#Fase2Bis Via libera dal CTS, quarantena di squadra eliminata e medici sportivi 'tutelati' ma una data di ripresa ufficiale ancora non c'è - 20 Maggio 1973, nasce il mito della 'Fatal Verona' - Calciomercato: PANTIC e BIELSA i nomi nuovi
Il Comitato Tecnico Scientifico ha dato il via libera agli allenamenti di gruppo e, dal protocollo proposto dalla Lega di A, si è eliminata la quarantena per tutta la squadra in caso di positività di un singolo.
Il ministro Spadafora assicura 'Entro il 28 maggio decideremo la data di ripartenza del campionato' mentre l'ex gialloblù TOMMASI ora presidente dell'Assocalciatori chiede 'Prudenza e certezze dal punto di vista medico, ai giocatori serviranno almeno quattro settimane di di lavoro prima di riprendere il campionato'.
La ripresa non è ancora fissata ma si parla di due date: 13 o (più probabile) 20 Giugno, la FIGC annucia il ricorso agli spareggi in caso di ulteriore blocco per aumento di contagi in maniera di finire i campionati entro il 20 Agosto.
Il sorprendente HELLAS di JURIĆvale più di 100 milioni secondo il portale tedesco Transfermarkt che mette all'ultimo posto il LECCE con meno di 50 milioni ma anche SPAL, BRESCIA e UDINESE non arrivano a 100 milioni.
Al primo posto per il valore della rosa troviamo ovviamente la JUVENTUS con 614 milioni al secondo l'INTER con 553 milioni e al terzo il NAPOLI a quota 526.
Il settimo posto in classifica per il VERONA varrebbe circa 4 milioni di Euro di entrate in più nel bilancio stagionale, questo è quanto riporta Hellas1903.it in caso di chiusura anticipata della Serie A: L'HELLAS tornerebbe a calcare prestigiosi scenari europei a 32 anni di distanza da quel WERDER BREMA 1-1 HELLAS VERONA del 16 Marzo 1988, ultima apparizione nei tornei continentali per gli scaligeri eliminati dai tedeschi in Coppa UEFA (non bastò il pari griffato VOLPECINA dopo la sconfitta dell'andata al Binti).
Quell'ultima partita in Europa mi rimase impressa perchè qualche giorno prima ebbi modo di chiedere un pronostico a DI GENNARO, al termine dell'allenamento che allora si teneva all'antistadio (su erba vera), e lui mi rispose con un semplice 'Non lo so... Loro sono forti'; una risposta che ora come allora mi fece male ma che rivela l'onestà anche intellettuale del DiGe che non volle illudermi più che tanto dopo il mio 'Ma noi siamo più forti vero?' di rimando...
20 Maggio 1973, nasce il mito della 'Fatal Verona' per il MILAN che a Verona perse poi un secondo scudetto nel 1990... E sì che il paron ROCCO aveva cercato di avvertire tutti. Carmelo Barillà di CalcioWeb.it in questo post in rassegna stampa spiega come andò.
[Commenta qui sotto o sulla pagina Facebook di BONDOLA/=\SMARSA, condividi a piè di pagina, contenuti liberamente riproducibili salvo l'obbligo di citare la fonte: BondolaSmarsa.BlogSpot.com]
Osvaldo BAGNOLI a L'Arena ricorda lo scudetto «Abbiamo capito che avremmo vinto il campionato dopo la partita di Torino contro la Juve. Perché abbiamo vinto noi? Beh, perché eravamo i più forti! Mi ricordo però che due anni prima giocavamo meglio… Ormai comunque quello Scudetto è passato, ora sono solamente il “signor” Bagnoli... Garella era davvero difficile da superare: io, Lonardi e Maddè calciavamo discretamente ma “l’era dura farghe gol”. Poi c’erano Fanna, Fontolan e Tricella, tutti come figli. L’arrivo di Elkjaer e Briegel ci diede più forza, più peso, e poi chi se l’aspettava un terzino con piedi del genere? Quanti gol che ha fatto! La quarantena? Questo periodo è stato duro soprattutto perché non ho potuto vedere gli amici, ma la vita va avanti: al prossimo compleanno saranno 85, mica pochi… Sto contando i giorni per poter uscire e passeggiare con qualche amico, magari senza mascherina. Il Verona di oggi? Prima dell’interruzione, questo Hellas mi stava divertendo: mi piace anche Juric, è uno con le idee chiare. Il suo futuro? Non lo so: non conoscendolo non so cosa gli passi per la testa!» CalcioHellas.it
Claudio GARELLA intervistato da 'L'Arena' in occasione del suo compleanno «Ho visto un po’ sul web i miei compagni, grandissimi. Io però non sono tecnologico. Sono più legato a Tricella perché da sempre libero e portiere devono avere un feeling particolare poi ero in camera con lui fin dal campionato di serie B. Mi stressava con le imitazioni di Jerry Lewis, a lui piaceva un sacco. Il Trice aveva tempi d’attacco fenomenali. A metà campo eravamo sempre in superiorità numerica grazie a lui. E poi Bagnoli, un grande. Quell’anno, a parte con i giornalisti, con noi si arrabbiò soltanto una volta. Mi ricordo fu dopo lo zero a zero in casa con la Sampdoria. Loro avevano Mancini, Vierchowod e tanti altri campioni. Bagnoli entrò e chiuse lo spogliatoio e ci urlò dietro 'Lo capite che così mandiamo all’aria tutto? Questa era una partita da vincere' con un altro allenatore ed un’altra società non avremmo mai vinto il titolo... A Como non volevo giocare, Chantal era nata da pochi giorni e faceva fatica a respirare, era in rianimazione. Tutto il gruppo ed anche il mister, magari suo modo, mi scrollarono di dosso la negatività. Ricordo gli striscioni della curva gialloblù, brividi ancora oggi, furono unici. Ma che ambiente era quello? Fantastico. Giocai e fu uno zero a zero importante. La parata della vita? Il 28 aprile del 1985 Fontolan è squalificato e manca pure Briegel. Il Milan ha Virdis e Hateley e altri saltatori. Non sono mai uscito così tanto in vita mia; quando Hateley colpì il pallone mi allungai con tutto me stesso e deviai con le unghie il pallone sul palo, con la palla che mi tornò in braccio. A volte sogno ancora quella parata, in quel gesto c’è tutto il mio scudetto. Il resto l’hanno fatto i miei compagni. Giocatori e uomini eccezionali. Non vengo a Verona perché non voglio commuovermi. Lì io e la mia famiglia siamo stati felici. Grazie a tutti, ancora oggi che non sono passati 35 giorni ma 35 anni» CalcioHellas.it
Gianfranco ZIGONI si schiera contro la ripresa e ricorda quel 20 Maggio di 47 anni fa che fece piangere il MILAN «Mi chiedo dove stanno con la testa tutti questi “scienziati” che si adoperano così alacremente per giocare. Ho ammirato molto il capitano del Watford, il quale nei giorni scorsi si è rifiutato di allenarsi perché ha un figlio di cinque mesi e non vuole correre il rischio di infettarlo: che vadano al diavolo i soldi, anch’io farei così. E poi dai, parlano di play-off e play-out: ma vi pare giusto che una squadra a quindici punti dalla prima possa ambire allo scudetto? E poi come si fa un calciatore a esultare in uno stadio vuoto sapendo che ci sono stati 30.000 morti? Io credo che non si riprenda, anche se alla fine il denaro vince sempre: tutti ce l’hanno con Spadafora, ma io penso sia uno dei pochi con un po’ di intelligenza. Gravina fa tanto il gradasso, ma se ha tanta voglia di riprendere che vada lui a giocare! E mi fermo qui, perché se no potrei dire qualcosa di troppo… La Fatal Verona? Sono felice di aver fatto segnare i miei compagni, anche perché io non segnavo nei 5-3, ma negli 1-0: a me piaceva segnare gol pesanti, l’ho fatto apposta! Ricordo che i milanisti prima della partita facevano un po’ gli spacconi… Un paio d’anni fa ho anche incontrato Rivera, dicendogli che avrebbe dovuto venire a parlare con me prima della partita, e lui molto simpaticamente mi rispose: “Ah, ma si potevano fare quelle cose?”. Ciò che comunque non mi par vero è che siano già passati 47 anni, ma poi penso che quasi tutti i componenti della difesa di quel Milan sono morti: Anquiletti, Zignoli, che tra l’altro era di Verona, Rosato… Anche il “nostro” Mazzanti purtroppo se n’è andato…»
