#DopoSbornia #PostPromozione + - =
...Una nottata di baldoria piena, una serata successiva a celebrare l'impresa (di AGLIETTI) in Brà e al ristorante e mo' ci vengono già a raccontare che:
- Alla fine il presidente ha sempre ragione (quindi tutti muti) (Emanuele RIGHI)
- La riconferma di AGLIETTI? Prima la festa, poi la riflessione e poi vediamo (Tony D'AMICO)
- Si è visto chi vuole bene al VERONA e chi no (Francesco BARRESI)
- Per rimanere in Serie A serve fortuna (Maurizio SETTI)
- Visto che la Serie A è arrivata e siamo tutti felici si azzera tutto e si riparte più amici che mai: Viva il presidente la cui gestione ci ha fatto soffrire ma ci ha fatto conquistare 3 promozioni in 5 anni (i media che vogliono bene al Verona dai quali immagino vada esclusa in primis la testata TGGialloBlù per ovvi motivi, il blog B/=\S nel suo piccolo e pochi altri 'cani sciolti' nel loro)
Questa è la (molto discutibile) situazione all'indomani della strepitosa cavalcata playoff per la quale, mi perdonerete, ho esultato il giusto avendo visto e vissuto l'HELLAS degli anni '80 che magari mai più torneranno ma che sicuramente non vanno scordati per non rinnegare un passato che, vi assicuro, è esistito.
Tutto ciò premesso ogniuno avrà la sua opinione sulla situazione che si è venuta a creare ma, se volete la mia, è che non ho mai visto nelle vicende calcistiche scaligere, un tentativo di ribaltare la realtà simile a quello che noto adesso a nemmeno 48 ore dalla vittoria ai playoff! Dalle parole del numero uno di Via Francia traspare sempre più una lettura molto edulcorata di questa incredibile promozione... Sembra quasi che si sia rimandato l'esonero di GROSSO al momento più propizio, che D'AMICO abbia fatto un lavoro perfetto dentro e fuori dal campo e pure che, tirando le somme, sia stata proprio la genialità di SETTI a trascinare i gialloblù in Serie A; AGLIETTI? Si ha fatto il suo ma nulla più... Non lo so, spero vivamente di sbagliarmi ma più guardo in giro e più vedo che la direzione rimane immutata rispetto alle ultime tre stagioni: Spero tantissimo di sbagliarmi.
Sarebbe troppo facile rispondere a modo ad ogniuna delle considerazioni suesposte, io mi limiterò, almeno per ora 'a non curarmi di loro' e, come consigliò Virgilio a Dante, 'guarderò e passerò oltre' ma nessuno speri che la mia memoria e quella probabilmente di un popolo intero fallisca perchè, almeno fino a quando non ci verranno fornite risposte concrete alle domande che ci siamo fatti in questi mesi, saremo sempre là come mastini di razzA a sgagnare le caviglie di chi ci piscia in testa e ci dice che piove...
(nella rassegna stampa 'mirata' che segue, trovate una carrellata di cose da leggere e ricordare prima di tutto per l'HELLAS al quale probabilmente lo scrivente, è bene che lo sappiate, non vuole abbastanza bene).
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28 GIU 2019
SE HAI POCHI SOLDI NON PUOI AVERE COLLABORATORI INCAPACI
Setti ribadisce un concetto: “A Verona mi imputano di voler tenere i conti in ordine, ma io vado avanti lo stesso”. Ecco, questo è un falso, per dirla alla Tony, una “fake news”. Nessuno a Verona ha mai pensato di chiedere a Setti di fare il passo più lungo della gamba, nè tantomeno di rovinarsi per il Verona.
Setti ha ceduto, sempre, tutti i giocatori appena hanno avuto un minimo di mercato. E non ho visto gente scendere in piazza per questo. Ricordo che ha venduto Jorginho a metà stagione al Napoli, uno scempio dal punto di vista sportivo, senza che nessuno battesse ciglio. Ha ceduto Donsah, Gollini, Sala, Ionita, Bessa, persino Zuculini. Nessuno ha mai parlato. Per molto meno, Italiano al Genoa, Pastorello fu “lapidato” sulla pubblica piazza.
Il problema sono dunque i risultati con i conti in ordine. Se non hai molti soldi a disposizione devi essere più bravo degli altri. Molto più bravo. Ecco, qui c’è qualcosa da eccepire. Perchè alle poche risorse messe a disposizione della squadra, il Verona ha peccato proprio da questo punto di vista. Ha speso malissimo i soldi garantiti dai diritti televisivi, che, va ricordato, nessun presidente della storia del Verona ha mai avuto in questa quantità. Eppure nonostante questi soldi, cinquanta milioni solo di paracadute incassati, le plusvalenze come dimostrato e i diritti incassati in A, il Verona ha messo in scena due penosissimi campionati nella serie maggiore, diciamo tra i peggiori di sempre, e due di B, in cui invece di stravincere come avrebbe dovuto, ha faticato oltremisura, quest’anno addirittura rischiando di non andare nemmeno ai play-off. Tutti noi abbiamo fatto un semplice sillogismo: ma se il nostro amatissimo presidente Martinelli avesse avuto tutti questi soldi avremmo visto campionati simili? Ma senza toccare le corde sentimentali, pensiamo a Pastorello: con i soldi che Setti ha ricevuto avrebbe fatto meglio o peggio?
Nessuno ce l’ha con Setti a priori. Ma le gente si arrabbia se ti contorni di collaboratori incapaci, di allenatori scarsi, di giocatori improbabili. E poi, invece di fare un bagno di umiltà, di dire semplicemente: “Scusate, ho sbagliato”, perché accidenti ci sta di sbagliare, fai il presuntuoso e dici che Aglietti, a cui dovresti fare un monumento, ha lavorato sugli schemi (quali?) di Grosso, sminuendo il lavoro di un allenatore che semplicemente ha fatto cose normalissime. E dici che Grosso (come Pecchia) non ha reso per “problemi ambientali”. E’ lì che si crea, il vulnus, che la spaccatura diventa insanabile. Ed è lì che la banda degli incapaci continua a scavare.
Gianluca Vighini
13 GIU 2019
IL GRAZIE DI UN TIFOSO ANONIMO AD ALFREDO AGLIETTI.
RICEVO DA UN AMICO SU UN GRUPPO WHATSAPP QUESTA STUPENDA LETTERA APERTA DI UN TIFOSO DELL’HELLAS AD ALFREDO AGLIETTI… TROPPO BELLA E TROPPO VERA PER LASCIARLA ALLA SOLA VIRALITÀ DEI SOCIAL. HO QUINDI DECISO DI CONCEDERE IL MIO BLOG PER DIVENTARE SE POSSIBILE IL GRAZIE DI TUTTO IL POPOLO GIALLOBLÙ AD UN UOMO CHE IN UN SOLO MESE HA SCRITTO UNA DELLE PAGINE PIÙ BELLE DELLA STORIA DEL VERONA.
NON CONOSCO IL NOME DELL’AUTORE, DESIDERO TUTTAVIA RINGRAZIARLO PER AVER ESPRESSO IN QUESTO SCRITTO TUTTO L’AMORE E IL SENTIMENTO CHE ALBERGA NEL CUORE DI OGNI TIFOSO GIALLOBLÙ.
