HELLAS VERONA - BASSANO VIRTUS
Sfida ricca di spunti quella di Domenica al 'Binti' nonostante le due compagini s'incntrino per la prima volta in assoluto, da non prendrere assolutamente sotto gamba per quanto riguarda i ragazzi di GIANNINI: i giallorossi, fra i quali militava anche BERRETTONI prima di approdare in riva all'Adige, hanno un solo punto in meno in classifica rispetto all'HELLAS e arrivano dalla netta vittoria casalinga contro la 'corazzata' SALERNITANA alla 10^ di campionato e dal poker rifilato all'ALTO ADIGE in Coppa Italia.
La squadra di JACONI (10 reti fatte e 12 subite, 3 vittorie e 5 sconfitte) ancora non ha vinto in trasferta ma, come purtroppo bene sappiamo, il VERONA ha avuto più di qualche problema fra le mura amiche e servirà dunque una prestazione di spessore per l'11 scaligero...
QUI VERONA GIANNINI sempre alle prese con l'emergenza infermeria: fino a Mercoledì scorso ancora terapie per PAGHERA ed ESPOSITO, ecografie per MAIETTA e CAMPAGNA, fuori causa ancora a lungo BERETTONI, squalificati CANGI e MANCINI ed in non perfette condizioni MARTINA RINI, RUSSO ed ANDERSON! Recupererà appieno almeno ABBATE? Quel che è certo è che senza un terzino destro di ruolo rivedremo probabilmente l'inedito 3-4-3 di La Spezia con capitan GARZON dal primo minuto sulla mediana destra, SCAGLIA dalla parte opposta e HALLFREDSSON a cercare di portar palla insieme a MARTINA RINI (o più difficilmente PAGHERA).
Altro 'buco' si creato al centro del tridente: chi giocherà fra LE NOCI e PICHLMANN? O si riporterà l'austriaco al centro con l'inserimento di FERRARI (o SELVA)? Nel frattempo, nella partitella in famiglia contro gli Allievi Nazionali di BONAZZI, sono 7 le reti segnate dai gialloblù...
QUI BASSANO
La VIRTUS schierata da JACONI prevede una difesa a 4 solitamente con LORENZINI, PELLIZZER, VERONESE e BASSO ma, essendo quest'ultimo squalificato, è probabile l'inserimento di PORCHIA (o MARTINA o GHOSHEH o l'arretramento di BECCIA). Centrocampo a 3 con BECCIA, VENITUCCI e MATEOS e attacco a due punte (CROCETTI e BAIDO in pole per Domenica prossima, mentre VENITUCCI è in forse) con un trequartista a fare da spola tra mediana e linea d'offesa oppure a tre a seconda dell'avversario. Rosa giallorossa senza nomi di spicco ma occhio all'esperto LA GROTTERIA (piedi buoni e passato importante) e all'attaccante CROCETTI a segno già 4 volte in queste prime 10 gare. Ex scaligero nella rosa avversari è il difensore BECCIA una presenza in Serie B nella stagione 2005-2006...
GIOCO PRONOSTICI:
Impennata di Ark che non raramente ottiene punti in maniera inversamente proporzionale all'Hellas ma... Ciò che conta è il risultato finale no? E del resto chi meglio di lui che ha vinto 4 tornei-pronostico lo può sapere? Bel risultato anche per Da Silva medaglia d'argento con 5 punti.
Male fanno Bridget, Ciri, Martino e Pose peggio Gede e Mister Loyal sfigadoni della 10^ giornata con un solo punto.
Qui trovate le giocate dell'11^: in bocca al lupo!
CAMPIONI DI GIORNATA
Bruni (3)
Pose, Bridget, Ark (2)
SFIGADONI DI GIORNATA
Sandro, Gede (3)
Mister Loyal, Bruni (2)
RECORD DI STAGIONE
Punteggio massimo in una giocata: Bridget, Bruni, Pose (9)
Max. numero di pronostici azzeccati: Ark, Bridget, Mister Loyal (7)
Max. numero di risultati azzeccati: Pose (4)
Punteggio minimo in una giocata: Ark, Bruni (0)
ALBO D'ORO CAMPIONI
2009/2010 Martino
2008/2009 RobRoy
2007/2008 L. Bruni F.C.
2006/2007 Ark (Ex-Alberto)
2005/2006 Ark (Ex-Alberto)
2004/2005 Ark (Ex-Alberto)
2003/2004 Ark (Ex-Alberto)
[DICONO]
Luigi AGNOLIN, bassanese, ex arbitro internazionale ed ex dirigente gialloblù non fa pronostici su VERONA-BASSANO «...Questo è un campionato stranissimo, che oggi rivela una verità e domani un'altra. Ed è un torneo lunghissimo: la gente magari pensa che a 12 punti è difficile cullare ancora sogni di promozione. Oppure che a 11, dov'è il Bassano, ti puoi sentire già salvo. Niente di più sbagliato... La squadra esce quando trova l'equilibrio. E con tutte le giornate che mancano può succedere tutto e il contrario di tutto. Servono pazienza e, appunto, equilibrio. Conosco benissimo Giuseppe Giannini, che ho avuto da giocatore quando ero dirigente della Roma e che ho potuto apprezzare da allenatore quando è stato protagonista del miracolo Gallipoli. Ha sempre dimostrato sensibilità, dirittura morale e coerenza anche in situazioni, come quella vissuta a Gallipoli dopo il salto in B, vergognose. Parlo dei vertici della società di allora, ovviamente. Ma nell'intimo, lo garantisco, Beppe è una grande persona. E non posso che augurare sia a lui che a Gibellini, un altro con cui ho lavorato - e benissimo - ai tempi del Verona, grandi fortune».
