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Gianluca SAVOLDI punta del LECCO e figlio d'arte: a GENNAIO ero ad un passo dall'HELLAS VERONA, COMAZZI multato e degradato PREVIDI spiega perchè.


Gianluca SAVOLDI, punta del LECCO, conferma: a Gennaio era già tutto fatto. Ilyas ZEYTULAEV: passati i momenti bui è pronto ad essere l'arma in più per l'HELLAS VERONA in questo finale di stagione al cardiopalma. Partitella in famiglia: buon test. Ecco perchè Alberto COMAZZI non è più capitano: Nardino PREVIDI giustifica le scelte della società mentre l'ex capitano fa ricorso... Multa giusta o no?
- QUI LECCO.
L’ATTACCANTE DELLA SQUADRA LOMBARDA AVEVA FIRMATO UN ACCORDO CON CORTE PANCALDO. TUTTO È SALTATO A CINQUE MINUTI DALLA FINE DEL MERCATO
Savoldi e l’Hellas «Era già tutto fatto»
Quattro punti non sono niente quando corri il rischio di finire dentro al vortice della dannazione. A Lecco sanno bene come funziona: se vinci al Bentegodi, fuggi via e per un po’ respiri. Dovessi perdere contro l'Hellas, allora inizierebbero i grossi problemi. Toccherà a Gianluca Savoldi, «mancato» attaccante gialloblù cercare di mettere a segno il colpo gobbo.

Savoldi, lei è l'ex mancato della partita. Avrebbe dovuto giocarla con la maglia dell'Hellas questa gara. O no?
«Tutto vero, visto che tutto era stato fatto. Avevo già firmato per il Verona, c'era l'accordo. E la società gialloblù aveva messo anche sul piatto della bilancia una bella cifra per me». Poi alle sette meno cinque del 31 gennaio... «È successo che il Lecco si è tirato indietro. Forse temevano una possibile protesta da parte dei tifosi, forse si sono resi conto che era giusto che io restassi. Insomma, non se n’è fatto niente».

- L’UZBEKO RITROVATO.
A MONZA HA CONFERMATO QUANTO AVEVA FATTO DI BUONO NELLA PRIMA PARTE DI GARA A FOLIGNO
Zeytulaev guida l’assalto. L’attaccante gialloblù ha ritrovato gli stimoli giusti «Quattro sfide delicatissime, ora non possiamo sbagliare»

- Buona prestazione nel test in famiglia

- Multa a Comazzi e l’ex capitano presenta ricorso
IL CASO. A CASA PER LA MORTE DEL FRATELLO
«I calciatori professionisti hanno anche dei doveri». «La società ha trascurato l’aspetto umano del caso»
Il Verona è tornato da Monza con tre punti fondamentali nella corsa alla salvezza ma con un problema in più. Alberto Comazzi ha presentato ricorso al Collegio Arbitrale della Lega professionisti di serie C contro la multa affibiata all’ex capitano dal club di Corte Pancaldo. I fatti. Mercoledì 19 marzo, nella settimana di Pasqua, muore improvvisamente Mario Comazzi, il fratello quarantatreenne del difensore gialloblù. Il capitano del Verona, in quel momento infortunato, chiede un permesso per raggiungere la famiglia a Novara per portare conforto a genitori, cognata e nipotini in attesa del funerale.

Alberto Comazzi ritorna a Verona martedì 25 marzo, dopo Pasqua, e si mette a disposizione dell’allenatore ma davanti ai compagni di squadra viene a sapere che la società ha deciso di multarlo per inadempienze contrattuali. Si alzano i toni tra il giocatore e i dirigenti gialloblù, vola qualche parola grossa, Comazzi lascia l’allenamento.
Secondo il Verona l’ex capitano aveva solo due giorni di permesso, poi doveva dare comunicazione dei suoi spostamenti alla società e tornare ad allenarsi a Verona già il sabato, quando la squadra era in trasferta a Foligno. Comazzi avrebbe ribattuto che lui aveva chiamato un dirigente gialloblù per informarlo dello spostamento del funerale dal Venerdì Santo al lunedì di Pasqua.