Caro Mister Aglietti,
non prendertela, ma guarda il lato positivo: lasci il Verona da profeta in Patria, avendo compiuto un miracolo sportivo in un solo mese, avendo raggiunto il massimo, l’impensabile.
E sei costretto a lasciarlo.
Vantando l’amore e la riconoscenza della tifoseria, di una piazza che prima del tuo arrivo era sfiancata e costretta alla disaffezione, pur covando amore sotto la cenere.
Una passione che hai fatto ritornare fiamma e poi incendio.
Lasci senza esserti macchiato, da vittorioso, dal punto più in alto.
Senza rovinarti con gli insuccessi che potranno arrivare l’anno prossimo, senza contaminarti con probabili giochi e scelte impopolari a cui questa società ci ha abituato.
Lo avrai ben capito: a questa dirigenza non piacciono i capipopolo, non può permettersi di avere in seno emblemi amati dalla tifoseria, che teme possano rappresentare incudini di verità in troppa frequente saccenteria ed un dito puntato dinanzi ad errori a ripetizione.
Da quando sono arrivati si sono preoccupati di eliminare ogni potenziale bandiera gialloblù o riferimento forte e fidato per il popolo scaligero, ad ogni livello ed in ogni settore.
Salvo confermare chi è inviso alla piazza e ribadire stima per quei mozzi improvvisatisi capitani che avevano abbandonato la nave durante la bufera per approdare in porti più sicuri.
Poi puntualmente falliscono, ma in fondo sono pure immeritatamente baciati dalla buona sorte.
Paradossalmente ritieniti fortunato, dai. Ed amato.
Non preoccuparti se si prenderanno i meriti della promozione tentando di far cadere l’oblio sull’ennesimo anno di plurimi errori ed affronti alla tifoseria.
Noi sappiamo che la A, tanto miracolosa quanto per lungo tempo poco meritata, è legata al tuo nome non ai loro, che è arrivata solo grazie a te.
E lo ricorderemo non per “18 o 180 minuti”, non dal 02 Maggio al 02 Giugno, non per “ulteriori 48 ore”… ma sempre!
E, parafrasando chi ti ha silurato, “lascialo fare”: noi, la nostra memoria, la nostra Storia, le nostre vittorie e le nostre battaglie rimarremo; e con noi, nei nostri cuori, chi ha combattuto e si è reso protagonista.
Lor signori prima o poi scompariranno nel dimenticatoio di un grigio bilancio di depressione, apatia ed assenza di passione.
E ancora GRAZIE DI CUORE, ALFREDO AGLIETTI!!!
Mauro Micheloni
12 GIU 2019
NON TENERE AGLIETTI E’ COME BUTTARE NEL CESSO UN SEI AL SUPERENALOTTO
Ormai manca solo l’ufficialità. La pausa di riflessione è finita e da quel che abbiamo capito la decisione è presa. Alfredo Aglietti non guiderà il Verona in serie A.
Così dopo Pecchia e Grosso, Setti decide di non seguire il cuore dei tifosi e di andare contro la piazza. Una decisione inspiegabile. Per come è andata la scorsa stagione, per come Aglietti ha rivitalizzato il Verona, per quello schifo che abbiamo visto con Grosso, per le speranze che erano azzerate e che Aglietti ha risollevato fino a compiere l’impresa, la conferma era il minimo che si potesse aspettare. Aglietti se l’era conquistata sul campo, giorno dopo giorno.
E’ l’uomo che ci ha fatto tornare l’amore per il Verona dopo mesi se non anni di disgusto, ma non solo. Aglietti ha dimostrato anche di essere un bravo allenatore. Sul campo dove ha ridato un senso a quella squadra squinternata (la fregnaccia che abbia lavorato sugli schemi di Grosso proprio non si può sentire) e basta rivedere i gol della finale per capire che il buon Aglio e i suoi collaboratori avevano iniziato a seminare benissimo a Peschiera e poi fuori, dove ha ridato stima e fiducia a gente come Di Carmine.
Setti avrebbe dovuto erigere una statua bronzea del buon Aglio e ogni mattina accendergli un cero davanti. Aglietti era riuscito a riannodare i fili con i tifosi e con l’ambiente. Non dandogli la possibilità di giocarsi quello che si era conquistato è come buttare nel cesso la schedina con il sei al superenalotto.
Tocca a Juric. Se il problema era l’esperienza non è che sia arrivato un Trapattoni o un Reja. E’ arrivato un emergente che ha fatto in carriera una grande impresa a Crotone e poi ha sempre mezzo fallito. Juric dovrà fare risultati, , tanti e immediati per vincere la naturale diffidenza che lo accompagnerà. E battere il fantasma vincente di Alfredo Aglietti che inevitabilmente aleggerà al Bentegodi per tanto tempo…
Gianluca Vighini
12 GIU 2019
L’ENNESIMA SFIDA DI UN PRESIDENTE FRAGILE
E così Ivan Juric fu. Nessuna sorpresa, la scelta era già stata compiuta prima dei play off. Chi mi segue sa che non ho mai parteggiato per la conferma di Aglietti, a cui resta il merito principale della promozione più carambolesca e fortunata della storia del Verona. Aglietti era stato scelto in un momento di emergenza e ha compiuto un’impresa meravigliosa in quel contesto. Ma era, appunto, un contesto particolare, oggi lo scenario è diverso. Quindi il suo addio, per quanto sentimentalmente amaro, sul piano tecnico ci sta.
Il punto qua è un altro. Juric era la scelta migliore tra quelle possibili? Mai come adesso allenatori liberi ce n’erano. Io avrei preferito Iachini o Nicola, più pragmatici, esperti e certificati. E anche più in linea sentimentale con Verona (nel calcio le dinamiche sociali incidono). L’allenatore croato invece è un integralista e il suo pedigree è controverso: un inizio di carriera scoppiettante e un lento e agonizzante scemare al Genoa tra esoneri, richiamate e nuovi esoneri. Un amico – politico genovese pragmatico e genoano sfegatato – mi dice che pur essendo Juric una persona seria e in gamba, da loro non ha saputo reggere le pressioni della serie A.
Con Juric devi costruire solo un tipo di squadra in linea con il suo 3-4-1-2, che poi è un 3-5-2 essendo il trequartista un mediano alla Rigoni. Ma non è il momento ora di addentrarsi nei dettagli tecnici. Dico solo che servirà un mercato chirurgico: devono arrivare giocatori “di gamba” sugli esterni e pensatori veloci in mezzo al campo. Tutto il contrario della squadra orizzontale, statica e palleggiatrice di quest’anno. Ma è la storia di Setti a suggerire il contrario: il Verona dopo Sogliano non ha più fatto un mercato calcisticamente logico, perciò la scelta del monolitico Juric cozza un po’ con il modus operandi “da varie ed eventuali” del club. Con Iachini o Nicola, allenatori adattabili alle più svariate situazioni, invece questo metodo (se così si può chiamare) era più coerente.
