE: TGGialloBlu.it
07 giu 2021
Comunicato della Società
Il Cagliari Calcio comunica di aver raggiunto un accordo con Eusebio Di Francesco e i componenti del suo staff Francesco Calzona, Stefano Romano, Giancarlo Marini e Gianmaria Palumbo per la risoluzione anticipata del contratto di lavoro.
Il Club augura al Mister e ai suoi collaboratori le migliori soddisfazioni per il continuo della carriera professionale.
FONTE: CagliariCalcio.com
News Calcio
Di Francesco al Verona, ci siamo: firmerà un biennale
Tra stasera e domani Di Francesco risolverà il contratto col Cagliari, poi firmerà un biennale col Verona
Data: 03/06/2021 - 17:24
Autore: Redazione
Un’altra panchina di Serie A sta per trovare un nuovo proprietario. Si tratta di quella dell’Hellas Verona, con la società gialloblù che per il dopo-Juric (divenuto ufficialmente il nuovo allenatore del Torino) ha scelto Eusebio Di Francesco.
Ultimi dettagli per la risoluzione col Cagliari
Trattativa ormai alle battute finali: restano da sistemare gli ultimi dettagli per la risoluzione del contratto tra Eusebio Di Francesco e il Cagliari che dovrebbe arrivare tra stasera e domani, poi l’allenatore firmerà un con biennale
FONTE: GianlucaDiMarzio.com
Ore calde per la panchina dell'Hellas: da Di Francesco a Dionisi e Tudor, le ultime
2/6 ALLE 14:30
di MARCO CONTERIO
L'Hellas Verona sfoglia la margherita per il dopo Ivan Juric e sono ore frenetiche per Maurizio Setti e Tony D'Amico. Che vogliono scegliere bene il nome giusto per prendere la delicata eredità dell'allenatore croato. La piazza si fida e affida al direttore sportivo e alla sua squadra mercato che, nel corso delle ultime sessioni, ha sbagliato poche scelte. Ora quella più tosta: l'allenatore. I nomi caldi al momento sono tre. Eusebio Di Francesco è una pista concreta: l'allenatore ha aperto alla possibilità Hellas ma prima deve trovare l'accordo con il Cagliari per riuscire a liberarsi dal contratto da 1.5 milioni coi sardi. Un'intesa sulla buonuscita potrebbe accelerare le trattative con gli scaligeri che intanto, domani, attendono nuove sul fronte Alessio Dionisi. Il tecnico dell'Empoli è blindato in Toscana da un altro anno di contratto e per farlo uscire, sia all'Hellas che alla Sampdoria, Fabrizio Corsi chiede la buonuscita. Poi Igor Tudor: il croato è reduce dall'esperienza alla Juventus ed è pronto per ripartire con un'avventura da primo allenatore in carica.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
HELLAS VERONA di Redazione, 02/06/2021 14:02
Italiano resta allo Spezia, Di Francesco sempre più vicino al Verona
Vincenzo Italiano resterà allo Spezia e dunque per il Verona si chiude anche questa possibilità. Si avvicina dunque sempre di più alla panchina dell'Hellas Eusebio Di Francesco che dopo gli esoneri di Sampdoria e Cagliari cerca a Verona un riscatto. Per lui pronto un biennale a un milione di euro più bonus.
FONTE: TGGialloBlu.it
SERIE B
Benevento, due nomi per la panchina: Eusebio Di Francesco e Davide Nicola
DOMENICA 30 MAGGIO 2021 17:53
di DANIEL UCCELLIERI
© foto di Federico De Luca
Il Benevento continua a sondare il terreno alla ricerca di un tecnico che possa raccogliere l'eredità di Pippo Inzaghi. Secondo quanto riportato da Il Sannio Quotidiano i nomi caldi per la panchina delle Streghe sono quelli di Eusebio Di Francesco e Davide Nicola.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Cosa filtra sul possibile ritorno di Eusebio Di Francesco al Sassuolo
Alcuni tifosi sognano il ritorno di Eusebio Di Francesco al Sassuolo. Il tecnico può tornare sulla panchina neroverde? Le ultimissime news
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
Eusebio Di Francesco è uno dei papabili a sostituire Roberto De Zerbi sulla panchina del Sassuolo? Il tecnico è reduce da due esperienze negative sulle panchine di Sampdoria e Cagliari, avventure terminate con l'esonero nelle prime settimane della stagione con i doriani e a metà campionato con i sardi (prima l'esonero con la Roma ma anche una semifinale di Champions conquistata, secondo miglior risultato europeo della Roma).
Secondo la Gazzetta di Modena però il futuro di Di Francesco...non sarà u ritorno al passato. "Da escludere un ritorno di Di Francesco al Sassuolo" scrive il quotidiano modenese. Dunque, niente da fare per i tifosi che speravano di rivedere EDF sulla panchina del Sassuolo Calcio dopo l'addio ufficiale di mister Roberto De Zerbi.
Sezione: Calciomercato Sassuolo / Data: Mar 18 maggio 2021 alle 18:22
Autore: Redazione SN / Twitter: @sassuolonews
FONTE: SassuoloNews.net
GLI EX
Di Francesco riflette sull’Ungheria: un club interessato all’ex Sampdoria
12 Maggio 2021 Di Federico Nardi
Eusebio Di Francesco è pronto per tornare in panchina: l’ex allenatore di Sampdoria e Cagliari potrebbe ripartire dall’Ungheria
Ultime due stagioni da dimenticare per Eusebio Di Francesco. L’ex allenatore, dopo le pessime esperienze alla guida di Sampdoria e Cagliari è pronto per ripartire.
Secondo quanto riportato da Goal.com il Ferencvaros, squadra della massima serie ungherese, avrebbe già sondato il terreno per convincere il tecnico abruzzese ad approdare a Budapest, dato l’imminente addio di Serhij Rebrov, contattato nelle ultime settimane dalla nazionale ucraina: in lizza anche un altro italiano, Roberto Donadoni, fermo dall’estate del 2020.
FONTE: SampNews24.it
22 feb 2021
Comunicato della Società
Il Cagliari Calcio comunica di aver sollevato Eusebio Di Francesco dall’incarico di allenatore della prima squadra. Contestualmente viene interrotto il rapporto di lavoro con il vice allenatore Francesco Calzona, i collaboratori tecnici Stefano Romano e Giancarlo Marini, il preparatore atletico Nicandro Vizoco e lo psicologo Gianmaria Palumbo.
A tutti vanno i sinceri ringraziamenti del Club per l’attività sin qui svolta con particolare dedizione, impegno e professionalità.
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Statement from the Club
Cagliari have parted company with Di Francesco
Cagliari Calcio have parted company with Head Coach Eusebio Di Francesco. Also the Club have parted company with the assistant coach Francesco Calzona, the assistants Stefano Romano and Giancarlo Marini, the fitness coach Nicandro Vizoco and the psychologist Gianmaria Palumbo.
The Club thanks all of them for their contribution carried out with particular commitment and professionality.
24 gen 2021
Di Francesco rinnova con il Cagliari
Come annunciato dal presidente Giulini nel post-gara di Genoa-Cagliari, il Club ha raggiunto l’accordo con Eusebio Di Francesco per il prolungamento del suo contratto che lo legherà al Club sino al 30 giugno 2023.
“In settimana abbiamo rinnovato il contratto a mister Di Francesco per un altro anno così da trasmettergli ancora più forza, solidità e dimostrargli quanto crediamo in lui”, ha dichiarato il presidente Giulini. “Il tecnico ha la squadra in mano, siamo certi che sarebbe il primo a rendersi conto del contrario. Dobbiamo trasmetterci energie positive, ho visto troppe facce preoccupate e teste basse. Questa squadra ha qualità, ne usciremo, consapevoli che bisogna metterci tutti qualcosa di più”.
"Sono orgoglioso di questo rinnovo: ringrazio il Club, significa che vengono valutate le cose nel complesso e non solo sulla base del risultato”, ha dichiarato mister Di Francesco. "Deve essere una motivazione in più per fare meglio, il bilancio oggi non può soddisfare né me né la squadra. La fiducia del Club c'è ed è importante, mi fa molta rabbia che tutto quello che ci stiamo mettendo non porti risultati. Non dobbiamo cercare alibi ma guardare ai demeriti nostri, quanto stiamo facendo non basta e bisogna dare di più".
03 ago 2020
Di Francesco è il nuovo allenatore del Cagliari
Il Cagliari Calcio è lieto di annunciare di aver affidato la guida tecnica della prima squadra a Eusebio Di Francesco: l’allenatore ha raggiunto l’accordo che lo lega alla società rossoblù sino al 30 giugno 2022.
Nato a Pescara, l'8 settembre 1969, da calciatore ha indossato le maglie di Empoli, con cui ha esordito in Serie A a soli 18 anni, Lucchese, Piacenza, Ancona, Perugia. Campione d’Italia con la Roma nel 2001, ha collezionato 14 presenze e un gol con la Nazionale maggiore.
La sua carriera da allenatore inizia a casa, in Abruzzo: prima nel Lanciano e poi a Pescara dove nel 2010, dopo aver raggiunto i play-off, conquista la promozione in Serie B. Lascerà i biancoazzurri dopo un ottimo campionato cadetto, sbarcando in Serie A alla guida del Lecce. Nel giugno 2012 inizia la lunga e proficua esperienza con il Sassuolo. Cinque stagioni che metteranno in luce Di Francesco e la sua squadra come una delle realtà più giovani, brillanti e propositive del calcio italiano: dalla storica promozione in Serie A nel 2013 alla sorprendente qualificazione all’Europa League 2016-17.
