RIFLESSIONE SU FATTACCI POST DERBY + - =
...Anche stavolta tocca purtroppo commentare episodi che col calcio (e con la sana voglia di supportare una qualunque squadra) nulla centrano: Mi riferisco alle denunce ai media locali fatte da parte della tifoseria clivense e della stessa 'squadra della Diga' a proposito del presunto imprigionamento dei supporters avversi al parcheggio del palazzetto e del bus del CEO allo stadio.
Sul primo pare ci siano pochi dubbi mentre sul secondo è intervenuta ufficialmente Radio Hellas che ha in maggior parte smontato il caso annunciando che in realtà alcuni tesserati clivensi hanno risposto ai giornalisti in sala stampa sino alle 21.35 e che di conseguenza, essendo terminata la gara intorno alle 19.45, risulta difficile il blocco degli stessi come risulta da alcune autorevoli voci per due ore dopo la gara...
Quella che invece è stata acclarata è l'aggressione da parte di alcuni delinquenti (che purtroppo si fregiano dei nostri colori) a dei ragazzini supporters del CHIEVO che attendevano i genitori: Da quanto è emerso i minorenni (ma il particolare è del tutto irrilevante) sarebbero stati avvicinati e presi a schiaffi da ignoti che portavano colori e tatuaggi col logo del VERONA.
Questo rattrista non poco la stragrande maggioranza dei tifosi scaligeri che, ancora una volta, verranno additati come violenti (e tutto il resto) ma, fatta la debita premessa, non può esistere in uno stato civile la pressochè totale impunità di certe azioni che, se commesse da persone identificate come tifosi nelle ore precedenti o successive una partita di calcio, sembrano assumere chissà perchè minore rilevanza penale...
Ancora una volta rimango della mia: In Italia (e Verona purtroppo non fa eccezione) nessuno è libero di godersi uno spettacolo calcistico senza il pericolo di incappare nelle ire (e solo in quelle quando va bene) dell'idiota di turno; sarà perchè la pena è in questi casi incerta ed insufficiente al contrario che in altri paesi più seri del nostro?
[Commenta qui sotto o sulla pagina Facebook di BONDOLA/=\SMARSA, condividi a piè di pagina, contenuti liberamente riproducibili salvo l'obbligo di citare la fonte: BondolaSmarsa.BlogSpot.com]
DICONO + - =
SARTORI diesse del CHIEVO «Senza dubbio Corini ci ha messo del suo con un 4-3-3 mai utilizzato in precedenza. Il nostro allenatore ha letto e interpretato bene la partita, indovinando anche le sostituzioni. Tuttavia direi che a vincere è stata tutta la squadra, la quale si è compattata giocando un derby con grande determinazione e cattiveria agonistica. Era troppo importante per noi vincere dopo una partenza avara di risultati nonostante una buona espressione di gioco. E' bello vincere la stracittadina col Verona al 92° e sinceramente, se l'avessi sognata prima, questa partita avrei voluto vederla così con il gol di Lazarevic alla fine» TuttoMercatoWeb.com
Emil HALLFREDSSON 'Sconfitta che brucia' «Questa sconfitta brucia. Abbiamo perso la concentrazione per un attimo ma in Serie A non ce se lo può permettere. Loro hanno una buona squadra e hanno giocato bene, invece per noi non era giornata e abbiamo giocato male e adesso pensiamo alla prossima. Abbiamo sbagliato troppi passaggi e mancata la cattiveria. Ora prepariamo la Fiorentina come vuole il mister ed essere concentrati. In nazionale ho giocato poco in questi spareggi ed oggi volevo dimostrare che sto bene ma oggi volevo fare anchio di più» TuttoMercatoWeb.com
Mister CORINI rivela un retroscena alla Gazzetta «Da disoccupato spiavo l'HELLAS: sono andato spesso da loro, è stato utile» TuttoMercatoWeb.com
ALTRE NEWS IN ALLEGATO + - =
SLITTA ANCORA IL RIENTRO DI MARIO GOMEZ? Contro il VERONA doveva essere in campo ma a quanto pare il fortissimo centravanti gigliato, infortunatosi ad inizio campionato, dovrà aspettare ancora dato che i medici della viola non ha ancora dato il via libera al suo pieno utilizzo nonostante il recupero...
MERCATO: Su BIANCHETTI il BORUSSIA DORTMUND! I tedeschi, con la difesa decimata dagli infortuni e (da sempre) un occhio al futuro, guardano con estremo interesse al difensore capitano dell'Under 21 azzurra in comproprietà tra HELLAS e INTER...
NUOVA AFFILIAZIONE PER L'HELLAS, lo SPILAMBERTO, società calcistica non professionistica del modenese, ha raggiunto un accordo che permetterà di organizzare incontri, dibattiti e dimostrazioni sul campo con gli allenatori delle giovanili gialloblù che verranno a Spilamberto, mentre i tecnici biancoverdi avranno la possibilità di andare a Verona per corsi di aggiornamento
IN BREVE A PIÉ PAGINA + - =
SERIE A: LUCI, capitano del LIVORNO, rivela 'Mio figlio soffre a causa di una rarissima malattia' e i tifosi si mobilitano...
MORTE MOROSINI chiesto il rinvio a giudizio per tre medici, l'accusa è quella di omicidio colposo
FORMULA 1: Sorpresa! A Interlagos vince ancora VETTEL ma con la sua RED BULL arriva secondo incorniciando una stagione record con 13 vittorie (9 consecutive) e l'ovvia conquista del titolo iridato...
RUGBY: Nel testmatch ITALIA-ARGENTINA gli azzurri sciupano lasciando la gloria agli avversari
RASSEGNA STAMPA + - =
Hellas - Chievo: ospiti chiusi nel parcheggio e un ragazzo finisce in ospedale
Il provvedimento cautelativo di chiudere i cancelli del parcheggio dell'area ospiti e di riaprirlo solo alle 21.22 ha fatto molto arrabboiare la tifoseria clivense, mentre un ragazzo di 17 anni è stato picchiato dal alcuni ultras
La Redazione 24 novembre 2013
Il provvedimento cautelativo di chiudere i cancelli del parcheggio dell'area ospiti, compresa l'uscita che porta verso via San Marco ha irritato molti tifosi clivensi (e anche qualcuno dell'Hellas), che non hanno gradito questa gestione dell'ordine pubblico. Solo alle 21.22 infatti il personale della Digos è venuto a dare il via libera a chi era rimasto forzatamente bloccato all'interno del parcheggio. Questa decisione infatti, che ha riguardato soprattutto i supporters dei "mussi", ha permesso ai più scatenati ultras veronesi di provocare e cercare il contatto con la tifoseria dei "cugini", chiusi in una sottospecie di gabbia.
È stato necessario quindi l'intervento di altri agenti e Carabinieri di rinforzo per cercare di tenere sotto controllo la situazione. Solo successivamente è stato possibile sgomberare l'area dello stadio e far uscire i tifosi del Chievo, mentre si alzavano i toni della protesta con qualcuno dei 'segregati' che minacciava una denuncia.
Meno bene è andata ad un tifoso del Chievo di 17 anni, malmenato e portato in ospedale dall'ambulanza che presta servizio di pronto soccorso fuori dallo stadio. Secondo i testimoni il ragazzino sarebbe stato buttato a terra e preso a calci. Sottoposto ad una serie di radiografie al polo Confortini, il giovane potrebbe avere il setto nasale fratturato. La scena è stata ripresa dalla scientifica e dalla Digos e verrà esamina nei prossimi giorni. Se gli aggressori dovessero essere individuati rischiano sia l'arresto che la denuncia in differita.
