ATTENZIONE! ATTENZIONE! Finali playoff in diretta su Rai Sport 1 (VERONA-PESCARA) e Rai Sport 2 (CREMONESE-VARESE)... Che ci si possa fidare? Riusciranno i nostri eroi del digitale terrestre RAI, una volta tanto, a mantener fede ai comunicati ufficiali emessi dalla Lega Pro (http://www.lega-calcio-serie-c.it/images/stories/pdf_comunicati/0910-183div.pdf)? Scansando di botto imprevisti, ritardi, cambi d'orario e quant'altro? Beh... Prima o poi, non foss'altro che per la legge dei grandi numeri, sono destinati a riuscire nell'impresa! E forse (udite udite) sarà proprio questa (hai visto mai)!
LE REGOLE DELLA FINALE: A conclusione delle due gare, in caso di parità di punteggio, dopo la gara di ritorno, per determinare la squadra vincente si tiene conto della differenza reti; verificandosi ulteriore parità verranno disputati due tempi supplementari di quindici minuti ciascuno. Nel caso permanga parità dopo i tempi supplementari, verrà considerata vincente la squadra in migliore posizione di classifica al termine del Campionato.
La squadra vincente si intende classificata al secondo posto del girone ed acquisisce, conseguentemente, il titolo sportivo per richiedere l’ammissione al Campionato di Serie B. (Lega-Calcio-Serie-C.it: http://www.lega-calcio-serie-c.it/images/stories/pdf_comunicati/0910-184div.pdf)
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LA TOCCANTE LETTERA DI CESARE AI TIFOSI VIOLA: Com'è nello stile e nella classe innata di PRANDELLI, grande tecnico e grande uomo, di seguito la lettera di addio che il prossimo cittì degli azzurri scrive ai tifosi della FIORENTINA: «A chi mi incontra per strada e mi chiama 'Cesare'; a chi ha preso la pioggia, il sole, il vento al Franchi; a chi ha fatto le vacanze a Folgaria, a Castelrotto e a Cortina; a chi ha pianto per un rigore sbagliato o per la gioia di Anfield; a chi ha creduto come me e si è emozionato per una solitaria bandiera viola ad una finestra; a chi ha pensato che, nonostante sbagliassi qualche cambio, ero comunque una persona per bene; a chi ha saputo capire ed apprezzare il significato del silenzio; a chi ha fatto centinaia di chilometri per dire 'io c'erò, quelli di Verona, di Torino e che hanno pianto di gioia con noi; a quelli che ci aspettavano all'aeroporto la notte per cantare 'forza viola'; a chi urlava 'falli correre' e a chi ha corso; a chi mi diceva, toccandomi ogni volta l'anima, 'Grande Mister, uno di noi' oppure 'quando parlo con te e' come se parlassi con un parenté, fratello, zio cugino, padre non fa differenza. A tutti, a Firenze con la sua eleganza un po' malinconica, la sua diffidenza e la sua generosità, devo dire solo due cose: grazie e vi porterò sempre nel mio cuore. Cesare» (TuttoMercatoWeb.com)
[DICONO]
VAVASSORI 'guarda in casa sua': «Non m’importa contro chi giochiamo, io guardo soprattutto in casa mia. Questa è una buona squadra - ha spiegato il tecnico -, ma deve essere più convinta a livello psicologico. Dobbiamo smetterla di farci condizionare dal nervosismo e dal nostro pubblico. Se lo facciamo, non dobbiamo avere paura di nessuno». Il Verona è apparso in ripresa. I crampi, sintomo di fatica e di muscoli intossicati, sono quasi scomparse. «Stiamo come le altre squadre in questo periodo, abbiamo giocato alla pari del Rimini, non mi pare di aver visto gente volare e gente che camminava» (Leggo.it)
DOMINISSINI mister della REGGIANA vede equilibrata la finale playoff del Girone B tra HELLAS e PESCARA: «Hanno il 50% di probabilità ciascuna, il Pescara sta meglio dal punto di vista fisico, ma il Verona ha giocatori che possono risolvere la partita. Si deciderà a Verona domenica prossima. A seconda del risultato di domenica si saprà che salirà» (TGGialloblu.it)
PREBEN LARSEN ELKJAER attaccante di sfondamento del VERONA Campione d'Italia ammette di aver avuto la possibilità di lasciare Verona ma... «No, non potevo, non me la sentivo, ero troppo legato a Verona. Ho detto di no a chi me l'ha chiesto. Ho detto di no anche a Bagnoli che voleva portarmi al Genoa con lui. Non potevo fare questo ai veronesi». Elkjer ricorda anche le litigate celebri avute in campo. «Pensa, una volta a Torino contro la Juve mi sono perso il gol di Di Gennaro perché ero troppo impegnato a litigare con Brio. Abbiamo smesso quando la palla è finita in rete ed è arrivato il boato dagli spalti. Un altro che mi rendeva la vita difficile era Vierchowod. Oddio, non proprio difficile. Ma lui ci provava sempre» (LArena.it)
'SuperMike' COSSATO autore del gol salvezza contro la REGGINA indica la sua ricetta playoff: In 180 minuti deve dare tutto. La condizione fisica non c'entra nulla. C'entra solo la grinta, la determinazione, il cuore. Vavassori? L'ho avuto a Bergamo: è un grande motivatore» (TGGialloBlu.it)
DE CECCO, patròn del PESCARA è molto fiducioso sulla doppia sfida che vale la B «Noi siamo forti e andremo a Verona per provare a vincere. Vedo negli occhi dei giocatori tantissima motivazione. E poi la condizione è strepitosa: possiamo farcela» (Leggo.it)
HANS PETER BRIEGEL, indimenticato 'panzer' della mediana gialloblù-tricolore, racconta un aneddoto su GARELLA: «Arrivo in ritiro, entro negli spogliatoi e vedo un tipo, piuttosto corpulento, seduto su una panca. Sarà il massaggiatore, penso. E invece era Garella! Pensate un po'... Che poi è riuscito a perdere 7, 8 chili in un mese, incredibile... Ci credo, si allenava con la pancera, i maglioni e i sacchetti di plastica attorno alla pancia. Resta uno dei più grandi portieri che abbia mai visto giocare. Parava tutto. E quando respingeva la palla la mandava lontanissima. Era impossibile per l'attaccante ribatterla in rete... Mi viene in mente la partita di Roma: avremmo meritato di perderla 10 a 0... Ma in porta c'era lui» (LArena.it)
[ALTRE NEWS]
GLI ANNI PASSANO MA LA CLASSE È QUELLA DI SEMPRE! In una bella serata di festa contro la Nazionale Attori i gialloblù '84-'85 vincono 4 a 1 con gol di DI GENNARO, SACCHETTI, DONÀ e GALDERISI... Ricavati 68.000 € che verranno utilizzati per opere di solidarietà (HellasVerona.it)
PROBLEMI PER LA MEDIANA GIALLOBLÙ IN VISTA DI GARA 3: Si stanno infatti allenando a parte sia ESPOSITO che DALLA BONA e, sopratutto per il secondo, i problemi non sembrano lievi purtroppo...
[IN BREVE]
LIGA SPAGNOLA: MOURINHO presentato ufficialmente alla stampa come nuovo tecnico del REAL MADRID.
CALCIO VENETO: Un giocatore, emulo di ZIDANE contro MATERAZZI nella finale che poi ci vide Campioni del Mondo contro i transalpini, commennte lo stesso gesto ma... COntro l'arbitro!
FORMULA 1: Il dietro le quinte RED BULL che ad Istanbul ha regalato la vittoria finale alla MC LAREN...
CICLISMO: NIBALI chiude in bellezza il Giro scalzando SCARPONI dal terzo posto. BASSO l'incontentabile! Dopo aver conquistato il Giro ora vuole anche il Tour... Giro sottotono per CUNEGO che però in Arena è stato accolto come una star!
FORMULA INDI: Impressionante schianto di Mike CONWAY nella tradizionale Indianapolis 500.
TENNIS: 'Impresa' SCHIAVONE al Roland Garros! La 29enne tennista azzurra batte la numero 3 e approda in semifinale! Poi la DEMENTIEVA si ritira dopo un set e, per la prima volta nel tennis nazionale, una donna è ad una finale del Grande Slam; si gioca Sabato e la SCHIAVONE, vada come vada, è già numero 7 al mondo!
CLASSIFICA IFFHS: BAR&CCedil;A e INTER prime a pari merito...
I MONDIALI? Al cinema e in 3 dimensioni! Nel frattempo BUFFON si scaglia sul pallone ufficiale: 'È indecente!'
VITA DA EX: TROGLIO nuovo tecnico dell'ARGENTINOS JUNIORS! La lettera di Cesare PRANDELLI ai tifosi viola...
CALCIO BRASIL: Dopo un calcio in testa (del compagno di squadra) sviene, paura per uno sfortunato calciatore
GIOCO PRONOSTICI:
6 punti a
MARTINO,
MISTER LOYAL lascia fare e 'MARTIN JAPONICO' conquista (meritatamente) il titolo di Campione del Gioco Pronostici B/=\S 2009-2010: Complimenti anche per i 10 punti di distacco da
BRUNI, buon secondo col classico colpo di reni finale. Sul gradino più basso del podio
MISTER LOYAL e
POSE a pari merito... Maglia nera a
LUCKY.
Ammonizioni per: Bridget, Lucky e Mister Loyal
Espulsione per: Ale90HVr
Per ciò che concerne i record mi consolo: io vinco il titolo per il maggior numero di Campione di giornata: 8! Ma anche quello come Sfigadòn de la stagiòn (ancora con 8), per il resto:
Punteggio massimo in una giocata: Ale90hvr, Bruni (11)
Max. numero di risultati azzeccati: Bruni (5)
Max. numero di pronostici azzeccati: Ale90HVr (8)
Punteggio minimo in una giocata: Barnaba, Bruni, Federico Montresor, Martino, Paolo, VALE/=\VALES (0)
Bene per quest'anno è tutto! Arrivederci a Settembre...
CLASSIFICA DI GIORNATA
6 - Bruni, Gabri, Gede, Martino, Smarso
4 - Black, Pose
CLASSIFICA GENERALE
151 - Martino
141 - Bruni
139 - Mister Loyal, Pose
138 - Smarso
127 - Ale90hvr
120 - Bridget
119 - Black, Gabri
116 - Gede
110 - Lucky
CLASSIFICA PRECEDENTE
145 - Martino
139 - Mister Loyal
135 - Bruni, Pose
132 - Smarso
127 - Ale90hvr
120 - Bridget
115 - Black
113 - Gabri
110 - Gede, Lucky
ALBO D'ORO CAMPIONI |
2009/2010 Martino |
2008/2009 RobRoy |
2007/2008 L. Bruni F.C. |
2006/2007 Ark (Ex-Alberto) |
2005/2006 Ark (Ex-Alberto) |
2004/2005 Ark (Ex-Alberto) |
2003/2004 Ark (Ex-Alberto) |
[RASSEGNA STAMPA]
Verona-Pescara: la Lega concede la trasferta ai tifosi biancazzurri
Dalla riunione di lunedì di Lega Pro è arrivato l'ok che permetterà ai tifosi del Delfino di seguire anche al Bentegodi la propria squadra per l'andata della finale play off
di Francesco Bellante - 02/06/2010
Seimila i biglietti riservati ai pescaresi.
Dalla riunione di Lega Pro, tenutasi lunedì, alla quale hanno patecipato tutti i rappresentanti delle società coinvolte nei play off e nei play out, è arrivato il tanto atteso "pass" per i tifosi del Pescara.
Anche l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive non ha sollevato alcun problema.
I 6000 tagliandi messi a disposizione dei tifosi biancazzurri per la trasferta di Verona, in pratica l'intera curva Nord del Bentegodi, potranno essere acquistati, al costo di 12 euro, nelle prevendite autorizzate del circuito Ticket One fino alle ore 19 di sabato 5 giugno.
Nella gara di ritorno, invece, i tifosi dell'Hellas avranno a disposizione poco più di 4000 biglietti e verranno sistemati in curva Sud.
La Lega ha anche disposto che Hellas Verona-Pescara, gara valida per l'andata della finale play-off del campionato di Prima Divisione, in programma per il 6 giugno alle ore 16, sarà trasmessa in diretta televisiva.
Il match sarà in onda su Rai Sport 1, canale 227 della piattaforma Sky
FONTE: IlPescara.it
Prima Divisione, in finale Verona-Pescara
Gli abruzzesi superano 2-0 la Reggiana: si giocheranno la B con gli scaligeri il 6 e il 13 giugno. Nel girone A eliminato il Benevento: finale Cremonese-Varese. Retrocedono Paganese, Pro Patria, Giulianova e Pescina
ROMA, 30 maggio - Risultati delle gare di ritorno dei play off e play out dei campionat1 di calcio di 1/a Divisione. Fra parentesi la posizione nella classifica finale della 1/a fase e i risultati di gara 1.
1/a Divisione Girone A:
semifinali play off - gare di ritorno:
Varese (2)-Benevento (5) 2-1 (2-2)
Cremonese (3)-Arezzo (4) 1-2 (2-0)
finali 6 e 13 giugno andata: Cremonese-Varese
Play out - gare di ritorno:
Viareggio (14)-Paganese (17) 1-1 (1-1)
Pergocrema (15)-Pro Patria (16) 1-1 (2-2)
retrocessi in 2/a Divisione: Paganese e Pro Patria (in parità rispettivamente con il Viareggio e il Pergocrema nelle due sfide play out, retrocessi per peggiore classifica).
1/a Divisione - Girone B:
semifinali play off - gare di ritorno:
Pescara (2)-Reggiana (5) 2-0 (0-0)
Verona (3)-Rimini (4) 0-0 (1-0)
finali 6 e 13 giugno - andata: Verona-Pescara
play out - gare di ritorno:
Andria (14)-Giulianova (17) 1-0 (1-1)
Foggia (15)-Pescina (16) 1-2 (2-1)
retrocessi in 2/a Divisione: Giulianova e Pescina (in parità con il Foggia nelle due sfide play out, Pescina retrocesso per peggiore classifica).
FONTE: CorriereDelloSport.it
Calcio. Prima Divisione: sarà Pescara-Verona la finale dei play off del girone B
Gli abruzzesi ieri hanno superato 2-0 la Reggiana. Play out: retrocedono in Seconda Divisione Giulianova e Pescina.
RIMINI | 31 maggio 2010 | Il quadro completo delle partite di ritorno di play off e play out del girone B di Prima Divisione di Lega Pro. Semifinali play off: Pescara-Reggiana 2-0, Verona-Rimini 0-0. Play out: Andria-Giulianova 1-0 e Foggia-Pescina 1-2. Il Pescina retrocede per peggiore classifica.
Nel girone A non ce la fa il Benevento di Acori. In finale va il Varese.
FONTE: NewsRimini.it
Giovedì 03 Giugno 2010
Michele Cossato esperto di spareggi «Vavassori grande motivatore»
«Hellas, non buttare via la B»
Giovedì 03 Giugno 2010
Nove anni fa il gol dell’attaccante a Reggio Calabria salvò il Verona «Il segreto? Dare tutto, mai tirarsi indietro su ogni pallone»
di Gianluca Vighini
VERONA - E’ l’eroe di Reggio Calabria, il più esperto di spareggi da «dentro o fuori». A Verona resta una leggenda. Il suo gol, segnato al minuto 87 di Reggina-Verona (era il 24 giugno 2001) salvò l’Hellas di Perotti dalla retrocessione in serie B. E per tutti i veronesi, Michele Cossato divenne l’uomo dello spareggio. A tre giorni dalla gara1 del Verona contro il Pescara, altra sfida da dentro o fuori, nessuno meglio di lui può spiegare come si prepara un match del genere, che qualità deve avere una squadra che si gioca tutto in 180’, come si fa a non sbagliare l’obiettivo.
Michele Cossato, cosa ricorda di quella gara?
