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#RestiamoACasa Terminare qui la Serie A, scudetto alla JUVE e campionato a 22 squadre nella prossima annata? Incredibile lo starnazzare di certi personaggi quando centinaia di italiani stanno morendo ogni giorno sotto i colpi dell'infame Covid19!


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Riaprire i battenti della Serie A? L'ipotesi è quanto mai lontana al momento e probabilmente (ma tutti son bravi col senno di poi) anche giocare VERONA-SAMPDORIA e le gare in Europa fu un azzardo (in particolare per quanto riguarda lo scoppio delle positività nella bergamasca).
Playoff e playout non sono stati accolti con entusiasmo (a voler usare un eufemismo) dai vari patròn della Serie A per i quali, evidentemente, il principio del merito sportivo o qualcosa che ad esso si avvicini il più possibile, viene molto dopo il guadagno e i contratti stabiliti.
Così niente retrocessioni, due promozioni dalla B (e vorrei pure vedere che il BENEVENTO a 20 punti dal CROTONE secondo si accontentasse di un altro annata fra i cadetti) e Serie A a 22 squadre per il 2020-21.
Lo scudetto? Alla JUVE ovviamente, che conduce ad una sola lunghezza dalla LAZIO e LOTITO, patròn dei biancazzurri, (anche) giustamente indignato: Un'ipotesi appunto... Ma ne vedremo ancora delle belle ammesso e non concesso che qualcuno abbia ancora voglia di sentir starnazzare certi personaggi quando centinaia di italiani stanno morendo ogni giorno sotto i colpi dell'infame Covid19.


I giovani che valgono di più Secondo il CIES Football Observatory al primo e al secondo posto due millenials del BORUSSIA DORTMUND che insieme superano i 300 milioni; il primo italiano è l'ex gialloblù KEAN al decimo posto con un valore di 46 milioni mentre in Serie A KULUSEVSKI (ingaggiato a Gennaio dalla JUVENTUS) precede TONALI del BRESCIA e TRAORÈ del SASSUOLO.
Molto dopo con i suoi 6,7 milioni di valore nominale arriva anche KUMBULLA.




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Mimmo VOLPATI ricorda Gianni Mura al 'Corriere di Verona' «Mura portava Bagnoli in palmo di mano, lo stimava immensamente ed erano entrati in confidenza, e si sa che con il mister non era proprio facile… Mura si innamorò della nostra squadra al punto che la sua empatia per l’Hellas è sempre rimasta viva negli anni, anche dopo quel grande ciclo, non è mai scemata. Fino a un paio di anni fa ci vedevamo, lui saliva in Trentino, perché sua moglie è di Baselga di Piné, a mezz’ora da casa mia. Poi ultimamente non stava bene ma ci sentivamo al telefono. E stato l’unico giornalista che ho fatto entrare in casa per un’intervista, era l’estate del 1985. Il nostro rapporto è nato lì, anche se ci eravamo conosciuti qualche mese addietro proprio durante il campionato dello scudetto, anche se fino ad allora ci eravamo scambiati poche battute. Ci seguiva come inviato, si alternava o accompagnava a Brera. Poi veniva da Milano in settimana per gli allenamenti, in genere al martedì, poi si fermava a cena. Negli anni ‘80 andavamo alla Bottega del Vino e prima di sedersi a tavola era obbligatoria la tappa a vedere la cantina. Non era solo la storia di Davide contro Golia, anche, ma non solo. Il fatto è che mentre noi stavamo vincendo quel campionato, lui a sua volta si era reso conto di assistere da una posizione privilegiata a qualcosa di irripetibile. Credo che sia l’unicità la leva, il “cosa” abbiamo fatto e il “cosa” lui ha potuto raccontare ha reso indissolubile il suo rapporto con l’Hellas. E’ stato l’unico giornalista capace di avvicinarcisi a Brera, non solo nel mestiere, ma anche nello stile di vita tra cultura eno-gastronomica, sigarette e convivialità della tavola. E’ stato un fuoriclasse, di quelli che nascono ogni trenta o quarant’anni, un po’ come Maradona» CalcioHellas.it