Risultati e prestazioni che gli varranno il ritorno nella Capitale: alla sua prima stagione in giallorosso chiude terzo in campionato, qualificandosi in Champions League. L’anno successivo è artefice di un cammino entusiasmante nella competizione sfiorando addirittura la finale dopo la clamorosa rimonta sul Barcellona e l'elettrizzante semifinale contro il Liverpool. L'ultima esperienza in panchina è alla guida della Sampdoria nella stagione appena trascorsa.
Allenatore esperto e preparato, capace di dare un’identità di gioco ben precisa alle sue squadre, Di Francesco metterà ora a disposizione del Club tutta la professionalità e le sue competenze per contribuire alla crescita del Cagliari.
Benvenuto in Sardegna, Mister!
FONTE: CagliariCalcio.com
CALCIO
Alla scoperta di Eusebio Di Francesco, il cameriere arrivato in Champions
Alla scoperta di Eusebio Di Francesco: dalle origini del nome all’albergo di famiglia passando per lo stabilimento balneare il calcio, ovviamente.
Redazione - 22 Giugno 2019
Ex calciatore diventato poi allenatore, Eusebio Di Francesco ha scritto pagine importanti del calcio italiano sia in campo sia in panchina, accendendo la passione soprattutto a Roma, sponda giallorossa.
Di Francesco giocatore: i primi passi
Nato a Pescara l’8 settembre del 1969, Di Francesco cresce in una famiglia dove il Calcio è una grandissima passione. Basti pensare al fatto che il ragazzo deve il suo nome a Eusebio, l’asso portoghese.
Ancora piccolissimo inizia a tirare calci al pallone e a quindici anni entra nelle giovanili dell’Empoli. Fino a quell’età Di Francesco ha lavorato come cameriere presso l’hotel di famiglia, il Dragonara, situato a Sambuceto in provincia di Chieti.
Il suo esordio in Serie A arriverà appena tre anni dopo, nella stagione 1987-1988, quella della retrocessione dei toscani in Serie B.
Dopo qualche anno passato tra la serie cadetta e la C, nel ’95 passa al Piacenza poi, due anni dopo, si concretizza il suo trasferimento alla Roma, con cui vincerà il campionato nella stagione 2000-2001.
Di seguito il video con il gol messo a segno da Eusebio Di Francesco in occasione della sfida contro l’Udinese:
Eusebio Di Francesco: moglie, figli e vita privata
Ebbene sì, Di Francesco è sposato. La moglie di Eusebio Di Francesco è la signora Sandra, la quale ha passato una vita passata a seguire il marito, sempre in prima fila tra i suoi sostenitori, tranne quando incrocia Federico, figlio di Eusebio Di Francesco e giocatore dal talento cristallino.
Gli altri figli della coppia sono Mattia, studente di Scienze Motorie, e Luca, il più piccolo.
Della vita privata dell’allenatore si sa molto poco: lui è una persona schiva che non ama le luci della ribalta né quelle delle macchine fotografiche dei paparazzi.
Nella Capitale capita spesso di vederlo al fianco della moglie per le vie dell’EUR o a cena da Checco dello Scapicollo, nota pizzeria romana.
Cinque curiosità…
Andiamo ora alla scoperta di cinque curiosità su Eusebio Di Francesco:
• Fu convocato per la prima volta in Nazionale nell’estate del ’97 ma rifiutò per giocare con il suo Piacenza lo spareggio contro il Cagliari per rimanere in A.
• Eusebio Di Francesco, gli occhiali sono un simbolo. Il tecnico ha come tratto distintivo le sue grandi montature stravaganti. Solo stile? “Gli occhiali li porto perché non vedo niente… Però si, mi piace rappresentare bene me stesso e la società. Non dico che uno in tuta non lo faccia, ma io mi sento più a mio agio così, con questo stile”.
• Tra le sue tante attività Eusebio Di Francesco è stato anche gestore di uno stabilimento balneare a Pescara.
• Il grande rimpianto? Essersi fermato alla terza media nel campo degli studi.
• Il suo allenatore di riferimento? Zeman.
FONTE: NewsMondo.it
NEWS
U.C. Sampdoria: comunicato stampa del 7 ottobre 2019
Il presidente Massimo Ferrero e l’U.C. Sampdoria comunicano di aver raggiunto un accordo con Eusebio Di Francesco e il suo staff tecnico per l’interruzione consensuale del rapporto professionale.
Il club ringrazia Di Francesco e staff per il lavoro svolto e per la disponibilità dimostrata.
NEWS
Di Francesco è il nuovo allenatore della Sampdoria
22 GIUGNO 2019
Il presidente Massimo Ferrero e l’U.C. Sampdoria danno il benvenuto a Eusebio Di Francesco, che si è legato alla società in qualità di allenatore responsabile della prima squadra fino al 30 giugno 2022.
«Di Francesco è la scelta migliore, con l’obiettivo di continuare a far crescere la nostra Samp – sottolinea il presidente Ferrero -. È un tecnico che metterà a disposizione preparazione, esperienza, gioco, voglia, mentalità. Benvenuto, Eusebio!».
FONTE: Sampdoria.it
EUSEBIO DI FRANCESCO NON È PIÙ IL RESPONSABILE TECNICO DELL'AS ROMA
L’AS Roma comunica che da oggi Eusebio Di Francesco non è più il responsabile tecnico del Club.
Di Francesco 07 mar 2019
La Società ringrazia l’allenatore per il lavoro svolto sulla panchina giallorossa e gli augura il meglio per il futuro.
“Da parte mia e di tutta l’AS Roma, vorrei ringraziare Eusebio per l’impegno profuso”, ha dichiarato il presidente Jim Pallotta. “Ha sempre lavorato con un atteggiamento professionale e ha messo al primo posto gli interessi del Club rispetto a quelli personali. Gli auguriamo il meglio per la sua carriera”.
Di Francesco, che da giocatore ha vinto uno Scudetto con la Roma nel 2001, aveva iniziato la sua nuova avventura nella Capitale nell’estate del 2017.
L’allenatore sarà sempre ricordato dai tifosi per aver guidato la Roma fino alle semifinali di Champions League nella stagione 2017-18, il miglior piazzamento mai ottenuto in Europa dal Club dal 1984, grazie all'incredibile rimonta per 3-0 contro il Barcellona.
EUSEBIO DI FRANCESCO PROLUNGA IL SUO CONTRATTO FINO AL 2020
L'AS Roma è lieta di annunciare che Eusebio Di Francesco ha esteso il suo accordo con il Club fino al termine della stagione 2019-20.
18 giu 2018 Di AS Roma
Nella sua prima annata sulla panchina giallorossa, il tecnico ha collezionato 51 panchine, con un bilancio di 29 vittorie, 10 pareggi e 12 sconfitte, raggiungendo il terzo posto in campionato e una storica semifinale in Champions League.
“Sono estremamente felice di poter continuare a vivere questa avventura con la Roma e i nostri tifosi”, ha dichiarato l'allenatore. “La fiducia che ho avvertito da parte del presidente e dei dirigenti mi ha reso orgoglioso, spero di ripagarla con una stagione ancor più entusiasmante di quella precedente”.
“La scorsa estate, quando abbiamo ingaggiato Eusebio, dichiarai che eravamo in cerca di un allenatore in grado di ottenere il massimo dalla nostra squadra e allo stesso tempo di far crescere i nostri giovani talenti”, ha commentato il Presidente Jim Pallotta. “Credo che il mister sia riuscito a ottenere entrambi i risultati alla sua prima stagione sulla nostra panchina. Per noi è importante mantenere la continuità e la stabilità che Eusebio apporta al progetto. Il rinnovo del contratto che ha firmato oggi è il segno di quanto crediamo nelle sue capacità di far crescere sempre di più la Roma”
“Questo accordo dimostra ancora una volta l’enorme fiducia che abbiamo sempre riposto nei confronti di mister Di Francesco”, ha dichiarato il direttore sportivo Monchi. “Siamo sicuri che insieme coltiveremo nuovi sogni e centreremo i nostri obiettivi”
FONTE: ASRoma.com
Capolavoro Di Francesco: il 3-4-1-2 giallorosso che ha battuto gli alieni del Barcellona
La notte magica della Roma, che ha battuto il Barcellona 3-0, è stato un vero capolavoro tattico di Di Francesco che ha puntato tutto sulla solidità di un centrocampo funzionale in fase difensiva ed offensiva e la trasformazione degli esterni. Fondamentale però, il lavoro di Dzeko.
11 APRILE 2018 12:35 di Fabrizio Rinelli
Roma ha vinto e l’ha fatto in modo sensazionale, sorprendendo tutti, compreso il Barcellona, completamente annichilito dal capolavoro tattico di Eusebio Di Francesco capace di rifilare ben 3 gol ai catalani, quanto basta, per mandare a casa i ragazzi di Valverde che sono mai stati in grado di rompere il muro dei giallorossi, bravi, sia in fase difensiva che di ripartenza. Un gioco, quello della Roma, che ha mandato in tilt Messi e compagni fin da subito, con un modulo diverso dal 4-3-3 tradizionale di DiFra.
Un 3-4-1-2 (o 3-5-2) che garantiva tenuta di palla e ripartenza quando necessario per sfruttare gli spazi lasciati aperti dal Barcellona. Un cambiamento radicale quello del tecnico romanista che ha puntato tutto sulla fisicità e l’intelligenza tattica di Dzeko, uomo in più nella notte dell’Olimpico e di una difesa, che in fase di ripiegamento si trasformava passando a 5 grazie al preziosissimo lavoro di Kolarov e Florenzi. Ma andiamo a vedere dunque in che modo Di Francesco è riuscito a battere Valverde.