Giudizi lusinghieri. Giudica altrettanto bene anche l'organico del Verona?
«Mi pare che questo Verona abbia qualità potenziali molto valide soprattutto nei giovani. Poi magari manca ancora un po' di coesione, ma se si chiude il cerchio...».
Piccola digressione sul passato. Anche se si sono scritti fiumi di parole: cosa le resta, a distanza di sei anni, dell'esperienza al Verona? Rimpianti? Pentimenti?
«Pastorello era un presidente che non ha mai nascosto che il mondo nel quale operava era anche la sua valvola economica. Ma era e resta un uomo di calcio. Con tanti meriti e pure i demeriti che raccoglie solo chi lavora».
La retrocessione del 2002 comunque brucia ancora.
«Ho vissuto tutto il disagio e la sofferenza di Pastorello per quella caduta inaspettata. Erano mancati gli attori principali, ma non si può dire che la squadra, dal punto di vista tecnico, fosse sbagliata. Ad un certo punto c'era troppa euforia, cui è poi subentrata la paura. Fino al ko di Piacenza. Una gara assurda, una gara chiave, uno spareggio per la A, che il Verona ha chiuso senza neppure un espulso nè un ammonito. È evidente che la lampadina, emotivamente, ormai si era spenta» (LArena.it)
[IN BREVE A PIÉ PAGINA] NBA: Colpo esterno dei KNICKERBUCKERS a casa dei RAPTORS con BELINELLI sugli scudi... Vincono anche gli HORNETS a Milwaukee
[RASSEGNA STAMPA]
Conto alla rovescia per Hellas Verona - Bassano
Jaconi insegue la stessa prestazione di domenica con la Salernitana con una formazione muscolare e punta molto su La Grotteria. Berrettoni infortunato salterà il derby
Marco Polo, 29 Ottobre 2010 Conto alla rovescia per Hellas Verona - Bassano
Il Bassano fa grande affidamento sulla sua stella La Grotteria (foto Roberto Bosca)
Dopo la Salernitana ecco il Verona. Il calendario ha previsto questo pazzesco tourbillon di confronti ad altissimo coefficiente di fascino e difficoltà per la formazione di Bassano del Grappa. Sulla carta dovrebbe trattarsi dell’ennesima sfida proibitiva per i ragazzi di Jaconi, tanto più che le assenze continuano a impedire al mister di mettere in campo la miglior squadra possibile. Basso è squalificato, Venitucci è out e per Crocetti l’ultima decisione verrà presa solo all’ultimo. D’altra parte, però, questo Bassano ha dimostrato di esaltarsi quando sul terreno di gioco scendono formazioni di blasone e tecnica, squadre che oltre ad usare i piedi per correre ed esasperare i toni sanno dare del tu al pallone e ricercano una manovra organizzata. Tant’è vero che sotto i colpi di Jaconi sono cadute le due primedonne del girone: prima il Sorrento di Simonelli poi la Salernitana di Breda. Ma evidentemente questi exploit, per quanto diano prestigio e portino punti, non sono visti dal tecnico giallorosso come un qualcosa di straordinario se non vengono immediatamente confermati con una prova altrettanto convincente o che, comunque, consenta di muovere la classifica. “Senza una continuità di risultati non si va da nessuna parte”, direbbe lui: “Domenica dobbiamo puntare a mettere dell’altro fieno in cascina – spiega Jac – perché sono stanco di vincerne una perdere subito dopo. Di vedere una squadra incazzosa una domenica e più molle la domenica successiva. Non possiamo permettercelo. In questo caso il calendario, paradossalmente, ci dà una mano: dopo aver sconfitto la prima della classe, mettendo in campo una cattiveria e una voglia di prevalere assoluta, non era così facile resettare tutto e prepararsi bene anche per il match successivo. Arrivando il Verona, invece, non c’è assolutamente questo pericolo: molti di questi ragazzi aspettavano da una vita di giocare una partita in uno stadio come il “Bentegodi” e con un avversario così importante. Gli stimoli verranno da soli, anzi il mio compito sarà quello di non esasperare i toni ma preparare tatticamente la gara in modo da mettere nelle migliori condizioni i ragazzi di esprimere il loro potenziale”.