FONTE: VeronaSera.it
EDITORIALE – HELLAS VERONA, CHIEVO VERONA E IL POST DELLA DISCORDIA!
26 NOVEMBRE, 2013 ORAZIO VASTA
Se fosse una sceneggiatura da film sarebbe di certo quello interpretato da Brad Pitt ed Edward Norton, “Figth Club“, regia di David Fincher.
Ricordate la scena (forse la più famosa) in cui viene pronunciata questa frase? ”La prima regola del fight club è che non si parla del fight club. La seconda regola del fight club è che non si parla del fight club. Questa è la terza regola del fight club, quando qualcuno dice basta o non reagisce più, anche se sta solo facendo finta, il combattimento è finito“.
Leggere le polemiche pre e post derby di Verona mi ha fatto venire in mente questo celebre film e questa celebre frase.
Nei giorni precedenti alla sfida di sabato sera, gli sfottò tra le due tifoserie stavano pian piano uscendo fuori dalla strada del raziocino, e imboccando viuzze periferiche cariche di “odio” e di tensione. C’era la fazione della “Verona storica“, quella che si riconosce nell’Hellas, quella che identifica la formazione scudettata come l’unica realtà del panorama calcistico veronese. Di contro l’altra fazione, quella recente, quella che ha “rubato” colori e simboli alla prima squadra di Verona.
Battibecchi tra tifosi, goliardia, sano sfottò. Tutte cose che possono e devono esserci, che – sportivamente parlando – fanno sorridere una fazione, e irritare l’altra. La frase recitata nel film sopra citato sembra calzare a pennello per quei tifosi (sottolineo QUEI) dell’Hellas che non individuano nel Chievo una rivale cittadina, al punto che la sfida tra le due formazioni non può essere un derby.
Noi come voce dei tifosi abbiamo raccolto le due campane, dando lo stesso spazio ad entrambe le prospettive. Abbiamo un pezzo sul perché non è derby, o non può essere chiamato tale; e un pezzo sul perché, invece, deve essere considerato tale. Da noi il tifoso ha voce e continuerà ad averla sempre.
Mentre per qualcuno la “prima e la seconda regola del derby è non chiamarlo derby“, calza a pennello con il pre partita, la “terza” si sta consumando, anche attraverso il nostro portale ancora in questi giorni. “Il combattimento finisce quando non c’è più reazione“. Il Chievo ha vinto il SUO derby, come spesso successo in altri campi d’Italia, e altre piazze in campo e fuori l’esultanza esalta chi vince, mentre manda in bestia chi perde. Ed ecco iniziare il braccio di ferro mediatico, in cui chi è più forte vincerà.
Sul nostro portale al termine del match tra le due formazioni scaligere il nostro redattore del Chievo, regolarmente allo stadio, ha titolato – giustamente – “Chievo, Verona è tutta tua!“, finendo il pezzo con alcune dichiarazioni rivolte ad uno sparuto numero di tifosi (o pseudo tali) che avrebbero creato più di un problema a quelli clivensi. Argomento ripreso poi in un successivo pezzo, in cui vengono riportati alcuni momenti del post gara, che oltretutto vengono anche ripresi in altri organi di stampa (corriere del Veneto, gazzetta dello sport e altri portali di informazione calcistica). “Finiti i festeggiamenti tutti i tifosi del Chievo presenti in curva nord, si sono recati all’uscita del percorso a loro riservato, ben separato da un’alta rete da tutti i sostenitori avversari, per andare nel parcheggio del Palazzetto dello Sport così da recuperare le macchine e tornare a casa. Già nel percorso verso il parcheggio questi “tifosi” del Verona hanno cominciato a insultare in modo pesante la gente con offese e minacce di tutti i tipi e rivolte anche a donne, bambini e anziani. Poi, una volta raggiunto il parcheggio, la Polizia ha impedito l’uscita dei sostenitori clivensi per circa un’ora e mezza perchè quegli esaltati del Verona, intanto, si erano appostati intorno alle recinzioni lanciando sassi e sputando contro chiunque si avvicinava anche solo per cercare di calmarli.
E’ stata una scena vergognosa vedere gente del genere, per lo più ubriaca, uomini ma anche donne, alcuni di questi addirittura che avevano anche i figli per mano, spacciarsi come “tifosi” della propria squadra che venivano a vendicarsi della sconfittà. Tutto questo non ci sta, Verona non merita una pubblicità del genere. Un ragazzo di 17 anni è finito all’ospedale perchè a fine partita è stato preso a calci da un gruppo di esaltati: fortunatamente si è solo fratturato il naso“.
Una denuncia rivolta non a tutta la tifoseria, ma ad una parte, che ha deciso in questa maniera di ravvivare il proprio sabato sera. La frase “sconfitta della città intera” non è stata digerita dalla nostra tifosa dell’Hellas, che ha cercato di rispondere pubblicando un pezzo e raccogliendo fonti, ovviamente vicine alla società e alla tifoseria dell’Hellas.
Questo post una volta pubblicato ha creato l’ira di molti tifosi (soprattutto clivensi, e no) ma ha trovato ampi consensi negli ambienti gialloblu dell’Hellas. Ognuno ovviamente caldeggia per la propria squadra e propone le proprie idee.
Oggi, vorrei semplicemente ricostruire quello che è stato il pezzo della discordia immettendo quello che la nostra redattrice ha omesso, ovvero le fonti delle sue notizie.
Il programma radiofonico “La giornata” in onda su Radio Hellas (di parte?) ha parlato di lancio di oggetti nei confronti dell’ormai famoso pick up, e di questi presunti cori all’indirizzo del tecnico Mandorlini. Io che non ero presente allo stadio, leggo una notizia del genere, non posso far altro che credere che sia vera. Poi se ci si mette anche qualche commento preso qua e la su facebook da parte di chi afferma di essere stato presente allo stadio… (Ad onor del vero però bisogna affermare che il lancio dovrebbe essere stato presunto…). Tra i commenti chi grida allo scandalo e al becero giornalismo. Faziosa o meno la notizia è stata diffusa e ripresa da altri media. Non possiamo fare una colpa alla nostra TIFOSA se l’ha ripresa, facendola erroneamente passare come una cosa a cui ha assistito. Non è una giornalista, glielo si può perdonare.
Il pestaggio e la violenza sono sempre azioni deprecabili e da condannare. Ma ultimamente gli stadi sono pieni di invasati che trasformano lo stadio in qualcosa d’altro, ma questo è avvenuto sabato a Verona, e avviene in tutti i campi d’Italia (e non solo!). Fa parte della nostra (e non solo nostra!) sana cultura calcistica. Il riferimento al 17enne c’è ed è ovviamente condannato, ma se i toni fossero stati più duri sarebbe stato certamente meglio.
La rabbia ci può stare. La rabbia di chi ha perso una partita contro una rivale “scomoda” ma che non può essere considerata tale.
Se non era un derby, ma una delle tante partite “normali” di questo campionato, perché questo accanimento mediatico? Perché tanta rabbia prima e dopo la partita? Il Chievo ha “rubato” colori e simboli, ha poi vinto la partita al fotofinish, e i tifosi, una volta liberi di tornare alle proprie case hanno pensato bene di gioire come spesso accade in altre parti d’Italia. Il manifesto funebre, quante altre volte è stato usato. L’esultanza del calciatore clivense sotto la curva, un’offesa ai tifosi avversari, ma una goduria per gli altri. Un gesto non bello, ma quante altre esultanza polemiche ha registrato la storia del calcio?
Se non era un derby, perché tanta rabbia ancora oggi?