Neanche troppo sullo sfondo poi si riapre la ferita del presidente con i tifosi e la città, che Juric mostrano di non gradirlo affatto. In soli nove giorni Setti ha disperso quel piccolo credito (piccolissimo, per la verità) che si era riguadagnato (si fa per dire…) con la promozione. Nove giorni nove per polverizzare tutto. Un record che solo Setti e suoi inesperti pretoriani potevano compiere. Ma non mi sorprende neppure questo.
Ma soprattutto resta quell’eterno senso di precarietà di questa proprietà. Juric è una sfida, un’altra, l’ennesima. La sua storia è priva di mediazioni: in carriera ha fatto molto bene o molto male. Qui potrà fare molto bene o molto male, la via mediana non esiste con lui. Una sfida rischiosa di un presidente e un management fragili, finora non all’altezza della serie A. Insomma siamo ancora qua a contare gli spicci del fato, a sperare, privi di un progetto delineato. Come scrisse il poeta: del doman non v’è certezza. A Verona, in questa stravagante altalena tra A e B, ancor di più.
Francesco Barana
12 GIU 2019
IN DIREZIONE OPPOSTA… E CONTRARIA
A due settimane dal trionfo col Cittadella il Verona ha il suo allenatore, ma non quell’Alfredo Aglietti che il miracolo (perché di questo si è trattato, senza se e senza ma) lo ha fatto, ma quel Juric che vanta una promozione in A col Crotone e una salvezza col Genoa, ma pure la bellezza di tre esoneri da parte del Genoa di Preziosi.
Setti non si è smentito e per l’ennesima volta è andato dritto per la sua strada, ovviamente in direzione opposta a quella auspicata dai tifosi (senza i quali ha detto, non sarebbe stata possibile l’impresa promozione).
Aglietti avrebbe meritato una chances, in fin dei conti se siamo in Serie A e siamo qui a dire che la rosa gialloblù non era poi così male, è solo ed esclusivamente merito suo. D’Amico al proposito dovrebbe essergli riconoscente visto che senza il buon Alfredo, noi saremmo in B e lui a spasso.
Nella scelta deve aver pesato l’inesperienza di Aglietti nella massima categoria. C’è stato un contatto anche con Beppe Iachini e, udite udite, pure Guidolin ha dichiarato nei giorni scorsi di essere stimolato all’idea di tornare a Verona come allenatore dopo 8 anni di carriera da giocatore.
E invece no… la coppia Setti-D’Amico ha partorito l’ennesimo torto nei confronti dell’intera tifoseria. In questo non c’è dubbio, la coerenza societaria è impeccabile.
Non amo i processi alle intenzioni e quindi non dirò alcunchè sul nuovo allenatore prima di averlo visto all’opera, al quale comunque auguro sin d’ora un buon lavoro.
Mi sorge tuttavia spontanea una domanda: Setti ha cannato (per non dire peggio) gli ultimi due allenatori, prima con la collaborazione di Fusco poi di D’Amico. Ora con quest’ultimo lui sceglie Juric pur con due ex gialloblù graditi alla piazza e un altro che sarebbe stato un sogno per tutti (Guidolin).
Ma dico. Se la vita dimostra che una cosa non la sanno fare perché si ostinano da megalomani a considerarsi degli esperti? Ha preso e difeso Pecchia e siamo andati in B, ha preso e difeso Grosso e poco ci mancava che ci restassimo. Quante prove la vita dovrà dar loro prima di capire la propria totale inadeguatezza?
Una mia idea tuttavia me la sono fatta: se sei un uomo per bene e con dei valori, se come tecnico rispetti i tifosi e hai pure nel cuore l’Hellas Verona, non sarai mai preso in considerazione da questa Società, che non perde occasione per andare puntualmente in direzione opposta (che già è grave) ma pure contraria (visto che fanno errori su errori che penalizzano l’aspetto sportivo). Una direzione che porta puntualmente dritti al baratro, evitato quest’anno solo grazie ad un grande uomo come Alfredo Aglietti, che il Verona l’ha preso per i capelli e ha di fatto salvato il culo a tutti (tranne il suo visto che fatta l’impresa si è visto preferire un tecnico più esperto… “di esoneri” peró).
Un po’ però Setti lo capisco… quando nel bel mezzo del trionfo con il Cittadella, tra un festeggiamento e l’altro dentro un Bentegodi traboccante di entusiasmo, in un clima di inebriante ed euforica gioia collettiva, in 20 mila all’unisono ti mandano a gran voce affan… ops “a quel paese”… che fa… conferma Aglietti, o prende Iachini?
Mauro Micheloni
03 GIU 2019
CARO PRESIDENTE, GIOCARE CON IL FUOCO E’ PERICOLOSO
Diciamolo chiaramente: Setti ha avuto un gran colpo di fortuna. Ha consegnato il Verona ad Aglietti, sperando per l’ennesima volta in un miracolo. Ha poi tentato, con i soliti messaggi/comunicati stampa, di avviare un processo di riconciliazione con il popolo gialloblù. Processo ancora molto lungo e difficile. Aver riportato la squadra in serie A è solo il primo piccolo passo, ma per ritrovare pace e credibilità serve molto altro.
Da alcuni anni Setti sta giocando con il fuoco, fa scommesse azzardate, si prende rischi enormi, affidandosi a gente dalle scadenti capacità, poca propensa a recitare il mea-culpa. Qualche volta ti può andare bene, spesso arrivano mazzate. E se, come nel caso di questa promozione acciuffata per i capelli, pretendi magari di essere esaltato o addirittura sei convinto di dover ricevere delle scuse, significa che non hai ancora capito molte cose.
Sono rimasto basito quando ho letto il post di tal Emanuele Righi, stretto collaboratore del presidente: “Vi saluta il Buffone… che hA ragione anche sto giro”. Evito di elencare tutte le promesse non mantenute da Setti, gli obiettivi mancati e le sue giustificazioni. Per cercare di riavvicinarsi ai sostenitori scaligeri il presidente dovrebbe fare una sola cosa: ammettere pubblicamente i suoi errori (affidare la squadra a Grosso, ad esempio), mostrando reale pentimento. E poi cambiare rotta con i fatti, costruendo una squadra competitiva per la salvezza. Nessuno gli ha puntato la pistola alla tempia obbligandolo a prendere il Verona. E se non si ha la forza economica necessaria per reggere ad alti livelli, si può anche fare un passo indietro, meglio ancora di lato, ed uscire di scena.
Luca Fioravanti
03 GIU 2019
AGLIETTI, IL POPOLO DEL VERONA E LA PROFEZIA DI ADA…
[...]
Ora deve essere solo festa. Stanotte, domani e per una settimana almeno. Ci sarà tempo per le analisi che ci portano al futuro, per approfondire quello che è stato per capire quello che sarà. Oggi, dopo due anni di merda, permettetemi, godete e godetevela e basta.
