serviva uno che ci sapesse fare con i piedi e che, naturalmente trequartista (e quindi abituato a giostrare dal centro verso dove lo porta l'istinto), fosse pure in grado di fare la mezzala all'occorrenza oppure l'esterno d'attacco; però profili come questi solitamente costano parecchio o sono comunque fuori dalle possibilità economiche dell'attuale dirigenza, ecco perché SAPONARA potrebbe unire l'utile(issimo) al dilettevole in una squadra che ha perso il bomber da doppia cifra (patendo nell'ultima stagione le pene dell'inferno) e che quindi avrà tanto bisogno dei preziosi gol di centrocampisti e trequartisti come Riccardo per cercare di arrivare alla salvezza con meno patemi d'animo rispetto al 2022-23.
Un potenziale problema che potrebbe avere il giocatore, da sempre 'frenato' da un carattere un po' introverso e timido che l'ha limitato al MILAN e nella prima parte dell'esperienza fiorentina, al netto ovviamente dell'imprescindibile condizione fisica, potrebbe essere il calarsi in una realtà il cui unico obiettivo è il giocare in Serie A anche la prossima stagione ma è pure vero che SAPONARA ha dato il meglio di sé in realtà medio-piccole e che, a quasi 32 anni, ha la maturità e l'esperienza adatte per sapere cosa vuole dalla vita e dal lavoro e se dice di aver scelto il VERONA come prima ipotesi del dopo FIORENTINA c'è da credergli...
, a 5 chilometri dal centro di Forlì, dai 'primi calci' ai giovanissimi alla TRE MARTIRI, quindi la categoria allievi allo SPORTING FORLÌ, il ragazzo ha la stoffa del 10 nonostante quel carattere un po' dissonante dalle qualità tecniche di cui dispone: Per la stagione 2007-08 arriva il RAVENNA che lo inserisce in Primavera e, nella stagione successiva, coi giallorossi che retrocedono, l'esordio in Prima Divisione di Lega Pro con la prima squadra di mister
del fantasista (per un totale di 1,25 milioni) e farlo esordire in cadetteria il 13 Novembre del 2010 contro l'ATALANTA: In panchina il mister è Alfredo
.
ma la squadra Toscana naviga costantemente in cattive acque, cambia tre allenatori e alla fine riesce comunque a rimanere in Serie B dopo lo spareggio col VICENZA.
nell'estate del 2012, Riccardo diventa imprescindibile e a fine Gennaio del 2013, con uno score di 8 gol e 7 assist in 18 presenze, il MILAN acquisisce la metà del cartellino del 'nuovo KAKA' per quasi 4 milioni ma lo lascia nel club toscano a finire la stagione con altri 5 centri.
non riesce a risolvere e infatti il tecnico viene esonerato dopo il 4 a 3 subito dal SASSUOLO ma anche con Clarence
nel girone di ritorno le cose non vanno molto meglio: Il club termina il campionato all'8° posto e SAPONARA raggranella 7 apparizioni in Serie A senza mai trovare il gol.
Nonostante il flop il MILAN acquisice dall'EMPOLI anche la seconda metà del cartellino a Giugno ma
si ritrova ancora a meraviglia: Con 7 gol in 17 presenze da una grossa mano alla salvezza del
.
Nel 2015-16 l'ex allenatore gialloblù emigra in quel di NAPOLI mentre in panchina all'EMPOLI arriva
ma per SAPONARA cambia poco: 5 gol in 33 partite e gli azzurri che si salvano con largo anticipo terminando al decimo posto in campionato.
al termine della stagione per avere la totalità del cartellino ma per il club viola sembra un affare e il giocatore termina la prima metà di stagione alla FIORENTINA con un paio di gol in 11 apparizioni, la grande speranza di fare meglio per il 2017-18 ma soprattutto stringe un legame speciale con capitan
di cui diventa amico fraterno.
per ritrovare l'entusiasmo, le giocate di un tempo e ridare un senso alla sua carriera che si avvia rapidamente all'anticipato declino.
Segue una stagione più in ombra che in luce (anche a causa di qualche infortunio di troppo) in
dove debutta con un gol ma a Gennaio 2020, dopo sole 4 apparizioni in campionato,
senza riuscire a salvare i salentini dalla retrocessione.
non trova il bandolo della matassa, SAPONARA lascia i viola dopo un paio di presenze e
che si salva senza troppi patemi d'animo grazie anche alle due reti messe a segno da Riccardo (
e il club di Firenze trova il 7° posto finale in Serie A con la relativa partecipazione alla prossima
grazie anche ai 3 gol e ai 3 assist con cui il trequartista (che gioca spesso da esterno sinistro) impreziosisce le sue 29 presenze.
ma né i 2 gol e 3 assist europei, né i 4 gol e gli altrettanti assist in Serie A convincono il club viola a trattenere il 31enne SAPONARA che così, essendosi sentito per tempo con
.
STAGIONE 2023-24 + - =
A SPORTMEDIASET
Saponara racconta l'esperienza in Turchia: "Avrei voluto rimanere a Verona e giocare almeno una volta in Nazionale"
Il calciatore dell'Ankaragücü ha parlato della sua scelta in un'intervista esclusiva rilasciata a Marialuisa Jacobelli
22 febbraio 2024
© sportmediaset
Riccardo Saponara sta vivendo i primi mesi in Turchia eppure l'attaccante dell'Ankaragücü si è subito trovato a proprio agio con la nuova dimensione. Costretto a lasciare a gennaio l'Hellas Verona, l'attaccante romagnolo ha sfruttato il legame con la cultura italiana trovandosi esaudendo così un desiderio che si portava dentro da tempo. Una storia che ha raccontato in un'intervista esclusiva rilasciata a Marialuisa Jacobelli per Sportmediaset.
"L'Italia, le persone a me più care e le abitudini mi mancano. Nonostante ciò tutti si sono dimostrati subito disponibili e per questo non sento il gap con il mio paese - ha spiegato Saponara -. Mi manca Verona perchè il progetto iniziale non era andarmene dopo soli sei mesi, ma dopo aver vissuto i due anni di contratto e quanto offre la città. Nonostante ciò posso esser soddisfatto di queste prime settimane".
Il piccolo rimpianto nasce essenzialmente dal rapporto che si era creato con i compagni di squadra così come quello costruito a Empoli con Mirko Valdifiori e Lorenzo Tonelli, "fratelli maggiori" nell'esperienza in azzurro, ma soprattutto fedeli compagni di un viaggio non semplice che lo ha portato dalla provincia di Forlì alla Toscana. Una terra quest'ultima che gli ha regalato grandi soddisfazioni sia con l'Empoli che con la Fiorentina dove ha trovato quello che è mancato nella sua carriera: la costanza. "A Empoli giocavo nel 3-4-1-2 da trequartista, mentre a Firenze Italiano mi ha spostato più all'esterno dove sulla sinistra mi sono espresso al meglio. Purtroppo la costanza è stato un po' il mio tallone d'Achille che non mi ha permesso di vestire la maglia della nazionale maggiore, un sogno che un giorno spero di poter esaudire".
In Turchia Saponara ha potuto osservare la grande assonanza con la cultura italiana, ma soprattutto il legame al calcio di casa nostra, amato grazie anche a personaggi come il commissario tecnico Vincenzo Montella, apprezzato nella Penisola Anatolica sia per le sue competenze che per la sua umanità emersa in tutto e per tutto in occasione del terribile terremoto che ha colpito il paese lo scorso anno. Dalla Turchia l'ex attaccante del Milan non ha mai smesso di guardare il nostro campionato dove c'è una sola favorita per il successo finale. "Spesso e volentieri le squadre di vertice si appoggiano sui singoli, ma in questo caso ho visto un collettivo veramente forte. Non credo che abbia le carte in regola per vincere lo scudetto come l'Inter, anche perché credo che possano andar avanti anche in Champions League".
FONTE:
SportMediaset.Mediaset.it
30 GENNAIO 2024
Riccardo Saponara si trasferisce all'Ankaragücü
Verona - Hellas Verona FC comunica di aver ceduto a MKE Ankaragücü - a titolo definitivo - il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Riccardo Saponara.
Hellas Verona FC saluta Riccardo e gli augura il meglio per questa nuova esperienza professionale.
FONTE:
HellasVerona.it
Data: 28/01/2024
Verona, fatta per Saponara all'Ankaragucu: i dettagli
Il Verona si prepara a salutare Riccardo Saponara: fatta per il trasferimento all'Ankaragucu
Autore: Gianluca Di Marzio
Continua il mercato invernale del Verona che si prepara a salutare anche Riccardo Saponara: è fatta per il trasferimento in Turchia all'Ankaragucu.
Verona, fatta per Saponara all'Ankaragucu
Dopo appena 12 presenze in Serie A e 2 in Coppa Italia sta già per terminare l'esperienza al Verona di Riccardo Saponara.
Il classe 1991 si prepara a trasferirsi all'Ankaragucu, squadra che milita nel campionato turco e allenata da Emre Belözoğlu. Il giocatore firmerà un contratto di 2 anni e mezzo.
Questo potrebbe non essere l'ultimo trasferimento del mercato del Verona. Al termine della partita contro il Frosinone l'allenatore gialloblu Baroni ha detto: "Credo ci sarà ancora qualche uscita. Noi vogliamo solo gente che vuole restare qua, vuole lottare e che ci crede".
FONTE:
GianlucaDiMarzio.com
NEWS
L’Arena: “È l’ora di Saponara!”
Il quotidiano "invoca" il fantasista ex Fiorentina in vista della ripresa del campionato
Tommaso Badia
di Tommaso Badia 21 Novembre 2023 13:05
È l’ora del fantasista, è l’ora di Saponara! Questo, in sostanza, l’appello dei colleghi de L’Arena a mister Baroni in vista del Lecce e, più in generale, della ripresa del campionato.
Arrivato a parametro zero come grande colpo di mercato, l’ex Fiorentina ha sin qui in campionato ha raccolto otto spezzoni (con una sola maglia da titolare) per un totale di circa centocinquanta minuti, troppo poco per incidere.
Con il passaggio al 4-3-3, il buon Ricky dovrebbe tuttavia trovare un minutaggio maggiore e un modo di giocare più nelle proprie corde. La salvezza, così come fu per Verdi lo scorso anno, passa anche dalla qualità.
FONTE:
CalcioHellas.it
12 Novembre 2023 - 12:50 Hellas Live
Hellas Verona, Saponara in campo una media di 19’
Sono 8 le presenze in campionato con la maglia gialloblù dell’ex centrocampista della Fiorentina. Gettoni che salgono a dieci se si contano anche le due di Coppa Italia. Solo in una occasione Riccardo Saponara ha trovata una maglia da titolare, a Frosinone. Sono invece quattro le partite dove non è stato impiegato, una per infortunio (Sassuolo, ndr) mentre contro Bologna, Napoli e Juventus ha seguito i compagni dalla panchina. Anche in Coppa Italia è subentrato dalla panchina.
Saponara è stato impiegato in campionato da Baroni per un totale di 158’, una media di 19’ a partita.
FONTE:
HellasLive.it
Hellasmania: le parole di Saponara fanno discutere. Cosa ha detto di male?
del 26 luglio 2023 alle 10:57
In queste ore è stato presentato il nuovo arrivo in casa Hellas: Riccardo Saponara. Un nuovo tassello che sblocca un poco la situazione di generale stallo del mercato gialloblù, ancora influenzato dalle cessioni che a rilento stanno trovando una soluzione. L'arrivo dell'ex Viola però, è stato comunque un bel segnate, anche se ad oggi, a due settimane circa dall'inizio dei giochi veri, la squadra è ancora un cantiere aperto, con tante caselle da completare. Al di là di questo, hanno fatto discutere alcune dichiarazioni dello stesso Saponara che, durante l'intervista di presentazione, ha parlato subito di "salvezza", scatenando così il dissenso di una parte dei tifosi. Merita quindi un commento in più, tanto per capire la situazione generale che sta attraversando ora l'Hellas Verona.
In primis, diciamolo pure schiettamente: Saponara non ha detto nulla di trascendentale o di scandaloso. Al contrario, incalzato, bisogna dirlo, da una domanda di un collega, ha risposto in modo del tutto veritiero e del tutto in regola con quello che molto probabilmente hanno fatto capire da parte della società. Qui a Verona si pensa prima di tutto a salvarsi, poi tutto il resto. Un bel cambiamento per lui, certo, venendo dal un club come la Fiorentina che ogni anno ha l'obiettivo minimo di essere in Europa. Saponara è stato quindi molto serio e molto realistico, perché ad oggi questa è la realtà di Verona, non c'è nulla da nascondere. Sarebbe inutile parlare o addirittura promettere qualcosa che effettivamente in questo momento storico è irraggiungibile, creando aspettative assurde e del tutto infondate. Certamente la speranza è quella di far meglio ogni anno che passa ma, come stiamo vedendo anche in questa sessione estiva, tutto questo è sempre più difficile. L'aria che tira in quel di Verona è di una situazione che fatica a crescere, complice soprattutto una situazione economica non ben definita da parte della società. In questi casi quindi è meglio non farsi tante illusioni, ma restare aggrappati ben saldi alla realtà, che è quella che abbiamo sotto gli occhi di tutto.
Detto questo allora, per quanto riguarda le parole di Saponara, non bisogna interpretarle come quelle di qualcuno che già ha tirato i remi in barca, ma di un uomo serio e di un giocatore con la testa sulle spalle, che sa dove ora gioca e che darà l'anima per la causa, ossia la salvezza prima di tutto. Ben venga allora giocatori così, piuttosto che personaggi che arrivano e giocano per se stessi, senza un minimo di attaccamento agli obiettivi della squadra. Ora vedremo se questo mercato estivo finalmente si sbloccherà sia in uscita che, conseguentemente, in entrata, per cercare di dare a Baroni una rosa con un minimo di solidità.
FONTE:
CalcioMercato.com
25 LUGLIO 2023
Saponara: "Il Verona mi ha convinto subito, sono pronto ad aiutare i miei compagni"
Verona - Le principali dichiarazioni del nuovo attaccante dell'Hellas Verona, Riccardo Saponara, rilasciate in occasione della sua conferenza stampa di presentazione ufficiale tenutasi oggi, martedì 25 luglio, nella sede del Club gialloblù.
Perché hai voluto fortemente il Verona? "Sinceramente avevo già avuto modo di parlare con il Direttore Sogliano nei mesi passati, ed ero a conoscenza della sua stima nei miei confronti. Da quando ho avuto l'opportunità di venire qui ne sono sempre stato convinto, già prima che arrivasse mister Baroni. La piazza mi ha sempre attratto per la sua storia e per il calore dei tifosi. Non ho mai avuto ripensamenti, sono stato deciso fin da subito su questa scelta".
Che momento è della tua carriera? "Ho ritrovato una linfa che stava scemando negli ultimi anni, le ultime due stagioni a Firenze ho avuto le mie soddisfazioni. Sono cresciuto, ho riscoperto la capacità di interpretare un ruolo diverso. Oggi sono consapevole delle mie qualità, e voglio dare continuità alle ultime tre stagioni per dare il mio contributo alla squadra".
Come ti inserisci tatticamente in questo Verona? "Credo che il progetto tecnico del mister possa ricalcare un po' quello dei miei ultimi due anni alla Fiorentina. Mister Baroni conosce le mie caratteristiche: sono un giocatore che può svariare sulla trequarti in tutte le zone. Sarà lui a decidere dove posizionarmi".
