#RestiamoACasa e in attesa del (problematico) riavvio del campionato la buona notizia è che ZACCAGNI è guarito! Intanto i club non sembrano intenzionati a concedere sconti alle TV ma si dicono pronti a investire in sicurezza in cambio di garanzie certe...
La buona notizia è che Zac è completamente guarito come riporta il sito scaligero 'Mattia Zaccagni ha effettuato nelle scorse ore il controllo con test diagnostico (tampone) per il coronavirus-Covid 19. L’esame ha dato esito negativo. Il calciatore è pertanto guarito e non dovrà più essere sottoposto al regime di isolamento domiciliare'
SKY (e DAZN) chiedono lo sconto ma i club (per ora) fanno orecchie da mercante: Secondo CalcioEFinanza.it, se si ripartisse, l'emittente televisiva chiederebbe uno sconto del 15-18% sul campionato 2020-21 a causa di un calendario più compresso e meno attraente per gli investitori pubblicitari mentre, per lo stop definitivo i danni sarebbero di molto superiori e sia SKY che DAZN non verserebbero le tranche di Maggio e quelle successive... I club non ci stanno e sarebbero pronti alla battaglia legale ma, a quanto scrive 'La Repubblica', non avendo altre emittenti affidabili con cui trattare le trasmissioni delle partite, dovranno ridursi a più miti consigli. Nel frattempo Sky ha proceduto a scontare i suoi pacchetti per venire incontro alle mancate dirette di calcio e altri sport a causa del Covid19.
Il preparatore atletico dell’HELLAS, Paolo Barbero, a L’Arena «La preparazione finora a casa è stata condizionata dalla mancanza di spazi e attrezzatura. Le criticità sono due. Una di tipo biomeccanico. In questa chiusura sono mancate le ripartenze, i cambi di direzione, dribbling e contrasti. È stato fatto solo un lavoro minimale. Il secondo aspetto è metabolico. Potrebbero esserci degli stress di natura fisiologica. Per rimettere in moto il Verona ci vorranno almeno tre settimane. Caldo ed alta frequenza di gare? Non siamo abituati ad allenarci con temperature così elevate, se non in fase di precampionato, ma la cosa più preoccupante sarà l’alta frequenza di partite, ben tre alla settimana. L’importante sin da subito sarà ridare tra i piedi ai calciatori il pallone. In questa lunga pausa c’era da allenare anche l’aspetto mentale dei nostri ragazzi. Ci sarà il tempo per lo sviluppo della forza e della potenza ma l’importante sarà la ripresa ed il lavoro con la palla» HellasLive.it
Dario DONÀ racconta quel pari a reti inviolate a San Siro del 21 Aprile 1985 e la sua seconda partita da titolare nel VERONA che vinse poi lo scudetto «A me piaceva giocare a calcio ma non ero un giocatore di calcio... E sì, andò così: Eravamo orfani di Briegel e Fontolan, non due qualunque. D’altra parte c’era Hateley, che era imbattibile sulle palle alte. Lo prese in consegna Volpati, io dovevo stare attento a Scarnecchia. Ho avuto anche l’occasione di far gol ma Franco Baresi fece un recupero dei suoi e ciao sogni di gloria. Però non feci male, anzi. Da giovane ero discreto. Mondiale Under 20 in Australia con l’Italia e mi prese il Milan di Radice. Sono sempre stato umile e al mio posto ma certe regole non mi piacevano, così scappai dal ritiro di Asiago del Milan e fu dura raffrontarmi poi con mister Radice. Dovevo rientrare dopo due giorni, ne feci sette da latitante invece... Noi eravamo un po’ cotti. Hateley rientrava dall’infortunio. Non so che mi prese, avevo forse paura ma gli diedi una spallata talmente forte che lo mandai addosso ai cartelloni pubblicitari. Ero davanti alla panchina del Milan, non vi dico le parole, anche del pubblico. Mi fischiarono per tutta la partita. Bagnoli è stato un grande, ma parlava poco. Di un’altra pasta Giancarlo Cadè, allenatore illuminato che ebbi nel proseguo della carriera. Il più forte del gruppo dello scudetto? Elkjaer quando decideva era il più forte attaccante del mondo, Di Gennaro classe pura e poi il mio amico Turchetta, un fenomeno» CalcioHellas.it
Pierino FANNA racconta al Corriere di Verona la seconda ‘Fatal Verona’ «Rividero vecchi fantasmi, chissà. Noi dovevamo vincere per sperare nella salvezza, era la penultima di campionato. Loro erano una squadra formidabile, ma si presentarono in casa nostra tesi e nervosi. Ne pagarono il prezzo. Allora, d’accordo che Lo Bello si irrigidì subito nei loro confronti, ma fu soprattutto per l’atteggiamento di molti giocatori del Milan. Venivano dalla semifinale di ritorno delle Coppa dei Campioni con il Bayern. Avevano superato il turno, a Monaco, dopo una sfida ai supplementari. Erano provati psicologicamente e si vedeva. Protestavano sempre, erano preoccupati, ansiosi. Eppure andarono in vantaggio... Avevamo preparato bene la partita, Osvaldo Bagnoli dimostrò, una volta di più, la sua grandezza. Giocammo come avevamo fatto dall’inizio, mettendo in campo tutto. Quel Verona, poi, retrocesse, perdendo una settimana dopo lo scontro diretto a Cesena, ma sfiorò un miracolo» CalcioHellas.it
Seconda 'Fatal Verona' a 'Il Fatto Quotidiano' l'ex arbitro Lo Bello, che diresse quella gara, querela VAN BASTEN per alcune righe della sua autobiografia che riguardano la seconda beffa da parte dei gialloblù al MILAN «Sono rimasto davvero sorpreso da tanto livore dopo trent’anni. Comunque ho conferito mandato ai miei avvocati per adire le vie legali. Si può capire e a volte giustificare tutto, ma non si può passare oltre quando si è in presenza di falsità. La mia direzione? Tutto è perfettibile, soprattutto allora senza l’assistenza degli ausili tecnici come il VAR, ma ricordo nell’ordine: Van Basten gettò platealmente a terra la maglia, Rijkaard mi insultò pesantemente sputandomi sui piedi e Costacurta andò dal guardalinee insultando tutta la terna. A fine partita entrarono nel mio spogliatoio Ramaccioni (allora team manager dei rossoneri, ndr) poi feci entrare anche Galliani e Gianni Letta. Raccontai quanto accaduto per le espulsioni e ricevetti sincere e immediate scuse davanti agli assistenti.» CalcioHellas.it
Daniele CACIA ex attaccante gialloblù al 'Corriere dello Sport' «...Odio i social, sono la nostra rovina. Non ho il procuratore: ho deciso di farne a meno quando ho capito che non avrei più giocato in A. Credo che, essere consigliato da un buon agente, sia molto importante per un giovane calciatore. Io non ne ho più bisogno: se un club mi vuole, può telefonarmi. Nel calcio c’è troppa ipocrisia. E’ cosa risaputa, è un triste “morte tua, vita mia”. La Serie A? Sono sempre arrivato nel posto giusto al momento sbagliato. Quando mi prese la Fiorentina ero reduce da un grave infortunio al malleolo: dovevo competere con Mutu, Osvaldo, Pazzini e Vieri, però feci gol al Rosenborg, in Coppa Uefa. A Lecce mi ruppi nuovamente il perone; a Verona trovai Luca Toni in stato di grazia e nel 4-3-3 di Mandorlini non c’era posto per me. Pensai di avercela fatta con il Bologna, dopo la promozione dalla Serie B nel 2015: Corvino mi mise fuori lista e me ne andai ad Ascoli» CalcioHellas.it
ROMULO si guarda indietro con un certo orgoglio a 'La Gazzetta dello Sport' «Io credo che l’umiltà paghi sempre: se la gente vede che dai tutto e che fai il tuo lavoro con amore, ti vuole bene. Ancora oggi mi scrivono tanti tifosi di tutte le squadre in cui ho militato, e io sono molto legato a tutti loro. Ci sono per esempio quelli della Lazio, che mi chiedono di tornare, quelli della Fiorentina, squadra a cui sono molto affezionato anche perché è stata la mia prima società in Italia, e anche quelli dell’Hellas: questi ultimi addirittura mi scrivono che mi amano, e io ne sono onorato. Mi piace davvero tanto Verona, è una città spettacolare! » CalcioHellas.it
