NAZIONALI GIALLOBLÙKASTANOS tra i migliori in campo nel 2 a 2 di CIPRO contro la BOSNIA ERZEGOVINA, solo tribuna per BRADARIĆ nel pareggio senza gol tra REPUBBLICA CECA e CROAZIA.
Secco 3 a 0 dell'ALGERIA in trasferta sul campo della SOMALIA: Esordio e 90 minuti per BELGHALI.
5 a 0 del SENEGAL di NIASSE ai danni del SUD SUDAN, il centrocampista gialloblù è sceso in campo dal 72esimo. SZIMIONAȘ e VERMEȘAN in campo un'ora nella sconfitta di misura della ROMANIA U21 contro i pari età della SERBIA.
Solo panchina per SLOTSAGER nell'1 a 1 della sua DANIMARCA U21 contro l'AUSTRIA.
AMMODERNAMENTO DEL BENTEGODI IN VISTA DI EURO 2032 Due le manifestazioni di interesse da parte di aziende di Verona e provincia, una da parte di un'azienda di Firenze: L'biettivo è rendere lo stadio gialloblù moderno, efficiente, bene inserito nel quartiere ed economicamente sostenibile; sarà la volta buona?
Training session | L'allenamento dei gialloblù allo Sporting Center 'Paradiso'
STIPENDI HELLAS VERONA Secondo le cifre pubblicate da TuttoMercatoWeb.com è AL-MUSRATI che prende di più al lordo con 2,3 milioni davanti a SERDAR, ORBAN e NELSSON 'fermi' a 2, se però consideriamo il compenso netto è il capitano in testa con 1,6 milioni davanti al libico che prende 300mila Euro in meno.
Ultimi in classifica i giovani AJAYI, TONIOLO e CHAM con 100mila Euro netti a stagione come OYEGOKE.
27,5 milioni di Euro lordi (15,8 netti) è invece il totalone percepito dalla squadra che si trova al 16esimo posto per monte stipendi nell'attuale Serie A.
Domenico VOLPATI ha rappresentato il VERONA dello scudetto al 'Festival dello Sport di Trento' parlando poi ai canali ufficiali del club gialloblù anche dell'HELLAS attuale «Servono i gol, la squadra gioca bene e negli ultimi anni non l’ho mai vista giocare così. Serve realizzare. Bisogna aspettare, ma non troppo. Oggi rispetto ai nostri tempi il pari è come una sconfitta. Bisogna vincere: è l’unico imperativo» CalcioHellas.it
Bomber Daniele CACIA a L'Arena «Per me se col Sassuolo finiva zero a zero non c’era da gridare allo scandalo. Ho visto un Hellas ben impostato e che ha giocato una buona partita. Ma ci vuole pazienza. La squadra è nuova e là davanti fanno ancora confusione. Orban e Giovane mi piacciono molto, ma devono ancora trovare i tempi d’attacco e non solo loro, è un problema d’assieme. Lo stesso Belghali, che ha dei bei numeri, sbaglia a volte l’ultimo tocco o l’ultimo passaggio. Bisogna pazientare... La lotta salvezza? Le concorrenti dell’Hellas per la salvezza sono tante e non restringerei il campo a due o tre squadre. Dico Pisa, Lecce, Parma, Genoa ma pure Cremonese e Sassuolo. Con i gialloblù sono almeno sette le formazioni che dovranno lottare per non andare in Serie B» TuttoMercatoWeb.com
Roberto GAGLIARDINI al 'Corriere di Verona' «...Era iniziato nel modo giusto, e poi quell'infortunio, il dolore e certi pensieri. Arrivavo da mesi difficili, in cui non avevo trovato squadra, da momenti che da un lato ti fortificano ma dall'altro ti segnano. Poi succede quel che è successo... Per fortuna ho recuperato in fretta. Bisogna mantenere alta la fiducia. Inizia ad aumentare la pressione, si parla di questi gol che mancano. Io credo che si debba andare sempre forte, perché poi sono cose che ti ritrovi in partita. Rimanere senza contratto è stato duro, per quanto sapessi da gennaio che ci sarebbe potuta essere questa situazione. Mi ero già organizzato, allestendo una palestra in casa. Grazie al Papu Gomez ho avuto la possibilità di prepararmi con il Renate, dove era stato l'anno scorso, pure