Luciano 'Lucky' MARANGON a 'Radio Onda Cero' «Lo Scudetto? Non è stata una vittoria inaspettata, ma il frutto di un progetto molto serio costruito dall’Hellas Verona e voluto fortemente da Bagnoli e dal direttore sportivo Mascetti. Ogni anno aggiungevano elementi di qualità e in quella stagione arrivarono i due stranieri Briegel ed Elkjaer: con loro diventammo tra le migliori squadre in Italia. Tutto il mondo parlava di Maradona, ma nella prima partita vincemmo 3-1 grazie anche a una rete di Briegel. Tutto il mondo si chiedeva chi fossimo, ma noi eravamo consapevoli di essere forti: c’era un gruppo umile e unito, in cui tutti davano il 100%. Nonostante venga ricordato come una squadra fisica, con tre o quattro tocchi arrivavamo in area, in un modo simile al Barcellona di Guardiola. Siamo rimasti nella storia della città. Credo che si possa paragonare al successo del Leicester, perché Verona, fino a quel momento, sportivamente parlando non la conosceva quasi nessuno» CalcioHellas.it
Mister JURIĆ al portale croato 'Slobodna Dalmacija' «Cerchiamo di essere orientati all’attacco, corriamo molto… Calcio moderno, come si suol dire. Sono davvero contento di come abbiamo giocato fino alla pausa. Sebbene fossimo candidati alla retrocessione, siamo partiti senza pressioni. Ho ricevuto grande fiducia da parte della dirigenza che mi ha scelto e ci siamo messi a lavoro. Penso che abbiamo fatto cose buone nella scelta dei giocatori perché hanno già ottenuto un aumento del loro valore. Ad esempio Rrahmani, che abbiamo già venduto al Napoli, o il marocchino Amrabat. Kumbulla? Vedremo dove andrà, ma ha grande potenziale. Può crescere ancora. Proviene dal settore giovanile del club e l’abbiamo subito lanciato in questa stagione. Se pensiamo all'Europa o ancora alla salvezza? Siamo in una posizione dalla quale è possibile puntare all’Europa, ma la classifica è incompleta. Ci sono delle squadre che devono ancora giocare alcune giornate. Mi piace sempre dire che abbiamo bisogno di quattro o cinque punti da conquistare nelle restanti 13 partite. È importante ricordare che 40 punti è il limite per salvarci. Quando raggiungeremo 40 punti saremo soddisfatti. La ripresa? Tutto questo è ancora avvolto nella nebbia, ci sono molte informazioni diverse, atteggiamenti, controversie…I club vogliono iniziare per incassare i soldi dei diritti TV, prima di tutto, e nel nostro club si tratta di ottenere 33 milioni di euro. C’è sempre polemica, sai com’è. Tutti tirano dalla loro parte. C’è anche un motivo sportivo soprattutto, oltre ai diritti TV con cui i club si mantengono. Mettiamola così: i tedeschi hanno detto che cosa succede se qualcuno viene infettato. Qui invece si dice che se uno è infetto, tutti coloro che sono stati in contatto con lui dovranno essere messi immediatamente in quarantena. Tutto è sottile e incerto» CalcioHellas.it
Fabio BORINI in diretta Instagram sul canale ufficiale scaligero «Appena arrivato ero già scalpitante. Volevo disputare subito la gara contro il Genoa ed invece ho giocato contro il Bologna, segnando pure un gol. Non vedevo l’ora. I compagni mi hanno accolto benissimo. Sono entrato in un meccanismo già realizzato, ma i compagni mi hanno fatto sentire a casa. Gioco poi nel mio ruolo e mi esprimo come so fare. Il mister mi ha dato molta fiducia ed io mi trovo a meraviglia in questo contesto. Anche il mister se n’era accorto e mi ha confidato che quando giocavo nel Milan, si vedeva che non mi esprimevo con naturalezza. Il 2 a 1 alla Juventus? Nonostante fossimo andati in svantaggio immeritatamente, ci abbiamo sempre creduto di poter recuperare e vincere...» TGGialloBlu.it
Marco Davide FARAONI a L'Arena «Tornare a Peschiera, seppur fra mille controlli e limitazioni, è stata una vera iniezione di felicità. Riprendere a correre in campo è importantissimo, e poi rivedere mister Juric e i compagni è stato un toccasana per tutti. Certo, ci salutiamo al massimo con i gomiti, arriviamo al campo già vestiti, corriamo scaglionati e ci facciamo la doccia a casa, ma questo è l’unico modo per ricominciare in sicurezza. Le partite senza pubblico sono innaturali: la gente, la partecipazione e i cori sono ingredienti necessari per il calcio. Adesso però bisogna andare oltre e adattarsi a giocare così… Svantaggiati da una sosta così lunga? Credo che sarà una condizione comune, noi dovremo solo cercare di ripartire forte... Le voci di mercato? Fa piacere che il mio nome sia accostato a quello della Lazio, indipendentemente dal fatto che sia la squadra in cui sono cresciuto, ma al momento vedo distante l’inizio del campionato, figurarsi il mercato! Io comunque sto bene a Verona e ho un contratto che scade nel 2021, dunque al momento penso solo a terminare al meglio questa stagione» CalcioHellas.it
Vincenzo Spadafora, ministro dello sport, ai microfoni di 'Italpress' «Campionato di Serie A? Speriamo tutti che riparta il prima possibile, ma al momento non abbiamo ancora certezze, come ha ricordato il premier Conte. Se le curve dei contagi continueranno a scendere allora sarà possibile confermare la ripresa della Serie A a giugno. Comprendo che in caso di positività tra i giocatori un ulteriore stop potrebbe incidere in maniera determinante sul prosieguo delle partite e per questo stiamo prendendo in considerazione tutte le soluzioni possibili. L’obiettivo che dobbiamo realizzare non è solo quello di far ripartire il campionato, bensì di riuscire a farlo terminare» TGGialloBlu.it
Il presidente della FIGC Gravina 'apre' agli spareggi «Dobbiamo essere pronti a tutto. Playoff? Perchè no, l’obiettivo principale è la conclusione del campionato» FootballNews24.com
Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, intervenuto ai microfoni di Radio Incontro Olympia «C’è egoismo da parte di tutti i presidenti sul fatto di voler giocare o no? Si, tutti hanno in qualche modo un condizionamento da una posizione di classifica e non mi sento di dire che ci sono buoni e cattivi. Questo forse è nella natura umana che ci possono essere delle spinte, in virtù anche del fatto che nel momento in cui si è fermato tutto uno era ad un punto dalla retrocessione o dallo scudetto» FootballNews24.com
Emanuele RIGHI stretto collaboratore del presidente SETTI (quello del 'Vi saluta il Buffone... Che hA ragione anche a sto giro' al termine dei vittoriosi playoff della stagione scorsa) e attuale diesse del MANTOVA invoca la C per i virgiliani «Sinceramente ritengo che per quello fatto questo anno sia il verdetto corretto. Se poi allargo la riflessione, all’esperienza di questa società, ritengo che sia stra meritata questa promozione visto che, su 58 partite in campionato, sono state vinte 40 partite, pareggiate 14 e solo 4 sconfitte grazie a due gruppi giocatori strepitosi guidati da altrettanti tecnici bravi e preparati. Se con l'arrivo del professionismo i rapporti con l'Hellas Verona si intensificherebbero ulteriormente? Credo non sia un segreto il rapporto. C’è sempre stato sin dal primo giorno e i risultati importanti sono figli di questo costante confronto. Detto questo Mantova è una realtà talmente bella, importante, storica che la proprietà sin dal primo giorno ha garantito autonomia assoluta. E’ un grande vantaggio poter vantare questo confronto tecnico quotidiano con annesso una sorta di “prima scelta” su giocatori che possono portare in alto il Mantova e allo stesso tempo crescere individualmente dal punto di vista tecnico. Mi piace credere che Mantova possa percorrere il cammino tecnico strepitoso intrapreso dal d.s. D’Amico e dal tecnico Juric. Proprio questo ultimo è nato tecnicamente a Mantova e sarebbe stupido non carpire le linee guida del duo che è stato autentica rivelazione in A» TuttoC.com
ADDIO A GIGI SIMONIex tecnico di LAZIO, NAPOLI, INTER e TORINO fra le altre... Come diggì del GUBBIO conquistò un'incredibile promozione (a guidare gli eugubini Vincenzo TORRENTE all'esordio sulla panchina di una prima squadra e Juanito GOMEZ frettolosamente dato in prestito in Umbria dall'HELLAS); aveva 81 anni.
L’Hellas e il 18 maggio: una data importante per la storia recente del Verona
By Nicola Marinello 18 Maggio 2020
L’Hellas Verona e il 18 maggio. Una data che a più riprese ha segnato il destino recente del popolo gialloblu. Due promozioni, una tappa di una salvezza miracolosa e un accesso alle semifinali play-off hanno rappresentato alcune delle pagine più belle ed emozionanti degli ultimi anni di storia scaligera.
