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Da giocatore 'di quantità' come tanti a genio della panchina (anche se gli inizi non furono affatto incoraggianti) con VERONA e GENOA: Allenatore schivo, allergico alle luci della ribalta, non a caso ha dato il meglio con le 'piccole'; per i veronesi rimane un vero e proprio mito come dimostra il grandissimo applauso tributatogli dall'Arena in occasione dei 110 anni dell'HELLAS...


Data di nascita:03/07/1935
Luogo di nascita:Milano (MI)
Nazionalità:Italiana
Ruolo:Mediano/Libero
Altezza:170 Cm
Peso:69 Kg
Posizione:
CARRIERA DA ALLENATORE +   -   =
 
SQUADRA
STAGIONE
SERIE
PARTITE
RUOLO
Hellas Verona
Dal 2017-18
B e A
-
Presidente Onorario
Inter
1992-94
A
73
Allenatore
Genoa
1990-92
A
88
Allenatore
Hellas Verona
1981-90
B e A
375
Allenatore
Cesena
1979-81
B e A
84
Allenatore
Fano
1978-79
C2
-
Allenatore
Rimini
1977-78
B
42
Allenatore
Como
1975-77
A e B
60
Allenatore
Como
1974-75
B
-
Vice Allenatore
Solbiatese
1973-74
C
-
Allenatore
Verbania
1969-70
C
-
Vice Allenatore

CARRIERA DA GIOCATORE +   -   =
 
SQUADRA
STAGIONE
SERIE
PARTITE
GOAL
Verbania
1968-73
C
135
23
Udinese
1967-68
C
22
4
Spal
1966-67
A
25 (+1CI)
2 (+0)
Spal
1965-66
A
33 (+3CI)
4 (+1)
Spal
1964-65
B
34 (+2CI)
4 (+0)
Catanzaro
1963-64
B
32 (+1CI)
12 (+1)
Catanzaro
1962-63
B
35 (+1CI)
4 (+0)
Catanzaro
1961-62
B
33
5
Udinese
1960-61
A
11
0
Hellas Verona
1959-60
B
36 (+1CI)
11 (+1)
Hellas Verona
1958-59
B
38 (+1CI)
15 (+1)
Hellas Verona
1957-58
A
23
3
Milan
1956-57
A
10
1
Milan
1955-56
A
8
1
Milan
1954-55
Primavera
-
-
Milan
1954-55
Primavera
-
-
Giovanili Ausonia 1931
Fino al 1954
-
-
-
LEGENDA: CI=Coppa Italia


NEWS E CURIOSITÀ +   -   =
Più amato di MANDORLINI, più bravo di PRANDELLI, ecco la scheda di Osvaldo BAGNOLI il tecnico che ha fatto sognare Verona e i veronesi trasformando un'antica e gloriosa società calcistica di provincia in un team vincente in Italia ed in Europa!

L'UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO NEL MOMENTO GIUSTO...
Questo fu l'Osvaldin de la Bovisa per i colori scaligeri, uno che non ha mai perso di vista il fatto che alla fine il calcio è uno sport di squadra, che non servono astrusi principi tattici per vincere ma equilibrio, semplicità, motivazioni e anche (perchè no?) la giusta dose di fortuna senza la quale ogni cosa è pregiudicata...
Il suo era in fondo un calcio elementare:
  • Due registi uno in difesa (TRICELLA) e l'altro in mezzo al campo (DI GENNARO) in grado di dirigere i rispettivi reparti con ritmi giusti e sapienza
  • Rallentamento del gioco e 'giropalla' alla ricerca di varchi in fase di possesso
  • Pressing asfissiante sui portatori di palla in mediana, in maniera che mai possano giocare 'comodo' anche un solo pallone, in fase di non possesso
  • Guardia e contrattacco da esperto schermitore e, quando serviva, anche un 'catenaccio' spietato (se non puoi vincere fa in modo di non perdere...)
...Elementare ma impossibile da applicare se non si hanno i calciatori giusti, magari carichi di motivazioni e spirito di rivalsa nei confronti di chi li ha ritenuti frettolosamente inadatti alla causa, e da chi altri era composta la 'rosa' scaligera a quel tempo?
Agli ingredienti si aggiunga un ottimo Direttore Sportivo (MASCETTI), perfettamente integrato (anche caratterialmente) con la volontà del mister, ed ecco uscire l'HELLAS VERONA vincitore del tricolore 1984-1985