Ti senti pronto ad essere uno dei leader di questa squadra? "Non me la sento di definirmi un leader perché credo sia un'etichetta che vada conquistata, se lo diventerò mi sarà riconosciuto dagli altri. Mi sento nella condizione di poter dare il mio contributo, vista la mia esperienza. Il percorso che ho affrontato negli ultimi anni mi ha fatto crescere molto, cercherò di dare una grossa mano a chi mi sta intorno, ai miei compagni".
Che gruppo hai trovato? "Ho trovato un ambiente che non sembra arrivare da una salvezza conquistata a uno spareggio. Un gruppo di giocatori che va forte, che lavora tanto e ha consapevolezza dei propri mezzi. Tanti ragazzi giovani che hanno qualità e che si stanno facendo conoscere con tanta voglia di emergere, con un allenatore capace di guidarci e di far emergere le nostre qualità".
Che bilancio fai della tua carriera? "Positivo perché ho affrontato tante tappe che all'inizio della mia carriera non avrei pensato di dover affrontare. Mi sono tolto tante soddisfazioni, sia nei miei confronti che in quelli della mia famiglia. Ho avuto le mie opportunità, e ognuna di esse mi ha insegnato qualcosa. Forse ho sbagliato in qualche scelta o a volte nella gestione del mio fisico, un fattore che può avermi giocato contro, non mi sono gestito nel migliore dei modi in alcune situazioni per la smania di voler giocare. La cura del mio corpo e dell'aspetto psicologico delle partite è qualcosa che ho imparato nel tempo. C'è chi nasce pronto e chi ci arriva più tardi. Non ho rimpianti, ho fatto il mio percorso di crescita. Oggi sono cresciuto, ho investito su di me, sulla mia persona. Penso di essere in grado di trovare le mie motivazioni da solo, e addirittura mi ritrovo dall'altra parte ad essere io a motivare gli altri".
Sarri è stato il più importante tra i tuoi allenatori? "Ha avuto maggiore incidenza nella mia esplosione, intravide in me qualità che non conoscevo: posizionandomi come trequartista diede vita alla mia carriera in Serie A. Lui e Italiano negli ultimi anni sono stati i due mister con cui ho avuto più feeling e da cui ho estrapolato qualcosa, sia sul campo che fuori. In generale tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno lasciato qualcosa e li ringrazio".
Cosa vuol dire calarsi nuovamente nella lotta salvezza per te? "Mi carica, mi dà entusiasmo e responsabilità allo stesso tempo. Sarà un campionato diverso rispetto ai miei ultimi due, ma negli anni precedenti ho giocato in squadre dove l'obiettivo era quello di salvarsi come lo sarà in questa stagione. Penso di sapere cosa mi aspetta. La stagione scorsa ci farà partire con un'attenzione e un'aspettativa diversa, senza dimenticare che sul campo dovremo avere la nostra identità. Il mister è focalizzato su questo, ha un'idea molto precisa di gioco, e penso che oggi le squadre che hanno l'obiettivo di salvarsi debbano presentare la propria identità in campo".
FONTE:
HellasVerona.it
L'ANGOLO DELL'AVVERSARIO
Sfuma definitivamente Saponara: sarà avversario dell’Udinese
Il fantasista svincolato dalla Fiorentina ha firmato un accordo di un anno con opzione per il secondo con i gialloblu
di Guido Lorenzelli Luglio 23, 2023 - 13:00
Niente da fare, Riccardo Saponara non sarà un giocatore dell’Udinese. Il fantasista rimasto svincolato dopo la naturale scadenza del suo contratto con la Fiorentina era stato nel mirino dei bianconeri friulani, ma alla fine ha scelto l’Hellas Verona.
L’ex Spezia, Milan, Empoli e Fiorentina sarà quindi avversario dell’Udinese nel prossimo campionato.
FONTE:
CalcioUdinese.it
21 LUGLIO 2023
Riccardo Saponara è nuovo giocatore gialloblù!
Verona – Hellas Verona FC rende noto di aver acquisito le prestazioni sportive del calciatore Riccardo Saponara, che ha firmato un contratto con il Club gialloblù fino al 30 giugno 2024, con opzione per il secondo anno.
Nato il 21 Dicembre 1991 a Forlì, Saponara inizia nel 2004 il suo percorso da calciatore nelle Settore Giovanile del Forlì ed esordisce tra i professionisti nella stagione 2008/09 con la maglia del Ravenna in Lega Pro.
Dopo essere passato all’Empoli per quattro stagioni, il centrocampista disputa una stagione e mezza al Milan, ed a gennaio 2015 torna in prestito all’Empoli.
Dopo altre due stagioni con i toscani si trasferisce alla Fiorentina che lo acquista nella stagione 2017/2018. Saponara passa poi temporaneamente da Sampdoria, Genoa, Lecce e Spezia, prima di far ritorno definitivamente alla Fiorentina nelle ultime due stagioni di Serie A. Con la squadra viola il centrocampista toscano ha disputato anche la finale di UEFA Conference League nella scorsa stagione, 2022/23.
Hellas Verona FC rivolge un caloroso saluto a Riccardo Saponara, augurandogli un futuro in maglia gialloblù ricco di soddisfazioni, personali e di squadra.
FONTE:
HellasVerona.it
PRIMA DI VERONA + - =
SERIE A
Hellas Verona, doppio rinforzo a parametro zero in attacco: a un passo Saponara e Destro
13/07 ALLE 13:30
di PIERPAOLO MATRONE
© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom
Hellas Verona molto molto attivo sul mercato. Dopo aver chiuso il colpo Mboula a centrocampo, adesso gli scaligeri sono concentrati sull'attacco e potrebbero presto accogliere due rinforzi a parametro zero: Riccardo Saponara per la fascia, Mattia Destro al centro. Ambedue svincolati.
Biennale per Saponara
Il traguardo è vicino, anzi a un passo, per entrambi. A riferirlo è il Corriere dello Sport, secondo cui l'ex Fiorentina è un'esplicita richiesta del nuovo allenatore Baroni e per lui è pronto un contratto biennale. Vicinissima anche l'intesa con il centravanti ex Milan e Roma.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
MERCATO ORA PER ORA
VERONA, SAPONARA AD UN PASSO. E PIACE RANOCCHIA
11 luglio 2023
Il Verona è attivissimo sul mercato. Dopo aver chiuso per Mboula per l'attacco, gli scaligeri sono vicini ad ingaggiare pure Riccardo Saponara, svincolato sul mercato. Il club veneto sta vedendo il da farsi anche sul fronte Filippo Ranocchia, centrocampista della Juventus ex Monza.
FONTE:
SportMediaset.Mediaset.it
SERIE A
Hellas Verona, dopo Mboula in arrivo un altro innesto: accordo vicino col trequartista Saponara
11/07 ALLE 14:01
di RAIMONDO DE MAGISTRIS
© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom
L'Hellas Verona che questa mattina ha ufficializzato l'attaccante Jordi Mboula è pronta ad accogliere un altro innesto in attacco. Lo scrive il quotidiano 'L'Arena': fumata bianca in arrivo per Riccardo Saponara, trequartista classe '92 svincolato dopo la scadenza del contratto con la Fiorentina.
Saponara nelle ultime due stagioni ha collezionato con la maglia della Fiorentina 69 presenze e sette reti. In precedenza, ha vestito anche le maglia di Spezia, Lecce, Genoa, Sampdoria, Milan, Empoli e Ravenna.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
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Data: 07/07/2023
Verona, si lavora per Saponara e Destro a parametro zero
Il Verona è al lavoro per gli arrivi a parametro zero di Riccardo Saponara e Mattia Destro
Autore: Redazione
L'Hellas Verona si muove concretamente su due obiettivi a parametro zero: il club gialloblù punta Mattia Destro e Riccardo Saponara per l'attacco. I due giocatori sono rimasti svincolati rispettivamente da Empoli e Fiorentina al termine di questa stagione: il Verona lavora all'intesa con entrambi i calciatori. Per l'ex Fiorentina ci sarà un incontro nel weekend.
Il Verona punta Destro e Saponara. Si cerca l'accordo per Folorunsho
Oltre ai due possibili colpi a parametro zero, il Verona continua a lavorare per l'arrivo di Michael Folorunsho, che ha già dato il suo ok al trasferimento in Veneto. Sorpasso ormai decisivo sull'Empoli, anche se sono ancora da definire i dettagli col Napoli, proprietario del cartellino del centrocampista (nell'ultima stagione in prestito al Bari) e con lo stesso giocatore.
FONTE:
GianlucaDiMarzio.com
CALCIOMERCATO
Saponara diventa un’idea sempre più concreta?
A quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, l’Hellas avrebbe messo la freccia per il trequartista
di Tommaso Badia Luglio 1, 2023 - 14:00
Continuano a seguirsi le voci che vorrebbero il Verona su Riccardo Saponara, trequartista svincolato dopo il termine dell’avventura con la Fiorentina: a confermarle è oggi La Gazzetta dello Sport.
A quanto infatti riportato dalla Rosea, l’Hellas sarebbe addirittura in vantaggio sulle altre concorrenti.
FONTE:
CalcioHellas.it
CALCIOMERCATO
Mercato Verona: Saponara possibile obiettivo gialloblù
29/06 ALLE 10:00
di ENRICO BRIGI
per Tuttohellasverona.it
fonte L'Arena
© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom
Nel nuovo Hellas targato Marco Baroni serviranno esterni di qualità. In attesa del rinnovo di Lazovic, e dopo il riscatto di Braaf, il diesse gialloblù Sean Sogliano rivolge lo sguardo a Riccardo Saponara, esterno di indubbia qualità, rimasto svincolato dopo le ultime due stagioni con la maglia della Fiorentina. Sul giocatore, però, si registra anche la concorrenza dell'Udinese.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
22 Giugno 2023
Approfondimenti, Serie A
7 min - di FEDERICO CASTIGLIONI
La delicatezza di Riccardo Saponara
Un talento tanto fragile quanto cristallino.
Qualcuno si è chiesto come sarebbe stata la carriera di Riccardo Saponara, senza quel derby di Milano del dicembre 2013 dove Massimiliano Allegri decise di lanciarlo titolare per la prima volta. Un tragico 1-0 per l'Inter, dove Riccardo piazzò un tunnel a Campagnaro al pronti-via per poi nascondersi all'ombra di Cambiasso. La prima delle uniche due presenze da titolare in rossonero, che di fatto bastò ad archiviare la sua esperienza di un anno e mezzo a Milano sotto la definizione di "intimorito".
Forse, senza quella partita o con un'altra prestazione o anche solo con un altro risultato, sarebbe cambiato tutto. Sarebbe stato il primo squillo della grande carriera a cui doveva esser destinato. O forse quel derby, per lui che era arrivato al Milan con l'etichetta di "nuovo Kakà", attaccatagli addosso speculando su ruolo in campo e nomignolo, è stato solo la manifestazione pratica di tutto quello che non poteva funzionare. Una storia nata male che non poteva finire bene, non al Milan.
Riccardo Saponara è un timido. Una mosca bianca in un mondo del pallone dove l'ostentazione, in campo e fuori, è quasi obbligatoria per convenzione sociale. Una qualità peculiare per un giocatore che è prima di tutto estro, fantasia, giocata fuori dall'ordinario. Di solito i calciatori così sono un miscuglio di ego e protagonismo, di carismatica presenza e di arrovellamenti tattici per gli allenatori, chiamati a trovar il modo di rendere sostenibile la loro presenza anarcoide in campo. Lui è quanto più lontano da tutto ciò. Ha classe cristallina che esprime in giocate essenziali e funzionali. Ha la tecnica di un funambolo ma non ne ha la sfacciataggine. Un giocatore che sa bene come toccare il pallone ma non ne approfitta per solleticare gli spalti. Sembra quasi volerti chiedere scusa, dopo aver tentato la giocata.
Il rischio in partita per lui è sempre stato quello di nascondersi. Di non entrare nel flusso della gara. Oltretutto, anni di sottoutilizzo e di infortuni muscolari gli sono costati una progressiva perdita di esplosività, che hanno accentuato quel ritmo compassato con cui scandisce le sue prestazioni. Lui, con una personalità così spiccatamente emotiva, si è dovuto affidare alla sua capacità intellettiva per leggere le situazioni di gioco, supportato dal piede che non dimentica come si fa. Con le dovute proporzioni, la sua evoluzione tecnica ha dei punti di contatto con quella di Alessandro Del Piero post-infortunio al crociato. Ma del 10 bianconero Saponara non ha mai avuto il carisma. È sempre stato così, fin da giovanissimo. Al limite del non riuscire a esprimere appieno la sua classe, e tanto da aver bisogno di un mental coach fin dai tempi della primavera dell'Empoli. Per superare il trauma del distacco da casa, dalla famiglia, dagli amici della natia Forlì.
L'ambiente della provincia toscana, leggero e protettivo verso i giovani, e la guida di Maurizio Sarri gli hanno permesso di sbocciare. Forse è stato solo un problema suo o forse c'è da chiedersi che razza di tritacarne sia, per un calciatore ventenne, il salto definitivo tra i professionisti. In fondo, è la vecchia storia del vaso di coccio tra i vasi di ferro. E nel calcio ultracompetitivo e milionario non sembra esserci spazio per la bellezza di una raffinata terracotta.
Milano non è posto per vasi di coccio. E tantomeno poteva esserlo quel Milan di fine regno allegriano, destinato a entrare nel decennio della banter era. L'anno e mezzo in rossonero di Saponara è una sequela di stress emotivo e infortuni a catena: il salto dalla B (conclusa con la sconfitta nella finale playoff contro il Livorno) al Diavolo sarà qualcosa di ingestibile, e marchierà per sempre la carriera di Saponara. D'altronde San Siro è uno stadio che ha fatto tremare le gambe ai più grandi, come poteva lui, talento schivo e timido, uscirne indenne?
La fuga dai fantasmi avviene un anno e mezzo dopo, quando ripercorre a ritroso il tragitto che da Empoli lo aveva portato a Milano. Ritrova il mentore Sarri, ritrova gli azzurri saliti in massima Serie. Da gennaio a maggio piazza sette reti e quattro assist, e i toscani si salvano con quattro giornate di anticipo, facendo riapprezzare le sue qualità che sembravano svanite a Milano. Eppure quella cicatrice in qualche maniera rimane: il treno delle grandi occasioni è passato e non tornerà. Non era pronto per prenderlo, forse non poteva esserlo. Due anni dopo lo sceglie la Fiorentina di Paulo Sousa come rinforzo a gennaio, ma la stagione dei viola andrà in pezzi nel giro di un mese, buttati fuori prima dalla Coppa Italia per mano del Napoli poi dall'Europa League con il Borussia M'gladbach, dove si fanno rimontare un aggregato di 3-0 in quindici minuti.