da svincolato. Ha messo una buona parola per me, e ringrazio anche il direttore sportivo, Magoni, il tecnico Foschi. Sono stato con la squadra per due settimane, ho ritrovato il gusto dello spogliatoio. Poi, la chiamata dell'Hellas. Mi ha chiamato Sean Sogliano. Mi ha detto che cercavano un centrocampista ma che c'era da aspettare. Mi prendo due giorni in cui non mi alleno, vado in montagna con la mia famiglia. Alla mattina apro il telefono e leggo che Akpa-Akpro al Verona... Una mazzata. E invece… Mi manda un messaggio il mio procuratore e mi dice che il Verona mi vuole vedere, di presentarmi al campo. Prendo e arrivo qui, dopo pochi giorni l'okay» HellasLive.it
ZIGONI al 'Corriere di Verona' «Sono fiducioso, il Verona ha un gioco e il gol arriverà. Il Verona costruisce molto, ha degli attaccanti di valore. Mi piace molto Orban. Giovane, poi, sa trovare grandi giocate. Dunque, dico che bisogna avere pazienza. Evidentemente è un periodo così. Capita. Va superato guardando alle cose buone. Per ripartire serve avere convinzione nei propri mezzi. Se hai un gioco, la vittoria arriverà. Se non ce l’hai, può essere che ti vada bene una volta e che tu riesca a fare risultato pieno, ma resterà un episodio. L’Hellas si sboccherà, non si abbatta. Segnerà e troverà il gol che gli manca. E vincerà. Già con il Pisa, mi auguro» TuttoMercatoWeb.com
Volpati: "Felici di poter celebrare lo Scudetto del Verona anche al Festival dello Sport di Trento"
VITA DA EX Tempi duri per Diego COPPOLA al BRIGHTON, il centrale vede pochissimo il campo, tanto da aver giocato solo 16 minuti in Premier League e 180 in English Football League Cup.
Marco Davide FARAONI a Sky Sport '...Se mi aspettavo un epilogo simile col Verona dopo 171 presenze? Sì, perché le cose sono cambiate molto nel corso degli anni. Forse dopo Tudor: c’erano meno soldi, la programmazione è stata più faticosa. Se perdi questi elementi, rischi di creare una squadra non competitiva, ma fatta di giocatori di passaggio. E per me che non sono un fenomeno, la mancanza di competizione pesa troppo. Infatti sono calato di rendimento, cosa di cui mi ritengo il primo responsabile'.
il blog di Francesco Barana PRESIDIO INVESTORS FA SUL SERIO: BANCABILITÀ, RICAPITALIZZAZIONI, SVILUPPO COMMERCIALE E L’OBIETTIVO STADIO
Senza categoria, 6 Ottobre 2025
Tra mille dubbi e chiari di luna (la squadra, la classifica, il gol che non arriva), c’è una componente che dà conforto al Verona: la società. L’arrivo degli americani, come ogni novità, ha sortito le normali perplessità in città e tra i tifosi. Giusto, perché come si dice “prima vedere cammello e poi dare moneta”. Ma ci sono dei fatti e delle indiscrezioni, che chi scrive ha raccolto, che ci portano ad avere buoni motivi di pensare che Presidio Investors sta operando per rendere più forte e strutturato il club.
In primis, la nuova proprietà sul piano finanziario e bancario è solida. Sappiamo che Setti era arrivato col fiato corto e in affanno alla fine della sua corsa: ebbene, quelle criticità oggi sono in via di risoluzione. Teniamo conto che il monte ingaggi è stato alzato di qualcosa già quest’anno, ma è prevedibile che dal prossimo ci sarà un ulteriore up grade. I giocatori arrivati sono buoni giocatori, magari sconosciuti ai più in Italia (ma qui ci sarebbe da aprire una riflessione sul perimetro limitato di conoscenza degli addetti ai lavori italiani), ma ben referenziati e anche già con un discreto bagaglio di esperienza internazionale. Tradotto: ok la retorica delle scommesse, ma non sono arrivati scartini, tutt’altro.