Mimmo MAIETTA a L'Arena «Ho sentito Manuel Mancini: ora dà una mano alla sua compagna in farmacia. Speriamo che questo periodo finisca presto. In questi giorni mi sto allenando in collegamento Skype con il preparatore: ma che roba è? Dai, è dura... Quando smetterò non so dove andrò: ho una casa a Bologna e una sul Lago di Garda. A Verona tornerei di corsa, lì sono stato benissimo: se i tifosi non mi davano del terrone, quasi quasi mi offendevo. Li ho sempre rispettati, e loro hanno fatto lo stesso con me. Quell’Hellas era un gruppo fantastico, c’era Cacia il brontolone, Rafael il prefezionista, mio cugino Emilio (Hallfredsson, ndr) e poi il presidente Martinelli, un esempio, per non parlare di Mandorlini: tutti gente in gamba. Il mio gol al Torino? Dai, non fatemi piangere… Da quando sono andato via da Verona, sono stato per due volte vicino al ritorno: una volta in Serie B e una quest’anno. Ad agosto stavo per arrivare. Tony D’Amico è un d.s. che capisce di calcio, d’altronde ha avuto una bella scuola con Filippo Fusco. Mi dispiace che quest’ultimo a Verona sia stato contestato: ha dovuto lavorare in una situazione di emergenza, ma non c’è un calciatore che ne parli male» CalcioHellas.it

Lex gialloblù HALLFREDSSON partito dal PADOVA per raggiungere il ritiro della sua nazionale il giorno prima della chiusura totale dell'Italia «Sto bene, benissimo. Arrivando dall'Italia ho dovuto sottostare ad un periodo di isolamento. Pensate che inizialmente la mia federazione all’inizio era preoccupata che io e Bjarnason non riuscissimo ad arrivare. Poi chiaramente la situazione è cambiata. Credo sia giustissimo rinviare gli Europei e sulle nostre due partite è difficile fare una previsione, aspettiamo e preghiamo che la situazione nel mondo migliori. Più che a quando torneremo a giocare, sto pensando più a quello che sta succedendo nel mondo, alla gente che sta male. E’ giusto che si torni a pensare al calcio, ma dopo che abbiamo risolto questa situazione con il virus. In Islanda la situazione è ancora abbastanza tranquilla, secondo me. C'è però preoccupazione: il governo ha iniziato a chiudere attività così come è successo in Italia, la gente esce meno di casa. Mi sento tranquillo. Qui ho la mia famiglia: c'è mia mamma, ci sono i miei fratelli e le mie sorelle. In questo momento è importante averli vicini. Da noi si parla della situazione in Italia come una delle situazioni più gravi in Europa. Siamo dispiaciuti e aspettiamo tutti novità positive perchè vi vogliamo bene!» TGGialloBlu.it


Damiano TOMMASI presidente dell'Associazione Italiana Calciatori a 'Radio anch'io' «Se si potesse tornare ad agosto sarebbe una notizia positiva. Giocare è quello che tutti vorremo fare anche perché sarebbe un segnale che la situazione si è normalizzata. Tornare in campo avanti con la stagione comporta un intervento sui contratti dei giocatori che scadono a giugno e uno spostamento delle competizioni che rischiano di incidere sulla stagione 2020/21. Bisognerebbe riprogrammare tutto. Sarebbe un sogno tornare a giocare in estate. Le soluzioni vanno trovate nel contesto, mettendo da parte gli interessi personali. Tornare a muoversi con una squadra in giro per l'Italia sarà una cosa progressiva, in quest'arco di tempo gli atleti ne potrebbero approfittare per ritrovare la forma. Speriamo possano tornare ad allenarsi nelle proprie città. Gli scenari con i quali si ripartirà possono cambiare, perché prima bisogna organizzare la chiusura della stagione agonistica» TGGialloBlu.it

L'ex gialloblù Martino MELIS a L'Arena «Non si ricomincia più. D’altronde finché il Paese non vince questa battaglia contro il virus, non ha senso ricominciare. A porte chiuse? Non è calcio dai. È una cosa molto triste restare chiusi in casa o muoversi per lo stretto necessario. Qui (Sardegna, ndr) tra un mese e mezzo avrebbe dovuto iniziare la stagione. Nel Veneto ho visto Zaia che ha fatto molto bene finora. La sua scelta sembra essere azzeccata. Qui il problema è a Sassari ora. Ma com’è possibile visto che siamo un’isola. Si doveva gestirla molto meglio» HellasLive.it