«Sono passati nove anni, ma sembra ieri. C’è ancora gente che mi ferma per strada e mi ringrazia. Verona è incredibile da questo punto di vista. La cosa che mi ricordo meglio è la sensazione che ebbi subito quando entrai in campo. Oddo mi passò un pallone con forza sproporzionata, poteva finire dappertutto: invece lo controllai di mezzo tacco e lo misi in mezzo per un compagno. Ci siamo, Michele, mi dissi. E poi ero sicuro che avrei segnato. Mi ricordo che dicevo a Camoranesi che era troppo presto per il gol, che era meglio farlo negli ultimi minuti. Come se avessi saputo che quella rete sarebbe arrivata...».
Come avevate preparato le due sfide?
«C’è poco da fare e da dire. Le motivazioni arrivano da sole. Devi solo pensare che devi dare tutto, ma proprio tutto in 180 minuti. E devi essere convinto sino in fondo: pensare di battere il Pescara sia all’andata, sia al ritorno. Sento dire che è importante la condizione fisica: balle. In queste partite non c’entra nulla. Vale di più quello che hai dentro, quanto senti la maglia addosso. Questo è quello che importa veramente».
Vavassori ha cambiato il Verona?
«Lo conosco dai tempi di Bergamo. E’ un grande allenatore. All’Atalanta arrivava dalla Primavera. Era una squadra difficile, piena di teste particolari. Lui è un motivatore, lavora sul campo. Ma ha buon senso. Se c’è da scherzare, scherza».
Morale della favola: ce la farà il Verona?
«Ce la deve fare. E’ impensabile aver buttato via la serie B. E poi... Beh, insomma, è il Pescara e non il Real Madrid... E noi siamo il Verona. Se abbiamo paura è meglio neanche andare in campo». (ass)
Martedì 01 Giugno 2010
Berrettoni guarda già alla finale d’andata play off con il Pescara al Bentegodi
«Verona, stavolta guai fallire»
di Gianluca Vighini
VERONA - «Siamo in corsa, non possiamo fermarci proprio adesso». Con la qualificazione in tasca per la finale play off, Emanuele Berrettoni, attaccante-jolly al servizio di Vavassori, ha pensato alla sfida di domenica con il Pescara, alle occasioni buttate via, al fatto che la squadra scaligera ha riacciuffato per i capelli un campionato dilapidato nel finale.
Il passato non conta. «Quello che è stato è stato - sbotta Berrettoni -, inutile star qua tanto a parlare. Io credo che la cosa più importante per noi fosse raggiungere questa finale. Adesso ci siamo. Abbiamo una straordinaria possibilità per riportare l’Hellas in serie B. Stavolta non dobbiamo proprio sprecarla. Anzi, guai fallire un’altra volta...».
Scontro tra big. Il Pescara è la squadra più forte del campionato, accreditata, come il Verona, alla promozione in serie B. Era quasi logico che la finale fosse tra queste due squadre, entrambe beffate dal Portogruaro, terzo incomodo, ma il più continuo durante la stagione. «Il Pescara è una squadra fortissima - aggiunge Berrettoni -, ma a questo punto ogni discorso è inutile. E’ una finale, il risultato può dipendere da tanti fattori. E starà a noi portarli nella nostra direzione».
Un prezioso jolly. Berrettoni ha giocato praticamente ovunque quest’anno. A destra, al centro, persino a centrocampo, come a Rimini, dove Vavassori definì la sua partita «Perfetta dal punto di vista tattico». «Ormai ci sono abituato - spiega l’attaccante romano -, a me basta giocare. Anche se nella mia carta d’identità, alla voce ruolo c’è scritto seconda punta».
Allenamenti top-secret. Il Verona riprenderà ad allenarsi oggi a Sandrà. Vavassori non lascerà nulla al caso anche questa settimana. E dunque allenamenti blindati da domani sino a sabato e silenzio stampa per tutti i giocatori. Parlerà solo l’allenatore, probabilmente venerdì alla vigilia di ritiro. E’ probabile che Vavassori cambi ancora la disposizione tattica per questo primo match d’andata con il Pescara e schieri una squadra a trazione più offensiva. (ass)
Giovedì 03 Giugno 2010
Patròn De Cecco ci crede
Ma il Pescara si scopre favorito: «Siamo forti»
di Marco Zorzo
Il Pescara si scopre favorito nella doppia finale con il Verona. Anzi, ci crede davvero. La sorpresa, piuttosto, è che Ganci (nella foto) e compagni domenica al Bentegodi potranno contare sull’apporto dei tifosi: seimila biglietti a disposizione dei supporter abruzzesi. Tanto che il dg Fabrizio Lucchesi, dopo la riunione tenutasi l’altro ieri a Firenze, in sede Lega Pro, si è detto. «Piacevolmente sorpreso: qualche timore lo avevamo, dobbiamo ammetterlo. Però siamo molto contenti che la squadra potrà contare sull’apporto del nostro meraviglioso pubblico anche al Bentegodi».
Va ricordato che per la finale di ritorno, in programma domenica 13 all’Adriatico, i tagliandi a disposizione per i tifosi dell’Hellas saranno poco meno di 4.500.
E sulla sfida in calendario fra tre giorni, patròn Peppe De Cecco (sì, proprio quello della pasta) si sbilancia. «Noi siamo forti e andremo a Verona per provare a vincere. Vedo negli occhi dei giocatori tantissima motivazione. E poi la condizione è strepitosa: possiamo farcela».
Per quanto riguarda le due sfide in campionato, va ricordato il doppio 0-0, senza particolari sussulti, almeno sul terreno di gioco. Il Pescara arriva a questa finale caricatissimo, alla luce anche del 2-0 rifilato alla Reggiana quattro giorni fa. Ma ogni partita ha una sua storia.
Giovedì 03 Giugno 2010
Biglietti boom: già venduti oltre 5.000
VERONA - Oltre cinquemila biglietti venduti in poche ore. E così si va verso un Bentegodi delle grandi occasioni anche per la gara di domenica contro il Pescara. L’ipotesi è di avere nello stadio veronese più di ventimila spettatori (almeno cinquemila tifosi sono attesi dall’Abruzzo). Numeri ingenti per la Prima Divisione (la vecchia serie C1), ma che sarebbero da record anche in B e persino in serie A dove spesso si vedono stadi praticamente vuoti.
Ieri, intanto, doppia seduta sul terreno di Sandrà per la squadra di Vavassori, l’ultima a porte aperte. Esposito, Dalla Bona e Comazzi hanno lavorato a parte. (G.Vig./ass)
Lunedì 31 Maggio 2010
Tra l’Hellas e la B c’è il Pescara
«L'Avversario? No, preoccupiamoci sopratutto di noi»
di Gianluca Vighini
VERONA - Sarà Hellas-Pescara la finale play off nel girone B di Prima Divisione. La squadra di Eusebio De Francesco ha battuto 2-0 la Reggiana (anche se le bastava un apri) dimostrando di essere una formazione in grande spolvero. Agli abruzzesi basteranno due pareggi nella doppia sfida contro il Verona essendosi piazzati al secondo posto in campionato, e avranno il vantaggio di giocare la gara di ritorno in casa, il 13 giugno. Si parte, dunque, domenica prossima, al Bentegodi.
L’avversario non è importante. «Non m’importa contro chi giochiamo, io guardo soprattutto in casa mia». A Vavassori non sono piaciuti alcuni atteggiamenti dei suoi ragazzi contro il Rimini, nello 0-0 di sabato al Bentegodi. «Questa è una buona squadra - ha spiegato il tecnico -, ma deve essere più convinta a livello psicologico. Dobbiamo smetterla di farci condizionare dal nervosismo e dal nostro pubblico. Se lo facciamo, non dobbiamo avere paura di nessuno».
La condizione fisica. Il Verona è apparso in ripresa. I crampi, sintomo di fatica e di muscoli intossicati dai carichi di lavoro eccessivi che avevano angustiato la squadra scaligera nelle partite precedenti, sono quasi scomparse. «Stiamo come le altre squadre in questo periodo - ha spiegato Vavassori -, abbiamo giocato alla pari del Rimini, non mi pare di aver visto gente volare e gente che camminava».
Rafael super. E’ tornato ai suoi standard abituali. La cura Vavassori sembra aver fatto bene al portiere che ora partecipa molto di più al gioco di squadra, accorciando ad elastico il gioco, intervenendo sui traversoni laterali e dando il contributo quando è chiamato al miracolo (punizione di Regonesi a tre dalla fine). «Solitamente lavoriamo molto con i portieri», ha spiegato il mister, confermando che anche Rafael sta traendo giovamento da questo lavoro.
Subito in campo. Per tenere alta la tensione e non abbassare la guardia, ieri Vavassori ha costretto la squadra a ripresentarsi subito a Sandrà per una seduta defaticante. Il lavoro normale riprenderà regolarmente domani. (ass)
FONTE: Leggo.it
L’ULTIMA SFIDA PER L’HELLAS GRANDE ATTESA DI TUTTI I TIFOSI
Play-off>> Da oggi in vendita i biglietti della gara promozione contro il Pescara. Precedenti in equilibrio
Nella stagione regolare due pareggi senza reti e tanta prudenza
Domenica si gioca
Andrea Spiazzi Verona
Un terno al lotto. Così la vulgata popolare definisce i playoff, gare fuori dal tempo dalle quali possono uscire i risultati più strani. Per ora, in verità, di strano c’è poco. È passato l’Hellas, contro il Rimini, e il Pescara, come ampiamente previsto, ha superato la Reggiana. Verona-Pescara è stata la gara dei pareggi. In campionato l’Hellas disputò un buon inizio di partita in Abruzzo, prima che la bruma del mare impedisse alle squadre di giocarsela fino in fondo. Fu 0-0, come al ritorno, quando a Verona prevalse la paura di perdere di entrambe. Quelle che all’inizio furono definite le squadre più forti sono ora destinate al “mors tua, vita mea”. La condizione mentale e fisica oggi dice che la truppa di Di Francesco sta meglio e potrà contare sulla gara di ritorno tra le mura amiche, in uno stadio bollente. Partire “svantaggiati” p ot re b b e anche dare una carica maggiore ai ragazzi di Vavassori, che dovranno capitalizzare la gara di domenica al Bentegodi, per lo meno non pigliando gol.
La tradizione, tra l’a l t r o, dice che per l’Hellas gli spareggi con la seconda fuori casa hanno detto bene: fu così a Reggio Calabria (gol di Cossato nel finale) e a Busto Arsizio con rete al fotofinish di Ilias Zeytulaev. In caso di parità di punteggio tra andata e ritorno conta la differenza reti nelle due gare. In caso di ulteriore parità si va ai supplementari di 15 minuti per tempo. Se la situazione non si sblocca niente rigori ma passa la squadra piazzata meglio in campionato, in questo caso il Pescara arrivato secondo a 58 punti contro i 55 dell’He l l a s.
Il problema dei prezzi In 15 mila con il Rimini, domenica saranno probabilmente ancor di più. Da oggi, probabilmente nel primo pomeriggio, saranno a disposizione i tagliandi per la sfida con il Pescara. Per verificare i punti vendita ci Domenica si gioca si deve collegare al sito hellasverona.it che darà tutte le informazioni. Dato che l’incasso, per regolamento, va alla Lega Pro, probabilmente non sarà possibile da parte della società di Martinelli applicare grandi sconti. C’è attesa anche per le disposizioni del Casms che potrebbe vietare la trasferta alla tifoseria del Pescara dopo gli incidenti provocati dalla stessa al termine della gara di campionato a Verona quando i supporters abruzzesi caricarono la polizia. Oggi pomeriggio la squadra torna ad allenarsi a Sandrà. Anche questa settimana gli allenamenti di giovedì, venerdì e sabato saranno a porte chiuse.
2-0 DEGLI ABRUZZESI ALLA REGGIANA
In finale col Pescara ma ai gialloblù serve una nuova identità
Vavassori è riuscito solo in parte a scuotere la squadra che contro il Rimini ha sofferto troppo. Difesa da registrare. Uniche note liete, Rafael e Di Gennaro
Andrea Spiazzi Verona
La doppia sfida col Rimini, oltre a valere la finale dei playoff contro il Pescara, vittorioso 2- 0 ieri con la Reggiana, è stato un vero e proprio test sulle condizioni della squadra. La sconfitta col Portogruaro segna ancora i ragazzi in gialloblù, e il lavoro del volonteroso Vavassori è riuscito solo in parte a scuotere la squadra. A dirla tutta, col Rimini il Verona ha rischiato e non poco. Dopo un promettente avvio, è bastata la prima incertezza difensiva a far perdere la tranquillità al gruppo, incapace, per tutto il primo tempo di imporre il proprio carattere a fronte di un modesto avversario.
Meglio la ripresa, che ha fatto intravedere un barlume di speranza, piccola scintilla sulla quale lavorare molto in vista di una doppia sfida finale che si prevede di tutt’altro tenore: lì conteranno testa, gambe, carattere. Qualità che al momento latitano. Vavassori ha parlato di una squadra troppo paurosa e incapace di concludere, di finalizzare. Le note liete, tuttavia, non mancano. Rafael è la prima: decisivo sia all’andata che al ritorno, il brasiliano è tornato quello di un tempo. Poi c’è Di Gennaro, scatenato, due spanne sopra gli altri per condizione atletica. La difesa, invece, ha traballato e va registrata. Fatica anche il centrocampo dove il solo Garzon ha mostrato la giusta grinta. Ci sarà poi da dirimere il dubbio seconda punta, dato che Berrettoni ha mostrato di essere più incisivo come esterno in mediana.
FONTE: DNews.it
03/06/2010
Sale la febbre play off Venduti 7000 biglietti
LA CORSA ALLA B. C'è grande attesa per la sfida con il Pescara
Fino alle 21 di questa sera gli abbonati avranno il diritto di prelazione nel proprio settore
Si avvicina la sfida con il Pescara e cresce la tensione tra i tifosi del Verona. In più di 24 ore dall'ok della Lega Italiana Calcio Professionistico per l'apertura della prevendita si registrano già cifre da primato. Sono già stati acquistati settemila per la gara d'andata della finale play off del girone B di Prima Divisione. Fino alle 21 di questa sera chi ha sottoscritto un abbonamento per il campionato 2009/2010 può procedere alla riconferma del proprio settore. Chi vuole comperare un biglietto diverso durante i giorni di prelazione potrà acquistare esclusivamente Poltronissime, Poltrone e Tribuna Superiore del lato Est. Per il cambio di utilizzatore fino alle 19 di sabato 5 giugno è possibile presentarsi nel punto vendita in cui è stato acquistato il tagliando e procedere alla modifica. Da venerdì vendita libera.
I PREZZI. Questi i prezzi definiti dalla Lega Pro. Poltronissime 30 euro. Poltrone 20 euro. Tribuna Superiore 16 euro. Curva Sud e Curva Nord 12 euro. Gli Under 14 pagheranno 2 euro.
A PESCARA. I tifosi del Pescara hanno acquistato settecento biglietti nel primo giorno di prevendita. Per la gara di domenica al Bentegodi sono attesi cinquemila sostenitori della squadra abruzzese.
TESSERE SPECIALI. Tra l'altro l'Hellas ha reso noto che i posti riservati alle tessere Coni, Aia e Figc in vista della gara di play off con il Pescara sono esauriti. «Si invita - si legge sul sito ufficiale della società - pertanto a non effettuare ulteriori richieste di accredito poichè sarà impossibile soddisfarle».
ESPOSITO E DALLA BONA A RIPOSO. Continua intanto la preparazione dei gialloblù in vista della gara del Bentegodi contro il Pescara. Ieri doppia seduta al centro sportivo di Sandrà per Garzon e compagni: al mattino lavoro in palestra, tattica per reparti e conclusioni a rete, esercitazioni per lo sviluppo del possesso palla e partitelle a tema nel pomeriggio. Differenziato per Alberto Comazzi, fermo dopo l'operazione per l'ernia discale. Ancora a riposo Samuele Dalla Bona e Gennaro Esposito, lo staff tecnico non appare preoccupato ma l'assenza dei due centrocampisti potrebbe costringere Vavassori a rivedere tutto il reparto nevralgico della squadra.
PORTE CHIUSE. A partire da oggi, fino alla chiusura della rifinitura di sabato, le sedute di lavoro a Sandrà saranno svolte sempre a porte chiuse.