L'ex Direttore Sportivo scaligero Sean SOGLIANO ora al PADOVA intervistato dal 'Corriere del Veneto' «Com’è possibile che un gruppo di professionisti non possa allenarsi e gli operai con le mascherine vadano in fabbrica? La cosa che capisco meno è che chi parla di ricominciare ad allenarsi viene etichettato negativamente perché fa parte del mondo del calcio. C’è un populismo imperante che mi fa imbestialire. Ci vuole rispetto per chi va a lavorare tutte le mattine: ma rispetto è allenarsi e giocare, non il contrario. Il calcio è un lavoro come tanti altri» HellasLive.it
Raphael MARTINHO ex 'volante' scaligero promosso con l'HELLAS e rimasto in in Serie A gialloblù nel 2013-14 «Com’è la situazione in Brasile? Il presidente ha consigliato agli anziani e alle persone a rischio di restare in quarantena, mentre ai giovani e a chi ha bisogno di continuare a lavorare: un vero controsenso. Non sappiamo cosa fare, o stai a casa e muori di fame o vai a contatto col virus: un coltello con due lame. Le due stagioni all’Hellas Verona? I due anni al Verona sono stati unici e incredibili, sia a livello di risultati che di crescita a livello umano. È stato il periodo più importante della mia carriera. La simbiosi che si era creata con la tifoseria e il rapporto che avevo con la società, non l’ho provata da altre parti: era come se fossi lì da sempre, come se fosse casa mia. Al Bentegodi ho segnato tanti gol e abbiamo vinto il campionato: un qualcosa che ti rimane attaccato alla pelle. Il ricordo a cui è più legato? Ce ne sono tanti. Mi ricordo del primo gol segnato contro il Novara sotto la Sud, dove ci fu un boato devastante. Un’altra fu lo scontro diretto col Livorno verso la fine della stagione, dove eravamo sotto 1-0 e segnai il gol del pareggio in uno stadio pieno. E poi il 3-0 segnato contro la Juve Stabia, che fu il gol della promozione perché ci permise di essere padroni del nostro destino» CalcioHellas.it
L'ex Marco CASSETTI durante una delle ultime puntate di Contropiede Daily, rubrica quotidiana di Telearena «Ora mi trovo a Brescia, proprio nel centro del caos, ma fortunatamente io e la mia famiglia stiamo bene. Come tutti cerco di stare a casa il più possibile, ed esco solo una volta a settimana per fare la spesa... Il Verona è stato il primo club a scommettere davvero su di me: io arrivavo dalla Serie C, quindi adattarmi alla Serie A non è stato facile, ma fortunatamente è andata ce l’ho fatta. In generale comunque mi sono trovato molto bene sin da subito, c’era un gruppo fantastico composto da giocatori esperti come Colucci e Mazzola, dai quali ho imparato molto, e da giovani “scalmanati” come me, Oddo e Camoranesi. Leggere ora i nomi di quella squadra fa quasi impressione, però all’epoca eravamo davvero giovani e alle prime armi… E poi mi ricordo di quanto fosse entusiasmante la passione che il pubblico dell’Hellas ha per la propria squadra. Dopo la bella salvezza conquistata contro la Reggina, l’anno successivo arrivò una retrocessione difficile da spiegare. Quasi non ci rendemmo conto di quello che successe: a causa di un filotto di risultati negativi passammo dal lottare per l’Europa al combattere per non retrocedere. Alla fine ci ritrovammo a lottare contro squadre molto più abituate di noi a quella situazione, e complice anche qualche episodio non riuscimmo a salvarci» CalcioHellas.it
L'ex diesse gialloblù Rino FOSCHI a TMW «Ci sono tante operazioni di cui vado fiero: Toni al Palermo, poi rivenduto alla Fiorentina alle mie condizioni, ma anche Baresi al Modena, Giuseppe Biava al Palermo e Damiano Tommasi al Verona hanno lasciato un segno importante nella mia vita. La trattativa di cui mi pento? Nigmatullin al Verona, a parametro zero: per andarlo a prendere avevo anche fatto una grande traversata e per lui avevo anche ricevuto le minacce dei russi. Nigmatullin era un bravo ragazzo, ed era anche stato premiato come miglior portiere della Russia, ma a Verona è stato sfortunato. Il futuro? Ho una voglia matta di tornare in pista: ho già rifiutato qualche proposta, sto aspettando di poter rientrare alle giuste condizioni. Se tornerei al Palermo? È stata la tappa più importante della mia carriera, mi ha dato qualcosa in più anche rispetto a Verona, quindi la risposta è scontata…» CalcioHellas.it
Damiano TOMMASI Presidente AIC a 'Rai Radio 1' «Allo stato attuale la situazione del Paese non consente la ripresa dell’attività, dobbiamo capire se ci saranno le condizioni di sicurezza nelle prossime settimane e quali procedure si devono attivare per renderlo possibile, tutelando la salute di tutti, non solo degli atleti. L’incontro di oggi è stato utile per mettere sul piatto tutte le posizioni delle componenti del mondo del calcio e metterle a confronto con chi dovrà analizzare la situazione per stilare un protocollo adeguato» Hellas1903.it
Gli ultras genoani della gradinata Nord di ‘Via Armenia 5r’ 'Questa stagione per noi è finita non perché ci volete fuori, ma perché con un simile governo del calcio non vogliamo avere nulla a che fare. Per noi il pallone, a queste condizioni, si è sgonfiato. Tenetevi questo baraccone vuoto e, se avete un briciolo di dignità, vergognatevi! Voi presidenti siete asserviti alle televisioni, siete schiavi del loro denaro, voi non decidete ma siete dei pupazzi nelle loro mani. Si prospetta l’utilizzo di strumenti come i tamponi per calciatori e addetti ai lavori, per poi non garantirli a tutti i cittadini. Tutto questo dopo due mesi di emergenza e con quasi 25 mila morti tra i quali 200 fra medici e infermieri a che non hanno avuto la possibilità di fare il tampone. È inaccettabile. Non esiste il minimo rispetto. Che cosa pensate possa essere il football senza gente? I giocatori quando segneranno un gol penseranno di esultare verso gli spalti vuoti? Ci vuole dignità!' Hellas1903.it
Il presidente della FIGC Gabriele Gravina «Il mondo del calcio sta lavorando incessantemente e in maniera responsabile per trovare soluzioni concrete e sostenibili alla crisi generata dal Covid-19, comprese quelle necessarie e indispensabili per salvaguardare le competizioni 2020-21. Anche per questo merita rispetto, invece di essere strumentalmente utilizzato per polemiche destituite di qualunque fondamento. Siamo soddisfatti del costante confronto che stiamo avendo col Ministro per lo Sport, ma anche con quelli della Salute e dell’Economia e delle Finanze, ai quali abbiamo prospettato tutte le misure necessarie. Mi stupisce, invece, dover constatare ancora una volta quanto la tentazione di parlare continuamente di calcio, per la notorietà che da questo discende, induca diversi interlocutori a commentare cose di cui sono evidentemente male informati» Hellas1903.it
Zaccaria, Alfonso e Damiano Tommasi con la maglia dei «falchi» di Sant’Anna d’Alfaedo in un'amichevole con l'Hellas il 18 Luglio 2010
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AUTORE: ANTONIO 2 | SERIE A TIM - SERIE B
22 APR Le tifoserie più odiate d’Italia: la sorprendente classifica
Uno studio sul mondo delle tifoserie con tanto di classifica delle tifoserie più odiate.
Nessun voto, nessun sondaggio, ma un vero e proprio «studio volto ad analizzare i rapporti che intercorrono tra le tifoserie italiane per determinare quali tra esse sono le più odiate all’interno del panorama ultras.» Questo è il lavoro svolto dal sito curvespettacolari che ha creato una vera e propria griglia.