Francesco Barana
03 GIU 2019
A COME AGLIETTI
E’ tutto merito suo e che nessuno dica il contrario. Alfredo Aglietti se l’è conquistata da solo, contro tutta la logica del mondo in una pazzesca rincorsa. Lo ha fatto con la normalità del buon senso, ricompattando un ambiente disgregato e senza speranze. Una follia in pieno stile Verona, ma dall’altra parte una folle gestione che aveva ridotto il Verona in uno stato pietoso. Aglietti è arrivato quando tutto pareva finito, con Setti a cui tremava la terra sotto i piedi, con i play-off da acciuffare. Step dopo step Aglietti ha compiuto un capolavoro. Questa promozione è sua e solo sua. Qualche cialtrone che gravita vicino al presidente ci ha già provato a prendersi dei meriti. Ma credo che questa bugia, almeno questa, avrà le gambe cortissime.
Sono chiaro: Aglietti per me deve rimanere a Verona. L’ho detto ieri sera a caldo lo ripeto qui. E’ l’uomo che ha ricucito i fili tra il Verona e la sua gente, è l’uomo che ha ridato dignità e speranza alla piazza. State certi che se non restasse lui non arriverebbero di certo dei Mourinho o dei Conte, dico che è meglio, molto meglio, proseguire con “Aglio” anche in serie A. Fenomeni in giro non se ne vedono e se gli allenatori “fenomeno” (e grandemente sponsorizzati) sono i campioni del mondo… beh meglio tenersi stretta la nostra “Olivia” che almeno sa dove mettere le mani e soprattutto i piedi.
E’ stato un anno pessimo e non cambio idea, nonostante il finale inaspettato. Il Verona ha dato per tanti mesi l’idea di un’accozzaglia di dilettanti allo sbaraglio, tanto da vanificare l’enorme vantaggio di scendere in campo forte dei 25 milioni di paracadute. Già arrivare al secondo posto avrebbe rappresentato un fallimento. Invece siamo stati addirittura fuori dai play off a una giornata dalla fine. Incredibile. Poi, appunto è arrivato Aglietti e le cose sono cambiate. Se lui sarà un punto fermo, Setti dovrà lavorare con la ruspa per rimuovere le incompetenze che lo attorniano. Ma di questo parleremo a brevissimo. Adesso godiamoci questa vittoria. Senza esagerare.
Gianluca Vighini
03 GIU 2019
VINCITORI E VINTI
La Serie A conquistata con il Cittadella è in assoluto la vittoria di Alfredo Aglietti e contemporaneamente la sconfitta della triade: Maurizio Setti, Tony D’Amico e Fabio Grosso.
Quest’ultimo ha fatto danni incalcolabili sia tecnici che motivazionali e ahimè continuerà purtroppo a farli altrove. Marrone centrale di difesa, Dawidowicz centrocampista. Empereur terzino, Bianchetti terzino e Faraoni centrocampista, resteranno negli annali come le più grandi castronerie che un tecnico abbia mai compiuto. Aggiungiamo i molti zombi rinati con Aglietti, e si ha la dimensione della scarsità di Grosso come allenatore
Il DS proverà invece a dire che i giocatori da lui scelti, alla fine hanno centrato la promozione. Niente affatto. L’aver preso alla guida tecnica Fabio Grosso e l’averlo difeso sin quasi alla fine della sua avventura in gialloblù, è errore imperdonabile che non cancella affatto e semmai esalta i suoi molti limiti e la sua inadeguatezza al ruolo.
E veniamo a Setti, anche lui vanterà il risultato sportivo dell’ennesimo ritorno in A dopo una retrocessione. Niente di più falso. La sua gestione da ormai 4 anni è colma di errori ed umiliazioni, affronti e supponenza
Detto questo… spazio alla gioia. Almeno per qualche giorno godiamoci questa cavalcata vincente, questa totale metamorfosi, questo mix di emozioni che tra delusioni e stress ci ha fatto perdere qualche giorno di vita, ma chi sene frega, ne è valsa comunque la pena.
Infine grazie ai Playoff che mai come quest’anno hanno puntualmente, quanto inesorabilmente, ribaltato i pronostici della vigilia. Regalando lacrime ai favoriti e il Paradiso ai quasi destinati all’inferno.
Prima di chiudere, un grazie infinito ad Alfredo Aglietti. Anche nella vittoria della promozione non ha sbagliato nulla. Bianchetti ha giocato da titolare dando molta più sicurezza di Empereur. Zaccagni è rientrato al momento giusto, segno che la sua ripresa dall’infortunio è stata gestita bene. Di Carmine titolare ha avuto un senso in quanto adatto a restare in campo per tutta la partita e pronto a chiuderla in coppia con Pazzini, tenuta fisica che il Pazzo non avrebbe potuto garantire per 94’. E
da “ mai una gioia” a “finalmente una gioia”… se Setti volesse poi renderla unica ed indimenticabile sa benissimo cosa il tifo gialloblù si aspetta da lui…
Mauro Micheloni
FONTE: Blog.Telenuovo.it
Grazie Aglietti, benvenuto Juric!
giugno 12, 2019
Maurizio Setti ha deciso. Ivan Juric sarà l’allenatore dell’Hellas Verona 2019/20. Per l’ex Genoa contratto annuale con opzione in caso di salvezza. Ad Aglietti non è bastata l’impresa promozione per meritarsi il confronto coi campioni nel massimo campionato italiano. Ma si sa, nel calcio come nella vita, la meritocrazia spesso e volentieri non esiste. Aglietti, a furor di popolo, avrebbe meritato eccome la conferma anche in Serie A, ma la società ha deciso di prendere ben altra strada.
Sui social intanto è già esplosa la protesta, anche da parte di quelli che non lo hanno mai visto allenare, conoscono a malapena il suo nome ma ciò nonostante non evitano di additarlo. Aglietti sarà ringraziato a vita dal popolo dell’Hellas Verona ma oramai “Aglio” fa parte del passato. In Serie A sulla panchina gialloblù siederà Ivan Juric a cui va un grosso in bocca al lupo da parte di Hellas Live.
Di Gennaro: “Bastava un allenatore normale”
giugno 3, 2019
“Con una rosa del genere era impossibile non salire in A, bastava un allenatore normale". Il commento sui social di Antonio Di Gennaro dopo il ritorno in Serie A del Hellas Verona
FONTE: HellasLive.it
NEWS
07 giugno 2019 - 07:33
D’Amico incassa la fiducia di Setti: “Ha costruito una squadra forte”
Il patron conferma: “Tony sarà il ds per la Serie A. Ha mostrato intelligenza”
di Redazione Hellas1903
Non c’erano dubbi, ma a fugare qualsiasi incertezza sulla conferma di Tony D’Amico è Maurizio Setti. A Telearena, infatti, il patron dell’Hellas ribadisce: “Io e Tony non ci siamo goduti queste ultime vittorie perché abbiamo subito iniziato a pensare a come fare il prossimo anno. Sto già pensando a come restare in Serie A. Noi non abbiamo niente da nascondere. Il risultato sportivo fa la differenza, ma questa società ha un qualcosa di solido. Anche il fatto delle due retrocessioni: alcune squadre sono rimaste in B anni prima di salire nonostante avessero investito. Non è facile risalire, in qualsiasi categoria. Noi ci siamo riusciti perché c’è della sostanza nella società“.