Modulo cambiato con gli esterni che sorprendono i catalani
Nel 3-4-1-2 che si trasformava in 3-5-2 in fase difensiva, disegnato da Di Francesco ad inizio gara, non c’è soltanto il cambiamento di una difesa a 3 che aveva il compito di andare a chiudere ogni spazio creato dai catalani, ma anche quello di occupare bene il reparto, in fase di ripiegamento, trasformandosi in uno scudo a 5 con l’aiuto di Kolarov e Florenzi. Già, i due esterni alti dei giallorossi che non avevano compiti difensivi particolari, anzi, avevano il duplice obiettivo di offendere quando possibile, ma soprattutto quello di bloccare la manovra sugli esterni dei catalani, sempre pericolosi, con Jordi Alba e Semedo.
in foto: Bloccare gli esterni da una parte e ripartire dall’altra con inserimento degli uomini del centrocampo a supporto delle punte
E allora è stata proprio questa l’arma in più di Di Francesco, una pressione costante degli esterni romanisti su quelli catalani che hanno costretto Iniesta e compagni a far convergere l’azione spesso per vie verticali. Un bel problema visto il Daniele De Rossi visto ieri sera, un vero mastino in mezzo al campo. Per il serbo 3 palloni intercettati e l’importanza di fare da collante tra le linee di passaggio, al contrario di Florenzi che, dall’altra parte aveva obiettivi più offensivi riuscendo a piazzare ben 8 cross di cui 4 precisi per servire i compagni (Dzeko ed El Shaarawy nella ripresa).
in foto: Lo schieramento camaleontico della Roma contro il Barcellona (SofaScore)
La posizione strategica di De Rossi
La formazione iniziale di Di Francesco implicava una funzione multipla del centrocampo. Da un lato quella di badare alla manovra del gioco di Iniesta andando a pressare sul portatore di palla spagnolo e impedirgli di lanciare verso gli esterni, dall’altro quella di ripartire subito con capovolgimenti di fronte veloce. De Rossi, in questo contesto, è stato fondamentale, capace di piazzare prima l’assist per Dzeko per il momentaneo 1-0 per poi farsi trovare sempre pronto a chiudere le azioni in verticale dei catalani.
Pensate che dei 17 passaggi lunghi effettuati dal capitano giallorosso, ben 11 sono giunti a destinazione per i piedi di Dzeko e degli esterni alti della Roma. Una funzione, quella di De Rossi, fondamentale proprio per chiudere sul portatore di palla avversario, con gli esterni bloccati. A questo, va ovviamente aggiunta la straordinaria forma fisica del numero #16 giallorosso capace di tenere botta per 94’ ai catalani.
Strootman a badare al solo Rakitic
Ma il fondamentale ruolo nel centrocampo giallorosso affidato a De Rossi, non sarebbe stato perfetto se non ci fosse stato il prezioso supporto di uno Strootman perfetto nel chiudere sull’altro pericolo della squadra catalana: Ivan Rakitic. Il vero jolly di Valverde, che all’andata sorprese i giallorossi che lo lasciarono troppo libero di svariare sulla trequarti e libero di inserirsi, è stato tallonato costantemente dall’olandese che ha improntato praticamente gran parte della sua partita nell’intercettare palloni diretti all’ex Siviglia ed aiutare De Rossi nel raddoppio su Iniesta.
Bloccare Rakitic è stata forse la chiave di volta di una partita, quella dell’andata, che aveva visto il biondo blaugrana inserirsi negli spazi lasciati liberi dal centrocampo giallorosso concentrata forse solo a tenere a bada Messi e Suarez là davanti. Ben 3 contrasti vinti e anche per lui una precisione nei passaggi, una volta conquistata palla, importante, pari al 66%. Bloccare i punti di forza del Barcellona e concentrarsi su di loro, è stata la vera svolta di questa Roma.
Nainggolan e la funzione multipla di reparto
Ma gli elogi al centrocampo giallorosso non finiscono di certo qui, soprattutto perchè Di Francesco, da sfoderare all’Olimpico, aveva un’arma in più, ovvero, quel Radja Naninggolan che avrebbe fatto tanto comodo al ‘Camp Nou’ all’andata e che si è rivelato decisivo in più occasione nel 3-0 finale dei giallorossi ai catalani. Il ‘pendolo’ come veniva comunemente chiamato in passato il lavoro svolto dal belga ieri sera, è stato un altro punto fondamentale della vittoria tattica di Di Francesco su Valverde.
in foto: La posizione strategica di Nainggolan di inserimento negli spazi alle spalle di Dzeko con la complicità di Kolarov
Partito da posizione di interno di un centrocampo a 5, in fase offensiva, l’ex Cagliari aveva il compito di sganciarsi dalla linea mediana e piazzarsi sulla trequarti, alle spalle di Dzeko e rifinire proprio come accadeva lo scorso anno con Spalletti. Ma c’è di più. Nainggolan era anche colui il quale si appoggiava a supporto degli esterni, specie a sinistra, in una sorta di sovrapposizione multipla su Kolarov che spesso l’ha mandato al cross in orizzontale, basso per gli accorrenti centrocampisti o alto per la testa di Dzeko.
L’importanza di Dzeko
Capitolo attaccanti. Gli aggettivi per descrivere il lavoro di Edin Dzeko nella magica notte di Roma sono davvero terminanti quando l’urlo liberatorio dell’Olimpico ha festeggiato, commosso, l’accesso alle semifinali della Roma. Già, perchè il bosniaco è stato il vero collante tra il reparto di difesa e centrocampo di una squadra, quella giallorossa, che ha puntato molto sulla fisicità del bosniaco che non aveva solo il compito, ovviamente, di provare a gonfiare la rete della porta difesa da Ter Stegen, ma anche quello di tenere alta la squadra, facendo salire e rifiatare il centrocampo, andandosi anche a guadagnare punizioni importanti, fondamentali in questo senso.
Ma il lavoro dell’ex Wolfsburg non si è di certo fermato qui. Oltre al gol infatti, Dzeko ha avuto il merito di mettere sempre in azione gli esterni d’attacco, con Schick, sorprendente contro i catalani, che gli girava intorno non dando punti di riferimento alla difesa catalana che quasi l’ha servito invano, liberando spesso spazi importanti ad Edin che ha fatto della sua gara un vero capolavoro.
FONTE: Calcio.FanPage.it
CALCIO CHAMPIONS LEAGUE 7 MIN
Roma-Barcellona 3-0: Dzeko, De Rossi e Manolas! E' semifinale di Champions League
La squadra di Di Francesco realizza la clamorosa remuntada battendo 3-0 in casa il Barcellona di Messi e regalandosi la semifinale di Champions League
Roma-Barcellona 3-0: Dzeko, De Rossi e Manolas! E' semifinale di Champions League
© ANSA
Simone Zizzari ● 10.04.2018 22:38
ROMA - La Roma è già nella leggenda. Al termine di una partita incredibile, unica, speciale, Dzeko e compagni regalano al proprio popolo una vittoria pazzesca. Un 3-0 che umilia il Barcellona di Messi e porta la squadra in semifinale di Champions League. Un trionfo davanti ad un Olimpico pieno all'inverosimile, uno stadio che pulsava amore e che ha vissuto una partita straordinaria, impensabile alla vigilia. Merito di tutti e soprattutto di Di Francesco che ha cambiato pelle alla sua squadra entrando in campo con un 3-5-2 che ha spiazzato un Barcellona mai pericoloso, per nulla agevolato da un Messi ridotto ad un fantasma dai perfetti movimenti della retroguardia romanista.
Lì in mezzo al campo è stato De Rossi a dettare legge, mettendo in mostra una prestazione da capitano vero, sempre nel vivo del gioco, sempre pronto ad arginare e a fare diga contro tutto e tutti e autore del gol sul rigore che ha riacceso le speranze del pubblico. In avanti, infine, menzione d'onore per Dzeko, in una serata stellare e autentico trascinatore della squadra con l'ennesimo gol rifilato al Barça. Il gol qualificazione, poi, porta la firma di Manolas a dieci minuti dal termine. Proprio come nelle favole più belle. De Rossi e Manolas, protagonisti in negativo al Camp Nou con le due autoreti che avevano segnato l'andata, eroi nella notte indimenticabile dell'Olimpico con due gol che portano la Roma fra le quattro migliori d'Europa.
PRIMO TEMPO, CHE ROMA! - Il primo tempo è un monologo della Roma. Impressionante il modo in cui i giallorossi riescono a schiacciare il Barcellona nella propria metà campo. Le retroguardia ospite è in perenne affanno e sballa a più riprese con Umtiti al centro e Semedo sulla destra in evidente stato confusionario. E' sulle fasce che si sviluppa principalmente il gioco capitolino: Florenzi sulla destra e Kolarov sulla sinistra spingono costantemente e costringono Sergi Roberto e Iniesta ad un lavoro di copertura. In avanti Dzeko va che è una meraviglia, tenendo in apprensione i due centrali Piqué e Umtiti. La mossa di Di Francesco con un 3-5-2 molto offensivo risulta vincente.
Nel primo tempo il Barcellona si vede dalle parti di Alisson solo su due calci da fermo sballati di Messi e su un'incursione di Sergi Roberto senza troppe pretese. Il resto è solo Roma. E proprio i giallorossi riescono a sbloccare il risultato in apertura. Siamo al 6' quando un lancio di De Rossi trova Dzeko in area blaugrana: l'attaccante è bravo ad anticipare Umtiti e l'uscita di Ter Stegen e ad infilare il gol che accende i 70 mila dell'Olimpico. Per il bosniaco è il terzo gol nelle ultime tre sfide contro i catalani. Schick, più vivace del solito, si divora una grande occasione di testa al 37', colpendo a lato su un cross perfetto di Fazio. Ter Stegen viene chiamato agli straordinari per due volte da Dzeko, letteralmente inarrestabile. Il primo tempo si chiude con la Roma a recriminare per un vantaggio troppo striminzito per quanto costruito e un irriconoscibile Barça meritatamente sotto nel punteggio (non accadeva in Champions dall'aprile del 2017 contro la Juventus).
