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Giovanni MARTINELLI è il nuovo proprietario dell'HELLAS VERONA: Tutti i retroscena, le reazioni, l'impossibile mercato di FICCADENTI e altro...


CHI E' IL NUOVO PROPRIETARIO:
Giovanni MARTINELLI produce abiti femminili in due stabilimenti, il 'MartConF' a Castelnuovo del Garda ed il 'Confezioni Elena' a Sandrà che fornisce grossisti e catene di negozi dal 1964; l'imprenditore inoltre è titolare del 'Quadrante Abbigliamento' a Bussolengo, un centro commerciale con bar, sartoria e parco giochi.

Ma il nuovo patròn non si è fermato qui diversificando il suo business anche nel mercato immobiliare con la controllata 'Costruzioni Sandrà', in quello alimentare con la 'Elca srl Paninoland' di cui è socio, possiede inoltre il 49% di 'Villa dei Cedri' a Lazise (parco termale del Garda che è anche centro estetico e prodotti cosmetici) e ancora a Sandrà il 'Mod05 Living' un hotel a 3 stelle.

Tutto qui? Certo che no! MARTINELLI ha anche diversi terreni in zona Castelnuovo su cui ha costruito la 'Locanda Bella Italia' e l'azienda agricola 'Giovanni Martinelli' dove si produce uva bianca e nera destinata alle cantine di Custoza.

Per quanto riguarda la vita familiare Giovanni è sposato con la signora Elena e ha 3 figli Mirko, Fabio e Sergio in ordine decrescente di età. Aveva anche un quarto figlio Diego, che è venuto a mancare una decina di anni fa a causa di un incidente stradale e al quale l'imprenditore ha fatto intitolare il teatro DIM di Sandrà.

La sua esperienza calcistica è partita con una squadra di Amatori Uisp della quale lui era semplice sponsor; da lì poi l'idea di iscriversi alla terza categoria come Gruppo sportivo Sandrà. Giovanni l'anno successivo ne diventa presidente e la chiama 'Abbigliamento Quadrante Sandrà', dopo un buon campionato la squadra è promossa e vince inoltre il titolo provinciale di Terza e quelli regionali di Seconda e Prima.

Di categoria in categoria il Sandrà arriva in promozione e fallisce l'Eccellenza onde per cui il nostro, fonde la sua squadra con quella del Castelnuovo che in Eccellenza gioca già e la società diventa 'CastelnuovoSandrà'; naturalmente il sogno proibito è la Serie D...
Per ora il 'CastelnuovoSandrà' ha 280 tesserati, una Scuola calcio che ha rappresentato Verona nella riunione di fine anno a Bresseo ed è campione regionale in carica con la Juniores; MARTINELLI potrà continuare a mantenere comunque entrambe le proprietà che chiaramente, ogniuna nei rispettivi tornei, inseguirà quel sogno che anche il nuovo presidente non smetterà di coltivare.

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Stagione 2008-2009


IL RETROSCENA:
Ieri VIGHINI ha rivelato che fra le 13.00 e le 15.00 di Venerdì la trattativa era virtualmente saltata! Era infatti arrivata una misteriosa offerta dal centro Italia con tanto di assegno (forse fasullo) che i curatori della cessione hanno dovuto prendere in considerazione prima di sancire qualsiasi passaggio di azioni. Non è dato sapere chi e perchè abbia fatto questo gesto ma si è trattato della classica 'azione di disturbo' che si effettua quando si vuole frenare una scalata.

Ad ogni modo alla fine la tenacità e la sana testardaggine di MARTINELLI hanno prevalso ed ora il VERONA HELLAS è suo.
Al suo fianco scende anche Massimo FICCADENTI già giocatore ed allenatore degli scaligeri in passato (fu esonerato da CANNELLA il 24 Dicembre 2006, con estremo disappunto di tutti i sostenitori dei gialloblù che l'hanno sempre amato, dalla guida tecnica di quel VERONA rischiò poi di SALVARSI con mister VENTURA ed un ritorno strepitoso per la cronaca) "ma solo ed esclusivamente" - tiene giustamente a precisare il nuovo patròn - "come consulente tecnico/diesse...
Insomma REMONDINA e la squadra non hanno niente di cui preoccuparsi per l'attuale allenatore rimarrà al suo posto!".
Parole quanto mai opportune quelle dell'imprenditore gardesano verso uno spogliatoio non propriamente 'tranquillo' in questo senso da più di un mese...



IL MERCATO:
Sarà una specie di Mission Impossible per il buon FICCADENTI riuscire a portare a casa qualche firma importante per il nuovo HELLAS targato MARTINELLI, non già per la buona volontà e competenza tecnica che gli va riconosciuta ma per lo scarsissimo tempo che ha a disposizione, in pratica solo un giorno visto che Lunedì alle 19:00 la sessione invernale del calciomercato chiuderà i battenti.

Molti nomi si erano fatti in passato quando a condurre la società era LEONardino con il fidato direttore sportivo PRISCIANTELLI (a proposito che fine farà il pur bravo Riccardo? Sarà proprio inevitabile privarsi di lui? Spero di no con tutto il cuore ma non vedo alternative al momento...) ma al momento ricorderò i due più suggestivi: uno è quello del generosissimo e fortissimo Damiano TOMMASI, esperto centrocampista che ha calcato i più prestigosi campi d'Italia e d'Europa e che ha recentemente ammesso un suo eventuale ritorno in una squadra del torneo nazionale solo se si trattasse del VERONA; l'altro è Erjon BOGDANI, la torre albanese del CHIEVO in Serie A che fra i gialloblù della diga ha trovato poco spazio e che probabilmente tornerebbe anche volentieri in questa sponda dell'Adige che di fatto lo ha lanciato nel grande calcio (Serie B 2004-2005, 38 presenze e 17 reti all'attivo)...

Ma probabilmente si tratta di miraggi, il tempo è praticamente inesistente e all'HELLAS servono solide realtà per agganciare i play-off!



LE REAZIONI:
Nicola CORRENT (capitano dell'HELLAS VERONA F.C.) "Un pò di chiarezza era necessaria. Il nuovo proprietario ci terrà a regalare all’Hellas i palcoscenici che gli spettano"

Flavio TOSI (Sindaco di Verona) "E' una grande soddisfazione, finalmente potrà essere avviato un progetto di potenziamento della società. L'Amministrazione comunale resta vicina alla società e ai suoi progetti futuri e un ringraziamento particolare, unito ad un in bocca al lupo affinchè possa ristabilirsi presto, va al Conte Arvedi per quanto ha fatto in questi anni da vero tifoso oltre che da presidente della società".

Antonio PASTORELLO (vicepresidente della Provincia e assessore provinciale allo sport) "Per il Verona con Martinelli inizia una nuova era. Sono orgoglioso per la città, per la nostra provincia, per il nostro calcio. Considero Giovanni Martinelli un imprenditore di talento, un uomo con un grande temperamento e notevoli doti di umanità e savoir faire. Soprattutto ritengo abbia la capacità di fare gruppo, di motivare la squadra, di riallacciare i rapporti con la parte migliore dei nostri tifosi. Un augurio dunque di buon lavoro, da parte di un amante dello sport ad un uomo che si è assunto una grande responsabilità, che ha dimostrato coraggio e, a sua volta, dato prova di un grande amore per lo sport. Sono certo che con Martinelli il Verona tornerà in serie A".

Luigi BELLUZZO (commercialista della parte acquirente) "E' stata una scalata a tratti ripidissima, più volte abbiamo visto 'pareti verticali' davanti a noi ma alla fine il dottor MARTINELLI, assumendosi un rischio molto ampio anche se calcolato, è riuscito a coronare il suo sogno! Personalmente, avendo ricevuto una formazione anglosassone, sono abituato ad una riservatezza molto maggiore a quella in cui abbiamo lavorato così ci ha voluto il mondo del calcio e così ci ha avuto. Faccio i complimenti a tutta la mia squadra che ha lavorato alla grande su questo progetto."


Giampaolo FOGLIARDI e Luca GIACOPUZZI (professionisti della parte cedente) "L'accordo c'è si è chiusa una questione molto delicata, non parliamo di trattativa perchè quella è stata fatta per sei mesi. Tutte le parti hanno lavorato per chiudere un accordo che è la manifestazione della volontà di Arvedi." Davide BOVO (professionista dello studio Belluzzo e nuovo consigliere d'amministrazione) "Questa non è stata una trattativa normale perchè la cessione del Verona è un affare che riguarda tutta la città, i riflettori sono sempre accessi e l'esposizione mediatica è incredibile. Abbiamo lavorato in team con grande professionalità, abbiamo incontrato difficoltà da superare ma non ci siamo arresi. L'abbiamo fatto perchè gran parte di noi ha messo prima di tutto la passione per l'Hellas. Come ha fatto Giovanni Martinelli."

Ferdinando CHIAMPAN (proprietario del VERONA dello scudetto) "Sul piano sportivo è indubbiamente la svolta che ci voleva. Purtroppo, la tragedia che ha colpito il mio amico Piero rendeva ormai impossibile continuare in una gestione di per sè già molto difficile. Piero è stato lasciato molto solo in un'avventura complicata. Ha fatto il possibile per il Verona, questo non bisogna mai dimenticarlo. Il futuro? Non posso dire di conoscere Martinelli, che pure mi è stato presentato in qualche occasione. Ma da come si è mosso, mi sembra davvero una persona in gamba. È sempre stato garbato, deciso, chiaro nelle sue intenzioni e nella maniera in cui le ha portate avanti. Ha mostrato coraggio e passione, che sono qualità importanti per il nuovo ruolo. Martinelli ha anche l'età giusta per rischiare. Guardandola da fuori è inevitabile pensare ai nostri tempi, con un pizzico di nostalgia. Uno dei rischi è la solitudine. Ma non è nemmeno troppo facile trovare i compagni giusti che ti stiano vicini in un'avventura come questa..."

Gianbattista PASTORELLO (proprietario del VERONA prima di ARVEDI) "Un pensiero sincero al conte Arvedi, per tutto quello che ha fatto. A volte, sei giudicato solo per i risultati, ma credo che Piero abbia avuto un ruolo fondamentale, al di là del responso del campo. Quanto a Martinelli, lo conosco bene, già ai miei tempi era stato vicino alla società. Martinelli ha entusiasmo, competenza, serietà. Lo ha dimostrato in questi mesi di trattative, in cui è sempre stato deciso e coerente con le proprie idee. Una svolta? Sì, questa può essere la svolta che i tifosi del Verona aspettavano e l'augurio è che Martinelli possa mettere fine alla sofferenza dell'Hellas. Ha i mezzi per farlo. La sua scelta, tra l'altro, è stata ponderata a lungo, non è figlia dell'entusiasmo di un momento e questo dà ancora maggiori garanzie. Io spero che non lo lascino solo. Che l'entusiasmo e il calore che avverte adesso, non finiscano al primo risultato negativo. I tifosi hanno fretta, invece ci vuole pazienza. Solo così il Verona può tornare là dove merita di essere".


Giovanni RANA (ex main sponsor dell'HELLAS) "Sono felicissimo perché si conclude nel modo migliore una situazione di incertezza per la squadra, ma sono ancora più contento che l'abbia acquistato un imprenditore veronese come Martinelli che sicuramente farà bene".

Federico SBOARINA (assessore allo sport comunale) "Contento che sia stata evitata una situazione drammatica come il fallimento. La speranza ora è che ci sia un piano di rilancio serio della società che merita di arrivare a categorie più alte e prestigiose. Se c'è un progetto serio, anche se non nell'immediato, i risultati arriveranno"

Ivan ZERBATO (consigliere comunale del Partito Democratico) "Spero che non succeda quello che è successo con Arvedi, prima osannato e poi gettato nella polvere" Graziano PERINI "Bisogna essere fiduciosi e auguro buona fortuna a Martinelli, ma la qualità dell'operazione a si misurerà sulla concreta volontà di rilanciare la società e il calcio veronese che merita di tornare ai massimi livelli"

Lorenzo FONTANA (consigliere comunale della Lega Nord) "Il salvataggio del Verona dal fallimento oltrepassa il mero significato sportivo perché l'Hellas, con il suo scudetto, è un vanto per tutta la città"



ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE Gen. 2008 - Giu. 2009 +   -   =


[RASSEGNA STAMPA]
I tifosi dell'Hellas in pressing su Martinelli: ora basta voci sulla fusione, deve essere chiaro
Un gruppo di tifosi presente oggi all'allenamento per avere delucidazioni dalla nuova società sulle continue, troppe voci di fusione che continuano ad emergere, alimentate dall'ambiguità tenuta fino ad oggi sia da Campedelli sia da Martinelli
Adesso basta. Anche i tifosi dell'Hellas Verona si sono stufati dallo stillicidio di notizie in merito alla fusione tra Hellas Verona e Chievo, alimentate dai silenzi e dalle ambiguità che sull'argomento hanno tenuto le due società. Così oggi un gruppo di tifosi si è presentato all'allenamento dell'Hellas per chiedere delucidazioni alla società e chiarezza a Giovanni Martinelli, il nuovo presidente. Il presidente non era presente alla seduta e i tifosi hanno avuto un lungo colloquio con il consulente di mercato di Martinelli, Massimo Ficcadenti.
Ad alimentare i dubbi dei tifosi anche alcune dichiarazioni rilasciate martedì sera dal consigliere Davide Bovo, durante la cena del calcio club Butei Cin Cin di Villafranca. Sull'argomento fusione Bovo, ancora una volta, non ha smentito categoricamente l'ipotesi lasciando nei tifosi una marea di dubbi e incertezze che sicuramente non stanno portando tranquillità al già stressato ambiente gialloblù.

Il sindaco di Verona cancella ogni possibile voce. "Da tifoso sull'ipotesi di acquisizione" ha spiegato "mi sono già espresso - non fusione sia chiaro- del Chievo da parte dell'Hellas, unica via per me possibile".
Il sindaco Flavio Tosi è intervenuto chiaramente sull'argomento fusione con una dichiarazione che lascia poco spazio a equivoci.
“Da tifoso mi sono già espresso sull’ipotesi di un’acquisizione – non fusione, sia chiaro! – del Chievo da parte dell’Hellas: unica via per me possibile. Come Sindaco, invece, non posso che ribadire una cosa: l’Amministrazione può solo essere spettatrice di ciò che le due Società decideranno di fare, trattandosi di una questione puramente sportiva e imprenditoriale che riguarda i presidenti Martinelli e Campedelli. Rimarrebbe, comunque, un problema a complicare l’eventuale esito positivo della vicenda: il nome dell’unica società. Che per me, da tifoso, dovrebbe rimanere solo Hellas Verona. La soluzione inversa sarebbe molto problematica dato che i sostenitori dell’Hellas, oltre ad essere molto più numerosi di quelli del Chievo, mai e poi mai potrebbero accettare un nominativo diverso. Penso comunque che per i presidenti di entrambe le società vi siano problemi molto più importanti all’ordine del giorno e che l’acquisizione, non fusione, sia oggi decisamente in secondo piano. Per quanto riguarda invece la censura dello striscione dei tifosi del Chievo contro l’ipotesi di questa tanto discussa operazione societaria, conoscendo la serietà e la riservatezza di Campedelli, penso che sia stata una reazione, come direbbe Totò, ‘a prescindere’, non condizionata cioè da possibili cambiamenti societari”.