UNA VITA DA MEDIANO...
Da calciatore BAGNOLI rifletteva le peculiarità caratteriali che lo contraddistingueranno anche da allenatore: Concretezza, sacrificio, idee chiare ed i risultati arriveranno.
Così fu infatti per il giovane Osvaldo, nato e cresciuto alla Bovisa (quartiere alla periferia nord di Milano nato da una borgata agricola poi inglobata da Milano) da una famiglia modesta che precocemente gli trasmise il valore del costante impegno per l'ottenimento di una vita migliore, partito dai dilettanti dell'AUSONIA 1931 e poi, via MILAN, passare la carriera (anche al VERONA dal '57 a '60) tra A, B e C a fare da mediano o mezz'ala con un buon tiro dalla distanza.

I SOFFERTI INIZI DA ALLENATORE POI LE PROMOZIONI!
Il mister del tricolore scaligero non fu molto fortunato ai primi inizi con la nuova carriera ai bordi del campo: Dopo una parentesi al VERBANIA da vice, lavorò tre anni più tardi con SOLBIATESE in C ma venne esonerato appena cominciato il girone di ritorno, ingaggiato successivamente dal COMO come vice di MARCHIORO non riuscì ad evitare la retrocessione ai lariani come capo-coach (subentrato) in Serie A due anni dopo.
Nella successiva stagione in cadetteria il riconfermato Osvaldo termina al 6° posto, si salva con il RIMINI nell'annata '77-'78 ottenendo finalmente una promozione dalla C2 col FANO e dalla B col CESENA che dirigeva in campo dal '79.


UN VERONA VIVACE E DIVERTENTE: IL MIRACOLOSO SCUDETTO!
Nel 1981 BAGNOLI potrebbe gustarsi la Serie A conquistata con i romagnoli e invece si fa convincere dal presidente Celestino GUIDOTTI che gli presenta l'ambizioso progetto scaligero per rilanciare una squadra che solo all'ultimo si era salvata dalla Serie C: Nasce il leggendario ciclo che porterà l'HELLAS a vincere un incredibile scudetto solo quattro anni più tardi!
Osvaldo miete successi e dopo aver portato i gialloblù in Serie A, mette paura alle 'grandi' terminando il campionato '82-'83 al quarto posto con la meritata qualificazione per la Coppa UEFA e la finale di Coppa Italia: Quella squadra è composta dagli 'scarti' di altre squadre (come GARELLA, MARANGON, VOLPATI, TRICELLA, FANNA e DI GENNARO che costituiranno la 'spina dorsale' della compagine Campione d'Italia) con l'aggiunta dell'estro brasileiro assicurato da DIRCEU attorno al quale mastro Osvaldo modellò l'assetto tattico.
Il gioco si fa interessante, la gente apprezza la 'novità' VERONA che rompe la cortina dei 'soliti vincenti' formata da JUVE, INTER e MILAN: L'HELLAS si rafforza mantenendo la filosofia che l'ha premiata e la stagione '83-'84 termina col 6° posto in Serie A e ancora la finale nella coppa di Lega...
La pera è matura, chiede solo di essere colta e con l'innesto dei due fuoriclasse BRIEGEL ed ELKJAER (fino a quel momento praticamente ignorati dal 'grande calcio') la squadra scaligera conquisterà il più incredibile degli allori al termine di una stagione 1984-1985 irripetibile!
Quello fu il culmine dei nove anni scaligeri in cui BAGNOLI conquistò un altro 4° posto e i quarti di finale UEFA (nella stagione 1987-1988) prima della retrocessione del 1990, causata anche dal dissesto economico in cui versava la società, e la fine di un magico ciclo...