VITA DA EX. Pedro Troglio è il nuovo tecnico dell'Argentinos Juniors, squadra campione del torneo Clausura 2010. L'ex centrocampista del Verona, che in Italia ha indossato anche le maglie di Lazio e Ascoli, ha allenato nella scorsa stagione i paraguaiani del Cerro Porteno e prenderà il posto di Claudio Borghi, passato al Boca Juniors. S.A.
03/06/2010
Tirata d'orecchie degli attori a Nanu
GLI AVVERSARI. La reazione di Galderisi verso il portiere Esequiel
Morelli: «Fosse stato per me avrei ritirato la squadra e sospeso la partita...»
«Finalmente abbiamo giocato su un campo di erba vera: sensazione spettacolare», dice il regista Enrico Tubertini, uno dei portieri della Rappresentativa italiana attori.
«Noi sfidiamo il tempo, altrochè l'altra squadra, soprattutto noi ultracinquantenni. Ogni partita è a rischio», ride Enzo De Caro attore tra le altre della fiction La mia casa è piena di specchi, prima di sparire negli spogliatoi per la doccia.
È così tra una battuta, tre litri di sudore versato e un calcio al pallone che la Rappresentativa italiana attori ieri sera ha passato un paio d'ore al Bentegodi con la voglia di divertirsi e l'episodio brutto della reazione di Giuseppe Galderisi che ha mollato una testata al portiere Esequiel colpevole di avergli parato un rigore sotto la Curva sud, la sua curva. Un gestaccio che ha provocato la condanna dell'affascinante «ispettore Coliandro», Giampaolo Morelli, che a calcio prima di entrare nella squadra attori non aveva giocato mai: «Gioco in porta perchè sono una schiappa. Io la vedo un po' da esterno, ma fatti come questi non debbono accadere. Fosse stato per me avrei ritirato la squadra e sospeso la partita. Proprio perchè siamo qui per giocare a scopo benefico dobbiamo dare l'esempio. E i tifosi, quelli veri, avrebbero capito». Con gli occhi e il sorriso che si ritrova Morelli può dire un mucchio di cose e farsele perdonare tutte. Tranquille le migliaia di sue fan, a breve torna sullo schermo con la fiction dal titolo per ora provvisorio La famiglia Garbatella.
Nemmeno Tubertini ci sta: «L'ex giocatore dell'Hellas poteva protestare, ma ci sono modi e maniere adatti a farlo, il gesto è stato inaspettato e inadeguato per un campione come lui».
È stato questo episodio a guastare un po' la festa, anche se c'è chi come Matteo Branciamore, quello dei Cesaroni, un po' minimizza: «Beh, non ci voleva, ma continuiamo a giocare. Mi piace il calcio, ho sempre giocato, fin da bambino, poi ho fatto un altro lavoro, meglio così, adesso faccio entrambi, anche se questo è per divertimento».
Il presentatore Corrado Tedeschi è tra i «maturi» della squadra: «Da un po' non giocavo, ho fatto tournèe di teatro lunghe anche se sarà sempre più difficile lavorare su un palcoscenico con i tagli che ci sono, agli spettatori restano Pupe e secchioni, ed è una grande tristezza», dice sconsolato, «ma giocare qui, con questi campioni di un tempo è una bella esperienza, l'atmosfera sarebbe stata davvero bella, senza quell'episodio con il nostro portiere».
Paolo Conticini, spalla cinematografica di Christian De Sica a terra si fa massaggiare una gamba: «L'età, è l'età», ride, «è bello vedere questo calore veronese, io gioco a calcio da quando avevo 15 anni, tifo Pisa, sono abituato a curve vivaci».
«Ci tenevamo a fare bella figura con i vecchi campioni», dice Daniele Pecci noto per la partecipazione a Il bello delle donne e all'ultimo film di Ozpetek, Mine vaganti, «ma stasera abbiamo giocato malissimo. Mai peggio di così, chissà come mai». Già, chissà. Non viene il dubbio che questi dell'Hellas sapevano giocare davvero?
Alessandra Vaccari
03/06/2010
Tricella, la mano sul cuore: «L'Hellas ce l'ho sempre qui»
VISSUTA DAL CAMPO. Sorrisi e malinconia, orgoglio e il pieno di brividi
La curva lo osanna e il capitano ricambia: «Con loro abbiamo realizzato un sogno». E Bagnoli: «Sì, rivedere i miei ragazzi dopo tanti anni mi ha fatto effetto...»
Appoggiato ai tabelloni pubblicitari osserva la curva e si batte la mano sul cuore. Cuore di capitano: «Noi il Verona l'abbiamo sempre qui», confessa Tricella prima del fischio d'inizio. «Del resto con questa gente abbiamo realizzato un sogno. E magari abbiamo fatto tifare Verona a tanta gente che altrimenti avrebbe scelto la Juve o l'Inter...».
Il capitano sorride. Forse anche per tenere lontane le lacrime. Lui come tanti altri.
Lui come Osvaldo Bagnoli, poco loquace come ai bei tempi: «Commozione? Beh», riconosce, «aver rivisto tanti ragazzi che non vedevo da dieci o quindici anni mi ha fatto un po' di effetto».
Mancano pochi minuti al fischio d'inizio. La Sud - che ha srotolato i vessilli storici - ricandida Tricella alla Nazionale e Elkjaer alla carica di sindaco. Garella, non proprio vicino al peso forma, sembra incantato: «La nostalgia non manca. Come si fa? Ma è bellissimo vedere le ultime generazioni di tifosi, quelli che non ci potevano aver visto vincere e che magari ci riguardano in vhs. Ed è bellissimo pensare di aver fatto qualcosa di incredibile. Lo spiega anche quello striscione», fa indicando verso l'alto.
Il riferimento è a «Il trionfo più bello resterà nella storia e chi lo ha vissuto ricoperto di gloria», il premio - griffato a caratteri cubitali - per gli eroi di venticinque anni fa.
Il clima si surriscalda. Enzo Bertolini, segretario gialloblù per una vita, non si vergogna di rinnegare le origini in nome del Verona («sono mantovano ma per me c'è solo l'Hellas. Alla domenica, quando guardo la tv, cerco notizie sul Verona, non sul Mantova») mentre Damiano Tommasi, osservando gli scudettati riscuotere la riconoscenza della Sud, nega di provare invidia: «Io ho avuto la fortuna di vincere lo scudetto a Roma. Non sono geloso di questi ragazzi. Piuttosto li capisco. E capisco l'entusiasmo della gente».
Peccato che dopo qualche minuto Elkjaer sia costretto ad alzare bandiera bianca. Ma lo stiramento, confessa in panchina, era in agguato: «Sono sette anni che non gioco a calcio: lo sapevo che i miei muscoli certe cose non le sopportano più», racconta. Poi si volta verso gli ultras: «La corsa sotto la curva, prima della partita, è stata bellissima», sospira. E gli ex compagni? «Li ho trovati bene: pensa che li ho riconosciuti tutti...».
Passa qualche minuto e Galderisi si guadagna il rigore che poi sprecherà sul portiere Esequiel. E lì scoppia il caso.
È una storia da calcio vero. Il portiere lo accusa di avergli rifilato una testata dopo la parata. A metà tempo, addirittura, gli attori minacciano di abbandonare il campo se Nanu non sarà richiamato da Bagnoli.
Lui, il bomber, è inferocito.
Si mette a sedere ma fatica a soffocare la rabbia: «Prima di tirare gli ho detto in che angolo dove l'avrei calciato. Volevo far gol a tutti i costi. Volevo tornare a correre sotto la Sud. E lui invece me l'ha parata. Ha detto che era per vincere una scommessa, un bicchiere di champagne. Non ci ho più visto... Testata? Mannò, l'ho soltanto mimata. Poi gli ho comunque chiesto scusa. Lui non ha neppure voluto darmi la mano. Ma io volevo soltanto riabbracciare la curva...».
Ce la farà nel finale di secondo tempo, anche se in sospetto offside. Ma chissenefrega!
Goliardia e malinconia, compiacimento ed emozione: la serata vissuta dal campo resta vivace. «Il gol? Diciamo che poco prima ero caduto come una pera e dovevo farmi perdonare», racconta Di Gennaro alla fine del primo tempo. «La serata comunque è stupenda, davvero. Ma ci tengo a dire che ci manca Ferroni. Ci spiace che non sia venuto perché lui è e resta uno di noi. Uno del nostro gruppo, il gruppo forte, coeso che è stato uno dei segreti delle nostre vittorie. A occasioni come queste non ha mai partecipato. Un peccato. Ma deve sapere che qui tutti gli vogliamo bene».
Chi invece col gol ha dimostrato scarsa confidenza - a dispetto del passato - è Hans Peter Briegel: «Ma erano quattro anni che non giocavo. Mi sa che ho perso il tocco», ride.
E infatti, al momento del cambio, si allungherà sotto la Sud per omaggiare i butei delle sue scarpette: «È l'ultima volta che le metto, giuro».
Luciano Bruni è uno dei più in forma. Ha appena lasciato la panchina della Primavera della Juve per ereditare quella della Primavera della Samp («ma non potrei ancora dirlo», precisa). E poi: «È sempre una gioia vedere questa curva straordinaria», dichiara. «C'è sempre grande entusiasmo. La piazza merita la B, subito».
Lo pensa anche Volpati. Occhi lucidi e fiatone: «Che festa. Sembra che lo scudetto l'abbiamo vinto l'altro ieri. Ma adesso basta però: la prossima volta che ci si trova lo facciamo a tavola, con Valpolicella e Recioto. Sennò questi mi fanno giocare con le bombole d'ossigeno».
Sorride Luciano Marangon, tra i promotori della serata: «Undicimila persone... Un risultato positivo. Come organizzatore mi ritengo pienamente soddisfatto. La curva poi... da pelle d'oca. L'unica lamentela», aggiunge, «riguarda i club del centro di coordinamento. Assenti, direi... Peccato perché alla domenica vedo tutti i loro striscioni e stasera niente. E allora il nostro grazie di cuore va ai butei della curva e alla città di Verona».
Seduto in panchina, seguendo con lo sguardo i suoi vecchi ragazzi avvicinarsi al centro del campo per la premiazione, Ferdinando Chiampan ammette: «È bello vedere tanta gente ancora affezionata ai ricordi del passato. Ed è stato bello rivedere i miei giocatori: straordinari in un certo senso, visto che hanno fatto anche 40' di campo pur avendo superato la cinquantina... Bello tutto, bello lo spirito della serata». Lo chiamano per la medaglia, lui preferirebbe evitare.
Poi si alza e raggiunge il gruppo in mezzo ai coriandoli.
A due passi Ciccio Mascetti: «Una bella festa, davvero. I giocatori? Pensavo peggio», scherza alludendo agli inevitabili effetti dell'invecchiamento. «Qualcuno magari è un po' sovrappeso. Ma è meglio non fare nomi...».
Francesco Arioli
03/06/2010
Il Bentegodi «abbraccia» i Campioni
LA PARTITA. Slogan, striscioni e un po' di nostalgia, gli Eroi dello Scudetto hanno giocato con la Nazionale Attori per ricordare l'anniversario di una grande impresa
Diecimila persone allo stadio per festeggiare con gli uomini di Bagnoli la conquista del tricolore «Il trionfo resterà nella storia»
«Il trionfo più bello resterà nella storia e chi lo ha vissuto ricoperto di gloria». Lo striscione domina la Curva e accoglie i giocatori in campo. Gli Eroi dello Scudetto sono tornati al Bentegodi per festeggiare i 25 anni del tricolore, per scendere in campo tutti insieme, per l'ultima volta. Manca solo Mauro Ferroni, gli altri ci sono tutti, hanno risposto presente a Luciano Marangon che ha voluto la partita e lavorato per mesi per organizzarla. Prima la premiazione sotto la Curva poi inizia la sfida. Dall'altra parte la nazionale attori ma gli avversari non contano per il popolo gialloblù. Osvaldo Bagnoli dà le ultime indicazioni, leggi la formazione e ti sembra ti tornare indietro nel tempo. «Uno, Claudio Garella, due Domenico Volpati, tre Luciano Marangon...», urla al microfono Roberto Puliero. Ogni giocatore, un coro, senza fermarsi mai. Capitan Tricella e Fontolan sono libero e stopper - i due centrali difensivi si direbbe adesso - in mezzo al campo Bruni e Briegel, sulla fascia Fanna, in regia Di Gennaro, in attacco Elkjaer e Galderisi. Il direttore di gara veronese Andrea Romeo, arbitra per la prima volta al Bentegodi, fischia l'inizio, si alza il boato dei diecimila che non hanno voluto mancare all'appuntamento.
La prima ovazione dopo una manciata di secondi quando Elkjaer difende palla in area e con un colpo di tacco serve Hans Peter Briegel solo davanti al portiere. Colpo sotto ma Esequiel salva la porta degli attori. «Elkjaer sindaco, Elkjaer sindaco...», cantano i ragazzi della Curva.
Il secondo applauso al 5', Paolo Conticini se ne va in contropiede ma prima Tricella e poi Fontolan recuperano alla vecchia maniera e sventano l'insidia. Un feeling che si rinnova dopo tanto tempo.
Dopo dieci minuti finisce la partita di Elkjaer, problemi muscolari, in campo Turchetta. Subito dopo Totò Di Gennaro si ricorda del gran tiro che regalò il pari a Torino con la Juve, prende la mira e cerca l'incrocio dei pali. Fuori di pochissimo. Il gol è nell'aria, arriva al quarto d'ora. Spunto di Galderisi sulla destra, perfetto il cross, botta al volo di Totò di Gennaro, palla in rete e tutti a festeggiare sotto la Sud.
Non c'è partita. Partono anche i primi sfottò per gli sparring partner «Solo comparse, voi siete solo comparse...», cantano i fedelissimi gialloblù.
Qualche risata sulle gradinate, in campo c'è chi non si risparmia. Come Nanu Galderisi, ancora arrabbiato dopo l'eliminazione del suo Arezzo dai play off di Lega Pro. Scatta in area, salta il suo avversario, c'è una spinta, Romeo concede il rigore. Nanu prende il pallone, va sul dischetto. «Io tiro alla tua destra, buttati a sinistra così faccio gol e festeggio sotto la mia gente...», sussurra l'attaccante del Verona al portiere avversario. Lui fa finta di capire ma poi gioca un brutto scherzo a Galderisi, si tuffa a destra e para. «No, così, non va», il Nanu chiede chiarimenti, il numero uno degli attori fa finta di nulla, nasce un battibecco. Esequiel crolla terra. «Mi ha colpito con una testata», urla. «Macchè - replica Galderisi - ho solo mimato il colpo». Finisce il primo tempo, c'è tanta confusione in campo. Giacomo Losi, ex giocatore della Roma ora mister degli artisti, minaccia di lasciare il campo se gioca ancora Galderisi. Serve tutta la diplomazia di Bagnoli e Marangon per riportare la calma. Inizia la ripresa e Serrano firma il pari per gli attori, niente paura il «Zaso» tricolore chiede aiuto alle forze fresche e in pochi minuti Gigi Sacchetti e Dario Donà ribaltano la situazione con due gol d'autore.
I Campioni lasciano la ribalta a Pusceddu e Mazzola, Melis e Penzo, Luppi e Tommasi, gli altri gialloblù che hanno difeso la maglia dell'Hellas. Negli ultimi minuti torna in campo anche Nanu Galderisi, fa pace con gli avversari, vuole regalare l'ultimo gol alla sua Curva. Ci prova di testa e di piede, non la mette dentro. All'ultimo secondo scatta sul filo del fuorigioco, gran destro e poker del Verona. L'assistente alza la bandierina, Romeo convalida. «Ho visto tutto io», ammette. Meglio non annullare il gol al Nanu altrimenti si arrabbia ancora. È finita, arrivederci Campioni e grazie di tutto.
