PRESENTATO SEAN SOGLIANO...
...E' ufficialmente lui, l'uomo di fiducia del futuro maggior azionista dell'HELLAS Maurizio SETTI, il nuovo direttore sportivo del VERONA che sarà.
Alla conferenza stampa, assente il patròn per motivi di salute, è stato il socio GianPietro MAGNANI a fare gli 'onori di casa'; MANDORLINI confermato in panchina (ma sarebbe stata inconcepibile e perlomeno controproducente qualunque altra scelta).
Di seguito le prime parole, riportate da HellasVerona.it, del nuovo diesse che ha firmato un contratto biennale:
Sposo il progetto di venire a Verona con grande entusiasmo, il mio impegno di certo non mancherà. Sono una persona schietta, che ama il rapporto vero con gli interlocutori. I risultati si ottengono con tutte le componenti che remano dalla stessa parte. Spero di riuscire a creare un'unità, che è la forza principale per la squadra.
Ci saranno anche difficoltà, poichè il calcio non è una scienza esatta. Le mete si centrano con sacrificio, e facendo ognuno il proprio lavoro. Ho scelto Verona perchè l'intento era quello di risentire i brividi una volta entrato nello stadio. Non nascondo l'esistenza di altre opportunità, ma il mio accordo è stato definito prima dei play-off. L'arrivo non era legato alla categoria, bisogna guardare avanti, parlare del passato è bello, ma le motivazioni vanno trovate nei traguardi futuri. A Varese ho lasciato parte della mia vita professionale, quando accetto una sfida do tutto per far bene. La cosa migliore quando si ha di fronte una tifoseria importante è saper interagire con la gente.
Il mio obiettivo è sudare tanto, per trovarsi pronti in vista della prima partita di campionato. Non voglio guardare troppo lontano, in cadetteria se si parla tanto le brutte sorprese sono dietro l'angolo. Setti mi ha chiamato dicendo che avrebbe acquisito la società con la presenza di Martinelli. Sono felice di esser stato scelto e della condivisione dell'attuale presidente, ciò mi ha dato ancora più forza per far bene il mio lavoro. Un imprenditore che decide di acquistare l'Hellas sa dove viene.
C'è tanto da migliorare, mantenendo le cose buone fatte recentemente. La società va strutturata, penso per esempio al settore giovanile, che è sempre un punto di forza per un club. Nel vivaio serve pazienza, perchè i risultati non si ottengono subito. Bisogna sfruttare il bacino locale, per poi guardare a giovani provenienti da fuori. Quella attuale è una fase caratterizzata da molte idee, la conclusione delle operazioni è ancora lontana. Valutiamo con calma la situazione, il mercato è sempre più difficile per la carenza di liquidità. Tutto ciò non mi spaventa, fa parte del mio lavoro. Chi si trasferisce in riva all'Adige dovrà essere prima uomo che calciatore.
Non porto dietro uomini di fiducia o amici, intervengo se vedo che qualcosa manca e se c'è la presenza di professionisti di spessori, in grado di tramutarsi in valore aggiunto. Ho stima del segretario generale che farà parte dell'organigramma, senza nulla togliere a chi ha lavorato finora e probabilmente lavorerà ancora nell'Hellas. Se Mandorlini è l'allenatore è perchè credo sia la scelta migliore in questo momento, saremo attenti su tutte le situazioni, essendo più presenti in certe sedi. E' un discorso particolare, grazie ad una struttura dotata di persone giuste che mantengano i rapporti cureremo degli aspetti magari un po' trascurati. I proclami non fanno parte del mio carattere, vorrei che un giorno restassero i fatti, non le parole
Sean SOGLIANO
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DICONO
Sean SOGLIANO2 «Sono felice di essere approdato a Verona, questa decisione mi dà grande stimolo. Mi ritengo davvero contento di questa scelta, ho grande voglia di lavorare per una piazza ed un presidente che vantano fiducia nel mio lavoro. Per un professionista questa è la cosa più bella. Sono una persona chiara e tranquilla, mi piace confrontarmi, parlare apertamente. Mandorlini è l’allenatore dell’Hellas Verona, si tratta della cosa più giusta. Ha fatto un ottimo lavoro, dispiacciono i problemi nati tra lui e Gibellini. Se ne è discusso anche troppo, il mio metodo prevede un confronto frequente col tecnico. Dobbiamo conoscere i rispettivi caratteri, conta più l’unità d’intenti di qualsiasi altra cosa. Un feeling particolare può essere un valore aggiunto, non amo parlare per sentito dire ma vivere le situazioni in prima persona. E' ovvio e giusto che col passare del tempo, strada facendo, il rapporto si debba consolidare».
Alle promesse estive l'ex Varese preferisce nettamente la concretezza: «Per quanto riguarda gli obiettivi, sarebbe troppo facile dire che l'intento è far meglio rispetto all'anno scorso. Fare proclami serve a poco, è utile avere consapevolezza delle difficoltà che si presenteranno. Il cammino sarà lungo e complicato, le mete vanno raggiunte pensando partita per partita e dando il massimo» HellasVerona.it
...E MANDORLINI, dopo essere stato pesantemente attaccato dall'ex diesse GIBELLINI, sceglie (stranamente rispetto al suo carattere sanguigno e passionale) un 'low profile' «Che Verona sarà? Ancora non si sa nulla, bisognerà vedere. C'è una nuova struttura societaria. L'unica cosa certa è che il signor Gibellini non c'è più... Chiariamo una cosa: quello che dice Gibellini è una cosa, la realtà un'altra. La verità la sappiamo io e il presidente. Le parole di Gibellini per me hanno poco valore, anzi non ne hanno mai avuto» TuttoMercatoWeb.com
Sean SOGLIANO svela qualche retroscena... «A febbraio avevo fatto un accordo con il Presidente Preziosi per diventare il nuovo ds del Genoa. Alla fine del campionato però non ho più avuto riscontri. Per me i contratti sono sì importanti, ma prima c'è il rapporto tra le persone. Ho voglia di lavorare e non solo di legarmi ad un club con un contratto. Non so perché Preziosi abbia cambiato idea. Il presidente ha fatto altre valutazioni, non vivrò il Genoa, ma sono pronto per il Verona. Non voglio fare polemica, ma mi piacerebbe incontrare Preziosi per parlarne. Penso sia giusto farlo, con tranquillità. Fermo restando che Lo Monaco è un ottimo dirigente, capace e preparato».
Avrebbe portato Sannino sulla panchina del Grifone? «Sì. Era una mia idea. Era quello che avrei voluto fare».
Perché ha rifiutato Siena? «Ho parlato con Mezzaroma, che ringrazio perché è stato molto gentile. Mi ha fatto una bella proposta, però ho preso la decisione di accettare Verona».
Il presente ed il futuro si chiama Verona. «Ho accettato quest'opportunità con felicità e orgoglio. La mia scelta non è stata in base alla categoria, ma alle mie sensazioni. Ho bisogno di risentire i brividi quando entro in uno stadio. E a Verona questo effetto non mancherà. Per il dna della piazza e dei tifosi, sarà una squadra che ha voglia di fare bene, che lotterà sempre e darà il massimo. Gli obiettivi si conquistano partita dopo partita, allenamento dopo allenamento. Non è una frase fatta, lo penso davvero. La maglia dei giocatori sarà sudata, sarà una squadra che venderà cara la pelle».
L'ambiente spera in una maggiore sintonia tra ds e allenatore. Cosa che negli altri anni non s'è verificata. «I migliori risultati li ho ottenuti con sintonia e feeling tra le parti. Non voglio entrare nel merito di quanto accaduto in precedenza. Ho parlato con Mandorlini e Gibellini, ma ora bisogna pensare solo al bene del Verona. Ripartiremo dal mister, che sarà confermato. Spero di avere un buon rapporto con lui».
Le faccio due nomi: Chibsah della Juventus e Romanò dell'Inter. «Sono due giovani interessanti che possono dare qualcosa anche in una prima squadra. Sono nomi interessanti, due giocatori bravi. Vedremo...».
Hallfredsson e Gomez potrebbero lasciare Verona? «Sono due giocatori che hanno fatto bene, non vorremmo privarcene. Ma dovesse arrivare un'offerta giusta per la società, magari verrebbe valutata. Fermo restando che non vogliamo privarci di loro» TuttoMercatoWeb.com
SOGLIANO: ITURBE VALE PIU' DI 30 MILIONI
19/05/2014 22:15
A 360 gradi. Ha parlato di tutto Sean Sogliano, intervenuto in diretta durante il Vighini Show. Il diesse a lungo seguito dal Milan ha analizzato innanzitutto la grande stagione dell'Hellas. "Il campionato ha sempre visto il Verona in alto, in una posizione superiore alle attese. Il nostro obiettivo è sempre stata la salvezza. Arrivati a 40 punti c'è stato un po' un calo, forse mentale. Però dopo ci siamo un po' ripresi. L'obiettivo dei 40? Non è stato un errore fissare quella cifra, perchè bisogna stare sempre con i piedi per terra. Poi è vero che una squadra, una volta raggiunta la salvezza, non deve perdere la fame e deve giocare partita per partita. A Roma con la Lazio si sono chiusi i giochi, sappiamo tutti come è andata a finire. Dopo ci è mancata la voglia mentale".
Sui tanti gol subiti, questa l'idea di Sean: "Dobbiamo cercare di essere più bravi nella fase difensiva. Siamo eccezionali nell'attaccare e infatti abbiamo vinto tanto, però ne abbiamo perse parecchio. Interverremo sugli uomini e penso anche nel modo di difendere. Questo è un aspetto sul quale mi confronto spesso con Mandorlini".
Impossibile parlare di mercato, del Verona del futuro e dei campionati dai quali si andrà a pescare: "Monitoriamo tutti i campionati, non solo all'estero, sia inteso. Guardiamo anche in Italia. Difficile però che una squadra come il Verona possa comprare giocatori dalle dirette concorrenti, ecco perchè spesso andiamo all'estero".
Un giudizio anche su qualche giocatore che ha obiettivamente deluso le aspettative. Su tutti Gonzales e Cirigliano.
"Il campionato di Gonzales non è stato all'altezza di quello che ha fatto in passato. Ha commesso qualche errore che gli è costato caro. Forse ha pagato l'impatto con il campionato, ma è un ragazzo in gamba e ora ha bisogno di ritrovare un po' di autostima. Vedremo se tenerlo qui e puntare su di lui o mandarlo da qualche parte a fare esperienza".
"Cirigliano ha tutto per diventare un giocatore importante. E' un ragazzo sensibile e ha avuto alcuni momenti non semplici. Si è rotto lo zigomo e questo lo ha limitato. Però è giovane e ha prospettive. Stiamo facendo una valutazione, parleremo con il River per vedere se si possono cambiare le condizioni economiche rispetto all'inizio. Porteremo avanti il discorso del riscatto, ma non per le cifre pattuite lo scorso anno".
In questi giorni si parla tanto anche del possibile rinnovo di Luca Toni, che deve ancora sciogliete le riserve: "Spetta a lui decidere. Per noi rimane fondamentale, deve essere lui a non avere dubbi. Noi abbiamo bisogno di giocatori motivati. Partiamo da zero e mi auguro che abbia voglia di continuare con noi".
Sogliano ha parlato anche del mancato passaggio al Milan, a lungo sulle sue tracce.
"Ho voluto rimanere a Verona perchè so che l'anno prossimo sarà difficile. Sono rimasto perchè amo le sfide e voglio stare con le persone che mi hanno dato fiducia. Il Milan è una grande società, ma Verona ora è la mia priorità".
In coda la questione Iturbe, cercato da tantissime squadre, in Italia, ma anche in Europa. E le idee di Sogliano sono chiarissime.
"Iturbe vale piu' di 30 milioni, perchè ha la fame del giocatore di strada. Lui ha una voglia incredibile. Lo metterei sotto una campana di vetro e lo conserverei così. E' un campione, io sono innamorato di lui. Abbiamo parlato, è serio. Se riusciremo a venderlo per certe cifre, bene, altrimenti rimarrà e dovrà far vedere che è ancora un fuoriclasse. Non so dove andrà, io mi siedo solo con chi lo vuole veramente. Sono andato a Madrid per parlare con loro, ma adesso si stanno giocando tanto con la Champions. Il mercato sarà molto lungo".
FONTE: TGGialloBlu.it
RASSEGNA STAMPA
Sogliano: "Chi contesta non è vero tifoso" / VIDEO
Postata il 25/03/2014 alle ore 15:45
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate alla vigilia della sfida contro il Cagliari, 29a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14: "Voglio fare solo una precisazione, che mi sembra doverosa nei confronti dei calciatori. Qui mercenari non ce ne sono, spero di essere molto chiaro. Hanno dato tanto fino ad ora, quindi non voglio nemmeno dare troppa importanza ad un cartello appeso. Ma visto che è andato sui giornali nazionali penso sia giusto intervenire anche perché reputo talmente intelligenti i tifosi veri del Verona che se devono dire cose alla squadra vengono direttamente al campo. Non mi sta bene vedere certe scritte, è giusto che i tifosi critichino dopo una partita negativa come quella di Genova, però dare dei mercenari a dei calciatori che hanno dato tanto fino ad ora non lo trovo giusto. Non voglio dare importanza a qualcuno che forse è passato dal campo sbagliato. Questa non è una coccola ai giocatori, io sono molto diretto e la società non è stata felice della prestazione di Genova. Siamo in ritiro per capire che partite così non si devono ripetere, stiamo tranquilli perché la squadra sa che deve fornire prestazioni diverse. Certe parole nei confronti di questo gruppo non mi stanno bene perché i ragazzi hanno dato tutto e ci vuole più rispetto per chi fino ad un paio di settimane fa veniva applaudito da tutti i tifosi".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
25 marzo 2014 - Sean Sogliano |
Sogliano: "Non roviniamo il nostro campionato" / VIDEO
Postata il 20/03/2014 alle ore 16:30
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate in vista della sfida di domenica con la Sampdoria: "Quella di oggi non è una conferenza stampa, sapete che di tanto in tanto mi piace condividere con voi quello che è il momento della squadra. Dato che penso che il Verona abbia fatto un grande campionato, non voglio che si rovini quanto fatto finora di buono in quanto frutto di grandi sacrifici.
Voglio essere chiaro e dire quello che penso sia importante dire. Da diversi giorni si parla solo del passato o del futuro, nessuno parla del presente. Non voglio che si rovini un grande campionato, quindi da oggi si parla solo del presente e delle dieci partite che il Verona deve ancora giocare.
In queste dieci partite contano i punti e i risultati, non è che non ci importi. Parliamo quindi della partita di domenica, di quella di mercoledì sera, perché se i giocatori hanno già la testa a luglio, a chi ci sarà e a chi non ci sarà più inevitabilmente faremo un finale di campionato non bello e che nessuno merita, tantomeno i tifosi.
Quello che ci preme ora è la partita con la Sampdoria, e ho già parlato anche coi giocatori e con Mandorlini. Ho detto loro che siamo stati bravi a raggiungere i 40 punti che per me e per la società rappresentano tanto. E ho fatto presente che queste partite sono importanti anche per loro perché vengono usate dalla società, come è normale che sia, per fare delle valutazioni su chi tenere e chi non tenere.
Oggi parlare di una squadra che avendo raggiunto i 40 punti non ha più nulla da dare è la cosa più sbagliata che si possa fare. Siamo consapevoli di aver raggiunto un grande obiettivo, ma non è assolutamente finita, e i giocatori professionisti questo lo devono sapere. Ogni settimana va vissuta con l’intento di fare risultato alla domenica.
Non ho notato rilassamenti o altro, quello che vedo io è una squadra che si doveva salvare e lo ha fatto, ma che ora deve comportarsi come se di punti ne avesse 20.
I giocatori questo lo sanno, Mandorlini anche, tutti hanno qualcosa da dimostrare sul campo, e voi giornalisti che comunque siete parte importante di questo sistema dovete parlare della partita che verrà. So che ci sono tante tematiche interessanti come il mercato e i rinnovi, ma io in questo momento rappresento l’Hellas Verona ed invito a guardare sempre il presente. I tifosi preoccupati del mio possibile futuro al Milan? Non si devono preoccupare di questo, si potranno preoccupare quando vedranno una squadra che non lotta e una società che non si impegna al massimo. I tifosi devono vedere una squadra motivata e con la voglia di fare un grande finale di stagione, perché nel caso questo non accadesse staremmo buttando via una grande occasione. Tempo per parlare di altre tematiche ci sarà, ora parliamo del presente".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
20 marzo 2014 - Sean Sogliano |
SERIE A
Verona, giovani blindati e conferma più vicina: è l'Hellas di Sogliano
28.02.2014 10.38 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio
Il Corriere di Verona fa il punto sul futuro di Sean Sogliano e spiega come si stiano allontanando le sirene del Milan per il dirigente dell'Hellas Verona. Sogliano è sempre al timone dell'Hellas e sta bloccando anche giovani talenti per il futuro. Rabusic, Chanturia, Maksimovic, il riscatto di Iturbe, quello di Romulo. Il Verona riparte da qui e da un dirigente che era dato in sicura uscita e che ora, dopo una frenata importante, pare destinato alla permanenza al Verona.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
09:26 | 14/02
Hellas Verona, Sogliano: «Obiettivo? Ancora la salvezza»
Sogliano: «Potevo prendere Toni già l'anno scorso»
SOGLIANO HELLAS VERONA TONI - Sean Sogliano, direttore sportivo dell'Hellas Verona, è un ex della partita di lunedì col Torino. Sogliano oggi ha dichiarato: «E' sempre la salvezza l'obiettivo del Verona, non voglio nascondermi ma è solo rimanendo umili che abbiamo raggiunto questi risultati. Cercheremo comunque di fare più punti possibile. I valori che devono caratterizzarci sono la voglia di ribaltare il risultato e la rabbia che si sono viste domenica nella partita contro la Juventus».
TORINO - «Il Torino sta facendo un ottimo campionato, sono contento per il mio amico Petrachi. I granata al secondo anno in A stanno facendo bene dopo una bella salvezza, sono più avanti di noi nel percorso di maturazione e per questo so che non sarà una partita facile. Torino è una piazza importante, vestire quella maglia è qualcosa che resta dentro. Lunedì servirà qualcosa in più per battere il Torino, viene da un brutto risultato ma ha fatto ammattire tutta la Serie A, i tifosi ci daranno una mano».
RABUSIC - «Per quanto riguarda Toni, se si parla di lui limitando ala sua carriera alle ultime stagioni c'è da dire che anche a Firenze ha fatto bene quando è stato chiamato in causa. E' una punta che può esaltarsi ed esaltare il gioco di Mandorlini, mi aspettavo andasse così bene. L'avrei potuto prendere anche l'anno prima, ma ho pensato non fosse giusto portarlo in Serie B, un campione come lui. Rabusic? ha bisogno di tempo ma confido in lui e nelle sue capacità. Milan? Non ne parlo, prima finiamo il campionato» ha detto Sogliano a Tuttosport.
by Gianmarco Lotti
FONTE: CalcioNews24.com
07.02.2014
Sogliano: «Hellas più forte senza rivoluzione»
«Hallfredsson non andrà in Cina, vogliamo chiudere subito un accordo Adesso sotto con la Juve. Sono i più forti ma ogni gara ha la sua storia»
La Juventus viene prima di tutto, il mercato è ormai storia nella testa di Sean Sogliano. «Ci aspetta la partita più difficile, perchè è innegabile che giochiamo contro la più forte di tutte in Italia. Anche se ogni gara ha la sua storia», si preoccupa di puntualizzare Sean, che col Toro riuscì due volte a battere la Juve. Altri tempi, stavolta essere perfetti potrebbe non bastare. Sogliano guarda solo un attimo indietro, a quel venerdì 31 gennaio in cui l'Hellas è stato rimodellato e rafforzato. «Non abbiamo voluto stravolgere niente. Ognuno dei tre nuovi arrivi fra Marquinho, Pillud e Rabusic ha la possibilità di stare in questo gruppo. Longo? Era venuto con tante speranze, ma i primi due mesi non era in condizione. Quando il suo livello di preparazione è migliorato ha mostrato buone cose». Longo è al Rayo Vallecano, ma da giugno il Verona ne avrà la metà del cartellino. La strada per Verona non si è affatto chiusa.
FATTORE MARQUINHO. L'attesa è tutta per lui. Il protrarsi della trattativa con la Roma ha probabilmente diluito il peso specifico della firma di Marquinho, un lusso per squadre di fascia media come l'Hellas. Ci pensa Sogliano a rafforzare il concetto: «Volevamo inserire un giocatore forte, sicuro del fatto che lui può garantire un impatto come quello che ha avuto Romulo. Per Marquinho, poi, questi saranno sei mesi molto importanti per la sua carriera. In Brasile ha giocato a buoni livelli, ha cinquanta partite con la Roma alle spalle. Ci può dare molto».
MICHAEL VA BENE. Sogliano non ha arpionato Michael Rabusic all'ultimo istante, come poteva apparire dall'annuncio a cinque minuti dalla fine del mercato. «L'avevamo visto più di una volta in Europa League. Avevamo bisogno di un attaccante giovane dopo la partenza di Longo. Rabusic ha già una certa esperienza internazionale, ha segnato anche al Siviglia, ha buone referenze. Nonostante sia giovane ha giocato in palcoscenici importanti. Sembrava un'idea che non potesse andare avanti, i tempi erano ristretti ed anche altre squadre europee lo stavano cercando. Alla fine siamo riusciti a prenderlo noi. Non chiediamogli tutto subito, diamogli il tempo di crescere».
EMIL, IL TEMPO SCADE. L'intenzione dell'Hellas sarebbe quella di archiviare in fretta il rinnovo del contratto in scadenza di Emil Hallfredsson, a cui è stato proposto un prolungamento fino al 2016. «Ci aspettiamo un buon esito dalle negoziazioni», ha detto ieri Sogliano, ben sapendo che dopo il riavvicinamento sensibile delle passate settimane l'entourage di Hallfredsson ha lanciato segnali strani usando come arma il gol segnato alla Roma e, implicitamente, un conseguente valore del vichingo adesso più alto. Il giochino del tira e molla non piace molto a Sogliano, che ha avuto la pazienza di attendere ma che non ha intenzione di aspettare all'infinito. Un termine ultimo c'è già: la prossima settimana. Altrimenti l'Hellas punterà decisamente su Marquinho, alternativa più che valida in quella zona di campo. Per Hallfredsson pare sfumata infatti anche la possibilità di andare in Cina e giocare nel Guangzhou agli ordini di Marcello Lippi. Più che una prima scelta Hallfredsson era un'alternativa a Diamanti del Bologna, il cui futuro è sempre più a oriente. Hallfredsson è in questo momento la vera priorità. Non è un'urgenza invece il contratto di Daniele Cacia. Se ne parlerà più avanti. Sogliano qualche messaggio al bomber l'ha voluto lanciare: «Se è rimasto deve accettare le stesse situazioni che si sono create anche all'andata. Se si allenerà bene però potrà dimostrare il suo valore e lo spazio che saprà meritarsi».
A.D.P.
FONTE: LArena.it
Sogliano: il punto sul mercato / VIDEO
Postata il 06/02/2014 alle ore 17:00
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, relative al mercato dell'Hellas Verona FC: "Abbiamo voluto prendere un attaccante giovane per ringiovanire il parco, per questo abbiamo voluto Michael. Nonostante sia giovane ha già giocato su palcoscenici importanti, in Europa e in Nazionale. E’ un giocatore importante, che riuscirà sicuramente a inserirsi al meglio in gruppo. Quando abbiamo notato questo giocatore internazionale ma dal costo accessibile abbiamo subito messo a segno questo colpo.
Il mercato? Non avevamo bisogno di stravolgere nulla, abbiamo preso tre nuovi giocatori di livello per rinforzare la struttura già presente.
Hallfredsson? Non lo abbiamo voluto vendere, ora ci aspettiamo di riuscire a portare a termine la questione del rinnovo contrattuale. Cacia? Vorrebbe più spazio, ma nonostante avesse varie offerte ha voluto rimanere con noi, saprà aiutarci ancora. Longo? Ha giocato poco, ma d’altronde non era in condizione per i primi due mesi passati qui. Ha voluto andare a giocare di più e giustamente non lo abbiamo trattenuto.
Marquinho? Ha una buona esperienza, è un giocatore forte come volevamo e siamo felici che ora sia con noi.
L’entusiasmo? Non ci manca, la vittoria di Sassuolo lo prova. E siamo un gruppo forte che può resistere a forti pressioni esterne e ad assenze importanti.
La Juventus? La partita più difficile della stagione contro la squadra più forte. Noi proviamo a fare punti con tutti e così faremo anche contro i bianconeri".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
6 febbraio 2014 - Sean Sogliano |
24.01.2014
«Marquinho? È vero, ci piace Emil più vicino»
«Cacia soffre questa situazione. Valutiamo insieme. Mihaylov può partire. Floccari? La Lazio non lo molla Per Donati è arrivata un'offerta. Rubin va al Chievo
A tutto Sean: Jorginho, mercato, futuro, Milan. Ma l'Hellas davanti a tutto. A seguire il campionato. E naturalmente un messaggio anche alla piazza e ai tifosi. Sean Sogliano ieri è tornato a parlare al centro «Paradiso« di Peschiera del Garda. Occasione utile per fare chiarezza su quanto è stato fatto e su quello che attende il Verona nelle prossime ore. Fino alla chiusura del mercato di riparazione.
Sogliano, perchè avete ceduto subito Jorginho?
«È stata fatta una scelta in linea con i desideri della società. Rispettare cioè gli impegni presi con tutti. La cessione ci ha permesso di fare fronte alle scadenze economiche e agli impegni con i nostri tesserati. Volevamo dimostrare solidità e puntualità. E il trasferimento di Jorginho ci ha permesso di non disattendere questi punti. Sia inteso: tutti saremmo stati contenti di cedere Jorginho a giugno. Ma spero che questa valutazione vada capita. Avverto in giro una flessione dell'entusiasmo. Spero ritorni. Spero che tutti capiscano. Spero che la nostra gente continui a starci vicino. Si è fatto molto in questa prima parte di campionato, andando al di là di ogni più rosea aspettativa. Qui si vuole andare avanti. Non ci siamo di certo adagiati. Questo concetto deve passare chiaro».
