HELLAS news... + - =
ANCORA GUAI DOPO L'ALLONTANAMENTO DAL CERRO PORTEÑO PER ITURBE che prima aveva già avuto problemi (fu bloccato al QUILMES in Argentina dalle leggi FIFA e fu costretto a tornare sui suoi passi) con i paraguayani... Ora si sarebbe fatto vivo un suo ex agente, tale Marcelo Betnaza, che avrebbe fatto pignorare alla famiglia dell'attaccante sudamericano beni per un totale di 150mila dollari!
MERCATO: Per un LONGO che 'scalpita' dietro a TONI e CACIA e potrebbe andarsene a Gennaio, c'è un ZULECHNER, punta centrale 23enne viennese, che si stà mettendo in luce nel GRODIG (Serie A austriaca) tanto da essere convocato nella Nazionale del suo paese... Pare che SOGLIANO, sempre a caccia di giovani talenti, si stia informando ma in agguato ci sarebbero anche BOLOGNA in Italia ed il FRIBURGO in GERMANIA...
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DICONO + - =
'Sandokan' MALESANI allenatore di CHIEVO e HELLAS «Una partita da brividi sento che c'è grande tensione. Orgoglioso di essere veronese, di poter assistere a uno spettacolo che tutto il mondo ci invidia. Ricordo il primo derby con il Chievo all'inizio abbiamo pagato la scarsa esperienza, il Verona di Mutti aveva giocatori più esperti. Siamo andati sotto su rigore ma abbiamo reagito e pareggiato con Gori, dopo un'azione bellissima. Ho un ricordo splendido di quella squadra. Ora parlano di 4-2-4, lo facevamo anche noi, con due centrocampisti davanti alla difesa, Rinino e Curti larghi sulle fasce, Cossato e Gori in mezzo. Un calcio modernissimo, sarebbe ancora attuale. Si poteva fare perchè c'era grande umiltà, grande volglia di mettersi in gioco, con una società che ti dava la possibilità di lavorare e crescere... Poi l'Hellas. E quell'esultanza sotto la Sud ma tutto è stato strumentalizzato adesso vedo Conte che esulta anche quando fa gol con il Sassuolo, come fosse il Real Madrid. A me piace, perchè bisogna contenere la gioia? Avevo fatto una scommessa con Delneri, avevo detto che se avesse vinto l'Hellas sarei corso sotto la Curva della mia gente. Forse ho anticipato i tempi ma non volevo prendere in giro nessuno, tantomeno i tifosi o i dirigenti del Chievo» LArena.it
Lo stopper tricolore Silvano FONTOLAN «Il Verona è la vera sorpresa del campionato. Mi aspetto una gara incerta aperta ad ogni risultato. L'Hellas ha perso nell'ultima giornata perciò cercherà di riprendere il proprio cammino. Quella di Mandorlini è una formazione dal rinnovato entusiasmo. L'esonero di Sannino? Sinceramente avrei aspettato, ma i risultati non davano ragione al tecnico e quindi la dirigenza era chiamata a prendere una decisione vista la difficile posizione in classifica» TuttoMercatoWeb.com
Corrado COLOMBO ex centravanti dell'HELLAS (23 presenze 3 gol nel 2009-2010) «Sorpreso dall'exploit del Verona? Non tanto, perché vedendo come si è comportata la squadra negli ultimi anni e come la fa giocare Mandorlini ero sicuro che poteva fare un grande campionato. Non così magari perché sta andando oltre ogni aspettativa, ma che potesse fare un buon campionato lo pensavo. Toni? E' il classico campione che a qualsiasi età fa gol. Il classico calciatore che segna a qualunque età e in ogni categoria» TuttoMercatoWeb.com
Renzo Contratto agente di LONGO «Samuele ha scelto Verona con una logica ben precisa, quella di giocare con continuità. Ma a Verona purtroppo non si sta verificando, ha davanti Toni che sta sorprendendo tutti. Ovvio che è una situazione che terremo presente durante il mercato di gennaio. Ora il giocatore è concentrato a trovare spazio lì, poi faremo le dovute valutazioni» FCInterNews.it
Primavera: Hellas Verona-Pescara 0-0 (8a giornata) |
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Derby di Verona: i tifosi dell’Hellas scettici
Postato il 18 novembre 2013 da Mattia Preziuso
Derby di Verona nel prossimo turno che però spacca la città: i tifosi dell’Hellas non vogliono parlare affatto di derby.
Il prossimo turno della serie A vedrà di fronte il Chievo Verona e l’Hellas di Mandorlini che sogna l’Europa dopo essere tornato in massima serie: i tifosi della formazione scaligera che arriva dalla serie cadetta però, stanno dicendo la loro sui siti web e forum di calcio.
Il motivo del dissenso di tanti sostenitori è la storia calcistica della città di Verona, collegata all’Hellas che ha anche regalato il tricolore diversi anni fa: in molti non vogliono neanche sentir parlare di derby, ma si tratta solo di una gara normale. Alle fine come finirà la sfida?
FONTE: UrbanPost.it
THEREAU-PALOSCHI IN AVANTI NEL DERBY
A Veronello sono ripresi gli allenamenti in vista del derby con l’Hellas Verona di sabato pomeriggio, nuovo esordio in panchina nel Chievo per Eugenio Corini. Una sfida che oggi sarà presentata in conferenza stampa da Dainelli e Théréau. In procinto di tornare a essere capisaldi nella squadra del ‘Genio’ dopo aver vissuto dei problemi nella gestione di Giuseppe Sannino: il difensore per motivi fisici, mentre l’attaccante francese non era considerato un titolare inamovibile.
La coppia d’attacco al ‘Bentegodi’ con Paloschi e Théréau sarà obbligata, vista anche la squalifica di Pellissier.
FONTE: StudioConsulenzaRomano.net
CALCIOMERCATO, INTER, NEWS
di Alessio Pediglieri17 novembre 201320:41
Calciomercato Verona, Longo verso l’addio. Rientro all’Inter?
Il giovane attaccante di scuola nerazzurra non ha trovato spazio nella squadra di Mandorlini. Mazzarri è alla ricerca di un partner per Palacio: a gennaio Longo potrebbe rientrare alla base.
Colpa di Luca Toni. Tutta colpa di Luca Toni. Perchè se Samuele Longo oggi a Verona nelle file dell’Hellas dopo 13 giornate è ancora fermo a zero presenze in serie A è perchè il ‘vecchio’ bomber è riuscito a ritagliarsi un posto da titolare in squadra e spazio quasi incondizionato nella fiducia di mister Mandorlini che lo ha sempre preferito al giovane attaccante scuola Inter, arrivato in prestito per maturare e crescere. Anche perchè se Longo voleva far panchina, proprio la squadra di Mazzzarri con i vari Icardi, Belfodil, Milito e Palacio, sarebbe andata benissimo. verona, infatti, era stata meta deputata alla definitiva esplosione dopo anni di gavetta tra Italia e Spagna per capire definitivamente se poteva meritarsi o no una maglia nerazzurra.
Adesso, però, anche l’avventura scaligera sembra arrivata prematuramente al termine. Samuele Longo così a gennaio, lascerà Verona in cerca di altre distinazioni. A confermare l’intenzione è lo stesso procuratore del giocatore, Renzo Contratto: “Samuele ha scelto Verona con una logica ben precisa, quella di giocare con continuità. Ma a Verona purtroppo non si sta verificando, ha davanti Toni che sta sorprendendo tutti. Ovvio che è una situazione che terremo presente durante il mercato di gennaio. Ora il giocatore è concentrato a trovare spazio lì, poi faremo le dovute valutazioni”. E le valutazioni potrebbero essere anche quelle di un rientro alla base prima del previsto. Mazzarri cerca un attaccante di livello che possa giocare a fianco di Palacio. Con Milito ai box, Icardi infortunato e Belfodil fuori fase, Longo potrebbe essere una soluzione perfetta: giovane e low-cost. Come piace a Thohir che ha già detto di voler pensare ad altro prima di dedicarsi all’eventuale questione tecnica.
FONTE: Calcio.FanPage.it
21:00 | 17/11
Verona, in casa solo la Juve come te! I fattori di una partenza col botto
E' la squadra di Mandorlini oggi la vera novità della Serie A
SERIE A HELLAS VERONA – Ventidue punti, sette vittorie sulle dodici gare disputate con l’impressionante dato del bottino pieno ottenuto tra le mura amiche del Bentegodi: sesto posto in classifica alle spalle delle cinque forze inarrivabili di questo campionato e, per intenderci, davanti a realtà decisamente più accreditate quali Milan, Lazio e Udinese. E’ il Verona di Mandorlini la vera novità della Serie A.
IL RENDIMENTO INTERNO – Spettacolare, strepitoso. Difficilmente commentabile un andamento così totale come quello palesato dall’Hellas nelle sfide interne: sei vittorie ottenute in ogni salsa, sia in assoluta conduzione della gara che in rimonta dimostrando anche un certo carattere difficilmente preventivabile considerando che siamo di fronte ad una neopromossa. E’ vero, al Bentegodi è passato soltanto il Milan nel gruppo delle grandi squadre della Serie A, ma non era scritto da nessuna parte che il Verona dovesse avere la meglio su avversarie quali Cagliari, Sampdoria e Parma. E’ così che la banda Mandorlini ha edificato il suo attuale sesto posto: impresa ardua restare a determinati livelli, ma se il Verona saprà rendere maggiormente redditizia la sua proposta di gioco anche lontano dalla sua casa gli obiettivi di grandezza non sono giocoforza preclusi.