DE ROSSI E MANOLAS SHOW - La ripresa della Roma è furia allo stato puro con il Barcellona, se possibile, ancora più sotto pressione. Dzeko continua la sua monumentale prestazione e al 57' sfrutta nel miglior modo possibile la verticalizzazione di Nainggolan scattando verso Ter Stegen. Sul bosniaco interviene Piqué che lo stende nettamente in area blaugrana. E' rigore. Sul dischetto va De Rossi che insacca sotto la curva Sud. Il 2-0 adesso riapre qualsiasi discorso. Il miracolo non sembra più così irrealizzabile. Il doppio svantaggio sveglia il Barcellona che prova ad alzare il baricentro dopo un'ora di sofferenza e barricate. Nainggolan e De Rossi spaventano Ter Stegen in due occasioni. Di Francesco si gioca la carta Ünder al posto di Schick negli ultimi venti minuti. Al 74' si sveglia Messi che trova il primo spunto della partita ma calcia troppo centralmente per spaventare Alisson. Nell'azione seguente è Ünder a cercare un tiro a giro fuori misura. Di Francesco cambia modulo e tenta il tutto per tutto passando al 3-4-3 con El Shaarawy in campo al posto di Nainggolan. Al 79' Florenzi crossa in area un pallone sul secondo palo sul quale si avventa El Shaarawy che anticipa Semedo ma trova l'opposizione miracolosa di Ter Stegen che salva la qualificazione blaugrana. All'83' arriva il gol del miracolo e lo realizza di testa Manolas deviando di testa un pallone calciato da Ünder. E' il 3-0 che consegna questa partita alla storia del calcio. Gli ultimi minuti sono interminabili per De Rossi e compagni. Dembelé e Messi mettono i brividi in due occasioni ma il gol non arriva e non arriverà più. La Roma annichilisce il Barcellona e accede alle semifinali di Champions League, una qualificazione da brividi in una serata che il popolo giallorosso non dimenticherà mai più.
FONTE: CorriereDelloSport.it
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Di Francesco e i suoi fratelli: Walter e Maurizio raccontano il piccolo Eusebio: "Ha iniziato da ciclista e ci piacerebbe se allenasse Federico"
Autore: Redazione
14 Giugno 2017
Il gioco di prestigio riuscito quando andò a dichiarare all’anagrafe il nome del suo terzo figlio, al signor Arnaldo Di Francesco risultò addirittura facile. Il neonato doveva chiamarsi Luca, come aveva concordato con la moglie, ma siccome il suo idolo del momento era il calciatore Eusebio, invertì i nomi facendo finire Luca solo dopo la virgola. Ma, come detto, l’operazione gli sembrò una banalità dal momento che appena 3 anni prima aveva già fatto le prove generali. Quella volta c’era da dichiarare il nome del primogenito e il signor Arnaldo, grande appassionato di ciclismo, era deciso a chiamarlo Fausto, in onore di Fausto Coppi. Alla fine però riuscì a resistere per non far dispiacere la moglie e decise per Maurizio, Fausto. Tre anni dopo la tentazione fu troppo forte ed Eusebio prese il posto di Luca.
“Che poi io in bicicletta ci andavo per davvero - racconta Maurizio Di Francesco a gianlucadimarzio.com - ed Eusebio mi veniva sempre dietro perché da buon fratello minore mi imitava in tutto”. Quindi c’è tanto merito di Maurizio nella futura carriera di calciatore e allenatore di Eusebio Di Francesco. “Quando iniziai a giocare a calcetto lui cambiò subito sport per giocare con me”. A pochi passi da casa, a Sambuceto in provincia di Chieti. “Si giocava in mezzo ai campi di terreno partite che duravano 4 ore a tempo. Fino a quando non i nostri genitori non ci venivano a chiamare e quasi ci riportavano a casa per le orecchie”.
Maurizio non nega che fin da piccolissimo Eusebio era di un’altra categoria. “Ed infatti non ci stupimmo più di tanto quando a 15 anni fu chiamato per andare nelle giovanili dell’Empoli”. Ad accompagnarlo la prima volta ci andò proprio lui, il fratello maggiore insieme al papà. “Quando scoprimmo che avrebbe condiviso la stanza con un altro ragazzino ci tranquillizzammo molto perché sapevamo che non avrebbe sofferto troppo la solitudine”. Quel ragazzino, poi, sarebbe diventato il suo amico più caro, seppure a volte rivale in campo e in panchina: Nicola Caccia.
Tra Maurizio ed Eusebio da bambini c’era il classico rapporto tra fratelli, “odi et amo”. “Litigavamo spesso perché entrambi abbiamo caratteri forti. E forse è anche per questo che non mi ha mai dedicato un gol”, aggiunge Maurizio con un sorriso pieno di affetto. “Non solo a calcio era più bravo di me: a scuola ci andava malvolentieri ma portava a casa ottimi risultati, e soprattutto con le ragazze andava molto meglio di me”.
Quando parla del fratello minore Maurizio scherza spesso e volentieri. “Ah se non mi fossi fatto male al ginocchio a 16 anni…chissà se non avessi potuto fare la sua stessa carriera. Io giocavo un po’ più esterno di lui, e diciamo che adesso mi rivedo molto in mio nipote Federico”. Si, perché il figlio di Eusebio è l’unico di famiglia che ha scelto di seguire la strada tracciata dal papà. “Fin da piccolo lo ricordo sempre con il pallone tra i piedi, ed in questo è sempre stato diverso dagli altri figli di Eusebio”. Ma nel suo processo di crescita la figura del padre ha avuto un ruolo importante seppur mai invadente. “Eusebio lo tiene sempre con i piedi per terra. Non l'ha mai esaltato. E gli dice che quando farà due gol all'Olimpico allora potrà dire di aver fatto qualcosa di simile a lui”. Lo stimola, sempre. Anche se Federico è un ragazzo tranquillo che sa stare al proprio posto. “Mi ricorda il papà negli inserimenti, anche se in progressione Eusebio era molto meglio. Mi piacerebbe se un giorno potesse essere allenato da suo padre perché potrebbe sviluppare al massimo la potenzialità”.
Tra Maurizio ed Eusebio, poi c’è anche un terzo fratello, Walter, che al calcio giocato si è avvicinato solo da adulto “Perché da ragazzino era troppo grasso - aggiunge ridendo Maurizio - e adesso di ruolo fa il macellaio, perché penso che il pallone non lo becchi mai”. Walter ascolta, sorride e sotto sotto annuisce. “Più che altro faccio il difensore in una squadra amatoriale over 40”. Si chiama Pescara 2000 e quando Eusebio allenava il Pescara ogni tanto andava anche a dargli una mano in campo. “Adesso al massimo ci dà qualche dritta tattica quando il nostro allenatore gli chiede un consiglio, perché è rimasto legatissimo a questa terra e questo gruppo di amici con il quale è cresciuto”.
Più lontano, invece, c'è Federico, che ora gioca a Bologna, dopo quel Lanciano dove è esploso, a due passi dall’albergo Dragonara di Maurizio e Walter. Ora Eusebio si è avvicinato. Da Sassuolo a Roma e chissà che nei momenti di pausa non torni a dare due indicazioni tattiche a Walter. La distanza non è mai stata un problema per i fratelli Di Francesco: cresciuti insieme, dalla bicicletta al campo di calcio
FONTE: GianlucaDiMarzio.com
EUSEBIO DI FRANCESCO È IL NUOVO ALLENATORE DELLA ROMA
L’AS Roma è lieta di annunciare che Eusebio Di Francesco è il nuovo responsabile tecnico del Club.
Di Francesco 12 giu 2017 Di AS Roma
L’allenatore 47enne ha firmato un contratto che lo legherà alla società giallorossa fino al 2019.
“Quando ci siamo riuniti per valutare il candidato ideale alla panchina della Roma, eravamo in cerca di qualcuno che potesse tirare fuori il meglio dai nostri calciatori. E anche aiutare a valorizzare i talenti del nostro settore giovanile”, le parole del presidente Jim Pallotta. “ll nostro nuovo direttore sportivo Monchi ha scelto Eusebio di Francesco e, con lui, il suo stile di gioco. Riteniamo che sia la decisione giusta per la Roma”.
Da calciatore, Eusebio Di Francesco ha vestito la maglia della Roma per quattro stagioni, dal 1997-98 al 2000-01. In giallorosso ha totalizzato 129 presenze e 16 reti, conquistando uno Scudetto. Terminata la carriera agonistica, ha ricoperto il ruolo di team manager nella Roma nel 2005-06.
Nelle ultime cinque stagioni ha guidato il Sassuolo, conquistando due storici traguardi come la prima promozione in Serie A nel 2013 e la partecipazione all'Europa League del 2016-17.
“Sono molto felice di essere tornato a Roma, ad allenare una squadra che ha sempre rappresentato molto per me”, ha dichiarato il nuovo allenatore della Roma dopo la firma. “Ringrazio il Presidente Pallotta e i dirigenti per questa opportunità. Metterò tutto il mio impegno per far sì che questa squadra ottenga i risultati che merita”.
FONTE: ASRoma.com
Eusebio Di Francesco: le 10 cose che non sai su di lui
09/11/2015
Alcuni aneddoti relativi al tecnico del Sassuolo, Eusebio Di Francesco
1. Il debutto
Ha debuttato in Serie A con la maglia dell’Empoli nel campionato 1987-1988. Appena diciottenne giocò appena una partita in quel campionato.
