VAVASSORI sposta CANGI a sinistra a sostituire PUGLIESE, rientra CAMPAGNA dal primo minuto come esterno destro di difesa, al centro ANSELMI affiancherà CECCARELLI.
A centrocampo l'inamovibile ESPOSITO sarà aiutato da destra a sinistra da GARZON (bentornato capitano), DALLA BONA e BERRETTONI che agirà da ala sinistra e sposterà il modulo tattico del VERONA dal 4-4-2 in fase di difesa al 4-3-3 in fase d'attacco perchè il francese si aggiungerà al centravanti DI GENNARO e alla seconda punta RANTIER.
MELOTTI, tecnico romagnolo, avrà a disposizione la formazione base (con il solo capitano CARDINALE fuoricausa per infortunio), con VITIELLO e RINALDI centrali difensivi, il centrocampista FRARA non al meglio causa postumi dell'influenza ed il trio d'attacco NOLÈ-LONGOBARDI-TULLI.
In panchina l'ex gialloblù MORANTE, assente l'altro ex PUCCIO.
2300 i tifosi scaligeri presenti al 'Romeo Neri' di Rimini (molti con il salvagente in vita!), giornata calda ma ventosa, l'HELLAS si schiera in maglia gialla...
RIMINI 0-0 HELLAS VERONA (Primo tempo):
Primi 20 minuti a netto favore dei padroni di casa con REGONESI vero e proprio 'martello' dalla fascia sinistra del RIMINI a creare gioco con i suoi traversoni verso il centro per LONGOBARDI e per NOLÈ sul fronte d'attacco destro dei biancorossi. Il predomino avversario è stato interrotto dai gialloblù solo al 9° minuto con un tiro altissimo di RANTIER (che poteva e doveva sfruttare meglio l'occasione capitata sul suo piede preferito) ed un colpo di testa di ANSELMI finito a pochi centrimetri dal palo di destra della porta difesa da PUGLIESI. I romagnoli rispondono al 13° con NOLÈ e vanno vicinissimi al gol col centrattacco LONGOBARDI al 19°che intercetta una rasoiata dalla sinistra di REGONESI. Dal 25° è il VERONA a prendere in mano la partita e va a creare qualche pensiero alla retroguardia riminese con BERRETTONI al 37° (bello l'assist del giovane CAMPAGNA) e con GARZON al 38° ma il capitano sparacchia alto la bella occasione confezionata da DALLA BONA-RANTIER-DI GENNARO.
Partita di sacrificio di CANGI a sinistra (ma si vede che quella non è la sua fascia), qualche disattenzione iniziale in difesa a destra con CAMPAGNA (che però ha preso confidenza col passare dei minuti) e GARZON che non è riuscito a limitare REGONESI. DI GENNARO ha sostenuto da solo il fronte d'attacco scaligero dal momento che RANTIER è praticamente sparito dopo 10 minuti di gara e BERRETTONI, partendo più indietro, è riuscito a fare pochino... Per quanto riguarda gli avversari è senz'altro da segnalare la gara di REGONESI (fin'ora migliore in campo), NOLÈ e LONGOBARDI, in ombra TULLI.
RIMINI 0-1 HELLAS VERONA (Secondo tempo):
Nella ripresa il caldo e lo sforzo si fanno sentire sulle risorse atletiche delle squadre in campo. Parte subito forte il RIMINI che cerca il vantaggio e all'8° è bravo RAFAEL a smanacciare in angolo la conclusione di LONGOBARDI servito da FRARA; ma il VERONA c'è e risponde subito con l'asse CAMPAGNA-DI GENNARO sulla quale recupera la difesa romagnola. Al 16° il meritatissimo vantaggio scaligero: RANTIER si incunea in area e cerca di destreggiarsi fra due avversari ma dalla sinistra arriva imperioso DALLA BONA che scarica in porta tutta la rabbia di una stagione che DOVEVA terminare con la promozione diretta. Col vantaggio gialloblù la partita s'incattivisce ma l'arbitro Cervellera sembra vedere solo i 'peccati' scaligeri: 5 ammoniti tra le fila gialloblù 'solo' 2 fra i biancorossi co mister MELOTTI nervosissimo a cercare di mettere pressione e addirittura correre in campo quando non riesce più a 'trattenersi' nell'area tecnica. L'HELLAS cerca il raddoppio ancora con DALLA BONA che da lontano sfiora il palo alla sinistra di PUGLIESI poi è DI GENNARO al 26° che si scatena sulla destra e mette un bel pallone sulla testa del pur generoso BERRETTONI che non riesce ad approfittarne. Un minuto dopo sul ribaltamento di fronte CECCARELLI rischia l'autogol ed il finale è tutto per i padroni di casa: al 31° ci prova FRARA dai venti metrie 3 minuti dopo è la volta di MATTEINI che spara alto. Break scaligero col 'commovente' DI GENNARO che prova a sfondare dal centro ma RINALDI lo contrae. Sul finire sale in cattedra RAFAEL con un due interventi a salvare il risultato: FRARA da lontano è insidiosissimo e al minuto 92 la palla sembra varcare la fatidica linea bianca ma i riminesi non hanno fatto i conti con l'estremo difensore brasiliano che con un colpo di reni si supera e sventa in angolo!
Finisce dopo 4 minuti di recupero con l'HELLAS in gloria a vincere per la prima volta sull'ostico campo del 'Neri'. Partita non bella ma agonisticamente molto intensa con i gialloblù finalmente degni della maglia che portano. Impegno, cuore e lotta su ogni pallone, questo è quello che REMONDINA chiedeva dall'inizio del campionato e questo è quello che solo VAVASSORI ha finalmente ottenuto e quella 'galoppata' assolutamente inutile di BERRETTONI al 90° è la fotografia ideale del nuovo corso! Altrochè concedere minuti agli avversari; il 'VAVA' s'è spiegato subito: poche parole e fuori gli attributi! La sua mano s'è vista: squadra più coperta ed equilibrata per far 'sfogare' gli avversari e poi colpire al momento giusto. Centrocampo 'saggio' con GARZON a dare quantità e la coppia ESPOSITO-DALLA BONA a far 'girare' il motore veronese: grande partita di DI GENNARO ha proteggere palla e sgomitare davanti ma anche CAMPAGNA s'è mosso molto bene. Centrocampo solido con GARZON a 'ringhiare' e DALLA BONA-ESPOSITO a costruire: buona prova aspettando il ritorno con 2 risultati su 3 a disposizione!
Altarimini. Calcio: interviste pre gara Rimini - Verona
[DICONO]
DALLA BONA il match winner di Gara1 «Non era facile tornare a giocare qui dopo la gara in campionato. Bella vittoria dopo tante sofferenze ma non abbiamo ancora fatto nulla: c'è ancora il ritorno da giocare! Contento per il gol ma ci sono altri 90 minuti! Il mister? Già lo conoscevo dalle giovanili dell'ATALANTA, ci ha portato voglia e determinazione e noi ci siamo applicati con impegno. La posizione in campo? Il mister ha chiesto a me ed ESPOSITO di stare davanti alla difesa e proteggere. La condizione fisica? È che mi alleno regolarmente e la condizione cresce di pari passo» (TeleArena Sport)
Le prime impressioni di Giovanni VAVASSORI «Piccolo passo ma ci aspetta una partita ancora più importante. È stata dura e sarà ancora più dura sabato perchè nei playoff l'equilibrio regna sovrano e basta un niente per condizionare una partita. Il pubblico? Sappiamo la qualità dei nostri tifosi ma sopratutto a loro va stretta questa categoria.» Impressioni sul gruppo? «Il gruppo aveva bisogno di recuperare personalità spero che la partita di oggi sia servita a questo» (TeleArena Sport)
ESPOSITO sulla partita coi romagnoli «La partita col PORTOGRUARO c'ha tagliato le gambe ma mister VAVASSORI c'ha dato nuovi stimoli ed un nuovo modulo al quale ci siamo subito adattati. Bella gara che ci permette di sperare bene per il ritorno. Avere DALLA BONA al fianco è molto buono: entrambi costruiamo gioco e possiamo collaborare al meglio. Ora la squadra deve mantenersi tranquilla per il ritorno e guardare avanti: nessuno puntava più su di noi invece ne siamo usciti con grande facilità. Lavoriamo con umiltà per cercare di portare il risultato a casa» (TeleArena Sport)
FICCADENTI mediano ed ex allenatore dell'HELLAS, confida di essere ancora 'innamorato' del gialloblù: «Certo, il Verona è sempre nel cuore. E ci resterà. A livello sportivo ed affettivo questa squadra ha significato molto per me. Oggi mi ritengo un grande tifoso dell'Hellas. Ed è ancora mia abitudine andare a cercare sempre la domenica il risultato dei gialloblù appena finita la partita» Come ha seguito quest'anno l'evolversi degli eventi? «Martinelli ha fatto un grande sforzo. Ha investito in maniera importante per amore dell'Hellas. Può avere pagato magari qualcosa per inesperienza. Ma ha sempre agito in buona fede. Credo che a lui e al suo staff non si possa imputare nulla. E poi, non è ancora finita» Crede nella voglia di rivalsa del Verona? «Eccome se ci credo. C'è una piazza che spinge per la B. E il gruppo di Vavassori mi sembra esperto al punto giusto per competere con le altre squadre». A proposito di Vavassori. «Buon tecnico. Ci metterà sicuramente del suo. Non manca di esperienza, dovrà muoversi in velocità». L'arma in più? «Trentamila tifosi. Soltanto il Napoli e il Genoa in C potevano vantare un simile spettacolo». (LArena.it)
[IN BREVE]
MOTOGP: A Le Mans duello in casa YAMAHA con LORENZO che batte ROSSI partito in pole. Terzo DOVIZIOSO su HONDA.
FINALE CHAMPIONS LEAGUE: Dopo 45 anni festeggia l'INTER, prima squadra in Italia a realizzare la tripletta Coppa Italia, Campionato e Coppa Campioni, grazie a MILITO un fenomeno con la 'F' maiuscola capace di realizzare 30 gol quest'anno in tutte le competizioni alle quali i nerazzurri hanno partecipato: 'El Principe' ha bollato regolarmente con gol, fra l'altro, di fantastica fattura! Al momento solo ROONEY si esprime ai suoi livelli nel ruolo di attaccante...
GIRO D'ITALIA: Arrivano le montagne, si 'svegliano' gli italiani!
PLAYOFF NBA: I CELTICS umiliano i MAGIC e si portano sul 3 a 0! Finale vicinissima...
VALZER DELLE PANCHINE: DEL NERI per far tornare grande la JUVE, DI CARLO alla SAMP di CHAMPIONS e GUIDOLIN che si siede in panca a Udine.
GIOCO PRONOSTICI:
6 punti a MARTINO, MISTER LOYAL lascia fare e 'MARTIN JAPONICO' conquista (meritatamente) il titolo di Campione del Gioco Pronostici B/=\S 2009-2010: Complimenti anche per i 10 punti di distacco da BRUNI, buon secondo col classico colpo di reni finale. Sul gradino più basso del podio MISTER LOYAL e POSE a pari merito... Maglia nera a LUCKY.
Ammonizioni per: Bridget, Lucky e Mister Loyal
Espulsione per: Ale90HVr
Per ciò che concerne i record mi consolo: io vinco il titolo per il maggior numero di Campione di giornata: 8! Ma anche quello come Sfigadòn de la stagiòn (ancora con 8), per il resto:
Punteggio massimo in una giocata: Ale90hvr, Bruni (11)
Max. numero di risultati azzeccati: Bruni (5)
Max. numero di pronostici azzeccati: Ale90HVr (8)
Punteggio minimo in una giocata: Barnaba, Bruni, Federico Montresor, Martino, Paolo, VALE/=\VALES (0)
Bene per quest'anno è tutto! Arrivederci a Settembre...
CLASSIFICA DI GIORNATA
6 - Bruni, Gabri, Gede, Martino, Smarso
4 - Black, Pose
CLASSIFICA GENERALE
151 - Martino
141 - Bruni
139 - Mister Loyal, Pose
138 - Smarso
127 - Ale90hvr
120 - Bridget
119 - Black, Gabri
116 - Gede
110 - Lucky
CLASSIFICA PRECEDENTE
145 - Martino
139 - Mister Loyal
135 - Bruni, Pose
132 - Smarso
127 - Ale90hvr
120 - Bridget
115 - Black
113 - Gabri
110 - Gede, Lucky
ALBO D'ORO CAMPIONI |
2009/2010 Martino |
2008/2009 RobRoy |
2007/2008 L. Bruni F.C. |
2006/2007 Ark (Ex-Alberto) |
2005/2006 Ark (Ex-Alberto) |
2004/2005 Ark (Ex-Alberto) |
2003/2004 Ark (Ex-Alberto) |
[RASSEGNA STAMPA]
Rimini - RN
Questo pomeriggio al Romeo Neri si disputerà la semifinale di andata dei playoff fra il Rimini e il Verona. In campionato gli scaligeri, assieme al Giulianova, sono l'unica squadra che ha lasciato 6 punti agli uomini di Melotti. All'andata al Bentegodi il Rimini fece la posta piena grazie ad un guizzo di Tulli e con una straordinaria prestazione difensiva. Al ritorno, l'emozionante 3-2 con goal nel recupero di Michele Rinaldi. Se il Rimini avesse pareggiato, con la vittoria della Reggiana nello scontro diretto con la Ternana, oggi i biancorossi sarebbero spettatori. Mister Melotti riproporrà la formazione base, con soli due dubbi. Il primo in difesa: Vitiello, Rinaldi e Lebran sono in ballottaggio per le due maglie di centrali difensivi. A centrocampo Frara non è al meglio per i postumi dell'influenza. Pronto Baccin per la sostituzione. In casa Verona Vavassori presenterà un 4-4-2 mascherato, con Garzon largo a destra e Ciotola a sinistra, ma quest'ultimo in fase offensiva si affiancherà a Rantier e Di Gennaro, formando un tridente vero e proprio. In difesa Bertolucci rimpiazzerà lo squalificato Pugliese.