Luca Mantovani
02/06/2010
In vendita i biglietti per la sfida al Pescara
FINALE PLAY OFF. Si potranno acquistare nei punti Ticket One
Prelazione per gli abbonati Fino alle 21 di domani sera potranno confermare il proprio settore
Scatta la vendita dei biglietti per la partita tra Verona e Pescara, in programma domenica 6 giugno al Bentegodi. I tagliandi sono disponibile nei punti vendita del circuito Ticket One di Verona e provincia, la lista completa si può trovare sul sito ufficiale della società. Vista la dotazione da parte di alcuni punti vendita di lettori di tessera sanitaria, si suggerisce la presentazione della stessa al fine di velocizzare le procedure.
Per la partita sono adottate alcune prescrizioni. Nel settore ospiti un solo biglietto per acquirente che deve essere residente nella Regione Abruzzo. La prevendita e la prelazione per gli altri settori sono riservate ai residenti nella Regione Veneto e nelle Province di Mantova, Brescia, Trento e Bolzano.
LA PRELAZIONE. Fino alle 21 di giovedì 3 giugno, chi ha sottoscritto un abbonamento per il campionato 2009/2010 può procedere alla riconferma del proprio settore. Chi vuole comperare un biglietto diverso durante i giorni di prelazione potrà acquistare esclusivamente Poltronissime, Poltrone e Tribuna Superiore del lato Est. Fino alle ore 19 di sabato 5 giugno è possibile presentarsi nel punto vendita in cui è stato acquistato il tagliando e procedere alla modifica dell'utilizzatore.
I PREZZI. Questi i prezzi definiti dalla Lega Pro. Poltronissime 30 euro. Poltrone 20 euro. Tribuna Superiore 16 euro. Curva Sud e Curva Nord 12 euro. Gli Under 14 pagheranno 2 euro.
IL RITORNO. Cresce dunque l'attesa per la finale play off tra Verona e Pescara, solo una squadra salirà in B, l'altra dovrà rimanere un altro anno in Lega Pro. L'Hellas ha chiuso il campionato al terzo posto, giocherà in casa l'andata, domenica 13 giugno il ritorno all'Adriatico, nella roccaforte degli abruzzesi che partono favoriti dopo il secondo posto in classifica e la possibilità di festeggiare davanti al proprio pubblico. In effetti, a parità di risultati e di gol fatti e subiti, nella gara di ritorno ci sarà spazio anche per i supplementari, alla fine dell'extra time - se il risultato non cambia - non si procederà ai rigori ma sarà promossa la squadra meglio classificata in campionato, quindi il Pescara. Diventa fondamentale per il Verona cercare una vittoria già al Bentegodi.
02/06/2010
«Allenare l'Hellas? Magari! È un lavoro per ex gialloblù»
PAROLA DI PANZER. Il tedesco interrogato dai lettori de L'Arena
Hans Peter Briegel spara aneddoti, manda messaggi al club e ringrazia l'Italia, che «mi ha portato davvero fortuna: i trofei della mia carriera li ho vinti tutti qui»
Stringe mani, distribuisce sorrisi, suda («vengo dalla Germania, là è inverno...», precisa). Dà soprattutto la sensazione di sentirsi a casa propria, oggi come venticinque anni fa: Hans Peter Briegel torna da eroe nel luogo dell'impresa, incassa complimenti e ricambia sincero a chi gli si fa intorno e ai tanti tifosi che tempestano il numero telefonico messo a disposizione dall'Arena per salutarlo.
Snocciolando inediti, spesso intriganti, come quello legato al suo passaggio in gialloblù: «Qualche tempo prima di firmare per il Verona», ricorda, «ero stato contattato dal Napoli. Mi ero preso una settimana di tempo, poi avevo alzato le pretese economiche e non avevano accettato... Così è arrivato l'Hellas. Beh, quando ho fatto gol al Napoli, alla prima di campionato, mi è venuto un po' da ridere...».
TERZINO GOLEADOR. Il terzino-mediano-goleador acquistato dal Kaiserslautern, nove centri al debutto in A («ma in Germania da difensore ero riuscito a farne 13, record tuttora imbattuto», rivela con orgoglio), risponde volentieri, perfettamente a suo agio su una poltroncina della nostra redazione, a giornalisti e curiosi.
Pesca nella memoria. A ruota libera. Spaziando dall'affetto per il calcio italiano («i miei trofei li ho vinti tutti qui») e i calciatori italiani («in campo ho litigato soltanto con Tardelli, al Bentegodi contro la Juve: mi aveva fatto un'entrataccia...») a quello, tutto speciale, per Verona e i veronesi.
Il primo a farsi sentire è anche il primo che l'aveva abbracciato in campo, a Bergamo, nel giorno della grande festa. Andrea Marchi, 46 anni, ringrazia il bulldozer tedesco «per le emozioni che ci ha dato». L'interlocutore lo ringrazia: «Ti aspetto allo stadio per Gialloblù Superstars», dice.
ELKJAER VS. ZIGO. Francesco, 42enne di Verona, rilancia il dilemma Elkjaer-Zigoni: «Chi è stato il più forte dei due?». Briegel, scontato, promuove l'ex compagno di squadra, «che era più veloce. Magari», aggiunge poi, «Zigoni era più bravo in area».
Chiama Alberto, altro 40enne, di città. Vuole sapere se Briegel, arrivato a Verona, si sarebbe aspettato di centrare il tricolore: «Ma no... Io pensavo al massimo di arrivare in Uefa, anche se quell'anno siamo rimasti sempre in testa alla classifica. Ma era difficile pensare allo scudetto. Rosa ristretta, soltanto 17 giocatori, e con tre giovani...». E sui motivi dell'addio confessa l'umana debolezza: «Sono onesto: la Samp mi pagava di più. Avevo 31 anni, sapevo che era l'ultima occasione per guadagnare. Ho preso l'occasione al volo. Pentito? Mah, là era un'altra vita, altra città, mi mancavano gli amici di Verona».
Carlo, 45 anni, da Lugagnano, lo provoca: «Arrivato terzino è subito finito a fare il mediano. È perché Marangon a sinistra era più forte?». Briegel fa la smorfia divertita. Marangon, a due metri di distanza, lo imita. Poi il tedesco replica con ironia: «Mi ero messo a fare il mediano perché da terzino non sarei riuscito a fare quei 9 gol...». A parte le celie, «anche in Germania facevo spesso il mediano. Mi era capitato pure all'Europeo dell'80. Comunque», riconosce il panzer, «Marangon era un grande giocatore. E se fosse rimasto anche l'anno dopo lo scudetto, invece di andare all'Inter, avremmo fatto sicuramente qualcosa di importante».
ALL'HELLAS DI CORSA. Briegel oggi collabora col totocalcio tedesco, in qualità di esperto.
Ma negli anni passati ha fatto parecchie esperienze da allenatore («Turchia, Bahrein, cinque anni in Albania...», ricorda lui. Il fisico peraltro è ancora granitico. E Massimiliano, 25 anni, villafranchese, lo stuzzica: «Non ci verrebbe ad allenare il Verona?». La risposta non tarda: «Se mi chiama il Verona vengo subito. Anzi, mi chiedo perché il club non ingaggi un ex giocatore. Perché non chiama uno di noi?».
Prova a metterlo in imbarazzo Davide, 40 anni, di Soave: «Meglio lo scudetto in gialloblù o l'Europeo dell'80 con la Nazionale?», «Tutti e due sono stati importanti», la considerazione, anche banale, di Briegel. «Anche se nell'80 partivamo tra i favoriti, nell'84 al massimo tra gli outsider: nessuno dava il Verona vincitore all'inizio del campionato».
LE PANCERE DI GARELLIK. Poi, gustosissimo, un aneddoto sui primi giorni in gialloblù: «Arrivo in ritiro, entro negli spogliatoi e vedo un tipo, piuttosto corpulento, seduto su una panca. Sarà il massaggiatore, penso. E invece era Garella! Pensate un po'... Che poi è riuscito a perdere 7, 8 chili in un mese, incredibile...». «Ci credo, si allenava con la pancera, i maglioni e i sacchetti di plastica attorno alla pancia...», aggiunge Marangon. «Sudava l'impossibile...».
«Quando ci siamo trovati tutti nello spogliatoio», insiste Briegel, «ho contato i compagni. Eravamo una quindicina. Ma già allora, in Germania, c'erano rose da 25 persone. "Dove saranno gli altri?", ho pensato». E giù una risata.
Il tedesco riaccende i riflettori su Garellik: «Resta uno dei più grandi portieri che abbia mai visto giocare», riconosce. «Parava tutto. E quando respingeva la palla la mandava lontanissima. Era impossibile per l'attaccante ribatterla in rete... Mi viene in mente la partita di Roma: avremmo meritato di perderla 10 a 0... Ma in porta c'era lui».
OSVALDO IL SERIO. Un sospiro e tocca a Osvaldo Bagnoli, l'uomo che al debutto, contro il Napoli, lo fissò e gli impartì l'ordine («Briegel, tu Maradona»): «Volete sapere qual è stata la prima volta che l'ho visto sorridere?», fa il tedesco. «A Bergamo. Negli spogliatoi, il giorno dello scudetto».
Poi telefona Beppe, 43 anni, di Dossobuono. Vuole sapere se Elkjaer avesse mai rinfacciato a Briegel, nell'84-'85, di aver fatto più gol di lui: «Ma credo che per tutti fosse più importante arrivare primi in classifica di serie A che in classifica marcatori», precisa il tedesco. «Riconosco comunque che spesso era lui a crearmi gli spazi giusti dove potermi infilare e fare gol».
L'amarcord tricolore rimbalza anche nella telefonata di un altro Giuseppe, 47 anni. Chiama da Buttapietra. Gli piacerebbe sapere se il successo dell'85 ha almeno in parte compensato la delusione per le due finali mondiali perdute nell'82 e nell'86: «No, non sono troppo deluso per le finali. Nel senso che non sono tanti quelli che possono dire di averne giocate due», ricorda Briegel. «Poi si sa, quando ci arrivi puoi vincerle o perderle. Riconosco invece all'Italia di avermi portato fortuna: dall'Europeo dell'80 allo scudetto col Verona alla Coppa Italia con la Samp nell'88 quello che ho vinto l'ho vinto sempre qui».
A chiudere il dialogo coi tifosi-lettori ci pensa Stefano, 35 anni, da Locara di San Bonifacio. Il quale, 10 anni all'epoca dell'exploit gialloblù, era costretto ad accontentarsi di 90° Minuto: «Seguo ancora l'Hellas», lo informa Briegel, «e so che è sempre una squadra importante, vicina al ritorno in B. Non so come giocano, so che il Pescara è forte. Magari vincere i play off non sarà facilissimo. Io però ci credo».
Francesco Arioli
01/06/2010
E oggi telefonate a Briegel, il panzer dello scudetto gialloblù
ALLO 045.9600805. Hans Peter ospite de«L'Arena» dalle 15 alle 16
Dopo Elkjaer, Hans Peter Briegel: il panzer di Bagnoli arriverà oggi dalla Germania «convocato» dai vecchi compagni di squadra per la partita di domani sera al Bentegodi (si gioca alle 20.30) e dall'aeroporto Catullo di Villafranca verrà subito all'Arena per rispondere alle telefonate dei lettori e dei tifosi.
Anche Briegel, autore del primo gol della cavalcata tricolore (lo fece al Napoli di Maradona, poi ne segnò altri otto, uno bellissimo a Cremona), risponderà al numero 045.9600805. Il campione tedesco sarà in redazione dalle 15 alle 16.
01/06/2010
Difendersi non basta più Mister «Vava», è il momento di inventarsi qualcosa
«Vava», adesso inventa qualcosa. L'imperativo per il navigato condottiero dell'Hellas è d'obbligo. Con il Pescara non sarà sufficiente soltanto difendersi per poi ripartire, bisognerà attaccare per vincere almeno una gara.
A parità di risultati nelle due sfide conterà la classifica e quella purtroppo pende dalla parte degli abruzzesi.
A campi invertiti basterebbe ottenere gli stessi risultati conquistati con il Rimini, ma la squadra di Di Francesco è davvero un'altra cosa rispetto ai volenterosi romagnoli.
In campionato i gialloblù sono riusciti in entrambe le occasioni a fermare sullo zero a zero il Pescara.Erano periodi diversi.In quelle gare però si ebbe chiara la sensazione che la squadra di patron De Cecco, costruita a suon di milioni, come del resto l'Hellas, avesse un grande potenziale offensivo. Ci volle la miglior difesa gialloblù per contenere Ganci e compagni. Già in quelle partite la squadra di Remondina palesò più di una difficoltà in zona offensiva. I play-off però sono un'altra cosa. Sono gare secche nelle quali contano le panchine, intese non soltanto come forze fresche in campo.
Giovanni Vavassori dovrà dimostrare le sue qualità di mago, che poi sono sempre quelle per gli allenatori vecchio stampo.Sgomberare la mente dei giocatori, convincerli delle lore capacità e soprattutto prevedere le mosse degli altri.
Al resto ci penseranno come sempre gli episodi perché a quelli si sta appellando il tecnico gialloblù. Gli allenamenti a porte chiuse, il «mezzo» silenzio stampa, il cambio di lavoro atletico. Alcune delle condizioni dettate da Vavassori per cercare l'impresa.
Il Rimini aveva più spinta del Verona eppure la squadra scaligera ha sputo soffrire e regalarsi l'ennesima «finale» per risalire nel purgatorio del calcio italiano.
Le fiamme dell'Inferno erano salite nuovamente dopo il ko col Portogruaro, il «Vava» le ha parzialmente domate.
Adesso la prova del fuoco col Pescara. Il tecnico dovrà dimostrare di essere qualcosa in più di un semplice pompiere. A gettar acqua son tutti capaci, a domare ed indirizzare le fiamme non molti.Provaci ancora «Vava», provaci!
01/06/2010
La storia dà una mano al Verona Ma sul campo è ora di accelerare
SFIDANTI A CONFRONTO. Cresce la febbre da ultimo atto. E la banda di Vavassori trova conforto nei precedenti
Gialloblù mai battuti dal Pescara al Bentegodi nelle diciotto partite giocate finora Abruzzesi temibilissimi quest'anno in casa: li penalizza la maggiore fragilità difensiva
La classifica dice Pescara, la storia promuove l'Hellas: a cinque giorni dalla fatidica finale d'andata dei play off, quella che chi sbaglia è perduto, anche i numeri provano a condire la sfida. Che è già parecchio sapida di suo.
Le grandi beffate del torneo, sorprese sul filo di lana dal Portogruaro di Calori, si ritroveranno dunque l'una contro l'altra armate con un'idea fissa in testa, l'unica ormai che vale: eliminare l'altra.
Peccato che gli abruzzesi partano - come è ormai arcinoto - dal vantaggio della classifica acquisita al termine della regular season. Quella classifica - Pescara secondo e Verona terzo - che consentirebbe ai biancazzurri di brindare anche senza mai vincere. Perché due pareggi lascerebbero l'amaro alla truppa di Vavassori. E lo stesso effetto si avrebbe in caso di vittoria e sconfitta, a parità di differenza reti (ma solo dopo i supplementari).
SERVE UN GOL IN PIÙ. In ogni caso i gialloblù hanno una soluzione obbligata: fare almeno un gol in più dei rivali. I quali oltretutto sembrano essere arrivati al confronto finale in condizione fisica invidiabile.
A nutrire l'ottimismo in casa del Verona sono soprattutto le statistiche pescate dagli archivi storici.
Trentasei sono complessivamente i precedenti con schiacciante supremazia a tinte gialloblù: quindici le vittorie, altrettanti i pareggi e appena sei le sconfitte.
BENTEGODI INVIOLABILE. Numeri ancora più incoraggianti se guardiamo i confronti interni, perchè al Bentegodi il Pescara non ha mai vinto, incassando invece tredici ko (il primo nel lontano campionato 1948-'49, l'ultimo nel 2006-'07) e impattando in cinque circostanze (l'ultima volta quest'anno per 0-0).
E se in casa quella scaligera è stata una specie di marcia trionfale anche in Abruzzo - nonostante i sei rovesci - i gialloblù possono vantare una buona tenuta. E qualche episodio beneaugurante.