FONTE: TGGialloBlu.it


Comunicato Ufficiale Hellas Verona Football Club
Esclusi accordi col Chievo relativamente a processi di fusione o acquisizione
In riferimento a quanto riportato recentemente dagli organi d’informazione, il Presidente Giovanni Martinelli esclude di aver preso accordi con l’A.C. Chievo Verona relativamente a processi di acquisizione o fusione tra i club. L’unica motivazione che ha quindi condotto all’acquisizione della società di Via Torricelli è quella di voler raggiungere risultati sportivi importanti. Tutto ciò viene inoltre sottolineato al fine di non intaccare la serenità dell’ambiente gialloblù in vista dei prossimi impegni di campionato.

FONTE: HellasVerona.it


Il nome c'è già: Hellas Chievo Verona
IL PROGETTO. LA CITTÀ S'INTERROGA SULLE IPOTESI DI QUESTI GIORNI, CHE PREVEDONO UNA SOLA SOCIETÀ IN GRADO DI RIPORTARE IN ALTO IL CALCIO GIALLOBLÙ
Campedelli e Martinelli ne avrebbero già parlato mettendo a fuoco i vari aspetti di un'operazione difficile ma non impossibile
Il nome c'è già, Hellas Chievo Verona. Per non buttare via niente, perchè dentro la nuova società, se mai nascerà (il se è d'obbligo, sia chiaro...) non deve mancare niente. Il nome c'è, come pure il progetto. Attorno al quale, Luca Campedelli e Giovanni Martinelli, hanno già cominciato a ragionare. Non dopo l'avvento di Martinelli alla guida dell'Hellas. Prima. Trovando da imprenditori attenti quali sono, molti punti di contatto e un denominatore comune.

PERCHE' L'OPERAZIONE. Sia chiaro, sbaglia chi parla di acquisizione, perchè non sarebbe il Chievo ad acquisire il Verona, nè sarebbe corretto pensare il contrario. Campedelli e Martinelli, semplicemente, metterebbero assieme le forze, per ipotizzare un'altra stagione felice del calcio a Verona. Operazione che, attenzione, nasce (nascerebbe...) da motivazioni economiche. Non perchè Campedelli non abbia più la forza di reggere il Chievo. Retrocede di nuovo? Pazienza, cederà i tre-quattro pezzi pregiati, ricostruirà una squadra in grado di lottare in B, se non di tornare subito in A. E nemmeno perchè Martinelli non abbia la forza di provare a riportare il Verona in B. La questione è un'altra. Vale la pena, oggi, continuare a percorrere strade diverse, in un calcio che non è più, bisogna pur ammetterlo, quello romantico e in bianco e nero in cui molti di noi sono cresciuti? Un calcio che si regge sui diritti delle Tivù e sugli introiti della Figc? E dove, anche questo va detto, dal 2010, i parametri di ripartizione dei proventi saranno completamente stravolti? Un calcio, dove (purtroppo) non è più determinante, come una volta, la voce relativa agli abbonamenti e alle presenze domenicali? Questo è il ragionamento che sta alla base del progetto e sul quale, giustamente, Campedelli e Martinelli hanno cominciato a meditare.

I DETTAGLI DEL PROGETTO. Del nome s'è detto. Abbraccia la storia di tutte e due le società, per non far torto a nessuno. Al Verona che resta la squadra della città, al Chievo, che non può scomparire del tutto, come se non fosse mai esistito. "Ma così, ognuno rinuncia alla propria storia" è l'obiezione. Il discorso è diverso. In questo modo, è vero che ognuno rinuncia a qualcosa, ma lo mette in gioco per costruire qualcosa di più grande. Senza divisioni, senza personalismi, senza più rivendicazioni magari comprensibili, ma a volte anche un po' sterili. Quanto alla struttura, il discorso va chiaramente approfondito e di questo, probabilmente, Campedelli e Martinelli non hanno ancora parlato. E' chiaro che l'ipotetico Hellas Chievo Verona, giocherebbe nel campionato più alto possibile e potrebbe contare, il giorno dopo l'unione, su un approccio diverso con sponsor, istituzioni, reti televisive, eccetera eccetera. Sì, insomma, quello che oggi avviene in percentuale ridottissima potrebbe trovare immediata attuazione.

E LA PASSIONE, NON CONTA PIU'? La domanda è lecita, è quella che pensano, che pensiamo tutti. "Non si gioca con l'amore dei tifosi" si dice da una parte e dall'altra. Campedelli e Martinelli sono due dirigenti appassionati, questo è poco ma sicuro. Altrimenti non avrebbero fatto la simpatica follia di costruire una favola e di provare a riscriverne un'altra. Diciamoci la verità, non si può dubitare di due dirigenti così. Anzi, sono così appassionati che se per un attimo li pensassimo assieme, forse, l'idea di una squadra sola sembrerebbe già più vicina. Campedelli e Martinelli non vogliono tradire i tifosi. Tutti e due hanno un debito con loro. Con chi (magari sono in numero inferiore, ma la passione non è matematica...) vuole bene al Chievo, con chi (sicuramente di più...) vive di solo Hellas. Anche se in C. Ma Campedelli e Martinelli sono sono neppure abituati a vivere con gli occhi chiusi. Sono due imprenditori che conoscono le regole di mercato. Le insidie. Le trappole. Ne annusano gli sviluppi. Per questo s'interrogano. Non sappiamo come finirà. Ma sarebbe sbagliato, oggi, se non lo facessero. Perchè sì? Perchè gestire una società sportiva, oggi, è diventato una piccola-grande follia. Nè Luca Campedelli, nè Giovanni Martinelli sono dei folli. Del resto, anche questo va detto, già ai tempi del fallimento del Verona anni '90, il papà di Luca, Gigi Campedelli, aveva pensato di acquisire il Verona. Oggi le condizioni sono diverse, acquisizione è termine scorretto. Ma l'obiettivo è lo stesso e nasce da ragioni esclusivamente economiche. Quanto costa a Campedelli, gestire il fenomeno Chievo? E quanto potrebbe costare a Martinelli riportare il Verona dove merita? Rispondete a queste domande, poi avrete una prima parte di risposta. Questo e solo questo è il terreno sul quale i due imprenditori e i loro più stretti collaboratori, hanno intenzione di camminare. Non si sa fin dove arriveranno, questo è bene ricordarlo ogni due righe. Per ora è un'ipotesi, come tale va discussa, approfondita, analizzata. Ma dietro una scelta che sarebbe storica e che riporterebbe il calcio gialloblù agli anni '70, non ci sono altre motivazioni. Sarebbe sempre e soltanto una questione di bilanci, un problema de schei... Perchè no? Ma per mille motivi. Perchè una passione non si può barattare con niente, neanche con la categoria. "Meglio stare in C, piuttosto" dicono i tifosi dell'Hellas. "Ci teniamo la nostra piccola storia" ribadiscono quelli del Chievo. Ognuno di loro, giustamente, aggrappato ai ricordi, a quel gol, a quella partita, a quell'impresa. "Noi abbiamo vinto uno scudetto, non lo vogliamo dividere con nessuno" dicono da un parte. "Noi abbiamo fatto innamorare l'Italia e l'Europa" dicono dall'altra. Hanno ragione. Il Verona è la squadra della città, ha più di cent'anni di storia e ricordi senza tempo e senza età. Il Chievo ha ottant'anni di storia, più piccola, ma non meno dignitosa. E negli ultimi anni ha operato un sorpasso impensabile qualche tempo fa. Ognuno di loro è, giustamente geloso di quello che è stato, di quello che è, di quello che può essere. Disposto a tutto, ma non a rinnegare una fede, una maglia, magari la propria giovinezza, gli idoli di un calcio che adesso non c'è più. E poi, perchè Verona non può continuare a sostenere due squadre, com'è stato negli ultimi anni? Già, perchè?

«No, questa fusione non s'ha da fare!»
IN CURVA. OPPOSIZIONE NETTA DA PARTE DEI TIFOSI DELL'HELLAS E ANCHE DA PARTE DEI TIFOSI DEL CHIEVO: «PER FAVORE, NON TOGLIETECI LA NOSTRA PASSIONE»
La parola ai tifosi. Che s'interrogano su qualcosa che potrebbe essere, ma non è ancora. Il condizionale, oggi, è d'obbligo. Fare finta di niente, però, non ha senso. La Verona del ‘bar sport' parla, infatti, da tempo di una possibilità non più remota di unione tra Hellas e Chievo. Possibile? Reale? Da una parte Luca Campedelli, patron del Ceo, non ha mai smentito. Dall'altra, il nuovo proprietario del Verona Giovanni Martinelli si è fatto trasportare per il momento dall'entusiasmo di chi finisce dentro ad un sogno, e preferisce sognare evitando di parlare d'altro. Tuttavia, la piazza mormora. Gli occhi della città hanno avvistato più volte Campedelli e Martinelli insieme. Non esistono prove. Restano le voci. E i pensieri dei tifosi di Verona e Chievo.

NO ALLA FUSIONE. Decisa la presa di posizione del North Side '94. “La nostra posizione è e resterà non solo negativa di fronte a questa sciagurata e fantomatica ipotesi, ma anche di ostruzionismo qualora questa prospettiva fantasiosa e deleteria per entrambe le società, intese come comunità di tifosi, dovesse trasformarsi in un serio progetto e ci fosse qualche folle che la portasse a compimento! Non possiamo, né per gioco né nel campo delle ipotesi, pensare che 80 anni di storia, di cui gli ultimi 20 passati sulla breccia dell'onda imponendo un modello nuovo di far calcio (bassi costi e programmi seri) e uno stile tutto nostro di tifare, possano venire cancellati dalla sete di potere ed economica di pochi, in un calcio che è sempre meno sport e sempre più business, o dall'invidia di altri.
Non potremmo mai accettare di recarci allo stadio a vedere una squadra che non è più la nostra, e così tanti come noi. La storia della tifoseria è giovane, ma con un consolidato zoccolo duro che non è più così poco numeroso come poteva esserlo anni addietro.
Se fusione poteva esserci doveva esser fatta a metà anni ‘70 inizi degli anni '80 (ma allora non c'era il calcio di oggi..), ora non ha più senso, ora, per nostra fortuna, è pressoché impossibile”.

DESTINO INELUTTABILE. Carla Riolfi, responsabile organizzativo del Nuovo Coordinamento Club Hellas Verona 2003 sceglie la via della razionalità. “Premetto: se anch'io ascolto le ragioni del cuore non vorrei mai vedere la mia squadra accomunata ad un'altra realtà. Putroppo, però, dobbiamo essere molto realisti. Il Verona è destinato a tornare in auge, il Chievo in questi anni si è rivelato come fenomeno eccezionale del calcio italiano. L'impressione, però, è che l'effetto Chievo sia temporaneo. Naturale, allora, pensare ad un ripristino delle cose com ‘erano prima. Quindi: una sola squadra come riferimento per l'intera città. Il derby in A, la presenza di due club cittadini ai massimi livelli va considerato come evento di natura eccezionale. Fattori di natura economica, sportiva e politica ricondurranno molto probabilmente Chievo e Verona a fondersi in un tutt'uno. Chiudo ascoltando ancora le ragioni del cuore e parlando da tifosa: spero che tutto accada in tempi non brevi, ma questo è il destino. Per molti la prima reazione potrebbe essere quella di un allontamento dalla nuova realtà. Quando, però, i risultati sportivi cominceranno ad essere lusinghieri, molte perplessità a mio avviso verranno superate”.

MEGLIO IL RIDIMENSIONAMENTO. Stefano Braggion, del Coordinamento Amici del Chievo propone la sua soluzione. “Mi rendo conto che per il presidente Campedelli le spese di gestione o mantenimento della squadra ad altissimi livelli potrebbero diventare insostenibili. A questo punto invece della fusione vorrei vedere un Chievo rimodellato dopo la cessione dei pezzi migliori e con gli innesti dei migliori giovani della Primavera disputare un dignitoso campionato di B. Il Chievo deve vivere”. Ivano Fagnani, presidente del Coordinamento fa parlare il cuore. “Da tifoso dico di no alla fusione. Il Chievo ha acquisito nel tempo un'identità precisa, che credo vada mantenuta e tutelata. La società ha intrapreso nel corso degli ultimi anni un cammino che ha portato grandi soddisfazioni a livello nazionale. Il Chievo per molti è diventato modello da seguire. E poi abbiamo assistito al consolidamento di una tifoseria che nel tempo si è fidelizzata. Penso sia giusto dare continuità a questa bella realtà. La fusione farebbe male a tutti. Ai tifosi del Chievo ma anche a quelli dell'Hellas”.

LA FEDE NON LO PREVEDE. Primo Gianello, presidente del Nuovo Coordinamento non ha dubbi. “Per carità, non toglieteci la passione. Una fusione sarebbe dannosa per noi dell'Hellas e anche per il Chievo. Non esiste, non possono esserci le basi. Mi toglierebbero la storia, un pezzo di scudetto. Quarant'anni fa ho fondato il calcio club Santa Lucia. Ho vissuto anni indimenticabili tifando Hellas. Non possono cancellare i miei ricordi. E nessuno può azzerare la storia di una società centenaria. Anche Chievo ha la sua storia. Va preservata. La fusione non è contemplata dalla nostra fede. Non fa parte del modo di pensare di noi tifosi”.