Sarà esagerato titolare “una vergogna e una sconfitta dell’intera città”, ma quando la violenza si trasforma in protagonista, e quando un numero esiguo di tifosi passa dalle parole ai fatti, aggredendo verbalmente e non solo i tifosi dell’altra squadra, quando un 17enne viene malmenato non esiste distinzione di tifo, non esiste giustificazione che regga. La sconfitta è ancora una volta del calcio.
Lo sfottò e l’”odio” sono elementi belli se sani, quando poi si trasformano in altro allora è meglio non tacere, non stigmatizzare e prendere le distanze.
Tra i tanti commenti arrivati al post della discordia, mi ha colpito quello scritto su facebook dall’utente Elisa Ace Rizzi, che ha riassunto l’emblema dallo sfottò sano, di seguito ne pubblico una parte: “Ma era un derby, cara signora.
Mandorlini non è stato nominato (problemi a distinguere le parole Mandorlini/Malesani?), ma anche lo fosse stato? Era un derby, cara signora.
Eravamo pieni di bastoni (mi han sequestrato l’accendino, ma mi han fatto entrare col bastone. Chi non l’aveva l’ha fregato ai nostri vecchi con difficoltà di deambulazione, tanto stan seduti tutto il tempo), e quando li abbiamo finiti abbiamo lanciato i bicchieri di plastica, devastando il pick-up promozionale del Verona. Intelligentemente parcheggiato sotto la curva ospiti. Ma era un derby, cara signora.
Hetemaj ha imitato Campedelli verso la curva sud? Stupido di un finlandese (che ne sanno loro di come funziona il calcio in Italia?! Che dopo i te ‘speta fora!), manco avessimo segnato all’ultimo minuto in una partita che (noi, sì, solo noi, certo, mica ho detto il contrario) aspettavamo da 11 anni. Ma era un derby, cara signora.
Quei manifesti da napoletani mettono tristezza a lei come a me…ma fatevi una risata, per Dio! Siamo ultimi in classifica e non esistiamo, chevvefrega?! E’ solo che la partita di sabato era un derby, cara signora.
Anzi, è un derby. Per noi.
Voi avete la Storia. Vero.
E voi stessi la lordate.
Che vergogna“.
Certe cose si possono dire anche con stile, senza bisogno di offendere nessuno. Molto democraticamente c’è chi ha espresso il suo pensiero (la nostra TIFOSA) e chi ha la possibilità di replicare liberamente. Suvvia, torniamo nei ranghi, facciamoci tutti una bella risata e andiamo avanti, continuando a dare spazi a tutti quanti. Perché noi siamo la voce dei tifosi.
HELLAS, LA VERGOGNA E’ DI CHI SCRIVE INESATTEZZE PER GETTARE FANGO
25 NOVEMBRE, 2013 LUISA VENTURINI
Riteniamo doveroso fare chiarezza su quanto avvenuto durante la partita Hellas – Chievo, perché alcuni aspetti ancora non sono emersi ed è giusto che vengano alla luce.
Il Chievo, si sa, ci teneva moltissimo a questa gara. E soffre quando lo si deride dicendo che non ha tifosi, e che quei pochi sono bimbetti, ragazzetti o magari gruppi di persone anziane, insomma tifosi “tristi” in veronese.
E così i suoi sostenitori per far vedere che anche loro sono grandi e maturi hanno provato a fare i “duri”: durante la gara sono stati incessanti gli insulti a Mandorlini. Inoltre sono piovuti oggetti e bastoni sul pick-up del Verona posteggiato sotto la Curva Nord del Chievo, e non solo al mezzo, anche al suo autista.
E per rincarare la dose segnaliamo il gesto irrispettoso e provocatorio di Hetemaj che dopo il gol clivense ha irriso la Curva Sud con il gesto che documentiamo nella foto di copertina, fatto che non sarà dimenticato facilmente.
Parliamo poi del dopo gara. Non capiamo cosa sia successo di così grave, addirittura da urlare alla “vergogna di una città intera”. Ci sono stati arresti? Ci sono state cariche della polizia? Malori? Gente accalcata che soffocava?
No, niente di tutto questo. C’è stata solo una decisione, che riteniamo corretta e la si adotta spesso in Italia, di far uscire le due tifoserie separatamente, e come sempre quella che deve aspettare è la tifoseria ospite. Forse quelli del Chievo non lo sapevano. Forse non sono ancora diventati grandi. Ma ripetiamo, stiamo parlando solo di insulti che sono volati e non ci stiamo a una nuova macchina del fango.
Ricordiamo che il Verona ha ancora un suo tifoso, Leo, all’ospedale. Ma per far capire quanto diverso sia l’atteggiamento delle due tifoserie cittadine, per questo episodio di gran lunga più grave, anziché gridare alla vergogna e piangersi addosso, i tifosi Hellas si sono dati da fare raccogliendo testimonianze per vederci chiaro su quanto accaduto. Perché purtroppo questi episodi possono capitare e bisogna esserne consapevoli.
L’unico gesto che va condannato è il pestaggio al ragazzino: già ieri abbiamo detto che la Digos sta visionando i filmati per fare luce sull’accaduto. E se emergeranno responsabilità le condanneremo fermamente. La buona notizia è che le condizioni del giovane sono meno gravi di quanto sembrasse, nessuna frattura, solo qualche botta.
E comunque, giusto per concludere in bellezza, vogliamo fare i complimenti al volantino funebre ideato dai tifosi che amano definirsi calmi, tranquilli e sportivi. Nemmeno avessero vinto lo scudetto…
CHIEVO, TIFOSI PRIGIONIERI NEL DOPO GARA, UNA VERGOGNA E UNA SCONFITTÀ PER L’INTERA CITTÀ!
25 NOVEMBRE, 2013 ANGELA BORRUTO
Una partita indimenticabile, storica: un derby quasi perfetto per il popolo clivense. Certo che a inizio match, subito dopo che l’assistente del signor Guida ha annullato il gol regolarissimo di Cesar, il dubbio che, per l’ennesima volta, il destino avesse in serbo uno scherzo per i gialloblu della diga, penso sia venuto in mente a tanti! Ma non importa, anzi, forse è stato meglio così perchè l’emozione di quel gol arrivato nei minuti di recupero ha cancellato tutti i brutti pensieri! Il Chievo ha vinto e la partita è terminata con i giocatori gialloblu che hanno abbracciato virtualmente i loro circa 2000 tifosi presenti allo stadio.
Quello che però a quanto pare non tutti sanno, vista la disinformazione di alcuni tra i maggiori media nazionali che o hanno minimizzato il problema o non ne hanno proprio parlato, è che la sfida tra Hellas e Chievo, purtroppo, non si è fermata al triplice fischio dell’arbitro. No, perchè fuori dallo stadio i tifosi clivensi erano attesi da alcuni “sostenitori” del Verona che, invece di andarsene a casa, hanno dato lezioni di anti-sportività.
Finiti i festeggiamenti tutti i tifosi del Chievo presenti in curva nord, si sono recati all’uscita del percorso a loro riservato, ben separato da un’alta rete da tutti i sostenitori avversari, per andare nel parcheggio del Palazzetto dello Sport così da recuperare le macchine e tornare a casa. Già nel percorso verso il parcheggio questi “tifosi” del Verona hanno cominciato a insultare in modo pesante la gente con offese e minacce di tutti i tipi e rivolte anche a donne, bambini e anziani. Poi, una volta raggiunto il parcheggio, la Polizia ha impedito l’uscita dei sostenitori clivensi per circa un’ora e mezza perchè quegli esaltati del Verona, intanto, si erano appostati intorno alle recinzioni lanciando sassi e sputando contro chiunque si avvicinava anche solo per cercare di calmarli.