PROMOSSI CON BAGNOLI. Valga per tutti, al di là dei due successi messi in archivio (finì 1-0 nel '90-'91 e 2-0 nel '93-'94), il preziosissimo 0-0 conservato nel 1982 che consegnò la promozione in Serie A alla banda Bagnoli tre anni prima dello scudetto.
Tornando all'annata in corso, il Pescara guarda il Verona dall'alto dei suoi tre punti in più in graduatoria e del maggior numero di vittorie totali (15 contro le 13 dei gialloblù).
Pro abruzzesi è anche il numero dei gol segnati (39 contro 38 durante la regular season, 2 contro 1 nei play off), mentre l'Hellas si esalta una volta di più nel confronto fra le difese, con appena 20 reti subite (al top nel girone) e la porta ancora immacolata dopo il doppio, scivoloso scontro con il Rimini di Melotti.
Il Pescara ha concesso qualcosa di più agli avversari (25 i gol presi) e nel raffronto con i gialloblù paga anche un ko in più (sei contro cinque).
MAL DI CASA. Il dato più preoccupante per la formazione scaligera riguarda l'andamento domestico: il mal di Bentegodi quest'anno ha concesso al Verona solo 8 vittorie in 17 partite, durante la stagione regolare, a fronte di sei pareggi e tre sconfitte.
Un trend davvero modesto per una squadra costruita per dominare. Lo 0-0 di sabato con il Rimini, da questo punto di vista, dimostra oltretutto che c'è ancora qualcosa da correggere. «Mi tengo il risultato», la conferma di mister Vavassori dopo la gara, «ma dalla prossima partita bisognerà fare qualcosa di più».
Anche perché il Pescara non scherza. E all'Adriatico ha finora messo assieme 11 vittorie (12 con quella di domenica alla Reggiana nella semifinale play off), 4 pareggi e due rovesci. Tradotto in punti: 37 contro i 30 dei gialloblù.
SELVA CONTRO GANCI. Un'ultima annotazione riguarda i tiratori scelti: nel Verona il cannoniere principe resta Andy Selva, a dispetto della prolungata assenza dai campi, con sette gol. Precede Ceccarelli (a quota 5) e Rantier ( a 2). Dall'altra parte si conferma temibile Massimo Ganci, in rete anche due giorni fa e adesso attestato a quota 9 in stagione.
Tra i biancazzurri lo inseguono in tre - Zizzari, Olivi e Sansovini - tutti a 4.
Francesco Arioli
01/06/2010
Prevendita ancora ferma Niente divieti per gli ospiti
NEWS. Ieri a Firenze la riunione dei vertici della Lega Pro e le società
Oggi intanto riprendono gli allenamenti: restano a porte chiuse le sedute di giovedì, venerdì, sabato
Saranno rese note questa mattina le disposizioni della Lega Pro - unico ente organizzatore dell'evento sportivo, con i club che forniranno esclusivamente il loro apporto logistico - in merito alla prevendita della partita tra Verona e Pescara in programma domenica pomeriggio (fischio d'inizio alle 16) allo stadio Bentegodi, finale d'andata dei play off di Prima Divisione da cui uscirà la squadra promossa in Serie B.
Lo hanno confermato fonti interne al club gialloblù dopo il vertice svoltosi ieri a Firenze tra i rappresentanti della Lega e quelli delle società. Vertice che ha comunque stabilito l'assenza di limitazioni all'acquisto di biglietti per i tifosi ospiti. Una decisione che permetterà sia ai pescaresi tra cinque giorni che ai gialloblù, in occasione della sfida di ritorno del 13 giugno, di sostenere le rispettive squadre nel momento clou della stagione.
I ragazzi di Vavassori intanto intensificano la preparazione in vista del confronto d'andata: oggi riprenderà il lavoro a Sandrà con una doppia seduta di allenamento. Stesso programma domani. Come accaduto prima della gara contro il Rimini, il tecnico gialloblù ha disposto che le sedute di giovedì, venerdì e sabato - programmate sempre a Sandrà - si svolgeranno a porte chiuse.
Niente squalifiche sull'uno e sull'altro fronte, il giudice sportivo ha però comminato un'ammenda di 1500 euro al Verona dopo la semifinale di ritorno contro il Rimini.
01/06/2010
«Mi chiamo Hellas»: l'amarcord si fa musica
L'INIZIATIVA. Non solo scudetto
Presentato in anteprima il cd celebrativo - con tanto di immagini - realizzato da Cristiano Contin
L'amarcord si fa emozione e la musica gonfia i cuori gialloblù: la caserma Cacciatori di Peschiera, affollata da tifosi, sportivi e qualche curioso, ha celebrato la presentazione in anteprima di «Mi chiamo Hellas», cd e video firmato da Cristiano Contin, una sorta di intrigante progetto musicale che racconta la storia del Verona attraverso sogni, glorie e amarezze nel venticinquesimo del traguardo più bello, lo scudetto della banda Bagnoli.
«La canzone non ha le pretese di essere un inno né tanto meno un coro. In quest'opera l'Hellas parla in prima persona e si racconta con saggezza ed orgoglio come farebbe un vecio sul Liston, il bastone in una mano e L'Arena nell' altra», spiega l'autore e interprete, applaudito, tra gli altri, anche da Franco Nanni, presidente dell'associazione sportiva dilettantistica ex calciatori Hellas Verona, e dagli ex gialloblù Maioli e Savoia.
Contin di fatto ha seguito e realizzato il progetto in ogni suo aspetto, da quello prettamente musicale a quello grafico per finire con il montaggio del video. La copertina e le foto della città sono state realizzate da Elena Bazzoni.
Il cd, completamente prodotto dallo stesso Contin con l'etichetta Freecom, la collaborazione di Massimo Paganotto e il comune di Peschiera, si trova in vendita da ieri nei punti vendita New Art Photo a Verona - S. Michele, Quinto di Valpantena e Colognola ai Colli, da Gambini Sport e si può acquistare su internet sul sito www.freecomusic.com alla sezione shop, sul sito www.cristianocontin.com. Ma il brano si può anche scaricare su www.believedigital.it.
Parte dei proventi derivanti dalla vendita verranno devoluti all'associazione sportiva dilettantistica ex calciatori Hellas Verona.
31/05/2010
Pronto? In linea Preben Elkjaer E domani tocca a Briegel
FILO DIRETTO. Il danese risponde dalle 12 alle 13 allo 045.9600805
Verona. Appuntamento con la leggenda: Preben Larsen Elkjaer e Hans Peter Briegel, la coppia degli stranieri che contribuì alla conquista dello scudetto dell'Hellas venticinque anni fa, saranno i protagonisti di un filo diretto con i tifosi dalla redazione dell'Arena.
Preben, insieme a Luciano Marangon, organizzatore a nome della squadra e degli ex gialloblù di «Gialloblù superstars», la partita di mercoledì del Verona dello scudetto con la rappresentativa attori, risponderà oggi alle telefonate dalle 12 alle 13 (il numero da comprre è lo 045.9600805), Hans Peter lo farà domani dalle 16 alle 17 (ma l'orario è da confermare perché condizionato dai voli aerei) allo stesso numero.
Tifosi e lettori potranno dunque dialogare direttamente con i due campioni, che nell'anno del tricolore segnarono complessivamente diciassette gol (nove il panzer tedesco, otto il vichingo danese). Briegel aprì la serie contro il Napoli di Maradona alla prima giornata, Elkjaer la chiuse all'ultima giornata siglando il 4-2 definitivo all'Avellino.
Realizzarono anche una doppietta a testa nella stessa partita: l'emozionante Udinese-Verona 3-5, con l'Hellas sullo 0-3 in venti minuti, i friulani capaci di riportarsi in parità e i gialloblù ancora a segno due volte con la coppia di stranieri che tutti invidiavano a Bagnoli.
NIENTE TORNELLI, «Gialloblù superstars», la partita celebrativa di mercoledì alle 20.30 AL Bentegodi, non è statA catalogatA come manifestazione sportiva ma come pubblico spettacolo: i biglietti quindi non sono nominativi e non ci saranno tornelli, nè zona di prefiltraggio. L'accesso allo stadio sarà dunque più fluido e regolare rispetto a una normale gara di campionato.
LE COREOGRAFIE IN CURVA SUD. Bandiere, striscioni e coreografie sono autorizzati: finalmente una partita in cui i tifosi potranno dare libero sfogo al loro entusiasmo. Non ci saranno limitazioni nemmeno sotto questo aspetto.
01/06/2010
Elkjaer in redazione: «Bagnoli mi voleva al Genoa: rifiutai, c'è solo l'Hellas»
FILO DIRETTO. Il campione danese in redazione: battute e ricordi. Elkjaer, un'ora di simpatia al telefono con i lettori: «Non potevo vestire un'altra maglia diversa da questa in Italia». «Domani venite tutti a vederci»
Verona. In linea con il Mito. Ieri Preben Elkjaer Larsen ha fatto visita al nostro giornale per rispondere alle telefonate dei lettori in vista di «Gialloblù superstars», la partita di domani al Bentegodi nel 25° dello scudetto contro la rappresentativa attori. Un'ora di squilli. L'eroe vichingo, accompagnato da Luciano Marangon, altro protagonista tricolore, ha ricevuto poi la visita a sorpresa di Pierino Fanna. Elkjaer ha firmato autografi, stretto mani, griffato la gigantografia che ha immortalato la squadra nel giorno della grande festa scudetto. Sorrisi e ricordi. E tante parole. Giù a ruota libera. Di scatto e senza freni. Un po' come quando vestiva la maglia dell'Hellas. Con o senza scarpa.
Il primo trillo in redazione è di Luca da Verona: «Preben, ti vedremo in campo nella partita di beneficenza? Partirai titolare?». Il danese la prende subito nella maniera giusta: «In campo sì. Ma non pretenderete certo che mi metta a correre. Ho smesso di farlo tempo fa. E poi si fatica. E di fatica ne ho fatta tanta nella mia vita. Ad un certo punto dici basta. Ma se c'è da spingere una palla in rete...». Lui non si tira certo indietro.
IL VERO PREBEN ERA UN'ALTRA COSA. Altro squillo, dall'altra parte della cornetta c'è l'entusiasmo di Anna, che chiama da Villafranca. «Porto i bambini al Bentegodi. Lo faccio soprattutto per te». Pronta la raccomandazione dell'ex attaccante gialloblù. «Mi raccomando, racconta ai ragazzi che il vero Elkjaer era un'altra cosa. E poi divertitevi. Perché queste sono occasioni uniche e partite speciali. Dovete esserci tutti. E spero vengano in tanti a sostenerci».
Sandro non sta nella pelle. Chiama da Bardolino e chiede spiegazioni. «Perché hai smesso così presto di giocare». Il vichingo toglie l'elmo e bofonchia. «Quando chiedi qualcosa al tuo corpo e lui non risponde più, ti devi per forza interrogare. Gli infortuni ad un certo punto della mia carriera hanno continuato a bersagliarmi. Volevo fare una cosa, ma non mi riusciva più. Allora, prima che fosse troppo tardi ho deciso di chiudere la storia. E penso di averlo fatto al momento giusto».
IL GOL PIÙ BELLO? NO, IL PIÙ BRUTTO. Spunta Fanna, estrae un foglietto dalla tasca e scrive sopra il suo numero di telefono. Poi lancia un messaggio a Preben. «Chiamami qualche volta. Stiamo facendo cose importanti per i nostri compagni in difficoltà. C'è bisogno anche di te». Il danese sorride e annuisce. Pausa breve. Altro trillo, è Massimo, curioso come pochi: «Il gol più bello che hai fatto in gialloblù?». Elkjaer rovescia la risposta. «I gol sono tutti importanti. Io ricordo il più brutto a Stettino contro il Pogon. Importante anche quello. Il più bello? Beh, lo sanno tutti. Senza scarpa contro la Juve. Proprio il massimo. Ce ne sono pochi che possono permettersi di far gol senza scarpa».
Giulian da Belfiore: «Ma quella rete lì senza scarpa come l'hanno vissuta i tuoi connazionali?". Il danese arriccia il naso. «Ma sai che i danesi sono proprio strani? Non se n'erano quasi accorti. Non vivono il calcio come gli italiani. Ho dovuto raccontargli la leggenda nata a Verona per quel per riuscire a sentirmi dire da loro: Preben, sai che forse l'hai fatta grossa? Capito?».
SOLO L'HELLAS. Simone da Cerro: «Non hai mai pensato di vestire la maglia di un'altra squadra italiana?». Ed ecco la rivelazione di Preben. «No, non potevo, non me la sentivo, ero troppo legato a Verona. Ho detto di no a chi me l'ha chiesto. Ho detto di no anche a Bagnoli che voleva portarmi al Genoa con lui. Non potevo fare questo ai veronesi". Elkjer ricorda anche le litigate celebri avute in campo. E non servono telefonate. Il danese è un fiume in piena. «Pensa, una volta a Torino contro la Juve mi sono perso il gol di Di Gennaro perché ero troppo impegnato a litigare con Brio. Abbiamo smesso quando la palla è finita in rete ed è arrivato il boato dagli spalti. Un altro che mi rendeva la vita difficile era Vierchowod. Oddio, non proprio difficile. Ma lui ci provava sempre».
Impossibile non ripescare poi il coro reso celebre dai tifosi. Elkjaer Sindaco. Chiedono notizie Alessandro da Verona, e Daniele di Avesa. Preben se la ride e se la cava da grande umorista. «Sindaco io? Ho conosciuto il vostro sindaco, e mi pare una persona per bene. Quando ci siamo incontrati mi ha detto: posso fidarmi di te, vero? Non mi farai scherzi? E io gli ho risposto: finché ti comporti bene non mi candido. Promesso».
MEGLIO TU O ZIGONI? Andrea da Borgo Milano mette a confronto due miti «Preben, meglio tu o Zigoni?». La risposta è quella del cannoniere impavido. «E che cosa ti devo dire? Per forza meglio io. Ma Zigoni merita grande rispetto come tutti quei giocatori che hanno contribuito a fare grande il Verona». Lo scherzo continua. Cesare da Lugagnano torna a parlare della favola di Cenerentolo. «Ma ti eri accorto che la scarpa non c'era più?». Risposta: «Forse sì. Ma quando ti trovi davanti al portiere e stai per calciare, importa poco che la scarpa ci sia o no. Io dovevo andare fino in fondo». Figurarsi se si tirava indietro proprio contro la Juve.
«VENITE A FARE FESTA». Preben ricorda a tutti di «essere presenti alla partita per festeggiare nel modo migliore i 25 anni dello scudetto. E importa poco come andrà a finire. Io voglio rivedere Fontolan, Garella e tutti gli altri. E spero sia così per i tifosi. E poi sono curioso di vedere come stanno i miei compagni: magri? In forma? Sovrappeso? Boh, basta che mi diano la palla giusta, e io mi diverto ancora».
Paolo gli chiede: «Chi è che ti ha fatto arrabbiare di più?». Elkjaer non ha bisogno di pensarci troppo. «Wurtz, l'arbitro della sfida di Coppa Campioni tra noi e la Juve. Mamma mia, ero nero». Solo per un attimo il sorriso fugge via. Poi ritorna. E vittima del suo scherzo diventa Marangon. «Luciano se n'è andato troppo in fretta da Verona che quasi non me ne sono accorto. Io continuavo a passargli la palla, ma lui non arrivava mai. Non capivo perché, fino a quando mi hanno detto: guarda che Marangon è andato all'Inter». E già risate tra vecchi compagnoni.
C'è spazio poi anche per l'Osvaldo, nel momento in cui Davide gli chiede di parlare di Bagnoli. «Un grande. Per noi è stato fondamentale. Ci ha fatto diventare grandi. E soprattutto ci ha tenuto con i piedi per terra. Non abbiamo mai pensato di vincere lo scudetto prima di averlo tra le mani. E quella è stata la nostra forza».
L'ultima telefonata lo riporta al presente: Mario da Negrar sibila: «Preben. Hai visto oggi il Verona?». Elkjaer s'accende: «Ho visto, ho visto. E ci sono rimasto male quando mi hanno detto che ha perso in casa l'ultima partita di campionato, non riuscendo a salire in B. Ma sono ancora in corsa, giusto? E magari è la volta buona». Tempo scaduto, Cenerentolo se ne va. La magia continua.S.A.