In pratica è stata stilata una vera classifica delle tifoserie più «odiate» dalle stesse tifoserie. Sono state individuate 4 categorie:
-Tifoserie «odiate da pochi» : sono quelle che vengono odiate da pochissime tifoserie;
-Tifoserie "odiate" : sono quelle che vengono odiate da poche tifoserie;
-Tifoserie «odiate da molti» : sono quelle che vengono odiate da tante tifoserie;
-Tifoserie "odiatissime" : sono quelle che vengono odiate da tantissime tifoserie.
La speciale classifica delle tifoserie più odiate
Tanto per intenderci, e una tifoseria ha molte rivalità nello stivale, certamente farà parte della categoria «odiatissime», se invece, oltre al personale derby, non ha grandi rivalità e non si ricordano scaramucce con molte altre tifoserie, sarà odiata da pochi.
Si parte dalle tifoserie odiate da pochi. In questo gruppone sono state inserite soprattutto tifoserie del Nord: Padova, Triestina, Spezia, Reggiana, Lucchese, Mantova, Ascoli, Parma, Siena, Arezzo, Pistoiese, Sambenedettese, Ravenna, Spal, Grosseto, Alessandria, Cremonese, Varese, Carpi, Udinese, Piacenza, Prato, Carrarese, Empoli, Pro Patria, Vercelli, Monza, Treviso. Ma anche del Sud: Juve Stabia, Savoia, Viterbese, Teramo, Frosinone, Benevento, Catanzaro, Brindisi, Ternana, Paganese, Potenza, Messina, Crotone, Fidelis Andria, Casertana, Turris, Siracusa, Barletta, Latina, Acireale, Sassari, Trapani, Potenza, Aquila, Monopoli, Campobasso, Akragas, Chieti.
Nella parte delle tifoserie odiate, troviamo i primi grandi club: Milan e Inter. E poi compaiono: Bari, Genoa, Sampdoria, Bologna, Lecce, Pescara, Nocerina, Como, Cosenza, Avellino, Modena, Livorno, Palermo, Pisa, Catania, Perugia, Torino, Cagliari, Vicenza, Foggia, Cagliari, Cavese, Cesena, Ancona, Cosenza, Venezia.
Tra le tifoserie odiate da molti, troviamo quella della Juventus e poi: Brescia, Fiorentina, Roma, Atalanta, Taranto, Lazio e Reggina. Soltanto tre sono invece le tifoserie inserite da Curvespettacolari nella griglia delle odiatissime: Hellas Verona (risultata quella con più rivalità in assoluto), Salernitana e Napoli.
FONTE: UltimOra.news
Corriere di Verona: "Perchè salvare i campionati è una priorità per lo sport"
Oggi il "Corriere di Verona" affronta il tema della possibile ripresa del campionato di calcio. Secondo Rory Smith, del "New York Times, di cui il quotidiano riporta alcune dichiarazioni, «Sarebbe positivo portare a termine questa stagione, invece, che portare a termine la prossima, un ragionamento che, invece, i dirigenti di pallacanestro e volley, in Italia non hanno colto». L'unico che ci prova - come chiude il giornale - è il mondo del calcio che al momento ha sospeso i campionati con la speranza di riprenderli.
Sezione: Rassegna / Data: Mer 22 Aprile 2020 alle 12:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
Corriere di Verona: "Serie A, prove di ripartenza. L'Hellas prepara Peschiera"
Il calcio italiano si prepara all'eventuale ripartenza. Come riporta oggi il "Corriere di Verona" oggi è in programma l'assemblea di Lega mentre domani è prevista la decisione del Governo. Nel frattempo la società gialloblù prepara il Centro Sportivo di Peschiera. Come imposto dal rigido protocollo, saranno predisposte stanze singole per ogni giocatori. I pranzi e le cene saranno effettuate in modalità self service mentre tutti gli ambienti dovranno essere sanificati con frequenza giornaliera. Prima, però, serve attendere il via libera governativo.
Sezione: Rassegna / Data: Mar 21 Aprile 2020 alle 11:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
FONTE: TuttoHellasVerona.it
Come sono organizzate le 20 società di Serie A con i ritiri in vista della ripresa del campionato?
Di Giovanni Sani
17 APR 2020
In attesa delle indicazioni definitive da parte del governo su date e modalità, come si stanno organizzando le società verso la ripresa del campionato? Chi ha le strutture adatte per organizzare ritiri blindati? Ecco la situazione squadra per squadra
1. Atalanta
L’Atalanta ufficialmente non rilascia dichiarazioni in tal senso. Però Percassi sarebbe propenso alla ripresa dell’attività sempre che vengano garantite sicurezze sul piano sanitario. Se si partirà non avrà problemi di alcun genere perché il centro Bortolotti può essere blindato, possiede tutto quanto occorre alla preparazione, camere e cucina. Un’ora dopo l’ok l’Atalanta può partire subito alla grande.
2. Bologna
Il Bologna non ha ancora fissato la data per la ripresa degli allenamenti. La squadra rossoblù si allenerà al centro sportivo di Casteldebole e dovrebbe andare in ritiro all’hotel Calzavecchio, a Casalecchio, a pochi chilometri dai propri campi di allenamento.
3. Brescia
Come è noto, Cellino non è favorevole alla conclusione del campionato. Lo dimostra anche il fatto che non è stato predisposto alcun piano per la ripresa degli allenamenti tantomeno è dato di sapere se si svolgerà al centro sportivo di Torbole di proprietà della società.
4. Cagliari
La società è in attesa che vengano definiti i protocolli sanitari e in caso si puntasse per dei ritiri permanenti, il Cagliari adeguerà i parametri medici e logistici previsti. Dal punto di vista della struttura, il centro sportivo di Assemini sarebbe idoneo a ospitare la squadra così come accade alla viglia di ogni partita e come è successo nel recente passato, per i ritiro precampionato o straordinari nel corso della stagione. Albergo, ristorante, palestra e rettangolo di gioco sarebbero quotidianamente a disposizione dei rossoblù.
5. Fiorentina
La Fiorentina, sulla base di quanto verrà ufficializzato da Governo, Federazione e Lega, è pronta alla ripartenza. E’ allo studio una soluzione che possa permettere di allenarsi al centro sportivo Astori, già sanificato, appoggiandosi a una struttura alberghiera nell’area di Firenze. Fino a oggi, fuori città c’è solo un giocatore, Ribery, pronto al rientro nei tempi giusti per essere a disposizione di Iachini da subito.
6. Genoa
Il Genoa seguirà un protocollo a partire dall’ulteriore sanificazione delle strutture in uso, dopo la prima già effettuata. Probabilmente verrà cercata una soluzione in città. Schone, Lerager e Ankersen, i giocatori danesi che sono all’estero, torneranno a Genova tra il 19 e il 20 aprile.
7. Hellas Verona
L’Hellas Verona si è già preventivamente organizzato: il centro sportivo è lo Sporting Center Paradiso di Peschiera del Garda, in provincia di Verona. L’albergo, già sede dei ritiri pre-partita in occasione delle gare casalinghe, è l’attiguo Parc Hotel di Peschiera.
8. Inter
Il centro sportivo nerazzurro è dotato di foresteria, ma i lavori di ristrutturazione si sono interrotti e quindi ci sono camere solo per i giocatori. Per gli altri componenti del “gruppo squadra”, probabile che il club si appoggi a un residence nelle vicinanze della Pinetina. Lo staff sanitario si sta già attrezzando per lo svolgimento dei controlli, mentre in merito a igiene e sicurezza è già stato tutto organizzato.
9. Juventus
A due passi da dove si allenano CR7 e compagni c’è poi il JHotel, un albergo a 4 stelle di cui la Juve è proprietaria al 40% (il restante 60% fa capo a Eden Travel Group), che si sviluppa su un'area di 11.200 metri quadrati e vanta 138 camere, un ristorante da 200 coperti (più altri 60 all'aperto), una spa e diverse sale conferenze. Qui Maurizio Sarri e i calciatori hanno a disposizione un'ala dedicata dove trascorrere le vigilie pre-partita o, specie per i nuovi arrivati, dove alloggiare in attesa di trovare una casa. Sarà questa la sede del ritiro permanente che la Juve, come tutte le altre squadre, dovrà osservare.