Presidio è un fondo d’investimento, non gigante, ma nemmeno di scappati di casa: la dimensione del Verona può quindi essere di medio raggio, in modo da consolidarsi per davvero in serie A. Consolidamento non è solo contare i campionati di fila nella massima categoria, ma è anche come ci stai in A, con quali obiettivi, quale standing, quindi come operi sul mercato, come compri e come vendi. Ecco, a differenza di ciò che abbiamo visto in questi anni, l’intento degli americani è costruire squadre per non soffrire (che non significa spendere per accontentare la piazza, ma prendere i calciatori che ci si è prefissati e si considerano adeguati alle ambizioni) e realizzare una gestione economico-finanziaria tale da non doversi mai trovare nelle condizioni di svendere (ovvio che un giocatore se ha offerte più importanti lo devi cedere, ma occorre farlo in condizioni contrattuali di forza e non di debolezza).
Ma quali sono le leve di crescita? Ricapitalizzazioni dei soci, innalzamento del valore della rosa, potenziamento commerciale e infrastrutture. Con quale finalità? Trattandosi di un fondo, quindi di finanza, lo scopo sarà prima o poi rivendere per ritornare dall’investimento e guadagnarci. Tuttavia, da quanto risulta al sottoscritto, l’avventura di Presidio non dovrebbe essere a corto raggio. Ma molto dipenderà dal grande obiettivo, taciuto ma reale: realizzare lo stadio, entrando direttamente nel pool d’investitori. I rumors danno Presidio fiduciosa su questo fronte. A mio avviso un dato rimane comunque imprescindibile: se un nuovo impianto si vuole realizzare, per forza di cose dovrà essere privato e collegato direttamente alla proprietà del club.
FONTE: Blog.Telenuovo.it
Hellas Verona di Redazione, 09/10/2025 12:22 DILEMMA | Togliere Frese e mettere Valentini: che problema per Zanetti
Valentini e Frese
L'argentino ormai ha superato completamente l'infortunio muscolare e con il Pisa potrà essere schierato titolare. Per Zanetti però sorge un problema (una volta tanto d'abbondanza…): si può rinunciare infatti a Frese che è stato sino ad oggi uno dei più positivi della difesa. ovviamente il dilemma vivrà fino alla gara con i toscani. Da una parte c'è un giocatore che ha conquistato tutta Verona fin dal giorno in cui è sbarcato, a gennaio dello scorso campionato. Molto merito della salvezza del Verona passa attraverso la sicurezza e la dedizione che Valentini ha portato in gialloblù. Sogliano ha fatto un lavoro straordinario con la Fiorentina e con il procuratore per riportarlo in gialloblù. Mossa fondamentale per la costruzione della nuova squadra. Valentini è un leader e ha un rapporto speciale con Zanetti che lo ha valorizzato al meglio. Dall'altra parte c'è invece il danese, un “soldatino” fedele alle consegne, perfetto in ogni partita, grande professionista, dotato pure di un'ottimo piede come si è visto nella punizione calciata quest'estate con il Sudtirol. Insomma non sarà facile scegliere. Resta il fatto che il livello generale di una squadra si alza anche con queste qualità e che finalmente Zanetti avrà a disposizione valide alternative in ogni reparto.
Hellas Verona di g.vig., 08/10/2025 12:36 VIGHINI | Zanetti adesso non deve buttare via il bambino con l'acqua sporca
Giovane
Trovare soluzioni ma senza stravolgere quanto di buono è stato fatto fino ad oggi. Cedere alla tentazione, data dalla classifica, di cambiare faccia al Verona sarebbe a mio avviso un errore madornale. Il Verona funziona e funziona bene. Tanto da farci dire che questo è il miglior Hellas dagli anni di Tudor. Dopo la gara casalinga con la Juventus, dominata nel secondo tempo, eravamo tutti qui a stroppicciarci gli occhi quasi increduli. Purtroppo poi sono arrivate le sconfitte con Roma (immeritata) e Sassuolo a riportarci con i piedi per terra. Alla classifica del Verona mancano sicuramente i due punti con la Cremonese e a cinque, vedremmo le cose già con animo diverso. Ma d'altro canto, questo è il calcio. E se a tanta produzione di gioco e di occasioni non è corrisposto l'adeguato risultato, qualcosa evidentemente non funziona.