I FATTORI DI UN AVVIO RECORD – Innanzitutto la continuità: premiata la scelta di proseguire con Mandorlini, premiata la scelta da parte di quest’ultimo di mantenere l’impianto tattico base che un anno fa era valso al Verona una meritata promozione nella massima serie. La difesa ha ballato, soprattutto nelle gare esterne, ed è questo un elemento su cui lavorare al netto di evidenti difetti strutturali: tutt’altra musica dal centrocampo in su. Il diktat è stato quello di premiare la proposizione attiva di gioco: il 4-3-3 di Mandorlini prevede una mediana che, con Jorginho da regista affiancato ai lati da Romulo ed Hallfredsson, è assolutamente più propensa alla fase offensiva che a quella di interdizione del gioco avversario. Pena una tenuta difensiva che, già sofferente di per sé a causa dei difetti d’organico anticipati, fa tanta fatica. Nel corso del primo spezzone di torneo Mandorlini ha provato a garantire più copertura alla squadra privandosi di una pedina quale Hallfredsson in luogo del più difensivo Donati: il risultato ha lasciato in eredità una squadra non in grado di muoversi secondo le dinamiche che le sono congeniali ed il tecnico gialloblu è tornato sui suoi passi originari.
IL RESTO LO FA UN ATTACCO DINAMICO E PROLIFICO – Ai lati offensivi del 4-3-3 veronese si alternano i vari Martinho, Iturbe, Gomez e Jankovic: tolte le realtà d’elite del nostro panorama calcistico è arduo trovare squadre che possano vantare in tale fetta di campo tanta qualità e risorse alternative. Iturbe – potenzialmente un crac nell’immediato futuro – e i confermatissimi Martinho e Gomez (fattori basilari della promozione dalla serie cadetta) sono a quota due gol ma ad impressionare è la dote di assist che questi attaccanti esterni portano con loro: ne ha giovato e si è esaltato l’evergreen Luca Toni, le cui capacità realizzative non possono rappresentare una novità ma elemento del tutto nuovo è l’attitudine a giocare per la squadra e fornire assist ai suoi compagni di squadra, segno indelebile dell’efficacia della proposta calcistica di casa Verona. Un Jorginho letale dal dischetto ed oramai con gli occhi delle grandi fissati addosso ha in tal senso fatto il resto. Gli obiettivi di questo Verona? Difficile dirlo, più facile ipotizzare il rientro di realtà decisamente più calibrate quali Milan, Udinese e Lazio. Considerando i primi cinque posti inattaccabili, può sicuramente però disputare un grande campionato e porre le basi per un seguente e strutturato rafforzamento.
by Massimiliano Bruno
20:15 | 17/11
Hellas Verona, agente Longo: «Potrebbe andare via a gennaio»
HELLAS VERONA LONGO - Primi musi lunghi nella favola Hellas Verona. La squadra allenata da Mandorlini è al 6° posto della Serie A ed è la rivelazione di queste prime 12 giornate di campionato ma scavando all'interno del collettivo veronese iniziano ad esserci i primi musi lunghi. In settimana è toccato a Donadel reclamare, senza polemica, un po' di spazio, oggi è il turno di Samuele Longo che, attraverso il suo procuratore, lamenta lo scarso impiego fino a questo momento.
CON SUPER TONI... - Queste le dichiarazioni di Renzo Contratto ai microfoni di FcInterNews.it: «Samuele ha scelto Verona con una logica ben precisa, quella di giocare con continuità. Ma a Verona purtroppo non si sta verificando, ha davanti Toni che sta sorprendendo tutti. Ovvio che è una situazione che terremo presente durante il mercato di gennaio. Ora il giocatore è concentrato a trovare spazio lì, poi faremo le dovute valutazioni».
by Antonio Parrotto
FONTE: CalcioNews24.com
PRIMO PIANO
Fontolan: "Verona che sorpresa! Derby? Mi aspetto una gara incerta"
18.11.2013 15:40 di Elisabetta Zampieri Twitter: @bettazampieri
Silvano Fontolan, uno dei volti dello scudetto gialloblù, ha parlato ai microfoni di Tuttomercatoweb in vista del derby in programma sabato prossimo. "Il Verona è la vera sorpresa del campionato - ha dichiarato l'ex gialloblù - Mi aspetto una gara incerta aperta ad ogni risultato. L'Hellas ha perso nell'ultima giornata perciò cercherà di riprendere il proprio cammino. Quella di Mandorlini è una formazione dal rinnovato entusiasmo. L'esonero di Sannino? Sinceramente avrei aspettato, ma i risultati non davano ragione al tecnico e quindi la dirigenza era chiamata a prendere una decisione vista la difficile posizione in classifica".
FONTE: TuttoHellasVerona.it
Verona: Mandorlini ragiona sulla formazione anti-derby
Non sono ancora rientrati i nazionali Bianchetti e Hallfredsson, impegnati con le rispettive nazionali
VERONA - Mandorlini attende il rientro di Bianchetti e Halfredsson. L'islandese dovrebbe essere diposto nel centrocampo titolare del Verona che sabato pomeriggio (calcio d'inizio ore 18) affronterà allo stadio Bentegodi il Chievo, assieme a Romulo e Donati. Sull'attacco invece Mandorlini ci sta ragionando intensamente. Potrebb essere questo: Iturbe, Toni, Jankovic. Anche se Martinho scalpita. Gli scaligeri oggi si sono allenati a Peschiera, svolgendo prima degli esercizi di riscaldamento, con torelli. In seguito delle esercitazioni tattiche e partita.
Chievo: giornata di riposo ma Corini pensa al Verona
La squadra del neo allenatore dei clivensi: Thereau prenderà con tutta probabilità la maglia da titolare al posto di Pellissier (squalificato)
VERONA - Gli allenamenti del Chievo Verona riprenderanno domani al centro sportivo di Veronello. Contro il Verona sabato pomeriggio al Bentegodi (tredicesima giornata di campionato; calcio d'inizio ore 18) sarà assente Sergio Pellissier perchè dovrà scontare un turno forzato di riposo per squalifica. Il tecnico Corini ha preso il posto dell'esonerato Sannino, inizia a pensare quale formazione impiegare contro gli scaligeri. Sarà la sua prima partita dell'anno sulla panchina del Chievo dopo averlo salvato lo scorso anno.
FONTE: TuttoSport.com
PRIMO PIANO
Iturbe, scoppola da 150mila dollari
16.11.2013 23:35 di Michele Zomer Twitter: @Mikzomer
Spinosa e costosa faccenda in casa Iturbe. Secondo il quotidiano portoghese A Bola, il giocatore argentino e la sua famiglia si sarebbero visti pignorare beni per saldare un debito di valore pari a 150 mila dollari. Questa - riporta il quotidiano - la cifra per la quale l'agente Marcelo Betnaza, avrebbe fatto causa al suo ex assistito per un inadempimento contrattuale legato alla sua cessione dal Cerro Porteno al Porto. Una tegola alla quale la famiglia Iturbe avrebbe immediatamente risposto presentando ricorso nelle opportune sedi.
PRIMO PIANO
Peschiera, domani la ripresa
17.11.2013 17:57 di Michele Zomer Twitter: @Mikzomer
Dopo due gironi di riposo i gialloblù saranno di nuovo al lavoro domani presso il centro sportivo di Peschiera.
La compagine allenata da mister Mandorlini continuerà la preparazione in vista del derby senza Hallfredsson e Bianchetti, ancora impegnati con le rispettive nazionali.
PRIMO PIANO
Hellas, nel mirino il panzer della Bundesliga austriaca
16.11.2013 11:30 di Michele Zomer Twitter: @Mikzomer
Sogliano e i suoi collaboratori guardano lontano. Nel mercato estivo il diesse gialloblù ha piazzato colpi importanti per costruire una solida base da puntellare e migliorare nel tempo. Una squadra assemblata con astuzia capace di ottenere sinora grandi risultati, ma che il diesse gialloblù vuole ulteriormente migliorare, attraverso operazioni mirate, e perchè no, magari low cost. Ad oggi infatti l'Hellas di Setti e Sogliano è attivo su più fronti alla ricerca di giovani pezzi da novanta da valorizzare in riva all'Adige. Giovani di talento inesplosi e calciatori in fase di crescita. Fra gli ultimi figura infatti un attaccante austriaco, autore fin qui di una straripante parte di stagione.
Stiamo parlando di Philipp Zulechner, punta centrale classe 1990, convocato di recente con la nazionale maggiore del suo Paese. Nella prima parte di Fußball-Bundesliga (Serie A austriaca), con la matricola Grodig, il bomber di Vienna ha totalizzato 11 reti e 3 assist in 15 gare. Un bottino straordinario, reso ancor più importante se si tiene conto che nelle 15 apparizioni è partito ben cinque volte dalla panchina. Numeri di rilievo e prestazioni esaltanti che hanno attirato le attenzioni di Marcel Koller, ct dell'Austria, che non ha esitato a portare con sè il giovane panzer viennese. Queste performance, visionate di recente de alcuni scuot del Verona, ma anche da altri club (Bologna e Friburgo, ndr), avrebbero inserito di diritto il terminale offensivo del Grodig nella lista dei papabili rinforzi per il futuro. L'interesse del club di Via Belgio potrebbe però avere uno scopo ben preciso, visto e considerato che Zulechner andrà in scadenza col Grodig il prossimo giugno. Insomma una ghiotta opportunità che gli abili operatori di mercato del Verona avrebbero ben pensato di valutare attentamente allo scopo di rinforzare il reparto offensivo.
Il talento viennese, intervistato di recente dai maggiori media austriaci per la fresca convocazione, non ha affatto smentito l'interesse di club importanti, ribadendo solamente il suo impegno nel presente, col Grodig e con la Nazionale, per il resto si vedrà a fine stagione.