Seppur in versione mignon, quella Fiorentina è crepuscolare come lo era quel Milan: la voglia di divincolarsi dell'ex proprietà si tocca con mano. Ma ci sarà un qualcosa di tragicamente imprevedibile che renderà l'anno e mezzo a Firenze, prima con Sousa e poi con Pioli, qualcosa di molto peggiore dei campionati precedenti semplicemente anonimi. Ovvero, la terribile mattina del 4 marzo 2018, in cui Davide Astori non si alza dal suo letto d'albergo a Udine, a poche ore da Udinese-Fiorentina. Riccardo, anni dopo, ne scriverà in una lettera a cuore aperto. E cosa gli scatti in testa in quel momento, a lui forse più che ai suoi compagni, non si sa bene. Per due mesi la Fiorentina di Pioli, così segnata dalla morte del suo capitano, diventa un'armata invincibile. Saponara, fino a quel momento quasi mai utilizzato, diventa titolare fisso. Mezzala, trequarti, esterno, qualunque ruolo purché si giochi. "Sembra Iniesta", dirà qualche avventore della curva Ferrovia durante Fiorentina-Crotone 2-0, in quei giorni dove c'era un'aria così strana allo stadio.
Quella stagione si conclude con un nulla di fatto, e le strade tra Riccardo e la Viola si separano per un turbine di prestiti: la Sampdoria di Giampaolo (che già lo aveva avuto a Empoli), con la quale segnerà di tacco al volo il pari al minuto 99 contro la Lazio, il Genoa, il Lecce, ancora mezza stagione a Firenze nella tremenda annata di Iachini-Prandelli. Poi lo Spezia di Vincenzo Italiano. Lì, dopo aver appena assaggiato il campo contro il Napoli il giorno della Befana, segna una doppietta nell'incredibile Roma-Spezia 2-4 di Coppa Italia, gara poi ricordata ai posteri per lo 0-3 a tavolino dei liguri a causa della "sesta sostituzione" fatta dai giallorossi. Dei cinque mesi in bianconero ne passa due in infermeria, poi
alla 34esima giornata, nel Bentegodi deserto post-lockdown, entra all'83esimo e segna il pari dopo tre minuti nell'1-1 contro il Verona.
Rientra per l'ennesima volta a Firenze e con lui arriva Vincenzo Italiano; alla fine, la decisione comune è di restare. Dopo una vita a fare il trequartista, Italiano lo ritiene spendibile come esterno nel suo 4-3-3, come a La Spezia. Lui ripaga. Alla quarta giornata entra all'intervallo al posto dell'infortunato Gonzalez e in un quarto d'ora segna il gol del vantaggio viola. Non uscirà più dalle rotazioni, offrendo spesso prestazioni preziose e decisive per la Fiorentina. A quasi trent'anni, Saponara torna ad essere un giocatore di calcio su cui poter contare.
Da Sarri a Italiano va il filo sottile che si attorciglia sulla carriera di Saponara. Gli unici due allenatori che veramente hanno goduto del suo talento, nei pochi chilometri che separano Empoli da Firenze. Sarà l'aria della piana fiorentina. O sarà per la comune idea di calcio dei due allenatori, evidentemente adeguata a metter in risalto le sue qualità. O forse per la loro capacità empatica, o magari per un particolare fiuto, quel feticcio che certi tecnici hanno per i talenti delicati e meravigliosi. E in effetti Saponara è quel tipo di giocatore: estroso e intelligente in campo, tagliato su misura per il calcio concepito dai due tecnici. Il giocatore ideale per un gioco di tipo posizionale, dove lui è il fantasista che può permettersi la libertà di illuminare il sistema con assoli geniali, tali da esaltare l'armonia del tutto.
Ma nella storia, nella carriera di Riccardo Saponara, fatta di tiri all'incrocio e fantasmi, di colpi di tacco e momenti bui, c'è qualcosa di più dei fallimenti di gioventù e della capacità di pochi tecnici di vedere e valorizzare il suo fragile talento. C'è un sottofondo che va oltre la sua capacità di trovare tracce di passaggio visionarie come i più grandi. C'è una malinconia amara, per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. E per come tutto questo è avvenuto.
Chi scrive, da tifoso credente nel principio che "i giocatori passano, la maglia resta", ha sempre avuto poca stima dei calciatori come uomini. Empatizzare oltremisura con queste persone, professioniste per natura e per questo così poco predisposte ad abbandonarsi alla fede assoluta verso i colori, mi è sempre rimasto difficile. Riccardo Saponara mi fa eccezione. Forse perché non ha nascosto la sua depressione in un mondo dove in molti l'hanno provata (compreso, di nuovo, chi scrive) eppure è ancora così stigmatizzata. O forse perché Saponara è schivo come me, o semplicemente perché non ha mai goduto, nemmeno negli ultimi tempi, di una narrazione rispettosa e degna del suo talento. E questo mi pare ampiamente ingiusto nei suoi confronti.
Razionalizzando, nell'ultimo bienno - iniziato come uno dei millemila esuberi rimasti dall'era Della Valle-Corvino - Saponara è stato per rendimento uno dei giocatori più incisivi della Fiorentina, quantomeno tra i colleghi di reparto. Una carta preziosa per Italiano, da usare con relativa parsimonia per i suoi limiti atletici, ma forse la più spendibile con efficacia per risolvere le partite.
Ma, a pensarci, le razionalizzazioni non sono questa gran pratica intellettuale. Alla fine, chi scrive è stato molto felice di vedere Saponara diventare decisivo per la Fiorentina, ma lo sarebbe stato ugualmente anche se Saponara avesse giocato e basta con la maglia viola. Perché, nonostante il privilegio di essersi sistemato economicamente tirando calci a una palla, Riccardo alla fine è solo un altro esempio di quella generazione interrotta che sono i millennials. Ecco spiegato allora perché empatizzo con lui. E penso pure che chi non lo fa dovrebbe lasciar perdere non dico il pallone ma i contatti con il genere umano. Riccardo Saponara è uno di noi. Uno che ai suoi demoni, al suo diavolo, ha segnato con un tiro a effetto all'incrocio in una gara finita 4-3. E io sono stato felice per lui.
FONTE:
Sportellate.it
SU INSTAGRAM
Fiorentina, Saponara saluta: "Firenze nel cuore, ho dato tutto"
Il messaggio di Saponara su Instagram dopo la separazione dalla Fiorentina: "Ogni singolo momento vissuto in questi sei anni mi ha reso un uomo più maturo e un giocatore migliore"
17 giu 2023 - 12:49
Niente rinnovo: le strade di Riccardo Saponara e della Fiorentina si dividono dopo 11 gol e 18 assist in 107 presenze con la maglia viola. Una decisione confermata dallo stesso giocatore che ha pubblicato su Instagram un messaggio di saluti. "Grazie, grazie e ancora grazie. Non trovo parole migliori che mi aiutino a riassumere tutto ciò che vorrei esprimere al termine di questo meraviglioso cammino, sicuramente tortuoso, ma ricco di gioie e soddisfazioni. Firenze è entrata nel mio cuore in un attimo ed ogni singolo momento vissuto in questi sei anni mi ha reso un uomo più maturo e un giocatore migliore. Sfoglio con fierezza l’ultima pagina di questo capitolo, consapevole di aver dato tutto me stesso per onorare i colori di questa città. Un abbraccio a tutti. Forza Viola. Ricky".
FONTE:
Sport.Sky.it
Quel legame tra Saponara e Italiano. Il fantasista si prepara al passo d’addio con la Fiorentina ma non è detta l’ultima parola
Filippo Razzolini | 27 April 2023, 17:59
Lo scorso anno la storia tra la Fiorentina e Riccardo Saponara ha preso una piega diversa ed ancora oggi il classe ’91 romagnolo è uno degli uomini di fiducia di mister Italiano. ‘Ricky’ era reduce da 4 prestiti consecutivi tra Sampdoria, Genoa, Lecce e Spezia, prima di entrare in confidenza con Italiano e guadagnarsi la fiducia del mister che si sarebbe spostato a Firenze. Ed ecco che Saponara ha saputo rendersi utile in una nuova veste, quella di attaccante esterno, ruolo pressoché mai ricoperto in carriera, a 30 anni suonati. L’ex Empoli compirà 32 anni il prossimo dicembre ed è da tempo nella ‘seconda fase’ della carriera, ma senza dubbio in un personale momento positivo.
Anche ieri a Monza Saponara ha saputo trasformare in gol l’assist di Kouame, salvo poi non riuscire più ad incidere nei restanti minuti di partita giocati. Per il giocatore di Forlì finora sono 33 presenze stagionali con 5 gol e 6 assist. Nessun gettone per Saponara in Coppa Italia, e a questo punto è difficile che si riveda giovedì. Contratto in scadenza la prossima estate dopo un rinnovo al termine dello scorso anno su spinta di Italiano, più complicato al momento che il fantasista viola possa firmare nuovamente con la Fiorentina.
Il già folto pacchetto esterni e le scelte da prendere in un reparto delicato e cruciale per la squadra che dovrà essere ulteriormente rinforzato, l’arrivo di Brekalo nel mercato di riparazione, sono elementi che fanno propendere per un addio del calciatore. Non è certo detta l’ultima parola tuttavia. E’ possibile che con un abbassamento dell’ingaggio e su precisa volontà di Italiano il giocatore possa restare ancora in viola. Al momento però non c’è niente di scontato. La Fiorentina, complice un finale di stagione denso di impegni, ha valutato di rinviare molti dei discorsi legati ai rinnovi. E per Saponara c’è da attendere…
FONTE:
FiorentinaNews.com
L’avventura di Saponara al Milan: un sogno realizzato al momento sbagliato
Leonardo Gualano
21 dic 2022 08:11 + 01:00
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Dai paragoni con Kaká, ad una lunga serie di panchine e contrattempi fisici: il Milan aveva puntato su di lui, ma l’avventura in rossonero sarà breve.
Il tempismo è una dote fondamentale nel mondo del calcio. L’agire nel momento giusto è un qualcosa che fa la differenza tanto dentro, quanto fuori dal campo. Può aiutare a vincere una partita e, se si allarga il discorso ad ambiti ben più ampi, anche a cambiare il volto di un’intera carriera. Magari apponendo una semplice firma.
Riccardo Saponara il contratto più importante della sua vita l’ha sottoscritto quando era poco più che ventenne. Lui, che è sempre stato tifoso del Milan al punto di seguire i rossoneri anche in trasferta, e che ha avuto in Kakà il suo grande idolo, nel 2013 ha prima coronato il sogno di vestire la maglia della squadra del suo cuore e poi di condividere il campo con il campione al quale si è sempre ispirato.
Un salto in avanti enorme per un ragazzo che fino a quel momento la Serie A l’aveva vissuta solo da spettatore (e tifoso), ma anche naturale per chi in quel frangente era considerato uno dei più grandi talenti dell’intero panorama calcistico italiano.
E’ cresciuto nell’Empoli, una società che generalmente non sbaglia un colpo quando si stratta di giovani, ed ha trovato in Maurizio Sarri, un tecnico allora ancora sconosciuto alle grandi platee, un allenatore capace di esaltare le sue doti e le sue qualità (certamente fuori dal comune) all’ennesima potenza.
Quando il Milan si fionda con decisione su di lui, anticipando una foltissima concorrenza, Saponara sta disputando un campionato strepitoso, che poi sarà scandito da tredici goal e quindici assist, che non saranno sufficienti a far ottenere ai toscani una promozione solo sfiorata, ma che lo catapulteranno alle attenzioni delle cronache nazionali.
“Ci sono state tante figure che hanno contribuito in maniera decisiva alla mia crescita professionale - ha scritto Saponara in ‘Lettera a me stesso’, un format proposto dalla Fiorentina - La prima è quella di Maurizio Sarri: l’incontro con lui è stato un segno del destino, che mi ha permesso di sbocciare definitivamente, dopo qualche anno di incertezze in Serie B”.
Il club rossonero sborsa quasi quattro milioni di euro nel gennaio del 2013 pur di far suo il 50% del cartellino di quel promettente centrocampista dalla tecnica sopraffina, e lo lascia all’Empoli in prestito fino al termine della stagione convinto di aver piazzato un grande colpo in ottica futura.
L’intenzione è quella di mettere a disposizione di Massimiliano Allegri un ragazzo forte, duttile e sul quale lavorare con convinzione, ma quando Saponara approda a Milanello il popolo rossonero sogna in realtà qualcosa di diverso.
Da settimane circolano le voci di un possibile ritorno di Ricardo Kaká, un fuoriclasse che si è guadagnato un posto nella storia del club meneghino a colpi di magie e che è reduce da quattro annate vissute in chiaroscuro al Real Madrid. A fare la differenza tra Ricardo e Riccardo non è ovviamente solo una ‘C’, ma Adriano Galliani, nello spiegare a tutti che lo stipendio del brasiliano è fuori portata per un Milan entrato in una seconda fase dell’epopea Berlusconi (la storia poi dirà quella crepuscolare), non si fa problemi nel lanciarsi in un paragone ardito.
“Noi siamo già coperti a livello di numeri 10, lo siamo da gennaio quando abbiamo deciso di andare a prendere un giocatore giovane ma di talento come Saponara. Kaká ormai ha uno stipendio tale da essere irraggiungibile per qualsiasi squadra di Serie A. Abbiamo preso uno che si chiama Riccardo pure lui e, sarò pazzo, ma quando lo vedo accelerare non so perché ma mi viene in mente l’altro Ricky”.
Kaká poi farà in realtà ritorno al Milan nel corso delle ultimissime ore di mercato (“Certi amori non finiscono… fanno giri immensi e poi ritornano…”) e nel farlo regalerà una gioia immensa alla piazza, oltre che a se stesso, ma inevitabilmente toglierà a Saponara uno spazio (o buona parte di esso) che sembrava tutto suo: l’idolo si è trasformato in una sorta di muro.
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L’ex gioiello dell’Empoli, quello che con Sarri aveva fatto intravedere cose straordinarie, a Milano si riscopre ad orbitare in galassie molto lontane da quelle dell’undici titolare e, complice anche qualche infortunio che poi condizionerà tutta la sua avventura in rossonero, farà il suo esordio ufficiale solo ad ottobre quasi finito, in occasione di una partita valida per il nono turno di campionato persa a Parma: due saranno i minuti che giocherà in quella sfida.
Per vederlo per la prima volta titolare bisognerà invece attendere l’ultima partita del 2013, un derby perso 1-0 contro l’Inter che agli occhi di molti già rappresenta il capolinea della sua fugace avventura in rossonero.
Sì perché oltre alle panchine, nello stesso periodo si sono accumulate voci che lo vorrebbero pedina di scambio nell’imminente sessione di calciomercato che sta per aprirsi ed il suo nome, in particolare, viene accostato con sempre maggiore forza a quello del Parma nell’ambito di un’operazione che dovrebbe portare all’ombra del Duomo Biabiany.
A contribuire a cambiare le sorti di un destino già scritto è anche l’esonero di Massimiliano Allegri annunciato il 12 gennaio 2014 dopo una sconfitta con il Sassuolo. Il Milan decide di affidare la panchina a Clarence Seedorf e per Saponara si aprono inaspettatamente nuovi scenari.
L’ex fuoriclasse olandese, alla sua prima esperienza da allenatore, è intenzionato a puntare su un 4-2-3-1 e questo vuole inevitabilmente dire che all’orizzonte spuntano un paio di posti in più dietro la punta.
“Prima c’era un solo posto da trequartista a disposizione, ora ce ne sono tre. Spero quindi di poter trovare più spazio per avere la possibilità di dimostrare di che pasta sono fatto. Il mio sogno è quello di poter dare il mio contributo e spero di poter segnare presto il mio primo goal in rossonero. Sono molto contento di essere rimasto e la possibilità di avere vicino gente come Kaká e Seedorf deve essere vista come una grande occasione per poter crescere sotto ogni punto di vista”.