Campedelli e Martinelli, l'unione farebbe la forza?
Confusione o ‘con fusione'? Rivedo le immagini in tv dei tifosi del Chievo che protestano e mi viene in mente un vecchio brano della premiata ditta Battisti-Mogol: ”Confusione” appunto. “Tu lo chiami solo un vecchio sporco imbroglio, ma è uno sbaglio è petrolio….” recita un brano. Magari, avere alla guida del club della Diga un Moratti che vive di oro-nero da almeno cinquant'anni. Il pandoro, si sa, non ha il mercato del petrolio e forse è arrivato anche alla fine del suo ciclo produttivo, calcistico s'intende. Così, forse, va interpretato il silenzio di Luca Campedelli, che domenica non ha risposto alla contestazione civile dei tifosi della Diga…”Confusione, mi dispiace, tu vorresti imbalsamare anche l'ultima e più piccola emozione”, recita ancora la canzone. Per Campedelli, forse, Chievolandia è già finita e le emozioni del derby, della vittoria a San Siro con l'Inter, della Champions possono essere appese sul muro, come un trofeo di caccia. Tutti gli sportivi, badate bene, tutti, devono dire grazie alla famiglia Campedelli perché ha dimostrato che le favole possono diventare realtà, perchè a livello nazionale ha tenuto vivo il nome della Verona calcistica, quando il tricolore dall'altra parte si era offuscato e quando la città veniva a torto bistrattata dai pregiudizi di una stampa, schierata contro per professione. Adesso il momento è critico.

Non me ne vogliano i tifosi del Chievo, ma è dovere di ogni cronista raccontare cosa succede, piaccia o non piaccia. Da tempo Luca Campedelli con il valido Renato Tengattini, il ministro delle Finanze dell'intera azienda di famiglia, sta lavorando all'ipotesi della squadra unica. Del resto, anche questo va detto, non ci sono soltanto motivazioni economiche. In fondo, anche Luigi Campedelli, papà di Luca, ai tempi del fallimento dei primi anni '90, aveva a lungo pensato di acquisire l'Hellas. Oggi se ne riparla. Troppi soldi gettati via, per essere ancora una volta a un passo da una nuova retrocessione. Ed è qui però che si genera però un po' di confusione. Perchè non cedere il Chievo a qualcun altro? Perché andare a cercare un patto con Giovanni Martinelli? Perché avventurarsi nella costruzione di un nuovo stadio, che magari non darà gli introiti previsti? Ma soprattutto perché deludere quei tifosi, magari pochi, che si sono sempre distinti in tutti i campi d'Italia per correttezza? E poi se la salvezza non arriverà, converrà ancora al Verona accorpare il Chievo?

Domande diverse che coinvolgono però anche l'altra metà del tavolo della trattativa. Vedo gli occhi di Martinelli in una foto del mio amico Francesco Grigolini e mi regalano l'immagine di un uomo che ha coronato il suo sogno. Acquistare il club che lo ha fatto soffrire e gioire per una vita. Domenica poi è arrivata la prima vittoria. E mi chiedo: perché mai dovrebbe dire di sì a Luca Campedelli? Il Verona, da ottobre scorso a giugno, gli costerà un milione e ottocentomila euro di gestione. Otto milioni li ha già spesi, ma quattro gli verranno restituiti dalla famiglia Arvedi. Altri sei dovrà metterli in cantiere l'anno prossimo per allestire una squadra per salire, totale undici milioni e ottocentomila euro per non avere comunque la certezza di farcela. Davide Bovo, il ministro delle Finanze di Martinelli, qualche riflessione l'ha già fatta del tipo, "l'unione fa la forza", soprattutto in serie A. I tifosi dell'Hellas e del Chievo non ne vogliono sentir parlare e di sicuro anche il sottoscritto. Ma se né io, né altri colleghi ne avessimo parlato, forse, non si sarebbe scatenata tutta questa protesta. Il mio parere conta poco o conta come quello dei tifosi del Chievo e del Verona ed è chiaramente un bel NO alla fusione. Ma nel calcio che conta siete sicuri che valgano ancora le bandiere, i tifosi, i sentimenti e quello che realmente vuole la gente? Io dico di no, ma resto un romantico e basta! Certo che il silenzio dei diretti interessati alimenta davvero la confusione.

FONTE: LArena.it


I TIFOSI SONO D’ACCORDO «LA FUSIONE? NO, GRAZIE»
L’idea non piace - Contrari sia i supporters del Chievo che quelli dell’Hellas. Il North Side chiede chiarezza «Noi siamo disorientati, se Campedelli è in difficoltà metta in vendita il club». Martinelli non si espone «In questo momento la mia unica preoccupazione è far tornare grande l’Hellas» Non cancellare la storia.
Non c’è pace a Verona per il calcio giocato. Mentre l’Hellas risorge a Padova ed il Chievo stenta nella sua corsa salvezza, la voce di una possibile fusione tra e le due società non smette di tambureggiare tra i tifosi dell’una e dell’altra parte. In particolare la manifestazione di domenica al Bentegodi dei tifosi della diga, coi loro cartelli “no alla fusione”, mostra quanto l’argomento sia d’attualità. Sinora non si registrano dichiarazioni ufficiali delle società, ma solo quelle di esponenti politici. Su tutti il sindaco Flavio Tosi di cui si ricordano due affermazioni. La prima risale allo scorso anno: «Fusione, perché no? Ma la squadra dovrebbe chiamarsi solo Hellas Verona». La seconda uscita del primo cittadino è di qualche giorno fa: «Non vedrei male l’acquisizione del Chievo da parte del Verona». L’assessore allo Sport Federico Sboarina, anche lui tifoso Hellas, ribatte: «Ho una posizione diversa rispetto a quella del sindaco, io non sono per la fusione, credo che ogni squadra debba meritarsi la categoria di appartenenza sul campo». Che siano proprio i tifosi clivensi a fare chiasso con una presa di posizione netta confermerebbe le voci secondo le quali sarebbe più la sponda Campedelli a spingere in tale direzione, data una certa difficoltà economica esistente.

Gino Ferrari, esponente “North Side” dice: «In questo momento noi tifosi siamo disorientati. Vogliamo che il presidente Campedelli faccia chiarezza su questa situazione piuttosto che evitare ogni dialogo con la tifoseria. La fusione sarebbe una sconfitta, soprattutto perché alla lunga cancellerebbe il Chievo - prosegue Ferrari - che rimane un patrimonio del calcio italiano di questi ultimi anni. Se sul piano economico Campedelli non è in grado di portare avanti la società, la cosa migliore è che venda». Il presidente dei Mussi Volanti non parla. Lo fece solo durante la presidenza Arvedi quando non negò l’interesse al progetto ma disse: «I matrimoni si devono fare in due», riferendosi alla posizione del conte Piero che tuonò a più riprese: «Con me la fusione non si farà». A noi raccontò un giorno di aver pure sondato il terreno tra i tifosi Hellas e la risposta fu chiarissima: “Non s’ha da fare né ora né mai”. Giovanni Martinelli, dal canto suo, a volte pare svicolare dall’argomento, in altre si rifugia in un più chiaro: «Ora penso solo a far tornare grande l’Hellas». I buoni uffici tra lui e il padrone della Paluani, tuttavia, mettono sul chi va là la piazza. Il prezzo da pagare sembra troppo alto per le tifoserie, più che mai pronte a dire il loro forte no ad un’operazione che per dare ossigeno ai conti societari andrebbe a cancellare la storia conquistata con la fatica e la passione di intere generazioni di veronesi.

Addio Bentegodi?
Nuovo stadio a costo zero la giunta studia il piano
Non costerà soldi all’amministrazione comunale, quindi ai cittadini, ma lo stadio nuovo con tutta probabilità si farà. Questo è il senso del messaggio che la giunta al completo ha voluto dare ha proposito della questione delle inadeguatezze del Bentegodi, che nei giorni scorsi hanno riportato in primo piano l’eventualità della costruzione di un nuovo impianto, con le conseguenti polemiche di circoscrizione e cittadini e anche alcuni dubbi sui rischi di una speculazione, avanzati persino dai tifosi delle due squadre cittadine. La giunta respinge le accuseeassicura che ilmotivo per cui ora si torna a parlare di nuovo stadio (da pochi giorni Giovanni Martinelli ha acquistato l’Hellas), sta solo nel fatto che «proprio quest’anno scade il certificato di idoneità statica - spiega l’assessore all’Edili - zia pubblica Vittorio Di Dio - oltre al fatto che solo per rifare la guaina che copre lo stadio, ora piena di infiltrazioni, occorrono 1,3 milioni di euro». «Va quindi valutato - spiega Tosi - se vale la pena di spendere cifre che possono poi lievitare, o se non sia meglio costruire un impianto nuovo a costo zero per i cittadini. In ogni caso coinvolgeremo i cittadini e il consiglio comunale». «Nessuno sostituirà lo stadio attuale con una colata dicemento», rassicura Giacino.

FONTE: DNews.eu


Martinelli: "Meglio battere il razzismo che la serie B"
Il dolce arriva alla fine. Provochiamo il neopresidente dell’Hellas Giovanni Martinelli con una domanda diretta. Dovesse scegliere tra la promozione in B e l’aver debellato totalmente il razzismo dallo tifoseria scaligera? «Senza dubbio la seconda». Da scudetto, una risposta da scudetto per il neopatron che ha acquisito il Verona e si è gettato nell’impresa di cambiare la nomea dei tifosi scaligeri. «Il problema del razzismo allo stadio Bentegodi è sempre presente - ci dice - non credo sia stato solo ingigantito dai media. Anzi forse è stato messo in risalto, ma esiste e va combattuto. All’esordio in casa abbiamo cominciato il progetto “Tifo Sportivo”, portando il settore giovanile a sfilare prima del match. Il risultato non ci ha dato la gioia sperata, ma vedere 15mila persone applaudire è stato confortante ». Alcuni cori per gli arresti degli otto presunti colpevoli del pestaggio al Saval si sono uditi: «Ognuno è libero di pensarla come vuole - continua - ma a me ha impressionato la bordata di fischi che si sono sentiti sopra. Segno che qualcosa sta cambiando. Io spero di contribuire in maniera forte, portando avanti un progetto di rilancio a 360°. Non dimentichiamo che è anche un danno economico forte per la società». (Andrea Pistore)

FONTE: MetroNews.it


- Martinelli, neo presidente del Verona, si scaglia subito contro i razzisti
Basta con gli ululati contro i giocatori di colore o di altre razze.
Da sempre Verona è una pizza difficile, che spesso si è segnalata più per gesti di razzismo che per imprese sportive. Ora il neo presidente Martinelli ha detto basta per il bene della squadra. Nessun'azienda associerebbe mai il proprio marchio a quello di una squadra che ha per tifosi dei razzisti che ululano o che appendono manichini impiccati alle tribune. In questi anni a Verona se ne sono viste di tutti i colori ma per dare una sterzata e riportare l'Hellas nei piani alti del calcio italiano sarà necessario voltare pagina. Anche questo è simbolo di modernità.

L'obiettivo è quello di fare una ripolita in seno alla curva gialloblu individuando quegli "idioti" che rovinano le partite e soprattutto l'immagine del club. Cacciati via questi pochi pseudo-tifosi, Martinelli potrà impostare una nuova politica e puntare su un target di tifosi decisamente diverso, fatto di famiglie e di persone per bene che allo stadio ci vogliono andare per vedere la partita e per divertirsi. E come dargli torto? Al presidente Martinelli un grosso in bocca al lupo affinchè possa riuscire nella sua nuova impresa.

FONTE: Goal.com


- Lotta al razzismo, l'Hellas non molla
L'INIZIATIVA. IL CLUB DI VIA TORRICELLI HA DECISO DI ADERIRE ALLA RETE "FARE" PER SENSIBILIZZARE LA TIFOSERIA SUI TEMI DELLA DISCRIMINAZIONE E DELL'OMOFOBIA
Un no fermo ad ogni forma di violenza e razzismo è stato espresso dalla nuova proprietà dell'Hellas Verona, dopo l'arresto di otto persone ritenute gravitanti nel mondo della tifoseria ultrà scaligera per un pestaggio avvenuto la notte del 4 gennaio scorso. Ma non è finita. La società del nuovo presidente Giovanni Martinelli ha reso nota l'adesione alla rete Fare - Football Against Racism in Europe - il cui obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi dell'omofobia, della persistente discriminazione di genere, della totale esclusione di minoranze etniche e religiose dalla struttura calcio nel suo complesso, attraverso attività concrete svolte da tutti gli attori in gioco. Fare nasce da un gruppo di associazioni avverse al razzismo, patrocinata dalla Uefa, sviluppata in Italia dal Progetto Ultrà e Uisp, l'Unione italiana sport per tutti.

In occasione dell'incontro con la Cremonese, i ragazzi del Settore Giovanile gialloblù porteranno uno striscione che abbina il logo Hellas Verona al logo Fare, inneggiando al tifo sportivo. Lo stesso striscione verrà poi esposto nell'area Fair Play, davanti alle Poltrone Est. Agli ingressi saranno distribuite al pubblico sciarpe di carta riportanti i loghi delle due società. Questa iniziativa rappresenta il primo passo verso un rapporto che il club di Via Torricelli intende consolidare nel tempo, per sensibilizzare i propri sostenitori contro tutte le discriminazioni, per dare un segnale importante anche a livello mediatico. «Troppo spesso Verona è finita sulle prime pagine di giornali e tv per fatti che non hanno nulla a che fare con il calcio - ha detto nei giorni scorsi Giovanni Martinelli - e l'Hellas è sempre finito in mezzo. Questa situazione ha portato danno alla squadra, non solo dal punto di vista sportivo ma anche economico». Il momento giusto per voltare pagina. «Dobbiamo dare un segnale importante a tutti - ha puntualizzato - per tutelare l'Hellas».

- Il Bentegodi abbandona il campo
PALLONE E CANTIERI. Tosi, Martinelli e Sboarina hanno discusso dell'idea di realizzare una nuova struttura. «Apriamo un tavolo con le due società calcistiche». A Palazzo Barbieri summit sul futuro dell'impianto tra il nuovo presidente dell'Hellas, il sindaco e l'assessore allo sport
«Summit» del nuovo presidente dell'Hellas Verona, Giovanni Martinelli, con due tra i più fedeli tifosi gialloblù di palazzo Barbieri: il sindaco Flavio Tosi e l'assessore allo Sport Federico Sboarina. Una colazione a base di caffè e spremute nell'ufficio del sindaco, durata circa un'ora di prima mattina, ha sancito il «benvenuto» del nuovo patron dell'Hellas da parte dell'amministrazione. «A nome di tutta l'amministrazione abbiamo voluto accogliere il nuovo proprietario della società calcistica e augurargli un buon lavoro», ha detto Flavio Tosi uscendo dall'ufficio. «L'Hellas Verona è un patrimonio per l'intera città», ha aggiunto Sboarina, «questo incontro è servito anche per cominciare a delineare una forma di collaborazione tra il Comune e la società anche in vista della possibile realizzazione di nuovi progetti». Insomma, secondo palazzo Barbieri è iniziata una nuova «era» per la società sportiva simbolo della città perché, come spiega il sindaco, ora ci sarebbero le condizioni per un maggiore impegno anche da parte dell'amministrazione.