Cosa cambiare, dunque, per non buttare il bambino con l'acqua sporca? La prima cosa da ricordare al Verona è che è una squadra costruita per salvarsi. Non sta scritto nè in cielo nè in terra che il Verona debba ambire a qualcosa di diverso da una salvezza visti gli investimenti e viste le avversarie. Questo postulato aiuta nel momento in cui si giocano partite chiave come quella contro la Cremonese e quella contro il Sassuolo. Queste gare vanno condotte con attenzione, sapendo accelerare e decelerare durante la partita, leggendo gli avversari, ma soprattutto evitando di perderle. E' quello che ha fatto Grosso e non ha fatto il Verona. L'Hellas ha macinato sessanta minuti di ritmo folle (per la serie A, ovviamente), conquistando palla sulla trequarti, dando l'impressione di essere un carterpillar, ma spegnendosi dopo il gol del Sassuolo. Zanetti non è aiutato in questo momento dalla panchina. Mancano i giocatori che cambiano il passo, abbondano quelli che invece possono aiutarti a portare a casa una vittoria. Un conto è avere Niasse, un altro conto è avere Harroui. Aggiungiamo che Sarr sembra depresso e fatica e che Mosquera aveva due allenamenti sulle gambe.
Questo dunque il primo cambiamento: la difficoltà aiuta a maturare e adesso che il Verona si è scottato sarà più attento a evitare errori di gioventù come quello con il Sassuolo.
Il secondo cambiamento riguarda Giovane. I gol più clamorosi, a riguardare bene le immagini li ha avuti lui. Ancora più di Orban. E' lui a mio avviso la chiave del Verona, il vero grimaldello. Premessa anche in questo caso, per capire bene la faccenda. Giovane in Brasile era un esterno, non una punta. Qui deve fare l'11 (il riferimento ai numeri di una volta mi pare perfetto), cosa che deve ancora imparare. Per me è questo il ruolo, non c'è dubbio, ma Giovane corre, corre, corre troppo. A volte sale fino alla linea di centrocampo a prendersi il pallone, lo fa per generosità e per caratteristiche, ma così arriva stanco e poco lucido in zona gol. Ecco allora lo stop sbagliato di millimetri, il tiro debole o leggibile. Giovane, se si gioca alti come con il Sassuolo, deve abituarsi a pensare di essere letale in attacco e non a prendersi il pallone a metà campo.
Orban è un caso a parte. Lui sa fare il nove vero, è una zanzara tra i difensori avversari, continua a pungere, purtroppo non è ancora stato un killer, ma lo sarà. Anche lui ha necessità di essere meno frenetico. Vuole spaccare il mondo, a volte si spacca solo la testa. Deve dosare le energie, essere più maturo, riposarsi nelle pieghe della partita così come facevano Cacia e De Vitis e poi essere mortale nell'abbraccio alla difesa avversaria.
E' come vedete anche questione di tempo. Si sono giocate sei gare dall'inizio, questa squadra ha fatto meno di cinque partite con la rosa attuale e completa.
Arriverà, non c'è dubbio. Ma per farlo deve migliorare, senza snaturarsi e senza farsi prendere dal panico.
FONTE: TGGialloBlu.Telenuovo.it
Come sempre, l'ultimo mercato estivo dell'Hellas Verona è stato all'insegna di molti colpi in entrata. Alcuni da scoprire, altri già vecchie conoscenze del campionato italiano. Come ad esempio il difensore Nelsson, nella passata stagione in prestito (pur senza troppe fortune, alla Roma).
Il più utilizzato - Mister Zanetti però - tra i nuovi arrivati - si è affidato più di altri a Unai Nunez, centrale difensivo prelevato in estate dal Celta Vigo: 624' in sette presenze, di cui sei su sei in campionato. Ad oggi è lui il titolarissimo della retroguardia.
Gli altri - A ruota, come detto, c'è Nelsson con 540' e sei presenze, Belghali con 386', Fallou Cham con 313' (5 presenze), Al-Musrati 145' con 3 presenze di cui 90' in Coppa Italia, Bella-Kotchap con 161', Ebosse con 143' e Yellu Santiago con 101'. Per Gagliardini e Akpa-Akpro, i due centrocampisti arrivati dalla lista degli svincolati, rispettivamente 140' in tre presenze, e 197' in quattro presenze. In attacco, Gift Orban ha raccolto 350' in campionato (più 1' in Coppa Italia) con il primo gol in A segnato alla Juventus. Per il compagno di reparto, il brasiliano Giovane, 8 presenze in 582' ma ancora nessuna rete all'attivo.
Zanetti ha provato a rimettere subito in piedi il suo Verona dopo la sconfitta contro il Sassuolo. Lo ha fatto a caldo, con parole che sanno più di rilancio che di rimprovero: "Se saremo intelligenti, questa gara potrà servirci da lezione. Non siamo stati perfetti, altrimenti avremmo vinto. Ma non voglio che i miei ragazzi perdano fiducia". Il messaggio è chiaro: trasformare la delusione in crescita, senza lasciarsi abbattere.