HELLAS VERONA NEWS
Grillo loda Sogliano: "Complimenti per l'ottimo lavoro col Verona"
17.11.2013 10:21 di Michele Zomer Twitter: @Mikzomer
Simone Grillo, fratello ed agente di Fabrizio, ex difensore del Varese oggi al Siena, interpellato da TuttoMercatoWeb.com ha fatto il punto in positivo e negativo su questa Serie A. All'interno della breve analisi spazio anche per il Verona dell'amico Sean Sogliano: "La Roma sta facendo bene, ma è il Verona la vera sorpresa di questo campionato. Faccio i complimenti a Sogliano, con cui ho avuto modo di lavorare a Varese ai tempi di Sannino. In negativo penso al Milan, che raccoglie i frutti di una non programmazione. L'acquisto di Kaka non poteva certo risolvere tutti i problemi. Io non credo che le colpe siano di Allegri, ma di una rosa che non è all'altezza di una squadra blasonata come il Milan".
FONTE: TuttoHellasVerona.it
ALTRE NOTIZIE
ESCLUSIVA TMW - C. Colombo: "Il Verona non mi sorprende"
19.11.2013 00.13 di Tommaso Maschio
Intervistato dal nostro inviato a Lidò le Panteraie di Montecatini, dove è da poco terminata serata di gala del Trofeo Maestrelli, l'attaccante del Tuttocuoio Corrado Colombo ha parlato del passato e del momento di alcune squadre in cui ha militato: "Ci sono tante maglie a cui sono legato. Sicuramente l'Atalanta perché è il club in cui sono cresciuto, con cui ho vinto un campionato primavera e giocato sia in Serie B sia in Serie A. Al Livorno mi sono trovato benissimo, così come a Spezia. A Bari ho passato un anno fantastico".
A proposito dell'Atalanta. Anche quest'anno sta disputando il solito anno senza grandi problemi. Una squadra solida che non rischia mai di finire nella zona pericolosa
"E' la solita Atalanta che gioca un campionato tranquillo con la speranza che tirino fuori qualche talento come successo negli anni scorsi".
Bonacina parlava di Baselli. Secondo te è un giocatore destinato a una carriera luminosa?
"Me lo auguro per lui, anche se sinceramente non l'ho mai visto giocare. Ma se Bonacina, che è stato anche mio compagno di squadra, ne parla bene vuol dire che è un talento".
A livello di attaccanti chi ti sta piacendo?
"Bonaventura può avere un grande futuro, ha grandissime qualità e potenzialità".
Parlando della Sampdoria. Mihajlovic ti sembra l'uomo giusto ricaricare e rilanciare la squadra?
"Potrebbe essere il primo tassello per far riprendere la Sampdoria. Penso che alla riapertura del mercato di gennaio dovrà fare qualcosa per rinforzare la squadra perché altrimenti vedo dura la salvezza per la Sampdoria".
In particolare in attacco?
"In attacco nonostante Pozzi e un giovane di prospettiva come Gabbiadini serve un giocatore d'esperienza che garantisca un buon numero di gol".
Quanto sei sorpreso dall'exploit del Verona?
"Non tanto, perché vedendo come si è comportata la squadra negli ultimi anni e come la fa giocare Mandorlini ero sicuro che poteva fare un grande campionato. Non così magari perché sta andando oltre ogni aspettativa, ma che potesse fare un buon campionato lo pensavo".
Toni un po' ti ha meravigliato?
"E' il classico campione che a qualsiasi età fa gol. Il classico calciatore che segna a qualunque età e in ogni categoria".
Anche tu stai continuando a segnare in ogni categoria...
"Io ho iniziato ora a fare gol perché prima ne facevo pochi. Sono andato in Serie D, ho segnato molto, mi sono divertito e ho vinto il campionato e ora ci troviamo in C2 e siamo terzi. Io rientrerò a gennaio e spero di continuare a divertirmi e di trascinare la squadra, sennò mi cacciano".
SERIE A
Chievo, Corini può stravolgere la formazione ma davanti solo certezze
19.11.2013 10.58 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio
Il Corriere di Verona fa il punto sul derby di Verona che si terrà nel week-end tra Hellas Verona e Chievo Verona. Una nuova prima volta per Eugenio Corini, tecnico che potrebbe giocare col 5-3-2 o riservare eventuali sorprese tattiche. Le certezze sono in attacco, dove giocheranno Alberto Paloschi e Cyril Thereau, ma potrebbe anche puntare sul 4-4-2 o sul 4-3-3 per la prima clivense per cavalcare l'abbondanza di esterni in rosa.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
19.11.2013
Poker per la storia e Chievo senza voce
Battistini: «Eravamo di un altro livello. Ma con Cagni non c'era feeling» Franchi: «Pronti, via e subito sotto. Eppure il 4-0 resta troppo pesante»
Non ci fu storia. Corini era dall'altra parte della barricata, il Chievo non c'era. Annata strana quella. Dal Verona tutti si aspettavano meraviglie o magari solo che quella squadra colma di talento facesse fino in fondo il proprio dovere.
Il sesto posto finale fu un mezzo fallimento, così come beffardo fu vedere salire in Serie A squadre di valore ma non più forti del Verona fra la Salernitana di Delio Rossi, il Perugia di Ilario Castagner, il Cagliari di Gianpiero Ventura ed il Venezia di Walter Novellino. Specialisti delle promozioni, quel che invece non si rivelò quell'anno Gigi Cagni.
A un certo punto la guida dell'Hellas la prese Sergio Maddé, uno a cui daresti fiducia anche ad occhi chiusi come dimostrò anche il cammino fino alla salvezza nel 2004 con la doppietta di Adailton nell'ultima a Como. C'era un favorito netto l'11 ottobre del '97. E il pronostico venne rispettato.
LA PARTITA. Quel giorno l'Hellas veniva dal sonante 4-0 rifilato al Torino di Edy Reja, il Chievo aveva perso 2-0 la domenica prima a Ravenna del superbomber Cosimo Francioso (poi passato al Monza), secondo nella classifica cannonieri alle spalle del salernitano Marco Di Vaio.
Il trend proseguì inesorabile pure sette giorni dopo. Colucci buttò in porta senza volerlo il primo pallone del match, complice anche un errore grossolano di Gianello, segnando uno dei gol più veloci della storia del Verona.
Aglietti mise il secondo, Corini di giustezza il terzo, il poker lo completò Giandebiaggi.
TROPPO FORTI. Un guizzo d'autore, in una stagione deludente. «Fu un'annata difficile, nonostante una partenza ed un finale importanti. Ad un certo punto però ci siamo arenati», riconosce Graziano Battistini, punto fermo in quel periodo di un gruppo che da lì a qualche mese avrebbe spiccato il volo verso la Serie A.
Battistini è chiaro fino in fondo: «Non nacque il necessario feeling con Cagni», rammenta. «La squadra soffriva il suo modo di gestire le cose. Non voglio dire che fosse solo colpa sua, ma l'anno dopo con Prandelli si instaurò ben altra intesa. Quel giorno, nel derby, venne semplicemente fuori la differenza di caratura. Eravamo più forti e basta».
Il Chievo raccolse i cocci e ripartì, anche se nelle successive tre partite prese solo due punti pareggiando con Casteldisangro e Monza, perdendo a Padova prima di vincere 2-1 in casa della Lucchese.
«Il gol di Colucci dopo pochi secondi fu una mazzata dura da assorbire», premette il veronese Enrico Franchi, difensore di quel Chievo che in Serie B stava dimostrando di poterci stare bene. «Ci comportammo benino, più di così non si poteva pretendere. Alla fine rendemmo di più di tante altre. All'andata partimmo da 0-1 senza nemmeno accorgercene, nel secondo tempo però ce la siamo giocata alla pari», puntualizza ancora Franchi. «Alla fine credo che il risultato sia stato troppo pesante».
REALTÀ INDECIFRABILE. Il derby di sabato è un altro paio di maniche. Battistini ha avuto modo di conoscere Genio Corini, compagni proprio in quel di Verona: «È sempre stato un allenatore nella testa, sempre un ragazzo equilibrato e con le sue idee sul calcio», spiega. «Un ottimo giocatore, peccato solo per quell'infortunio che pareva potesse comprometterne la carriera. Invece Eugenio è tornato ancora a livelli molto alti. La partita? Particolare. Il Chievo è in grande difficoltà ma è una squadra consolidata in Serie A, con una rosa ed una struttura collaudate per la categoria. Il Verona, da neopromossa, nel precampionato aveva un sacco di incertezze che poi si sono trasformate in sorprese e conferme positive. E tutto questo ha creato un entusiasmo pazzesco. Bisogna stare attenti a dire che il Verona è favorito, di solito è sempre un problema nei derby partire col pronostico dalla tua parte. E considerate che il Chievo non è certo una squadra che molla».
LO SPIRAGLIO. Anche Franchi apre uno spiraglio a Corini. Di scritto non c'è proprio nulla: «La classifica parla chiaro», dice lui, «I punti sono quelli ma fra Verona e Chievo non c'è il divario che esisteva l'anno dello 0-4, ad esempio. Adesso il Verona sta giocando bene ma dalla sua ha avuto anche un pizzico di fortuna, il Chievo si sta esprimendo finora sotto i suoi standard ma viene da stagioni importanti di Serie A. Un bagaglio che non può certo essere trascurato».
Alessandro De Pietro
19.11.2013
«Mandorlini è un Barolo, Corini un Valpolicella Doc»
Ha giocato e vinto il derby seduto sulle due panchine «L'Hellas ha un grande allenatore, può arrivare in alto. Un tecnico giovane riporterà entusiasmo al Chievo»
Lui produce vino là, nella conca di Trezzolano, dove le nuvole sembrano abbassarsi per accarezzare il vigneto. Ti lasci alle spalle il caos della città, arrivi a Montorio, passi Mizzole, ti arrampichi verso Castello, alla chiesetta svolti a sinistra. Sullo sfondo, nella foschia della pioggia novembrina, ecco «La Giuva». Un'oasi di pace a pochi chilometri da Verona, il rifugio di Alberto Malesani. «Insieme al calcio e alla bici, il vino è una delle mie grandi passioni - racconta l'allenatore - sono sempre stato legato a Verona, alla mia terra. Sono nato a Montorio, a due passi da qui. Ho acquistato questo terreno nel 2003».