Il 18 maggio del 2008, l’Hellas Verona di Davide Pellegrini si appresta ad affrontare l’andata dei play-out di Serie C contro la Pro Patria. Un campionato nefasto, una stagione fallimentare che aveva portato il glorioso Hellas (appena retrocesso dalla Serie B, ndr) ad un passo dall’inferno senza ritorno della C2. Dopo aver raggiunto a fatica il penultimo posto, Comazzi e compagni erano pronti a giocarsi l’intera storia del Verona in 180 minuti. All’andata l’Hellas crea tanto, spreca e non riesce a sbloccare il risultato. E quando oramai ci si apprestava a commentare l’ennesima occasione sprecata della stagione, un colpo di testa del giocatore più contestato dell’annata manda in visibilio il Bentegodi. Il gol di Morante (al pari di quello di Zeytulaev al ritorno) è stato sicuramente uno dei più importanti dell’intera storia gialloblu.
Cinque anni più tardi, invece, il Verona di Andrea Mandorlini si apprestava ad affrontare l’Empoli al Bentegodi. Bastava un punto per riprendersi una cosa che al popolo gialloblu spettava di diritto: la Serie A. Lo 0-0 finale regala il ritorno in massima serie all’Hellas dopo ben undici anni. Una stagione tanto entusiasmante quanto difficile, una promozione ottenuta grazie ai gol di Cacia, agli spunti di Gomez, alle geometrie di Jorginho, alle chiusure di Maietta e alle parate di Rafael. Un’annata difficile da dimenticare.
Il 18 maggio 2017, invece, un altro 0-0 a Cesena regalava al Verona di Fabio Pecchia il ritorno in Serie A dopo una sola annata. Quel Verona partì a razzo e prese il largo, ma una lunga flessione nella parte centrale della stagione compromise le speranze di promozione diretta. Nel finale Pazzini e compagni tirarono fuori gli artigli, rimontarono il Frosinone e conquistarono insieme alla Spal la promozione diretta.
Infine, un anno fa. Dopo una stagione tribolata, il Verona riuscì ad agguantare l’accesso ai play-off negli ultimi minuti dell’ultima giornata e nei quarti di finale contro il Perugia, grazie ad un 4-1 ottenuto dopo i tempi supplementari, i gialloblù di Alfredo Aglietti staccarono il pass per le semifinali contro il Pescara. Com’è andata a finire lo sappiamo tutti.
FONTE: Verona.YSport.eu
L'Inter punta dritto su Marash Kumbulla dell'Hellas Verona e c'è un giocatore della Dea che potrebbe facilitare la buona riuscita dell'operazione. Sul piatto il club milanese può mettere sul piatto Salcedo e Dimarco (già in prestito ai gialloblù) come contropartite, ma sopratutto favorire l’arrivo in riva all’Adige del sostituto di Kumbulla: quel Davide Bettella (in prestito al Pescara) di proprietà dell’Atalanta (c’è il via libera al prestito al Verona), sul quale i nerazzurri vantano una opzione di recompra a 10 milioni entro il 30 giugno. Non esercitarla faciliterebbe il prestito dai bergamaschi con l’Hellas che - avendo in mano il sostituto, riporta fcinternews.it - potrebbe liberare a cuor leggero, a quel punto, Kumbulla per l’Inter.
Il sito tedesco Transfermarkt è uno dei migliori contenitori di dati sul calcio, ma è diventato famoso soprattutto per il calcolo delle valutazioni economiche sui giocatori di praticamente tutte le squadre del mondo e sulle stesse società. Curiosando, allora, abbiamo deciso di andare a vedere il valore delle squadre della Serie A secondo, appunto, il noto sito.
Abbiamo, quindi, trovato la classifica delle partecipanti al campionato di questa stagione in base al valore delle rose, scoprendo che l'ultima posizione è occupata dal Lecce. La squadra salentina, infatti, vale appena 43,60 milioni, meno, sempre secondo Transfermarkt, del solo Nicolas Pepè, deludente in questa stagione con l'Arsenal. Visti i dati, dunque, a Liverani va un plauso ancor più grande per quanto fatto fino allo stop. Nel penultimo gradino di questa classifica, invece, la Spal con una valutazione di 59,33 milioni, mentre al terz'ultimo posto il Brescia di Cellino con 78,13 milioni. Non deve sorprendere il valore delle Rondinelle, ad alzare così tanto la cifra è il solo Sandro Tonali a cui il sito tedesco ha attestato un prezzo di 31,5 milioni. A completare il quartetto di squadre sotto ai 100 milioni, c'è l'Udinese che si ferma a 99,43 milioni.
In linea con l'andamento del campionato, invischiata nelle ultime posizioni della classifica troviamo il Genoa. La formazione di Nicola ha un valore di 104,05 milioni. Si passa, poi, a una squadra con vari ex del grifone, la sorpresa del campionato, l'Hellas Verona con i suoi 106,58 milioni. Dal quattordicesimo posto al nono troviamo in ordine crescente: Sampdoria (112,35); Bologna (119,55); Parma (125,18); Sassuolo (140,33); Torino (144,65); Cagliari (150,93). Qui si assiste a un profondo stacco. La Fiorentina, ottava, si distanzia di ben 100 milioni dai sardi. Il valore della società di Commisso, infatti, si attesta a 251,80 milioni di euro. Superiore l'Atalanta con un parco giocatori dal valore di 265,70 milioni. Salendo ancora, al sesto posto, la Lazio con una valutazione di 298,73 milioni. Quinto posto per il Milan che, nonostante l'andamento del campionato, può contare su una rosa valevole 327,60 milioni di euro. Di poco sopra la Roma con un valore di 354,15 milioni.
Infine, il podio. Nel gradino più basso il Napoli. La squadra di Aurelio De Laurentiis, infatti, secondo Transfermarkt, vale ben 526,60 milioni. Quasi 200 milioni di distacco dalla rosa giallorossa. Al secondo posto l'Inter di Antonio Conte con i suoi 553,35 milioni, mentre nel gradino più alto del podio nessuna sorpresa. A comandare, infatti, c'è la Juventus con 614,70 milioni.
FONTE: 90Min.com
Corriere della Sera: "Calcio a tre piani: playoff in agguato"
"Calcio a tre piani: playoff in agguato". Questo il titolo a pagina 44 che il "Corriere della Sera" dedica alla ripresa della Serie A: "Molti i problemi Furiosa l’Aic: «Giocatori al lavoro senza essere pagati». La Figc accelera e dà la scaletta a serie A, B e C che si oppone. In caso di altro stop e di emergenza, la formula a eliminazione".
Sezione: Rassegna / Data: Gio 21 maggio 2020 alle 13:00 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
L'edizione odierna del quotidiano "La Gazzetta dello Sport" ha dedicato uno spazio a Ivan Juric, il tecnico del Verona sarebbe infatti finito nel mirino di Napoli, Fiorentina e West Ham, tre squadre intenzionate ad un cambio in panchina per la prossima stagione. Il contratto in scadenza del croato prevede però un rinnovo automatico in caso di salvezza, e l'intenzione sembrerebbe proprio quella di aprire un ciclo e costruire una rosa in grado di sopperire alle partenze certe di Amir Rrahmani (Napoli) e Sofyan Amrabat (Fiorentina) oltre a quella sempre più probabile di Marash Kumbulla.
Sezione: Rassegna / Data: Mer 20 maggio 2020 alle 16:00 / Fonte: La Gazzetta dello Sport
Autore: Francesco Galvagni
Corriere dello Sport: "Ha vinto il calcio"
"Ha vinto il calcio" è il titolo d'apertura del "Corriere dello Sport" in edicola oggi. Un 'urlo' liberatorio per un primo segnale di ritorno alla normalità. Allenamenti e quarantena: sciolti i nodi. Spadafora dà il via libera alla Serie A: «L'Italia riparte, è giusto che riparta anche il pallone». Il 28 maggio vertice sul riavvio del campionato. Gravina: «Al lavoro per la ripresa».
Sezione: Rassegna / Data: Mer 20 maggio 2020 alle 10:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
Hellas Verona, Lecce e Genoa sono su Danilo Pantic, 23enne centrocampista serbo del Chelsea. Cresciuto nel Partizan Belgrado (115 presenze e 15 gol), è stato acquistato nel 2015 dai Blues, con cui non ha ancora mai fatto l'esordio in prima squadra. Centrale naturale, piede destro, può giocare anche come trequartista o ala sinistra. Dopo diverse esperienze in prestito (l'ultima in Ungheria al Fehérvár FC), a gennaio è tornato a Londra ma già la prossima estate potrebbe partire di nuovo. Il suo contratto è infatti in scadenza nel 2021 e i tre club di A sopracitati hanno fiutato l'opportunità di mercato, visto che il classe '96 potrebbe anche essere ceduto senza un conguaglio economico.