Formazioni probabili
Rimini (4-1-4-1): Pugliesi - Catacchini Vitiello Rinaldi Regonesi - D'Antoni - Nolé Marchi Frara Tulli - Longobardi; in panchina: Tornaghi, Lebran, Ischia, Giacomini, Baccin, Morante, Matteini; allenatore: Melotti.
Verona (4-4-2): Rafael - Cangi Ceccarelli Anselmi Bertolucci - Garzon Dalla Bona Esposito Ciotola - Rantier Di Gennaro; in panchina: Ingrassia, Campisi, Massoni, Pensalfini, Selva, Colombo, Berrettoni; allenatore: Vavassori.
Riccardo Giannini
Calcio: Rimini -Verona si avvicina Rimini - RN
Domenica prossima al "Romeo Neri" con inizio alle ore 16, si affronteranno per i play off valevoli per la serie B Rimini e Verona.
Per Melotti un unico dubbio di formazione che riguarda Frara febbricitante. Il Verona, invece dovrà fare a meno degli squalificati Russo, Pugliese e Comazzi. Dopo l’ultima gara interna persa col Portogruaro, gli scaligeri hanno esonerato l’allenatore Remondina, chiamando al suo posto Vavassori. Quest’ultimo dopo gli inizi auguranti in quel di Bergamo, dove ogni anno lanciava un Atalanta imbottita di giovani, ha mostrato nelle ultime annate alcune perplessità tecniche. Dopo la promozione col Genoa dalla C alla B, Vavassori ha preso in mano a campionato in corso Avellino e Cesena, uscendo da queste situazioni con due esoneri. Sicuramente alla vigilia di un match così delicato, con la critica locale già pronta a scaraventarsi sui gialloblu, serve come il pane l’esperienza di un allenatore che ha nella calma uno de suoi migliori pregi.
Dall’altra parte c’è un Rimini carico che vuole puntare al salto di categoria. Melotti qualche settimana fa, aveva lasciato intendere che se avesse agguantato i play-off questa volta li avrebbe vinti. Io credo che sia lui che lo staff tecnico con in primis Lele Zamagna, dopo Giulianova e con la matematica certezza di disputare gli spareggi per la B, la loro piccola rivincita nei confronti dei critici se la siano già presa. Questo quarto posto per i romagnoli ha un sapore di una grande vittoria considerando tutte le difficoltà avute nel corso dell’annata. Vedendo l’aria che si respira attorno alla squadra e vedendo il clima che c’è tra i ragazzi nello spogliatoio, io credo che sognare la cadettria sia lecito: si sa, spesso i sogni sono fatti per essere realizzati.
Daniele Manuelli
FONTE: AltaRimini.it
23/05/2010
Ancora a Rimini: tutti per uno, uno per tutti
LA SEMIFINALE DI ANDATA. In 180 minuti l'Hellas si gioca l'accesso alla doppia finale. Il nuovo tecnico non scopre le carte della formazione, ma carica i giocatori.
Vavassori riaccende le speranze: «Non ci sono ricette particolari, tutti devono mettersi a disposizione della squadra»
Luca Mantovani
RIMINI
Tutti a Rimini per scoprire il nuovo Hellas. Giovanni Vavassori ha nascosto per due settimane la sua creatura. «Per non dare troppi vantaggi agli avversari», ha detto alla vigilia della partita. Oggi tutto sarà più chiaro, il Verona dovrà sfidare la squadra romagnola per l'andata della semifinale play off. Il campionato ormai è finito, inutile voltarsi indietro. Chi sbaglia non ha grandi possibilità di recupero, restano solo novanta minuti, sabato prossimo al Bentegodi. O dentro, o fuori. Chi passa il turno potrà giocarsi la finalissima per andare in B, chi perde se ne andrà in vacanza con gli occhi lucidi e tanta amarezza dentro il cuore.
Vavassori lo sa, ha già conquistato due promozioni ai play off, la prima volta a Genoa, la seconda con l'Avellino. Non è mai stato semplice. Anzi. Le sue squadre ci hanno messo tutto. Il cuore, le gambe, la testa... qualche volta è arrivata anche un po' di fortuna. «Serve anche quella, non possiamo far finta di nulla», taglia corto il tecnico che ha preso il posto di Gian Marco Remondina sulla panchina gialloblù dopo la sconfitta con il Portogruaro e la mancata promozione diretta in B.
«Cosa serve adesso? Non ho la bacchetta magica - scherza l'allenatore del Verona - ma i giocatori devono sapere che tutti i palloni possono diventare decisivi, questa è la differenza tra il campionato e le partite di play off. Non ci sono altre possibilità per rimediare. Serve grande concentrazione, dal primo all'ultimo secondo. La squadra deve essere consapevole della propria forza, deve sapere che il traguardo si può raggiungere. Non ci sono ricette particolari, tutti devono mettersi a disposizione della squadra, non ho mai visto giocatori che sanno vincere le partite da soli».
Praticamente impossibile decifrare le mosse di Vavassori, ipotizzare la formazione titolare. Nelle dichiarazioni ufficiali ha sempre parlato del 4-3-3, di un modulo che la squadra ha nel dna visto che l'ha studiato per nove mesi ma nell'allenamento pratico ha valutato altre soluzioni, sempre partendo dal 4-4-2. «Lo schema di partenza può essere sempre lo stesso, possono adottarlo tutte le squadre - spiega Vavassori - ma le applicazioni di gioco possono cambiare, possono adattarsi ai giocatori che hai a disposizione. Adesso i ragazzi sono più bravi tatticamente grazie anche alle qualità degli allenatori italiani che li abituano, fin dal settore giovanile, a giocare con tanti moduli. Per tutto serve tempo ma si applicano molto di più».
Il tecnico gialloblù dovrà fare i conti anche con l'infortunio di Comazzi e le squalifiche di Pugliese e Russo. «Sono assenze pesanti, preferivo averli tutti con me, potevano dare un contributo importante - ammette Vavassori - ma sono certo che chi scenderà in campo saprà dare il massimo». Nessuna indicazione ulteriore, in linea con il massimo riserbo anche le convocazioni.
Esclusi Pugliese, Russo e Comazzi - ma questa non è una novità - Vavassori ha convocato tutti i giocatori disponibili, sono partiti in venti per il ritiro in terra romagnola: due portieri, sei difensori, cinque centrocampisti e ben sette attaccanti. Meglio non dare punti di riferimento. La squadra titolare? Rafael in porta, Anselmi e Ceccarelli in mezzo, Campagna a destra e Cangi a sinistra anche se non si può escludere la scelta di Bertolucci dal primo minuto. Qualche dubbio in più in mezzo al campo e in attacco. I gialloblù potrebbero partire con Esposito in regia, Garzon e Dalla Bona a sostegno, Di Gennaro punta centrale con Berrettoni e Rantier sulle fasce ma non si può escludere la possibilità di vedere Esposito e Dalla Bona davanti alla difesa con Garzon più decentrato sulla fascia destra, Rantier qualche metro più indietro a sinistra, Berrettoni alle spalle di Di Gennaro, un 4-4-2 anomalo che la squadra può interpretare anche a partita in corso, senza cambiare i protagonisti e stravolgere gli equilibri tra reparto e reparto.
Il Rimini ha grande entusiasmo dopo aver conquistato i play off nelle ultime partite, il Verona potrà contare sui duemila tifosi che ancora una volta occuperanno tutto il settore riservato agli ospiti. I padroni di casa hanno vinto con l'Hellas già due volte in campionato (0-1 al Bentegodi, 3-2 al Neri), non vedono l'ora di ripetersi ai play off. «Siamo pronti - conclude Vavassori - cercheremo di non farci battere la terza volta».
23/05/2010
Melotti non ha paura «Potremmo anche vincerle tutte e due»
Mauro Melotti non ha paura. Il Rimini gonfia il petto e si prepara ad assestare un colpo da ko dritto in faccia al Verona. I romagnoli sono approdati ai play off sospinti da un grande entusiasmo. E adesso non vogliono fermarsi proprio sul più bello. Melotti, tecnico dei biancorossi, lancia la volata ai suoi ragazzi: «Abbiamo disputato un grande campionato, centrando proprio alla fine un traguardo insperato. Il Rimini ha dimostrato nel corso della stagione di possedere grandi valori. E non abbiamo mai smesso di credere nella possibilità di ottenere qualcosa di importante». Melotti inquadra così la sfida con il Verona: «I play off fanno storia a se. E gli equilibri di inizio stagione potrebbero essere tranquillamente sovvertiti. Non esistono favorite né outsider. In due partite ci si gioca tutto. E vince chi riesce a tirar fuori il meglio di sé. I nostri avversari hanno cambiato allenatore nella speranza di dare una scossa. Ma fosse rimasto Remondina, per noi sarebbe cambiato proprio nulla. Sappiamo come affrontarli e abbiamo chiaro in testa quello che vogliamo».
Sulla carta, almeno per il piazzamento finale nella regular season, il Verona parte favorito. Melotti, però, non sembra preoccuparsi più di tanto. «Dovremmo vincere per forza una partita. Ma magari le vinciamo anche tutte e due. Non sono preoccupato, perché la squadra gode di un buon stato di forma, l'infermeria è vuota e ci siamo preparati molto bene in vista di questa partita». Il Rimini si schiererà in campo molto probabilmente con il 4-3-3. E il tridente offensivo dovrebbe essere formato da Nolè, Longobardi e Tulli. A comandare il repartop arretrato ci saranno, invece, molto probabilmente Vitello e Lebran, mentre D'Antoni avrà il compito di comandare la mediana.
Melotti lancia un ultimo messaggio. «Affronteremo con grande serenità questo impegno. L'approccio alla gara dovrà essere molto tranquillo. Ho grande fiducia nei miei ragazzi». S.A.
21/05/2010
«Hellas, adesso serve entusiasmo: riprenditi la B»
MASSIMO FICCADENTI
Un tifoso in più. Silenzioso ma presente: è Massimo Ficcadenti, vecchio cuore Hellas. Oggi Massimo allena il Piacenza in B, e sta per condurre i biancorossi ad una salvezza che prima del suo arrivo - nel novembre scorso - era tutt'altro che scontata. Domani il tecnico di Fermo potrebbe tornare in A dalla porta principale.
Pare lo stia seguendo il Catania che si è messo alla ricerca del tecnico giusto per il dopo Mihajlovic.
E tra presente e futuro di Massimo spunta naturalmente il Verona, prossimo a debuttare nei play off di Prima Divisione. A Rimini i gialloblù non hanno mai vinto. Anzi, l'unico a raccogliere punti al «Neri» nella storia di questa sfida è stato proprio l'ex allenatore gialloblù. Un pareggio a reti inviolate nella stagione di serie B 2005-2006.
Ficcadenti, il Verona resta sempre un grande amore per lei?
«Certo, il Verona è sempre nel cuore. E ci resterà. A livello sportivo ed affettivo questa squadra ha significato molto per me. Oggi mi ritengo un grande tifoso dell'Hellas. Ed è ancora mia abitudine andare a cercare sempre la domenica il risultato dei gialloblù appena finita la partita».
Tornerà prima o poi?
«Oggi non ci sono i presupposti. E credo sia giusto così».
Come si è lasciato con l'attuale dirigenza gialloblù?
«Bene, molto bene. Il rapporto con il presidente Martinelli e l'amministratore Siciliano è sempre stato molto schietto».
E allora che cos'è successo?
«È successo che ad un certo punto non ho potuto resistere al richiamo della panchina e ho fatto le mie scelte. Resta comunque viva una grande stima reciproca».
Come ha seguito quest'anno l'evolversi degli eventi?
«Martinelli ha fatto un grande sforzo. Ha investito in maniera importante per amore dell'Hellas. Può avere pagato magari qualcosa per inesperienza. Ma ha sempre agito in buona fede. Credo che a lui e al suo staff non si possa imputare nulla. E poi, non è ancora finita».
Crede nella voglia di rivalsa del Verona?
«Eccome se ci credo. C'è una piazza che spinge per la B. E il gruppo di Vavassori mi sembra esperto al punto giusto per competere con le altre squadre».
A proposito di Vavassori.
«Buon tecnico. Ci metterà sicuramente del suo. Non manca di esperienza, dovrà muoversi in velocità».
L'arma in più?
«Trentamila tifosi. Soltanto il Napoli e il Genoa in C potevano vantare un simile spettacolo».
Spesso, però, quest'anno il «dodicesimo uomo» pareva rappresentare una sorta di ostacolo per via degli attacchi d'ansia dei giocatori. Lei che cosa ne pensa?