Il nuovo Bassano da combattimento. Sono passate appena dieci giornate di campionato ma il santone di Civitanova ha già più volte cambiato pelle alla sua creatura. Un incredibile variazione di uomini e posizioni alla ricerca della quadratura di un cerchio che non c’è. In effetti una delle caratteristiche di Jaconi è quella di essere un “trasformista”, modificare la squadra per renderla più performante possibile rispetto al particolare momento. L’ultima variazione sul tema è stata annunciata subito dopo la sconfitta di Bolzano, è stata confermato con la Salernitana e, con ogni probabilità, verrà riproposta anche a Verona: basta puntare tutto sulla qualità degli interpreti e sulla fluidità della manovra ma più pragmatismo e concretezza per controbattere alla maggiore fisicità di quasi tutti gli avversari. Il tecnico sta cercando di plasmare una squadra compatta, corta tra i reparti e con uomini pronti al sacrificio. La prima mossa è stata quella di inserire Caciagli, giocatore di abbinare quantità e qualità per giocare davanti alla difesa. La seconda è stata quella di lasciare ancor più libertà al mostro sacro La Grotteria, giocatore chiave in un uno schieramento più compatto e meno qualitativo. Va, inoltre, letta così l’esclusione dall'undici titolare di Baido a favore di Niada, giocatore quest’ultimo che non ha la qualità del fantasista di Arsego ma può spendersi in un oscuro lavoro di pressing e chiusura tattica degli spazi. Per lo stesso motivo Ghosheh è stato preferito a Veronese con la Salernitana e vestirà la maglia numero 3 anche al “Bentegodi”. Il mister giustifica così le nuove scelte: “Guai se le scelte di domenica venissero lette come una bocciatura da parte degli esclusi o degli addetti ai lavori. Si tratta semplicemente della volontà, dopo 10 giornate, sia di provare qualcosa di diverso a livello tattico sia per poter attingere e sfruttare al meglio tutte le potenzialità dei giocatori della rosa a mia disposizione. Anche perché teniamo presente che in questo campionato sono richiesti sforzi maggiori rispetto alla C2 e alla lunga ruotare la rosa potrebbe diventare una mossa decisiva. Inoltre, in questo modo, voglio stimolare e coinvolgere tutti perché qui non ci salviamo in 11 ma in 20 giocatori più lo staff tecnico”. L’ultimo dubbio riguarda Lorenzini: a seconda della posizione (terzino o centrocampo) del fluidificante scenderanno in campo Beccia o Martina.
Glorioso Hellas. Il protagonista più atteso non ci sarà. Emanuele Berrettoni, indimenticato totem giallorosso è fuori per la rottura dei legamenti (vedi sport.bassanonet.it/calcio/7230.html articolo correlato). La sua assenza, assodato il valore tecnico unito alle motivazioni assolute che l’ex numero 10 avrebbe avuto nell’affrontare la sua ex squadra, visto il legame indissolubile che lo unisce al Bassano, è un vantaggio indiscutibile. Ciononostante la formazione scaligera è stata costruita per vincere il campionato, può contare su gente come Pichlmann, Le Noci e Rafael ed è particolarmente incattivita dalla sconfitta di La Spezia condizionata dal un infortunio di Campagna, due espulsioni, un gol sbagliato da Le Noci in maniera clamorosa ed un rigore a sfavore. Inoltre nella gara successiva i gialloblù sono attesi all’”Arechi” dalla Salernitana. Le assenze del trequartista Mancini, dell’under Martina Rini e della punta Cangi non devono ingannare: basti pensare che Giannini può permettersi di schierare Selva al centro di un tridente con Pichlmann e Le Noci e a centrocampo se Paghera non ce la farà subentrerà Garzon che si posizionerà a destra con Hallfredsson al centro e Russo a sinistra. Tanta roba insomma…
FONTE: BassanoNet.it
29/10/2010
Berrettoni, derby spaccacuore CALCIO PRIMA DIVISIONE. Il grande ex era un punto di forza del Verona prima di fermarsi per un gravissimo infortunio
«A Bassano sono rinato, non lo dimentico. E sono sicuro che la mia ex squadra si salverà»
Hanno spento la lampada e lasciato al buio anche il Genio. «Maledizione, ancora Gubbio, è successo tutto lì - sbotta al solo pensiero Berrettoni - mi è saltato il crociato un mese fa su quel campo, il primo serio infortunio in carriera, sempre lì sono stato espulso in maniera incredibile nel 2007 e da quelle parti è andato ko anche il legamento di Andrea Basso. Io credo ai corsi e ai ricorsi, non sono soltanto coincidenze».
Doveva essere l'uomo copertina del derby, quando sono usciti i calendari qui si diceva: «Andiamo al Bentegodi contro il Verona e per vedere il Berre». Invece, Emanuele, ragazzo d'oro adesso è in ginocchio. «Faccio riabilitazione dalle 9 del mattino alle 6 di sera, spero di rientrare a febbraio, marzo al massimo». In tempo per il ritorno. «Già mi costa fatica non esserci domenica, figurarsi al Mercante». Sempre che si giochi in quello stadio. «Da Verona quel giorno verranno almeno in 2 o 3 mila e pure se si giocasse a Cittadella per me avrebbe il sapore della rimpatriata».
E chi se lo dimentica uno così? Tre anni e mezzo di giallorosso, lo hanno preso che non ci credeva più nessuno, forse nemmeno lui e quando se ne è andato, estate 2009, c'era la fila dal suo procuratore. «Vero, c'erano Sassuolo, Cittadella, Ascoli, Vicenza e Taranto che si erano fatte avanti, ma io le mie scelte le faccio col cuore, non è mai una questione di categoria. Per questo mi sono progressivamente innamorato di Bassano». Felicemente ricambiato, peraltro: 48 reti in campionato che diventano 52 con la Coppa Italia, un'enormità per un giocatore che è centrocampista avanzato e neanche punta pura. «È che là da voi mi sono sentito a casa, la gente mi voleva bene, in quella città sono rinato. Di quel periodo mi tengo tutto, anche le amarezze. Però sono molte di più le cose belle: la cavalcata salvezza dell'annata iniziale, i primi playoff, il record dei punti in C2, la Coppa Italia, la grande rincorsa dell'ultima stagione. Eppoi, soprattutto, i rapporti con le persone. Sono e mi sento legatissimo a quell'ambiente e a quella realtà. Magari potrà capitare che un giorno ritorni...». A viverci o a giocare? «A giocare, nel pallone non si sa mai. Per il dopo carriera non so, se non torno a Roma comunque o mi fermo a Verona o metto radici a Bassano».