Aggiunge Setti: “Prossime mosse di mercato? Dobbiamo ancora arrivare a questo. Vogliamo arrivare preparati e forti per fare la nostra parte. Le alleanze con le grandi non sempre sono positive. Tony D’Amico sarà il direttore sportivo della Serie A. Penso che abbia dimostrato grande intelligenza e, quest’anno, abbia messo su un’ottima squadra. Sogno del Verona? Il sogno del Verona è la Coppa Italia, la salvezza in campionato“.
NEWS
06 giugno 2019 - 22:12
Setti 2: “Arriviamo in A con una squadra giovane”
Il presidente: “Verona società sana, questo è un vantaggio”
di Redazione Hellas1903
Maurizio Setti ha parlato anche della situazione societaria gialloblù a Telearena.
“Cercherò di tenere la squadra in Serie A. Abbiamo una società molto sana e questo è un grande vantaggio. Io ci metto tutto quello che serve. Quello che stiamo facendo qua è da anni che non si vedeva. Faremo il centro sportivo, la volontà c’è. Arriviamo in Serie A con giocatori giovani. Questa è una cosa importante. Non esiste un altro calcio per un imprenditore come me, forse anche per Verona. Certamente non sarà facile. Dobbiamo fare i conti di un campionato in cui la retrocessione è un’opzione. È importante avere un progetto sotto. Noi abbiamo un progetto importante da quando sono arrivato. Vogliamo avere, nel nostro piccolo, giovani che facendo crescere possono arrivare ad avere le caratteristiche per la Serie A. L’importante, però, è avere il bilancio finale regolare. Questo è il mio modo di fare calcio. Credo che il Verona, quando ha fatto la rosa a inizio stagione, ha considerato Pazzini, Di Carmine e Tupta i tre attaccanti. Poi l’allenatore dovrà decidere. Pazzini? È il giocatore più bravo che abbiamo in rosa. Chiaramente, però, ha un’età e qualche acciacchino fisico che non gli permettono di fare una partita intera. Alla fine, però, le scelte le deve fare il mister. Sicuramente dovremo inserire 4-5 giocatori diversi in squadra“.
Continua: “Nell’ultimo periodo non c’è stato nessun reale interessato ad entrare in società. Il Verona vale tanto, quanto non lo so. La società si fa fatica a comprare perché non è a debito, quindi si fa fatica ad attirare investitori. 60 milioni per il Verona? Sono pochi. Noi stiamo facendo il massimo di quanto possiamo fare. Cerchiamo di fare le cose fatte bene. Io non prendo in giro nessuno. Io e Tony non ci siamo goduti queste ultime vittorie perché abbiamo subito iniziato a pensare a come fare il prossimo anno. Sto già pensando a come restare in Serie A. Noi non abbiamo niente da nascondere. Il risultato sportivo fa la differenza, ma questa società ha un qualcosa di solido. Anche il fatto delle due retrocessioni: alcune squadre sono rimaste in B anni prima di salire nonostante avessero investito. Non è facile risalire, in qualsiasi categoria. Noi ci siamo riusciti perché c’è della sostanza nella società. Prossime mosse di mercato? Dobbiamo ancora arrivare a questo. Vogliamo arrivare preparati e forti per fare la nostra parte. Le alleanze con le grandi non sempre sono positive. Tony D’Amico sarà il direttore sportivo della Serie A. Penso che abbia dimostrato grande intelligenza e, quest’anno, abbia messo su un’ottima squadra. Sogno del Verona? Il sogno del Verona è la Coppa Italia, la salvezza in campionato”.
Il presidente gialloblù ha parlato anche dello stadio: “Penso che accorciando la distanza tra curva e campo, con uno stadio pieno come quello di domenica, possiamo avere 3-4 punti in più a stagione. Sull’operazione stadio ci credo. Ci credo come società, ma anche da tifoso e cittadino. Fare il nuovo impianto al posto di quello esistente, secondo me, è la soluzione ideale”.
VISTO DA NOI
04 giugno 2019 - 11:17
Quell’amico dall’altra parte del mondo
Una telefonata che fa capire che cosa significhi amare il Verona
di Lorenzo Fabiano, @lollofab
La telefonata da oltre oceano arriva a metà pomeriggio. È l’amico che non vedi da vent’anni, con cui ne ha fatte tante di cotte, e decisamente meno di crude, e insieme a lui hai condiviso gioie e dolori legati ai destini dell’Hellas Verona. Gli racconto della notta magica, della partita perfetta, di uno stadio trasformatosi in una polveriera come non si vedeva da tempo.
Gli dico che nel pazzo mondo del pallone questo è stato l’anno delle rimonte, e che qui ne abbiamo viste di tutti i colori, se in pochi mesi il Bentegodi è passato dalla desolazione del deserto della partita con il Palermo alla bolgia di domenica sera. È la follia del calcio, che tocca i tasti degli eccessi. «Noi siamo un popolo – mi dice -, una comunità. Quelli là, quelli del Cittadella, a Verona sarebbero sì e no una piazza. Bravi ad arrivare dove son arrivati per carità, ma una piazzetta mica può pensare di far fuori un popolo». Poi aggiunge: «Senti, ma leggo e sento ancora cose che non comprendo. Ma com’è sta cosa che c’è sempre chi critica, chi semina veleni, che rosica e non gli va mai bene nulla. Ma ci siamo dimenticati da dove veniamo? A parte un decennio da favola, la nostra storia l’abbiamo passata in ascensore tra A e B. Qui siamo finiti fuori strada; a parole sono tutti con la soluzione in tasca, tutti imprenditori, maghi della finanza e grandi manager, eppure di un capitalista veronese (e non son pochi) che voglia prendere in mano la società, non vi è manco l’ombra. Che ne pensi di sta roba qua…?».
Gli dico che sfonda una porta aperta. Setti avrà tutti i difetti del mondo, avrà fatto mille errori, starà sulle palle a trequarti della città, ma alla conta dei numeri, qualcosa dalla sua lo trovi: vero che è retrocesso due volte, ma è altrettanto vero che ha centrato tre promozioni su tre (è durissima), e si accinge ora ad affrontare il quinto campionato in massima serie. In centosedici anni non sono tanti (sì e no due. Garonzi e Chiampan, ma poi finirono nel mirino della contestazione entrambi) i presidenti dal Verona ad aver fatto meglio. Consapevole di avervi provocato un attacco d’ulcera, chiedo umilmente venia. Non apriamo la brocca dell’incenso, quello no, ma a casa nostra a Cesare ciò che gli spetta siamo abituati a darglielo. Ma c’è un altro aspetto che va sottolineato: il Verona è oggi una società sana, che paga regolarmente stipendi e fornitori, e non ha pendenze con il fisco. Ok, la solita manfrina dei conti, direte voi. Già, ma se il libro mastro lo avessimo tenuto come i ragionieri di Bari o Palermo, te la do io la notta magica…Forse ce la saremmo giocata a Renate Brianza, a Salò (però la trasferta in traghetto è una gran figata) o in un palpitante confronto con il Giana Erminio! L’amico d’oltre oceano sa che ripeto queste cose da almeno due anni, che spiegare la realtà delle cose è scomodo, che mi è costato anche qualche amico (o presunto tale, visto che mi ha pure aiutato a capire che non era poi tanto vero), e che il mio mestiere non si confonde con l’indice di gradimento; mi paragona allora ad Atlante, quello costretto da Zeus a portarsi il mondo sul groppone.
