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Intervista a Roberto TRICELLA, capitano e leader carismatico della "BANDA BAGNOLI"


Ciao butèi, a tutti voi che come me amate l'HELLAS VERONA segnalo questa intervista a Roberto TRICELLA apparsa su Calcio.com MAGAZINE, nella quale il capitano dei capitani gialloblù che dava equilibrio e solidità agli scaligeri campioni d'Italia a metà degli anni '80, si racconta fra passato e presente... Noi ci rivediamo Domenica, io parto per Aprilia (Roma) dove, con la compagnia CoroGiovani di Povegliano, replicheremo Sabato il musical MADRE TERESA... Se passate di là siete miei ospiti! Hi hi...
- AGLI ORDINI CAPITANO!
Continua il viaggio tra i campioni dello scudetto gialloblù. E' la volta di Roberto Tricella capitano e leader carismatico della "Banda Bagnoli"
Faccia pulita, occhi furbi, sorriso da "bravo butèl". Roberto Tricella è stato per sette stagioni la colonna difensiva dell'Hellas Verona. Libero e capitano, giocatore esemplare sia caratterialmente che tatticamente. Sui suoi piedi morivano le offensive avversarie e nascevano quelle gialloblù. Come diceva Bagnoli Bagnoli era "il primo contropiedista della squadra".

Ma cosa fa oggi Roberto Tricella?
Quando ho smesso di giocare, nel 1991, ho deciso di lasciare definitivamente il mon­do del calcio. Oggi vivo a Cernusco sul Na­viglio, dove sono nato e da dove ero partito pieno di speranze e di sogni, e lavoro nel settore immobiliare.

Con il calcio quindi basta...
Si, proprio così Quel che è stato è stato. Ora ho la mia attività, che porto avanti con successo da 15 anni, e il calcio lo seguo solo in televisione. Una partita me la guardo ancora volentieri. Ma niente di più.

Quindi se ti proponessero un ruolo dirigenziale in qualche società la risposta sarebbe negativa...
Certo, e ti spiego il motivo. Innanzitutto da quando giocavo io ad oggi le cose sono cambiate tantissimo; questo non è più il mio calcio, troppo diverso. Inoltre essendo fuori dall'ambiente da casi tanto tempo non saprei proprio da che parte cominciare. Sono convinto che, come per tutti i lavori, ognuno deve operare in base alle proprie competenze e conoscenze. Purtroppo nel calcio di oggi ci sono tanti personaggi che si spacciano per esperti. E poi si vedono i danni che combinano.


Quello che sta succedendo attualmente nell'Hellas ...
Non posso dare un giudizio sulla situazione del nostro Verona. Abitando lontano e non essendo nell'ambiente sto a quello che leggo sui giornali, che sento dalla televisione e dai racconti dei miei ex compagni. Che la società sia in grossa difficoltà e che la squadra ne risenta è palese. Non voglio però entrare in merito alla rosa e alla campagna acquisti perché non conosco i giocatori. Certo è che, sulla carta, l'Hellas non mi sembra la peggiore squadra del girone.

Bei tempi quando l'Hellas lottava per le prime posizioni in serie Al
Eh, già. Ma i tempi sono cambiati. Al­l'epoca le rose erano ristrette, c'era pro­grammazione, c'era un gran bel gruppo di amici e, diciamolo, quel pizzico di fortuna che non guasta mai. Di base resta il fatto che se la società non avesse lavorato bene di sicuro non avremmo vinto lo scudetto e non ci saremmo qualificati per due anni in coppa Uefa. Purtroppo il Verona non poteva competere sul mercato con le grandi. Noi ogni anno vendevamo un paio di giocatori importanti per tenere in ordine il bilancio e acquistavamo i sostituti a prezzi contenuti. Avessimo avuto più soldi probabilmente avremmo potuto vincere ancora qualcosa.

Senti ancora i tuoi ex compagni?
Certo, siamo in contatto e appena pos­siamo ci incontriamo. Gli anni trascorsi a Verona mi hanno dato tante soddisfazioni sul campo ma mi hanno anche fatto cono­scere persone straordinarie, amici veri. Tra noi c'era il giusto mix tra serietà, allegria, divertimento e ... pazzia! Si, perché serve anche qualche pazzo nel gruppo altrimen­ti sai che monotonia!


La tua stagione più bella in maglia gialloblù, escludendo quella dello scudetto?
Devo dire che ho un ottimo ricordo del primo anno che arrivai a Verona. Era il campionato 1979-1980, in panchina c'era il compianto Veneranda. Partimmo per giocare un campionato tranquillo ed invece fino a poche giornate dalla conclusione eravamo nel periodo più bello della storia dell'Hellas.

La verità: arrivasse la chiamata dall'Hellas ce lo faresti un pensierino?
No, davvero. Per quanto sia ancora legato alla città e ai colori gialloblù io con il calcio ho chiuso. Piuttosto che contattino quelle persone che al Verona lavorerebbero anche gratis! Ecco, questa è una cosa non riesco a capire: perché una società in difficoltà come l'Hellas non chiede la collaborazione ad una persona, faccio un esempio, come Ciccio Mascetti. Un direttore sportivo come lui è una sicurezza e un valore aggiunto per qual­siasi società. Non fare affidamento sulle sue qualità è un delitto. E poi ci sarebbero i vari Fanna, Galderisi, Sacchetti, Fontolan ... Un patrimonio umano e di competenze di que­sto livello non può essere ignorato.

E Roberto Tricella?
Roberto Tricella avrà sempre l'Hellas nel cuore e sarà per sempre un suo tifoso. Questo è quello che posso garantire e che, calcisticamente parlando, posso fare bene. Per altre mansioni non sono ...libero!

FONTE: Calcio.com MAGAZINE