Va sul derby. «A noi ne mancano un mucchio, ma neppure voi scherzate. Poi tutte le squadre che vengono al Bentegodi, in un impianto da A e con un avversario scudettato inseguono l'impresa dell'anno. Lo farà anche il Bassano come giusto che sia. Sento spesso gli amici: mi ha appena telefonato Beccia, ma anche con gli altri, Basso, Mateos e Ghosheh parliamo di frequente. Ma non di derby, piuttosto di come va. Comunque, sempre di altro. L'Hellas ha un po' zoppicato ma c'ha tutto lo spazio per recuperare, il campionato è aperto. È che ci sono stati tanti cambiamenti, occorre tempo. Però so già che Bassano si salverà. Non conosco personalmente Jaconi ma ne sento solo parlare un gran bene, non ho dubbi sul fatto che sarete ancora in C1 l'anno venturo. Il ripescaggio? Quando l'ho saputo questa estate, credetemi, ho gioito. Se lo meritava la società, i tifosi, la famiglia Rosso che tiene tantissimo a questa squadra e sono certo che non la mollerà. So come la pensano e vedrete che resteranno al fianco del club qualunque cosa accada». Dell'epopea virtussina non sa decidersi su quale sia il gol più bello («Me ne viene in mente uno a Olbia e un altro col Gubbio. Ma ne rammento uno molto importante per la salvezza a Jesolo»). In compenso non ha esitazioni su ciò di cui ha nostalgia. «Le passeggiate in tranquillità in centro, la serenità dell'intero contesto, impossibile non affezionarsi.
Sono un professionista e se avessi giocato, in caso di gol avrei esultato, ma nell'animo Bassano non sarà mai un avversario». Neanche il Berre. Jaconi a Verona dovrà fare a meno sicuramente dello squalificato Basso, del lungodegente Iocolano e di Venitucci, il cui recupero dal guaio muscolare patito a Bolzano quasi due settimane fa è da escludere. In compenso sta meglio Crocetti e , salvo sorprese dell'ultima ora potrebbe tornare arruolabile proprio al Bentegodi. Formazione e modulo da decidere, sapendo in partenza che il tecnico potrebbe sorprendere ancora una volta. Da capire chi sostituirà Basso con la casacca numero 2: il principale indiziato è Lorenzini, ma dopo la sua superba prova in mediana con la Salernitana, non si tratta di un passaggio automatico. In tal caso si ricandida Martina come terzino destro. E anche dietro le punte, con Venitucci ko, potrebbe toccare a Baido (con Niada in alternativa), rifornire gli attaccanti da trequartista. V.P. Vincenzo Pittureri
FONTE: IlGiornaleDiVicenza.it
NEWS
Napoli, 14:38 CALCIO, GIANNINI: MARADONA E' STATO IL RE, IL PIU' GRANDE
L'allenatore del Verona, Giuseppe Giannini, parla cosi: "Io ero il Principe del calcio, Maradona è stato il Re, il più grande di tutti. Da avversario era stimato da ogni giocatore, ha fatto divertire tanta gente, sia napoletani che non. Stiamo parlando di un marziano, un extraterrestre. Diego ha scritto la storia del calcio. Quella semifinale contro l'Argentina nel '90 brucia tanto, aver perso ai rigori, soprattutto dopo un gol di Caniggia, che di testa non ha mai segnato. In piu' quella Nazionale era formidabile: c'erano tanti campioni ed eravamo la squadra da battere. Quanto è cambiato il calcio? C'è maggiore intensità ed agonismo, ma c'è molta qualità in meno. Riconosco che gli attuali calciatori, per struttura fisica, sono più preparati rispetto a dieci anni fa".(29/10/2010)(spr)
FONTE: Repubblica.it
Verona, Giannini: “Sogno di allenare la Roma” Verona, Giannini: Sogno di allenare la Roma Ai microfoni di Radio Kiss Kiss, Giuseppe Giannini commemora Diego Armando Maradona nel giorno del suo 50esimo compleanno.
L’attuale tecnico del Verona ribadisce anche il suo sogno di allenare la Roma: “Allenare un giorno la Roma mi piacerebbe tanto, è il mio sogno, così come sarei contento di allenare il Napoli, città in cui sono stato pochissimo, ma ho sentito il calore dei tifosi – ha detto Giannini – . Roma e Napoli sono obiettivi che ogni tecnico dovrebbe avere. Io ero il Principe del calcio, Maradona è stato il Re, il più grande di tutti. Da avversario era stimato da ogni giocatore, ha fatto divertire tanta gente, sia napoletani che non. Stiamo parlando di un marziano, un extraterrestre. Diego ha scritto la storia del calcio.”