Lassù è nata l'idea di mettere su una cantina. «Si chiama Giuva, l'acronimo dei nomi delle mie figlie, Giulia e Valentina - spiega - entrambe coinvolte nel progetto. Con noi c'è Lorenzo Caramazza, il nostro enologo». Per vedere un sogno diventare realtà. «Tutto è nato per passione - spiega - il calcio mi ha dato la possibilità di conoscere meglio i vini e le cantine del mondo. La prima volta che ho pensato a una cantina tutta mia? Ero a Bordeaux, durante una passeggiata notturna, a poche ore da una partita di Coppa. Sono entrato in un locale, ho assaggiato un calice di quel rosso e ho iniziato a fantasticare».
Coinvolgente e determinato, in mezzo ai suoi vigneti come in panchina. Acquisita la tenuta in Val Squaranto, ha aspettato cinque, sei anni, perchè ci vuole equilibrio tra il terreno e il vitigno. L'Amarone è il traguardo - «a poco, a poco, ci stiamo arrivando...», ammette - intanto La Giuva ha imbottigliato le prime bottiglie di un Valpolicella fresco, di Recioto, di un Valpolicella Superiore. «L'abbiamo chiamato "Il rientro" - sorride Malesani - è una parola che ho usato tanto nella mia vita professionale. Anche perchè se non hai giocatori che rientrano non fai molta strada. La prima volta che abbiamo assaggiato questo vino ho detto: "senti come rientra in bocca...".
Il mio enologo ha preso la palla al balzo. "Lo chiameremo Rientro", ha detto. E così abbiamo registrato il nome». Sabato torna il derby in A, in panchina due enologi, pardon due allenatori, che vivranno la sfida con obiettivi diversi. «A quali vini si possono paragonare? Mandorlini è stato sottovalutato e sottostimato per quello che ha fatto finora - spiega - ha vinto tanto, non solo a Verona. Potrebbe essere un Barolo. Deciso, determinato, un vino di grande carattere. Corini ha iniziato da poco, come tutti i giovani ha tanta voglia di fare, ha riportato entusiasmo al Chievo. Un vino della nostra terra, un Valpolicella Doc».
Un derby che la gente aspetta da undici anni. «Una partita da brividi - continua - sento che c'è grande tensione. Orgoglioso di essere veronese, di poter assistere a uno spettacolo che tutto il mondo ci invidia». Malesani è tra i pochi mister italiani che ha giocato un derby guidando le due squadre. «Ricordo il primo con il Chievo - racconta - all'inizio abbiamo pagato la scarsa esperienza, il Verona di Mutti aveva giocatori più esperti. Siamo andati sotto su rigore ma abbiamo reagito e pareggiato con Gori, dopo un'azione bellissima. Ho un ricordo splendido di quella squadra. Ora parlano di 4-2-4, lo facevamo anche noi, con due centrocampisti davanti alla difesa, Rinino e Curti larghi sulle fasce, Cossato e Gori in mezzo. Un calcio modernissimo, sarebbe ancora attuale. Si poteva fare perchè c'era grande umiltà, grande volglia di mettersi in gioco, con una società che ti dava la possibilità di lavorare e crescere».
Poi l'Hellas. E quell'esultanza sotto la Sud che ha fatto il giro del mondo. «Tutto è stato strumentalizzato - ammette - adesso vedo Conte che esulta anche quando fa gol con il Sassuolo, come fosse il Real Madrid. A me piace, perchè bisogna contenere la gioia? Avevo fatto una scommessa con Delneri, avevo detto che se avesse vinto l'Hellas sarei corso sotto la Curva della mia gente. Forse ho anticipato i tempi ma non volevo prendere in giro nessuno, tantomeno i tifosi o i dirigenti del Chievo».
Manca di più la panchina del Chievo o quella del Verona? «Fino all'anno scorso mi mancava quella dell'Hellas - spiega - perchè avevo preso la squadra in A e l'avevo lasciata in B. Non è facile assorbire un colpo così per un alelnatore di Verona, da sempre tifoso dei gialloblù. Non ho mai pensato al Chievo anche se il Chievo mi ha dato tanto e io ho dato tanto al Chievo. Però mai dire mai... Sono soddisfatto della mia carriera, di quello che ho fatto, dei traguardi raggiunti. Cosa mi manca? Allenare una Nazionale».
A Bologna Malesani ha incontrato il patron dell'Hellas Maurizio Setti, allora vicepresidente rossoblù. «Ci siamo conosciuti in un momento un po' particolare - sottolinea - avevo già un accordo verbale ma c'era stata una rivoluzione in società. Setti era il responsabile dell'area tecnica e si capiva che voleva cambiare. Così, anche se pensavo non fosse giusto, me ne sono andato. Adesso sta facendo bene a Verona, gli vogliamo bene, spero che continui a fare bene».
Un Verona che può arrivare in alto. «Ha la fortuna di avere un grande allenatore, un tecnico che mi piace molto - aggiunge Malesani - ha trasmesso alla squadra la sua voglia di vincere. Adesso potrebbe arrivare qualche passaggio a vuoto, ci può stare per una neopromossa. Bisogna vedere che cosa succederà, come gestiranno le difficoltà. Se faranno ancora bene, potranno raggiungere traguardi importanti».
Luca Mantovani
19.11.2013
Tutto cominciò con il «Barone» Poi arrivarono Moser, Pablito e Trulli
L'ex campione di ciclismo produce Muller Thurgau, Riesling e Trento 51,151 Anche Pirlo fa il contadino
In principio fu il «Barone», ma la lista è cresciuta in fretta e pare destinata ad allungarsi ancora. Sono in tanti i grandi sportivi che hanno deciso di investire nel vino, acquistando terre e vigneti legandosi ad un mondo ricco di profumi e suggestioni. Nils Liedholm fu il primo tra i big del calcio a occuparsi della produzione del nettare degli dei, acquistando nel lontano 1973 una tenuta tra le colline nei dintorni di Casale Monferrato: l'azienda, gestita poi dal figlio Carlo, è diventa molto conosciuta per l'eccellente Barbera e soprattutto per l'ottimo Grignolino: che in Svezia pensavano fosse un prodotto inventato nel ricordo del mitico trio svedese Gre-No-Li, e che invece è il nome di un antichissimo vino di quelle zone.
Dopo Liedholm in tanti hanno deciso di dedicarsi a vigne e botti di invecchiamento, assi del calcio ma anche di molte altre discipline: come Francesco Moser, l'indimenticato ciclista campione del mondo che oggi produce i tipici vini trentini, Muller Thurgau, Riesling, Gewurztraminer e soprattutto lo spumante Trento Doc 51.151, tanti come i chilometri dello storico record dell'ora stabilito nel 1984. Tornando al calcio ecco Andrea Pirlo, titolare di un'azienda agricola in una splendida cascina medioevale a Capriano del Colle nelle colline bresciano, dove si producono vini con nomi tutti ispirati alla Grecia antica. La passione del centrocampista della nazionale deve aver contagiato anche in casa Juventus il compagno di squadra Andrea Barzagli, che si è avvicinato di recente alla cantina Case Matte di Messina produttrice ottimi vini siciliani.
È ancora il compianto Costantino Rozzi, per tanti anni presidente dell'Ascoli e paladino delle cosiddette «squadre provinciali», che fu fondatore della cantina Villa Pigna a Offida di Ascoli Piceno. Senza dimenticare Paolo Rossi, il mitico Pablito del Mondiale '82 che oltre a dividersi tra l' attività imprenditoriale a Vicenza e quella a Sky come opinionista, ha creato una splendida struttura in Val d'Ambra, piccolo angolo di paradiso nella regione meridionale del Chianti dove si producono vino e olio di grande qualità. Ma ad innamorarsi di questo mondo sono stati anche piloti di Formula Uno come Jean Alesi e Jarno Trulli: Alesi produce un ottimo Clos de l'Hermitage nel sud della Francia, mentre Trulli ha comprato qualche anno fa la Tenuta Castorani con una linea di vini che si sono subito inseriti nella grande tradizione dei vini d'Abruzzo.
L.M.
18.11.2013
Un derby da brividi
L'attuale allenatore del Chievo ha segnato sotto due bandiere diverse Italiano gioca nel Lume di Marcolini, Esposito si è dato al beach soccer
L'uomo perfetto per il derby. Di fatto, la 'sua' partita. Perchè Genio Corini è stato di qua e di là. Verona e Chievo. Storia particolare di un doppio ex. Come lui ce ne sono tanti. Ma Genio ha fatto qualcosa in più. Intanto: ha giocato il derby con entrambe le maglie. E giusto per non farsi mancare nulla, si è appellato alla par condicio, segnando per l'Hellas e pure per il Chievo. Insomma, Corini è double face. Giri e rigiri. E vien fuori l'Hellas, e vien fuori il Chievo. La rincorsa al derby, però, permette di ripescare dalla memoria i tanti nomi di giocatori che hanno vestito le due maglie, senza necessariamente partecipare ad una stracittadina. La storia parte da molto lontano.
TEMPI LEGGENDARI. Era il Verona. Non era ancora il Chievo. Quello, per intendersi, che piano piano avrebbe scalato il grattacielo del calcio italiano per arrivare fino alla serie A. In quel tempo, allora, ancora prima dell'era professionistica vestirono le due maglie Nicola Ciccolo, Giorgio Majoli e Luciano Venturini. Verona voleva dir blasone. Chievo era club in ascesa, nulla più. Il bello doveva ancora venire. E la lista dei giocatori passati a vestire la casacca del club dall'altra parte dell'Adige era destinata a diventare molto lunga.