10. Lazio
Formello, nuovo di zecca dopo la ristrutturazione, è pronto ad accogliere il ritiro blindato della Lazio. Lotito lo ha fatto sanificare, è stato il primo a promuovere la ripresa in sicurezza. Ci sono vari campi e spogliatoi, una foresteria dotata di tutti i comfort. Si seguiranno i protocolli sanitari Figc. Forse alcuni dipendenti saranno alloggiati in un hotel vicino.
11. Lecce
Il Lecce è pronto a riprendere gli allenamenti se da parte del Governo arriverà l’ok alla proposta formulata dalla Figc con il relativo protocollo. I calciatori, che sono rimasti tutti in sede, saranno convocati per il 4 maggio per le visite mediche. Nel frattempo, in assenza di un centro sportivo di proprietà del club, si sta cercando di organizzare il ritiro o presso l’Acaja Golf Club (a una ventina di chilometri) dove in genere la squadra si allena o presso l’8+, alla periferia della città, dove spesso si svolge il ritiro prepartita. Entrambe le strutture sono al momento chiuse. Quanto al protocollo l’idea è di attenersi a quello delineato dalla Commissione della Figc.
12. Milan
Il Milan è pronto a organizzare il ritiro a Milanello per la ripresa degli allenamenti. Il centro sportivo rossonero sarà l’unica struttura di riferimento per il club essendo dotato di campi, palestre e alloggi per giocatori e dipendenti, dunque tutto lo staff resterà a Milanello senza l’utilizzo di strutture esterne. I rossoneri non hanno ancora richiamato in Italia i giocatori all’estero, aspettano comunicazioni ufficiali sul protocollo medico per stabilire il piano di rientro degli stranieri.
13. Napoli
Il Napoli non ha alcun tipo di problema logistico da affrontare. Il centro sportivo di Castel Volturno sorge all’interno del Goldel Tulip Hotel, al quale si può accedere direttamente dai campi. E ai giocatori e a ognuno dello staff verrebbe riservata una stanza, da sfruttare ovviamente anche per la doccia dopo ogni allenamento.
14. Parma
Se sarà il caso il Parma svolgerà il maxi ritiro nel suo centro sportivo a Collecchio, dotato di campi, palestre, ampio ristorante e camere da letto. Sono già state avviate le pratiche di sanificazione e le modifiche logistiche per isolare squadra e staff e permettere anche un certo distanziamento negli spazi comuni. Sarà però necessario appoggiarsi a uno degli alberghi di Collecchio, a poche centinaia di metri dalla struttura, per ospitare una parte dello staff e dei collaboratori che in modo fisso opereranno a Collecchio durante il periodo.
15. Roma
La Roma sta pianificando da qualche giorno la ripresa degli allenamenti, ma si attende il prossimo decreto per renderlo operativo. La squadra resterà in ritiro a Trigoria, come è già accaduto durante il precampionato. Tutti i test, i tamponi e le visite mediche saranno effettuate presso il centro sportivo, con personale medico specializzato, per evitare il trasferimento dei calciatori. Che dovranno restare isolati.
16. Sampdoria
La Sampdoria di Claudio Ranieri non ha ancora predisposto un programma per il ritiro. Probabilmente verrà cercata una soluzione alternativa in città. Nel frattempo sono rientrati a Genova i tre giocatori che erano all’estero: Maya Yoshida, Ronaldo Vieira e Kristoffer Askildsen.
17. Sassuolo
Roberto De Zerbi
Il Sassuolo attende istruzioni per concordare con i propri tesserati il protocollo medico da seguire. Il Mapei Football Center non ha sufficienti camere a disposizione per poter ospitare tutta la comitiva (giocatori, tecnici, preparatori, collaboratori). Andrebbe dunque individuata una struttura per l’ospitalità, mentre i campi verrebbero utilizzati per gli allenamenti. Al momento non si è discusso di protocolli interni.
18. Spal
La Spal attende istruzioni ufficiali da parte dei Lega Serie A e Figc per concordare con i propri tesserati il protocollo medico da seguire. Il Centro “G.B. Fabbri” di via Copparo verrebbe utilizzato per le sedute di allenamento, ma andrebbe individuata una struttura alberghiera per ospitare la truppa biancazzurra, possibilmente a poca distanza dal centro tecnico. Al momento non si è discusso di protocolli interni.
19. Torino
Il Torino di Mazzarri sta cominciando a valutare opzioni per tornare in attività. Sicuramente la squadra andrà in ritiro, da decidere ancora se farlo in città (allenamenti al Filadelfia e hotel nei pressi) o se prendere in considerazione sedi distaccate.
20. Udinese
La società bianconera è ancora in attesa di conoscere i contenuti del protocollo della commissione scientifica della Figc, è pronta comunque a far sottoporre i calciatori a tutti gli accertamenti medico clinici sierologici che verranno richiesti prima dell’eventuale ripresa della preparazione il 4 maggio. L’ Udinese nel suo centro sportivo non dispone di una foresteria per garantire il ritiro 24 ore su 24 dei bianconeri che verrebbe fatto in un hotel nell’hinterland.
FONTE: 90Min.com
CALCIOMERCATO Per Kumbulla è duello tra Inter e Napoli. L’Hellas fissa le condizioni
La società gialloblù non accetterà contropartite tecniche per il talentuoso difensore albanese
di Mattia Zupo 22 Aprile, 2020 - 11:38
Secondo L’Arena, sono due le condizioni dell’Hellas Verona per privarsi di Marash Kumbulla. La prima: non bisognerà discostarsi molto da 28 milioni. La seconda: nessuna contropartita tecnica sul piatto. Il testa a testa è fra Inter e Napoli, a oggi perfettamente alla pari. Entrambe hanno distanziato la Lazio che l’albanese lo prenderebbe pure subito, ma non a certe cifre.
Il suo cartellino pesa molto ed il Verona non ha alcuna intenzione di essere tenero, almeno all’inizio. Come alternativa estera da tenere in considerazione c’è il Lipsia. L’estate scorsa a società gialloblù ha rifiutato le offerte di Empoli e Sassuolo per il classe 2000.
NEWS Fanna ricorda la seconda fatal Verona: “Quell’Hellas non si arrendeva mai. Il Milan aveva perso la testa”
I ricordi dell’ex capitano gialloblù che batté i rossoneri 2-1 e, di fatto, sfilò loro il tricolore
di Mattia Zupo Aprile 22, 2020 - 09:02
Ph. Riccardo Donatoni – RDF
Pierino Fanna, ex centrocampista dell’Hellas Verona, ha parlato al Corriere di Verona per ricordare la seconda ‘Fatal Verona’:
RICORDI. “Rividero vecchi fantasmi, chissà. Noi dovevamo vincere per sperare nella salvezza, era la penultima di campionato. Loro erano una squadra formidabile, ma si presentarono in casa nostra tesi e nervosi. Ne pagarono il prezzo. Allora, d’accordo che Lo Bello si irrigidì subito nei loro confronti, ma fu soprattutto per l’atteggiamento di molti giocatori del Milan. Venivano dalla semifinale di ritorno delle Coppa dei Campioni con il Bayern. Avevano superato il turno, a Monaco, dopo una sfida ai supplementari. Erano provati psicologicamente e si vedeva. Protestavano sempre, erano preoccupati, ansiosi. Eppure andarono in vantaggio”.
UNA SALVEZZA SFIORATA. “Avevamo preparato bene la partita, Osvaldo Bagnoli dimostrò, una volta di più, la sua grandezza. Giocammo come avevamo fatto dall’inizio, mettendo in campo tutto. Quel Verona, poi, retrocesse, perdendo una settimana dopo lo scontro diretto a Cesena, ma sfiorò un miracolo”.
ESTATE 1989. “Società che doveva risolvere dei problemi economici, squadra rinnovata, rosa rimessa in piedi in fretta e furia. Ci volle un girone per trovare un’identità. Nel ritorno tenemmo un ritmo da Uefa. Non bastò”.
BATTERE IL MILAN. “Che era la squadra più forte al mondo. Arrigo Sacchi ha rivoluzionato il calcio, è inutile negarlo, ed erano una collezione di campioni. Attaccavano alti, venivano a prenderti dentro la tua area. Però quella domenica di aprile erano stanchi e le cose non venivano come al solito”.