Gli rispondo che l’enfasi è eccessiva, ma se dicessi che non mi piace, peccherei d’ipocrisia. Ciapa e porta a casa, che son tempi di vacche magre. Mi parla di Aglietti che conosce bene: «È un brav’uomo, un toscanaccio schietto. Ha fatto un miracolo. Ha preso una squadra che stava in stato comatoso, e l’ha resuscitata. Ora merita di restare e di avere la soddisfazione di allenare in serie A». Assolutamente. Ha fatto poche cose e tutte buone: tra uomini e assetti (annosa e irrisolta questione tra gli allenatori) ha privilegiato i primi. Così ha rimesso le pedine al posto giusto nelle loro caselle e ricaricato le batterie a chi non ne aveva più. Abbiamo sempre detto che la squadra era forte, ma se il gruppo ha ritrovato l’anima smarrita, il merito è suo. E gli va riconosciuto. Ora la sua chance gli va concessa, perché se l’è guadagnata tutta. Vedremo, ora c’è solo voglia di godersi un momento così dopo tanta sofferenza e vediamo di non massacrarci ai cabasisi con il calciomercato. Per quella roba lì c’è tempo, Possiamo rifiatare un paio di settimane. Parliamo allora di come siamo, delle nostre vite, dei nostri figli. Ma molto di più di com’eravamo, degli anni in cui volevamo spaccare il mondo, ma abbiamo seriamente rischiato che il mondo spaccasse noi. E giù risate. Tutto questo per un pallone, e per una maglia gialloblù. Se n’è andata quasi un’ora e manco ce ne siamo accorti. Un tale diceva che una telefonata allunga la vita, aveva ragione. Grazie vecchio Hellas Verona, grazie davvero.
04 giugno 2019 - 08:18
Volpati: “Aglietti va confermato”
La bandiera del Verona: “Ha ricostruito la squadra: è lui l’uomo giusto per la A”
di Redazione Hellas1903
Domenico Volpati, interpellato dal “Corriere di Verona” (l’articolo completo sul quotidiano in edicola), parla della conferma di Alfredo Aglietti alla guida dell’Hellas.
Dice la bandiera gialloblù: “Si è guadagnato la Serie A, non vedo perché gli si debba togliere l’opportunità di affrontarla con il Verona. Ha costruito un gruppo solido. Prima l’Hellas prendeva sempre gol. Con lui, in tre partite su cinque, nei playoff, non ne ha subiti. E poi: cambiare Aglietti in favore di chi? L’uomo giusto è lui“.
NEWS
03 giugno 2019 - 19:11
D’Amico: “Aglietti confermato? Prima la festa, poi riflettiamo”
Il ds del Verona: “Ci prendiamo qualche giorno di riflessione”
di Redazione Hellas1903
Tony D’Amico parla ai microfoni di Sky della promozione del Verona.
Interpellato sulla scelta in panchina per la prossima stagione, tra la conferma di Alfredo Aglietti al vaglio e i contatti che ci sono stati con Ivan Juric.
Dice D’Amico: “Per oggi godiamoci la festa, se lo merita la città, Aglietti e se lo merita il presidente Setti. La nostra è una società forte, che merita rispetto e che commette errori ma che porta a casa i risultati. Ci prendiamo qualche giorno di riflessione e poi faremo le nostre valutazioni per scegliere il giusto percorso per il Verona“.
NEWS
03 giugno 2019 - 16:54
Promozione Verona, Barresi: “Si è visto chi ama l’Hellas e chi no”
Il dirigente del Verona: “In un Bentegodi così poteva solo vincere Verona, e così è stato
di Redazione Hellas1903
Francesco Barresi, direttore operativo dell’Hellas Verona, nel post gara col Cittadella che ha regalato la promozione in A, ha rilasciato a hellas1903.it le seguenti dichiarazioni: “Dedico la promozione alla città, ai tifosi. Ai dipendenti del Verona, al gruppo Hellas. E al presidente, che ringrazierò sempre per l’opportunità di lavorare in un Club così, un Club di cui andare orgogliosi. Un pensiero permettetemelo anche a chi forse sperava che non ce l’avremmo fatta. A chi, per tornaconto e inimicizie personali, ha provato a fare male a questa realtà, trincerandosi dietro a tastiere e blog. A conti fatti, si è visto chi ama l’Hellas e chi no. Chi ama l’Hellas ha fatto parte della bolgia di questa sera, una bolgia che non avrebbe lasciato scampo a nessun avversario. In un Bentegodi così poteva solo vincere Verona, e così è stato”.
FONTE: Hellas1903.it
IL PARADOSSO IN CASA HELLAS
Chi ha sbagliato resta, chi ha trionfato va via
12/06/2019 18:30
Chi ha sbagliato resta, chi ha trionfato viene mandato via. E' questo il paradosso in casa Hellas che si appresta alla nuova stagione in Serie A. Setti ha deciso di puntare su Ivan Juric per la prossima stagione. Il tecnico croato è stato preferito ad Alfredo Aglietti.
L'allenatore toscano lascia così l'Hellas dopo un solo mese. Quattro settimane brevi ma intense dove Aglietti è stato l'artefice di una promozione a cui ormai non credeva più nessuno (forse anche la società stessa). Una scelta discutibile che ha lasciato molti tifosi interdetti.
Una decisione che non appare meritocratica: Aglietti, il vero protagonista della promozione, "esiliato" da Verona, mentre i dirigenti che hanno commesso errori per tutto l'anno, puntando ad occhi chiusi su un tecnico come Fabio Grosso, praticamente fino all'ultima giornata, sono stati pienamente confermati (e con grandi elogi) da Setti.
D'Amico ha scelto Grosso, lo ha esonerato tardivamente e ha costruito una squadra piena di falle (i terzini inizialmente al centro del progetto Almici e Balkovec, una squadra costruita senza un vero regista a centrocampo, esterni offensivi che non vedono la porta, difensori centrali non proprio inappuntabili) leggermente sistemata a gennaio con l'arrivo positivo di Faraoni (e anche Vitale e Di Gaudio, che certo non hanno pienamente brillato).
Con i 25 milioni del Paracadutissimo ci si aspettava una squadra di altro livello. Anche se alla fine (in qualche modo) la promozione è arrivata. Setti quindi non ha dubbi: D'Amico è il Ds giusto per la Serie A, Barresi è il direttore operativo perfetto (perché non è ancora stato promosso, dopo tre anni, a Dg?). Ora la panchina è affidata a Ivan Juric che avrà un compito difficilissimo: salvare questa società dall'ennesima retrocessione in Serie B.
UNA STAGIONE INCREDIBILE
Dai 49 punti sul campo alla promozione in A
05/06/2019 10:30
L'Hellas torna in Serie A, salendo sul treno della massima serie all'ultimo secondo, battendo il Cittadella nella finale play-off. Una stagione incredibile: la scelta di Setti e D'Amico di affidare la panchina a Grosso si è rivelata fallimentare. Solamente a due giornate dalla fine si è capito l'errore ed è stato dato il "ben servito" al tecnico abruzzese che non aveva mai convinto in riva all'Adige. Setti aveva addirittura usato la parola "esonerato a malincuore" nel comunicato.