Sezione: Calciomercato / Data: Mar 19 maggio 2020 alle 22:00
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
Corriere dello Sport "Calcio, sei ostacoli verso la cima"
Il calcio italiano tenta sempre di ripartire. Davanti, tuttavia, ci sono ancora diversi ostacoli. L'edizione odierna del "Corriere dello Sport" ne individua almeno sei. I più importanti sono il protocollo per gli allenamenti collettivi, la sospensione delle attività sportive fino al 14 giugno e il tema della quarantena del solo positivo e non dell'intero gruppo. A questi si accompagnano l'obbligatorietà o meno dei ritiri, la centralizzazione dei tamponi e le norme di organizzazione delle partite.
Sezione: Rassegna / Data: Mar 19 maggio 2020 alle 13:00 / Fonte: Corriere dello Sport
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
Secondo quanto riportato dall'edizione odierna del quotidiano "La Gazzetta Sportiva", la Lazio del direttore sportivo Igli Tare sarebbe ora in pole per quanto riguarda l'acquisto di Marash Kumbulla, difensore classe 2000 nel quale il club biancoceleste avrebbe individuato quello che potrebbe essere un investimento a lungo termine in vista della prossima stagione. L'Hellas Verona valuta il giocatore intorno ai 30 milioni di euro. Sul 20enne resta comunque vivo l'interesse dell'Inter e anche quello di qualche altro club di Premier League. Nell'operazione potrebbe essere inserito anche Marco Davide Faraoni, esterno cresciuto nelle giovanili della Lazio e che potrebbe far ritorno a Roma, affascinato dall'idea di poter giocare in Champions League, ma per ora la pista che porterebbe al numero 5 gialloblù è puramente teorica.
Sezione: Rassegna / Data: Dom 17 maggio 2020 alle 17:00 / Fonte: La Gazzetta Sportiva
Autore: Francesco Galvagni
Corriere di Verona: "Costi bloccati e plusvalenze. L'Hellas fa i conti con lo stop"
Oggi il "Corriere di Verona" punta l'attenzione sui conti economici del Verona e sul danno provocato dallo stop forzato in seguito al coronavirus. Prendendo in considerazione diritti televisivi, sponsorizzazioni e botteghino le perdite - secondo il quotidiano - potrebbero ammontare a circa 10 milioni di euro. Le società, in questo senso, attendo di conoscere quelli che potranno essere gli interventi a supporto decisi dal Governo.
Sezione: Rassegna / Data: Dom 17 maggio 2020 alle 13:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Enrico Brigi / Twitter: @enrico_brigi
Corriere di Verona: "Hellas in attesa del nuovo start chiede garanzie"
"Hellas in attesa del nuovo start chiede garanzie". Così il "Corriere di Verona" titola, nel taglio alto della prima pagina oggi in edicola, sul club veneto. All'interno, poi, si legge: "Sugli allenamenti resta il blocco. Quarantena, ritiri e responsabilità per i medici i punti all’esame di governo e Figc: i gialloblù spingono per ripartire ma con precise garanzie".
Sezione: Rassegna / Data: Sab 16 maggio 2020 alle 11:00 / Fonte: Corriere di Verona
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
Messaggero: "Nuovo calcio senza tifo o abbracci"
Riprende il campionato in Germania. Nella giornata di ieri si sono giocate sei partite valide per il 26° turno di Bundesliga fra cui il tanto atteso derby della Ruhr, vinto 4-0 dal Borussia Dortmund sullo Schalke 04. Le gare si sono giocate tutte a porte chiuse e senza la possibilità di abbracciarsi o stringere la mano. Questo il titolo in prima pagina dell'edizione odierna de "Il Messaggero": "Nuovo calcio senza tifo o abbracci".
Sezione: Rassegna / Data: Dom 17 maggio 2020 alle 11:00 / Fonte: Il Messaggero
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @sbentivogli10
FONTE: TuttoHellasVerona.it
NEWS Tutti pazzi per Kumbulla, ma il Verona sarà una bottega cara…
Il difensore gialloblù è valutato 30 milioni: le pretendenti sono avvisate
di Redazione Maggio 21, 2020 - 09:30
Tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Come il rossiniano Figaro, baritonale factotum di Siviglia, Marash Kumbulla è richiestissimo. Si allunga di settimana in settimana la lista delle società che inseguono il difensore dell’Hellas.
Che la stagione arrivi alla sua conclusione – e le quotazioni, in questo senso, sono in netto rialzo –, come pure in caso di blocco dell’annata, Kumbulla sarà uno dei nomi forti del prossimo mercato, scrive stamani Il Corriere di Verona. Fa irruzione la Lazio, che già si è interessata a Max nei mesi scorsi e che, adesso, si prepara al rilancio, inserendo nel giro anche Davide Faraoni, che in biancoceleste è cresciuto.
Il Verona non ci pensa proprio ad abbassare la valutazione di Kumbulla: 30 milioni di euro. Se è possibile, se non più che probabile, che i prezzi subiscano una contrazione per la crisi economica, resta sempre, il centrale gialloblù, un ragazzo di vent’anni con margini di miglioramento che non sono dicibili. Per questo non sono previsti sconti. La bottega del Verona sarà cara per chiunque si presenti per domandare informazioni su Kumbulla. Un golden boy per l’Hellas, un tesoro uscito dal laboratorio artigiano di un settore giovanile che ha cominciato a sfornare talenti con continuità (e altre promesse per il futuro, sia pure non nell’immediato, sono lì da cogliere) per il cui ingaggio, a voler stilare una griglia che disponga favorite e concorrenti, a prendersi la pole position è sempre l’Inter, che si è mossa con largo anticipo, vanta rapporti avviati con la dirigenza del Verona – dall’amicizia tra Maurizio Setti e l’amministratore delegato nerazzurro Beppe Marotta, agli affari Salcedo e Dimarco, giusto per restare sui fatti recenti – e conta sull’assenso di Antonio Conte per un calciatore giovane, abituato a giocare in una linea difensiva a tre e tatticamente maturo, alla faccia di chi ritiene che l’anagrafe sia un’incognita.
Già se n’è parlato, di Kumbulla, tra Hellas e Inter, a gennaio, quando a lanciare l’assalto è stato pure il Napoli, con un’offerta da 20 milioni di euro più 5 di bonus che si è arenata di fronte alla decisione dello stesso Kumbulla. Non era, quello, il momento di lasciare il Verona, occorreva, piuttosto, aspettare e fare una scelta ragionata.
Lo potrà essere nella lunga estate calda della Serie A, mentre dall’estero piombano messaggi di abbondante interesse: Everton, Tottenham, Manchester United, Lipsia, Eintracht Francoforte, una fetta di Premier League e una di Bundesliga, quanti ce ne sono ad iscriversi all’asta per Kumbulla.
CALCIOMERCATO Calciomercato, timido interesse dell’Hellas per Federico Santander
Il Bologna per inseguire Ibra e Favilli dovrebbe lasciar partire il paraguaiano e, secondo il Corriere dello Sport, l’Hellas sarebbe alla finestra
di Tommaso Badia Maggio 20, 2020 - 12:15
Nome nuovo per quanto riguarda l’attacco dell’Hellas: come infatti riportato dal Corriere dello Sport, il Verona avrebbe manifestato un timido interesse per Federico Santander, possente punta attualmente in forza al Bologna.
I felsinei hanno intenzione di portare in rossoblù sia Favilli che il sogno Ibrahimovic, e questo porterebbe quindi il paraguaiano a doversi cercare un’altra sistemazione, mentre l’Hellas, dal canto suo, a fine stagione lascerà probabilmente scadere il contratto di Pazzini, il cui posto potrebbe dunque essere preso dall’attaccante classe ’91.
Come detto, al momento si tratterebbe solo di un interessamento, quindi per sapere di più riguardo a eventuali sviluppi non ci resta che attendere le prossime mosse delle due società.
NEWS Play-off e play-out, doppia ipotesi di coinvolgimento delle squadre. Il Verona…
Regna ancora incertezza e confusione sulla conclusione del campionato di Serie A, e così l’ipotesi spareggi torna con forza
di Redazione Maggio 19, 2020 - 11:15
Niente eventi sino al 14 giugno e ipotesi ripartenza della Serie A il 13 già abortita (al netto di cambiamenti dell’ultimo minuto): i continui rinvii e le difficoltà a trovare un accordo condiviso sul protocollo sanitario stanno lasciando fermo il nostro campionato, la cui data più probabile per un’eventuale ripartenza è ora il 20 giugno. Considerato che, salvo ripensamenti, la UEFA ha chiesto di chiudere i tornei nazionali entro il 3 agosto, difficilmente si riusciranno a disputare per quella data tutte le dodici giornate rimanenti (e alcuni recuperi), senza contare le semifinali di ritorno e la finale di Coppa Italia.
Come riportato da Sportmediaset, ciò avrebbe fatto rispuntare l’ipotesi dei play-off e dei play-out: la FIGC starebbe pensando di modificare il format, con Juve, Lazio, Inter e Atalanta a giocarsi lo scudetto e Torino, Sampdoria, Genoa, Lecce, Spal e Brescia a lottare per la salvezza. Sede delle partite sarebbero il Centro-Sud.