Dice infatti: «Ora ci sono programmi di crescita e investimenti seri e credibili», spiega Tosi, «quindi ci sono le condizioni ideali per creare un tavolo di discussione con entrambe le società calcistiche della città e per ipotizzare la costruzione del nuovo stadio». «L'attuale, infatti», ha proseguito il sindaco «oltre a necessitare di una gestione onerosa, ha problemi strutturali, che richiederebbero notevoli investimenti. Per questo forse è più conveniente la realizzazione di una struttura nuova piuttosto che il mantenimento di quella esistente». Il sindaco è però consapevole che per arrivare alla creazione di un nuovo stadio in stile «inglese» ci vorranno almeno otto anni, però è fiducioso e non nasconde la volontà di mettere i vari attori al più presto allo stesso tavolo per cominciare a pianificare i passi futuri: «Ora è prematuro pensare a quale progetto scegliere e chi dovrebbe essere il proprietario del nuovo stadio», dice Tosi, «se comunale o privato poco importa, è il meccanismo di gestione dell'impianto il vero problema».

Intanto Martinelli ammette di aver chiesto all'amministrazione una collaborazione, la parola «debiti», quelli tanto contestati negli ultimi mesi dalla passata proprietà, non viene però pronunciata dal nuovo patron ma il messaggio che arriva a Tosi è chiaro, ovvero «noi siamo disposti a investire, anche sul nuovo stadio, se c'è la collaborazione». Della stessa idea anche Sboarina che precisa: «È ovvio che noi dobbiamo amministrare soldi pubblici e che quindi non possiamo regalare nulla, ma possiamo trovare degli accordi per venire incontro alla società». In realtà, sempre secondo Sboarina, il tema della riunione con Martinelli è scivolato «più sugli aspetti sportivi che su quelli finanziari». E lo stesso Tosi si è lasciato sfuggire un commento da supporter sull'eventuale unione delle due squadre gialloblù non solamente per la realizzazione dello stadio, ironizzando: «Se l'Hellas acquisisse il Chievo, da tifoso, non ne farei certamente un dramma». Ad ogni modo si tratta ancora solo di chiacchiere, per quanto fatte nella stanza dei bottoni, quindi ora non resterà che attendere l'evoluzione della situazione sul «campo». Anche i risultati puramente sportivi potrebbero infatti influire sugli investimenti e sui progetti della città.

FONTE: LArena.it


- Casa gialloblù
Il neo patron apprende delle manette tra gli ultrà e ricorda le iniziative già avviate
Hellas, Martinelli ripete: «Isoleremo i violenti»

Non ha aspettato gli arresti di ieri per pronunciarsi contro il razzismo che serpeggia tra i tifosi dell’Hellas. Già lunedì scorso Giovanni Martinelli aveva messo le cose in chiaro con la frangia tristemente nota della curva gialloblù: quei buh, gli ululati diretti di solito ai giocatori di colore delle squadre avversarie, il neo patron non vuole più sentirli. Una presa di posizione forte, coraggiosa, per nulla scontata in un ambiente di solito ruffiano come quello del calcio. Seguita dai fatti. Sempre lunedì Martinelli ha infatti annunciato un’iniziativa per domenica al Bentegodi in occasione della garacontrola Cremonese: i ragazzi delle giovanili sfileranno con uno striscione di condanna ad ogni razzismo.

Con queste premesse l’Hellas ha accolto la notizia degli arresti tra “le frange più violente della tifoseria dell’Hellas Verona”, come ha specificato la questura. Nessuna sorpresa ma un motivo in più per combattere un certo tipo di pensiero all’interno dello stadio. Con un comunicato, firmato dal presidente, la società ha dunque ribaditola fermavolontà di eliminare ogni forma di violenza. Ha scritto il patron gialloblù che «l‘Hellas Verona ribadisce nuovamente la propria filosofia e la ferma volontà volta ad eliminare ogni forma di violenza e razzismo e ad aprire lo stadio ai veri tifosi e sportivi veronesi e non». Martinelli parla di quel che accade nel “suo” stadio. Affronta l’argomento. In tanti sono con lui. Qualcuno no. Ma c’era da aspettarselo.

FONTE: DNews.eu


Comunicato Ufficiale Hellas Verona Football Club
La società ribadisce la ferma volontà volta ad eliminare ogni forma di violenza
La Società Hellas Verona Football Club nella persona del Presidente Giovanni Martinelli, oltre ai dirigenti ed atleti tutti, preso atto degli articoli di cronaca pubblicato oggi dagli organi di stampa, ove viene sottolineata l’appartenenza degli autori del fatto accaduto in Piazza Viviani a frange del tifo organizzato, ribadisce nuovamente la propria filosofia e la ferma volontà volta ad eliminare ogni forma di violenza e razzismo e ad aprire lo stadio ai veri tifosi e sportivi veronesi e non. Le iniziative in questo senso sono già state avviate nel corso della settimana corrente, ed avranno il loro primo compimento in occasione della gara Hellas Verona-Cremonese.

FONTE: HellasVerona.it


- Martinelli, prima uscita ufficiale: visita al sindaco
Il presidente del Verona da Tosi: si è parlato anche del nuovo stadio
Giovanni Martinelli (ha incontrato ieri mattina per la volta in veste ufficiale il sindaco Flavio Tosi e l’assessore allo Sport Federico Sboarina. «E’ giusto che l’amministrazione comunale faccia sentire la propria vicinanza al Verona - ha spiegato Tosi -, per questo stamattina (ieri l'altro, ndr) ci siamo incontrati. Abbiamo parlato di varie cose, ma non abbiamo approfondito nulla».

Il sindaco ha però lanciato un messaggio per quanto riguarda la possibilità di costruire uno stadio nuovo. «Il Bentegodi è uno stadio obsoleto che richiede una pesante manutenzione. Ora che è arrivata la nuova società credo che sia giusto iniziare a pensare alla costruzione di un nuovo impianto. Anche per riqualificare il quartiere dove in questo momento sorge il Bentegodi. E poi il nuovo stadio di concezione moderna sarebbe anche d’aiuto alle società calcistiche che invece di avere dei costi ingenti, potrebbe avere degli importanti ricavi». «Prima di tutto però - ha detto il presidente Giovanni Martinelli - dobbiamo pensare a fare un Verona forte e che sia all’altezza delle aspettative di questa città».
FONTE: Leggo.it

FONTE: Leggo.it



IL NUOVO BENTEGODI
Stadio, primi passi Tosi vede Martinelli silenzio in casa Chievo
Faccia a faccia - Il neo patron dal sindaco. Che spiega: «Con investimenti credibili ne parleremo seriamente»
Sulla proposta del nuovo stadio il Chievo vuole andare con i piedi di piombo. «Della questione, estremamente delicata, parla solo il presidente (Luca Campedelli, ndr), ma in questo momento non ha nessuna voglia di fare dichiarazioni» dice secco il direttore sportivo Marco Pacione. In casa Hellas invece, il nuovo presidente Giovanni Martinelli ha già rotto gli indugi, auspicando un confronto aperto tra Comune e società calcistiche anche sulla conclusione di questa operazione. Chi continua a premere con costanza è invece l’amministrazione comunale, con il sindaco Flavio Tosi in testa, secondo il quale costerebbe meno abbattere il Bentegodi e ricostruirlo da un’altra parte, che proseguire con la manutenzione ordinaria e straordinaria. Ieri Tosi con l’assessore allo Sport Federico Sboarina ha dato il benvenuto a Martinelli. Un incontro, stando alle parole dell’assessore, «servito anche per cominciare a delineare una forma di collaborazione tra il Comune e la società anche in vista della possibile realizzazione di nuovi progetti».

Parole sottoscritte dal sindaco, che ha specificato: «Nel momento in cui l’Hellas Verona dimostrerà programmi di crescita e investimenti seri e credibili – ha detto Tosi – vi saranno le condizioni ideali per creare un tavolo di discussione, con entrambe le società calcistiche della città, per ipotizzare la costruzione del nuovo stadio». Il cambio di presidenza all’Hellas riapre dunque le porte alla maxi operazione del nuovo stadio che sostanzialmente si gioca su due fronti: quello dei rapporti politici e delle relazioni tra le società calcistiche, e quello sul fronte immobiliare. Fino ad oggi infatti, l’operazione si è sempre arenata sulle secche del mancato accordo tra le due società. In passato Campedelli non è stato contrario al nuovo stadio, i problemi venivano piuttosto dal fatto che il Verona da anni naviga in cattive acque. La parte immobiliare prevede invece che l’abbattimento del Bentegodi liberi una grande cubatura da mettere sul mercato. Sulle condizioni dell’a tt u a l e impianto, sindaco e amministrazione non hanno dubbi: piove dentro dal tetto, gli impianti sono da aggiornare: tutte a spese a carico del Comune. L’ipotesi del nuovo stadio invece prevede una struttura più piccola, moderna, con negozi, gestita e finanziata da privati. In testa ai pretendenti c’è ancora la ditta Mazzi, la stessa che ha costruito il Bentegodi 45 anni fa, e che ha provveduto più di recente al suo ampliamento e alla messa a norma con i tornelli. «L’attuale stadio – ha concluso il sindaco – oltre a necessitare di una gestione onerosa, ha problemi strutturali, che richiederebbero notevoli investimenti. Per questo forse è più conveniente la realizzazione di una struttura nuova piuttosto che il mantenimento di quella esistente».

FONTE: DNews.eu


Incontro Tosi-Martinelli. Il sindaco: ora si può parlare del progetto stadio
Primo contatto tra il nuovo proprietario dell'Hellas e il primo cittadino di Verona. "Abbiamo dato il benvenuto a Martinelli" ha spiegato Tosi "e assicurato la nostra collaborazione. Lo stadio? Adesso si può iniziare a ipotizzare il progetto. Il vecchio impianto è solo un costo e il quartiere va riqualificato". L'assessore allo sport Sboarina: "Non abbiamo parlato dei debiti, ma è giusto avere un rapporto corretto da questo punto di vista perchè pur tifando noi per l'Hellas, amministriamo denaro pubblico e quindi abbiamo precise responsabilità"
Flavio Tosi, sindaco di Verona, ha ricevuto questa mattina a Palazzo Barbieri il nuovo proprietario dell'Hellas Verona Giovanni Martinelli. All'incontro hanno partecipato anche il consulente di Martinelli Davide Bovo e l'assessore allo sport Federico Sboarina. "Abbiamo dato il benvenuto al nuovo proprietario dell'Hellas ribadendogli l'appoggio di Palazzo Barbieri" ha spiegato Tosi. "Non abbiamo ancora parlato nè di rate nè dei debiti dell'Hellas".

"Tosi ha invece parlato del progetto del nuovo stadio. "Ora che c'è questa nuova proprietà" ha spiegato il sindaco "possiamo iniziare ad avviare il progetto. Un progetto che richiederà tempi lunghi ma che ormai è necessario. Primo per fornire alle società nuovi ricavi, secondo per abbassare un costo di gestione pazzesco. Terzo perchè il Bentegodi sta diventando obsoleto e rimodernarlo richiede investimenti notevoli. E poi c'è da pensare alla riqualificazione del quartiere stadio".

"Non abbiamo affrontato nessun discorso sui debiti del Verona" ha scherzato l'assessore Sboarina "ma solo preso un caffè. Però è chiaro, che pur essendo noi tifosi del Verona, siamo anche amministratori di denaro pubblico. E da questo punto di vista abbiamo delle precise responsabilità".

FONTE: TGGialloblu.it


LA SVOLTA
Hellas, i calcio club stanno con Martinelli «Basta con i razzisti»
Le reazioni - Ma nella pancia della tifoseria della curva c’è chi non ha gradito l’uscita del neo patron

Martinelli debutta da presidente dell’Hellas toccando subito un tasto delicato e dolente come quello del razzismo, e la tifoseria gialloblù reagisce in modo diverso. Entusiasti le parole dei club organizzati: «Mi fa piacere che il presidente abbia preso posizione in questa direzione - dice Carla Riolfi, presidente del Nuovo coordinamento dei club - la sua idea coincide con la mia personale e con la linea del mio gruppo. Non c’è dubbio che il comportamento di una parte del tifo abbia danneggiato la società e noi stessi sostenitori, sia per le sanzioni che per i colpi inferti all’immagine dell’Hellas a livello nazionale. Io stessa sono stata criticata per queste mie posizioni. Il problema del razzismo e delle posizioni intolleranti esiste, certo a volte è stato ingigantito, ma non è falso, non è inventato».

Il neo patron dell’Hellas ha promesso di voler avvicinare i tifosi allo stadio, di voler abbassare il prezzo dei biglietti e riaprire la campagna abbonamenti. Ma ha subito detto, e in modo molto chiaro, di non voler più sentire al Bentegodi quei “buu” di scherno e di dileggio rivolti sistematicamente, da anni, ai giocatori avversari. Si partirà domenica con la presenza dei ragazzi delle giovanili allo stadio, con striscioni e messaggi di tolleranza. Ma la nuova società ha già fatto capire di non volersi fermare qui. Basterà? «Lo spero - riprende la leader dei club gialloblù - anche se sono un po’ scettica, perché a volte ho la sensazione che certa gente prenda delle posizioni per partito preso. Io però mi auguro che a qualcosa serva».

Immaginabile che non tutti la pensino così. Qualche frequentatore assiduo della Curva Sud gialloblù, a capo di calcio club organizzati di città o provincia, preferisce non commentare la notizia, per non esporsi a critiche. E il tam tam del tifo organizzato più “caldo” lascia percepire più di qualche fastidio per l’uscita (la prima da presidente, in pratica) di Giovanni Martinelli. Ma il vento forse sta cambiando: «Oggi c’è insofferenza nella maggioranza dei supporter del Verona verso queste frange intolleranti - riprende Carla - credo che se ancora dovessero esserci problemi per tutti a causa loro, ci sarebbe una ribellione spontanea nel tifo “sano”. Non possiamo pagare sempre noi, ormai si è toccato il fondo tra sanzioni, squalifiche e danni d’immagine». Quanto ai metodi giusti per estirpare la piaga dell’imbecillità da curva, difficile dare risposte precotte. Una i calcio club ce l’hanno, e probabilmente è quella che metterebbe d’accordo tutti, anche se gli esiti sarebbero da sperimentare: «I risultati. Hanno la loro importanza: se le cose vanno bene per tutti, è più facile rimettere le cose a posto».