GRANDI SODDISFAZIONI ANCHE AL GENOA
Uno dei più bravi allenatori italiani di quel tempo (forse addirittura il migliore) non smette di stupire: In 'rotta' con la nuova dirigenza gialloblù BAGNOLI viene ingaggiato dal GENOA che porta al 4° posto in Serie A dopo decenni di 'magra' e alla conseguente disputazione della Coppa UEFA nella stagione successiva nella quale la squadra del 'Grifone' arrivò fino alla semifinale (dopo aver battuto, fra gli altri, il LIVERPOOL sul proprio campo).

IL SECONDO POSTO CON L'INTER, L'AMARO ESONERO E L'ADDIO AL CALCIO...
La squadra nerazzurra vuole mister BAGNOLI alla sua corte e nel 1992 ne ottiene l'ingaggio: E' l'INTER 'disegnata' sulle ripartenze dei velocissimi SOSA e SCHILLACI che, grazie ad un arrembante finale, riuscirà a piazzarsi seconda dietro all'odiatissimo MILAN.
La stagione '93-'94 dovrebbe essere quella del rilancio interista grazie anche al faraonico mercato che porterà nella squadra di Osvaldo nientemeno che l'asso BERGKAMP ed il suo compagno olandese JONK: Purtroppo non nascerà mai un vero feeling tra il tecnico (forse anche inadatto alle squadre metropolitane in cui spesso gli allenatori pagano le 'bizze' delle star che calcano il campo) ed i nuovi acquisti, Osvaldo verrà esonerato a Febbraio e l'INTER naufragherà tra errori di mercato ed insanabili problemi tattici.
A 59 anni BAGNOLI non ne vuole più sapere di sedersi in panchina: Rifiuterà diverse panchine importanti e si dedicherà al mestiere di nonno per il resto della vita (anche se non ha negato qualche comparsata nelle TV locali e al 'Binti').