«Ma stiamo scherzando? Ansia? Quando entri in campo e vedi una muraglia umana pronta a sostenerti, ti devi esaltare. Ho giocato a Verona, Messina, Torino. I tifosi ti trascinano. Certo, tu devi essere bravo a farti trascinare».
Insomma, quella dell'eccessiva pressione è una favola...
«Io penso che parlare di certi problemi abbia poco senso. Eppoi conosco bene i tifosi dell'Hellas: non ti fischiano mai al primo passaggio sbagliato. Anzi, ti sostengono fino alla fine. E anche dopo».
Ha sentito di recente Martinelli?
«No, ma ho visto le immagini del dopo-Portogruaro».
Che riflessioni ne ha tratto?
«Ho visto Martinelli visibilmente provato. Come lui credo tanti veronesi. Ma non è ancora finita. E adesso con il Rimini arriva la possibilità di riscatto».
Vavassori ha pochissimo tempo. In questi casi come si interviene?
«Si lavora sulla testa dei ragazzi, sulle motivazioni».
Che tipo di scompensi può aver provocato la sberla rifilata dal Portogruaro?
«Penso che quell'episodio abbia per forza di cose lasciato il segno. Il Verona, adesso, deve ritrovare in fretta l'entusiasmo. Ma credo esistano tutti i presupposti per cavalcare l'onda giusta».
In conclusione...
«A Verona c'è grande voglia di emozioni. E la promozione in B sarebbe giusto premio per tutta quella gente che non ha mai smesso di dimostrare grande attaccamento per la squadra».
FONTE: LArena.it
ALTRE NOTIZIE
Verona, Vavassori: "Non abbiamo paura del Rimini"
19.05.2010 15.27 di Matteo Bursi
La mano di Giovanni Vavassori sul Verona si inizia già ad intravedere, se non sul campo (l'esordio del nuovo tecnico gialloblu ci sarà contro il Rimini) nell'organizzazione degli allenamenti. A porte chiuse sino all'immediata vigilia della semifinale di andata. Obiettivo primario in questo primo scorcio di gestione Vavassori è certamente il lato psicologico dopo il pesante ko interno contro il Portogruaro, che è costato la promozione diretta. Il nuovo tecnico del Verona ha confidato a Leggo: "C'è chi ha assorbito la botta e chi ancora non si è rialzato, ma è anche normale che sia così. Non possiamo essere tutti uguali. Siamo essere umani. E' logico aver trovato questa situazione ed ora è logico essere a questo punto del lavoro. Non ho mai visto vincere o perdere per un solo individuo, ma sempre grazie al gruppo o alla squadra. E' un elemento di partenza che dobbiamo sempre tenere presente se vogliamo avere delle carte da giocare". In vista del match del Romeo Neri sono preannunciate alcune variazioni tattiche: "Sto provando varie soluzioni, ma tutto è possibile. I ragazzi sanno giocare bene con il 4-3-3, voglio avere delle alternative da usare in partita. Ci può essere molto utile in questa fase. Adesso siamo tutti più o meno sullo stesso livello. A decidere saranno le motivazioni e gli episodi. Il Rimini non ci può far paura".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
23/05/2010 - 17:50
Rimini-Hellas Verona 0-1
Una rete di Sam Dalla Bona al quarto d'ora della ripresa permette ai gialloblù di espugnare per la prima volta il "Neri"
RIMINI - Tre settimane dopo il ko firmato Nolè-Longobardi-Rinaldi la formazione scaligera ha l'occasione di rifarsi allo stadio "Neri". Melotti conferma gli undici di partenza schierati lo scorso 2 maggio, mentre Vavassori, alla prima panchina in gialloblù, sposta Cangi sulla corsia di sinistra e rilancia Campagna dalla parte opposta dal primo minuto. In attacco la coppia Berrettoni-Di Gennaro.
Prima conclusione da parte dei padroni di casa al 4' con Marchi, dai vencinque metri, Rafael va in presa sul tiro centrale. Al 9' Di Gennaro controlla un lancio dalle retrovie ed appoggia per Rantier, il mancino di prima intenzione termina alto sopra la traversa. Ghiotta occasione per la formazione di Vavassori (11'): dalla bandierina lo stesso francese trova l'incornata di Anselmi, libero a centro area. Il colpo di testa sfiora il secondo palo di pochi centimetri. Pronta risposta romagnola al 13' con una percussione centrale di Tulli, Nolè impatta col piatto destro, sfera a lato di poco.
Traversone dalla sinistra di Regonesi (19'), Longobardi si libera per il destro al volo, mira imprecisa. Rasoterra da fuori area di Berrettoni al 23', Pugliesi controlla. Cross dal fondo di Campagna al 37', stacco di testa in terzo tempo di Berrettoni che non impensierisce l'estremo difensore riminese. Garzon e compagni prendono coraggio col passare di minuti: Dalla Bona verticalizza per Rantier che alza il pallone, Di Gennaro serve l'accorrente capitano la cui conclusione è però fuori misura (38').
Grande apertura di Frara al 53' per Longobardi sulla parte opposta, Rafael respinge in corner il destro insidioso dell'attaccante biancorosso scagliato dal lato destro dell'area di rigore. Traversone di Campagna (58') su cui Di Gennaro manca il tap-in, provvidenziale intervento della retroguardia a liberare. Vantaggio scaligero al 61': azione in area romagnola di Rantier, Dalla Bona è lesto ad arrivare sulla sfera e battere Pugliesi con un rasoterra indirizzato verso il palo lontano
L'autore dell'1-0 tenta la botta dal limite a seguito di un corner di Berrettoni (69'), palla fuori di poco. Al 71' discesa sulla destra di Di Gennaro, cross verso il secondo palo, Catacchini anticipa di un soffio Berrettoni pronto a colpire a rete. In spaccata Ceccarelli sfiora l'autorete al 72', brivido per la porta di Rafael. Dai venti metri ci prova Frara (76') di collo esterno, il numero uno brasiliano osserva il pallone finire sul fondo. Matteini converge dalla destra (79') e conclude col mancino verso la porta, palla alta. Salvataggio di Rinaldi all'82' su Di Gennaro, che dopo aver recuperato una ribattuta di Bertolucci ha avanzato palla al piede fino ai sedici metri.
Punizione dal lato sinistro dell'area scaligera di Regonesi allo scadere, colpo di testa di Tulli su cui prova l'aggancio Frara, appostato sul secondo palo, senza fortuna. Al 92' punizione dai venti metri di Frara intercettata dalla barriera, colpo di reni di Rafael che manda il angolo. Dopo 4' di recupero l'arbitro decreta la fine della prima gara di play-off, espugnato il "Neri" per la prima volta nella storia dell'Hellas grazie ad una rete di Dalla Bona.
RIMINI-HELLAS VERONA 0-1
Marcatori: 61' Dalla Bona
Rimini: Pugliesi; Catacchini, Vitiello, Rinaldi, Regonesi; D'Antoni, Marchi (86' Morante), Frara; Nolè (69' Matteini), Longobardi (79' Baccin), Tulli.
A disposizione: Tornaghi, Ischia, Baccin, Lebran, Giacomini, Morante.
Allenatore: Mauro Melotti
Hellas Verona: Rafael; Campagna (79' Bertolucci), Ceccarelli, Anselmi (89' Massoni), Cangi; Rantier (64' Colombo), Esposito, Garzon, Dalla Bona; Berrettoni, Di Gennaro.
A disposizione: Ingrassia, Massoni, Pensalfini, Ciotola, Selva.
Allenatore: Giovanni Vavassori
Arbitro: Angelo Cervellera (Sezione arbitrale di Taranto)
Note. Ammoniti: Dalla Bona, Campagna, Vitiello, Di Gennaro, Ceccarelli, Colombo, Baccin. Espulsi: -. Recupero: 0'-5'. Spettatori: 5.846 circa
Ufficio Stampa
23/05/2010 - 14:45
Rimini-Hellas Verona: le formazioni ufficiali
I ventidue di partenza per la sfida in programma allo stadio "Neri" (fischio d'inizio alle ore 16)
RIMINI - I ventidue di partenza per Rimini-Hellas Verona, match valido per l'andata delle semifinali play-off di Prima Divisione (Girone B) 2009/2010, in programma oggi pomeriggio allo stadio "Neri" di Rimini (ore 16).
Rimini: Pugliesi; Catacchini, Vitiello, Rinaldi, Regonesi; D'Antoni, Marchi, Frara; Nolè, Longobardi, Tulli.
A disposizione: Tornaghi, Ischia, Baccin, Lebran, Matteini, Giacomini, Morante.
Allenatore: Mauro Melotti
Hellas Verona: Rafael; Campagna, Ceccarelli, Anselmi, Cangi; Rantier, Esposito, Garzon, Dalla Bona; Berrettoni, Di Gennaro.
A disposizione: Ingrassia, Massoni, Bertolucci, Pensalfini, Colombo, Ciotola, Selva.
Allenatore: Giovanni Vavassori
Arbitro: Angelo Cervellera (Sez. arbitrale di Taranto)
Ufficio Stampa
22/05/2010 - 11:55
20 i convocati di mister Vavassori per la sfida di Rimini
Due portieri, sei difensori, cinque centrocampisti e sette attaccanti per la gara d'andata delle semifinali play-off
21/05/2010 - 17:19
Sandrà: venerdì rapidità, palle inattive e partitella
Quinta seduta settimanale di allenamento per la formazione scaligera in vista della prima gara di play-off contro il Rimini
21/05/2010 - 12:11
Rimini-Hellas Verona, arbitra Cervellera di Taranto
Nella gara d'andata della semifinale play-off il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Deriu (Trento) e Ridolfi (Ancona). Quarto ufficiale Viti (Campobasso)
FONTE: HellasVerona.it
23/05/2010 16:51
Rimini-Verona 0-1, decide il gol di Dalla Bona
L'Hellas conquista il primo round della semifinale play off di Prima Divisione Lega Pro. Dopo un primo tempo equilibrato, il Verona parte meglio nella ripresa e passa meritatamente in vantaggio al 67' con Dalla Bona, bravo a raccogliere in area un pallone che Rantier aveva difeso con abilità. Diagonale secco, imprendibile per il portiere Pugliesi.
La reazione del Rimini c'è, ma non procura particolari problemi. Campagna è costretto a chiedere il cambio per i crampi, dentro Bertolucci, Cangi passa a destra.
Vavassori inserisce Colombo, che contribuisce a tenere alta la squadra. Nel finale forti proteste del Rimini per un presunto fallo di mano dello stesso Colombo nell'area gialloblù. In realtà l'attaccante era a protezione del corpo. Giusto non fischiare. Rafael è reattivo nel finale su una punizione dal limite, deviata in area. Dopo quattro minuti di recupero, il Verona può gioire, ma è solo il primo passo di un lungo cammino verso la serie B. Sabato prossimo il ritorno al Bentegodi con inizio alle 17.
22/05/2010 13:02
Hellas, si passa al 4-4-2. Sugli esterni Garzon e Rantier, davanti Di Gennaro-Berrettoni
Domenica pomeriggio allo stadio Neri di Rimini è in programma la gara d'andata dei play-off tra i romagnoli e l'Hellas. Qualche novità di formazione e di modulo per il nuovo tecnico scaligero Vavassori che si affida a un 4-4-2 molto elastico; nel corso della partita a seconda delle necessità non è escluso un ritorno al 4-3-3. Assenti per squalifica Pugliese e Russo. In porta giocherà Rafael, difesa a quattro con Campagna a destra, Cangi a sinistra, Ceccarelli e Anselmi centrali. A centrocampo Garzon sulla corsia destra, Dalla Bona ed Esposito in mediana e Rantier sulla corsia di sinistra. In avanti spazio a Di Gennaro e Berrettoni. (A.B.)
21/05/2010 17:37
Vavassori: Chi ha timori parte con un handicap, noi non ne abbiamo
Giovanni Vavassori inquadra la gara di domenica contro il Rimini: "Com'è ovvio in questi casi ci sono giocatori che stanno meglio e altri che sentono particolarmente questo tipo di gare. Nei play-off non parte nessuno favorito se non per ciò che riguarda la posizione di classifica. In partite come quella di domenica si annulla tutto".
FONTE: TGGialloblu.it
[OFFTOPIC]
MOTOGP: A Le Mans duello in casa YAMAHA con LORENZO che batte ROSSI partito in pole. Terzo DOVIZIOSO su HONDA. FINALE CHAMPIONS LEAGUE: Dopo 45 anni festeggia l'INTER, prima squadra in Italia a realizzare la tripletta Coppa Italia, Campionato e Coppa Campioni, grazie a MILITO un fenomeno con la 'F' maiuscola capace di realizzare 30 gol quest'anno in tutte le competizioni alle quali i nerazzurri hanno partecipato: 'El Principe' ha bollato regolarmente con gol, fra l'altro, di fantastica fattura! Al momento solo ROONEY si esprime ai suoi livelli nel ruolo di attaccante... GIRO D'ITALIA: Arrivano le montagne, si 'svegliano' gli italiani! PLAYOFF NBA: I CELTICS umiliano i MAGIC e si portano sul 3 a 0! Finale vicinissima... VALZER DELLE PANCHINE: DEL NERI per far tornare grande la JUVE, DI CARLO alla SAMP di CHAMPIONS e GUIDOLIN che si siede in panca a Udine.