FINALE DI GARA E GOL DI PELLEGRINI. “Il Milan aveva perso la testa. Espulsi Sacchi e Rijkaard, così come Van Basten, che si tolse maglia, e Costacurta. Negli spogliatoi accadde di tutto”.
LE DICHIARAZIONI DI VAN BASTEN. “Il fatto è che non ne avevano più, mentre quel Verona non si arrendeva davvero mai. Semplicemente, si trovarono al posto sbagliato nel momento sbagliato”.
FONTE: CalcioHellas.it
Sky chiede lo sconto di 140 milioni di euro, risposta negativa delle società
aprile 22, 2020
Qualora si ripartisse, Sky è pronta a saldare per intero quel che resta dei diritti di questa stagione (circa 156 milioni), ma chiede uno sconto del 15-18% sul 2020/21 (circa 140 milioni), in ragione del fatto che il calendario sarebbe più compresso e poco attraente per gli investitori pubblicitari. Al contrario, con lo stop definitivo del campionato i danni per l’emittente salirebbero a 250/300 milioni. E in questo caso Sky (come DAZN) non sarebbe in grado di versare la tranche di maggio e quella di luglio, con mancati trasferimenti complessivi per 250 milioni – si legge su calcioefinanza.it – I club per ora fanno muro: se Sky non pagherà, si andrà per vie legali. Linea dura anche con DAZN, che lunedì ha chiesto sconti senza metterli per iscritto. Il “no” alle istanze di Sky è stato votato all’ unanimità, ma le società non possono non guardare al 2021, quando scadrà il contratto con le tv. All’orizzonte la Lega non ha altri player affidabili con cui trattare, fatta eccezione per il progetto di un proprio canale. Fonte: La Repubblica
FONTE: HellasLive.it
NEWS
23 aprile 2020 - 11:27 Ripresa calcio, ecco il decalogo
Le richieste dei club di Serie A al Governo e alla Figc per la ripartenza
di Redazione Hellas1903
Nel confronto con il Governo, nella figura del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, la Figc e i rappresentanti del calcio per la ripresa della stagione, i club di Serie A hanno preparato delle richieste utili per la ripartenza in sicurezza.
Si tratta di un decalogo i cui contenuti sono riportati da “La Gazzetta dello Sport” oggi in edicola.
Questi i punti fissati dalle società.
1. Essere coinvolti nel dibattito sui protocolli.
2. Allungare i contratti in scadenza.
3. Cosa succederà con un nuovo positivo? Serve una risposta chiara.
4. Chiarezza su come garantire sicurezza nei viaggi.
5. Un piano B in caso di nuovo lockdown.
6. Rinviare i controlli Covisoc e modificare le regole per il rilascio delle licenze nazionali.
7. Nessuno svincolo per ritardi nel pagamento degli stipendi.
8. Una linea comune federale sui tagli degli stipendi.
9. Un tavolo permanente per definire le misure anti crisi.
10. Ridiscutere i tempi del calciomercato.
NEWS
20 aprile 2020 - 13:06 Juric, l’elogio di Sconcerti: “Il suo gioco senza solisti figlio di Gasp e Phil Jackson”
L’editorialista del “Corriere della Sera”: “Nel Verona segnano in tanti, è basket applicato al calcio”
di Redazione Hellas1903
Mario Sconcerti, editorialista del “Corriere della Sera”, ha dedicato un articolo a Ivan Juric, tecnico del Verona.
Un intervento, quello di Juric, che traccia un ritratto elogiativo per l’allenatore gialloblù. Scrive Sconcerti: “Dopo Gasperini, l’altro uomo della vita è stato Phil Jackson, uno dei più grandi allenatori nella storia del basket americano. Inventò l’attacco a triangolo, cioè faceva girare continuamente i tre uomini offensivi, teneva i più alti in difesa e mandava al tiro soprattutto le guardie. In sintesi, non dava punti di riferimento e lasciava a tutta la squadra il compito di creare gioco offensivo“.
Aggiunge il giornalista: “Secondo Juric, quel concetto applicato al calcio riequilibra la personalità dei giocatori e portava amicizia nello spogliatoio perché tende a eliminare i solisti, mette tutti sullo stesso piano. Il basket applicato al calcio come rincorsa di schemi era cominciato con Gigi Radice al Torino, quando Graziani (il pivot) era il primo che attaccava il difensore centrale quando ricominciava l’azione. Ma Juric ha fatto di più, ha preso uno schema del basket come modello psicologico. E lo ha portato nel profondo del suo calcio. Se osservate il Verona, troverete sette-otto giocatori che si muovono contemporaneamente scambiandosi la palla non da fermi. Non ha mai avuto grandi attaccanti Juric. A Verona il centravanti è Di Carmine, il suo compagno è il vecchio Pazzini, ancora utile ma che spesso parte dalla panchina. Eppure le squadre di Juric portano sempre in gol tanti giocatori“.
CALCIOMERCATO
19 aprile 2020 - 16:52 Mercato, l’Inter punta Kumbulla per 20 milioni
I nerazzurri vogliono rinforzi in difesa e restano in prima fila per il giocatore del Verona
di Redazione Hellas1903
L’Inter resta sempre molto interessata a Marash Kumbulla.
Il club nerazzurro insegue da tempo il giocatore del Verona. In difesa, infatti, punta ad aumentare le opzioni per Antonio Conte e Kumbulla assicura un’eccellente prospettiva per il futuro prossimo e a lungo termine.
La valutazione che viene fatta per il suo cartellino in ambito interista è di 20 milioni di euro. Tuttavia, su Kumbulla ci sono parecchi interessamenti sia in Italia che all’estero, dunque l’Hellas si prepara ad aprire un’asta per la sua cessione.
FONTE: Hellas1903.it
Inter: il Verona non molla Dimarco e Salcedo
del 23 aprile 2020 alle 19:05
Ci sono due punti fermi nel futuro dell'Hellas Verona. Secondo la Gazzetta dello Sport, il club veneto punta con decisione sui giovani Eddie Salcedo e Federico Dimarco, entrambi arrivati in prestito dall'Inter.
FONTE: CalcioMercato.com
Calciomercato Fiorentina, Commisso prepara 2 colpi per la difesa
Calciomercato Fiorentina, il presidente della Viola Rocco Commisso starebbe pensando ad un doppio colpo per la retroguardia difensiva
ENZO BELLINO
17/04/2020 21:10
Calciomercato Fiorentina, Commisso prepara 2 colpi per la difesa. La Fiorentina starebbe pensando di rinforzare la rosa di Beppe Iachini, in vista della prossima stagione. Il presidente Rocco Commisso ha riacceso l’entusiasmo e la passione nei tifosi Viola, che sognano di poter tornare in Europa.
La concorrenza in Serie A per le zone nobili della classifica, però, è spietata, motivo per cui la futura rosa della Fiorentina avrà bisogno di qualità ed esperienza. Federico Chiesa e Gaetano Castrovilli sono le due certezze del club toscano, ma per potere continuare a contare su entrambi i talenti della Nazionale italiana, la Fiorentina dovrà difenderli dalle mire di mercato di Inter e Juventus, soprattutto dai bianconeri che nel frattempo potrebbero mettere a segno un’ importante operazione in attacco.
Calciomercato Juventus, Kumbulla e Fares per la difesa
I primi rinforzi della Fiorentina potrebbero arrivare in difesa. Il presidente Rocco Commisso e il direttore sportivo della Viola Daniele Pradè, secondo quanto riporta Violanews.com, starebbero seguendo principalmente due profili. Si tratta di Marash Kumbulla (Hellas Verona) e Mohamed Fares (Spal).
Per quanto riguarda il difensore albanese, l’ostacolo principale sarebbe il costo dell’operazione, visto che il club scaligero vorrebbe incassare almeno 20 milioni, e la concorrenza di Juventus, Inter e Lazio. Più semplice potrebbe rivelarsi la trattativa con la Spal per Fares, dato che il prezzo del cartellino dell‘esterno sinistro algerino si aggira intorno ai 5 milioni. Non solo difesa, altro possibile investimento riguarda il reparto offensivo: Commisso sfida Roma e Inter per un nuovo talento argentino.