SUPER ERA SOLO MIKE. Prendiamo per esempio Michele Cossato. SuperMike all'Hellas per quel gol pazzesco alla Reggina, che gli è valso un quasi monumento in piazza Bra. Al Chievo era solo Mike. Uno cresciuto a pane e gol. Importante in una fase di crescita del piccolo Ceo. Determinante nella storia dell'Hellas. Seppur per poco. Quanto basta però per entrare nel paradiso dei giocatori Hellas da venerare.
Perfetto esempio di doppio ex è Martino Melis. Entrò lui, questa è storia nota, nello scambio che vide Corini passare dal Verona al Chievo. Martino fece il percorso inverso. Divertendosi pure con la maglia di uno scoppiettante Verona. Non tutti se lo ricordano. Ma Paolino Foglio, difensore tutta sostanza ha giocato di qua e di là. Magari poco appariscente. Ma i numeri dicono questo.
IL VENTO DELLO JONIO. Si è fatto conosce con la maglia dell'Hellas l'albanese Erjon (letteralmente vento dello Jonio) Bogdani. Il Principe dell'Epiro, sotto la regia attenta di Ficcadenti, trovo la via del gol con grande continuità tra i cadetti. In una nuova stagione della sua vita, finì al Chievo. Contratto lungo, tre anni e mezzo. Qualche perla. Poi l'addio, in tempi tra l'altro travagliati per il club della Diga. Giovanissimo al Verona, Vincenzo Italiano si fece conoscere per i suoi piedi carichi di dinamite. Passò al Chievo dopo lungo peregrinare. Ma è con il Verona che il ragazzo di Sicilia è cresciuto e si è fatto uomo. Ora gioca nel Lumezzane allenato da Marcolini, anche lui un ex Chievo. Ricami diversi ma stessa storia per Mino Iunco, arrivato giovane al Verona e approdato al Chievo nella giusta fase di maturazione. Senza peraltro trovare troppo spazio.
IL GIOIELLO DEL «MALE». Ha vestito Chievo ed Hellas anche Marco Zamboni. Il difensore gioiello di Bardolino, scoperto e lanciato da una delle tante intuizioni di Alberto Malesani. Zamboni si è rivelato al mondo del calcio proprio al Chievo. Per lui un passaggio pure all'Hellas. E qui la lista è ancora lunga. Ricordate Elvis Abbruscato. Un attaccante 'rock' per l'Hellas prima e poi per il Chievo. Doppio viaggio a Verona. Una sorta di toccata fuga. Poco campo, pochi gol. Anche Nico Pulzetti è stato di qua e di là. Pure Jonathan Binotto, andando senza ordine cronologico. E ve lo ricordate Max Esposito? Si è dato di recente al beach soccer. Con buoni risultati. Visto che allena pure. Al Verona è arrivato a fine Anni Novanta, raccogliendo quasi trenta presenze. Nel Chievo della Favola di Delneri ha lasciato traccia con nove gettoni.
LUNGA LISTA. Manca ancora qualcuno. Non sono pochi. Vediamo se ve li ricordavate tutti: Alfredo Aglietti, Stefano Ghirardello, Andrea Guerra, Matteo Gianello, Stefano Garzon, Luca Mezzano, Simone Bonomi, Sasa Bjelanovic, Ivan Fatic, Beppe Colucci, Diego Farias, e naturalmente Dario Dainelli, che oggi c'è ancora. E potrà dire sabato prossimo al fischio d'inizio: io c'ero.
Simone Antolini
18.11.2013
Lite con l'ex procuratore Pignorati i beni a Iturbe
Juan Manuel Iturbe e la sua famiglia si sono visti pignorare dei beni per pagare un debito di 150 mila dollari all'ex agente del giocatore, Marcelo Betnaza. Secondo «A Bola», Betnaza ha fatto causa al suo vecchio assistito per inadempimento contrattuale legato al suo trasferimento dal Cerro Porteno al Porto. I legali della famiglia di Iturbe hanno però già annunciato ricorso, ritenendo che a farsi carico di quell'indennizzo doveva essere Augusto Paraja, l'attuale agente dell'argentino, oggi in prestito al Verona. Tra l'altro Iturbe è diventato in pochi mesi uno dei «pezzi pregiati» del mercato e nelle ultime ore si è interessata anche la Roma per portare il giovane talento nella capitale anche se restano vigili Napoli e Pari Saint Germain.
Mancano ancora due mesi all'apertura del mercato di riparazione ma i dirigenti gialloblù sono sempre attenti a quello che succede non solo in Italia ma anche all'estero. «Non dobbiamo cambiare per forza - ha detto in più di un'occasione il direttore sportivo Sean Sogliano - anche perchè il gruppo che abbiamo costruito sta facendo molto bene ma, se avremo l'occasione, cercheremo di migliorare». In questo momento il ds sta seguendo il mercato sudamericano, in particolare quello brasiliano, ma non dimentica quello europeo. Per esempio un attaccante austriaco, autore fin qui di stagione esaltante. Si tratta di Philipp Zulechner, punta centrale classe 1990, convocato di recente con la nazionale maggiore del suo Paese.
Nella Bundesliga austrica, con la matricola Grodig, il bomber di Vienna ha totalizzato undici gol nelle prime 15 gare. Un bottino straordinario, reso ancor più importante se si tiene conto che nelle 15 apparizioni è partito ben cinque volte dalla panchina. Numeri di rilievo e prestazioni esaltanti che hanno attirato le attenzioni di Marcel Koller, ct dell'Austria, che non ha esitato a portare con sè il giovane panzer viennese anche perchè il contratto del giovane viennese andrebbe in scadenza a giugno. Secondo tuttomercatoweb l'attaccante sarebbe stato visionato di recente de alcuni scout del Verona che avrebbero inserito di diritto il terminale offensivo del Grodig nella lista dei papabili rinforzi per il futuro.
18.11.2013
E Manara punta al pareggio «Un pronostico perfetto»
«Ricordate il mio carro di Carnevale? Inimitabile il Verona dello scudetto Il calcio moderno non mi emoziona, c'è troppo divario tra grandi e piccole»
Il derby tra Verona e Chievo ma anche il ciclismo, le grandi salite e la passione di una vita: la moto. Lo sport e Milo Manara, il celebre maestro del disegno, una delle più celebri matite d'Italia. Ha disegnato per Federico Fellini, ha lasciato un segno indelebile nel fumetto italiano. Dalla sua matita sono usciti, in tema calcistico, uno dei carri allegorici, firmati Manara con i ragazzi di Sant'Ambrogio di Valpolicella, che hanno dato lustro al Carnevale di Verona, al Carnealon de Domeiara e altri della provincia: il carro gialloblù dell'Hellas Verona che poi sarebbe diventato campione d'Italia nella stagione '84-'85. Dal suo studio è uscito uno dei caschi più amati da quella leggenda del motociclismo mondiale chiamato Valentino Rossi. E poi tante bellissime ragazze che hanno regalato sogni a milioni di lettori. Di ogni età e stato sociale. «Il camionista non si attacca sul camion un quadro di Rauschenberg o di Jasper Johns, si attacca una bella pin up. Devo alle mie pin up il fatto di poter ancora divertire, di essere vicino alla gente: militari, camionisti, carcerati…». Così Milo Manara sulla prima pagina del suo sito internet personale.
Emozioni e gioia di vivere: quelle stesse che hanno ispirato l'artista nel disegnare il complesso scultoreo «Valpolicella», voluto dall'amministrazione comunale di Sant'Ambrogio e dedicata a due storiche figure del comparto lapideo Luigi Antolini e Angelo Bombana, che fa bella mostra tra i centri di Sant'Ambrogio e Domegliara. Il complesso è composto da cinque fanciulli in marmo Rosso Verona ed un basamento in marmo nembro estratti dalla cava ambrosiana di Massimo e Loris Bonaldi per un peso di 600 quintali. Ideato da Manara, l'opera è stata scolpita dal professore Dario Marconi, supportato dai suoi studenti della locale Scuola del Marmo diretta da Anna Trevisani. Ai piedi della scultura l'artista ambrosiano, originario di Bolzano, da diversi decenni residente in Valpolicella, ha parlato di sport a tutto tondo accompagnato dall'immancabile sigaro. Partendo, e non poteva essere diversamente, dal derby calcistico prossimo venturo: Hellas contro Chievo in programma sabato 23 novembre al Bentegodi.
Hellas o Chievo?
«Conosco l'Hellas da una vita e la passione che circonda questa squadra ma il Chievo è più vicino a casa mia».
Un bel pareggio e accontentiamo tutto e tutti?
«Pronostico ideale».
Però quel carro…
«Il Verona dello scudetto, inimitabile. Emozioni e ricordi incredibili».
Calcio di ieri e calcio di oggi
«Quello di ieri senza ombra di dubbio».
Perché?
«Il calcio moderno non mi emoziona, il divario tra grandi e piccole è troppo evidente, oggi lo scudetto è appannaggio di due, tre società, addirittura ci sono squadre composte esclusivamente da stranieri».
Dal calcio a…
«Al ciclismo, ad esempio».
Le grandi salite?
«Epica, poesia e tanto altro».
Un nome?
«In Italia, la maglia rosa Nibali».
Nel mondo?
«M'incuriosisce Christopher Froome, vincitore dell'ultimo Tour, e il suo modo di attaccare le salite con quel turbinare di gambe».
Manara in bicicletta
«Confesso che non sono mai stato un gran ciclista, oggi ho una bicicletta elettrica che mi aiuta nella salita per la via di casa».
E la moto? (gli si illuminano gli occhi) «Già…ne ho avute diverse».