Eppure i numeri fanno male. Contro il Sassuolo, l’Hellas ha prodotto ben 17 conclusioni, 9 delle quali nello specchio. Eppure zero reti. E non è un caso isolato. Nelle ultime quattro partite contro Cremonese, Juventus, Roma e appunto Sassuolo, riferisce quest'oggi La Gazzetta dello Sport, il Verona ha tirato in totale 62 volte, trovando il gol una sola volta, su rigore, con Orban contro i bianconeri.
Solo due reti in tutto il campionato finora, l’altra arrivata da calcio d’angolo contro l’Udinese, firmata da Serdar. Nessun gol su azione manovrata, e ultimo posto nella classifica dei gol segnati. Un’anomalia, considerando la quantità di gioco prodotta. Il problema, ormai evidente, è la scarsa precisione negli ultimi metri che dovrà essere risolto quanto prima possibile.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
10 ottobre 2025 Lo Scudetto del Verona al Festival dello Sport di Trento
Trento - Nella giornata di oggi, venerdì 10 ottobre, in occasione dell'ottava edizione del Festival dello Sport di Trento, il libro 'Scudetto del Verona' di Paolo Condò e Adalberto Scemma è stato ancora una volta protagonista.
Nella splendida cornice di Piazza Duomo, il libro scritto in occasione dei 40 anni dalla conquista dello Scudetto gialloblù, ha ospitato uno dei panel di uno dei festival sportivi più rinomati e famosi d'Italia.
Protagonista dell'incontro, insieme a Paolo Condò e Adalberto Scemma, è stato il Campione d'Italia Domenico Volpati, che insieme ai due autori ha rivissuto le tante emozioni di un'annata che resterà per sempre nella storia del calcio italiano.
11 ottobre 2025 L'Hellas Verona ancora al fianco della Fondazione 'Più di un Sogno'
Verona - Domenica 12 ottobre si celebra la 'Giornata Nazionale delle persone con Sindrome di Down', e anche quest'anno HV Foundation e Hellas Store hanno deciso di cooperare per sostenere la Fondazione Più di un Sogno, dedicata ai ragazzi con disabilità intellettiva.
Da oggi, sabato 11 ottobre, all’Hellas Store Arena di via Cattaneo 2, sarà possibile acquistare delle tavolette di cioccolato per contribuire ai progetti benefici della fondazione, a cui sarà devoluto l'intero ricavato da HV Foundation, per dare un concreto supporto a chi ne ha più bisogno.
Durante il mese di ottobre, la Fondazione Più di un Sogno organizza dei banchetti nelle piazze di Verona e provincia, dove i volontari e le famiglie distribuiscono, a fronte di un piccolo contributo, tavolette di cioccolato realizzate con cacao proveniente dal commercio equo e solidale.
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - = VITA DA EX Tempi duri per Diego COPPOLA al BRIGHTON, il centrale vede pochissimo il campo, tanto da aver giocato solo 16 minuti in Premier League e 180 in English Football League Cup.
Marco Davide FARAONI a Sky Sport '...Se mi aspettavo un epilogo simile col Verona dopo 171 presenze? Sì, perché le cose sono cambiate molto nel corso degli anni. Forse dopo Tudor: c’erano meno soldi, la programmazione è stata più faticosa. Se perdi questi elementi, rischi di creare una squadra non competitiva, ma fatta di giocatori di passaggio. E per me che non sono un fenomeno, la mancanza di competizione pesa troppo. Infatti sono calato di rendimento, cosa di cui mi ritengo il primo responsabile'.
Al Brighton di giovani talenti se ne intendono e l'acquisto di Diego Coppola dall'Hellas Verona per 11 milioni di euro è potenzialmente un grande colpo. E mentre i club italiani lo tenevano d'occhio, gli inglesi hanno rotto gli induci per la gioia delle casse scaligere. Ma come sta procedendo l'avventura del difensore in riva al Canale della Manica?