FONTE: FootballNews24.it
EMOTIONS
Trent’anni fa il “complotto di Verona” Da anni il 22 aprile 1990 racconta della “Fatal Verona”, quando l’Hellas frenò il Milan di Sacchi nella corsa al titolo in campionato, consegnato poi al Napoli di Maradona. Ma di fatale, destinato, scritto non fu il destino, fu un’opera umana ben architettata dai poteri forti. Marco Van Basten nel suo libro non usa mezzi termini: ci rubarono lo scudetto.
Pubblicato 2 giorni fa il 22 Aprile 2020 da Luca Rosia
Sul volto impietrito di Arrigo Sacchi, appoggiato di braccio destro al finestrino in pullman, prima della partenza verso il rientro a Milano, si concentrava tutta la rabbia del Milan. Quella domenica, il 22 aprile di trent’anni fa, segnò uno dei capitoli più cupi della storia del calcio italiano. Nel suo libro autobiografico, “Fragile”, edito per l’Italia da Mondadori, Marco Van Basten a quel giorno ha dedicato un intero capitolo dal titolo “Lo scudetto rubato”. Si trattò di un furto clamoroso ai danni del Milan per opera di forze interne – probabilmente – alla federazione o alla Lega Calcio per agevolare la vittoria dello scudetto del Napoli di Diego Armando Maradona. Altri tempi. Van Basten nel suo libro scrive: “Sembrava davvero tutta una montatura. Dopo tutti questi anni è ancora una cosa che mi fa arrabbiare”.
Quella domenica il Milan, reduce dalla semifinale di ritorno di Coppa dei Campioni contro il Bayern Monaco all’Olympiastadion, proiettato poi verso il suo quarto trionfo europeo, il secondo con Sacchi alla guida tecnica, era impegnato al Bentegodi di Verona contro l’Hellas. I clivensi erano virtualmente in Serie B, destinati a salutare la categoria, alla loro ultima apparizione davanti al pubblico amico, il Milan appaiato in classifica col Napoli a quota 47, in vetta alla Serie A. Davanti a 42.000 spettatori, con ospiti illustri in tribuna autorità (ministri, segretari di partito e ovviamente Silvio Berlusconi, patron dei rossoneri dal 1985) il Milan timbrò la rete del vantaggio al 33′ con Marco Simone. Lo scudetto per i Campioni d’Europa in carica sembrava davvero vicino. Fu un anno incredibile il 1990 per il Milan di Sacchi. Il primo tempo si esaurì con i padroni di casa alla ricerca del gol del pareggio.
Al rientro dagli spogliatoi Arrigo mandò in campo Ruud Gullit, di nuovo a disposizione dopo un lungo stop durato quasi un anno. Proprio dai piedi dell’olandese in maglia numero 10 nacque la prima tanto discussa azione balzata alla cronaca fino ai giorni nostri: Marco Van Basten, ricevuta la palla dal connazionale, venne steso a terra clamorosamente in area di rigore ma per il direttore di gara, Rosario Lo Bello, l’azione fu limpida e regolare. Sacchi protestò platealmente e fu allontanato dall’arbitro: da quell’espulsione si generò un clima teso che macchiò il match fino ai suoi titoli di coda.
Il gol dell’1-1 era nell’aria e infatti arrivò puntuale pochi istanti dopo. Minuto 63: calcio d’angolo per il Verona, la sfera venne catapultata in area, Sotomayor saltò più in alto di tutti e insaccò di testa. Fu festa sugli spalti. Stizzito per quanto avvenuto poco prima, il Milan non riuscì a digerire il colpo e andò letteralmente su tutte le furie. Dopo venti minuti Frank Rijkaard venne espulso (secondo cartellino giallo per lui) per aver sputato verso Lo Bello e avergli centrato la scarpa. Il Milan rimase in dieci uomini. Le lancette dei secondi fecero altri due giri d’orologio e Lo Bello ne combinò un’altra delle sue: su respinta di Pazzagli, due giocatori dell’Hellas si ostacolarono fra di loro, l’arbitro interruppe il gioco e concesse la punizione incredibilmente al Verona. Dopo Rjikaard anche Marco Van Basten non riuscì a contenere la rabbia, gettò la maglietta a terra e venne invitato a rientrare in anticipo negli spogliatoi. Il Milan restò sul terreno di gioco con nove uomini.
Successe tutto in una manciata di minuti. Il Verona, spinto dai suoi tifosi e in netta superiorità numerica, trovò il 2-1 con una rete di azioni propiziata da ben due posizioni di fuorigioco. Durante la prima offensiva veneta due uomini di Bagnoli si trovarono chiaramente oltre la linea, il gioco si sviluppò nella sua trama, la palla tornò sui piedi della formazione ospite per poi essere nuovamente recuperata da quella di casa…all’89’ l’Hellas firmò il vantaggio, ancora in offside ma Lo Bello lasciò correre: Pellegrini scattò verso Pazzagli e di pallonetto accese gli spalti del Bentegodi. Verona in vantaggio. Il Milan lascerà il campo in otto uomini per l’espulsione di Billy Costacurta, out per proteste.
Nello stesso turno il Napoli festeggiò sul Bologna vincendo in trasferta 4-2 e superando il Milan in classifica di due punti. Mancava ancora una giornata ma lo scudetto era stato praticamente assegnato. Due giornate prima i partenopei avevano tratto beneficio da una vittoria a tavolino: due punti senza sudore in quel di Bergamo. L’8 aprile la partita allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” fu sospesa sullo 0-0 a un quarto d’ora dalla fine per il lancio di una monetina dagli spalti che colpì in testa Alemao. Un campionato di miliardi venne deciso da cento lire. Fece scalpore il labiale del massaggiatore del Napoli, Salvatore Carmando, che invitò Alemao a rimanere a terra dando così enfasi all’accaduto. Il match fu sospeso dall’arbitro e il risultato venne decretato dal giudice sportivo: Atalanta sconfitta 0-2 e tre punti comodi per il Napoli di Diego Armando Maradona. Il mistero che aleggiò fin da subito attorno a quell’episodio, trent’anni dopo non ha trovato ancora chiarezza. Fatto sta che quell’8 aprile il Milan non andò oltre il pareggio a Bologna (0-0) e il Napoli accorciò in classifica a -1. Milan 47, Napoli 49.
A Verona, due settimane dopo, l’opera venne completata, con Rosario Lo Bello che fu valutato tre in pagella “non tanto per gli errori arbitrali quanto per il clima creato sul campo”. Ironia del destino, quando “il calcio morì al Bentegodi” erano passati 17 anni e un giorno da un altro fattaccio che intrecciò sullo stesso cammino i rossoneri e la famiglia Lo Bello. Il 21 aprile 1973 Concetto, padre di Rosario, arbitrò a Roma in campionato Lazio-Milan. Negò un netto rigore ai rossoneri tra le proteste della panchina. Dall’Olimpico vennero cacciati l’allenatore Nereo Rocco e il capitano Gianni Rivera.
FONTE: DayliMilan.it
Pellegrini gol, ciao Milan !
Il 22 aprile 1990, trent’anni fa, i gialloblù di Bagnoli liquidano il Diavolo di Sacchi I rossoneri perderanno lo scudetto, ma sette giorni dopo l’Hellas finirà in serie B
Di Cronaca di Verona - 21 Aprile 2020
Raffaele Tomelleri
Trent’anni fa, il tempo scappa via, ma ti sembra di averla vista ieri. Verona-Milan 2-1, ricordate? Il Milan di Sacchi, di Gullit e Van Basten, a un passo dallo scudetto. Il Verona di Bagnoli, l’ultimo Bagnoli, a un passo dalla serie B. Quando si avvicina il tramonto, lo senti dentro e non serve cercare di evitarlo. Quel Verona veniva da anni straordinari e da follie altrettanto straordinarie che l’avevano portato sull’orlo del fallimento. “Vendiamo tutti”, aveva detto Chiampan, in estate. Via tutti. Caniggia e Troglio, su tutti. Una svendita, più che una vendita. E una squadra tutta nuova, affidata a Bagnoli, “…perché solo lui può salvarci”. E l’Osvaldo non s’era chiamato fuori. Avvio disastroso, poi la lenta risalita. E quel gruppo “sbagliato”, che cominciava a diventare una squadra. Pusceddu e Gutierrez, Gritti e Pellegrini, Gaudenzi e Sotomayor, Peruzzi e Favero, Galderisi e Iorio, Magrin e Prytz. E la gente s’era appassionata, nonostante tutto. Ci credeva.