La guida ancora?
«Ho dovuto smettere perché se cado, non guarisco più».
La MotoGp...
«Questi sì che sono campionati da vivere tutti d'un fiato».
Vale a dire?
«Qui si respira tutto il fascino dell'imprevedibilità, dell'emozione, dell'adrenalina. Fino all'ultimo giro, o meglio fino alla linea del traguardo, tutto può succedere».
Marc Marquez, vent'anni, il più giovane campione del mondo nella classe regina.
«Talento allo stato puro».
Come Rossi da giovane?
«Me lo ricorda per spregiudicatezza e fame di vittorie».
Moto e pilota...
«Ci sono state alchimie perfette, Stoner-Ducati, ed altre mal riuscite: Rossi-Ducati».
Rossi ed una carriera sul viale del tramonto?
«Ha fatto cose incredibili, uniche. Valentino è una leggenda del motociclismo mondiale. Purtroppo gli ultimi anni in pista non sono stati all'altezza dei precedenti anche se resterà per tutti il Dottore. E come tale non escludo che potrebbe ritornare a stupire». Firmato Milo Manara.
Massimo Ugolini
18.11.2013
Lampi al Bentegodi ma Chievo senza luce
Paolo Vanoli celebra il derby vinto dall'Hellas nel novembre 1995 «Grande squadra, quanti talenti. Ma il segreto era l'armonia del gruppo»
Cammarata più Zanini, in pochi minuti. Due lampi di talento nella notte del Bentegodi. «La fotografia di quella magnifica sera? Lo stadio enorme, il grande pubblico del Bentegodi. Sembrava di essere in Serie A», racconta Paolo Vanoli, all'epoca ragazzo di belle speranze appena sbarcato a Verona dalla fredda Venezia.
Di strada, da lì in avanti, ne avrebbe fatta parecchia, a partire da quella corsa infinita sulla fascia sinistra per mettere sui piedi di Cammarata la palla del primo gol. «Era un bel lancio, d'altronde di piedi buoni ne avevamo tanti in quella squadra. La controllai e la misi tanto forte da impedire al portiere di arrivarci ma giusta per Cammarata», il flash di Vanoli, prima commissario tecnico dell'Under 16 azzurra ed ora allenatore dell'Under 18 e vice dell'Under 19.
Dall'altra parte c'era un Chievo all'inizio timido, ma capace di lottare fino alla fine e di trovare il gol con Michele Cossato. Non bastò. Quell'Hellas però viaggiava su ritmi diversi.
«Non eravamo una grande squadra, ci salvammo solo alla fine. Il Verona aveva fior di giocatori e andò giustamente in Serie A», diceva ieri sera Giuliano Melosi, faticatore del centrocampo di Malesani, ora sulla panchina del Borgomanero in Interregionale, dopo l'ottimo lavoro dell'anno scorso al Darfo Boario.
Sedici punti di differenza separarono a fine stagione Verona e Chievo. La differenza si notò anche quella sera del 26 novembre del 1995.
VALORI FORTI. Aveva tutto l'Hellas. Giocatori affermati e ragazzi dall'avvenire certo. «Quando torni indietro con la memoria», continua Vanoli, «vai a riguardarti i giovani dell'epoca per vedere se hanno fatto strada. Di quel gruppo ce ne sono stati parecchi, anche se il segreto è stato l'armonia che ci hanno garantito i vecchi. Gente come Baroni, De Vitis, Barone. Prendevo spesso in giro Totò, lo chiamavo “vecchietto”. Lui però segnò tanto. “Mettila sul primo palo, poi ci penso io”, mi ripeteva sempre. Esattamente le stesse parole che mi disse Hernan Crespo quando andai al Parma. Loro erano così, io buttavo in mezzo all'area di tutto e loro trasformavano ogni pallone in un gol. Il successo di quel Verona derivò da quel giusto mix, i giocatori d'esperienza erano un esempio dentro e fuori dal campo. Quando c'era da fare tutti insieme qualcosa oltre l'allenamento e la partita nessuno si tirava mai indietro».
A Veronello la musica era parecchio diversa, alle prese il Chievo con una classifica sempre da monitorare e avversarie col coltello fra i denti. «Vanoli? A sinistra viaggiava forte, era difficile prenderlo quando partiva. C'era Ficcadenti anche. Il Verona meritò la promozione così come noi la salvezza», il quadro di Melosi, alle prese oggi con un corso per avere il patentino di seconda categoria in attesa di entrare nelle stanze di Coverciano e salire di livello rispetto alla Serie D. «Perdemmo la penultima a Bologna all'ultimo minuto ma con l'Avellino non ci fu storia. Era uno spareggio, ma non fu mai in discussione. Li abbiamo subito aggrediti, dominati dall'inizio. A venti minuti dalla fine sul 3-0 facevamo melina. L'avversario ad un certo punto ci chiese addirittura di rallentare. Era fatta. Raggiungemmo il nostro obiettivo, così come l'Hellas il suo. Era giusto andasse a finire così».
A BOCCE FERME. Il passato è alle spalle, Vanoli va già a sabato, senza indugi: «I derby non hanno classifica. Giocano solo i sentimenti e il cuore. Non esistono vantaggi e svantaggi. Il Verona è in condizioni psicofisiche ottimali ma il Chievo ha cambiato al momento giusto. In questi casi ricevi una carica emotiva molto importante. Francamente avrei preferito che il Chievo avesse giocato il derby con Sannino, senza nulla togliere al suo lavoro. Sarebbe rimasto più o meno tutto com'era e questo avrebbe dato un piccolo vantaggio al Verona. Invece non sarà così».
Melosi accetta la teoria, senza tirare in ballo uomini e tattica: «I derby sono sempre partite strane, non è detto che la favorita vinca. C'è la giusta rivalità, c'è tanta attesa. Sono legato al Chievo, lo sapete. Mi auguro possa salvarsi, al di là di quel che succederà sabato».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
Peschiera: programma degli allenamenti
Postata il 18/11/2013 alle ore 10:37
PESCHIERA DEL GARDA - La ripresa degli allenamenti per i gialloblù è fissata per lunedì 18 novembre, alle ore 15, presso lo Sporting Center "Il Paradiso" di Peschiera. La squadra, dopo le due giornate di riposo concesse, si ritroverà agli ordini dell'allenatore Andrea Mandorlini in vista della sfida contro il Chievo, in programma sabato 23 novembre (ore 18).
IL PROGRAMMA
Lunedì: seduta pomeridiana (ore 15)
Martedì: seduta mattutina (ore 11) a porte chiuse
Mercoledì: seduta pomeridiana (ore 15) a porte chiuse
Giovedì: seduta pomeridiana (ore 15) a porte chiuse
Venerdì: seduta pomeridiana (ore 15) a porte chiuse
Sabato: Hellas Verona-Chievo (ore 18)
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
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Martedì 19 Novembre 2013
PARIGI - Ronaldinho, in scadenza di contratto con l'Atletico Mineiro, potrebbe tornare presto in Europa.
Il fuoriclasse brasiliano, ex Barcellona e Milan, ha infatti espresso il desiderio di tornare al Paris Saint-Germain, club che lo ha lanciato nel calcio europeo, prelevandolo dal Gremio nel 2001. «Ho degli amici lì: Thiago Silva, Ibra e altri. È una squadra meravigliosa. Io non penso al futuro ma a qualsiasi giocatore piacerebbe avere la possibilità e la gioia di finore la propria carriera in un club come il Psg», ha dichiarato Ronaldinho a France Football.
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Lunedì 18 Novembre 2013
ROMA - A otto anni daI Mondiale in Qatar è ancora molto lontano: mancano circa otto anni alla competizione iridata ma già oggi hanno cominciato a girare sul web le immagini delle bozze dello stadio, l'Al Wakrah Stadium, che ospiterà le partite principali del torneo. La struttura sarà costruita a partire da gennaio e ci vorranno almeno quattro anni per portare a compimento l'opera. Poi altro tempo (circa tre anni) sarà necessario per completare le strutture e infrastrutture che il Mondiale renderà necessarie. Intanto sul web gli schizzi e il video della struttura hanno subito fatto discutere perché la forma dell'impianto ricorderebbe, ai più maliziosi, l'organo riproduttivo femminile: "una vagina".
ITALIA-NIGERIA 2-2, ROSSI SUBITO IN GOL.
AFRICANI AVANTI, POI IL PARI DI GIACCHERINI
Lunedì 18 Novembre 2013
di Ernesto De Franceschi
MILANO - Danimarca, Armenia, Germania e, ora, la Nigeria. L’Italia non riesce più a vincere: quattro pareggi nelle ultime quattro uscite, l’ultimo ieri sera il 2-2 al Craven Cottage di Londra contro le Aquile.
«Prestazioni così le vorrei vedere sempre», si consola il ct Cesare Prandelli alla 50ª panchina azzurra.
In campo un’Italia B senza Pirlo, Buffon e De Rossi con una difesa totalmente inedita e una coppia di centrali (Ranocchia e Ogbonna) che dimostra poca sintonia. Nonostante ciò, il primo tempo comincia nel migliore dei modi con il gol del più atteso, Giuseppe Rossi, su assist di Balotelli. La coppia d’attacco che dovrebbe trascinarci al Mondiale si cerca e, spesso, si trova. «Abbiamo fatto bene insieme, mi ha dato una gran palla», sorride Rossi.
«Il risultato ci penalizza - sottolinea il ct - ma vorrei vedere sempre prestazioni così. Rossi e Balotelli si sono pescati parecchie volte». SuperMario resta ancora a secco e al 90’ fugge via dal campo senza nemmeno salutare i tifosi, brutte notizie anche per il Milan. «Non si deve demoralizzare, il gol arriverà», lo sorregge Pepito.
