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Intervista a mr. SARRI che fa il punto prima della ripresa del campionato


MAURIZIO SARRI
«Vivere alla giornata è la strada giusta verso la salvezza»
Saluta i giocatori, si ferma cinque minuti in mezzo al campo con Morante, parla fitto con l’attaccante gialloblù, si accende un’altra sigaretta. La prima fase del ritiro è finita, si riprende domani pomeriggio. Un paio di giorni di riposo per staccare la spina, per ritrovare le energie psicofiche, pronti alla volata. Maurizio Sarri non fa progetti a lungo termine, non pensa al 4 maggio, all’ultima giornata di campionato.
«In questo momento l’obiettivo è la Cavese - attacca - la prossima gara in casa».
Un altro ritiro dopo quello invernale in Toscana. Adesso Sarri conosce meglio la sua squadra?
«Sì, la conosco meglio e vi devo dire una cosa. Mi sembra impossibile che il Verona sia ultimo in classifica. Non so cos’è successo prima, non ho visto tutte le partite ma qui c’è gente che lavora bene, che si sacrifica, che prepara la sfida della domenica con grande professionalità. Un gruppo che non è attaccabile per quanto riguarda l’applicazione. In campo e fuori».
La classifica non dice questo...
«Lo so, lo so benissimo. Questo non me lo spiego proprio. La classifica è lì, la leggo tutti i giorni. Verona ultimo a tre punti dalla penultima. In questo momento sarebbe C2 ma non ci voglio pensare».
All’inizio Sarri ha parlato di obiettivi a scalare. L’idea è sempre quella?
«Non posso cambiarla in corsa. Adesso non mi sembra giusto parlare di salvezza diretta, di sest’ultimo posto. Il traguardo è lontano, si rischia di perdere di vista la strada da percorrere. Senza dimenticare gli influssi negativi che una sconfitta potrebbe creare nella testa dei giocatori. Questi ragazzi hanno passato momenti difficili, molti di loro hanno il peso della retrocessione sulle spalle, altri vivono questa partenza negativa come un fallimento. Oltretutto è una squadra che non ha certo fortuna, parlo dei tanti infortuni che l’hanno bersagliata. Abbiamo sei o sette esterni in rosa e, in questo momento, ne ho a disposizione due e mezzo se pensiamo che Stamilla è appena arrivato e non gioca da quattro mesi».
Meglio puntare l’attenzione sulla prossima partita?
«Si va avanti di giornata in giornata. Dobbiamo concretizzare di più, far fruttare l’episodio, non abbiamo il tempo di programmare un lavoro a lungo termine, mancano solo tredici partite alla fine, sarebbe troppo tardi. Questo non vuol dire cancellare organizzazione di gioco e conoscenze tattiche, dobbiamo crescere come squadra senza cali di attenzione in partita. Adesso il nostro obiettivo è il penultimo posto, quello che ci garantirebbe di non scendere direttamente in C2. Fra due mesi guarderemo la classifica. In base alla nostra posizione decideremo se potrà cambiare la nostra strategia».
Nelle prime due partite della sua gestione Sarri ha presentato un 4-2-3-1. Si andrà avanti così?
«La filosofia è quella, l’ho seguita negli ultimi anni e mi ha sempre dato buoni risultati. Anche perchè con due esterni così offensivi in avanti la difesa a tre è improponibile, dobbiamo garantire equilibrio e una buona copertura in fase difensiva».
Il Verona ha gli uomini giusti per questo tipo di gioco?
«In linea di massima sì anche se non escludo di cambiare qualcosa a partite in corso. In attacco le due punte non devono giocare per forza in verticale, possono essere schierate in orizzontale. Dobbiamo vedere anche le caratteristiche dei nostri avversari ma non sono un estremista della tattica. Il centrocampo, per esempio. Giochiamo con due uomini tra la difesa e l’attacco ma possono avere caratteristiche diverse. La squadra può sviluppare gioco con qualità e palleggio oppure metterla sulla fisicità, sfruttando le sponde degli attaccanti, attaccando gli spazi. Un calcio meno bello ma ugualmente efficace».
Galli sta cercando un bomber in grado di regalare qualche gol in più all’Hellas. Sarri che tipo di attaccante ha chiesto?
«Il direttore sa quello che serve a questa squadra e opera di conseguenza. Il mio attaccante ideale? Non ne faccio una questione fisica. Mi piacciono i giocatori tecnici, quelli che vengono incontro, che sanno giocare di sponda, che mettono in condizione i compagni di squadra di andare al tiro».
In questo momento solo Altinier sta facendo questo tipo di gioco?
«Sta crescendo anche lui proprio lì davanti, come punto di riferimento tra i difensori avversari. Mi ha sorpreso positivamente in un ruolo che non è certamente il suo. O meglio. Sono convinto che lui possa rendere di più in un’altra posizione ma si è adattato benissimo. Si fa trovare pronto, protegge palla. Un acquisto importante per questo gruppo».
E Stamilla? Una scommessa?
«Viene da un brutto infortunio ma sta lavorando già con il gruppo, vorrei averlo pronto fra una quindicina di giorni. L’ho allenato alla Sangiovannese, l’ho trovato che faceva la seconda punta, l’ho trasformato in esterno. Ha fatto due campionati importanti. Sa attaccare gli spazi, può saltare l’uomo, è rapido. Un giocatore che ha un buon equilibrio tattico, può ricoprire più ruoli. Basta vedere cos’ha fatto negli ultimi anni di Piacenza. Adesso dobbiamo aspettare, deve ritrovare la sua condizione fisica ma anche lui è un giocatore che può dare molto a questa squadra».
Morabito è ancora infortunato. Il Verona ha bisogno di un’alternativa anche sulla fascia sinistra.
«Anche in questo caso la società sa cosa fare. In effetti, in questa squadra, non c’è un mancino per completare la linea difensiva, non c’è il sostituto ideale di Morabito. Ma il Morabito che ho visto in ritiro e nei primi minuti della partita di Sesto può giocare tranquillamente in quel ruolo, senza problemi».
Sette sono arrivati, cinque o sei sono partiti. Scelte sempre condivise da Sarri?
«Ferrrarese e Di Giulio non ho nemmeno fatto in tempo a conoscerli. Iovine non aveva spazio, lì in mezzo c’è tanta gente che può giocare lui ha preferito cambiare aria e mettersi in discussione con lo Spezia. Gli altri hanno scelto loro di andar via, vedi Cossu e Martinelli. Ne abbiamo parlato insieme, ho capito e anche la società ha preso atto della situazione. Sono scelte che vanno rispettate»

FONTE: L'Arena di Verona on-line