LE MANS, TRIONFA LORENZO SECONDO VALENTINO ROSSI
Jorge Lorenzo ha vinto la terza gara della stagione 2010 a Le Mans. Il pilota della Yamaha ha dominato la gara lasciandosi alle spalle Valentino Rossi, partito in pole ma costretto a cedere al giovane compagno di scuderia. Terzo Andrea Dovizioso (Honda), poi l'americano Nicky Hayden (Ducati) e lo spagnolo Dani Pedrosa (Honda). A terra Casey Stoner (Ducati), Loris Capirossi (Suzuki) e l'americano Ben Spies (Yamaha). Lorenzo con la vittoria in Francia è in testa al mondiale con 70 punti, secondo Rossi (61 punti), terzo Andrea Dovizioso (42 punti).
UDINESE, POZZO: "IL NUOVO ALLENATORE E' GUIDOLIN"
Giampaolo Pozzo, azionista di riferimento dell'Udinese, ha scelto: il nuovo allenatore sarà Francesco Guidolin. Pozzo - intervenuto alla trasmissione ‘Sportissimo’ di Free (gruppo Panto) - ha anche confermato che “lo stadio Friuli sarà ristrutturato anche se l'Italia non si aggiudicherà gli Europei del 2016. Sarà uno stadio di 30-35 mila posti, tutti coperti - ha spiegato - che realizzeremo in projet financing”. Guidolin, che, secondo quanto si è appreso ha firmato un contratto biennale, sarà presentato la prossima settimana. Pozzo, pur senza ufficializzare, ha parlato anche del nuovo direttore sportivo che dovrà sostituire Sergio Gasparin andato alla Samp. Sarà Fabrizio Larini, attuale direttore dell'Ancona. “Opportunità sportiva e morale - ha però detto Pozzo - non mi consentono di fare l'annuncio ufficiale. Aspettiamo la fine del campionato cadetto”. Circa il mercato che l'Udinese dovrà affrontare, Pozzo ha ribadito che non ci sono tanti soldi in giro” e, quindi, “sarà un mercato asfittico. Noi abbiamo giocatori di ottimo lignaggio che possono essere nel mirino di altre squadre, ma costano”. Pozzo ha tuttavia annunciato che Inler potrebbe finire al Napoli in cambio di Denis, “mentre per Pepe e Handanovic non ci sono state offerte concrete”. Sanchez invece non dovrebbe muoversi da Udine. “Il ragazzo - ha detto il paron vale 30 milioni di euro”.
BOSTON A UN PASSO DALLA FINALE MAGIC UMILIATI, 3-0 CELTICS-VIDEO
Boston è ad un passo dalla finale Nba. I Celtics spazzano via gli Orlando Magic con un eloquente 94-71 e si portano sul 3-0 nella finale della Eastern Conference. Un altro passo e la squadra di coach Doc Rivers sarà la rappresentante dell'Est nella sfida per il titolo. Il terzo episodio della serie va in archivio senza brividi. Boston annichilisce gli avversari sin dall'avvio e chiude il primo periodo avanti 27-12. Per i Magic è già notte fonda. I Celtics toccano anche 32 punti di vantaggio e volano con 6 uomini in doppia cifra. I galloni di top scorer toccano a Glen Davis (17 punti), non esattamente la star dei biancoverdi. I veri totem della squadra non hanno bisogno di fare gli straordinari: Paul Pierce chiude con 15 punti, Ray Allen con 14 e Kevin Garnett con 10. Rajon Rondo, play e faro del team, mette a referto 11 punti e 12 assist. E pazienza se tira maluccio (4/14). Boston surclassa i rivali in ogni settore del gioco, Orlando non entra mai in partita e vive la serata con la rassegnazione di chi si appresta a chiudere la stagione senza gloria. Dwight Howard (7 punti con un pessimo 3/10 dal campo) non incide sotto i tabelloni. Non servono a nulla i 15 punti a testa di Jameer Nelson e Vince Carter. Per la formazione di Stan van Gundy, finalista un anno fa contro i Lakers, l'unico obiettivo rimasto è evitare il cappotto. Per salvare l'onore, bisogna vincere gara 4 in programma domani ancora sul parquet dei Celtics.
INTER REGINA COL 'PRINCIPE' MILANO IN DELIRIO FOTO/VIDEO
Serata da brividi per i cuori nerazzurri. Diego Milito porta per mano l'Inter sul tetto d'Europa con una doppietta straordinaria mandando al tappeto un Bayern coriaceo ma annichilito dall'organizzazione di squadra e dal talento del Principe. Nei due gol c'è tutto il compendio del suo repertorio di terminator implacabile, un pò Gerd Muller e un pò Inzaghi. E dopo 45 anni la 'beneamatà celebra il suo trionfo. Ma se Milito è il braccio operativo la mente diabolica di un disegno così ardito, riportare l'Inter ai livelli della mitica squadra di Herrera, Suarez e Mazzola, è Josè Mourinho, lo stratega della comunicazione e gran maestro della tattica che andrà pure via al Real madrid ma ha riscritto la storia nerazzurra. Special One confeziona il suo ennesimo delitto perfetto: c'è Robben da circoscrivere e lui manda in olocausto Chivu, ma poi c'è sempre Cambiasso, l'anima della squadra, a raddoppiare sull'olandese e su tutti gli altri. Etòo e Pandev fanno i laterali in copertura senza battere ciglio, Samuel e Lucio alzano un muro d'acciaio, Zanetti tampona e rincorre. Julio Cesar è implacabile nella rare occasioni che contano. E i sacrifici di tutti consentono a Snejider di inventare e a Milito di concludere. L'olandese, che vince alla grande il duello olandese con Robben, e l'argentino mandano ko il Bayern, e non c'è discussione. Moratti può commuoversi ricordando le due Coppa dei Campioni conquistate dal padre, c'è il senso della continuità storica di un club tornato stabilmente a primeggiare dopo un lungo purgatorio. Mourinho fa incetta di record: tris in stagione dopo scudetto e coppa nazionale, è il più giovane tecnico (e il terzo in assoluto) a raddoppiare la Champions con squadre diverse. Se veramente è al passo da addio sarà rimpianto per come motiva i giocatori, prepara le partite, non concede nulla. L'Inter è a sua immagine e somiglianza: il suo catenaccio è un gioco a zona implacabile e dispendioso costruito per contenere e rilanciare i duetti di prima Snejider-Milito. Il popolo nerazzurro a Madrid come a Milano esplode una gioia irrefrenabile: Juve e Milan stanno a guardare, ora è l'Inter è la più forte in Europa, e il calcio italiano guadagna un altro anno con quattro squadre in Champions. L'allievo supera il maestro: Van Gaal recrimina per un rigore non dato all'inizio sul fallo di mano di Maicon. Sarebbe stata un'altra partita, ma manca la controprova e poi i bavaresi sono arrivati a Madrid anche per l'errore arbitrale fatale alla Fiorentina. Ingabbiato Robben gli altri hanno mostrato chiari limiti non riuscendo a sfondare la doppia muraglia difensiva nerazzurra. Spinta dal suo pubblico l'Inter comincia autoritaria ma al primo contrattacco Robben mostra la sua pericolosità costringendo Samuel al fallo, e Webb lo richiama. Al 13' mischia in area dell'area dell'Inter e Maicon sullo slancio colpisce di mano provocando le proteste furiose e non ingiustificate dei tedeschi ma l'arbitro non interviene. Robben procura grattacapi a Chivu con la sua velocità e deve raddoppiare Cambiasso per contenerlo. Al 18' e al 26 due punizioni centrali di Snejider vengono parate da Butt, ma la partita, molto tattica, si incattivisce e Webb regala il giallo a Demichelis e Chivu. Ci vuole un dettaglio, come dice Van Gaal. Al 34' Julio Cesar si inventa un rilancio di 60 metri che Milito di testa smista a Snejider. L'olandese gli restituisce il pallone con l'argentino già scattato come un falco. Demichelis si fa bruciare e Milito si presenta da solo, ritarda un pò per sbilanciare Butt e lo batte all'angolo. Un gol alla Milito, che orienta una finale Champions finora complicata. Per il Bayern è un colpo tremendo: barcollano, cincischiano e al 42' gli stessi interpreti sfiorano il bis: Snejider allarga a Milito che scende a sinistra e crossa, i centrali dormono di nuovo ma Snejider, solo, si fa parare da Butt. Dopo 15« della ripresa Muller solo di fronte a Julio Ceser si fa respingere il tiro. Ma l'Inter insiste: i tedeschi protestano per un intervento robusto di Samuel, l'azione prosegue: Milito si bene due avversari, centra per Pandev il cui tiro costringe Butt in angolo. Van Gaal toglie l'inutile Altintop ed entra Klosa, Dopo un salvataggio di testa di Lucio, al 20' gran tiro a cercare l'altro angolino di Robben, ma Julio Cesar ci arriva. E in contropiede ancora il Principe chiude in conto: avanza sornione sulla sinistra, 'matà Van Buyten con una finta, entra in area e come nel primo tempo giustizia Butt. È il colpo del ko. Van Gaal prova la carta Gomez, trascurato in stagione, Mourinho rafforza il centrocampo con Muntari. Ma non c'è nulla da fare: Mourinho concede la passerella a Milito e uno spicchio di finale a Materazzi. poi l'esplosione di felicità, l'inizio di una notte di follie. Da domani si attenderà il responso di Mourinho, orientato a ricostruire il Real. Ma stanotte non è tempo di malinconia, la festa è troppo grande per rovinarla. L'Inter è regina d'Europa e vuole aprire un ciclo anche fuori d'Italia.
RISVEGLIO COL CLACSON Sembra mai finire la notte di ubriacatura nerazzurra a Milano: stamani dalle 6 alle 8 i reduci dalla festa allo stadio Meazza hanno risvegliato, forzatamente e loro malgrado, gli abitanti delle zone limitrofe allo stadio, e dei grandi viali sulla circonvallazione cittadina, strombazzando con i clacson di auto e moto nel rientro a casa. E anche nelle vie centrali gruppetti di irriducibili, non piegati dalla notte insonne, continuano a girare in auto sventolando bandiere e sciarpe all'indirizzo dei passanti. Mentre gli uomini dell'azienda di nettezza urbana stanno provvedendo in questi minuti a ripulire le vie vicine a piazza del Duomo, dove c'era il maxischermo e dove si sono affollati migliaia di tifosi per tutta la notte lasciando sul terreno uno spesso tappeto di rifiuti vari, bottiglie e cocci di vetro, aste di bandiere, lattine e decine di bombolette vuote delle sirene sonore, spunta per le strade la categoria dei tifosi mattinieri. Questi ultimi in particolare hanno preso d'assalto le edicole, dove i giornali sportivi sono andati a ruba, così come sono esauriti in diverse edicole degli autogrill vicini alla città. E per finire, per le vie del centro, sono già apparsi i papà che hanno fatto indossare le magliette con i colori nerazzurri ai loro bimbi e li portano a passeggio, orgogliosi, mostrando loro le bandiere dell'Inter che spuntano da finestre e balconi.
DECINE DI TIFOSI UBRIACHI Ebbri di gioia e alcool, decine di tifosi nerazzurri hanno trascorso la notte della finale di Champions League al pronto soccorso. Centocinquanta gli interventi del 118 solo in piazzetta Reale, dove era stato allestito un punto di soccorso per le migliaia di persone che si erano radunate in piazza Duomo per seguire il match madrileno sul maxischermo allestito per l'occasione. Tante le persone soccorse anche in piazza Duca d'Aosta, altro punto nevralgico del tifo interista, e poi a San Siro, dove 35mila tifosi sono accorsi per festeggiare i novelli campioni d'Europa, che intorno alle 5 di mattina hanno fatto il loro ingresso trionfale al Meazza. Gli interventi sono iniziati fin dalle 19 di ieri sera, quando i tifosi hanno cominciato ad assembrarsi nei vari punti di ritrovo e - stando al 118 - non sono ancora finiti: «continuiamo a raccattare - scherza un operatore - gente riversa per strada». I tifosi soccorsi dal 118 sono stati portati nei tanti ospedali cittadini, i cui pronto soccorso si sono intasati nella notte e devono ancora smaltire i feriti in attesa di cure.