Emmanuel BADU all’emittente ghanese 'GTV Sports +' «Mentre parlo non esco di casa dal 6 marzo, è molto preoccupante qui. Proprio la scorsa settimana avevo finito i miei prodotti alimentari e ho dovuto chiamare il mio fisioterapista per portarmene un po’. Ovunque è tutto chiuso, gli unici posti dove è consentito andare sono a lavoro, all’ospedale e al supermercato» CalcioHellas.it

L'ex gialloblù Daniele VERDE a 'Il Mattino' «Qui in Grecia non ci sono restrizioni ufficiali, bar e ristoranti sono ancora aperti, ma la gente esce sempre con la mascherina. Per quanto riguarda il calcio, la situazione è stata molto strana: si è passati dalla normalità alla chiusura totale... All’inizio avrei voluto tornare a casa per stare un po’ con mia moglie e mia figlia, ma l’AEK ci ha detto di restare in Grecia. Alla fine, comunque, ho pensato che fosse meglio così: la mia bimba ha due mesi e avrei avuto paura di infettarla. Mi auguro che si possa tornare presto in campo, purché a porte aperte: le partite senza tifosi non si dovrebbero proprio disputare, perché noi giochiamo per loro. Se non sento l’entusiasmo del pubblico, io non mi diverto. In questi giorni ho sentito Depaoli, uno tra i giocatori risultati positivi al Coronavirus, e mi ha detto che sta bene. A Verona, quando lui era al Chievo e io all’Hellas, ci vedevamo spesso» CalcioHellas.it

L'ex gialloblù Corrado COLOMBO a TuttoBari.com «Non auguro a nessuno un’esperienza come quella che stiamo vivendo. Mio padre è ricoverato da cinque giorni a Milano per il Coronavirus, mia madre è in isolamento. Io, figlio unico, abito a Pistoia, e non posso muovermi. Questa è un’emergenza vera, l’unica arma che abbiamo per combattere il virus è restare in casa. Devono farlo tutti» DerbyDerbyDerby.it

L'ex gialloblù TUTINO, ora all'EMPOLI con HENDERSON e BALKOVEC, intervistato da Nicolò Schira «Sono a Empoli in casa con la mia famiglia, la mia compagna Arianna e mia figlia Benedetta. Al mattino l’Empoli ci ha organizzato sedute di allenamento via Skype. Lavoriamo in gruppi di 4-5 elementi per ruolo, al pomeriggio faccio cyclette, mentre la sera un po’ di Netflix e TV... Il mio sogno resta sempre quello di giocare al San Paolo, indossando la maglia della mia città. Il Napoli è la mia squadra del cuore. Sto lavorando duro per farcela un giorno, intanto il mio presente si chiama Empoli e voglio fare il massimo con loro. Esplosione tardiva la mia? Ho le mie responsabilità. La colpa è solo mia. Posso e devo fare di più. Da Cosenza in poi sono maturato molto nella gestione quotidiana e dell’alimentazione. Ho avuto una chance a Verona, ma non l’ho sfruttata evidentemente ho bisogno ancora di crescere. Poco spazio con Juric? La colpa è solo mia, il mister è un grande allenatore. È vero anche che aveva trovato un equilibrio giocando senza punte ma con tre centrocampisti davanti, perciò gli spazi si erano ridotti ma al tempo stesso anche io non sono riuscito a convincerlo» CalcioHellas.it


Fabio BORINI a 'La Gazzetta dello Sport' «È dura per me che sono a Verona e la mia famiglia in Inghilterra. Mia figlia Stella ha quasi sette mesi e sta iniziando a fare una serie di prime esperienze che mi sto perdendo. Certo, la videochiamata… ma il contatto fisico è un’altra cosa. Ma siamo cittadini del mondo ed è giusto rispettare le regole» TGGialloBlu.it

Il presidente SETTI all'ANSA «Noi siamo per la ripresa del campionato. Ci piacerebbe giocare. Il taglio degli stipendi ai calciatori? Ci vuole buonsenso da parte di tutti, i giocatori ce l'avranno e si discuterà anche di questo al momento opportuno. Il piano 'salva calcio? C'è da fare di più ma è chiaro che tutte le cose andranno fatte passo dopo passo. L'importante è cercare di mettere in sicurezza tutto e finire il campionato. Serie A a 22 squadre? Non è giusto. Ci sarebbero cause infinite e sarebbe anche poco corretto nei confronti di chi sta sotto e ha speso soldi per salire. E' un momento di difficoltà generale non ci può essere un vincitore. Ci deve essere una sofferenza per ognuno e cercare di fare sistema» TGGialloBlu.it