2. Le due retrocessioni consecutive
L’inizio della carriera da calciatore fu quantomeno sfortunata. Dopo quella stagione in A l’Empoli retrocedette e lui divenne titolare nella squadra che avrebbe dovuto provare la risalita immediata nella massima serie. Collezionò 34 partite e realizzò la prima rete ma alla fine dell’anno fu ancora retrocessione. Nella discesa agli inferi dell’Empoli c’è l’ascesa di Eusebio Di Francesco.
3. La nascita del figlio a Pisa
Ebbe un figlio, di nome Federico, che oggi gioca nella Virtus Lanciano in Serie B, quando era alla Lucchese. E infatti Federico è nato presso l’ospedale di Pisa. Il destino di un figlio d’arte.
4. La prima convocazione in nazionale e il rifiuto
La sua prima convocazione in nazionale arrivò nell’estate del ’97 ma Eusebio la rispedì al mittente: aveva da giocare con la maglia del Piacenza lo spareggio contro il Cagliari per rimanere in A.
5. L’arrivo alla Roma
Eusebio Di Francesco arrivò alla Roma che aveva già 28 anni, e come rincalzo in una due giorni nella quale i giallorossi annunciarono anche Paulo Sergio, Cafu e Chimenti. Fu convinto da Sensi ad accettare l’offerta, e fu cercato anche da Juventus, Milan e Inter.
6. Lo scudetto con la Roma
Fu uno degli artefici della vittoria dello scudetto della Roma nel 2000-2001. Risulta ad oggi l’unico trofeo vinto dall’ex calciatore divenuto poi allenatore.
7. La carriera dirigenziale
Nella penombra Di Francesco ha provato anche a fare il dirigente prima come team manager della Roma e poi come direttore sportivo della Val di Sangro. Non ha avuto la lucidità di tanti suoi colleghi che una volta lasciato il calcio giocato sono passati direttamente alla panchina da allenatore.
8. I numeri
Nella carriera da allenatore ha vinto 82 delle 174 partite giocate: quasi una su due. Numeri impressionanti per un allenatore che ormai da tre stagioni guida una squadra che deve salvarsi in Serie A e non una corazzata.
9. I due esoneri tra Lecce e Lanciano
Eusebio Di Francesco ha collezionato tre esoneri in carriera: uno è quello pazzesco di Sassuolo, ma la dirigenza neroverde riuscì a tornare sui propri passi dopo 5 sconfitte consecutive maturate con Alberto Malesani. I primi due arrivarono invece in condizioni diverse: fu esonerato a Lanciano alla primissima esperienza da allenatore e poi a Lecce, alla prima panchina in A, lasciando i giallorossi ultimi in classifica a dicembre e destinati alla retrocessione nonostante la scalata guidata da Serse Cosmi.
10. Il Pescara nel cuore
Pescara è casa sua. Anche il Pescara è casa sua. Non ha mai giocato nella squadra della propria città natale, ma la ha allenata con buon successo e ci ha giocato anche il figlio, protagonista di una manciata di presenze con i biancoazzurri in Serie A.
FONTE: SportReview.it
9 Maggio 2013
A Pescara sboccia un talento: Di Francesco sogna di seguire le orme di papà Eusebio
Federico, diciannovenne figlio del tecnico del Sassuolo, viveva a Trigoria e domenica per poco non dava un dispiacere alla Roma. E quel saluto con De Rossi la dice lunga...
Il calcio regala spesso emozioni inaspettate come è successo domenica scorsa all'Olimpico quando con la maglia del Pescara è sceso in campo Federico Di Francesco, 19 anni non ancora compiuti. Lui figlio di un ex bandiera giallorossa, un certo Eusebio Di Francesco (attuale tecnico del Sassuolo) che ha lasciato un ottimo ricordo alla Roma.
Strana la sua storia visto che da bambino era di casa a Trigoria e che domenica da avversario per poco non faceva piangere i capitolini. E se non fosse stato per la splendida parata di Stekelemburg avremmo raccontato stamani tutt'altro discorso.
In campo in molti stentavano a riconoscerlo, specie Daniele De Rossi che al momento di salutarlo è rimasto basito: "Il figlio di Eusebio? Anvedi quanto sei cresciuto". E con il padre sembra aver un'affinità che va oltre il ruolo in campo. Intanto il giovane figlio l'ha superato visto che l'ex giallorosso fece il suo debutto a 19 anni e 4 mesi (Juventus-Empoli del 31 gennaio del 1988).
FONTE: Goal.com
LECCE, COSMI NUOVO ALLENATORE
Via Di Francesco dopo il ko col Napoli
04/12/11
E' stata fatale l'ultima sconfitta del Lecce contro il Napoli (4-2) a Eusebio Di Francesco. Il tecnico è stato, infatti, esonerato dopo nemmeno 24 ore dal k.o. patito al San Paolo. Al suo posto arriva Serse Cosmi. Un comunicato ufficiale mette nero su bianco al cambio di guida tecnica per la squadra salentina che, attualmente, è ultima in classifica con appena otto punti e ben nove sconfitte collezionate.
FONTE: SportMediaset.Mediaset.it
24 Giugno 2011
ULTIM’ORA
LECCE, 19:30
CALCIO, LECCE: UFFICIALE, DI FRANCESCO E' IL NUOVO ALLENATORE
L'U.S. Lecce ha annunciato, con una nota sul proprio sito ufficiale, l'ingaggio di Eusebio Di Francesco quale allenatore della squadra per la stagione 2011-12: il nuovo tecnico sarà presentato lunedì prossimo presso la sala stampa dello stadio di 'Via del Mare'.
FONTE: Sport.Repubblica.it
Il Pescara ammaina la bandiera Di Mascio
La società esonera il responsabile del vivaio e al suo posto chiama Di Francesco.
di LUIGI DI MARZIO
19 settembre 2009
PESCARA. Dopo dodici anni un’altra bandiera è stata ammainata: Cetteo Di Mascio è fuori dai giochi biancazzurri. E’ stato sollevato dall’incarico giovedì sera nel corso di un faccia a faccia in sede. Una decisione forse covata da un po’ di tempo dallo stato maggiore del Pescara e solo ieri è stata ufficializzata con poche righe, attraverso un comunicato stampa. Il talent-scout pescarese è stato esonerato a pochi giorni dall’inizio dei campionati giovanili. Di sicuro il periodo scelto per mandare via il responsabile del settore giovanile non è stato dei migliori. Per carità il nuovo assetto societario è libero di fare tutte le scelte che ritiene opportune, ma il benservito doveva essere confezionato in altra maniera.
Le motivazioni? Diversità di vedute e riorganizzazione delle giovanili, in sintesi sono state queste le motivazioni fornite dal club che ha completamente rigenerato l’assetto aziendale. Di Mascio non è mai stato di molte parole e in questo momento il suo ermetismo è comprensibile. «Prendo atto con molto rammarico della decisione presa. Sono molto perplesso, ma per il momento non voglio commentare. Mi dispiace parecchio lasciare tutti i ragazzi delle giovanili e il mio staff», è il telegrafico commento dell’ex allenatore biancazzurro che in circa dodici anni ha sfornato diversi calciatori che hanno calcato i campi di mezza serie A e B: Oddo, Grosso, Diakitè, Falcone, Luisi, Cani, D’Aversa, Croce. Senza dimenticare il bimbo-prodigio Marco Verratti. Daniele Sebastiani, amministratore delegato del Pescara, spiega così il motivo della separazione: «Di Mascio è una persona eccezionale sotto il profilo personale e tecnico.
Nessuno può mettere in dubbio le sue capacità», sostiene il dirigente pescarese. «Non è stata una scelta semplice, ma da un po’ di tempo è venuto a mancare qualcosa. Le sue idee e le nostre non collimavano più», aggiunge Sebastiani. «Questa decisione non può essere etichettata come un fulmine a ciel sereno, perché è stata presa in base alla riorganizzazione del settore giovanile che vogliamo attuare. Ciò che lui ha fatto per il Pescara è sotto gli occhi di tutti e non si discute. Adesso, però, bisogna guardare avanti e pensare al futuro. Di Mascio lascia un’eredità importante e per questo lo ringrazio.
Da oggi parte una nuova era del settore giovanile, fatto con una nuova programmazione e solo il tempo potrà dire se abbiamo avuto ragione
o meno». Intanto, il suo successore è stato nominato nella riunione che i soci del Pescara hanno avuto ieri sera; si tratta di Eusebio Di Francesco, 40 anni, ex allenatore della Virtus Lanciano e vecchia gloria della Roma. Toccherà a lui raccogliere l’eredità lasciata in dote da Cetteo Di Mascio.
FONTE: IlCentro.Gelocal.it
Di Francesco lascia il posto a Dino Pagliari
La Virtus Lanciano ha esonerato l'allenatore Eusebio Di Francesco, 39 anni, e ha affidato la squadra a Dino Pagliari. Che proprio ieri ha compiuto 52 anni e che oggi pomeriggio sarà presentato al Biondi. Il tecnico di San Giovanni Teatino ha "pagato" con il licenziamento le ultime cinque sconfitte di fila. Ma l'avvicendamento sulla panchina rossonera è arrivata al termine di una giornata difficile. Decisione sofferta, quella della famiglia Maio.
«Ci sto male, mi dispiace tantissimo», ha commentato la presidente Valentina Maio, «abbiamo avuto un ottimo mister, una grande persona. Come tutto lo staff d'altronde. Purtroppo, il calcio va al contrario e quindi siamo stati costretti ad adeguarci alle sue regole. Non avendo potuto cambiare tanti giocatori abbiamo sostituito l'allenatore. A Eusebio vanno l'affetto e la stima di tutta la famiglia». Con Di Francesco vanno via il secondo Giancarlo Marini e il preparatore atletico Nicandro Vizoco. Dino Pagliari sarà affiancato da nuovi collaboratori. Il tecnico - originario di Macerata ma stabilitosi a Terni - in queste ore rescinderà il contratto con il Ravenna e ne firmerà uno con la Virtus con scadenza giugno 2009 e opzione per il rinnovo biennale da formalizzare sulla base dei risultati raggiunti. «A Dino Pagliari», ha detto la Maio, «chiediamo di tirare fuori il carattere alla squadra e di conquistare la salvezza il più in fretta possibile».