FONTE: LArena.it
03/06/2010 - 10:14
Al "Bentegodi" poker dei gialloblù scudettati
Serata di festa in occasione della sfida a sfondo benefico disputata con la Rappresentativa Italiana Attori, di fronte a diecimila spettatori
VERONA - Serata di festa allo stadio "Bentegodi" in occasione della sfida a sfondo benefico disputata mercoledì 2 giugno. I gialloblù che nel 1985 conquistarono il tricolore hanno affrontato davanti a diecimila sostenitori la Rappresentativa Italiana Attori, sotto gli occhi del fischietto veronese Andrea Romeo.
4-1 il risultato finale in favore degli uomini di Bagnoli, grazie alle reti di Di Gennaro (17'), Sacchetti (32'), Donà (53') e Galderisi (61'). Un vero e proprio bagno di folla per ognuno dei protagonisti di quella splendida cavalcata, acclamati a gran voce dal pubblico presente già dalla lettura delle formazioni, avvenuta ad opera di Roberto Puliero.
Al termine del match, caratterizzato anche dall'esposizione sugli spalti di striscioni e vessilli storici, la consegna a Franco Nanni, presidente dell'A.S.D. ex calciatori Hellas Verona, di un assegno di 68.000 € che verranno utilizzati per opere di solidarietà.
Ufficio Stampa
03/06/2010 - 17:59
Verso il Pescara, giovedì partitella in famiglia
Seduta pomeridiana a porte chiuse presso gli impianti sportivi di Sandrà: Esposito col gruppo
03/06/2010 - 12:05
Chiusi accrediti stampa per l'andata della finale play-off
Qualsiasi altra richiesta pervenuta oltre il termine stabilito non sarà presa in considerazione e verrà cestinata senza alcun preavviso.
03/06/2010 - 10:31
Sandrà, Vavassori a disposizione della stampa
L’incontro con gli organi di informazione avrà luogo venerdì pomeriggio alle 15:30, a pochi minuti della penultima seduta in vista del Pescara
31/05/2010 - 12:32
Prandelli nuovo ct, congratulazioni dall'Hellas Verona
Il tecnico che conquistò una promozione in Serie A con i gialloblù nel 1998/99 siederà sulla panchina della Nazionale
VERONA - Cesare Prandelli succederà a Marcello Lippi sulla panchina della Nazionale: l'ormai ex tecnico della Fiorentina siederà sulla panchina azzurra dopo la rassegna mondiale, in programma dall'11 giugno all'11 luglio.
All'allenatore di Orzinuovi, che ha guidato i gialloblù nelle stagioni 1998/99 e 1999/2000 ottenendo una promozione in A ed un nono posto nella massima serie, vanno le congratulazioni del presidente Giovanni Martinelli, del direttore sportivo Nereo Bonato, del tecnico Giovanni Vavassori e di tutti i membri del club di Via Torricelli. In bocca al lupo mister!
Ufficio Stampa
02/06/2010 - 17:26
Prevendita finale d'andata, acquistati 6.601 biglietti
A poco più di 24 ore dall'ok per l'apertura delle vendite per la sfida in programma domenica 6 giugno si registrano numeri da primato
02/06/2010 - 15:51
H. Verona-Pescara: accrediti stampa entro le 12 di giovedì
Il club di Via Torricelli ricorda che le richieste vanno inoltrate esclusivamente via fax allo 045.81.86.112. Non sono valide le tessere stagionali
01/06/2010 - 18:11
Esaurita la disponibilità per le tessere AIA, CONI, FIGC
Si invita pertanto a non effettuare ulteriori richieste di accredito poichè sarà impossibile soddisfarle
01/06/2010 - 18:08
Sandrà: verso il Pescara, prima seduta
Per Garzon e compagni riscaldamento tecnico, tattica, potenza aerobica a secco e con la palla e partitella
01/06/2010 - 14:35
Hellas Verona-Pescara in diretta su Rai Sport 1
Il match in programma domenica 6 giugno verrà trasmesso sul canale 227 della piattaforma Sky (fischio d'inizio alle ore 16)
01/06/2010 - 13:31
Mercoledì 2 giugno due appuntamenti imperdibili
A Lavagno l'inaugurazione di una Piazza dedicata alla squadra che centrò il tricolore, al "Bentegodi" Tricella e compagni sfidano la Rappresentativa Italiana Attori
01/06/2010 - 10:10
Il club di Via Torricelli vicino a Luca Righetti
Un grave lutto ha colpito l'allenatore dei Giovanissimi Professionisti '97: nella notte è infatti venuto a mancare il padre Giulio
31/05/2010 - 21:13
Giudice Sportivo, ammenda di 1.500€ all'Hellas Verona
Sanzionate l'introduzione ed accensione di diversi fumogeni e l'esplosione di due petardi, pur senza conseguenze
31/05/2010 - 12:29
On-line la cartella stampa di Hellas Verona-Pescara
Scaricabili tutte le statistiche riguardanti la gara d'andata della finale play-off grazie al servizio di Virtualcalcio
31/05/2010 - 12:21
H. Verona-Pescara: accrediti stampa entro le 12 di giovedì
Il club di Via Torricelli ricorda che le richieste vanno inoltrate esclusivamente via fax allo 045.81.86.112. Non sono valide le tessere stagionali
30/05/2010 - 17:59
Pescara-Reggiana 2-0, abruzzesi in finale
La formazione di Di Francesco affronterà quindi i gialloblù nell'ultimo turno degli spareggi-promozione. Andata il 6 giugno al "Bentegodi", ritorno il 13 all'Adriatico
FONTE: HellasVerona.it
02/06/2010 18:34
Hellas, s'accende l'allarme a centrocampo: Esposito e Dalla Bona a parte
Piccolo allarme (per ora contenuto e limitato) per il centrocampo del Verona. Esposito e Dalla Bona, infatti si sono allenati a parte anche mercoledì nelle due sedute previste da Vavassori.Nulla di grave da quanto si apprende ma le condizioni di salute dei due giocatori del Verona saranno definite meglio nei prossimi giorni.
02/06/2010 18:29
Inaugurata a Lavagno la Piazza dello Scudetto
Davanti a molti tifosi, cittadini e appassionati stamattina a Lavagno è stato inaugurata la prima piazza dello Scudetto del Verona. Un avvenimento che è stato voluto dalla giunta del paese della Provincia di Verona e che è stato molto apprezzato dai tifosi dell'Hellas."Quello scudetto" ha spiegato l'assessore David Di Michele, "è stato un esempio positivo.
02/06/2010 16:15
Dominissini (Reggiana): "Pescara e Verona? Stesse possibilità"
Loris Dominissini, allenatore della Reggiana, eliminata ai play-off proprio dal Pescara, non riesce a vedere una favorita tra le due squadre che si affronteranno in finale dei play-off della Lega Pro, domenica prossima.
"Hanno il 50% di probabilità ciascuna, il Pescara sta meglio dal punto di vista fisico, ma il Verona ha giocatori che possono risolvere la partita. Si deciderà a Verona domenica prossima. A seconda del risultato di domenica si saprà che salirà" ha spiegato il tecnico friulano.
02/06/2010 15:51
Vavassori pensa ad un Verona d'attacco
Per la prima partita dei play-off contro il Pescara l'allenatore probabilmente ripropone la formazione che ha vinto a Rimini con Berrettoni a sinistra e Rantier seconda punta. Ma attenzione: a sorpresa potrebbe giocare dall'inizio anche Colombo. Dubbio Dalla Bona in mezzo al campo.
02/06/2010 15:46
Febbre da play-off: già venduti oltre cinquemila biglietti
Mente e cuore sono già rivolti alla sfida di domenica prossima: Verona-Pescar, prima gara della finale play-off.Nella testa dei tifosi del Verona nessun altro pensiero. La serie B si può ancora raggiungere dalla "porta di servizio" come ha detto il presidente Martinelli, e ancora una volta affolleranno lo stadio.Già questa mattina, dopo che i biglietti erano andati in...
01/06/2010 15:25
Cossato: Ecco come si vincono i play-off
L'eroe di Reggio Calabria, che grazie al gol segnato al 42' del secondo tempo salvò il Verona dalla serie B, spiega come si affrontano queste gare: "In 180 minuti deve dare tutto. La condizione fisica non c'entra nulla. C'entra solo la grinta, la determinazione, il cuore". "Vavassori? L'ho avuto a Bergamo: è un grande motivatore".
31/05/2010 19:17
Vavassori: Allenamenti a porte chiuse anche questa settimana
Nessun vantaggio per gli avversari: così anche questa settimana Vavassori "blinda" il Verona in quello che è ormai diventato un ritiro permanente a Sandrà. Allenamenti a porte chiuse per lavorare in tranquillità, ma anche per evitare che "spie" esterne possano vedere alcuni particolari studiati dal Verona durante la seduta quotidiana.
31/05/2010 13:01
Play-off: ecco il regolamento per la finale
Ecco cosa dice nel dettaglio il regolamento per la finale play-off di Lega Pro.Gara d'andata in casa della squadra peggio classificata. A conclusione delle due gare e in caso di parità di punteggio, vale la differenza reti. Se esiste ancora una parità (esempio due pareggi con lo stesso risultato) si ricorre a due tempi supplementari da 15 minuti ciascuno.
30/05/2010 17:53
Pescara super, Reggiana ko: abruzzesi in finale contro l'Hellas
La squadra di Eusebio De Francesco si è liberata della squadra emiliana con incredibile facilità, vincendo 2-0 con i gol di Ganci e di Zizzari.Dimostrando un'ottima condizione fisica gli abruzzesi raggiungono così la finale, dove troveranno il Verona, che sabato aveva eliminato il Rimini.Un test che si preannuncia durissimo per il Verona.
FONTE: TGGialloblu.it
[OFFTOPIC]
LIGA SPAGNOLA: MOURINHO presentato ufficialmente alla stampa come nuovo tecnico del REAL MADRID. CALCIO VENETO: Un giocatore, emulo di ZIDANE contro MATERAZZI nella finale che poi ci vide Campioni del Mondo contro i transalpini, commennte lo stesso gesto ma... COntro l'arbitro! FORMULA 1: Il dietro le quinte RED BULL che ad Istanbul ha regalato la vittoria finale alla MC LAREN... CICLISMO: NIBALI chiude in bellezza il Giro scalzando SCARPONI dal terzo posto. BASSO l'incontentabile! Dopo aver conquistato il Giro ora vuole anche il Tour... Giro sottotono per CUNEGO che però in Arena è stato accolto come una star! FORMULA INDI: Impressionante schianto di Mike CONWAY nella tradizionale Indianapolis 500. TENNIS: 'Impresa' SCHIAVONE al Roland Garros! La 29enne tennista azzurra batte la numero 3 e approda in semifinale! Poi la DEMENTIEVA si ritira dopo un set e, per la prima volta nel tennis nazionale, una donna è ad una finale del Grande Slam; si gioca Sabato e la SCHIAVONE, vada come vada, è già numero 7 al mondo! CLASSIFICA IFFHS: BAR&CCedil;A e INTER prime a pari merito... I MONDIALI? Al cinema e in 3 dimensioni! Nel frattempo BUFFON si scaglia sul pallone ufficiale: 'È indecente!' VITA DA EX: TROGLIO nuovo tecnico dell'ARGENTINOS JUNIORS! La lettera di Cesare PRANDELLI ai tifosi viola... CALCIO BRASIL: Dopo un calcio in testa sviene, paura per uno sfortunato portiere
Buenos Aires, 18:39
CALCIO, ARGENTINA: TROGLIO NUOVO ALLENATORE ARGENTINOS JUNIORS
Pedro Troglio è il nuovo allenatore dell'Argentinos Juniors, la squadra che ha vinto l'ultimo campionato nazionale. Troglio ha giocato diversi anni in Italia militando nel Verona, Lazio ed Acoli. Aveva cominciato nel River Plate, neL 1983, a 18 anni ed ha chiuso la sua lunga carriera in patria dopo un'esperienza anche in Giappone. Ha partecipato al mondiale del 1990 in Italia.
Come allenatore vanta una lunga esperienza con il Gimnasia di La Plata e, recentemente, ha collaborato con Diego Armando Maradona quando l'ex Pibe de oro ha `preso la guida della nazionale.
FONTE: Repubblica.it
Fiorentina, la lettera d'addio di Cesare Prandelli
03.06.2010 14.34 di Redazione TMW
Cesare Prandelli ha scelto di scrivere una lettera per salutare Firenze e i tifosi della Fiorentina nel giorno della rescissione del contratto, primo passo per poter diventare ct della nazionale. La lettera scritta da Prandelli è un lungo elenco di destinatari di un saluto accorato in cui ripercorre tante tappe dei cinque anni in viola. Un pensiero c'é anche per i suoi giocatori, quelli che lui definisce "chi ha corso". Questo il testo integrale della lettera. "A chi mi incontra per strada e mi chiama 'Cesare'; a chi ha preso la pioggia, il sole, il vento al Franchi; a chi ha fatto le vacanze a Folgaria, a Castelrotto e a Cortina; a chi ha pianto per un rigore sbagliato o per la gioia di Anfield; a chi ha creduto come me e si è emozionato per una solitaria bandiera viola ad una finestra; a chi ha pensato che, nonostante sbagliassi qualche cambio, ero comunque una persona per bene; a chi ha saputo capire ed apprezzare il significato del silenzio; a chi ha fatto centinaia di chilometri per dire 'io c'erò, quelli di Verona, di Torino e che hanno pianto di gioia con noi; a quelli che ci aspettavano all'aeroporto la notte per cantare 'forza viola'; a chi urlava 'falli correre' e a chi ha corso; a chi mi diceva, toccandomi ogni volta l'anima, 'Grande Mister, uno di noi' oppure 'quando parlo con te e' come se parlassi con un parenté, fratello, zio cugino, padre non fa differenza. A tutti, a Firenze con la sua eleganza un po' malinconica, la sua diffidenza e la sua generosità, devo dire solo due cose: grazie e vi porterò sempre nel mio cuore. Cesare".
FONTE: TuttoMercatoWeb.com
PRENDE UN CALCIO IN TESTA VIVO PER MIRACOLO - VIDEO
E’ vivo per miracolo. Everton, giocatore del Guarantigueta, serie B brasiliana, nel tentativo di salvare un gol degli avversari del Vilanova, prende un calcio in piena testa da parte di un compagno di squadra. Tanta la paura, il giocatore viene trasporato d’urgenza in ospedale ma sembra che le sue condizioni non destino troppe preoccupazioni… Auguri.
PRENDE UN CALCIO IN TESTA VIVO PER MIRACOLO - VIDEO
E’ vivo per miracolo. Everton, giocatore del Guarantigueta, serie B brasiliana, nel tentativo di salvare un gol degli avversari del Vilanova, prende un calcio in piena testa da parte di un compagno di squadra. Tanta la paura, il giocatore viene trasporato d’urgenza in ospedale ma sembra che le sue condizioni non destino troppe preoccupazioni… Auguri.
PARIGI, SCHIAVONE IN FINALE: È GIÀ N° 7 AL MONDO -FOTO
Francesca Schiavone centra la finale del Roland Garros. L'avversaria della Schiavone, la russa Elena Dementieva, numero 5 al mondo, si è ritirata dopo aver accusato un problema fisico al termine del primo set che l'azzurra si era aggiudicata al tie break col punteggio di 7-6 (parziale 7- 3). In finale Francesca Schiavone attende la vincente dell'altra semifinale in programma sul centrale parigino tra l'australiana Samantha Stosur e la serba Jelena Jankovic. L'impresa della Schiavone a Parigi rappresenta anche la prima volta di un'italiana in finale in un torneo del Grande Slam.