E’ stata una scena vergognosa vedere gente del genere, per lo più ubriaca, uomini ma anche donne, alcuni di questi addirittura che avevano anche i figli per mano, spacciarsi come “tifosi” della propria squadra che venivano a vendicarsi della sconfittà. Tutto questo non ci sta, Verona non merita una pubblicità del genere. Un ragazzo di 17 anni è finito all’ospedale perchè a fine partita è stato preso a calci da un gruppo di esaltati: fortunatamente si è solo fratturato il naso.
Come mai la Polizia non ha fatto qualcosa in più per garantire la sicurezza del popolo del Chievo, sapendo benissimo che questa era una partita ad alto rischio? E poi perchè nessuno, oltre la stampa locale e qualche altro, ha parlato di quello che è successo fuori dal Bentegodi? La paura ha regnato sul post gara di noi tutti tifosi clivensi, prigionieri di gente che dovrebbe essere allontanata per sempre dal mondo del calcio!
CHIEVO, VERONA È TUTTA TUA!
23 NOVEMBRE, 2013 ANGELA BORRUTO
Una partita da favola quella di stasera per il mondo Chievo, una di quelle che sembrava si potesse realizzare solo nei sogni più belli. Quale tifoso medio non vorrebbe vincere un derby al ’92 per 1 a 0? Ecco i tifosi clivensi questa sera al Bentegodi hanno potuto assaporare la magia di quel momento nel preciso istante in cui Lazarevic ha buttato dentro la palla, esattamente a un minuto dalla fine del match. E’ stata una cosa da brividi e le emozioni che ti può regalare il calcio sono davvero infinite!
C’è chi urla, chi piange e chi si dispera accanto a te cercando di capire se tutto questo è successo realmente, insomma era una bolgia assurda! D’altronde solo chi ha vissuto da vicino le vicende di casa Chievo degli ultimi mesi può davvero capire perchè proprio questa vittoria rappresenta così tanto per tutti noi. Il Chievo non vinceva dal 21 settembre, alla squadra non ne andava bene una tra gol annullati, rigori non concessi, amnesie difensive e quant’altro: tutti sembravano alla deriva e il club veneto veniva già dato per spacciato. A pagare per tutti è stato il povero Sannino che nell’ultimo periodo probabilmente non aveva neanche più in mano la squadra e così la società ha deciso di richiamare Genio Corini.
Questa era la serata della verità in cui l’unico risultato che contava era la vittoria, a prescindere dal fatto che si dovesse giocare proprio il derby. Però adesso che è tutto finito la gioia è doppia perchè non solo sei riuscito a fare il pieno di punti, ma hai anche vinto lo scontro diretto contro i cugini del Verona! Una vittoria stra meritata, sudata fino all’ultimo respiro, con un Chievo assoluto padrone del match, spavaldo e sicuro di sè. Il Verona invece ha un pò deluso, sembrava impaurito e non si è reso molto pericoloso.
Caro Chievo, Verona, almeno per una notte, è tutta tua! Invece chi si deve fare un esame di coscienza sono alcuni cosidetti “tifosi” dell’Hellas, che il tifo non sanno proprio cosa sia e che si dovrebbero vergognare di quello che hanno fatto a fine gara! E le forze dell’ordine dove erano? Ma questa è un’altra storia di cui parleremo più avanti, adesso godiamoci questo momento.
CHIEVO, -2 AL DERBY MENTRE CONTINUANO GLI SFOTTÒ DEI TIFOSI DEL VERONA…
21 NOVEMBRE, 2013 ANGELA BORRUTO
Mancano solamente due giorni a uno degli eventi sportivi più attesi di Verona e dintorni! Il derby chiama e i tifosi rispondono: presente! Quelli del Verona non hanno aspettato molto a fare razia dei biglietti messi a loro disposizione mentre quelli del Chievo, con calma, si stanno attrezzando per il loro posto. Effettivamente dobbiamo dire che intorno a questa partita si è creata una strana situazione perchè inizialmente i biglietti per la curva che la società del Verona ha concesso agli ospiti, riguardavano solo il settore nord superiore e quindi in tanti hanno aspettato a comprarli anche perchè da quella zona dello stadio non è che si veda poi così bene! Oggi invece sul sito ufficiale del Chievo è uscito un comunicato in cui viene annunciato che da oggi sono in vendita anche i biglietti per il settore nord inferiore e che i possessori dei biglietti della nord superiore potranno comunque seguire la partita nel settore inferiore. Speriamo che questa bella notizia induca più gente ai botteghini!
Intanto gli sfottò tra le due tifoserie non mancano e come sempre sono i tifosi del Verona a distinguersi per l’originalità delle loro argomentazioni. Per prima cosa hanno voluto sottolineare come quello di sabato non sia un vero e proprio derby perchè per loro ha molta più importanza giocare una partita contro il Vicenza, storico rivale. Allora, giusto per rinfrescarmi la memoria, sono andata a leggere la definizione della parola derby sul mio dizionario e guarda un pò, ho trovato scritto che questo termine indica “una partita di calcio giocata tra due squadre della stessa città”. Per chi non lo sapesse, Chievo è un piccolo quartiere che fa parte a tutti gli effetti della città di Verona, è più esattamente una frazione. Non ci sono discorsi che reggano: quello di sabato è un derby al 100%, punto.
Ma andiamo avanti. Tutti sanno che in città è il Verona che la fa da padrona: la sua storia è nota a tutti quanti, la stra grande maggioranza dei cittadini veronesi tifa Hellas e davanti a questo non c’è da far altro che portare rispetto. Il Chievo invece è noto per non avere poi così tanti tifosi, ma la passione di questa gente non si deve discutere. Possiamo essere anche in quattro gatti ma non è colpa nostra se la città di Verona è piccola! Se vivessimo in una metropoli come Milano la musica sarebbe completamente diversa.
E poi ancora con questa storia che il Chievo ha “rubato” i simboli e i colori del Verona: ma basta! Il simbolo della scala così come i colori giallo e blu rappresentano da sempre l’intera CITTA’ di Verona e quindi non capisco cosa c’è di male se anche il Chievo li adotta! Non è che solo per il fatto che la società Hellas Verona è nata 26 anni prima di quella del Chievo allora ha l’esclusiva su tutto!
Sono sempre i soliti discorsi che circolano ormai da anni e sinceramente hanno anche un pò annoiato. Che lo vogliate o no il Chievo rimane una realtà che, come il Verona, ha fatto la storia del calcio italiano per cui invece di continuare a infangare questa società, siate orgogliosi di quello che rappresentano entrambe le realtà veronesi e vivetevi con entusiasmo questa stracittadina dopo ben 11 anni di attesa!
HELLAS – CHIEVO, NON CHIAMATELO DERBY
18 NOVEMBRE, 2013 LUISA VENTURINI
Ci siamo. Sabato andrà in scena il quinto derby italiano, arrivato dopo quelli di Roma, Milano, Torino e Genova. Tutte città più grandi di Verona, che non essendo una metropoli ma una città di medie dimensioni, deve essere orgogliosa di questo risultato, e di avere per un giorno i riflettori addosso di tutto il mondo calcistico. “Derby dell’Arena” lo definiscono i media. I media appunto, che magari a Verona ci sono stati solo per vedere il balcone di Giulietta, o forse nemmeno.
Resta comunque assodato che “derby” sarà, onore quindi alle due società che lottano in serie A: onore al Chievo che la serie A la calca da anni, e onore all’Hellas che sta facendo molto bene dopo troppi anni lontano dal palcoscenico che conta.
Ma per i tifosi dell’Hellas non è proprio così. Questo derby non lo sentono proprio, per loro il derby è con il Vicenza che anche se è un’altra città è vicina e la rivalità è da sempre stata molto accesa, rigurgita di antagonismo acceso, anche di botte date e prese.