FONTE: DNews.eu



[ALTRE NEWS]
IN NETTO MIGLIORAMENTO L'INFERMERIA: Corsa per Corrent, terapie per PUCCIO e SCAPINI.

[IN BREVE]
VITA DA EX: Giuseppe COLUCCI passa dal CATANIA al CHIEVO
GIANMARCO ZIGONI, il figlio della 'leggenda scaligera', già nelle mire del PALERMO!
PREMIER LEAGUE: In attesa di LIVERPOOL-CHELSEA il MANCHESTER allunga battendo di misura l'EVERTON. LAMPARD 'Potevo dire sì all'INTER ma lasciare Londra sarebbe significato fuggire dal dolore per la perdita di mia madre e dunque una scelta sbagliata!'
BUNDESLIGA: La 'matricola' HOFFENHEIM torna in testa alla classifica. Patente falsa e guai giudiziari per DIEGO che potrebbe lasciare il WERDER BREMA.
SERIE B: Il BARI approfitta del passo falso del BRESCIA e allunga in classifica.
MONDIALE RALLY: LOEB davanti anche nella seconda manche irlandese.
VOLLEY: La finale di Coppa Italia sarà fra MACERATA e CUNEO.
CICLOCROSS: Il mondiale è dominato dagli olandesi padroni di casa, buon quarto posto per COMINELLI.

- Presentati ufficialmente i nuovi acquisti
Incontro con la stampa per Pugliese, Rantier, Vanderhoeght e Vicentini
Mattinata di presentazioni martedì presso la sede sociale di via Torricelli. A poche ore di distanza dalla chiusura della sessione invernale del calciomercato, i quattro nuovi arrivi Pugliese, Rantier, Vanderhoeght e Vicentini hanno incontrato gli organi d’informazione. La conferenza stampa è stata introdotta da Massimo Ficcadenti, nuovo membro dello staff dirigenziale del club scaligero: "Nell’ultimo giorno di campagna trasferimenti è partito, come sapete, Giovanni Morabito, destinazione Lanciano. Abbiamo acquistato quattro giocatori, obiettivi individuati e concordati col tecnico. Sono state portate a termine le operazioni che volevamo, siamo contenti di avere questi ragazzi tra noi. Per Rantier si tratta di un ritorno: aveva altre soluzioni, ma la sua voglia di vestire nuovamente questa maglia ha prevalso su tutto. I tifosi hanno sempre dimostrato attaccamento verso l’Hellas, nonostante la categoria sia penalizzante c’è un pubblico da palcoscenici diversi."
Successivamente ha preso la parola il patron Giovanni Martinelli: "Sono contento di come sono andate le cose, in considerazione del poco tempo disponibile. Mi auguro che questi ragazzi si inseriscano bene nel gruppo, un buon gruppo, e ci possano aiutare a raggiungere obiettivi importanti."

I giornalisti presenti hanno poi rivolto alcune domande ai diretti interessati:
Vanderhoeght, quali sono le tue caratteristiche?
"Sono un centrocampista, militavo nel Wanderers, squadra del massimo campionato uruguaiano. Ho qualità tecniche e di corsa, posso ricoprire diversi ruoli nella zona nevralgica del campo. L’Hellas è una squadra molto importante in Italia, attualmente si trova in una categoria riduttiva per piazza e tifoseria."
Pugliese, eri una sorta di bandiera per il Monopoli.
"Ho trascorso quattro anni con quella maglia, nell’ultima stagione ho indossato la fascia di capitano, i tifosi ci tenevano particolarmente a me. Un’occasione del genere non si poteva rifiutare. Appena ho saputo dell’interessamento dell’Hellas ho detto al mio procuratore di accelerare i tempi. E’ un treno che non si poteva perdere. Non ho mai giocato in questa categoria, considero la nuova esperienza come un trampolino di lancio. Vengo qui con tanta umiltà e voglia di rendermi utile alla causa gialloblù."
Vicentini, a livello di calcio giovanile eri considerato una grande promessa.
"Sì, poi diversi infortuni mi hanno sbarrato la strada. Quest’anno un’operazione alla caviglia mi ha tenuto lontano dal campo per tre mesi, da un pò di tempo a questa parte ho ripreso a pieno regime. "
Rantier, oltre a Verona avevi altre alternative?
"Ho fatto una scelta di cuore, mi sono sentito spesso con Ficcadenti. La società ha scelto di puntare su di me, ne vado fiero. A Piacenza ho avuto Remondina come allenatore, mi utilizzava da esterno offensivo, sul lato sinistro dell’attacco. Se ci fosse da fare la seconda punta non ci sarebbe comunque problema."

FONTE: HellasVerona.it


- E Martinelli lancia un segnale ai tifosi gialloblù
IL DEBUTTO IN TV. AL «LUNEDÌ NEL PALLONE»
«Nessuna speculazione ho acquistato la squadra per passione, dobbiamo remare tutti insieme»
Il debutto in tv, da presidente dell'Hellas, è arrivato su Tele Arena. Ieri sera Giovanni Martinelli è stato l'ospite d'onore della trasmissione «Il Lunedì nel Pallone», condotta da Gianluca Tavellin. Con il nuovo patron gialloblù anche Davide Bovo, consigliere d'amministrazione del Verona. Centinaia di telefonate in diretta, tantissimi i messaggi, quasi tutti per «dare il benvenuto al nuovo presidente» e per «salutare e ringraziare Piero Arvedi». Non sono mancati gli interventi sulle questioni che, da anni, accompagnano la vita dell'Hellas: i progetti per tornare in serie A, la fusione con il Chievo, la costruzione di un nuovo stadio.

«Ho acquisito l'Hellas per passione - ha detto Martinelli - e non per fare speculazione. Sono un imprenditore non escludo che si possa costruire un nuovo stadio a Verona ma questa non è la mia priorità. In questo momento c'è grande entusiasmo intorno all'Hellas e voglio fare bene con l'Hellas, ammiro il Chievo come società, possiamo imparare dal punto di vista gestionale ma Verona ha la possibilità di far vivere due grandi club». Cade la possibilità di portare in riva all'Adige Damiano Tommasi - «avevamo poco tempo per chiudere e a centrocampo siamo coperti» - mentre è chiara la posizione di Massimo Ficcadenti. «Non farà l'allenatore nè a Verona, nè in altre squadre - ha precisato Martinelli - lui avrà un ruolo dirigenziale nella società»

- Alla ricerca del gol perduto Riganò va alla Cremonese
LA PROSSIMA AVVERSARIA. L'ATTACCANTE SI TRASFERISCE DA TERNI
Quest'anno una stagione incolore in rossoverde. Su Coly ancora nessuna decisione
Christian Riganò: è il colpo messo a segno in zona Cesarini dalla Cremonese al calcio mercato. L'ex attaccante di Fiorentina, Empoli e Messina (ma anche di altre squadre) arriva dalla Ternana, squadra che si trova a metà classifica del girone B della Prima Divisione. Per il bomber ormai trentaquattrenne non è stata finora una grande stagione, anche perché a Terni il clima non è di quelli ideali. Prova ne siano le dimissioni di pochi giorni fa di Beppe Signori dal ruolo di dirigente con l'incarico di consulente dell'amministratore unico Stefano Dominicis:

«Mi era stato assicurato, prima che iniziasse il mercato di gennaio, che questa volta avrei avuto ampia voce in capitolo circa i movimenti in entrata e in uscita - ha spiegato l'ex attaccante - . Invece così non è stato». E se l'innesto di Riganò non ha funzionato, «il suo arrivo non è certo riconducibile a me» ha aggiunto Signori. Il mercato della squadra di Mondonico, quindi, si è chiuso con gli arrivi di Domenico Morfeo e Riganò e il ritorno di Leo Colucci che era svincolato. Se ne sono invece andati Gherardi e Chomakov, entrambi al Lecco. Quanto a Coly, nessuna decisione è stata presa, ma il tempo c'è perché il giocatore senegalese è svincolato.

FONTE: LArena.it


- Indice puntato
Il neo presidente dell’Hellas Martinelli annuncia iniziative forti per debellare il fenomeno
«Basta razzismo tra i nostri tifosi» L’obiettivo è quello di riportare le famiglie allo stadio: «Ridurrò i prezzi dei biglietti ma soprattutto vorrei che non si sentissero più i “buh” al Bentegodi». Subito l’offensiva Domenica i ragazzi delle giovanili gialloblù sfileranno sul campo con uno striscione
Giovanni Martinelli, neo presidente dell’Hellas Verona, puntada subito l’indice contro il razzismo, accusa che spesso macchia la tifoseria gialloblù e che per la società scaligera è diventata una piaga da combattere. «Ridurrò i prezzi dei biglietti e riaprirò la campagna abbonamenti - assicura ilnuovo patron - ma soprattutto vorrei che la si finisse coi "buh" razzisti al Bentegodi». È poi Davide Bovo, nuovo e giovane consigliere di amministrazione della società a raccontare nei dettagli l'iniziativa. «I cori discriminatori non appartengono alla persona e al modo di vedere il calcio di Giovanni Martinelli. Uno dei punti su cui batteremo maggiormente sarà proprio questo».

Già domenica, prima della gara Verona-Cremonese, i ragazzi delle giovanili gialloblù sfileranno sul terreno di gioco reggendo uno striscione con un messaggio contro il razzismo. Ma non sarà l'unica iniziativa. «Oltre al fatto di non essere episodi degni del mondo del calcio, questi cori danneggiano seriamente la società - spiega Bovo - le decine di migliaia di euro di multe che ogni anno arrivano si traducono in campi in meno a disposizione dei giovani. E sono situazioni che allontanano gli sponsor che si vogliono avvicinare all'Hellas». Il momento è quanto mai propizio per cercare di dare un taglio a ciò che spesso ha infangato il nome di Verona e dei suoi tifosi. Martinelli è considerato un salvatore della patria (ed è una realtà, avendo salvato la società dal fallimento acquisendola), l'ascendente verso i tifosi è molto elevato. Ma avrà anche bisogno della maggior parte della gente che va allo stadio soltanto tifare il Verona perchè faccia sentire la voce di dissenso nei confronti di eventuali, nuovi episodi.

- Il lato economico
“Clienti” fissi del giudice sportivo migliaia di euro per i cori e gli ululati. Soldi che potrebbero essere usati per nuovi campi
Non serve andare molto indietro nel tempo, o inseguire una ricostruzione chissà quanto corposa, per rendere chiaro il concetto di quanto costi, al di là della nuda e cruda idiozia dei responsabili, l’atteggiamento razzista di alcune frange del tifo gialloblù. Lo scorso 11 novembre, l’Hellas è stata multata di 7.000 euro per cori razzisti dei suoi tifosi nei confronti di un giocatore della Pro Sesto con l’aggiunta di espressioni offensive contro il presidente della formazione avversaria e del lancio di una bottiglietta. Il 17 dicembre una replica costò ancora di più, 10mila euro. Multa motivata così dal giudice sportivo: «Propri sostenitori (dell’Hellas), più volte durante la gara col Monza, rivolgevano a un calciatore di colore della squadra avversaria fischi e ululati in occasione di ogni giocata dello stesso e alla sua uscita dal terreno di gioco». I cori in quell’occasione erano diretti contro un giocatore senegalese.

- CINQUE COLPI IN EXTREMIS
Presi Rantier, Pugliese, Vicentini e Vanderoeght; ceduto Morabito. Un inizio pirotecnico. Il francese è il pezzo pregiato. Già veronese nel 2005-06,
era a Piacenza ma ha voluto seguire il suo ex allenatore. Si muove anche la Cremonese. Gli avversari di domenica hanno ingaggiato Riganò, ex attaccante della Ternana

Il mercato dell'Hellas batte cinque colpi nell'ultimo giorno a disposizione. Quattro gli arrivi: Giuseppe Pugliese, terzino sinistro venticinquenne dal Monopoli, Axel Vicentini, 22 anni, difensore dal Lanciano, Simón Vanderoeght 22enne centrocampista del Wanderers (serie A uruguaiana) e Julienne Rantier, 25 anni dal Piacenza. In uscita il solo Giovanni Morabito che va al Lanciano dall'amico Morante in seguito allo scambio con Vicentini. Se poco, anzi pochissimo si sa dei primi tre acquisti, il francese può essere considerato il vero colpo del mercato del Verona. Julienne, francese di Alès, 25 anni, dopo l'esperienza in B con il Verona di Ficcadenti nella stagione 2005- 2006, è passato al Piacenza dove stava disputando il terzo campionato consecutivo. Il legame con Ficcadenti e il poco spazio trovato quest'anno in squadra l'hanno convinto a scendere di categoria per tornare a Verona. Si tratta di un esterno col vizio del gol, quattro ne fece a Verona, 9 in totale col Piacenza, squadra con la quale ha collezionato 74 presenze. Nella squadra di Remondina potrebbe trovare spazio come seconda punta o anche come rifinitore, le doti tecniche, per la C1, non sono in discussione. Simón Vanderoeght, il colpo piazzato in extremis, è il vero sconosciuto e dovrà cercare di mettersi in evidenza nel centrocampo gialloblù. Di Pugliese si sa che ha fatto tanta serie D e C2, e potrà essere un'alternativa sulla sinistra a Leonardo Moracci. Anche Vicentini è in cerca di riscossa, dopo numerose stagioni a Pescara con poche presenze e idem a Lanciano. Via Morabito, dunque, il Verona si trova ora una rosa ancora più folta. Leandro Greco, invece, se n'è andato a Pisa dati gli accordi tra la società toscana e la Roma, cui nulla ha potuto il pressing di Ficcadenti. Il prossimo avversario del Verona, la Cremonese, dopo Morfeo ha intanto messo a segno un altro colpaccio, avendo prelevato dalla Ternana l'attaccante Christian Riganò.

Domenica prezzi stracciati Giovanni Martinelli ha voluto ieri lanciare messaggi forti in più direzioni. Una di queste è la grande festa di pubblico e di bambini che il patron si augura per domenica prossima al Bentegodi per la gara con la Cremonese. Per questo i prezzi dei biglietti sono stati abbattuti: 13 euro per le curve (8 i ridotti), 10 per le poltronissime, 5 per le poltrone e la tribuna superiore ovest. I ragazzini al di sotto dei 14 anni entreranno gratis. La nuova società sta pensano anche a riaprire la campagna tesseramenti. Prima della gara scenderanno in campo gli altleti delle giovanili gialloblù con uno striscione contro il razzismo.