FESTEGGIAMENTI FINO ALL'ALBA Una lunghissima notte conclusa a San Siro - davanti al suo popolo in estasi - con il sole a fare capolino nel cielo di Milano. Si chiude all'alba, innanzi a 35 mila tifosi ebbri di felicità, la grande festa dell'Inter, tornata sul tetto d'Europa a 45 anni dall'ultimo successo degli 'Invincibilì di Helenio Herrera. Una festa che era iniziata al triplice fischio dell'inglese Webb, con Zanetti ad alzare la Coppa dalle grandi orecchie al Santiago Bernabeu per il delirio dei 22 mila tifosi volati in Spagna e una Milano - sponda nerazzurra - completamente impazzita di gioia a sciamare per le sue strade dopo avere invaso Piazza Duomo, sin dal pomeriggio di ieri, con una marea colorata, chiassosa e festante. Marea che, a partire dalle 2, si è riversata su San Siro mentre un drappello, nutrito e corposo, si era spinto, già dalla mezzanotte, fino a Malpensa per onorare gli 'eroì al loro arrivo da Madrid. Decollato dall'aeroporto di Barajas, l'aereo interista è atterrato allo scalo varesino verso le 5: capitan Zanetti, sceso per primo dalla scaletta anteriore, ha mostrato la Coppa dei Campioni a fotografi e telecamere, seguito poi da tutto il resto della squadra e dello staff. Assenti il presidente Massimo Moratti - rimasto a Madrid con l'amico e sponsor, Marco Tronchetti Provera, e l'allenatore Jose Mourinho. Il tecnico di Setubal dovrebbe essere salito su un volo diretto a Milano diverso da quello dei giocatori e dedicato ai familiari, anche se non è escluso possa essere invece volato direttamente in Portogallo. Nell'ultimo passaggio di una notte leggendaria, i giocatori nerazzurri si sono diretti allo stadio Meazza, dove sono stati accolti da circa 35 mila tifosi festanti, fuochi d'artificio e cori. In un tripudio di fumogeni e striscioni, la squadra - in un lungo giro di campo - ha presentato ai tifosi rimasti in Italia la Coppa dei Campioni, ricevendo applausi a scena aperta. Tra i giocatori più coccolati Milito, con indosso la maglia di Zanetti e lo stesso capitano che, rivolgendosi ai tifosi, ha ricordato come la squadra si sia meritata la vittoria finale, cercata con convinzione ma «non senza difficoltà, già dopo il successo negli ottavi di finale contro il Chelsea». Poco prima dell'ingresso in campo, alla notizia che alcuni calciatori non sarebbero giunti a San Siro perchè già in volo per raggiungere le rispettive nazionali attese dal Mondiale in Sudafrica, i tifosi nerazzurri hanno subissato di fischi le parole dello speaker. Giusto qualche secondo, per poi tornare a celebrare la vittoria di Madrid: una trentina di minuti, mentre il sole compare all'orizzonte, prima dei saluti finali e il 'rompete le righè al termine di una nottata che nessuno, in casa Inter, potrà mai dimenticare.
NOTTE INDIMENTICABILE PER MOU L'abbraccio forte con Diego Milito, poi la stretta di mano alla panchina del Bayern, poi i pugni alzati verso la curva: la notte di Josè Mourinho finisce con la sua seconda Champions alzata nel cielo di una città che potrebbe presto essere la sua casa. Da 'special' a 'ganador', cambia la lingua ma il concetto è sempre lo stesso: Mourinho è un vincente con lo stile da vincente che non ha eguali nel calcio. Fa fatica a trattenere le lacrime mentre Javier Zanetti gli ripete «sei un grande, sei un grande». È un invito a restare ancora perchè di Champions con l'Inter ne può vincere ancora. Il figlio Josè junior gli sale sulle spalle e anche lui si gode lo spettaccolo di un'altra partita gestita da suo padre con la solita capacità di avere il meglio dai suoi uomini. Perchè lui è sempre in piedi, a un metro dal campo, il più vicino possibile alla sua squadra che osserva, incita, applaude e striglia. Ci impiega meno di tre minuti per uscire dall'area tecnica ed esibire una delle sue smorfie che fanno tanto cinema e tanto piacciono alle telecamere. Sarà anche stato il suo «capo», ma con Van Gaal proprio non c'entra nulla: il tecnico olandese resta sempre seduto in panchina, con quella faccia mono-espressione inutilizzabile anche per una pubblicità di formaggini. Quando segna Milito, Mourinho fa l'opposto degli altri: i giocatori della panchina corrono esultando verso il campo, lui se ne va verso la panchina a bere. Ovvio. Ma la tensione è tanta e rimane fino alla fine, non è come nel 2004 quando vinse con il Porto passando l'ultima mezz'ora seduto a parlare con i suoi collaboratori perchè tanto vinceva 3-0. Il Bayern ci prova ma c'è il Principe in campo e il Principe non sbaglia praticamente mai. Dopo il secondo gol di Milito, non può sfuggire all'abbraccio di Materazzi ma è un attimo, un attimo solo di esultanza, perchè poi invita tutti alla calma. Ma è la serata dell'Inter, non c'è Robben che tenga a rovinarla e la lunga notte di Mourinho è un'altra notte di trionfi che lo rende, a soli 47 anni, uno dei tecnici più vincenti in attività. «Dove c'è un campo, un pallone e dei giocatori io sarò felicè, ha detto ieri. Non male essere felici al Bernabeu con una Champions in mano.
ESPLODE LA NOTTE NERAZZURRA Madrid stanotte è in Piazza Duomo. L'Inter conquista la sua terza Coppa dei Campioni, mette in bacheca un incredibile Grande Slam e la sua gente - già ebbra di gioia per la conquista della Coppa Italia e dello Scudetto - si impossessa della città per una notte di festa lunghissima e dolcissima. Tanto dolce da oscurare l'addio oramai certo di Mourinho e i dubbi del Principe Milito. Tanto lunga da proseguire a Malpensa e poi allo Stadio di San Siro. Epicentro dell'Inter-mania il salotto di Milano affacciato sulla Cattedrale, esploso in un boato terrificante al triplice fischio dell'inglese Webb, ancora più assordante quando capitan Zanetti - alla sua settecentesima partita con la maglia interista - ha alzato al cielo la Coppa dalle grandi orecchie: 45 anni dopo gli invincibili di Helenio Herrera. Già a due ore dall'avvio della sfida con i tedeschi del Bayern, un fiume nerazzurro - ben superiore ai 50.000 che avevano festeggiato lo scudetto vinto a Siena - ha colmato Piazza Duomo, debordando nelle vie limitrofe, sotto la galleria Vittorio Emanuele fino a tracimare in Piazza Cordusio e in Piazza della Scala. Considerando gli altri punti di aggregazione, Arena e Stazione Centrale - dove erano stati approntati maxischermi - dovrebbero essere stati più di centomila i sostenitori a seguire la partita stretti l'uno all'altro. Interamente coperto di bandiere nerazzurre - oltre alle immancabili bancarelle di gadget, panini e bibite - il cuore di Milano ha presentato un colpo d'occhio mozzafiato punteggiato di striscioni inneggianti alla squadra: in particolare a Mourinho, Zanetti e Milito, incoronato Re, ben prima della doppietta che ha matato i bavaresi. 'Non c'è 2 senza 3', si leggeva su un lenzuolo sventolato davanti al Duomo, mentre su un altro campeggiava un invito a Re Juan Carlos, 'Cedi la corona al Principè, e su un altro ancora l'ironia per i blaugrana sconfitti in semifinale: 'Nè Messi nè Pedrito, a Madrid c'è il Principe Militò. Immancabile - e forse inutile - lo striscione-supplica rivolto a Mourinho, già mostrato a san siro nella sfida con il Chievo: 'Mou se ci lasci non valè. E proprio Mourinho - almeno a inizio partita, prima dell'uno-due del Principe - catalizza tutta l'attenzione e i sospiri dei tifosi: quando viene inquadrato sul megaschermo mentre si siede in panchina, una selva di cori scuote Galleria Vittorio Emanuele e si propaga per tutta la piazza pronta a sostenere, a millecinquecento chilometri di distanza, i suoi beniamini. Una piazza che - sicura della forza dei ragazzi del vate di Setubal - sembra snobbare il Bayern, sopporta a fatica lo 0-0 e si infervora per il primo gol di Milito accolto con entusiasmo ma quasi come un fatto dovuto. «Ora si inizia a ragionare - spiega un tifoso in arrivo dalla Sicilia - segnato il primo gol adesso facciamo il secondo e ci portiamo a casa la Coppa». Tesi condivisa anche da molti altri sostenitori, «certi che una squadra così non può temere nessuno». Poco spaventati dalla buona ripresa del Bayern, partito a spron battuto nei primi minuti del secondo tempo e aggressiva pure dopo il secondo gol di Milito. Accolto, osserva un altro supporter, con «liberazione» prima di esaltarsi con il più classico dei 'chi non saltà è rossonerò. Adrenalinica fin dal calcio d'inizio, Piazza Duomo, impazzisce letteralmente a fine gara. L'urlo della gente nerazzurra stretta davanti al Duomo ha amplificato i canti di gioia provenienti dalle tante case con le finestre aperte - a causa del primo caldo stagionale. Alla conclusione delle ostilità sul campo di Madrid, migliaia di tifosi hanno iniziato a scemare per le vie del centro, da Corso Vittorio Emanuele sino a Piazza Castello mentre sulle arterie cittadine sono iniziati caroselli festanti di macchine e motorini, accompagnati da bandiere e petardi. Altissimi i decibel dei cori e graffianti gli sberleffi a rivali e ex amici. «Ciao Ibra», urla davanti alle telecamere un ragazzo memore della scelta del Barca da parte dello svedese per vincere la Champions mentre un signore di mezza età commenta serafico «Abbiamo superato i campioni di Inghilterra, Spagna e Germania: abbiamo vinto la Coppa dei campioni più bella».
E ORA SUPERCOPPA CON L'ATLETICO L'Inter, vincitrice questa sera della Champions contro il Bayern, giocherà il 27 agosto prossimo nel principato di Monaco la finale di Supercoppa contro l'Atletico Madrid, che 10 giorni fa ha conquistato la Europa League, riferisce questa sera la stampa spagnola. La partita, precisa l'edizione online di Marca, si giocherà nello stadio Louis II di Monaco, nel quale già l'anno scorso si era disputata la Supercoppa. Allora aveva vinto il Barcellona, sconfiggendo per 1-0 lo Shkthar Donestk.
A TORINO CAROSELLI DI INTERISTI Nella Città della Juventus, la nemica numero uno dell' Inter, oggi campionessa, i bianconeri sembrano aver concesso l'onore delle armi, arresi dalla evidente superiorità della squadra avversa. Per le strade del centro nessuno ha infatti manifestato contro la vittoria di Mourinho e gli unici a far baldoria sono stati proprio i tifosi interisti. Luogo centrale di appuntamento è stata piazza Vittorio, lungo il Po dove diversi banchetti sono stati allestiti per vendere le bandiere neroazzurre. Poi caroselli di macchine, con il clacson a tutto volume e le bandiere alle finestre hanno cominciato a percorrere la centralissima via Roma lambendo i luoghi ancora così frequentati dai pellegrini a Torino per l'ultimo week end di Ostensione della Sindone.
IDIOTI DISTRUGGONO BANCARELLA Nota stonata nei festeggiamenti per la vittoria della Champions League: una decina di tifosi interisti, subito dopo il fischio finale dell'arbitro, hanno distrutto una bancarella di souvenir e gadget interisti in piazza Oberdan, picchiando anche l'ambulante cingalese che la gestiva. L'uomo è stato colpito alla testa con un bastone ed è rimasto ferito in modo lieve. Dopo aver ribaltato la bancarella, i tifosi hanno fatto razzia di bandiere e trombette per festeggiare la loro squadra in giro per Milano.
TRIPLETTA: E' LA PRIMA VOLTA Con la vittoria della Champions League unità a quella del campionato di Seria A e della Coppa Italia l'Inter conquista una storica tripletta, mai riuscita prima ad una squadra italiana.
BOATO DI PIAZZA DUOMO Esplode la gioia della Milano nerazzurra. Al triplice fischio dell'inglese Webb che sancisce il ritorno del Biscione sul tetto d'Europa dopo 45 anni, la città che tifa Inter ha fatto risuonare per le vie della metropoli tutta la sua gioia. Epicentro dell'Inter-mania, Piazza Duomo. Gremita già due ore prima dell'inizio della sfida di Madrid - ben oltre i cinquantamila della festa scudetto, i tifosi debordati anche in Galleria Vittorio Emanuele, Piazza Cordusio e Piazza della Scala - il salotto di Milano è impazzito di gioia al termine della gara decisa da una doppietta di Diego Milito. Il boato della gente nerazzurra stretta davanti al Duomo ha amplificato le urla di gioia provenienti dalle tante case con le finestre aperte - a causa del primo caldo stagionale - e dagli altri punti di aggregazione dei sostenitori: l'Arena e Piazza Duca d'Aosta, proprio dinnanzi alla Stazione Centrale, dove si sono radunate altre migliaia di persone. Alla conclusione delle ostilità sul campo di Madrid, migliaia di tifosi hanno iniziato a scemare per le vie del centro, da Corso Vittorio Emanuele sino a Piazza Castello mentre sulle arterie cittadine sono iniziati caroselli festanti di macchine e motorini. Altissimi i decibel dei cori dedicati, in maniera particolare, a Mourinho e al Principe - forse Re da questa notte - Milito.
CONFERMATI 4 POSTI ALL'ITALIA La vittoria della Champions da parte dell'Inter regala al calcio italiano la conferma dei quattro posti nell'Europa che conta per la stagione 2011-12. Grazie al trionfo nerazzurro, infatti, l'Italia supera la Germania nel ranking Uefa riprendendosi la terza posizione con 64,338 punti dietro solo a Spagna e Inghilterra.
IL TABELLINO INTER (4-2-3-1): Julio Cesar 7, Maicon 6.5, Lucio 7.5,Samuel 7, Chivu 6 (23' st Stankovic 6.5), Zanetti 7, Cambiasso 8, Pandev 6.5 (33' Muntari 6.5), Snejider 8, Etòo 7, Milito 9 (46' st Materazzi sv). (1 Toldo, 2 Cordoba, 17 Mariga, 45 Balotelli). All Mourinho 8
BAYERN (4-2-3-1): Butt 6.5, Lahm 5.5, Van Buyten 4.5, Demichelis 4.5, Badsturber 5.5, Van Bommel 5.5, Schweinsteiger 6.5, Robben 6, Muller 6, Altintop 5 (17' st Klose 5), Olic 5 (28' st Gomez 5). (1 Rensing, 26 Contento, 13 Gorlitz, 23 Pranic, 44 Tymoshchuk): All. Van Gaal 6.