Lo spazio a disposizione effettivamente aumenta, ma nemmeno di troppo. A Saponara viene riservato un quarto d’ora in casa della Sampdoria, poco più di mezz’ora contro la Juventus e, dopo oltre un mese di partite vissute da semplice spettatore, meno di dieci minuti contro il Livorno a fine aprile. Stop.
Duecentoquindici minuti di gioco distribuiti in sette partite di campionato: l’annata di Saponara, tra scelte tecniche e qualche contrattempo fisico di troppo, si riassume in numeri da comparsa.
Normale quindi che, a stagione finita, le voci di un imminente addio tornino a moltiplicarsi. Il suo nome viene accostato a quello di diversi club, soprattutto a quello dell’Empoli che farebbe carte false pur di riprenderselo ma, quando ormai non si parla d’altro che di possibili nuove destinazioni, a sovvertire tutto è un’altra volta un avvicendamento in panchina.
Il Milan decide di iniziare un nuovo ciclo e, chiusa senza troppi rimpianti la parentesi Seedorf, di affidare la squadra ad un altro grande ex: Filippo Inzaghi.
Il nuovo allenatore rossonero individua subito in Saponara uno dei talenti dai quali ripartire. Kaká intanto ha fatto i bagagli per chiudere anche la sua seconda avventura in rossonero (che si è rivelata nemmeno paragonabile alla prima) e sulla trequarti si è dunque liberata una casella da riempire.
Trasferimento bloccato, Inzaghi accontentato e la sensazione di molti è quella che per Saponara, dopo un anno di apprendistato vissuto tra infortuni e nutrita concorrenza, l’esperienza meneghina sia arrivata al suo vero inizio.
“L’anno scorso è stato utile per ambientarmi e quando mi è stato detto che il mister avrebbe voluto darmi una seconda possibilità, io non ci ho pensato un attimo ed ho deciso di restare. Inzaghi ha entusiasmo e voglia di affermarsi come allenatore, può aiutarci a tornare grandi”.
Quando Saponara segna in amichevole contro il Renate, la prima partita in assoluto del nuovo Milan di Inzaghi, la rete del 2-0, tutto assume i contorni di uno straordinario presagio, ma la storia racconterà qualcosa di profondamente diverso.
Il talento rossonero a metà settembre riporta, nel corso di un allenamento, un infortunio al ginocchio sinistro che richiede un intervento chirurgico.
“Gli esami strumentali e la visita specialistica del professor Herbert Schonhuber hanno evidenziato uno stiramento al legamento collaterale laterale e la presenza di un flap al menisco laterale”.
Il problema non è di quelli insormontabili, ma intanto il suo esordio in campionato non avviene prima del 2 novembre 2014: novanta minuti in una sconfitta in casa contro il Palermo. I suoi ultimi da giocatore del Milan.
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Saponara non scenderà infatti mai più in campo con la maglia rossonera addosso ed il 16 gennaio 2015, dopo appena otto presenze in tutto (otto come il suo numero di maglia), verrà annunciato il suo ritorno all’Empoli.
“L’Empoli Fc comunica di aver acquisito a titolo temporaneo dall’Ac Milan con diritto di riscatto le prestazioni del giocatore Riccardo Saponara. Il calciatore torna così ad Empoli, dopo che aveva lasciato la società azzurra al termine della stagione 2012-13”.
Tornato nel suo ‘porto sicuro’, Saponara riprende ad incantare. Nelle successive diciassette partite di campionato, sotto la guida del suo mentore Maurizio Sarri, segna ben sette reti e soprattutto dimostra a tutti che a Milano non si è vista nemmeno una goccia del suo straordinario talento.
Il Milan ha rappresentato per Saponara il coronamento di un sogno, ma anche il primo passaggio a vuoto di una carriera che sarebbe potuta essere probabilmente molto diversa. In campo, oltre all’incredibile sensibilità nel trattare il pallone, ha portato anche quella che lo spinge a vedere le cose in modo diverso rispetto a tanti colleghi.
“L'impatto fu duro: avevo poco più di 20 anni, venivo dalla B e da una piazza tranquilla come Empoli - ha spiegato anni dopo a ‘Tuttosport’ - Dopo tanta panchina e tribuna alla fine scoppiai, decisi di rimettermi in gioco. Devo sentirmi protagonista nella mia squadra, nel progetto di un club. Non credo si debba legare la carriera solo ai trofei. Siamo anche essere umani, ci sono altre componenti che contano".
Empoli, Fiorentina, Sampdoria, Genoa, Lecce, ancora Fiorentina, Spezia e di nuovo Fiorentina: sono queste le tappe di un lungo percorso scandito da cadute e da continue rinascite.
Saponara oggi gioca ancora in Serie A, si è ritagliato un posto importante nella Fiorentina, dopo aver rischiato anche in riva all’Arno di veder scappare via una grande occasione tra infortuni, equivoci tattici e passaggi a vuoto.
Ha trovato in Vincenzo Italiano una sorta di secondo Sarri, un allenatore capace di rilanciarlo e dargli fiducia e, ironia della sorte, ha individuato nel Milan la sua ‘vittima preferita’: con quattro reti è la squadra contro la quale ha segnato di più in Serie A.
Maturità, infortuni, concorrenza, carattere… semplicemente in rossonero non è andata come doveva andare. A Milano ci avevano visto giusto, ma spesso è una semplice questione di tempismo: “c’è un tempo per ogni cosa” e lui è approdato nella squadra del suo cuore nel momento sbagliato.
FONTE:
Goal.com
PRIMA SQUADRA
RINNOVATO IL CONTRATTO DI RICCARDO SAPONARA
Rinnovo Saponara
30 giugno 2022
La Fiorentina comunica di aver rinnovato il contratto che legava il calciatore Riccardo Saponara al Club viola fino al 30 giugno 2023.
Saponara, arrivato alla Fiorentina nel 2016/17, nell'ultima stagione ha collezionato, tra Serie A e Coppa Italia, 34 presenze e 3 gol.
FONTE:
ACFFiorentina.com
I 5 segnali del sorprendente rilancio di Riccardo Saponara
Di Matteo Baldini | Dec 21, 2021
Riccardo Saponara / Gabriele Maltinti/GettyImages
Arriva un momento, anzi due così come sono due le sessioni di mercato, in cui di persona oppure virtualmente si sciorinano i nomi di chi, volentieri, si vedrebbe partire dalla propria squadra del cuore per andare altrove.
Che sia al bar o sui social, alla fine, rimbomba nell'aria un classico ritornello che recita grossomodo: "Ce lo porterei io a piedi, dove si firma?". Abbondano poi le etichette e le conclusioni tratte con severità in modo perentorio: bollito, sopravvalutato, sempre rotto, discontinuo. Arriva poi un altro momento, quello in cui un tecnico di Serie A arriva a buttare lì un monito, un rimprovero a chi non si accorge di avere una risorsa in casa, trattandola come fosse di troppo.
Spesso sono frasi di circostanza ma non stavolta: Vincenzo Italiano ha spinto Riccardo Saponara verso un riscatto sorprendente con la maglia della Fiorentina. Nel giorno del trentesimo compleanno di Saponara vediamo i 5 segnali che ce lo dimostrano:
1. Il feeling con Italiano
Esultanza con Italiano / Getty Images/GettyImages
La chiave principale del rilancio inatteso in maglia viola ha nome e cognome: Vincenzo Italiano, appunto. Tra i giocatori che il tecnico gigliato ha saputo rispolverare, insieme a Duncan e Callejon, spicca proprio Saponara: i due hanno avuto modo di lavorare insieme già allo Spezia, nella stagione scorsa, e qualcosa è rimasto, qualcosa di importante.
Non si tratta solo di un discorso tecnico ma di quei rari casi in cui un giocatore porta in campo le idee di un allenatore, tracciando una fondamentale intesa, che si riflette poi sul gioco della squadra nei frangenti in cui Saponara è in campo.
2. Un uomo spogliatoio
Il saluto di Saponara / Gabriele Maltinti/GettyImages
Oltre alla tecnica c'è di più e c'è di più anche rispetto all'intesa indubbia con l'allenatore. Già in passato Saponara ha dato segno di non essere solo una meteora nel mondo viola, lo ha fatto nel momento della tragica scomparsa di Astori, del suo amico Davide, rappresentando un punto di riferimento (al di là del campo) per i suoi compagni.
Umile quando non c'era spazio e fondamentale ora che le cose sono cambiate, con l'età che lo ha reso del resto uno dei "senatori" insieme a Biraghi e Bonaventura, uno degli esempi positivi da seguire per il gruppo, ricco di elementi ancora giovani.
3. Un esterno...diverso
Riccardo Saponara / Ciancaphoto Studio/GettyImages
Spostiamo il discorso sul piano tattico e sul campo. Italiano ha auspicato la presenza in rosa di 5 esterni, la società non lo ha accontentato e lo farà verosimilmente a gennaio con Ikoné, ma c'è da riconoscere come Saponara sappia interpretare il ruolo di esterno alto a sinistra nel 4-3-3 in modo peculiare.
Non è certo un uomo di scatto o di corsa, riesce però a dialogare perfettamente col terzino che si sovrappone, offre assist efficaci ai compagni e aiuta la squadra a ragionare, seguendo un po' il diktat di Italiano secondo cui tutti, in fondo, devono essere "registi".
4. La qualità non svanisce
Saponara in Fiorentina-Milan / Ciancaphoto Studio/GettyImages
Tante volte si è parlato di Saponara come di un'occasione persa per il calcio italiano, la classica promessa che nel tempo è scemata fino a finire nel dimenticatoio. C'è qualcosa che però non tramonta e non svanisce, la qualità rimane e ha solo bisogno del contesto giusto per fiorire.
I gol messi a segno contro il Genoa e contro il Milan, rappresentano al meglio ciò di cui Saponara è capace, un repertorio fatto di conclusioni morbide, parabole imprendibili oppure tiri secchi e insidiosi, il tutto abbinato a filtranti che annichiliscono le difese e a un controllo di grande livello. Una fortuna, ora, averlo riscoperto.
5. Da esubero a riferimento
Saponara sotto la Fiesole / Gabriele Maltinti/GettyImages
Infine c'è una parabola che si riallaccia al discorso iniziale, un cerchio che si chiude: l'intesa con Italiano e le qualità mostrate sul campo, nei minuti concessi, hanno fatto sì che da "esubero" da scartare Saponara sia diventato un punto di riferimento utile, non solo al presente.
Da un addio inesorabile si è passati dunque a discorsi su un rinnovo che, fino a pochi mesi fa, appariva fantascienza pura: il contratto scadrà nel 2022 ma per un Saponara così è giusto che ci sia spazio in rosa.
FONTE:
90Min.com
Serie A
Dolori e rinascimento di Riccardo Saponara
Storia di un talento incompreso. Che ora, con l'arrivo di Italiano alla Fiorentina, sembra aver trovato almeno nuova linfa vitale: riuscirà, almeno in parte, a scrollarsi di dosso l'etichetta di incompiuto?
7 Dicembre 2021 Fausto Fiorin
Firenze non aveva mai stretto così forte il suo abbraccio. Riccardo Saponara la percorre a passo lento, il colonnato degli Uffizi gli sfila alle spalle. L’intervistatrice cammina al suo fianco, si gira una puntata di “Viola Star”: sono le coordinate di una storia decisamente implausibile fino a pochi mesi fa e per questo lui, la stella, ha l’incedere soddisfatto di chi sente finalmente la fiducia attorno. Lo si percepisce dallo sguardo, che riflette le reazioni dei passanti fuoricampo. Anche se non li vediamo, ce li immaginiamo salutarlo, indicarlo a chi sta di fianco. Qualcuno potrebbe pure fargli il gesto dell’inchino, come ha fatto Dusan Vlahovic dopo il suo gol, bellissimo, contro il Genoa e come rifarà, pochi giorni dopo l’intervista, per festeggiare quello ancora più bello contro il Milan. Proprio Dusan Vlahovic lo chiama “il Professore”: nonostante il soprannome non spicchi per originalità – carenza endemica del calcio italiano, come denunciato da Federico Buffa in uno storico spezzone di Sky Calcio Show che si trova ancora su YouTube – addosso a Saponara sembra esprimere bene un certo modo di essere. Un modo di essere che sconfina il campo da calcio. Se decontestualizzassimo l’intervista, si potrebbe pure pensare che Saponara non sia effettivamente un calciatore, per via di quello che dice e di come lo dice: ha un’invidiabile proprietà di linguaggio, misura con cura il peso di ogni parola. Non gli piacciono le domande sul calcio, e infatti parla di altro: di musica, di viaggi, di arte – ama la pittura rinascimentale, dice.
La voce e la prossemica sembrano tratteggiare il racconto di un vecchio saggio, che parla della vita con il distacco di chi è stato in grado di elaborarne i fallimenti. E la carriera di Riccardo Saponara è stata fin qui accidentata, per non dire dolorosa. Da quando ci eravamo segnati il nome e avevamo detto ai nostri amici di fare altrettanto, sono passati quasi dieci anni: su di lui il tempo è trascorso a velocità differenti, ne ha sancito le cadute, i vuoti e le risalite. La sua cifra è stata la discontinuità. Dalla prima volta che il suo talento si è rivelato nel suo più abbagliante chiarore, si possono contare almeno quattro momenti in cui si è parlato di lui come un giocatore rinato. Il problema è che, tra quegli intervalli di tempo, i momenti di flessione hanno inciso in modo veramente significativo sul suo percorso tanto che, a un certo punto, ci eravamo rassegnati all’immagine di un giocatore crepuscolare, condannato a quel senso di malinconica decadenza che si prova davanti alle città sul lago in autunno.
È così che la carriera di Saponara è diventata una di quelle che richiedono l’aiuto della rotellina del mouse quando le consultiamo su Wikipedia: un lungo e confusionario alternarsi di squadre che, associato all’ancor più numeroso elenco di allenatori, assetti tattici e infortuni attraversati, ha fatto sì che Saponara ci apparisse un giocatore sempre diverso ogni volta che riemergeva dai suoi vuoti di esistenza. Una sensazione certo accentuata dalla metamorfosi del suo aspetto fisico. Consideriamo il suo periodo alla Fiorentina: all’esordio contro l’Udinese, Saponara ha il tipico aspetto mediterraneo del tipo che incontri in un beach club di Gallipoli, la camicia di lino con collo alla coreana, il ciuffo giusto e la barba accennata. Oggi Saponara i capelli non li ha più – li ha persi – e la sua barba limata allo spessore numero tre del rasoio elettrico si è fatta più folta, ora è nera e viscosa, ma sempre ordinata; un problema soprattutto per chi siede agli ultimi gradoni del Franchi, costretto a stringere le palpebre per distinguerlo da Amrabat.
Ora che, grazie alla nuova Fiorentina di Italiano, assistiamo alla sua ultima rinascita, viene naturale chiedersi quanti Saponara siano effettivamente esistiti e se, esaminandone il passato, potremmo essere in grado di prevederne gli altri, se ce ne saranno. Il primo Saponara ha l’impatto dirompente del fenomeno spuntato all’improvviso e che sembra pronto a sconvolgere i paradigmi del calcio: è la serie B 2012/13 e a gennaio ha già raccolto otto gol e sette assist nell’Empoli, cosa che porta il Milan ad acquistarlo per poi prelevarlo a fine stagioneUna mossa che oggi a Milanello definirebbero avventata, ma che a quel tempo era la scelta più lungimirante e, a ben vedere, più imaginifica: perché Saponara interpretava il ruolo del trequartista in chiave contemporanea e, soprattutto, perché ricordava dannatamente Kaká.