Decisione sofferta.
Di Francesco è stato messo in discussione dopo l'ultima sconfitta di Potenza. Dopo che la squadra è precipitata in zona play out. Lunedì pomeriggio l'incontro tra alcuni dirigenti e Dino Pagliari, a metà strada. Poi il tecnico che due anni fa ha vinto il campionato di C1 con il Ravenna è stato portato a Lanciano dove ha parlato con Franco Maio, il patron. Due le riunioni nella giornata di lunedì all'interno della famiglia: al mattino per verificare la possibilità di dare una scossa alla squadra e all'ambiente attraverso il cambio dell'allenatore e la sera di fronte a Dino Pagliari. Decisione rinviata a ieri. Un tormento per Franco, Guglielmo e Valentina Maio, oltre che per il responsabile dell'area tecnica Luca Leone e il team manager Cicci Diomede.
La giornata di ieri.
Pagliari nella notte ha dormito in un albergo della zona in attesa di un nuovo confronto, avvenuto in mattinata, al termine del quale il tecnico ha salutato la famiglia Maio ed è ripartito per Terni. Di Francesco confermato? Così è sembrato, tant'è che il tecnico è andato al campo per guidare l'allenamento, ma prima ha parlato con i dirigenti. Un mistero il contenuto del colloquio. Poi, è andato dalla squadra. Poche parole, nessun discorso. Un paio d'ore di allenamento e poi di nuovo in sede, dopo le ore 17.
Allenatore confermato o verso l'esonero?
Un indizio ha aperto la strada verso il ribaltone in panchina: le lacrime del team manager Cicci Diomede quando ha lasciato il Biondi. E, infatti, qualche minuto dopo è arrivata la comunicazione dell'esonero, dopo aver guidato l'allenamento. «Eusebio Di Francesco sa che come società ci siamo comportati correttamente», il pensiero di Valentina Maio.
Che cosa è accaduto dalla mattina al tardo pomeriggio di ieri resta un mistero custodito dai Maio.
«La decisione è maturata dopo un serrato confronto interno», si legge nel comunicato della società che ha aggiunto: «Con questa decisione, non si vuole attribuire responsabilità esclusive ad alcuno, ma, avendo il dovere di salvaguardare gli interessi generali e ritenendo indispensabile, oltre che inderogabile, una decisa inversione di tendenza, ha ritenuto non più possibile proseguire la collaborazione con il tecnico».
E Pagliari? In tarda mattinata è ripartito da Lanciano per Terni con un nulla di fatto. Nel pomeriggio è stato richiamato al telefono: «Torna, domani (oggi, ndr) c'è allenamento».
In serata le prime parole da allenatore della Virtus Lanciano: «Sono contentissimo», ha detto il più grande dei fratelli Pagliari (Silvio è procuratore, Giovanni è l'ex allenatore del Perugia e Ivo è preparatore atletico), «non vedo l'ora di iniziare a lavorare. Mi hanno descritto un ottimo ambiente. Conosco tanti giocatori e sono convinto che si possa fare bene». E' stato affrontato anche il discorso mercato. La società vuole cambiare il più possibile, anche attaverso alcuni scambi. I Maio sono convinti che le colpe del quint'ultimo posto siano in gran parte dei giocatori.
28 gennaio 2009 sez.
FONTE: Goal.com
Terremoto Val di Sangro: via il tecnico Pierini
13 dicembre 2007 — pagina 29 sezione: Sport
ATESSA. Il ribaltone è maturato in serata: la Val di Sangro ha esonerato l’allenatore Danilo Pierini e il direttore sportivo Eusebio Di Francesco ha rassegnato le dimissioni. Va via anche Pierfrancesco Visci, il team manager. Si tratta di un terremoto tecnico che sarà ufficializzato oggi, ma che è avvenuto qualche ora dopo la settima sconfitta consecutiva che ha relegato i sangrini all’ultimo posto solitario in classifica. Un fulmine a ciel sereno considerato che la squadra, contro la Valle del Giovenco, ha dato segnali di vitalità. A differenza di domenica scorsa a Catanzaro.
Nel dopo derby della posizione del tecnico Pierini nessuno ha parlato. Il presidente Amerigo Pellegrini se l’è presa con la terna arbitrale, riconoscendo la grande prova della squadra. E, dal momento che domenica si rigiocherà (di nuovo in casa contro la Vibonese) sembrava scontato che la società offrisse all’allenatore un’altra chance. Invece, dopo che i giornalisti e i giocatori sono andati via, i dirigenti si sono riuniti in uno stanzino degli spogliatoi e hanno deciso di cambiare: via l’allenatore al quale è stato comunicato il provvedimento telefonicamente. Ma anche la posizione del ds Eusebio Di Francesco era precaria. Basti pensare al contratto del difensore Rudy Nicoletto, tenuto in stand by per diversi giorni dalla società. E così l’ex calciatore della Roma ha tolto tutti dall’impaccio e ha comunicato alla dirigenza le dimissioni dall’incarico. Va via anche Visci, arrivato al suo fianco.
Nel frattempo, va segnalato il ritorno in società del dottor Nicola Travaglini, ex vice presidente, avvenuto nelle ultime ore. Si occuperà dell’area tecnica. E lo farà insieme all’amministratore Bevilacqua, entrato nella stanza dei bottoni la scorsa estate. E chi sarà il successore di Pierini? Nella serata di ieri sono circolati due nomi, quelli di Giuseppe Palumbo, lucano, classe 1961, nella passata stagione sulla panchina della Paganese, promossa in C1 dopo i play off, di Agatino Cuttone, originario di Adrano (Catanzaro), ma romagnolo di adozione. Cuttone, classe 1960, ha avuto un’esperienza (poco felice) anche alla guida del Giulianova. Tra Palumbo e Cuttone, però, potrebbe sbucare Vincenzo Vivarini, l’allenatore di Francavilla che nella passata stagione ha guidato per alcuni mesi il Pescara in serie B. Oggi i dirigenti della Val di Sangro si riuniscono di nuovo per decidere il nuovo staff tecnico. L’allenamento sarà diretto da Lauro Falciglia, preparatore dei portieri.
Di Francesco: «Ho trovato programmi seri»
08 agosto 2007 — pagina 25 sezione: Sport
ATESSA. A distanza di sole 48 ore dall’approdo, sulla panchina del Lanciano, di Checco Moriero, un altro ex nazionale azzurro (e bandiera della Roma) approda in Abruzzo, nobilitando con la sua presenza il calcio di questa regione. E si tratta di un abruzzese doc, essendo nato a Pescara 38 anni fa. Il personaggio in questione è Eusebio Di Francesco, neo direttore sportivo della Val di Sangro, che ieri mattina lo ha presentato ufficialmente a stampa e tifosi, presso l’Hotel Select di Piazzano di Atessa
Alla presenza dell’intero consiglio d’amministrazione sangrino (dal presidente in carica Amerigo Pellegrini all’amministratore delegato Rinaldo Bevilacqua, passando per i consiglieri Nicola De Laurentiis, Domenico Scioletti, Giuseppe Troilo, Deni Giarrocco, Enzo Orfeo e Vincenzo Menna), Eusebio Di Francesco si è detto felice per la scelta fatta.
«Anche se devo ammettere», confessa l’ex romanista, «di aver avuto qualche perplessità, all’inizio. Ero ovviamente lusingato dell’interessamento, ma dopo l’esperienza fatta alla Roma, nelle vesti di team manager, ero un po’ titubante. Mi è bastato però incontrare il presidente Pellegrini ed i suoi collaboratori per fugare ogni mio dubbio. Ho trovato gente seria e competente, animata dalla mia stessa voglia di emergere. Quella sangrina è una realtà assai piccola, se rapportata alle altre presenti in C, ma ha programmi seri e progetti a lunga scadenza che ho subito condiviso appieno».
Ci sarà molto da lavorare, sia sotto il profilo organizzativo che tecnico: «E’ vero, ed infatti mi sono già messo al lavoro. Al momento, come priorità assoluta c’è quella di rinforzare l’organico, con innesti mirati (almeno uno per reparto, ndc) e di categoria. A dispetto di qualche partenza importante, anche quest’anno l’obiettivo della società è di fare un campionato all’altezza delle aspettative, ed in tale direzione mi sto muovendo. Conservo tante amicizie in ambito calcistico», prosegue l’ex centrocampista giallorosso, «che mi saranno sicuramente utili in questa avventura per me nuova, ma assai stimolante. Rispetto al ruolo ricoperto nella Roma, le mie responsabilità aumentano sicuramente, ma la cosa non mi spaventa affatto, visto che è proprio questa la professione che ho deciso di intraprendere».
Ovviamente soddisfatto anche Amerigo Pellegrini, che subito dopo la presentazione è partito per una vacanza rigenerante: «La presenza in organico», spiega il presidente della Val di Sangro, «di un elemento del suo spessore è motivo di orgoglio per un club come il nostro, e dà l’esatta dimensione dei grandi progressi compiuti nel giro degli ultimi anni».
«Di Eusebio», aggiunge il neo ad, Rinaldo Bevilacqua, «ci ha colpito soprattutto l’umiltà e l’entusiasmo con cui si è tuffato in questa nuova avventura. Prerogative che sono anche le nostre e che, ne siamo certi, daranno i loro frutti nel corso di questa seconda stagione tra i professionisti».