Il progetto non è comunque semplice da attuare e potrebbe trovare l’opposizione di diverse società, il che porterebbe a un ulteriore ritardo e all’aumento delle possibilità di chiuderla in anticipo, senza giocare.
La Repubblica, invece, ipotizza una ripartizione diversa delle squadre impegnate: le prime dodici della classifica si sfiderebbero per il titolo, mentre le ultime otto per non retrocedere (con questa formula sarebbe dunque in gioco per lo scudetto anche il Verona).
Le prime quattro andrebbero direttamente ai quarti, con la quinta che sfiderebbe la dodicesima, la sesta contro la undicesima, la settima contro la decima (Bologna 34) e l’ottava (Verona 35, una gara in meno) contro la nona (Parma 35, una gara in meno). In zona retrocessione invece si sfiderebbero Fiorentina, Udinese, Torino, Sampdoria, Genoa, Lecce, SPAL e Brescia con le stesse modalità. Si tratterebbe di gare secche, se necessario in campo neutro, ovviamente a porte chiuse.
Il vantaggio è ovviamente che così si avrebbero meno gare di quelle previste, ma d’altra parte molte squadre potrebbero avere da ridire: le prime quattro per esempio non vorrebbero rischiare di perdere il proprio posto Champions, mentre squadre come la Fiorentina e l’Udinese, al momento in una posizione di classifica piuttosto tranquilla, rischierebbero la B, un’ipotesi che difficilmente Commisso e Pozzo accoglierebbero con gioia…
Secondo Tuttosport, l’Inter è molto vicina al giovane terzino destro Georgios Vagiannidis del Panathinaikos. Il classe 2001, che piace anche a Monaco e Manchester City, è in scadenza di contratto e la società nerazzurra è pronta ad offrire un quinquennale da 500mila euro a stagione. Il club greco perderebbe a zero il giocatore, ricavando circa 400mila euro di premi per la formazione.
Nel caso l’operazione dovesse concretizzarsi, il difensore potrebbe essere girato in prestito all’Hellas Verona, visti i buoni rapporti tra i due club, oppure come contropartita nella trattativa per Marash Kumbulla. Il greco potrebbe risultare utile nei piani dei gialloblù, anche in ottica di una possibile cessione di Faraoni.
FONTE: CalcioHellas.it
Il 20 maggio del 1973 il Milan visse uno dei momenti più bui della sua storia. Al Bentegodi di Verona i rossoneri arrivarono da primi in classifica con 44 punti (+1 su Juventus e Lazio). I bianconeri erano ospiti della Roma, i biancocelesti erano di scena a Napoli. Il Milan, reduce dalla finale di Coppa delle Coppe vinta 1-0 contro il Leeds, andò sotto a Verona di 3 reti dopo 25 minuti. Il Verona, guidato da Cadè, segnò altri due gol nella ripresa prima che il Milan trovasse 3 reti. Alla fine fu 5-3 e la squadra di Nereo Rocco perse lo scudetto. Sì, perché la Lazio cadde a Napoli ma la Juventus vinse 1-2 con un gol di Cuccureddu e divenne campione d’Italia. Si dice che Nereo Rocco in un angolo sussurrò: “sapevo che sarebbe finita così. Per questo avevo chiesto il rinvio. Ma una manica di dilettanti non mi ha creduto”. Il “Paron” si riferiva al fatto che lui voleva chiedere il rinvio di 24 ore perché aveva visto i suoi giocatori stanchissimi dopo le fatiche internazionali, ma i dirigenti non gli diedero retta. Fu allora che nacque l’espressione “Fatal Verona“, che ancora oggi tormenta i tifosi milanisti.
FONTE: CalcioWeb.eu
Allo stato delle cose, se il campionato si chiudesse, il Verona sarebbe settimo, basandosi sul criterio del quoziente punti, applicato in tutti i tornei che sono terminati.
Significherebbe, per l’Hellas, qualificazione al preliminare di Europa League (la data attualmente in calendario per la gara d’andata è il 12 agosto) ed entrate per una cifra oscillante tra i 3.5 e i 4 milioni di euro.
Ogni posizione in classifica in più, infatti, comporta uno scalino di 1 milione ulteriore in cassa. Il riscontro non è però da ritenersi definitivo, perché soltanto a stagione conclusa vengono stilati i consuntivi nella distribuzione di denaro ai diversi club sulla base dei parametri stabiliti.
NEWS
17 maggio 2020 - 18:27 Il Verona riprende, allenamenti (in parte) di gruppo
Niente esercitazioni tattiche, sedute allargate senza ritiro per giocatori e staff
di Redazione Hellas1903
Hellas Verona FC
Dopo una giornata di pausa, il Verona riprenderà ad allenarsi e lo farà, seppure limitatamente, con sedute di gruppo.
Non sarà possibile svolgere esercizi di tattica, né partitelle. Il numero di giocatori che si prepareranno insieme aumenterà (7-8, suddivisi nella mattinata in tre “scaglioni”, non ci saranno più soltanto allenamenti individuali.
I calciatori, con lo staff, non andranno in ritiro, ma terminato il programma previsto rientreranno a casa.
FONTE: Hellas1903.it
Blog: Viva Verona calcio e Verona città, ora come 35 anni fa - II
Giovanni Mutinelli
19 maggio 2020 12:06
"Oh. Oh. Oh. Oh.
Che forza noi, tifosi veri
Nei nostri cuori una squadra gialloblu…
…Lo scudetto a noi, per sempre resterà
Viva Verona calcio e Verona città!"
Così cantavano i ragazzi della Factory Band nel celebre inno allo scudetto, rilasciato qualche settimana prima della gara del 12 maggio a Bergamo, luogo dal quale inizia il mio omaggio a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione di quella festa indimenticabile. Se vogliamo, potremmo dire che l'omaggio che ho scritto settimana scorsa (Viva Verona calcio e Verona città: ora come 35 anni fa -I) può essere inquadrato come Viva Verona calcio, per riprendere la canzone e questo come Viva Verona città.
Partiamo, nel vero senso della parola, da Piazzale Olimpia a Verona, dove il 12 maggio 1985 centinaia tra pullman e auto si incolonnano in direzione Bergamo, durante la prima parte di strada, su ogni cavalcavia c'erano tifosi che sventolavano sciarpe e bandiere invocando un solo grido: "Tornate campioni!".
Nonostante all'epoca non ci fossero i posti numerati negli stadi ed era più facile entrare senza pagare il biglietto, non tutti poterono partecipare così, alle ore 16, Piazza Bra era gremita di tifosi, seppur piovigginasse un po', rimasti in città e posizionatasi sotto i balconi di Radio Adige, da dove venne trasmessa la radiocronaca della partita col commento dell'immortale Roberto Puliero, ma si sa, il Verona val bene un raffreddore.
Intanto a Bergamo succede di tutto, all'uscita dall'autostrada si incontra una troupe della televisione tedesca, giunta in Lombardia per descrivere l'esodo dei tifosi gialloblu, colori di cui si è tinta anche la città lombarda per omaggiare i futuri campioni d'Italia, ma una nota stonata non può mai mancare, infatti si sa bene che tra le due tifoserie non sono molto affiatate e pure quel giorno si verificarono scontri, anche se scontri è un termine riduttivo, 30 feriti, la polizia ha dovuto operare una dozzina di fermi e un uomo veronese è stato trasportato al pronto soccorso dopo essere stato ripetutamente colpito da alcuni cocci di bottiglia.
Questo non può certo fermare l'animo goliardico delle Brigate che, poco prima dell'inizio della gara, affascinano tutti i presenti allo stadio con una scenografia rimasta impressa a chiunque la guardò, tricolore e gialloblu fusi insieme per scrivere la storia.
Dopo il pareggio di Elkjaer al 51esimo minuto, non si aspetta altro che il triplice fischio dell'arbitro e, una volta compiuto il gesto che dichiarò ufficialmente il Verona campione d'Italia, non ci furono più misure di sicurezza che tennero, d'altronde, per un'occasione così, era inevitabile l'invasione di campo a fine match. In Piazza Bra tutti si abbracciavano, tutti gioivano, tutti facevano il bagno nella fontana, tutti piangevano ed è giusto anche così, perché chi riduce un qualsiasi sport ad un semplice gioco, non ha idea di ciò che sta dicendo. I festeggiamenti continuarono in tutta la città e in tutta la provincia per tutta la notte, cori, bandiere e clacson strombazzanti accolsero la squadra al rientro da Bergamo.