Proviamo quindi ad analizzare le cause di questo stato di cose, e magari aiutiamoci confrontando questo derby con il derby italiano più sentito, ossia quello di Roma.
- Ragioni numeriche: lo stadio Olimpico di Roma quando va di scena un derby è uno spettacolo: pieno (anche se ultimamente il calo dovuto al calcio moderno si fa sentire anche là), le due curve sono ricche di sfottò e di striscioni che iniziano ancor prima della partita. Anche giorni prima. A Verona come sarà la situazione? Curva Sud Hellas piena, come per tutte le altre partite. Ci sono 16.129 abbonati che è sempre un bel vedere + spettatori paganti. Dall’altra parte invece stando alle ultime notizie raccolte il Chievo non avrà il pienone, anzi: non è dato sapere il numero di abbonati (la società non lo comunica mai) ma le presenze dovrebbero essere circa un migliaio. E allora per chi gli sfottò? Per i gradini vuoti? No, non c’è proprio gusto.
- Ragioni geografiche: la squadra della città è l’Hellas Verona, fondata presso il Liceo Maffei in centro a Verona. Chievo è un quartiere acquisito, fino a non molti anni fa era un paese a sè stante, prova ne è il cartello che ti accoglie quando arrivi: è stato poi conglobato dall’ingrandimento urbano come tante altre zone di Verona. In città la presenza clivense è davvero esigua, e bar e balconi espongono quasi sempre bandiere Hellas. Il predominio è netto e questo non suscita rivalità tra le due tifoserie.
- Ragioni di simboli, di storia, di tradizioni (il punto più importante): a Roma un romanista dice “il laziale sembra che abbia un pigiama”, mentre il laziale dice “a peperoni!” solo per citare un reciproco sfottò sui colori. Immaginiamo sul resto. A Verona? Nemmeno questo è possibile poiché il Chievo ha deciso di abbandonare i suoi storici colori bianco e azzurro per prendere il giallo e blu, da sempre colori Hellas. Così come altri simboli storicamente usati dall’Hellas. Lo stadio, quindi, anche se non sarà equamente occupato, presenterà due curve che sventoleranno al cielo gli stessi colori, gli stessi simboli (uno su tutti la scala) e se non fosse per la natura completamente opposta delle due tifoserie verrebbe da chiedersi chi è chi. Rubare l’identità all’Hellas è un’operazione che il Chievo ha fallito in maniera piuttosto triste. E’ forse questa l’unica ragione di antipatia tra le due fazioni veronesi, ma è davvero troppo poco… un derby è fatto di sfottò lunghi un anno!
- Ragioni tifose: da sempre il Chievo si è vantato di essere la squadra a misura di famiglia, con bambini, con gruppi di ogni tipo (amici, parrocchie, anziani…) che avevano finalmente la possibilità di andare allo stadio anche a vedere le grosse squadre in tutta sicurezza, mentre lasciava che la tifoseria Hellas venisse dipinta come la peggiore senza battere ciglio, anzi, sguazzandoci in questo gioco al massacro. Oppure si è vantato di portare a Verona il calcio che conta, e allora qualcuno diceva “dai andiamo a vedere il Chievo, non mi interessa molto ma così vedo la Juve”… Sono veri tifosi questi che senza pensarci due volte salgono sul carro dei vincitori? Può essere questa tifoseria una tifoseria contro cui accanirsi in un derby? Ovviamente no. Ci sarà sicuramente anche qualche tifoso clivense nel vero significato del termine, onore a loro, ma è veramente troppo poco.
Il Chievo anziché fare tesoro della propria storia, che è bellissima e della quale può andare fiero, ha cercato poco a poco di depredare l’identità all’Hellas, cavalcando anche il cattivo momento che ha attraversato la prima società di Verona. E ha avuto la presunzione di essere la squadra che rappresenta la città di Verona, cosa che non è mai stata, nemmeno quando l’Hellas è sprofondato il Lega Pro. Per ragioni di stile, numeriche, storiche. Quindi mettiamoci l’anima in pace. Questa sarà una bella vetrina per Verona, perché tecnicamente sì è un derby. Finalmente al Bentegodi si rivedranno tante facce più viste, e sarà una bella festa. Ma di derby, un derby come quello di Roma, c’è ben poco.
FONTE: MondoCalcio.info
RASSEGNA STAMPA
Fiorentina, Montella invoca Gomez ma il rientro è un rebus
25.11.2013 08.54 di Pietro Lazzerini
Fonte: La Nazione
Montella invoca il ritorno di Mario Gomez. Il tecnico sa benissimo che con il tedesco, la partita del Friuli probabilmente sarebbe finita in modo diverso, sopratutto per le tante occasioni sprecate nel corso del primo tempo. Il problema è che il rientro del Torero è un rebus, visto che è guarito ma che allo stesso tempo non ha ricevuto ancora il via libera a forzare rientrando in gruppo e provando a giocare con i compagni, contrasti compresi. La speranza iniziale era quella di vederlo in panchina contro i bianconeri ed in campo contro il Verona il prossimo lunedì, ma a questo punto il percorso slitta alla gara succeesiva, quando la viola andrà all'Olimpico per sfidare la Roma di Rudi Garcia. A riportarlo è La Nazione.
ALTRE NOTIZIE
Chievo, Sartori: "Bravo Corini, ma a vincere è stata tutta la squadra"
24.11.2013 16.31 di Marco Frattino
Ride il Chievo nel derby di Verona. La rete siglata a tempo scaduto da Lazarevic ha regalato a Eugenio Corini la prima gioia dal suo ritorno sulla panchina clivense, superando l'agguerrito Hellas di Mandorlini. Intercettato da Itasportpress.it, il responsabile area tecnica Giovanni Sartori ha commentato il successo maturato al Bentegodi: "Senza dubbio Corini ci ha messo del suo con un 4-3-3 mai utilizzato in precedenza. Il nostro allenatore ha letto e interpretato bene la partita, indovinando anche le sostituzioni. Tuttavia direi che a vincere è stata tutta la squadra, la quale si è compattata giocando un derby con grande determinazione e cattiveria agonistica. Era troppo importante per noi vincere dopo una partenza avara di risultati nonostante una buona espressione di gioco. E' bello vincere la stracittadina col Verona al 92° e sinceramente, se l'avessi sognata prima, questa partita avrei voluto vederla così con il gol di Lazarevic alla fine".
ALTRE NOTIZIE
Hellas Verona, Hallfredsson: "Il ko nel derby col Chievo brucia"
24.11.2013 10.55 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio
Al termine del match si ferma anche Emil Hallfredsson ai microfoni di TuttoHellasVerona.it, ecco le sue parole: "Questa sconfitta brucia. Abbiamo perso la concentrazione per un attimo ma in Serie A non ce se lo può permettere. Loro hanno una buona squadra e hanno giocato bene, invece per noi non era giornata e abbiamo giocato male e adesso pensiamo alla prossima. Abbiamo sbagliato troppi passaggi e mancata la cattiveria. Ora prepariamo la Fiorentina come vuole il mister ed essere concentrati. In nazionale ho giocato poco in questi spareggi ed oggi volevo dimostrare che sto bene ma oggi volevo fare anchio di più"
ALTRE NOTIZIE
Fiorentina, Gomez al lavoro per rientrare contro il Verona
24.11.2013 10.31 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio
Niente convocazione per Mario Gomez in vista della gara di oggi: nonostante il tanto ottimismo che si era respirato nel corso della settimana, la Fioretina ha preferito ancora non rischiare il bomber tedesco per farlo allenare ancora da solo al centro sportivo. Il tedesco, anziché mettersi in viaggio per Udine e sognare qualche minuto di calcio 'vero', rimarrà quindi a Firenze per allenarsi, lavorare e puntare a un rientro (comunque ancora morbido e da definire) contro il Verona, gara in programma lunedì 2 dicembre alle 19:00. A riportarlo, oggi, è La Nazione.