Francesco Cammuca
FONTE: CalcioNews24.com
Giovedì 28 Ottobre 2010
Verso Hellas-Bassano, emergenza continua. Il Principe: «Dobbiamo inventarci qualcosa» Giannini, allarme rosso a centrocampo
di Gianluca Vighini
VERONA - L’allarme è sempre alto. L’emergenza quasi una compagna. l’Hellas si avvia al derby novità con il Bassano pieno di cerotti, arrabbiato per la sconfitta di Spezia, mutilato dal giudice sportivo che ha squalificato Cangi e Mancini. Giannini dovrà cambiare ancora. E non per il gusto di farlo, come dice qualcuno in città. «Cambiare formazione - sbotta il mister giusto per mettere i puntini sulle i - non è che mi piaccia tantissimo. Fosse per me giocherei sempre con quella squadra. Ma ci sono esigenze, infortuni e squalifiche e qualcosa dobbiamo inventarci per superare questo momento». Centrocampo ko. L’emergenza riguarda soprattutto la zona nevralgica. Esposito e Paghera, infatti sono ancora fermi. C’è qualche speranza di recuperare il baby bresciano che comincerà a correre domani, ma che è tutt’altro che certo di rivedere il campo. Bloccato Campagna (sublussazione alla spalla, gli esami non hanno rilevato altri problemi ma starà fuori almeno un mese), sarà Garzon ad andare a destra. In questo caso, Giannini metterà in campo una mediana a quattro uomini con Russo, Hallfredsson e Scaglia a sinistra. Martina Rini (ieri out per una botta, ma ci sarà), andrà così in panchina. Riecco la Belva. Assente Mancini, ecco la più importante novità delle ultime tre giornate: il Principe è pronto a gettare nella mischia Andy Selva. Il centravanti guiderà l’attacco gialloblù con Pichlmann e Le Noci, che lavoreranno ai suoi fianchi. Selva può dunque giocarsi un’importante carta anche per il suo domani. L’attaccante tascabile, sul mercato durante l’estate, è invece restato a Verona e ora può veramente diventare utile alla causa. Difesa con Abbate. Si rivedrà Abbate, che ieri si è allenato regolarmente. Al suo fianco Ceccarelli e Vergini. Il difensore argentino di Rosario è stato tra i migliori in queste domeniche ed è pronto a confermarsi. «Sono qui perché sogno di vestire la maglia della Nazionale del mio paese», ha confidato. (ass)
Mercoledì 27 Ottobre 2010
Hellas. Il capitano è fiducioso, ma è allarme infortuni e squalifiche Garzon: «Ripartiamo più convinti di prima»
di Gianluca Vighini
VERONA - Maledetta sfortuna. A La Spezia l’Hellas non è riuscito a segnare ed è stato punito. L’errore di Le Noci ha condizionato la squadra. Ma adesso è tempo di vedere il lato positivo della faccenda. «E cioè - dice Garzon, capitano in pectore della squadra di Giannini - il fatto che siamo scesi in campo con personalità, non abbiamo sbandato davanti a una squadra che per venti minuti ci ha aggredito, e solo per sfortuna non siamo riusciti a portare a casa un risultato positivo». Fortino Bentegodi. Con il Bassano il Verona torna al Bentegodi dove ha vinto contro l’Alessandria di Sarri (tornata alla vittoria contro il Ravenna e salita a 18 punti in classifica), giocando una delle migliori gare da quando è caduto in Lega Pro. «Sarà il Bentegodi il nostro alleato - spiega Garzon -, da qui dobbiamo riprendere il cammino per risalire. Questo è un campionato strano, molto equilibrato che non ha definito ancora le posizioni. Basta un po’ di regolarità per tornare in quota». Infortuni a catena. Giannini deve affrontare una grave emergenza. Sono out Berrettoni, Esposito, Maietta e Campagna. Ieri Russo è rimasto a letto con la febbre (ma per domenica dovrebbe farcela). Il Principe spera di recuperare Paghera (distorsione tibiotarsica), Abbate (in panchina a La Spezia) e Anderson. Squalifiche pesanti. Ma sicuramente il tecnico romano dovrà fare a meno di Cangi e Mancini squalificati. Il primo salterà solo la partita con il Bassano, il secondo anche la sfida di Salerno. (ass)
FONTE: Leggo.it
“Una squadra eroica” Sergio Campana si congratula con il Bassano e con Jaconi. Intanto i giallorossi abbattono 4 a 1 l’Alto Adige e passano il turno
Marco Polo, 27 Ottobre 2010
Il Soccer Team si sbarazza dell’Alto Adige e accede al prossimo mini girone di coppa Italia assieme a Foggia, Pro Vercelli, Monza, Lucchese, Pisa, Nocerina e Carpi (squadra in cui milita l’ex Fabiano). Un bel 4 a 1, con reti giallorosse di Munarini, Baido, autogol di Nazari e pietra tombale per Criaco, tanto per non perdere le cattive abitudini e regalare un pomeriggio da protagonisti a ben sette giovani virgulti provenienti dalla Berretti. Bilancio assolutamente positivo dunque, soprattutto alla luce della positiva esperienza che hanno così avuto la possibilità di maturare i numerosi giovani che Jaconi non ha il timore di gettare nella mischia in gare ufficiali al fianco di elementi ben più esperti come Beccia, Baido e Veronese.
News dall’infermeria. I novanta minuti con gli altoatesini, uniti ad una prova di ottima qualità, testimoniano che Raffaele Baido è pronto per l’epico scontro con l’Hellas Verona. Con lui, contro la formazione gialloblù, ci sarà al 99 per cento anche Lorenzo Crocetti mentre per Dario Venitucci si deciderà solo nelle prossime ore. Da rivedere, inoltre, la difesa dove la squalifica del capitano Basso apre al ballottaggio Martina-Beccia per una maglia nell’undici titolare. Se giocherà Martina Lorenzini sarà confermato come mezz’ala destra di centrocampo, nel caso contrario Beccia comporrà con Caciagli e Mateos la diga di centrocampo e il fluidificante piemontese giostrerà da terzino destro.