Ecco il Milan, allora, penultima giornata. Sulla carta, non c’era partita. Così, Simone firma l’1-0, su punizione, tutti pensano, “adesso è finita”. Invece no, non è finita. Il Verona è vivo, caspita se è vivo. In avvio di ripresa, pareggia Sotomayor, gigante argentino che svetta di testa e incendia il Bentegodi. A quel punto, il Verona ci crede e il Milan si smarrisce. Perde la testa e un po’ anche la faccia. Una mano gliela dà anche l’arbitro, Rosario Lo Bello, figlio d’arte, che non ne risparmia una. Non vede un rigore su Van Basten, caccia nell’ordine Sacchi, Rijkaard, Van Basten, Costacurta. Ci sono immagini che restano nella storia. La camminata lenta di Sacchi verso lo spogliatoio. La maglia di Van Basten lanciata verso Lo Bello in segno di scherno. I segnali di una resa.
Il resto, lo fa lui, Davide Pellegrini. Che scappa verso Pazzagli, resiste alla carica, lo beffa con un pallonetto irridente, ciao Milan, vinciamo noi. Il resto, finisce subito per essere cronaca e diventa storia. Il Milan perderà lo scudetto, sette giorni dopo. E sette giorni dopo, nella bolgia di Cesena, finirà anche il sogno dell’Hellas, battuto in uno spareggio senza via di fuga. Sarà l’ultimo Bagnoli gialloblù, sarà la fine di un’era. Con quel soffio di tristezza che ogni tramonto porta con sé.
In campo
VERONA
Peruzzi, Sotomayor, Pusceddu, Gaudenzi (80′ Magrin), Favero, Gutierrez, Pellegrini, Prytz, Gritti, Giacomarro, Fanna (72′ Bertozzi). All.: Bagnoli
MILAN
Pazzagli, Tassotti, P. Maldini, Massaro, Costacurta, Baresi, Donadoni, Rijkaard, Van Basten, Evani (67′ An. Colombo), Simone (59′ Gullit). All.: Sacchi
ARBITRO di Siracusa
Lo Bello
RETI
33′ Simone, 63′ Sotomayor, 89′ Pellegrini
FONTE: CronacaDiVerona.com
Giovedì infatti l'esecutivo dell'Uefa stabilirà i parametri per la partecipazione alle prossime coppa Europee se i campionati nazionali non riuscissero a concludersi e la squadra di Juric sarebbe qualificata a tutti gli effetti in Europa Legue (fuori il Milan).
La condizione principale che pone l'Uefa è che tutti i campionati debbano terminate entro e non oltre il 3 agosto.
In Italia si sta cercando disperatamente di tornare a giocare, ma ancora ci sono molti dubbi e molte perplessità.
Gli allenamenti infatti, dovrebbero ricominciare il 4 maggio, ma senza la certezza di concludere il campionato. Il governo infatti non può ancora dare il via libera al calcio italiano e prima il ministro della salute Speranza vuole assolutamente vedere l'evoluzione del contagio. Non è escluso che gli allenamenti possano riprendere anche una settimana dopo, verso il 10/12 maggio in modo da avere un'idea più precisa sulla possibilità di finire la serie A.
EMERGENZA CORONAVIRUS. SE SI TORNASSE A GIOCARE, UNA NUOVA SFIDA PER L'ALLENATORE JURIC E QUELLA MAGIA DIFFICILE DA RICREARE
20/04/2020 11:52
Citando Vasco Rossi si potrebbe dire che "è tutto un'equilibrio sopra la follia". Un delicato equilibrio. Perchè nel calcio le variabili sono tantissime e ritrovare all'istante quell'alchimia che ha reso una squadra "un miracolo" com'è successo al Verona di Juric non è così semplice. Lo stato di forma ideale, lo sa qualsiasi allenatore, è un impasto di sensazioni positive che si trasmettono al fisico e provocano una sorta di circolo virtuoso.
Ma vero anche che in quella partita l'Hellas è tornato nell'alveo della sua normalità. Una squadra, per dirla con le parole di Juric, che quando non va oltre le proprie possibilità resta la Cenerentola del campionato.
E' quindi un esercizio tutt'altro che banale chiedersi che Verona ritroveremo dopo questa sosta forzata, se il campionato dovesse riprendere. Sarà ancora quella bellezza che abbiamo ammirato in questi mesi? Riuscirà Juric a ricreare quella magia psicofisica? Oppure rotto quello stato di grazia, vedremo più semplicemente il Verona partito con tutti pronostici contro questa estate?
Per l'ex ds del Verona Mauro Gibellini, Juric non avrà nessun problema. Il Verona era bellissimo e tornerà bellissimo perchè l'impronta che ha dato Juric è più profonda di questa sosta forzata. "Non vedo nessun motivo" ha spiegato il Gibo "perchè il Verona non debba riprendere da dove ha finito".
Per Mario Petrone, allenatore, intervenuto domenica nella trasmissione Alè Verona, che con Juric ha fatto il corso di Coverciano e il cui metodo (sia di gioco sia di allenamento) è simile al croato, le cose stanno un po' diversamente: "Juric ha tarato la preparazione e ritrovare quella disponibilità e quello stato di cose non è semplice. Sono curioso anch'io di vedere. Ma credo che il Verona dovrà fare di necessità virtù e basarsi molto su quello che ha imparato in questi mesi". Stessa idea di Fabrizio Cometti, ex responsabile della comunicazione del Verona: "Ritrovare quell'alchimia non è facile. Tutto può cambiare. Credo che se si ricomincia, sarà un altro campionato. Anche per il Verona".
Per Francesco Barana, giornalista e opinionista di Tggialloblu, invece, il problema non sarà soltanto del Verona. Spiega: "Come il Verona ci saranno altre squadre. E poi io resto convinto che la rosa del Verona, a livello tecnico, sia tutt'altro che scarsa. Ci sono giocatori di qualità, a prescindere".
Dubbi che si riversaranno sul campo se dal 4 maggio veramente si riprenderanno gli allenamenti. Un motivo in più per seguire con curiosità il finale di questa stagione.
GIANLUCA VIGHINI
FONTE: TGGialloBlu.it
Hellas Verona, Gunter ha convinto tutti: 4 milioni al Genoa per il riscatto
MARTEDÌ 21 APRILE 2020 17:23 SERIE A
di PIETRO LAZZERINI @PIETROLAZZE
L'Hellas Verona ha tutta l'intenzione di riscattare il cartellino di Koray Gunter, difensore che ha convinto Juric e che potrebbe diventare interamente gialloblu versando 4 milioni al Genoa. Il Grifone ha il controriscatto a 1,5 milioni, ma accordandosi con i rossoblu potrebbe restare senza problemi in Veneto per far ripartire la retroguardia già orfana di Rrahmani e potenzialmente senza Kumbulla, anche lui in odore di cessione. A riportarlo è La Gazzetta dello Sport.
Hellas Verona, Kumbulla pezzo pregiato: l'Inter lo vuole e il prezzo non scende
21/4 ALLE 12:08 SERIE A
di PIETRO LAZZERINI @PIETROLAZZE
Marash Kumbulla sarà uno dei nomi caldi del prossimo calciomercato. Il difensore centrale dell'Hellas Verona piace a tanti, a cominciare dall'Inter, che lo ha inserito in cima alla lista dei desideri per la difesa di Conte. La valutazione prima del Covid-19 aveva già raggiunto i 30 milioni di euro e nonostante l'economia del pallone verrà ricalibrata dopo l'emergenza, per un talento di 20 anni come lui, la flessione sarà decisamente bassa. Il club gialloblu si prepara a dare vita a una vera e propria asta, e se le offerte raggiungeranno la cifra pensata da Setti, allora l'affare si potrà chiudere. A riportarlo è La Gazzetta dello Sport.