Con Aglietti è tornato quello che è mancato per tutta la stagione: l'entusiasmo. Una squadra che, finalmente schierata con i giocatori nei propri ruoli, è riuscita a centrare l'obiettivo. Una stagione degna di un copione di un film: solamente 52 punti alla fine del campionato (49 conquistati sul campo più i tre a tavolino di Cosenza) e qualificazione ai playoff raggiunta solamente all'ultima giornata.
Durante la lotta, per la A, la squadra più forte (Palermo) è stata estromessa per i noti guai giudiziari e l'altra favorita (il Benevento) si è fatta sorprendere dalla mina vagante Cittadella. La squadra di Venturato, giovane ed inesperta, però si è arresa davanti al pubblico di Verona (25 mila al Bentegodi) che ha spinto la squadra verso una promozione che sembrava insperata.
Una stagione incredibile, piena di errori commessi dalla società: ma alla fine grazie all'arrivo di Aglietti l'obiettivo è stato raggiunto. Però il tecnico toscano non ha ancora in tasca la riconferma. Setti sfoglia la margherita: Ivan Juric o Pippo Inzaghi sono sempre le opzioni più gradite all'imprenditore carpigiano.
IL FUTURO
Conferma di Aglietti non è sicura
04/06/2019 09:02
Prima dei playoff e della promozione il presidente del Verona Maurizio Setti è stato molto attivo. Con la stagione che si stava indirizzando verso il negativo c’era aria di rivoluzione. Setti aveva contattato Inzaghi con cui pareva essere decollata una trattativa concreta. Ma poi Setti si è raffreddato non completamente colpito dall’ex bomber. Forse hanno influito i report da Bologna e sicuramente non hanno parlato bene di Inzaghi i collaboratori di Setti. Ed Inzaghi è rimasto così in stand-by. Il presidente aveva anche incontrato Juric, l’ex del Crotone e del Genoa. Qui invece il feeling è apparso subito ottimo, tanto che Juric al momento ha grandi speranze di diventare il prossimo allenatore del Verona in serie A. Come Grosso, anche Juric fa parte della scuderia di Beppe Riso e questo conduce direttamente a Tony D’Amico. Il ds resterà a Verona, forte anche di un altro anno di contratto. Ma il suo ruolo potrebbe venire fortemente ridimensionato dall’arrivo di un direttore generale. Una figura forte che possa metterci la faccia anche “politicamente” in serie A. E in questo senso più di un indizio conduce a Perinetti, navigatissimo dirigente del Genoa. L’arrivo di Perinetti, ovviamente, confinerebbe a ruolo di comparse sia D’Amico che il direttore operativo Barresi che resterebbero, ma confinati dietro le scrivanie. E Aglietti? È, per così dire, il terzo incomodo. La sua impresa lo mette in una grande posizione di forza. Puó condurre la trattativa con il Verona con assoluta trasparenza, forte comunque del fatto che in questo momento molti stanno pensando a lui. Se qualche mese fa, però, una collocazione alla Juve Under 23 che gioca in C e che ha Fusco come dirigente responsabile, era una ottima collocazione, oggi davanti alla A del Verona, conquistata per di più sul campo, diventa un vestito molto stretto. Aglietti potrebbe essere l’uomo ideale per non disperdere quel patrimonio di entusiasmo appena ritrovato e per ripartire compatti. Ma resterebbe a quel punto il problema D’Amico che ai tifosi proprio non va giù. Un rebus che Setti scioglierà nel giro di una settimana. (g.vig.)
HELLAS PROMOSSO
Aglietti ora merita la A deve essere confermato
03/06/2019 12:00
Dalla depressione con Grosso all'entusiasmo con Aglietti. Il tecnico toscano è riuscito a portare il Verona in Serie A con poche mosse: essenzialmente mettendo i giocatori nei propri ruoli e giocando più in verticale, rinunciando allo stucchevole possesso palla prolungato del tecnico abruzzese (mantenendo sempre la base del 4-3-3).
Aglietti, quando è arrivato un mese fa, ha firmato senza opzioni di rinnovo. Il suo contratto scadrà a breve: ora è Setti che deve decidere su quale allenatore puntare per la A. Pippo Inzaghi e Ivan Juric sono in pre-allarme da giorni, ma non confermare Aglietti sarebbe veramente incredibile dopo la grande festa promozione.
L'ex attaccante dell'Hellas ha dimostrato sul campo di meritare la riconferma, ma intanto, anche attorno a lui, continuano le voci insistenti di mercato. Tuttomercatoweb rilancia il pressing di Fusco che vuole Aglietti sulla panchina della Juventus Under 23 (in lizza con Pecchia che potrebbe tornare dal Giappone). Anche il Benevento sta corteggiando il tecnico dell'Hellas.
PARLA AGLIETTI
“Un altro allenatore non portava l’Hellas in A”
03/06/2019 00:38
"Complimenti al Cittadella. E' stato un grande avversario. Io ci ho creduto più di tutti in questa promozione in A. Con me è cambiata la squadra? Per ogni dottore ci devono essere dei bravi pazienti che vogliono seguire la cura. Ci ricorderemo per sempre questa giornata. Abbiamo fatto un'impresa nell'impresa: prima entrando nei play-off e poi vincendo in finale. Abbiamo trovato un Bentegodi straordinario che ci ha spinto alla vittoria". Alfredo Aglietti parla così in conferenza stampa dopo la vittoria col Cittadella che riporta il Verona in Serie A.
Aglietti non si è sbilanciato sul futuro ma ha lanciato un avvertimento velato a Setti: "Io sono venuto qui a giocarmi le mie chance, sono venuto qua e non ho speculato su un rinnovo automatico in caso di Serie A. Mio futuro? Ora parlerò con la società. Non credo che un altro allenatore sarebbe riuscito a portare questa squadra in Serie A. Lo dico apertamente. Mi sono sempre conquistato tutto, dalla D alla Serie A: ora spero di rimanere".
Aglietti ha concluso: "Tutti sono migliorati con me? Laribi e Colombatto sono stati altri giocatori, lo avete visto tutti. Ma anche molti altri, penso ad Empereur. Arbitro e lamentele? Loro erano molto fallosi, Piccinini ha arbitrato molto bene, i gialli erano giusti. Vincere da giocatore, e poi da allenatore, qui a Verona è stato bellissimo. Zaccagni? Un gran giocatore, voglio allenarlo anche il prossimo anno in A".
HELLAS VERONA
Righi ai tifosi: "Vi saluta il Buffone"
03/06/2019 00:21
Il Verona torna in Serie A vincendo la finale play-off 3-0 contro il Cittadella, dopo un campionato di sofferenza chiuso a 52 punti.
Appena finita la partita, il Ds del Mantova, Emanuele Righi, braccio destro di Setti, e con un passato nella dirigenza del Verona, ha scritto un post polemico contro i tifosi con scritto: "Vi saluta il Buffone (Setti, ndr) che ha ragione anche a sto giro".