Nota ufficiale della Curva Nord del BRESCIA «Troppe lacrime, Troppi morti. Troppe sono le pagine di necrologi che riempiono i nostri giornali di persone che continuano a morire nella solitudine di un letto d’ospedale, lontano dall’affetto dei propri cari che, rinchiusi nelle proprie case, vengono avvisati della triste perdita da una telefonata. È proprio la frustrazione derivante dall’impossibilità di stare vicino a chi di noi sta soffrendo e a chiunque è in prima linea a rischio della propria vita, che abbiamo deciso che La Curva Nord Brescia, all’eventuale ripresa del campionato e riapertura degli stadi, non torneremo a tifare sugli spalti in osservanza di un doveroso rispetto per tutti coloro che stanno soffrendo in questo drammatico periodo» Hellas1903.it

Urbano CAIRO presidente del TORINO a 'La Stampa' «Inutile avventurarsi in previsioni, davanti a una pandemia noi non possiamo che navigare a vista. Fissare un inizio o una fine ora è senza senso, ma nel caso riprendessimo l’ipotesi porte chiuse è la più probabile» Hellas1903.it

Gabriele Gravina presidente della FIGC a 'Il Giornale' «Noi abbiamo una stella polare, è il decreto del Governo che ha fissato al 3 aprile il primo, provvisorio traguardo. Quella data, per ora, fa fede. La questione è nazionale e se si decide che tutti devono stare a casa, devono farlo tutti. In gioco non c’è soltanto la salute del Paese ma la tenuta come comunità. Il calcio deve osservare scrupolosamente questo principio. Ripeto da sempre: si tratta solo di ipotesi e non di una certezza. Ne aggiungerei un’altra: andrebbe bene anche il 20 maggio, valutando la ricaduta sul calendario internazionale. È la mia, la nostra, speranza: significherebbe avere la possibilità di rialzare la serranda del calcio italiano e offrire al Paese la spinta emotiva per recuperare il senso della vita normale. Playoff e playout? Era una mia proposta, non ha riscosso successo e ne ho preso atto. Taglio degli stipendi? Sul tema bisogna muoversi rispondendo a un interrogativo: avete a cuore la tenuta del sistema calcio? Bene: poiché stiamo attraversando un’emergenza storica, una crisi mai vissuta prima se non durante la seconda guerra mondiale, la realtà esige provvedimenti che rispondano ai criteri della solidarietà e della sopravvivenza del calcio. Le resistenze, in materia, non sono consentite» HellasLive.it

Gabriele Gravina presidente della FIGC a Sky Sport «Allo stato attuale, è impossibile preventivare quando e come si potrà ripartire, ad ogni modo vogliamo assegnare lo scudetto, anche nel caso in cui non si giochi fino alla partenza del 2020/21. Insomma, la stagione 2019/20, va in qualche modo salvata. Attenzione però, non è corretto soffermarci solo alle più alte categorie, ma anche a quelle inferiori. Ci sono società che rischiano di sparire. Infine, non dimentichiamo che è necessario definire organici e format della prossima stagione, comprese le coppe europee, promozioni e retrocessioni. Nel 2020/21, Serie A a 22 squadre? Personalmente non sono favorevole. Nel concreto sarebbe ingestibile. Continuando così si giocherebbe più tardi, per cui si rischierebbe di avere più gare da disputare in poco tempo. E’ necessario invece seguire le nostre norme perché modificare il format dei tornei non è semplice. Terminare a maggio 2021 sarebbe l’ideale perché in estate ci sarà l’Europeo» TGGialloBlu.it


Massimo CELLINO presidente del BRESCIA al 'Corriere dello Sport' «La coppa, lo scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. È convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea. Da Brescia ricevo continuamente notizie, e sono tutte pazzesche, eppure la città sta affrontando la tragedia con una dignità che imbarazza. E mi volete parlare di campionato, di scudetto? Non me ne frega un cazzo… Ho paura ad uscire di casa, mi sta venendo la depressione. Non bisogna pensare a quando si ricomincia, ma se si sopravvive. E se parliamo di calcio, tutto deve essere spostato alla prossima stagione. Realismo, signori. Questa è la peste. E poi avete letto o no il comunicato dei tifosi della Lombardia? Non vogliono che si riparta. Lo vietano loro, non la federazione. Prima la vita. La vita, cazzo. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno agli ospedali, altri che piangono i loro morti, altri ancora intubati. Non si può più giocare quest’anno. Si pensi al prossimo. Si è giocato un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi perché ce lo meritiamo. Io per primo lo merito. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a quelli che stanno morendo… Il calcio è un’azienda che occupa tante persone ma è anche in grado di superare la crisi. Semplicissimo: si è bruciato un terzo del campionato, e allora si taglino un terzo dello stipendio ai calciatori, un terzo dei diritti televisivi e un terzo delle tasse. È il modo più facile per aggiustare le cose. La testa delle istituzioni, federazione e lega, deve proiettarsi a settembre, a ottobre, a quando sarà» Hellas1903.it