Una squadra eroica. E’ questa la definizione che l’avvocato Sergio Campana, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha dato della Bassano visto contro la Salernitana: “La cosa più stupefacente è stata osservare come tutti, ribadisco, tutti i giallorossi in campo siano riusciti a rendere più del 100%. Questa è una cosa molto rara nel calcio dove, solitamente almeno uno o due elementi giocano anche leggermente sotto le loro possibilità, vuoi per il ruolo, vuoi per l’aspetto mentale o fisico. Penso a Lorenzini, ad esempio: schierato in una posizione inedita ha fatto una delle sue migliori prestazioni stagionali. Altra cosa da sottolineare, a parer mio, è come il Bassano abbia giocato da squadra con la S maiuscola. Un gruppo unito, coeso, solido dove ognuno era disposto a sacrificarsi per i compagni. È innegabile che in questo si registri un gran lavoro da parte dell’allenatore”. Da una grande all’altra. Dopo la Salernitana ecco il “Bentegodi”, ecco il Verona: “Altra partita di grande fascino per questa squadra che ha una storia tutta da scrivere. Speriamo che i ragazzi sappiano ripetersi sotto il profilo della prestazione”.
FONTE: BassanoNet.it
28/10/2010
Vergini alza il bunker gialloblù e sogna... Lucio AL CENTRO DELLA DIFESA. Con l'Alessandria debutto con vittoria poi due sconfitte in Coppa e campionato. Il granatiere argentino sente aria di rivincita «Sono venuto a Verona per vincere la mia scommessa C'è una strada da seguire, dobbiamo ritrovarla subito Siamo in emergenza ma gli alibi non servono»
Il Verona fa crack. Si rompe e si interroga. La tempesta infuria. Santiago Vergini prova a cavalcarla. Perché l'Hellas è prima tappa del suo lungo viaggio a fari spenti. Dal cuore del Sud America alla fredda Europa. Per scaldare il sogno servono fatti e non illusioni. E allora un giorno è successo che il destino abbia messo all'improvviso Santiago davanti alle sue responsabilità. Maietta si chiama fuori. Infortunato. Uno dei tanti di questo incerottato Verona. Giannini scorre i volti allineati in panchina. «Vai Santiago». Tocca a te. Un tempo e mezzo. E si vince. Poi la parentesi di Coppa con la Sambo. Una notte da dimenticare. Ma lì è meglio dimenticare in fretta. Poi il Picco. Stadio piccolo, gente che mormora, le aquile che volano, il Verona che soffre. Per Santiago la prima vera provo del fuoco. Perde l'Hellas. E Santiago ha riscoperto quanto sia difficile cavalcare i tumulti dell'anima.
Ha visto tutto. Ha respirato l'aria giusta. Quella della battaglia. Persa. Quella della grande guerra. Che si può ancora vincere. Domenica tornerà nel cuore della difesa scaligera. Prima di entrare in campo batterà la mano forte sul petto. «Amo e onoro la camiseta», aveva detto due mesi fa appena arrivato a Sandrà. Lui e Pichlmann, gli ultimi botti di mercato. Due mesi dopo è ancora presto per camminare a occhi chiusi per le vie dell'Hellas. «Mi è stata concessa una grande opportunità - ammette -. Purtroppo non è coincisa con la vittoria della squadra. Bisogna fare di più. Bisognerà lottare ancora molto. C'è una strada da seguire, dobbiamo ritrovarla in fretta. Io sono venuto a Verona per vincere la mia scommessa, per giocare, per trovare spazio. Ma voglio che questo sia un anno importante per tutti».
Vergini sogna di diventare un giorno come Lucio, il brasiliano di ferro, quello dallo sguardo truce. Quello che sembra affetto da licantropia quando annusa la preda, affamato di palla e di gloria. "Intanto - racconta ancora il giovane difensore argentino - cerco di imparare la lezione, cerco di capire questo calcio, e raccolgo i suggerimenti che arrivano dai miei compagni. Non mi sento solo, tutti mi aiutano. Ogni partita può essere il giusto banco di prova per crescere e migliorare».
Poi, però, perdi, Arrivano i mugugni e tutto si fa più felice. «Sono alla prima esperienza in Italia - conclude Vergini -, mi sono reso conto che qui viene proposto un calcio che miscela velocità e qualità. Bisogna stare al passo, bisogna farsi trovare pronti».
Sa quello che vuole «el nino». «Verona è città bellissima - racconta il difensore gialloblù - la gente ama questa squadra, la società non ha mai nascosto l'ambizione. C'è tutto quello che serve per provare a vincere». E a forza di provare magari, potrebbe scapparci il colpo grosso. Prima, però, il Bassano. Pochi sogni, tanta sostanza. In emergenza, ma senza alibi.S.A
27/10/2010
Interviste Tifosi, pazientate: questo Verona può andare lontano
LUIGI AGNOLIN
Pazienza ed equilibrio: con 12 punti in saccoccia la Serie B resta alla portata come a 11 la salvezza non è acquisita. E su due come Beppe Giannini e Mauro Gibellini si può scommettere a occhi chiusi: le garanzie le offre Luigi Agnolin, bassanese di nascita e di residenza ma legato al Verona dai quattro anni vissuti da amministratore delegato nell'era Pastorello.
Un doppio... passaporto che gli impedisce di parteggiare per gli uni piuttosto che per gli altri in vista del delicato confronto di domenica.
Perché nel calcio, magari più che altrove, gli affetti possono pure correre paralleli. «Da arbitro di una situazione come questa dico solo che si parte dallo 0-0», spiega lui. «Bassanese? Sì, ma a Verona ho dedicato tanto, e ricevuto, da tutti i punti di vista».