Può avere influito in qualche modo, in questo calo di entusiasmo, la voce che la vuole ormai al Milan?
«Di me non parlo oggi. Siamo qui a parlare di Verona. Credo comunque non abbia influito. Deve passare pure un altro concetto: quello di oggi non è più il calcio dei mecenati. Il club dev'essere gestito come una azienda».
Marquinho è un obbiettivo?
«Marquinho è forte. E ci piace. Valuteremo in questi giorni quelle che sono le possibilità che ha il Verona di dare seguito a questa trattativa. La nostra è piazza che gli piace».
Si è parlato pure di Floccari
«Va in scadenza. C'è concorrenza e in più la Lazio non è certo intenzionata a farlo partire a titolo gratuito»
Cacia piace al Leeds e piaceva al Livorno. Può partire davvero nei prossimi giorni?
«Cacia ha offerte. Valuteremo insieme cosa è giusto fare. Di sicuro, soffre questa situazione che non lo vede spesso in campo. Sia inteso: nessuno si è dimenticato di quello che ha fatto Cacia per noi. La riconoscenza non è finita. Ascolteremo le sue parole. Decideremo serenamente».
Hallfredsson sembra essere più vicino. Rinnoverete?
«Abbiamo parlato con il suo procuratore. In un primo tempo non era stata ritenuta congrua la proposta di rinnovo che gli abbiamo fatto. Ma adesso posso dire che siamo più vicini. C'incontreremo. Forse anche a febbraio, a mercato già chiuso. E credo si possa arrivare ad un accordo».
Longo era già al Levante. Ma oggi è tornato in rosa...
«Non è stato trovato l'accordo tra Inter e spagnoli. A tutti gli effetti Longo è un giocatore in forza al Verona. Si allena bene e non escludo che continuando su questa strada possa tornare utile alla causa».
Mihaylov?
«Ha chiesto di essere ceduto. Senza polemiche. Vista anche la buona stagione di Rafael, se si creeerà la situazione ideale, partirà».
Che cosa si aspetta il tifoso veronese dal mercato?
«Io credo che il tifoso dell'Hellas pensi soprattutto al campo, a quello che succede durante la partita. E credo si aspetti di vedere quindi sempre una squadra sospinta da un grande entusiasmo».
Anche Rubin va?
«Rubin dovrebbe essere del Chievo. Credo».
Il Bologna insiste per Donati. Può partire?
«Per Donati c'è un'offerta. Abbiamo tempo di fare le nostre valutazioni. Il mercato non chiude subito».
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
Sogliano: il punto sul mercato / VIDEO
Postata il 23/01/2014 alle ore 16:59
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, relative al mercato dell'Hellas Verona FC: "Se il mercato sta disturbando? L'ambiente non è al massimo dell'entusiasmo, e per me è un grande sbaglio che stiamo facendo. Il mercato è lungo, in giro sento tante voci negative: se vogliamo farci del male questa è la strada più giusta. Di progetto noi non abbiamo mai parlato, l'anno scorso abbiamo vinto il campionato, quest'anno abbiamo cercato di fare il massimo con le nostre risorse ed i punti fatti sono importanti. Mi piacerebbe che si continuasse con l'entusiasmo per una squadra che ha affrontato la Serie A nel modo giusto. Viviamo con lo stesso spirito le partite che rimangono, non viviamo con il dispiacere di aver ceduto un calciatore. Voltiamo pagina, sembra non ci sia più entusiasmo, affrontiamo tutte le partite restando uniti con l'ambiente e con la voglia di portare a casa punti. Cacia? Ha delle offerte che in questi giorni valuteremo. E' un giocatore che fa fatica a vivere questa situazione, è abituato a giocare con continuità. Parlerò tranquillamente con lui e capiremo insieme cosa fare. Hallfredsson? Ho parlato con il suo procuratore, abbiamo fatto la nostra proposta che sta valutando il calciatore. C'è la possibilità di trovare un accordo. Movimenti in entrata? Questo è un mercato particolare, i tifosi vorrebbero vedere una squadra che ha grossi stimoli. Se ci sarà la possibilità di migliorare la rosa la seguiremo. Longo? La trattativa col Levante è saltata per problemi tra gli spagnoli e l'Inter. Ora è un calciatore del Verona, se si allena bene potrebbe tornarci utile, parleremo con lui. Floccari? Ha tante richieste, è in scadenza di contratto ma la Lazio difficilmente lo cederà. Mihaylov? Il portiere ha richiesto di essere ceduto, senza fare polemiche, vuole giocare con continuità. Marquinho? E' un calciatore forte, ha richieste, questa è una piazza che gli piace".
Ufficio Stampa
23 gennaio 2014 - Sean Sogliano: Mercato & Società |
Sogliano: il punto sulla società / VIDEO
Postata il 23/01/2014 alle ore 17:00
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate durante la conferenza stampa in vista di Hellas Verona-Roma, 21a giornata del campionato Serie A TIM in programma domenica 26 gennaio (ore 12.30): "La Roma? Sicuramente è una squadra molto forte. Lo sta dimostrando in campionato ed in Coppa Italia. Sono in salute, sarà una partita molto difficile per noi. Siamo consapevoli di avere una classifica importante, le motivazioni non devono mai mancare e affrontare una squadra come la Roma è un orgoglio: cercheremo di metterli in difficoltà. La cessione di Jorginho? La società ha fatto una scelta, tenendo presente una linea economica data dal presidente: era meglio fare una cessione a gennaio per dare solidità e mantenere degli impegni presi con tutti. Una società di calcio ha delle scadenze, nel riguardo di tutti i tesserati, ed è stata fatta la scelta di esseri solidi e puntuali. La scelta del presidente è quella di non avere conti in sospeso, per dare un futuro sicuro all'Hellas.Tutti noi avremmo voluto dare via il calciatore a giugno, ma le offerte non arrivano quando vogliamo. Mi farebbe ridere tornare a sentire vecchi discorsi nei confronti della società, fatti solo per metterne in discussione l'operato. Vorrei vedere l'entusiasmo delle ultime partite, la squadra ha dato tutto e dobbiamo affrontare ancora molte sfide, per questo dobbiamo essere motivati e continuare a sentire l'entusiasmo dei tifosi, grazie al quale abbiamo raggiunto ottimi risultati. Togliere degli alibi al gruppo per il mercato? Alibi non ce ne sono, dobbiamo ancora fare dei punti per raggiungere l'obiettivo e siamo nel nostro primo anno di Serie A. Vengo anch'io dalle categorie più basse, ed una volta arrivato in Serie A vuoi rimanerci a tutti costi. Il fatto di essere stati in Serie C deve essere la nostra forza, dobbiamo avere la rabbia di dimostrare che siamo da massima serie. Cirigliano? Per me può fare molto meglio, tornava in campo dopo più di un mese ed è un ragazzo che ha forti motivazioni. Non facciamo paragoni con Jorginho, lui ormai è al Napoli e noi gli facciamo i migliori auguri. L'errore di Gonzalez? Non è da giudicare, ha giocato una buona partita. E' un ragazzo emotivo, ha pagato l'inizio complicato e vorrebbe entrare nel cuore dei tifosi. Ha fatto sempre delle buone partite, secondo me è una questione più mentale che tecnica, sta a lui capire di essere in grado di non commettere errori".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
11:56 | 21/01
Milan, Sogliano sempre più vicino
Sarà lui l'erede di Braida?
CALCIOMERCATO SERIE A MILAN VERONA - Se ne parla ormai da mesi in ambiente Milan, chi sarà il successore di Ariedo Braida? I bene informati sono pronti a scommettere su Sean Sogliano, attuale ds del Verona dove ha svolto un ottimo lavoro. Il suo nome pare l'unico in grado di mettere d'accordo Adriano Galliani e Barbara Berlusconi, profilo giovane ed elegante ed occhio finissimo.
GALLIANI-SETTI - Lo stesso AD rossonero, come ricorda oggi Il Corriere di Verona, nel post partita di Milan-Verona ha lasciato intendere, parlando tra le righe come è solito fare, che a fine stagione l'ipotesi Sogliano non sia affatto campata in aria. Sull'altra sponda, il presidente Setti, al riguardo, con un «ci confronteremo a fine stagione» riferito al suo ds, non ha di certo smentito, anzi.
by Massimiliano Iacobelli
FONTE: CalcioNews24.com
20.01.2014
Sogliano a casa Milan per ora... di passaggio
Galliani ha dribblato le domande insidiose sul nuovo diesse rossonero. Ma ormai la scelta è stata fatta
MILANO. Luci a San Siro. Presto saranno familiari a Sean Sogliano. L'uomo scelto dal Milan per un nuovo rilancio. Predestinato. Lo voleva Adriano Galliani. Pure Barbara Berlusconi pare si sia convinta che il direttore sportivo sia l'uomo giusto per ridare vigoria al Diavolo. Tanto si è detto. Poi è calato il silenzio. Il Milan, però, ha scelto. Sogliano pare aver battuto ogni concorrenza. E a giugno, salvo clamorose sorprese, tornerà nel club che ha già visto protagonista in passato il padre Riccardo. Low profile. Questo piace di Sogliano. Uno che è partito dal basso e che non ha mai chiesto sconti alla vita.
A Varese ha realizzato il suo primo grande capolavoro. Portando i biancorossi alle soglie della serie A. Mentre a Palermo non ha avuto il tempo e lo spazio necessari per imporsi fino in fondo. Sean ha 42 anni, ma sembra essere da una vita nel mondo del calcio dei direttori. Che comprano, vendono. E meno sbagliano più sono bravi. Sean? Navigato. Più navigato del più navigato dei marinai. Lupo di mare e di terra. La sfida di San Siro tra il Milan e il "suo" Verona gli avrà regalato probabilmente strane sensazioni. A cavallo tra passato, presente e futuro. Che poi, giugno è dietro l'angolo. E per lui inizieranno magari altri sospiri. Di Champions. Ma questa è un'altra storia. Ne ha parlato anche Adriano Galliani. Gli hanno chiesto di Sogliano e lui, col solito sorriso "alla Galliani" ha risposto ni. Ha dribblato, non ha detto di no. "Sogliano?" ha sorriso. "E' un dirigente di un'altra squadra e voi sapete che i dirigenti non possono cambiare maglia durante la stagione...".
Intanto, il presente dice che Sogliano ha rapito il cuore rossonero grazie a scelte oculate sul campo. Quelle che hanno fatto grande il Verona di Mandorlini e Setti. Toni, per esempio. Rinato a Verona. Carta d'identità rinfrescata, tanti gol. E peccato che un attacco febbrile lo abbia messo alla porta ieri sera. E poi c'è Juan Iturbe. Un perfetto sconosciuto al calcio italiano. Buone referenze certo. Ma quando metti piede in serie A per la prima volta, non sai mai quello che può accadere. E lì Sean c'ha visto ancora giusto. Dimenticato qualcuno? Beh, sì: Jorginho. Andato al Napoli per cinque milioni. Altri cinque il Verona li porterà a casa a fine stagione. Ma potrebbero essere anche di più nel caso "Giorgio" faccia scintille con la maglia azzurra.
Dunque, facciamo due conti. Il Verona prende dieci milioni da Jorginho, riscatta Iturbe e ne guadagna come minimo altri cinque per la sua cessione. La permanenza in serie A vale un'altra valangata di soldi dai diritti televisivi. Sogliano saluta tra gli applausi del pubblico festante, garantendo tranquilla sopravvivenza all'Hellas, un tesoretto di circa 15 milioni e magari pure qualche colpo d'addio. Come non innamorarsi di uno così. Elegante, spontaneo, intuitivo. Il Verona in campo. San Siro tutto intorno. La nuova casa di Sean. Diavolo di un Sogliano.
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
EDITORIALE
Pagellone di fine anno: i voti ai 20 Direttori Sportivi italiani
Nato ad Avellino il 30-09-1983 vive a Milano dal 2005. Per 9 anni caporedattore Calcio e volto principale della testata "Sportitalia". Dal 2007 dirige Tuttomercatoweb. Organizzatore e conduttore dei Gran Galà del Calcio AIC 2011 e 2012
30.12.2013 00.00 di Michele Criscitiello Twitter: @MCriscitiello
Non poteva mancare, tra un panettone e un torrone, il Pagellone del 2013 dei Direttori Sportivi di serie A. Passano sotto il nostro controllo a fine mercato e a fine anno. In molti ti ringraziano, gli altri si offendono, altri ancora fanno finta di non aver letto ma c'è una certezza: tutti leggono e tutti commentano. Siamo contenti che, in questi anni, abbiamo reso Tuttomercatoweb il "Vangelo" del calciomercato italiano. Te ne accorgi nel bene, dai numeri audiweb, ma soprattutto dal male quando ti chiamano incazzati perché ... "l'ha scritto Tuttomercatoweb" e invece era solo una notizia di colleghi riportata come rassegna stampa sul nostro sito. A fine anno è tempo di ringraziamenti, lo faccio in dieci secondi. Il primo grazie ai lettori che hanno consentito a Tmw di diventare la prima testata giornalistica di calciomercato, facendo tre-quattro giri intorno ai competitors. Un grazie all'editore, tra i pochi con la E maiuscola, in un mondo (l'informazione) di improvvisati. L'ultimo e più sentito grazie alla mia redazione che ogni giorno mette l'anima per arrivare prima degli altri sulla notizia di calciomercato. Stop! Passiamo ai voti...
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Hellas Verona, Sean Sogliano Voto 7
Il vero Re del mercato, la vera sorpresa. Silenzioso, lavora, ha occhio e gestisce bene lo spogliatoio. Non è un caso che il Milan lo segua per il dopo Galliani. Conosce i calciatori di tutto il mondo e ha appreso dal padre le tecniche principali del calciomercato. Un plauso a Zamparini per averlo buttato dalla finestra dopo pochi mesi. Attenzione: Sean è bravo ma corre un rischio, quello di dover pensare a troppe squadre. Pensi al Verona e faccia fare lo Spezia a chi è pagato per fare lo Spezia. Si metterebbe contro tanti colleghi e Presidenti se volesse tenere più piedi in una sola scarpa.
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FONTE: TuttoMercatoWeb.com
21.12.2013
«Cessioni a gennaio solo se l'offerta sarà irrinunciabile»
SEAN SOGLIANO
L'uomo del monte non dice nulla. Ancora. Fedele ad un ermetismo che gli ha permesso di piazzare grandi colpi e di costruire un grande Verona. Sean Sogliano vede arrivare microfoni che scottano. Tutti vogliono sapere del suo futuro. Indiavolato? Ancora no. Solo Hellas per il momento.
Sogliano, arriva gennaio, il suo mese...
«La risposta è scontata: da lunedì si parla di altro. Ma oggi dobbiamo restare concentrati sulla partita di domenica, visto che affronteremo una squadra che dispone di giocatori di ottimo livello e che avrà tutta la voglia di venire a Verona a fare risultato».
Da ex calciatore: avrebbe maggiore difficoltà a marcare Toni o Klose? I due sono stati insieme al Bayern Monaco e si ritroveranno di fronte al Bentegodi
«Penso sarebbe una giornata dura. Klose è un grande giocatore, importante per la Lazio. Toni per noi è fondamentale. Lo considero un top player per l'Hellas. Mi è capitato di marcarlo quando era un po' più giovane. So cosa vuol dire giocarci contro. Magari lui dirà il contrario, ma quando l'ho marcato io, non mi ha fatto gol. Battute a parte, sono due giocatori difficili da marcare».
Un passo indietro. Quanto servirà il mercato di riparazione al Verona?
«Gennaio è mercato particolare. C'è da migliorare o da sistemare giocatori che hanno giocato poco. Anche noi siamo migliorabili. Poi, dopo, bisogna sapere cosa possiamo fare noi e a quale mercato potremo partecipare. Di sicuro non è giusto cambiare tanto per cambiare visto che questo Verona sta facendo punti, e il rendimento è andato oltre ogni più rosea aspettativa. Di sicuro, ad ogni partita mi aspetto risposte dai giocatori che scendono in campo. Per me anche la partita di domenica deve dare delle risposte, sapendo che ci aspetta un impegno molto difficile».
Se Setti le dicesse: spendiamo ma abbiamo una sola carta da giocare per un nuovo titolare. Dove la spenderebbe questa carta?
«Difficile dare una risposta. E normale che in questo momento abbiamo preso diversi gol. Ma non solo per problemi legati ai singoli. Credo sia giusto parlare di equilibri. Quest'anno la squadra ha dimostrato di avere ripartenze importanti e qualità superiori a quelle dell'anno scorso. In B avevamo avuto la miglior difesa, e nonostante in avanti avessimo un Cacia capace di segnare tanti gol, non davamo l'impressione di essere pericolosi come lo possiamo essere oggi. Forse la difesa, oggi, subisce qualche gol in più perchè centrocampo e attacco hanno grande proiezione nella ripartenza. I numeri restano importanti. Un difensore lo valuteremo. Ma sono tutti discorsi che andremo a prendere in considerazione dopo Natale».
Tempo di rinnovi. Si parla di Hallfredsson e Cacia. Qual è la loro situazione?
«A gennaio prenderemo delle decisioni in maniera molto serena. Siamo tranquilli e sappiamo come comportarci. Oggi non serve avere segnali. Non conta ora, ma a gennaio».
È Jorginho il giocatore più richiesto?
«Ripeto: a gennaio il mercato è particolare. Valuteremo la possibilità di dare seguito a cessione di giocatori solo nel caso ci vengano sottoposte offerte irrinunciabili. Che al momento non sono contemplate. Mai dire mai nella vita e nel calcio. Il mercato è molto lungo. Ma in questo momento non ci sono trattative avviate in questo senso».
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
20 dicembre 2012 - Sean Sogliano |
Sogliano: "Concentrati soltanto sulla Lazio" / VIDEO
Postata il 20/12/2013 alle ore 17:05
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le principali dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate al "media event - Natale gialloblù" presso il ristorante Hellas Kitchen: "Il mercato? Se ne parlerà da lunedì, prima abbiamo una partita difficilissima da giocare, contro una squadra con grandi giocatori che ha tanta voglia di tornare nelle posizioni per la quale è stata costruita. Non solo questo, ma vorranno venire a fare risultato. Noi dobbiamo stare tranquilli e concentrati, bisogna pensare soltanto alla sfida contro la Lazio. Di sicuro questa di gennaio sarà la sessione più complicata, perché basta poco per migliorare o peggiorare in maniera significativa una squadra e tutte agiscono per dare una svolta positiva alla stagione. Di sicuro non cambieremo tanto per cambiare. Il reparto che può apparire più debole è forse la difesa, ma i gol che subiamo sono anche dovuti al tipo di gioco che facciamo. Abbiamo grande velocità e pericolosità nelle ripartenze, mettiamo in crisi tante difese ma questo ci impone di scoprirci e prendere qualche gol in più. Ad ogni modo non mi scucirò, ad oggi non mi interessa parlare di mercato, valuteremo entrate e uscite a tempo debito. Più difficile marcare Toni o Klose? Per un difensore sarebbe una giornata dura in entrambi i casi... Klose è un grande giocatore, per la Lazio è importante. Toni è fondamentale per noi ed è un grande giocatore. Dovremo stare attenti".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
12.12.2013
Sogliano: «Il Milan? nessun contatto»
Il presente è solo Hellas. Il suo nome viene accostato quotidianamente al Milan, l'uomo che potrebbe mettere d'accordo il vecchio e il nuovo, Adriano Galliani e Barbara Berlusconi ma il diesse gialloblù scende in campo per allontanare dubbi e sospetti. «Non sono bugiardo - ammette - quando apro i giornali leggo con piacere che una società importante come il Milan mi sta cercando ma il mio presente è qua».
Perchè tutte queste voci?
«Non lo so. In questo momento c'è solo il Verona, non ho nemmeno bisogno di specificarlo, è la normalità. E non ho bisogno di dimostrare nulla. Non dico che lavoro 24 ore su 24 perchè ogni tanto dormo ma quando sono sveglio penso solo all'Hellas, al bene di questa società e di questa squadra. Dopo la sconfitta con la Sampdoria, in Coppa Italia, solo per fare un esempio, sono rimasto con la squadra in ritiro, sono stato con il mister fino alle due di notte per parlare con mister Mandorlini, per studiare la situazione, per capire che cosa si poteva fare per affrontare nel miglior modo possibile la sfida con l'Atalanta. Questa è la mia risposta a quelli che mi vedono già lontano da qua».
Il futuro?
«Nessuno sa che cosa succederà. E non lo so neanch'io. faremo chiarezza alla fine del campionato insieme al presidente del Verona. L'anno scorso abbiamo fatto la stessa cosa anche se avevamo appena vinto il campionato. Ci siederemo intorno a un tavolo, a bocce ferme, parleremo del mio futuro e di quello del Verona. Un progetto che stiamo seguendo da un anno e mezzo, per questo ora c'è solo il presente, il presente si chiama Catania».
Che partita sarà?
«Dobbiamo andare in Sicilia per portare a casa punti. Ora la mia attenzione è solo alla sfida con il Catania, la mia e quella di tutta la squadra. Loro sono all'ultima spiaggia, ci aspettano per rilanciarsi, noi non dobbiamo diventare le vittime sacrificali. Loro hanno bisogno di punti, ne abbiamo anche noi. Finora abbiamo fatto molto bene ma dobbiamo continuare così, non siamo nella condizione di mollare la presa».
Ma queste voci non rafforzano l'Hellas...
«Non c'è nulla di concreto. Parliamo di idee, di voci, di gossip. Ho parlato con il presidente Setti di questa situazione, lui sa tutto. Se non lavorassi solo per il Verona potrei indebolire la società o portare turbative nella squadra. Non è così. Non cambio il mio modo di lavorare perchè circolano queste voci. A obiettivo raggiunto parlerò con il presidente, faremo il punto sul nostro futuro. Adesso penso solo al presente. Anche perchè l'Hellas non è un momento di passaggio ma una certezza».
Setti ha detto che Sogliano non andarà via...
«Quando sono venuto a Verona ho lasciato qualche proposta importante, anche da società di Serie A. Dopo l'esperienza a Palermo avevo la necessità e il desiderio di lavorare in una società importanti anche in condizioni difficili, volevo legare la mia carriera a una piazza ambiziosa, a una società che voleva arrivare in alto con un progetto serio»
Il patron gialloblù ha detto che l'ha salvato due volte...
«Sì, perchè avevo già firmato con il Genoa e mi ha portato a Verona. Il presidente scherza sempre ma la mia fortuna è stata proprio quella di aver trovato una persona come Setti, molto chiaro, molto trasparente. C'è una linea da seguire e so che posso lavorare senza pressioni. Ovviamente vengo considerato dai risultati ma questo è giusto»
L'interesse del Milan per Sogliano è anche un premio al lavoro fatto per il Verona
«Parlare del diesse del Verona, o del mister, o di un giocatore in ottica Milan vuol dire che le scelte fatte dal presidente dell'Hellas sono state giuste, vuol dire che ha voluto persone preparate che hanno lavorato con grande passione e professionalità per il Verona».
Sogliano è indispensabile per l'Hellas?
«Qua non c'è nessuno di insostituibile. Tutti siamo importanti ma prima di tutto deve venire il Verona, la storia gialloblù conferma questa filosofia»
Nessun contatto con il MIlan?
«Non ho mai parlato con la soscietà o con i dirigenti rossoneri. Poi è normale che se parli con un procuratore, l'amico degli amici, un giornalista e tutti dicono che l'interesse c'è vuol dire che qualcosa c'è sotto. Se mi chiama Galliani? Cosa dico? Nessun problema, non mi chiamerà Galliani perchè siamo in mezzo alla stagione e sa che sto lavorando per l'Hellas».
FONTE: LArena.it
Sean Sogliano sulle voci che lo danno al MILAN... |
Sogliano: "Penso al presente e al Catania" / VIDEO
Postata il 11/12/2013 alle ore 15:00
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le principali dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate sotto la sede di via Belgio in vista della sfida Catania-Hellas Verona: "Sinceramente leggere dell'interessamento da parte di una società come il Milan non può che far piacere, vuol dire che qualcosa di buono abbiamo fatto. Io non sono un bugiardo, non posso negarlo. Questo però non cambia la mia situazione, io sono concentrato esclusivamente sul presente e sulla sfida di Catania, non dobbiamo sottovalutare una partita molto complicata. Poi a fine stagione mi siederò al tavolo e parlerò con il presidente, come ho fatto l'anno scorso. I contatti con il Milan? Non ho ricevuto nessuna chiamata e credo che non ne arriveranno, perché tutti sanno benissimo che in questo momento la mia testa e il mio tempo sono solo per il Verona. La nostra squadra è sorprendente? Possiamo continuare a far bene solo se scendiamo in campo con la stessa determinazione vista con l'Atalanta. L'esempio è stato Cirigliano che con lo zigomo rotto è rimasto in panchina a sostenere i compagni".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
SERIE A
Milan, Braida prosegue i contatti per la risoluzione del contratto
10.12.2013 13.16 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio
La prossima settimana sarà importante per il futuro del Milan. Lo sottolinea oggi La Gazzetta dello Sport che scrive come il direttore sportivo Ariedo Braida che prosegue i contatti per la risoluzione consensuale del rapporto con club rossonero. Dopo ventotto anni, l'addio è vicino ed all'orizzonte c'è sempre la candidatura di Sean Sogliano, ora uomo mercato dell'Hellas Verona e legato agli scaligeri ancora da due anni di contratto.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
04.12.2013
Sogliano mette d'accordo Galliani e Lady B
Supera la concorrenza di Leonardi e Bigon junior ma Setti è molto tranquillo «Lui non si muove da qui»
Il Diavolo pare faccia davvero sul serio. Per il nuovo Milan, diviso a metà tra la rampolla Barbara Berlusconi e l'uomo di fiducia del presidente, Adriano Galliani, pare ci sia spazio per Sean Sogliano. Un «rumors» prima. Una notizia passata e ripassata oggi. Sean sembra avere proprio le «physique du role». L'uomo giusto per il Milan della nuova generazione berlusconiana.