«È fantastico, ancora non riesco a rendermi conto di quello che ho fatto». Sono state le prime parole di Francesca Schiavone, dopo aver conquistato la finale del Roland Garros in seguito al ritiro della russa Elena Dementieva, quando l'italiana aveva vinto 7-6 il primo set. «È un'emozione enorme - ha aggiunto la tennista milanese, prima azzurra a raggiungere la finale in un torneo del grande slam - Ho scritto una pagina di storia per il mio Paese e per me».
SCHIAVONE GIA' SETTIMA Con la finale raggiunta al Roland Garros l'azzurra Francesca Schiavone si è assicurata un altro record per il tennis femminile azzurro garantendosi la settima posizione nella classifica mondiale che sarà stilata al termine del torneo, lunedì prossimo. È un record per l'Italia del tennis femminile. La Schiavone ha iniziato il torneo da numero 17 del ranking e un eventuale successo in finale le consentirebbe di migliorare ulteriormente la sua classifica fino alla sesta posizione. Di sicuro nella prossima classifica mondiale della Wta l'Italia potrà contare, e anche questa è una novità assoluta, su due giocatrici tra le prime dieci. Un'altra azzurra di Fed Cup, Flavia Pennetta, grazie agli ottavi raggiunti nel torneo parigino, raggiungerà infatti la decima posizione. Mai due italiane erano entrate tra le top 10 nella stessa settimana.
STOSUR L'ALTRA FINALISTA Francesca Schiavone affronterà Samantha Stosur in finale sabato. L'australiana, testa di serie numero 7, ha battuto nettamente (6-1, 6-2) Jelena Jankovic.
BUFFON VS PALLONE MONDIALI "E' UNA COSA INDECENTE"
Basta con i palloni non all'altezza del Mondiale, basta con un calcio che non rispetta i suoi calciatori: lo grida Gigi Buffon, dal ritiro azzurro del Sestriere. «Mi sono accorto dal primo giorno che questo Jabulani non andava: il Mondiale raggruppa il meglio del calcio planetario, ai campioni bisogna dare qualcosa di decente. E il nuovo pallone non è decente», ha detto il portiere dell'Italia.
«Mi hanno chiesto di dare una mano, di cavalcare l'onda: ma io non cavalco l'onda, sono davvero convinto che sia un problema - ha aggiunto Buffon - Non è un danno solo per i portieri, anche per gli altri ruoli. È vero che di solito ci si abitua, ma in questo caso a ogni tocco è un'incognita, la traiettoria è assolutamente imprevedibile. Un giocatore come Pirlo se sbaglia un passaggio lo fa di 10 centimetri: con questo pallone rischia di sbagliarlo di tre metri». Poi l'affondo finale: «Si parla tanto di stadi, di strutture, di tv. E così ci facciamo tutti belli. Ma prima ci dovremmo preoccupare dei palloni, degli scarpini, delle divise da gioco. Non è così, e allora questo calcio ha qualcosa che non va alla base».
I MONDIALI AL CINEMA IN 3D: ECCO LA MAPPA DELLE SALE
Finora il calcio al cinema l'avevamo visto immortalato nella commedia all'italiana, in film cult come 'Eccezzziunale veramentè e 'L'allenatore nel pallonè. O in pellicole più impegnate come 'Febbre a 90ø', 'Best' e 'Maradona, la mano de Dios'. Ora, invece, in sala si andrà con sciarpa e cappellino. Dopo lo stadio, il bar, e le partite a casa, una nuova era sembra iniziata. Un'era di pace tra calcio e cinema, da sempre ritenuti svaghi antitetici. Da sempre frutto di litigi di coppia nelle scelte sul cosa fare la sera. Dopo l'esordio delle proiezioni 3D in Italia con la finale di Coppa Italia, Roma-Inter, trasmessa in nove sale il 5 maggio scorso, ora sul grande schermo approda la manifestazione sportiva più amata dagli italiani. Grazie ad un accordo tra The Space Cinema e la Fifa, si potranno vedere in diretta 12 partite dei Mondiali del Sudafrica. Si parte con Italia-Slovacchia il 24 giugno, poi Brasile-Portogallo, tre ottavi di finale, tre quarti di finale, le due semifinali, la finale terzo e quarto posto oltre che la finalissima dell'11 di luglio.
«Stiamo valutando la possibilit… di offrire anche ulteriori partite nella fase eliminatoria», commenta il direttore generale di The Space Cinema, Giovanni Canepa. È in corso una trattativa anche sulla proiezione della gara inaugurale tra Sudafrica e Messico. La Fifa ha affidato alla Sony le riprese in 3D in 5 stadi dei 10 in cui si giocheranno le partite, dove sono state istallate sette coppie di telecamere. Venti in totale le gare che saranno trasmesse via satellite con questa tecnologia, che unisce l'alta definizione alla profondit… della ripresa stereoscopica. Ci sono anche dei limiti, emersi nella proiezione d'esordio. Le riprese sono un pò monotone, niente zoom e pochi primopiano. Sul replay, poi, le limitate angolature di ripresa impediscono di valutare al meglio falli e fuorigioco. Le gare saranno trasmesse in venti sale sparse su tutto il territorio nazionale, secondo i limiti massimi di diffusione imposti dalla Fifa. Probabilmente saranno interessate due sale a Roma e due a Milano, poi una sala in quasi tutte le altre grandi città. «Vogliamo trasformare lo schermo cinematografico - spiega Canepa - a seconda degli eventi in palcoscenico teatrale, orchestra, palco musicale o, come nel caso dei mondiali sudafricani, nel pi— tecnologico e realistico stadio di calcio virtuale». I biglietti costeranno da 10 a 15 euro a seconda delle partite e si potranno comprare al botteghino, sul web e tramite call center. La tendenza avviata dal calcio sembra contagiare anche gli altri sport. Domenica prossima toccherà al tennis fare il suo esordio al cinema in 3D. Una multisala milanese del circuito Uci Cinemas trasmetterà, in diretta da Parigi, la finale del singolare maschile del Roland Garros. I biglietti costeranno 15 euro.
ECCO LE SALE Sono venti le sale italiane che trasmetteranno in 3D dodici gare dei Mondiali di calcio in Sudafrica, grazie all'accordo tra The Space Cinema e Fifa. Due sono a Roma, due a Milano, poi una nei principali centri di quasi tutte le regioni. I prezzi varieranno da 10 a 15 euro a secondo dalla partita e si potranno acquistare al botteghino, sul web o tramite call center. Ecco le città nelle quali saranno proiettate le partite: Milano; Roma; Napoli; Bari; Torino; Belpasso (Catania); Bologna; Corciano (Perugia); Lamezia Terme (Catanzaro); Livorno; Lugagnano Di Sona (Verona); Montesilvano (Pescara); Nola (Napoli); Parma; Quartucciu (Cagliari); Salerno; Surbo (Le); Torri Di Quartesolo (Vicenza). I cinema interessati utilizzano tutti la tecnologia fornita da Real D. L'impianto per la proiezione di immagini in formato digitale Š costituito da un proiettore digitale, con uno schermo «silver screen». La tecnologia prevede una proiezione avente una frequenza di 144 Hz (corrispondente a 144 frame al secondo): in questo modo, alternando un fotogramma per l'occhio sinistro ad uno per il destro, si avr… un totale di 72 fotogrammi per occhio al secondo. Nel corso del 2010 The Space Cinema un processo di digitalizzazione che vedr… nei primi due anni il raggiungimento di 100 sale sul territorio nazionale.
CLASSIFICA IFFHS: L'INTER PRIMA COL BARCELLONA
L'Inter raggiunge il Barcellona al comando e conquista la vetta; seguono l'Estudiantes de La Plata, il Bayern e la Roma: è la classifica delle prime cinque squadre di club al mondo stilata dall'IFFHS, l'International Federation of Football History & Statistics, organismo riconosciuto dalla Fifa che si occupa delle statistiche e record (individuali e di squadre) riguardanti la storia del calcio. L'Inter, dopo la triplete, ha raccolto 297 punti dal primo giugno 2009 al 30 maggio 2010, aggancia il Barca e il primato in classifica, scavalcando gli argentini dell'Estudiantes de La Plata. Al quarto posto il Bayern Monaco (257 punti), al quinto la Roma (248), al sesto il Cruzeiro (239) di Belo Horizonte, al settimo posto (a pari merito) con 236 punti Chelsea, Werder Brema e il Fulham di Roy Hodgson, al decimo l'Atletico Madrid (231).
ROLAND GARROS: LA SCHIAVONE IN SEMIFINALE
Francesca Schiavone vola in semifinale al Roland Garros. La 29enne azzurra, testa di serie numero 17, ha sconfitto nei quarti di finale la danese Caroline Wozniacki, numero 3 del seeding, per 6-2, 6-3.
La Schiavone ha dominato la prima frazione nonostante un servizio balbettante (43% di prime palle). A fare la differenza, i 16 colpi vincenti dell'azzurra che non ha sbagliato nulla dal punto di vista tattico: quando è scesa ha rete, ha raccolto quasi sempre il punto (5 su 7). Il 6-2 in 38' ha fotografato la netta superiorità della 'leonessà. Il copione non è cambiato all'inizio de secondo set, caratterizzato dalla partenza lanciata della Schiavone. L'italiana è scappata subito 2-0 ma non ha completato l'allungo: ha ceduto la battuta, consentendo alla rivale di rimanere agganciata al match. Il servizio è diventato un optional, se non un handicap. Tra un break e l'altro si è arrivati al 3-2, quando la Wozniacki ha interrotto la sequenza coronando l'inseguimento fino al 3-3.
L'equilibrio ha resistito pochi minuti: la milanese ha messo a segno un parziale di 8 punti a 2 volando sul 5-3. In vista del traguardo, non ha tremato e ha chiuso con uno smash sfruttando il primo matchpoint: 6-2, 6-3 in 1h20'. L'appuntamento in semifinale è per giovedì: dall'altra parte della rete, troverà la vincitrice del derby russo tra Elena Dementieva e Nadia Petrova. Prima di oggi, la Schiavone si era fermata per 3 volte nei quarti di finale di uno Slam: al Roland Garros 2001, all'US Open 2003 e a Wimbledon 2009. L'exploit odierno riporta l'Italia nelle semifinali del Roland Garros a 56 anni dall'impresa di Silvana Lazzarino, che centrò il traguardo nel 1954. In precedenza, tra le ultime 4 del torneo era approdata Annalies Ullstein Bossi Bellani. La tennista originaria di Dresda centrò l'obiettivo nel 1949.
TERRIFICANTE INCIDENTE A INDIANAPOLIS 500 - VIDEO
Sembra la scena di un film di azione, invece è pura realtà. La vettura di Mike Conway si è davvero alzata in volo ad incredibile velocità e si è schiantata violentemente sulle recinzioni della pista, mettendo in pericolo anche la vita degli spettatori presenti in tribuna.
Il tutto è accaduto durante l'ultimo giro della 94/a edizione della storica gara automobilistica di Indianapolis 500. Nonostante l'impressionante impatto, comunque, le conseguenze per fortuna non sono state drammatiche nè per Conway, che ha romediato "solo" la frattura di una gamba, nè per gli spettatori. Ecco il video con quello che è stato definito uno degli incidenti più spaventosi della storia di Indianapolis.
VENETO: ESPULSO, TESTATA ALLA ZIDANE ALL'ARBITRO
Un episodio simile alla celebre testata di Zidane ai danni di Materazzi, ai mondiali del 2006, lo si è visto ieri durante una partita di calcio della Terza Categoria: il match era quello tra Lovis Spresiano e Suseganese, squadre della provincia di Treviso. A fine match l'arbitro, Stefano Zoia, è stato centrato da una violentissima testata al petto da parte di Lorenzo Cenedese, attaccante 23enne della Suseganese, proprio mentre riponeva in tasca il cartellino rosso indirizzato al ragazzo per proteste. Il fischietto, riporta il quotidiano il Gazzettino, in seguito al colpo è caduto rovinosamente al suolo restando immobile e dolorante per 20 minuti: sul posto è intervenuta una ambulanza e i Carabinieri. L'arbitro è stato ricoverato all'ospedale di Treviso mentre il giovane attaccante rischia conseguenze sia sul piano della giustizia sportiva che di quella ordinaria.
MOU, GIORNO REAL -FOTO "HO IMPARATO DALL'ITALIA"
«Ho lavorato in Italia ed ho imparato molto dal calcio italiano, perchè bisogna avere l'umiltà di imparare tutti i giorni» così il neo allenatore del Real Madrid Josè Mourinho ha risposto a chi gli domandava, della sua esperienza in Italia. «Il campionato italiano è difficile - ha aggiunto - perchè ha grandi giocatori e allenatori». Così dopo due anni nel Belpaese Mourinho assicura di essere «più ricco» di esperienza e spera di fare altrettanto in Spagna.
«Il prossimo allenatore dell'Inter sarà fortunato perchè gli ho lasciato la possibilità di vincere la Supercoppa europea e l'Intercontinentale» ha detto Mourinho alla conferenza stampa per la sua presentazione come allenatore del Real Madrid. Sul prossimo allenatore dell'Inter, il portoghese assicura di non averne parlato con Moratti, ma spiega di essersene andato da Milano lasciando «una squadra strutturata e, se l'allenatore vorrà seguire la strada, avrà grandi possibilità di successo».
«Non posso dimenticare i miei ex giocatori, io ho avuto una squadra fantastica e spero che possa vincere tutti i titoli l'anno prossimo, eccetto la Champions» ha aggiunto Mou. «Di cuore, di cuore, di cuore - ha aggiunto il tecnico portoghese - non posso dimenticarmi di quel gruppo che è stato davvero incredibile».
«Io sono un allenatore con molta autostima e fiducia in me stesso e non penso che verrò esonerato. Credo che quattro anni siano sufficienti per vincere e per creare una squadra con identità, e prepararli calcisticamente non solo per il presente ma anche per il futuro del Real». Josè Mourinho non nasconde le sue ambizioni da neo tecnico della squadra madrilena, nel giorno della sua presentazione al Santiango Bernabeu. «Io voglio quello che che vuole il Real - ha aggiunto lo Special One - da oggi saremo una cosa sola».
MOURINHO AL BERNABEU IN FERRARI Josè Mourinho è arrivato allo stadio Santiago Bernabeu alla guida di una Ferrari di colore blu scuro e accompagnato dal suo agente Jorge Mendes: lo riferisce l'edizione elettronica di As. Il tecnico firmerà il contratto che lo legherà al Real Madrid con il presidente Florentino Perez, e poi comparirà in conferenza stampa alle 13.00 accompagnato solo dal direttore generale Jorge Valdano. Per volere di Mourinho non ci sarà invece la presentazione dal palco d'onore dello stadio alla presenza dei tifosi, come è consuetudine in situazioni simili.
"QUATTRO ANNI BASTANO PER VINCERE" "Io sono un allenatore con molta autostima e fiducia in me stesso e non penso che verrò esonerato. Credo che quattro anni siano sufficienti per vincere e per creare una squadra con identità, e prepararli calcisticamente non solo per il presente ma anche per il futuro del Real". Josè Mourinho non nasconde le sue ambizioni da neo tecnico della squadra madrilena, nel giorno della sua presentazione al Santiango Bernabeu. "Io voglio quello che che vuole il Real - ha aggiunto lo Special One - da oggi saremo una cosa sola".
FONTE: Leggo.it
31/05/2010
Arena, l'applauso più grande è per Damiano
IL CICLISTA VERONESE. I tifosi si sono stretti idealmente attorno a lui. L'atleta di Cerro: «Non dite che il mio risultato finale è stato deludente. Ho mancato la vittoria di tappa di poco: se a Montalcino non ci fosse stato Evans...»
Verona. Un boato accoglie l'ingresso di Damiano Cunego in Arena. Non conta che l'atleta di Cerro sia lontano dai primi (34° a 1'07" dal vincitore Larsson), non abbia vinto una tappa in questo Giro, sia fuori dai primi dieci della classifica (11° a 17'10" dalla maglia rosa): la gente di Verona lo stringe in un ideale abbraccio. Se al Giro, da sei anni a questa parte, il nome di Verona ricorre più volte, è anche merito suo. Da come arriva, si vede che Damiano ha fatto il possibile per ben figurare, sorretto «dallo stimolo di fare bene davanti alla mia gente, non certo da quello di poter migliorare la mia classifica». Fa anche «fatica a trovare le parole giuste appena concluso uno sforzo così intenso come esige una cronometro». Ma davanti ha una serie di microfoni e taccuini. E un attimo dopo non sembra reduce da una fatica, sia pure breve, ma sicuramente dura.