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ANEDDOTI & ALTRO DA RICORDARE +   -   =
  • Mister BAGNOLI nella hall of fame del calcio italiano! Nella splendida cornice del 'Palazzo Vecchio' a Firenze mister-scudetto ha ritirato il riconoscimento 'Il premio? Onorato, da ex allenatore del Verona ma anche, ormai, dopo quarant'anni vissuti a Verona, da veronese. Lo Scudetto? Ho sempre risposto che avevo a disposizione un gruppo di ragazzi che andavano d'accordo tra di loro. Ho capito, nella mia carriera da allenatore, che è quella la base indispensabile per fare dei grandi risultati. Oggi mi ha accompagnato qui Nico Penzo, un vero e proprio amico, è come se avessimo giocato insieme invece che essere stati mister e giocatore'
  • Presidente onorario dell'HELLAS VERONA dal 19 Gennaio 2018 'Sono orgoglioso e onorato di aver ottenuto questa carica, è bello sapere che il ricordo di quanto abbiamo fatto sia ancora vivo a distanza di tanti anni'
  • Hall of famer Nei cuori dei tanti appassionati che l'hanno conosciuto (da giocatore ma soprattutto da allenatore) c'era già da tempo, basti pensare alla costruzione del miracoloso scudetto al VERONA 1984-85 ma anche negli anni successivi alla guida del GENOA, ora però 'Il' mister Osvaldo entrerà anche nella Hall of Fame del calcio italiano.
    Il riconoscimento, istituito dalla FIGC e dalla Fondazione museo del calcio di Coverciano, inteso a celebrare figure dell'arte pedatoria capaci di lasciare un segno indelebile nella storia del nostro calcio conta per ora 77 persone di cui farà finalmente parte, nella Primavera 2018, anche BAGNOLI: Complimenti vivissimi mister che riceve un riconoscimento anche dall'amministrazione comunale scaligera
  • Mister BAGNOLI rivela a Xavier Jacobelli un unico cruccio: 'Vede il ginocchio? In ospedale hanno dovuto mettermi una placca per sistemarlo e così non posso più andare a giocare una volta alla settimana con gli Ex dell’Hellas: Fanna, Sacchetti e gli altri del gruppo. Sapesse quanto mi dispiace, ma non posso proprio farci niente'. Piacevolissima questa intervista del CorriereDelloSport.it in cui parla di VAR, silenzi stampa e moduli...
  • Enrico Ruggeri racconta Osvaldo Bagnoli e il miracolo dell'Hellas Verona: Enrico Ruggeri per la puntata odierna de "Il Falco e il Gabbiano" in onda dalle 15.30 su Radio 24, intervista l'ex centrocampista del Verona Pietro Fanna ripercorrendo la storia di Osvaldo Bagnoli storico mister dell'Hellas vincitore dello scudetto nel 1985
  • Oggi 3 Luglio 2015 'Mister Scudetto' compie 80 anni: Tanti auguri di tutto cuore a Osvaldo BAGNOLI! Il giornalista Di Pietro sulle colonne de L'Arena raggruppa una serie di personaggi noti (e non) che non mancano di augurare un buon compleanno ad una vera e propria legenda dello sport veronese e non solo.
  • Indimenticabile per una città intera! Osvaldo BAGNOLI è e rimane un mito vivente da tutti inarrivabile per Verona e i veronesi: Il boato più grosso e ricco di emozione, tributato dai tifosi accorsi all'Arena il 20 Maggio 2013 per festeggiare il 110° compleanno dell'HELLAS, è stato dedicato proprio al tecnico tricolore che da par suo ancora fatica a credere di meritare tutto l'affetto che la gente gialloblù gli assicura...
  • Proverbiale 'musone'... Più che alle parole BAGNOLI si affidava agli sguardi e non c'erano pericoli di fraintendimento alcuno! Non stupì BRIEGEL che, intervistato a proposito del suo rapporto col tecnico che lo guidò alla vittoria del campionato ebbe a dire "Volete sapere qual è stata la prima volta che l'ho visto sorridere? A Bergamo. Negli spogliatoi, il giorno dello scudetto"
  • Contrario alle grandi rose da allenatore Al mister tricolore non piaceva avere troppi calciatori da amministrare e, instaurando con loro un rapporto maestro-allievo con annessi e connessi, sapeva esattamente su chi, cosa e per quanto poteva contare: Altro che turn over!
  • Jolly del centrocampo da giocatore Il giovane di scuola MILAN crebbe da ala destra ma fu poi dirottato verso il centro del campo come mediano interditore o come trequartista. A fine carriera nel VERBANIA giocò anche da libero (per i più giovani: il 'battitore libero' era il difensore che, non dedicato ad una specifica marcatura, si trasformava in difensore aggiunto o si proponeva come primo 'manovratore' nelle ripartenze...)
  • Al MILAN per meno di 100mila Lire! Estate del 1955 il 20enne BAGNOLI viene ingaggiato dal MILAN per la bellezza di 75.000 Lire! Chiaro che si stà parlando di un'altra era geologica rispetto alle cifre attuali ma fa lo stesso impressione...
Osvaldo Bagnoli - Il calcio per bene