La felicità per quel traguardo si rifletté poi sulla vita quotidiana della settimana successiva, in attesa della grande festa di domenica 19 maggio 1985 dove per l'ultima di campionato al Bentegodi arriva il già salvo Avellino, ma era ovvio che la partita sarebbe passata in secondo piano, sebbene poi fu spettacolare, quello era il giorno della festa dei tifosi.
Festa ricordata in un'intervista anche da Jerry Calà, attore e grande tifoso veronese ed ex membro dei Gatti di Vicolo Miracoli, band di cui la canzone Verona Beat era utilizzata come inno nell'anno dello scudetto prima dell'uscita dell'inno apposito e ancora oggi nello stadio viene riprodotta in occasioni speciali e cantata a memoria da tutti i veronesi. In quell'intervista, Calà disse: "Quell'anno andai allo stadio una volta sola, essendo sempre impegnato col lavoro, in occasione di Verona-Cremonese, una delle ultime partite. Durante la fila per entrare fui notato dalle Brigate che mi dissero che siccome non ero mai andato prima d'ora quell'anno allo stadio, se il Verona avesse perso ti avremmo fatto vedere noi. Io rimasi allibito, per fortuna il Verona vinse, ma all'uscita venni fermato ancora dai tifosi, i quali stavolta mi dissero che siccome aveva vinto, non mi avrebbero fatto nulla però dovetti dargli un milione per la festa dello scudetto. Lo feci volentieri ma anche allora un milione era sempre un milione".
Arriva quindi il giorno della festa ufficiale, la partita cominciava alla 16, ma già alle 13 gli spalti del Bentegodi erano colmi di tifosi, più di quarantamila quel giorno. Giornalisti e reporter di tutto il mondo, persino dal Giappone, vennero a Verona per riprendere quello spettacolo irripetibile e anche a parer mio, rivedendo immagini e filmati, per nessun'altra celebrazione di un traguardo sportivo, almeno in Italia, fino ad allora ma anche oggi, si è mai organizzato tutto ciò che si fece in quel caldo e magico pomeriggio di maggio. Aprono le danze gli sbandieratori di San Gimignano, che realizzano magnifiche coreografie lanciando al cielo le bandiere gialloblu, facciamo poi un salto intercontinentale, almeno con la mente, perché sembra di essere a Los Angeles, dove l'uomo razzo faceva impazzire gli americani, invece siamo sulla pista di atletica del Bentegodi a Verona, ma il giovane sul deltaplano trainato da una moto fa comunque lo stesso effetto. Dopo di che, si guarda ancora verso il cielo, nel quale spunta un aereo della prima guerra mondiale, per Telearena le movenze compiute dal velivolo assomigliano alle giocate di Fanna e Galderisi, una volta terminato lo spettacolo nel cielo, si torna a terra, per la presentazione di una monoposto da Formula 1, una Williams dipinta di gialloblu. Arriva uno dei momenti più toccanti ed emozionanti della festa, sul palco montato a bordo campo salgono i ragazzi della Factory Band per cantare l'inno allo scudetto, vi assicuro che solo a guardare tramite uno schermo più di quarantamila persone sventolare bandiere e sciarpe degli stessi colori si rimane ammaliati, pensate coloro che lo hanno vissuto in prima persona. Subito dopo arrivano a riaccendere l'animo goliardico della città i ragazzi di Viva la gente, si passa quindi dalla musica anni '60 a sfogliare l'intero repertorio ispanico, ma come ho già detto, questa era la festa dei tifosi, quindi a un'ora dall'inizio della partita, le Brigate Gialloblu prendono il comando dei festeggiamenti per consegnare ad ogni giocatore, membro dello staff e dirigente, una speciale medaglia ricordo e per quasi ognuno di loro, la curva dedica un coro personalizzato. Elkjaer e Briegel diranno di non aver mai visto una cosa simile nei loro paesi e che solo in Italia poteva accadere, Garella invece andrà pure oltre affermando che neanche la più grande immaginazione avrebbe mai potuto arrivare a tanto.
Tra cori e medaglie arriva il momento del calcio d'inizio, all'ingresso sul terreno di gioco, la compagine di Bagnoli viene accolta da uno stadio roboante che sventola bandiere all'unisono, tranne che nella Curva Sud, la quale non è visibile ai giocatori a causa dei tanti fumogeni tricolore accesi dietro la porta difesa da Garella nel primo tempo. La partita non avrebbe nulla da regalare, ma lo spettacolo nei 90 minuti non manca nemmeno oggi, il Verona sul 2 a 0 viene rimontato, ma poi un'altra prova di forza e carattere fanno sì che i gialloblu vincano la gara 4 a 2, i giocatori aspettavano solo la fine della partita per fare un giro di campo per omaggiare tutti i tifosi, ma una prevedibile invasione di campo a pochi minuti dal termine glielo impedisce. Dopo le docce anticipate, i giocatori rientrano in campo a salutare i pochi rimasti ancora sulle gradinate, la festa si è spostata in Piazza Bra, dove per tutta la serata si susseguiranno altre esibizioni di vario genere, tra cui anche quella del presentatore Roberto Puliero, da quella sera riconvertitosi in cantante, cabarettista o qualsiasi cosa pur di stare sul palco a festeggiare. Nell'attesa dei giocatori si presentano sul palco anche due dei Gatti di Vicolo Miracoli, Franco Oppini e Jerry Calà, posso affermare con certezza che il suo milione è stato speso bene. Alle 23 arrivano finalmente i giocatori, osannati uno ad uno, che si dilettano in un piccolo show, culminato con la canzone di Nanu Galderisi, Sto correndo.
Si conclude qui il mio racconto, nel quale ho cercato di farvi immedesimare in quelle quarantamila persone che, non solo quel giorno ma tutto l'anno, hanno seguito la squadra artefice della più grande impresa calcistica italiana, nella speranza di vederne ancora nel corso dei prossimi anni, perché storie così non possono che fare bene al nostro amato pallone.
Se qualcuno è interessato a rivivere tramite le immagini questa storia, guardi questo speciale realizzato da Telearena.
FONTE: VivoPerLei.CalcioMercato.com
Come riparte il calcio: sì ai playoff, ma senza ribaltoni scudetto. La Serie A 2020/21 a settembre, mercato più corto
del 20 maggio 2020 alle 22:15
di Stefano Agresti
Si va delineando la ripartenza del calcio, ovviamente con i limiti e i dubbi imposti dalla diffusione del coronavirus. Il presidente federale Gravina ha le idee chiare e le ha trasmesse al Consiglio. Il principio base è quello di giocare in modo completo tutti i campionati professionistici, o almeno di provarci (mentre i tornei dei dilettanti sono stati ufficialmente chiusi). Se non si riuscirà a terminarli, si disputeranno playoff e playout in base alle classifiche così come saranno nel momento dello stop. In caso di ulteriore impossibilità a giocare anche playoff e playout, le graduatorie saranno determinate su criteri meritocratici. Di sicuro ci saranno tutte le promozioni e le retrocessioni previste, senza alcun blocco.
PLAYOFF E PLAYOUT - I playoff e i playout diventano dunque ipotesi concrete e saranno basati su due principi: 1) non ci saranno strani ribaltoni rispetto alle classifiche maturate sul campo (è impensabile insomma che possa essere ammessa alla poule scudetto una squadra che è ottava in classifica oppure che rischi di retrocedere chi è decimo, al contrario di quanto emerso negli ultimi giorni); 2) i criteri per stabilire l’ammissione ai playoff e ai playout verranno stabiliti prima che i campionati ripartano, in modo che, nel caso ci fosse un nuovo stop, non ci siano rivendicazioni legate alla posizione di una determinata squadra in quel particolare momento (le decisioni in merito verranno probabilmente prese dal Consiglio federale di inizio giugno).
SERIE A, B E C - Per quanto riguarda la Serie A, nel caso si debba ricorrere a playoff e playout verranno formate tre fasce: una per decidere lo scudetto (ipotizziamo a 4 squadre); una per l’Europa League (a 8-10 squadre); una per la retrocessione (a 6-8 squadre). La B, che intende provare in ogni modo a concludere il campionato regolarmente, non ha dubbi: la formula dei playoff e dei playout fa già parte del format di quel campionato. Tutto più complicato in C (non a caso il presidente della LegaPro, Ghirelli, se n’è andato furibondo: voleva che i suoi tre gironi venissero dichiarati chiusi già adesso). Qui è quasi impossibile pensare di terminare i campionati sul campo e diventa difficilissimo anche ipotizzare i playoff in base al regolamento attuale, visto che dovrebbero parteciparvi addirittura 28 squadre. Si potrebbero ridurre le squadre, ma quasi sicuramente ci sarebbe la sollevazione di molte società. Una via quasi senza uscita, insomma.
LA MEDIA PUNTI - Resta fermo il principio che, se in un certo momento sarà impossibile andare avanti con le partite, le classifiche verranno decise su base meritocratica: l’ipotesi che si tenga conto della media punti, osteggiata in C soprattutto dal Bari (premierebbe il Carpi), è concreta. In A ad esempio il Verona strapperebbe a Parma e Milan l’ultimo posto utile per andare in Europa League, almeno adesso.