Cosa le rimane oggi?
«La cosa che più mi lega alla città e al pubblico riguarda proprio la partecipazione e l'affetto dei tifosi, anche nei momenti critici. Una cosa che non ha riscontri altrove».
Da come lo dice si capisce che ne è proprio convinto.
«Penso domenica scorsa a Lazio-Cagliari, con uno stadio che si gonfia in maniera... artefatta: quando le cose andavano male era semivuoto. Ora fa il pieno. Verona, con tutti gli abbonati che haanche quest'anno, ha dato ulteriore dimostrazione di fedeltà unica».
Agnolin è ancora un ex arbitro... nel pallone?
«No, da quando ho dato le dimissioni da presidente del settore scolastico della Figc, ruolo del quale oggi è stato investito Gianni Rivera, non ho più ruoli attivi».
Perché ha mollato?
«Non c'erano più i presupposti per dare incidenza al mio lavoro. Non c'era più sintonia con il disegno della federazione».
E allora si è messo a fare il pensionato del pallone?
«Diciamo che resto un amante del pallone a tempo pieno. Anche se il calcio di oggi non mi piace più».
Si spieghi.
«Mi sento tradito. Troppe situazioni estranee a un mondo nel quale penso di aver vissuto con coerenza, logica e passione. E che però vedo sempre più lontano. Ormai conta troppo il denaro, sia guardando agli interpreti che a tutte quelle persone che al calcio girano attorno».
Ma la passione non si è persa. Dunque seguirà anche le vicende della Lega Pro...
«Naturalmente».
E allora sia sincero: domenica, buttando un occhio al Bentegodi, per chi farà il tifo?
«Io faccio sempre il tifo per il bel gioco».
Mettiamola diversamente allora: chi vincerà?
«È difficile dirlo. Perché questo è un campionato stranissimo, che oggi rivela una verità e domani un'altra. Ed è un torneo lunghissimo: la gente magari pensa che a 12 punti è difficile cullare ancora sogni di promozione. Oppure che a 11, dov'è il Bassano, ti puoi sentire già salvo. Niente di più sbagliato».
È un messaggio ai tifosi gialloblù? Significa che la lotta alla B resta apertissima?
«Significa che la squadra esce quando trova l'equilibrio. E con tutte le giornate che mancano può succedere tutto e il contrario di tutto. Servono pazienza e, appunto, equilibrio».
Eppure l'Hellas zoppica spesso. E non ha ancora dato la sensazione di poter dare un segnale forte al torneo.
«Conosco benissimo Giuseppe Giannini, che ho avuto da giocatore quando ero dirigente della Roma e che ho potuto apprezzare da allenatore quando è stato protagonista del miracolo Gallipoli. Ha sempre dimostrato sensibilità, dirittura morale e coerenza anche in situazioni, come quella vissuta a Gallipoli dopo il salto in B, vergognose. Parlo dei vertici della società di allora, ovviamente. Ma nell'intimo, lo garantisco, Beppe è una grande persona. E non posso che augurare sia a lui che a Gibellini, un altro con cui ho lavorato - e benissimo - ai tempi del Verona, grandi fortune».
Giudizi lusinghieri. Giudica altrettanto bene anche l'organico del Verona?
«Se uno ha pazienza...».
Ovvero?
«Mi pare che questo Verona abbia qualità potenziali molto valide soprattutto nei giovani. Poi magari manca ancora un po' di coesione, ma se si chiude il cerchio...».
Insomma, Giannini e Gibellini promossi a pieni voti. Non sarà solo per un fatto di cuore...
«No. Scommetterei tutto su di loro. Ma il mondo del pallone è talmente strano che anche le emozioni giocano a volte ruoli importanti»
E il Bassano?
«Il Bassano a sua volta dimostra che la materia è strana. Gestione economica positiva e propositiva, un presidente come Renzo Rosso generoso, equilibrato, che non demorde mai - averne dirigenti così... - , promozioni sfiorate più volte sul campo - clamorosa quella fallita due anni fa - e poi il risultato che arriva a tavolino».
La morale?
«La morale è che l'impresa calcio non è soggetta alle normali regole economiche. Però i conti devono tornare, oggi più che mai. E allora diciamo che del Bassano promosso comunque è stata premiata l'oculatezza della gestione economica».
Piccola digressione sul passato. Anche se si sono scritti fiumi di parole: cosa le resta, a distanza di sei anni, dell'esperienza al Verona? Rimpianti? Pentimenti?
«Pastorello era un presidente che non ha mai nascosto che il mondo nel quale operava era anche la sua valvola economica. Ma era e resta un uomo di calcio. Con tanti meriti e pure i demeriti che raccoglie solo chi lavora».
La retrocessione del 2002 comunque brucia ancora.
«Ho vissuto tutto il disagio e la sofferenza di Pastorello per quella caduta inaspettata. Erano mancati gli attori principali, ma non si può dire che la squadra, dal punto di vista tecnico, fosse sbagliata».
Niente da rimproverarsi allora?
«Niente sul piano personale. Ma a un certo punto c'era troppa euforia, cui è poi subentrata la paura. Fino al ko di Piacenza. Una gara assurda, una gara chiave, uno spareggio per la A, che il Verona ha chiuso senza neppure un espulso nè un ammonito. È evidente che la lampadina, emotivamente, ormai si era spenta».