DA WIKIQUOTE, AFORISMI E CITAZIONI IN LIBERTÀ +   -   =
  • Gaffe italiotiche "Che se loro aspetta che io li accendi..." questa in dialetto sarebbe stata perfetta... Il problema è nella traduzione istantanea in italiano magari quando sei in agitazione, "L'Inter se avrebbe perso non meritava di perdere" scivolare sul congiuntivo è quasi un must per ogni vero big degno di questo nome, "Probabilmente se l'avrei vinto... se l'avevo vinto io, probabilmente cercavo di sopportare quello che avevo perso" cos'avrà voluto dire?
  • Dedicate ai suoi calciatori "Dite che con Pancev bisogna avere pazienza perché è macedone? Sarà... ma io sono della Bovisa e non sono mica un pirla" a chi ha orecchie per intendere..., "Ruben Sosa di tattica el capìss nient, ma se continua a fare gol, mi sta benissimo!"
  • Meglio essere previdenti! "Quando allenavo il Rimini, ero contestato. Fui costretto a scappare come un ladro. Per questo, se posso, esco sempre dalla porta di servizio: mi alleno per i tempi duri"
  • Grande anche nelle metafore "Il calcio è come il cibo: se ti abitui all'aragosta, poi il risotto coi funghi non lo vuoi più", "Il calcio è come una briscola al bar con il tuo migliore amico. Quando giochi, fai di tutto per fregarlo. Quando posi le carte, bevi con lui un bicchiere" alias il terzo tempo
  • Giovani calciatori arroganti e insopportabili "Pentito per non aver più accettato panchine dopo l'esonero all'INTER? No. Probabilmente ero arrivato al capolinea. Certe cose non le sopportavo più. Ad esempio i giovani: pretendevano tanto e davano poco. E se un insegnante non sopporta più i suoi allievi è meglio che smetta"
  • Conta la squadra non il singolo "Bergkamp e Dell'Anno? Ho cercato di capirci qualcosa. Anche perché ho visto che dopo di me all'Inter sono successe sempre le stesse cose. L'Inter ha avuto presidenti paternalistici, che si innamoravano dei giocatori. E questo è un segno di debolezza... All'Inter ha fallito anche Lippi"
  • Sorpreso dall'INTER... "Quando giocavo il sogno era quello della grande squadra. Da allenatore invece no. Arrivai all'Inter che avevo 57 anni e questo fatto mi sorprese. Al Milan o all'Inter si va da emergenti"
  • Apolitico "Io sono apolitico. Votavo socialista solo perché mio padre era socialista. Però è vero che Gianni Brera fece il mio nome a Silvio Berlusconi"
  • Sacchi e l'equivoco del progresso "Sacchi ha avuto il merito di portare la cultura del lavoro nelle grandi squadre però ha pure originato un grosso equivoco. Si diceva che il suo calcio fosse offensivo ma come si fa a chiamare offensivo un calcio basato sul pressing e sul fuorigioco? Voglio dire che il mio calcio ha incominciato a cambiare con lui. Del resto una volta andavi in giro a piedi o in bici. Ora devi stare attento, se no ti tirano sotto. È il progresso"
  • Il cappello non è un vezzo! "Appena si abbassa la temperatura, io ho sempre il mio cappellino in testa. Ma non è un vezzo. Soffro di sinusite e all'inizio mi curavo con i fumenti, l'acqua calda e la camomilla. Fu un medico, tanti anni fa, a dirmi: mettiti il cappello e non toglierlo più. John Lennon non c'entra. Mica indosso sempre lo stesso modello"
  • Collosale ingiustizia... "La più grossa ingiustizia patita in carriera? Il famoso Juve-Verona di Coppa dei Campioni. Pagammo noi per cose che non c'entravano con lo sport. La Juve era stata condannata a giocare due partite a porte chiuse e noi fummo le vittime sacrificali perché c'era da risarcire economicamente i bianconeri. Un mio giocatore tirò uno zoccolo che ruppe un vetro. Ne venne fuori un po' di casino e nel nostro spogliatoio entrò la polizia. Allora io feci una battuta: se cercate i ladri, sono dall'altra parte. Poi comunque la Juve venne eliminata dal Barcellona: ricordo ancora la gioia che provammo in quel momento"
  • TOTTI era un grande "Il calcio in TV? Il Totti di un paio d'anni fa, quello prima dello sputo e dell'incidente, mi teneva attaccato al televisore. Adesso invece..."
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Osvaldo Bagnoli
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Osvaldo Bagnoli (Milano, 3 luglio 1935) è un allenatore di calcio ed ex calciatore italiano, di ruolocentrocampista.
Ha legato il suo nome all'Hellas Verona con cui ha conquistato l'unico scudetto dei gialloblu nella stagione 1984-1985.

Caratteristiche tecniche
- Giocatore
Schierato inizialmente come ala destra, ha giocato per la maggior parte della carriera comemezzala o mediano; nelle ultime stagioni al Verbania è stato utilizzato come libero. Era dotato di un potente tiro dalla distanza.

- Allenatore
Ha fatto applicare alle sue squadre (e in particolare al Verona) il cosiddetto catenaccio, pur applicando una marcatura a zona mista in fase difensiva, nella quale il centrocampo era chiamato a un lavoro di pressing aggressivo. In fase di possesso palla chiedeva ai suoi giocatori di rallentare il gioco e far girare il pallone, oppure colpire velocemente in contropiede sfruttando al massimo il gioco sulle fasce e le verticalizzazioni. Impiegava un giocatore con compiti di regista arretrato (spesso il libero) e uno come regista avanzato, e schierava i suoi uomini cercando di rispettarne le caratteristiche tecniche e tattiche. Prediligeva lavorare su un gruppo ristretto, evitando il più possibile il turnover, ed era un abile motivatore e comunicatore con i propri giocatori, di cui cercava la collaborazione.