Appeal e competenza. Il giusto pedigree, la giusta fame. Le giuste credenziali. E il Verona a fargli da ideale cassa di risonanza. Ormai si parla con insistenza di questa possibilità. Non subito, naturalmente. Ma a termine della stagione in corso.
Anche se, va detto, Sogliano, è legato per un altro anno al club di Maurizio Setti. Galliani e Lady Barbara avranno a breve un incontro che dovrebbe portare calma piatta in casa rossonera. E il «vis a vis» potrebbe anche servire a delinare le strategie, comuni, per il futuro immediato. Per il nuovo assetto tecnico era stato speso il nome di Paolo Maldini, un campionissimo rossonero. Piace a Lady B, un po' meno, pare, a Galliani (che non ha comunque preclusioni), che preferirebbe affidarsi esclusivamente ad un direttore sportivo rampante, dotato già di buona conoscenza del campo sul quale attivarsi e agire.
Nel lotto di nomi, quello di Sogliano pare avere superato di gran lunga Pietro Leonardi del Parma e Riccardo Bigon del Napoli. Certo, a oggi non c'è nessuna trattativa. Ma in casa rossonera, presto, potrebbero avere le idee molto chiare. E Sean Sogliano, negli ultimi anni, ha dimostrato di saper lavorare molto bene. Testimonianza ne è la sua esperienza a Verona. Un successo dietro l'altro. La promozione dalla serie cadetta e il mercato frizzante di quest'estate devono avere convinto una volta di più Galliani a puntare su di lui. Dunque, per Sean potrebbero spalancarsi le porte di un grande club che pare prepararsi per una svolta epocale.
Presto Barbara Berlusconi e Galliani parleranno del futuro della società rossonera. E il nodo legato al ruolo di nuovo direttore sportivo potrebbe mandare subito in copertina Sogliano. Esistono fisiologici tempi tecnici. Neanche troppo lunghi. a dire il vero. Presto si saprà. Il presidente Maurizio Setti ha allontanato tutte le nuoivole. «Lui fa parte del progetto - ha detto - non si muove da qui».Ma Sogliano piace per la capacità di pescare all'estero giocatore da trasformare in scommesse vincenti. In Sud America ha trovato il nuovo oro. Vaso di coccio in mezzo a tanti vasi di ferro. E dove non arriva il blasone, arriva la strategia di un uomo che ha imparato a muoversi veloce nell'ombra. Iturbe è uno dei suoi tanti colpi a sensazione. Il Milan, presto, potrebbe volerlo tutto per se. Non Iturbe, ma Sean.
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
EDITORIALE
Sean Sogliano, il vero talento di casa Hellas
21.11.2013 00:00 di Michele Zomer Twitter: @Mikzomer
Fonte: Michele Zomer
La finora magistrale gestione del giovane Jorginho, che molti avrebbero ceduto in estate e qualcun altro per il fisico minuto non avrebbe riproposto in A. Il coraggio nel puntare su un vecchietto di nome Luca Toni quando tanti lo consideravano già in pensione anticipata. La fermezza nel portare a Verona Nikolay Mihaylov senza accantonare a priori il veterano gialloblù Rafael. La riconferma dell'ossatura della B e le grandi operazioni in chiave futura. Chiaro il riferimento a Ezequiel Cirgliano ed al talentoso Juan Manuel Iturbe. Il prestito di Romulo, passato sotto traccia, rivelatosi poi rinforzo sensazionale per la mediana gialloblù. Senza dimenticare il più che ottimo lavoro nella gestione dei suoi uomini sul fronte cessioni.
Queste alcune delle grandi operazioni firmate Sean Sogliano, uomo del mercato gialloblù. Un mercato frutto di una programmazione che parte da lontano, ancor prima dell'ufficialità della presidenza Setti. L'attuale numero uno dell'Hellas aveva già individuato nella persona di Sogliano, dirigente stimato conosciuto da molti, ma sul quale avrebbero puntato in pochi, il suo fido collaboratore. Maurizio Setti, da grande imprenditore di successo, può dire ancora una volta di aver azzeccato la mossa. La rinascita sportiva dell'Hellas Verona passa senza alcun dubbio dall'abilità gestionale di Sogliano. Uomo determinato, grintoso, motivato e sempre in movimento per ottenere il meglio dalla sua immensa mole di lavoro.
Un vero “outsider”. L'outsider del mercato. Quell'outsider che chiedeva di essere ai suoi nella rincorsa alla A nei momenti difficili della B. Un outsider che non ha di certo dimenticato da dove viene. Da un cammino fatto di sacrifici e duro lavoro. Da una lunga gavetta. Partita della grande scalata col Varese, condotto dall'Eccellenza alla Serie B. Passata dalla sfortunata apparizione a Palermo. Per tornare ad ottimi livelli col Verona. Dall'Eccellenza lombarda alla Serie A col Verona, dove per adesso pare aver trovato l'ambiente ideale. Un progetto su misura per l'outsider piemontese, figlio di Riccardo, già dirigente stimato in società blasonate del nostro calcio.
Ora l'outsider di Varese e del primo anno di Verona è maturato, trasformandosi in un vero e proprio talento, un po' come i giovani sui quali Sean ha avuto il coraggio di puntare e lanciare nel calcio dei big. Ora Sogliano, numero uno dei talenti gialloblù, è sul taccuino dei grandi club. Prima l'Inter, ora il Milan, domani chissà. Le voci sono già molte, ma una cosa è certa: Setti farà di tutto per mantenere a Verona uno degli artefici di questa splendida rinascita. I due si conoscono e si stimano. Sean sa come lavora Setti e viceversa. Fra loro c'è grande armonia. Perché cambiare in un momento di crescita globale su tutto il fronte societario?
Provare il grande salto o tentare la conferma togliendosi altre soddisfazioni in un ambiente familiare? Ebbene la risposta la conosceremo soltanto a fine stagione. Sogliano, a nostro avviso, potrebbe crescere ancora e rendere ancora più grande questo Verona. Un sogno. Una grande scommessa. Una sfida di colore gialloblù che tutto il popolo dell'Hellas si augura possa, ma soprattutto voglia, continuare ad affrontare...
FONTE: TuttoHellasVerona.it
Sogliano: "Spirito di una squadra da salvezza" / VIDEO
Postata il 24/10/2013 alle ore 16:30
VERONA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le principali dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù in vista della sfida Inter-Hellas Verona, 9a giornata del campionato Serie A TIM 2013-14 in programma sabato 26 ottobre (ore 20.45) allo stadio "Giuseppe Meazza": "Strano andare a San Siro davanti all'Inter in classifica, ma è una sensazione bellissima. Quello che stiamo passando è un ottimo momento, si sta parlando di noi in maniera positiva a livello nazionale e questo fa piacere alla società e a tutti i tifosi. Dobbiamo però mantenere i piedi per terra e pensare solo al nostro obiettivo, che resta la salvezza. La squadra ha tanta voglia di dimostrare qualcosa, ha fame, e per portare a casa punti da San Siro dovrà fare la partita della vita. Siamo sotto i riflettori, ma nel nostro modo di lavorare non è cambiato nulla: questa è la cosa più bella".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
24 ottobre 2013 - Sean Sogliano |
Hellas Verona: l'Inter punta Sogliano
HELLAS VERONA, SERIE A ottobre 18, 2013 , by Donato Boccadifuoco
È da poco nata ufficialmente la nuova era nerazzurra del presidente indonesiano Erik Tohir. Conseguentemente a questo nuovo insediamento sul trono dell’Inter, la nuova società è già all’opera per strutturare il nuovo organigramma con i relativi incarichi dirigenziali. Uno dei papabili candidati alla poltrona di prossimo direttore sportivo sarebbe l’attuale Ds dell’Hellas Verona, Sean Sogliano.
Il cosiddetto “calciomercato” non vive di soli giocatori; oltre ai canonici trasferimenti di calciatori infatti, le società mettono spesso nel mirino anche dirigenti sotto contratto con altre squadre. È proprio il caso dell’Inter che sta ufficialmente iniziando la caccia al nuovo direttore sportivo in vista di grandi cambiamenti previsti nel proprio assetto societario. Stando ad alcune indiscrezioni rivelate dal quotidiano “Il Tempo“, l’Inter avrebbe attualmente un occhio di riguardo per il direttore sportivo dell’Hellas Verona, Sean Sogliano. Sarebbe lui al momento l’indiziato principale alla sostituzione dell’attuale Ds Pietro Ausilio. Il secondo nome sulla lista degli indiziati avrebbe come provenienza Roma e si tratterebbe di Walter Sabatini. Ovviamente è ancora presto per stabilire modi e tempi in cui verranno progressivamente cambiati molti dei componenti della dirigenza nerazzurra. Non si esclude inoltre che l’organigramma del biscione non venga cambiato fino al termine della stagione in corso.
FONTE: SempreCalcio.com
14.10.2013
«Solo lavoro, progetti e voglia di soffrire»
La soddisfazione di Sogliano per il momento positivo del Verona «Una settimana di relax, è normale Si volta pagina, pensiamo al Parma»
Sean Sogliano non ama le luci della ribalta. Viaggia a fari spenti, lontano dai riflettori. Lavora tanto e corre molto ma la domanica è sempre lì, in panchina. A fianco di Bordin e Nicolini, alle spalle di Andrea Mandorlini. Questo Verona che viaggia a mille è anche suo, la sosta del campionato è il momento giusto per far il punto della situazione, un bilancio dei primi mesi di A. «Se dicessi che non siamo contenti... sarei preso per pazzo - ammette il direttore sportivo dell'Hellas - invece ripeto ancora una volta che siamo felici. Dobbiamo vivere questo momento con grande serenità e con il giusto entusiasmo, consapevoli che siamo stati bravi. Sappiamo però che questo non è un miracolo, non ci sono miracoli nel mondo del pallone. Alla base di tutto c'è un progetto, tanto lavoro e la voglia di soffrire e stringere i denti. Non solo in campo ma anche nella stanza dei bottoni».
L'ENTUSIASMO. La vittoria di Bologna ha portato grande euforia in casa gialloblù, per una settimana il centro sportivo Paradiso di Peschiera si è trasformato in un grande set cinematografico, dopo undici anni l'Hellas è tornato in prima pagina. Sky, Mediaset e Rai hanno riscoperto un «fenomeno» mediatico. «Una piccola sbornia collettiva - ammette Sogliano - e tutto questo ci può stare. Diciamo che la sosta del campionato ha favorito questa situazione, un periodo di vacanza supplementare. Comunque quando arrivano i risultati si lavora bene e tutto questo è servito per smaltire le tossine accumulate in questa fase, per recuperare anche i giocatori infortunati, per dare la possibilità al gruppo di cementarsi ancora di più. Tutto in scioltezza, con leggerezza ma i patti sono chiari da oggi si volta pagina, domenica torna il campionato, arriva il Parma al Bentegodi e noi dobbiamo essere pronti. E su questo non ho dubbi, conoscendo il mister e i giocatori saremo sicuramente pronti».
LA MATRICOLA TERRIBILE. L'anno scorso, a un certo punto della stagione, Sogliano aveva chiesto alla squadra di giocare da outsider anche se tutti davano il Verona favorito per la salita dalla B alla A. Quest'anno l'Hellas è veramente un outsider in A ma la «matricola terribile» sta facendo grandi cose. Chi l'avrebbe mai detto all'inizio del torneo. «Abbiamo tredici punti dopo sette partite e abbiamo già incontrato tre corazzate come Roma, Juve e Milan - sottolinea Sogliano - alla presentazione dei calendari neanche un ottimista inguaribile poteva prevedere un cammino così importante. A dire il vero, però, non avevo fatto tabelle e non le faccio neppure adesso. Andiamo avanti per la nostra strada. Sempre da outsider. Con personalità, è ovvio, ma sempre umili, sempre uniti, sempre con il coltello tra i denti».
SEMPRE CALCIOMERCATO. Da più di un mese sono state chiuse le trattative ufficiali ma il mercato è sempre aperto, soprattutto in A. «Stiamo sempre alla finestra, mi sembra ovvio - ammette il diesse gialloblù - ma siamo convinti di aver costruito una buona formazione. Però, se servirà, a gennaio possiamo intervenire ancora sul mercato. Non diamo nulla per scontato, tutto si può migliorare. La filosofia da seguire? La solita. Arriva a Verona solo chi ci crede davvero, chi ha voglia di dare qualcosa in più. Anche in estate abbiamo ragionato così: da una parte giocatori che conoscono bene la categoria come Toni o Donati, dall'altra giovani di talento che possono diventare un valore aggiunto. Non solo Iturbe o Jorginho ma anche Longo e Sala, Cirigliano e Bianchetti. Senza dimenticare quelli che sono stati confermati, non sapevamo come avrebbero affrontato la A, molti di loro non c'erano mai stati ma ci davano grande fiducia per come avevano giocato in B. Hanno confermato di poter far bene anche in A e questo ci dà grande soddisfazione».
QUESTIONE DI FEELING. In campo era un uomo di fatica, doveva marcare sempre l'avversario più pericoloso. Da direttore sportivo ha smesso i panni del gladiatore e ha indossato quelli del diplomatico anche se, spesso e volentieri, sceglie il basso profilo. Ma l'Hellas è tornato al tavolo delle «grandi» e Sogliano è molto rispettato da Juve e Milan, Napoli e Inter. Una linea di condotta favorita anche dal presidente Setti, sempre in contatto con il diesse. «Ci sentiamo tre o quattro volte al giorno - racconta - il rapporto è chiaro, diretto. Lavoriamo da mattina a sera per il Verona. Ci confrontiamo su tutto, sui giocatori da prendere, sui budget a disposizione. Il presidente è sempre stato di parola. Avevo chiesto a Setti equilibrio, correttezza nei pagamenti, scadenze rispettate e lui ha mantenuto la promessa. Non solo per i tesserati ma anche per gli impiegati, per tutti quelli che lavorano per il Verona. Qui il clima è sereno, non ci sono musi lunghi e tutti lavorano bene. I risultati positivi nascono anche così. Sappiamo che questa è una stagione molto importante per l'Hellas e il nostro progetto segue due strade parallele: da una parte salvare questa categoria per dare continuità al Verona in Serie A, più passano gli anni e più la società diventa forte. Allo stesso tempo cercare di valorizzare il nostro patrimonio e, per quanto mi riguarda, questo va fatto inserendo in squadra giocatori, soprattutto giovani, in prospettiva».
QUA LA MANO. Dal patron al mister, Sogliano in più di un'occasione si è trasformato in cuscinetto ammortizzatore tra Setti e Mandorlini. «Il rapporto con Mandorlini è cresciuto nel tempo e si è rafforzato - ammette il diesse del Verona - d'altronde io ho sempre lavorato così e anche Mandorlini l'ha capito. C'è stima e rispetto, ha fatto un grande cambiamento, ha visto che la società può diventare un sostegno per l'allenatore non è un elemento esterno che può pugnalare il tecnico alle spalle. Non c'è mai stata una chiusura nei confronti dell'allenatore, ho sempre cercato un equilibrio, d'altronde non è necessario essere amici per far funzionare le cose. Il mio ruolo è questo, grande spirito di collaborazione ma devo anche gestire il tecnico, tutelarlo quando serve e metterlo sotto pressione quando c'è qualcosa che non va. Visti i risultati mi sembra che abbiamo centrato l'obiettivo e Mandorlini sta dimostrando di essere un allenatore molto preparato, in linea con le squadre di A che affrontiamo».
FACCIA A FACCIA. Un rapporto molto schietto anche con i giocatori che hanno un confronto praticamente quotidiano con il direttore. «Quando non sono impegnato con il mercato vivo il gruppo tutti i giorni - conclude Sogliano - seguo gli allenamenti, parlo con i tecnici, cerco di cogliere tutte le sensazioni. Quando serve cerco di intervenire, affronto il problema e non lo evito. Ho grande attenzione soprattutto per quelli che non giocano, alla fine loro possono diventare più importanti di quelli che scendono in campo regolarmente».
Luca Mantovani
14.10.2013
«Iturbe? Dovranno trattare con noi...»
Ha convinto giovani talenti e vecchi leoni. Con la forza delle idee e di un progetto che deve decollare. L'Hellas targato Sogliano è il giusto mix tra la voglia di emergere dei baby che hanno sposato la causa gialloblù e i veterani che hanno deciso di rimettersi in gioco in riva all'Adige. In vetrina sono già finiti Iturbe e Jorginho ma il diesse sa che può contare anche sugli altri ragazzi che ha messo a disposizione di mister Mandorlini. «Iturbe l'ho seguito tanto e speravo di portarlo all'Hellas - racconta - l'abbiamo avuto in prestito e già fissato il diritto di riscatto per una cifra che si aggira sui 12 milioni. Chiaro che si tratta di un investimento importante, solo alla fine della stagione potremo fare una valutazione reale del valore del giocatore. Ma andremo noi a trattare con il Porto, proprietario del cartellino, e chi vuole Iturbe dovrà parlare con il Verona».
Un discorso che vale anche per Ezequiel Cirigliano. Anche se le cifre sono diverse. «Lui è del River - spiega Sogliano - con un diritto di riscatto intorno ai due milioni e mezzo di euro. Non gioca con continuità ma si allena bene e tra poco verrà il suo momento. D'altronde ha la strada sbarrata da Donati, Romulo e Jorginho, giocatori che stanno facendo molto bene».
A proposito di Jorginho, non mancano le richieste per il regista gialloblù. «Credetemi, tante informazioni ma nessuno ha messo una proposta nero su bianco - spiega il diesse - ma lui sta facendo veramente molto bene e abbiamo fatto bene a tenerlo. Se fossimo rimasti in B dovevamo cederlo ma in A abbiamo qualche soldo in più da gestire e anche Jorginho è stato valorizzato».
Grande fiducia anche per gli altri ragazzi. «Bianchetti è entrato in campo in due momenti delicati e un po' ha sofferto - sottolinea Sogliano - e forse ha pagato psicologicamente quelle dichiarazioni fatte durante il ritiro dell'Under 21. Un' ingenuità ma non facciamola pesare troppo. Deve trovare un po' di cattiveria in più ma può solo crescere anche perchè non vedo in giro tanti fenomeni tra i difensori. In crescita anche Albertazzi rispetto all'anno scorso. Ha l'aspetto da piccolo lord, da golfista, ma quando va in campo si fa sentire, anche in allenamento».
Senza dimenticare Sala e Longo. «Finora non hanno trovato spazio ma hanno la fiducia della società e quella del mister - aggiunge - vedrete che anche loro si ritaglieranno un ruolo importante in questa rosa».
Giovani da crescere, giocatori più esperti da tutelare. «Puntavamo molto su Toni ma lui è andato oltre ogni aspettativa - ammette Sogliano - anche Donati si è integrato nel gruppo e ha portato esperienza. Marques? Cercavamo un difensore esperto, pronto per una piazza calda, in linea con i nostri parametri economici e tecnici. Lui è l'uomo giusto, per il ruolo che ha deve imparare meglio l'italiano ma siamo sulla strada giusto».
L'esplosione di Rafael ha relegato Mihaylov in panchina. «Lui voleva l'Italia - conclude - e sapeva che noi avevamo già Rafael. Volevamo partire con due portieri forti. Nessun problema».
03.10.2013
Ecco Sean parla con tutti, decide da solo
E se Sean Sogliano fosse a capo del Pdl o del Pd? La domanda, un po' grottesca e perchè no anche un po' suggestiva, ci sorge spontanea vedendo quel che sta accadendo in Parlamento e fuori dallo stesso, ovvero in quelle che una volta si chiamavano le segreterie dei Partiti e ora invece si riducono a incontri in Palazzi dell'anacronistica Roma oppure in camper, siti internet e dibattiti televisivi orfani però della signorilità di Zatterin e dei contenuti dei suoi partecipanti. Eppure, se non fosse per la grave crisi, si potrebbe scherzare a cuor leggero e paragonare il «carozzone» della politica difficilmente controllabile dal consumato Presidente Napolitano a una specie di «Processo del Lunedì» di biscardiana memoria. Ecco che il nostro nuovo eroe, Sean Luca Sogliano appunto, potrebbe davvero essere uomo di grande equilibrio in uno schieramento, piuttosto che in un altro.
Perchè il diesse del Verona è uomo professionalmente preparato. Lui avrebbe tenuto a bada i vecchi saggi del Pd, caricature del passato, l'incalzante «scamiciato» Sindaco Renzi, votato al rinnovamento estremo ed avrebbe ascoltato Civati, perchè tutti vanno ascoltati. Nel Pdl - c'è ancora? - avrebbe arginato Berlusconi parlandogli del Milan che deve rinnovarsi e avrebbe calmato con uno sfanalio dei suoi occhi alla Diabolik quel falco della Santanchè. Insomma Sean avrebbe tolto la bandiera degli scout a Lupi e invitato Alfano ad essere più arbitro, che assistente di porta. Da dove nasce questa stima politica direte voi per Sean Sogliano? Prima di tutto dal fatto che con lui il Verona tecnicamente è diventato una società seria e poi perchè non esiste in Italia settore più politicizzato del calcio. A dir la verità anche nel pallone esistono Pd e Pdl e gli altri si devono accontentare delle briciole, però il Verona di Sogliano può dire la sua. Inanzitutto le sue intuizioni. Una squadra espressa e magari con qualche giocatore che ha toppato l'anno scorso, ma pronta per il salto in serie A e poi la buona campagna acquisti di quest'anno, dove le scommesse sono state limitate e la gente di rendimento affidata alle cure di Mandolrini.
Sogliano ha pescato Gonzalez, Romulo, Iturbe e Toni, mentre Cirigliano per il momento deve districarsi nel traffico della metacampo gialloblù. Scusate se è poco. Ha scartato Yepes per la difesa e nello stesso periodo ha portato in gialloblù Toni. L'ex viola è per il Verona quello che è stato Mario Gomez per il Bayern. Al di là delle capacità tecniche del «piccolo» Sogliano, Sean ha saputo compattare un ambiente che stava smarrendo la sua missione politica. Al Congresso di Novara dopo le batoste in Veneto con Vicenza e Padova, ha saputo prendere tempo e, nonostante i tanti «falchi», ha saputo proteggere il Governo fatto di larghe intese anche in casa dell'Hellas. Prima delle vacanze ha fatto votare la Finanziaria senza troppi scossoni e anche il bravo Mandorlini è diventato più riflessivo. Nell'era dell'omologazione totale, delle amicizie e del verbalismo di presenza, meno male che c'è ancora qualcuno che guarda ai contenuti, ai risultati.
Questo è Sean Sogliano che ascolta tutti, ma poi decide da solo. La pressione per lui è tanta, visto che vive anche la partita dalla panchina. Il suo merito principale è quello di resistere alle insistenze dei procuratori, veri padroni in questa fase del gioco del calcio. Gestirne tanti e continuamente non è facile. Un po' come per Andrea Mandorlini fare le scelte, ma il mister ha dimostrato, come nel caso di Iturbe, che se un giovane è di valore lui lo butta dentro. Fu così per Jorginho due anni ed è stato lo stesso con Iturbe. Ci spiace per Cirigliano ma verrà anche il suo turno, un po' come per Renzi o per l'imminente scesa in campo di Tosi. Secondo noi su Sean Luca Sogliano ha già messo le mani Silvio Berlusconi, resta da capire se per il Milan o per Forza Italia. Entrambi, crediamo, ne hanno bisogno...
FONTE: LArena.it
Sogliano:"Iturbe? Continui con grande umiltà"
Postata il 30/09/2013 alle ore 22:55
VERONA - Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, Sean Sogliano, rilasciate in collegamento telefonico alle trasmissioni Vighini Show (TeleNuovo) e Lunedì nel pallone (TeleArena): "La classifica? Siamo contenti dei punti che abbiamo, questa partenza ci dà l'entusiasmo giusto per andare avanti, ma dobbiamo stare tranquilli perché il campionato è ancora molto lungo. In queste partite ho visto uno spirito di gruppo importante, fondamentale per raggiungere il nostro obiettivo che resta la salvezza.
La trattativa per Iturbe? Rispetta la nostra linea societaria, compreso l'ingaggio. Poi io ho insistito tanto perché penso che il nostro campionato sia molto formativo per lui. Adesso tocca al ragazzo continuare a dimostrare umiltà e voglia di allenarsi al 100%. Il diritto di riscatto è a nostro favore, a fine stagione parleremo con il Porto per trovare la soluzione giusta in modo da far felici tutte le parti. La sua prestazione di ieri? Non è facile per un giocatore fare bene al Bentegodi, forse il fatto di aver già giocato nel River Plate può averlo aiutato a sopportare certe pressioni. Ha grandi doti, Verona può essere il suo trampolino di lancio ideale e lui ne è consapevole.
Jorginho in nazionale? Sarebbe una soddisfazione, però oggi spero rimanga un uomo importante per il Verona e se continua così sicuramente si toglierà tante soddisfazioni.
Bianchetti? Ha sbagliato a rilasciare l'intervista alla Gazzetta dello Sport e per questo ha pagato, anche se è stato messo in mezzo. E' un bravo ragazzo, secondo me ha qualità, poi gli errori li fanno tutti. Domenica ha sbagliato su Rinaudo, ma poi nel secondo tempo si è riscattato alla grande.
Cirigliano? È un ragazzo serio, gioca in un ruolo delicato e farà vedere quanto vale.
Toni? Non lo scopro certo io. Abbiamo deciso di prenderlo per l'atteggiamento che ha dimostrato, vuole sempre lottare. E' un esempio per i giovani, per come si allena sempre con umiltà.