LE DATE - La Federcalcio ha stabilito che si potrà giocare fino al 20 agosto, anche se in realtà vorrebbe terminare il campionato di A nel periodo che va dal 13 giugno (data auspicata per la ripresa, ma resta viva l’ipotesi del 20 giugno) fino al 2 agosto. I 18 giorni in più serviranno per le emergenze (se qualche partita dovesse saltare) ed eventualmente per chiudere la Coppa Italia. La B potrebbe partire il 27 giugno e concludersi appunto entro il 20 agosto.
IL PROSSIMO CAMPIONATO - Non ci sarà praticamente sosta tra questa stagione e la ventura. La finale di Champions dovrebbe giocarsi il 29 agosto e già dal 1° al 9 settembre ci saranno gli impegni delle nazionali (tre partite per ciascuna rappresentativa in quel periodo). La Serie A comincerà il 13 o il 20 settembre.
IL MERCATO - La stagione, dal punto di vista federale, si chiuderà il 31 agosto: una data stabilita soprattutto per permettere la gestione dei contratti in scadenza e dei prestiti. E’ presumibile che il mercato ufficialmente si apra il 1° settembre e potrebbe anche essere più breve rispetto alle abitudini: di solito in estate dura dal 1° luglio al 31 agosto, stavolta c’è un progetto per farlo terminare in un mese o al massimo un mese e mezzo, quindi con conclusione a fine settembre oppure metà ottobre (per poi riaprirsi a gennaio per le trattative invernali). Ma è probabile che, da questo punto di vista, incidano in modo decisivo anche le scelte delle altre federazioni europee: la sintonia tra i paesi potenti del calcio continentale è fondamentale per non creare problemi ai club nella gestione dei trasferimenti.
@steagresti
FONTE: CalcioMercato.com
CALCIOMERCATO Veloso, primo mattone del nuovo Verona
22/05/2020 12:23
C’è un uomo a cui il filo del Verona e di Juric è strettamente legato. Il suo nome è Miguel Veloso, uno dei primi mattoni dell’Hellas 2019-2020. Centrocampista portoghese dal piede finisssimo e dal fosforo eccellente, Veloso è arrivato dal Genoa tra mille perplessità.
Negli ultimi campionati era stato poco continuo, spesso infortunato, l’etichetta di giocatore al tramonto sembrava perfettamente cucita su di lui. Lo conosceva benissimo juric che lo ha fatto diventare l’architrave di un centrocampo perfetto. Veloso è diventato leader, goleador, assit man del Verona e la sua stagione è stata un elzeviro costante.
Dopo aver tirato la carretta per tutta la prima parte della stagione, ha rifiatato, ma il rendimento è stato di grande qualità praticamente sempre.
Se resterà Juric, Veloso sarà il primo tassello da trattenere. Per lui è pronto un prolungamento del contratto e, almeno di clamorosi colpi di scena, sarà ancora lui il professore dell’Hellas del prossimo anno.
CALCIOMERCATO Quattro uomini d'oro su cui poggia il futuro
20/05/2020 10:04
Rahmani, Amrabat e poi anche Kumbulla e forse Faraoni. Quattro uomini d’oro che stanno per lasciare il Verona. I primi due sicuri di andarsene, gli altri sul mercato.
Che cosa resterà, dunque della squadra di Juric? Sono le domande che si fanno i tifosi e che evidentemente si farà anche l’allenatore, nel caso rimanesse a Verona.
Sostituire questi quattro giocatori non sarà facile. Ma è anche vero che da loro il Verona trarrà risorse in abbondanza per poter arrivare a validi sostituti emagari iniziare un vero e proprio ciclo con giocatori di proprietà.
Nel frattampo, sarebbe bello vedere altri protagonisti di questa stagione restare a Verona: Silvestri, Zaccagni, Verre, Lazovic, Gunter, Veloso e Pessina. E poi ci sarebbe la ciliegina di Borini. Da questo gruppo il Verona potrebbe ripartire con fiducia.
FONTE: TGGialloBlu.it
TMW Hellas Verona, squadra a Peschiera per gli allenamenti. Lavoro diviso in tre gruppi
OGGI ALLE 10:06 SERIE A
di LUCA BARGELLINI @BARGELLINILUCA
fonte Luca Chiarini
Giornata di allenamenti a Peschiera, sede del centro sportivo dell’Hellas. Verona. Sono già arrivati nella struttura Silvestri, Zaccagni, Rrahmani, Bocchetti, Radunovic, Badu e il ds Tony D’Amico. A tutti è stata presa la temperatura al momento dell’ingresso.
Per quanto riguarda il programma di lavoro l’Hellas lavorerà in tre gruppi, mantenendo ancora le distanze di sicurezza previste in precedenza.
TMW Hellas Verona al lavoro: sedute con gruppi di 7-8 giocatori ma senza interazioni
IERI ALLE 18:29 ALTRE NOTIZIE
di TOMMASO BONAN
fonte Luca Chiarini
Hellas Verona al lavoro quest'oggi. Le modalità individuate dalla società prevedono sedute con gruppi di 7-8 giocatori, con rigoroso rispetto delle distanze e niente partitelle o parte tattica. Il pallone è consentito solo per esercizi di tecnica individuale, quindi senza interazioni con altri giocatori. Sempre presente a Peschiera mister Juric.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
Sueno Loco. Rimbalza dall’Argentina fino ad una piazza Bra che comincia ad animarsi dopo lunghi giorni di lockdown. Marcelo Bielsa, raccontano “los periodistas” dell’America Latina, lascerà in caso di mancata promozione il Leeds, oggi in testa alla Championship sospesa, per andare ad allenare in Italia. Non in una big. Dicono ci sia un club che ha saputo stupire e che oggi rischia di perdere il suo allenatore. Dicono ci sia l’Hellas Verona (non contatti, ma un giro di agenti destinati a creare una liaison a breve). Spunta pure la Fiorentina. Che, però, nella sua lista dei desideri ha messo proprio Ivan Juric in pole rispetto ad altri. Il giro di valzer pazzo - oggi è giusto definirlo così - dovrebbe essere proprio questo. Con Ivan che lascia Verona per andare a Firenze o a Londra, dove il West Ham resta candidato più che serio nella corsa all’allenatore croato.
MAI ARRIVATO. E Bielsa? L’Italia l’ha solo sfiorata. Gli manca. Alla Lazio, nel 2016, tutto era fatto. Pure le firme sul contratto. Una campagna acquisti già impostata. Il biglietto aereo in mano. Ma, poi, in aeroporto Bielsa non si presentò. Si è tolto via ancora prima di volare oltre oceano. Diranno i più: Bielsa a Verona, e perché? Ci dicono in Argentina: Marcelo va dove lo porta il cuore e il senso della sfida. Una nuova, passo dopo passo. Ha sangue guerriero, mani da legionario, doti da amanuense e le visioni di Steve Jobs. Verona sarebbe diventata, in un gioco ad incastri tutto da chiarire, un “ponte” per portare il suo verbo anche in territorio italico.
NUOVO CICLO. Los periodistas dicono che la fine del rapporto con il Leeds possa essere l’inizio di un nuovo (uno dei tanti) cicli del Loco. Imprevedibile, imprendibile, inarrestabile quando vuole. Bielsa è visionario, produce un calcio effervescente. Vede ciò che altri non vedono. Mistico quanto basta per avere raccolto successi, ruoli di prestigio e l’amor del pueblo. Al Newell’s Old Boys gli hanno intitolato uno stadio. Di solito si concede a grandi benefattori o campioni passati a miglior vita. No, Bielsa è mito vivente. Non da tutti capito, non da tutti amato.
IN CONVENTO. Uno che il lockdown gli fa un baffo. Perchè lui, nel 2004, per scelta spontanea decise di ritirarsi a vivere per mesi in un convento. Esperienza durissima. «Ad un certo punto» disse «ho cominciato a parlare da solo, il problema è che mi rispondevo». E allora si riconsegnò alla folla. L’aneddotica su Bielsa è sconfinata. Ma non è tempo di viaggi astrali nella Vida Loca. L’ingaggio è fuori portata? Lo ero fino a qualche anno fa. Alla Lazio aveva chiesto tre milioni tondi a stagione. Cinque anni dopo il Verona potrebbe fare su Bielsa una sorta di investimento “alla Pazzini”. Ritoccando, certo, l’ingaggio annuale del tecnico (che al Leeds aveva chiuso a 2,5 milioni di euro). Da Buenos Aires dicono che è stato individuato un canale preferenziale per far sedere al tavolo della trattativa Bielsa, Setti e il direttore D’Amico. Aggiungono i colleghi argentini: “No es problema de dinero”.