SERIE A
Chievo, Corini svela: "Spiavo l'Hellas da disoccupato. Mi è servito"
24.11.2013 09.42 di Marco Conterio Twitter: @marcoconterio
Buona la prima. Al ritorno sulla panchina del Chievo Verona, Eugenio Corini stende l'Hellas Verona in un derby che la piazza attendeva da undici anni. Ed il Genio, nel titolo de La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, svela. "Da disoccupato li spiavo: sono andato spesso da loro, è stato utile". Una vittoria dove, nell'Hellas, steccano Jorginho e Gomez, mentre il migliore in campo è Lazarevic, uomo derby, che entra ed al 92' decide la sfida.
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
30.11.2013
Assedio dopo il derby, inchiesta ad una svolta
E ora tocca all'individuazione dei tifosi che hanno rovinato la festa del derby tra l'Hellas e il Chievo. La Digos sta indagando per individuare gli ultrà gialloblù che hanno costretto i tifosi del Chievo a restare per tre ore dopo la partita nel parcheggio del palazzetto per evitare l'ira ancora una volta violenta della frangia più estrema del tifo dell'Hellas. Nel frattempo in questura, si respira aria di grande soddisfazione per i risultati conseguiti a tre mesi dagli scontri della prima partita di campionato. «Va evidenziata l'attività certosina e di altissima specializzazione fatta dalla Digos e dalla Polizia scientifica», ha detto il Questore di Verona, Vito Danilo Gagliardi, durante la conferenza stampa nella quale è stata illustrata l'operazione che ha portato all'identificazione di 24 ultras (15 milanisti e 9 dell'Hellas) protagonisti degli scontri al termine della partita Verona-Milan dello scorso 24 agosto.
«Un'indagine - ha spiegato Gagliardi - che ha permesso di accertare tutti gli elementi probatori per inchiodare tutte le persone nelle reponsabilità sia amministrative, con i Daspo che mi accingo a firmare, sia penali». «Questa attività - ha aggiunto - è stata avviata in seguito agli scontri ad inizio campionato, ma stiamo continuando a indagare sugli incidenti dopo il derby Verona-Chievo di sabato». Il questore Gagliardi ha spiegato che «si tratta di episodi di portata sicuramente diversa, ma altrettanto se non forse più gravi, per il comportamento aggressivo nei confronti di persone pacifiche e indifese che erano lì solo per assistere ad uno spettacolo sportivo». «Il principio dell'inflessibilità deve essere garantito» ha concluso Gagliardi.
25.11.2013
La rabbia vola in rete: «Poteva finire male. Tifosi quelli ? No... »
«Chi ci ha assediato, ha perso due volte: in campo e anche fuori Ma è ora che qualcuno intervenga per metterli in fuorigioco...»
L'appendice che nessuno avrebbe voluto vedere. Quella fuori dal Bentegodi nulla c'entrava col pallone.
Tanta gente, fra delusi e felici, ha lasciato lo stadio ripensando alla partita o semplicemente immaginando il proprio sabato sera in pizzeria o chissà dove. Qualche altro aveva, invece, programmi diversi.
Di quel che è successo dopo, con un gruppo tifosi del Chievo imprigionato nel parcheggio del PalaOlimpia, se ne sarebbe fatto volentieri a meno.
CONDANNA UNANIME. Su larena.it i commenti di condanna piovono copiosi. Condanne piovono sul web. Tante.
“Giuly54” non va troppo per il sottile: «I soliti idioti! L'ignoranza non ha fine. Protestate e scendete in piazza per le cose importanti, il lavoro, le tasse, ma per una partita di calcio siete idioti».
“Braghe” allarga il campo: «I violenti, di qualunque colore si dipingano la faccia facendosi passare per tifosi, solo solo la feccia che andrebbe espulsa dalla società. Una bella crociera di sola andata per la Groenlandia o il Polo Sud e via».
Anche “f_venturini” esce dai confini calcistici, guarda oltre: «E come sempre succede, queste persone la faranno franca! Viviamo in un Paese dove tutto va al contrario, non c'è da stupirsi se ci troviamo in questa situazione. Ricorrere alla violenza per una partita di calcio, cose da pazzi».
IL PRETESTO. Dà una versione tutta sua “Martini.family”: «Probabilmente se i tifosi del Chievo fossero stati trattati dalle forze dell'ordine come il resto dei tifosi presenti allo stadio e non come una tifoseria violenta di un'altra città», scrive, «non sarebbe successo niente. Sarebbero arrivati a casa tranquillamente. Certo i tifosi, o meglio gli imbecilli e violenti, hanno sbagliato, ma mi sembra si sia quasi voluto creargli un pretesto».
Drastico “Sat6419”: «Già almeno da un ventennio il calcio è sinonimo di violenza e ignoranza. Inoltre, con gli stipendi che percepiscono i calciatori è uno schiaffo morale a tutti i lavoratori. Ma con tutta questa crisi c'è ancora qualcuno che ha soldi da spendere per il biglietto e l'abbonamento?». La soluzione? Quella decantata da anni, rilanciata anche dai commenti dei lettori del portale de L'Arena: «La prevenzione, non c'è altro rimedio». “Paterno” rimane più o meno in tema: «Tanti problemi si risolverebbero se ci fosse l'obbligo di avere un tasso alcolemico nei limiti di guida anche per entrare allo stadio».
Arrabbiato “Marco957”: «Cosa volete che sia, un ragazzo di 17 anni in ospedale è una cosa normale. E quando arriverà il Napoli cosa succederà?».
Netto Fabio: «Questa è gente che dovrebbe stare in galera», attacca, «invece di poter andare allo stadio».
VIGLIACCHERIA. I pensieri filano via uno dietro l'altro, a tutte le ore. Da sabato fino a ieri sera. Senza pause. Scrive “Morigerato”: «Come al solito atti di vigliaccheria contro gente inerme che aveva voglia di godersi una bella partita, da parte di chi se li prendi da una parte, uno alla volta, sono sicuro che tremerebbero come agnellini». “Sterox” usa l'ironia: «Complimenti a quei signori dell'Hellas, una tifoseria di galantuomini forti con i deboli. Bravi». E ancora: «Nessuno può andare allo stadio imponendo paure sugli altri».
Rassegnato Massimo: «Alcuni personaggi sono senza speranza», commenta.
Tagliente “Roosvelt31”, anche se mette tutti nel calderone, senza dividere teppisti dai tanti sostenitori assolutamente normali che non avranno mai nulla di che spartire con chi ha provocato i disordini davanti al PalaOlimpia: «No dai, non scrivete così. Sennò poi dicono che i tifosi dell'Hellas sono cattivi. Invece sono tanto dei bravi ragazzi che lasciano alla tifoseria opposta la libertà di sostenere la propria squadra». Chiude “Eldocente”: «Ci vuole chiarezza e non omertà nel denunciare questi facinorosi e violenti. Questi meritano il Daspo».
Alessandro De Pietro
24.11.2013
I tifosi del Ceo a lungo bloccati «Abbiamo avuto paura»
«C'erano anche bambini e anziani che si sono sentiti male, è stata una brutta esperienza; noi non siamo abituati a situazioni così»
Era cominciata con lo striscione appeso fuori dallo stadio Bentegodi, la scritta «Copiate simboli e colori per conquistare nuovi tifosi». Ed è finita con un gruppo di tifosi clivensi imprigionati nel parcheggio del palazzetto dello sport, dagli ultrà avversari che si sono parati davanti ai cancelli decisi a non farli uscire.