Arbitro: Webb (Inghilterra) 6.5
Reti: nel pt 34' e nel st 25' Milito
Angoli: 6-2 per il Bayern
Recupero: 1' e 3'
Ammoniti: Demichelis, Chivu, Van Bommel per gioco scorretto
Spettatori: 80 mila
L'ALBO D'ORO Quella vinta stasera dall'Inter contro il Bayern Monaco è la 12/a Champions (ex Coppa Campioni) di una squadra italiana. La terza per i nerazzurri, cui si aggiungono le sette del Milan e le due della Juventus. Fiorentina, Sampdoria e Roma hanno giocato una finale a testa, perdendole. L'ultimo successo dell'Inter risaliva al 1965. Ecco l'Albo d'oro della Champions League dal 1956 ad oggi. 1956 - Real Madrid 1957 - Real Madrid 1958 - Real Madrid 1959 - Real Madrid 1960 - Real Madrid 1961 - Benfica 1962 - Benfica 1963 - Milan 1964 - Inter 1965 - Inter 1966 - Real Madrid 1967 - Celtic 1968 - Manchester United 1969 - Milan 1970 - Feyenoord 1971 - Ajax 1972 - Ajax 1973 - Ajax 1974 - Bayern Monaco 1975 - Bayern Monaco 1976 - Bayern Monaco 1977 - Liverpool 1978 - Liverpool 1979 - Nottingham Forest 1980 - Nottingham Forest 1981 - Liverpool 1982 - Aston Villa 1983 - Amburgo 1984 - Liverpool 1985 - Juventus 1986 - Steaua Bucarest 1987 - Porto 1989 - Milan 1990 - Milan 1991 - Stella Rossa Belgrado 1992 - Barcellona 1993 - Olympique Marsiglia 1994 - Milan 1995 - Ajax 1996 - Juventus 1997 - Borussia Dortmund 1998 - Real Madrid 1999 - Manchester United 2000 - Real Madrid 2001 - Bayern Monaco 2002 - Real Madrid 2003 - Milan 2004 - Porto 2005 - Liverpool 2006 - Barcellona 2007 - Milan 2008 - Manchester United 2009 - Barcellona 2010- INTER
LA CRONACA
Fine partita. L'Inter batte il Bayern Monaco 2-0 e si aggiudica la Champions League 2009/2010. I tedeschi si sono arresi ad una doppietta di uno straordinario Diego Milito.
90' Tre minuti di recupero
88' Ultime confuse offensive per il Bayern. La partita è ormai chiusa. A breve entrerà Materazzi.
82' Calcio di punizione dal limite per il Bayern, Robben calcia sulla barriera.
77' Van Bommel duro su Milito, Webb lo ammonisce. Mourinho toglie Pandev e inserisce Muntari.
73' Sostituzione Bayern: fuori Olic, dentro Mario Gomez.
70' GOL DELL'INTER! Grandissimo gol di Diego Milito che dalla sinistra converge, fa fuori Van Buyten con una finta e batte Butt di destro. Capolavoro, doppietta dell'argentino. Inter ad un passo dalla vittoria della Champions.
68' Sostituzione per l'Inter: fuori Chivu, problemi fisici, dentro Stankovic. Zanetti si sposta sulla sinistra in difesa, il serbo agirà al fianco di Cambiasso.
65' Splendido sinistro di Robben dal limite a rientrare: il tiro destinato all'incrocio dei pali smanacciato da Julio Cesar, gran parata.
64' Sneijder ancora su punizione, stavolta il suo tiro non è pericoloso per Butt che blocca sicuro.
62' Robben calcia forte, rimpallo che favorisce Muller che tira di controbalzo: Cambiasso respinge di testa a portiere forse battuto. L'Inter soffre.
61' Robben uccella Chivu e Pandev che lo stendono: punizione dal limite vicino al lato destro dell'area di rigore. Sostituzione: fuori Altintop, dentro Klose.
60' Altintop sbaglia l'ennesimo cross troppo sul portiere, Julio Cesar blocca.
54' Leggerezza di Lucio che perde palla in area: Altintop ruba e calcia sul primo palo, palla fuori.
52' Pandev punta Van Bommel che lo stende al limite dell'area, calcio di punizione. Calcia il solito Sneijder, palla alta.
47' Milito va via a sinistra e serve Pandev al centro: bello il sinistro del macedone che impegna Butt in calcio d'angolo. Avvio scintillante nella ripresa.
46' Occasionissima per Muller dopo pochi secondi del secondo tempo: l'attaccante tedesco calcia a Julio Cesar che resta in piedi fino all'ultimo.
Fine primo tempo. L'Inter chiude sull'1-0 il primo tempo della finale di Champions League al Bernabeu di Madrid. Decide per ora il gol di Milito al 34° su assist di Sneijder. Partita equilibrata, Bayern pericoloso con Olic ma i nerazzurri hanno sfiorato il raddoppio con Sneijder.
45' Destro debole di Muller sul fondo di poco.
42' Perfetta intesa Milito-Sneijder. L'argentino serve l'olandese che davanti a Butt calcia di prima di sinistro: pallone centrale, Butt respinge d'istinto. Inter vicinissima al raddoppio.
41' Robben accelera e prova il sinistro a rientrare da fuori area: il pallone non gira e finisce sul fondo, ma gran giocata da parte dell'olandese.
40' Ancora Altintop dal limite dell'area: destro debole, blocca Julio Cesar.
34' GOL DELL'INTER! Sneijder verticalizza per Milito che, gelido, fredda Butt dopo una finta in mezzo a tre difensori. Inter in vantaggio nella finale di Champions League. Per Milito gol numero 29 dell'anno.
31' Destro di Muller dal limite dell'area, pallone altissimo. Il Bayern sembra più convinto, ma a parte il possesso di palla (oltre il 60%) non riesce a rendersi più di tanto pericoloso.
30' Altintop va via a sinistra e mette in mezzo, Julio Cesar blocca.
29' Robben sguscia a Chivu con una velocità impressionante, il romeno lo stende: ammonito.
25' Demichelis entra a forbice su Milito da tergo. Giusta ammonizione per il difensore argentino. Sulla punizione ancora Sneijder: tiro fortissimo, ma centrale. Blocca Butt.
22' Lampo di Muller che controlla di tacco ma viene fermato da Lucio. Pallone a Robben che tira altissimo.
17' Inter vicina al gol: Sneijder calcia fortissimo su punizione dai 25 metri, pallone deviato da Altintop, bella parata di Butt.
15' Cross teso di Robben dalla destra, svetta di testa Van Buyten ma il pallone rimpalla sulla mano di Maicon. L'arbitro lascia correre, timide proteste da parte dei tedeschi ma il fallo di mano (netto) sembra involontario.
12' Altintop da fuori, destro deviato: palla in calcio d'angolo. Sul corner Julio Cesar spadroneggia in area e blocca.
11' Destro di Maicon da lontanissimo, inguardabile. Rimessa dal fondo.
9' Impressionante guizzo di Robben che semina Chivu e Samuel e mette in mezzo per Olic: il tiro sul primo palo è nettamente fuori misura. Occasione per i tedeschi.
7' Olic salta Lucio e mette in mezzo, Muller perde il rimpallo con Samuel: palla sul fondo.
4' Milito servito in profondità scivola ma riesce a dare palla a Sneijder: l'olandese scivola e perde l'attimo al momento del tiro.
3' Robben agganciato da Samuel, l'arbitro richiama verbalmente il difensore argentino.
2' Punizione dalla sinistra, calcia Sneijder, Butt esce di pugno.
1' E' cominciata la finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco. Tradizionale maglia nerazzurra per l'Inter, maglia biancorossa a strisce verticali per il Bayern.
Le formazioni.
BAYERN MONACO: (4-4-1-1): Butt; Lahm, van Buyten, Demichelis, Badstuber; Robben, van Bommel, Schweinsteiger, Altintop; Muller; Olic. A disposizione: Rensing, Goerlitz, Contento, Pranjic, Klose, Tymoshchuk, Gomez. Allenatore: Louis van Gaal.
INTER: (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Cambiasso; Pandev, Sneijder, Eto'o; Milito. A disposizione: Toldo, Materazzi, Cordoba, Stankovic, Muntari, Quaresma, Balotelli. Allenatore: José Mourinho.
La giornata interista in tempo reale:
Ore 19.42 Abete: «Inter, adesso l'ultimo sforzo» «C'è anche il ranking Uefa, ma la priorità è la finale di Champions. L'Inter non vince il trofeo da 45 anni, siamo qui tutti per un nuovo successo dopo quello ottenuto dal Milan nel 2007». Giancarlo Abete, presidente della Figc, è allo stadio Santiago Bernabeu per assistere alla finale di Champions League tra Inter e Real Madrid. Un successo dei nerazzurri, prima dei calci di rigore, consentirebbe all'Italia di conservare 4 squadre in Champions anche nel 2011-2012. «Forte determinazione, concentrazione, capacità di capire il momento giusto nella partita importante» sono le qualità della formazione allenata da Josè Mourinho, come dice Abete a Sky Sport. «Ci siamo, ora si tratta di fare un ultimo sforzo», aggiunge. La partita di stasera potrebbe essere l'ultima di Mourinho sulla panchina nerazzurra. Il portoghese pare destinato a trasferirsi al Real Madrid. «Alcune posizioni possono essere più o meno gradite, il calcio italiano ha bisogno di grandi personaggi. Il nostro auspicio è che rimanga».
Ore 19.30 Piazza Duomo gremita A poco meno di due ore dal fischio d'inizio della finale di Champions League tra Inter e Bayern Monaco piazza Duomo è quasi interamente gremita di tifosi nerazzurri. Domenica scorsa, in occasione de festeggiamenti per il 18/o scudetto la piazza aveva ospitato 50 mila persone: oggi, a giudicare dall'afflusso continuo di persone, quel numero dovrebbe essere ampiamente superato. Il cuore di Milano è interamente coperto di bandiere nerazzurre e di striscioni che inneggiano alla squadra. Tantissimi quelli dedicati a Josè Mourinho, a Diego Milito e a Zanetti, alla sua 700/a partita con la maglia dell' Inter proprio a Madrid. Tantissimi gli stand preparati intorno a piazza Duomo e nelle vie limitrofe che vendono sciarpe, gadget e magliette celebrative della finale. Affari d'oro anche per i tanti venditori di panini e, soprattutto, di bibite nel caldo pomeriggio milanese. Oltre a piazza Duomo, quasi completamente gremita, tanti tifosi hanno invaso anche piazza della Scala e la Galleria Vittorio Emanuele. Via dei Mercanti, che collega piazza Duomo a piazza Cordusio vede sciamare centinaia e centinaia di persone dirette verso i due grandi maxischermi che proporranno le immagini della finale madrilena. Per l'occasione, infatti, oltre all'urban wall che domina piazza Duomo è stato aggiunto un altro maxischermo all'angolo con via Mazzini per permettere ai tifosi di seguire al meglio le immagini in arrivo dalla Spagna.
Ore 19.25 Pullman del Bayern arrivato al Bernabeu È arrivato allo stadio Santiago Bernabeu anche il pullman con i giocatori del Bayern Monaco. Dieci minuti dopo quelli dell'Inter anche i rossobianchi sono entrati allo stadio di Madrid scortati da un imponente spiegamento di forze.
Ore 19.10 L'Inter è allo stadio È arrivato alle 19,05 al 'Santiago Bernabeù di Madrid l'autobus con i giocatori dell'Inter. Un centinaio di tifosi, che non erano ancora entrati allo stadio, hanno accolto la squadra con cori di incoraggiamento.
Ore 18.57 Sondaggio Marca: madritisti tifano Inter I madridisti preferiscono l'Inter, secondo un sondaggio web lanciato questo pomeriggio dal quotidiano Marca, vicino al real Madrid, in risposto a quello realizzato poco prima dal concorrente catalano Mundo Deportivo. Alla domanda «Chi vincerà la Champions?», alle 18:30 il 57% dei quasi novemila lettori dell'edizione online del giornale ha risposto Inter, il 43% Bayern. L'Inter per i madridisti ha, oltre ai suoi meriti calcistici, anche il pregio di avere eliminato gli odiati rivali interni del Barca, e per di più di essere guidata da Mourinho, annunciato come il prossimo allenatore del real. Alla stessa domanda i lettori dell'edizione online del Mundo Deportivo, vicino al Barcellona, hanno dato la risposta contraria: il 59% ha detto Bayern, il 41% Inter.
Ore 18.37 I tifosi entrano al Bernabeu Alle 17.45 sono stati aperti i cancelli dello stadio Santiago Bernabeu dove questa sera si giocherà la finale di Champions League fra Inter e Bayern Monaco. Gi… dalle prime ore del pomeriggio i tifosi italiani e tedeschi hanno iniziato ad affollare le vie attorno allo stadio, le due tifoserie sono state radunate una nella zona nord, l'altra in quella sud dell'impianto. Tantissimi i tifosi nerazzurri con la maglietta ufficiale della squadra che si andranno poi a sedere nella curva nord del Bernabeu, nello stesso settore che occupano al Meazza.