Poco dopo la mezz’ora, però, si spegne la luce e i nigeriani in 4’ ribaltano il risultato, complici le solite distrazioni difensive: i troppi gol subiti dopo la Confederations sono un campanello d’allarme per una Nazionale che in Brasile vuole andarci da protagonista. Un’Italia che ripiglia il match nella ripresa grazie alla rete di Giaccherini (assist di Candreva) e poi impreca con i legni: i neo entrati Parolo e Diamanti colpiscono un palo e una traversa. «Abbiamo fatto una grande partita giocando a calcio - analizza Prandelli -. L’errore è stato fare un possesso di palla sterile dopo il nostro vantaggio iniziale».
Il 2013 azzurro si chiude qui. Tempo di bilanci per Prandelli: «Peccato perchè speravamo di chiudere l’anno con una vittoria, ma il bilancio è di sicuro positivo. A pochi mesi da Brasile 2014 abbiamo molte certezze. Buona Confederations e qualificazione con due giornate d’anticipo». Ora l’Italia tornerà in campo il 5 marzo a Valencia contro la Spagna: niente stage, quelli sognati dal commissario tecnico e negati dai club. Ultimo appuntamento prima della lista dei 23 destinazione per il Sud America.
LE PAGELLE (di Marco Zorzo) Queste le pagelle degli azzurri: bene la coppia Balotelli-Rossi.
SIRIGU 6
Senza colpe sui gol, poi due parate importanti.
MAGGIO 5.5
Spinge senza graffiare: entrambi i gol nigeriani sono nati sulla sua fascia.
RANOCCHIA 5
Non ci siamo: troppo timoroso al cospetto degli avversari.
OGBONNA 5
Beccato dai tifosi africani: si fa infilare da Ameobi sul sorpasso delle Aquile.
PASQUAL 5.5
D’accordo, sull’1-1 c’è una leggera spinta di Dike, ma si fa infilare da pivello.
THIAGO MOTTA 5.5
In campo al posto dell’acciaccato De Rossi: rimpiangiamo Daniele (8’ st Pirlo 6: entra bene nella sfida).
MONTOLIVO 6
Capitano di giornata: si sbraccia per dare la carica ai suoi dopo il sorpasso della Nigeria (8’ st Parolo 5: si divora due gol e colpisce pure il palo).
GIACCHERINI 6
L’inglese Giac realizza il 2-2 imbeccato da Candreva (31’ st Poli ng).
CANDREVA 6
Perde il pallone che consente ai nigeriani di agguantare il pari, poi serve a Giac il pallone del 2-2 (20’ st Cerci 6: discreto impatto sulla gara).
BALOTELLI 6.5
Gran assist per l’1-0 di Rossi. Poi fallisce il raddoppio, quindi una magia che avrebbe meritato ben altra fortuna. Nella ripresa sfiora altre tre volte il bersaglio.
ROSSI 6.5
Titolare dopo 770 giorni, con tanto di gol (8’ st Diamanti 6.5: vuole lasciare il segno ma è sfortunato).
PRANDELLI 6
Applica un massiccio turn over. Quarto pareggio consecutivo per Cesare.
BUCA LA RETE, GOL FANTASMA NON CONCESSO:
PUTIFERIO IN CAMPO E L'ARBITRO CI RIPENSA
Lunedì 18 Novembre 2013
di Benedetto Saccà
Ancora un gol fantasma, ancora arbitri in difficoltà, addirittura sei minuti per convalidare. L’episodio stavolta è avvenuto nella Conference Premier, la quinta divisione del campionato inglese, durante la partita di sabato tra il Kidderminster e i gallesi del Wrexham (3-1). Al 26’ della ripresa, l’ala degli ospiti, il polacco Adrian Cieslewicz, ha rubato il pallone nella metà campo avversaria, e ha scoccato un diagonale dal limite che ha chiuso la corsa all’angolo basso della porta. Gol? Certo, se solo un buco della rete, proprio lì all’angolino, non avesse lasciato scivolare il pallone oltre le maglie. Una rete fantasma in tutti i sensi.
L’arbitro, la signora Amy Elizabeth Fearn, per di più, non ha visto, non ha convalidato, e ha assegnato subito una rimessa dal fondo. Delirio. Il Wrexham, fra l’altro, aveva già incassato due gol, e aveva quindi la possibilità di dimezzare lo svantaggio. Proteste, spintoni, tensione montante, un accenno di invasione di campo, urla, dunque: di tutto, si potrà immaginare. I 2532 spettatori dell’Aggborough stadium erano letteralmente increduli. Dopo sei minuti, sì sei, di parlottio con gli assistenti, la signora Fearn ha posto fine al momento di incertezza (e di comicità), e ha certificato finalmente il gol. Solo poche settimane fa, nella Bundesliga, una vicenda simile, ma opposta. Stefan Kiessling del Bayer Leverkusen colpì di testa su calcio d’angolo contro l’Hoffenheim: il pallone uscì largo, ma entrò nella porta dall’esterno attraverso un buco. L’arbitro, in quel caso, convalidò. E non cambiò idea.
COPPA DAVIS, LA REPUBBLICA CECA BATTE
LA SERBIA: SI IMPONE IN FINALE PER 3 A 2
Domenica 17 Novembre 2013
BELGRADO - La Repubblica Ceca ce l'ha fatta e si è aggiudicata la Coppa Davis battendo in finale la Serbia per 3 a 2.
Decisivo nell'ultima partita la vittoria di Radek Stepanek su Dusan Lajovic 6-3 6-1 6-1.
Per la Repubblica ceca è il secondo titolo consecutivo in Coppa Davis e il terzo della sua storia. In precedenza Novak Djokovic aveva portato in parità il punteggio per la Serbia dopo la sconfitta di ieri nel doppio, ma nell'ultimo e decisivo match troppo grande si è rivelata la differenza fra l'esperto Stepanek (n.45 del ranking mondiale) e il giovane Lajovic (117).
F1, SUPER VETTEL FA IL RECORD: OTTAVA VITTORIA DI FILA. ALONSO È QUINTO
Domenica 17 Novembre 2013
AUSTIN - Sebastian Vettel su Red Bull ha vinto il Gran Premio degli Stati Uniti sul circuito di Austin in Texas davanti alla Lotus di Romain Grosjean e al compagno di squadra Mark Webber. Quinta la Ferrari di Fernando Alonso. Per Vettel, da tempo riconfermatosi campione del mondo, è l'ottavo successo di fila: mai nessuno come lui in Formula Uno. Quarta piazza per la Mercedes di Lewis Hamilton, mentre è sesta la Sauber di Nico Hulkenberg che ha
preceduto la McLaren di Sergio Perez. Ottava la Williams di Valtteri Bottas davanti alla Mercedes di Nico Rosberg. Chiude in zona punti l'altra McLaren di Jenson Button. Tredicesima la Ferrari di Felipe Massa.
PIQUÉ DAL CALCIO REALE A QUELLO VIRTUALE:
ESCE IL VIDEOGAME DEL DIFENSORE DEL BARÇA
Lunedì 18 Novembre 2013
di Paola Delvecchio
BARCELLONA - Era una sua aspirazione fin da piccolo, quando giocava a videogames con i fratelli: creare un videogioco in cui l'internauta è manager di una squadra di calcio. E ora, il difensore del Barcellona, Gerard Piqué, a soli 26 anni, ha realizzato il suo sogno. Ha creato un'impresa per lanciare l'ambizioso progetto globale, Golden Manager, un simulatore del calcio, che punta a competere con i leader del settore. E, forse anche pensando al futuro del piccolo Milan, avuto dalla sua compagna, la cantante Shakira, Piqué ha fatto le cose alla grande, investendo nell'impresa un milione di euro. Obiettivo, superare i 10 milioni di utenti on line della concorrenza.
OFFERTA DI LAVORO
«Sapete che ho creato una compagnia di videogiochi chiamata Kerard Games? Abbiamo bisogno di Game designers, Q&A, Scrum Masters, programmatori…se vuoi apportare il tuo talento ed entusiasmo, inviami i curriculum vitae». Da irriducibile animatore dei social network, il difensore blaugrana ha annunciato l'impresa direttamente sul suo profilo di Facebook, provocando - inutile dire - un alluvione di risposte: 10.000 in meno di due settimane. L'offerta di lavoro, accompagnata dalla foto di alcuni dei suoi soci e dei lavoratori, al link della pagina web, è allettante: salario competitivo e negoziabile in funzione dell'esperienza, un ambiente di lavoro gradevole e l'obbligo di residenza a Barcellona o dintorni. Chi abbia i requisiti farà parte della squadra e creerà un gestore di club on line, col quale l'utente potrà farsi carico di una delle squadre più modeste del calcio mondiale per portarla ai massimi livelli, realizzando acquisti di calciatori, ampliando le entrate pubblicitarie, nella linea del Pc Fotbol e della Fifa.
IL DISEGNATORE
«Quando mi hanno raccontato che Piqué voleva contrattarmi per un progetto tecnologico, pensai: calciatore, con Shakira…vediamo cosa mi racconta», spiega Alberto Guerrero, attuale direttore esecutivo di Kerard Games. «Ma lo stesso giorno, una mail ricevuta da Piqué, mi lasciò a bocca aperta: mi inviò 40 pagine web disegnate da lui, in cui descriveva la meccanica del gioco, documentandola con immagini ed esempi». Guerrero ha all'inizio collaborato come esterno, per poi entrare come socio nell'impresa: «Avevamo talento, capacità economica e volontà di lavoro», spiega. L'esordio della Kerard Games - della Kerars Holding, la holding della famiglia Piqué - nel novembre del 2011, con un capitale sociale di 50.000 euro, seguito da cinque ampliamenti di capitale per complessivi 950.000 euro. Tutto sotto l'amministrazione unica del padre del calciatore, Joan Piqué Rovira. Nel settembre del 2012, la creazione degli uffici, nell'edificio della Bayer a Barcellona, della società destinata allo sviluppo di progetti industriali e residenziali. E ora il simulatore sportivo, il fiore all'occhiello dell'impresa, comincia a prendere forma. «Il gioco è in fase Beta, la versione ufficiale uscirà a marzo, e puntiamo a superare i 10 milioni di utenti», ha spiegato Guerrero. Sponsorizzato dai giganti Nike e Coca-Cola, si gioca già in 200 paesi. E' proprio pensando al suo futuro, quando dovrà abbandonare il calcio giocato, che Gerard Piqué ha studiato da manager: due anni di economia, contabilità e struttura finanziaria con professori dell'Esade, fra le maggiori Business School in Europa. Quanto appenderà le scarpette al chiodo, potrà dedicarsi interamente al calcio virtuale.