FONTE: DNews.eu


- CALCIO: TOSI, CON PASSAGGIO PROPRIETA' HELLAS VERONA SI POTENZIA
"E' una grande soddisfazione, finalmente potra' essere avviato un progetto di potenziamento della societa'". Questo il commento del Sindaco Flavio Tosi dopo l'annuncio dell'avvenuto acquisto della squadra calcistica Hellas Verona da parte dell'imprenditore Giovanni Martinelli. "L'Amministrazione comunale resta vicina alla societa' e ai suoi progetti futuri - dice Tosi - e un ringraziamento particolare, unito ad un in bocca al lupo affinche' possa ristabilirsi presto, va al Conte Arvedi per quanto ha fatto in questi anni da vero tifoso oltre che da presidente della societa'".

FONTE: ASCA.it


Hellas, inizia l'era Martinelli
LA SOCIETÀ CAMBIA PROPRIETARIO. IL CLUB ADESSO È TUTTO DELL'IMPRENDITORE DI CASTELNUOVO CHE SI PRESENTA CON UNA SCIARPA GIALLOBLÙ
Una giornata ricca di sorprese, appuntamenti e colpi di scena, poi la firma con l'avvocato Rimini che rappresentava il Conte Arvedi
A un certo punto spuntano anche le sciarpe gialloblù e l'austero studio del notaio Laura Curzel, in stradone San Fermo, si trasforma in una piccola Curva Sud. Sono le 17 e 30 di venerdì 30 gennaio, Giovanni Martinelli è il nuovo presidente dell'Hellas, si chiude dopo due anni e mezzo l'avventura di Piero Arvedi al timone della società. La firma arriva nel tardo pomeriggio al termine di una giornata ricca di sorprese, appuntamenti e qualche colpo di scena. L'ultimo capitolo di una lunga telenovela che vale la pena di essere ricostruito.

SERVONO SOLDI. Poche ore di sonno e si riparte al mattino di buon'ora. Il team di professionisti messo insieme dallo studio Belluzzo, i consulenti di Martinelli nella trattativa, mettono a punto gli ultimi dettagli per costituire una nuova società tra l'imprenditore gardesano e Piero Arvedi - in questo caso rappresentato dall'avvocato Emanuele Rimini, ammistratore di sostegno del Conte - da lì si potranno prendere i soldi per arrivare alla ricapitalizzazione della società. Una soluzione studiata l'altro ieri per ripianare il debito del Verona prima dell'assemblea straordinaria della società in programma alle cinque del pomeriggio.

INCONTRI A RAFFICA. Non mancano altri nodi tecnici da superare, Giovanni Martinelli attende nello studio Belluzzo, è in contatto telefonico con i suoi professionisti, entrano in scena anche Camilla Gattiboni, il giudici tutelare nominato dal Tribunale di Verona, e Gaetano Fraccarolli, direttore dell'area regionale di Unicredit Private Bank. Sembra fatta, anzi no. A mezzogiorno il dottor Luigi Belluzzo vacilla, l'ultimo chilometro da superare. «Ma non era una volata in pianura - butta lì dopo la firma dell'accordo - abbiamo affrontato mille metri in salita, come una scalata all'Everest. Per fortuna Martinelli ci ha dato corde e picozze». Si passa anche l'ultimo ostacolo, la vetta è lì, a pochi passi. L'accordo ormai è cosa fatta, le linee generali sono segnate.

NERO SU BIANCO. Appuntamento nello studio del notaio Laura Curzel, alle tre del pomeriggio. Un quarto d'ora prima arrivano Giovanni Martinelli con i professionisti dello stadio Belluzzo insieme al professor Rimini, all'onorevole Fogliardi, all'avvocato Giacopuzzi. Pochi minuti dopo ecco l'amministratore unico dimissionario del Verona, Nardino Previdi, con la figlia Roberta, anche lei avvocato, e Luigi Marzola, responsabile amministrativo del club di via Torricelli. Bisogna mettere tutto nero su bianco, la trattativa era già stata conclusa prima del 20 dicembre, quando era stata firmata la lettera d'intenti, ma l'incidente del Conte sull'Autobrennero ha complicato tutto. Bisogna rivedere l'accordo, punto su punto. Due ore di lavoro, sono interminabili. Ogni tanto la porta si apre, la segretaria Carlotta regala qualche sorriso ma dal suo viso non si capisce cosa sta succedendo. Vanno e vengono i clienti dello studio, incuriositi dalla presenza di giornalisti e telecamere. A turno, qualche professionista, si concede un minuto d'aria o una sigaretta ma le bocche sono cucite.

ALLE CINQUE DELLA SERA. Intorno alle cinque iniziano a circolare i primi sms, qualcuno arriva da persone vicine a Martinelli. «È fatta, ha firmato», scrivono in fretta e furia. Cresce l'attesa. Pochi minuti dopo esce Nardino Previdi accompagnato dalla figlia. L'avventura del «vecchio leone» si chiude qui. «Martinelli è il nuovo presidente - afferma - stanno firmando gli ultimi documenti ma ormai è fatta». Si appoggia al portone del palazzo, un velo di tristezza negli occhi. Lascia a metà il progetto iniziato in estate dopo la salvezza di Busto.

ECCO LA FIRMA. Adesso il testimone passa a Giovanni Martinelli. L'Hellas è suo. La conferma arriva intorno alle cinque e un quarto da Giampaolo Fogliardi e Luca Giacopuzzi, i professionisti che avevano seguito il Conte Arvedi nella trattativa che aveva portato alla lettera d'intenti. «L'accordo c'è - ripetono in coro - si è chiusa una questione molto delicata, non parliamo di trattativa perchè quella è stata fatta per sei mesi. Tutte le parti hanno lavorato per chiudere un accordo che è la manifestazione della volontà di Arvedi».

L'ABBRACCIO. Passano pochi minuti, la porta dello studio Curzel si apre. Pacche sulle spalle, qualche abbraccio, strette di mano. Adesso è ufficiale, Giovanni Martinelli è il nuovo presidente del Verona. Ha già una sciarpa gialloblù al collo, sorride, non nasconde l'emozione. «È stata durissima, è stata veramente durissima...», ripete. Anche i professionisti che hanno seguito la trattativa mettono una sciarpa gialloblù su vestiti in grisaglia e cravatta. Scatta l'applauso. Forte, spontaneo. «Questa non è stata una trattativa normale - ammette Davide Bovo, professionista dello studio Belluzzo, nuovo consigliere d'amministrazione e grande tifoso dell'Hellas - perchè la cessione del Verona è un affare che riguarda tutta la città, i riflettori sono sempre accessi e l'esposizione mediatica è incredibile. Abbiamo lavorato in team con grande professionalità, abbiamo incontrato difficoltà da superare ma non ci siamo arresi. L'abbiamo fatto perchè gran parte di noi ha messo prima di tutto la passione per l'Hellas. Come ha fatto Giovanni Martinelli».

- Trattative e colpi di scena all'ombra di San Fermo
DALLA FIRMA AL BRINDISI. SI CHIAMA MASTINO LA SOCIETÀ CHE CONTROLLA L'HELLAS. MARTINELLI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO D'AMMINISTRAZIONE, BOVO E SICILIANO I SOCI
La soddisfazione di Belluzzo «Un traguardo importante Tutti hanno collaborato con grande professionalità»
Il futuro dell'Hellas s'è giocato in stradone San Fermo. Lì hanno sede lo studio Belluzzo e quello di Fogliardi e Giacopuzzi, i professionisti che hanno seguito Martinelli e Arvedi nella trattativa. Lì, nello studio del notaio Laura Curzel, è stato firmato l'accordo che ha portato il Verona nelle mani dell'imprenditore gardesano. Lì i professionisti, i giornalisti, alcuni tifosi e gli uomini del nuovo presidente hanno brindato dopo la comunicazione ufficiale. «Ci sono stati momenti molto difficili - ammette il dottor Luigi Belluzzo - attimi di sconforto anche l'altro ieri, sabato, venerdì. Anche poche ore prima della firma. Ci siamo calati in una realtà, quella calcistica, che non rispetta i canoni classici di un'acquisizione di azienda. Ma abbiamo raggiunto il traguardo e questo ci dà grande soddisfazione».

Un accordo che soddisfa anche Giampaolo Fogliardi e Luca Giacopuzzi, i consulenti che hanno seguito Arvedi fino alla lettera d'intenti. «È stata dura ma siamo arrivati al traguardo - hanno detto - questo è l'accordo che voleva anche il Conte, è stata confermata la sua volontà».

Arvedi lascia la presidenza del Verona dopo due anni e mezzo. Era arrivato tra gli applausi della gente, i risultati negativi della squadra, la retrocessione in C1, lo spareggio per non cadere in C2 hanno rovinato il feeling iniziale con i tifosi. «Ma non possiamo dimenticare che il Conte ha dato tutto a questa squadra - ammette Fogliardi - non solo la passione ma anche tanti investimenti. Va indicato come esempio a tanti imprenditori veronesi che non si sono mai avvicinati alla squadra della città. Era rimasto solo e aveva deciso di vendere a Martinelli perchè conosceva la passione di Giovanni. Dopo la firma della lettera d'intenti mi aveva confessato che voleva far festa e brindare, a modo suo, con una cena a Cavalcaselle. Aveva già deciso anche il menù: cappone in brodo».

Adesso tocca a Martinelli. L'Hellas è a un passo dai play off, basterebbe qualche ritocco per provare a inseguire la serie B già quest'anno ma il mercato di riparazione chiude lunedì 2 febbraio. «Non resta molto tempo - ammette Luigi Belluzzo - ma è stata fatta una ricapitalizzazione importante, la società è solida e può già operare».

Si chiama Mastino la società che controllerà la maggioranza delle azioni dell'Hellas, Giovanni Martinelli è il presidente del consiglio d'amministrazione, Davide Bovo e Benito Siciliano sono i consiglieri. Il collegio dei sindaci sarà composto da Giuseppe Righetti, Paolo Marchi e Giuseppe Barone.
«Devo ringraziare tutto il mio staff - sottolinea Luigi Belluzzo - perchè hanno lavorato con passione a questo progetto soprattutto durante le festività ma ho apprezzato la collaborazione del giudice Camilla Gattiboni, dell'avvocato Emanuele Rimini, del dottor Gaetano Fraccarolli rappresentante di Unicredit, anche la banca ha avuto un ruolo fondamentale per arrivare al traguardo. Tutti hanno lavorato con grande professionalità per garantire un futuro all'Hellas».

Definiti i ruoli nella stanza dei bottoni ora la parola passa al campo. Questa mattina Giovanni Martinelli incontrerà la squadra, ha già preso contatti con Gian Marco Remondina, parlerà con lui dopo l'allenamento. Accanto al nuovo presidente ci sarà Massimo Ficcadenti, l'ex allenatore del Verona avrà un ruolo dirigenziale probabilmente come responsabile dell'area tecnica. Potrebbero tornare in riva all'Adige anche Ermes Fulgoni e Bruno Conca, già collaboratori di Ficcadenti non solo a Verona ma anche a Pistoia e Reggio Calabria. Da verificare la posizione del direttore generale Claudio Molinari e del diesse Riccardo Prisciantelli che ha ben operato per la ricostruzione della squadra, legato al club di via Torricelli fino al 2010.

La sosta del campionato e dell'attività agonistica fino a domenica prossima favorirà anche la pianificazione di queste situazione. Raggiunto l'accordo ora restano una decina di giorni per studiare la strategia e rimettere in ordine i tasselli del puzzle.

- Chiampan e Pastorello «Onore a Piero Arvedi e...forza Martinelli»
«Onore a Piero Arvedi, in bocca al lupo a Martinelli». Sul biglietto, una doppia firma, Chiampan e Pastorello. «Sul piano sportivo è indubbiamente la svolta che ci voleva» spiega Chiampan. «Purtroppo, la tragedia che ha colpito il mio amico Piero rendeva ormai impossibile continuare in una gestione di per sè già molto difficile. Piero è stato lasciato molto solo in un'avventura complicata. Ha fatto il possibile per il Verona, questo non bisogna mai dimenticarlo. Il futuro? Non posso dire di conoscere Martinelli, che pure mi è stato presentato in qualche occasione. Ma da come si è mosso, mi sembra davvero una persona in gamba. È sempre stato garbato, deciso, chiaro nelle sue intenzioni e nella maniera in cui le ha portate avanti. Ha mostrato coraggio e passione, che sono qualità importanti per il nuovo ruolo. Martinelli ha anche l'età giusta per rischiare. Guardandola da fuori. è inevitabile pensare ai nostri tempi, con un pizzico di nostalgia. Uno dei rischi è la solitudine. Ma non è nemmeno troppo facile trovare i compagni giusti che ti stiano vicini in un'avventura come questa...».
Da Chiampan a Pastorello, l'uomo che aveva ceduto l'Hellas a Piero Arvedi. «Un pensiero sincero al conte Arvedi, per tutto quello che ha fatto. A volte, sei giudicato solo per i risultati, ma credo che Piero abbia avuto un ruolo fondamentale, al di là del responso del campo. Quanto a Martinelli, lo conosco bene, già ai miei tempi era stato vicino alla società. Martinelli ha entusiasmo, competenza, serietà. Lo ha dimostrato in questi mesi di trattative, in cui è sempre stato deciso e coerente con le proprie idee. Una svolta? Sì, questa può essere la svolta che i tifosi del Verona aspettavano e l'augurio è che Martinelli possa mettere fine alla sofferenza dell'Hellas. Ha i mezzi per farlo. La sua scelta, tra l'altro, è stata ponderata a lungo, non è figlia dell'entusiasmo di un momento e questo dà ancora maggiori garanzie. Io spero che non lo lascino solo. Che l'entusiasmo e il calore che avverte adesso, non finiscano al primo risultato negativo. I tifosi hanno fretta, invece ci vuole pazienza. Solo così il Verona può tornare là dove merita di essere».