A Empoli, Saponara deve molto della sua esplosione a Maurizio Sarri, ma anche Sarri deve molto a Saponara: il 4-3-1-2 della squadra è retto dalla verticalità del trequartista forlivese, che è magistrale nel muoversi centralmente tra le linee grazie a un ottimo dribbling, nell’inventare spazi per i due attaccanti e occuparli a sua volta grazie a sistematici tagli in profondità. L’Empoli ha un calcio scoppiettante e vola, Saponara chiude la stagione con 11 gol e 14 assist ma non basta a regalare la Serie A alla squadra, fermata in finale playoff dal Livorno. Sarri rimane così in B (ancora per un anno) mentre Saponara è atteso al Milan, dove inizia il primo periodo buio della sua carriera: appena otto presenze in un anno e mezzo, attribuibili innanzitutto ai ripetuti infortuni, a cui vanno sommati prima il ritorno di Kaká – quello vero – e poi una collocazione tattica a lui non congeniale, con Inzaghi che lo schiera da mezzala. Successivamente, Saponara ammetterà di non essere stato pronto a reggere le pressioni di una squadra di quel livello.
Per ripartire non c’è occasione migliore per tornare nel tepore della comfort zone: l’Empoli di Sarri, approdato nel frattempo in Serie A. Saponara si rimette al suo posto nel gennaio 2015 ed è come se non se ne fosse mai andato. Torna a giostrare dietro a Maccarone e Pucciarelli come faceva una volta, mostrando anzi un’aumentata abilità nell’occupare gli half spaces con le transizioni offensive e nella pressione alta in fase di non possesso. Dopo un quindicesimo posto in classifica e sette gol e quattro assist in sei mesi, a guidare Saponara c’è Marco Giampaolo, che raccoglie quanto costruito da Sarri consentendo al suo trequartista di continuare sui suoi standard. È però a gennaio (mese in cui solitamente nella sua vita succedono cose), che Saponara inizia uno strano e inatteso calo, perdendo la brillantezza di sempre. Mancati gli accordi per la sua cessione – l’Empoli chiede più di 20 milioni – e proseguito il momento di abulia nello sfiorito undici di Martusciello, Fabrizio Corsi decide di vendere Saponara alla Fiorentina a prezzo di saldo nella sessione invernale 2016/17.
Il passaggio alla viola è – per sua ammissione – la possibile svolta della sua carriera, che però viene inghiottita, nuovamente, nel buio. Nonostante due gol, Saponara riesce a ritagliarsi solo pochi scampoli di partita nella Fiorentina in disfacimento dell’ultimo Paulo Sousa. L’anno successivo, in panchina arriva Pioli e la compatibilità del suo gioco verticale con un giocatore associativo come Saponara viene subito messa in dubbio. Succede così che il ragazzo trascorre due terzi del campionato tra la panchina e l’infermeria fino al giorno che, probabilmente, gli cambierà per sempre la prospettiva delle cose: è il 4 marzo 2018, il giorno della morte di Davide Astori. La tragedia ha un effetto terapeutico sulla squadra e sul giocatore, che tutt’ora dedica all’amico ogni sua esultanza. Da quel giorno, la Fiorentina inanella otto risultati utili di fila (sei vittorie), e lo fa trascinata proprio da Saponara, che manovra il timone dell’attacco con tutta la classe che ha nel leggere gli spazi grazie alla sua visione periferica, nel servire gli inserimenti con entrambi i piedi. Una nuova rinascita: Saponara è un’altra volta il punto di fuga del nostro sguardo, noi lo celebriamo, lui chiude la stagione da capitano.
E poi il buio, ancora. Non precisate incomprensioni con Pioli lo portano a Genova, sponda Sampdoria, dove lo aspetta il suo estimatore Giampaolo. È lo spartiacque della sua carriera: inizia qui la fase più irrequieta del suo cammino, quella del vagabondare tra squadre dalle ambizioni sempre più modeste, mentre la sua testa ormai è calva. Alla Sampdoria, Saponara impone un’immagine di sé che è quella di un giocatore a intermittenza, fatto di abbaglianti lampi di luce alternati a un’anonima inconsistenza. Più curiosamente, da questo momento sembra aver stretto un patto con qualcuno per il quale si impegna a segnare solo gol bellissimi, forse in una ribellione ideologica alla dimensione rozza del calcio che la sua nobiltà stilistica non può accettare.
È così che in blucerchiato disegna capolavori: il gol contro il Milan, il mancino sotto il sette a tempo scaduto contro la Juve (poi annullato, ma merita la visione) e il più bello di tutta la sua carriera, quel tacco acrobatico al 96’ contro la Lazio che oggi giace disegnato sul ventre di un tifoso. Com’è ormai prevedibile, anche in questo caso leggiamo che Saponara è rinato, ma piano piano lo vediamo sedere sempre più spesso in panchina, chiuso da Gastón Ramírez. Altro giro, altra corsa dunque, e questa volta il viaggio è breve perché la Fiorentina lo gira all’altro spigolo della città, al Genoa. Di questo periodo c’è veramente poco da dire perché non gioca mai: solo quattro spezzoni tra infortuni e una girandola di allenatori – tre – che non lo favorisce. L’unica cosa interessante è forse la descrizione che ne viene fatta nel comunicato stampa di benvenuto («un calciatore in grado di dare il bianco e pennellare un calcio con la faccia allegra») a evidenziare come Saponara venga, col tempo, sempre più associato all’arte, forse perché sempre meno utile.
L’Empoli è la squadra in cui Saponara ha giocato più partite: sono 162 nell’arco di sei stagioni complessive, con 28 gol realizzati (Gabriele Maltinti/Getty Images)
A gennaio arriva il turno del Lecce, alla ricerca di una difficile salvezza, ed è indicativo sentire Liverani ammettere di aver ricevuto circa venticinque telefonate di chi gli sconsigliava di prenderlo. Tuttavia Saponara ha un impatto positivo, mostra i suoi soliti ed episodici lampi di classe ma non è abbastanza per trascinare la squadra alla salvezza né per convincere la Fiorentina, che al suo rientro lo tiene in rosa solo perché non si concretizzano le trattative con le squadre interessate. Ci si avvia dunque alla fine della storia, che è l’inizio dell’ultima rinascita: a gennaio 2021 Saponara conclude il suo gran tour ligure a La Spezia, dove trova una squadra organizzata secondo i principi innovativi del suo allenatore. Vincenzo Italiano dirotta la sua classe sulla fascia, nel ruolo di esterno sinistro del tridente d’attacco: poche partite (altri infortuni) ma convincenti, perché Saponara porta imprevedibilità e fantasia al gioco della squadra, quando si accentra è spesso letale. Alla fine si contano due gol più una bonus track d’eccezione, una doppietta meravigliosa in Coppa Italia contro la Roma secondo la sua legge (o maledizione) dei gol bellissimi, che cercheremo di ricordarci mentre sparisce dagli archivi, perché i giallorossi fanno un cambio in più e perdono a tavolino.
È evidente che, se oggi possiamo parlare di una seconda giovinezza, è in gran parte merito di Italiano: grazie a lui Saponara rimane alla Fiorentina a inizio stagione, quando nessuno poteva immaginarsi ciò che sarebbe successo. Nel confermato ruolo di esterno d’attacco, Saponara non solo regala attimi di bellezza – oltre alle due reti citate in apertura, l’assist di tacco contro il Genoa – ma sta trovando finalmente continuità con un minutaggio consistente e sempre più presenze da titolare. È l’ultimo Saponara, quello che per rendere non ha bisogno di un modulo costruito attorno a sé ma, piuttosto, di un po’ di fiducia: Italiano ci dice che è un ragazzo particolare che va sempre coinvolto, perché quando «si libera mentalmente, riesce a fare giocate da campione». È così che dalla carriera frammentata di Saponara, fatta di dolori e rinascite, luce e buio, possiamo imparare a riconciliarci con le nostre vulnerabilità per allentare la morsa delle pressioni esterne. Rimettere l’uomo al centro: forse è per questo che Saponara è così affascinato dal Rinascimento.
FONTE:
RivistaUndici.com
PRIMA SQUADRA
VIOLA STAR: RICCARDO SAPONARA
16 novembre 2021
Un talento viola, un artista del calcio e una persona speciale, Riccardo Saponara si racconta a Veronica Maffei in questa puntata di 'Viola Star'
FONTE:
ACFFiorentina.com
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PRIMA SQUADRA
SAPONARA: "SAREI CONTENTO DI RESTARE ALLA FIORENTINA"
23 luglio 2021
La conferenza stampa di Riccardo Saponara.
ITALIANO - “Con il Mister c’è un buon feeling ed un ottimo rapporto. Ho la sua stima e lui sa come farmi rendere al meglio. Ci sono buone probabilità che io possa rimanere in viola per questa stagione e ne sarei contento. Conoscendo già il Mister, sicuramente parto avvantaggiato rispetto ai miei compagni, ma ogni calciatore avrà modo di capire le richieste tattiche”.
RUOLO - “Ho iniziato a giocare dietro le punte a Ravenna e ad Empoli. A Spezia mi sono trovato bene come esterno, è un ruolo che mi piace. Sono a totale disposizione del Mister”.
VLAHOVIC - “E’ un po’ il mio fratellino, mi impressionò subito. Ogni calciatore ha il proprio percorso e ha bisogno del contesto giusto per crescere. Dusan l’anno scorso ha dimostrato le qualità che ha sempre avuto”.
ANNATA CON PIOLI - “I ricordi sono ancora vivi di quella stagione e ne faremo tesoro per sempre. Si creò un legame forte per il gruppo che eravamo”.
RIMPIANTI - “Non c’è una scuola per vivere il calcio. I primi anni ad alti livelli mi hanno un po’ segnato, ma a vent’anni si fanno tanti errori. Se mi guardo indietro ho dei rimpianti, ma sono felice del ragazzo che sono. Adesso mi godo tutto quello che arriva, voglio divertirmi a giocare e nel dare una mano a chi mi sta intorno”.
FONTE:
ACFFiorentina.com
4 Marzo 2021
Saresti fiero
di me
di Riccardo Saponara
«Ricky, hai visto? La La Land ha vinto l’Oscar. Chissà se lo merita davvero».
«Non lo so Asto, ma appena esce in Italia ce lo dobbiamo vedere per forza. E lo giudichiamo senza pietà, come sempre».
«Va bene Ricky, vediamo se davvero si è meritato l’Oscar».
Se penso alla vita che si ferma improvvisamente, che ti lascia senza fiato e si spezza senza chiedere il permesso, penso a questo momento. Perché Davide era arredatore di interni, esperto di cinema di nicchia, cuoco, amante delle serie tv, il classico tuttologo. Non c’era cosa che non conoscesse. Un tipo strano per il calcio, ma il mio tipo preferito. Come ripeteva sempre, lui si sentiva un designer che nel tempo libero diventava calciatore. Se penso alla vita che ti lascia senza lo spazio di recuperare il tempo perduto, penso a La La Land. Il film che avrei dovuto vedere con Asto, il film che ho visto da solo. Una sensazione di impotenza, di privazione. L’ho guardato tante volte in questi anni. Ha un significato speciale per me: per la relazione con la ragazza dell’epoca, per il significato in sé del film. Per quell’amico a cui avevo promesso un giudizio. Asto, sì, te lo posso dire: merita davvero l’Oscar.
Sono passati tre anni e mi manca la tua spalla. Eravamo seduti accanto in sala pranzo, e sai che spesso mi appoggiavo a te come si fa con un fratello maggiore. Mi hai dimostrato di essere una persona unica, un leader diverso. Come quella volta in cui ho firmato con la Fiorentina. Il Team Manager mi inserì nel gruppo WhatsApp ed ero soltanto un numero nella rubrica di molti, come accade quando si cambia squadra. Un +39 anonimo dentro a un cellulare. E invece no: tu chiedesti il mio contatto e mi scrivesti subito. «Per qualsiasi cosa, conta pure su di me». Parole semplici, ma che in quel momento mi hanno fatto sentire meno solo. Non ci conoscevamo, ma lo spavento che provavo nell’entrare in uno spogliatoio nuovo dopo tre anni a Empoli fu spazzato via in un secondo. Mi hai sempre dimostrato cosa significasse per te essere un amico, nei piccoli gesti quotidiani. Te lo avevo detto quel giorno: «Guarda che oggi non gioco». Tu, invece, testardo, mi ripetevi che sarei stato titolare. Lo facevi per me, lo so, ma alla fine il mister mi mandò in tribuna, addirittura. A volte rileggo quel messaggio che mi inviasti durante il tragitto verso lo stadio: «Stai andando bene, stai crescendo. Oggi non giochi, ma sei sulla strada giusta per tornare al tuo livello. Continua così».
Sapevi motivare, sapevi riprendere, sapevi quando arrabbiarti, sapevi quando scherzare, e come farlo. Come quel sabato sera a Udine. Io, te e Marco (Sportiello, ndr) a cazzeggiare. Abbiamo parlato un po’ e poi vi siete messi a giocare alla Play. Maledetti. Lo sapevate che non mi piaceva giocarci, vi odiavo quando vi piazzavate davanti a quello schermo a urlare come pazzi incollati a FIFA.
Quindi me ne andai in camera.
La mattina scesi per fare colazione. Vidi le tue scarpe appoggiate fuori dalla camera di Marco. Se le sarà dimenticate lì ieri sera, pensai. Le tue posate, il tuo piatto e il tuo tovagliolo erano intatti. Strano, eri sempre il primo. Sarà stato un cameriere a cambiare il coperto. Non ci feci caso. Tornai in camera da Vincent Laurini, il mio compagno di stanza, per trascorrere le due ore prima del pranzo.
Sentii il rumore di un’ambulanza e mi affacciai alla finestra. I portelloni sul retro erano aperti, le luci lampeggiavano di un blu più freddo del solito. C’era anche Leo, il nostro magazziniere, che camminava avanti e indietro nel parcheggio, fumando una sigaretta. La stava consumando tre tiri alla volta, in modo nervoso.
«Leo, che fai?».
Aveva la voce rotta, non riuscivo a comprendere la sua risposta. Mi sporsi dalla finestra per avvicinarmi a lui. Forse l’avevo già sentita, ma il mio cervello si rifiutava di recepirla, di incamerarla, di accettarla. Come un impulso che porta a un netto rifiuto.
«Davide è morto!».
Il vuoto, una scarica elettrica che ti paralizza. Non riuscivo a percepire la sua voce fino in fondo. O forse non volevo. Gli chiesi di ripetere una seconda volta, e lo fece. Mi voltai verso Vincent con gli occhi sbarrati. Come avrei dovuto comunicargli una cosa del genere? Non ci fu il tempo, perché qualcuno bussò alla porta della nostra camera. Aprii con la forza di chi ha smarrito il proprio io, di chi non è padrone del proprio corpo per qualche secondo.