Se si chiede se non ritenga deludente il suo Giro, Cunego non ci sta: «Affatto, non è stato deludente. Sono stati venti giorni intensi, ogni giorno esigeva una prova diversa ed essere sempre presente. Si fa il possibile. Ho mancato per poco la vittoria tappa, ma ho fatto altri piazzamenti e alla fine di un Giro, tanto più al giorno d'oggi, con la concorrenza che c'è, si guarda a tutto, alla classifica a punti, a come si è corso. Sono contento del mio team, dei miei compagni, meccanici, sponsor, tecnici. E complimenti a Gibo, che in questo ultimo di Giro ha fatto un po' di show: anche quello utile al ciclismo».
Alla Lampre Farnese è «indubbiamente, mancato Petacchi». «È stato male», ricorda Cunego, «Peccato perché la Lampre puntava molto su di lui e ci è mancato, ma sicuramente avrà tante altre occasioni».
Le avrà anche Cunego? Damiano risponde: «State tranquilli, non vi preoccupate, io ci sono sempre».
L'impegno più immediato è fissato per domenica prossima (partenza nei pressi della Mondadori) alla «sua» Granfondo «occasione per pedalare assieme a tanti amici e appassionati». Poi ci saranno il campionato italiano (forse) e il Tour (di sicuro).
Damiano ammette che «è stato un Giro difficile per tanti motivi, perché c'erano alcune tappe durissime, per i trasferimenti, per il maltempo. Non c'è stato», aggiunge, «un giorno facile. Il mio obiettivo alla vigilia era vincere una tappa. Ci sono andato vicino. A Montalcino ho trovato un Evans in grande giornata e vi assicuro che è stata un'impresa riuscire a contendergli la vittoria».
L'altro suo obiettivo «era arrivare tra i primi cinque della classifica. C'ero quasi arrivato», dice Cunego, «ma come tanti sono stato penalizzato dalla tappa di L'Aquila che ha scombussolato i miei piani. Importante, comunque, è essere protagonisti». E con un sussulto di orgoglio ricorda di «essere corridore che ha saputo vincere su tutti i terreni, che non deve dimostrare per forza qualcosa, visto che ho vinto tappe in grandi Giri, ho conquistato una maglia rosa, ho vinto delle classiche. Penso», ribadisce, «di essere atleta che può andare bene dappertutto, solo che non è così semplice come si possa pensare».
La classifica dice che senza la tappa di L'Aquila, Cunego sarebbe al sesto posto in classifica. Le motivazioni sarebbero state, probabilmente, diverse nella tappa del Mortirolo «la sola dove non mi sono sentito a mio agio», dove, comunque, «non sono andato tanto male». Conclude il Giro con la «serenità di aver fatto il meglio del possibile. Purtroppo», aggiunge, «non va sempre bene. Ma guardo con fiducia al futuro».
E l'applauso dell'Arena lo gratifica. «Credo», commenta, «sia una soddisfazione che uno possa provare una-due volte nella vita e io l'ho vissuta. È stato molto bello, difficile anche da descrivere. E lungo il percorso, in città e sulle Torricelle, ho visto molti tifosi che mi hanno dato un pizzico di forza in più per concludere al meglio uno sforzo intenso dopo un mese molto duro».
Renzo Puliero
31/05/2010
Basso controlla, Nibali fa lo squalo e scalza Scarponi
CRONOMETRO CONCLUSIVA. Vittoria a Larsson, beffato Pinotti. Il varesino, al traguardo solo quindicesimo, sale sul palco con i due figli in braccio e annuncia in diretta tv l'arrivo del terzo. E adesso la sfida del Tour
Verona. Un campione ritrovato ma introverso come Ivan Basso illumina il Giro con la forza dei sentimenti. In Arena prima bacia la moglie, poi porta con sè sul podio i due figli, infine annuncia in tv che un terzo figlio è in arrivo.
Basso è tornato e il Giro ritorna a parlare italiano dopo due anni. Sembrava un finale già scritto, comunque nell'aria.
È una doppia bella notizia quella che arriva da Verona. Era un anno e mezzo che l'Italia non vinceva qualcosa di importante. L'ultima a fine 2008 Damiano Cunego al Lombardia. Da allora più niente, e c'era sentore di crisi, di un declino senza via d'uscita e di una credibilità - complici anche i tanti casi di doping - ridotta ai minimi termini. E invece no, per fortuna, altrimenti il ciclismo tricolore rischiava di scomparire nonostante l'affetto immutabile dei tifosi sulle strade e i record di ascolti in televisione. Serviva il campione in grado di infondere nuovo entusiasmo e quel campione è arrivato. Non un corridore nuovo né giovane, ma a 32 anni nel ciclismo moderno non si può essere considerati da pensione. Oltretutto all'anagrafe sportiva di Basso mancano all'appello due anni, quelli che gli hanno tolto (giustamente) perchè impegolato nell'affare Puerto. Adesso sembra rinato e soprattutto un altro, il prototipo dello sportivo e del leader vero. Mai una parola fuori posto, mai un eccesso. Ha aspettato con pazienza, smaltendo la ruggine dell'inattività, ed è tornato a trionfare in una delle corse rosa più dure degli ultimi anni. E adesso già pensa al Tour e alla sfida con sua maestà Contador.
Basso entra così ufficialmente nell'albo d'oro dei grandi. Lontano dal record di Binda, Coppi e Merckx, vincitori di cinque Giri, ma adesso con i due Giri vinti raggiunge campioni come Simoni, Saronni, Indurain, facendo meglio di icone come Moser e Pantani.
Il Pirata fu l'ultimo a fare l'accoppiata Giro-Tour nella stessa stagione. Ed è questo il vero sogno nel cassetto di Basso.
Il capitano della Liquigas ieri ha rischiato quasi niente. Alla fine è stato solo 15°, ma aveva già messo in cassaforte la vittoria del Giro. L'unico motivo di interesse di questa ultima tappa era la lotta tra Nibali e Scarponi per il podio. Ha prevalso lo «squalo» dello Stretto. Non per il successo di tappa, perchè quello è andato allo svedese Larsson, che ha beffato Pinotti di appena due secondi, con Vinokourov (terzo), che non ha vinto nemmeno questa volta. Nibali si è piazzato quinto dietro a Evans con 14" su Scarponi. E il ciclismo italiano torna a sorridere.
31/05/2010
Basso: «E adesso voglio conquistare anche il Tour»
IVAN BASSO
Ivan Basso sorride, tra la maglia rossa Evans («complimenti all'organizzazione per lo stupendo scenario dell'Arena»), la maglia verde Lloyd («Giro fantastico dall'inizio alla fine»), la maglia bianca Porte («è eccitante per il futuro del ciclismo che i giovani possano emergere»), il vincitore di giornata Larsson («le gambe erano buone e in discesa sono andato forte»). Ha vinto il suo secondo Giro d'Italia.
Basso, questa vittoria è un punto di partenza o arrivo?
«Sicuramente di partenza. Farò presto 33 anni, ci saranno altre corse a tappe in cui potrò essere protagonista, ma ci sono giovani molto forti come Nibali, Contador, Andy Schleck, Gesink, Porte che cresceranno. Intanto, andrò avanti col mio atteggiamento e solo quando la strada lo dirà cambierò i miei obiettivi».
Quale sarà il prossimo?
«Il Tour. Sono molto ambizioso e al Tour voglio fare il meglio pur sapendo che Contador ha un ruolino di marcia incredibile nelle corse a tappe».
Al Tour, quando fu escluso, cominciò il suo periodo buio: tornarvi sarà chiudere un cerchio?
«Voglio ridare al Tour quello che il Tour ha dato a me. Il Tour è nel mio cuore, mi ha dato emozioni fortissime dal 2001 al 2005. Ho tanta voglia di correrlo».
Pensa di poter essere competitivo in salita con Contador?
«Non l'ho mai affrontato direttamente al massimo della condizione. Quanto lui ha dimostrato in quattro anni è incredibile, ma dentro di me ci credo, pur con grandissimo rispetto e umiltà. La squadra sarà unita e faremo del nostro meglio pur sapendo che Contador non ha perso una corsa a tappe da quattro anni a questa parte. Comunque, ci proviamo. E non dimentichiamo Evans, che non scherzerà e punterà alla vittoria».
Cosa ha provato entrando all'Arena?
«Le emozioni degli ultimi due giorni di montagna sono diventate realtà. Sono felicissimo. È un giorno fantastico. Lo è stato entrare nell'Arena, con un pubblico così e con i miei figli che mi aspettavano appena sceso dalla bici. E sono felice di annunciare oggi che attendo un terzo figlio. Mia moglie Michela me l'ha comunicato alla vigilia della tappa dello Zoncolan. E il giorno dopo mi sono... scatenato».
Si è preso in braccio i figli Domitilla e Santiago e li ha avvolti nella maglia rosa.
«Loro erano molto piccoli quando ho vissuto il periodo buio. È sempre difficile capire quello che portano dentro i bambini. Ma Domitilla ha gli occhi che parlano ed era molto, molto felice. Si ricorda di quando l'ho portata sul podio del Tour e mi è rimasto in mente che nel 2008, in pieno periodo buio, mentre vedevamo Sastre sul podio del Tour, guardando Domitilla ho capito che aveva voglia di rivivere quell'emozione. Quella cosa me la sono portata dentro ed è stato molto, molto bello trovare i miei figli sul podio in Arena».
Ha sofferto, ha temuto di non farcela?
«Sinceramente sì. Arroyo è un buon corridore ed ha una grande squadra. L'Aquila ha creato problemi, ma la squadra ha reagito con orgoglio e, dal quel giorno, abbiamo fatto tutto nel modo giusto. Credo che il Giro sia piaciuto molto. Di sicuro, tutti i partecipanti hanno messo un agonismo incredibile. Già il primo giorno, in Olanda, dopo un chilometro c'è stata la prima fuga. E poi c'è stato Montalcino che ha creato la prima frattura in classifica, poi il "disastro" di L'Aquila che ha creato suspense e grande interesse per capire se l'inseguimento sarebbe riuscito».
A chi dedica la vittoria?
«Ci sono tante persone che mi sono sempre state vicine e ringrazierò viso a viso».R.P.
31/05/2010
Hamilton siede sul trono libero della Red Bull
BIS MCLAREN-MERCEDES. Doppietta inattesa per il team anglotedesco
Gara ad eliminazione in testa tra Webber e Vettel Ne approfittano i piloti McLaren mentre Massa e Alonso chiudono al settimo e ottavo posto
ISTANBUL
Doppietta inglese (Hamilton e Button) e tedesca (entrambi su McLaren—Mercedes) al Gran premio di Turchia, settima prova del campionato mondiale di Formula 1. E mentre risorge la scuderia anglo tedesca e si appanna da sola per colpa dei suoi piloti «galletti» la Red Bull, la Ferrari affonda in due anonime posizioni: settimo Massa e ottavo Alonso.
I colpi di scena sono tutti merito altrui e cominciano al 40° dei 58 giri previsti: le due Red Bull di Mark Webber e Sebastian Vettel sono al comando davanti alle due McLaren di Lewis Hamilton e Jenson Button. Per la bandiera a scacchi sembra prepararsi l'ennesima doppietta del team anglo-austriaco che permetterebbe di consolidare la leadership in entrambe le classifiche iridate. Invece, alla curva 12 Vettel tenta il sorpasso del compagno Webber e lo tocca. Entrambi finiscono fuori pista, ma è il tedesco, con una gomma scoppiata e la vettura danneggiata ad avere la peggio e davanti alle telecamere di tutto il mondo si ritira con un gesto plateale che fa capire la pazzia compiuta da Webber. In realtà le immagini dalle camera-car, scagionano l'australiano che ha mantenuto la traiettoria della vettura. Comunque a quel punto la gara teoricamente vinta è buttata alle ortiche e la doppietta passa dai colori Red Bull a quelli della McLaren.
Nove giri dopo sono ancora i due piloti passati in testa a far salire la pressione degli spettatori e dei meccanici ai box, grazie a un doppio sorpasso, ruota contro ruota, alla curva 12 già incriminata per il tentativo della coppia Red Bull, con Button che passa Hamilton per poi essere sorpassato alla curva successiva.
La guerra e il contatto continuerebbero con altri possibili cambiamenti al vertice se non arrivasse dai box l'ordine per entrambi di risparmiare benzina: come dire che si sarebbe arrivati nello stesso ordine in cui ci si trovava e con parata assicurata, come effettivamente accade.
Vince Lewis Hamilton, al primo successo 2010 e seconda doppietta stagionale per la scuderia d'argento. Webber limita i danni salendo sul terzo gradino del podio che gli permette di mantenere la testa della classifica piloti.
Ferrari azzoppata dall' F-Duct, l'ala con il buco in mezzo che in realtà si rivela un buco nell'evoluzione della F 10. Il responsabile della gestione sportiva, Stefano Domenicali, mai così duro come a Istanbul, attacca: «Dobbiamo tirare fuori idee ed essere innovativi e questo sistema finora ci ha forse distratti un po'».
Per Massa «è stata una gara noiosa. Schumi, Rosberg e io avevamo più o meno tutti lo stesso passo e non c'erano le condizioni per superare. Ho lottato con Petrov e, quindi, siamo al livello della Renault».
Alonso è deluso: «Speravamo in qualcosa di più, Siamo ancora lì con i primi ma speriamo di riuscire a sviluppare la macchina».
31/05/2010
Webber «al risparmio» non dà strada a Vettel
Uno aveva introdotto il «save-fuel» per risparmiare benzina e arrivare in fondo alla gara senza problemi, mentre l'altro, che viaggiava ancora in modalità normale, era convinto di aver maggior velocità del compagno di squadra. La cattiva comunicazione del team ai piloti ha mandato all'aria la doppietta della Red Bull, secondo la versione ufficiale della squadra fatta propria dal responsabile del team Christian Horner: «Webber doveva risparmiare benzina, per cui ha predisposto il motore in modalità save-fuel, che gli ha fatto perdere qualcosa in termini di prestazione. Questo spiega perché Vettel, in quel tratto di gara, era più veloce. L'errore resta quello che i due piloti non siano riusciti a darsi abbastanza spazio ed è frustrante», ha osservato Horner, «aver buttato via 28 punti. Li hanno persi tutti e due i piloti. Ho parlato con entrambi, sono adulti, sanno che il team li tratta nell'identico modo: hanno lo stesso equipaggiamento e le stesse opportunità», assicura.
La Red Bull avrebbe centrato la terza doppietta della stagione, ma Vettel e Webber, compagni di squadra dalle antiche ruggini, hanno rovinato tutto, e l'aria del box si taglia con un coltello, anche se le dichiarazioni del dopo gara di entrambi puntano a smorzare i toni, accampando l'idea che « in gara può accadere»
Il regalo ha reso raggiante Hamilton: «C'era molto equilibrio in gara e lottare con la Red Bull è stato un gran risultato», sostiene il pilota inglese della McLaren-Mercedes. «Possiamo giocarcela e faremo il possibile per vincere entrambi i Mondiali». Per il campione del mondo 2008, alla sua prima vittoria stagionale, è stata «una gara incredibile». «Sapevamo di avere un buon passo e che potevamo tenere quello della Red Bull, ma superare Vettel e Webber era difficile».
Nessuna polemica con Button per quel doppio sorpasso a otto giri dalla fine, quando le Red Bull erano già fuori gioco, e che poteva costargli caro.
«Tra noi c'è stata una battaglia onesta», sostiene, «e alla fine è arrivato un grande risultato, che dedico a mio padre che domani festeggia i 50 anni», è stato il suo pensiero. «Abbiamo tenuto un passo veloce per tutta la gara», osserva con soddisfazione anche Button, «adesso siamo vicini alla Red Bull».
FONTE: LArena.it