- È il re dell'abbigliamento donna
CHI È IL NUOVO PROPRIETARIO. SPOSATO, TRE FIGLI E UN QUARTO - DIEGO - MORTO IN UN INCIDENTE STRADALE E AL QUALE È STATO DEDICATO IL TEATRO DI SANDRÀ
Il business di Giovanni: Confezioni Elena, il Quadrante, metà Villa dei Cedri, il mercato immobiliare, un nuovo hotel. Ma alla domenica, se lo cercate, andate in tribuna...
Il nuovo proprietario dell'Hellas produce in due diversi stabilimenti di Castelnuovo. Il primo, quello di Mart-ConF, è in via Dosso a Castelnuovo. Il secondo, quello di Confezioni Elena, a Sandrà in via Thomas Edison. Confezioni Elena Srl è specializzata nella creazione di prodotti femminili «total look». La vendita è destinata a grossisti e catene di negozi. Un'attività iniziata nel 1964 e tramandata per ben tre generazioni. Martinelli ha anche il Quadrante Abbigliamento di Bussolengo. La struttura, avveniristica all'epoca in cui lui stesso la fece costruire, è ora centro commerciale e shopping center di Bussolengo dotato di area bar, sartoria e parco giochi. Martinelli è radicato ovviamente nel mercato immobiliare, attraverso la controllata Costruzioni Sandrà. Da buon imprenditore, Martinelli ha sempre diversificato le sue attività introducendosi in mercati nuovi anche se complementari alle sue colonne portanti. Ad esempio attraverso Elca srl Paninoland, attore importante nel ramo alimentare per produzione e commercio di cui Martinelli è socio. Suo è il 49% delle quote di Villa dei Cedri a Lazise, parco termale del Garda che è anche centro estetico e prodotti cosmetici (linea viso e corpo). Villa dei Cedri è anche convenzionata con la vicina Residenza Napoleone di Rivoli.

A Sandrà di recente Martinelli ha inaugurato il Mod05 Living, in via Modigliani, hotel a tre stelle progettato da Enrica Mosciaro, architetto italiano dello Studio Fusina 6 di Barcellona. Martinelli, nella zona di Castelnuovo, possiede anche molti terreni, su uno dei quali ha costruito e dato in affitto la Locanda Bella Italia, in via Filiselle. Porta il suo nome, Giovanni Martinelli, l'azienda agricola in località Pontigliardo, a Lazise, dove si produce uva bianca e nera destinata alle cantine di Custoza. Giovanni Martinelli al campo di Castelnuovo lo trovi sempre.

«Quando gli impegni glielo permettono lui c'è», dicono tutti, dalla barista al segretario. Il sabato pomeriggio a vedere la Juniores, la domenica per Allievi o Giovanissimi, poi la prima squadra. «Un signore», così lo definiscono quelli che hanno avuto modo di conoscerlo. Il presidente non mette mai becco sulle questioni tecniche. Il presidente delega, si fida, lascia fare. Soprattutto si confronta con Andrea Dalle Vedove come direttore generale, Antonio Terraciano direttore sportivo, Renato Gelio al settore giovanile. «La prima volta che andai a pranzo con lui», racconta Renato Gelio, responsabile del settore giovanile, «con me fu molto chiaro. “Se decide di venire qui dovrà dare tutto per questa società”, furono le parole che più mi colpirono. Lui è così, se gli dai tutto te stesso lui saprà ripagarti. Ha tanta passione e idee chiare, qui ha costruito qualcosa di importante. Far parte del Castelnuovo significa essere in una condizione privilegiata. Io ho 61 anni e sono stato coi più grandi presidenti del calcio dilettante degli ultimi 40 anni. Martinelli è fra questi».

Spesso il presidente si mette davanti agli spogliatoi prima delle partite. Una stretta di mano all'allenatore, due parole ma non più. Per vedere le partite nelle migliori condizioni si è fatto costruire anche due tribunette chiuse, una a Sandrà e una a Castelnuovo. Ultimamente però a Castelnuovo la gente ha guardato più lui che quanto succedeva in campo, bastava che prendesse in mano il telefono e si allontanasse perché tutti si girassero. «Eccolo, ora gli dicono che ha preso il Verona», la frase più ricorrente di genitori e appassionati. E la partita passava in secondo piano. «Martinelli è uno che sa emozionarsi», rivela Terraciano, uno che nell'Hellas ci ha giocato anche, «uno che dopo una vittoria o comunque una bella prestazione non vede l'ora di applaudire i suoi giocatori e abbracciarli. Ha sentimento, è leale ma anche esigente. Lui ti dà, tu però devi dare a lui. Non è un caso che Martinelli si affezioni a quei giocatori che in campo danno tutto e non si risparmiano mai. Sa anche farsi sentire: se la squadra non gli è piaciuta, state sicuri, entra negli spogliatoi e le parole giuste le trova. È una persona anche umile, sa ascoltare. Prima di prendere ogni decisione si confronta e ti chiede un parere. Ti fa sentire importante».

«Giovanni non ammette sprechi», puntualizza Giuseppe Maulele, che con Martinelli ha iniziato l'avventura a Sandrà, «se gli dici che ti servono i soldi per venti cerotti e poi te ne servono dieci, state sicuri che non la prenderà bene. Credetemi, lui è un grande presidente e un grande uomo. Quando dà la sua parola sappiate che certamente la manterrà. Sa prendersi le sue responsabilità e per certi versi è molto netto. Un domenica, eravamo in Seconda categoria, il secondo portiere dalla panchina ha usato termini molto critici nei confronti del portiere che era in campo. Martinelli, che era dietro la panchina e che quindi ascoltò tutto, il giorno dopo venne da me e mi disse che lui quel ragazzo non voleva più vederlo. E lo mandammo via, anche se il campionato era appena iniziato». «Una persona molto naturale», lo definisce Massimo Carli, allenatore della prima squadra del Castelnuovosandrà, «non ha nulla di finto. È corretto e disponibile. Ed ha una grandissima passione per il calcio. Mi è sempre piaciuto, così come è evidente in lui l'attaccamento alla società. Quando ero ai Giovanissimi ci ha seguiti quasi sempre, anche quando magari non pensava nemmeno che un giorno potessi guidare l'Eccellenza. È molto presente nel settore giovanile, questo l'ho sempre apprezzato. Pochi presidenti sono così. Al mercoledì spesso si ferma a cena con noi dopo l'allenamento. Sempre discreto».

Quella di Martinelli è anche una missione sociale, la classica figura dell'imprenditore di successo che ha a cuore la condizione del proprio territorio e che lavora anche per la sua crescita. Martinelli, 58 anni il 14 giugno, è sposato con Elena Sabaini e ha tre figli. Mirko è il più vecchio, poi c'è Fabio, quindi Sergio. I primi due hanno la passione delle moto, il terzo ama viaggiare. Un quarto figlio, Diego, non c'è più da un maledetto sabato pomeriggio del 1999, quando la sua auto uscì di strada lungo la bretella che collega Castelnuovo ad Affi. A lui è intitolato il Dim, teatro comunale da 350 posti a Sandrà, in via San Martino, con tanto di stagione teatrale e corsi di varia natura. Diego c'è ancora. Ogni giorno, con quella sigla DM che è ovunque. Fra gli sponsor, sulle tute d'allenamento e da gara, sulle magliette. Quelle due iniziali, per tutti, a Castelnuovo hanno nome e cognome.

- Dalla Terza categoria alla Promozione in sole tre stagioni
All'inizio il suo calcio era tutto in una squadra di Amatori Uisp. Da semplice sponsor. «Facevamo i tornei notturni, il primo lo vincemmo 40 anni fa», ricorda Martinelli, che un bel giorno decide di tuffarsi in qualcosa di leggermente più grande. «Stavo sistemando il campo», ricorda Giuseppe Maule, vecchio amico di calcio, «quando arriva Giovanni e mi chiede se non era il caso di iscrivere una squadra in Terza. Mi informai sulle questioni burocratiche, lui di questo non sapeva nulla. Poi partimmo. Fece fare a me il presidente, lui ha preferito entrare in punta di piedi. È fatto così».

PRESIDENTE. Il Gruppo sportivo Sandrà termina al quarto posto, dall'estate successiva Martinelli diventa presidente e si mette a fare sul serio. La società diventa Abbigliamento Quadrante Sandrà, la Terza categoria che inizia sotto la sua guida (stagione 2001-'02) è già una squadra promossa prima ancora di cominciare. Martinelli vuole fare in fretta, allestisce un organico che non può sbagliare. E non sbaglia.

TITOLI PROVINCIALI E REGIONALI. Omero Polacco, allenatore dalla poche parole e dai molti fatti, guida con mano sicura la fuoriserie che ogni estate Martinelli gli consegna. Oltre a centrare il passaggio di categoria, il Sandrà vince il titolo provinciale di Terza e quelli regionali di Seconda e Prima.
Quella società diventata grande in soli tre anni diventa meta ambita da giocatori di mezza Verona. Dalla Seconda alla Prima il passo è breve, così come dalla Prima alla Promozione, dove il Sandrà inizia il campionato 2004-'05 da favorito ma in Eccellenza non ci va. Martinelli allora guarda un po' oltre, bussa alla porta del Castelnuovo che in Eccellenza c'è già. La fusione si fa in un attimo, la società diventa CastelnuovoSandrà.

SETTORE GIOVANILE. Il sogno è la D ma anche costruire un settore giovanile di primo livello. E il Castelnuovosandrà ci riesce in un periodo relativamente breve. La Juniores regionale è eredità dell'Eccellenza e quindi dovuta, poi arrivano i Giovanissimi, ultimo tassello gli Allievi. Squadre di qualità in ogni fascia d'età, dai più piccoli ai più grandi. Comprese le annate sperimentali. Il CastelnuovoSandrà ha 280 tesserati, una Scuola calcio che ha rappresentato Verona nella riunione di fine anno a Bresseo ed è campione regionale in carica con la Juniores. Più altalenante la prima squadra. Nella stagione 2005-‘06 il CastelnuovoSandrà chiude quart'ultimo con 38 punti, nei successivi due campionati è ottavo rispettivamente con 44 e 41 punti. Mai vicina a quella serie D che Martinelli tanto avrebbe voluto e vuole ancora. Un traguardo che il nuovo padrone dell'Hellas potrà continuare a inseguire: nulla vieta a un presidente d'Eccellenza di esserlo anche di una società di Prima Divisione. «Sono due leghe diverse», hanno risposto da Roma alla domanda di Francesco Oliosi, segretario del Castelnuovo. Martinelli ora correrà su due fronti.

- Tosi: «Finalmente Ora la società venga potenziata»
LE REAZIONI. IL SINDACO: «L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE RIMANE VICINA AL CLUB GIALLOBLÙ E AI SUOI PROGETTI PER RITORNARE NEL CALCIO CHE CONTA»
L'assessore Sboarina: «Per fortuna è stata evitata una situazione drammatica come il fallimento»
La notizia della cessione dell'Hellas Verona all'imprenditore Giovanni Martinelli è stata accolta con «grande soddisfazione» nei palazzi della politica. Il sindaco Flavio Tosi assicura la «vicinanza» del Comune ai «progetti futuri» della società calcistica, mentre il vicepresidente (e assessore allo sport) della Provincia, Antonio Pastorello, si dice certo che, con la nuova dirigenza, «il Verona tornerà in A». Gli esponenti dell'opposizione, pur dicendosi felici per l'esito positivo della trattativa, precisano di essere pronti a vigilare «nel caso l'operazione nasconda speculazioni come la costruzione di un nuovo stadio, di cui non c'è necessità». Non nasconde la sua contentezza, intanto, un tifoso eccellente come Giovanni Rana, ex sponsor dell'Hellas. «Sono felicissimo», esclama, «perché si conclude nel modo migliore una situazione di incertezza per la squadra, ma sono ancora più contento che l'abbia acquistato un imprenditore veronese come Martinelli che sicuramente farà bene». Da tifoso, Rana, si augura che «presto arrivino rinforzi a una squadra che sta giocando bene». Infine, augura a Martinelli «tanta fortuna, che non guasta».

«Finalmente», è il commento a caldo del sindaco Flavio Tosi, da sempre tifoso gialloblu, «potrà essere avviato un progetto di potenziamento della società». Tosi assicura che «l'Amministrazione comunale resta vicina alla società e ai suoi progetti futuri». Infine, il sindaco esprime un «ringraziamento particolare, unito ad un "in bocca al lupo" affinché possa ristabilirsi presto, al conte Arvedi per quanto ha fatto in questi anni da vero tifoso oltre che da presidente della società». Sul passaggio di proprietà del club scaligero all'imprenditore di Castelnuovo, è intervenuto anche il vicepresidente della Provincia, Antonio Pastorello: «Sono orgoglioso per Verona e per la squadra». Da assessore provinciale allo sport, Pastorello parla di «nuova era per l'Hellas». E continua: «Sono orgoglioso per la città, per la nostra provincia, per il nostro calcio. Considero Giovanni Martinelli un imprenditore di talento, un uomo con un grande temperamento e notevoli doti di umanità e savoir faire. Soprattutto ritengo abbia la capacità di fare gruppo, di motivare la squadra, di riallacciare i rapporti con la parte migliore dei nostri tifosi». Come «amante dello sport». Pastorello augura «buon lavoro ad un uomo che si è assunto una grande responsabilità, che ha dimostrato coraggio e che ha dato prova di un grande amore per il calcio scaligero».

E conclude: «Sono certo che con Martinelli il Verona tornerà in serie A».
L'assessore allo sport a Palazzo Barbieri, Federico Sboarina, si dice «contento che sia stata evitata una situazione drammatica come il fallimento» e augura «buon lavoro» al nuovo proprietario. «Per il futuro dell'Hellas», spiega Sboarina, «le strade erano due: o l'impegno del Conte per riportare in alto la squadra o la cessione a imprenditori che hanno voglia di investire, ed è questa seconda ipotesi che si è concretizzata. La speranza ora è che ci sia un piano di rilancio serio della società che merita di arrivare a categorie più alte e prestigiose. Se c'è un progetto serio, anche se non nell'immediato, i risultati arriveranno». Sboarina invita a non dimenticarsi di Arvedi, rimasto gravemente ferito in un gravissimo incidente stradale: «I risultati della sua gestione non sono stati buoni, abbiamo rischiato anche il baratro della C2, ma ci ha messo grande passione e gli auguriamo una piena guarigione».