Era il mister. C’era Stefano Pioli in lacrime: «Davide non c’è più». Continuava a piangere, lacrime implacabili. Mi abbracciò forte, un gesto che avvertii come disperato. Fu in quel momento che mi affacciai al corridoio. Alcuni miei compagni erano a terra, pietrificati. Altri si rifiutavano di accettare che fosse accaduto davvero, che fosse accaduto a Davide. Sentivo i pugni sbattere sulle pareti dell’hotel. Urla di rabbia e dolore: «Come cazzo è possibile!!!». Cercavano di capire perché la vita era stata così infame. Ma una risposta non c’era e non c’è nemmeno ora. Ricordo di aver sentito distintamente le urla di Fede (Chiesa, ndr), che era appena stato svegliato con quella notizia. Erano urla di disperazione, incontrollate. Stava spaccando tutto in camera, era in preda al raptus di chi non accetterà mai quella sentenza.
Mi diressi verso la stanza di Davide. Intravidi i suoi piedi, ma non ebbi il coraggio di entrare. Seguirono ore di silenzio, rientrammo a Firenze e i tifosi ci riservarono un lungo applauso, che risuonava in un silenzio composto da commozione e rispetto. Ci ritrovammo due giorni dopo al centro sportivo, dopo il lunedì trascorso a casa per cercare risposte. Eravamo in palestra e il primo a parlare fu Pantaleo Corvino, il nostro direttore generale. E fu sincero: «Io una cosa così non l’ho mai vissuta, non so come la vivrete voi. Per me potete smettere di giocare oggi, non ha importanza quello che succede da qui al termine della stagione. Non so come andremo avanti». Parlò anche Milan (Badelj, ndr), e lo fece con un discorso ancor più intimo rispetto a quello che pronunciò durante il funerale di Davide nella Chiesa di Santa Croce. Fu speciale anche il primo momento in cui ci guardammo tutti negli occhi. Milan ci esortò a continuare nel suo ricordo, a riprodurre quei comportamenti che ci aveva insegnato.
Quel martedì fu strano, non saprei come altro definirlo. C’era un’aria particolare. C’era chi si allenava con le lacrime agli occhi, chi non riusciva a pronunciare neanche mezza parola, chi sfogava rabbia e frustrazione durante la partitella. Io mi ero tenuto tutto dentro. Tutto. Chiuso a chiave dentro di me. Ma sapevo che sarei crollato, in quella giornata o in un’altra. Era questione di ore. Accadde quando entrai in sala pranzo, mi sedetti e al suo posto non c’era nessuno. Era vuoto. Non c’era nessuna spalla sulla quale appoggiare la mia testa. Non riuscii a contenere le lacrime. Quello era il mio momento. Non l’ultimo.
Lo sfogo della consapevolezza è arrivato durante la camera ardente a Coverciano. La famiglia aveva designato poche persone per un ultimo saluto prima dell’apertura al pubblico. Ebbi l’opportunità di salutare Davide prima che il feretro venisse chiuso. C’erano alcuni compagni di squadra, altri della Nazionale, come Daniele De Rossi, e qualche amico. Il suo corpo era coperto di ematomi, non era più lui. Io avevo gli occhi gonfi di lacrime, non riuscii neanche a vederlo in modo nitido. Lì ho capito quello che era successo, al dolore si è aggiunta la consapevolezza che non saremmo stati mai più insieme a guardare quel film o a mangiare in quel ristorante in cui dovevamo andare. Mi ero scaricato a livello nervoso.
Non mi sono mai spiegato perché la gara contro il Benevento non sia stata rinviata dopo quella settimana devastante. Il fischio finale fu una liberazione, la fine di quel calvario durato 7 giorni. Un mix di tristezza e risonanza mediatica che non ci permise di avere privacy durante l’elaborazione del lutto. Giocare quella partita era l’ultimo desiderio di ognuno di noi. Ma fu anche l’inizio di una cavalcata incredibile all’inseguimento della qualificazione all’Europa League dopo una stagione anonima. Ogni lunedì Pioli, in palestra, analizzava il weekend e toccava i punti giusti. Si era creato un legame quasi ascetico. Nel nome di Davide. Non era facile parlarne, ma attraverso il ‘Saluto del Capitano’ trovammo il modo per onorarlo e rivivere la sua essenza.
Perché per noi la sua scomparsa è rimasta un tabù, ma ciò che ci ha lasciato è una prova tangibile. Un mese fa ho incontrato Veretout, l’ho affrontato due volte in pochi giorni. A Firenze, Jordan non parlava italiano, non avevamo legato molto. Non interagivamo e io ho bisogno di parlare con le persone per entrare davvero in profondità. Però quando ci siamo ritrovati dopo tanto tempo, era come se fossimo amici di vecchia data. Dialogavamo in modo fluido come due persone che avevano condiviso qualcosa di inscindibile, anche senza parlarsi. Come se Davide fosse la lingua universale che ci ha unito per sempre. Quando incontro un mio ex compagno alla Fiorentina è così, nessuno dei due affronta l’argomento. Credo che abbiamo paura di come l’altro potrebbe reagire dentro di sé. Nell’abbraccio che ci diamo per salutarci, però, implicitamente ci mettiamo tutto. E ogni volta è speciale.
Le sue doti umane erano innate. Se stavi facendo un esercizio e accanto a te c’era un ragazzo straniero, che non conosceva la lingua, correva a rompere il silenzio inventandosi parole e facendolo sentire a suo agio. Poteva non parlare la lingua del compagno, ma non faceva alcuna differenza. Finiva tutto con una risata. Era il collante. Il leader che non ha bisogno dell’ufficialità della fascia per essere riconosciuto. In quella squadra così multietnica, lo spogliatoio non si era amalgamato automaticamente all’inizio. Il suo intervento fu fondamentale. E quando venne a mancare ci accorgemmo di quanto fosse pesante la sua presenza. Solo quando perdi qualcosa ti accorgi del suo reale valore, è vero, ma la sua forza era indiscutibile. E così sarà per sempre.
«Vengo a prenderti, andiamo insieme».
Ti ricordi di quando siamo andati con la tua Smart alla cena di squadra? Fu uno dei primi momenti vissuti accanto fuori dal contesto calcistico. In quei venti minuti sublimammo la nostra amicizia. Parlammo di valori, di progetti, di futuro. Sancimmo definitivamente il legame umano che ci univa. Un patto profondo.
Mi hai lasciato una maturità superiore, quella con cui oggi vivo il calcio. Prima lo facevo con ansia: si vince, si vive bene. Si perde, la settimana sarà una merda. No. Grazie a te ho capito che il calcio è una parte della vita e che è proprio l’equilibrio fuori dal campo che ti porta ad affrontare con maggiore positività la tua professione. Mi hai mostrato che puoi essere calciatore, ma anche designer di interni, critico cinematografico e appassionato della materia più impensabile. La vita merita di essere vissuta con serenità, comunque vadano le cose. Ed è quello che voglio trasmettere agli altri. Sono una persona introversa, e ho capito che non c’è niente di male. Che vado bene così.
Sai, qualche giorno fa saresti stato fiero di me. Agudelo, un mio compagno che viene dal Sud America come tanti dei nostri amici alla Fiorentina, ha discusso con il mister durante l’allenamento. E si era offeso. Era stato escluso dalla partitella e, dopo qualche minuto, il preparatore gli ha restituito la casacca per tornare in campo. E lui no, non voleva. Se l’era presa. Allora gli ho detto: «Dai, non fare così. Torna in campo e basta». Con i tuoi modi, quelli giusti per non creare un precedente. Negli spogliatoi era ancora arrabbiato. Ma io non volevo che quel comportamento lo rovinasse. L’ho preso da parte: «Ascoltami. Sai che devi ritenerti fortunato? Il mister si è incazzato, ti ha escluso, e dovresti essere orgoglioso di lui. Cosa avresti voluto? Uno che non ti dice nulla, fa finta di niente, e la domenica ti lascia in panchina senza spiegazioni? Senza che tu possa capire i tuoi errori e migliorare? Devi ritenerti fortunato, lo avrei voluto incontrare anche io da giovane un allenatore così». Non mi ha risposto. Il giorno della partita ero nello spogliatoio e mi stavo lavando i denti, l’ho visto entrare: «Riccardo, avevi ragione. Ti devo ringraziare, oggi gioco titolare».
Grazie Asto, ti voglio bene.
FONTE:
CronacheDiSpogliatoio.it
SERIE A
Napoli-Spezia 1-2: Petagna non basta, Nzola e Pobega la ribaltano
06 gen 2021 - 17:55
Incredibile beffa per la squadra di Gattuso, che in casa si fa rimontare dallo Spezia in 10 uomini. Il Napoli attacca fin dal primo minuto collezionando tiri e occasioni a ripetizione, ma chiude il primo tempo sullo 0-0. Nella ripresa dentro Petagna, che pochi minuti dopo il suo ingresso in campo la sblocca. Nzola pareggia dal dischetto e, dopo il rosso a Ismajli, Pobega trova il gol-vittoria
NAPOLI-SPEZIA 1-2 (highlights - pagelle)
58' Petagna (N), 68' rig. Nzola (S), 81' Pobega (S)
NAPOLI (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Manolas, Maksimovic, Mario Rui; Fabian Ruiz (82' Llorente), Bakayoko (76' Elmas); Politano (53' Petagna), Zielinski (76' Lobotka), Insigne; Lozano. All. Gattuso
SPEZIA (4-3-3): Provedel; Vignali, Ismajli, Terzi, Marchizza (90' Ramos); Deiola (46' Pobega), Agoumé, Maggiore (90' Saponara); Agudelo (46' Gyasi), Nzola, Farias (79' Erlic). All. Italiano
Espulso Ismajli (S) al 77' per doppia ammonizione
Ammoniti: Pobega (S), Maggiore (S), Di Lorenzo (N), Terzi (S), Manolas (N)
FONTE:
Sport.Sky.it
MERCATO
LA FANTASIA DI RICCARDO SAPONARA AL SERVIZIO DELLE AQUILE
05 gennaio 2021 - 11:30
Il talentuoso centrocampista arriva a titolo temporaneo con diritto di opzione dell'ACF Fiorentina
Riccardo Saponara è un nuovo calciatore dello Spezia Calcio.
Il talentuoso centrocampista arriva a titolo temporaneo con diritto di opzione dall'ACF Fiorentina.
Classe 1991, Saponara arriva in riva al Golfo dei Poeti dopo aver indossato in carriera le maglie di Milan, Empoli, Genoa, Lecce e Sampdoria, oltre a quella dei viola.
Centrocampista completo, capace di agire sulla linea mediana, ma anche sulla trequarti e nel tridente d'attacco, Saponara è ora pronto a mettere la propria fantasia al servizio delle Aquile con indosso la maglia numero 23.
Benvenuto Riccardo!!!
FONTE:
SpeziaCalcio.com
LECCE-ATALANTA 2-7
Serie A, l'Atalanta travolge il Lecce: 7-2 al "Via del Mare"
La Dea va avanti per 2-0, ma si fa raggiungere: poi nella ripresa si scatena trascinata da Zapata
di ENZO PALLADINI 01 marzo 2020
Un rullo compressore. Un'Atalanta da impazzire, come accade sempre più spesso. Avanti subito 2-0 (autogol Donati e Zapata), ripresa sul 2-2 (Saponara e Donati), nel secondo tempo si è scatenata: piccolo capolavoro di Ilicic, altri due gol di Zapata, fino al 6-2 di Muriel e al 7-2 di Malinovskyi. Ennesima goleada degli uomini di Gasperini che continuano a battere record e a dare spettacolo in giro per l'Italia.
LA PARTITA
Che l'Atalanta sia ormai da considerare una grande squadre è un dato di fatto. Nessuno commette più l'errore di sottovalutarla, soprattutto quando l'avversaria è una squadra con fame di punti. Liverani dopo lo sfogo della vigilia contro i poteri forti sceglie la modalità "provinciale umile", schiera la sua squadra quasi sempre e quasi completamente dietro la linea della palla, ripartenze tentate con la tecnica di Mancosu e Saponara, seconda e terza linea strettissime tra di loro. Durante questo campionato, spesso l'allenatore del Lecce ha raccolto frutti importanti giocando in questa maniera. L'Atalanta però è in una condizione atletica invidiabile in tutti i suoi elementi. Corre e gioca a memoria fino a tre quarti, poi imbuca la palla del triangolo Ilicic-Gomez-Zapata e da quelle combinazioni esce sempre qualcosa di molto interessante.
Il destino nel calcio gioca spesso brutti scherzi e a volte va a colpire le squadre proprio in quello che abitualmente è il loro punto di forza. Nel caso specifico le palle inattive. Fino alla giornata scorsa il Lecce ha segnato il 44% dei suoi gol proprio partendo da questo presupposto, nella partita con l'Atalanta è arrivato invece un castigo pesantissimo, con due gol da calcio d'angolo nei primi 22 minuti. D'accordo che le traiettorie disegnate da Ilicic non sono mai banali, d'accordo che al "Via del Mare" c'è un vento che fa bruciare gli occhi, ma è quasi inspiegabile la maniera in cui Donati, da solo, butta di testa nella propria porta il gol dell'1.-0. Molto più spiegabile invece il raddoppio, con Rossettini che perde completamente Zapata e gli consente di colpire nella maniera più comoda possibile. Un doppio colpo che ammazzerebbe chiunque ma che invece va a innescare la classe di Saponara. E' lui a riaprire tutto con una prodezza da fenomeno, ripartenza solitaria e conclusione di destro a giro all'incrocio. Passato il momento di disperazione, Il Lecce ragiona e la gara, nonostante la superiorità atletica e tecnica dei bergamaschi, riprende una configurazione dignitosa. Anzi, per la verità il Lecce riesce a rimettere tutto in linea di galleggiamento, ancora con una ripartenza, ancora con un'invenzione di Saponara sulla sinistra, apertura illuminante e gran tiro di Donati che ha a disposizione tutto il tempo per prendere la mira e battere Gollini.
Se c'è una dote che andrà sempre riconosciuta a Liverani è la coerenza. Il suo Lecce non si snatura mai, punta sempre sulla compattezza dei reparti e sulle ripartenze. Continuando a giocare in questa maniera ha raddrizzato la partita con la prospettiva di continuare a giocarsela. Però c'è un difetto sul quale l'allenatore dei pugliesi deve ancora lavorare: l'approccio iniziale. Così come è stato deleterio il primo quarto d'ora del primo tempo, inizia malissimo anche la ripresa, con il gol di classe di Ilicic che porta di nuovo in vantaggio l'Atalanta ma anche con alcune occasioni che rischiano di affondare definitivamente i giallorossi, in particolare un vero e proprio rigore in movimento sbagliato da Pasalic. Liverani si illude di uscire anche da questa bufera, ma sulle corsie esterne i bergamaschi ricominciano a volare[...]
LE PAGELLE
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SAPONARA 6,5 - Giocatori di questa qualità tecnica mancano un po' nel campionato italiano. Per tanto tempo è mancato anche lui, nel senso che ha perso mezza carriera a causa di mille problemi fisici. Però certe giocate dimostrano quali meraviglie potrebbe regalare con un impiego continuo in condizioni decenti. Vedasi gol dell'1-2 per capire. Perde un po' di brillantezza alla distanza.
[...]