Ore 18.27 A Madrid anche Guido Rossi C'è anche Guido Rossi, l'ex commissario della Figc che assegnò lo scudetto 2006 all'Inter, tra i tifosi vip nerazzurri in procinto ad assistere alla finale di Champions League a Madrid contro il Bayern Monaco. Rossi è nell'albergo che ospita i sostenitori 'eccellentì invitati dagli sponsor della società milanese.
Ore 18.00 Vale Rossi: «Se vinciamo...» «Forza Inter, forza Inter, forza Inter! Comunque vada è già un risultato essere in finale, se poi vinciamo...». Arriva anche dal mondo della MotoGp a Le Mans un incitamento autorevole per l'Inter che questa sera a Madrid cercherà di portarsi a casa la Champions League. A dar forza alla squadra nerazzurra è un tifoso doc, il campione del mondo Valentino Rossi che domani partirà in pole position nel Gp di Francia. «Comunque - ha aggiunto il pilota italiano della Yamaha - la squadra ha già conquistato tanto, lo scudetto, la coppa Italia, non posso chiedere di più».
Ore 17.00 Piazza Duomo si tinge di nerazzurro Gruppi di tifosi con bandiere nerazzurre, berretti, magliette e striscioni si stanno riversando in piazza Duomo per la finale di stasera della Champions League che vedrà l'Inter affrontare il Bayern Monaco a Madrid. In tutto sembrano già essere qualche centinaio di persone. Attorno alla piazza, in giro per il centro della città, si vedono macchine addobbate coi colori della società che vinse l'ultima coppa 45 anni fa. In Galleria Vittorio Emanuele dei ragazzi tengono alto uno striscione con la scritta «c'è solo l'Inter». Nella piazza centrale del capoluogo lombardo verrà allestito uno dei maxi schermi che dalle 20.30 proietteranno l'evento. E se il sindaco Letizia Moratti fa sapere che vedrà l'incontro seduta nella poltrona di casa da cui non può muoversi per ragioni si scaramanzia, questa sera sono invece attesi riversarsi nelle strade circa 100 mila tifosi. Molte le misure di sicurezza discusse ieri in un vertice in questura. Il Comune, oltre alle consuete pattuglie che monitorano queste zone, ha disposto di mettere in campo anche 90 vigili aggiuntivi dislocati fra Piazza Duomo, Arena e Piazza Duca d'Aosta, davanti alla Stazione Centrale, dove ci sono gli altri due maxi schermi.
Ore 16.25 Stazione si colora Non solo Piazza Duomo. Nella giornata della grande attesa per poter far festa a 45 anni dall'ultimo successo della Grande Inter di Herrera, anche un altro luogo simbolo della città, la Stazione centrale, inizia ad assumere le sembianze di uno stadio. Montato un grande schermo in Piazza Duca d'Aosta, sono spuntate, sin dal primo pomeriggio, diverse bancarelle piene di gadget nerazzurri - sciarpe, cappellini e magliette, compresa la replica di quella mostrata a Siena da Materazzi ai romanisti con scritto 'nun è successò - e quelle, immancabili, coperte di cibo: panini, hot-dog, frittelle e hamburger per sfamare il popolo di tifosi atteso in serata. Al momento la piazza assolata è punteggiata di venditori ambulanti e diversi tifosi in transito verso il centro città e Piazza Duomo, vero epicentro dell'Inter-mania. Decine di sostenitori, infatti, sono arrivati in treno a Milano un pò da tutta Italia - vestiti di nerazzurro, bandiere e trombette alla mano - per vivere il rito della Finale in piazza sognando di tornare, a oltre quattro decenni di distanza, sul tetto d'Europa.
Ore 16.10 Folla al Bernabeu, biglietti a mille euro A poco meno di cinque ore dalla finale di Champions League, attorno al Santiago Bernabeu migliaia di tifosi attendono cercando di proteggersi dal sole cocente sotto l'ombra dei viali alberati. Chi invece non ha il prezioso biglietto ha un'altra preoccupazione: procurarselo. «Fuori dallo stadio si gioca un'altra partita», sorride uno delle centinaia (se non migliaia) di tifosi che confidano di fare l'affare con uno dei tanti bagarini in azione poco prima del calcio d'inizio, quando i prezzi caleranno precipitosamente. Per il momento non si scende sotto i 1.000-1.200 euro, praticamente quasi sei volte il prezzo originale. A vendere sono sia tifosi italiani, come Paola, 27 anni, che prova a far fruttare le tante ore d'attesa davanti alla banca di Milano dove ha acquistato il biglietto nei giorni scorsi. Ma anche molti tedeschi e spagnoli. I sostenitori di Inter e Bayern vivono l'attesa anche visitando gli stand della Fun zone allestita fuori dal Bernabeu e le forze dell'ordine sono organizzate con una serie di cordoni (anche con agenti a cavallo) per cercare di tenerle separate. Per il momento gli agenti di servizio fuori dallo stadio assicurano che non si registrano disordini e sottolineano che gli spazi molto ampi attorno allo stadio aiutano ad evitare eccessive concentrazioni di persone.
Ore 16.00 Sondaggio in Spagna: vince Bayern I lettori di Mundo Deportivo, il principale quotidiano sportivo catalano, danno il Bayern vincente contro l'Inter nella finale di Champions. Alla domanda «Chi vincerà?», sui circa 10mila lettori del sito che hanno riposto, il 59% ha detto Bayern, il 41% Inter. Complice probabilmente l'eliminazione in semifinale del Barcellona di Pep Guardiola proprio contro l'Inter che in catalogna brucia ancora In un altro 'sondaggiò fra i suoi lettori, Mundo Deportivo ha chiesto anche se il 'Pep Team', l'attuale squadra del Barcellona, sia «la migliore di tutti i tempi»: i circa 30mila lettori che hanno risposto hanno detto 'sì all'88%.
Ore 15.43 Festa tra tifosi Migliaia di tifosi di Inter e Bayern colorano le strade del centro di Madrid, soprattutto nel 'triangolo d'orò turistico fra Puerta del Sol, Plaza Mayor e Plaza d'Oriente, con frequenti e chiassosi faccia a faccia fra i supporter delle due squadre in attesa della finalissima di Champions. In Puerta del Sol un centinaio di interisti cantano e inneggiano a Mourinho (c'è anche una bandiera portoghese) in mezzo alla piazza, ripresi con i telefonini da gruppi di 'rossì sorridenti. In calle Montera, una trasversale di Puerta del Sol, nota come epicentro del barrio a luci rosse madrileno, i tavolini dei bar sono invece presidiati dai tifosi tedeschi. In calle Arenal, tradizionale viale del passeggio dei madrileni pomeriggio e week end, alcune decine di interisti cantano «Forza Inter, Ale-Ale-Alee!» attorno a una decina di tavolini occupati dai tifosi tedeschi, tutti rigorosamente in maglietta rossa e birra in mano, che li guardano sorridenti. Alcune auto della polizia presidiano per precauzione la strada. Un giovane con la maglietta di Etòo si avvicina ad uno dei tedeschi e gli dice «Milito, tre gol!». Il tedesco non fa una piega, «Nein, Milito kaputt!» risponde sorridendo. I due ridono si stringono la mano.
Ore 15.35 Messner: "Vince chi ha più fortuna" «Stasera non tifo per nessuno, visto che si tratta di due squadre fortissime che entrambe meritano rispetto. Penso che a vincere sarà chi nel corso dei 90 minuti avrà avuto più fortuna». È questa la previsione di Reinhold Messner, «non-esperto» auto-dichiarato, che seguirà la finale di Champions tra Inter e Bayern con la nazionale tedesca nel suo museo della montagna a Castel Firmiano. Da ieri la Germania si trova a Cornaiano, alle porte di Bolzano, per il suo ritiro pre-mondiali. Mancano ancora i giocatori del Bayern impegnati a Madrid, nel frattempo Loew e i suoi uomini questa sera sono ospiti di Messner per vedere la finale su un maxischermo nel cortile interno del maniero. «Conosco - racconta il re degli ottomila - Beckenbauer da decenni. Per questo nutro una certa simpatia per il Bayern. Non è una questione di tifo ma di rapporto umano, come stimo Merkel e come stimo Tremonti, perchè ho avuto il piacere di conoscerli di persona». Per chi tifa Messner ai Mondiali: Italia oppure Germania, come molti sudtirolesi? «Macchè! - risponde sorridendo - Vorrei che in Sudafrica vincesse una squadra africana. Sarebbe bellissimo. Comunque, chi vincerà stasera avvicinerà la sua nazionale alla finale a Johannesburg».
Ore 13.54 Madrid blindata Madrid blindata per la finalissima di Champions League. Tra Policia Nacional, Municipal e Guardia Civil saranno circa 2.700 gli agenti schierati dalla questura per garantire la sicurezza attorno allo stadio Santiago Bernabeu, dove Inter e Bayern giocano stasera un match considerato ad 'alto rischiò, riferisce El Mundo. All'interno del Bernabeu, dove sono attesi circa 65 mila tifosi, saranno 1.200 gli agenti, tra polizia e guardie private. In totale, con anche i servizi di emergenza, saranno 4 mila le persone mobilitate a Madrid per garantire che la finale si svolga nel migliore dei modi. La polizia ispeziona i dintorni ed il sottosuolo dello stadio dallo scorso 15 maggio, mentre per tenere d'occhio gli 'ultras' arriveranno da Italia e Germania circa una ventina di agenti che si coordineranno con i colleghi spagnoli. Secondo quanto detto all'ANSA da Polizia e servizi di Emergenza non si sono registrati fin'ora problemi: la serata di ieri e questa mattina fino alle 13 sono trascorse senza nessun incidente.
Ore 13.40 Rosella Sensi: "Tifo Inter anche se non vorrei" «Anche se mi dispiace per quello che è successo in questo ultimo periodo questa sera tiferò Inter»: lo ha detto il presidente della Roma, Rosella Sensi, a margine della manifestazione a scopo benefico 'Insieme alla Roma per donare la vità. Il finale di campionato, con il testa a testa tra Inter e Roma, è stato ricco di polemiche, ma Rosella Sensi non fa parte di quella parte d'Italia che, secondo Mourinho, tiferà contro: «Io sono italiana - le parole del presidente giallorosso - e quindi tiferò Inter, anche se devo dire che non è la squadra italiana per cui in questo momento vorrei fare il tifo. Mettiamola così, per loro sarà l'occasione per farci mantenere il quarto posto in Champions League».
Ore 13.35 Tifoso prende pugno in faccia Un pugno in faccia a un tifoso perchè cantava cori per l'Inter. Ha reagito così uno sconosciuto di fronte a tre uomini che, verso le 3.30 di questa mattina in via san Gregorio a Milano, inneggiavano alla squadra nerazzurra impegnata a Madrid nella finale di Champions, aggredendo i tre tifosi e ferendosi a sua volta. L'aggredito è Livio R. di 38 anni, colpito al volto, che è stato medicato al Policlinico e dimesso. L'aggressore è Enzo M. 46 anni: si è ferito a una mano ed è stato medicato all' ospedale Fatenebefratelli e poi dimesso.
Ore 13.32 Casini: "Tiferò Inter" «Stasera tiferò Inter, la squadra italiana. E mi rammarico che, anche al nostro interno, qualcuno dice di essere contro» i nerazzurri. Pier Ferdinando Casini, lo dive nel suo intervento al seminario di Liberal riferendosi alla finale di Champions League dell'Inter contro il Bayern Monaco a Madrid.
Ore 13.15 Mazzola: "Inter deve fare la gara" È tra i giocatori della grande Inter portati a Madrid dal presidente Massimo Moratti e Sandro Mazzola è già «un pò nervoso» per la finale di questa sera. «C'è un pò di tensione e un pò di nervosismo - spiega all'ANSA -, mi aspetto di vedere per trenta minuti una partita non tanto bella. Poi però l'Inter deve fare la gara per le qualità in più che ha rispetto al Bayern Monaco». Inutile chiedere a Mazzola un pronostico secco sulla finale: «non se ne parla proprio e non voglio neanche parlare di eventuali festeggiamenti. Aspettiamo solo la partita e vediamo come va a finire».
Ore 13.00 Mosca, partita al cinema in 3d La finale di Champions League tra Intern e Bayern in 3D: a lanciare l'iniziativa, la prima del genere in Russia, è il prestigioso cinema Arbat, uno dei più grandi della capitale. I biglietti per i 1500 posti, da mille rubli l'uno (26 euro), sono stati bruciati in soli tre giorni, con qualche zuffa durante le code. Gli organizzatori assicurano che l'effetto sarà quello di sentirsi «spettatori in campo», davanti ad uno schermo largo 25 metri e alto 10. Le misure di sicurezza sono state rafforzate. Le scorte di birra anche. Ma la febbre per la finale di Champions League cresce in tutta la Russia, con i tifosi sostanzialmente divisi equamente tra due Paesi con cui i rapporti sono ottimi, anche se resta la ruggine dei supporter del Cska per l'eliminazione della propria squadra da parte proprio dei nerazzurri nella corsa verso Madrid.