Hellas, per Dimarco insidia Benevento. I sanniti lo puntano in caso di promozione in Serie A
SABATO 18 APRILE 2020 23:59 SERIE A
di TOMMASO MASCHIO
Fra Federico Dimarco e la permanenza all'Hellas Verona, dove è arrivato in prestito dall'Inter, si potrebbe inserire il Benevento che in caso di Serie A è pronto a rinforzare la rosa a disposizione del tecnico Filippo Inzaghi. Il giocatore piace molto al club sannito che l'avrebbe inserito nella lista dei rinforzi per la prossima stagione. L'Hellas dal canto suo vorrebbe trattenere il classe '97 inserendolo come contropartita – assieme all'attaccante Salcedo - nell'affare che porterebbe il centrale difensivo Kumbulla in nerazzurro. Lo riporta Seriebnews.com.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
19.4.2020 «Il Verona correrà ancora Juric? Chi lo dice che parte?»
Luce sul calcio. Riflettori pronti ad accendersi, uno dietro l’altro. Ad illuminare il Verona, a rimettere tutto in moto. A riazionare le leve del Chievo. Cunicoli ancora piuttosto bui in cui s’è incuneato Paolo Condò, già finissima penna della Gazzetta dello Sport oggi autorevolissima voce di Sky ed unico giurato italiano al Pallone d’Oro.
«È molto probabile che si riprenderà a giocare, verso giugno o luglio. E io mi auguro si ricominci, per un sacco di motivi. Economici», la premessa di Condò, «ma anche di organizzazione interna del nostro mondo. Sono terrorizzato all’idea di una A di 22 squadre, come sarebbe inevitabilmente se il campionato non dovesse concludersi. Il Verona poi era dall’anno dello scudetto che non faceva una stagione così esaltante».
La lunga sosta rischia di spezzare l’incantesimo? «Non direi, la pausa anzi potrebbe giocare a favore del Verona. Anche se nella storia del nostro calcio ci sono tanti esempi di società che inaspettatamente sono state protagoniste di un grande girone di andata e che ad un certo punto hanno via via mollato. Tante volte è successo allo stesso Chievo, l’anno scorso al Parma».
Dov’è l’esatta linea di demarcazione? «Quando ti manca la motivazione perché ti senti salvo e non hai abbastanza la testa per dire “vabbè, voglio arrivare in Europa League” come potrebbe essere per il Verona. Quel che è riuscito all’Atalanta. Il fatto che per molti versi si ricomincerà daccapo potrebbe diventare un incentivo a continuare a correre con la stessa intensità di prima».
In questa penombra sarà più facile tenere Juric? «Premesso: il suo lavoro è stato fantastico, ma è la prima volta dopo Crotone. E in un mercato che si muoverà poco un altro anno al Verona dovrebbe farlo. Lui adesso potrebbe ricevere una chiamata, che so, dalla Fiorentina giusto per circoscrivere il livello. Senza dimenticare però che a tanti allenatori, molti dei quali male non hanno fatto, un’altra occasione su certe panchine verrà concessa».
Che momento è questo nel suo percorso? «Ancora in una fase iniziale. Ha avuto al Genoa una chance in un ambiente per niente facile, l’ha fallita e s’è incaponito. Una volta che ti esonerano meglio guardare avanti. Non credo molto nei ritorni. Se ti richiamano non è perché si fidano di te ma perché vogliono risparmiare stipendi visto che ti stanno già pagando».
Il mix del Verona però ha funzionato alla grande... «È statauna combinazione azzeccata fra un allenatore con un gioco divertente e perfetti sconosciuti, o quasi, che si sono rivelati bravi sul serio. Come Kumbulla, un signor giocatore, oltre ad Amrabat e Rrahmani che la società ha già ceduto».
Come legge la crescita di Faraoni e Pessina? «Non vedendoli tutte le settimane avevo la percezione di giocatori da 6, da 6,5 ma senza andare oltre. Quella soglia l’hanno superata con regolarità. Ma Faraoni è quello che mi ha sorpreso più di tutti».
Quanto sarà difficile ricreare le stesse condizioni la stagione prossima? «Credo che il Verona debba ripopolare la rosa e prima di tutto coprire due terzi della difesa. E non è detto che si riesca a pescare elementi di pari valore. Do per scontata poi la partenza di Kumbulla: oggi c’è un’enorme fame di difensori. Più di qualsiasi altro ruolo. Ci sono però margini in attacco. Se il club riuscirà a trovare quel che perderà dietro potrà acquisire la capacità realizzativa che non ha, visto che i gol arrivano tramite la manovra più che col colpo della punta».
Per il Chievo è un bivio autentico, dopo tanta Serie A... «Per tanti anni è andato al di sopra delle proprie possibilità. Nulla toglie che possa continuare a farlo ma deve riuscirci finché ci saranno gli effetti del paracadute. Poi sarebbe tutto più complicato».
Tre settimane e poi saranno 35 anni dallo scudetto del Verona. Il suo primo flash? «A me piaceva tanto Elkjaer, l’attaccante che più di tutti ricordava Gigi Riva. Come dimenticare, fra gli altri, il gol senza scarpa alla Juventus? E poi la prima contro il Napoli... Tutti lì ad aspettare Maradona e invece fu la domenica del Verona. Quello di Fanna, Tricella, Marangon. Che lì trovarono l’ambiente perfetto».
Il Bagnoli di oggi? «Maran ha il suo tipo di intelligenza. Bagnoli ha avuto però anche intuizioni tecniche e di assemblaggio molto felici. È tra gli allenatori bravi che vivono una stagione di grazia. Lui, Bagnoli, in quel Verona, come Ranieri al Leicester».
La sua parabola del Chievo? «Nella fase iniziale di Serie A il segreto è stato Delneri, con un progetto di indubbia bellezza tecnica. Il Chievo dei Marazzina, Corradi, Manfredini, Perrotta è stato esaltante. Andava avanti con la forza delle idee, come il Foggia di Zeman. Poi quella qualità non l’ho vista più e la chiave è stata più che mai il lavoro della società».
FONTE: LArena.it
DISTANTI MA... COMUNICANTI: A CASA DI ANDREA DANZI
22/APRILE/2020 - 19:00
Verona - Noi #RestiamoACasa, ma le rubriche di Hellas Verona Channel non si fermano. Perché comunicare, parlare e ascoltare, in un momento come questo dove le relazioni umane sono fisicamente ridotte al minimo, è socialmente utile.
E' nella casa di un veronese doc che entriamo, virtualmente, per questa sesta puntata. Parliamo di Andrea Danzi, centrocampista centrale alla seconda stagione in prima squadra dopo il lungo percorso nel Settore Giovanile gialloblù. Andrea, che ha esordito in campionato nella vittoriosa trasferta di Parma, è reduce da un intervento alla caviglia sinistra che l'ha tenuto a lungo lontano dal campo. E proprio per questo motivo non vede l'ora di ripartire e dimostrare, ancora una volta, di essere un veronese da Serie A.
FONTE: HellasVerona.it
Contro il razzismo. Diciamolo insieme, diciamolo ovunque: #KeepRacismOut
#VeronaInter Zanetti
Fiorentina 3-1 Verona highlights
8 aprile 2023: un compleanno indimenticabile
Prossima partita
Sabato 23 Novembre ore 15:00 (DAZN)
VS
Serie A 13ª Giornata
Classifica
Serie A 2024-2025
Napoli
25
Inter
24
Atalanta
22
Fiorentina
22
Lazio
22
Juventus
21
Milan *
17
Udinese
16
Bologna *
15
Torino
14
Empoli
14
Roma
13
Hellas Verona
12
Parma
9
Como
9
Cagliari
9
Genoa
9
Monza
8
Venezia
8
Lecce
8
* Milan e Bologna una partita in meno
Ultima partita
Domenica 10 Novembre ore 15:00 (DAZN)
3-1
Serie A 12ª Giornata
Potevo tifare mille squadre, o magari quelle che tifano tutti. E invece tu mi hai fatto gialloblù.