TABELLINO
LECCE.-ATALANTA 2-7
LECCE (4-3-2-1): Gabriel 6; Donati 6,5, Lucioni 5, Rossettini 4,5, Calderoni 5; Majer 5,5 (18' st Tachtsidis 5,5), Deiola 5, Barak 5,5; Saponara 6,5, Mancosu 5,5 (18' st Shakhov 5,5); Lapadula 5. A disp. Vigorito, Chironi, Vera, Petriccione, Paz, Meccariello, Oltremarini, Rispoli, Dell'Orco, Rimoli. All. Liverani 5,5.
ATALANTA (3-4-1-2): Gollini 6; De Roon 6,5, Caldara 6, Palomino 7; Hateboer 6,5, Freuler 6,5, Pasalic 6,5, Gosens 6,5; Gomez 6,5 (24' st Malinovskyi 6,5); Ilicic 7,5 (28' st Muriel 6), Zapata 7,5 (40' st Tameze sv). A disp.: Sportiello, Rossi, Czyborra, Bellanova, Okoli, Malinovskyi, Castagne, Colley. All.: Gasperini 7,5.
Arbitro: Massa
Marcatori; 17' pt aut. Donati (A), 22' pt Zapata (A), 29' pt Saponara (L), 40' pt Donati (L), 2' st Ilicic (A), 9' st Zapata (A), 17' st Zapata (A), 42' st Muriel (A), 46' st Malinovskyi (A)
Ammoniti: Lucioni, Saponara (L), Hateboer, Palomino (A)
Espulsi: -
[...]
FONTE:
SportMediaset.Mediaset.it.it
SAPONARA IN GIALLOROSSO
22.01.2020 14:30
L’U.S. Lecce comunica di aver acquisito, a titolo temporaneo, il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Riccardo Saponara dal Genoa CFC. Il calciatore romagnolo, che ha già sostenuto le visite mediche, da domani sarà a disposizione del tecnico Liverani.
FONTE:
USLecce.it
ALTRE NOTIZIE
Coppa Italia, Genoa-Imolese 3-0 al 45': Saponara segna e viene sostituito
VENERDÌ 16 AGOSTO 2019, 21:19
di GIACOMO IACOBELLIS @GIACO_IACO
Genoa in scioltezza nel primo tempo della sfida di Coppa Italia in programma questa sera al Comunale di Chiavari e valida per il terzo turno della competizione. Il risultato parziale vede infatti i rossoblù avanti di tre reti sull'Imolese grazie alle marcature di Criscito su rigore al 2', Saponara al 23' e Ghiglione al 29'. Lo stesso ex Fiorentina e Sampdoria è stato però sostituito a sorpresa già al 29' per fare spazio a Radovanovic.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
NEWS
Ufficiale, Saponara ceduto in prestito con diritto di riscatto al Genoa
Ufficializzato il passaggio a titolo temporaneo con diritto di riscatto del trequartista classe 1991 al club rossoblù
Di Redazione Fiorentina.it 7 Agosto 2019 - 14:28
Con una nota sul canale mediatico viola, la Fiorentina ha comunicato la cessione a titolo temporaneo con diritto di riscatto del trequartista Riccardo Saponara al Genoa:
ACF Fiorentina comunica di aver ceduto, a titolo temporaneo con diritto di riscatto, al Genoa CFC, i diritti alle prestazioni sportive del calciatore Riccardo Saponara (classe ’91).
FONTE:
Fiorentina.it
Sampdoria, Saponara: 'Dedico il gol a Sabatini. Mi sono tolto un po' di sassolini dalle scarpe col gol...'
del 28 ottobre 2018 alle 18:56
Riccardo Saponara, trequartista della Sampdoria, ha parlato a Sky Sport al termine del primo tempo della gara col Milan: “Siamo andati sotto, abbiamo avuto grande personalità a recuperare il risultato. Dedico il gol a Sabatini, a mio papà e a chi mi mette nelle migliori condizioni per lavorare. Avevo un po’ di sassolini nelle scarpe da tempo. Dobbiamo continuare così perché abbassando i ritmi i rossoneri possono farci male”.
FONTE:
CalcioMercato.com
NEWS
Saponara è blucerchiato: temporaneo con opzione dalla Fiorentina
17 AGOSTO 2018
ORE 19:24
Il presidente Massimo Ferrero e l’U.C. Sampdoria comunicano di aver acquisito a titolo temporaneo con diritto di opzione dall’A.C.F. Fiorentina i diritti alle prestazioni sportive del calciatore Riccardo Saponara (nato a Forlì il 21 dicembre 1991).
FONTE:
Sampdoria.it
Riccardo Saponara: ultima chiamata?
Giugno 1, 2018 di Eugenio Guido
Riccardo Saponara, a soli 27 anni, ha alle spalle una storia calcistica quanto meno travagliata: la classica gavetta tra le giovanili del Ravenna e dell’Empoli e l’approdo tra i professionisti, in serie B, proprio con gli azzurri; la chiamata del Milan per fare il grande salto, fallito non solo per sue colpe; il passo indietro a Empoli e la consacrazione con Sarri prima e Giampaolo poi; un’inaspettata fase calante nell’ultima parte dell’esperienza empolese; un percorso in chiaroscuro in viola, per buona parte senza acuti e la fiducia ritrovata a sprazzi nelle ultime partite, in cui, grazie anche alle chance dategli da mister Pioli ha cercato di caricarsi sulle spalle la trequarti viola.
La carriera
Riccardo Saponara (Fiorentina) con la maglia dell'Empoli
Foto: Gabriele Maltinti/Getty Images Europe
Dopo gli inizi nello Sporting Forlì, squadra della sua città natale, viene acquistato dal Ravenna dove gioca nella primavera, riuscendo ad arrivare anche in prima squadra prima del passaggio all’Empoli. Con gli azzurri ricomincia dalla primavera, per poi esordire nella stagione 2010/2011 in prima squadra. La consacrazione arriva nel 2012/2013 con 15 assist e 13 reti in 40 presenze (compresi i Playoff in cui la squadra uscirà sconfitta).
Notato dal Milan, arriva in rossonero dove rimarrà per 18 mesi. Tra infortuni, diversi allenatori (Allegri, Seedorf, Inzaghi), moduli mai congeniali alle sue caratteristiche tecniche, il forlivese non riesce a esplodere. Emblema della sua permanenza in rossonero fu il derby da titolare contro l’Inter del 22 dicembre 2013: 76 minuti in campo da titolare, nel 4-3-2-1 disegnato da Allegri che vedeva il giocatore far coppia con Kakà alle spalle di Mario Balotelli. Una partita incolore e senza acuti dopo la quale, nonostante gli avvicendamenti sulla panchina milanista giocherà soltanto altre cinque partite in rossonero.
La “seconda vita” in Toscana lo vede nuovamente protagonista, grazie al ritrovato Sarri che lo sfrutta nuovamente al meglio nel suo 4-3-1-2, in cui Saponara interpreta al meglio il ruolo di trequartista regalando ai suoi sette gol e quattro assist in diciassette presenze. L’anno successivo, con l’avvicendamento tra Sarri (che passa al Napoli) e Giampaolo, non perde lo smalto chiudendo l’anno con cinque gol e dieci assist in trentaquattro presenze, trascinando i suoi a una tranquilla salvezza e a un ottimo decimo posto in Serie A.
Riccardo Saponara durante la presentazione allo stadio Franchi. Foto: fiorentinacalcio.net
L’anno 2016/2017 vede Saponara nuovamente nelle file dell’Empoli, nonostante la corte del Napoli del mentore Sarri, ma solo fino a gennaio: dopo sei mesi grigi e senza la verve della stagione precedente, il valore del giocatore si abbassa notevolmente e il ragazzo entra nelle mire di Corvino, DS della Fiorentina, che crede che Firenze possa essere la giusta piazza per una nuova consacrazione e se ne assicura il cartellino con la formula del prestito a 1,5 milioni di Euro, con obbligo di riscatto fissato a 8 milioni di Euro .
Il giocatore
Per il ruolo a lui più congeniale, Saponara si può annoverare tra i calciatori in via d’estinzione: trequartista puro, abile nell’uno contro uno, che predilige giocare dietro le due punte con la possibilità di svariare su tutto il fronte offensivo, approfittare degli spazi creati dagli attaccanti per inserimenti in zona gol e che non disdegna il tiro da fuori. Nel suo ruolo è probabilmente il talento più cristallino espressosi a buoni livelli nel nostro paese.
Foto: AC Milan
Mentre a Empoli ha potuto esaltarsi proprio in questa posizione, il salto di qualità, il sogno che si realizza con l’approdo al Milan non ha avuto l’esito sperato né dal giocatore, né dai rossoneri. L’avvicendarsi di troppi allenatori in poco tempo, moduli di gioco che non lo facevano rendere al massimo e una pressione psicologica in un ambiente non pronto ad aspettare la consacrazione del giocatore, ne hanno decretato l’insuccesso.
Il ritorno a Empoli ne conferma, infatti, il feeling in un meccanismo di gioco che gli consente ampia libertà offensiva, e la propensione a esprimersi meglio in un ambiente con meno pressioni.
Fiorentina: l’ultima chiamata?
Arrivato con prestito con obbligo di riscatto (8 milioni da pagare nella prossima tranche di mercato), il giocatore guadagna 1,1 milioni di euro a stagione e ha un contratto fino a giugno 2021 (fonte calcioefinanza.it).
Complice diversi infortuni (che a onor del vero hanno spesso frenato il giocatore) chiude la sua prima metà di stagione in viola, sotto la guida di Paulo Sousa, con 416 minuti giocati, frutto di undici presenze, con due gol e due assist.
L’arrivo di Pioli sembrava aprire al forlivese nuove prospettive, ma tra (ancora) infortuni, l’adattamento al gioco del nuovo allenatore che predilige giocare con tre trequartisti o due ali alle spalle della punta, non trova spazio. La prima da titolare dopo qualche scampolo di partita arriva in Fiorentina-Benevento (11 marzo 2018). Qualcosa in Riccardo sembra essere diverso. Sembra essere scattata una molla psicologica: la settimana prima era scomparso Davide Astori, il suo capitano e prima ancora amico a cui era legatissimo e di cui ha lasciato un ricordo struggente in un post su Instagram.
Saponara e Astori. Foto: Instagram
Da quella partita si rivedono le giocate del Saponara di Empoli: deciso, pieno di inventiva e mai banale. Il giocatore diventa protagonista del filotto di risultati utili consecutivi con tre assist in sette partite che riaccendono le velleità europee dei viola. Da metà aprile notiamo, però, un giocatore nuovamente in difficoltà, in ballottaggio per una maglia da titolare e non più in grado di incidere. Sembra quasi che quando c’è da imporsi e trascinare la sua squadra, mentalmente non riesca a reggere la pressione, sopratutto in contesti importanti.
A 27 anni, ormai nel pieno della maturità calcistica, è arrivato il momento in cui capiremo cosa succederà alla carriera di un giocatore che ha sicuramente potenzialità importanti, anche in ottica di una Nazionale che per varie ragioni si trova davanti a una rivoluzione. Un giocatore che si trova probabilmente davanti l’ultimo treno per giocare ad altri livelli, prima di essere accantonato come uno dei tanti incapaci di fare il salto di qualità.
FONTE:
TheWiseMagazine.it
28 Maggio 2018
Corsi: “Saponara a Firenze ha deluso”
Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, è intervenuto ai microfoni di Lady Radio nel corso del Radio Viola di oggi. Queste le sue parole:
“Mi sembra molto più difficile fare calcio a Firenze piuttosto che a Empoli. L’anno scorso siamo retrocessi per colpa delle mie scelte. Poi ho avuto un incontro con i tifosi e mi hanno dato la fiducia, per ciò che avevo fatto a Empoli in questi anni, e li ho deciso di cambiare tutto. A Firenze ci sono molte più pretese, e questo comporta tante difficoltà.”
[...]
Su Saponara:
“Un anno e mezzo prima lo vendevo a 18 milioni invece che a 9, lo voleva il Napoli. Da noi ha fatto vedere cose straordinarie, per poi deludere alle aspettative quando è venuto a Firenze. Quest’anno ha fatto due mesi molto bene, mentre nelle ultime partite non si è distinto. Da quello che leggo il dubbio della sua riconferma è legato molto al modulo che la squadra farà l’anno prossimo.”
[...]
FONTE:
LadyRadio.it
Saponara, sei di nuovo tu: leggerezza e assist, lo stesso che incantò il Milan
del 09 aprile 2018 alle 18:00
di Angelo Taglieri
"E l'amore è una trappola. Mica sempre però. Qualche volta ti libera. E ti senti una favola...". E ce n'è tanto di amore in questa Fiorentina. "L'amor che move il sole e l'altre stelle" scriveva un fiorentino doc come Dante, l'amore che (s)muove ogni cosa dimostra ora Riccardo Saponara. Che proprio ieri, su Instagram, ha postato una foto dell'esultanza viola all'Olimpico dopo la vittoria contro la Roma, accompagnando il tutto con le parole di Lorenzo Jovanotti.
QUEL LEGAME... - La Fiorentina vola, mossa dallo spirito di gruppo e anche da qualcuno che, da lassù, veglia, protegge e indica la strada, qualcuno che se n'è andato troppo presto: 5 vittorie consecutive, 1 gol subito, 9 realizzati, e un Saponara che, in viola, non si era mai visto prima. Mai titolare in stagione. Poi, dalla sfida col Benevento, la prima dopo la morte di capitan Astori, sempre titolare, sempre decisivo: 3 assist (Benevento, Crotone e Roma), un calcio ragionato in mezzo a tanti tori scatenati come il Cholito Simeone e Federico Chiesa, con la squadra di Pioli che con il numero 8 titolare fa un gol ogni 50 minuti. Un Saponara con il sorriso in campo, come lo si era visto troppe poche volte: si sentiva ai margini tra infortuni e scarsa forma; e, dopo l'addio di Astori, parole sue, "Adesso è proprio finita, è la botta finale, non mi rialzo più". E invece...
CAMMINO ILLUMINATO - "Ovunque tu sia ora, continua a difendere la nostra porta e dalle retrovie illuminaci il giusto cammino". Questo scriveva il numero 8 viola il 5 marzo, il giorno dopo la tragedia. E qualcuno deve averlo ascoltato: il cammino dell'ex Milan, quello che a Empoli aveva scomodato paragoni con Ricardo Kakà dopo la stagione da sogno del 2012/13 con i toscani, autore di 13 gol e 15 assist in 40 partite, con quella leggera sensazione di vedere un talento unico e raro, si è improvvisamente schiarito. "Ho visto Davide nella camera ardente e mi è scattato dentro qualcosa. Al funerale ho finito le lacrime, ho accettato il dolore e la mia fragilità, come non avevo mai fatto prima per paura di passare per un debole. Invece, mostrarmi per quello che sono mi ha reso più forte. È l’ultimo regalo che mi ha fatto Davide".
IL MEGLIO DI SE' - E ora, Saponara, sta regalando il meglio di sé alla Fiorentina di Pioli, trovando freschezza fisica, con la testa libera di pensieri: una buona notizia per tutti, anche per la Nazionale del futuro, con il 26enne, in prestito con obbligo di riscatto dall'Empoli (con 1,3 milioni di euro che andranno al Milan), che sembra aver raggiunto la piena maturità. Una viola che vola nel ricordo del Capitano. Con l'amore, infinito e condiviso, per qualcuno che non c'è più. E l'amore lo comprende appieno solo chi ha l'animo sensibile. Sensibile come Riccardo Saponara.