Massimo FERRERO presidente della SAMPDORIA «Qui parlano tutti, ma il problema è: quando ripartirà questa roba? Qualcuno ce lo può dire? No, non lo sa nessuno, tutti parliamo, tutti facciamo filosofia, tutti facciamo teoria, ma nessuno sa niente. C’è gente che muore, combattiamo una guerra che non si vede e parliamo di calcio? Ancora vogliamo parlare di calcio? Io rimango in Serie A e lo scrivo col sangue, non sono a un punto da niente. Se stavamo sotto era uguale, dicevo le stesse cose. Andiamo a fine luglio? Avete idea di cosa voglia dire? È un mese di ferie, così come agosto. Il mercato sarà un disastro, non ci voglio pensare. Se si ferma il campionato si potrebbe giocare a 19 squadre o a 21. Il Benevento che ha 19 punti che deve dire? Non può restare a guardare. So che Lotito mi odierà ma così è la vita. La prima è la Juve? Finisce così. Si deve proseguire con queste posizioni, così come stiamo. Questa è la direzione da prendere se vogliamo fare l’Europeo. La Sampdoria? Io rimango in Serie A e lo scrivo col sangue, non sono a un punto da niente» HellasLive.it

Gianni Infantino, presidente della FIFA a 'La Gazzetta dello Sport' «Prima la salute. Poi tutto il resto. E il resto, per i dirigenti, significa sperare il meglio ma anche prepararsi al peggio. Senza panico, diciamolo chiaramente: si giocherà quando si potrà senza mettere a rischio la salute di nessuno. Federazioni e leghe siano pronte a seguire le raccomandazioni di governi e Oms. Io ringrazio dottori, infermieri e tutti quelli che rischiano la loro vita per salvarne altre. Loro sono eroi. Abbiamo dimostrato spirito di cooperazione e solidarietà con Europa e Sudamerica. Ora pensiamo al calendario delle nazionali. E alle modifiche e alle dispense temporanee per i regolamenti sullo status dei calciatori e i trasferimenti. Per proteggere i contratti e adeguare i periodi di registrazione. Servono misure dure. Ma non c’è scelta. Dovremo tutti fare sacrifici» TGGialloBlu.it

L'ex responsabile sanitario della Nazionale Enrico Castellacci a RaiNews24 «Ripartenza della A? Non credo possa essere il 3 maggio. Sfortunatamente in Italia la situazione è stata affrontata in ritardo rispetto alla Cina, nella quale il virus si è manifestato prima. Inoltre nel nostro Paese le misure restrittive non sono state applicate con prontezza. Il Campionato cinese riprenderà il 3 maggio, la stessa data nella quale si vorrebbe far ripartire la Serie A. Ma per la Cina è diverso. Le loro regole sono state poste immediatamente e con fermezza ed i risultati si riscontrano. Per ciò che sta accadendo in Italia, non penso proprio che allo stato attuale, possa considerarsi l'inizio di maggio, come data della ripresa del torneo» TGGialloBlu.it

Federico Pastorello (figlio di Gibbì), agente di molti calciatori, intervistato da Sky «Se la Serie A dovesse riprendere, impossibile comprimere il torneo in un solo mese. Piuttosto, è più ragionevole pensare che inevitabilmente si andrà oltre il 30 giugno. Far giocare tutte le restanti gare dal 3 al 31 maggio, è impensabile. Ciò vorrebbe dire scendere in campo ogni due giorni. E’ necessario considerare anche giugno e pure oltre. Scadenza contratti? La situazione è in fase di studio coi nostri avvocati. Le opzioni da valutare finora sono due: quella di non considerare i calciatori che vanno in scadenza e che quindi non giocherebbero; oppure includerli, allungando i loro contratti di un mese» TGGialloBlu.it



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