Giudizio sospeso, anche perché l'impiego è centellinato, a voler usare un eufemismo. Il bilancio fin qui è di 4 partite, di cui 2 da titolare in Coppa di Lega dove ha giocato 180 minuti. E due spezzoni in Premier League per un totale di appena 16 minuti. Nel 4-2-3-1 di Fabian Hurzeler la coppia centrale è composta da capitano e bandiera Lewis Dunk e dall'olandese Jan Paul van Hecke. Per Coppola questa è soprattutto una stagione di apprendistato e lui stesso ha accettato senza problemi: "Sono molto contento della mia situazione qui e mi sto ambientando" ha dichiarato lo steso Coppola.
Va detto che le partite di Coppa di Lega contro Oxford e Barnsley sono andate piuttosto bene, al netto del peso specifico comunque basso delle avversarie: due vittorie per 6-0, due assist di Coppola. Nonostante lo scarso impiego, la considerazione di Rino Gattuso nei suoi confronti resta molto alta al punto da convocarlo per le gare di qualificazione ai Mondiali contro Estonia e Israele.
DIEGO COPPOLA - BRIGHTON
Presenze: 4
Da titolare: 2
Reti: 0
Assist: 2
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Marco Davide Faraoni è tornato a parlare di ciò che successe l'11 giugno 2023, quando evitò un gol nello spareggio salvezza con un tocco di mano, venendo espulso, ma "decidendo" la sfida, visto che poi Nzola fallì il tiro dagli undici metri. Ai microfoni di Sky Sport, l'esterno lo ha spiegato così: "Sarò sincero: non è stata una cosa di cui andare proprio orgogliosi. È stata una vera e propria c***ta anzi: mancavano ancora 20’ più recupero, ci giocavamo la salvezza. Che per una società e per i suoi tifosi vuol dire tutto. Aggiungo, pure per i giocatori: in B i contratti si dimezzano, molte carriere potevano subire un duro colpo. Ed ero pure capitano. Magari quando mancano 2’ dalla fine, se sei sul 3-1, te la rischi pure. Ma così, no. Avevo pure segnato, ma avevo lasciato i miei compagni in difficoltà. È stato un gesto folle, al solo pensiero mi vengono i brividi. Per fortuna Montipò ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, come tutti i miei compagni. Io manco ero riuscito a vederlo, quel rigore: me l’ha raccontato il magazziniere. Dopo quell’episodio, sono rimasto seduto nella stessa posizione fino alla fine della partita. Negli spogliatoi è esplosa la festa: i miei compagni mi hanno fatto i complimenti, ma mi hanno anche detto che se Nzola avesse segnato, me l’avrebbero fatta pagare. Mi piace dirmi che con un pizzico di follia, certe cose non le riesci a conquistare. Qui forse sono andato un po’ oltre".
Si aspettava questo epilogo dopo 171 presenze con il Verona?
"Sì, perché le cose sono cambiate molto nel corso degli anni. Forse dopo Tudor: c’erano meno soldi, la programmazione è stata più faticosa. Se perdi questi elementi, rischi di creare una squadra non competitiva, ma fatta di giocatori di passaggio. E per me che non sono un fenomeno, la mancanza di competizione pesa troppo. Infatti sono calato di rendimento, cosa di cui mi ritengo il primo responsabile. Ma ci sta, sono state fatte delle scelte e nel calcio i cicli finiscono. Io sono rimasto, ma sarei dovuto andare via prima: avevo uno stipendio troppo alto e giustamente una società che vuole rinnovarsi non può permettersi di tenere un giocatore che guadagni troppo e di oltre 30 anni. Di fatto, il Verona non ha più creduto in me ma è un ragionamento che comprendo: se serve fare fatturato, servono i giovani. E io non lo ero più".
Ha un un rammarico legato al mercato?
"Sì, quello di non aver fatto il salto di qualità dopo i due anni importantissimi con Juric proprio a Verona (lo dicono i numeri per me). Mi sarei voluto misurare in una piazza più importante, capire quale fosse il mio livello, se potevo ancora migliorare. Sarebbe stata una sfida con me stesso, questa volta mi sentivo pronto per affrontarla. Ma alla fine rimanere a Verona non mi è pesato, perché per me non era più una semplice squadra. Ma casa".
In passato non lo era?
"No. E penso al mio debutto in una prima squadra. Cioè l’Inter. Stagione 2011/2012. Ho vissuto un sogno, ma non c’entravo niente con quel tipo di giocatori. Probabilmente ho avuto spazio perché in quel momento la squadra non era al massimo delle sue forze, dopo aver vinto il Triplete. Ci ho messo gamba e cuore, ma sapevo che non sarebbe stato quello il mio momento: l’Inter non aspetta e quindi ho scelto di giocare andando altrove. Sono però contento di aver fatto un po’ la storia: dopo Sebastiano Esposito e Balotelli, il più giovane ad aver segnato sono stato io. E da poco è arrivato anche Pio Esposito".