Stefano De Cristofaro
FONTE: IlCentro.Gelocal.it
PARATA DI STELLE ALL’ OLIMPICO
IL "GALA" PER I CENT' ANNI DELLA FIGC: DEBUTTO PER DELVECCHIO, GOL STRANIERI DI BATISTUTA E WEAH
L' Italia fa la festa al resto del mondo
Gli azzurri battono 6 - 2 le All Stars. Apre Inzaghi, tripletta di Chiesa nella ripresa
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PARATA DI STELLE / All' Olimpico il "gala" per i cent' anni della Figc: debutto per Delvecchio, gol stranieri di Batistuta e Weah L' Italia fa la festa al resto del mondo Gli azzurri battono 6 - 2 le All Stars. Apre Inzaghi, tripletta di Chiesa nella ripresa ROMA - Non siete riusciti a sognare come vi avevano promesso? Allora avete tutta la nostra comprensione. Ma, scusate la franchezza, bisognava essere degli sprovveduti per credere che una esibizione buona, forse, solo per la propaganda del calcio in qualche zona calcisticamente depressa diventasse un test attendibile. Bisognava essere ingenui, oppure farsi adescare dai venditori di fumo. O infine essere Dino Zoff, il c.t della nazionale. Il quale alla partita seria ha creduto e infatti l' ha vinta (tre su quattro dice ora il suo ruolino in azzurro), senza pero' ottenere le indicazioni che cercava, le conferme che si aspettava. Questa almeno e' la nostra opinione. A meno che non sia effettivamente utile fare esordire Delvecchio quando a verificarne la consistenza e' il milanista Weah, retrocesso a difensore centrale per eccesso di attaccanti e difetto di marcatori nella fantomatica Fifa World Stars. + successo nella ripresa, mentre la partita scadeva a grottesca parodia: l' Italia, in vantaggio per 3 - 2 all' intervallo (poi arrotondato in 6 - 2 dalla tripletta di Chiesa con la complicita' di Shorunmu), stava passeggiando a due all' ora contro un portiere e 10 attaccanti. Tutto questo sicuramente non fa bene al calcio (che fortunatamente resta un' altra cosa), non fa bene allo spettatore (davanti alla tv non sappiamo, pero' all' Olimpico erano 21.352, una miseria), non e' utile alla nazionale (tranne agli statistici ben s' intende). Pero' , forse, scalda il cuore raggelato del presidente Luciano Nizzola: la Federazione ha cento anni e vive il momento piu' tenebroso della sua storia. La ricreazione di ieri ha elargito due ore di evasione dai problemi. Il dubbio che non sia una partita vera lo innesca, quasi all' inizio, l' arbitro francese Arrel evitando di punire una parata di Peruzzi fuori dall' area (14' si tratterebbe di punizione dal limite ed espulsione del portiere) e quando Di Francesco, smarcato da Totti, tenta il pallonetto anziche' il tiro (29' alto). La lezione gli serve per rimettere i piedi per terra e per usare l' esterno destro di sponda sul pallone che gli scodella Albertini in occasione del 2 - 2. In effetti, il confronto e' passabile solo nel momento in cui almeno una delle due squadre decide di giocare. Quando lo fa l' Italia non solo merita il vantaggio (splendida girata di Inzaghi sull' invito di Albertini e sesquipedale errore di Nyathi), ma avvicina sensibilmente il raddoppio (ancora Inzaghi arginato dall' uscita di Pagliuca). Gli undici della Fifa World Stars non rappresentano un collettivo ma, per definizione, undici uomini messi in campo alla meno peggio. Parreira e Venglos li hanno avuti a disposizione solo martedi' (alcuni sono arrivati appena ieri mattina) e si sono ritrovati con due portieri, tre difensori, due centrocampisti. La rimanenza o erano punte o erano mezze punte o erano trequartisti. Come affastellare tanti doppioni senza rischiare la figuraccia? Non sarebbe certo possibile se, dal quarto d' ora in avanti, l' Italia non si astenesse dall' essere cio' che Zoff le aveva chiesto: un gruppo organizzato che rispetti le equidistanze tra i reparti, pratichi il pressing o il "disturbo" sul portatore di palla; uomini che facciano viaggiare il pallone e che si muovano senza palla. Se cio' non accade, tre fuoriclasse che giocano in attacco (Weah, Batistuta e Ronaldo), supportati da uno Zidane che nella Juve mai avevamo visto tanto splendente, sono certamente in grado di fare male. Infatti, prima pareggia Batistuta (assist di Zidane, difesa attonita); poi Weah irrompe sull' esitazione di Paolo Maldini per siglare il momentaneo vantaggio. In realta' , il capitano e' solo l' ultimo anello della catena che Ronaldo spezza con un' accelerazione polverizzante ai danni di Cannavaro, un pallone che sbatte sulla schiena dell' affannato Nesta prima che Weah decida. Solo dal 30' in avanti l' Italia, che si poggia essenzialmente su Albertini e Totti, ricomincia a essere decente. Tanto le basta per il pareggio di Di Francesco (primo gol in azzurro) e per il vantaggio di Fuser. La tripletta di Chiesa (anche questa e' una primizia) avviene contro povere ombre in camicia bianca.
Giancarlo Padovan -----------------------------------------------------------------
LUNEDI' LA CONSEGNA DEL PREMIO DI "FRANCE FOOTBALL" [...]
ITALIA 6 RESTO DEL MONDO 2
Marcatori: Inzaghi 9' , Batistuta 20' , Weah 22' , Di Francesco 36' , Fuser 43' p.t.; Chiesa 12' , 34' , 41' s.t.
ITALIA: Peruzzi 6 (Buffon s.v. nel s.t:); Panucci 6, Nesta 6 (Negro 6 39' p.t.), Cannavaro 6 (Torricelli 6 nel s.t.), P. Maldini 6 (Pessotto s.v. 18' s.t.); Fuser 6, Dino Baggio 6 (Tommasi 6 nel s.t.), Albertini 7 (Cois 6 nel s.t.), Di Francesco 6 (Bachini 6 nel s.t.); Inzaghi 6,5 (Delvecchio 6 nel s.t.), Totti 7 (Chiesa 7 9' s.t.).
All.: Zoff 6,5.
RESTO DEL MONDO: Pagliuca 6 (Shorunmu 5 nel s.t.); Ze' Maria 6, Hierro 6 (Nakata s.v. 9' s.t.), Nyathi 5; Rui Costa 5,5 (Hernandez s.v. nel s.t.), Dunga 6 (Joao Pinto s.v. 18' s.t.), Zidane 7,5 (Salas s.v. nel s.t.), Winter 6,5 (Guerrero s.v. nel s.t.); Weah 7, Ronaldo 7 (Suker 5 31' p.t.), Batistuta 7 (Bierhoff s.v. nel s.t.).
All.: Parreira e Venglos 6. Franco Melli
Padovan Giancarlo, Melli Franco
Pagina 43
(17 dicembre 1998) - Corriere della Sera
FONTE: ArchivioStorico.Corriere.it
GIALLOROSSI TINTI D'AZZURRO 'FELICI A ZEMANLANDIA'
ERA nell' aria, da qualche giorno, adesso è sicuro: ce l' ha fatta, Gigione, cioè Luigi Di Biagio, da piazza Santa Maria Liberatrice, Testaccio, infanzia passata al campo dell' oratorio dei Salesiani - ora confina con una multisala cinematografica - a riprendersi quella maglia, la maglia azzurra della nazionale. Lo chiamò Sacchi, nel '93, a novembre, per uno stage, quando era a Foggia, e adesso Cesare Maldini lo ha messo nella lista dei convocati per la partita delle partite, Italia-Inghilterra, sabato prossimo all' Olimpico. Andrà a Coverciano, domani, Gigi, con il compagno Di Francesco, uno che è arrivato tardi in alto, solo ora, a ventotto anni, ma a Zemanlandia si è subito ambientato e a forza di correre ora può finalmente fare festa. I due, appena saputa la notizia, a Trigoria, a fine allenamento, dicono e dedicano: "La nostra felicità è per un ragazzo, che si chiama Manuel, ha tredici anni e per un incidente d' auto è in coma. Dedichiamo a lui la convocazione. Siamo andati a trovarlo con Totti, giorni fa e speriamo che possa uscire al più presto dal coma".
"Ci speravo" aggiunge Di Biagio, "è banale, ma per me è proprio un sogno", dice ancora Di Francesco. Hanno storie diverse, le due facce nuove della nazionale italiana. Sono tutti e due figli del calcio di Zeman, allenatore che sa valorizzare i giocatori, basta ripensare ai tempi della Lazio. Di Biagio prima di scegliere il calcio giocava a basket, ruolo playmaker, ammirava Larry Wright, andava sempre al Palaeur e racconta che la pallacanestro lo ha aiutato anche a diventatare calciatore; Di Franceso è abruzzese e il padre lo ha chiamato Eusebio in onore del fuoriclasse portoghese del Benfica. Ha sempre scavallato nel calcio piccolo, Di Francesco, prima di affermarsi nel Piacenza, l' anno scorso. Maldini lo teneva d' occhio da un po' e a giugno lo convocò per la tournée in Francia, ma lui fu costretto a rinunciare a causa dello spareggio per la serie A tra Piacenza e Cagliari. Stavolta no, nessun ostacolo. "Dovessi giocare sarebbe il giorno più bello della mia vita", dice ed è un' altra banalità, ma ci sta tutto in momenti così, anche retorica. Non si sa ancora se saranno in campo, con l' Inghilterra, la risposta arriverà in settimana. Di sicuro oggi Di Biagio e Di Francesco giocheranno con altri due colori addosso, il giallo e il rosso, sempre all' Olimpico.
Già, meglio non dimenticarlo: è campionato, oggi, prima della sosta.