FONTE: TGGialloBlu.it
SERIE A
Hellas, Setti valuta il tecnico. Aglietti, Juric e Inzaghi i nomi
04.06.2019 10:36 di Luca Bargellini Twitter: @BargelliniLuca
Completata la rincorsa verso la Serie A per il Verona è iniziato il momento di costruire la squadra per il prossimo anno. Iniziando dall'allenatore. Stando a quanto riportato da Tuttosport la piazza scaligera chiede a gran voce la conferma di Alfredo Aglietti, tecnico con il quale l'Hellas ha ripreso il treno promozione dopo la debacle della gestione Grosso. Setti ci pensa e valuta anche altri nomi. Due su tutti: Ivan Juric e Filippo Inzaghi.
SERIE C
TMW - Juventus U23, per la panchina Aglietti è il candidato numero uno
03.06.2019 00:32 di Giovanni Albanese Twitter: @@GiovaAlbanese
Fonte: inviato a Torino
Fresco della sua prima promozione in Serie A alla guida dell'Hellas Verona, Alfredo Aglietti è l'uomo del momento. La Juventus lo considera il candidato numero uno per la Seconda Squadra Under 23.
Già accostato fortemente la scorsa estate prima dell'arrivo di Zironelli, il tecnico sembrava potesse giungere in corsa tra ottobre e novembre quando la formazione bianconera appariva in netta difficoltà. Un mese fa la chiamata dell'Hellas dopo l'esonero di Fabio Grosso.
Difficile, adesso, che venga confermato in Serie A (Juric appare favorito): la Juve ci ripensa per la prossima stagione per affidargli il suo patrimonio futuro.
SERIE A
TMW - Hellas Verona, Aglietti via nonostante la Serie A. Il favorito è Juric
02.06.2019 23:41 di Dimitri Conti Twitter: @dimitri_conti
Fonte: Andrea Losapio
Nonostante la promozione appena ottenuta sotto la sua guida, l'Hellas Verona non manterrà Alfredo Aglietti sulla panchina della squadra anche nel prossimo campionato di Serie A.
Secondo quanto appreso da TuttoMercatoWeb.com, ad oggi il favorito per guidare l'Hellas nella massima serie è Ivan Juric, reduce dalle burrascose esperienze sulla panchina del Genoa.
Tanto che nella scorsa settimana sono stati già avviati i primi contatti con il presidente Setti.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
SETTI: «LE EMOZIONI CI GRATIFICANO: IL BENTEGODI È STATO INCREDIBILE, RINGRAZIO I TIFOSI»
03/GIUGNO/2019 - 20:00
Verona - Le principali dichiarazioni del Presidente gialloblù Maurizio Setti, rilasciate alla trasmissione radiofonica di Rai Gr Parlamento 'La Politica nel Pallone' il giorno dopo la vittoria dei Playoff della Serie BKT 2018/19.
«Questa annata? È stata una stagione che sulla carta doveva essere un po' diversa, perché avevamo costruito una squadra con l'intento di ottenere la promozione direttamente. C'ero già riuscito due volte, questa volta però non è andata perché alcune cose non hanno funzionato, ma lavorando sodo e credendoci abbiamo ottenuto qualcosa di incredibile. Ieri sera lo stadio era impressionante, bellissimo: devo dire grazie a tutti i tifosi che compattandosi ci hanno dato una grandissima mano per fare questo salto, che tanti davano ormai per impossibile. Abbiamo fatto un finale di stagione ad alto livello, con l'aggiunta di alcuni giocatori che sono riusciti a dimostrare nelle ultime gare il valore per cui erano stati portati qui, essendo tutti giocatori nostri abbiamo anche migliorato il patrimonio del Verona e questo è importante. Verona merita una squadra in Serie A, quest'anno saremo l'unica e siamo molto contenti. Le sensazioni dopo il fischio finale? Il calcio è lo sport più bello al mondo, ti regala emozioni uniche anche dopo le sofferenze di una stagione, che ci ha portato alla fine al raggiungimento di un obiettivo su cui abbiamo lavorato per un anno intero. Mi fa piacere anche per chi è dietro le quinte, una macchina di tanta gente che lavora sodo e che ottiene così una gratificazione per quanto fatto anche quest'anno. Passione e gestione di un club? Fra Serie A e Serie B ci sono tantissimi presidenti contestati per vari motivi, forse questo è quello che dobbiamo sopportare. La passione è talmente grande che, dopo una serata come quella di ieri, c'è grande gratificazione. In 8 anni e 7 di presidenza il prossimo sarà il mio quinto anno in Serie A, credo sia un risultato importante per la città e per la società, attorno a cui abbiamo costruito un percorso che, tra le altre cose, ha portato a far debuttare diversi giocatori della Primavera in Prima squadra e che porterà a luglio all'inaugurazione della nuova sede di proprietà dell'Hellas Verona, che da tanti anni non aveva più una sua casa. Io farò sempre il massimo, con le mie forze, per fare in modo che questa città e questo popolo possano continuare a godere di palcoscenici importanti, con un pubblico e un clima che pochi stadi d'Italia possono permettersi. Brescia, Lecce e Verona. Il campionato di Serie A viene arricchito di queste tre città, ma spero che si possa portare avanti il sogno di rimanere in categoria. Purtroppo il divario economico con la massima serie è sempre più ampio, in un mercato orientato sempre più verso le big e questo ci penalizza. Oltre alle competenze e alle capacità anche qualche soldo in più può aiutare nella gestione di una società, questo anche per preservare la tradizione calcistica di città che hanno comunque reso il campionato italiano uno dei più importanti al mondo nel corso degli anni. Come costruirsi per il prossimo anno? Sono passate solo poche ore e devo ancora pensarci, ma la mia filosofia rimane legata a quella di un buon settore giovanile, in modo che tutto quello che stiamo facendo abbia un futuro e che si possa lavorare a medio e lungo termine. Noi siamo la società che negli ultimi due anni ha fatto più cambi di categoria fra A e B: questo non è un pregio, è un difetto, e accade quando hai le capacità per fare bene ma a volte non basta perché serve anche un po' di fortuna. Serie A 2019/20? Sarà complicata perché tante società si sono rinforzate e noi piccoli club dobbiamo lottare con tante idee, sapendo soffrire».
HELLAS VERONA FC - DICHIARAZIONI PRESIDENTE SETTI
03/GIUGNO/2019 - 12:30
«Scrivo queste poche righe per ringraziare tutti. Partendo dal popolo del Verona e di Verona, senza il quale questa rimonta incredibile non sarebbe mai, mai stata possibile. Ringrazio la squadra, lo staff, tutti i collaboratori e dipendenti, questa promozione pazzesca è anche per loro. Colgo anche l’occasione per dissociarmi dalle esternazioni di Emanuele Righi, che ha parlato unicamente a titolo personale. Quelle parole non rappresentano il mio pensiero, il mio pensiero è rivolto all'impresa compiuta ieri e soprattutto al futuro. Abbiamo scritto una pagina bellissima, ma davanti a noi ce ne sono ancora tante che attendono di solo di essere scritte, la prossima si chiama Serie A, da affrontare tutti insieme. Forza Hellas Verona!»
Maurizio Setti
FONTE: HellasVerona.it