Carriera
- Giocatore
Nato nel 1935 alla Bovisa, quartiere della periferia settentrionale di Milano, cresce come centrocampista nell'Ausonia 1931, formazione dilettantistica con cui si aggiudica il titolo di campione lombardo Allievi. Nel 1955 passa al Milan, segnalato dall'osservatore Malatesta, per 75.000 lire; con i rossoneri esordisce in Serie A disputando le ultime 8 partite del campionato 1955-1956. L'anno successivo è inizialmente titolare nel ruolo di ala destra, disputando le prime 5 partite di campionato prima di lasciare il posto a Tito Cucchiaroni; con il Milan vince in quell'annata lo scudetto e la Coppa Latina.

A fine stagione viene ceduto al neopromosso Verona, con cui disputa la sua prima stagione da titolare nella massima serie senza poter evitare la retrocessione degli scaligeri dopo lo spareggio con il Bari, anche a causa di una pleurite che lo tiene fuori squadra per diverso tempo. Rimane al Verona per i successivi due campionati cadetti, nei quali realizza complessivamente 24 reti, e nel 1960 torna per un'annata in Serie A, ingaggiato dall'Udinese.

Prosegue la carriera di nuovo in Serie B con tre annate al Catanzaro, da cui lo preleva la SPAL, su proposta di Sergio Cervato. Con gli estensi ottiene la promozione in Serie A e disputa le sue due ultime stagioni nella massima serie, realizzando la rete decisiva per la salvezza sul campo del Brescia, il 22 maggio 1966. Nel 1967, a 32 anni, torna per una stagione all'Udinese, nel frattempo retrocessa in Serie C; al termine del campionato subisce un incidente stradale, a causa del quale medita il ritiro per impiegarsi alla Mondadori. Chiamato da Enrico Muzzio, accetta poi la proposta del Verbania, neopromosso in Serie C: qui subisce un grave infortunio, e nella stagione successiva ricopre il doppio ruolo di allenatore e giocatore, affiancato da Franco Pedroni. Chiude la carriera con i piemontesi nel 1973, all'età di 38 anni, dopo aver totalizzato 110 partite in Serie A e 209 in Serie B.

- Allenatore
Gli esordi
Inizia la carriera di allenatore sulla panchina della Solbiatese, in Serie C, su indicazione del direttore sportivo del Verbania; viene esonerato all'inizio del girone di ritorno, a causa di contrasti con il presidente. In seguito Pippo Marchioro lo chiama come allenatore in seconda (e responsabile delle giovanili) del Como; rimane sul Lario anche dopo la partenza di Marchioro, e nel campionato 1975-1976 subentra all'allenatore Beniamino Cancian dopo 12 giornate, senza evitare la retrocessione. Viene riconfermato anche per il successivo campionato cadetto, concluso al sesto posto e diventa poi allenatore del Rimini, con cui ottiene la salvezza nel campionato di Serie B 1977-1978, risultato da lui stesso considerato un capolavoro. Nel 1978 accetta di scendere in Serie C2 alla guida del Fano, con cui ottiene la promozione, poi torna tra i cadetti con il Cesena, col quale nel giro di due anni sfiora la promozione in Serie A nel 1980 e la raggiunge al termine del campionato 1980-1981.

L'Hellas Verona e lo scudetto
Osvaldo Bagnoli portato in trionfo dopo aver conquistato lo scudetto.
Nel 1981 lascia la panchina cesenate per tornare al Verona, dove il presidente Celestino Guidotti aveva garantito un serio piano di rafforzamento della squadra, che l'anno precedente si era salvata all'ultima giornata. Con gli scaligeri ottiene la promozione in Serie A nel campionato 1981-1982; nella stagione successiva raggiunge il quarto posto in campionato e arriva alla finale di Coppa Italia, con una formazione composta da giocatori scartati da altre squadre (Garella, Marangon, Volpati, Tricella, Fanna, Di Gennaro) con l'aggiunta del nazionale brasilianoDirceu, per il quale modifica l'assetto tattico passando ad un'unica punta. Nel 1983-1984 il Verona, costruito con la stessa filosofia, raggiunge il sesto posto in campionato e nuovamente la finale di Coppa Italia.