FONTE: LArena.it
28/10/2010 - 16:48 Sandrà, sette reti nel test con gli Allievi Nazionali
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27/10/2010 - 14:41 "Mastino del Bentegodi", Hallfredsson raggiunge la vetta
Con il successo di tappa centrato in occasione della sfida con l'Alessandria, l'islandese ha scavalcato in classifica generale Emanuele Berrettoni
27/10/2010 - 16:54 Verso il Bassano, a Sandrà doppia seduta di lavoro
Riscaldamento, tattica difensiva, circuito di forza, trasformazione e tiri in porta al mattino, possesso palla, rapidità, tattica e partitelle a tema nel pomeriggio
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC]
NBA: Colpo esterno dei KNICKERBUCKERS a casa dei RAPTORS con BELINELLI sugli scudi... Vincono anche gli HORNETS a Milwaukee KNICKS VINCONO A TORONTO: BELINELLI FA LA STAR -VIDEO
Andrea Bargnani brilla per un tempo e segna di più ma Danilo Gallinari vince il primo derby italiano della regular season Nba. I New York Knicks, infatti, passano per 98-93 sul parquet dei Toronto Raptors nella sfida caratterizzata dal confronto diretto tra i due migliori rappresentanti del basket tricolore. Toronto apre la stagione con una sconfitta casalinga nonostante i 22 punti del 'mago'.
Bargnani, titolare per 35'23'', chiude con 8/21 dal campo (1/1 da 3 punti), 6 rimbalzi e 2 stoppate. Il lungo romano è il top scorer della sua squadra ma dopo una prestazione spettacolare nel primo tempo (18 punti) non riesce a confermarsi nella ripresa. Ai Raptors non serve nemmeno il contributo della panchina, con i 16 punti di Jarrett Jack e i 13 di Leandro Barbosa, autore tra l'altro del canestro che nel terzo periodo dà ai Raptors la prima leadership dell'intera serata. I Knicks rischiano di buttare via un vantaggio di 16 punti ma alla fine tagliano per primi il traguardo. Gallinari, titolare per 32'51'', contribuisce con 12 punti (3/9 al tiro, 2/5 da 3 punti) e 6 rimbalzi nella serata in cui brilla soprattutto Wilson Chandler (22 punti). Amare Stoudemire griffa con una doppia doppia (19 punti e 10 rimbalzi) l'esordio con il team della Grande Mela.
Il lungo romano è il top scorer dei Raptors, ma dopo un ottimo primo tempo (18 punti) non si conferma nella ripresa. «Abbiamo giocato a tratti molto bene, non ci siamo disuniti quando siamo andati sotto di quasi 20 punti. Ci siamo avvicinati, ma non siamo mai riusciti a mettere a segno un break decisivo», dice Bargnani analizzando il match. Buona prestazione anche per l'altro azzurro Danilo Gallinari, vittorioso con i suoi Knicks. «Era importante vincere all'esordio in trasferta -dice Gallinari, autore in particolare di una tripla pesantissima-. Siamo stati bravi a condurre sempre la gara, in particolare siamo andati bene in difesa. Quando la partita è diventata molto equilibrata, ci siamo affidati a Stoudamire in attacco e lui ha fatto grandi cose».
BELINELLI SUPER Il bilancio italiano, dopo la prima tornata di partite per tutte le squadre, è in attivo grazie al successo ottenuto dai New Orleans Hornets di Marco Belinelli. Nel 95-91 imposto ai Milwaukee Bucks c'è anche la firma della guardia bolognese, che si presenta davanti al proprio pubblico con 18 punti. Belinellli parte in quintetto e resta in campo per 35'28'' mettendo a referto 6/15 al tiro, 1/5 da 3 e 6 rimbalzi. Gli Hornets marciano con la regia di Chris Paul (17 punti e una valanga di 16 assist) e possono contare su un ottimo David West (22 punti e 7 rimbalzi).
LE ALTRE PARTITE Miami rompe il ghiaccio e conquista la prima vittoria nella regular season Nba. Gli Heat, k.o. all'esordio contro Boston, si riscattano passando per 97-87 sul campo dei Philadelphia 76ers. Il successo porta la firma di Dwyane Wade, che mette a referto 30 punti con 10/20 al tiro. LeBron James, poco preciso (5/12 dal campo e 0/2 da 3 punti), si ritaglia un ruolo da comprimario con 16 punti. Pesa di più il contributo del panchinaro James Jones (20 punti in 29') in una serata in cui Chris Bosh produce 15 punti e 7 rimbalzi. I Sixers vanno ko nonostante i 6 uomini in doppia cifra. Miglior marcatore, alla fine, è Evan Turner (16 punti).
I RISULTATI I risultati delle partite della regular season Nba: Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 95-87; New Jersey Nets-Detroit Pistons 101-98; Philadelphia 76ers-Miami Heat 87-97; Toronto Raptors-New York Knicks 93-98; Memphis Grizzlies-Atlanta Braves 104-119; Minnesota Timberwolves-Sacramento Kings 116-117; New Orleans Hornets-Milwaukee Bucks 95-91; Oklahoma City Thunder-Chicago Bulls 106-95; Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 101-86; San Antonio Spurs-Indiana Pacers 122-109; Denver Nuggets-Utah Jazz 110-88; Golden State Warriors-Houston Rockets 132-128; Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 88-98.
FONTE: Leggo.it
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Potevo tifare mille squadre, o magari quelle che tifano tutti. E invece tu mi hai fatto gialloblù.