Cacia e Longo? Daniele ha giocato 4 partite su 6, ha la nostra stima e quindi non vedo nessun problema. Riguardo Longo sono dispiaciuto non abbia ancora giocato. Quando è arrivato non era al 100% e adesso sta trovando la condizione migliore, poi avrà la sua occasione, l'importante è che continui a lottare come sta facendo.
Contratto Rafael? Ha un anno e probabilmente allungheremo di un altro anno.
Martinho? È in comproprietà con il Catania ma ha prolungato con noi per 4 anni. Cacia? E' in scadenza, noi abbiamo proposto un allungamento e stiamo trattando con serenità.
Hallfredsson? È nella stessa situazione di Cacia".
Ufficio Stampa
Sogliano: "Mercato? Giudicherà il campo" / VIDEO
Postata il 04/09/2013 alle ore 16:30
PESCHIERA DEL GARDA - Segui su Hellas Verona Channel l'intervista a Sean Sogliano. Ecco le principali dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, rilasciate in occasione della conferenza stampa di presentazione del nuovo acquisto Juan Manuel Iturbe: "Il calcio argentino è simile al nostro, ricco di grandi campioni e utile per la crescita dei giocatori. Iturbe è un ragazzo sveglio, con tante doti mentali e fisiche. In appena dieci minuti di allenamento ha già fatto vedere cosa può fare, anche per come sa stare nel gruppo. Ci sarà molto utile. Bianchetti? Se ha detto così è perché ha voglia di giocare, e questo è giusto, ma è ancora giovanissimo e deve sapere che la maglia da titolare ce la si conquistare con l'allenamento e l'impegno costante. Noi crediamo molto in lui e sappiamo che può dimostrare di essere un difensore di alto livello, ma può riuscirci solo con l'applicazione. Il mercato? Abbiamo cercato di puntare su un mix di giovani ed esperti, mantenendo i migliori dello scorso anno. Gli ingredienti ci sono, ora vediamo se il campo ci darà ragione".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
4 settembre 2013 - Sean Sogliano |
Mercato, Sogliano: «Avanti senza fretta»
L´INTERVENTO. Il direttore sportivo del Verona fa il punto della situazione. «Non mettiamo troppa pressione a Cirigliano». «Arriverà un altro attaccante, è un ruolo delicato Longo? Il ragazzo ci interessa ma è in ritiro con l´Inter Sapunaru deve sposare anche il progetto economico»
Tutti guardano verso di lui. Giovedì a Racines gli occhi di molti andavano più su Sean Sogliano che verso Mandorlini o Toni. Gioca lui adesso, in un contesto molto diverso da quello di un anno fa. Muoversi al livello più alto è come cercare di uscire da un labirinto, anche se le idee sono chiare come sempre.
«Il primo anno è il più difficile per una neopromossa, devi livellarti con squadre che magari già da anni hanno una base fatta di gente da Serie A. Noi invece abbiamo giocatori buoni, ma che vengono da un´altra categoria. Questa è la vera difficoltà. Per questo dobbiamo cercare di rimanere nella categoria con tutte le nostre forze, solo così avremo stabilità e crescita».
C´è un reparto da completare prima degli altri?
«Per ora solo lo staff tecnico è a regime, allargato anche. Tutti i reparti vanno completati o modificati. Non manca molto, ma qualcosa da fare c´è ancora. Vedremo, anche in base alle opportunità che ci propone il mercato».
Come sta ragionando per la punta centrale?
«Un altro attaccante arriverà, questo è sicuro. È un ruolo delicato, non è facile trovare un profilo che ti convince. Oppure puoi anche individuarlo senza che però sia alla tua portata. Giusto che si sappia anche questo, altrimenti vivremmo di sogni. Un altro lo prenderemo, ma deve convincerci davvero».
Longo?
«È una possibilità, il giocatore ci interessa ma adesso lui è in ritiro con l´Inter».
Più facile che l´attaccante arrivi negli ultimi giorni di mercato?
«Non è detto, in fondo le altre ad oggi non hanno concluso tante operazioni. Di contratti firmati non ce ne sono molti proprio perché il mercato è lungo. Bisogna avere pazienza, la fretta sarebbe una cattiva consigliera e ci costringerebbe a fare ciò che adesso non è alla nostra portata. Non dimentichiamoci però che oltre al mercato adesso c´è anche il lavoro di campo e la preparazione, ancora più importanti a mio modo di vedere. Quel che conta è che Mandorlini faccia un buon lavoro coi ragazzi. Anche le uscite sono un problema, dar via un giocatore è come fare un parto gemellare. È così per tutti comunque, comprese le categorie inferiori».
Quanto potrà darvi Cirigliano?
«Non dobbiamo addossargli troppe responsabilità, Ezequiel Cirigliano si inserisce in una squadra in cui a centrocampo delle certezze ci sono già. Teniamo conto che ha 21 anni, è molto giovane anche se in Sud America è uno dei profili più interessanti fra gli emergenti. Ha il vantaggio di aver giocato già partite importanti e di aver vissuto in un ambiente come quello del River toccato due anni fa da una retrocessione tragica. E quando sei costretto a vincere il campionato non è facile, noi ne sappiamo qualcosa. Ha confermato grande carattere. Dovrà mostrare anche in Italia quel che sa fare, ma con tranquillità».
La scelta di andare soprattutto su giocatori sudamericani è dettata dalle occasioni del mercato o dal loro proverbiale carattere. Lei ha sempre detto di volere una squadra da battaglia...
«Questo può essere anche un dato di fatto, i sudamericani hanno sempre fatto bene in Europa ed in Italia. Giocatori con certe doti però li trovi anche da noi, anche se rispetto all´estero l´Italia ha costi diversi a meno che tu non decida di portare avanti ragazzi giovani, così come stiamo cercando di fare il Verona. Di sicuro abbiamo bisogno di gente che sappia soffrire, che abbiano voglia di giocare ogni partita con la determinazione di chi deve meritare di valere la categoria».
Troppo lontano ancora il campionato per pensarci?
«La Serie A è fra più di un mese, adesso dobbiamo solo allenarci ed avere la giusta mentalità. Il campionato è molto difficile, dovremo lavorare più degli altri. Questa è la verità. Ho parlato col mister, dice che i ragazzi si stanno allenando bene. Belli concentrati, così come dev´essere in un momento come questo. La prima settimana ti dedichi più alla preparazione fisica, più avanti vedremo anche quello che inizierà a dire il campo».
Neto per adesso non si muove da Firenze...
«Il gradimento per Neto c´è, ma per il momento la trattativa nemmeno esiste. Lui ora è alla Fiorentina e la squadra toscana non vuole lasciarlo andar via, valuteremo intanto altri portieri».
A Sapunaru ci pensa ancora?
«Abbiamo la nostra linea e vogliamo mantenerla. Ogni giocatore è giusto che faccia le sue richieste, ma deve allinearsi ai nostri parametri. Se Sapunaru lo farà il discorso si può anche riaprire, altrimenti lo ringrazieremo ed andremo su un altro obiettivo. Magari con un certo rammarico, ma è importante in questi casi essere coerenti. Chi vuole indossare la maglia del Verona deve sposare il progetto tecnico e quello economico».
14.07.2013
Sogliano, che cosa cerca? «Uomini che hanno fame»
PARLA IL DIRETTORE SPORTIVO. Idee chiare e la voglia di metterle in pratica, a qualunque... ora
«Motivazioni e stimoli, questo fa la differenza, in B come in A. Mi spiace per chi è andato via, ma se ascolti il cuore li terresti tutti...»
Tanti dicono che il miglior acquisto del Verona sia stato proprio lui. Parla poco, Sean Sogliano preferisce agire. L'aspetta un compito duro, più sali di livello e più la faccenda diventa complicata. Il nuovo Verona è in costruzione, ma non è facile arrivare al dunque. La Serie A è un altro sport, non solo in campo. «È un mercato difficile, bisogna aver pazienza. In Serie B la squadra avresti potuto completarla anche in una settimana, in Serie A ora come ora ci sono giocatori a cui non puoi neanche avvicinarti», la premessa di Sogliano, anche ieri immerso in un lavoro profondo fra Italia e Argentina, fra operazioni da chiudere e trattative da portare avanti.
Non smette mai, neanche il sabato e la domenica. Non fa ferie da quando ha smesso di giocare, quando nove anni fa si tolse la maglietta dell'Ancona, l'ultima dopo quelle di Varese, Torino, Lucchese, Perugia, Napoli e Ravenna, dov'era l'allenatore in seconda era guarda caso Andrea Mandorlini. «Ho preferito essere un direttore sportivo giovane che un calciatore vecchio», ha sempre ribadito Sogliano, che le scarpe al chiodo le ha appese a 33 anni per piazzarsi subito dietro una scrivania nella sede del Varese, salito con lui dai dilettanti fino ai playoff per andare in Serie A. Ha già tutto in testa, anche per i tasselli che devono ancora mettere nero su bianco sul contratto. Gente da battaglia ma anche di talento. Italiani compresi.
«Fame e motivazioni dovranno fare la differenza. Vale per la Serie B, vale soprattutto per la Serie A», un altro dei tanti teoremi di Sogliano, in sede anche fino a notte fonda, a guardare l'orologio solo per capire il fuso orario col Sudamerica. La tela è problematica da tessere, ai piani alti del calcio bisogna muoversi con grande cautela e maestria. Senza guardarsi troppo indietro, riconoscenza a parte. «Nessuno toglierà mai certi meriti ai giocatori che sono stati finora con noi. Potessi ragionare col cuore li terrei tutti, ma non è possibile», ha ripetuto più volte chiaro e tondo Sogliano, coerente con le sue scelte e freddo il giusto per comportarsi come logica vuole.
Ci ha pensato lui a far brillare il marchio-Hellas così come meritava, specie in una stagione come questa. Difficile strappargli condizioni diverse dalle sue, il margine di manovra è molto ristretto. Giocatori e agenti l'hanno già provato direttamente sulla loro pelle. «La Serie A non è prerogativa di tutti, ma noi ce l'abbiamo e per di più in una piazza di valore come Verona», il pensiero di Sean, poco incline ad inseguire troppo a lungo questo e quello oppure a lasciarsi invischiare in aste infinite. Vestire la maglia dell'Hellas adesso è un privilegio da mettere sul piatto della bilancia, un punto d'arrivo a cui in pochi possono ambire. È sempre vicino alla squadra, fra mercato e allenamenti. Sempre in prima fila, al fianco di Mandorlini e a stretto contatto con Setti e Gardini. «Diventerà uno dei più bravi diesse d'Italia», l'opinione comune di tanti suoi colleghi. Probabilmente lo è già.
Alessandro De Pietro
24.06.2013
Filosofia Sogliano «Matri? Un sogno...»
L'INTERVENTO. Il diesse gialloblù è stato intervistato da Radio Rai. «Con Luca ho già parlato, se un campione come lui ha voglia di rimettersi in gioco, l´Hellas è la sua casa» In arrivo Sapunaru e Gonzalez per la difesa gialloblù
In tempi di mercato è meglio fissare subito dei confini. Altrimenti si rischia di andare fuori strada. E Sean Sogliano non è certo il tipo che lavora di fantasia. Quella è concessa tutt´al più ai presidenti. «Matri? È un sogno di Setti, che lo ritiene un attaccante molto forte. Occorre però tenere i piedi per terra e andare su altri obiettivi. Vogliamo formare un gruppo che abbia le motivazioni giuste per salvarsi, questo sarà il nostro scopo. Equivarrebbe ad uno scudetto e sarebbe una grande impresa», il punto di Sogliano nel corso di un´intervista che il diesse dell´Hellas ha concesso nel pomeriggio di ieri a Radio Rai, nel corso di Domenica Sport.
TONI ALTI. I pensieri sono altrove. A Luca Toni soprattutto. Non è un mistero, ma per arrivarci serve gestire la trattativa come si deve. Senza forzare. Vietato accelerare, almeno per il momento. «Con Luca abbiamo parlato, è un grande giocatore con un passato glorioso, ma bisogna conoscere bene le sue motivazioni visto che per noi sarà un campionato difficile. Se un campione come lui avrà la voglia giusta per rimettersi in gioco, sarà un calciatore importante anche per noi. Colgo l´occasione per fare a lui e alla sua compagna gli auguri per la nascita della figlia». Papà per la prima volta Toni, che in questi giorni ha occhi solo per Bianca e la compagna modella Marta Cecchetto, con cui forma da anni una delle coppie vip più solide in assoluto. Per qualche giorno il calcio può passare in secondo piano. Tutto normale. Toni è in scadenza con la Fiorentina, sul mercato, con qualche proposta più o meno definita da valutare. Quella del Verona lo convince e parecchio anche, a Sean Sogliano per adesso basta questo. Il resto verrà di conseguenza.
«RETROSCENA» MISTER. La voce di Sean è nitida anche quando la chiacchierata scivola su Mandorlini e quei giorni di attesa fra la promozione e la stretta di mano finale. Punti di domanda dipendenti da un´unica questione, la sottolineatura è precisissima: «I dubbi sulla riconferma c´erano, ma non erano fondati sulle capacità dell´allenatore. Abbiamo costruito una società strutturata, volevamo solo sapere se Mandorlini sarebbe stato disposto a lavorare ancora con una società come la nostra. Chiarito questo, con una fiducia reciproca, i dubbi sono spariti e abbiamo deciso di continuare insieme». Mandorlini ha un altro anno di contratto, sufficiente per le abitudini di Sogliano. «Ho sempre fatto accordi solo di stagione in stagione - ha sempre ribadito il braccio destro di Maurizio Setti -, era così con Sannino a Varese ed in generale credo sia comunque la linea migliore da seguire».
PRIMA LA SQUADRA. Parte del mercato del Verona è già stato svelato, le altre scelte non dipendono solo dall´Hellas. «Stiamo alla finestra ma è tutto bloccato ed anche le grandi squadre fanno fatica ad acquistare - continua il direttore sportivo del Verona -. Abbiamo le idee chiare, sappiamo cosa fare, ci saranno altri arrivi e punteremo molto sul collettivo». Concetto limpido, la squadra viene prima. Tutti importanti, nessuno indispensabile. Lavori in corso, questo è sicuro. Il Verona ha dato un´occhiata ieri sera a Diego Perez, svincolato come Toni, 85 presenze con la maglia dell´Uruguay e a segno nella goleada della Celeste a Tahiti in Confederations Cup. La sua avventura al Bologna è finita, l´Hellas lo sorveglia in attesa che a Roma decidano quel che sarà di Michael Bradley. Sogliano non è tanto distante però soprattutto da Cristian Sapunaru, difensore rumeno in scadenza che lascerà la Spagna dopo la retrocessione del suo Real Saragozza. Pezzo da novanta, cercato anche da Lazio e Fiorentina. Per Toni non manca molto, per Sapunaru neppure ma nemmeno per Alejandro Damian Gonzalez, capitano del Penarol. Gente di qualità, Sogliano è salito al piano di sopra.
FONTE: LArena.it
Sogliano: "Costruiamo un gruppo motivato"
Postata il 23/06/2013 alle ore 14:55
Il direttore sportivo gialloblù intervenuto alla trasmissione radiofonica "Domenica Sport": "La salvezza sarà il nostro obiettivo, sarebbe come vincere lo scudetto"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, Sean Sogliano, intervenuto alla trasmissione radiofonica "Domenica Sport" in onda su RadioRai e condotta dai giornalisti Filippo Corsini e Barbara Condorelli: "Riportare lo scudetto a Verona? Verona è diventata una leggenda grazie a quel traguardo raggiunto nell’84-85 e vive ancora di questa gioia. Oggi però abbiamo a che fare con un calcio diverso, ma il bello di questo sport è sognare. Un sogno è già stato realizzato: tornare in Serie A dopo undici anni, rialzandosi dalle macerie della Serie C. Questa è una maglia importante a cui i tifosi hanno sempre dimostrato attaccamento. Matri? E’ un sogno del presidente, che lo ritiene un attaccante molto forte. Occorre però tenere i piedi per terra e andare su altri obiettivi. Vogliamo formare un gruppo che abbia le motivazioni giuste per salvarsi, questo sarà il nostro obiettivo, che equivarrebbe ad uno scudetto e sarebbe una grande impresa. Toni? Con Luca abbiamo parlato, è un grande giocatore con un passato glorioso, ma bisogna conoscere bene le sue motivazioni visto che per noi sarà un campionato difficile. Se un campione come lui avrà la voglia giusta per rimettersi in gioco, sarà un calciatore importante anche per noi. Colgo l’occasione per fare a lui e alla sua compagna gli auguri per la nascita della figlia. Mandorlini? I dubbi sulla riconferma c’erano, ma non erano fondati sulle capacità dell’allenatore. Abbiamo costruito una società strutturata, e volevamo sapere se Mandorlini sarebbe stato disposto a lavorare ancora con una società come la nostra. Chiarito questo, con una fiducia reciproca, i dubbi sono spariti e abbiamo deciso di continuare insieme. Il mercato? Stiamo alla finestra, ma è un mercato bloccato dove anche le grandi squadre fanno fatica ad acquistare. Abbiamo le idee chiare, sappiamo cosa fare, ci saranno altri arrivi e punteremo molto sul collettivo”.
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
01.06.2013
«Sannino ? Il derby lo voglio mio»
Obiettivo salvezza, questo è chiaro, ma per arrivarci bisogna trovare subito il giusto equilibrio. “Troveremo squadra già strutturate – spiega Sogliano – non possiamo perdere tempo. Il passaggio dalla B alla A non si può gestire come quello tra la C e la B. Nel campionato cadetto una buona neopromossa può far bene perché l'entusiasmo regala sempre qualche stimolo in più. In A non è la stessa cosa. Bisogna avere un buon organico, lavorare bene e remare tutti nella stessa direzione. Saremo tutti in discussione, dai dirigenti alla squadra, passando per l'allenatore. Mandorlini lo sa, è uomo di calcio, e non c'è bisogno di ripeterlo mille volte”
UN ANNO DI MATRIMONIO. Non ci sarà neppure il prolungamento che si aspettava il mister gialloblù. Mandorlini aveva già firmato un accordo con Martinelli per restare al Verona fino a giugno del 2014, un'altra stagione sulla panchina gialloblù. “Ho sempre fatto così con i miei allenatori – aggiunge Sogliano – nel mondo del calcio un matrimonio non si tiene in piedi con accordi pluriennali. Il contratto si firma sul campo, partita dopo partita. Con i miei allenatori ho sempre fatto così. Non solo con Mandorlini. Anche perché quando ho firmato contratti pluriennali non sempre ho raggiunto l'obiettivo. E poi, se un allenatore firma un accordo pluriennale e, a fine campionato, vuole andarsene come mi devo comportare?”
IL DERBY CON SANNINO. Anche con Giuseppe Sannino, Sean Sogliano aveva firmato sempre contratti annuali. “Un allenatore che conosco molto bene, con lui abbiamo vinto tre campionati e questo mi sembra un buon biglietti da visita – conclude Sogliano – ma non abbiamo mai avuto accordi pluriennali. Bisogna non essere mai appagati, aver sempre fame. Sannino al Chievo? Sono contento per lui che resta ancora in A, se lo merita perché ha fatto tanta gavetta. Ma il derby è derby, so quanto ci tengono i tifosi e quanto c tiene la squadra, Sannino è un amico ma nel derby non c'è storia, andremo in campo per vincere”.
23.04.2013
Sogliano, mister per caso «Contava solo vincere»
IL "TERZO" ALLENATORE. Notte da ricordare per il direttore sportivo
Spunta Sean Sogliano. Allenatore per una notte. Mandorlini e Bordin sono stati messi fuori causa dall'arbitro. Il direttore diventa mister. Situazione paradossale. Ma tutto va a meraviglia. A fine gara si esulta. Pure Mandorlini scherza con il tecnico improvvisato. Ripresa straordinaria. Verona in festa. Sogliano, che notte è stata? «Mi mancava solo di entrare in campo e giocare, e poi avevo fatto tutto. Quando la palla mi arrivava vicino mi veniva d'istinto di scattare ed entrare pure io. I primi cinque minuti mi sembrava di essere Fantozzi. Non sapevo che cosa fare. Poi alla fine è andata così. Chiunque della panchina al mio posto avrebbe fatto quello che ho fatto io. Avevamo voglia di ribaltare questa partita. Anche perchè sapevamo che era una gara particolare. Sono rimasto in piedi io perchè ho più voce degli altri. Meritavamo di vincere la partita. Di sicuro ho capito cosa può accadere ad un allenatore quando è in campo. Rischi di andare in trance. Comunque, noi non dobbiamo essere troppo bravi, troppo belli, troppo perfetti. Dobbiamo solo giocare con il 'sangue agli occhi' come abbiamo fatto oggi, altrimenti non l'avremmo mai rimontata la partita».
Che cosa è successo nel finale di primo tempo? Maifredi, consulente del presidente del Brescia Corioni, ha detto che l'arbitro nel secondo tempo ha cambiato atteggiamento «Io stimo Maifredi perchè è persona di calcio, ma non può dire una cosa del genere. La polemica che c'è stata a fine primo tempo è situazione 'classica' che capita spesso negli intervalli. Ma non è successo nulla di che. Abbiamo subito le espulsioni dei nostri due allenatori e non si è detto nulla. La partita è cambiata per i due gol messi a segno da Cacia e non per un rigore inventato o per episodi che hanno cambiato l'incontro. Da una persona intelligente come Maifredi non posso accettare che abbia detto una cosa del genere». Le scelte di formazione iniziali hanno un po' sorpreso... «Il mister ha cambiato all'ultimo giorno. Ha azzeccato scelte importante. Ma resto convinto che chiunque fosse sceso in campo avrebbe dato tutto».
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
Sogliano: "A testa alta, così ce la giochiamo" / VIDEO
Postata il 19/04/2013 alle ore 17:13
SANDRA' - Segui su hellasverona.it la conferenza stampa di Sean Sogliano. Ecco le principali dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù in vista della sfida contro il Brescia in programma lunedì 22 aprile: "Una partita brutta contro il Cittadella, abbiamo fatto una grande fatica, si è vista una squadra scarica dal punto di vista nervoso. A Varese, a Brescia, a Empoli, a Novara parlano di Serie A. Noi veniamo da una partita giocata male, ma siamo a un punto dalla Serie A. E dove mi giro è possibile che trovo sempre teste basse. Dai giocatori al magazziniere, tutti tristi. Dopo Cittadella ero rammaricato, ma a 5 partite dalla fine dobbiamo azzerare i nostri stati d'animo negativi. Noi siamo a un punto dalla Serie A, io metterei la firma ogni stagione a ritrovarmi in questa condizione a 5 giornate dalla fine. Noi dobbiamo giocarcela in modo duro, non con la testa bassa. Ci vuole la cattiveria giusta, la squadra deve scendere in campo con la testa alta. E ci vuole tutto l'ambiente per sostenere questo, dai giornalisti ai tifosi. Non è possibile vedere un ambiente così, con la testa bassa e le facce tristi non si vince. Io voglio vedere una bolgia, azzeriamo tutto e giochiamocela insieme. Dobbiamo avere più voglia noi degli altri che hanno meno punti. L'altra cosa è che contro il Cittadella abbiamo giocato contro la classifica, contro l'Empoli, contro il Novara, contro il Livorno, contro il Sassuolo, non contro il nostro avversario. Loro hanno giocato contro di noi e ci hanno fatto un mazzo così. Lunedì giochiamo contro il Brescia e dobbiamo fargli un mazzo così, perché le urla di gioia dell'andata da parte loro io me le ricordo. Non giochiamo contro l'ansia".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
20 Aprile 2013: Testa alta per le ultime 5 giornate! |
20.04.2013
Sean a testa alta «Contro il Brescia voglio una bolgia»
SENZA PAURA. Sogliano carica la truppa in vista del posticipo di lunedì. «Mi guardo in giro e vedo tutti con la faccia triste Siamo a un punto dalla A, un'occasione da sfruttare Basta con questo pessimismo, sarebbe un autogol»
Sean alza il volume. Al massimo. Adrenalina pura. «Quella che dovrebbero avere giocatori a un punto dalla A a cinque giornata dalla fine, altrimenti meglio cambiare mestiere», il messaggio forte di Sogliano, esteso per la verità a tutti gli attori del finale di stagione. Mister e tifosi compresi. Quasi un'ora di conferenza stampa a Sandrà. A testa alta il diesse, un po' meno gli altri. Questo dice Sean. Fiero di essere vicino al Livorno, duro più che mai nel non mollare la presa. E nel voler cambiare l'inerzia. «Vado al campo e anche i magazzinieri sono a testa bassa, entro in sede e vedo teste basse. A Varese parlano di serie A, a Brescia anche, a Novara idem, ad Empoli lo stesso. E noi? Veniamo da una partita giocata male, forse la più brutta della stagione. La serata storta col Cittadella non giustifica però questi stati d'animo negativi».
La soluzione migliore per ripartire? «Azzerare tutto e affrontare queste cinque partite con la cattiveria giusta. Questa occasione ce la stiamo giocando male. E la questione riguarda tutto l'ambiente. Penso alla stessa gente dell'Hellas, un valore aggiunto vero e proprio. Il tifoso qui incide, può condizionare una partita. Ma con le facce tristi e la testa bassa non si vince». Da dove nasce la prestazione mediocre di martedì? «La squadra era scarica dal punto di vista nervoso, abbiamo fatto fatica per tutti i novanta minuti. E questo si è riflettuto anche sotto il profilo fisico». Il suo stato d'animo a fine partita? «Ero incazzato nero. Ci metterei la firma ogni anno in un campionato di serie B ad essere ad un punto dalla promozione a cinque giornate dalla fine. Non è ammissibile che chi ha meno punti di noi ci metta più voglia».
La sua chiave di lettura? «Che noi in questi giorni abbiamo giocato contro l'Empoli, contro il Sassuolo, contro la classifica, contro l'ansia. Contro tutti, ma non contro il Cittadella...». Ci vuole la reazione già col Brescia... «Ricordo ancora le loro urla di gioia negli spogliatoi, ricordiamoci di quel che abbiamo subito all'andata». Anche il Bentegodi deve salire di livello? «Dobbiamo sfruttare il nostro pubblico. Se sarà il caso caricheremo noi i nostri tifosi, andremo sotto la Curva senza per questo voler fare i ruffiani. Mi piacerebbe vedere la carica della gente già all'arrivo della squadra allo stadio. Il Bentegodi deve diventare una bolgia, quando ho visto passione massima qualcosa è sempre successo».