@AngeTaglieri88
FONTE:
CalcioMercato.com
NOTIZIE
Saponara, dall’operazione ci guadagna anche il Milan. Oggi potrebbe essere in tribuna
Di Redazione Fiorentina.it 29 Gennaio 2017 - 9:10
Riccardo Saponara è un nuovo giocatore viola vista la formula del trasferimento. Prestito fino al giugno del 2018 a un milione di euro e riscatto obbligatorio a 8 per una spesa complessiva di 9 milioni. Con il giocatore che firmerà fino al 2021. Dall’affare Saponara ci guadagnerà anche il Milan: quando il club rossonero lo cedette ai toscani, concordò di tenersi il 30% da una futura rivendita (tolti i 4 milioni che l’Empoli pagò al tempo ai rossoneri). Probabilmente già oggi Saponara sarà in tribuna a tifare per i nuovi compagni. Iniziando domani ad allenarsi agli ordini di Sousa. Così riporta la Gazzetta Dello Sport.
FONTE:
Fiorentina.it
PRIMA SQUADRA
SAPONARA E’ UN CALCIATORE DELLA FIORENTINA
28/01/2017 19:24
ACF Fiorentina comunica di aver acquisito, a titolo temporaneo con obbligo di riscatto, i diritti alle prestazioni sportive del calciatore Riccardo Saponara dall’Empoli FC.
Saponara, nato a Forlì il 21 dicembre del 1991, nelle ultime tre stagioni ha indossato la maglia della squadra toscana in 70 occasioni, realizzando 14 reti.
Il calciatore vanta inoltre 22 presenze e 3 reti con la maglia della Nazionale Italiana under 21.
FONTE:
ViolaChannel.tv
Romano: Saponara tra Juve e Napoli, una clausola fa sorridere il Milan
del 20 giugno 2015 alle 13:30
In vetrina a casa sua. Quando a gennaio il Sassuolo lo voleva a tutti i costi, Riccardo Saponara ha preferito aspettare l'Empoli. Questione di certezze: Maurizio Sarri, l'ambiente dove è esploso, un modulo che lo esaltasse di sicuro, posto da titolare garantito. Scelta più che azzeccata. Perché Saponara coi suoi gol ha salvato l'Empoli e quel diritto di riscatto a poco più di 4 milioni dal Milan è stato un capolavoro del presidente Corsi con il ds Marcello Carli ad architettare l'operazione. E adesso? Ricky lo vogliono in tanti, si è informata anche l'Inter alcuni giorni fa ma senza andare oltre i sondaggi. Chi invece spinge seriamente per prenderlo sono Napoli e Juventus.
IL PIANO DELLA JUVE - Due operazioni diverse, chiaramente. La Juventus vede Saponara come un affare futuribile: le sue qualità da trequartista intrigano Fabio Paratici, un profilo giovane e con colpi da giocatore vero. Ma non ancora da Juve del presente, prima c'è da dimostrare ancora nonostante sei mesi ottimi in Toscana. E allora, in uno dei faccia a faccia con il ds dell'Empoli Carli si è parlato della possibilità di opzionare Saponara per il prossimo anno, in attesa di valutazione ma con una corsia preferenziale bianconera. Si vedrà, perché se arrivasse un'offerta importante adesso il club toscano potrebbe anticipare i tempi della cessione.
NAPOLI ALL'ASSALTO - E il Napoli ci ha provato per subito, eccome: il presidente De Laurentiis negli incontri con l'Empoli per Valdifiori aveva inizialmente incluso anche il cartellino di Saponara e Hysaj. Un affare da 25 milioni poi sfumato proprio sulle valutazioni, tanto che il Napoli ha chiuso esclusivamente l'acquisto del centrocampista. Ma per Sarri, Saponara è più di un pallino. Sarebbe l'uomo giusto al posto giusto, pronto per un grande salto. Per questo il Napoli con il ds Giuntoli ha alzato l'offerta a 15 milioni per acquistare sia Saponara che Hysaj su precisa richiesta dell'allenatore. L'Empoli da parte sua ha risposto picche, proposta troppo bassa e nessuna stretta di mani su queste basi.
LA CLAUSOLA MILAN - Non è un caso che il presidente Corsi abbia detto no all'offerta del Napoli. Nell'operazione Saponara definita con il riscatto dal Milan, infatti, va considerata anche una clausola particolare ovvero legata al 30% della futura rivendita di Riccardo che andrà proprio al club rossonero. Per questo, l'Empoli non vuole privarsi di Saponara per una cifra ritenuta non all'altezza, dovendo lasciare al Milan una buona fetta di incasso per la cessione del trequartista. Saponara quindi è valutato sopra i 13/14 milioni, per strapparlo all'Empoli servirà un'offerta importante, Napoli avvisato. Mentre la Juve tiene d'occhio la situazione e spera nella corsia preferenziale. Con il Milan che sorride, un po' meno di amaro in bocca grazie a questo prossimo incasso seppur sia stato perso a cuor leggero un talento come Saponara. Pronto a mettersi ancora in vetrina ovunque, che sia Napoli o Empoli, casa sua...
Addio Milan, l'Empoli riscatta Saponara
del 13 maggio 2015 alle 14:00
Il Milan perde Riccardo Saponara: secondo quanto appreso in esclusiva da Calciomercato.com, l'Empoli riscatterà infatti sicuramente il centrocampista forlivese, autore di un'ottima seconda parte di campionato in Toscana, con 6 reti e 4 assist in 14 partite. Il diritto di riscatto verrà dunque esercitato entro il termine stabilito, il 10 giugno, per la cifra pattuita a gennaio, 4 milioni di euro.
NESSUN RITORNO - Come anticipato dunque Saponara lascerà il club rossonero: c'era stata un'ipotesi di ritorno a Milano quando Galliani, Carli e Corsi si erano incontrati un mese fa, per parlare del possibile approdo di Sarri sulla panchina rossonera. In quel frangente il ds del Milan aveva chiesto un po' di tempo ai vertici dell'Empoli, per valutare chi sarebbe stato l'allenatore dei rossoneri nella stagione 2015/2016, con la possibilità di un riconoscimento economico da elargire ai toscani per la valorizzazione di Saponara. Il Milan però in questo momento ha altre priorità dal punto di vista societario, quindi sta esitando per quanto riguarda la guida tecnica. Possibile poi che, una volta tornato ad Empoli, il centrocampista possa anche lasciarla subito: sulle sue tracce c'è infatti la Lazio.
Davide Russo de Cerame
@DRussodeCerame
FONTE:
CalcioMercato.com
news
Preso Riccardo Saponara
16-01-2015 15:26 - serie a tim
L'Empoli Fc comunica di aver acquisito a titolo temporaneo dall'Ac Milan con diritto di riscatto le prestazioni del giocatore Riccardo Saponara. Il calciatore torna così ad Empoli, dopo che aveva lasciato la società azzurra al termine della stagione 2012-13.
FONTE:
EmpoliCalcio.net
Sport
Riccardo Saponara, ecco chi è il nuovo acquisto del Milan. «Più che Kaka, sembra El Shaarawy»
«Tecnica, velocità e dribbling le armi migliori. Segna molto e si sacrifica in difesa». Il responsabile del settore giovanile dell'Empoli, Massimiliano Cappellini, ci racconta il miglior talento della Serie B
Daniele Guarneri 11/01/2013 - 12:50 Sport
Quando Silvio Berlusconi esprime un desiderio i suoi collaboratori più fidati, Galliani in testa, sanno bene che si devono attivare per fare in modo che il sogno diventi realtà. «Voglio una squadra giovane», aveva detto non troppi giorni fa il Cavaliere. Detto, fatto. All’apertura del mercato i rossoneri hanno bruciato tutti sul tempo e se si sono aggiudicati Riccardo Saponara, il miglior talento della Serie B. Classe 1991, originario di Forlì, il ragazzo era in comproprietà tra Empoli e Parma e i rossoneri hanno acquistato per 4 milioni di euro il 50 per cento del cartellino che era in mano ai toscani.
Un sogno che diventa realtà per un giovane che fin da bambino è sempre stato tifosissimo del Milan, lui come tutta la sua famiglia. Lo racconta a tempi.it Massimiliano Cappellini, responsabile del settore giovanile dell’Empoli. «Quando ho conosciuto Riccardo e suo padre non facevano altro che chiedermi di quando giocavo al Milan (alla fine degli anni Ottanta Cappellini era un promettente attaccante della Primavera rossonera). Mi piace pensare che il sogno di un ragazzo si sia finalmente avverato. Ora deve essere bravo a sfruttare l’occasione che è arrivata anche grazie ai suoi sacrifici».
Cresciuto tra Sammartinese e Sporting Forlì, Riccardo passa al Ravenna nell’estate 2007. Gioca un pugno di partite in Lega Pro poi finisce nel mirino degli osservatori dell’Empoli e nel mercato di gennaio Marcello Carli (oggi direttore sportivo, all’epoca responsabile del settore giovanile) lo porta in Toscana dove viene inserito nel formazione Primavera. Ma il destino di Riccardo sembra delinearsi fin da subito quando a soli sedici anni debutta in prima squadra in una partita di Coppa Italia. Si gioca al Marassi contro il Genoa di Milito, Thiago Motta e Sculli e a gettare nella mischia Riccardo è Atzori. Nel 2011 viene aggregato alla prima squadra e sotto l’ala protettiva di capitan Stovini cresce e disputa poco meno di 20 partite. Quest’anno l’esplosione: 18 presenze finora condite da 8 reti spesso molto spettacolari che lo hanno reso anche una colonna portante dell’Under 21 azzurra guidata dal ct Denis Mangia.
«Riccardo è un ragazzo perfetto», spiega Cappellini. «È una persona seria e ha dimostrato nel rapporto con me e con la squadra, per come si allena e per come ha gestito questa situazione di mercato, molta più maturità rispetto alla sua giovane età. Anche fuori dal campo ha l’atteggiamento giusto, non si è montato la testa. Per me è un ragazzo straordinario». A livello tecnico Saponara ha il talento giusto tanto che al ragazzo, oltre al Milan, si erano interessati anche Parma, Juventus e Inter. «Non solo, su Riccardo c’erano squadre straniere. È un trequartista moderno: tecnica, forza e velocità. Fa dell’uno contro uno la sua arma migliore. Sta affinando anche la finalizzazione e non ha paura di rientrare in difesa per dare una mano ai compagni». I giornali lo hanno già accostato a Ricardo Kaka ma per le caratteristiche descritte sembra quasi il nuovo Stephan El Shaarawy. «Non lo so, può darsi. Vediamo che impatto avrà con la Serie A perché quello è un mondo particolare. Comunque ha le caratteristiche tecniche e umane per far bene come quei due mostri che mi ha citato. Diamogli un paio di anni e poi risentiamoci».
FONTE:
Tempi.it
Inter-Milan: Saponara, prima da titolare
22 DICEMBRE 2013
ROMA, 22 DIC - Sorpresa nel Milan del derby: Massimiliano Allegri sceglie Saponara, al suo esordio da titolare, e lascia in panchina Matri. Quindi, assieme a Kakà, alle spalle dell'unica punta Balotelli, ci sarà il trequartista classe '91 che in questa stagione ha giocato solo due spezzoni di gara [...]
FONTE:
GazzettaDelSud.it
NEWS
Saponara fu già a un passo dall'Inter: il retroscena
VENERDÌ 28 DICEMBRE 2012, 18:22
di FABRIZIO ROMANO
per Fcinternews.it
© foto di Federico De Luca
Adesso l'Inter lo corteggia, ma Riccardo Saponara fu già vicinissimo. Il gioiellino - ora a metà tra Empoli e Parma - era già quasi preso da giovanissimo, dal Ravenna. Poi arrivò l'Empoli, che chiuse a 750 mila euro per la prima metà e 500 mila per la seconda. E ora la corte ritorna...
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com
Novara, 20:18
CALCIO, SERIE B: NOVARA-EMPOLI 2-2
Si è chiuso con un pareggio per 2-2 l'anticipo della seconda giornata del campionato di serie B tra Novara ed Empoli. Per i padroni di casa hanno segnato Luca Ghiringhelli, di testa su calcio d'angolo, al 29', e Pablo Gonzalez, con un preciso sinistro al volo da dentro l'area, all'81; tra i due gol degli uomini di Tesser c'era stata la doppietta dell'azzurro Riccardo Saponara, in rete al 48' e al 70'.
(01/09/2012)
FONTE:
Sport.Repubblica.it
Articolo inserito da Maurizio Garavini in data 13/01/2011 Calcio
Riccardo Saponara - dalla Sammartinese all'Empoli!!!
Un altro dei calciatori della Sammartinese (piedi buoni e fiuto per il gol) raggiunge il calcio professionistico e lo fa in Serie B con l'Empoli! Si tratta di Riccardo Saponara, attaccante classe 1991 (ma per noi è un vero n° 10), cresciuto nei "baby" della Sammartinese e diventato giovanissimo e poi allievo nello Sporting Forlì, che lo cederà in prestito al Ravenna nella stagione 2007/08. Il Ravenna lo confermerà nella stagione successiva, dandogli la possibilità di guadagnarsi tre presenze in C1. Nel 2009/10 l'Empoli, vincendo la concorrenza di diversi club di A e B , tra cui l'Inter, se ne aggiudica il cartellino, schierandolo nella formazione Primavera. Qui Sapanora mette in mostra tutto il suo valore, segnando anche reti decisive come al Torneo di Viareggio. Nella attuale stagione 2010/11 è assegnato stabilmente alla prima squadra che milita in serie B, dove ha all'attivo già 3 presenze, l'ultima proprio sabato scorso, 8 gennaio 2011, dove è subentrato al 29' del 2° tempo nella partita Empoli-Vicenza terminata 1 a 1.
Nelle foto a seguire lo vediamo in formazione con gli Esordienti della Sammartinese (è quello cerchiato in giallo), quindi nella foto ufficiale ricavata dal sito dell'Empoli Calcio e infine in un'azione di gioco quando militava nel Ravenna.
FONTE:
SanMartinoInStrada.com
UFFICIALE
Saponara all'Empoli
VENERDÌ 25 GIUGNO 2010, 11:54
di REDAZIONE TMW.
Il Ravenna Calcio comunica di aver raggiunto l'accordo con l'Empoli Fc per il passaggio a titolo definitivo del calciatore Riccardo Saponara al club toscano. L'operazione di mercato è stata conclusa questa mattina tra il ds giallorosso, Giorgio Buffone (accompagnato dal collaboratore della segreteria Daniel Maurizi), e i dirigenti dell'Empoli, il direttore generale Giuseppe Vitale e il segretario generale Stefano Calistri.
La presenza a Milano dello staff giallorosso si protrarrà fino alle ore 19 di questa sera, quando scadrà il termine per definire le compartecipazioni senza dover ricorrere alle buste.
UFFICIALE
Saponara è dell'Empoli
SABATO 24 GENNAIO 2009, 13:48
di STEFANO SICA
L'Empoli ha chiuso l'accordo con il Ravenna per il giovanissimo attaccante Riccardo Saponara (17), il quale si trasferisce in Toscana con la formula della comproprietà. La puntà di Forlì è stata aggregata alla prima squadra in questo campionato dopo una stagione disputata nella Primavera giallorossa.
FONTE:
TuttoMercatoWeb.com