Header ADS

Addio ad un 2007 di M...


Non vedo l'ora che 'stò 2007 se ne vada alla svelta e, a quanto pare, non sono il solo:
ADDIO SENZA RIMPIANTI. DELUSIONI ALLE SPALLE, IL FUTURO È INCERTO. RESTA LA PASSIONE DEI TIFOSI
2007, l’anno più triste dell’Hellas
La retrocessione, l’incapacità di reagire: mai il Verona aveva terminato un anno così in basso. E adesso trema

Andrea Sambugaro
Sta finendo, almeno quello: il 2007 scivola via, portando con sè un carico di amarezze, pianti, false promesse, cocenti delusioni. L’anno che è agli sgoccioli è il più disgraziato di tutta la storia dell’Hellas: non solo, dopo la speranza suscitata dal nuovo corso di Giampiero Ventura, ha visto precipitare in serie C il Verona, ma lo lascia solo soletto all’ultimo posto, il peggiore piazzamento di sempre nell’ultracentenaria storia gialloblù.
Perché, raccontano gli almanacchi, un altro Verona era rotolato in C ma almeno era riuscito a chiudere la stagione 1941-’42 al terzo posto e il campionato successivo al secondo, quanto bastò per riassaporare il gusto della B perduta.
Oggi invece... Quattordici, quattordici miseri punti, meno di tutti, sono il bilancio della staffetta Colomba-Pellegrini (e meno male che almeno Davide un paio di vittorie le ha ottenute). Chi l’avrebbe mai detto, quando Arvedi spiegava che sarebbe rimasto a Corte Pancaldo per riportare il Verona nella categoria che più gli è consona e Cannella annunciava che i gialloblù sarebbero stati la Juventus della serie C? È che con le parole non si fa strada. E a volte nemmeno bastano i fatti per proseguire il cammino, come dimostrano i 37 punti ottenuti nel 2007 da Ventura in 24 partite. Ne sarebbe servito uno, uno solo in più per salvare l’Hellas. O sarebbe bastato che Cutolo, a La Spezia, non si divorasse quel gol che avrebbe gettato nello sconforto i bianconeri. Ma anche quel gol fallito a porta spalancata dev’essere stato un segno di un’annata nera, tragica per chi ama l’Hellas.
Resta solo una certezza: la passione dei tifosi, della città, della provincia che non hanno mai abbandonato la squadra se non a Novara, quando sono stati costretti a disertare la partita per il divieto di andare in trasferta (ma in una quarantina si sono presentati lo stesso). Se li sognano, anche in moltissime piazze della serie B, diecimila abbonati, eppure a Verona ci sono e al Bentegodi ci vanno sempre, in massa. Sono l’altra faccia della brutta medaglia del 2007, il vero patrimonio dell’Hellas, gli unici a non mollare mai nonostante gli schiaffi presi, nonostante l’Hellas del suo passato conservi solo i colori. Chiunque si accomodi (speriamo in fretta) in Corte Pancaldo al posto del Conte Arvedi ne tenga conto. E di suo, per favore, ci metta la competenza e non il pressapochismo con il quale è stata gestita negli ultimi mesi la società.
A proposito, sentite questa, ascoltata a RadioVerona la mattina di Natale. L’ha raccontata Giorgio, un ascoltatore. in diretta: «Mai fatto un albero di Natale così grande, maestoso. Perché così alto? Dovevo appendere tutte le bale che ci ha raccontato quest’anno il Conte Arvedi. Non finivano più».
Ma sì, per un giorno buttiamola in ridere. Abbiamo pianto talmente tanto...

Fonte: L'Arena di Verona On-Line