Da dove parte questa scossa? «Conosciamo il calcio. La palla entra, esce, prende la traversa. Non si sa mai. Non voglio però essere spettatore degli eventi, gli eventi dobbiamo cercare di cambiarli noi». Perché tutti questi infortuni? «Trovare una motivazione ora non è facile, ci vuole un po' di tempo per capirlo. Inutile dire che tutti questi infortuni non ci abbiano condizionato, per fortuna abbiamo una rosa numerosa altrimenti saremmo andati ancor più in difficoltà. È comunque una nota stonata che ci ha ovviamente penalizzato».
I giocatori stanno pagando così tanto la pressione? «Loro con le pressioni ci devono convivere, se non ci riesci non sei un giocatore di calcio. I nostri avversari non è che caratterialmente abbiano dei Rambo in squadra». Il gioco è migliorato? «In queste ultime gare ci siamo espressi a ritmi più alti, a Cesena abbiamo giocato una buona partita. Le squadre che corrono vincono sempre, la controprova è stata il Cittadella. Un messaggio? Testa alta, se qualcuno non ce l'ha il mister non deve farlo giocare. E basta essere pessimisti, altrimenti commetteremmo tutti un clamoroso autogol».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
7 Marzo 2013: Sean Sogliano difende la società e 'stuzzica' la squadra |
08.03.2013
«L'Hellas deve giocare come una provinciale»
FUORI L'ORGOGLIO. Il diesse fa il punto della situazione dopo la sconfitta con il Padova, in vista della volata finale. «Il silenzio non va interpretato come un'assenza». Sogliano non abbassa la guardia: «Il campionato non è già finito ma dobbiamo cambiare mentalità Siamo delusi ma non molliamo»
L'aveva detto a bocce ferme, quest'estate. Sean era stato chiaro in tempi non sospetti, conosceva lo scenario. Aveva previsto i rischi. «Io non mi sento favorito», buttò lì Sogliano a fine mercato, quando l'Hellas era sulla bocca di tutti. Quel tentativo non riuscì, tanto che la questione di fondo è rimasta irrisolta. Perché quell'etichetta non ha giovato. Il diesse comincia a parlare, senza fermarsi. Silenzio all'Hotel San Marco. «Nessuno ha mai detto che sarebbe stata una passeggiata o che noi eravamo un gruppo da All Star Game. Di una cosa sono certo però: questa squadra lo scorso anno avrebbe vinto il campionato per distacco, perché aveva la mentalità da outsider. Adesso non è così. Se devo fare una critica al mister e ai giocatori è proprio questa. Succede perché giochiamo da favoriti e non da provinciale. E questo non mi sta bene».
PREGI E DIFETTI. Il Padova ha lasciato il segno ma il finale è tutto da scrivere. Analizzando le lacune e rafforzando le certezze. «Non sono qui a dire che che sono contento e che tutto va bene. La mentalità della squadra deve cambiare. Cominciamo a lottare palla su palla, contrasto su contrasto. In serie B le squadre che arrivano fino in fondo sono quelle che corrono di più, date retta a me. La differenza è tutta lì: l'anno scorso si giocava da outsider. Adesso no. Perché non ci siamo riusciti finora? È la risposta che vorrei avere anch'io, ma la chiave di tutto sta proprio qui. Questa mentalità in fondo non l'abbiamo avuta nella continuità, perché quando ci siamo espressi come deve essere la partita l'abbiamo portata a casa. Questo scatto ancora non l'abbiamo fatto, ma il campionato non è finito. Non ci manca un giocatore o una guida, il leader del Verona deve essere il gruppo. Se gioca uno al posto dell'altro non è un problema. Cacia? Normale per un attaccante avere degli alti e bassi nel corso di una stagione, ma ricordiamoci quante partite ci ha fatto vincere e quante volte è stato decisivo».
FUORI GLI ATTRIBUTI. Sogliano guarda al presente, agli ultimi risultati. E scatta la sua fotografia. «Dall'inizio del campionato siamo terzi, siamo rammaricati e delusi per non esserci avvicinati al Livorno. Prima di mollare però ce ne passa, non mi piace trovare colpevoli per forza ora. Non mi sta bene chi spara nel mucchio, così come la campagna elettorale pro Mandorlini e contro Mandorlini, pro Setti e contro Setti, pro Sogliano e contro Sogliano. Così ci si fa del male da soli. Ancora è tutto in ballo, ma diamo anche la possibilità a tutti i calciatori di tirare fuori gli attributi. Sono contento che adesso siamo diventati scarsi. Il Sassuolo è meglio di noi, il Livorno pure, il Brescia anche, il Varese idem. Adesso almeno giocheremo da outsider».
ZITTI E PEDALARE. Passa e chiude Sean, uno abituato a guardare al sodo soprattutto. «Del silenzio in certi momenti abbiamo detto, ridetto e ribadito. C'è poco da parlare, questo aspetto è chiaro. Bisogna fare i fatti, i silenzi non vanno interpretati come segno d'assenza. Di una cosa sono un po' dispiaciuto e un po' arrabbiato, in certi momenti posso capire che questa è una società importante che in passato ha subito situazioni in cui ha sofferto. Ognuno può dire la sua, ma mettere in dubbio la serietà di questa società a me non va. Noi per il Verona lavoriamo dalla mattina alla sera, cercando sempre di fare il nostro meglio. In questo momento meno si parla, meglio è. I giocatori devono correre e basta, non siamo qui per fare gli attori».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
SERIE B
Verona, Sogliano: "Guai a mettere in dubbio la serietà del club"
07.03.2013 17.10 di Gaetano Mocciaro Twitter: @gaemocc
Fonte: tuttohellasverona.it
Intervenuto in conferenza stampa, il direttore sportivo del Verona Sean Sogliano risponde ai media locali, rei di aver attaccato la Società: "Sono dispiaciuto e un po' arrabbiato per i commenti che leggo e sento in giro. Posso capire che l'ambiente veronese abbia attraversato periodi particolari, anche a livello societario, ma non accetto assolutamente che venga messa in dubbio la serietà di questa società. Il silenzio della società? Credo si debba parlare quando serve, non tanto per parlare e rilasciare frasi fatte. Qui c'è poco da parlare, c'è da lavorare con i fatti. Il silenzio non va interpretato come assenza, noi lavoriamo da mattina a sera per fare il nostro meglio. Per ora meno si parla meglio è, dovranno essere i fatti a far parlare di noi! Non mi piace la caccia al colpevole o le campagne pro o contro Mandorlini, Sogliano, Setti e che più ne ha più ne metta!" Il direttore sportivo ha poi parlato del momento no della squadra e della sua ricetta per centrare il grande obiettivo: "Io non sono qui per dirvi che va tutto bene altrimenti non starei dicendo la verità. Nessuno ad inizio stagione credeva di affrontare una passeggiata. Il Verona deve tornare a giocare da outsider come ha fatto nella scorsa stagione, solo giocando da provinciale potremo ottenere grandi risultati. Noi giochiamo da favoriti e questo non mi sta bene! Il Sassuolo sta giocando alla grande, come Livorno, Brescia e Padova, bene vorrà dire che torneremo a giocare non da favoriti, ma da outsider. Questi giocatori se avessero giocato nel Verona dello scorso anno avrebbero vinto il campionato per distacco, quest'anno ci sono aspettative superiori ma io e la società vogliamo che tornino a giocare da outsider. Qui non mancano i gol di quello o quest'altro, è soltanto una questione di mentalità"
ALTRE NOTIZIE
Grosseto, Moriero: "Ancora diversi punti in palio"
06.03.2013 21.48 di Elisabetta Zampieri
In vista della sfida di sabato contro il Verona è intervenuto il tecnico del Grosseto Francesco Moriero: "Contro il Sassuolo è stata una grande vittoria, mancano ancora diverse partite da giocare. Sono orgoglioso di questo successo anche perchè finalmente abbiamo raccolto quello che abbiamo seminato. Crederci ancora? Sembra impossibile, ma i punti in palio sono ancora diversi".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
08.02.2013
E Sogliano dribbla Bojinov: «Concentriamoci sul campo»
BOTTA E RISPOSTA. Il bulgaro l'altro giorno aveva attaccato Mandorlini
Uno sfogo? Schermaglie pre-derby più che altro. Sean Sogliano almeno la vede così. Ha pesato bene le parole di Bojinov. «Io di nuovo a Verona? No, se ci sarà Mandorlini», ha tuonato il bulgaro ieri in un'intervista alla Gazzetta dello Sport. Il diesse ha registrato e risposto. Allargando il quadro. «Prendo questa sua dichiarazione come una sorta di furbata, Bojinov ha già vissuto gare in cui la posta in palio è alta. Così ha cercato di alzare la tensione di una partita che si giocherà anche sui nervi. Bojinov con noi si è comportato bene, col mister anche. Non facciamoci troppo caso, pensiamo a noi e a prepararci nel migliore dei modi». La lunga volata è già iniziata, l'Hellas proverà a scattare già domani.
«Ci aspettano 18 finali, tutte importanti allo stesso modo. Del mercato sono contento, la squadra ha valori», spiega il direttore sportivo gialloblù. «Le altre? Non mi interessano più di tanto, di sicuro adesso tutti hanno bisogno di punti. Nonostante la posizione di classifica non buona anche il Vicenza ha giocatori importanti, gente che ha fatto la serie A. Servirà uno spirito forte, la squadra dovrà dare tutto in campo. La partita di La Spezia è stata ottima, quella di Reggio Calabria buona. Potevamo fare di più. Di certo per battere il Vicenza servirà una grande partita».
Tutti titolari nell'Hellas, uno meglio dell'altro. Concorrenza estrema, ma nessun problema legato alla gestione del gruppo. Sogliano ci mette la mano sul fuoco. «Perché siamo sempre stati chiari», dice, «sia la società che l'allenatore. Chi va in tribuna è importante quanto chi gioca novanta minuti. E poi il campionato è ancora molto lungo e ci sarà certamente bisogno di tutti. Jorginho? Per fortuna è ragazzo intelligente, sta pensando solo a fare bene per il Verona. Il mercato è lontano, adesso bisogna concentrarsi sul nostro obiettivo. Lui così come tutti gli altri».
A.D.P.
FONTE: LArena.it
Sogliano: il punto sul mercato
Postata il 10/01/2013 alle ore 17:12
Il direttore sportivo gialloblù intervenuto alla presentazione del neo acquisto Agostini: "E' un rinforzo di esperienza per la fascia sinistra. Altri acquisti? Continuiamo a lavorare"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, Sean Sogliano, intervenuto alla presentazione del neo acquisto Agostini: "Con questo acquisto abbiamo preso un giocatore di ruolo e con esperienza. Siamo molto contenti sia io che Mandorlini di quello che ha fatto finora Albertazzi e che potrà fare anche in futuro. Non volevamo lasciare niente al caso con questa scelta, per proseguire il cammino fino al termine del campionato. Pugliese e Fatic? Per il primo, venendo dal brutto infortunio, vedremo di quanto tempo avrà bisogno per riprendersi. Con Fatic devo parlare per cercare una soluzione, perché possa trovare una situazione dove giocare con più continuità. Il nostro gruppo è sano, ci vuole più cattiveria e temperamento perché ogni partita è dura. E bisogna avere un aspetto mentale di questo tipo. Duncan? L'Inter non lo vuole dare. Signori? E' un buon giocatore. Brienza? Per me è molto importante come giocatore. Questi sono comunque aspetti di mercato che ci sono e che tra una settimana potrebbero non esserci. Ripeto che il nostro gruppo è forte e sono convinto che alla ripresa del campionato saremo pronti, questo deve essere l'aspetto più importante. Jorginho e l'Inter? Non ci sono trattative per Jorginho, chi lo osserva vuole valutarlo ancora nel girone di ritorno. Deve pensare a fare bene come ha fatto nel girone d'andata. Possiamo migliorare come squadra, nonostante sia già forte, ma non vogliamo lasciare nulla al caso. Bojinov? E' un giocatore che si è comportato molto bene, ne ho parlato con lui e penso che abbia bisogno di continuità per rendere come dovrebbe. In questo momento non l'ha trovata e non l'ha avuta, senza dare colpe a nessuno. Quindi, iniziare un girone di ritorno con queste premesse non è utile a nessuno. Non è una bocciatura né un caso. E' una valutazione normale che stiamo facendo e che faremo direttamente con Valeri. Ferrari? Lui e Pesoli li sentiamo parte del nostro gruppo. Poi bisogna ragionare a prescindere, perché sarebbe sbagliato aspettare una notizia, indipendentemente che sia negativa o positiva. Noi continueremo sempre a stargli vicini, come abbiamo fatto fino a oggi".
Ufficio Stampa
Sogliano: "Cittadella? Voglio più rabbia offensiva"
Postata il 21/11/2012 alle ore 16:55
Il direttore sportivo gialloblù in vista della trasferta di sabato: "Siamo migliorati molto sul piano del gioco, c'è solidità. Ma stiamo attenti che loro sanno metterti in difficoltà"
SANDRA' - Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, Sean Sogliano, intervenuto in conferenza stampa in vista della trasferta di sabato a Cittadella: "Un avvio positivo, dopo 15 partite si capiscono già tante cose. Dobbiamo credere in quello che stiamo facendo, un po' di autostima è arrivata. Ogni gara ha delle grosse insidie, come quella di sabato: ho visto il Cittadella a Padova e non meritava di perdere. E' una squadra in grado di metterti in difficoltà, ci vuole la rabbia giusta e la voglia giusta per fare una battaglia. Questo è l'atteggiamento che voglio vedere nella squadra. Oggi non bisogna fare bilanci, non mi interessa sapere i promossi o i bocciati. Quello spetta ad altri dirlo. A me interessa chi onora la maglia e ci mette l'impegno, la squadra sta facendo il massimo. Non diciamo nemmeno che chi non gioca deve essere messo sulla graticola, perché se no si creano delle problematiche che ad oggi non esistono. Io boccio chi non si comporta bene, chi non onora la maglia e chi dà un contributo inferiore rispetto a quello che gli viene chiesto, da un punto di vista prima morale e poi tecnico. E infatti le scelte fatte in questo momento sono nei confronti di chi sta meglio: quando uno viene chiamato deve farsi trovare pronto. Questo è lo spirito giusto.
Bojinov si aspetta di giocare di più, è normale, quando è entrato ci ha fatto vincere. E va preso d'esempio, perché ha lo stato d'animo giusto. I giovani? Per loro è più difficile giocare nel Verona, la pressione è tanta. Loro devono essere bravi a conquistare la stima dei compagni, dell'allenatore e della società. Calvano è finito in Primavera e c'è un motivo: ha perso la mia stima, ha perso la stima di tutti, perché deve sapersi comportare prima di mettere una maglia. Spero che lo capisca, è una mia scelta che si allena con la Primavera. L'ho voluto io, perché deve capire delle cose: se le capisce è un giocatore che ha grandi mezzi, se non le capisce parleremo con il Milan e troveremo una soluzione. Finché non mi dimostra certe cose sta in Primavera. Jorginho? Il mercato inizia adesso per i giornalisti, per noi no. A me fa piacere se c'è interesse per il ragazzo, lui è uno serio, non si monta la testa e sa la differenza delle cose che si scrivono rispetto a quelle che si fanno in realtà. Il suo futuro è il Verona, è l'Hellas e, soprattutto, oggi il suo futuro è il Cittadella, perché è il prossimo impegno che ci aspetta. Cacia dipendente? No, assolutamente no. Per noi è un giocatore importantissimo, lo abbiamo cercato e voluto a tutti i costi. Ma il Verona non dipende da nessun singolo. Lui ha fatto 10 gol e sarebbe troppo facile fare i complimenti a Cacia, ma non è giusto collegare i risultati ottenuti da quello che fa soltanto un singolo. Lui, invece, deve continuare ad avere questo atteggiamento.
Il gioco della squadra? Siamo migliorati molto dall'inizio, come gioco e come solidità. E come consapevolezza nei nostri mezzi. L'unica cosa che vorrei in più è di avere rabbia in fase conclusiva. La squadra non si specchia troppo, il gruppo è serio. Noi facciamo la partita, ci manca più rabbia per finalizzare quando siamo in vantaggio. Ma è una molla che deve scattare dentro di noi".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
A TU PER TU ...con Sogliano
"Il mio Verona è ambizioso. Cori contro Morosini: si sbaglia dappertutto, ma i nostri tifosi sono eccezionali... come in Inghilterra. Bacinovic, vediamo a gennaio. Jorginho, Mangia e la A su di lui"
01.11.2012 00.00 di Alessio Alaimo Twitter: @alaimotmw
Un pareggio che sa di beffa. Il Verona non va oltre il pari sul campo del Crotone e dopo il 3-3 rimane secondo in classifica a sei punti dal Sassuolo. "Crotone - analizza il ds gialloblu' Sean Sogliano a TuttoMercatoWeb - è un campo difficile. Nel calcio poi, può succedere sempre di tutto".
Lunedì affronterete il Sassuolo, ad oggi primo in classifica.
"Già l'anno scorso s'è qualificato per i play-off, ha fatto degli investimenti importanti e ha grandi potenzialità. Si tratta di una squadra molto forte che sta avendo un ruolino di marcia notevole. Sicuramente il Sassuolo è costruito per fare bene e stare in alto. Non è una sorpresa".
Non lo è neppure vedere il Verona in alto.
"Siamo ambiziosi anche noi, vogliamo fare bene e ci stiamo riuscendo. Ma la B è talmente lunga che possono cambiare tante cose, sempre. Il primo bilancio è positivo, c'è la consapevolezza di giocarsela contro tutti ad ogni partita e questo è importante".
Scaramanzie: niente interviste il giorno prima della partita e a Varese aveva anche il ristorante di fiducia. A Verona?
"Dipende, il pre-partita si vive come viene. Per quanto riguarda il ristorante, qui è difficile sceglierne uno (sorride, ndr)".
Lunedì sarà scontro diretto.
"Il Sassuolo è la prima della classe, sappiamo di affrontare la più forte. A trenta partite non è uno scontro diretto, se non perché siamo rispettivamente primi e scondi. Ma manca ancora tanto".
Torniamo indietro: Verona, i cori contro Morosini e le tante parole che si sono dette. Come la pensa Sean Sogliano?
"La società ha preso una posizione ben precisa, la più gisuta che potesse prendere. La tifoseria dell'Hellas è eccezionale, ha uno stile inglese perché è molto legata alla squadra, ha un senso di appartenenza grandissimo. Poi qualche elemento che sbaglia c'è dappertutto, ma l'immagine della tifoseria non può essere macchiata da una minoranza. La città ha fatto capire di non essere quella che ogni tanto viene descritta. Qui c'è un ambiente bellissimo".
Tante iniziative dopo i cori contro Morosini. C'è chi pensa che sia stato un atteggiamento di facciata. Cosa risponde?
"Che ognuno vive il proprio dolore a modo suo. Non è stata una situazione di comodo, la tifoseria qui è sana. Ci sono degli elementi, dei singoli, che non possono rovinare un'intera città e la sua immagine. Nessuna finta moralità o falso perbenismo".
Però Mandorlini non ha fatto niente per abbassare i toni. Prima della partita si era detto «felice di essere un nemico giurato del Livorno». Mica una dichiarazione di pace...
"Alt, stop. Con il mister ho parlato: un conto è considerarsi nemico sportivo e un altro parlare di cose differenti".
Tutto chiaro, ma in passato Mandorlini è stato protagonista di altri episodi.
"Da quando ci sono io non ci sono state altre cose. Posso parlare di quest'anno".
Mercato: Bacinovic non gioca, l'agente che se continua così può andare via.
"Quando ha giocato in alcune partite ha fatto bene e in altre meno. Contro il Crotone ha giocato una buona gara, poi bisogna dire che anche altri calciatori stanno facendo bene. Quando un giocatore scende dalla A alla B si pensa che debba fare cose eccezionali, ma la serie cadetta è difficile. Ciò che conta è la squadra, che faccia bene. Non è importante quante partite giochi, ma l'atteggiamento, quanto sei utile ai tuoi compagni. Poi è normale, tutti vorrebbero giocare sempre. Ho parlato con Ruznic e con il giocatore, non ci sono tensioni: la situazione si valuterà a gennaio. La B è ricca di impegni, vedremo".
Va decisamente meglio a Jorginho, Mangia e la serie A lo osservano.
"È un ragazzo con la testa sulle spalle, sta facendo bene. Lo seguono in tanti, però sono discorsi che oggi rimangono tali. Sì, lo osservano anche Mangia per l'Under '21, è un profilo che potrebbe interessargli".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Sogliano: "Questo Verona, cuore e umiltà"
Postata il 19/10/2012 alle ore 12:31
Il ds gialloblù intervenuto alla trasmissione tv "Vighini Show": "Bisogna credere in questo gruppo, è forte e farà bene. Non ci interessa l'estetica nel gioco, ma vincere le partite"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo gialloblù, Sean Sogliano, intervenuto alla trasmissione "Vighini Show" in onda su TeleNuovo e condotta dal giornalista Gianluca Vighini: "Con il mister c'è stato da subito un rapporto schietto e sincero. Ed è quello che ho cercato con lui. Anche in fase di mercato ho sempre parlato e mi sono confrontato con lui. Poi, in una società ci sono dei ruoli.
C'è chi fa il direttore sportivo e chi fa l'allenatore. Entrambi hanno compiti diversi. Uno prende i giocatori e l'altro li fa giocare. Mandorlini questo aspetto l'ha accettato bene, ma questo è un fatto normale in una società. Resta inteso che il comune denominatore è fare più risultati possibili. Cambiare il tridente? A questo deve pensare il mister, è giusto che lui abbia più soluzioni possibili, perché in 42 partite dobbiamo sempre avere in campo giocatori competitivi. Cacia e Bojinov insieme? Ripeto che è il mister che ci deve pensare, non spetta a me dirlo. Lui deve sapere che ha una persona al suo fianco di cui si può fidare per lavorare insieme. Bojinov usato poco? Valeri è un ragazzo intelligente, sa che qui si gioca con il 4-3-3. E noi sappiamo che lui vuole fare bene.
Il presidente Setti vuole che il Verona vinca, questa è la cosa più importante, perché tutti sappiamo che ci sono giocatori che hanno un valore. Ma sia chi gioca sia chi sta fuori hanno la stessa importanza e hanno la stima della società e dell'allenatore. Questo per dire che se Bojinov gioca soltanto 5 minuti, la società e l'allenatore pretendono da lui il massimo impegno e ritengono che in quel tempo lui possa cambiare la partita. Il mister sa che può contare su di lui quando ritiene opportuno schierarlo.
Gioco da migliorare? Non ci interessa l'estetica, ma sappiamo che dobbiamo crescere sotto certi profili. Quando andiamo in vantaggio, a esempio, dobbiamo poi mantenere lo standard iniziale. Abbiamo fatto cose buone a sprazzi e cerchiamo di mantenerle per l'intera partita. Anche il mister sostiene che possediamo margini di crescita. Siamo consapevoli che la squadra è forte, lo sa il presidente Setti e noi guardiamo avanti per spronarci. Dobbiamo essere umili e non presuntuosi. La ricetta per fare bene? Unione, cuore e umiltà. Il mercato? Non serve parlarne ad ottobre. Ora pensiamo a Livorno, tiriamo fuori il massimo da questo gruppo perché crediamo in loro".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
ALTRE NOTIZIE
Verona, Sogliano: "Serie A? Non scherziamo, pensiamo al Bari"
27.09.2012 23.20 di Marco Frattino
Contattato dalla redazione di Itasportpress.it, Sean Sogliano non vuole sentir parlare di Serie A per il Verona nonostante la vittoria esterna contro il Varese: "Dobbiamo ragionare partita dopo partita. Per adesso bisogna pensare al Bari e non guardare la classifica. Anche se la partenza è buona non è tempo di fare bilanci - ha spiegato il ds del club scaligero -. Non penso che i nostri avversari siano intimoriti dopo il nostro colpo a Varese, bisogna essere umili e lavorare con impegno, poi i conti li faremo alla fine".
Assoluto protagonista col Varese è stato Cacia, autore di una tripletta: "Fa piacere che abbia segnato tanto finora - prosegue Sogliano -, fare goal per un attaccante significa molto in termini di autostima ma a me interessa il gruppo e l'espressione della squadra".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
LE INTERVISTE
Hellas Verona, il ds Sogliano: "Domani al mio ritorno a Varese, non merito fischi"
24.09.2012 12:05 di Cristiana Serangeli
Fonte: La Provincia di Varese
Il calcio a volte fa così: si diverte a mescolare le carte e finisce che giochi con i sentimenti. Se tre anni fa qualcuno ci avesse detto che un giorno Luca Sogliano sarebbe stato al Franco Ossola da avversario, l'avremmo fatto rinchiudere e poi buttato via la chiave. E invece, domani sera succederà.
Varese-Verona, con l'uomo che di questo Varese è stato l'anima e il cuore che starà dall'altra parte. «In effetti - ammette Sogliano - sarà strano: è la prima volta che mi trovo di fronte il Varese, ed è la prima volta che metto piede al Franco Ossola dal giorno in cui annunciai il mio addio per andare al Palermo».
Sensazioni?
Domani si giocherà Varese-Verona, non Varese-Sogliano. Per me non sarà una partita come le altre, ovviamente, ma resterà comunque una partita di calcio e come tale vorrei fosse trattata.
Lei, come la vivrà?
Chi mi conosce bene conosce anche il mio carattere, e il mio modo di vivere le emozioni: mi tengo tutto dentro, cerco di nasconderle, e non mi piace che altri le vedano o ne parlino. Quindi la vivrò a modo mio, come sempre.
Entrando in campo, a cosa penserà?