Fa effetto vedere che Gasperini e Ranieri, i due che la allenarono all'Inter, collaborare insieme alla Roma?
"Non so se fa effetto, ma posso dire certamente che si tratta di due persone molto diverse. Quasi opposte. Ranieri è pacato, non fa mai scenate. E per mai, intendo mai: non mi ricordo nemmeno troppo come sia quando grida. Arriva al cuore delle persone con la gentilezza. Faccio un esempio: al momento della cena, arrivava e stringeva la mano a ogni giocatore, augurando buon appetito. Ha veramente un atteggiamento paterno. Gasperini invece lo sentivi eccome! Ha sempre preteso molto e, se la prestazione non gli piaceva, strillava così tanto che lo sentivi per tutto lo stadio. È istintivo: pure da avversario notavo come se la prendeva con i suoi giocatori quando non gli piaceva qualcosa. In queste prime settimane di Roma, però, mi sembra di vederlo più tranquillo. Quasi disteso. Stiamo parlando comunque di due allenatori eccezionali".
Quale allenatore le ha lasciato di più?
"Non mi nascondo, dico Juric. Mi ha fatto crescere sotto tutti i livelli e i risultati si sono visti. Le mie migliori stagioni sono state con lui e ancora adesso so che alcune cose mi vengono in automatico: chiudere sul secondo palo, gestire la respinta di testa per mirare un compagno, giocare in avanti veloce di prima, evitare di prendere l’uno contro due. Se so fare il quinto di centrocampo in un certo modo, è perché me l’ha insegnato lui".
Rispetto a Tudor, com’era?
"Arrivavano entrambi a sfinirti. Juric di base è un allenatore tranquillo, ma a volte si arrabbia molto. Tudor forse è più leggero, sorride un po’ di più. In tutti i casi, impazzivano tutti e due se nell’uno contro uno perdevi l’uomo. Mi ricordo ancora certe sgridate…".
Ora è svincolato. Attende un’opportunità?
"Sì, sento di non aver ancora finito con il calcio. Mi sono informato per il patentino da dirigente o allenatore, ma non è ancora la mia strada. Voglio chiudere giocando almeno altri due o tre anni ad alto livello e per questo mi sto continuando ad allenare al massimo, per farmi trovare pronto".
Ma si aspettava di rimanere ancora senza contratto?
"Sapevo che sarebbe stato molto difficile trovare subito una squadra, per il periodo storico che sta passando il calcio: una volta essere svincolati era quasi un’opportunità, ora è un grosso problema. Però no, non pensavo di essere ancora a casa. Credo di aver guadagnato un po’ di credibilità in questi anni e che gli infortuni, che comunque ci sono stati, facciano parte della carriera di un giocatore, indipendentemente dall’età. Quando era a Verona, Pazzini che stava per smettere mi disse questa frase: ‘È vero che i giovani vanno veloci, ma i vecchi conoscono la strada’. Ecco, io penso di conoscerla e so di volerla camminare ancora per un po’. Perché nonostante l’ultima stagione, amo ancora il calcio. Non è ancora tempo di separarsi”
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Contro il razzismo. Diciamolo insieme, diciamolo ovunque: #KeepRacismOut
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40 anni dalla conquista di un sogno
8 aprile 2023: un compleanno indimenticabile
Prossima partita
Sabato 18 Ottobre, ore 15:00 (DAZN)
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Serie A 7ª Giornata
Classifica
Serie A 2025-2026
Napoli
15
Roma
15
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13
Inter
12
Juventus
12
Atalanta
10
Bologna
10
Como
9
Sassuolo
9
Cremonese
9
Cagliari
8
Udinese
8
Lazio
7
Parma
5
Lecce
5
Torino
5
Fiorentina
3
Hellas Verona
3
Genoa
2
Pisa
2
Ultima partita
Venerdì 3 Ottobre, ore 20:45 (Sky Sport/DAZN)
0-1
Serie A 6ª Giornata
Potevo tifare mille squadre, o magari quelle che tifano tutti. E invece tu mi hai fatto gialloblù.