Nel campionato Serie A 1984-1985 la squadra, con gli innesti di Hans Peter Briegel e dell'attaccante danesePreben Elkjær Larsen, va in testa alla classifica già nelle prime giornate e conquista il primo ed unico scudetto della storia del Verona; Bagnoli, considerato uno dei principali artefici del risultato, viene soprannominatomago della Bovisa e viene premiato con il Seminatore d'oro.

L'anno seguente, alla guida di una formazione modificata negli uomini e negli equilibri tattici dalla campagna acquisti-cessioni, non va oltre il decimo posto in campionato e l'eliminazione in Coppa dei Campioni dopo il doppio confronto con la Juventus; al termine della partita di ritorno, caratterizzata da controverse decisioni arbitrali, dichiara Se cercate i ladri, sono nell'altro spogliatoio. Bagnoli rimane al Verona fino alla stagione 1989-1990, conclusa con la retrocessione in Serie B causata anche dal dissesto economico della società; il suo ciclo sulla panchina gialloblu comprende uno scudetto, due finali di Coppa Italia e due quarti posti, oltre a tre partecipazioni alle coppe europee, nelle quali il miglior risultato è costituito dai quarti di finale della Coppa UEFA 1987-1988. Nei nove anni di permanenza a Verona stabilisce anche il record di presenze di un allenatore sulla panchina gialloblu.

Genoa
Nel 1990 lascia Verona, in contrasto con la nuova dirigenza del club scaligero, e si trasferisce sulla panchina del Genoa, con il quale ottiene il quarto posto nella stagione 1990-1991, miglior risultato della squadra nel dopoguerra, e la qualificazione alla successiva Coppa UEFA. Nella competizione europea i Grifoni approdano alla semifinale persa contro l'Ajax, dopo aver eliminato tra gli altri il Liverpool vincendo sul campo di Anfield Road; incampionato, invece, la formazione di Bagnoli accusa maggiori difficoltà, anche a causa delle voci di mercato che accostano il tecnico milanese ad altre squadre. A fine stagione, dopo l'eliminazione in Coppa UEFA e il quattordicesimo posto in campionato, lascia la squadra per trasferirsi all'Inter.

Inter
Nella stagione di esordio di Bagnoli l'Inter ottiene il secondo posto alle spalle del Milan, grazie a una rimonta in classifica nelle ultime giornate; la squadra viene impostata per giocare in contropiede, sfruttando le caratteristiche di Ruben Sosa e Salvatore Schillaci. Nel campionato 1993-1994 la squadra viene rinforzata dagli acquisti degli olandesi Wim Jonk e Dennis Bergkamp, che nei mesi successivi entrano in contrasto con l'allenatore. La squadra non ottiene i risultati previsti, a causa di problemi tattici ed errori di mercato, e Bagnoli viene esonerato a febbraio, dopo la sconfitta interna contro la Lazio. Si tratta del secondo esonero, dopo quello nella stagione di esordio nella Solbiatese; Bagnoli, che aveva già deciso di lasciare la panchina interista a fine stagione, conclude la carriera di allenatore a 59 anni, rifiutando diverse offerte negli anni successivi.

Palmarès
- Giocatore
Competizioni nazionali
  • Campionato italiano: 1 Milan: 1956-1957
Competizioni internazionali
  • - Coppa Latina: 1 Milan: 1956
- Allenatore
Competizioni nazionali
  • Campionato italiano: 1 Verona: 1984-1985
  • Campionato italiano di Serie B: 1 Verona: 1981-1982
  • Campionato italiano di Serie C2: 1 Fano: 1978-1979
Individuale
  • Seminatore d'oro: 1 1984

FONTE: Wikipedia.org