FONTE: Leggo.it
19.11.2013
Giaccherini e «Pepito» salvano l'Italia
Rossi porta in vantaggio gli azzurri La Nigeria recupera e sorpassa con le reti di Dike e Oduamadi Il fantasista del Sunderland fa 2-2
Giuseppe Rossi ritrova in un colpo solo nazionale e gol con quella maglia, mentre l'altra metà del cielo azzurro Mario Balotelli fa bene la sua parte di partner d'attacco ma spreca tanti gol da scappar via al fischio finale dell'amichevole con la Nigeria stizzito negli spogliatoi, molto prima del resto della squadra. Sta tutto qui il due a due con il quale Cesare Prandelli chiude il 2013. Un pari con qualche rimpianto, oltre i due pali presi e gli errori sottoporta del suo centravanti: perché al Craven Cottage la nazionale azzurra ha giocato una delle migliori amichevoli dell'anno, fatta anche la tara di un avversario stanco per le fatiche della qualificazione mondiale. Ma dal confronto con i campioni d'Africa, tra i possibili avversari del girone al Mondiale, Prandelli torna con qualche risposta in più. Funziona l'accoppiata Rossi-Balotelli, soprattutto il primo è davvero attaccante universale, capace di agire dietro le linee e poi di puntare diritto in rete.
Funziona l'idea di un centrocampo di densità, che siano i quattro del primo tempo- perfino senza Pirlo o De Rossi- o i due più tre del secondo, e non solo perché a quel punto è rientrato il regista juventino. Stavolta, insomma, il 2-2 non va annoverato tra le figuracce denunciate ieri dal ct. Anche se la difesa azzurra continuna a soffrire di amnesie e mal di testa. La circolazione di palla è buona, l'intesa cresce con i minuti. E dopo il primo pericolo creato da Giaccherini al 10' (proteste inutili per il contatto che fa volare in area il fantasista del Sunderland), due minuti e il gol arriva proprio da una combinazione dei due attaccanti: perfetto il tempo di inserimento di Rossi, da assistman il pallone servito da Balotelli. Sul vantaggio, gli azzurri sembrano giocar facile, forse anche troppo. È a questo punto che la partita si ribalta. Il gol di Dike, al 35', è sì viziato da una spinta a Pasqual ma certifica l'idiosincrasia della difesa azzurra ai colpi di testa avversari. A questo punto la Nigeria prende fiducia e velocità.
Ed infatti dopo soli cinque minuti cross e battuta al volo per il raddoppio di Oudamadi. Sono troppo rapidi perché i difensori azzurri gli stiano dietro. La ripresa degli azzurri è piena di verve. Dopo che al primo minuto Balotelli ha sprecato sottoporta su angolo, al secondo arriva il pari di Giaccherini. Mentre la difesa azzurra continua a soffrire di mal di testa (pericoloso due volte in pochi secondi il nuovo entrato Ogu) Prandelli tira fuori Rossi: non per demerito, ma per provare l'altro schema. Pirlo, Parolo e Diamanti per Montolivo, Thiago Motta e Pepito trasformano lo schema in un 4-3-2-1 con Balotelli unica punta. Non cambia però la direzione della partita. Fino all'ultimo l'Italia ci prova, esponendosi al contropiede, e al 44' Diamanti per due volte tira ed è respinto. Finisce con Balotelli arrabbiato con i compagni che non la passano al tempo giusto, e con se stesso. Lui corre negli spogliatoi, il resto della squadra resta in campo a festeggiare con i tifosi italiani.
18.11.2013
Record Vettel Sorpassa Ascari e Schumacher
Il campione del mondo conquista l'ottava vittoria negli Stati Uniti Nessuno ha mai fatto meglio di lui Alonso chiude al quinto posto
Una vittoria, l'ennesima della stagione, che lo lancia oltre il primato delle sette vittorie consecutive in Formula 1 di Schumacher e Ascari. Voglia di strafare e non lasciar proprio niente ai suoi avversari targata Sebastian Vettel. Campione del mondo capace di dominare con la sua super Red Bull anche il Gran Premio degli Stati Uniti mettendosi facilmente alle spalle la Lotus di Romain Grosjean e il compagno di scuderia Mark Webber. Così così la corsa della Ferrari che perde ancora terreno nel campionato costruttori dove la Mercedes si tiene la seconda piazza con 15 punti di margine sulla Rossa: Fernando Alonso chiude quinto al termine di una gara difficile, mentre Felipe Massa è tredicesimo, nettamente fuori dalla zona punti.
Pronti via, con Vettel subito in testa «fermato» solo dalla safety-car entrata in pista dopo l'incidente al primo giro della Force India di Adrian Sutil andato a sbattere sul muretto. Il campione del mondo si lascia dietro l'ottima Lotus di Romain Grosjean e la Mercedes di Lewis Hamilton. Male al semaforo verde, come al solito, l'altra Red Bull di Mark Webber, mentre non fa meglio il suo amico Alonso che cede la sesta posizione di partenza alla McLaren di Sergio Perez. Dopo cinque giri la gara riparte con Vettel che prende il largo ben presto mettendo tra lui e gli inseguitori più diretti un margine di oltre dieci secondi che manterrà fino alla fine. Più indietro la Ferrari di Alonso resta impantanata sugli scarichi della McLaren di Perez: lo spagnolo riuscirà a superare il messicano solo grazie al cambio gomme al 27/o giro. Molto più indietro l'altro ferrarista Massa che resta per tutta la gara fuori dalla zona punti senza dare mai la sensazione di poter risalire e guadagnare punti importanti per il Campionato Costruttori.
Dopo il primo e praticamente unico pit stop la situazione in testa alla gara non cambia, con Vettel al sicuro al comando della corsa e dietro la Lotus di Grosjean che riesce a difendere fino al traguardo la seconda posizione dagli attacchi dell'altra Red Bull di Webber, arrivato ormai al suo penultimo Gp in Formula 1. Quarta sul traguardo la Mercedes di Hamilton che regala al suo team buoni punti tenendo dietro la Ferrari di Alonso fino alla fine. Spagnolo che a pochi giri dalla fine sembra poter insidiare il rivale inglese, ma che poco dopo dovrà guardarsi alle spalle dal ritorno della Sauber di Nico Hulkenberg. All'ultimo giro l'incredibile 'Hulk' riesce a passare Alonso che risponde subito con un contro sorpasso da manuale difendendo una quinta posizione che forse vale più in termini di morale che di punti. E mentre Vettel festeggia il suo nuovo record, la Ferrari vede l'obiettivo del secondo posto nel Mondiale Costruttori sempre più lontano con una sola gara, quella a Interlagos in Brasile, per potersi regalare a se e ai suoi tifosi qualche soddisfazione.
18.11.2013
L'amarezza di Alonso «Problemi in partenza»
«Abbiamo avuto delle difficoltà in partenza, sapevamo che era difficile mantenere la posizione e infatti abbiamo perso con Perez mentre poi abbiamo ripreso Hulkenberg ma nella prima parte della gara non eravamo veloci e rovinavamo troppo le gomme. Dopo il pit stop, don le dure siamo stati più competitivi, abbiamo migliorato la nostra prestazione ma era dura, qua era questo il nostro limite e con la Mercedes non abbiamo potuto nulla». Fernando Alonso commenta così il quinto posto ottenuto ad Austin che mantiene però le Ferrari dietro le Mercedes nel Mondiale costruttori. «Ora andiamo in Brasile per battere la Mercedes ma sappiamo che per qualche motivo che non sappiamo abbiamo fatto qualche passo indietro negli ultimi Gran Premi - sottolinea lo spagnolo alle tv nel dopogara -.
Facciamo fatica a essere in Q3, ad andare a punti tra i primi 10. Sappiamo che per il Brasile dovremo inventarci qualcosa perchè così non basta». «Onestamente non saprei cosa dire». Anche Sebastian Vettel è sorpreso, l'ottava vittoria consecutiva è davvero qualcosa di eccezionale per il pluricampione del mondo tedesco che ha tagliato il traguardo per primo anche il GP degli Stati Uniti. «Vorrei ringraziare il pubblico, è solo la seconda gara qui e ci sono più di 100 mila persone, questa è una delle migliori gare della stagione, la città è impazzita - spiega Vettel -, il pubblico è splendido, la macchina è stata fantastica. Adesso l'ultima gara in Brasile, il nono successo? Ci proveremo perchè non mi stanco mai».
«Una buona gara ed una buona partenza, sono riuscito a passare Webber e la macchina ha funzionato molto bene».
Così Romain Grosjean commenta il secondo posto ottenuto nel Gp degli Stati Uniti, alle spalle di Vettel e davanti a Webber. «Sono molto fiero di rappresentare la Lotus, è un team fantastico - spiega lo svizzero con passaporto francese - ed è il massimo stare tra le due RedBull. Non vedo l'ora di tornare l'anno prossimo per provare a salire di un altro gradino».
FONTE: LArena.it