A quello che abbiamo fatto e vissuto, alle vittorie e alle emozioni, alla strada percorsa, alle persone: questo è il mio Varese, e tutte queste cose rimangono. Ora il Varese è una grande realtà e le cose vanno bene, ma io resterò sempre legato a quello che ho vissuto.
E se per qualcuno la partita di domani dovesse essere Varese-Sogliano, e partisse qualche fischio?
Sette anni di Varese, sette anni di lotte e battaglie io non li dimentico. Se qualcuno se li è dimenticati, è un problema suo ed è libero di fare quel che vuole. Ma io il passato lo ricordo bene, e non me lo toglie nessuno.
FONTE: TuttoB.com
A TU PER TU
...con Sogliano
"Verona, devi ancora migliorare. Sannino esonerato: avevo parlato con lui, pensavo venisse difeso di più. Milan, serve tempo. L'Italia di Mangia: contro l'Olanda lezione di calcio, poi..."
18.09.2012 00.00 di Alessio Alaimo Twitter: @alaimotmw
Obiettivo serie A. Ma forse è meglio non dirlo troppo forte. Il Verona di Mandorlini comincia ad ingranare. La strada è lunga, ma c'è l'entusiasmo giusto per pensare in grande. "E' un campionato equilibrato", il ds scaligero, Sean Sogliano a TuttoMercatoWeb predica calma.
Ma è inutile negarlo, la serie A è un obiettivo.
"Stiamo cercando di rimanere concentrati partita dopo partita, perché vogliamo portare a casa più punti possibili. Dobbiamo ancora migliorare tanto e lavoriamo per questo".
Che voto dà al suo mercato?
"Non mi interessa darmi un voto, ma soltanto che la squadra abbia lo spirito giusto ed esca a testa alta dopo ogni partita. Gli obiettivi nascono gara dopo gara".
Le concorrenti più agguerrite?
"Se devo guardare la classifica dico Livorno, Sassuolo, Varese e se non avesse la penalizzazione il Bari. Sono le squadre più attrezzate per disputare un campionato da protagonisti. Ma in serie B gli obiettivi cambiano da un momento all'altro. Sarà un campionato equilibrato e poi c'è sempre la sorpresa".
Il Verona in A non lo sarebbe.
"Sicuramente c'è l'impegno quotidiano per fare il massimo. Qui si respira l'aria di una grande piazza, con una grande tifoseria e questo lo percepisci subito. E' il bello e anche il difficile di Verona. Ma siamo ancora agli inizi, c'è tempo...".
L'anno scorso di questi tempi lavorava con Zamparini, al Palermo.
"Da ogni esperienza bisogna prendere le cose positive. A Palermo ho fatto il mio lavoro, per come sentivo di doverlo fare. Sono andato via per una mia scelta, anche se stavo bene con la gente e con l'ambiente. Ma non mi trovavo d'accordo su certe cose e sul modo di interpretare il mio ruolo".
Sannino esonerato. Sorpreso? Forse no.
"Prima che andasse al Palermo con lui avevo parlato e sa cosa gli avevo detto. Gli avevo raccontato la mia esperienza. Poi però è giusto che ognuno prenda le proprie decisioni. Pensavo che la scelta venisse difesa un po' di più visto che il direttore l'allenatore non se l'è trovato lì ma era stata una scelta condivisa. Almeno l'impressione da fuori era questa. Ma quando sei fuori non sai mai cosa succede".
Al Milan non se la passano meglio, due sconfitte interne in tre partite.
"Sostituire due campioni come Ibrahimovic e Thiago Silva non è mai facile, quindi penso che anche la squadra debba abituarsi a giocare senza i suoi due fuoriclasse. Serve tempo, ma il calcio s'è livellato e quindi bisogna giocarsela contro tutti con la giusta concentrazione. Perché anche le provinciali possono fare risultato contro le grandi".
L'Italia di Mangia, nell'ultima partita, ha sorpreso in negativo. Critiche esagerate?
"Quando uno ricopre un ruolo importante è soggetto a critiche ed elogi. Il calcio ormai è così: vinci e vieni elogiato, perdi e sei criticato forse anche troppo. Contro l'Olanda per esempio abbiamo dato una lezione di calcio. Ma quando non c'è niente in palio, purtroppo, ci sta di avere un atteggiamento rilassato. Eravamo già qualificati, quindi l'approccio non è stato positivo".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
«L´Hellas può arrivare in alto ma deve avere sempre fame»
SEAN SOGLIANO
13/09/2012
Ha il capello lungo, la barba incolta, l'occhio chiaro e lo sguardo che conquista ma lo 007 prima maniera, quello di «Licenza per uccidere» per intenderci, non c'entra assolutamente nulla. «Macchè Sean Connery - racconta - il mio nome non è legato all'attore inglese. È stata un'idea di mio padre, anche la mamma non ne sapeva nulla». Sorride Sean Sogliano. Papà Riccardo ha giocato nel Milan degli Anni Settanta e ha fatto il dirigente per Genoa, Parma, Udinese e Varese. Il figlio ha seguito una strada già segnata. Un centinaio di partite in A con Ancona, Torino e Perugia, tante stagioni tra i cadetti, poi la scelta di appendere le scarpe al chiodo e diventare direttore sportivo a Varese. La scalata dai dilettanti alla B con la squadra lombarda poi il passaggio al Palermo, nel paradiso della A. Il feeling con Zamparini dura poco, Sogliano straccia un contratto di tre anni e se ne va. Lo cerca il Genoa, lui prende la strada di Verona. Tre mesi di Hellas, come va? È stato un periodo particolare. Ho lavorato molto per l'Hellas ma ho vissuto poco Verona. D'altronde i tempi del mercato sono questi, bisogna lavorare sodo.
Adesso sono più in città, la sto conoscendo. Una sorpresa? No, come me l'aspettavo, una città che vive in simbiosi con la sua squadra. Una passione ventiquattrore su ventiquattro. Che mercato è stato? Non è giusto dare un voto al mercato, anche se io sono sempre molto critico. Non fermiamoci al mercato, il lavoro di un direttore sportivo non si ferma lì. Diciamo che il mercato è una componente importante ma ci sono tanti altri parametri da considerare nella crescita di una società. La squadra costruita... L'organico mi sembra completo, la rosa è competiva ma questo non vuol dire che l'Hellas deve distruggere il campionato. Abbiamo una buona squadra che può lottare per traguardi importanti. Una rosa troppo ampia? Non direi, una rosa in linea con le esigenze di un campionato molto lungo e difficile. Chi insegue obiettivi ambiziosi sa che non può lasciare nulla al caso, non si può permettere di perdere punti perchè vengono a mancare giocatori nei momenti cruciali del torneo. E poi chi arriva a Verona sa che trova tanta concorrenza perchè la squadra è importante. La trattativa più complicata? Beh, non ci sono trattative facili. Diciamo che ho cercato di portare a Verona tutti giocatori che volevano fortemente l'Hellas. Chi ha fame, chi ha sofferto, chi ha vinto. Cacia, per esempio. Ormai la trattativa sembrava chiusa, lui destinato a un'altra squadra. Invece Daniele ha chiamato, ci ha fatto capire che voleva venire. Abbiamo ricominciato a trattare e chiuso l'accordo in poco tempo.
La sorpresa? Sarebbe facile dire Bojinov ma lui deve solo confermare le sue qualità perchè ha già dimostrato in più di un'occasione di essere un grande giocatore, Verona è la piazza giusta per rilanciarsi. Aspetto i giovani, però. Non voglio fare nomi ma tutti quelli che abbiamo portato all'Hellas, da Huston a Verdun, da Arzamendia a Calvano, sanno che possono giocare una carta importante per la loro carriera. Sogliano ha un portafoglio illimitato. Chi porterebbe all'Hellas in attacco, in difesa a centrocampo? Siamo nel campo delle ipotesi, è chiaro. Per l'attacco vorrei Mattia Destro, in difesa non ho dubbi Thiago Silva, in mezzo al campo Vidal. Però l'Hellas è in serie B e in serie B, credetemi, ci possono stare buoni giocatori non fenomeni. Sogliano ha fatto il giocatore, ora fa il ds. Vorrebbe fare il mister? Non c'ho mai pensato. Mi è sempre piaciuto fare il mio lavoro, anche per questo ho scelto di essere un direttore sportivo giovane e non un giocatore vecchio. Sogliano torna in campo. Dove giocherebbe in questo Verona? Dove mi mette il mister, come ho sempre fatto nella mia carriera. Ho fatto il mediano, il terzino, lo stopper.
Spesso e volentieri dovevo prendermi cura dell'avversario più pericoloso. In certe partite ho toccato tre o quattro palloni al massimo ma sono uscito dal campo tra gli applausi. A proposito di mister, il rapporto con Mandorlini? Grande rispetto, c'è stima reciproca. Ci sono stati, ci sono e ci saranno sempre dei confronti, questo è chiaro, ma sempre con la massima trasparenza. Credo nel rispetto dei ruoli. Posso dire la mia ma le scelte tecniche sono dell'allenatore, in piena autonomia. E il rapporto con Setti? L'ho detto. Con il presidente e con gli altri collaboratori c'è sempre grande rispetto perchè il gruppo del Verona sta crescendo nel rispetto dei ruoli. Sono totalmente aziendalista ma voglio le mie responsabilità, portare avanti le mie idee e rispondere per queste. Vedi Palermo, con Zamparini. Non potevo fare il signorsì. Avevo un contratto di tre anni ma il dissidio non si poteva sanare e ho deciso di andar via. Che campionato sarà? Molto difficile perchè c'è grande equilibrio. Basta vedere cos'è successo nelle prime partite, ci possono essere sorprese su tutti i campi. Le favorite? Sassuolo e Livorno sono partite bene, lo Spezia ha investito tanto, il Varese negli ultimi anni ha coltivato la mentalità giusta. E l'Hellas? Un passo alla volta, ogni partita una storia diversa. Possiamo arrivare in alto ma dobbiamo tenere i piedi per terra e giocare sempre «con fame».
Luca Mantovani
FONTE: LArena.it
Sogliano: "Voglio vedere uno spirito vincente"
Postata il 05/09/2012 alle ore 14:35
Il direttore sportivo gialloblù analizza il momento della squadra: "Bisogna andare in campo per lottare e sudare, solo così potremo toglierci delle belle soddisfazioni"
VERONA - Ecco le dichiarazioni del direttore sportivo Sean Sogliano, intervenuto alla presentazione dei calciatori Cacciatore e Berardi e analizzando il momento che sta attraversando la squadra: "Non sono preoccupato perché abbiamo fatto due pareggi. C'è la voglia e la speranza che noi dobbiamo fare meglio e siamo in grado di fare molto di più. Questo non vuol dire che il pareggio non debba essere accettato. Se siamo presuntuosi i pareggi diventano sconfitte, se siamo umili i pareggi possono diventare vittorie. E sono convinto di questo. La Serie B è un campionato difficile, smettiamola di pensare all'anno scorso, perché eravamo una neopromossa ed erano anni che mancava la B. Dobbiamo rimboccarci le maniche e smetterla di dirci che siamo favoriti, perché in B non ci sono squadre leader ma serve voglia di correre, lottare su ogni pallone e avere la bava la bocca. Con questa mentalità possiamo fare qualche punto in più e soprattutto toglierci delle belle soddisfazioni. Ci vuole un atteggiamento più provinciale, solo così potremo migliorare. Dobbiamo trovare la fame di punti e la squadra si deve scrollare di dosso questo aspetto mentale. Voglio vedere lo spirito giusto... Il mercato? Ho portato dei giocatori da Verona, non ho dubbi. Nonostante qualcuno pensi e scriva che non tutte le ciambelle riescono col buco: io non faccio il pasticciere, cerco di prendere giocatori che hanno voglia di stare qui. Mandorlini? Ci siamo confrontati sempre prima di ogni acquisto, dialoghiamo sempre. Il mister ha visto dei miglioramenti, ma sa che possiamo fare meglio. Abbiamo tutti la voglia di portare a casa un risultato che ci può sbloccare e andare avanti. La vittoria però non si ottiene con un peso sulla testa, ma alzando la testa. Non voglio una squadra che dopo due partite che non vince abbassa la testa, se no siamo fuori dal mondo. Noi dobbiamo andare in campo aggressivi e prenderci i tre punti. La squadra si sta allenando bene e dobbiamo lavorare con il sorriso. Perché ci vuole armonia durante la settimana, quando prepariamo la gara. Io i calciatori tristi non li ho mai visti giocar bene. Siamo consapevoli che è un campionato difficile, ma se corriamo al ritmo degli altri siamo consapevoli di avere qualcosa in più".
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
Sean frena su Sforzini: «Costa troppo e il gruppo conta più del singolo»
IL CANTIERE. E ancora: «Trattativa su Ebagua, per Harbuzi vedremo. Mareco ? Non risponde»
Il ds Sogliano si accaparra Fatic: «Ora ha l'occasione per ritrovarsi»
18/07/2012
Puntuale, come nei saloni milanesi del mercato. Sean Sogliano arriva a Sandrà con Ivan Fatic, pedina per la sinistra. L'aspetta Graziano Battistini, agente di Crespo ma anche di Ebagua. Non stacca mai il diesse. «Per ventiquattro ore la testa è lì, al lavoro». Compra e vende, la rivoluzione è in atto. L'ultimo è Fatic, uno che pareva dovesse spaccare il mondo prima di perdersi. Sogliano ci crede, così come nell'intero progetto. «Si stacca dal Chievo, aveva un solo anno di contratto. Prometteva molto da giovane, poi invece ha deluso. Se vuol fare davvero il calciatore adesso ha l'occasione per dimostrarlo. L'ingaggio? È molto basso, quindi riusciamo a pagarlo noi...».
A proposito di soldi, il Grosseto continua a chiedere un milione e mezzo per Sforzini. Impossibile arrivarci?
«Per un giocatore di serie B certe cifre non vanno spese, anche se considero Sforzini uno di quelli forti. Persino in serie A si fa fatica a spendere tutti questi soldi. Chi chiede così tanto per me è fuori dal mercato. Se dei top club cedono elementi praticamente insostituibili immaginate quale sia l'andazzo nelle categorie inferiori. Sappiamo di dover prendere due attaccanti centrali, ma con tranquillità, non c'è fretta».
Ebagua?
«Al momento non c'è una trattativa. Ebagua ha solo un anno di contratto, ma dipende tutto dal Varese».
Quanto manca per vedere il Verona che ha in testa Sogliano? «Dei nuovi ingressi sono contento, non credo sia necessario cambiare ancora tanto».
Mareco resterà?
«Se solo rispondesse al telefono».
C'è in prova Harzubi
«Un centrocampista interessante, il mister vuole vederlo. Si unirà alla squadra per la preparazione, poi valuteremo. Ha giocato nella massima serie turca, dove il livello è buono. Apprezziamo la sua disponibilità, in fondo giocava in serie A e noi siamo in B. Da qui a dire che verrà ingaggiato però ce ne passa. Mi piace fare qualche scommessa, ho sempre lavorato bene con quelli che devono riscattarsi».
Sono arrivate richieste per Rafael?
«Qualche chiacchierata è stata fatta, uno come lui può anche interessare. Nessuna trattativa però».
Il mercato in uscita procede secondo i suoi tempi?
«Le cessioni sono un obbligo, con la lista chiusa a 18 giocatori. Ogni uscita è stata portata avanti correttamente, poi so benissimo che tutti vorrebbero essere confermati. Io dico invece che devono sentirsi comunque dei privilegiati, anche se vanno da un'altra parte».
Bjelanovic?
«Sappiamo dell'interesse del Cittadella, valuteremo col suo agente».
La lista giovani quanti ragazzi comprenderà?
«Qualcuno l'abbiamo già, al di là di Jorginho. Quanti saranno dipende dal mercato ma anche dalla predisposizione dei ragazzi. Mi piacerebbe che il Verona potesse pescare dal basso, in caso di difficoltà. Non bisogna andare sul mercato per prendere uno di trent'anni e metterlo a fare la riserva. Coi tempi giusti, ma vorrei ci si arrivasse. Il giovane deve essere sveglio, se lo è ed ha la testa a posto può prendere il treno giusto».
Quanti altri giocatori arriveranno ancora?
«Un difensore dobbiamo prenderlo, davanti bisogna lavorare. A centrocampo mi sento tranquillo».
Quanto è aumentato il tasso di qualità coi nuovi arrivi?
«In una squadra conta tanto altro. Conta l'unione, la cattiveria, il gruppo. Credo molti in questi fattori. La squadra intanto deve allenarsi, questo è l'importante. Avere un buon gruppo è meglio che comprare un giocatore forte».
Alessandro De Pietro
FONTE: LArena.it
A TU PER TU
...con Sogliano
"Tutto sul nostro mercato: Bacinovic ha voglia, Sforzini un obiettivo. Mangia in Under '21, in bocca al lupo. Thiago e Ibra via dal Milan: non ci sono incedibili"
13.07.2012 00.00 di Alessio Alaimo Twitter: @alaimotmw
E' la società più attiva sul mercato. Il Verona pensa in grande e con il suo ds Sean Sogliano si muove praticamente 24 ore al giorno per rinforzare la squadra. "E' ancora presto per fare bilanci", dice a TuttoMercatoWeb il direttore sportivo dei gialloblù.
Però siete uno dei club più attivi.
"Purtroppo, e sottolineo purtroppo, il mercato chiude il 31 agosto. Siamo contenti dei giocatori che abbiamo preso, altrimenti non li avremmo acquistati. Ora ci concentriamo su qualche uscita".
L'anno scorso è stato uno dei giocatori della discordia con Zamparini a Palermo, ora Bacinovic lo ha portato a Verona.
"La sua prima stagione è stata ottima, l'anno scorso ha avuto qualche problema, disputando un'annata travagliata a causa della folta concorrenza e di alcuni problemi fisici. E' motivato, ha voglia di fare bene e quindi abbiamo deciso di ingaggiarlo".
Ora obiettivo Sforzini.
"E' un obiettivo sì, ma non solo nostro. Magari anche del Grosseto. Vediamo...".
Per cautelarvi pensate anche a Cocco.
"Buon giocatore, ma per ora stiamo valutando diverse soluzioni".
La sua creatura, Devis Mangia, allenerà l'Under '21.
"Sono contento per Devis, merita un'occasione del genere. E' un incarico prestigioso, lui sarà all'altezza della situazione, gli faccio un grande in bocca al lupo".
Il Milan potrebbe vendere Thiago Silva e Ibrahimovic.
"E' la classifica operazione da fare. Dimostra che non ci sono giocatori incedibili. E' un momento di difficoltà per tutti, anche per le grandi squadre".
Chiudiamo con Crespo, nuovo arrivo del Bologna. I rossoblù pensano a Gomez?
"Con il Bologna non c'è stato nessun contatto per Gomez e non rientra nell'operazione Crespo. Con Zanzi, ad oggi, non ho ancora parlato di Gomez".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Verona, presentato Sogliano
L'ex dirigente del Varese e per un breve periodo anche del Palermo ha tenuto una conferenza stampa nella sede della società gialloblù.
Inizia l’era Setti nell’Hellas Verona.
L’imprenditore carpigiano Maurizio Setti in luglio diventerà il nuovo azionista di maggioranza della società scaligera dopo l’acquisto dell’80 per cento delle azioni dal presidente Giovanni Martinelli che rimarrà azionista e probabile presidente onorario.
Nel frattempo Setti, ex vicepresidente del Bologna Calcio, da cui dovrà ricevere una liquidazione delle propria quota per 2,3 milioni di euro, sta costruendo la nuova struttura societaria. A partire dal direttore sportivo, Sean Sogliano che sostituire Mauro Gibellini ed il nuovo segretario amministrativo Massimiliano Dibrogni, un passato di cinque anni della Figc. Sean Sogliano, figlio d’arte, un recente passato da dirigente nel Varese prima ed una fugace parentesi a Palermo poi, è stato presentato nella sede della società gialloblù a Verona.
«Setti?. Viene a Verona per portare questa città ad essere felice nel calcio italiano» ha sottolineato Sean Sogliano che ha scelto Verona, nonostante altre proposte anche da società di serie A « perché qui sento i brividi quando entro allo stadio».
Passione, competenza ma anche chiarezza e rispetto dei ruoli «Quando tutte le componenti remavano dalla stessa parte, ho ottenuto i risultati». Obiettivo serie A: questo reclama la piazza scaligera, «scottata» dalla semifinale play off perduta col Varese. «Non parlo tanto di obiettivi se non quello di allenarci per scendere in campo e vincere la prima gara di campionato».
Con quale squadra? «La formazione della scorsa stagione ha fatto bene, in B ci sono vincoli di lista da tenere in considerazione. Insieme col presidente e l’allenatore faremo alcune scelte per colmare lacune e per confermare le scelte vincenti dello scorso anno». Chiamato da Setti a dirigere il Verona, scelta «benedetta» da Martinelli, Sogliano ritiene fondamentale «possedere un settore giovanile importante». Quando alla squadra da allestire in vista della nuova stagione «ci sono tante idee sul tavolo, il mercato è sempre più difficile perché c’è sempre meno liquidità».
Quanto alla convivenza con un allenatore dalla spiccata personalità come Mandorlini, reduce da problemi di convivenza col precedente ds Mauro Gibellini, Sogliano ha le idee chiarissime: «Mardolini aveva già un contratto, ha fatto bene ma è qui perché è la persona giusta. Quanto a me ed al mio ruolo, guardo gli allenamenti, parlo con l’allenatore e con i calciatori, Quando c’è il rapporto giusto nella società, è un valore aggiunto». L’allenatore, tuttavia, «avrà comunque un ruolo importante anche laddove indicherà le proprie preferenze sui calciatori».
Su questo o quel nome, però, Sogliano non si sbilancia. A partire da eventuali giocatori «incedibili» come Rafael, Maietta, Hallfredsson, Gomez. «Ci sono giocatori da cui ripartire ma in questo momento non serve fare nomi perché il mercato dura due mesi, ogni giorni si profila una situazione nuova». Nella stessa mattinata Massimiliano Dibrogni ha assunto il ruolo di segretario generale dell’Hellas Verona. Fortemente voluto dallo stesso Sogliano, con cui aveva lavorato a Varese prima, Palermo poi, Dibrogni ha lavorato cinque anni in Federazione, ricoprendo per un periodo un ruolo nell’Ufficio Indagini della Procura Federale. «Il mio lavoro sarà soprattutto amministrativo, appena definito l’aspetto societario. In linea generale dovremmo consolidare i rapporti in Federazione, Lega e classe arbitrale nell’ambito di una dialettica chiara e trasparente con tutti i nostri organismi di riferimento».
Nella mattinata dedicata alla presentazione di Sogliano, era presente anche il tecnico Mandorlini che ha tagliato corto sulle accuse dell’ex direttore sportivo Gibellini, pensando all’immediato futuro. «Dopo due stagioni importanti» ha spiegato Mandorlini «mi auguro che il prossimo torneo ci regali soddisfazioni ancora più importanti». «Sogliano nuovo direttore sportivo?» ha sorriso Mandorlini «siamo già in disaccordo visto che lui vuole iniziare a vincere la prima gara di campionato mentre io spero di cominciare con la prima di Coppa Italia. Battute a parte, ci confronteremo per il bene del Verona».
FONTE: FastWeb.it
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Genoa, Sogliano: "4 mesi di lavoro...e volevo Sannino"
09.06.2012 15.39 di Alessio Alaimo
Dopo sette anni di Varese e una breve parentesi a Palermo, Sean Sogliano è pronto a ripartire. Dall'Hellas Verona.
Sogliano è il nuovo ds del club scaligero, legato da un contratto di due anni. Che questa volta sarà depositato senza troppi dubbi. "Ho colto a cosa ti riferisci, ma ormai è giusto guardare avanti. Penso al Verona e sono contento di aver scelto questa piazza", dice Sogliano a TuttoMercatoWeb. Insomma, questione di poco e il contratto sarà depositato. Poi sarà tempo di mercato... e di scaramanzie. Un po' come a Varese, ne sa qualcosa un ristorante della città lombarda, che ospitava Sogliano, Sannino e la squadra ad ogni pranzo pre-partita. E i risultati sorridevano. "Ne troverò uno anche qui a Verona, devo ancora pensarci", afferma sorridente il nuovo dirigente dell'Hellas. "Il calcio - prosegue - è anche scaramanzia, tutti abbiamo le nostre 'piste'".
Eppure sembrava vicino al Genoa.
"A febbraio avevo fatto un accordo con il Presidente Preziosi per diventare il nuovo ds del Genoa. Alla fine del campionato però non ho più avuto riscontri. Per me i contratti sono sì importanti, ma prima c'è il rapporto tra le persone. Ho voglia di lavorare e non solo di legarmi ad un club con un contratto. Non so perché Preziosi abbia cambiato idea. Il presidente ha fatto altre valutazioni, non vivrò il Genoa, ma sono pronto per il Verona".
Insomma, ha lavorato quattro mesi per il Genoa.
"Più o meno sì. Non voglio fare polemica, ma mi piacerebbe incontrare Preziosi per parlarne. Penso sia giusto farlo, con tranquillità. Fermo restando che Lo Monaco è un ottimo dirigente, capace e preparato".
Avrebbe portato Sannino sulla panchina del Grifone?
"Sì. Era una mia idea. Era quello che avrei voluto fare".
Il presente ed il futuro si chiama Verona.
"Ho accettato quest'opportunità con felicità e orgoglio. La mia scelta non è stata in base alla categoria, ma alle mie sensazioni. Ho bisogno di risentire i brividi quando entro in uno stadio. E a Verona questo effetto non mancherà".
Perché ha rifiutato Siena?
"Ho parlato con Mezzaroma, che ringrazio perché è stato molto gentile. Mi ha fatto una bella proposta, però ho preso la decisione di accettare Verona".
Che Verona sarà?
"Per il dna della piazza e dei tifosi, sarà una squadra che ha voglia di fare bene, che lotterà sempre e darà il massimo. Gli obiettivi si conquistano partita dopo partita, allenamento dopo allenamento. Non è una frase fatta, lo penso davvero. La maglia dei giocatori sarà sudata, sarà una squadra che venderà cara la pelle".