La Lazio va in campo di notte, in pay tv, a San Siro contro l' Inter di Ronaldo e cambia modulo: addio al 4-3-3, ora sarà 4-4-2, fuori Boksic e Casiraghi, dentro Mancini e Signori, infortunati Favalli e Chamot, confermato Nedved il più in forma della squadra a sinistra, mentre Jugovic e Almeyda faranno i centrali di centrocampo. La Roma, invece, che veleggia sospinta da ottimi risultati ("stiamo bene, sono molto fiducioso", dice Zeman) ed entusiasmi, ospita il Napoli, avversario di fascia inferiore, sulla carta, ostacolo piccino. Ad agitare la vigilia giallorossa, però, l' altro giorno ci ha pensato Vagner. Il brasiliano è sbottato contro Zeman che lo trascura. "La cosa è stata ingigantita. Io provo ad aiutarlo, come fanno tutti, qui. Per me il discorso è chiuso", è stata la replica del tecnico boemo, ieri, a Trigoria.
Andrea Galdi Andrea Sorrentino
05 ottobre 1997 sez.
SENSI, QUASI TUTTO IN 48 ORE
LA Roma, nelle ultime 48 ore, ha acquistato Cafu dal Palmeiras, Antonio Chimenti (portiere) dalla Salernitana e risolto il contenzioso con il Bayer Leverkusen per Paulo Sergio (ai tedeschi andranno circa 5 miliardi di lire, come indennizzo per il trasferimento in giallorosso del brasiliano). Ma non è finita qui, perché Sensi tratta ancora con il Bologna per avere il portiere Antonioli (Cervone è in bilico, potrebbe andar via), con il Barcellona per Nadal (trattativa che si sta facendo improvvisamente più difficile) e ha mandato alle visite mediche (ieri mattina) Cristiano Scapolo e Eusebio Di Francesco. Oggi sarà il turno di Ivan Helguera, arrivato a Roma ieri pomeriggio. Un bel movimento, non c' è che dire. Ma andiamo con ordine. Il fax che ha chiuso la vicenda Cafu è arrivato a Roma solo nella notte tra martedì e mercoledì. Il Palmeiras e la Parmalat (quest' ultima vera proprietaria del cartellino del difensore della nazionale brasiliana) hanno dato via libera al trasferimento, accettando l' offerta avanzata da Sensi di circa dodici miliardi di lire. Il difensore sarà giallorosso per quattro stagioni, fino al giugno del 2.001. Il suo compenso sarà di circa un miliardo e duecento milioni l' anno. Cafu, titolare della nazionale brasiliana di Zagallo attualmente impegnata nella Coppa America, già campione del mondo (insieme con Aldair) nella rassegna americana del '94, sarà il difensore laterale destro della squadra di Zeman. Capitolo portieri. Vicina la rivoluzione: Chimenti sarà il secondo, Antonioli forse il primo (al Bologna, che comunque fa resistenza, andrebbero Sterchele e cinque miliardi) mentre Cervone, nel caso in cui arrivasse il bolognese, finirebbe altrove. Il suo procuratore, Zavaglia, vedrà Sensi venerdì mattina. Dalla Spagna, Nadal ha chiesto ancora un paio di giorni: il tempo necessario per convincere il presidente del Barcellona Nunez a lasciarlo andare. Da Torino, la Juventus smentisce la possibilità che Alessio Tacchinardi possa finire alla Roma. Ieri intanto hanno sostenuto le visite mediche Eusebio Di Francesco e Cristiano Scapolo. I due centrocampisti si sono presentati all' Istituto di medicina dello sport (accompagnati dal dottor Alicicco) intorno alle 8.30. Sono usciti dall' Istituto intorno alle 13, per recarsi a Trigoria, dove hanno pranzato con il presidente Sensi. "La Roma - ha detto Di Francesco - mi ha cercato la prima volta ad ottobre dello scorso anno. Poi si sono fatte sentire anche Milan, Juventus, Inter e Napoli. Mi hanno convinto l' insistenza della società e l' entusiasmo di Sensi. Non conosco personalmente Zeman, ma ho giocato contro le sue squadre, che mi hanno fatto sempre un' ottima impressione". Di lui, che compirà ventotto anni a settembre (e che quindi non è un ragazzino) si dice un gran bene. "Da quando sono stato convocato in nazionale parecchia gente si è accorta di me. Ma non mi sento un talento". Pescarese, sposato con Sandra, padre di un bambino di tre anni (Federico) che a settembre avrà un fratellino, Di Francesco (Zeb o Difra per gli amici) pensa già in grande: "La Roma? Spero riconquisti subito l' Europa. In passato, vedevo le partite di Coppa della squadra giallorossa principalmente per il pubblico". Cristiano Scapolo, 27 anni a settembre, la mette sul personale: "La Roma è la prima società che ha espresso l' intenzione di prendermi. Sono mancino, preferisco giocare sulla sinistra, ma quest' anno, in più di un' occasione sono stato schierato al centro ". Per lui, almeno sulla carta, non c' è pronta una maglia da titolare: "Sì, vengo come rincalzo, ma non di lusso. Ad ogni modo, spetterà al tecnico decidere. L' abbondanza di buoni giocatori non è mai un problema". La Roma viene da una stagione disastrosa. "Ci vorrà tempo, ma anche pazienza, affinché le cose tornino a posto. Vengo con entusiasmo, ma non voglio fare promesse, specie dopo un anno così: prometto solo il massimo impegno".
Marco Sicari
19 giugno 1997 sez.
ITALIA IN TRAPPOLA MALDINI HA I NERVI
NANTES - Il meno desiderato degli appuntamenti, ma anche il più ghiotto e intrigante. Dipende dai punti di vista. La nazionale di Maldini da oggi è in corsa per vincere il "Torneo di Francia", una sorta di prova generale del Mondiale '98: un torneo pensato, voluto e costruito dalla Federcalcio francese in stretta connessione con il comitato organizzatore, presieduto da Michel Platini. Ne avrebbero fatto volentieri a meno, Nizzola e Maldini, uomini nuovi della federazione, costretti a gestire una delle ultime iniziative della coppia Sacchi-Matarrese. Il ct non ha mancato di ripeterlo ieri pomeriggio, un attimo prima della partenza per la Francia: "E' un' eredità non facile della vecchia gestione. Siamo a fine stagione, non sarà facile trovare le motivazioni giuste. Per fortuna, anche gli altri sono nelle stesse nostre condizioni". Tutto vero, tutto giusto.
Ma liberato dall' assillo della vittoria a ogni costo, il fascino delle amichevoli di lusso resta intatto: anzi, cresce, per quanto Francia e Inghilterra, ma soprattutto Brasile, rappresentano a livello di immaginario collettivo calcistico. In maniera meno sottile ma altrettanto pragmatica, Maldini ammonisce: "Non c' è amichevole che tenga, perchè se le cose non funzionano in Italia succede il finimondo comunque. Quando incontri Francia, Inghilterra e Brasile non c' è vacanza, ma solo necessità di ben figurare". Il recupero di Del Piero - L' ultima domenica del campionato si è portata appresso qualche acciacco senza importanza, che non ha modificato le scelte di Maldini. La novità del giorno riguarda il rientro a Piacenza di Di Francesco, che il tecnico Mutti vuole avere a disposizione per preparare lo spareggio-salvezza contro il Cagliari. Al suo posto, è stato convocato Lombardo, che ha raggiunto la comitiva nel primo pomeriggio. Insieme a lui anche Del Piero, sulla cui salute si erano fatte previsioni poco rosee. Invece, il ragazzo è uscito confortato dalla visita oculistica sostenuta in mattinata, che ha evidenziato l' assorbimento quasi totale dell' edema alla retina dell' occhio sinistro. Scongiurato il rischio di un aggravamento della patologia (il distacco della retina) Del Piero si è aggregato al gruppo, così come Maldini (che non giocherà domani, ma dovrebbe farcela per la gara con il Brasile) e Albertini, che però rientrerà in Italia lunedì, per essere sottoposto all' intervento di varicocele rimandato a suo tempo per esigenze di campionato. Le preoccupazioni di Maldini - Al di là degli umori che hanno accompagnato l' organizzazione della trasferta, resta il lavoro da compiere in prospettiva sul nucleo azzurro, che sarà orfano contro la Georgia, in settembre, degli squalificati Albertini e Costacurta. Maldini intende utilizare le tre gare in programma per provare delle soluzioni alternative. Come centrale difensivo, prende corpo l' ipotesi-Torrisi, il bravo difensore del Bologna che ieri Maldini ha eletto ufficialmente vice-Costacurta. Per quanto riguarda il centrocampo, invece, l' inserimento di Maini non presenta le stesse urgenze, visto che il tecnico può far scivolare al centro Di Matteo, spostare Dino Baggio sul centro-sinistra e inserire a destra Fuser. "Ma qualche spezzone lo giocheranno tutti o quasi, pur senza stravolgere il nostro assetto", ha confermato il ct. In porta, si alterneranno Peruzzi e Pagliuca, "ben sapendo che l' interista è il secondo portiere e che Toldo rappresenta il futuro della nazionale". Prova generale di Italia-Inghilterra - Domani sera, sul terreno de "La Beaujoire" si dovrebbe assistere ai prodromi di quell' Italia-Inghilterra (a Roma) che Hoddle aspetta con l' impazienza della rivincita annunciata. "A me non risulta che questa partita gli interessi troppo", ha celiato ieri Maldini. L' intenzione, comunque, è quella di mandare in campo la miglior squadra possibile: con Benarrivo al posto di Maldini junior e gran ballottaggio in avanti tra Vieri e Casiraghi.
Licia Granello
03 giugno 1997 sez.
FONTE: Ricerca.Repubblica.it