Un appello a «fare di tutto per far andare in porto le trattative ed evitare l'irreparabile» era stato lanciato nella seduta di giovedì del Consiglio comunale dal leghista Lorenzo Fontana a nome di tutti i tifosi, «al di là delle barriere politiche». Il salvataggio del Verona dal fallimento, ha affermato Fontana, «oltrepassa il mero significato sportivo perché l'Hellas, con il suo scudetto, è un vanto per tutta la città». Ivan Zerbato, consigliere comunale del Partito democratico e da sempre grande tifoso dei colori gialloblu, si dice fiducioso. «Chiunque compri il Verona», commenta, «non può non avere una strategia di investimenti per riportare la squadra in alto, non ci sono altre strade, perché non avrebbe senso vivacchiare in serie C o scendere più in basso...». Z

erbato, tuttavia, non si lascia trascinare dall'entusiasmo: «Spero che non succeda quello che è successo con Arvedi, prima osannato e poi gettato nella polvere, e da consigliere comunale», continua, «spero che dietro questa operazione non ci siano mire speculative e cioè la costruzione di un nuovo stadio di cui ora non sentiamo la necessità perché il Bentegodi soddisfa al meglio le esigenze del Chievo e dell'Hellas. Prima si dia vita a una squadra competitiva, poi si vedrà...».
Fu tra i fondatori delle Brigate gialloblù il consigliere comunale dei Comunisti italiani, Graziano Perini, che apprende la notizia della cessione della società al ritorno da un viaggio a Cuba. «Bisogna essere fiduciosi e auguro buona fortuna a Martinelli, ma la qualità dell'operazione», commenta, «la si misurerà sulla concreta volontà di rilanciare la società e il calcio veronese che merita di tornare ai massimi livelli». Anche lui mette le mani avanti: «Spero che l'acquisto della squadra non sia il cavallo di Troia per speculazioni edilizie, con il pretesto del nuovo stadio».

- «Viento con mi a Cesena, doman?». Era la sera del 20 dicembre, la vigilia dell'ultima
«Viento con mi a Cesena, doman?». Era la sera del 20 dicembre, la vigilia dell'ultima partita del 2008 del Verona. Aveva bisogno di confidarsi, Piero Arvedi. Come accade nel momento delle decisioni. E quella che aveva preso da pochi minuti era forse la più sofferta: il Conte aveva da pochi minuti sottoscritto la lettera d'intenti con Giovanni Martinelli, il documento che sarebbe diventato quasi un preliminare. Voleva un compagno di viaggio, per dividere il suo tormento. Ma a Cesena ci è andato da solo e al ritorno si è sentito piombare addosso un'auto impazzita mentre era nella corsia di emergenza ad attendere i soccorsi perché la sua auto era rimasta senza benzina.

Stava per finire la sua avventura al comando della squadra cittadina, amata da Piero sin da quando, ventenne, andava al vecchio Bentegodi di piazza Cittadella a «spiare» le partite dei gialloblù dalla staccionata. Arvedi se ne era invaghito quasi l'Hellas fosse «una bella donna» (sono parole sue) e per lei aveva fatto follie. Il 12 settembre 2006 l'aveva acquistata dall'ex amico Giambattista Pastorello e pochi giorni dopo, alla prima partita casalinga del Verona, con il Lecce, era andato sotto la curva indossando la maglia gialloblù con il numero 1 sulle spalle, regalatagli dai butei, a raccogliere l'applauso e il tributo al liberatore, lui che finalmente aveva posto fine - dopo otto anni - all'era Pastorello.

Non sapeva, quel sabato pomeriggio, che quella squadra l'avrebbe fatto soffrire, piangere, arrabbiare. E che l'appoggio della curva, col tempo, sarebbe venuto a mancare fino a trasformarsi in contestazione davanti alla sua villa a Cavalcaselle. Il giorno più triste e amaro della sua carriera di proprietario e presidente sarebbe arrivato il 21 giugno del 2007, in un Bentegodi gremito come ai bei tempi, trasudante passione ma trepidante per un traguardo per il quale mai avrebbe pensato di dover lottare: la salvezza. E invece... e invece l'Hellas, dopo 73 anni, sarebbe ripiombato all'inferno, in serie C, cacciato dallo Spezia in uno di quei ricorsi storici che nel calcio fanno venire i brividi. Anche la prima volta, nel 1941, furono proprio i bianconeri liguri a spedire il Verona in C, dove la squadra rimase fino al 1943.

Ma a Piero la grinta, la voglia di lottare non sono mai mancate. Eccolo allora annuire quando Peppe Cannella, il suo direttore sportivo, annunciò: «Saremo la Juve della C». Dopo sette partite e due punti, invece, si era capito come sarebbe andata: via l'allenatore Franco Colomba, ecco Davide Pellegrini. Ma no, non andava bene neppure lui. E allora ecco la farsa della trattativa con l'imprenditore Battista Lancini, l'arrivo di Giovanni Galli, di Maurizio Sarri in panchina, la borsa con i soldi falsi. E il ripensamento: «Davide, g'ho bisogno de ti». Con Pellegrini la salvezza sarebbe arrivata, ma solo al quarto minuto di recupero dello spareggio di Busto Arsizio con la Pro Patria. Una retrocessione in C1, una quasi retrocessione in C2: il peggior bilancio di un presidente nella storia dell'Hellas, nonostante tanti sacrifici. Ma nessuno ha mai avuto una passione come la sua.

FONTE: LArena.it


- Il primo contatto di Martinelli e Ficcadenti con la squadra
Il nuovo proprietario dell'Hellas Verona questa mattina ha avuto il primo contatto con la squadra. "L'emozione è ancora forte per essere riuscito ad acquistare l'Hellas Verona - ha dichiarato - Ho parlato con Remondina, anche di mercato, e se sarà possibile fare qualche operazione entro le ore 19 di lunedì, cercheremo di rafforzare la squadra".
Davanti ad una nutrita rappresentenza di tifosi, questa mattina a Bussolengo il nuovo proprietario dell'Hellas Verona, Giovanni Martinelli, ha avuto il primo contatto con la squadra di Remondina. "Ho parlato con l'allenatore anche di mercato - ha dichiarato a Tggialloblu.it - Speriamo di riuscire a fare qualcosa, anche se non c'è tanto tempo. In quali reparti mi ha chiesto rinforzi Remondina? In difesa, centrocampo e attacco". Spetterà a Massimo Ficcadenti riuscire a rafforzare la squadra gialloblù, l'ex giocatore e allenatore dell'Hellas che i tifosi hanno riabbracciato volentieri. "L'emozione è ancora tanta per essere riuscito, dopo un'infinita trattativa, a diventare il Presidente dell'Hellas - il pensiero di Martinelli - Il mio obiettivo, come ho più volte dichiarato, è quello di portare il Verona più in alto possibile".

FONTE: TGGialloblu.it


- Sabato mattina a Bussolengo partitella in famiglia
Sfida undici contro undici per i gialloblù nell'ultima seduta settimanale
Presso gli impianti sportivi di Bussolengo la squadra gialloblù ha affrontato sabato l’ultimo giorno settimanale di lavoro. Presente a bordo campo anche il nuovo proprietario dell’Hellas Verona, Giovanni Martinelli. Dopo una serie di esercizi di riscaldamento, i gialloblù hanno disputato una partitella in famiglia undici contro undici. Corsa per Corrent, terapie per Puccio e Scapini.

- Corrent: "Un pò di chiarezza era necessaria"
"Il nuovo proprietario ci terrà a regalare all’Hellas i palcoscenici che gli spettano"
Sabato mattina la squadra gialloblù ha disputato l’ultima seduta settimanale, la prima dopo l’acquisizione del club da parte dell’imprenditore di Castelnuovo di Garda Giovanni Martinelli. Nello spogliatoio nascono nuovi stimoli, dopo un periodo interlocutorio, necessari per dare la carica giusta in vista del prosieguo del campionato. E’ di questo avviso Nicola Corrent, che ha rilasciato alcune battute sulle ultime vicende societarie. Hellasverona.it vi propone le dichiarazioni del capitano gialloblù.

Che sensazioni regala alla squadra la chiusura di questa trattativa?
"Sicuramente siamo tutti contenti, un pò di chiarezza era necessaria considerando come si erano messe le cose. Il nuovo proprietario ci teneva particolarmente ad una conclusione positiva, in modo da regalare all’Hellas i palcoscenici che gli spettano."
Il primo impatto che avete avuto?
"Servirà un pò di tempo per poter definire e capire dei programmi, di certo è arrivata una ventata di entusiasmo nell’ambiente. In mattinata Martinelli ha assistito alla seduta di allenamento, piano piano avremo modo di conoscerci più a fondo."
Un pensiero per il Conte Arvedi?
"Il primo pensiero è senza dubbio riservato a lui. In questo momento siamo tutti al suo fianco, speriamo esca presto da una situazione difficile come quella attuale. Siamo convinti che ce la farà, la speranza è di vederlo ancora tifare per i colori gialloblù."

Comunicato Ufficiale Hellas Verona Football Club
Postata il 30/01/2009 alle ore 18:35
VERONA: Hellas Verona Football Club rende nota l'acquisizione della società scaligera da parte di Giovanni Martinelli, imprenditore di Castelnuovo del Garda (VR).
Queste le prime parole di Martinelli, rilasciate ad hellasverona.it: 'Sono molto soddisfatto per aver portato a termine una trattativa lunga e a dir poco estenuante. L'importante è aver centrato un risultato a cui tenevo particolarmente. Meglio tardi che mai.'

FONTE: HellasVerona.it

- Irlanda, Loeb allunga Al termine della seconda giornata della prima prova iridata il campione del mondo in carica precede di oltre un minuto il compagno di squadra Sordo. A 2'30" la Ford di Hirvonen- Final Eight di Coppa Italia. Macerata-Cuneo ultimo atto La Lube fatica ma batte 3-1 Piacenza e si guadagna il pass per il match che assegna il titolo. Gli emiliani conquistano il primo set, poi i detentori del trofeo risorgono. Nella seconda partita la Bre Banca si impone al tie-break su Treviso. La finale domenica alle 18.30

[OFFTOPIC]
PREMIER LEAGUE: In attesa di LIVERPOOL-CHELSEA il MANCHESTER allunga battendo di misura l'EVERTON. LAMPARD 'Potevo dire sì all'INTER ma lasciare Londra sarebbe significato fuggire dal dolore per la perdita di mia madre e dunque una scelta sbagliata!' BUNDESLIGA: La 'matricola' HOFFENHEIM torna in testa alla classifica. Patente falsa e guai giudiziari per DIEGO che potrebbe lasciare il WERDER BREMA. SERIE B: Il BARI approfitta del passo falso del BRESCIA e allunga in classifica. MONDIALE RALLY: LOEB davanti anche nella seconda manche irlandese. VOLLEY: La finale di Coppa Italia sarà fra MACERATA e CUNEO. CICLOCROSS: Il mondiale è dominato dagli olandesi padroni di casa, buon quarto posto per COMINELLI. GIANMARCO ZIGONI, il figlio della 'leggenda scaligera', già nelle mire del PALERMO! VITA DA EX: Giuseppe COLUCCI passa dal CATANIA al CHIEVO
PREMIER LEAGUE: In attesa di LIVERPOOL-CHELSEA il MANCHESTER allunga battendo di misura l'EVERTON. LAMPARD 'Potevo dire sì all'INTER ma lasciare Londra sarebbe significato fuggire dal dolore per la perdita di mia madre e dunque una scelta sbagliata!' BUNDESLIGA: La 'matricola' HOFFENHEIM torna in testa alla classifica. Patente falsa e guai giudiziari per DIEGO che potrebbe lasciare il WERDER BREMA. SERIE B: Il BARI approfitta del passo falso del BRESCIA e allunga in classifica. MONDIALE RALLY: LOEB davanti anche nella seconda manche irlandese. VOLLEY: La finale di Coppa Italia sarà fra MACERATA e CUNEO. CICLOCROSS: Il mondiale è dominato dagli olandesi padroni di casa, buon quarto posto per COMINELLI.
- Manchester Utd senza freni. Zola indenne a casa Arsenal
Nella 24ª giornata di Premier League, i Red Devils allungano in vetta battendo 1-0 l'Everton. Il West Ham pareggia 0-0 all'Emirates Stadium. Pari anche per l'Aston Villa, oggi Liverpool-Chelsea. Bundesliga: l'Hoffenheim batte 2-0 l'Energie Cottbus e torna in testa davanti a Hertha e Amburgo

- Diego, la patente falsa lo allontana dal Werder
La licenza di guida portoghese del brasiliano, che era già stata sospesa ad ottobre, è stata ottenuta pagando 2900 euro e sarebbe falsa. Ora il fantasista rischia procedimenti penali e anche per questo vorrebbe lasciare la Germania

- Bari, rimonta e allungo. Cade il Brescia a Treviso
Nel 23° turno di B i pugliesi vanno sotto col Frosinone poi vincono 2-1 e allontanano le Rondinelle. Risalgono Grosseto e Parma, che battono rispettivamente Piacenza e AlbinoLeffe. Frena il Sassuolo, 0-0 a Pisa. Successi anche per Empoli, Triestina, Cittadella e Ascoli

- Lampard e il no all'Inter "L'ho fatto per mia madre"
Il giocatore del Chelsea torna a parlare del mercato della scorsa estate: "Se avessi lasciato Londra sarebbe stato per l'incapacità di accettare la sua morte, non per mia convinzione. E sarebbe stata solo una fuga, una decisione sbagliata"

- Cominelli chiude quarto. Domina l'Olanda giovane
A Hoogerheide è doppietta per i padroni di casa nella prova juniores con Eising e Van Kessel. Tra gli Under 23 trionfa il tedesco Walsleben: il nostro miglior azzurro chiude a un passo dal podio

FONTE: Gazzetta.it


GIANMARCO ZIGONI, il figlio della 'leggenda scaligera', già nelle mire del PALERMO!
- Zigoni jr. al Palermo: manca solo il sì di papà Gianfranco
Il giovane attaccante e il Treviso hanno già detto sì
Giammarco Zigoni, figlio del celebre attaccante ex di Juve, Roma e Verona, sta per trasferirsi dal Treviso al Palermo. Assalto del ds Sabatini e del presidente Zamparini che ha convinto i procuratori Manfredonia e Savino, ma ora c'è da convincere proprio il papà e la mamma del giovane e promettente attaccante centrale, autore nell'ultimo turno di un gol pesante.

FONTE: TuttoSport.com


VITA DA EX: Giuseppe COLUCCI passa dal CATANIA al CHIEVO
- UFFICIALE: Colucci è del Chievo
Giuseppe Colucci (28) è un giocatore del Chievo. Il centrocampista pugliese, a Catania dal 2006, si è legato al club gialloblù fino al termine del campionato in svolgimento. Per Colucci si tratta di un ritorno a Verona, visto che ha vestito la maglia dell'Hellas dal 2000 al 2002.

FONTE: TuttoMercatoWeb.com