«Siamo vicini al giocatore e al suo dolore - spiega il direttore gialloblù Nardino Previdi - ma un professionista deve ricordare che ha tanti diritti e qualche dovere. Quando ha chiesto il permesso per andare a casa la società lo ha accordato immediatamente ma poi, per qualche giorno, non abbiamo avuto più notizie e non si è presentato agli allenamenti del sabato e del lunedì. Per questo, quand’è tornato, ho detto al giocatore, davanti alla squadra, che la società aveva deciso di multarlo e che non era più il capitano».

«Toccherà al Collegio Arbitrale entrare nel merito giuridico della vicenda - ribatte l’avvocato Umberto Calcagno, legale dell’Associazione italiana calciatori e difensore di Comazzi - ma voglio porre l’attenzione sull’aspetto umano della vicenda. Comazzi ha lasciato la squadra dopo il grave lutto che ha colpito la sua famiglia e si è presentato all’allenamento il giorno dopo la conclusione del funerale. I defunti non possono essere sepolti il Venerdì santo e la cerimonia era stata spostata al lunedì. Senza dimenticare che, in quel momento, il giocatore era infortunato e non poteva scendere in campo per il Verona»

FONTE: LArena.it


Toccante articolo di Sergio MUTOLO a proposito del BENTEGODI e dei tifosi dell'HELLAS VERONA:
- Hellas, il fattore Bentegodi
Il Pisa poteva contare, la scorsa stagione, sul fattore Arena. In questo campionato i tifosi del Verona, a prescindere dai risultati ottenuti sul campo della squadra, hanno saputo scrivere al Bentegodi una bella e commovente pagina d’amore. Che resterà comunque incisa nella Grande Storia del club scaligero.
L’anno scorso, in serie C1, dominò il fattore Arena. Vale a dire la “bolgia” domenicale su cui il Pisa ha potuto contare in tutte le gare interne della lunga cavalcata che lo ha portato a conquistare, dopo alcuni lustri, la sospirata promozione in serie B. Quest’anno il Bentegodi non ha sicuramente funzionato allo stesso modo, per l‘Hellas Verona. Nonostante il fantastico apporto di una tifoseria impagabile per la sua passione, che ha sottoscritto la bellezza di 10mila abbonamenti per seguire le maglie gialloblu precipitate in C1, la squadra naviga ancora in ultima posizione.

Hanno pesato situazioni societarie che non potrebbero essere più diverse. All’Hellas è mancato, oltre a un presidente all’altezza, anche un allenatore come Piero Braglia che della “bolgia” che accompagnava le partite interne dei nerazzurri toscani è stato per mesi il fulcro. Grazie a una gestione sapiente dello spogliatoio che è, viceversa, del tutto mancata in casa scaligera. Adesso che i nodi stanno venendo al pettine, e mancano solo quattro giornate alla fine del campionato, ecco che il Bentegodi potrebbe fare la differenza. Intanto, per conquistare play out che non sono affatto garantiti. Anzi, dovranno forse passare per la gara-spareggio con la Paganese da giocarsi per sovrappiù in campo avverso. Poi per conquistare agli spareggi una salvezza che, allo stato attuale, vale molto per l’Hellas in proiezione futura. Più di quanto chiunque possa immaginare.

Già domenica, nella decisiva partita con il Lecco, ci si aspetta un Bentegodi come sempre all'altezza. Nell’incontro perso con il Padova erano quasi 15mila i tifosi gialloblu a colorare le tribune del glorioso impianto veronese. In quella circostanza non è andata come sarebbe dovuta andare, ma vale davvero la pena di riprovarci. Perchè l’obiettivo da centrare è fondamentale (vitale) per chi si porta queste maglie, anno dopo anno, nella mente e nel cuore. Se dunque l’anno scorso siamo stati così intrigati dal “fattore Arena”, quest’anno ci ha catturato la bella storia dei tifosi gialloblu che al Bentegodi non hanno mai smesso un minuto di sostenere le maglie. Lo hanno fatto contro tutto e contro tutti. Per amore, solo per amore. Per questa e per altre ragioni la bella storia che i tifosi scaligeri hanno saputo scrivere al Binti domenica dopo domenica, merita (meriterà) di essere comunque ricordata. Con un infinito grazie da parte di chi, come noi, riesce ancora a credere che questo calcio tanto martoriato potrà rinascere un giorno dalle sue ceneri.

FONTE: CalcioPress.net




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FONTE: LArena.it