Per oltre tre ore la polizia è stata costretta a restare sul posto per evitare che la tifoseria del Verona entrasse in contatto con quella del Chievo. E tutte le forze dell'ordine sono state concentrate da quella parte, dietro la curva Nord per evitare il peggio. Ma in un caso si è passati dai soliti cori e sfottò anche alle mani.
Un ragazzo, 17 anni, tifoso del Chievo è stato malmenato e portato in ospedale dall'ambulanza che presta servizio di pronto soccorso fisso fuori dallo stadio. Secondo il racconto dei testimoni il ragazzino sarebbe stato buttato a terra e preso a calci. Il giovane è stato sottoposto ad una serie di radiografie al polo Confortini, potrebbe avere il setto nasale fratturato. Le scene sono state riprese dalla scientifica e dalla Digos e verranno esaminate nei prossimi giorni. In questi casi sono previsti sia l'arresto che la denuncia in differita, nel caso venissero individuati gli aggressori.
Un tifoso del Chievo racconta: «Sono uscito non appena è terminata la partita, con il mio gruppo c'erano anche dei bambini. C'erano una decina di ultrà del Verona che ci hanno urlato dietro, hanno tentato di scavalcare la recinzione del palazzetto. Io con l'auto sono riuscito a scappare prima che chiudessero un cancello posteriore al palazzetto. Arrivato nel mio quartiere, il Chievo, ho tirato fuori la bandiera dal finestrino. Sono stato affiancato da un cinquantenne che mi ha urlato dietro, poi l'uomo mi si è parato davanti rallentandomi il percorso. Ho avuto paura», continua il racconto del giovane, «non sapevo che fare così quando sono arrivato davanti a casa mia, anzichè entrare nel garage sono tirato dritto, per depistare l'inseguitore. A un certo punto, dopo averlo distanziato un pochino ho preso una traversa e sono scappato via. Quando sono stato sicuro di non essere seguito ho fatto rientro a casa. È stata un'esperienza tremenda. Noi del Chievo non siamo abituati a questo genere di tifo. Quando siamo usciti dallo stadio con noi c'erano anche anziani che si sono agitati e sentiti male vedendo l'atteggiamento violento di quei tipi». La polizia prima ha fatto uscire dal parcheggio del palazzetto i tifosi in auto e poi quelli a piedi. Scortandoli fino a dove è stato possibile per permettere loro di allontanarsi in sicurezza.
Alessandra Vaccari
FONTE: LArena.it
Peschiera: programma degli allenamenti
Postata il 25/11/2013 alle ore 13:00
PESCHIERA DEL GARDA - La ripresa degli allenamenti per i gialloblù è fissata per martedì 26 novembre, alle ore 15, presso lo Sporting Center "Il Paradiso" di Peschiera. La squadra, dopo le due giornate di riposo concesse, si ritroverà agli ordini dell'allenatore Andrea Mandorlini in vista della sfida contro la Fiorentina, in programma lunedì 2 dicembre (ore 19).
IL PROGRAMMA
Martedì: seduta pomeridiana (ore 15)
Mercoledì: seduta mattutina (ore 10.30)
Giovedì: seduta pomeridiana (ore 15)
Venerdì: seduta pomeridiana (ore 15)
Sabato: seduta pomeridiana (ore 15)
Domenica: seduta pomeridiana (ore 14.30)
Lunedì: Fiorentina-Hellas Verona (ore 19)
Ufficio Stampa
FONTE: HellasVerona.it
[OFFTOPIC] + - =
SERIE A: LUCI, capitano del LIVORNO, rivela 'Mio figlio soffre a causa di una rarissima malattia' e i tifosi si mobilitano...
MORTE MOROSINI chiesto il rinvio a giudizio per tre medici, l'accusa è quella di omicidio colposo
FORMULA 1: Sorpresa! A Interlagos vince ancora VETTEL ma con la sua RED BULL arriva secondo incorniciando una stagione record con 13 vittorie (9 consecutive) e l'ovvia conquista del titolo iridato...
RUGBY: Nel testmatch ITALIA-ARGENTINA gli azzurri sciupano lasciando la gloria agli avversari
LUCI RINGRAZIA LIVORNO: "HO SENTITO L'AFFETTO".
STRISCIONI E APPLAUSI, CONTE: "SIAMO TUTTI PAPÀ"
Domenica 24 Novembre 2013
LIVORNO - Il capitano del Livorno Andrea Luci ha voluto ringraziare tutta la città ai microfoni di Sky, per l'affetto ricevuto dopo aver reso pubblica la grave malattia del figlio di sei anni (Fibrodisplasia Ossificante Progressiva). «Voglio ringraziare tutta la città di Livorno che mi è vicina da quando ho divulgato la notizia della malattia di mio figlio»
LA RICERCA «Spero che questo aiuto - ha aggiunto - porti a trovare un farmaco per questa malattia». Luci ha poi parlato della partita con la Juventus: «Quando scendi in campo isoli i problemi - ha detto - io oggi ho pensato solo a vincere partita. Non ci siamo riusciti ma ci abbiamo provato. Se continuiamo a giocare così possiamo arrivare alla salvezza».
CONTE »Siamo vicini ad Andrea Luci: l'ho abbracciato prima della partita, siamo tutti dei papà«. Sono le parole di Antonio Conte per il capitano del Livorno, che in settimana aveva rivelato la rara malattia della quale è affetto il figlio. »In diverse occasioni - ha aggiunto il tecnico della Juve, a Sky - ho provato a portare Luci nelle mie squadre, perchè è un giocatore prezioso. In questo momento gli siamo tutti vicini«.
STRISCIONI Cartelli affissi ai cancelli d'ingresso allo stadio 'Picchì di Livorno per invitare gli spettatori ad aderire alla raccolta fondi in favore dell'associazione Fop Italia che sostiene la ricerca scientifica per trovare cure efficaci contro la fibridisplasia ossificante progressiva, rarissima malattia genetica che colpisce un bambino ogni due milioni. Tra questi anche il figlio del capitano del Livorno Andrea Luci che insieme alla moglie ha deciso di rendere pubblico il suo dramma alla vigilia del match contro la Juventus proprio per sfruttare l'attenzione mediatica sull'evento e far conoscere a più persone possibili l'impegno di Fop Italia. Il figlio di Luci, ha appena sei anni e la malattia gli è stata diagnosticata con certezza recentemente durante una visita specialistica al 'Gaslini' di Genova
MOROSINI, CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER
TRE MEDICI: ACCUSA DI OMICIDIO COLPOSO
Lunedì 25 Novembre 2013
PESCARA - Per la morte di Piermario Morosini, il pm di Pescara Valentina D'Agostino ha chiesto il rinvio a giudizio per il medico sociale del Livorno Manlio Porcellini, per quello del Pescara Ernesto Sabatini, e per il medico del 118 in servizio quel giorno allo stadio, Vito Molfese.
L'udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Pescara, Gianluca De Ninis, riguardante la morte del giocatore Piermario Morosini del Livorno, avvenuta il 14 aprile 2012 allo stadio 'Adriaticò è stata fissata al prossimo 20 febbraio. La tragedia avvenne durante l'incontro di calcio Pescara-Livorno quando Morosini si accasciò a terra per un malore.