L'ambiente spera in una maggiore sintonia tra ds e allenatore. Cosa che negli altri anni non s'è verificata.
"I migliori risultati li ho ottenuti con sintonia e feeling tra le parti. Non voglio entrare nel merito di quanto accaduto in precedenza. Ho parlato con Mandorlini e Gibellini, ma ora bisogna pensare solo al bene del Verona. Ripartiremo dal mister, che sarà confermato. Spero di avere un buon rapporto con lui".
Le faccio due nomi: Chibsah della Juventus e Romanò dell'Inter.
"Sono due giovani interessanti che possono dare qualcosa anche in una prima squadra. Sono nomi interessanti, due giocatori bravi. Vedremo...".
Hallfredsson e Gomez potrebbero lasciare Verona?
"Sono due giocatori che hanno fatto bene, non vorremmo privarcene. Ma dovesse arrivare un'offerta giusta per la società, magari verrebbe valutata. Fermo restando che non vogliamo privarci di loro".
In estate lo ha acquistato dal Catania per il Palermo, adesso Silvestre vuole lasciare la Sicilia. Pronto per l'Inter?
"Si tratta di un grande professionista e di un ottimo calciatore. È un ragazzo molto professionale, se ha detto certe cose avrà i suoi motivi. Non so. L'Inter è una pista concreta, secondo me potrà fare bene. È un giocatore solido, se dovesse approdare in nerazzurro si farebbe valere".
A TU PER TU
...con Mandorlini
"Ho sentito Sogliano e di Gibellini non m'importa. Mangia? Voci che ci stanno. Italia, punto su Marchisio. Forza azzurri"
09.06.2012 00.00 di Alessio Alaimo
Giornata di presentazioni, oggi, in casa Hellas Verona. Il club scaligero presenterà il nuovo direttore sportivo - Sean Sogliano - al fianco del presidente Martinelli. Ma si ripartirà da Mandorlini? "Con Sogliano ci siamo sentiti. Credo di sì, ma per ora è tutto prematuro", dice l'allenatore a TuttoMercatoWeb.
Che Verona sarà?
"Ancora non si sa nulla, bisognerà vedere. C'è una nuova struttura societaria. L'unica cosa certa è che il signor Gibellini non c'è più".
Eppure si parla di Devis Mangia.
"Voci che ci stanno, si può scrivere di tutto. Non mi interessa".
Tra ds e allenatore è auspicabile unità d'intenti. Negli altri anni non è stato così. Giusto?
"Chiariamo una cosa: quello che dice Gibellini è una cosa, la realtà un'altra. La verità la sappiamo io e il presidente. Le parole di Gibellini per me hanno poco valore, anzi non ne hanno mai avuto".
L'Italia di Prandelli è pronta per l'Europeo.
"Spero nei ragazzi e in Cesare. Mi auguro che l'Europeo vada bene, anche perché la squadra ha tutti i fucili puntati addosso. Farò il tifo per l'Italia di Prandelli e per i giocatori".
Su chi è pronto a scommettere?
"Abbiamo tanti talenti, ma punto su Marchisio. Mi piace tantissimo, se devo fare un nome faccio il suo. La Spagna è la squadra da battere, sarà difficile. Ma sono fiducioso".
SERIE A
ESCLUSIVA TMW - Lamanna e Gomez Taleb, che fila in Serie A
08.06.2012 06.00 di Claudio Sottile
Porte girevoli per le grandi della massima serie. Come carpito in ESCLUSIVA da TMW, sul portiere Eugenio Lamanna (22) è consistente l'interesse di Milan, Inter e Juventus.
Reduce dal prestito a Bari, dove ha disputato una pregevole stagione, tornerà al Genoa (che detiene il contro riscatto dal Galletto, qualora i pugliesi decidessero di far valere il loro diritto per la metà) che però preferirebbe cederlo in comproprietà, visto l'attuale affollamento nella porta rossoblù dovuto a Frey (32) e Perin (19). Le tre big aspettano le mosse del club di Preziosi, ma sono pronte a darsi battaglia per accaparrarsi l'ex Gubbio, uno dei più fulgidi talenti dei pali italiani.
Anche un altro ex eugubino, Juan Ignacio Gomez Taleb (27), potrebbe prossimamente fare le valigie, dopo un notevole campionato corredato da quattordici segnature in maglia Hellas Verona. Sul furetto argentino si registrano le manovre di Fiorentina, Parma e Siena, che vorrebbero inserire nelle proprie corsie uno scoppiettante mix di estro e corsa. Bisognerà fare i conti con gli scaligeri, proprietari del suo contratto con scadenza 2015, i quali solo a fronte di una convincente offerta economica potrebbero prendere in considerazione l'idea di lasciarlo partire.
Sulle qualità di entrambi i giocatori è pronto a giurare Enrico Mischianti, agente FIFA natio proprio di Gubbio, che dalle nostre pagine sentenzia: "Sono due calciatori pronti per la A, hanno raggiunto una maturità tale da meritare palcoscenici così prestigiosi".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
PRIMO PIANO
ESCLUSIVA TB - Hellas Verona, anche la Roma su Hallfredsson
08.06.2012 15:01 di Dennis Magrì
Anche la Roma su Emil Hallfredsson. Il centrocampista islandese, trascinatore dell’Hellas Verona, secondo indiscrezioni raccolte dalla redazione di TuttoB.com, pare sia finito nel mirino della squadra capitolina, anche se la concorrenza da battere è dura: su di lui, infatti, da tempo son presenti Atalanta, Napoli e Torino.
CALCIOMERCATO
Spezia, arrivi dalla Fiorentina e nomination per la difesa aquilotta
08.06.2012 18:20 di Cristiano Sturlese
Tra le numerose offerte di mercato verso la formazione di mister Serena ne esiste una che porta a Firenze. Nella città gigliata il ds Ricci non appena rientrerà dall’estero, per la precisione dalla Croazia, andrà alla “corte” dei Della Valle dove vengono proposti tre calciatori: il difensore Piccini (ultimo campionato nella Carrarese), e gli attaccanti Babacar e Matos. La società aquilotta li potrebbe acquisire con la formula del prestito ma con diritto di riscatto della metà: soluzione che piace molto all’area tecnica spezzina.
Intanto per la difesa aquilotta si fanno i nomi del centrale Di Cesare (ultimo campionato vinto col Toro), il sudamericano Mareco (ultimo campionato nel Verona), il giovane Schiavi (ultimo campionato nel Padova) di proprietà del Parma, un possibile ritorno dell’ex Ceccarelli (anch’egli ultima stagione nel Verona) e la riconferma di Lucioni. Tra questi calciatori dovrebbe nascere la difesa aquilotta per il prossimo campionato di serie B, salvo sorprese e aggiunta di giovani provenienti dalle formazioni “primavera” di club blasonati.
FONTE: TuttoB.com
sabato, giugno 9th, 2012 | Posted by Orru
Verona, Sogliano si presenta: ”Ho firmato prima dei playoff, sono qui perchè credo nel progetto”
In casa Verona stamane c’è stata la presentazione del nuovo Direttore Sportivo Sean Sogliano. L’ex Varese si dimostra molto motivato: ”Ho grande entusiasmo e sono molto carico. Avevo anche altre offerte, ma qui ho voluto sposare il progetto, indipendentemente dalla categoria, visto che ho firmato prima dei playoff. Cerco unità d’intenti che è il segreto di fare bene. Qua a Verona, quando gioca l’Hellas, la tifoseria ti dà tanti brividi, bisogna essere bravi a tenerci stretti i nostri tifosi. Partiamo da una buona base, c’è qualcosa da migliorare, anche a livello di settore giovanile, interverremopure lì, anche se servirà pazienza. Mandorlini? E’ la scelta migliore in questo momento. Non faccio proclami, voglio far parlare i fatti”.
di Marco Orrù
sabato, giugno 9th, 2012 | Posted by Orru
Calciomercato Spezia, altri due nomi nel taccuino del DS Ricci
Prosegue senza intoppi l’intelaiatura del nuovo Spezia da parte del DS Nelso Ricci. Tanti nomi sul suo taccuino, compresi gli ultimi due usciti nelle ultime ore: un centrocampista e un difensore. Il primo si chiama Luca Ceccarelli, gioca nel Verona, ed è un classe ’83. In questa stagione 26 presenze e un gol per lui. In attesa di verificare se a Verona ci sarà il tanto atteso cambio di proprietà, lo Spezia tiene d’occhio la sua situazione. Il centrocampista, invece, risponde al nome di Filippo Porcari, classe ’84,quest’anno al Novara, uno dei pilastri del clbu piemontese. L’operazione più difficle appare la seconda, proprio per l’attaccamrnto alla maglia del ragazzo emiliano, ma il club ligure ha argomenti interessanti da proporre.
di Marco Orrù
sabato, giugno 9th, 2012 | Posted by Marco Macca
Calciomercato Padova, per la panchina contatto con Di Francesco
E’ sempre più vivo che mai il toto-allenatore per il dopo Dal Canto in casa Padova. Dopo i sondaggi per Pea, Atzori e Maran, ora il presidente dei biancoscudati Cestaro sogna un nome nuovo per la panchina: Eusebio Di Francesco.
Dopo l’infruttuosa esperienza in Serie A con il Lecce, conclusasi con l’esonero, l’allenatore ex Pescara è voglioso di rimetterci in gioco e un primo contatto c’è già stato, come hanno rivelato fonti vicine al tecnico, che hanno parlato di “chiacchierata molto produttiva” con il ds veneto Fabrizio Salvatori. Le parti si aggiorneranno nei prossimi giorni, in attesa di avere notizie certe dai candidati numeri uno alla panchina biancorossa, appunto Atzori e Pea.
Un altro nome che comunque si sta facendo largo nelle ultime ore è quello di Andrea Mandorlini. L’attuale allenatore del Verona, capace, appena promosso in B dalla Lega Pro, di concludere il campionato al quarto posto dopo 80 punti e poi eliminato dal Varese nella semifinale play off, è molto stimato in Veneto e ci sarà prossimamente un sondaggio per capire le sue reali intenzioni future. Strapparlo all’Hellas non è facile ma un tentativo verrà fatto.
FONTE: SerieBNews.com
Sogliano in campo «Basta con le parole Ora servono i fatti»
CAMBIO DI ROTTA. La rivoluzione nella stanza dei bottoni gialloblù
«Mi avevano contattato altre società, anche di A Ho scelto il progetto Hellas perché voglio provare dei brividi sulla pelle quando entro al Bentegodi»
10/06/2012
Nasce l'Hellas del futuro. Ieri mattina, nella sede di via Torricelli, è stato presentato il nuovo direttore sportivo del Verona. Toccherà a Sean Sogliano prendere il posto di Mauro Gibellini che noi prossimi giorni dovrebbe firmare un accordo con il Como. Assente il presidente Giovanni Martinelli, ha fatto gli onori di casa Giampiero Magnani in compagnia di mister Mandorlini e di Stefano Fanini, il legale del club gialloblù. In platea non solo giornalisti e operatori dell'informazione ma anche tanti tifosi che hanno voluto salutare Sogliano e applaudire ancora una volta il tecnico per quello che ha fatto la squadra nell'ultimo campionato.
SCELTA DA BRIVIDI. «Potevo andare in altre società, avevo proposte anche dalla serie A - attacca il nuovo diesse - ma ho scelto Verona perchè voglio provare dei brividi quando entro nello stadio. Qui c'è passione, amore, attaccamento ai colori sociali. Quando si entra al Bentegodi... tremano le gambe. E poi ho sposato un progetto bello e ambizioso. Qui c'è tutto per fare bene, dobbiamo provarci sapendo che la strada non sarà facile. Nel calcio, in questo calcio, non c'è nulla di scontato».
L'OBIETTIVO. Nato ad Alessandria quarantun anni fa, Sean - Scion, pronunciato alla Sean Connery - Sogliano ha rinunciato a Genoa e Siena dopo l'amara esperienza con il Palermo di Zamparini. «Obiettivi? Meglio non parlare subito di obiettivi, abbiamo già in testa qualcosa, questo è ovvio, ma potremo modificarli strada facendo. Non mi sembra giusto fare proclami adesso. Sono un uono che ama soprattutto i fatti, voglio essere giudicato per quello che faremo in campo, adesso le parole non contano a nulla. Nel calcio si rischia solo di essere sentiti. Cercheremo di fare il massimo e di fare bene. Posso solo dire che voglio arrivare preparato all'inizio del campionato per vincere la prima partita».
UOMO DI SETTI? Meglio essere trasparenti anche sul rapporto tra Sogliano e Maurizio Setti, l'imprenditore emiliano che potrebbe entrare nell'Hellas con Martinelli o, addirittura, acquisire la società. «Sono stato contattato da Maurizio Setti un paio di mesi fa - spiega il nuovo diesse - e mi ha fatto piacere perchè mi ha proposto un progetto interessante e mi ha detto che sarebbe entrato nel Verona. Poi ho conosciuto Martinelli e il presidente mi ha dimostrato subito grande fiducia. Un presidente che ha grande passione, non so che cosa succederà nei prossimi giorni a livello societario, ma per il momento il mio punto di riferimento è sempre Martinelli. Ho scelto Verona prima dei play off. Ovviamente ho fatto il tifo per l'Hellas perchè questa piazza merita la serie A, adesso dobbiamo voltare pagina senza pensare a quello che è successo. Dobbiamo ripartire consapevoli della nostra forza, senza troppi fantasmi per la testa».
MANDORLINI PRIMA SCELTA. Si riparte con Andrea Mandorlini in panchina. «Ci siamo già confrontati con il mister, ci conosciamo - ammette Sogliano - lui sa che sono un rompipalle, mi piace seguire gli allenamenti, parlare con i giocatori, intervenire nella gestione della società. Anche lui è sanguigno ma questo ci può stare, in una società di calcio anche i confronti servono per crescere, per puntare al risultato. La squadra? Abbiamo un'idea di massima ma in questo momento è troppo presto per parlare di mercato, i mesi decisivi saranno luglio e agosto. È chiaro che dobbiamo fare i conti anche con le liste bloccate, in non si possono iscrivere più di 18 giocatori senior, più bandiere e giovani. Per prendere qualcuno, qualcun altro dovrà uscire ma l'idea è di mantenere il gruppo che ha fatto molto bene quest'anno inserendo elementi di qualità».
Luca Mantovani
Il Chievo, l'Hellas e i suoi «butèi» «Ciao, Giancarlo»
L'ULTIMO SALUTO. Celebrati i funerali di Fiumi
C'era anche Gigi Delneri. Le parole di don Breda, un grande affetto
08/06/2012
«La sua umanità». Tre parole che hanno segnato il percorso disegnato da don Breda, ricordando Giancarlo Fiumi. Gli sarebbe piaciuto, un discorso così. Sarebbe piaciuto anche al grande segretario, vedere tutti assieme un bel po' dei suoi "butèi". C'erano Nanni e Sirena, Bergamaschi e Gobbi, Mascetti e Da Costa, Bui e Mascalaito. E ancora Baruffi e Mattè, Garonzi, Paese e Fofò Casano, oggi massaggiatore della Juve. C'erano i gonfaloni di Hellas e Chievo, uniti per lui, perchè di fronte alla storia, di fronte alla grandezza di Fiumi, c'è una sola partita da giocare, quella della nostalgia. Giancarlo ha vissuto così l'ultimo saluto. La chiesa di Parona piena di facce conosciute, dal Friuli è arrivato anche Gigi Delneri, «perchè uomini come Giancarlo lasciano un segno profondo in chi ha la fortuna di conoscerli».
Il Chievo in prima fila, ovvio. Il presidente Campedelli, Giovanni Sartori, Mimmo Di Carlo, il segretario Sebastiani, Pacione e Moro, D'Anna, Balestro e Zanin, Federica Menegazzi per l'ufficio stampa, tutto il personale del Chievo, che con Fiumi aveva lavorato, che ne aveva apprezzato le qualità, professionali e umane. E poi, tanta gente, sportivi, amici, tifosi di ieri e di oggi. Una sola idea, un solo pensiero, essere vicini a Giancarlo, provare a restituirgli quello che lui, con la sua umanità, con la sua dolcezza, «con la sua cultura» come ha ricordato don Breda, ha saputo donare durante la sua vita. Prima ai tempi del Parona, poi al Verona, portato da Saverio Garonzi, in un'avventura che resterà per sempre indimenticabile. E gli occhi lucidi dei «campioni» di allora, ne sono stati la testimonianza.
Quel Verona, appartiene a tutti. E di quel Verona Fiumi fu silenzioso protagonista. »Mai alterato» ha ricordato ancora don Breda. «Non ricordo di averlo mai visto perdere la pazienza». Una grande virtù, una delle tante che Fiumi ha regalato a chi l'ha avuto vicino. Dal Verona al Chievo, per costruire un'altra favola, prima con Garonzi, poi con papà Campedelli, fino al doloroso passaggio del testimone al giovane Luca. Fiumi sempre lì, presenza rassicurante, saggia, ironica, intelligente. «Ci manca già» ha detto nei giorni scorsi Luca Campedelli. In realtà, manca a tutti. Ma è talmente alto il suo messaggio che continuerà sicuramente a «scorrere» dentro chi l'ha conosciuto.
FONTE: LArena.it
Sogliano: "Felice della mia scelta. I proclami servono poco"
Postata il 21/06/2012 alle ore 14:43
"Per quanto riguarda gli obiettivi, sarebbe troppo facile dire che l'intento è far meglio rispetto all'anno scorso. E' utile avere consapevolezza delle difficoltà che si presenteranno"
MILANO – Mercoledì sera il direttore sportivo Sean Sogliano, ospite di Sportitalia, ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla nuova avventura in gialloblù. “Sono felice di essere approdato a Verona, questa decisione mi dà grande stimolo. Mi ritengo davvero contento di questa scelta, ho grande voglia di lavorare per una piazza ed un presidente che vantano fiducia nel mio lavoro. Per un professionista questa è la cosa più bella".
Ad alcune domande rivolte dai giornalisti presenti, relative al rapporto con gli allenatori, Sogliano risponde tracciando il proprio profilo ed indicando un raggio d'azione comune: "Sono una persona chiara e tranquilla, mi piace confrontarmi, parlare apertamente. Mandorlini è l’allenatore dell’Hellas Verona, si tratta della cosa più giusta. Ha fatto un ottimo lavoro, dispiacciono i problemi nati tra lui e Gibellini. Se ne è discusso anche troppo, il mio metodo prevede un confronto frequente col tecnico. Dobbiamo conoscere i rispettivi caratteri, conta più l’unità d’intenti di qualsiasi altra cosa. Un feeling particolare può essere un valore aggiunto, non amo parlare per sentito dire ma vivere le situazioni in prima persona. E' ovvio e giusto che col passare del tempo, strada facendo, il rapporto si debba consolidare".
Alle promesse estive l'ex Varese preferisce nettamente la concretezza: "Per quanto riguarda gli obiettivi, sarebbe troppo facile dire che l'intento è far meglio rispetto all'anno scorso. Fare proclami serve a poco, è utile avere consapevolezza delle difficoltà che si presenteranno. Il cammino sarà lungo e complicato, le mete vanno raggiunte pensando partita per partita e dando il massimo".
Ufficio Stampa
Sogliano: "Vorrei che restassero i fatti, non le parole"
Postata il 09/06/2012 alle ore 10:20
Presentato nella sede di Via Torricelli il nuovo direttore sportivo gialloblù
VERONA -Per primo, a prendere la parola, Giampietro Magnani: "Il presidente non ha potuto intervenire, si tratta di un appuntamento doveroso visto che dobbiamo lavorare su diversi fronti. Siamo qui per presentare il nuovo direttore sportivo, e dargli il mandato al fine di operare prima della fine del mese. Ringraziamo la squadra e tutti coloro i quali hanno permesso di raggiungere ottimi risultati in questa stagione. Ci diamo un appuntamento più avanti, in cui ci saranno Setti ed il presidente, per poter parlare di progetti di fronte ai giusti interlocutori".
Successivamente l'intervento di Sean Sogliano: "Sposo il progetto di venire a Verona con grande entusiasmo, il mio impegno di certo non mancherà. Sono una persona schietta, che ama il rapporto vero con gli interlocutori. I risultati si ottengono con tutte le componenti che remano dalla stessa parte. Spero di riuscire a creare un'unità, che è la forza principale per la squadra. Ci saranno anche difficoltà, poichè il calcio non è una scienza esatta. Le mete si centrano con sacrificio, e facendo ognuno il proprio lavoro. Ho scelto Verona perchè l'intento era quello di risentire i brividi una volta entrato nello stadio. Non nascondo l'esistenza di altre opportunità, ma il mio accordo è stato definito prima dei play-off. L'arrivo non era legato alla categoria, bisogna guardare avanti, parlare del passato è bello, ma le motivazioni vanno trovate nei traguardi futuri. A Varese ho lasciato parte della mia vita professionale, quando accetto una sfida do tutto per far bene. La cosa migliore quando si ha di fronte una tifoseria importante è saper interagire con la gente. Il mio obiettivo è sudare tanto, per trovarsi pronti in vista della prima partita di campionato. Non voglio guardare troppo lontano, in cadetteria se si parla tanto le brutte sorprese sono dietro l'angolo. Setti mi ha chiamato dicendo che avrebbe acquisito la società con la presenza di Martinelli. Sono felice di esser stato scelto e della condivisione dell'attuale presidente, ciò mi ha dato ancora più forza per far bene il mio lavoro. Un imprenditore che decide di acquistare l'Hellas sa dove viene. C'è tanto da migliorare, mantenendo le cose buone fatte recentemente. La società va strutturata, penso per esempio al settore giovanile, che è sempre un punto di forza per un club. Nel vivaio serve pazienza, perchè i risultati non si ottengono subito. Bisogna sfruttare il bacino locale, per poi guardare a giovani provenienti da fuori. Quella attuale è una fase caratterizzata da molte idee, la conclusione delle operazioni è ancora lontana. Valutiamo con calma la situazione, il mercato è sempre più difficile per la carenza di liquidità. Tutto ciò non mi spaventa, fa parte del mio lavoro. Chi si trasferisce in riva all'Adige dovrà essere prima uomo che calciatore. Non porto dietro uomini di fiducia o amici, intervengo se vedo che qualcosa manca e se c'è la presenza di professionisti di spessori, in grado di tramutarsi in valore aggiunto. Ho stima del segretario generale che farà parte dell'organigramma, senza nulla togliere a chi ha lavorato finora e probabilmente lavorerà ancora nell'Hellas. Se Mandorlini è l'allenatore è perchè credo sia la scelta migliore in questo momento, saremo attenti su tutte le situazioni, essendo più presenti in certe sedi. E' un discorso particolare, grazie ad una struttura dotata di persone giuste che mantengano i rapporti cureremo degli aspetti magari un po' trascurati. I proclami non fanno parte del mio carattere, vorrei che un giorno restassero i fatti, non le parole".
Ufficio Stampa
Inaugurato il parco "Verona Campione d'Italia"
Postata il 08/06/2012 alle ore 18:14
L'intervento permette al territorio locale di disporre di una vasta area verde, che ricorderà l'impresa compiuta dalla formazione scaligera nel 1985
VERONA - Inaugurato nella mattinata di venerdì il parco "Verona Campione d'Italia", situato in via Belvedere a San Felice Extra.
All'appuntamento, che ha visto scoprire la targa celebrativa del tricolore conquistato nel 1985 dalla formazione di Bagnoli, hanno preso parte anche il Sindaco del Comune di Verona Flavio Tosi, l'assessore a strade, giardini ed arredo urbano Luigi Pisa e l'assessore allo sport Marco Giorlo, oltre al team manager Sandro Mazzola, al dirigente accompagnatore Mattia Rossetti ed a diversi ex gialloblù. L'intervento, che ha interessato uno spazio di 12 mila metri quadrati, permette al territorio locale di disporre di una vasta area verde, che con la propria denominazione ricorderà l'impresa compiuta dalla formazione scaligera.
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC]
PRIME DUE GARE ALL'EUROPEO, la POLONIA pareggia con la GRECIA, la RUSSIA sbatte il poker sul tavolo alla REPUBBLICA CECA e si candida come temibile outsider...
SIMONI VA IN PENSIONE? Dopo 3 anni e mezzo al GUBBIO che ha portato fino in cadetteria, il popolare DT e allenatore si prende una pausa...
TENNIS: ERRANI+VINCI ed il Roland Garros si tinge d'azzurro! E' la prima volta che una coppia d doppio femmminile italiano conquista l'importante torneo internazionale di tennis!
PROBLEMA RAZZISMO A EURO 2012? La UEFA nega... Nel frattempo un sito neonazista e razzista attacca BALOTELLI! Che brutti tempi...
VITA DA EX: Massimo ODDO (64 presenze e 9 gol nel VERONA dal 2000 al 2002) ex terzino di LAZIO, BAYERN, MILAN e della nazionale azzurra, da l'addio al calcio giocato...
IL SITO NEONAZISTA ATTACCA BALOTELLI: "NEGRO FIGLIO DI EBREI". È BUFERA
Venerdì 08 Giugno 2012 - 16:47
ROMA - «Stormfront ancora una volta non perde occasione per insulti razzisti e antisemiti. Questa volta è toccato a Mario Balotelli reo di aver rivelato, durante la recente visita degli Azzurri ad Auschwitz, che uno dei suoi genitori adottivi è ebreo. Ed ecco che subito sul sito sono apparse le solite minacce». A rivelare la nuova 'impresà del sito razzista Stormfront è Daniele Nahum, vice presidente della comunità ebraica di Milano che ha denunciato le frasi del tipo: «'I genitori adottivi del negro Balotelli: ebrei» e commenti successivi come: «'Lo scemo del villaggio potrebbe chiedere di giocare nella nazionale di Israele, ci libereremmo del personaggio una volta per tuttè». «Ora ci siamo scocciati - attacca Nahum -: la legge Mancino deve essere applicata. I casi di questo tipo nell'ultimo anno sono stati numerosi: ora diciamo basta siti come questi devono essere chiusi anche se sono registrati in un paese straniero. Le istituzioni devono intervenire». Nahum ha poi annunciato che è intenzione della comunità ebraica milanese di invitare al più presto il giocatore ora impegnato con la nazionale negli Europei di calcio in Polonia e in Ucraina.