FUTURO DI JURIC. Non sarà problema di dinero ma di sicuro c’entra Juric. Il presidente Setti lo considera l’uomo del domani dell’Hellas. La Fiorentina, perso Spalletti, lo vuole vestire di Viola. Al West Ham non mollano: Juric? Yes, we can. Qualcuno si è fatto di sicuro un’idea sbagliata. Le idee di Bielsa, invece, da tempo circolano per il mondo. E potrebbero passare anche qui vicino. Sueno loco? Magari, destinato a durare giusto una notte. Bielsa, sulla panchina della Lazio, ci rimase lo spazio di quarantotto ore. Ma qui, è diverso. Un loco nella terra dei “veronesi tuti mati” suona già bene così. O no? •
Simone Antolini
Londra chiama. Da due mesi anche. E la Premier potrebbe diventare la nuova casa di Ivan Juric. C’è una storia nuova dentro ad una storia vecchia. Due mesi fa il West Ham si è interessato – concretamente – al tecnico dell’Hellas. L’allenatore croato piace non poco a David Sullivan, presidente degli Hammers. In Inghilterra pare faccia impazzire il calcio “mordi e riparti” del Verona di Ivan. Un calcio spregiudicato ma non troppo. Spettacolare, quanto basta, per produrre fuochi d’artificio al momento giusto. L’entourage di Juric avrebbe già ricevuto segnali di stima a distanza.
FILOSOFIA. Il West Ham è alla ricerca di un tecnico che possa sposare alla perfezione la filosofia britannica. Calcio da battaglia sotto la pioggia. Calcio da eroi su prati accarezzati dagli ultimi timidi soli autunnali d’Albione. I nove risultati utili di fila raccolti dal Verona di Juric (prima dello stop contro la Samp) hanno convinto fino in fondo Sullivan e i suoi uomini di fiducia. L’idea è convincere l’allenatore di Spalato ad accettare la scommessa degli Hammers.
RINASCITA. La classifica cristalizzata della Premier vede oggi il West Ham al quint’ultimo posto, in piena corsa per la salvezza. Stagione difficilissima per il club londinese, che ha sostituito in corsa Manuel Pellegrini con David Moyes. Ma, di fatto, non c’è stata inversione di tendenza e il club inglese si pensa già al futuro. Dopo otto anni consecutivi passati in Premier, per il West Ham diventa fondamentale confermarsi nella massima lega inglese, condizione necessaria per poter provare ad arrivare a Juric nei prossimi mesi.
PRECEDENTE. La scorsa estate il nome di Sullivan era già stato accostato all’Hellas. Ma per ben altri motivi: si pensava che il co-presidente (la carica è condivisa con David Gold) degli Hammers potesse essere interessato a rilevare da Maurizio Setti la società. Ipotesi, questa, prontamente smentita dal diretto interessato che aveva dichiarato, in merito alla notizia: «Non c’è neanche l’un per cento di verità. Non sono mai stato a Verona in vita mia e non vado in Italia da diversi anni». La leggenda narrava di un viaggio lampo di Sullivan in città. Ma raccogliendo le poche e fumose informazioni legate a questa storia - al netto della netta smentita arrivata da Londra - alla fine non è rimasto nulla di concreto. Più che il Verona, il vero obiettivo oggi sarebbe Juric. E per Ivan sarebbe stato preparato un contratto biennale. La Premier, si sa, è vetrina di prestigio.
CARA ITALIA. Poi, però, c’è l’Italia. Che da tempo si è accorta di Juric. E Ivan potrebbe anche decidere di pensare esclusivamente alla serie A anche per il futuro. E qui, c’è solo da sbizarrirsi. Il Verona, in primis. Il presidente Maurizio Setti cercherà di trattenere il suo “allenatore dei miracoli“, perché Juric - a oggi – è andato oltre ogni più rosea aspettativa alla guida dei gialloblù. Il tecnico croato, però, ha già avuto modo di chiarire i suoi pensieri. Con i pezzi da novanta che se ne vanno (Amrabat, Rrahamni, Kumbulla, Borini, forse Pessina), da parte del club servirà un piano di rinnovamento e rilancio che possa garantire a Juric un campionato all’altezza delle sue aspettative. Quindi: non partire ancora nella ipotetica griglia delle ultime tre d’Italia.
PROFUMO DI VIOLA. E qui spunta la Fiorentina. Il patron Commisso ha già messo nel suo radar Juric. Se il campionato non dovesse essere portato a naturale compimento, le chance che Ivan possa vestirsi di viola potrebbero essere ancora più elevate. Il motivo? Iachini, attuale tecnico della Viola, può guadagnare share solo nel caso gli riesca di chiudere la stagione con una cavalcata trionfale. A Firenze, con aspirazioni addirittura da Champions, il sogno proibito resta Spalletti. Ma poi se la giocano proprio Juric e Di Francesco.
CUORE TORO. L’alternativa, per il tecnico di Spalato, è rappresentata oggi dal Torino di Urbano Cairo. In panca, al Toro, c’è Moreno Longo. Il campo ha detto che i granata spesso non hanno convinto. E Cairo è diventato uno dei principali estimatori di Juric. Con lui, in lizza per la panchina granata, sono finiti anche Rolly Maran e Marco Giampaolo. Corsa al sorpasso. E forse non siamo neanche a metà gara. Prima il Verona, poi, chissà. Juric è sulla bocca di tutti. •
Simone Antolini
FONTE: LArena.it
SPORTING CENTER ‘PARADISO’: NEL POMERIGGIO LA RIPRESA DEGLI ALLENAMENTI
22/MAGGIO/2020 - 13:30
Verona – Hellas Verona FC comunica che – dopo il nuovo screening medico e gli annessi test specifici cui sono stati sottoposti ieri atleti, staff tecnico e collaboratori al seguito della squadra – la formazione gialloblù riprenderà nel pomeriggio di oggi, venerdì 22 maggio, le sedute di allenamento allo Sporting Center ‘Paradiso’ di Castelnuovo del Garda/Peschiera, nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza attualmente vigenti. La squadra sarà quindi ancora divisa in gruppi, tre per l’esattezza, e raggiungerà il centro sportivo a scaglioni e in orari differenti.
NOTA DEL CLUB
20/MAGGIO/2020 - 18:30
Verona – Hellas Verona FC comunica che domani – giovedì 21 maggio – lo Sporting Center ‘Paradiso’ di Castelnuovo del Garda/Peschiera non ospiterà la programmata seduta di allenamento, in quanto calciatori e staff della Prima Squadra si sottoporranno nuovamente a screening medico e test specifici.
SPORTING CENTER ‘PARADISO’: TERZA SEDUTA DELLA SETTIMANA
20/MAGGIO/2020 - 14:30
Verona – Nella mattinata di oggi, mercoledì 20 maggio, terza seduta settimanale di allenamenti per i gialloblù, ancora divisi in gruppi, tre per l’esattezza, arrivati allo Sporting Center ‘Paradiso’ a scaglioni e in orari differenti. Nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza vigenti, i calciatori gialloblù si sono alternati fra lavoro aerobico, lavoro a secco ed esercizi di tecnica individuale.
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - = ADDIO A GIGI SIMONIex tecnico di LAZIO, NAPOLI, INTER e TORINO fra le altre... Come diggì del GUBBIO conquistò un'incredibile promozione (a guidare gli eugubini Vincenzo TORRENTE all'esordio sulla panchina di una prima squadra e Juanito GOMEZ frettolosamente dato in prestito in Umbria dall'HELLAS); aveva 81 anni. LA SCOMPARSA DEL TECNICO A 81 ANNI E' morto Gigi Simoni l'allenatore gentiluomo
22/05/2020 15:12
E' morto a 81 anni Gigi Simoni, ex allenatore tra le altre di Lazio, Napoli, Inter e Torino.
Simoni si è sempre distinto per i modi gentili e l'assoluta correttezza delle sue dichiarazioni. L'unico momento in cui fu particolarmente duro fu dopo un Inter-Juventus in cui all'Inter venne negato un rigore per un fallo di Iuliano su Ronaldo non fischiato dall'arbitro Ceccarini che costò lo scudetto ai nerazzurri. Si era in piena "moggiopoli". Il destino di Simoni si era incrociato con quello del Verona negli anni della serie C. Come dg del Gubbio, Simoni aveva conquistato incredibilmente la serie B, con Torrente allenatore lanciando Juanito Gomez che il Verona aveva mandato in prestito in Umbria.
FONTE: TGGialloBlu.it
Il Presidente Maurizio Setti e tutto l’Hellas Verona FC esprimono profondo cordoglio e sincera vicinanza a parenti ed amici tutti per la scomparsa di Luigi ‘Gigi’ Simoni, maestro di calcio, distintosi nei luminosi anni della sua carriera anche per sportività e signorilità.#HVFC