FONTE: Leggo.it
24.11.2013
L' Italia sciupa, festeggia l'Argentina
ROMA
Il derby latino del rugby tra Italia e Argentina va ai Pumas che all'Olimpico di Roma si impongono 19-14. Che sia la palla da calcio o quella ovale, alla nazionale albiceleste porta bene Papa Francesco, che venerdì aveva ricevuto in udienza le due delegazioni. E come era già accaduto ad agosto alla nazionale di Prandelli anche quella di Brunel, sul campo pesante dell'impianto capitolino, cede il passo ai giocatori connazionali di Bergoglio che ritrovano il successo dopo otto sconfitte di fila. L'Italia, invece, incassa il secondo ko nel terzo e ultimo Cariparma test match, spostando quindi in negativo il bilancio di un novembre caratterizzato dalla sconfitta con l'Australia e la vittoria con le Fiji.
Contro i Pumas la linea verde scelta dal ct francese, con il debutto di titolare di Allan in regia (solo 3 piazzati realizzati su 8) e con il centro Campagnaro (nonostante la meta) non convince totalmente.
Ma Brunel difende il numero 10: «Era una partita difficile in contesto difficile, ha avuto un po' di imprecisione nella sua gestione e fatto delle belle cose. Poteva alternare un pò di più ma deve imparare. Pensiamo abbia qualità ed è la prima ragione per cui l'abbiamo preso, la seconda è perchè non abbiamo tantissime possibilità in questo ruolo. Dobbiamo aiutarlo a crescere».
Eppure è proprio il giocatore del Perpignan a realizzare al 5', su calcio piazzato, i suoi primi punti da titolare e, complessivamente, del match. Al 18' è ancora il 20enne azzurro a realizzare il 6-0. Poi al 21' ci provano i Pumas a graffiare: Imhoff sfonda sulla sinistra e e va in meta e Sanchez trasforma il 6-7. La reazione azzurra è immediata e Allan realizza da distanza ravvicinata il piazzato del controsorpasso.
Ma la gara, condizionata pure dalla pioggia, non decolla.
Sale invece il XV argentino che con un piazzato di Sanchez va sul 9-10 su cui si chiude il tempo. Al rientro dagli spogliatoi è infallibile Sanchez che va per i pali e fa 9-13.
E, con l'Argentina in 10 per il giallo rimediato da Ayerza, è l'intervento della moviola ad assegnare a Campagnaro la meta del 14-13, al 22' della ripresa. Ma il vantaggio resiste 6' perchè Sanchez realizza prima il piazzato del 14-16 e poi il drop che permette ai Pumas di andare sul definitivo 14-19. In vista del Sei Nazioni servirà rivedere qualcosa.
25.11.2013
Vettel da record Corsa al trionfo anche in Brasile
Il campione del mondo archivia una stagione di grandi successi Webber chiude secondo e saluta Ferrari sul podio con Alonso
Nove successi di fila e tredici complessivi in tutta la stagione. Dopo aver già battuto Michael Schumacher per il numero di vittorie consecutive, Sebastian Vettel lo eguaglia nel computo dei primi posti in un solo campionato, grazie all'ennesimo trionfo nel Gran Premio del Brasile. Il campione del mondo chiude così un 2013 da record per lui e la Red Bull che a Interlagos firma un'altra doppietta con il secondo posto di Mark Webber, alla sua ultima fatica in Formula Uno. Lotta come un leone fino alla bandiera a scacchi Fernando Alonso, che torna sul podio ma non riesce, anche a causa di un discusso drive through al compagno Felipe Massa, a dare alla Ferrari il posto d'onore sperato nel Mondiale Costruttori. Sono solo sei i punti che separano la Rossa dalla Mercedes, a cui basta il quinto posto di Nico Rosberg e il nono di Lewis Hamilton per ritagliarsi una soddisfazione che fa morale e riempie il portafoglio.
Dopo due giorni di pioggia incessante, il Gran Premio del Brasile parte con pista asciutta: subito forti emozioni al semaforo verde con le Mercedes protagoniste. Rosberg riesce a sorprendere il campione del mondo della Red Bull che partiva dalla pole prendendosi la testa della gara nelle curve iniziali prima di dover ricedere a Vettel la leadership in breve. Bene anche l'altra Stella d'argento di Hamilton che passa la Ferrari di Alonso prendendosi la terza posizione. Già dai primi giri la Red Bull del solito Vettel prende il largo, mentre l'altra monoposto del team austriaco guidata da Mark Webber (alla sua ultima gara in Formula 1) punta il secondo posto di Alonso e lo conquista al tredicesimo giro sfruttando tutto lo strapotere della sua RB9. Si va avanti così fino alla doccia fredda per Massa che, al trentaduesimo giro, viene penalizzato con un drive through per aver toccato la linea bianca della corsia d'uscita dei box.
Il brasiliano cede così il quarto posto a Hamilton e si ritrova in ottava posizione (chiuderà settimo). Arrivano, intanto, le prime gocce di pioggia ed Hamilton rischia grosso andando in collisione con la Williams di Valterri Bottas: l'inglese, che verrà penalizzato con un drive through (per la sua manovra pericolosa) danneggia il pneumatico posteriore destro ed è costretto a ricorrere ai box mentre il pilota finlandese finisce fuori pista su tre ruote e sarà costretto al ritiro. È l'ora del secondo pit-stop con la Red Bull che combina un pasticcio perdendo tempo prezioso nel cambio gomme a Vettel, imprevisto che a sua volta ostacola il compagno Webber.
Se ne avvantaggia Alonso che arriva vicinissimo al duo di testa, ma il temuto acquazzone non arriva e la gara finisce senza altre sorprese. La Red Bull festeggia la sua stagione da record e la Mercedes il suo secondo posto nel Mondiale costruttori, mentre la Ferrari recrimina per Massa e pensa alla stagione che verrà.
25.11.2013
«Con questa ultima gara è stata chiusa un'epoca»
«Non avendo effettuato alcun run con le gomme slick nei giorni scorsi, a causa della pioggia, è stato difficile per i team elaborare le strategie. Inoltre, poichè la pista non era gommata, è stato complicato anche prevedere il livello di usura e di degrado. L'unica certezza per le squadre era che, in caso di gara asciutta, com'è stato, avrebbero dovuto usare entrambe le mescole. Le condizioni meteo sono rimaste incerte per tutta la gara, e ogni team ha interpretato in modo diverso le previsioni».
A dirlo il direttore Motorsport Pirelli, Paul Hembery, dopo il Gp di Brasile, l'ultimo di una stagione dominata da Sebastian Vettel.
«Questa gara ha segnato la fine di un'era; dal prossimo anno sia le monoposto sia le gomme cambieranno completamente» aggiunge Hembery. «Congratulazioni a Sebastian Vettel e alla Red Bull per una stagione da record, e buona fortuna a Mark Webber, che conclude la sua illustre carriera in Formula Uno qui in Brasile». Quella di Interlagos rappresenta per Vettel la tredicesima vittoria in stagione, la nona consecutiva. Il pilota tedesco, partito dalla pole, ha ripreso la testa della gara al secondo giro, andando a vincere con una strategia a due soste: ha effettuato due di stint con i P Zero White medium e poi ha montato i P Zero Orange hard per finire la gara.
Il suo compagno di squadra, Mark Webber, ha adottato la stessa strategia, finendo il suo ultimo Gran premio in Formula Uno prima di dedicarsi alle gare endurance, sul secondo gradino del podio. Fernando Alonso, Ferrari, ha concluso la gara al terzo posto, utilizzando una strategia a due soste diversa: lo spagnolo ha montato le gomme dure per il suo stint intermedio. L'unico pilota ad aver vinto nove gare consecutive prima d'ora era stato Alberto Ascari nel 1950, anche se a cavallo tra due stagioni, sempre utilizzando gomme Pirelli. La difficoltà più grande per i team e i piloti è stata quella di non aver mai provato, a causa della pioggia, le gomme medie e dure nel corso delle prove e delle qualifiche di venerdì e sabato.
FONTE: LArena.it