GIGI SIMONI LASCIA IL GUBBIO: "DEVO RIPOSARMI, NON SONO PIÙ UN BIMBO"
Venerdì 08 Giugno 2012 - 16:58
GUBBIO (PG) - Dopo tre anni e mezzo come direttore tecnico del Gubbio, Gigi Simoni, 73 anni compiuti lo scorso gennaio, tornato anche in panchina in questa stagione, lascia la società umbra. «Mi sono divertito e mi rimane un bellissimo ricordo ma ho fatto anche dei sacrifici. Alla mia età non sono più un bimbo...» ha detto in occasione della conferenza stampa di commiato. «Torno a casa, mi riposo un pò - ha annunciato Simoni - e come al solito dico non faccio più niente. Poi chissà... senza calcio faccio fatica a vivere». Della sua esperienza a Gubbio l'ormai ex dt ricorda le «tante vittorie» ma anche «qualche errore fatto in serie B (dalla quale la squadra è retrocessa quest'anno - ndr), un campionato qui mai fatto». «Sarà sempre un ricordo bello per me» ha aggiunto. «Un pò un errore» giudica invece il suo ritorno in panchina (dal 24 ottobre 2011 quando sostituì Fabio Pecchia al marzo successivo quando lasciò a sua volta il posto a Marco Alessandrini). «Non volevo più fare l'allenatore - ha aggiunto - e non pensavo che avrei più guidato una squadra, ma non riuscivamo a trovare un tecnico e quindi mi dissero 'dai prendi in mano te provvisoriamente la squadrà. Poi però ci fu la storica vittoria con il Torino e quindi vincemmo una partita in casa. Sembrava potesse andare avanti bene e invece è andata così...». Per Simoni comunque il Gubbio può «certamente» tornare serie B. «E per me - ha concluso - rimane un bellissimo ricordo».
ERRANI TRIONFA NEL DOPPIO CON LA VINCI. SARA: "A DOMANI PER LA FINALE" -FOTO
Venerdì 08 Giugno 2012 - 18:24
PARIGI - La terra rossa di Parigi si tinge d'azzurro. Sara Errani e Roberta Vinci hanno vinto il torneo di doppio al Roland Garros. In finale le azzurre hanno battuto il doppio russo Kirilenko-Petrova con il punteggio di 4-6, 6-4, 6-2. È la prima volta che una coppia azzurra vince un torneo di doppio femminile nel grande slam.
"CI VEDIAMO DOMANI" «Ci vediamo domani»: così Sara Errani al termine della finale del doppio che l'ha vista trionfare al Roland Garros in coppia con Roberta Vinci, dà appuntamento alla finale del singolo di domani che la vedrà opposta alla russa Maria Sharapova. «Oggi è un giorno speciale per noi» ha detto la Vinci che ha fatto gli auguri alla compagna di squadra per la finale di domani.
"SONO ITALIANA AL 100%" «Sono italiana al 100%»: Sara Errani, parlando ai cronisti al terminale della finale del doppio al Roland Garros, ha risposto così a chi chiedeva se si sentisse più italiana o spagnola.«La Spagna - ha aggiunto la Errani, che si allena a Valencia - mi sta trattando bene e mi trovo bene. Ma mi sento assolutamente italiana».
E ancora: gli spagnoli «mi hanno aiutato a stare meglio in campo come atteggiamento». E anche «un pò sullo stile di gioco. Loro danno meno importanza all'estetica e puntano più sull'efficacia». Quanto al vistoso cerotto sulla gamba con il quale ha giocato oggi il doppio, la Errani rassicura: «No, niente, un pò di prevenzione. Niente di particolare nè di preoccupante».
FONTE: Leggo.it
Razzismo su Balotelli, benvenuti all'Europeo
L'EPISODIO. Gli ultras del Wizla coprono d'insulti i giocatori dell'Olanda. E un sito neonazista prende di mira superMario alla vigilia del debutto. Ed è subito polemica
«Se sento cori contro di me abbandono il campo» dice il giocatore. E Platini: «Non può, verrebbe ammonito». De Rossi: «Sarebbe il colmo». La Uefa in imbarazzo, la comunità ebraica insorge per lui
09/06/2012
CRACOVIA Temuto, ventilato, avvistato a distanza, il razzismo sbarca all'Europeo. Avviene quel che negli stadi di tutta Europa - e anche fuori - succede oramai da anni, ma mai a livello così 'globalè. Gli ultrà del Wisla Cracovia che urlano 'scimmiè ad alcuni giocatori dell'Olanda. Un sito neonazi, emanazione italiana del Ku Klux Klan, che copre di insulti Mario Balotelli, giocatore di colore adottato da una famiglia italiana con una nonna ebrea. Una sorta di ordigno a orologeria, due giorni dopo la visita di Italia e Olanda ad Auschwitz. La Uefa è in imbarazzo, e non può che ribadire a parole la sua linea di tolleranza zero e sperare di non applicare mai la norma dello stop alle partite. Infuria la polemica sui media d'Inghilterra, dove la Bbc aveva lanciato attraverso un suo documentario dure accuse di razzismo alle tifoserie polacche e e ucraine. «È stato un problema limitato alla regione di Cracovia», aveva detto a Roma nei giorni scorsi il premier Tusk, che ieri ha pranzato con l'unico deputato di colore del parlamento polacco. Intanto, l'unico rischio accertato lo corre proprio Balotelli, il simbolo della nuova nazionale azzurra multietnica. Platini e Collina, 48 ore fa, hanno chiarito che in caso di cori razzisti se il giocatore abbandonerà il campo come promesso, sarà ammonito. «Dovesse succedere, sarebbe davvero troppo», la presa di posizione di De Rossi, portavoce di un buon senso che va oltre le regole. L'Italia ha dichiarato di volersi stringere attorno al suo centravanti, e ovviamente anche Ogbonna, se si ripetesse quel che avvenne a Klagenfurt a novembre del 2010: pochi ultrà arrivati da oltrefrontiera ad affermare il loro 'no all'Italia multirazzialè. Una quarantina di affiliati al gruppo di destra che segue gli azzurri all'estero è attesa anche domenica a Danzica, ma i loro nomi sono noti alla polizia italiana. Il gruppo al seguito dei tifosi italiani, dieci agenti guidati da Roberto Massucci, marcherà stretto. Il rischio semmai è dai nazionalisti polacchi o da chi ha comprato in Polonia i 3.000 tagliandi dedicati al settore italiano. La comunità ebraica italiana è insorta in difesa di Balotelli: «È il simbolo della lotta al razzismo», ha detto Renato Gattegna, mentre tutte le associazioni chiedono la chiusura del sito. Lo stesso che mesi fa pubblicò una blacklist di ebrei italiani dal modo della cultura, della politica, dell'informazione. «Finora non abbiamo avvertito nulla di particolare - ha raccontato De Rossi - Per questo non abbiamo parlato tra noi di cosa fare, neanche dell'idea di Prandelli di far alzare la panchina a fermare Mario. Di sicuro, dovremo essere tutti a fargli scudo». Joe Hart, portiere dell'Inghilterra e del City, ha risposto al suo compagno di club. «Balotelli uscirebbe? Io no. Anzi, noi no. Aspetterremmo l'arbitro». Ma un'altra voce di protesta si è alzata dall'Europeo, quella dell'Olanda. Ieri il portavoce degli orange ha denunciato cori razzisti contro i giocatori da parte di una 'ventina di idiotì tra i 25.000 spettatori che seguivano l'allenamento. «È una vergogna, gridavano ai miei compagni di colore 'scimmiè - ha dichiarato al Telegraaf Van Bommel - la prossima volta non lo permetteremo. Chiederemo all'arbitro di fermare la partita».
La Russia si diverte e cala il poker Cech alza subito la bandiera bianca
L'ALTRA PARTITA. Un messaggio di forza della squadra di Advocaat che aveva battuto l'Italia in amichevole
Dzagoev firma la prima doppietta e la Repubblica Ceca «affonda»
09/06/2012
Il tre a zero inflitto all'Italia non era frutto del caso. La Russia lo dimostra dominando la Repubblica ceca per larghi tratti di un incontro dall'esito mai in discussione, nemmeno sul due a uno e prima che le folate di Dzagoev (doppietta per lui) e Pavlyuchenko chiudessero i 90' sul quattro a uno. La formazione dell'olandese Advocaat si ritrova già in testa al gruppo A dopo la prima giornata, grazie al pareggio pomeridiano (uno a uno) tra Polonia e Grecia. Ma è soprattutto l'autorevolezza mostrata dagli uomini in completo rosso a spaventare e lasciar presagire un grande Europeo. I cechi soccombono quasi senza opporre resistenza nei primi 45 minuti, sopraffatti sulle fasce dai guizzi di Arshavin e Dzagoev. Si illudono di riaprire i giochi in avvio di ripresa gon la rete di Pilar, ma vengono ricacciati con la testa sott'acqua nel quarto d'ora finale. In porta per la Russia c'è Malafeev. Igor Akinfeev nemmeno in panchina, il ginocchio operato lo scorso settembre per la rottura del crociato ancora fa soffrire l'estremo difensore del Cska Mosca. Il sostituto si dimostrerà all'altezza. Primo tempo a senso unico. La Russia prende il comando del gioco dopo una decina di minuti e non molla più un centimetro di campo. Alla Repubblica ceca resta solo qualche tiro da lontano, mai pericoloso. Baros, unica punta, è molto isolato e Rosicky, ben controllato, non riesce ad accendere la luce della manovra d'attacco. La squadra di Advocaat è invece sempre pericolosa, soprattutto quando tiene palla a terra e parte sulle fasce con Arshavin e Dzagoev. Proprio quest'ultimo sblocca il risultato al 15'. Cross di Zyryanov dalla destra per la testa di Kerzhakov che colpisce il palo. Arriva in corsa Dzagoev e realizza l'uno a zero. La Repubblica ceca sbanda e la velocità della manovra russa non gli dà tempo di riorganizzarsi. Al 24' l'assist di Arshavin per Shirokov è al bacio ed un tocco sotto batte Cech in uscita, con la difesa ancora in grave ritardo. Contro un attacco così veloce i difensori della Repubblica Ceca commettono il grave errore di non andare mai in pressing sui portatori di palla di Advocaat che trovano sempre un uomo libero tra le linee degli avversari. Oltretutto Baros e compagni sbagliano molto anche in avanti, cercando di alzare la cadenza per sorprendere il centrocampo russo, spesso in superiorità numerica. Una pecca che il ct Bilek corregge nell'intervallo, lasciando negli spogliatoi Rezek per inserire Hubschmann. Un cambio tattico che dà subito frutti. Al 7' la Repubblica ceca riapre la partita. Splendido pallone in verticale di Plasil per il taglio di Pilar, che aggira Malafeev in uscita e deposita nella porta incustodita. I ragazzi di Bilek prendono coraggio e si fanno più intraprendenti. La Russia ricorre più spesso al tiro da lontano. Advocaat vede Kerzakhov stanchissimo ed indovina il cambio che chiuderà l'incontro. Entra Pavlyuchenko ed in una manciata di minuti, con un assist ed una rete personale, spegne le velleità dei cechi. Al 34' serve Dzagoev che con una botta secca di destro realizza la prima doppietta dell'Europeo. Quindi, con un'azione insistita, si accentra e scaraventa di destro il pallone sotto la traversa. Cech sfiora, ma non evita la quarta rete. La Russia vola con una grandissima prova di forza. Nel prossimo turno, martedì 12 giugno, la Russia affronterà la Polonia e la Repubblica Ceca dovrà vedersela contro la Grecia.
Polonia e Grecia non si fanno del male
LA GARA D'APERTURA. Finisce in parità con un gol per parte e un gol per tempo. E tutte e due le squadre hanno molte recriminazioni da fare
Segna Lewandowski, pareggia Salpingidis. Polacchi con l'uomo in più, senza risultato. Karagounis fallisce il penalty del successo
09/06/2012
VARSAVIA Nemmeno in dieci contro undici e in vantaggio di un gol, la Polonia riesce a spezzare l'incantesimo e a chiudere una partita che sembrava già vinta. Il traguardo della prima sospirata vittoria a una fase finale dell'Europeo è ancora una volta rinviata. Ma quanta rabbia e amarezza per i tifosi polacchi che in tanti, dopo la cerimonia inaugurale di Euro 2012, avevano atteso l'esordio della loro nazionale, sperando di poter finalmente gioire. Troppo inesperta la formazione di Smuda contro una Grecia, già campione nel 2004, più smaliziata, che è riuscita a uscire indenne strappando un pareggio che all'inizio sembrava un azzardo. Una partita, quella che ha aperto il sipario del torneo continentale, dove lo spettacolo certo non è mancato. Due gol (più uno annullato ai greci), due espulsi, un rigore parato: di tutto e di più insomma. Anche se, a dire il vero, i due episodi che hanno cambiato la partita hanno avuto come sfortunato protagonista il portiere polacco Szczesny. Prima una sua uscita sbagliata ha permesso il pari greco, poi un'altra sua uscita (fallosa) ha regalato ai greci prima la parità numerica, poi il rigore. E per fortuna per i polacchi che Tyton, il portiere di riserva entrato a freddo, è riuscito a ipnotizzare Karagounis. Una Polonia a due facce: a tratti travolgente nel primo tempo, smarrita e stanca nella ripresa. Nei primi 45 minuti parte fortissimo. Nei primi venti minuti schiaccia i greci nella propria metà campo. La prima occasione per i padroni di casa al 5' con Murawski, sventata in angolo da Chalkias. A parte una girata di testa di Gekas al 12', la Grecia non si vede quasi mai. Soltanto dopo il gol di Lewandowki al 17' (una schiacciata di testa su cross di Piszczek) riesce ad alzare il proprio baricentro. Ma al 37' i polacchi potrebbero raddoppiare con Perquis (inguardabile il suo sinistro a pochi passi dalla porta). Nel finale il secondo (piuttosto discutibile) giallo a Papastathopoulos (ex Genoa e Milan)per una spinta a Murawski. La partita si accende, anche con le proteste greche per un fallo in area (involontario) di Perquis. All'inizio della ripresa Fernando Santos manda in campo Salpingidis per Ninis (che giocherà a Parma). Mossa azzeccata perchè proprio nuovo entrato cambia la partita. Prima approfitta del pasticcio difensivo di Szczesny, poi al 23' prende sul tempo il portiere che lo stende in area e viene espulso. Sul dischetto si presenta il capitano Karagounis, l'ex interista però si fa ipnotizzare dal secondo portiere Tyton. Al 29' sempre Salpingidis mette dentro il 2-1, ma l'arbitro aveva già annullato per fuorigioco di Fortounis. La Grecia esulta e allunga la serie positiva: è dai Mondiali 2010 che non perde (2-0 dall'Argentina di Messi). E regala un timido sorriso al suo popolo. Almeno nel calcio Karagounis e compagni l'Europa se la vivono da protagonisti.
FONTE: LArena.it
Analisi
A Euro 2012 il problema è ancora il razzismo, ma non per la Uefa
Alessandro Oliva
Dai saluti nazisti in Ucraina ai cori scimmieschi in Polonia, gli Europei di calcio rischiano di diventare una vetrina internazionale per i tifosi razzisti. Un recente reportage della Bbc ha rivelato una situazione distastrosa nei due Paesi, che si affrettano a smentire. E anche l'Italia potrebbe dare il suo 'contributo'
SOCIETÀ
8 giugno 2012 - 15:33
Il calcio è nato più di cento anni fa, ma nel 2012 siamo ancora qui a parlare del razzismo negli stadi. Nei giorni in cui l'Europeo di Polonia e Ucraina sta cominciando, si profila la possbilità che il massimo torneo continentale di calcio possa diventare una vetrina per alcune frange di tifosi che dedicano il proprio tempo libero a cori razzisti e saluti nazisti. Non per la Uefa però, che da giorni si sta affrettando a minimizzare il tutto.
Cominciamo dall'Ucraina. Un recente reportage della Bbc ha mostrato come l'ex Paese dell'Unione Sovietica abbia ancora qualche problemino. Qualche settimana fa, alcuni tifosi del Metalist Kharkiv si sono fatti notare per aver mostrato il saluto nazista ed aver urlato più volte "Sieg Heil". La polizia ucraina, per non perdere ulteriormente la faccia di fronte l'Europa dopo il recente caso dello sterminio dei cani randagi e le frequenti incursioni delle Femen, ha minimizzato l'accaduto. E lo ha fatto in questo modo: "I tifosi stavano solamente indicando con la mano destra per raccogliere l’attenzione degli anniversari, nessun saluto nazista". Così almeno la pensa il maresciallo capo Volodymyr Kovrygin. Insomma, dei bravi ragazzi. Gli stessi che due settimane più tardi hanno aggredito, all'interno dello stesso stadio, un gruppo di tifosi di origine asiatica. "Ci hanno attaccato i tifosi di casa. E’ stato tremendo”, hanno raccontato. Nessun commento da parte della polizia stavolta. Il caso è chiuso.
Oleh Voloshyn, portavoce del ministero degli Esteri, ha reagito duramente al video della Bbc: ''Si può criticare la società ucraina per un sacco di cose, ma in termini di razzismo molti paesi dell'Unione Europea battono l'Ucraina per distacco''. Anche una grande gloria come l'ex milanista Andriy Shevchenko, tuttora simbolo del calcio ucraino, ha fatto subito 'catenaccio': ''Qui da noi non c'e' il problema del razzismo, l'Ucraina è un paese pacifico e la gente è amichevole. Agli Europei ve ne accorgerete''. Le stesse forze dell'ordine non rimangono a guardare, sebbene neghino qualsiasi problema. Il caso ha voluto che lo scorso dicembre l'urna del sorteggio spedisse l'Inghilterra, nota patria degli hooligans,nel girone D, che è proprio quello dell'Ucraina. Per evitare scontri tra gli hooligans 'tradizionali' inglesi e quelli nuovi ucraini, la polizia ha creato il collaborazione con la Uefa il Nfip, un reparto speciale che dovrà contrastare gli ultras più pericolosi.
Non che in Polonia siano messi meglio. Se in Ucraina preferiscono il filone nazista, tra Varsavia e Cracovia la passione di alcuni ultras è quella di insultare i giocatori di colore. Un'abitudine molto radicata tra i tifosi del Wisla Cracovia. E proprio nella città di papa Wojtyla gli ultimi a farne le spese sono stati i giocatori dell'Olanda. Gli oranje hanno scelto Cracovia come sede del ritiro di Euro 2012. Giovedì 7 giugno, come da programma la squadra è scesa in campo per l'allenamento. Ma anzichè essere accolta da applausi, la nazionale olandese è stata subissata da cori razzisti. La notizia è stata riportata dal 'De Telegraaf', uno dei maggiori quotidiani olandesi, al quale il commissario tecnico arancione ha dichiarato: "Il vantaggio è che ora sappiamo cosa aspettarci". Lo sanno bene soprattutto Gregory Van Der Wiel e Nigel De Jong, i due giocatori neri della spedizione dell'Olanda a Euro 2012. Uno dei senatori della squadra, Mark Van Bommel, si è subito schierato dalla loro parte: "Valuteremo il ricorso alla Uefa. E' un vero peccato, dopo che avevamo pure fatto visita ad Auschwitz". Una decisione, quella della visita al campo di concentramento, intrapresa anche dalla Germania. Una mossa dipolmatica degna del miglior Otto Von Bismarck, oltre che una lodevole iniziativa: Auschwitz si trova in Polonia e tra polacchi e tedeschi non corre buon sangue.
La Uefa, dal canto suo, ha subito chiuso la questione razzista ai danni dell'Olanda. In una nota ripresa dal 'Guardian', il governo europeo del calcio ha spiegato che aprira un'indagine, ma che i fischi del pubblico erano di protesta, visto che nessun match di Euro 2012 si giocherà a Cracovia. Appena saputa la posizione della Uefa, Van Bommel non le ha mandate a dire: “Dovete aprire le orecchie, e se non li avete voluti sentire perché non li volete sentire, allora è anche peggio”.
I numerosi episodi di razzismo di cui molte tifoserie polacche si sono rese protagoniste quest'anno non lasciano tranquillo Theo van Seggelen, presidente del sindacato internazionale dei calciatori, che in un’intervista rilasciata alla Bbc si è detto “per niente sicuro che non si verificheranno episodi violenti fuori e dentro gli stadi”. E a rincarare la dose ci si è messo pure Sol Campbell. L'ex difensore coloured della nazionale inglese, dopo aver visto il documentario della Bbc, ha invitato i tifosi connazionali a rimanere in patria: ''Rimanete a casa, e guardate le partite in televisione, perché andare lì se sei di colore è un rischio". Lo hanno subito ascoltato Theo Walcott e Alex Oxalade-Chamberlain: i due giocatori di colore dell'Inghilterra non porteranno i propri familiari e amici negli stadi dell'Europeo.
La Polonia si è molto risentita per il documentario della Bbc. ''Il problema di certe patologie negli stadi, come la xenofobia ed il razzismo, è presente in tutti i paesi d'Europa, e non solo in Polonia'', ha commentato in una nota diffusa dalla Uefa il portavoce di Euro 2012 Mikolaj Piotrowski. "Ora vorrei invitare Campbell in Polonia, e dirgli di venire con la sua famiglia ed i suoi amici. Caro Sol, vieni a vedere come siamo realmente noi polacchi''. Dal canto suo, il segretario Uefa Michel Platini ha voluto dire la sua: ''E' facile puntare il dito contro Polonia e Ucraina, ma abbiamo gli stessi problemi in diversi paesi: in Francia, negli Stati Uniti, in Inghilterra".
Insomma, così fan tutti. Polonia, Ucraina, Inghilterra, ma anche Croazia e l'Italia. I croati non sono proprio degli stinchi di santo: irriducibili di destra, hanno mostrato a tutti di cosa sono capaci nell'agosto del 2006, quando a Livorno (noto serbatoio di tifosi di sinistra) si presentarono per l'amichevole Italia-Croazia creando sugli spalti una croce uncinata umana. E poi ci sono gli italiani. Non tutti, ma una parte. Si fanno chiamare 'Ultras Italia' e sono nati agli inizi del 2000 con il nome di Viking Italia. Il nucleo fu costituito da alcuni tifosi dell'Hellas Verona, seguiti da quelli di Udinese, Triestina, gli Irriducibili della Lazio e di alcune frange di destra della Roma. Rinuniti in un unico gruppo dopo Euro 2000, hanno preso il nome di Ultras Italia con l'intento di crerare il primo gruppo organizzato di tifosi della nostra nazionale. Un intento nobilissimo, peccato che nel 2008, a Sofia, durante Bulgaria-Italia, dal settore dei tifosi italiani spuntarono delle croci celtiche e partirono dei cori dedicati a Benito Mussolini. Poi, non contenti, alcuni di loro cinghie in mano aggredirono degli spettatori bulgari. Gli episodi di intolleranza si sono ripetuti nel 2010 a Klangenfurt, in Austria, dove durante l'amichevole Italia-Romania gli Ultras Italia fischiarono Mario Balotelli e mostrarono uno striscione: "No all'Italia multirazziale".
Il ct della Nazionale Cesare Prandelli sul razzismo non vuole sentire ragioni. In una delle ultime conferenze stampa prima della partenza per la Polonia (l'Italia soggionerà a Cracovia...), l'allenatore ha subito chiarito che in caso di fischi a Balotelli "siamo pronti a entrare in campo e abbracciarlo. E lo faremo anche se capiterà anche ad un avversario". Platini l'ha subito rintuzzato: "non spetta a Balotelli fermare una partita".
FONTE: Linkiesta.it
Massimo Oddo si ritira dal calcio giocato, nel mirino un futuro da dirigente
L'ex terzino di Verona, Lazio, Bayern Monaco, Milan e Lecce ha deciso di dire addio al calcio giocato.
Massimo Oddo ha deciso di dire stop, appendendo le scarpette al chiodo. Dopo l’ultima stagione disputata con la maglia del Lecce, il terzino ha annunciato ufficialmente il suo addio al calcio. Il campione del mondo però non ha nessuna intenzione di lasciare del tutto l’universo pallonaro. Oddo infatti sta già studiando come allenatore anche se ha affermato di avere un sogno nel cassetto, ovvero quello di intraprendere un carriera dirigente.
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L’addio di Oddo – E’stato l’ex giocatore di Verona, Lazio, Bayern Monaco e Milan a rivelare la sua voglia di smettere con il calcio giocato. In una intervista concessa ai microfoni di Radio Manà Manà, alla vigilia dell’inizio di Euro 2012, Oddo ha reso pubblica la sua decisione sofferta, ma inevitabile:
“Lascio il calcio. A una certa età ci si trova davanti a un bivio, non l’ho detto con certezza perché se arrivasse una proposta irrinunciabile accetterei ma sicuramente non accadrà”.
Il cursore ad un passo dallo spegnere le 36 candeline appare dunque abbastanza certo del suo futuro, in cui non calcherà più i terreni di gioco.
Un futuro da dirigente – Dopo una vita trascorsa nel mondo del calcio Oddo non ha intenzione di allontanarsi da quello che finora è stato il suo lavoro. Il desiderio dell’ormai ex esterno del Lecce è quello di diventare direttore sportivo, nonostante stia seguendo il corso per intraprendere la carriera da allenatore, indetto dalla Federcalcio:
“Sto studiando come allenatore grazie alla Federcalcio che, a noi campioni del mondo, ha dato la possibilità di prendere il doppio patentino di seconda e terza categoria ma sono più attratto a stare dietro una scrivania come direttore sportivo. E’ il mio sogno”.
FONTE: Calcio.FanPage.it