Ore 12.40 Madrid invasa da tifosi italiani e tedeschi In attesa della grande serata del Santiago Bernabeu, Madrid si è trasformata in un grande stadio, colorata a tinte biancorosso-nerazzurre dalle migliaia di tifosi di Bayern Monaco e Inter che stanno continuamente arrivando in città per la finale di Champions League. Puerta del Sol, Calle Mayor, Paseo del Prado, Palacio Real: tutte le piazze e le strade più turistiche di Madrid sono affollate da tifosi italiani e tedeschi. Mappa in mano, zaino in spalle e sciarpa nerazzurra al collo, gli interisti sciamano con entusiasmo cantando cori. Una quarantina di loro ha scelto di attraversare il centro della città a bordo di un pullman panoramico invocando a squarciagola il nome di Josè Mourinho e ricevendo a suon di clacson l'approvazione di molti tassisti, che evidentemente non vedono l'ora di avere l'allenatore portoghese sulla panchina del Real.
Ore 12.38 Partiti 8 charter con 1.500 tifosi Sono circa 1500 i tifosi dell'Inter partiti tra questa notte e in mattinata dall'aeroporto di Fiumicino per raggiungere Madrid e assistere questa sera alla finale di Champions League contro il Bayern Monaco. Soltanto nello scalo romano, infatti, sono stati predisposti in totale 8 voli charter, tutti decollati tra l'una di questa notte e nel corso della mattina. Da parte sua anche la compagnia Alitalia ha organizzato alcuni voli speciali. Tra questi un Boeing 767 di 230 posti con orari studiati proprio per consentire ai tifosi di arrivare per assistere al match e ripartire subito dopo la partita, e altri 4 voli charter. Inoltre la compagnia ha aumentato la capacità di tutti i voli di linea da Milano Linate e da Roma verso Madrid con 550 posti offerti in più da Milano Linate e 400 posti in più da Roma.
Ore 12.29 Piazza Duomo già nerazzurra La febbrile attesa per la finalissima di Champions League ha già contagiato piazza Duomo a Milano dove questa sera decine di migliaia di tifosi seguiranno la diretta della partita Bayer-Inter da ben due maxischermi. Fin dalla mattinata alcuni venditori ambulanti hanno improvvisato piccole bancarelle con magliette nerazzurre, gadget, palloncini, fischietti e trombe proprio come se fossero fuori dallo stadio. Sono già molti i tifosi che si aggirano per il centro sfoggiando i colori dell'Inter. E grande successo tra gli sportivi, in queste ore di attesa, sta riscuotendo la mostra all'Urban Center della Galleria Vittorio Emanuele dove sono esposti i modellini dei più importanti stadi del mondo. Non è un caso che la più gettonata sia la miniatura del Santiago Bernabeu di Madrid che questa sera ospiterà la finalissima di Champions. Per preservare il Duomo dalla massa dei tifosi, il sagrato della cattedrale è già stato transennato per permettere l'ingresso nella chiesa soltanto ai fedeli.
Ore 12.13 Stampa spagnola: Mou e Maicon al Real La Spagna del calcio ha gli occhi puntati soprattutto su Josè Mourinho nella finale di Champions fra Inter e Bayern, in vista del possibile passaggio del portoghese sulla panchina del Real Madrid. L'allenatore nerazzurro assorbe buona parte dello spazio dedicato alla finalissima di Madrid dai giornali, sempre più convinti che l'annuncio di un accordo con il club merengue sia imminente. Marca anzi spiega i colpi di mercato che sarebbero già stati programmati da Mourinho con la direzione del Real e scrive che «Maicon è l'obiettivo numero 1». ' «La priorità di Mou è Maicon» afferma il giornale, aggiungendo che «il portoghese vuole Sergio Ramos nel centro della difesa». Sport, pure senza dubbi sul futuro del portoghese, annuncia che Mourinho ha chiesto di avere Figo nel suo team a Madrid: «è stata una delle sue prime esigenze». Non tutti a Madrid sono però convinti che il portoghese sia il tecnico giusto per la squadra merengue, che proclama di volere un gioco offensivo e spettacolare. El Mundo dedica tutta una pagina al tecnico del Bayern Louis Van Gaal che «avverte il Real: Mou non fa spettacolo». E un'altra al portoghese che replica, secondo il titolo del giornale: «Difensivo io? Non devono averci visto molto». Della partita di questa sera El Pais dice che sara «un duello fra giganti inattesi» e che «Bayern e Inter, due squadre molto personaliste, lottano per ritrovare antichi allori». Abc parla di «invasione» di Madrid da parte delle due tifoserie, e spiega che «la capitale accoglie oggi oltre 80mila aficionados che vengono a vedere il calcio migliore». Una finale sotto alta sorveglianza, rileva As: più di 4mila poliziotti saranno dispiegati attorno allo stadio ed in città per prevenire incidenti. Secondo stanno raggiungendo quote altissime i biglietti rivenduti nelle ultime ore prima della partita davanti allo stadio: per quattro entrate qualcuno ha speso 6mila euro. Il supplemento rosa La Otra Cronica di El Mundo intanto si interessa oggi pure alla vita privata di Mourinho, affermando che l'allenatore portoghese è anche «Un conquistador di donne».
Ore 11.32 Nessun cambio di programma Sarà il solito programma di avvicinamento a una gara serale quello che seguirà l'Inter nelle ore che precedono la finale di stasera contro il Bayern Monaco. Non ci saranno quindi novità particolari per i giocatori che, dopo una notte tranquilla, resteranno in albergo fino alle 18.45-19, orario in cui si muoveranno in pullman verso lo stadio Santiago Bernabeu. Dopo la colazione, il programma della mattinata prevede il risveglio muscolare e poi la riunione tecnica. Contrariamente però a quanto successo in altre trasferte (a Mosca passeggiata attorno all'albergo, a Londra camminata in Hyde Park), la squadra non uscirà dall'albergo ma farà solo un pò di stretching in una sala del Mirasierra Suites Hotel. Il pranzo è previsto per le 13 e il pomeriggio sarà di assoluto riposo, con una merenda prevista qualche ora prima della partita. Scortato poi dalla polizia, il pullman partirà verso lo stadio che dista circa 20 minuti dall'albergo nerazzurro. Questa mattina Madrid si sta lentamente riempiendo di tifosi dell'Inter, ma nessuno di loro è presente fuori dall'albergo dei nerazzurri, situato nella zona nord della città e quindi ben lontano dal centro.
FONTE: Leggo.it
23/05/2010
L'Italia non si ferma più Nibali re della discesa
LE PRIME MONTAGNE. Il corridore della Liquigas stacca tutti giù dal Grappa. Arroyo in rosa
ASOLO
Tripletta italiana al Giro d'Italia. Dopo Filippo Pozzato e Manuel Belletti la seconda tappa di montagna dopo il Terminillo, da Ferrara ad Asolo di 205 chilometri, incorona Vincenzo Nibali. Bellissimo l'assolo dell'ex maglia rosa giunto tutto solo al traguardo. La tappa si è decisa non in salita ma nella discesa del Monte Grappa. Il siciliano ha staccato il compagno di squadra Ivan Basso, il campione del mondo Cadel Evans e Michele Scarponi, con i quali aveva fatto il vuoto in salita. In discesa Nibali ha preso un margine di poco meno di un minuto resistendo poi nei 15 chilometri in pianura verso il traguardo di Asolo. Il podio italiano è stato completato dal secondo posto di Basso e dal terzo di Scarponi che ha preceduto Evans. In crisi l'australiano Richie Porte che perde la maglia rosa: nuovo leader della corsa è lo spagnolo David Arroyo Duran. I crisi anche Stefano Garzelli, mentre degli altri italiani in evidenza Damiano Cunego.
Oggi i corridori affronteranno la tappa più impegnativa del Giro. C'è il Monte Zoncolan, una sorta di montagna sacra per gli appassionati al pari del Mortirolo, considerata la salita più dura d'Europa. Inserita per la prima volta nella corsa soltanto nel 2003, fu risalita dal versante di Sutrio: oggi invece si salirà sul versante di Ovaro, molto più difficile e con pendenze medie del 12 per cento con punte anche del 22, con tornanti stretti e ripidi. «Una bella giornata», confessa il vincitore di tappa di ieri. «Penso che questo paese mi porti un po' di fortuna visto che qui nel 2002 ho vinto il campionato italiano. Non credevo di farcela, ma ho cercato di gestire bene lo sforzo e per vincere ho fatto una fatica bestia». «Oggi è un grande giorno», dice invece un esultante Arroyo, nuova maglia gialla. «È arrivato anche il bel tempo, tappa e giornata spettacolari e soprattutto è arrivata la maglia rosa che mi riempie di gioia: non l'avevo mai indossata. Adesso, però, difenderla non sarà facile. Ci sono avversari molto forti ma per ora godiamoci questo momento. La maglia rosa, comunque, aumenterà il morale, la squadra sta bene e viviamo giorno per giorno». «Complimenti a Vincenzo, ha fatto un numero eccezionale», ammette infine Ivan Basso, compagno di squadra di Nibali. «Tutti e due abbiamo molti minuti da recuperare. Lavorando come oggi e unendo le nostre forze possiamo recuperare quanto perso per risalire la classifica».
23/05/2010
Fantastico Milito, c'è solo l'Inter
APOTEOSI A MADRID. Al Bernabeu il Bayern Monaco s'inchina
Due gol dell'argentino, nerazzurri sul tetto d'Europa Coppa Italia, scudetto e Champions: nessuna squadra in Italia li aveva conquistati in un anno
MADRID
Un nottata da «principe», anzi da re. Milito, ancora Milito: una doppietta vincente, la sedicesima della storia di Coppa Campioni, il 29° e 30° gol stagionale. Nella ripresa un grande Julio Cesar, ma anche un incredibile Cambiasso, uno Zanetti eroico (partita n. 700 con l'Inter), un ottimo Sneijder, una grande prestazione del gruppo. E la Coppa è volata nelle bacheca dell'Inter che ha fatto l'agognata tripletta, ma ha anche meritato la Champions per aver messo ko, una dopo l'altra, il Chelsea, il Barcellona e il Bayern, cioè l'elite del calcio europeo: cosa si poteva volere di più dai nerazzurri?
Così finalmente Massimo Moratti - dopo 15 anni di presidenza - ha vinto, oltre allo scudetto, anche la Champions, come suo papà Angelo. Dopo 45 anni l'Inter ha infranto un negativo sortilegio. Merito della passione di Moratti e delle sue capacità imprenditoriali, merito della squadra, ma soprattutto merito di Mourinho che ha dato spessore internazionale a un gruppo che si era sempre arenato davanti alla Champions. Vedremo se il tecnico deciderà di restare: al Bernabeu c'era Sinisa Mihajlovic, presunto candidato alla sua successione.
Certo, lo Special One ha dato la giusta scossa all'ambiente nerazzurro e si è accattivato le simpatie dei tifosi del Real, grazie alle sue mezze ammissioni di un possibile passaggio al club madrileno. Con la vittoria (e la tripletta) l'Inter 2010 ha rinnovato i fasti di quella degli anni '60, che vinse tutto.
I nerazzurri di oggi hanno tenuto vivo il fil rouge che ha legato l'Inter di Angelo Moratti a quella di suo figlio Massimo che potrà affiancare la sua foto con la Coppa vicino a quella di suo padre. Mettere sotto il Bayern, un club che ha vinto più dei nerazzurri in campo internazionale e che ha un gruppo di giocatori molto forti, ha dimostrato le capacità e l'organizzazione della squadra di Mourinho: tecnica, tattica e forza fisica, fino a ottenere la fantastica tripletta, mai riuscita a una squadra italiana. Anche se Ribery era squalificato, come T. Motta, in campo col Bayern sono andati i Robben, Muller, Schweinsteiger, giocatori di livello mondiale. È stata la rivincita personale di Cambiasso e Sneijder, scartati dal Real come scarpe vecchie.
Prima mezz'ora con il Bayern più aggressivo e defraudato probabilmente di un rigore (mano di Maicon), ma è stata l'Inter a colpire: al 34' su rimessa di Julio Cesar, Milito sulla trequarti ha dato a Sneijder e si è fiondato in avanti, l'olandese gliel'ha restituita e il «principe» ha bucato centralmente la bolsa difesa tedesca, fintando e poi infilando di destro Butt. Gran gol.
Poi un gran contropiede Sneijder-Milito-Sneijder ha messo l'olandese davanti a Butt: tiro sul portiere.
Julio Cesar ha salvato il risultato all'inizio della ripresa su un tiro di Muller dopo un'esitazione di Lucio. Ma un grande spunto di Milito e un tiro di Pandev ha costretto Butt a una ardita deviazione. Il Bayern è apparso più incisivo. Un tiro di Altintop (fuori), un salvataggio di Cambiasso in angolo, una costante aggressione dei tedeschi, alcune crepe nella difesa nerazzurra, l'ingresso di Klose al posto di Altintop, un salvataggio di Cambiasso su tocco di Muller, un gran sinistro di Robben deviato da J.Cesar: un brutto quarto d'ora per l'Inter, insomma.
Ma al 25' è arrivato il gol della sicurezza: su palla di Eto'o: da sinistra il «principe» ha fatto fuori Van Buyten e ha insaccato in diagonale. Metà Bernabeu ha cominciato a festeggiare, il Bayern ha capito che il sogno era sfumato.
FONTE: LArena.it